R.T. Rev.1 14.06.2018

COMUNE DI Via Trento 2 - 09037 San Gavino Monreale

Det.n. 77 del 22/12/2015, Reg. Gen. N. 891 23/12/2015; C.I.G. Z4C1633964

AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE DELLA SARDEGNA Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) in attuazione del D.Lgs. n. 152/06

RELAZIONE TECNICA

PROPOSTA DI VARIANTE PAI Art.37 NdA – VARIANTI ED AGGIORNAMENTI DEL PAI. Comma 3 lettera b: studi di maggior dettaglio eseguiti da enti territoriali ed enti locali

ANALISI DELL'ASSETTO IDRAULICO E GEOMORFOLOGICO ESTESA A TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE AI SENSI DELLE N.A. DEL PAI FINALIZZATA ALL'AGGIORNAMENTO DELLA PIANIFICAZIONE DI SETTORE A SCALA DI DETTAGLIO

A - Relazione idraulica

Soggetto Realizzatore: Professionisti M6 incaricati: Codifica elaborato: C148/15 Ing. M. Bellesia M6 Srl Società di Ingegneria

Via F. Filzi n. 21 – 36045 Lonigo (VI) Geol. R. Cavazzana Via Verdi n. 1 - 45100 Rovigo (RO) P.IVA 03568500247 - www.studiom6.it Geol. P. Semenza t. (+39) 0425.460577 rev.1 6/18 Revisione f. (+39) 0425.415900 Collaboratrice: Ing. S. Peretta

Analisi dell'assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi delle N.A. del P.A.I., di San Gavino M.le finalizzata all'aggiornamento della pianificazione di Provincia del Medio settore a scala di dettaglio

INDICE

1. Premessa ...... 6 2. Introduzione ...... 6 2.1 Scopo dello studio...... 6 2.2 Inquadramento normativo ed iter autorizzativo ...... 6 2.3 Modalità di realizzazione e contenuti dello studio ...... 7 2.4 Inserimento del presente studio nella pianificazione esistente ...... 8 2.5 Documenti utilizzati per lo studio...... 9 2.5.1 Pianificazione di settore ...... 9 2.5.2 Criteri e metodi di analisi ...... 9 2.5.3 Studi analizzati ...... 9 2.5.4 Cartografie e rilievi ...... 10 2.6 Gruppo di lavoro ...... 10 2.7 Cronoprogramma sintetico ...... 10 2.8 Piano di lavoro ...... 11 3. Instabilità idraulica pregressa ...... 11 4. Percorso di analisi del rischio idraulico ...... 12 5. Analisi idrologica ...... 15 5.1 Rete idrografica ...... 15 5.2 Metodo di calcolo per la determinazione delle portate di piena ...... 18 5.2.1 Determinazione della geometria di bacino ...... 18 5.2.2 Delimitazione dei bacini per l’analisi idrologica ...... 18 5.2.3 Determinazione delle quote e delle pendenze ...... 21 5.2.4 Determinazione del Curve Number ...... 23 5.2.5 Dati geometrici: input per calcoli idrologici ...... 26 5.3 Stima della portata di piena - Metodi indiretti ...... 29 5.3.1 Intensità di precipitazione ...... 30 5.3.2 Coefficiente di afflusso ...... 32 5.3.3 Coefficiente di laminazione ...... 32

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5.3.4 Durata di pioggia critica ...... 32 5.3.5 Coefficiente di ragguaglio ...... 33 5.4 Dati di output calcoli idrologici ...... 33 6. Analisi idraulica ...... 39 6.1 La modellazione in Hec-Ras ...... 39 6.2 Dati geometrici richiesti dal modello ...... 43 6.2.1 Downstream Reach Lenghts ...... 43 6.2.2 Coefficienti di Manning (Manning’s Values) ...... 44 6.2.3 Main Channel Bank Stations ...... 47 6.2.4 Levees ...... 47 6.3 Parametri di calcolo ...... 48 6.4 Applicazione del modello HEC-RAS: premessa ...... 49 6.4.1 Modellazione idraulica del Riu Cuccuru Casu ...... 50 6.4.1.1 Portate in ingresso ...... 50 6.4.1.2 Scelta della geometria del modello ...... 52 6.4.1.3 Sezioni trasversali ...... 53 6.4.1.4 Opere trasversali ...... 54 6.4.1.5 Coefficiente di scabrezza ...... 55 6.4.1.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 56 6.4.2 Modellazione idraulica del riu Santa Maria Maddalena...... 60 6.4.2.1 Portate in ingresso ...... 60 6.4.2.2 Scelta della geometria del modello ...... 62 6.4.2.3 Sezioni trasversali ...... 64 6.4.2.4 Opere trasversali ...... 65 6.4.2.5 Coefficiente di scabrezza ...... 65 6.4.2.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 67 6.4.3 Modellazione idraulica del Riu Bruncu Fenugu ...... 69 6.4.3.1 Portate in ingresso ...... 70 6.4.3.2 Scelta della geometria del modello ...... 71

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6.4.3.3 Sezioni trasversali ...... 73 6.4.3.4 Opere trasversali ...... 74 6.4.3.5 Coefficiente di scabrezza ...... 74 6.4.3.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 75 6.4.4 Modellazione idraulica del Canale Spadula ...... 79 6.4.4.1 Portate in ingresso ...... 80 6.4.4.2 Scelta della geometria del modello ...... 82 6.4.4.3 Sezioni trasversali ...... 83 6.4.4.4 Opere trasversali ...... 84 6.4.4.5 Coefficiente di scabrezza ...... 84 6.4.4.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 85 6.4.5 Modellazione idraulica Riu Trottu, tratto di monte ...... 89 6.4.5.1 Portate in ingresso ...... 90 6.4.5.2 Scelta della geometria del modello ...... 91 6.4.5.3 Sezioni trasversali ...... 91 6.4.5.4 Coefficiente di scabrezza ...... 92 6.4.5.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 92 6.4.6 Modellazione idraulica del Riu Trottu, tratto di valle ...... 94 6.4.6.1 Portate in ingresso ...... 94 6.4.6.2 Scelta della geometria del modello ...... 96 6.4.6.3 Sezioni trasversali ...... 97 6.4.6.4 Opere trasversali ...... 98 6.4.6.5 Coefficiente di scabrezza ...... 98 6.4.6.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 99 6.4.7 Modellazione idraulica Riu Pauli Cerbus ...... 101 6.4.7.1 Portate in ingresso ...... 102 6.4.7.2 Scelta della geometria del modello ...... 103 6.4.7.3 Sezioni trasversali ...... 103 6.4.7.4 Coefficiente di scabrezza ...... 104

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6.4.7.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 104 6.4.8 Modellazione idraulica Riu s'Acqua Cotta ...... 106 6.4.8.1 Portate in ingresso ...... 106 6.4.8.2 Scelta della geometria del modello ...... 107 6.4.8.3 Sezioni trasversali ...... 108 6.4.8.4 Coefficiente di scabrezza ...... 108 6.4.8.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento ...... 109 7. Elementi a rischio ...... 110 7.1 Aree a rischio idraulico ...... 111 8. Analisi degli attraversamenti esistenti ...... 113 9. Conclusioni ...... 115

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1. Premessa In data 22/12/2015 M6 Ingegneria s.r.l. è stata incaricata dal Comune di San Gavino Monreale di redigere lo studio per l’analisi dell’assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi dell'art. 37 delle N.A. del PAI finalizzata all’aggiornamento della pianificazione di settore a scala di dettaglio. L’incarico è regolato da apposita convenzione. La presente relazione riguarda gli aspetti idraulici dello studio, ed espone i risultati delle verifiche tecniche delle condizioni di pericolosità e rischio di tipo idraulico secondo quanto previsto dalle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico (PAI) competente. E’ da osservare che i bacini idrografici del Rio Pardu e degli due rii che comprendono la zona del centro urbano sono già stati analizzati in dettaglio dal punto di vista idraulico attraverso un apposito studio a firma dell'Ing. Marcello Angius, che ha portato ad una variante approvata nel 2013. Il presente studio, partendo da quelle parti del territorio comunale non ancora studiate nel dettaglio, analizza poi nel suo contesto tutto il territorio di competenza dell'amministrazione comunale di San Gavino Monreale, fornendo quindi una visione complessiva degli aspetti esaminati. Inoltre sono state tenute in considerazione le risultanze del Piano Stralcio per le Fasce Fluviali redatto dalla Regione Autonoma della Sardegna. Il territorio risulta esposto agli effetti indotti soprattutto dai fenomeni idraulici mentre per quanto riguarda i fenomeni franosi, date le caratteristiche e l'assetto morfologico, in passato non si sono mai verificati particolari eventi di dissesto, né dai rilievi eseguiti sono state evidenziate situazioni di instabilità potenziale. Per la parte idraulica lo studio è risultato complesso, sia per l’intensa trasformazione del sistema idrografico operato dall’uomo per dar seguito alle numerose sistemazioni idrauliche e di bonifica irrigua attuate fin dai secoli scorsi, sia per le caratteristiche orografiche del territorio: la morfologia dell'area è infatti tipica di un fondovalle ampio e poco acclive con difficoltà naturale di drenaggio delle acque superficiali, in molti casi ulteriormente ostacolata da interventi antropici quali infrastrutture viarie ed urbanizzazione dei suoli.

