COMUNE DI TORREGROTTA Provincia di

Piano Regolatore Generale

RELAZIONE GEOLOGICA

data rev. 1: gen. 2014 (aggiornamento) geologo Vincenzo Pinizzotto data rev. 0: 2005 nome file: lp.14.l271.prg.relfin

geologo Vincenzo Pinizzotto consulenza tecnica e ambientale Via XXI Ottobre, 375 - 98040 TORREGROTTA (ME) tel./fax: 090.9912392 pec: [email protected] I N D I C E

1.0 - PREMESSA …………………….…..………………….……………………..………………….……..…… pag. 2

2.0 - INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E MORFOLOGICO GENERALE …. pag. 6

3.0 - GEOLOGIA E LITOLOGIA ……………………………………………….……..……..….…..….. pag. 9

4.0 - CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE ………………………..……..….……….. pag. 14

5.0 - PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO ……. pag. 18

6.0 - CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE ………………………………..……………..…….. pag. 27

7.0 - CLIMATOLOGIA DEL TERRITORIO ….……………………………………...…………….. pag. 28

8.0 - CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE ….……………………….…………………… pag. 33

9.0 - INDAGINI PREESISTENTI E PROVE REALIZZATE EX NOVO ………….…. pag. 37

10.0 - CARATTERISTICHE LITOTECNICHE DEI TERRENI ……………………….…. pag. 42

11.0 - INQUADRAMENTO SISMO-TETTONICO ………….…………….………………….…. pag. 46

12.0 - PERICOLOSITA’ GEOLOGICA …………………….…………………………………….……. pag. 51

13.0 - PERICOLOSITA’ SISMICA ………………………………………………………………….……. pag. 54

14.0 - SUSCETTIVITÀ D’USO DEL TERRITORIO ………………….…………………….……. pag. 58

15.0 - CONCLUSIONI ……………………………………….…………………………………………….……. pag. 66 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

1.0 - PREMESSA

Su incarico dell’Amministrazione Comunale di Torregrotta, è stato eseguito l’aggiornamento dello studio geologico a supporto del Piano Regolatore Generale, in ottemperanza a quanto previsto dalle norme vigenti, al fine di individuare situazioni locali che presentino livelli di pericolosità geologica e sismica tali da poter influenzare, in modo significativo, le scelte degli strumenti urbanistici generali, al fine di consentire un’idonea e razionale pianificazione territoriale.

Lo studio è stato articolato nelle seguenti fasi:

Analisi delle informazioni esistenti

E’ stata effettuata una raccolta della bibliografia geologica, geomorfologica idrogeologica, geotecnica e sismologica. Sono stati acquisiti i risultati di indagini preesistenti relative a lavori pubblici effettuati nel territorio comunale, nonché i dati riguardanti le indagini sismiche a corredo del precedente studio geologico del PRG, realizzato dallo scrivente nel 2005. Si è quindi cercato di analizzare in modo critico i dati esistenti al fine di ottenere informazioni sullo spessore delle coperture e sulle caratteristiche geotecniche di queste ultime e del substrato.

Cartografia di analisi (carta geologica, carta geomorfologica, carta idrogeologica, carta litotecnica, carta delle indagini)

Per la redazione della carta geologica sono stati eseguiti rilievi geologici e geomorfologici di superficie dei territori interessati, in scala 1:2.000, con la descrizione di tutti i litotipi affioranti, delle loro caratteristiche, dei loro rapporti e dei lineamenti tettonici.

Lo studio geomorfologico comprende la descrizione di tutti i lineamenti morfologici presenti, siano essi connessi con l’azione della gravita, delle acque superficiali, del moto ondoso, dell’attività antropica oltre a quelle condizionate dalla struttura geologica.

Con lo studio idrogeologico sono stati suddivisi i litotipi affioranti in diverse classi di permeabilità e si è analizzato il comportamento di tutti i complessi geologici nei riguardi della circolazione idrica.

Per la redazione della cartografia litotecnica e per la relativa classificazione geotecnica dei terreni di copertura e del substrato ci si è avvalsi della letteratura specializzata, oltre che di una campagna di rilievi geomeccanici e di indagini sismiche.

Nella carta delle indagini sono state rappresentate sia le indagini preesistenti sia le prove di nuova realizzazione, differenziandole per tipologia. Tutte le informazioni acquisite

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 2 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ sono state raccolte e riportate schematicamente nel cap. 9.

Cartografia di sintesi

Dall’analisi comparata dei dati acquisiti sono state redatte le cartografie di sintesi: carta delle pericolosità geologiche, carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica, carta della suscettività del territorio.

Lo studio della pericolosità geologica, strumento utile per l’individuazione delle scelte di pianificazione territoriale, ha permesso di suddividere il territorio comunale in aree a diverso grado di esposizione.

Lo studio della pericolosità sismica ha, invece, messo in evidenza parti del territorio che, in occasione di eventi sismici, potrebbero subire conseguenze più o meno gravose, a causa del verificarsi di fenomeni di amplificazione locale ed instabilità dinamica. Tale valutazione è stata rappresentata nella “carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica” (M.O.P.S.).

Sulla scorta delle informazioni desunte dalle due precedenti carte di sintesi è stata realizzata la “carta delle suscettività del territorio”, nella quale il comune di Torregrotta è stato ripartito in diverse macroaree, in funzione della presenza di elementi che condizionano l’idoneità o meno all'edificazione per il territorio.

Risultati delle indagini

Al fine di acquisire ulteriori elementi utili per la definizione del presente studio e per individuare, ai sensi delle vigenti norme tecniche per le costruzioni, le categorie di sottosuolo nell’ambito del territorio comunale, sono state realizzate ex novo delle indagini geofisiche, la cui relazione è allegata al presente studio.

Relazione finale

In ultimo si è redatta la presente relazione geologica con annesse le prescrizioni da utilizzare per la corretta gestione dello strumento urbanistico.

La base topografica utilizzata, sia in scala 1:10.000 che in scala 1:2.000, è quella aerofotogrammetrica fornita dall'Amministrazione Comunale di Torregrotta.

La relazione si sviluppa secondo i seguenti paragrafi:

- INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E MORFOLOGICO GENERALE

- GEOLOGIA E LITOLOGIA

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 3 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

- CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE

- PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO

- CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE

- CLIMATOLOGIA DEL TERRITORIO

- CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE

- INDAGINI PREESISTENTI E PROVE REALIZZATE EX NOVO

- CARATTERISTICHE LITOTECNICHE DEI TERRENI

- INQUADRAMENTO SISMO-TETTONICO

- PERICOLOSITÀ GEOLOGICA

- PERICOLOSITÀ SISMICA

- SUSCETTIVITÀ D’USO DEL TERRITORIO

- CONCLUSIONI E PRESCRIZIONI

Si allegano alla presente relazione, i seguenti elaborati tecnici:

Tavola 1A CARTA GEOLOGICA (Scala 1:10.000)

Tavola 1B1 CARTA GEOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 1B2 CARTA GEOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 1B3 CARTA GEOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 1B4 CARTA GEOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 1B1 CARTA GEOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 1C PROFILI GEOLOGICI 1-1’ / 2-2’ / 3-3’ (Scala orizz. 1:5.000 / vertic. 1:2.000)

Tavola 2A CARTA GEOMORFOLOGICA (Scala 1:10.000)

Tavola 2B1 CARTA GEOMORFOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 2B2 CARTA GEOMORFOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 2B3 CARTA GEOMORFOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 2B4 CARTA GEOMORFOLOGICA (Scala 1:2.000)

Tavola 3A CARTA IDROGEOLOGICA (Scala 1:10.000)

Tavola 4B1 CARTA LITOTECNICA (Scala 1:2.000)

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 4 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Tavola 4B2 CARTA LITOTECNICA (Scala 1:2.000)

Tavola 4B3 CARTA LITOTECNICA (Scala 1:2.000)

Tavola 4B4 CARTA LITOTECNICA (Scala 1:2.000)

Tavola 5A CARTA DELLE INDAGINI (Scala 1:5.000)

Tavola 6A CARTA DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE (Scala 1:10.000)

Tavola 6B1 CARTA DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE (Scala 1:2.000)

Tavola 6B2 CARTA DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE (Scala 1:2.000)

Tavola 6B3 CARTA DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE (Scala 1:2.000)

Tavola 6B4 CARTA DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE (Scala 1:2.000)

Tavola 7A CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA (Scala 1: 5.000)

Tavola 8A CARTA DELLE SUSCETTIVITA' DEL TERRITORIO (Scala 1:10.000)

Tavola 8B1 CARTA DELLE SUSCETTIVITA' DEL TERRITORIO (Scala 1:2.000)

Tavola 8B2 CARTA DELLE SUSCETTIVITA' DEL TERRITORIO (Scala 1:2.000)

Tavola 8B3 CARTA DELLE SUSCETTIVITA' DEL TERRITORIO (Scala 1:2.000)

Tavola 8B4 CARTA DELLE SUSCETTIVITA' DEL TERRITORIO (Scala 1:2.000)

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 5 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

2.0 - INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E MORFOLOGICO GENERALE

Il territorio comunale di Torregrotta, dal punto di vista geografico, si colloca sulla fascia Tirrenica della Sicilia nord-orientale, in provincia di Messina, estendendosi dal mare fino alle prime pendici settentrionali dei Monti (quota massima 214 metri s.l.m.). La sua superficie è di 4,22 Kmq e si sviluppa in direzione SSE - NNW secondo una stretta fascia, posta sub-ortogonalmente alla linea di costa.

In cartografia s’individua sulla tavoletta, in scala 1:25.000, “” I S.E. del F.253 della Carta d’Italia edita dall’I.G.M. e nelle sezioni della C.T.R., in scala 1:10.000, n. 588130 “” e n. 601010 “”.

Il limite del territorio in esame corrisponde ad Est con l’incisione valliva del Rio Caracciolo, che delimita il confine con il Comune di ; a Sud il limite con il comune di Roccavaldina segue in parte una dorsale collinare ed in parte un’incisione secondaria; ad Ovest, invece, il confine con il comune di coincide con la Fiumara Bagheria, nella parte meridionale, e si sviluppa a Nord, verso la costa, lungo la piana alluvionale di destra della Fiumara Niceto.

Dal punto di vista morfologico, l’area è inquadrabile in due zone: una sub-pianeggiante stabile che rappresenta circa i 2/3 del territorio comunale e che si estende dalla Fiumara Bagheria fino alla costa; l’altra collinare-montuosa mediamente impervia, caratterizzata da versanti generalmente acclivi con valli strette e profilo trasversale a V, che occupa la lunga e stretta dorsale ubicata tra la pianura alluvionale ad Ovest e il Torrente Caracciolo ad Est.

Il quadro geomorfologico d’insieme risulta strettamente connesso alla natura dei litotipi affioranti, al loro assetto geostrutturale e all'azione modellatrice esercitata dagli agenti esogeni. In linea generale, differenziamo una morfologia più accidentata nelle aree in cui affiorano le rocce cristalline e/o coesive ed una morfologia sub-pianeggiante in corrispondenza dei depositi alluvionali.

Nella parte centro e nord orientale del territorio comunale, si colloca un’ampia zona interessata da cave di argilla, attualmente dismesse, ma che hanno subito in passato un notevole sfruttamento. L’intensa attività di estrazione di materiale per laterizi, mediante cave a cielo aperto, ha, infatti, dissestato completamente la zona che si presenta, allo stato attuale, fortemente accidentata e instabile.

Quanto appena descritto è possibile constatarlo distintamente nella carta delle acclività (o delle pendenze) di seguito rappresentata.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 6 64.8

61.0 59.0 66.0 63.0 56.3 55.2 60.6 52.9 59.7

56.3 69.6 53.5 51.7 51.9 66.4 54.2 50.8 58.6 63.1 52.0 55.5 51.2

50.1 87.3 62.3 54.4 53.0 49.7 173.2 77.1 52.5

165.8

1 154.5 59.8 50.1 7 178.6 170 2.6 145.8 137.8

160.6 151.7 50.9 165.2 50.3 49.0 155.4 127.4 57.3 53.9

141.4

1 91.7 85.7 51.0

6 111.6

0 153.5

1

164.1 1 50.5 5 5

0 0 137.8 129.7 83.5

162.2 115.0 68.2

1 49.7

4 137.0 100.2 97.7 0 92.1 116.5 48.9

156.9 62.0

1

1 2 3

0 117.2 47.5 0 103.1

1 52.8

154.2 1 102.4 0 101.8 52.7

78.1 ½ 123.3 B 47.0

S

A

G

1 0

0 105.2 102.1 98.4 H 48.6 90.0 52.8 46.3

79.5 E

100.2 R 46.2

T 46.0

I 147.6 89.0 A O 141.2 82.9

98.2 R 48.5

115.2 R

56.8 E

(

1 N 46.6 00 64.3 N 45.5 99.1 .

99.7 T 44.5

VITO 6

E V I A 0 90.7 SAN V ) 48.4

50.I 2

83.5 70.8 62.2 A 46.8 85.1 43.9 136.8 110 52.5 43.7 46.5 107.5 S

. W 116.8 115.5 78.9 P 107.8 65.0 56.4 . 45.5 E 93.9 48.9 45.8 51.9 46.2 116.3 42.2 132.0 77.1 51.9 42.5 120.4 107.7 52.1 66.0 55.2 O 45.1 TORREGROTTA T T 45.9

120.6 O 47.3 V 44.2

113.8 B I

1

53.4 A R

2

L 0 99.1 E E 46.0 136.2 41.6 132.5 110.1 60.0 51.9 77.8 43.2 20925 45.4 49.0 43.8

127.3 N 53.9 X X

E 2004 46.4 U I 44.7

5 42.4

R 0

124.4 1 121.2 73.8 44.8

3 O 45.0

0 104.8 P

A 49.7 42.8

145.4 146.1 86.5 59.9 1

4 53.1 48.1 39.8 0 43.8 134.9 76.0 43.9 41.7

V I 44.3 145.8 3 A

111.0 53.5 43.1

1 99.2 83.7

5 46.0 41.1 141.9 0 127.2

75.5 43.3

1 40.5 4 42.9

155.9 8

7

0

0 61.6 1

0 47.7

5 1 54.8 1 0 2

1 98.4 105.2 9

0 1 83.2

1 0

1 0 40.1 142.7 2 Cartograf0 ia numerica Scala 1:2000

3 41.6

0 0 6

106.4 0 44.0 157.9 157.2 153.0 56.5 40.5 55.1 39.0 49.9 47.4

( 42.2

82.8 N 41.4 39.5

. 6

0 42.5 39.9 154.5 )

162.2 123.8

S 39.1

V I A . 46.8

56.2 P .

113.4 E 51.9 168.3 O 60.9 U 59.7 T R 45.5 184.6 T 42.6 O 39.0 49.3 O M 40.4

P B

A A 75.8 R 40.8 R 39.6 E 47.7 114.3 C 37.8 90.7 O C 178.2 156.9 141.4 N 52.5 49.6 39.2 A I M 39.0 R I LL 65.6 D X 83.1 66.2 ED 121.2 X U E 41.0 38.6 38.7 188.0 74.2 C I I C V 40.2 38.7 161.9 I 105.9 I A 37.3 214.5 140.2 62.2 46.5 38.6 86.3 58.7 V I

193.6 V A 38.8 38.3 37.5

I 51.9

171.7 A V I 212.0 202.9 79.6 A 111.1 L 7 70.1 E 53.9 V 209.8 211.6 93.2 I 40.9 37.8 134.1 121.8 A 36.8

195.3 45.4 63970

L 6

I

205.7 80.1 B 38.2 37.7 199.6 E

174.4 R 54.5

99.6 105.2 T 39.4

109.2 A 56.0 36.9 204.1 `

203.9

185.4 146.6 118.0 V

5 I 100.4 A 38.1 72.5 61.6 36.2 199.1 189.6 132.7 40.1 4 36.3 50.8 48.0 164.6 LA 53.6 39.3 111.8 M O

148.8 124.0 PE T E

192.1 105.8 D T 3 M

124.7 U U E

124.8 S O Z

70.4 A Z

R 181.4 158.0 D B A

120.1 94.6 I S

R A

O 2

E L

M 38.3 P A 35.5 59.A1 T O X 36.2 M 35.5 185.8 50.9 A X 156.4 S I 35.3 165.1 I 41.3 126.2 66.0 CENTRO

183.9 175.6 51.6 V

PIAZZA I

104.9 A V 36.2 I 155.3 93.2 A 182.1 54.8 46.9 82.4 V I 35.0 181.9 95.4 A

122.6 V 51.0 41.0 I

170.4 176.2 165.0 A M 48.0 E

Z

Z

69.8 L A S

A E L 33.8

M 34.3 167.2 58.2 A 155.7 108.0 36.6 34.5 149.9 183.5 43.0 35.0 80.8 R 34.5 O 176.4 99.1 M 178.1 48.9 45.3 A 180.6 54.8 188.7 1 33.2 162.5 60.8 154.8 145.3 82.3 51.6 145.4 34.1 187.8 43.7 20935 68.9 48.2 45.5 33.6 119.0 V 141.9 187.4 I 165.3 55.9 48.7 A 33.6 51.3 132.4 94.2 E 33.5 171.3 135.3 U 46.7 152.5 R 48.1 44.9 34.5 O 42.5 55.9 33.5 166.6 102.9 73.4 P 55.9 A 134.0 O

98.8 123.4 177.4 180.2 120.9 51.6 T 33.1 32.3

43.7 T V I

139.1 A 45.8 O

149.8 P

A

120.8 V 46.3 B E S 68.9 E 33.0 R 39.1 96.8 E 33.0 164.5 102.9 128.5 142.2 156.2 123.5 32.7 85.6 55.5 50.1 32.8 112.1 43.7 96.1 109.5 55.8 34.6 31.7 95.4 117.2 165.9 136.6 42.1 32.8 31.7 45.3 40.9 122.9 33.4 106.6 43.8 X 31.7 120.9 90.2 T O R R E G R O T T A X 55.3 I 116.0 32.4 V

V I V

A V

I P I 31.7

A A

65.3 58.2 I L U A E 41.3 P 31.4 F 40.1 E

G E 110.2 77.6 T 129705 O

42.1 R O L 141.8 107.4 43.9 S 31.1 L

47.2 A

C

131.3 I

R 113.1 160.4 C V O

C I 37.9 52.2 O A 32.8 31.3 L

A

108.3 O

V

I

A 31.0

M A

T

T

E O T T I 31.2

128.5 59.4 N V

I A

48.5 M V 37.4 A E T T E O T T 110.8 146.8 147.6 I

127.2 N 39.8 I 104.6 41.0 40.5 A 30.9 N 43.5

41.7 M 103.9 I 98.5 53.9 44.8 A 32.0 S

N C K2 33.6

Z 126.3 I A 39.2 O 30.5 103.7 S N C 63.3 52.0 I 56.5 I 38.4 A 30.4 136.8 84.5 V E I U 42.8 A 30.3 R 30.0 139.3 G O V 115.7 109.3 9 R 8 I 0 A 30.0

