C ASTELLO DELL’ACQUA Beno

IL MUSEO MORENTE

58 - LE MONTAGNE DIVERTENTI Estate 2008 LE MONTAGNE DIVERTENTI CASTELLO DELL 'ACQUA - 59 E SCURSIONISMO C ASTELLO DELL’ACQUA

A fianco: 1 novembre 2007. Cà di Gerna. In coperina all’articolo: 1 novembre 2007 Costa Bela. Foto Marino Amonini.

27 luglio 2008. Brüga. Foto Beno.1986. Brüga. Foto V. Toppi. 27 luglio 2008. Costa Bela. Foto Beno.

PARTENZA: Località Baghetto (m 300 ca). ITINERARIO AUTOMOBILISTICO: da si prende la SS38 fino a . Alla rotonda si seguono le indicazioni per Castello dell’Acqua. Si attraversa la ferrovia grazie ad un sottopasso ed in breve si guada l’Adda sul Ponte del Baghetto, punto di partenza della nostra escursione. ITINERARIO SINTETICO: Bruga (oppure Ponte del Baghetto) - Costa Bela (m 615) - Luviéra (m 728) - Cà nBunàl (m 654) - Cà di Vincenzàt - Cà gGiànn (m 660) - Cà zZòtt - Torre di Castello - Castello Centro (m 650) - Cà di Rusàtt (m 632) - Cà nVerìna - I Doss (m 563) - Bruga (m 419) . TEMPO DI PERCORRENZA PREVISTO: 3 ore e mezzo. ATTREZZATURA RICHIESTA: si consigliano i pantaloni lunghi per la possibilità di spine e ortiche lungo i sentieri. DIFFICOLTÀ: 2 su 6. DISLIVELLO IN SALITA: 430 metri circa. DETTAGLI: EE - orientamento difficoltoso.

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gimiranza al futuro. Sarebbe stata la prova Un tempo parte di Chiuro, CENNI STORICI IL TERRITORIO che abbiamo capito l’inestimabile valore del Castello dell’Acqua dal 1858 è Vittorio Toppi Vittorio Toppi lavoro dei nostri avi, non solo economico, autonomo. astello dell'Acqua raggiunge l'autonomia comunale solo nel XIX ma anche culturale e sociale. L’antropismo di quest’area è C Ubicato sull’ orografica sx della , Castello dell'Acqua secolo,precisamente il 1° Gennaio 1858,avendo condiviso fino ad allora le E invece ci siamo nuovamente dimo- simile a quello dell’antica , si sviluppa sulle pendici delle Orobie Valtellinesi orientali. Con la sua vicende storiche della vicina comunità di Chiuro, di cui era parte integrante. strati bigotti e incapaci di portare avanti un sviluppandosi senza un nucleo prin- geometrica forma a cuneo, è incastonato tra la Val Malgina e la Val La famiglia Dell'Acqua o De Acqua, da cui trae il nome, fiorì in Valtellina progetto coraggioso e all’avanguardia. cipale, ma con numerose e peculia- d'Arigna, confinando con a E,con Ponte a S e a O, a N con intorno al 1000 circa. Affiancò e sostenne sempre le azioni e le politiche della Dell’antico fasto di questo borgo restano ri contrade sparse e collegate (un l’Adda e Chiuro. L'estensione della superficie è di 13,91 km quadrati. famiglia di Stefano Quadrio il grande padrone locale di fede ghibellina. solo poche tracce, qualcuno degli ultimi no- tempo) da una fitta rete di sentieri. Quasi interamente boscosa e ripida, trova limitato spazio per colture Anche l'attività religiosa dipendeva da Chiuro, e prima ancora da Tre- stalgici che, andato in pensione, è tornato Pure la tendenza al completo spopo- generalmente intese. sivio, fino al 1427 quando finalmente viene eretta a Parrocchia la chiesa di lassù fra le mura della propria infanzia. lamento ricorda il comune malenco, Climaticamente è esposto a N e alquanto favorito durante l'estate S.Michele Arcangelo sita vicino al castello della famiglia Dell'Acqua ed ad essa Vi proponiamo un anello escursionisti- differenziandosene solo per la man- (abbondanti castagneti, qualche frutteto e vigneto) e fortemente pe- unita direttamente con un cunicolo sotterraneo. co nella parte occidentale del comune, di canza di un piano d’evacuazione per nalizzato d’inverno venendo a mancare quasi completamente l'inso- Nel XV secolo, con la definizione degli ordinamenti amministrativi