2. Introduzione

2.1 Scopo dello studio. Il presente studio provvede alla predisposizione dei necessari elaborati cartografici per avviare la procedura di Variante al PAI prevista dall’ art. 37 comma 3 lettera b) delle Norme Tecniche di Attuazione. A tal scopo è stato predisposto uno studio di proposta di variante al PAI in relazione alla componente idraulica. Gli studi si prefiggono il conseguimento della nuova cartografia del rischio idraulico e del quadro informativo necessario alla riduzione dei suddetti rischi.

2.2 Inquadramento normativo ed iter autorizzativo Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (in seguito denominato PAI), così come previsto dalla L. 493/1993 e successivamente dagli articoli 66, 67 e 68 del D.Lgs. 152/2006, ha valore di piano territoriale di settore e rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale l’Autorità di Bacino, nell’ambito del territorio di propria competenza, pianifica e programma le azioni e le norme d’uso finalizzate alla tutela e alla difesa delle popolazioni, degli insediamenti, delle infrastrutture, del suolo e del sottosuolo.

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In particolare, il PAI riguarda sia l'assetto geomorfologico, relativo alla dinamica dei versanti e al pericolo d'erosione e di frana, sia l'assetto idraulico, relativo alla dinamica dei corsi d'acqua e al pericolo d'inondazione, nonché la definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado di sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia. Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino Unico Regionale (P.A.I.) è stato approvato con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n.67 del 10.07.2006. Il P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore e prevale sui piani e programmi di settore di livello regionale. Come richiamato dal Disciplinare allegato alla Delibera G.R. n. 42/6 del 23.12.2012, il P.A.I. costituisce un processo pianificatorio dinamico, in quanto l’assetto idrogeologico e le sue caratteristiche fisiche ed ambientali sono soggette ad un continuo processo evolutivo caratterizzato sia da mutamenti che si esplicano nel lungo periodo, legati alla naturale evoluzione idrogeologica del territorio, sia soprattutto da alterazioni e/o cambiamenti repentini dovuti al verificarsi di eventi di dissesto ovvero conseguenti alle trasformazioni antropiche dei luoghi. In questo progressivo sviluppo del Piano è preponderante l’attività di approfondimento e affinamento delle conoscenze dell’assetto idrogeologico che si esplicano attraverso analisi e studi di maggior dettaglio. In questo processo evolutivo pianificatorio, finalizzato alla previsione e prevenzione dei dissesti idrogeologici, ricoprono un ruolo fondamentale e pregnante le Amministrazioni locali, la cui conoscenza e consapevolezza del territorio contribuisce attivamente e fattivamente all’implementazione del suddetto quadro di conoscenza. Il P.A.I. infatti, in qualità di piano-processo, a differenza di altri strumenti del governo del territorio, necessita di un continuo aggiornamento nel quale non può essere escluso il coinvolgimento diretto degli Enti Locali I vari tipi di approfondimenti a scala locale sono individuati dagli artt. 4, 8, 26 e 37 delle Norme di Attuazione del PAI. Nel nostro caso lo studio si riferisce all’art. 26 delle norme di attuazione del PAI, finalizzato alla verifica delle aree a significativa pericolosità idraulica e geomorfologica, indicate nei commi 1 e 2 del medesimo art. 26, secondo cui: “Possiedono significativa pericolosità idraulica le seguenti tipologie di aree idrografiche appartenenti al bacino idrografico unico della Regione Sardegna: reticolo minore gravante sui centri edificati, foci fluviali, aree lagunari e stagni. Possiedono significativa pericolosità geomorfologica le seguenti tipologie di aree di versante appartenenti al bacino idrografico unico della Regione Sardegna: aree a franosità diffusa, in cui ogni singolo evento risulta difficilmente cartografabile alla scala del PAI, aree costiere a falesia, aree interessate da fenomeni di subsidenza”. Lo studio così definito, formato da tutti i documenti richiesti, costituisce proposta di variante al PAI di cui all’art. 37 comma 3 lettera c) delle Norme di Attuazione del PAI.

2.3 Modalità di realizzazione e contenuti dello studio Le analisi della pericolosità e del rischio idraulico riguardanti lo studio in oggetto sono state predisposte in accordo con le Norme di Attuazione del PAI e con quanto indicato nelle Linee guida del PAI. Lo studio è corredato da tutti gli elaborati necessari all’approvazione della relativa variante al PAI, in modo tale da attivare contestualmente la procedura di variante. Si precisa inoltre che per il territorio comunale sono già stati redatti studi di analisi della pericolosità e del rischio idraulico riguardante la Variante al PAI per il centro urbano e lo studio di verifica del PSFF di alcuni sottobacini idrografici La restante parte del reticolo idrografico presente nel territorio comunale è stata esaminata ai fini della rilevazione di potenziali pericolosità idrauliche mediante una modellazione idrologico-idraulica.

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Lo studio, inoltre, evidenzia le altezze del tirante idrico e le velocità della corrente, anche in attuazione della Direttiva 2007/60/CE e del D.Lgs. 23/02/2010, n. 49. Il presente studio tiene conto delle risultanze del Piano Stralcio per le Fasce Fluviali (P.S.F.F.), le cui pericolosità idrauliche, individuate dal medesimo studio con modellazione idrologica-idraulica per le principali aste fluviali, sono state mantenute. Le aste fluviali cui il P.S.F.F. ha attribuito la “fascia C”, determinata con il solo criterio geomorfologico (in assenza quindi di analisi idrologica idraulica), sono state oggetto di analisi idrologica ed idraulica per l’intero sviluppo dell’asta ricadente nel territorio comunale di riferimento, o a seconda dei casi, ad un tratto di asta estesa anche oltre i confini amministrativi riferita ad un tratto idraulicamente significativo. Inoltre in attuazione dell’articolo 22 delle norme tecniche del PAI, per le opere e le infrastrutture di attraversamento del reticolo idrografico esistenti e per opere interferenti con lo stesso reticolo è stata predisposta una verifica di sicurezza delle stesse opere ed infrastrutture identificando, tra l’altro, anche il tempo di ritorno critico inteso come il tempo di ritorno minimo a partire dal quale l’opera diventa insufficiente e genera criticità, con riferimento specifico ai franchi prescritti, sulla base della direttiva approvata dal comitato istituzionale con deliberazione n. 1 del 20.05.2015. Al fine della definizione della variante al PAI, a supporto dell’attività di individuazione del relativo rischio derivante dalle pericolosità idrogeologiche individuate è stata resa disponibile, dal Servizio Difesa del Suolo, Assetto Idrogeologico e Gestione del Rischio Alluvione della Direzione Generale dell’Agenzia del Distretto Idrografico Sardegna, l’informazione degli elementi a rischio, che nello studio in oggetto sono stati opportunamente verificati, aggiornati ed integrati secondo la codifica e gli standard già individuati.

2.4 Inserimento del presente studio nella pianificazione esistente E’ da osservare che per il territorio comunale sono già stati redatti studi di dettaglio di analisi della pericolosità e del rischio idraulico come di seguito precisato: - Lo Studio di verifica del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali. Analisi e verifica delle risultanze dello Studio del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) della Regione Autonoma della Sardegna con riguardo al "Sub Bacino 02 Tirso – Bacino idrografico del Flumini Mannu di Pabillonis", redatto dal dott. Ing. Marcello Angius, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino n.1 del 20/06/2013 – BURAS n.31 Parte I e II del 04/07/2013. Lo Studio di verifica del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali concerne una analisi e verifica delle risultanze dello Studio del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) redatto dalla Regione Autonoma della Sardegna con riguardo al "Sub Bacino 02 Tirso – Bacino idrografico del Flumini Mannu di Pabillonis". In particolare lo studio si è limitato ad analizzare le aree prospicienti il centro abitato di San Gavino Monreale, nel tratto compreso fra le sezioni del PSFF n° 02_FP_051 e n° 02_FP_058. Lo studio è stato condotto utilizzando il modello numerico HEC-RAS che consente il calcolo dell'andamento dei profili di corrente in varie condizioni di moto; tale modello è stato adottato anche dalla R.A.S. nella redazione del PSFF. Tale studio ha portato ad una sostanziale conferma dei risultati del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali elaborato dalla R.A.S. per quanto attiene alle zone interessate dalle piene del corso d’acqua. Sono state riscontrate alcune ridotte modifiche dei limiti delle aree inondabili ritenute comunque trascurabili al fine degli effetti sulle strutture ed infrastrutture del centro abitato. - La variante al PAI per il centro urbano, redatta dal dott. Ing. Marcello Angius, approvata con Decreto del Presidente della RAS n. 159 del 11/12/2013 –BURAS n. 59 Parte I e II del 27/12/2013. La Variante e Aggiornamento del Piano di Assetto Idrogeologico riguarda la verifica idrologica e idraulica dei rii che interessano il centro abitato di San Gavino Monreale che hanno determinato nella stesura del P.A.I. la perimetrazione di diverse aree a rischio di esondazione. I rii individuati dal P.A.I. sono: rio Pardu; rio Marianna Garau; rio denominato nella Variante come ‘Bacino Centrale’. Tramite tale studio sono stati eseguiti dei calcoli idraulici di dettaglio volti a definire con il massimo della precisione possibile le aree