0 P A

96.9 4 31.4 A 0 37.4 95.4 M 30.1

6 S 7 0 C 39.6 132.4 0 51.8 49.1 99.1 I 30.4 31.3 80.6 61.9 87.9 129.4 1

113.5 0 TORREGROTTA 37.4

0 49.8 V

I

N A

1 42.0

40.2 37.3 S 29.9

1 E A 54.3 L

31.4 V

95.0 0 101.5 N O

129.8 1

2 N

37.7 D

0 '

I A

5

78.3 C

V Q U

0 35.8 O I S

83.6 I T 1 41.3 A O

104.4 T

77.1 2 39.0 30.2 0 T

51.0 V O

126.9 116.0 93.2 I

A

B

V

L S R I

A

47.2 A D

L

` V

E A

O 29.6

V C

77.5 35.8 E

Q 31.8

1 U

C

52.4 I A N O I

N I

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0 T 29.1

A

N O N I 8 B

9 A L

0 0 69.7 E VIA 0 D

79.3 I

F 35.0

R

108.9 A N

C I A 38.7 V

V I 77.4 40.1 A 33.8 I 69.4 128.9 55.8 A 30.7 70.7 116.6 44.5 28.8 70 93.3 52.3 30.4 7 34.5

0 X 30.2 V 28.4 111.0 O X 28.0 39.5 36.3 I L

T S

44.3 39.5 A T

E U U

108.0 51.8 R 8 R 33.8 30.2 28.1 0 O Z

3 28.3 O

71.0 0 119.4 P

36.1 V 31.8 A 28.7

102.5 I 84.8 40.9 38.4 A 70.3 68.3 GIOTTO 27.4 36.0 VIA 33.0 30.7 45.3

108.1 V 29.2 28.3 I 27.9 73.0 94.6 A 44.1 40.0 56.6 38.3 31.0 95.3 CAPUANA S 28.8 26.6 33.9 VIA 31.9T 36.8 U

62.4 107.5 R 30.0

V Z 26.4 O 4 I

82.1 A 0 26.4 48.0 L 26.7 72.2 E 28.9 28.2 109.7 35.1 GASPERI DE 32.7 VIA 89.7 41.4 26.5

86.3 37.5 26.5 V

I A

C

A L D E R O N

E 30.5 29.1 26.3 25.4 45.4 63.0

53.1 E M

34.9 U O 27.8 E 25.4 25.6 38.0 36.7 R T Z 34.9 31.3 T 101.2 O O 29.6 27.0 25.8 Z A P B R A 32.8 S 25.4 E A 24.5 L

60.1 M

52.6 30.9 A

V I

96.6 A 28.5

A R

C X H I

M E D 74.3 E 33.6 X 24.6 35.5 I 25.1 63.2 25.5 82.0 43.2

38.3 V V I A I A L 27.8 25.4 24.0 80.4 E 31.0 32.6 24.5 58.6 (N 24.6 58.0 28.4 . 47.1 6 29.9 0

75.2 32.2 )

S

V I

A . D

A P 27.4 23.4 M

E S

S

I N . 37.4 A 33.2 25.9 24.5 34.3 31.8 24.4 23.7

40.4 S 68.5 . 54.5 P

0 .

52.1 V 28.8 23.0 I 31.6

A

V 23.8

I A 26.2

69.3 30 L.9

44.3 E 28.4 22.9 23.5 22.4 53.8 34.1 V I 62.8 A 25.1 24.3 24.2 26.5 31.8 32.4 30.9 22.5 28.6 53.8 E

M

U

58.7 U 25.0 R 21.7

S

O 34.2 C 31.1 26.7 22.7 P 23.5

O

41.4 A 28.3 22.0

64.0 4 0

6 25.3

0 55.2 X

X 23.1 22.6 6 24.3 21.6

I 5 27.2 0

0 30.5 28.8 57.8 35.0 22.0 22.9 46.1 3 20.9 41.6 21725 A 25.1 VIA 23.7 27.3 VERG 21.9

V 22.3 V 20.6 63.5 V

I

I

I A

A A 29.6 35.4 31.9 L 30.0 E 21.1

L 54.2 5 26.3

A 24.5 0 22.0 53.6 O P 22.9 22.2 58.9 37.3 T

I 24.5

R

T

M 25.1

O A 20.0

U 27E .5 B 22.0 20.5 S U 39.9 R 21.6 58.2 C R

E 20.9

O O

P

2 30.8 A 21.7 48.8 23.9 22.1 19.7 41.5 20.4

5 24.1 20.0 27.8 25.7 22.1

58.1 25.2 ( N

31.7 . 21.0

0

50.4 6 20.7

32.0 0 19.5

23.8 ) 19.7

28.2

24.8 2 C 21.7 21.0 0 40.3 RO CI ER 20.3 I 21.7 18.8 20.1 27.5 58.8 70.2 23.8 38.8 32.4 V 20.4 28.2 IA 19.0 28.5 18.5 23.1 19.3 23.4

S 37.1 (N . 5 28.2 9) 20.5 18.4 S.P TRIPOLI 18.9 22.9 . 20.5 20.0 19.8 PIAZZA 20.6 c 63950 48.9 21.9

4 24.4 CR

0 OC 5 0 IE 22.0 RI 20.7 N V a I 18.7

= 20.8 A 17.6 S

4

. P

20.1 2 . 27.9 21.0 2 20.0 20.9 23.0 8 19.3

25.6 4 18.3 l 57.9

0

44.3 30.6 0 FABRICA LAT3E0R.1IZI 1 19.5 a 18.4 21.2 19.1 22.0 19.1 18.9 20.1 19.9 16.8 53.3 22.5 18.3 1 37.7 26.3 19.4 5 20.5 18.5 17.5 55.7 22.3

32.3 44.9 18.8

0 :

5 0 28.0 18.7 18.2

21.9 19.4 V

4

I

A 18.5 0 20.7 16.8

0 34.8 1 3 19.0 17.3

47.0 0 20.8 32.5 17.6 17.3 19.2 23.8

0

2 42.9 0 37.7 18.7 17.8 18.6 17.0 30.4 27.7 22.6 16.7 20.0 . 21.8 16.3 30.7 18.7 16.7 0 19.8 17.1 34.8 17.5 5 LEOPAVRID 28.3 AI

25.9 X X

0 I 17.2 32.7 16.7 16.0 17.5 15.3 33.0 20.1 4 16.3 GARIBALDI 0 22.7 18.8 VIA

35.4 22.5 17.3 O T

29.1 T 22.7 16.9 1O 6.7 16.5 15.7 31.4 27.4 B R 15.8 16.6 16.4 E 15.2 20.3 15.9 16.7 17.3 28.2 25.2 16.5 15.6 18.0 16.2 14.6 26.4

20.8

31.1 16.4 15.4 14.7

T

I

M

O

N 16.5

I

E

R

26.3 E 14.8

( 18.1

18.1 N 16. .4

14.3 15.9 6 3 15.0 0 QUASIMO ) DO VIA 19.1 14.4 19.7 21.8 26.0 25.6 22.8 17.0 14.8 14.4 15.3 14.0 14.2 15.7 15.8 20.1 19.9 32.4 21.5

22.4 19.2 13.9

14.5

A 14.1 2

16.8 20.7 0

13.9

P A

L

E

R 36.2 M 21.1

26.9 21.4 O

M

E S 13.2 S I N A 14.5 14.5 14.4 25.0 21.4 21.3 13.9 12.5 30.7 36.3 21.5 14.3 22.6 13.3 20.8 14.4 30.9 21.6 PIRANDELLO 15.4 VIA 15.8 26.6 2 22.6 13.6 11.9 12.4 23.2 14.5 14.6 14.0 12.7 14.2 15.0 DA A.S.I. 14.2 STRA 15.6 15.2 A.S.I. STRADA 13.9 32.4 16.2 S 12.1

. 13.1

36.7 18.7 P

24.4 . 12.6 13.2 13.3 14.3 13.5 20.5 13.3 12.1 12.3

25.3 22.9 V 11.2 I 13.8 A 13.6 21.5 13.2 CASELLO

15.9 13.1 13.0 11.9

S 12.4 12.5

T 18.9 13.2

R

A 10.9 12.1

D 12.3 13.0

A 13.6 13.9 X 13.1

14.8 11.6

1 X 10.3

3 22355 12.6

0 13.3

A I

. 15.6 2S 0.6 13.2

. 13.6

I 28.1 12.9

F

. 13.7 . 11.5 .

O 12.6 S 12.6 12.5 .

T 11.0

0 V 13.9 12.3 C

T I

18.7 12.4 P A

2 12.1 R

O A 10.8

0

L O

13.6 E

1B 3.0 13.4

R 10.7

C R

0 15.4 M

I E 12.6 O E m

12.0 12.2 10.6 R 2

I

13.3 0 12.0 ( 19.2 N 12.2 12.8 11.6 0

. 11.9 12.1

6 13.9 10.5

12.1 S

0

.

S (

13.6 ) N 10.3

24.0 12.0 . 12.1

12.1 .

1

12.5 N M

16.3 1 3 A

E

)

11.8 Z

S 10.5

12.3 I

O V S

V I

A 10.4 I I

A 13.4

N 11.3 N M

A 13.4

A A

S 10.1

V

C

11.9 L I

A

A L E

E G

N 12.1 18.1 I 1.0 EU 12.5 2 RO 12.2 1 10.4

PA 1 K31 V

I

A 11.2 13.5

11O .8 M 11.6

T A 11.3

5.6 S

T C A

19.9 O G

V

N 11.7 I I XB A XR

IE 12.9 2 15.5 S

.

0 -6.3 12.7 S 11.7

14.4 11.7 11.9 .

V

23.3 (

I N

A 10.7 10.9 . I B

41.5 1 N E

10.8 1

L

3 D

3 15.8 L

4 ) 13.1 I

0 0 N U F I

11.1E S

10.8 R

130435 T R

-5.6 O R

A 11.8 V

V I

. A I

S I 12.0 A 11.7 A A

. L L

I E

. 23.7 11.3 I V M G I

14.2 A

O E H 10.8

10.2 S

1.9 T F 11.0

32.9 S I 11.7

10.6 E E R

T I

N 15.0 N

R M

A

O A

N 10.0 I

TORREGROTTA Z 11.9 I

I

B O

= D

4 R N 1 A

14.7 14.2 A

2 10.7 0 N

11.6 E L

E

2 TV

P P

15.4 I A A

9 9.8 A E V S

2 L

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O A

0 11.0 R 11.9

L

M 0 I O 11.5 12.2 9.4 X V S X

0 IA T 18.0 I 10.3 - 13.6 1 28.1 R 22.3 10.9 9.7 11.1 A 0 24.2 11.8 1

D 0 -8.6 12.9 A V -2 IA 0 - 1 0 - 11.6 2 0 -15.7 0 11.5 10.7 14.9 10.2 9.9 I 10.1 10.4 12.3 V IC 9.5 O 9.7 11.0 1 0 12.2 STAZIONE O PIAZZA 9.3

14.7 13.1 T 7.4

T 10.5 V

I 8.5 O A 9.1 B 9.2 9.2 -34.0 12.4 R 1 2.6 EX 9.7 10.9 X 7.9

I 7.7

11.5

G

11.9 V I

O 9.1 I

V A 7.6 8.4

I V

A A 7.8 6.7

12.4 N

N 8.3

14.2 SCADLAELLA X 8.2

I

MARSIANTA X

I 8.7 N 11.6 I

I

A PIAZZA

N Z 8.6

I 3 8.7 10.9 O 8.3

= N 7.9

4 A

13.4 L 10.9 14.3 2 E 7.9 2 8.0 9 11.7 7.8 7.6

4 7.8

0 8.7

S 6.2

12.4 0 .

12.9 S 2 (

. N

. 1

1

3 20.4 12.4 ) 6.9 11.3 7.0 S 7.8 7.6

11.7 12.1 IC 7.8 7.9

I

V L I A I 7.8 8.5 A S

F 5.8

A

F 7.7

10.5 . M

S 7.3 . 5.3 E 7.6 7.8

6.8 N

M I 7.2

E 6.8 C

10.4 S

11.0 S 6.8 6.3

I

P

N

A 8.2

L A 7.9

E 8.7

A L

R

S

M

. 6.5 O S

11.3 . 7.2

V 7.8 I

A 5.7 ( 6.7 N

. 5.3 6.6

e 1

1 8.4 a

11.6 9.4 3 6.7 3.5

c

10.6 )

5.0 C C

A O 5.1

T

M

A

E 5.5 6.6 R

S

N

S

I S 4.0 I A N g A 9.4 O 6.6 7.3

c 6.5

10.0 10.4 r 8.2 7.2 5.6 P 6.1 R M 5.0 O M 5.7

A

E F

l e t

V T E

I S A T S S 10.1 A S 3.3 i N I O

R N 6.1 6.3

=

N R 2.3 E A 4.0

a A 4

v E

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2 I 6.4

O L n

6.4 6.9 2 V

N 4.4 A I

A 5.3

9 6.1 A

L 6 E 5.0

7.7 0 3.3

0

i S I

R

A

C 4.6 3.2

U 3.5 d

t S V A 5.3 d IA à K30 4.7 4.9 5.4 3.8 4.2 5.8 4.1 V IA a 3.7 2.1 4 3 2 1 0 6.0 4.5 5.2

7.6 FIL V

I I

6.0 PP A 4.5 5.0 3.2

O P e

P

6.7 A

L

I E R E M 3.7 O 3.3 0 0 0 0 ° R 3.8 2.6 5.3 S A 3.6 N 3.4 D T S -

I 2.3 l

E C

° ° ° ° V 4.3 I 7.8 A I 2.6 L 3.5 4.2 I 4.8 3.0 A 2.7

4.5 3.0 l - - - -

1 3.1

4.5 2.4 '

V L

4.4 U

3.1 N 3.8

I

A G 2.6 a O S

M F

A 2.4

4.1 R A 1.9 2.7 2.5 E 2.0 5 4 3 2 0 3.5 4.1 M E C N 2.9 3.0 P I O 3.4 I P R A R Z c 2.8 N O S Z 0 0 0 0 ° = O 3.2 A F 4 2.0 2.0 E 3.5 2 S 4.6

2.5 2 S

9 2.5 3.3 O 2.2 8 R 0.7 4.0 0 2.8 3.2 E 3.4 c ° ° ° °

0 2.2 3.6

3.8 G

I

5.5 U D

I C M 2.0 E A 2.0 T 2.1 2.7 2.4 T 3.2 2.3 l A 2.3 SICILIA 2.7 R PIAZZA

E 1.4 L

I

V i

3.2 A 130425 L T I

2.4 N 23375 2.0 2.0 LV O 3.8 0.8 4.7 AI A 63940 1.4 3.2 1.7 v 2.3 1.6 2.2 2.6 0.8 2.8 3.4 2.5 1.2 i t 2.3

2.4 3.3 2.4 à 2.6 2.5 3.1 0.0 3.2 3.0

2.6 2.9

3.2 0.0 3.1

1.8 0.1

0.0 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

2.1 - Carta delle acclività

I criteri di analisi utilizzati nella fase di elaborazione automatica hanno portato alla generazione delle classi di pendenza dal modello digitale del terreno. Quindi dall’unione di quest’ultimo con la copertura litotecnica del territorio Torregrotta sono state definite e stabilite le classi di acclività.

In relazione alla scala della cartografia utilizzata (1:10.000) si è ritenuto opportuno adottare la seguente suddivisione in classi di acclività:

Classe Acclività 1 0° – 10° 2 10° – 20° 3 20° – 30° 4 30° – 40° 5 40° – 50°

La scelta delle varie classi non è casuale, ma deriva dal riconoscimento sperimentale di alcuni valori limite in funzione di specifiche finalità operative. In particolare, possiamo definire le seguenti soglie:

Classe 1 (acclività 0° ÷ 10°) : comprende aree stabili generalmente di fondovalle, ampiamente urbanizzate.

Classe 2 (acclività 10° ÷ 20°): comprende aree che possiamo definire di buona stabilità.

Classe 3 (acclività 20° ÷ 30°): nelle aree che ricadono in questa classe possono verificarsi fenomeni d’instabilità in funzione della litologia e della giacitura dei terreni affioranti (sabbie sciolte, argille, detrito) e della presenza o meno di acque di ruscellamento e/o falde superficiali.

Classe 4 (acclività 30° ÷ 40°): appartengono a questa classe tutte le aree in cui possono verificarsi fenomeni di dissesto in relazione ai litotipi affioranti (calcareniti e sabbie, alternanza arenaceo-sabbioso-pelitica, argille marnose) e alla presenza o meno di acqua.

Classe 5 (acclività 40° ÷ 50°): in questa classe ricadono le aree caratterizzate da versanti molto acclivi (impluvi torrentizi, scarpate in area di cava) neelle quali possono

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 7 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

verificarsi fenomeni di crollo o di stacco in presenza di rocce scarsamente cementate, alterate o fessurate o deformazioni plastiche in presenza di terreni argillosi.

Si ricorda, inoltre, che a una maggiore acclività dei versanti corrisponde una maggior erosione superficiale, con conseguente trasporto a valle del materiale detritico rimosso dalle acque di corrivazione; per contro, un’inclinazione minore dei versanti favorisce i processi chimico-fisici d’alterazione del substrato roccioso, dovuti alla maggiore permanenza delle acque, con conseguente formazione di suolo.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 8 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

3.0 - GEOLOGIA E LITOLOGIA

L’area in esame si colloca alle pendici dei rilievi basso collinari settentrionali dei Monti Peloritani; tale catena montuosa costituisce il lembo più meridionale della struttura definita "Arco-Calabro-Peloritano" (ACP). L'ACP corrisponde alla massima distorsione della Catena Appenninico-Magherebide e collega l'Appenino meridionale, ad orientazione NO-SE, con l'orogene siciliano, ad orientazione E-O. Tale torsione è generalmente messa in relazione con l'apertura del Tirreno.

Esistono svariati schemi geologico-strutturali dei monti Peloritani, di seguito vengono qui riportati i modelli più importanti.

Ogniben (1969) distingue quattro falde definite rispettivamente dal basso verso l'alto: -Galati--Aspromonte; le ultime tre sarebbero ricoperte, trasgressivamente, dal Flysch di Capo d'Orlando. La posizione strutturale delle falde è tale che i termini più elevati sono quelli a più alto grado metamorfico.

Feria (1972,1974) conforme al modello di Ogniben (1960) distingue un Complesso' Sud Peloritano di basso grado metamorfico ed un Complesso Nord Peloritano a più alto grado metamorfico.

Lentini e Vezzani (1975) distinguono nei monti Peloritani le seguenti unità, dal basso verso l'alto: U. di Capo S. Andrea, U. di , U. di Longi, U. di S. Marco D'Alunzio, U. di Rocca di Novara; più interne rispetto ad esse sono le falde di Mandanici e dell’Aspromonte.

Uno dei più recenti schemi strutturali dei Monti Peloritani deriva in base ai nuovi elementi acquisiti nell'ultimo decennio da Bonardi et al. (1993). Dal basso verso l'alto distinguono le seguenti Unità: U. di Longi - Taormina - U. di Fondachelli - U. di Ali - U. di Mandanici - U. dell’Aspromonte - Flysch di Capo d'Orlando - Argille Varicolori (Antisicilidi) - Coperture Terziarie - Coperture Quaternarie.

