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66 Giuseppe del Monte (Mombaroccio 1721 - Urbino 1799) Via Crucis, 1795 14 oli su tela, cm 72 x 102 (ciascuno) MERCATELLO SUL METAURO, Chiesa Collegiata 6 Dal manoscritto dell’Antaldi, datato 1805 e conservato presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro, apprendiamo che Giuseppe del Monte era nato a Mombaroccio, che era stato allievo di Sebastiano Ceccarini a Fano e che si era trasferito ad Urbino conducen- do una vita agiata e lasciando una buona eredità all’unica sua figlia; “passabil pittore”, è ricordato per alcuni non precisati quadri dedicati ad immagini mariane1. Sappiamo anche che per la Chiesa di Paganico, nel comune di Urbino, distrutta da un bombar- damento durante la seconda guerra mon- diale, aveva eseguito tre tele raffiguranti l’Assunzione, la Concezione, il Riposo in Egitto, e che per lo stesso luogo aveva restau- rato il quadro della Santa Lucia2. Lavorò per la famiglia Materozzi Brancaleoni di Urbania dove nel Paideion del palazzo, ove si svolgevano attività didattiche rivolte anche ai bambini meno abbienti, è ancora visibile la decorazione a tempera che vi ese- guì3; nella Chiesa di Santa Maria in Profeo, vicino ad Urbania, è sua la tela dell’altare sinistro, raffigurante i Santi Vincenzo Ferreri e Valentino prete, firmata e datata 17784; in quella di Santa Maria dei Servi di Sant’Angelo in Vado, dipinse invece la Madonna del Pianto, copia di quella attri- buita a Zanino di Pietro, conservata nella Cattedrale della cittadina5. In una situazione così scarna riguardo ad opere e informazioni, questa via dolorosa si pone come utile riferimento per la defini- zione del lavoro di un pittore che, pur nella sua modestia, presenta non di meno caratte- ristiche su cui varrà la pena di soffermarsi. Realizzata per la Collegiata di Mercatello, dove ancora si conserva, assieme all’Imma- colata Concezione di Raffaellino del Colle e al San Carlo Borromeo del Guerrieri, la Via in esame venne eseguita nel 1795, negli ulti- mi anni di attività del pittore6. Allo stato delle conoscenze non è dato sape- re se l’artista si sia servito di un modello incisorio preesistente o se abbia interpretato personalmente episodi del resto ormai ampiamente codificati. Le scene, perlopiù 67 70 concepite su uno sfondo naturalistico, sono Note particolarmente affollate; attorno alla figura di Cristo e alla croce si muovono soldati e 1. A. Antaldi, Notizie di alcuni architetti, pittori, personaggi colti in varie posizioni. Parti- scultori di Urbino, Pesaro e de’ luoghi circonvicini colarmente attento alla resa delle diverse (1806), a cura di A. Cerboni Baiardi, Ancona fogge degli abbigliamenti, il pittore si pre- 1996, p. 70. occupa di restituire il ritmo del cammino 2. Cfr. G. Allegretti, “Studi Montefeltrani”, 25, del gruppo verso la cima del Calvario e, 2004, p. 156. oltre a cambiare di volta in volta l’ambien- 3. F. Tesini, Itinerario della pittura del Settecento tazione paesaggistica, colloca perlopiù le nella provincia di Pesaro e Urbino, in I sensi e le figure l’una accanto all’altra, riuscendo così virtù. Ricerche sulla pittura del Settecento a Pesaro e a fatica a conferire alla scena un efficace Provincia. Itinerario artistico, a cura di F. Tesini, effetto d’insieme; precede quasi sempre il Fano 2000, pp. 42-43. gruppo un bambinetto dall’abito azzurro e 4. C. Leonardi, Guida per le chiese di Urbania e dal copricapo piumato che reca il cesto con Museo arcidiocesano, Urbania 2005, pp. 156-157. i chiodi. In certi casi visibile solo in parte, è 5. Ringrazio per la segnalazione Bonita Cleri. già in marcia verso l’episodio successivo, in 6. Cfr. C. Leonardi e G. Muccioli, Guida per altri invece si ferma a guardare la scena; Mercatello sul Metauro, Urbania 1997, p. 17. A compare per l’ultima volta nell’undicesima causa delle consistenti misure delle tele, forse spro- stazione quando, seduto, il cesto rovesciato porzionate per gli intercolumni della chiesa, la Via a terra, contempla impietoso gli aguzzini Crucis venne per qualche tempo spostata in San intenti alla crocifissione. Francesco dove, nel 1912, fu arricchita di cornici Le figure un po’ tozze dei soldati dagli occhi in stile gotico, oggi non più esistenti, eseguite dal- cisposi, rigide nei movimenti come mario- l’ebanista faentino Francesco Morini; cfr. G. nette del teatro dei pupi, sono bloccate in Muccioli, San Francesco. Un convento, una chiesa, espressioni vuote e ripetitive; poco più un museo a Mercatello, Sant’Angelo in Vado 2005, sostenuto il pathos degli altri partecipanti e p. 121. delle pie donne che osservano in disparte 7. A seguito di un incendio avvenuto nel 1749, l’avvenimento. In questa sequenza di imma- Sebastiano Ceccarini fu incaricato di copiare gli gini esplicite e didascaliche, lo spettatore affreschi eseguiti da Domenichino nel Duomo di viene spesso chiamato a partecipare dallo Fano e successivamente si cimentò nel restauro degli stessi; sull’argomento cfr. B. Cleri, Sebastiano sguardo di almeno uno dei protagonisti: Ceccarini, Milano 1992, pp. 115-126. nella seconda stazione ci guarda il soldato che guida il gruppo, nella terza e nella quin- ta Gesù caduto sotto il peso della croce, nella quarta il soldato vicino alla Vergine, nella sesta il bambino d’azzurro, nella deci- Bibliografia essenziale ma Cristo denudato. Nella resa pittoresca e popolare del sogget- A. Antaldi, Notizie di alcuni architetti, pit- to, apprezzabile per una certa sicurezza e tori, scultori di Urbino, Pesaro e de’ luoghi coerenza esecutive, così come per sponta- circonvicini (1805), a cura di A. Cerboni neità e chiarezza, non mancano anche alcu- Baiardi, Ancona 1996, p. 70; ni riferimenti colti, rintracciabili a mio avvi- C. Leonardi e G. Muccioli, Guida per so nell’impaginazione paesaggistica; nella Mercatello sul Metauro, Urbania 1997, p. 17; prima tela della nostra serie l’apertura verso F. Tesini, Itinerario della pittura del Sette- l’esterno, dalla quale si intravede un brano cento nella provincia di Pesaro e Urbino, in I di natura con le figure della Vergine e di San sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del Giovanni, richiama l’Annunciazione dipinta Settecento a Pesaro e Provincia. Itinerario dal Domenichino nel Duomo di Fano, un artistico, a cura di F. Tesini, Fano 2000, pp. testo che certo Giuseppe conosceva bene e 42-43; sul quale era intervenuto lo stesso Ceccarini G. Allegretti, “Studi Montefeltrani”, 25, 2004, (Fano 1703-1783) suo maestro che ne aveva p. 156; eseguito delle copie7. Sulla cultura di que- G. Muccioli, San Francesco. Un convento, st’ultimo, fatta di classicismo ed arcadia ma una chiesa, un museo a Mercatello, Sant’An- al contempo di confronto con la realtà dei gelo in Vado 2005, p. 121. dettagli che bene si esprime nei ritratti e nelle nature morte, il nostro “passabil pitto- re” avrà di certo riflettuto. 71.