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soggette ad esondazione e procedere sulla base delle risultanze dello studio ad una riperimetrazione delle suddette aree ed alla conseguente richiesta di modifica del P.A.I. vigente. Nello studio di Variante non è stato preso in considerazione il Flumini Mannu di Pabillonis (nella zona di San Gavino Monreale detto anche Flumini Malu) in quanto tale corso d’acqua è stato oggetto di una apposita indagine nello studio delle fasce fluviali del RAS che ha portato alla introduzione di ulteriori aree a rischio di esondazione che vengono confermate nel presente studio. La presente Analisi dell’assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi delle N.A. del PAI finalizzata all’aggiornamento della pianificazione di settore a scala di dettaglio si inserisce quindi all’interno di un contesto già approfonditamente analizzato dal punto vista idraulico, andando a confermare gli studi precedentemente effettuati e ad approfondire e integrare lo studio di quelle aree extraurbane sino ad oggi trascurate dal punto di vista di studi di settore.

2.5 Documenti utilizzati per lo studio Come già più volte sopra richiamato il presente studio va ad integrare o approfondire studi di settore precedentemente attuati ed approvati. Inoltre il quadro conoscitivo di base è stato per lo più ricavato da studi di pianificazione esistenti e disponibili.

2.5.1 Pianificazione di settore - la variante al PAI per il centro urbano, redatta dal dott. Ing. Marcello Angius, approvata con Decreto del Presidente della RAS n. 159 del 11/12/2013 –BURAS n. 59 Parte I e II del 27/12/2013; - Studio di verifica del Piano stralcio delle Fasce fluviali. (Analisi e verifica delle risultanze dello Studio del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) della Regione Autonoma della Sardegna con riguardo al "Sub Bacino 02 Tirso –Bacino idrografico del Flumini Mannu di Pabillonis", redatto dal dott. Ing. Marcello Angius, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino n.1 del 20/06/2013 – BURAS n.31 Parte I e II del 04/07/2013.

2.5.2 Criteri e metodi di analisi - D.P.C.M. 29/09/1998 (Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e 2 , del D.L. 11 giugno 1998, n° 180; - prescrizioni della Direttiva 2007/60/CE e del D.Lgs. 23.02.2010, n. 49, di recepimento della medesima Direttiva; - Linee Guida proposte dal MATTM - I.S.P.R.A.; - Linee guida per la redazione del progetto di piano stralcio per le fasce fluviali, 2003 - Linee guida per la redazione del progetto di piano stralcio per le fasce fluviali, 2003 – Integrazioni metodologiche, luglio 2006

2.5.3 Studi analizzati - PUC - Piano Stralcio Fasce Fluviali: PSFF - PAI - Variante al PAI per il territorio del centro abitato di San Gavino Monreale - Variante al PSFF - Piano Paesaggistico Regionale - Piano Gestione Rischio Alluvioni

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- Progetto di regimazione impluvi nell’abitato di S. Gavino Monreale – Opere di mitigazione del rischio idraulico sul Rio Pardu

2.5.4 Cartografie e rilievi - IGM - DTM - CTR - Carte antiche

2.6 Gruppo di lavoro Il lavoro è stato svolto da un gruppo interdisciplinare di tecnici oraganizzato e gestito da M6 Ingegneria. Di seguito è riportato l’organigramma principale ed i Professionisti responsabili. Tecnico Ordine Professionale Ruolo

Ordine degli Ingegneri della Ing. Mario Bellesia Responsabile componente idraulica Provincia di Rovigo Ordine dei Geologi Regione del Geol Roberto Cavazzana Responsabile componente geologica Veneto Ordine dei Geologi Regione Geol. Pietro Semenza Direttore del Progetto di studio Emilia-Romagna Ordine degli Ingegneri della Ing. Silvia Peretta Collaboratrice componente idraulica Provincia di Verona Ordine degli Ingegneri della Ing. Chiara Dall’Armi Collaboratrice componente strutture Provincia di Rovigo

2.7 Cronoprogramma sintetico Il lavoro si è svolto nei mesi compresi fra gennaio e maggio 2016 con diversi sopralluoghi e rilievi tecnici di campagna. Le foto scattate durante i rilievi ed i sopralluoghi sono contenuti nell'Allegato C - Repertorio fotografico (su supporto informatico in formato jpg corredate da file di posizionamento kmz). Inoltre si sono svolti alcuni incontri interlocutori con il Committente e con gli Enti referenti come di seguito sinteticamente riportato.

Data Titolo 01/2016 Sopralluogo in sito – Incontro con l’Ente Appaltante – Incontro con l’Autorità di Bacino

04/2016 Sopralluogo in sito – Incontro con l’Ente Appaltante – Incontro con l’Autorità di Bacino

05/2016 Sopralluogo in sito – Incontro con l’Ente Appaltante – Incontro con l’Autorità di Bacino

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2.8 Piano di lavoro Cod. Titolo sorgente GIS cartacea pdf kmz jpg RT Relazione Tecnica Docx   All.A Risultati Modellazione Idraulica Docx   Schede Caratterizzazione All.B Docx   attraversamenti esistenti All.C Repertorio fotografico Jpg   Schede informative interventi All.D Docx   connessi ai fenomeni alluvionali T.I_1 Carta dei Bacini Shp    Carta della Pericolosità Idraulica - T.I_2.1 Shp    zonazione vigente

Carta della Pericolosità Idraulica - T.I_2.2 Shp    proposta di variante T.I_3 Carta degli Elementi a Rischio Shp    Carta del Rischio Idraulico - proposta T.I_4 Shp    di variante

3. Instabilità idraulica pregressa Il Comune di San Gavino Monreale, di superficie 87.4 kmq, appartiene all’area geografica del Medio Campidano, un territorio che è stato più volte fortemente colpito da eventi alluvionali di tipo catastrofico. Si hanno notizie certe relative a eventi passati di tal genere grazie alla documentazione storica e di tipo giornalistico presente a tal riguardo. Le prime memorie documentate relative a eventi alluvionali nel territorio di San Gavino risalgono all’anno 1680: “verso gli ultimi periodi di questo secolo fu la prima inondazione di cui si ha memoria di San Gavino, la quale fu causa di molto guasto nei fabbricati. Entrò l’acqua nella sacrestia della parrocchia e danneggiò tutte le scritture e libri di amministrazione in modo da non potersi più leggere o almeno interpretare da chi fossero istituiti legati di messe o, da allora in poi, si nominano missas de el fundador. In questa epoca è del tutto probabile per la sua antica costruzione che la parrocchia avesse già il campanile, non per i due capelloni ed il coro che furono fabbricati poco dopo per ingrandire la Chiesa. Tra il 1740 e il 1750 succedette un’altra inondazione nel giorno di San Pietro Pascasio (23 ottobre) che causò molti danni nei fabbricati e nella campagna . A perenne memoria di questa inondazione , fino a non molto tempo fa c’era l’annuo solenne suono delle campane e dall’essere chiamato da tutti “su Santu de s’udda”. È ben documentata inoltre l’alluvione del Novembre 1898. A tal riguardo, infatti, è stata rinvenuta una fitta documentazione redatta dall’allora Prefetto della Provincia di , il quale trascrisse in modo dettagliato l’evento alluvionale che andò a interessare i fiumi all’epoca conosciuti come Cuccuru Casu e Bruncu Fenugu: “..Alle tredici l’uragano prese una piega addirittura disastrosa: il rio Bruncu Fenugu non potendo più contenere le proprie acque straripando con violenza andò a congiungersi con le acque scendenti da Cuccuru Casu e formando un solo e larghissimo torrente andò a rovesciarsi impetuosamente nei canali collettori…”. Sono conservati inoltre documenti relativi alle alluvioni avvenute nel Comune di San Gavino Monreale nell’Ottobre del 1951 e nel Luglio del 1954. A tal proposito, infatti, si è in possesso di documentazione ufficiale redatta rispettivamente dal sindaco del Comune (telegrammi con richieste di intervento da parte del Genio Civile di Cagliari a seguito di eventi alluvionali interessanti le zone esterne ed il centro abitato del Comune) e da parte dell’ufficio del Genio Civile (documentazione relativa a interventi di riparazione e ricostruzione di fabbricati di proprietà privata).