Il territorio di Torregrotta s’inserisce in un quadro geologico rappresentato da diverse unità stratigrafico-strutturali, costituite da un basamento cristallino pre-mesozoico (Unità dell’Aspromonte) con facies metamorfiche di medio-alto grado, da successioni sedimentarie mesozoico-terziarie di diversa facies e con differente sviluppo verticale, quindi da una copertura quaternaria di depositi alluvionali.

Strutturalmente, oltre il trasporto orogenico delle unità più profonde, è possibile riconoscere una tettonica post-orogena, caratterizzata da un generale sollevamento dell’area, sviluppatasi dal Miocene in poi che ha prodotto lo sviluppo di elevati tassi di erosione, e l’attivazione di diversi sistemi di faglia distensive.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 9 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Sulla base del rilevamento geologico di superficie e sulla base della letteratura geologica consultata, è stato possibile ricostruire la successione stratigrafica dell’area in esame, individuando dall’alto verso il basso, i seguenti termini:

- Detrito di falda

- Alluvioni attuali (Olocene)

- Alluvioni recenti (Olocene)

- Terrazzi marini (Pleistocene medio-sup.)

- Argille grigio azzurre (Pliocene sup. - Pleistocene medio)

- Calcareniti e sabbie organogene (Pliocene sup. - Pleistocene medio)

- Trubi (Pliocene inf.)

- Calcare evaporitico (Messiniano)

- Alternanza arenaceo-sabbioso-pelitica (Tortoniano)

- Metamorfiti - Unità dell’Aspromonte (Ercinico)

DETRITO DI FALDA

Le coperture detritiche sono costituite da accumuli di materiali incoerenti formati da elementi spigolosi a diversa dimensione, immersi in matrice sabbioso-limosa. Deriva dal disfacimento ad opera degli agenti esogeni delle formazioni geologiche affioranti e presenta spessore ridotto. Si rinviene alla base di un versante mediante acclive costituito dalla formazione delle “Calcareniti e sabbie organogene”.

ALLUVIONI ATTUALI

Alluvioni di torrente - Affiorano lungo gli alvei attuali dei corsi d’acqua dove si riscontra un materasso alluvionale mancante dello strato superficiale di suolo agrario. Trattasi di sedimenti granulari sciolti costituiti da pietrisco misto a sabbia grossolana.

Questi depositi sono composti da materiale eterogeneo arrotondato in cui emergono ciottoli e blocchi rocciosi di dimensioni variabili. Sono privi di cementazione e soggetti a continuo rimaneggiamento da parte delle acque fluenti nell'alveo; allorquando diminuisce la capacità di trasporto della corrente si verifica la deposizione dei materiali erosi dalle parti distali del bacino idrografico.

Depositi di spiaggia - Affiorano con continuità lungo la fascia litorale di Scala Torregrotta, sono di natura sabbiosa con trovanti ciottolosi; essi derivano dagli apporti

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 10 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ terrigeni delle varie fiumare ridistribuiti, successivamente, lungo la costa dal moto ondoso. Prevalentemente si tratta di sedimenti sciolti con basso grado di costipamento e saturi al di sotto della quota di circa 1,00 metri dal p.c..

ALLUVIONI RECENTI

Trattasi di depositi alluvionali, costituiti litologicamente da materiali incoerenti, a granulometria e composizione eterogenea, in cui è possibile distinguere una matrice sabbiosa o sabbioso-limosa, con immerse, all’interno, lenti di ghiaie e ciottoli d’origine metamorfica.

Tali depositi derivano dal disfacimento e dalla disgregazione delle rocce affioranti a monte, successivamente trasportati e depositatesi nei tratti vallivi in maniera selettiva e in funzione delle velocità di trasporto. Superficialmente si rinviene una copertura di suolo agrario.

Questa formazione, sulla quale insiste il centro abitato di Torregrotta, occupa gran parte del territorio comunale, affiorando estesamente dalla piana costiera fino ai piedi dei rilievi collinari.

Lo spessore delle alluvioni recenti varia da pochi metri fino a oltre 30 metri di profondità dal piano campagna; il substrato è generalmente costituito da depositi Plio-Pleistocenici costituiti dalle “Argille grigio azzurre” o dalle “Calcareniti e sabbie organogene”, in contatto eteropico fra di loro.

TERRAZZI MARINI

Sopra le colline del territorio in esame si osservano dei depositi terrazzati poggianti su spianate d’abrasione, più o meno regolari, che troncano tutti i terreni più antichi. Trattasi di terrazzi marini posti a diverse quote, a testimonianza delle varie fasi di sollevamento cui l’area è stata sottoposta. In particolare questi depositi terrazzati sono costituiti da sabbie siltose miste a ghiaie, con elementi detritici sub-arrotondati di natura prevalentemente cristallina.

ARGILLE GRIGIO-AZZURRE

Rappresentano la seconda formazione maggiormente affiorante nell’area in studio, riscontrabile nel settore orientale del territorio comunale. Data la loro buona qualità per costruire i laterizi, sono state ampiamente sfruttate dalle industrie che hanno dato origine a molte cave di estrazione, dalle quali si può osservare il notevole spessore della formazione che in taluni casi supera il centinaio di metri.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 11 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Trattasi di argille limoso-sabbiose di colore grigio-azzurro, fittamente stratificate, con sottili intercalazioni siltose, caratterizzate, verso l’alto, da una maggiore aliquota sabbiosa. Nella porzione superficiale alterata, assumono una colorazione tendente al giallastro, mentre, nella parte più integra, sono da considerarsi dei sedimenti sovraconsolidati e praticamente impermeabili.

CALCARENITI E SABBIE ORGANOGENE

Procedendo lateralmente, in contatto eteropico con le argille grigio-azzurre, si passa all’alternanza di livelli calcarenitici e subordinatamente sabbie organogene. Esse hanno una colorazione grigio-giallastra e si presentano in strati cm-decimetrici, a stratificazione incrociata o piano parallela. In affioramento, sulle pendici collinari ad est dell’abitato di Torregrotta, in C.da Maddalena, riscontriamo sia la frazione sabbiosa, che quella calcarenitica. L’intera formazione, costituita da un’alternanza di strati a diverso grado di compattezza, risulta caratterizzata dalla presenza di associazioni a nannofossilii e foramniferi planctonici.

TRUBI

Affiorano in piccoli lembi nella parte meridionale del territorio in esame, lungo i fianchi vallivi del Rio Caracciolo. Sono costituiti da calcari marnosi e marne calcaree a globigerine in facies di “Trubi”. Si riconoscono facilmente nei sopralluoghi di campagna per il loro colore bianco-giallastro e per la caratteristica frattura sub-concoidale. La stratificazione è generalmente cancellata dall'intenso grado di fratturazione e, solitamente, la fitta rete di fratture è riempita da materiale pelitico. Questi sedimenti Pliocenici rappresentano il ripristino delle normali condizioni marine alla fine del ciclo evaporitico del Messiniano.

CALCARE EVAPORITICO

Trattasi di piccoli affioramenti di calcare evaporitico riscontrati nella parte più a Sud del territorio di Torregrotta. La formazione è costituita, in prevalenza, da brecce monogeniche biancastre, nelle quali sono presenti vacuoli di forma soprattutto cubica derivanti dalla dissoluzione di originari cristalli di salgemma (fenomeno di autobrecciatura). La formazione è rappresentata da bancate sub-orizzontali a geometria tabulare, di potenza variabile tra 1,5 e 3 metri, intervallate, a volte, da sottili intercalazioni di laminiti carbonatiche. Tali depositi poggiano sempre in discordanza sui termini arenaceo-sabbiso-pelitici del Tortoniano (vedi profilo geologico 1-1’) e raggiungono localmente spessori di circa 20 - 30 metri.

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ALTERNANZA ARENACEO - SABBIOSO - PELITICA

Trattasi di sedimenti il cui carattere peculiare è dato da un’alternanza ripetuta di strati arenaceo-sabbiosi ed intercalazioni argillose. Affiorano in prossimità del confine comunale meridionale. Litologicamente si presenta con grossi banchi di arenarie medio-grossolane di colore grigio, variamente cementate, che a volte sfumano a vere e proprie sabbie, alternati a livelli di silt argillosi e argille marnose.

METAMORFITI

Rappresentano il termine più profondo della successione litostratigrafia studiata; sono costituiti da terreni cristallini appartenenti alla Falda dell’Aspromonte del Complesso Calabride (Ogniben 1960), originatisi per metamorfismo in condizioni di medio-alto grado durante l’orogenesi Ercinica. Si tratta, in particolare, di paragneiss intercalati a metafemiti (anfiboliti s.l., meta-orneblenditi, meta-peridotiti e rare granuliti) in lenti metriche o in livelli metrici concordanti. Dal punto di vista meccanico sono terreni fortemente tettonizzati sia a piccola che a grande scala, quindi laddove esistono dislocazioni tettoniche la massa rocciosa risulta fortemente cataclasizzata.

Le metamorfiti affiorano poco oltre il limite sud-est del territorio comunale, ma sono state, comunque cartografate, al fine di avere un quadro più completo della situazione geologica locale.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 13 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

4.0 - CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE

I processi morfogenetici che concorrono a modellare un ambito territoriale, agiscono in funzione di una naturale opera di peneplanazione dei rilievi e di una successiva colmata delle depressioni. Tale processo risulta più accelerato laddove la conformazione planimetrica e litostrutturale si combina sfavorevolmente con altri fattori naturali (intense precipitazioni, scarsa vegetazione), o antropici (sbancamenti, tagli stradali, edificazione incontrollata).

In generale l’azione modellatrice avviene secondo determinati schemi controllati dagli agenti morfodinamici quali: la gravità, le acque correnti superficiali, il moto ondoso e l’azione antropica.

Le forme e i processi che si sviluppano nel territorio in esame, sono stati studiati scrupolosamente per mezzo di un attento rilevamento di campagna, e sono stati classificati in funzione dell'agente responsabile della loro genesi e del loro stato di attività.

Sono stati, quindi, riassunti e schematizzati nell'allegata carta geomorfologica, le seguenti forme e/o processi: detrito di falda (*), colamento lento, area a franosità diffusa, frana complessa, orli di scarpata, terrazzi marini (*), depositi alluvionali (*), incisioni incalanate, vallecole con fondo a “V”, vallecole con fondo a “U”, alterazione superficiale diffusa, spiaggia (*), erosione costiera, aree interessate da cave, orli di scarpata di cava, discarica RSU, argini, briglie,

(*) Vedi Cap. 3

COLAMENTO LENTO

Trattasi di frane con movimento prevalente per colata (colamento lento); sono fenomeni che si muovono con estrema lentezza in quanto, una volta innescati possono rimanere attivi per lunghi periodi. E’ riscontrabile nell’area a valle del cimitero dove la particolare situazione litologica e la morfologia poco aspra della zona, la presenza di numerosi impluvi debolmente incisi e le condizioni climatiche locali predispongono l’area ad una diffusa presenza di colamenti. In questo caso la frana si manifesta come il movimento lento e progressivo di materiale di natura argillosa.

AREA A FRANOSITÀ DIFFUSA

Aree ove si osserva la presenza di franosità diffusa, sia di tipo superficiale che profondo, allo stato attivo. I fattori predisponenti sono connessi allo svilupparsi di fenomeni meteorici di natura eccezionale o di fenomeni sismici. L’area riscontrabile nella zona sud-

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 14 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ orientale del territorio Comunale, lungo la linea d’impluvio del Rio Caracciolo, presenta una morfologia accidentata ed è caratterizzata da terreni lapidei.

FRANA COMPLESSA

Trattasi di una frana quiescente caratterizzata dalla combinazione, in sequenza temporale, di due tipi di movimento (espansione - colamento). Cartografata nella parte più a sud del territorio comunale, al confine con Roccavaldina, si sviluppa su un litotipo argilloso- marnoso.

ORLI DI SCARPATA

Gli orli di scarpata rappresentano l’elemento morfologico presente alla sommità di una zona molto acclive al passaggio ad una zona con minore pendenza. Queste forme sono spesso causate da scalzamento al piede o comunque da una spiccata erosione del fondo ad opera dei corsi d’acqua e sono localmente riattivabili a causa di processi gravitativi indotti per lo più da infiltrazioni delle acque superficiali.

Tali forme sono state riconosciute sul versante sinistro del torrente Caracciolo, in corrispondenza di aree a substrato roccioso affiorante come le Calcareniti e i Trubi. Altri orli di scarpata, di minore entità, sono stati cartografati in prossimità della parte più a monte del Rio Granatara.

INCISIONI INCANALATE

Trattasi di incisioni intercalate in tutti i litotipi affioranti nel territorio Comunale. Rappresentano tratti di scorrimento preferenziale delle acque meteoriche, generando in prossimità di essi fenomeni locali di instabilità. Laddove la pendenza aumenta, si può riscontrare, in occasione di abbondanti e intense precipitazioni, un elevato potere erosivo.

VALLECOLE CON FONDO A “V”

La particolare morfologia a fondo a V che si riscontra soprattutto sia sui litotipi rocciosi e coesivi è dovuta indubbiamente al notevole potere erosivo dell'acqua ruscellante.

A monte del territorio in esame, nella parte medio-alta del bacino delle Fiumare Niceto e Bagheria, il sistema idrografico di tipo giovanile ha inciso, profondamente la roccia incassante, dando luogo a veri e propri canaloni con fondo a “V”. Anche il Torrente Caracciolo, nella parte medio alta, risulta caratterizzato da una valle torrentizia dello stesso tipo.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 15 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

VALLECOLE CON FONDO A “U”

Trattasi di alvei a fondo piatto rinvenibili ai margini delle alluvioni terrazzate. Il collettore principale della fiumara Bagheria e il tratto terminale del torrente Caracciolo sviluppano delle morfologie a fondo piatto - delimitate da arginature di sponda ed in qualche tratto risultano imbrigliate.

ALTERAZIONE SUPERFICIALE DIFFUSA

I fenomeni di evoluzione morfologica rappresentate dalle erosioni diffuse sono individuabili nell'azione erosiva delle acque selvagge, che risulta di tipo pluviale e laminare. L'erosione pluviale è dovuta all'azione meccanica d'impatto delle acque sul terreno, con conseguente spostamento delle particene fini, e parziale o totale distruzione della struttura dei suoli.

L'erosione laminare interessa la parte di acque meteoriche che scorre in superficie in modo irregolare e diffuso, innescando, soprattutto nei terreni argillosi e nelle aree prive di vegetazione, un'erosione areale di detriti che vengono mobilitati e trasportati verso valle.

EROSIONE COSTIERA

Il tratto di costa Tirrenica ricadente nel territorio comunale di Torregrotta (fraz.

Scala) è di tipo aperto o semplice, consistente in una spiaggia o litorale sabbioso. I fattori che determinano le caratteristiche fisiografiche e sedimentologiche di una facies costiera sono prevalentemente meccanici (maree, onde, correnti e vento) e subordinatamente climatici, biologici e chimici.

La morfologia della spiaggia varia secondo le condizioni del moto ondoso, della granulometria e del tasso di trasporto dei sedimenti solidi. Il litorale non è dunque statico e fisso nel tempo, ma è una struttura mutevole e sensibile che rimane in condizioni di equilibrio sino a quando i materiali trasportati via dalle correnti, vengono rimpiazzati da uguali quantità di materiali compatibili.

Il notevole arretramento subito dai settori orientali della spiaggia di Scala Torregrotta è imputabile all’azione erosiva delle correnti, non compensata dall’apporto solido fluviale, generalmente bloccato dalle opere di regimazione, all’interno degli alvei delle fiumare.

AREE INTERESSATE DA CAVE

Sul territorio comunale sono stati individuati alcuni lineamenti morfologici dovuti all’azione antropica. Nel caso specifico sono state rilevate diverse cave dismesse localizzate

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 16 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ nelle “argille grigio azzurre”. L’intensa attività di estrazione di materiale per laterizi ha dissestato notevolmente la zona che si presenta, allo stato attuale, fortemente accidentata e instabile.

ORLI DI SCARPATA DI CAVA

Nell’ambito delle cave di argilla, sono stati rilevati e cartografati gli orli di scarpata più significativi.

Queste forme, visibili nei pressi del cimitero e al confine con il territorio di Valdina, costituiscono elementi morfologici prodotti dall’azione antropica durante le fasi di coltivazione delle cave e sono riscontrabili alla sommità di fronti di scavo sub-verticali.

Gli orli di scarpata di cava possono essere localmente riattivabili a causa di processi gravitativi indotti per lo più causati dalle acque superficiali.

DISCARICHE

Nel territorio comunale di Torregrotta è presente una discarica di RSU impiantata sulle “argille grigio azzurre” nell’ambito dell’area interessata dalle cave.

ARGINI E BRIGLIE

La Fiumara Bagheria, nel tratto d’interesse, risulta interamente provvista di adeguate opere di regimazione (briglie) che modulano le piene allorquando si hanno forti concentrazioni di precipitazioni, oltre ad essere dotata di opere di difesa spondale (argini), per cui risultano improbabili fenomeni di esondazione della corrente fluviale. Tuttavia, in concomitanza di piogge eccezionali, non si esclude del tutto la possibilità di eventi alluvionali; per cui, in mancanza di uno studio idrogeomorfologico e/o di pericolosità idraulica, si consiglia come prevenzione la verifica degli argini esistenti, la periodica pulizia dell’alveo e il divieto di discariche nel letto del torrente.

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5.0 - PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO

Il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) costituisce un importante strumento di conoscenza e di programmazione per l’intero territorio siciliano. Esso si compone essenzialmente di due parti: il PAI continentale suddiviso per bacini idrografici ed il PAI coste ripartito in unità fisiografiche.

5.1 - PAI CONTINENTALE (Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico)

Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico rappresenta uno strumento essenziale per la comprensione dello stato di dissesto geomorfologico e idraulico esistente nel territorio isolano. Le conoscenze attuali sono state acquisite nel corso di una pluriennale attività di ricerca bibliografica e di studio del territorio che ha portato alla perimetrazione delle aree in dissesto, alle quali sono stati attribuiti precisi valori di pericolosità e di rischio, e alla definizione degli interventi per la salvaguardia di tutti gli elementi vulnerabili.

La valutazione del rischio è semplificata mediante l’aggregazione dei vari casi in quattro classi a gravosità crescente:

 rischio moderato R1: i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali;  rischio medio R2: sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;  rischio elevato R3: per il quale sono possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;  rischio molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.

L’analisi di rischio viene eseguita analizzando l’esposizione di una determinata area a tre parametri:

 Pericolosità (H), esprime la possibilità che un evento accada con una data intensità entro un intervallo di tempo definito “tempo di ritorno”;

 Valore esposto degli elementi a rischio (E), indica l’insieme degli elementi antropici a

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 18 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

rischio considerando come bene primario l’incolumità delle persone e stabilendo una scala di priorità dei restanti elementi;

 Vulnerabilità degli elementi a rischio (V), che dipende sia dalla loro capacità di sopportare le sollecitazioni esercitate dall'evento, sia dall'intensità dell'evento stesso, tiene conto della perdita attesa, con il verificarsi dell’evento di una data “magnitudo”, dei diversi elementi antropici a rischio, ed è espressa pertanto come funzione del valore esposto.