dei breve sviluppo, ma dai contenuti talvolta frana incombente. lazione. Comuni, nascono le "Quadre". Il Comune di Chiuro ne riconosce ben sei, sorprendenti. Occorrono buone capacità Castello è un vero e proprio Orograficamente il territorio è marcatamente segnato: a E ed a di cui due per la sponda detta "del castello": Quadra degli Scalvini e Quadra d’orientamento per la mancanza di vie se- museo d’edilizia rurale, uno scrinio O le anguste gole dei torrenti Malgina e Armisa, le cui acque sono di Pontignano. Limite di confine delle due era la Val Piccola; a E Pontignano gnalate e, talvolta, per la scomparsa dei sen- che contiene in pochi chilometri ipersfruttate a fini idroelettrici ( Falk, poi Sondel e ora Edison). Nel a E Scalvini. tieri. Consigliamo di farsi un giro dentro ad cimeli di quello che era la Valtelli- greto non scorre mai acqua se non in occasione di ...alluvioni. A N Nel 1504 è Decano del Comune di Chiuro un certo Bartolomeo de ognuna delle contrade toccate dall’anello. na un tempo: forni, mulini, opifici, si trova l'alveo dell'Adda mentre a S la diagonale montuosa che ini- Comino di Tizzone, questi convocò i 212 capifamiglia delle quadre e deliberò torchi, grat... ziando da S.Matteo (Arigna) passando da Portola-la Motta giunge alle di aggiornare l'estimo indicando norme precise per le tassazioni; nella circo- Castello dell’Acqua sarebbe baite Muracci in Val Malgina. stanza venne pure deciso che si doveva prestare gratuitamente mano d'opera e Ci incamminiamo dal Ponte del Ba- dovuto divenire un museo vivente, La popolazione residente al 31-12-1981 era di 776 unità contro mezzi per la manutenzione e riparazione delle opere pubbliche. ghetto e, dopo aver risalito alcuni tornanti cioè, come già succede in alcuni le 1031 del censimento 1861, le 1400 del 1911,le 1174 del 1951 e le Particolare importanza riveste la data del 1536 in quanto le due Quadre di strada asfaltata, giungiamo a Bruga (la paesini della Svizzera, un luogo dove circa 1200 del 1962 fino alle 740 del 1991. del Castello cercano già di separarsi dalle altre, cioè da Chiuro, per costituirsi toponomastica deriva da un nome di fami- la gente continua a condurre, con Gli insediamenti residenziali si trovano dislocati sui pendii terraz- in un unica comunità. Il tentativo fallisce e alla popolazione viene inflitta una glia). gli ovvi confort della modernità, la zati e sui pianori aperti sulla valle. Emerge così la singolare distribu- multa di 200 ducati d'oro e altri precetti. Un parcheggiio precede le case. Gli vita di un tempo e permettere così zione dei nuclei abitati in numerose contrade. Dalla metà del XVII secolo si ha un forte risveglio dell'attività religio- ultimi ad abitare qui stabilmente sono i alle tradizioni rurali di non svanire Quando si parla di Castello dell’Acqua non si possono non citare sa popolare che trova riscontro nella edificazione delle sette chiese del paese coniugi Bruga -contadini- , per il resto sono nell’oblio più profondo. Sarebbe anche gli alpeggi di Caronella in Comune di Teglio, e di S.Stefano e tutt'ora esistenti compresa quella sull'alpe S.Stefano. Esse sono: la parroc- case-vacanza. stato un richiamo turistico di portata Quai nel Comune di Ponte. chiale di S.Michele del 1680, la chiesa della Madonna del Buon Consiglio e Prendiamo sulla sx e raggiungiamo una considerevole che avrebbe garantito L’alpe Caronella fu acquisita nel 1800 “…dalli uomini tutti delle S.Francesco a Luviera del 1674, la chiesa di S.Antonio a Tizzone del 1681, la fontana costruita negli anni ‘20, vicino alla agli abitanti un reddito importante, contrade [...] desiderosi di far libero acquisto della montagna…” dai chiesa di S. Giuseppe al Cortivo del 1668 e la chiesa di S. Giovanni al Piano quale si vede una croce che riporta la data reddito che le attività agricolo-rurali Nobili fratelli Besta, Vincenzo, Giuseppe e Bartolomeo, figli di del 1721 (tutt’ora incompleta). 