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Dal censimento del Progetto AVI si hanno notizie di altri eventi di piena che hanno interessato il territorio comunale, avvenuti il 18 settembre del 1963 e nel novembre del 1999: in particolare l’evento alluvionale del 12-13 Novembre del 1999 si colloca tra i più intensi e diffusi fenomeni che hanno interessato il sud della Sardegna nel corso dell’ultimo secolo. Il fenomeno ha interessato direttamente il comune di San Gavino Monreale, con un rovescio molto intenso che lasciò al suolo oltre 60 mm di pioggia. Infine risale al Novembre 2013 il cosiddetto Ciclone Cleopatra, che causò vittime in diverse zone della Sardegna e forti disagi legati al trasporto pubblico nella zona di San Gavino Monreale, dove venne totalmente bloccata la circolazione ferroviaria. Nel Comune le campagne e la zona industriale risultarono fortemente danneggiate. A San Gavino vennero infatti rilevate le maggiori precipitazioni con ben 244,8 mm di acqua. Numerose le testimonianze riportate sul web e sui giornali, alcune delle quali aiutano a ricostruire la situazione da un punto di vista idraulico: ‘San Gavino Monreale è letteralmente sott’acqua: molte strade non esistono più, sostituite da veri e propri fiumi in piena. Abbiamo girato per il paese (laddove possibile) e abbiamo constatato che intere zone erano isolate a causa del livello dell’acqua che in alcuni punti sfiorava il mezzo metro! La via Roma, verso la stazione vecchia, è transennata, impossibile percorrerla. Anche uscire dal paese è difficile: la zona della fontana de “is quattru grifoisi” è un vortice d’acqua, così come la via Torino e parte della via Trento. Ci segnalano allagamenti anche in zona Ziviriu, in via Dante, via Goldoni. Praticamente tutto il paese è allagato! La Zona PIP è sommersa dal fango, via risulta impraticabile. Anche la linea ferroviaria risulta interrotta nel tratto tra San Gavino e Marrubiu’ [www.sangavinomonreale.net]

Figura 1: alluvione "Cleopatra" nel centro abitato di San Gavino Monreale, novembre 2013

Tali notizie, tuttavia, sono di natura puramente descrittiva, non essendo disponibili dati relativi a misurazioni di portata o a livelli reali raggiunti dal pelo libero dell’acqua. Risultano quindi di supporto alle analisi effettuate nel presente studio, ma in maniera puramente qualitativa, non potendo quindi essere analizzate ed utilizzate ai fini di una più corretta taratura e valutazione del modello idraulico.

4. Percorso di analisi del rischio idraulico La pericolosità consiste nella probabilità che un dato evento (portatore/causa di effetti negativi per l’uomo e/o l’ambiente) si verifichi in una data area in un determinato intervallo di tempo; in campo ambientale è spesso difficile tracciare un confine netto tra i pericoli di origine naturale e quelli di origine antropica, frequentemente interconnessi. Quindi, nella definizione della pericolosità ambientale si deve sempre tenere conto dell’interazione tra fattori naturali e antropogenici.

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La pericolosità ambientale è solo una delle componenti che determinano il rischio ambientale. Quest’ultimo dipende anche dalla vulnerabilità e dal valore dei beni esposti. Il rischio infatti si esprime in termini di valore economico del potenziale danno indotto su persone, infrastrutture, beni storico- architettonico-culturali e ambientali. Si analizza il Rischio Idraulico secondo la notazione usuale riportata nel DPCM 29/09/98, che definisce il Rischio come prodotto di tre fattori:

- Ri= rischio idraulico totale, qualificato secondo quattro livelli - Hi= pericolosità, ovvero la probabilità di superamento della portata al colmo di piena, ripartita in quattro livelli pari rispettivamente a 0.02, 0.01, 0.005, 0.002, corrispondenti ai tempi di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni. - E= elementi a rischio, costituiti da persone e cose suscettibili di essere colpiti da eventi calamitosi. Vi è stato attribuito un peso tra [0,1] - V= vulnerabilità, ovvero la capacità di resistere alle sollecitazioni indotte dall’evento.

Rischio idraulico totale Descrizione degli effetti Classe Intensità Valore Danni sociali, economici e al patrimonio ambientale Moderato ≤ 0.002 marginali Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non Medio ≤ 0.005 pregiudicano l’incolumità del personale, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche Sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con

Elevato ≤ 0.01 conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture Molto Elevato ≤ 0.02 e al patrimonio ambientale, la distruzione delle attività socio economiche. Tabella 1: Classi di Rischio

La metodologia per l’individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico prevede una prima individuazione dei tronchi critici da analizzare nell’area di interesse, e successivamente, per ciascun tronco, il calcolo delle portate di piena per una o più sezioni idrografiche, facendo riferimento ai tempi di ritorno pari a 50, 100, 200 e 500 anni secondo la normativa. Tali tempi di ritorno corrispondono a diversi livelli di pericolosità che verranno utilizzati al fine della determinazione delle aree di rischio.

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Si determina il livello idrico del tratto corrispondente alle portate di piena. In corrispondenza di ciascun tratto tali livelli verranno utilizzati per determinare sulla Cartografia Tecnica Regionale le aree inondabili, e dall’intersezione di queste con le mappe degli elementi a rischio verrà definita la mappa di rischio totale. L’individuazione dei tronchi fluviali da analizzare, a causa dell’estensione talvolta notevole dei bacini in esame e per la necessità del dettaglio geometrico nella definizione delle potenziali insufficienze idrauliche, si basa su criteri di: analisi storica delle esondazioni, di analisi geomorfologica dell’area e sulla considerazione di attraversamento di aree di pregio. - Criterio analisi storica: si basa sulla memoria di particolari eventi di piena storica, testimoniata da cronache ed eventuali reperti documentali. Sulla base di tali testimonianze è possibile individuare preliminarmente le aree a rischio idraulico. - Criterio geomorfologico: si basa sul riconoscimento degli elementi del territorio caratterizzati dall’evoluzione temporale del reticolo di drenaggio. Il quadro dell’area così ottenuto è di tipo tuttavia prettamente qualitativo. - Criterio dell’attraversamento delle aree di pregio: discende dalla constatazione dell’esistenza, lungo o le vicinanze degli alvei fluviali, di elementi esposti, così come indicato dal citato DPCM 29.09.98. Da tale analisi sarà possibile sviluppare una valutazione quantitativa per le determinazione delle aree di rischio idraulico. Si sottolinea come, in accordo alle Linee Guida del PAI della Regione Sardegna, il valore assegnato al coefficiente relativo alla vulnerabilità si assume sempre pari all’unità. Tale scelta risulta essere di tipo cautelativo, in quanto tale coefficiente (valore massimo accettabile pari a 1) serve ad esprimere il grado di perdita degli elementi a rischio. Gli elementi a rischio sono invece classificati nella Carta degli elementi a rischio ai sensi del DPCM 29.09.1998. Tale classificazione prevede quattro classi, riportate nella tabella seguente, alle quali viene attribuito un valore di peso compreso tra 0.25 a 1.00. Gli elementi di tipo E4, E3, e parte di E2 rientrano nelle classi in cui viene ritenuta possibile la perdita di vite umane.

Classi Elementi Peso Aree libere da insediamenti e aree improduttive; zona boschiva; zona agricola non E1 0.25 edificabile; demanio pubblico non edificato e/o edificabile Aree con limitata presenza di persone; aree extraurbane, poco abitate; edifici sparsi. Zona E2 agricola generica (con possibilità di edificazione); zona di protezione ambientale, rispetto, 0.50 verde privato; Parchi, verde pubblico non edificato; infrastrutture secondarie Nuclei urbani non densamente popolati; infrastrutture pubbliche (strade statali, provinciali e comunali strategiche, ferroviarie, lifelines, oleodotti, elettrodotti, acquedotti); aree sedi di E3 0.75 significative attività produttive (insediamenti artigianali, industriali, commerciali minori); zone per impianti tecnologici e discariche RSU o inerti, zone a cava. Centri urbani ed aree urbanizzate con continuità (densità abitativa superiore al 20% della superficie fondiaria); nuclei rurali minori di particolare pregio; zone di completamento, zone di espansione; grandi insediamenti industriali e commerciali; servizi pubblici E4 1.00 prevalentemente con fabbricati di rilevante interesse sociale; infrastrutture pubbliche (infrastrutture viarie principali strategiche); zona discarica speciali o tossico nocivi; zona alberghiera; zona campeggi e villaggi turistici; beni architettonici, storici e artistici Tabella 2: classificazione elementi a rischio

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Dall’intersezione del livello di pericolosità, vulnerabilità e degli elementi a rischio sarà quindi possibile determinare le aree di rischio idraulico.