Queste diverse componenti determinano la quantificazione del Rischio (R), esprimibile attraverso la seguente formula

Il Piano Straordinario per l’Assetto Idrogeologico, approvato per la Regione Sicilia con il Decreto A.R.T.A. 298/00, ha la funzione di evidenziare quelle aree entro le quali vengono riconosciute le condizioni di rischio idrogeologico più alto (cfr. art. 1 comma 1bis del D.L. 180/98) relativamente alle quali la salvaguardia degli elementi vulnerabili assume toni emergenziali. Con questo strumento infatti vengono forniti atti ed elaborati per l’individuazione delle aree franose e delle aree potenzialmente soggette a fenomeni di esondazione su base cartografica in scala 1:50.000 per le quali sono attribuibili condizioni di rischio molto elevato ed elevato. L’elemento base per l’analisi di rischio idrogeologico è il bacino idrografico. In tal senso il Piano Straordinario fraziona l’intero territorio siciliano in 57 bacini idrografici principali. Il Comune di Torregrotta ricade interamente entro il bacino idrografico della Fiumara Niceto (n. 37), le cui caratteristiche morfometriche, geologiche, geomorfologiche e pedologiche sono sinteticamente riportate nel Piano Straordinario. Per quanto riguarda lo stato di dissesto idrogeologico presente nel Comune di Torregrotta, non vengono segnalate situazioni di instabilità all’interno dei confini amministrativi.

Ai sensi dell’art. 6 del D.A. 298/00, i Comuni vengono invitati ad inoltrare all’A.R.T.A. richieste di revisione qualora fossero riscontrate delle difformità tra la situazione dei luoghi realmente esistente e quella rappresentata nel Piano Straordinario. Con il D. 543/02 l’A.R.T.A. rende noto il catalogo di 132 comuni per i quali è stata approvata la revisione del Piano Straordinario, elencando per ciascun territorio amministrativo le aree a rischio da R1 a R4. Fanno parte integrante del documento le carte del dissesto e del rischio in scala 1:10.000 e le norme di salvaguardia in all. B. Nella prospettiva della mitigazione del rischio di frana particolare attenzione viene posta sulle aree a rischio molto elevato (R4) e a rischio elevato (R3), entro i cui confini qualsiasi strumento urbanistico viene disciplinato secondo le

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 19 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ indicazioni riportate negli artt. 7 e 8 dell’All. B. Il

Il Piano di Bacino per la Regione Sicilia, data la vastità del territorio isolano, viene redatto per stralci relativi a bacini idrografici o sottobacini come previsto dall’art. 17 comma 6ter della L. 183/89. Il P.A.I. si configura come uno studio di settore indirizzato alla perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato ed elevato, cartografate su base in scala 1:10.000, entro le quali gli interventi di pianificazione edilizia devono relazionarsi con le opportune misure di prevenzione dai rischi geomorfologici, idrologici e/o idraulici. Si perviene alla determinazione dell’appartenenza di un’area ad una delle precedenti classi di rischio attraverso l’applicazione di una metodologia suggerita dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, riportata nella Circolare A.R.T.A. 1/2003. Il livello di rischio viene assegnato mediante una procedura di tipo tabellare nella quale entrano in gioco ulteriori parametri quali la tipologia della frana (T), l’Intensità o Magnitudo (M), lo Stato di Attività e l’Estensione della frana. In base al significato dei parametri citati deriva che una determinata area può essere caratterizzata da un livello di pericolosità molto elevato (P4), qualora sia interessata da frane attive o riattivate potenzialmente distruttive, ed al contempo presentare un grado di rischio nullo (R0) se entro i suoi limiti mancano centri abitati, infrastrutture di servizio, linee di comunicazione o qualsiasi altro elemento a rischio (E0). E’ la presenza di beni vulnerabili che conferisce una classe di rischio ad un’area geomorfologicamente pericolosa, il cui valore sarà diverso a seconda del “valore” degli elementi a rischio che vengono raggruppati nelle linee guida ARTA in 4 diverse classi, comprese tra E1 e E4.

In base alla classificazione adottata dal PAI e alla relativa nomenclatura il Comune di Torregrotta ricade all’interno di due bacini idrografici: il n. 003 “area territoriale tra i bacini del torrente e della fiumara Niceto” per il 81,5% della sua estensione e il n. 004 “bacino idrografico della fiumara Niceto” per il 18,5%.

Il PAI del Bacino 003 è stato approvato con Decreto Presidenziale n. 457 del 25/09/2007 (GURS n. 57 del 07/12/2007), mentre il PAI del Bacino 004 è stato approvato con Decreto Presidenziale n. 252 del 07/10/2005 (GURS n. 53 del 09/12/2005).

Il PAI è strutturato nei seguenti documenti: relazione generale, relazione del bacino idrografico; elenco dei dissesti; carte dell'uso del suolo; carta litologica; carte dei dissesti; carte della pericolosità e del rischio geomorfologico; carte della pericolosità idraulica; verbale della Conferenza programmatica.

Dissesti bacino idrografico “003” Area intermedia Torrente Saponara - Fiumara Niceto

Dall’osservazione delle carte dei dissesti 02 allegata allo studio del P.A.I. del bacino

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 20 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ idrografico 003 (area intermedia T. Saponara - F. Niceto) si può notare la presenza, entro il territorio comunale, di un primo fenomeno franoso censito con la sigla 003-5TG-001, comprende parte del cimitero fino all’intersezione a valle con la SP59.

Si riportano le principali caratteristiche del dissesto:

 Tipologia: COLAMENTO LENTO  Estensione: 16.127 m2  Stato di attività: ATTIVO

I gradi di pericolosità e rischio che vanno associati al dissesto sono valutati in base alle linee guida suggerite dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia nella già citata Circolare 1/2003. Il procedimento prevede la conoscenza da alcuni parametri caratteristici del dissesto che verranno utilizzati come dati di input in una serie di matrici. Il primo passo è la determinazione della magnitudo, che da una stima dell’intensità del fenomeno franoso, mediante la seguente tabella:

Dall’incrocio tra l’estensione della frana e la tipologia (le frane per colamento lento sono classificate come T1) deriva un valore di Magnitudo pari a M2. Il suddetto valore viene introdotto nella seguente matrice, incrociandolo con lo stato di attività del dissesto, per il calcolo del grado di pericolosità:

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 21 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) Area territoriale tra i bacini del Torrente Saponara e della Fiumara Niceto (003)

STRALCIO DELLA CARTA DEI DISSESTI N°2 STRALCIO DELLA CARTA DEI DISSESTI N°4

STRALCIO DELLA CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E STRALCIO DELLA CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO GEOMORFOLOGICO N° 2 DEL RISCHIO GEOMORFOLOGICO N° 4 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Al dissesto 003-5TG-001 è associato un grado medio di pericolosità (P2). Questo valore risultante dallo studio P.A.I. è mostrato nella carta della pericolosità e del rischio geomorfologico n. 02.

Il passaggio dalla pericolosità al rischio deve essere realizzato in funzione degli elementi a rischio presenti nell’area interessata dal dissesto, i quali sono raggruppati in quattro diverse classi come mostrato nella tabella a lato. Gli elementi a rischio coinvolti dal dissesto 003-5TG-001 fanno parte delle classi E1, E2 e E3. Alle classi E1 e E2 sono riconducibili rispettivamente un settore del cimitero e il tratto di strada provinciale posto a ridosso del limite di valle del dissesto, mentre alla classe E3 può essere associato un insediamento industriale. Incrociando nella seguente tabella gli elementi a rischio con la pericolosità geomorfologica, si perviene alla valutazione delle classi di rischio:

Le conclusioni dell’analisi di rischio eseguita per il dissesto 003-5TG-001 sono mostrate nella carta della pericolosità e del rischio geomorfologico n. 02 del PAI. Il tratto di versante ricadente all’interno del dissesto, posto tra l’area cimiteriale e la SP59, è interessato da un grado di pericolosità P2 ma non manifesta scenari di rischio, in quanto non sono presenti elementi a rischio. Diversamente viene rilevato per quelle aree del cimitero e della SP59 direttamente coinvolti dal dissesto, che presentano un rischio di grado medio R2, e per l’insediamento industriale, al quale viene attribuito un rischio di grado elevato R3.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 22 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Un secondo dissesto, segnalato nello studio P.A.I. (carta dei dissesti n. 4) del bacino idrografico 003 “area intermedia T. Saponara - F. Niceto” è quello indicato con le sigle 003- 5RV-001 e 003-5VA-013. Esso si estende lungo la linea di impluvio del torrente Caracciolo e coinvolge porzioni di versanti ubicati entro i territori appartenenti ai Comuni di Valdina, Roccavaldina e Torregrotta. Il settore del dissesto che interessa il Comune di Torregrotta presenta queste principali caratteristiche:

 Tipologia: AREA A FRANOSITA’ DIFFUSA  Estensione: 5.421 m2  Stato di attività: ATTIVO

Utilizzando la medesima procedura per la valutazione della pericolosità e del rischio già vista in precedenza, a questo dissesto è associato un grado medio di pericolosità (P2). Per quanto riguarda la valutazione del rischio geomorfologico, poiché non esistono elementi a rischio nell’area interessata dal dissesto, viene associato un valore del rischio nullo.

Parallelamente allo studio geomorfologico che ha portato alla perimetrazione delle aree soggette a pericolo di frana e alla valutazione dei gradi di pericolosità e rischio, il P.A.I. ha previsto l’analisi dell’assetto idraulico del territorio volta alla individuazione delle aree a rischio inondazione. Il punto di arrivo della metodologia operativa adottata è il calcolo dei livelli idrici che possono verificarsi in corrispondenza della sezione di chiusura considerata, relativamente alle portate di massima piena definite in funzione del tempo di ritorno pari a 50, 100 e 300 anni. Ad ogni livello idrico, definito tirante idrico, viene associata un’area potenzialmente inondabile.

Dall’osservazione delle carte della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione n. 02 e 04 allegate allo studio del P.A.I. del bacino idrografico 003 (area intermedia T. Saponara - F. Niceto), si può notare come allo stato attuale non esistano dissesti di natura idraulica all’interno dei confini amministrativi del Comune di Torregrotta. Tuttavia nello studio suddetto viene perimetrata un’area, all’interno del limite comunale, segnalata come sito di attenzione: come specificato dall’art. 2 delle norme di attuazione del P.A.I., con il termine “sito di attenzione” si tiene conto di quelle “aree su cui approfondire il livello di conoscenza delle condizioni geomorfologiche e/o idrauliche in relazione alla potenziale pericolosità e rischio e su cui comunque gli eventuali interventi dovranno essere preceduti da adeguate approfondite indagini”, nel caso in cui, entro il suo perimetro, sono programmati interventi di tipo urbanistico ed edilizio.

In particolare, quando lo studio di un sito d’attenzione è rivolto all’analisi degli aspetti idraulici, lo scopo principale dell’indagine è la valutazione del deflusso idrico superficiale di

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 23 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) Area territoriale tra i bacini del Torrente Saponara e della Fiumara Niceto (003)

CARTA DELLA PERICOLOSITÀ IDRAULICA PER FENOMENI DI ESONDAZIONE(STRALCIO N°2EN°4)

Sito d’attenzione (003-E05) Limite comunale ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ piena che può verificarsi in corrispondenza della sezione di chiusura considerata in funzione dei tempi di ritorno prestabiliti.

Il sito di attenzione ricadente entro il limite comunale di Torregrotta, denominato con la sigla 003-E05, ricopre una superficie di circa 0,42 km2 e “viene posto in corrispondenza del centro abitato di Torregrotta ove, a causa dell’antropizzazione dell’area, le acque del sovrastante versante si riversano sulle strade” (Relazione P.A.I. Area territoriale tra i bacini T.te Saponara e F.ra Niceto). Deriva che la realizzazione di eventuali interventi ricadenti all’interno del sito di attenzione, mostrato nella Tav. 2 (carta geomorfologica) allegata al presente studio, è subordinato all’applicazione delle necessarie verifiche idrologiche- idrauliche al fine di valutare i deflussi idrici superficiali massimi che si possono verificare in corrispondenza delle aree di progetto, così come indicato nelle norme di attuazione del PAI.

Dissesti bacino idrografico “004” Fiumara Niceto

Dall’osservazione della carta della pericolosità e del rischio geomorfologico n. 04, allegata allo studio del P.A.I. del bacino idrografico “004” della Fiumara Niceto” si può notare, nella zona sud-orientale del territorio comunale, la presenza di un fenomeno franoso censito con la sigla 004-5RV-016, localizzato lungo la linea di impluvio del Rio Granatara.

Il dissesto presenta queste principali caratteristiche:

 Tipologia: Frana complessa (T2)  Morfometria: lunghezza max 485 m. - larghezza max 176 m.  Stato di attività: Quiescente

Il settore che interessa il Comune di Torregrotta rappresenta circa 1/5 dell’intera estensione del dissesto, la restante parte ricade in territorio di Roccavaldina.

Utilizzando la medesima procedura per la valutazione della pericolosità e del rischio già vista in precedenza, a questo dissesto è associato un grado di pericolosità moderato (P1). Per quanto riguarda la valutazione del rischio geomorfologico, viene associato un valore del rischio nullo.

Nella carta della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione n. 04, allegata allo studio del PAI del bacino idrografico “004” della Fiumara Niceto, non sono perimetrati dissesti di natura idraulica all’interno del territorio comunale di Torregrotta; tuttavia è riportata come “sito di attenzione” una piccola area con pericolo di inondazione, ricadente nella zona meridionale dell’abitato, individuata attraverso l’archivio piene del Progetto AVI, per la quale si rimandando le verifiche ad una successiva fase di approfondimento del PAI.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 24 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) Bacini idrografico della Fiumara Niceto (004)

STRALCIO DELLA CARTA DELLA PERICOLOSITA’ IDRAULICA STRALCIO DELLA CARTA DEI DISSESTI N° 4 PER FENOMENI DI ESONDAZIONE N° 4

STRALCIO DELLA CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO GEOMORFOLOGICO N° 4 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

5.2 - PAI COSTE (Piano di assetto idrogeologico delle coste)

UNITÀ FISIOGRAFICA N. 1 “CAPO - CAPO PELORO”

Questa unità costiera, localizzata nella porzione nord-orientale della Sicilia tra Capo Milazzo a ovest e Capo Peloro a est, ricade interamente nella provincia di Messina. Il litorale, che si sviluppa per una lunghezza totale di circa 49 Km, presenta per l’ 80 % coste basse (di cui circa il 73% è costituito da sabbia mista a ciottoli e il 27% da sabbia e per il 20% coste alte rocciose.

Da un punto di vista amministrativo, l’unità fisiografica 1 comprende un totale di 13 comuni ricadenti tutti nella provincia di Messina. Il tratto di litorale sabbioso ricadente nel territorio comunale di Torregrotta (frazione Scala) si estende per una lunghezza di 1256 m, dal confine con Valdina ad Est, fino al confine con Monforte San Giorgio ad Ovest. La percentuale di costa soggetta a rilevanti fenomeni erosivi rispetto alla lunghezza totale del tratto di costa è del 57 %. L’arretramento medio stimato tra gli anni 1985 e 1998 è di 24 metri.

In relazione alla configurazione costiera le mareggiate sono prevalentemente legate ai venti provenienti dal I e IV quadrante, e cioè Grecale, Tramontana e Maestrale. I moti ondosi più intensi e frequenti sono generalmente quelli legati al vento di maestrale (proveniente da nord-ovest), per cui la deriva litorale netta dei sedimenti è verso levante. La protezione ad opera del promontorio di Milazzo nei confronti dei venti dominanti ha effetto sul lungomare del versante orientale del paese omonimo fino all’ area industriale di Giammoro.

Valutazione della pericolosità ed individuazione delle aree a rischio

Nei tratti di costa bassa, sulla base del numero di mareggiate segnalate dalla Capitaneria di Porto di Messina e dagli Enti Locali, è stato definito lo stato di sollecitazione al moto ondoso (S0, S1, S2 e S3) subito dalle spiagge ricadenti nell’Unità fisiografica interessata. Dall’incrocio tra velocità di arretramento annuo delle spiagge, ricavata riferendosi alla variazione della linea di riva tra gli anni 1985 e 1998, e larghezza media di spiaggia, si è ottenuto un valore di Magnitudo (M). Intersecando i valori di S e quelli di M sono stati ricavati i gradi di Pericolosità. Il livello di Pericolosità dell’ erosione è individuato da un poligono a cui è stato assegnato un valore compreso tra P0 e P4 (P0= pericolosità nulla; P1 = pericolosità moderata; P2 = pericolosità media; P3 = pericolosità elevata; P4 = Pericolosità molto elevata).

In base alla classificazione degli elementi a rischio si è giunti infine alla valutazione del grado di Rischio per ogni tratto costiero individuato.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 25 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Il grado di rischio dell’erosione è rappresentato da una freccia a cui è associato un valore compreso tra R1 e R4 (R1 = rischio moderato; R2 = rischio medio; R3 = rischio elevato; R4 = rischio molto elevato).

Nello stralcio della “CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO N° 7” del PAI (Unità Fisiografica n° 1 da capo Milazzo a Capo Peloro), sono rappresentate le condizioni di pericolosità e di rischio della spiaggia di Scala Torregrotta attualmente in erosione, riportate anche sulla carta geomorfologica (Tav. 2) allegata al presente studio. I settori orientali risultano classificati come aree a pericolosità P3-P4 rischio R3-R4.

STRALCIO DELLA CARTA DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO N° 7

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 26 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

6.0 - CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE

Il principale corso d’acqua dell’area in esame è rappresentato dalla Fiumara Niceto, la cui asta terminale, posta poco ad Ovest del territorio comunale di Torregrotta, attraversa longitudinalmente la piana alluvionale. Affluente importante del Niceto, in sponda destra, è la Fiumara Bagheria, che delimita il confine tra il comune di Torregrotta e quello di Monforte S.G. per un tratto di circa 600 metri. Il bacino del Niceto-Bagheria risulta delimitato, ad est, dal bacino idrografico del Rio Caracciolo e ad Ovest da quello del Torrente Muto.

Il Torrente Caracciolo, orientato sub-ortogonalmente alla linea di costa, segna il limite territoriale con il comune di Valdina ed è contraddistinto nella parte medio-alta da una valle con fondo a “V”, alimentato da piccoli filetti idrici a carattere di ruscellamento più o meno diffuso.

La Fiumara Bagheria, detta anche Fiumara di Monforte, presenta una forma allungata in direzione SSE - NNW e si estende dal punto di confluenza nella Fiumara Niceto fino alla sommità settentrionale dei Monti Peloritani, allo spartiacque che separa il bacino jonico da quello tirrenico. Il bacino della Fiumara Bagheria ricopre una superficie di circa 30 Kmq e si trova compreso tra una quota massima di 1.082 metri s.l.m. ed una quota minima di circa 40 metri s.l.m..

