4/2/2017 Scavi ­ Direzione Generale per le Antichità ­ Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Direzione Generale per le Antichità ‐ Ministero dei beni e delle attività

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Vicovaro (RM). Acquedotti in loc. San Cosimato

Tipologia bene scavato Infrastruttura idrica ‐ Acquedotto

Regione / Stato estero

Provincia Roma

Comune Vicovaro

Localizzazione specifica gola di San Cosimato, km 1.5 ad E di Vicovaro (Catasto F. 12, part. 235, F. 13, part. 44)

Coordinate geografiche F. 144, Vicovaro, II S.E.

Istituto‐ufficio competente Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

Tipologia scavo Conduzione diretta

Tipologia finanziamento Soc. ACEA

Anno campagna di scavo 2012

Responsabile di cantiere Fabiana Marino

Responsabile scientifico Zaccaria Mari

Datazione bene scavato: DA 199 a.C. ‐ 476 d.C.

Datazione bene scavato: A 199 a.C. ‐ 476 d.C.

Descrizione campagne

Nel 2012 indagini archeologiche preliminari a un intervento dell’ACEA per la messa in sicurezza della strada di accesso alla diga della centrale idroelettrica in loc. San Cosimato hanno consentito di documentare i resti di due acquedotti che rifornivano Roma. Nella gola dell’, infatti, sotto il medievale convento di San Cosimato, corrono, in speco sotterraneo, tre dei quattro acquedotti c.d. aniensi provenienti dalla zona più a monte: l’aqua Marcia (144‐140 a.C.) e l’aqua Claudia (38‐52 d.C.) sul versante settentrionale e l’Anio novus (38‐52 d.C.) su quello meridionale. Il quarto acquedotto aniense, il più antico, l’Anio vetus (272‐270 a.C.) nasceva a San Cosimato o, più a valle, presso Vicovaro (fig. 1).

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Fig. 1 – Il corso degli acquedotti nella zona di Vicovaro (da Ashby 1935)

Il primo appartiene al canale di diramazione dell’aqua Claudia (fig. 2, A) che si staccava dallo specus originario, attraversava (dopo una notevole pendenza) l’Aniene con un ponte e proseguiva per circa km 1.5 sulla sponda Sud, ove si riconnetteva al condotto principale, il quale raggiungeva anch’esso la sponda Sud.

Fig. 2 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: posizionamento dei resti sulla mappa catastale

Il tratto di canale riportato alla luce, completamente interratosi dopo il rilevamento di Th. Ashby agli inizi del sec. XX (fig. 3), inizia con un pozzo quadrato in opus latericium (fig. 4), munito di ‘pedarole’ e di quattro incavi verticali sui due lati relativi alle guide per la saracinesca (figg. 5‐6).

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Fig. 3 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: diramazione dell’aqua Claudia (foto Ashby, da I giganti 2007)

Fig. 4 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: pianta e sezione del condotto dell’aqua Claudia

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Fig. 5 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: pozzo dell’aqua Claudia

Fig. 6 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: particolare del pozzo dell’aqua Claudia

Il condotto in pendenza (largh. m 1.05, lungh. visibile 13 ca.) conserva per un’altezza di circa un metro solo la spalla Sud in opus mixtum di reticulatum e laterizi (fig. 7).

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Fig. 7 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: condotto dell’aqua Claudia

L’intonaco impermeabilizzante in cocciopesto è ricoperto da spesse e due incrostazioni calcaree. Nel punto più basso si trova il pilone di partenza del ponte, anch’esso in ottimo opus mixtum, ma con un muro di rinfianco in laterizio di epoca tarda nel lato Nord (fig. 8). Sulla parete del pilone si trova l’edicola “della Madonnella” (sec. XVIII?) che è stata restaurata (fig. 9) unitamente alla sistemazione e protezione dei resti. Il ponte, già crollato prima del 1780 come documenta una bella “veduta” di J.P. Hackert che mostra anche un moderno ponte stradale, il mulino Bolognetti e d’edicola (fig. 10), presentava secondo Ashby due piccoli archi sulla sponda Nord e due più grandi sul letto del fiume.

Fig. 8 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: pilone del ponte dell’aqua Claudia

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Fig. 9 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: l’edicola “della Madonnella” dopo il restauro

Fig. 10 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato: dipinto di J.P. Hackert

Attualmente rimane visibile il pilone con la lunga spalla sulla sponda Sud (fig. 2, C), che conserva l’aggetto dell’arco come nel dipinto di Hackert, ma con le superfici più degradate.

Sulla sponda Sud il canale della Claudia è visibile sul fondo della mulattiera (fig. 2, D), anche qui abbondantemente ricoperto di incrostazioni.

La diramazione della Claudia a San Cosimato è datata in età adrianea sulla base della perfetta tecnica muraria in opus mixtum.

Il secondo condotto (fig. 2, B), pertinente all’aqua Marcia, è stato documentato presso il mulino Bolognetti (fig. 2, E). È ipogeo, scavato nel banco di concrezioni e quasi completamente occluso, raggiungibile da un pozzo con ‘pedarole’ sormontato da una nicchia rettangolare (fig. 11). Anche la Marcia, poco più a valle della Claudia, attraversava l’Aniene portandosi sulla sponda sinistra; il ponte, di cui sopravvivono scarsi resti, è un’altra testimonianza dei consistenti lavori che l’imperatore Adriano realizzò in questo importante ‘nodo’ degli acquedotti.

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Fig. 11 – VICOVARO, Acquedotti in loc. San Cosimato

Zaccaria Mari, Fabiana Marino

Bibliografia / Cartografia

Th. Ashby, Gli acquedotti di Roma antica, Roma 1991 (traduz. di The Aqueducts of ancient , Oxford 1935), pp. 127‐129, pp. 225‐229, figg. 38 (pianta e sezione), 40 (foto); M.L. Marchi, F. Pompilio, I giganti dell’acqua, acquedotti romani del Lazio nelle fotografie di Thomas Ashby (1982‐1925), a cura di S. Le Pera, R. Turchetti, Roma 2007, pp. 112‐113, nn. 1‐2; H.B. van Deman, The Building of the Roman Aqueducts, Washington 1934, p. 198; Z. mari, Nuovi cippi degli acquedotti aniensi. Considerazioni sull’uso dei cippi acquari, “Papers of the British School at Rome” 59, 1991, pp. 168‐170; G. Cappa, A. Felici, Acquedotti romani, cisterne, cavità artificiali e naturali nella rupe di San Cosimato a Vicovaro, “Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte” 71, 1998, pp. 67‐68 (caposaldo 14), pp. 72‐73, tav. XLI; G. De Angelis, Le “dieci vedute” della casa di campagna di Orazio” (1780) di Jacob Philipp Hackert, in Monti Lucretili. Parco Regionale Naturale, a cura di G. De Angelis, Tivoli 19955, p. 108, veduta III.

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