5. Analisi idrologica L’analisi dell’assetto idraulico e i calcoli idrologici conformi alle N.A. del PAI relativi ai corsi d’acqua che interessano il territorio comunale di San Gavino Monreale al di fuori del centro abitato sono stati svolti con la finalità dell’aggiornamento della pianificazione di settore a scala di dettaglio. Alcuni dei corsi d'acqua individuati scorrono interamente in territorio esterno a quello di competenza dell'Amministrazione Comunale, non è stata quindi prevista per il presente studio un’analisi di modellazione idraulica dettagliata. Sono stati tuttavia preliminarmente presi in considerazione per creare un quadro descrittivo generale il più esauriente possibile del contesto idraulico da analizzare: il programma di analisi e di studio si è svolto infatti effettuando una valutazione idrologica preliminare sull'intera rete idraulica individuata, ed analizzando poi con maggior dettaglio i corsi d'acqua che interferiscono con il territorio comunale. Nello specifico sono state eseguite le analisi idrauliche di dettaglio dei rii Cuccuru Casu, S. M. Maddalena, Bruncu Fenugu, del Canale Spadula e del rio Trottu (per quest'ultimo nei due tratti, a monte ed a valle del Canale Spadula). Valutazioni di dettaglio su tratti minori sono state effettuate anche per il rio Acqua Cotta ed il rio Pauli Cerbus. L'asta fluviale principale di tutta la parte nordoccidentale della valle del Campidano, che raccoglie sostanzialmente tutti gli apporti idrici dei subbacini idrografici che interessano il territorio comunale di San Gavino Monreale, è costituita dal Flumini Mannu di Pabillonis, detto anche Flumini Malu. Tale corso d'acqua è già stato analizzato nello studio idraulico effettuato per il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, e su di esso non verranno eseguite modellazioni nel presente studio, ma verrà comunque considerato nello studio idraulico complessivo quale collettore principale dell'area di studio.

5.1 Rete idrografica Di seguito vengono elencati i corsi d'acqua individuati, ai quali è stato attribuito un codice identificativo, da 1 a 12, e per ognuno di essi viene data una breve descrizione delle caratteristiche e del ruolo all'interno del contesto idraulico-idrografico dell'area di studio. 1. Flumini Bellu - Affluente di sinistra idrografica del Flumini Mannu de Pabillonis. Scorre interamente in territorio esterno al comune di San Gavino Monreale, e confluisce nel Flumini Mannu di Pabillonis a nord del centro abitato di Pabillonis. Riceve le acque del Canale Spadula, suo affluente di destra, che a sua volta intercetta e riceve alcuni ex affluenti di sinistra del F. Mannu de Pabillonis (vedi punto 10), che scorrono in comune di S. Gavino M.. 2. Gora is Arrieddus. Affluente di sinistra del Flumini Mannu di Pabillonis, nel quale confluisce poco a est dell'abitato di Pabillonis: scorre interamente in tale territorio comunale, ma molto vicino al confine comunale di S. Gavino M. Drena un'area abbastanza ristretta, ma fino agli anni '50 (come risulta dalla foto aerea del 1954) costituiva un'unica asta torrentizia in continuità con il Rigolo Pauli Cerbus (vedi punto 3), poi intercettato dal Canale Spadula, che compare a partire dalle foto aeree del 1968. 3. Rigolo Pauli Cerbus. Fino agli anni '50 (come risulta dalla foto aerea del 1954) affluente di sinistra del F. Mannu de Pabillonis, ora tributario di sinistra del Canale Spadula (come compare a partire dalle foto

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aeree del 1968); scorre quasi interamente nel territorio comunale di (a monte) e per un breve tratto in comune di Pabillonis, arrivando però quasi a lambire il confine occidentale di S. Gavino M. 4. Riu s'Acqua Cotta. Affluente di destra del Flumini Mannu di Pabillonis. Scorre quasi interamente in comune di , e nella parte finale per un breve tratto in comune di Pabillonis. Per un tratto di poche centinaia di metri a valle del ponte ferroviario segna il confine del territorio comunale fra S. Gavino M. e Sardara. 5. Riu Trottu tratto di valle. Affluente di sinistra del Flumini Mannu di Pabillonis, costituisce il tratto finale del Riu Trottu, a valle dell'intercettazione del Canale Spadula. Drena un'area piuttosto ristretta, ma fino agli anni '50 (come risulta dalla foto aerea del 1954) era in continuità idraulica con la parte di monte (vedi punto 6). Scorre interamente in comune di San Gavino M. 6. Riu Trottu tratto di monte. Fino agli anni '50 (come risulta dalla foto aerea del 1954) affluente di sinistra del F. Mannu di Pabillonis, ora tributario di sinistra del Canale Spadula (come compare a partire dalle foto aeree del 1968); scorre quasi interamente nei territori comunali di Villacidro (a monte) e Gonnosfanadiga (più a valle), e solo nell'ultimo tratto (per circa 1,6 km) in comune di San Gavino M. 7. Riu S. Maria Maddalena. Affluente di sinistra del Flumini Mannu di Pabillonis, nel quale confluisce in località Funtana e Canna, nei pressi della Fonderia. Il bacino idrografico è compreso nella parte di monte nei territori comunali di Villacidro e Gonnosfanadiga, mentre nella parte di valle in comune di San Gavino M.. 8. Riu de Cuccuru Casu. Affluente di destra del Flumini Mannu di Pabillonis, nel quale confluisce in località Corte sa Figu. Scorre per un breve tratto iniziale in territorio comunale di , poi in comune di Sardara, e nel tratto finale, per circa 6,5 km, in comune di San Gavino M. 9. Riu Bruncu Fenugu. Costituisce il ramo iniziale di destra, che insieme al Torrente Seddanus proveniente da sinistra, dopo la confluenza in località Is Carroppeddus, forma il Flumini Mannu di Pabillonis. Scorre in territorio comunale di , in un breve tratto inziale, poi in comune di Sardara, e poi nel tratto finale (per circa 6,2 km) in comune di San Gavino M.. 10. Riu 'e Cruculeu-Canale Spadula. Affluente di sinistra del Flumini Mannu di Pabillonis fino agli anni '50, anche se in realtà il tratto finale non è molto ben individuabile nella foto aerea del 1954; è stato poi oggetto, insieme ad altri rii vicini e più o meno paralleli, ad un'intenso e radicale intervento di regimazione a protezione dell'abitato e delle zone irrigue dai fenomeni di allagamento e ristagno (opere visibili sin dalle foto aeree del 1968). A partire dalla località Terra Niedda, situata a sudovest del centro abitato di San Gavino Monreale, il Canale Spadula intercetta tutti gli ex-affluenti di sinistra (vedi anche punti 2,3,5 e 6) del Flumini Mannu di Pabillonis, recapitandone le acque nel Flumini Bellu, e costituendo di fatto un canale collettore di fondovalle subparallelo al fiume principale. Insieme ai bacini contrassegnati con i numeri 3 e 6 (Rii Pauli Cerbus e Trottu) forma un unico bacino con sezione di chiusura in località Bruncu Bois, in comune di Pabillonis, alla confluenza nel Flumini Bellu: tale bacino (3+6+10) verrà però comunque analizzato, almeno in via preliminare, anche attraverso l'analisi dei suoi singoli tributari, anche in ragione della sua natura fortemente modificata dagli interventi di origine antropica. La parte più a monte del bacino è situata nei territori comunali di Villacidro e Gonnosfanadiga, mentre quella più a valle in comune di San Gavino M., e l'ultimo breve tratto in comune di Pabillonis. 11. Torrente Seddanus. Si tratta del ramo iniziale di sinistra idrografica, che insieme al Riu Bruncu Fenugu con il quale confluisce in località Is Carroppeddus, a SE del centro abitato di San Gavino Monreale, forma il Flumini Mannu di Pabillonis. Costituisce in realtà il contributo principale di tale fiume, avendo un bacino idrografico di area doppia rispetto al R. Bruncu Fenugu, e anche per questo motivo tale asta torrentizia è già stata oggetto di analisi idraulica nello studio effettuato per il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali: perciò nel presente studio non verranno effettuate modellazioni idrauliche su tale corso d'acqua, ma verrà comunque considerato nello studio idraulico complessivo. Scorre per gran parte in territorio comunale di Villacidro, e nel tratto finale in comune di San Gavino Monreale.