1856. Seguiamo la mulattiera che sale ripida fini a sè stesse non permettono più. Tomaso Besta de Gatti di Chiuro e Teglio. sulla dx, un tempo l’unico accesso alla Val Sarebbe stato un ponte con il passato, Trattarono l’acquisto gli uomini:Giuseppe Tuja, Antonio Del d’Arigna, e ci avventuriamo su Costa Bela, una prova che anche noi valtellinesi, Con dolorosa sorpresa delle Quadre di Chiuro e Castionetto, nel 1858 Piano, Giuseppe Gianni, Giovanni Gadaldo, Antonio Tuja, Francesco ogni tanto, non pensiamo solo ad viene riconosciuta, con regio decreto, l'autonomia della Comunità di Castello Spanello, Matteo Bonallo, Matteo Amonino, Francesco Amonino, un tempo l’orto di Castello. Vittorio Toppi effimeri ed immediati profitti, ma dell'Acqua. Antonio Grosina, GioMaria d’Ajada e Domenico Tuja. mi racconta che qui eran tutti campi e sappiamo anche guardare con lun- La notifica della raggiunta autonomia recitava così: L’accettazione avvenne con la sottoscrizione di quote in proporzio- persino vigneti. Le tracce dei terrazzamenti ne al possesso di capi bovini. Queste quote presero il nome di Resun de sono in effetti chiare. Qualche piantina di vite sopravvive laoconticamente strangolata Comune amministrativo Carunela e queste “azioni” ancora oggi determinano il possesso priva- CASTELLO DELL’ACQUA tistico dell’Alpe degli abitanti di Castello dell’Acqua. dalle spine. Separato dal COMUNE DI CHIURO S. Stefano e Quai invece appartengono al Comune di Castello Si passa sotto Cà di Gerna. Uomini e Per grazia sovrana pubblicata col tenore della seguente dell’Acqua, in quanto derivante dalla ripartizione patrimoniale degli asini l’hanno in parte salvata dall’inclemen- NOTIFICAZIONE ex beni comunali del comune unico di Chiuro all’atto della separazio- za del tempo. N.° 86162/5215 Nei pressi di un traliccio della corren- L’I.R. Ministero dell’Interno mediante Dispaccio 28 ne di Castello. Nel verbale del 8 luglio 1858 risulta che le due rappre- spirato Novembre N.°8244-1265 si è compiaciuto di ac- sentanze comunali, con i consulenti tecnici e legali, convengono che te c’è un bivio. Prendiamo il sentiero a sx cordare la separazione della Frazione di Castello Dell’Ac- “quanto ai beni comunali siti a S. Stefano frazione di Ponte ma quasi (N) e, dopo una casa che mostra ancora i qua dal Comune di Chiuro nella Provincia di Sondrio,e segni dell’incendio che l’ha distrutta, sbu- di permettere che la stessa Frazione venga costituita in interamente intestati al Comune preesistente di Chiuro si assegnino al Comune proprio.La decretata autonomia del Comune Comune amministrativo più vicino alla località…”. L’appartenenza al chiamo sui primi prati a zèrp del terrazzo di Castello Dell’Acqua comincerà ad avere effetto col 1° Comune di Chiuro di quest’Alpe risale al 1444 quando ci fu la ridefi- di Luviera. Incontriamo il signor Grosina Gennaio 1858 restando incaricato l’I.R.Delegazione Prov. Di Sondrio di procedere alle occorrenti pratiche nizione dei beni tra Chiuro e Ponte. e il signor Bonelli che ci informano sullo d’esecuzione. Nello stesso verbale circa la ripartizione dei debiti e dei crediti si stato di transitabilità degli antichi sentieri Milano,4 Dicembre 1857 e ci fanno pentire d’essere in pantaloncini! Il Luogotenente di S.M.I.R afferma di riferirsi agli estimi derivanti dalla separazione che ammon- Apostolica in Lombardia tano a £.29513,13 per Chiuro e £.23298,44 per Castello. Intervistare gli indigeni è sicuramente il Barone di Borgeu miglior modo per orientarsi!