Dal punto di vista morfologico, l'area del bacino è inquadrabile in due zone, una montuosa molto impervia caratterizzata da versanti molto ripidi, generalmente metastabili con valli strette e profilo trasversale a “V”, ed una sub-pianeggiante stabile, caratterizzata da ampi letti, che si estende verso la costa.

Il reticolo idrografico che alimenta la Fiumara Bagheria è articolato in più affluenti di bassa, media e alta acclività. Nel tratto di asta fluviale che interessa il territorio di Torregrotta, confluiscono, da valle verso monte, il Vallone Sottocatena, al confine con il territorio di Roccavaldina (Fraz. Cardà), il Rio Granatara che sfocia in prossimità della località Grotta ed altre incisioni incalanate a carattere stagionale, indicati sulla carta geomorfologica. Tali affluenti, in destra idraulica, sono poco ramificati, e hanno un basso grado di gerarchizzazione.

Il corso d’acqua presenta un carattere essenzialmente torrentizio, con deflussi consistenti nei mesi autunnali e invernali, che nel periodo primavera-estate divengono scarsi o assenti, riflettendo così il regime idrologico tipico delle fiumare siciliane.

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7.0 - CLIMATOLOGIA DEL TERRITORIO

Il clima dell’area considerata è di tipo mediterraneo, caratterizzato da un semestre invernale piovoso e non molto freddo e da un’estate calda e decisamente asciutta. Tali contrasti stagionali del clima causano una grande variabilità delle condizioni idrologiche secondo le stagioni, tanto nel regime dei corsi d’acqua, quanto nella circolazione dell’acqua nel suolo e nel sottosuolo.

Un aspetto dominante del clima è dato dall’incostanza delle piogge, variabili come quantità da un anno all’altro e spesso concentrate con elevate intensità orarie e giornaliere.

Al fine di ricostruire un quadro complessivo delle condizioni climatiche del territorio in esame, sono stati presi in considerazione i seguenti parametri: la temperatura dell'aria, le precipitazioni atmosferiche e l’indice climatico.

DATI TERMOMETRICI

Per le caratteristiche termometriche sono stati utilizzati i dati delle stazioni termometriche di Ganzirri, Tindari, Floresta, Messina Ist. Geofisico (fonte: “Regione Siciliana - Osservatorio delle acque”) e di Torregrotta e (fonte: “Regione Siciliana - SIAS - Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano”). Il periodo di osservazione considerato per la varie stazioni termometriche è riportato nella tabella 1.

Tab. 1 - Valori medi mensili e annui delle Temperature, espressi in °C.

Temp. QUOTA STAZIONE Periodo G F M A M G L A S O N D media (m.slm) annua

1971- Ganzirri 1 12,9 12,7 13,7 15,4 19,1 22,9 26,1 26,3 24,2 21,1 17,2 14,4 18,9 2008

Messina Ist. 1971- 50 12,1 12,0 13,3 15,3 19,4 23,6 26,4 26,7 23,9 20,2 16,3 13,4 18,6 Geofisico 2008

Torregrotta 1991- 60 11,0 10,2 12,4 15,7 18,9 22,5 25,2 25,6 22,5 19,3 15,2 12,2 17,5 (SIAS) 2013

1971- Tindari 280 10,5 10,6 11,8 13,5 17,5 21,4 23,9 24,3 22,1 18,3 14,4 12 16,7 1984

San Pier 2002- Niceto 460 8,1 7,8 10,0 13,0 16,6 20,9 23,3 23,7 20,0 17,1 13,2 9,8 15,3 2013 (SIAS)

1971- Floresta 1250 3,7 3,8 6,0 8,5 13,6 18 20,8 20,9 16,7 13,3 8,2 4,9 11,5 2007

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La limitatezza dei dati termometrici riguardanti il territorio in studio, non consente di effettuare un’analisi molto dettagliata della situazione locale. Le stazioni per le quali si dispone di serie storiche adeguatamente lunghe (almeno un trentennio) sono infatti solo tre, come si evince della tabella n. 1. Esse sono ubicate, comunque, a differenti quote e distanze dal mare; per tale ragione, si può tuttavia tentare un approccio di comparazione tra i diversi areali.

Partendo dai valori medi annuali, si possono definire tre aggregazioni territoriali principali: una bassa area costiera, con valori di temperatura media annua intorno ai 18 - 19 °C (Messina Ist. Geofisico, Ganzirri e Torregrotta); un’area intermedia di collina costiera e bassa montagna (Tindari), con temperature comprese fra i 16 e i 17 °C; infine, un'area di media montagna in cui le medie annuali scendono gradualmente intorno ai 15 °C.

La stazione di Floresta (1250 m. s.l.m.) rappresenta, invece, una fascia di alta montagna interna, dove il valore medio annuo arriva fino a circa 11° C.

Dalla comparazione fra i dati delle varie stazioni termometriche, emerge che l'andamento annuale della temperatura raggiunge il suo massimo nel periodo estivo e lungo la fascia costiera per diminuire gradualmente verso l'interno, alle quote più elevate.

Andamento mensile delle temperature medie. - Stazioni termometriche di Ganzirri, Messina I.G., Torregrotta, Tindari, S. Pier Niceto e Floresta. 30

25 Ganzirri

20 Messina I.G . Torregrotta 15 Tindari

10 S. Pier Niceto Temperatura (°C) Floresta 5

0 luglio aprile marzo giugno agosto ottobre maggio gennaio febbraio dicembre settembre novembre

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 29 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

DATI PLUVIOMETRICI

Per lo studio delle precipitazioni ci si è avvalsi dei dati misurati alle stazioni pluviometriche di Calvaruso, S. Saba, Ziriò, Monforte San Giorgio, , Milazzo, , Barcellona e Santo Stefano di Briga, (fonte: “Regione Siciliana - Osservatorio delle acque”) e dei dati relativi alle stazioni di Torregrotta e San Pier Niceto (fonte: “Regione Siciliana - SIAS - Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano”), per un periodo complessivo che va dal 1971 al 2013. Le medie delle precipitazioni mensili ed annue acquisite rispecchiano un andamento delle piogge concentrato soprattutto nel periodo autunnale ed invernale.

Tab. 2 - Valori medi mensili e annui delle precipitazioni, espressi in mm.

Precip. Quota STAZIONE Periodo G F M A M G L A S O N D media m.slm annua

1971- Milazzo 2 76 71 61 53 27 14 17 20 61 94 86 90 670 2008

1971- S. Saba 24 94 77 78 67 30 13 22 25 52 90 110 101 759 2003

Torregrotta 2002- 60 112 105 82 64 25 28 18 30 93 87 159 143 946 (SIAS) 2013

1971- Barcellona 104 96 74 72 60 31 13 13 25 52 88 100 104 728 2005

1971- Calvaruso 270 135 127 106 90 38 22 20 32 62 114 149 129 1024 2003

S. Lucia del 1971- 280 121 104 100 64 30 16 17 32 43 113 110 120 870 Mela 1987

Monforte 1972- 320 123 94 84 73 33 17 17 27 57 112 128 126 891 S.G. 2004

S. Stefano 1971- 350 125 111 101 63 27 15 16 21 60 118 107 134 898 di Briga 2008

1971- Castroreale 399 122 94 88 68 32 19 14 22 50 95 114 139 857 2008

S. P. Niceto 2002- 460 98 90 80 67 24 29 14 29 83 71 112 137 834 (SIAS) 2013

1971- Ziriò (C.F.) 860 134 113 110 105 47 21 21 36 89 152 167 161 1156 2006

Con riferimento ai valori di piovosità analizzati è possibile dedurre che i valori minimi si osservano in prossimità della costa ed aumentano man mano che ci si sposta verso le

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 30 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ località più interne e più elevate in relazione a "fattori locali" di difficile quantizzazione, quali l’esposizione dei versanti e/o direzione predominante dei venti umidi.

Relazione tra piovosità e altitudine (linea di tendenza)

1000

Ziriò

800 -

600

S.P. Niceto

400 Castro reale S. Stefano Briga

A lti tud ine (m. s.l.m.) Monforte S. G. S.L. del Mela Calvarus o- 200

Barcellona Torregrotta Milazzo S. Saba 0 600 700 800 900 1000 1100 1200

Piovosità (mm./anno)

Dall’analisi dei valori delle precipitazioni medie-annue nel periodo considerato, si deduce che il territorio comunale in esame è compreso approssimativamente tra i 900 mm/anno e 1000 mm/anno e che il regime pluviometrico è di tipo torrentizio, massimo durante i mesi invernali, maggiormente piovosi, minimo durante il periodo estivo.

INDICE CLIMATICO

L’indice climatico schematizza le condizioni climatiche di un territorio, utilizzando i parametri metereologici della temperatura media annua (°C) e delle precipitazioni medie annue (mm).

La metodologia che interpreta meglio la reale situazione locale è quella dell’indice di aridità proposta De Martonne. La formula proposta dall’autore è la seguente:

Ia = P / T+10

P = precipitazioni medie annue (mm)

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 31 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

T = temperature medie annue (°C)

Dall’applicazione della suddetta formula, si definiscono 5 classi climatiche, indicate nella tabella che segue:

Tab. 3 - Classi climatiche

CLIMA Ia

Umido > 40

Temperato umido 40 - 30

Temperato caldo 30 - 20

Semiarido 20 - 10

Steppico 10 - 5

Applicando tale metodologia all’area d’interesse, risulta che l’intero territorio comunale di Torregrotta è caratterizzato da un “clima temperato caldo”.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 32 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

8.0 - CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE

La distinzione e il raggruppamento dei terreni affioranti sono dettati dal fatto che la litologia, unitamente a fattori morfologici, climatici ed antropici concorre a determinare l’andamento dei deflussi e conseguentemente tutto il complesso di azioni chimico-fisico- meccaniche di alterazione dei sedimenti.

La determinazione delle caratteristiche idrogeologiche scaturisce da una serie di osservazioni volte alla stima di alcuni fattori idraulici ed idrogeologici caratterizzanti le proprietà delle rocce. I parametri che condizionano e regolano la circolazione delle acque nel sottosuolo sono: la permeabilità, la porosità, il grado di fratturazione, le discontinuità strutturali e l’alterazione.

Il parametro più rappresentativo è senza dubbio la permeabilità, cioè la proprietà di un mezzo a lasciarsi attraversare dall’acqua. Le rocce permeabili vanno divise in due grandi categorie: rocce permeabili per porosità e rocce permeabili per fessurazione.

La permeabilità per porosità è anche detta permeabilità "primaria" ed è singenetica, si genera cioè al momento della deposizione dei sedimenti. Essa interessa le rocce sedimentarie ed è dovuta alla presenza nella roccia di pori o di spazi vuoti di dimensioni idonei, che formano una rete continua, per cui l'acqua può filtrare da un meato all'altro.

Viceversa, la permeabilità per fessurazione detta anche "secondaria" è post-genetica, si realizza dopo la formazione delle rocce; essa è dovuta alla fratturazione dei litotipi a causa di stress tettonici prevalentemente compressivi ed interessa sia le rocce di origine sedimentaria che quelle di origine diversa.

La circolazione delle acque, così come la costituzione di falde acquifere, è condizionata dalla distribuzione areale dei sedimenti e dalla sovrapposizione stratigrafica dei terreni a diversa permeabilità. Si rende, pertanto, necessaria, la valutazione del grado e del tipo di permeabilità dei diversi litotipi che affiorano all’interno del territorio comunale.

Questa proprietà idrologica viene espressa attraverso l’analisi delle caratteristiche fisiche delle formazioni affioranti e mediante l’individuazione degli elementi che ne interrompono la continuità stratigrafica e strutturale, al fine di giungere ad una suddivisione idrogeologica dei litotipi.

A seguito di quanto detto, per meglio comprendere le caratteristiche idrogeologiche delle formazioni in studio, distinguiamo le seguenti classi di permeabilità:

 litotipi a permeabilità bassa o impermeabili

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 litotipi a permeabilità medio-bassa

 litotipi a permeabilità media

 litotipi a permeabilità medio-alta

LITOTIPI A PERMEABILITÀ BASSA O IMPERMEABILI

. Impermeabili sono state considerate le argille grigio azzurre (K < 10-9 m/sec), queste sono rocce dotate di alta porosità, ma praticamente impermeabili a causa della ridottissima dimensione dei pori, nei quali l’acqua viene fissata come acqua di ritenzione. Ne risulta, quindi, una circolazione idrica nulla o trascurabile e coefficienti di deflusso superficiale molto elevati.

Se ne deduce che le acque di precipitazione, dopo un ruscellamento più o meno diffuso, vengono convogliate attraverso il reticolo idrografico e condotte verso valle. Un esempio è rappresentato dal Rio Granatara che raccoglie le acque superficiali del promontorio posto ad Est della località Grotta e poi viene incanalato verso l’alveo della Fiumara Bagheria.

LITOTIPI A PERMEABILITÀ MEDIO-BASSA

. Di questa classe fa parte l’alternanza arenaceo-sabbioso-pelitica del Tortoniano. Questa formazione è caratterizzata da una permeabilità orientata, dovuta principalmente all’alternanza di strati permeabili e impermeabili. In questo modo si ha una prevalenza di permeabilità in senso orizzontale e di scarsa permeabilità, in senso verticale.

. Appartengono a questo gruppo i Trubi, la cui permeabilità è principalmente di tipo secondaria per fessurazione. Questa formazione è però caratterizzata dalla presenza di materiale pelitico all’interno delle fratture, che ne limita la permeabilità.

LITOTIPI A PERMEABILITÀ MEDIA

. Appartiene a questa classe il calcare evaporitico, la cui permeabilità è principalmente di tipo secondaria per fratturazione, ma condizionata anche da fenomeni di dissoluzione. Stabilire l’ordine di grandezza di permeabilità dei suddetti litotipi, non è semplice, in quanto strettamente legato al grado di fessurazione delle rocce, che in natura può variare di molto, a seconda delle situazioni.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 34 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

. A questa classe appartengono le rocce cristalline del Complesso Metamorfico. Questa formazione presenta una permeabilità secondaria per fessurazione, determinata dall’intensa tettonizzazione alla quale è stata sottoposta.

. Possiamo, inoltre, associare a questa seconda classe anche le calcareniti e sabbie organogene. Esse sono caratterizzate da una permeabilità primaria per porosità nei livelli sabbiosi e da una permeabilità secondaria per fratturazione nei livelli calcarenitici. In relazione alle discrete caratteristiche di permeabilità, questa formazione consente una circolazione idrica che da luogo a modeste falde idriche, le quali defluendo verso Ovest, senza emergere, vanno ad alimentare l’acquifero dei depositi alluvionali della piana.

LITOTIPI A PERMEABILITÀ MEDIO-ALTA

A questa classe appartengono le alluvioni attuali e recenti, i terrazzi marini e i detriti di falda. Queste formazioni, essendo costituite da sedimenti sciolti, principalmente sabbia e ghiaia, risultano caratterizzate da una permeabilità primaria per porosità (10-2 < K < 10-4 m/sec), con buone caratteristiche di trasmissività.

I depositi alluvionali rappresentano, senza dubbio, l’unità idrogeologica più importante, fra quelle affioranti nell’area in studio. Nell’ambito di questi depositi si distinguono orizzonti molto permeabili, dati dai livelli ghiaia e sabbia grossolana ed orizzonti meno permeabili dati dai livelli a granulometria più fine.

L’idrologia si sviluppa attraverso una circolazione idrica per falde sovrapposte con deflusso preferenziale dell’acqua nei litotipi a più alta permeabilità. In genere però le diverse falde sono quasi sempre ricondotte ad una unica circolazione idrica sotterranea, poiché la deposizione lenticolare dei sedimenti lascia moltissime soluzioni di continuità.

In questo caso l’omogeneità tessiturale della componente sabbioso-ghiaiosa, fa si che le variazioni di permeabilità siano contenute sia in senso longitudinale che trasversale e permette alle acque superficiali di infiltrarsi nel terreno senza particolari difficoltà.

I depositi della piana alluvionale di Torregrotta, sono sede di falda acquifera a pelo libero, limitata inferiormente dal substrato impermeabile costituito dalle argille grigio azzurre. Tale acquifero viene captato da numerosi pozzi e utilizzato a fini irrigui e domestici. La produttività di queste opere di captazione è legata alla trasmissività del mezzo che dipende dallo spessore della falda e dalla granulometria.

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Il livello medio della falda varia da pochi metri fino a circa 20 metri di profondità dal piano campagna, in relazione allo spessore della coltre alluvionale ed alla condizioni locali dell’acquifero.

8.1 - VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI

Per quanto concerne la vulnerabilità, si ritiene opportuno effettuare alcune considerazioni di carattere generale in merito alla possibilità d’inquinamento delle falde acquifere esistenti nel territorio comunale di Torregrotta.

Per vulnerabilità di un acquifero, si indica la capacità, nelle diverse situazioni idrodinamiche e geometriche e nelle diverse componenti, di ricevere e poi diffondere un agente inquinante liquido o idroveicolato, tale da produrre un impatto sulla qualità dell’acqua sotterranea.

I parametri che regolano la vulnerabilità di un acquifero sono la litologia e la granulometria degli strati, saturi e non saturi, la geometria e la profondità del corpo idrico sotterraneo, la natura del suolo, la pendenza e la geometria della superficie topografica, nonché i conseguenti processi d’interazione fisica e idrogeochimica.

Ovviamente la vulnerabilità di un acquifero deve essere rapportata alla reale presenza di agenti inquinanti sul territorio. Il pericolo potenziale d’inquinamento tende ad aumentare nelle zone urbanizzate e si accentua ulteriormente in corrispondenza di aree industriali, discariche, aree cimiteriali, aree di stoccaggio di rifiuti, centri di raccolta e rottamazione di autoveicoli, aree di pascolo e stabulazione di bestiame o a causa di spandimento arbitrario di concimi chimici, fertilizzanti e pesticidi (vedi 2° comma dell'art 6 del D.P.R. 236/88).

Per poter assicurare, quindi, un ottimo standard qualitativo delle acque adibite al consumo umano, occorre proteggere le captazioni da eventuali inquinanti, ciò si realizza perimetrando le aree di salvaguardia attorno alle opere stesse, rispettando la normativa vigente e localizzando eventuali produttori reali e/o potenziali di inquinamento lontani dalle opere stesse.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 36 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

9.0 - INDAGINI PREESISTENTI E PROVE REALIZZATE EX NOVO

Per la redazione del presente studio geologico (aggiornamento) a supporto del P.R.G. di Torregrotta sono stati acquisiti i risultati di indagini preesistenti relative a lavori pubblici effettuati nel territorio comunale, nonché i dati riguardanti le indagini sismiche a corredo del precedente studio geologico del PRG, realizzato dallo scrivente nel 2005 e consistite in n° 18 prospezioni sismiche a rifrazione.

Al fine di acquisire ulteriori elementi utili per la definizione del presente studio e per individuare, ai sensi delle vigenti norme tecniche per le costruzioni, le categorie di sottosuolo nell’ambito del territorio comunale, sono state realizzate ex novo n° 7 indagini geofisiche MASW, la cui relazione è allegata al presente studio.