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12. Riu Masoni Nostu. Si tratta di un corso d'acqua che non appartiene al bacino del Flumini Mannu di Pabillonis, ma bensì al Flumini Mannu, che scorre in direzione Sudest verso Cagliari. Esso inoltre defluisce interamente in territori esterni al comune di San Gavino Monreale, appartenenti alle amministrazioni comunali di Villanovaforru, Sardara e . Tuttavia, poiché per un considerevole tratto, di circa 2,5 km di lunghezza, scorre in prossimità del confine comunale di San Gavino M., almeno in via preliminare verrà considerato, per valutare eventuali interazioni con il territorio oggetto di studio.

Figura 2: idrografia superficiale del territorio comunale di San Gavino Monreale e zone limitrofe (inserto pagina seguente)

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5.2 Metodo di calcolo per la determinazione delle portate di piena I calcoli idrologici per i corsi d’acqua suddetti sono stati eseguiti alle sezioni di controllo individuate per ciascun bacino/sub-bacino. Il metodo di stima della portata di piena fa riferimento alle Linee Guida PAI fornite per la Regione Sardegna, le quali, tenendo in considerazione la poca disponibilità di osservazioni storiche di portata e di osservazioni idrometriche significative nelle sezioni idrologiche di interesse, prevedono che venga adottato, ai fini della stima di portata, una metodologia del tipo “indiretta”.

5.2.1 Determinazione della geometria di bacino Ai fini della determinazione della portata di piena risulta necessario determinare la geometria dei bacini e delle aste fluviali in analisi. Si sono quindi individuati i seguenti parametri fondamentali:

PARAMETRI GEOMETRICI U.M.

Lunghezza asta principale (L) km

Superficie bacino (S) Km2

Pendenza media dell’asta fluviale %

Pendenza media bacino scolante %

Quota sezione di chiusura m s.l.m.

Quota media del bacino m s.l.m. Tabella 3: grandezze geometriche analizzate

5.2.2 Delimitazione dei bacini per l’analisi idrologica La determinazione del bacino idrografico di ciascun corso d’acqua viene effettuata a partire dalla individuazione dell’asta principale del fiume. Individuata la geometria dell’asta, si determina la collocazione della sezione trasversale di chiusura che sottende il bacino da analizzare, e da tale confine si delimita il bacino individuando lo spartiacque topografico di raccolta delle acque che scorrono sulla superficie del suolo. Nel presente studio sono stati individuati dieci corsi d’acqua principali, aventi il corrispondente bacino sotteso dalla sezione di chiusura scelta. Individuati i bacini principali, si sono analizzate le geometrie di questi ultimi per valutarne il comportamento idraulico e idrologico. A seguito di un’analisi preliminare del comportamento idraulico, per tre dei bacini individuati (Rio Cuccuru Casu n.8, Rio S.M.Maddalena n.7 e Rio Brancu Fenugu n.9) si è deciso di effettuare una suddivisione in due sottobacini ciascuno, spezzando le aree complessive in corrispondenza di una sezione nei pressi del confine comunale, in modo da analizzare in modo più dettagliato possibile il comportamento idraulico dei corsi d’acqua all’interno del territorio in esame. Nella modellazione idraulica effettuata su tali corsi d’acqua, si è quindi deciso di analizzare in dettaglio il comportamento all’interno del confine comunale, considerando il sottobacino esterno solo come apporto di portata da monte. Per quanto concerne il comportamento idraulico del bacino corrispondente al canale Spadula e ai suoi affluenti (n.3, 6, 10), vista l’entità dell’estensione complessiva (S=52.05 kmq), e vista la geometria stessa

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degli affluenti, aventi tutti una natura idraulica fortemente indipendente, si è deciso di suddividere il bacino complessivo in tre sottobacini principali, per analizzarne il comportamento idraulico e le caratteristiche idrologiche in modo autonomo, al fine di ottenere poi un’analisi il più precisa possibile, andando a valutare i singoli apporti e modellando il comportamento complessivo finale. Per l’analisi complessiva di tale bacino infatti, si sono analizzati idrologicamente i sottobacini relativi al canale Spadula, al rio Trottu nella sua porzione di monte e al rio Pauli Cerbus. Individuate le portate afferenti alle corrispettive sezioni di chiusura, si è modellato il comportamento idraulico del canale Spadula andando a considerare come asta principale il tratto contenuto all’interno del confine comunale, non trascurando tuttavia l’apporto da monte e gli apporti del rio Trottu e del rio Pauli Cerbus nei punti di confluenza. Si riportano in Figura 4 i confini dei bacini analizzati dal punto di vista idrologico, riassunti nella tabella seguente.

1 Flumini Bellu Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica

2 Gora is Arrieddus Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica

Sottobacino del complesso ‘Spadula’. Confluenza nel canale 3 Rig.lo Pauli Cerbus Spadula esterna ai confini comunali di San Gavino Monreale.

4 R. S’acqua Cotta Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica

Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica. 5 Rio Trottu lato valle In cartografia risulta essere parte del Rio Trottu, ma tale continuità non è riscontrata nella realtà. Sottobacino del complesso ‘Spadula’. Confluenza nel Canale 6 Rio Trottu lato monte Spadula interna ai confini comunali di San Gavino Monreale.

Bacino suddiviso nei corrispettivi sottobacini A e B in corrispondenza 7 A&B R.S.Maddalena del confine comunale di San Gavino Monreale.

Bacino suddiviso nei corrispettivi sottobacini A e B in corrispondenza 8 A&B Rio Cuccuru Casu del confine comunale di San Gavino Monreale.

Bacino suddiviso nei corrispettivi sottobacini A e B in corrispondenza 9 A&B Rio Bruncu Fenugu del confine comunale di San Gavino Monreale.

Canale Spadula- R.e. Sottobacino del complesso ‘Spadula’. Tratto di monte del canale 10 Cruculeu Spadula nato Cruculeu.

11 T.Seddanus Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica

12 R.Masoni Nostu Bacino naturale mantenuto come riferimento per l’analisi idrologica

Tabella 4: riassunto bacini analisi idrologica

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Bacini immodificati

Bacini spezzati al confine comunale

Bacino suddiviso per affluenti

Figura 3: identificazione preliminare dei bacini idrografici

Figura 4: delimitazione dei bacini per l'analisi idrologica

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5.2.3 Determinazione delle quote e delle pendenze

I dati geometrici sono stati ricavati tramite un’analisi della cartografia e dei dati DTM relativi all’elevazione all’interno delle superfici dei bacini. Si è proceduto tramite analisi dei dati Raster in ArcGis e QGIS per la determinazione del valore di pendenza media e della quota media dei bacini facendo riferimento al dato DTM a 10 m. E’ stato stimato il valore della pendenza media dell’asta principale a partire dalla formula di Taylor-Schwartz :

La lunghezza complessiva, le lunghezze parziali e le pendenze parziali dei Rii sono state stimate a partire dall’analisi dei dati DTM a 10m.

Andamento altimetrico Riu Cuccuru Casu - interno al confine comunale 100

90

80

70

60

50 Quota altimetrica Quota [m] 40

30 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 Lunghezza asse [m]

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Andamento altimetrico Riu S.M.Maddalena - interno al confine comunale 100

90

80

70

60

50 Quota altimetrica Quota [m] 40

30 0 1000 2000 3000 4000 5000 Lunghezza asse [m]

Andamento altimetrico Riu Bruncu Fenugu - interno al confine comunale 120

110

100

90

80

70

Quota altimetrica Quota [m] 60

50

40

30 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 Lunghezza asse [m]

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Andamento altimetrico Canale Spadula 160

140

120

100

80 Quota altimetrica Quota [m] 60

40 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000

Lunghezza asse [m]

5.2.4 Determinazione del Curve Number I valori del parametro di assorbimento CN sono determinati a partire da un’analisi in ArcGis della Carta Litologica (Figura 5) e della Carta Uso del Suolo (Figura 6) dell’area di interesse, facendo riferimento alle tabelle relative alle classificazioni delle diverse tipologie della natura e dell’uso del suolo presenti nell’area. Per ogni bacino analizzato si sono quindi incrociati tali dati, al fine di individuare per ciascuno di essi un valore medio di CN pesato sull’ampiezza delle aree aventi determinati tipi di suolo e adibite a determinati usi. Si riportano in seguito le grandezze di riferimento presenti in letteratura utilizzate per tale determinazione. Tipo di suolo: - A: elevata infiltrazione, per suolo con strati sabbiosi o di loess profondi, e siltosi aggregati (diametro 0.002-0.05 mm); - B: infiltrazione moderata, per suolo con tessitura da moderatamente fine a moderatamente grossolana, quali limi sabbiosi; - C: infiltrazione lenta, per suolo con tessitura fine, quali argille limose, deboli strati di limo sabbioso, suoli con debole contenuto organico; - D: infiltrazione molto lenta, per argille plastiche e compatte.