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Seguitiamo fra le selve fino a sbucare sullo stradone asfaltato che raggiunge So che si parla di rendere la torre , o meglio, la metà che ne rimane, un punto Luviera, contrada a sè con case per lo più rdi recente ristrutturazione o fabbrica- d’osservazione panoramico, permettendo di raggiungerne con impalcature la zione. Raggiungiamo la chiesa di San Francesco in cima all’abitato. sommità. Vittorio mi parla del cunicolo che univa la Torre dell’Acqua alla chiesa Pochi metri oltre l’edificio parte un sentiero pianeggiante protetto a sx da parrocchiale, cunicolo che lui stesso aveva percorso da bambino e che ora è stato una ringhiera. Arriviamo su un ripido tratturo per poi piegare a sx su un prato purtroppo murato. a zerp. Passiamo sotto i cavi dell’alta tensione e sbuchiamo su un pratone che in Tornati sulla strada principale scendiamo alla parrocchiale. Il parroco non c’è parte viene ancora falciato. Miriamo alla baita in alto (Cà di Bilìn). Seguitiamo più, ma del resto il paese è deserto. in piano per selve abbandonate fino a raggiungere (3’) un massone ricoperto di muschio detto Preda Grosa. Incrociamo così un’evidente mulattiera fra muretti di pietra che ci porta a Per strada asfaltata (ex Via Giacomo Bruto - filosofo cinquecentesco di Cà nBunàl (dopo 2’ si troverà un bivio: il sentiero più agibile è quello di dx che fama nazionale che aveva avuto i suoi natali a Castello - ora via Giovanni Paolo in breve esce su una rotabile - seguitare quindi a sx), dove vivono tutto l’anno II) raggiungiamo il municipio. Scendiamo alla dx del municipio e per una pista Bonelli Maurilio e Mercede Tuia. Maurilio fa ancora il pane in un antico forno (vecchia mulattiera Castello-Luviera) riattraversiamo la Val Grande. Appena a legna. All’interno della contrada si può ammirare un pestatoio in legno per le oltre il ponte c’è un singolare crotto ricoperto dal muschio, esempio di costru- castagne. zione a secco piuttosto raro e singolare (se ne trovano altri a in Svizzera o Oltre Cà nBunàl inizia la strada asfaltata che ci porta a Cà Vincenzàtt. Salendo alle pendici del Monte Masuccio). sulla dx, poi prendendo a sx al bivio per Piazzola, è il turno di Cà gGiànn. En- Seguitiamo sulla pista principale, ignorando una deviazione verso l’alto che triamo in contrada e l’attraversiamo per la mulattiera principale. L’ultima casa ci riporterebbe a Luviera. Alla nostra dx selve e prati, figli illegittimi delle vigne ha un antico affresco sul muro esterno. Insistiamo in piano (ignorare il sentiero che un tempo ricoprivano questi terreni. che scende) fino ad un casél, dove pieghiamo a sx. Il Un fienile, un meleto ed ecco Cà di Rusàtt, con la sua decadente e preziosa sentiero è ostruito da qualche pianta caduta. L’acque- abitazione nobiliare seicentesca. Al suo interno si potevano apprezzare un bel dotto, quindi un castagno gigante fa da sipario a frantoio per l’olio di noci, una sorgente, mentre all’esterno c’erano un forno e un Cazzòt. Fontane, macerie e un bello scorcio sulla torchio. Oggi non li si può più visitare e la casa è pericolante. Val Grande. 1990. La Torre dell’Acqua (XII sec). 