Nella carta delle indagini (Tavola 5A) in scala 1:5.000 sono state rappresentate sia le indagini preesistenti sia le prove di nuova realizzazione, differenziandole per tipologia.

Tutte le informazioni acquisite sono state raccolte e schematizzate nella seguente tabella n. 4, evidenziando i fattori che rivestono maggiore importanza per la valutazione della risposta sismica locale quali: spessore delle coperture alluvionali, delle coltri di alterazione ed i rapporti geometrici tra quest’ultimi ed il substrato.

Tab. 4 - Indagini ex novo e preesistenti

Profondità Prof. falda Categoria Indagini Indagini Tipologia Stratigrafia sondaggio acquifera sottosuolo Note ex novo preesistenti indagine (m.) dal p.c. (m.) dal p.c. (m.) Vs30

Interpretaz. Sismica a - SR (TS1) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (TS2) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (TS3) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a Ar: 0-11 - SR (TS4) (1) 16 indagine rifrazione Qa: 11-16 indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (TS5) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 37 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Interpretaz. Sismica a Ar: 0-4 - SR (TS6) (1) 20 indagine rifrazione Qa: 4-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a SR (TS7) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a SR (TS8) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. Sismica a SR (TS9) (1) 20 indagine rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS10) Sismica a 16 Ar: 0-16 indagine (1) rifrazione indiretta

Interpretaz. SR (TS11) Sismica a 20 indagine (1) rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS12) Sismica a 20 indagine (1) rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS13) Sismica a 20 indagine (1) rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS14) Sismica a 20 indagine (1) rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS15) Sismica a Ar: 0-9 20 indagine (1) rifrazione Qa: 9-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS16) Sismica a 20 indagine (1) rifrazione Ar: 0-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS17) Sismica a Ar: 0-10 20 indagine (1) rifrazione Qa: 10-20 indiretta

Interpretaz. SR (TS18) Sismica a Ar: 0-9 20 indagine (1) rifrazione Qa: 9-20 indiretta

Carotaggio - S (A14) (2) 15 Ar: 0-15 continuo

Carotaggio Ar: 0-11 - S (A15) (2) 15 6,80 continuo Qa: 11-15

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 38 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Carotaggio R: 0-3,5 - S (A16) (2) 15 continuo Qa: 3,5-12

Carotaggio - C5 (2) 25 Ar: 0-25 - continuo

Carotaggio Ar: 0-15 - C6 (2) 25 - continuo Qa: 15-25

Carotaggio Ar: 0-15 - C8 (2) 25 - continuo Qa: 15-25

Carotaggio Ar: 0-10 - C9 (2) 25 6,5 continuo Qa: 10-25

Carotaggio - C12 (2) 25 Qa: 0-25 continuo

Carotaggio C: 0-1 - S (1) (3) 18 - continuo Qa: 1-18

Carotaggio C: 0-2/3 - S (2) (3) 18 - continuo Qa: 2/3-18

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2 - SEV 1 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2-30 verticale indiretta

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2 - SEV 2 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2-30 verticale indiretta

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2/3 - SEV 3 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2/3-30 verticale indiretta

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2/3 - SEV 4 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2/3-30 verticale indiretta

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2/3 - SEV 5 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2/3-30 verticale indiretta

Sondaggio Interpretaz. C: 0-2/3 - SEV 6 (3) elettrico 30 indagine Qa: 2/3-30 verticale indiretta

Interpretaz. Sismica a C: 0-2/3 - SR (A-A’) (3) 16 indagine rifrazione Qa: 2/3-16 indiretta

Interpretaz. Sismica a C: 0-2/3 - SR (B-B’) (3) 16 indagine rifrazione Qa: 2/3-16 indiretta

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 39 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Interpretaz. Sismica a C: 0-2/3 - SR (C-C’) (3) 16 indagine rifrazione Qa: 2/3-16 indiretta

Interpretaz. Sismica a C: 0-2/3 - SR (D-D’) (3) 16 indagine rifrazione Qa: 2/3-16 indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (T1) (4) 12 Ar: 0-12 indagine rifrazione indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (T2) (4) 12 Ar: 0-12 indagine rifrazione indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (T3) (4) 12 Ar: 0-12 indagine rifrazione indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (T4) (4) 12 Ar: 0-12 indagine rifrazione indiretta

Interpretaz. Sismica a - SR (T5) (4) 12 Ar: 0-12 indagine rifrazione indiretta

Interpretaz. Prova - 1 (4) 8 Ar: 0-8 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Prova - 2 (4) 8,3 Ar: 0-8,3 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Prova - 3 (4) 7,5 Ar: 0-7,5 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Prova - 4 (4) 6,8 Ar: 0-6,8 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Prova - 5 (4) 7 Ar: 0-7 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Prova - 6 (4) 7,8 Ar: 0-7,8 indagine penetrom. indiretta

Interpretaz. Ar: 0-8 MW 1 - M.A.S.W. 30 B (404 m/s) indagine Qa: 8/30 indiretta

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 40 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Interpretaz. Ar: 0-12 MW 2 - M.A.S.W. 30 B (384 m/s) indagine Qa: 12/30 indiretta

Interpretaz. Ar: 0-5 MW 3 - M.A.S.W. 30 B (442 m/s) indagine Qa: 5/30 indiretta

Interpretaz. MW 4 - M.A.S.W. 30 Ar: 0-30 C (295 m/s) indagine indiretta

Interpretaz. MW 5 - M.A.S.W. 30 Ar: 0-30 C (340 m/s) indagine indiretta

Interpretaz. MW 6 - M.A.S.W. 30 PQ: 0-30 B (542 m/s) indagine indiretta

Interpretaz. Ar: 0-17 MW 7 - M.A.S.W. 30 B (469 m/s) indagine PQ: 17/30 indiretta

(1) Indagini relative allo studio geologico a supporto del PRG Torregrotta (2005). (2) Indagini a supporto del progetto F.S. linea PA-ME tratto S. Filippo del Mela-Messina (Consorzio Ferrofir). (3) Progetto di ampliamento del Cimitero comunale di Torregrotta. (4) Progetto “Strada di collegamento tra i Comuni Torregrotta e Monforte S.G.”

R: Materiale di riporto C: Copertura detritica (limi argillosi, talora sabbiosi, inglobanti elementi litoidi etero metrici e poligenici) Ar: Alluvioni recenti Qa: Argille marnose grigio azzurre PQ: Calcareniti e sabbie organogene

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 41 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

10.0 - CARATTERISTICHE LITOTECNICHE DEI TERRENI

Il territorio comunale di Torregrotta è costituito in prevalenza da terreni incoerenti (alluvionali), pseudocoerenti (argille) ed in minor parte da rocce lapidee. In base alla formazione geologica a cui appartengono, i vari litotipi presentano caratteristiche tecniche diverse.

Per la definizione del comportamento geomeccanico dei terreni rilevati, ci si è avvalsi, oltre che di valutazioni scaturite dall’osservazione diretta dei siti, anche dei risultati delle indagini sismiche eseguite, nonché della letteratura specializzata.

Le diverse unità rilevate sono state distinte e classificate tenendo conto del loro comportamento geomeccanico e geotecnico, in due insiemi, così definiti: “Unità di copertura” ed “Unità del substrato”.

I terreni di copertura sono stati suddivisi e classificati tenendo conto, soprattutto, delle loro caratteristiche granulometriche, del loro stato di addensamento e del processo di messa in posto del deposito stesso.

Le diverse classi del substrato sono state, invece, schedate in funzione del grado di suddivisione dell’ammasso roccioso, del grado di alterazione, del grado di cementazione e sulla base della resistenza d’assieme del materiale.

Complessivamente, sono state distinte 8 classi, 4 per la copertura e 4 per il substrato e ad ogni classe individuata corrisponde una caratterizzazione fisico-meccanica. La distribuzione areale di ciascuna di queste classi è ben visibile nella allegata cartografia tematica.

UNITÀ DI COPERTURA (Terreni sciolti incoerenti)

. DETRITO DI FALDA - Deposito incoerente con elementi litici eterometrici in matrice sabbioso-limosa. Caratteristiche fisico-meccaniche scadenti variabili in funzione della tessitura, della struttura e della giacitura.

. ALLUVIONI ATTUALI (DI TORRENTE) - Terreni incoerenti a prevalente grana grossolana privi di qualsiasi stabilizzazione, costituiti da elementi ghiaiosi, con ciottoli e blocchi eterometrici a forma prevalentemente sub-arrotondata, con grado di addensamento scarso. Sono privi di cementazione e soggetti a continuo rimaneggiamento da parte delle acque fluenti nell'alveo.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 42 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

. DEPOSITI DI SPIAGGIA - Sedimenti sciolti di natura sabbiosa con trovanti ciottolosi, caratterizzati da un basso grado di costipamento e saturi al di sotto della quota di circa 1,00 metri dal p.c..

. ALLUVIONI RECENTI / TERRAZZI MARINI - Terreni sciolti a prevalente grana medio- grossa, costituiti da sabbie ghiaiose con ciottoli eterometrici, poligenici, ben arrotondati di natura metamorfica e sedimentaria. La capacità portante, in funzione dei normali problemi applicativi, è da considerarsi buona e può variare in funzione della granulometria, dello spessore e dello stato di addensamento. Superficialmente si rinviene una copertura di suolo agrario.

UNITÀ DEL SUBSTRATO

. CALCARENITI E SABBIE ORGANOGENE / ALTERNANZA ARENACEO SABBIOSO PELITICA - Terreni caratterizzati complessivamente da buone caratteristiche fisico meccaniche. Trattasi di successioni di arenarie medio-grossolane, di natura prevalentemente carbonatica, variamente diagenizzate, alternate a sabbie o sabbie limose. Il litotipo presenta, talora, aspetto massivo con buona compattezza, che tende a ridursi ove prevale la frazione sabbiosa.

. ARGILLE GRIGIO AZZURRE - Terreni coesivi, definibili granulometricamente come argille limoso-sabbiose. Tale litotipo è caratterizzato da un notevole spessore e rappresenta, ampiamente, nell’ambito della pianura urbanizzata, il substrato delle alluvioni recenti. Nella parte più integra, sono da considerarsi dei sedimenti sovraconsolidati, dotati quindi di una discreta capacità portante, che si riduce notevolmente nella porzione superficiale alterata, a contatto con gli atmosferili.

. TRUBI - Terreni litoidi costituiti da calcari marnosi e marne calcaree. La stratificazione è generalmente cancellata dall'intenso grado di fratturazione e, solitamente, la fitta rete di fratture è riempita da materiale pelitico. Le caratteristiche fisico-meccaniche risultano complessivamente discrete e non omogenee.

. CALCARE EVAPORITICO / METAMORFITI (PARAGNEISS) - Terreni litoidi caratterizzati complessivamente da una resistenza alla compressione buona o elevata. La roccia in particolare è da considerarsi praticamente indeformabile in relazione ai normali problemi applicativi. La capacità portante della roccia, variabile in base al grado di fratturazione, è generalmente elevata.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 43 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Sulla base delle informazioni acquisite dalle indagini a supporto di precedenti lavori pubblici effettuati nel territorio comunale, sulla scorta dei dati inerenti le indagini geofisiche a corredo del presente studio di aggiornamento del PRG e di quelle relative al precedente studio geologico del 2005, nonché dalla comparazione con i dati forniti dalla letteratura specializzata, è stata redatta la seguente tabella, che riporta, in modo schematico, i valori dei parametri geomeccanici e geotecnici orientativi dei litotipi esaminati.

Angolo Peso di Velocità onde Velocità onde Coeff. di d’attrito Coesione volume longitudinali trasversali Poisson interno

TERRENI γ φ C Vp Vs AFFIORANTI 2 ν (T/m3) (°) (Kg/cm ) (m/sec) (m/sec)

Terreni sciolti incoerenti (Detrito di falda, Alluvioni di torrente, Depositi di 1,6 - 1,9 23 - 32 0,00 250 - 650 120 - 300 0,35 spiaggia, Alluvioni recenti, Terrazzi marini)

Calcareniti e sabbie org. Altern. arenaceo- 2,00 ≥ 30 2,0 - 4,0 1500 - 1800 800 - 1100 0,2 - 0,3 sabbiosa

Argille grigio - azzurre 1,9-2,0 21 - 23 0,4 - 1,0 1000 - 1500 300 - 600 0,4 - 0,45

Trubi 1,75-1,8 23 - 26 1,5 - 3,0 1500 - 2000 800 - 1200 0,25 - 0,3

Calcare evaporitico 2,0-2,3 > 30 3,0 - 4,0 1800 - 2500 > 1000 0,25 Metamorfiti (Paragneiss)

I parametri geotecnici riportati in tabella hanno valore indicativo; essi variano in presenza di litotipi fortemente alterati, fratturati e tettonizzati o viceversa in presenza di termini compatti. Sarà, quindi necessaria, in fase di attuazione delle prescrizioni esecutive, una caratterizzazione puntuale dei litotipi interessati, attraverso l’esecuzione di sondaggi in sito, con prove ed analisi di laboratorio.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 44 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

SUOLO AGRARIO

La coltre alluvionale, per il suo notevole spessore, ricchezza di elementi nutritivi, sufficiente contenuto di humus, buone caratteristiche granulometriche e idrologiche, favorisce la formazione del suolo agrario.

Esso rappresenta la copertura superficiale delle alluvioni recenti ed è costituito da materiale sabbioso, leggermente limoso, misto a resti organici di varia natura; lo spessore è dell'ordine di 0,50 - 1,00 metri.

Le caratteristiche fisico-meccaniche sono scadenti, in quanto caratterizzate da un’elevata capacità di ritenzione, un'abbondante componente organica ed un basso grado di addensamento; per cui si consiglia la totale asportazione ai fini dell’edificabilità.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 45 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

11.0 - INQUADRAMENTO SISMO-TETTONICO

Le ricerche sulla sismicità della Sicilia Orientale (BARBANO et Al., 1978, 1980, 1981, 1984) ed altri studi sui maggiori terremoti degli ultimi mille anni (BARBANO & COSENTINO, 1981; LOMBARDO, 1984) hanno dimostrato che più del 48 % del territorio siciliano ha subito, almeno una volta, una scossa sismica di intensità superiore al 9° M.S.K. 64.

La distribuzione degli epicentri e l’attività sismica (RIZNICHENKO, 1964) individua, oltre alla Calabria, la fascia orientale della Sicilia tra le aree ad elevata pericolosità sismica, con rischio sismico più alto nelle zone densamente popolate.

Il “rischio sismico” del territorio di Messina è legato ai grossi eventi sismici, a carattere regionale, come quelli del 1908, 1169 e 1693.

BARBANO, CARROZZO, COSENTINO et Al. (1984) in accordo con RIZNICHENKO (1964) sottolineano come le aree di Messina - Reggio e del Monte Etna siano ad alto rischio sismico, con attività sismica A > 1.

Gli stessi autori in accordo con GUMBEL, forniscono una tabella che lega la magnitudo al periodo di ritorno considerato come intervallo di tempo per il quale è probabile che si verifichi l’evento sismico.

Per la parte Nord della Sicilia Orientale forniscono i seguenti dati:

MAGNITUDO PERIODO DI RITORNO (ANNI) 3 4 4 12 5 39 6 123

Per piccoli valori di magnitudo si hanno quindi periodi di ritorno di circa quattro anni.

Per “magnitudo” s’intende la misura quantitativa della dimensione di un terremoto; COSENTINO & LOMBARDO (1980) legano la magnitudo macroscopica (M) alla intensità di un terremoto mediante la relazione:

M = 0,52 I (M.S.K.) + 1,35 in cui l’intensità sismica I (M.S.K.) è legata alla intensità della scala Mercalli Modificata (Imm) dalla relazione:

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 46 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

I (M.S.K.) = 0,94 IMM + 0,08

A titolo di esempio si riporta la correlazione tra le varie scale per il terremoto di Messina del 1908:

Scala Merc. Mod. IMSK Magnitudo

12 11 7,1

L’analisi della storia sismica del territorio in esame è stata eseguita con l’ausilio del “Catalogo dei Terremoti” del C.N.R. nell’ambito del progetto finalizzato di geodinamica BARBANO, COSENTINO, LOMBARDO, PATANE’, 1980, rilevando l’intensità sismica dell’area in esame nel periodo compreso tra il 1783 ed il 1978:

A N N O INT. M.S.K. - 64

1783 6 1818 5 1823 4 1894 5 1897 5 1898 3 1905 3 1907 4 1908 7 1912 31/2 1914 3 1959 4 1961 3 1975 4 1978 5

Nel territorio di Torregrotta (ME), così come nell’entroterra messinese esistono delle configurazioni strutturali, rappresentate dalle dislocazioni tettoniche (faglie), che possono modificare la risposta locale all’imput sismico.

Lo studio del comportamento di una faglia, con particolare riferimento alla “attività” (intendendo con tale termine la possibilità di movimento in condizione di sollecitazioni sismiche) richiederebbe un’osservazione con tempi lunghissimi.

In assenza di tali dati si può ragionevolmente ammettere che in corrispondenza delle faglie, essendo queste delle superfici di discontinuità, l’evento sismico possa provocare fenomeni locali di amplificazione e/o smorzamento. Il risultato è comunque una diversa risposta alle due porzioni di terreno separate dalla discontinuità tettonica. Tuttavia è

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 47 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ opportuno fare rilevare che non si hanno notizie storiche di movimenti delle faglie esistenti nel territorio in esame durante gli eventi sismici.

CLASSIFICAZIONE SISMICA

Il comune di Torregrotta risulta inserito nell’elenco dei comuni della Sicilia classificati sismici con i criteri adottati nella delibera di Giunta Regionale n. 408 del 19 dicembre 2003.

Ai sensi del Decreto della Regione Siciliana 15 gennaio 2004 pubblicato sulla G.U.R.S. N. 7 del 13 febbraio 2004, relativo all’individuazione, formazione ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche ed adempimenti connessi al recepimento ed all’attuazione dell’O.P.C.M. 3274/2003, il comune di Torregrotta risulta classificato in “zona 2”.

Con l’O.P.C.M. 3519/2006 si introduce un nuovo concetto di classificazione sismica del territorio nazionale, concettualmente più valida delle precedenti, che non tiene più conto dei limiti comunali, ma di dati d’ingresso puramente sismici e geologici, rappresentati dal catalogo parametrico dei terremoti italiani (CPTI04) e dalla nuova zonazione sismogenetica “ZS9”, secondo la quale il territorio italiano

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 48 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ risulta suddiviso in 36 diverse zone, numerate da 901 a 936, più altre 6 zone, identificate con le lettere da “A” a “F”. Per zone sorgente, o sismogenetiche, si intendono quelle aree che si possono considerare omogenee dal punto di vista geologico strutturale e soprattutto cinematico.

Attraverso l’analisi della geometria delle strutture attive e lo studio dei meccanismi di movimento crostale e della distribuzione egli eventi sismici a seconda dei valori di magnitudo, si definisce la mappatura della penisola italiana e di alcune aree adiacenti mediante la suddivisione in zone sismiche, i cui contorni sono stabiliti da una corretta associazione di criteri geologici e sismologici.