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Tabella 5: valori Curve Number

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Figura 5: bacini idrografici su Carta Litologica

Figura 6: bacini idrografici su Carta dell'Uso del Suolo

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5.2.5 Dati geometrici: input per calcoli idrologici Si riportano di seguito le tabelle riassuntive, una per ciascun bacino analizzato, contenenti i dati geometrici utilizzati ai fini della determinazione del valore massimo di portata per i diversi scenari studiati. 1.Flumini Bellu AMPIEZZA BACINO [kmq] 126.15 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 28.82 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 27 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 388.6412 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.00625 PENDENZA MEDIA BACINO % 24.2 CN MEDIO [-] 87.3

2. Gora is Arrieddus AMPIEZZA BACINO [kmq] 3.91 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 3.83 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 36 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 43.266 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.00221 PENDENZA MEDIA BACINO % 1.00 CN MEDIO [-] 83.7

3. Rig.lo Pauli Cerbus AMPIEZZA BACINO [kmq] 15.82 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 8.45 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 59 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 125.02 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.00891 PENDENZA MEDIA BACINO % 3.70 CN MEDIO [-] 79.16

4. R. S'acqua Cotta AMPIEZZA BACINO [kmq] 23.43 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 8.34 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 38 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 116.6 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.007602 PENDENZA MEDIA BACINO % 8.2 CN MEDIO [-] 88.1

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5. Riu Trottu Tratto Valle AMPIEZZA BACINO [kmq] 3.60 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 3.05 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 40 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 47.961 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.005438 PENDENZA MEDIA BACINO % 0.7 CN MEDIO [-] 80.9

6. Riu Trottu Tratto Monte AMPIEZZA BACINO [kmq] 17.53 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 14.80 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 58 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 323.066 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.02134 PENDENZA MEDIA BACINO % 27.17 CN MEDIO [-] 83.6

7A. R. S. Maddalena Tratto Monte AMPIEZZA BACINO [kmq] 8.12 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 4.94 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 92.4 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 186.13 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.01840 PENDENZA MEDIA BACINO % 10.9 CN MEDIO [-] 75.72

7B. R. S. Maddalena Tratto Valle AMPIEZZA BACINO [kmq] 12.68 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 5.17 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 44 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 93.71 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.01027 PENDENZA MEDIA BACINO % 2.3 CN MEDIO [-] 80.55

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8A. Riu de Cuccuru Casu Monte AMPIEZZA BACINO [kmq] 9.85 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 6.31 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 56.6 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 184.31 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.02019 PENDENZA MEDIA BACINO % 9.3 CN MEDIO [-] 89.6

8B. Riu de Cuccuru Casu Valle AMPIEZZA BACINO [kmq] 13.52 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 6.61 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 38.9 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 76.7843 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.005108 QUOTA MEDIA BACINO % 3.80 CN MEDIO [-] 84.8

9A . Riu Bruncu Fenugu Monte AMPIEZZA BACINO [kmq] 8.13 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 5.64 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 110 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 231.42 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.02588 PENDENZA MEDIA BACINO % 14.44 CN MEDIO [-] 89.17

9B. Riu Bruncu Fenugu Valle AMPIEZZA BACINO [kmq] 8.77 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 7.29 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 55 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 95.5 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.00588 PENDENZA MEDIA BACINO % 2.1 CN MEDIO [-] 85.6

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10. R.e Cruculeu AMPIEZZA BACINO [kmq] 16.85 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 8.36 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 59.12 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 101.71 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.008121 PENDENZA MEDIA BACINO % 2.1 CN MEDIO [-] 78.47

11. T. Seddanus AMPIEZZA BACINO [kmq] 34.24 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 16.01 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 56 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 203.812 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.01865 PENDENZA MEDIA BACINO % 10.7 CN MEDIO [-] 81.6

12. R. Masoni Nostu AMPIEZZA BACINO [kmq] 24.77 LUNGHEZZA ASTA PRINCIPALE [km] 11.36 QUOTA VALLE [m.s.l.m.] 65 QUOTA MEDIA BACINO [m.s.l.m.] 145.56 PENDENZA MEDIA ASTA [m/m] 0.01405 PENDENZA MEDIA BACINO % 7.04 CN MEDIO [-] 88.86

5.3 Stima della portata di piena - Metodi indiretti Come indicato nelle Linee Guida PAI della Regione Sardegna, a causa dell’assenza di dati relativi ad osservazioni storiche di portata, si è proceduto utilizzando il metodo classico “indiretto” dell’idrologia utilizzato nella Regione Sardegna per la stima della portata di piena. La portata di piena viene espressa tramite la nota Formula Razionale come prodotto tra l’intensità di precipitazione i (di assegnato Tempo di Ritorno e durata), il coefficiente di assorbimento ф, la superficie del bacino S e il coefficiente di laminazione Ɛ.

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5.3.1 Intensità di precipitazione L’intensità di precipitazione è ottenuta dalla curva di possibilità pluviometrica che esprime la legge di variazione dei massimi annuali di pioggia in funzione della durata di precipitazione ad assegnato periodo di ritorno. Tale curva viene espressa dalla formula:

Per la Regione Sardegna il calcolo si basa sull’inferenza statistica del modello TCEV della variabile aleatoria adimensionale , ovvero il massimo annuale di pioggia per assegnata durata, normalizzato rispetto alla media per diverse durate , detta anche pioggia indice. Tale grandezza viene stimata tramite la formula:

con ricavata dalla distribuzione spaziale sull’intera Sardegna (Figura 7):

Figura 7: Distribuzione spaziale dell'altezza di pioggia giornaliera in Sardegna

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L’equazione della curva di possibilità pluviometrica normalizzata è per ciascun tempo di ritorno:

dove i parametri della curva a(T) e n(T) vengono definiti per tre Sotto Zone Omogenee della Sardegna (SZO) (Figura 8). Si riportano di seguito i parametri definiti per la Sottozona 2 relativi a tempi di ritorno maggiori di 10 anni che sono stati utilizzati nel presente studio per la determinazione della portata di piena: SZO DURATA < 1 ORA DURATA > 1 ORA

Sottozona 2

Tabella 6: parametri curva possibilità pluviometrica

Figura 8: Sotto Zone Omogenee per le piogge brevi e intense in Sardegna

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5.3.2 Coefficiente di afflusso Il coefficiente di afflusso φ viene calcolato tramite il metodo del SCS-Curve Number, che permette di ricavare la pioggia netta a partire dalla formula:

dove S indica l’assorbimento del bacino, espresso dalla relazione:

e Ia indica l’assorbimento iniziale, pari a:

5.3.3 Coefficiente di laminazione Il coefficiente di laminazione, da valutare secondo l’estensione e le caratteristiche topografiche del bacino idrografico sotteso, ai fini delle verifiche effettuate nel presente studio è stato posto in prima approssimazione pari a 1.

5.3.4 Durata di pioggia critica Nel modello di corrivazione utilizzato dalla Regione Sardegna la durata di pioggia critica è assunta pari alla somma tra il tempo di corrivazione e il tempo di formazione del deflusso superficiale.

Il tempo di corrivazione esprime il tempo che una goccia d’acqua impiega a raggiungere la sezione di chiusura del bacino dal punto idraulicamente più lontano del bacino stesso. Tale grandezza, essendo dipendente sia dalle caratteristiche morfologiche del bacino, sia dalle caratteristiche dell’evento meteorico che dalle condizioni del bacino stesso, è stimabile tramite diverse espressioni empiriche:

SOIL CONSERVATION SERVICE [min]

[ore]

FORMULA DI GIANDOTTI Con h quota sezione chiusura, L in km, A in kmq, Hm quota media bacino

[ore]

FORMULA DI PASINI

Con S in kmq, L in km, Jm pendenza media asta principale

[ore]

FORMULA VAPI-SARDEGNA S in kmq, L in km, Hm quota media bacino, Jm pendenza media

Tabella 7: formule tempo corrivazione

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Le espressioni del tempo di corrivazione forniscono, per il medesimo bacino, risultati spesso discordanti caratterizzati da ampi intervalli di variabilità. Tale variabilità è imputabile al carattere sperimentale delle formule utilizzate e alla non perfetta similitudine fra le caratteristiche morfometriche dei bacini in studio con quelle dei bacini utilizzati per la formulazione delle relazioni. Facendo riferimento alla letteratura in merito, è possibile valutare quale tra le relazioni proposte possa essere considerata la più affidabile in funzione delle caratteristiche dei bacini analizzati. La relazione del Pasini, in generale, ben si adatta ai piccoli bacini sardi, mentre quella del Giandotti, pur essendo una fra le formule più diffuse, applicata indifferentemente a bacini di qualsiasi dimensione, a rigore, dovrebbe essere valida esclusivamente per bacini di estensione compresa fra 170 kmq e 70.000 kmq. Nei piccoli bacini montani, inoltre, sottostima il valore di Tc. La relazione del SCS, analogamente, risulta affidabile nei piccoli bacini, prevalentemente pianeggianti, la cui superficie non superi i 2000 acri ossia 8,094 kmq. La formulazione VAPI-Sardegna del tempo di corrivazione è stata ricavata per i bacini idrografici chiusi alle sezioni dove esistono misuratori di portata e quindi non validata per bacini di superficie minore di 50 kmq. Per i bacini in studio sono state applicate tutte le relazioni sopra riportate e i risultati ottenuti sono stati sottoposti a confronto critico in modo da poter scegliere il più attendibile. Si è valutata inoltre la veridicità del tempo di corrivazione in relazione all’estensione e alla natura morfologica del bacini stesso.