1990. Il torchio per l’uva di Cà di Rusàtt, ora L’asfalto ci porta a Cà nVerina. Attraversiamo la contrada per immetter- Foto V.Toppi. sparito. Foto V. Toppi. Il sentiero ora si fa più impervio e, all’uscita del ci sulla cementata che scende verso O. Al termine del cemento c’è un trivio: borgo, ci costringe a lottare con ortiche ed erbacce bisogna stare sulla pista centrale, quella protetta a valle da una staccionata. Altri fino ad un traliccio, poi la via torna agevole. Gua- prati che furon vigne (Dos di Ca’ nVerina), quindi due case-fienile (numeri civici diamo un primo rivolo su un ponte di legno sul muro 155 e 156) ci dicono di gettarci sulla dx, giù al dritto fino a incrociare e marcio: fate molta attenzione nell’attraversar- seguire (sx) un sentiero che si dirige a O. Sono chiari ancora i muri delle vigne. lo. Scendiamo di qualche metro incontrando Alcuni tronchi ostruiscono il sentiero. Poi fra le erbacce, nei pressi di un anche due vecchi fienili fatiscenti. Il bosco grosso traliccio, appaiono le macerie di Dos de Brüga. Leggo sulla dx un civico attorno a noi e fitto e cupo. E’ il turno del 152. Prima del traliccio scendiamo una scarpata sulla sx. Ci dono dei bolli aran- guado della Val Grande. Qui il ponte è in cioni sbiaditi, le erbe si fanno a tratti molto fastidiose. Attraversiamo varie vallet- condizioni un po’ migliori. La strada di- te, poi la traccia si fa tratturo e, nei pressi di un grosso tralicio, ritorniamo sullo scende larga sulla dx idrografica. Vittorio stradone per Bruga. dice che passava di qui per andare a scuola. Mi dice che eran tutti prati, ma l’oscuri- 27 luglio 2008. La Preda Grossa. Foto Beno. 27 luglio 2008. L’affresco di Cà gGiann. tà del bosco m’impedisce anche Foto Beno. solo d’immaginare come poteva essere qui una volta. GIACOMO BRUTO Incrociamo la stradina sulla dx che porta rapidamente alla Torre Un alunno (F.T.) di terza elementare nel 1961 così scriveva dell’Acqua. Attorno alla struttura sul suo quaderno: medioevale si notano tracce delle “Il mio paese ha dato i natali ad un illustre studioso: mura perimetrali e dei locali par- Giacomo Bruto. Egli naque a Castello dell'Acqua nel 1440, zialmente riportati alla luce dai ma abbandonò ben presto il paese montano e girò l'Italia sondaggi degli anni 90. Un pilone studiando e dimostrandosi intelligente. Fu un grande scrittore, della corrente di chiare origini tardo- filosofo e teologo si crede sia morto nel 1500 a Mantova presso medioevali abbellisce assieme agli in- i Marchesi Gonzaga. Che fosse di Castello lo dice lui stesso festanti il quadro d’insieme. L’accesso firmandosi nelle sue opere. Al primo piano del Municipio c'è originale si trovava sul lato opposto una iscrizione in sua memoria che dice: rispetto a quello da cui siamo arrivati. A Giacomo Bruto nato nel 1440 a Castello dell'Acqua morto a Mantova verso il 1500 presso i Marchesi Gonzaga. Scrittore di teologia e filosofia altissimo. Il Municipio di Castello dell'Acqua perchè di tanto uomo la memoria non venisse dimenticata 27 luglio 2008. Grosina Gildo, con la 27 luglio 2008. La sciüca di Bunei (che appartiene alla famiglia 27 luglio 2008. Il casèl del lacc’ a forma di crotto che si trova in poneva”. sua barba ieratica, ci erudisce sullo stato Bonelli) dove si pestano le castagne col pisün. Foto Beno. località Al Mulìn. dei sentieri.

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