Di seguito viene rappresentata la mappa di pericolosità sismica del territorio regionale, la quale tiene conto di ben 12 zone sismiche in funzione dei valori dell’accelerazione massima del suolo (ag), espressa con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, e riferita a suoli di tipo A.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 49 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

Secondo la classificazione sismica O.P.C.M. 3519/2006 il territorio comunale di Torregrotta presenta un grado di pericolosità sismica esprimibile, in termini di accelerazione massima del suolo, secondo valori di ag compresi tra 0,150 g e 0,200 g.

Per quanto riguarda i dati del sisma di progetto, essi possono essere ricavati attraverso l'analisi probabilistica dei dati del Catalogo Sismico Nazionale. In particolare si fa riferimento alla magnitudo massima attesa nella zona sismogenetica di competenza.

Si considera sempre la zonazione sismogenetica “ZS 9”, secondo la quale la sismicità può essere distribuita in 36 zone, a ciascuna delle quali è associata una magnitudo massima Mwmax.

Per i siti che cadono in una delle 36 zone sismogentetiche predette si assume come M il valore di Mwmax.

Ai fini della verifica a liquefazione e per i siti che non ricadono in alcuna zona sismogenetica si determinano le minime distanze (Ri) dalle zone (i) circostanti e si controlla per ciascuna di esse se la magnitudo Mi della zona è inferiore alla magnitudo fornita dalla relazione Ms = 1+3 log (Ri). Se ciò accade, la verifica a liquefazione non è necessaria. Se invece è necessaria, si assume il valore di magnitudo Mi più alto fra quelli per i quali la verifica è necessaria.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 50 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

12.0 - PERICOLOSITA’ GEOLOGICA

Da un’attenta analisi ed interpretazione degli aspetti geologici, idrogeologici, geomorfologici e geomeccanici dell’area in esame, è stato possibile definire la “carta della pericolosità geologica” (Tav. 6). Trattasi di un elaborato tecnico, di supporto per le scelte di pianificazione territoriale, che tende a differenziare, nei limiti del possibile, aree a diverso grado di pericolosità geologica.

Per pericolosità si indica la "probabilità che un certo fenomeno morfoevolutivo abbia luogo in un’area definita, in un certo arco di tempo"; essa è legata al rischio e al danno potenziale dalla seguente equazione: Rischio = Pericolosità x Danno.

La pericolosità del territorio deve essere considerata in senso relativo e non in senso assoluto, in relazione ai fenomeni di carattere geomorfologico, idraulico e sismico.

La valutazione della pericolosità può essere associata alla conoscenza di quattro elementi fondamentali: probabilità che un evento si verifichi, intensità o magnitudo dell'evento, estensione dell’area minacciata e stato di attività.

Per ciò che concerne il territorio studiato la pericolosità geologica risulta costituita dalla sommatoria delle seguenti pericolosità: Geomorfologica, Idraulica e Sismica.

La valutazione del danno atteso non può tralasciare la vulnerabilità del sistema antropico insistente nel territorio analizzato. L’insieme di categorie associabili possono così essere distinte: vite umane, edifici, attività produttive, oltre a elettrodotti, reti telefoniche, acquedotti, strade, ferrovie, etc.

Risulterebbe sicuramente efficace l’azione preventiva che si può svolgere in diverse modalità:

- Messa in sicurezza, applicazione della normativa antisismica sul patrimonio edilizio; - Manutenzione degli alvei torrentizi; - Manutenzione dei sottoservizi stradali (tombini, caditoie) e reti fognarie; - Corretto smaltimento delle acque piovane provenienti dai centri urbani; - Monitoraggio e messa in sicurezza dei settori interessati da dissesti idrogeologici; - Corretta progettazione e ubicazione della rete stradale. - Realizzazione di efficaci sistemi costruttivi sismoresistenti.

La definizione del rischio indica, invece, "le conseguenze attese a seguito di eventi calamitosi su edifici, patrimonio ambientale, infrastrutture, attività socio-economiche e lesione o perdite di vite umane".

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 51 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

La classificazione del territorio comunale di Torregrotta, in termini di pericolosità geologica, è stata articolata in 5 livelli (“A” Trascurabile ; “B” Basso ; “C” Medio; “D” Elevato; “E” Molto elevato) ed esprime, in modo schematico, l’intensità del grado di esposizione delle varie aree.

“A” (AREE CON GRADO DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA “TRASCURABILE”)

. Aree caratterizzate dalla presenza di depositi alluvionali a morfologia pianeggiante o a debole pendenza che in atto non mostrano condizioni di pericolosità geologica. Discrete e variabili le caratteristiche geomeccaniche e buono il drenaggio (piana alluvionale, notevolmente urbanizzata, che si estende dalla costa fino al confine Sud con la Fiumara Bagheria).

“B” (AREE CON GRADO DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA “BASSO”)

. Aree collinari sub-pianeggianti caratterizzate da depositi terrazzati

. Aree acclivi, caratterizzate da terreni dotati di buone caratteristiche fisico-meccaniche.

“C” (AREE CON GRADO DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA “MEDIO”)

. Aree acclivi, caratterizzate da terreni plastici, con propensione al dissesto moderato (Area collinare argillosa - zona Sud del territorio comunale).

. Accumuli detritici di versante contraddistinti da scadenti caratteristiche fisico- meccaniche dei terreni.

. Cave di argilla - aree fortemente incise e dissestate.

. Area interessata dalla discarica di RSU.

. Aree classificate nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) come aree a pericolosità geomorfologica P2.

“D” (AREE CON GRADO DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA “ELEVATO”)

. Aree a cavallo di faglie, potenzialmente soggette ad accentuazione dei fenomeni sismici.

. Aree fortemente incise, caratterizzate da trasporto solido durante intense precipitazioni meteoriche (Incisioni torrentizie del Rio Granatara e del Torrente Caracciolo).

. Orli di scarpate (Aree di cava ed aree collinari poste nella zona Sud del territorio).

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 52 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

. Linee d’impluvio (Incisioni e valloni secondari).

“E” (AREE CON GRADO DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA “MOLTO ELEVATO”)

. Aree torrentizie di fondo valle, soggette alla dinamica del corso d’acqua (Fiumara Bagheria).

. Zone di spiaggia (litorale di Scala Torregrotta) soggette alla dinamica del moto ondoso. (I settori orientali in erosione sono classificati nel Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico - Unità Fisiografica n° 1 da capo Milazzo a Capo Peloro, come aree a pericolosità P3 e P4).

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 53 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

13.0 - PERICOLOSITA’ SISMICA

Dall’analisi e dalla valutazione integrata degli elementi geologici, idrogeologici, geomorfologici e dei dati acquisiti dalle indagini geofisiche, geotecniche e geognostiche, è stato possibile evidenziare, sulla base del quadro conoscitivo desunto, le aree ove possono verificarsi effetti locali o di sito. Tale valutazione è stata rappresentata nel supporto al presente studio, attraverso la realizzazione della “carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica” (M.O.P.S.) che ha individuato qualitativamente gli elementi in grado di generare i fenomeni di amplificazione locale ed instabilità dinamica. Tale carta e la relativa legenda seguono gli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” e successivi aggiornamenti, approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile e dalla Conferenza unificata delle Regioni e delle Province autonome, e evidenzia sia le problematiche geologiche che gli effetti di sito attendibili nel territorio comunale.

Con il termine microzonazione sismica (MS) si intende la “valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo”. E’ noto infatti che un terremoto può produrre, nell’ambito dello stesso sito, effetti deformativi diversi dovuti a differenti situazioni “geologiche” locali. Infatti l’esame della distribuzione dei danni prodotti da un terremoto nello stesso territorio dimostra che le azioni sismiche possono assumere anche a distanza di poche decine di metri caratteristiche differenti in funzione delle diverse condizioni locali (morfologia superficiale, morfologia del substrato roccioso sepolto, presenza e profondità della falda freatica, costituzione e proprietà del sottosuolo, presenza di faglie, etc.).

Per tale motivo gli studi di microzonazione sismica mirano a studiare il territorio evidenziandone quelle caratteristiche locali che alterano l’azione sismica rispetto ad un comportamento sismico “di base”, producendo di conseguenza amplificazioni del moto e fenomeni di instabilità del terreno. La selezione di aree a diverso comportamento sismico è pertanto di grande importanza ai fini della pianificazione e della realizzazione degli interventi sul territorio.

Gli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” di cui sopra, considerano 3 livelli a complessità crescente attraverso i quali compiere uno studio di microzonazione sismica. In questa sede di studio geologico a supporto del PRG viene analizzato il livello 1, che consiste nella raccolta di dati preesistenti allo scopo di suddividere il territorio in microzone a comportamento sismico omogeneo, il quale servirà da base per orientare successivi approfondimenti.

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Lo studio di microzonazione sismica del Comune di Torregrotta inizia con l’analisi delle caratteristiche litostratigrafiche e morfologiche del territorio comunale, già acquisite e riportate nella cartografia di analisi. Le informazioni utili per redazione della carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica sono state ricavate dalla carta geologica, dalla carta geomorfologica, dalla carta litotecnica, dalla carta delle indagini, dai sondaggi geognostici e dalle indagini geofisiche precedentemente realizzati, dalle sezioni geologiche, dai dati riguardanti la soggiacenza della falda idrica. Sulla scorta di questi elementi, il territorio comunale viene ripartito in 3 macroaree:

- Zone stabili - Zone stabili suscettibili di amplificazioni locali - Zone suscettibili di instabilità

Ognuna di queste macroaree viene suddivisa in zone a comportamento sismico omogeneo, di seguito illustrate.

ZONE STABILI

Zone caratterizzate dall’affioramento di roccia rigida con morfologia pianeggiante o poco inclinata (pendii con inclinazione inferiore a circa 15°). Il substrato geologico è descritto da velocità di propagazione delle onde di taglio Vs > 800 m/s e viene considerato come bedrock sismico di riferimento; lo scuotimento è funzione unicamente dell’energia dell’evento sismico e della distanza dall’ipocentro, pertanto non sussistono fenomeni locali di amplificazione del moto sismico. Gli elementi che permettono di discriminare differenti tipi di zone stabili sono la natura litotecnica del substrato, la presenza di stratificazione e il grado di fratturazione.

Dall’esame delle formazioni geologiche ricadenti nel territorio comunale, viene considerata una sola tipologia di substrato rigido, lapideo e non stratificato, afferente alla zona 1: tale microzona sismica raggruppa litotipi appartenenti ai Trubi del Pliocene inferiore e ai Calcari evaporitici messiniani.

ZONE STABILI SUSCETTIBILI DI AMPLIFICAZIONI LOCALI

Zone suscettibili di amplificazione del moto sismico, come effetto dell’assetto litostratigrafico e morfologico locale.

I litotipi che rientrano in questa classe appartengono ai depositi alluvionali torrentizi e costieri, in corrispondenza dei quali è edificata la quasi totalità degli insediamenti antropici, e ai termini di substrato descritti da velocità delle onde trasversali Vs < 800 m/s. Sotto il profilo

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 55 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ granulometrico, i sedimenti alluvionali si presentano prevalentemente sabbiosi, con percentuale variabile di ghiaia (talvolta selezionata in orizzonti lentiformi) e con scarsa frazione limose, il cui stato di addensamento è variabile da poco addensato in superficie fino ad addensato nei livelli più profondi. Appartengono invece al substrato sismicamente “lento” le argille grigio-azzurre e le calcareniti e sabbie plio-pleistoceniche, l’alternanza sabbioso- pelitico-arenacea del Serravalliano-Tortoniano.

Le zone stabili suscettibili di amplificazioni locali sono state differenziate in funzione degli spessori del materasso alluvionale e della presenza in sottosuolo, a profondità significative, del bedrock sismico riconducibile alla zona 1. Esaminando i logs stratigrafici dei sondaggi geognostici e i dati ricavati dalle prospezioni sismiche del sottosuolo che sono stati realizzati nel territorio comunale, sono state tracciate con un processo di interpolazione le curve isopache dell’orizzonte alluvionale, scegliendo i valori di eguale spessore pari a 10 m e 20 m. Di conseguenza vengono individuate 3 microzone sismiche suscettibili di amplificazioni locali, rappresentate dall’appoggio di depositi alluvioni su termini di substrato caratterizzato da Vs < 800 m/s, che si differenziano unicamente per gli spessori dei sedimenti terrigeni: la zona 2 considera spessori della copertura alluvionale compresi tra 0 e 10 m, la zona 3 evidenzia spessori compresi tra 10 e 20 m, mentre la zona 4 seleziona quelle aree del territorio in cui gli spessori alluvionali superano i 20 m.

Oltre alle precedenti sono state tracciate altre 2 zone suscettibili di amplificazioni locali, sulla base degli spessori del substrato caratterizzato da Vs < 800 m/s e sull’eventuale presenza in profondità di termini di substrato riconducibile alla zona 1: la zona 5 è descritta dall’affioramento di termini di substrato “lento” con spessori superiori a 100 m, mentre la zona 6 considera spessori compresi tra 0 e 100 m con il passaggio, in profondità, al substrato rigido non soggetto ad amplificazioni del moto sismico.

ZONE SUSCETTIBILI DI INSTABILITÀ

Zone potenzialmente soggette all’occorrenza di fenomeni di instabilità e di deformazioni permanenti in caso di evento sismico, oltre a possibili meccanismi di amplificazione del moto. Rientrano in questa classe quelle aree del territorio comunale che in condizioni statiche non manifestano una tendenza al dissesto o a meccanismi deformativi, ma che potrebbero subire deformazioni permanenti e irreversibili in caso di input dinamico.

Le zone suscettibili di instabilità presenti nel territorio comunale sono classificabili in 3 gruppi principali, in funzione della causa che implica la predisposizione all’instabilità in caso di evento sismico. Un gruppo è rappresentato dalle aree che sotto il profilo geomorfologico sono soggette a fenomeni franosi: fanno parte di questa categoria le tre aree segnalate dal

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PAI che sono già state evidenziate nella carta geomorfologica, due attive, distinte per la tipologia della frana (un’area è soggetta a colamento lento, mentre l’altra è a franosità diffusa) ed una quiescente (frana complessa). Queste aree sono riportate nella Tav. 7A con le sigle FR1 ,FR2 e FR3.

Un altro gruppo è rappresentato dalle faglie presenti nel territorio, che per cause geologico - strutturali possono provocare, in caso di evento sismico, cedimenti differenziali nella fascia di contatto tra litologie diverse.

L’ultima categoria che fa parte delle zone sismiche suscettibili di instabilità riguarda il fenomeno della liquefazione, che può essere innescato da un sisma in depositi granulari saturi: ciò che si verifica, durante l’applicazione dello scuotimento ciclico del sottosuolo, è la riduzione drastica della resistenza al taglio a causa dell’incremento delle pressioni neutre, con la conseguente fluidificazione dei terreni. Affinché il fenomeno della liquefazione possa accadere, è indispensabile che si verifichino alcune condizioni: la Magnitudo del sisma deve essere superiore a 5, la distribuzione granulometrica del deposito deve rientrare in un determinato range, la profondità media della falda deve essere inferiore a 15 m. Con i dati litologici e idrogeologici a disposizione per la redazione di questo studio, è stata evidenziata una fascia del territorio che potenzialmente può originare fenomeni di liquefazione in caso di evento sismico, in quanto descritta da orizzonti alluvionali a granulometria prevalentemente sabbiosa, (sabbiosa, sabbioso-limosa o sabbioso-ghiaiosa), con valori di soggiacenza della falda freatica < 15 m.

In studi successivi di maggiore dettaglio, per i singoli interventi progettuali, dovrà essere verificato il fattore di sicurezza nei confronti della liquefazione, a valle dell’acquisizione di una serie di dati puntuali, come ad esempio la Magnitudo degli eventi attesi, la stratigrafia del sito, la profondità della falda, integrandoli con la realizzazione di opportune prove geotecniche in situ e in laboratorio (analisi granulometrica, prove SPT, prove CPT, indagini sismiche per la misura delle onde di taglio).

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14.0 - SUSCETTIVITÀ D’USO DEL TERRITORIO

La carta delle suscettività del territorio rappresenta un documento di sintesi di tutto il repertorio cartografico prodotto nelle tavole allegate. Il processo di elaborazione che ha portato alla redazione di questa tavola è iniziato con lo studio dei lineamenti geologici, geomorfologici, idrogeologici, litotecnici e geognostici del territorio comunale di Torregrotta, i cui risultati sono stati evidenziati nelle relative tavole che compongono la cartografia di analisi a corredo del presente studio geologico di PRG. Tutti questi elementi sono serviti poi per la realizzazione di due importanti cartografie di sintesi, ossia la carta delle pericolosità geologiche e la carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica, che mettono in evidenza, rispettivamente, le pericolosità di natura geologica e sismica che il territorio possiede intrinsecamente. Sono state infatti inquadrate nelle Tav. 6 e 7 tutte quelle problematiche legate ad aspetti geologici (aree torrentizie, zone di spiaggia, orli di scarpata, aree di cava, aree caratterizzate dall’affioramento di terreni plastici, discariche di RSU, ecc.) e connesse alla dinamica sismica (presenza di depositi alluvionali e di termini di substrato caratterizzato da Vs < 800 m/s e pertanto soggetti ad amplificazione sismica in caso di evento sismico, aree suscettibili di liquefazione, ecc.) che si pongono come elementi vincolanti nelle scelte di pianificazione territoriale.

La “vocazione” geologica del sito è quindi imprescindibile per la valutazione della sua utilizzazione antropica: questo comporta l’integrazione del concetto di pericolosità a due importanti parametri: l’esposizione (che indica l’insieme degli elementi antropici a rischio quali popolazione, costruzioni, infrastrutture, servizi) e la vulnerabilità (cioè la propensione di un sistema a subire danni a seguito un dato evento). Queste tre componenti (pericolosità, esposizione e vulnerabilità) determinano la quantificazione del rischio, parametro fondamentale per la scelta d’uso del territorio e per la progettazione urbanistica.

Per cui, sulla scorta delle informazioni desunte dalla “carta delle pericolosità geologiche” e dalla “carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica” è stata realizzata la “carta delle suscettività del territorio” (Tav. 8), nella quale il comune di Torregrotta è stato ripartito in 4 macroaree, in funzione della presenza di elementi che condizionano l’idoneità all’edificazione.

A - Aree ad ampia suscettività d’uso

Ricadono in corrispondenza dell’affioramento di depositi alluvionali recenti, che non risultano esposti alla dinamica attuale dei corsi d’acqua e del moto ondoso. Sono descritte da litologie granulari prevalentemente sabbiose, caratterizzate da valori ottimali di

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 58 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ permeabilità. Non sono segnalati vincoli geologici, pertanto tali aree rappresentano siti idonei per l’urbanizzazione. E’ da segnalare che in caso di evento sismico, lo scuotimento del suolo potrebbe risultare amplificato rispetto ad un substrato riferimento.

B - Aree a suscettività d’uso condizionata

Sono comprese in questa categoria tutte quelle aree il cui uso è influenzato dalla sussistenza di determinati fattori condizionanti. L’utilizzo urbanistico di queste aree non è precluso, poiché è possibile progettare e realizzare opportune misure di mitigazione e di annullamento delle problematiche geologiche e/o sismiche che ne limitano lo sfruttamento. In funzione di tali fattori condizionanti, sono differenziate le seguenti aree:

- B1. Aree caratterizzate dalla presenza di depositi alluvionali sub-pianeggianti che potenzialmente sono soggetti al fenomeno della liquefazione. Le cause di questa predisposizione sono dovute alla presenza di depositi alluvionali a granulometria prevalentemente sabbiosa, che facilmente può manifestare l’insorgenza di questo fenomeno, e la concomitante presenza della falda freatica che si attesta ad una profondità inferiore ai 15 m rispetto al piano campagna. L’urbanizzazione è possibile previo accertamento del potenziale di sicurezza nei confronti della liquefazione.

- B2. Aree collinari sub-pianeggianti che corrispondono all’affioramento di depositi terrazzati, testimonianti paleo-livelli di stazionamento del mare. L’edificazione è possibile previa valutazione delle caratteristiche geotecniche locali. In caso si evento sismico sono soggette ad amplificazione del moto del suolo rispetto ad un substrato rigido caratterizzato da Vs > 800 m/s e da valori di inclinazione inferiori a 15°.

- B3. Aree localizzate su pendii ad inclinazione medio-alta, in corrispondenza delle quali affiorano termini di substrato sismicamente stabile, non soggetto ad amplificazione locale. L’edificazione è condizionata dalla verifica della stabilità del pendio e dalla programmazione di indagini e di studi specifici che possano consentire di adottare soluzioni migliorative del profilo di sicurezza e di stabilità.

- B4. Aree localizzate su pendii ad inclinazione medio-alta, per le quali valgono le stesse prescrizioni esposte per le aree “B3”. Un ulteriore elemento da considerare in questo caso è legato all’amplificazione sismica che queste aree subiscono in caso di evento sismico, in quanto caratterizzate dall’affioramento di litologie con velocità di propagazione delle onde di taglio < 800 m/s.

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- B5. Aree acclivi impostate su litologie argillose, con propensione al dissesto moderato. L’edificazione è condizionata dalla verifica delle caratteristiche geotecniche dei terreni affioranti e della stabilità del pendio. In considerazione della scarsa capacità di drenaggio, vanno attuati idonei interventi di regimentazione delle acque incanalate e diffuse. In caso di evento sismico, inoltre, sono soggette ad amplificazione locale del moto del suolo rispetto ad un substrato rigido di riferimento.

- B6. Aree caratterizzate da accumuli detritici di versante, contraddistinti da scadenti caratteristiche fisico-meccaniche. Vanno programmate specifiche indagini geologiche e geotecniche ed effettuate le verifiche di stabilità del versante.

C - Aree a suscettività d’uso interdetta

Fanno parte di questa categorie tutte quelle aree per le quali ne è precluso l’uso, a causa della presenza di vincoli legati a scenari di pericolosità geologica elevata. Sono differenziate le seguenti aree:

- C1. Aree torrentizie di fondo valle, sede della sedimentazione attuale dei corsi d’acqua. Sono ammesse soltanto quelle opere il cui scopo è la stabilizzazione e la rinaturalizzazione dell’alveo.

- C2. Aree di spiaggia, soggette alla dinamica del moto ondoso (settori orientali in arretramento). Consentiti interventi di difesa costiera volti alla riqualificazione ed al ripascimento della spiaggia.

- C3. Cave di argilla dismesse, per le quali sono auspicabili interventi di risanamento ambientale.

- C4. Discarica di RSU. Opportuni gli interventi di messa in sicurezza e/o bonifica.

- C5. Lineamenti morfologici, idrologici e strutturali, soggetti ad un vincolo di inedificabilità in corrispondenza di fasce di rispetto, poste ai lati, di estensione definita: per gli orli di scarpata ogni intervento deve arretrarsi di almeno 10 m dal ciglio;

per le linee di impluvio e gli argini, vige il vincolo di inedificabilità all’interno delle aree poste 10 m a sinistra e a destra;

per le faglie, l’inedificabilità è imposta entro una fascia di rispetto ampia 20 m su ciascun lato.

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D - Aree soggette a specifica normativa sovraordinata

Rientrano in questa categoria quelle aree interessate da dissesti, che risultano segnalate dal Piano per l’Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana e che sono state rappresentate nella carta geomorfologica (Tav. 2) oltre che in quella della suscettività.

Le suddette aree, ampiamente descritte nel Cap. 5, sono soggette alle prescrizioni contenute nelle Norme di Attuazione del PAI, pertanto nelle scelte di pianificazione territoriale bisognerà attenersi a tali specifiche norme, di seguito riportate, che indicano per ogni grado di pericolosità e rischio, i possibili interventi da realizzare.

Capo I - Assetto geomorfologico

Art. 8 - Disciplina delle aree a pericolosità geomorfologica

1. Le aree pericolose, in quanto interessate da dissesti, sono oggetto di disciplina a fini preventivi e sono l’ambito territoriale di riferimento per gli interventi di mitigazione del rischio geomorfologico.

2. Nelle aree a pericolosità “molto elevata” (P4) ed “elevata” (P3): - sono vietati scavi, riporti, movimenti di terra e tutte le attività che possono esaltare il livello di rischio atteso; - è vietata la localizzazione, nell’ambito dei Piani Provinciali e Comunali di Emergenza di Protezione Civile, delle "Aree di attesa", delle "Aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse" e delle "Aree di ricovero della popolazione".

3. In queste aree la realizzazione di elementi inseriti nelle classi E4 ed E3 è subordinata all’esecuzione degli interventi necessari alla mitigazione dei livelli di rischio atteso e pericolosità esistenti.

4. La documentazione tecnica comprovante la realizzazione degli interventi di riduzione della pericolosità dovrà essere trasmessa all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente che, previa adeguata valutazione, provvederà alle conseguenti modifiche, ai sensi del precedente art. 5.

5. Nelle aree a pericolosità P4 e P3, l’attività edilizia e di trasformazione del territorio, contenuta negli strumenti urbanistici generali o attuativi, relativa agli elementi E1 ed E2, è subordinata alla verifica della compatibilità geomorfologica. A tal fine, gli Enti locali competenti nella redazione degli strumenti urbanistici, predispongono e trasmettono all’Assessorato Territorio e Ambiente uno studio di compatibilità geomorfologica. Gli studi sono redatti sulla base degli indirizzi contenuti nell’Appendice “A”.

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6. Gli studi sono sottoposti al parere dell’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente che si esprime in merito alla compatibilità con gli obiettivi del P.A.I.

7. Nelle aree a pericolosità P4 e P3 sono esclusivamente consentite: - Le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; - Le occupazioni temporanee di suolo, da autorizzarsi ai sensi dell’articolo 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n.37; realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità; - Le opere relative ad attività di tempo libero compatibili con la pericolosità della zona, purché prevedano opportune misure di allertamento.

8. Nelle aree a pericolosità P2, P1 e P0, è consentita l’attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici, generali e attuativi, e di settore vigenti, corredati da indagini geologiche e geotecniche effettuate ai sensi della normativa in vigore ed estese ad un ambito morfologico o ad un tratto di versante significativo.

9. Tutti gli studi geologici di cui ai commi precedenti devono tener conto degli elaborati cartografici del P.A.I., onde identificare le interazioni fra le opere previste e le condizioni geomorfologiche dell’area nel contesto del bacino idrografico di ordine inferiore.

Art. 9 - Disciplina delle aree a rischio geomorfologico molto elevato (R4)

1. Nelle aree a rischio molto elevato (R4), sono esclusivamente consentiti:

a) Gli interventi di demolizione senza ricostruzione, da autorizzarsi ai sensi dell’articolo 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37;

b) Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi di restauro e risanamento conservativo e gli interventi di ristrutturazione edilizia parziale degli edifici che non comportino delle modifiche strutturali (con esclusione pertanto della loro demolizione totale e ricostruzione), così come definiti dall’articolo 20, comma 1, lettere a), b), c) e d) della legge regionale 27 dicembre 1978 n.71;

c) Gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume e cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico urbanistico;

d) Gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;

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e) Le occupazioni temporanee di suolo, da autorizzarsi ai sensi dell’art. 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37, realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità;

f) Gli interventi di consolidamento per la mitigazione del rischio di frana;

g) Gli interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di abbattimento di barriere architettoniche.

Art. 10 - Disciplina delle aree a rischio geomorfologico elevato (R3)

1. Nelle aree a rischio elevato (R3) valgono le stesse disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo precedente e sono altresì consentiti:

a) gli interventi di adeguamento igienico-funzionale degli edifici esistenti, ove necessario, per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro, connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto;

b) l’ampliamento o la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico esistenti, purché compatibili con lo stato di dissesto esistente.

Capo II - Assetto idraulico

Art. 11- Disciplina delle aree a pericolosità idraulica

1. Nelle aree a pericolosità idraulica P4 e P3 sono vietate tutte le opere e le attività di trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico ed edilizio, relativamente agli elementi individuati in E4 ed E3.

2. In queste aree, la realizzazione di elementi inseriti nelle classi E4 ed E3 è subordinata all’esecuzione degli interventi necessari alla mitigazione dei livelli di rischio atteso e pericolosità esistenti.

3. La documentazione tecnica comprovante la realizzazione degli interventi di riduzione della pericolosità dovrà essere trasmessa all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente che, previa adeguata valutazione, provvederà alle conseguenti modifiche.

4. In queste aree sono esclusivamente consentiti:

a) I cambi colturali, purché non interessino un’ ampiezza dal ciglio della sponda adeguata all’area potenzialmente inondabile;

b) Gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e all’eliminazione,

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 63 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica;

c) Le opere di difesa, di sistemazione e di manutenzione idraulica, atte a mitigare il rischio;

d) Eccezionalmente, la realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali e nuove opere pubbliche a condizione che sia incontrovertibilmente dimostrata l’assenza di alternative di localizzazione e che sia compatibile con la pericolosità dell’area;

e) Nuove costruzioni necessarie per la conduzione aziendale delle attività agricole esistenti, non localizzabili nell’ambito dell’azienda agricola, purché le superfici abitabili siano realizzate a quote compatibili rispetto al livello idrico definito dalla piena di riferimento;

f) Gli interventi relativi ad attività di tempo libero compatibili con la pericolosità idraulica della zona, che non comportino edificazione o riduzione della funzionalità idraulica e purché siano attivate opportune misure di allertamento;

g) Occupazioni temporanee, se non riducono la capacità di portata dell’alveo, realizzate in modo da non recare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena. Gli interventi di cui all’articolo 20, comma 1, lettera d) della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71, a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione dell’attuale capacità d’invaso delle aree stesse;

h) La realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, nonché l’ampliamento o la ristrutturazione delle esistenti, purché compatibili con il livello di pericolosità esistente. A tal fine i progetti dovranno essere corredati da uno studio di compatibilità idraulica redatto secondo gli indirizzi contenuti nell’Appendice “B”;

i) I depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattive autorizzate da realizzarsi secondo le modalità prescritte dai dispositivi di autorizzazione.

5. Nelle aree a pericolosità P4 e P3, l’attività edilizia e di trasformazione del territorio, contenuta negli strumenti urbanistici generali o attuativi, relativa agli elementi E1 ed E2, è subordinata alla verifica della compatibilità idraulica. A tal fine, gli Enti locali competenti nella redazione degli strumenti urbanistici, predispongono e trasmettono all’Assessorato Territorio e Ambiente uno studio di compatibilità idraulica. Gli studi sono redatti sulla base degli indirizzi contenuti nell’Appendice “B”.

6. Gli studi sono sottoposti al parere dell’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente che si esprime in merito alla compatibilità con gli obiettivi del P.A.I..

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7. Nelle suddette aree non è consentito l’uso abitativo e commerciale dei locali interrati e/o seminterrati degli edifici da realizzare, né è consentita la modifica di destinazione nei locali interrati e/o seminterrati degli edifici esistenti.

8. Nelle aree a pericolosità P2, P1 e P0, è consentita l’attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici, generali e attuativi, e di settore vigenti, corredati da un adeguato studio idrologico-idraulico, esteso ad un ambito significativo, con il quale si dimostri la compatibilità fra l’intervento ed il livello di pericolosità esistente.

9. Tutti gli studi di cui ai commi precedenti devono tener conto degli elaborati cartografici del P.A.I., onde identificare le interazioni fra le opere previste e le condizioni idrauliche dell’area.

Art. 12 - Disciplina delle aree a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3)

1. Nelle are Nelle aree a rischio idraulico molto elevato (R4) ed elevato (R3) sono esclusivamente consentiti:

a) Gli interventi di demolizione senza ricostruzione da autorizzarsi ai sensi dell’articolo 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37;

b) Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi di restauro e risanamento conservativo e gli interventi di ristrutturazione edilizia parziale degli edifici (con esclusione pertanto della loro totale demolizione e ricostruzione) così come previsto dall’articolo 20, comma 1, lettere a), b), c) e d) della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71;

c) Gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superfici e volume, anche con cambiamenti di destinazione d’uso;

d) Gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche e di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela;

e) Interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di abbattimento di barriere architettoniche;

f) Gli interventi di difesa idraulica per la mitigazione o riduzione del rischio idraulico.

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15.0 - CONCLUSIONI

L’aggiornamento dello studio geologico a supporto del PRG di Torregrotta ha riguardato i principali aspetti morfologici, geologici, idrogeologici e geotecnici dell’area comunale, con lo scopo di individuare le pericolosità geologiche e sismiche del territorio e determinarne quindi la suscettività di utilizzazione urbanistica.

Sulla scorta di quanto esposto nei capitoli precedenti, si può affermare che nel territorio comunale di Torregrotta risultano molto estese le aree dotate di sufficienti condizioni di stabilità generale. Appaiono privilegiate e, quindi, idonee ad essere urbanizzate, in ottemperanza alle prescrizioni di legge, le aree caratterizzate dalla presenza di depositi alluvionali a morfologia pianeggiante o a debole pendenza, contraddistinte da un grado di pericolosità geologica trascurabile.

Tali depositi occupano gran parte del territorio comunale, estendendosi dalla costa fino al confine sud-occidentale con la Fiumara Bagheria, hanno uno spessore variabile da pochi metri fino a oltre 30 metri e poggiano prevalentemente sul substrato costituito dalle argille grigio azzurre. Questa notevole coltre alluvionale, limitata inferiormente dal substrato impermeabile, rappresenta un’importante struttura idrogeologica, che alimenta i pozzi di captazione ubicati sulla piana.

Gran parte di quest’area sub-pianeggiante, benché stabile, in caso di evento sismico, potrebbe essere soggetta a fenomeni di liquefazione, a causa della profondità del livello di falda inferiore ai 15 metri dal p.c. e per la presenza di depositi alluvionali prevalentemente sabbiosi. In tale area, individuata nella carta della suscettività, l’urbanizzazione è possibile a condizione che venga accertato, per ogni intervento progettuale, il potenziale di sicurezza nei confronti della liquefazione, ai sensi delle norme tecniche vigenti.

Altre aree più o meno acclivi, ubicate in zone collinari, caratterizzate sia da terreni dotati di buone caratteristiche fisico meccaniche, sia da litotipi plastici passibili di alterazione superficiale, rientrano fra le “aree a suscettività d’uso condizionata” (vedi tav. 8), nelle quali l’edificazione è possibile previe indagini, verifiche o accertamenti, indicate dettagliatamente nel Cap. 14.

Nelle aree ad elevata pendenza, caratterizzate da scarpate ripide e da incisioni a “V” o impluvi accidentati, nonché in prossimità di dislocazioni tettoniche (faglie), l’edificabilità è interdetta. Queste aree, in occasione di eventi sismici, sono soggette a possibili amplificazioni diffuse del moto del suolo connesse con la focalizzazione delle onde sismiche. Per tali lineamenti morfologici, idrologici e strutturali, si indicano le seguenti

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 66 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐ prescrizioni di inedificabilità, in corrispondenza di fasce di rispetto, poste ai lati, di estensione definita:

- per gli orli di scarpata ogni intervento deve arretrarsi di almeno 10 metri dal ciglio; - per le linee di impluvio e gli argini, vige il vincolo di inedificabilità all’interno delle aree poste 10 m a sinistra e a destra; - per le faglie, l’inedificabilità è imposta entro una fascia di rispetto ampia 20 m su ciascun lato.

Per ciò che concerne il litorale della frazione Scala, sono stati evidenziati significativi fenomeni di erosione costiera. Il notevole arretramento subito dalla spiaggia è imputabile all’azione erosiva delle correnti, non compensata dall’apporto solido fluviale. Sono consentiti interventi di difesa costiera volti alla riqualificazione ed al ripascimento della spiaggia.

Nella parte centro e nord-orientale del territorio comunale, si colloca un’area interessata da cave di argilla, attualmente dismesse, ma che hanno subito in passato un notevole sfruttamento. La zona, molto esposta, sia dal punto di vista geologico che sismico, si presenta, allo stato attuale, fortemente accidentata e instabile. Sono auspicabili, quindi, interventi di risanamento ambientale.

Nella carta della suscettività del territorio (tav. 8), sono state inserite anche le “aree soggette a specifica normativa sovraordinata”; si tratta di quelle aree interessate da dissesti, che risultano segnalate dal PAI della Regione Siciliana. Le suddette aree sono soggette alle prescrizioni contenute nelle Norme di Attuazione del PAI, pertanto nelle scelte di pianificazione territoriale bisognerà attenersi a tali specifiche norme (riportate nel Cap. 14 del presente studio) che indicano per ogni grado di pericolosità e rischio i possibili interventi da realizzare.

Nelle carte della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione n. 02 e 04 allegate allo studio del PAI del bacino idrografico 003 (area intermedia T. Saponara - F. Niceto), è rappresentato il sito di attenzione denominato “003-E05” che ricopre un’ampia superficie del centro abitato di Torregrotta (circa 0,42 km2). All’interno del suddetto sito di attenzione, in base alle Norme di Attuazione del PAI, è consentita l’attuazione delle previsioni degli strumenti urbanistici, previo approfondimento del livello di conoscenza delle condizioni di pericolosità, da effettuarsi con adeguato studio idrologico-idraulico, esteso ad un ambito significativo, con il quale si dimostri la compatibilità fra l’intervento ed il livello di pericolosità esistente.

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 67 ‐ dott. geologo Vincenzo Pinizzotto ‐

A conclusione del presente studio geologico, essenziale nella valutazione della destinazione d’uso del territorio comunale, appare utile rimarcare che lo stesso non potrà sostituire in alcun caso gli studi geologici relativi ai singoli progetti di nuova edificazione, di demolizione e ricostruzione, di miglioramento o adeguamento sismico, i quali dovranno essere supportati da indagini e verifiche puntuali, diversificate a seconda delle caratteristiche peculiari dell’area d’interesse.

Torregrotta, gen. 2014

IL GEOLOGO Vincenzo Pinizzotto

relazione geologica PRG Torregrotta (ME) pag. 68