Il tempo di formazione del deflusso superficiale viene calcolato iterativamente, tramite la formula:

Ovvero risulta essere pari al rapporto tra l’assorbimento iniziale e l’intensità di pioggia corrispondente alla durata critica.

5.3.5 Coefficiente di ragguaglio Il coefficiente di ragguaglio delle piogge all’area è legato alla durata e alla superficie del bacino. In questo studio si fa riferimento alle formulazioni adottate nel VAPI Sardegna:

5.4 Dati di output calcoli idrologici Si riportano in seguito i risultati ottenuti a partire dall’analisi idrologica effettuata sulla base delle considerazioni riportate in precedenza. Nello specifico si riportano i valori dei tempi di corrivazione ottenuti per ciascun bacino, se ne evidenzia il valore adottato ai fini del calcolo e si riportano in forma tabellare i valori di portata massima ricavati per i quattro scenari analizzati. Nella scelta dei tempi di corrivazione si è tenuto in considerazione dell’ampiezza del bacino, della sua natura geomorfologica, e della veridicità dei valori risultanti dalle formule sperimentali utilizzate: nella scelta si è quindi operato adottando un criterio di coerenza all’interno di ogni singolo bacino mantenendo tuttavia attiva la visione complessiva del territorio analizzato.

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1.Flumini Bellu Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 5.81 PASINI 21.00 VAPI SARDEGNA 15.74 SOIL CONSERVATION SERVICE 5.34

PORTATA per precipitazione >1 ora Q [mc/s] 147.24 176.04 205.05 243.53 Tr [anni] 50 100 200 500

2.Gora is Arrieddus Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 5.82 PASINI 5.66 VAPI SARDEGNA 5.05 SOIL CONSERVATION SERVICE 5.93

PORTATA per precipitazione >1 ora Q [mc/s] 6.96 8.61 10.31 12.60 Tr [anni] 50 100 200 500

3.Rig.lo Pauli Cerbus Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.41 PASINI 5.85 VAPI SARDEGNA 6.33 SOIL CONSERVATION SERVICE 6.73

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 22.26 28.18 34.36 42.85 Tr [anni] 50 100 200 500

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4.Riu S'acqua Cotta Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.38 PASINI 7.18 VAPI SARDEGNA 7.12 SOIL CONSERVATION SERVICE 3.30

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 44.93 54.19 63.58 76.10 Tr [anni] 50 100 200 500

5.Riu Trottu Valle Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.88 PASINI 3.25 VAPI SARDEGNA 3.93 SOIL CONSERVATION SERVICE 6.49

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 7.28 9.26 11.40 14.32 Tr [anni] 50 100 200 500

6.Riu Trottu Monte Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 2.99 PASINI 4.71 VAPI SARDEGNA 6.63 SOIL CONSERVATION SERVICE 3.37

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 33.93 42.20 50.74 62.34 Tr [anni] 50 100 200 500

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7A. Riu S.Maria Maddalena monte Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 2.40 PASINI 2.73 VAPI SARDEGNA 4.94 SOIL CONSERVATION SERVICE 2.83

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 12.62 16.73 21.17 27.45 Tr [anni] 50 100 200 500

7B. Riu S.Maria Maddalena valle Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 3.93 PASINI 4.29 VAPI SARDEGNA 5.31 SOIL CONSERVATION SERVICE 5.51

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 21.96 27.84 33.99 42.43 Tr [anni] 50 100 200 500

8A. Riu de Cuccuru Casu Monte Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 2.03 PASINI 3.01 VAPI SARDEGNA 5.01 SOIL CONSERVATION SERVICE 2.33

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 32.89 39.96 47.16 56.82 Tr [anni] 50 100 200 500

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8B. Riu de Cuccuru Casu Valle Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.96 PASINI 6.76 VAPI SARDEGNA 6.23 SOIL CONSERVATION SERVICE 4.53

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 23.44 28.75 34.17 41.47 Tr [anni] 50 100 200 500

9A. Riu Bruncu Fenugu Monte Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 2.25 PASINI 2.40 VAPI SARDEGNA 4.77 SOIL CONSERVATION SERVICE 1.74

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 29.91 36.58 43.42 52.62 Tr [anni] 50 100 200 500

9B. Riu Bruncu Fenugu Valle Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.22 PASINI 5.63 VAPI SARDEGNA 5.77 SOIL CONSERVATION SERVICE 6.42

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 17.38 21.32 25.34 30.76 Tr [anni] 50 100 200 500

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10.Canale Spadula Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 5.54 PASINI 6.24 VAPI SARDEGNA 6.22 SOIL CONSERVATION SERVICE 9.04

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 22.25 28.22 34.46 43.03 Tr [anni] 50 100 200 500

11. Torrente Seddanus Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 4.77 PASINI 6.47 VAPI SARDEGNA 7.05 SOIL CONSERVATION SERVICE 6.10

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 51.29 63.93 77.00 94.76 Tr [anni] 50 100 200 500

12. Riu Masoni Nostu Tempi di Corrivazione [ore] GIANDOTTI 5.09 PASINI 5.97 VAPI SARDEGNA 6.44 SOIL CONSERVATION SERVICE 4.42

PORTATA per precipitazione > 1 ora Q [mc/s] 54.34 65.49 76.79 91.87 Tr [anni] 50 100 200 500

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6. Analisi idraulica

6.1 La modellazione in Hec-Ras L’analisi idraulica effettuata prevede la modellazione dei corsi d’acqua tramite modello monodimensionale HEC-RAS, in moto permanente. Il codice di calcolo HEC-RAS dell’U.S. Army Corps of Engineers consente di determinare il calcolo dell’andamento dei profili di corrente lungo un determinato tratto fluviale o canale artificiale in condizioni di moto stazionario e vario. Possono essere analizzate condizioni di moto in corrente lenta, condizioni di moto critiche e condizioni di regime misto, includendo anche la valutazione degli effetti sulla corrente dovuti all’interazione con ponti, tombinature, briglie, stramazzi ed eventuali aree golenali. Il codice di calcolo permette di descrivere in maniera dettagliata la geometria delle singole sezioni idrauliche, tenendo conto di scabrezze differenti non solo in diversi tratti del corso d'acqua ma anche all'interno della stessa sezione ad esempio per differenziare le zone golenali e il canale principale. Le ipotesi di base che caratterizzano il codice di calcolo sono: - il moto della corrente è permanente; - il deflusso della corrente è monodimensionale: le componenti della velocità nelle direzioni diverse da quella principale della corrente non vengono considerate; le equazioni utilizzate assumono che il carico totale è lo stesso per tutti i punti appartenenti ad una generica sezione; - la pendenza del fondo alveo è limitata (inferiore a 1:10); - la cadente è assunta costante tra due sezioni adiacenti; - la geometria delle sezioni idrauliche è fissa. Le analisi verranno effettuate in moto stazionario, per permettere la ricostruzione del comportamento idraulico dei canali dal punto di vista della capacità di deflusso e dei tiranti attesi in corrispondenza dei diversi eventi idrologici previsti. Il programma di calcolo opera integrando le equazioni generali del moto secondo il metodo denominato nella letteratura anglosassone “Standard Step Method” che si basa sulla semplice equazione differenziale fondamentale del moto permanente:

Dove:

- quote assolute della superficie della corrente alle sezioni 1 e 2 - velocità medie della corrente (Q tot/Area tot bagnata) - coefficienti di Coriolis - perdita di carico tra le sezioni 1 e 2

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Figura 9: grandezze presenti nell'equazione dell'energia

La perdita di carico tra due sezioni è data dalla somma delle perdite distribuite lungo il tratto d’alveo compreso tra le due sezioni e le eventuali perdite localizzate ad esempio per la variazione di larghezza della sezione (perdite per contrazione ed espansione). L’espressione che permette il calcolo della perdita di carico risulta:

dove: - L : lunghezza del tratto d’alveo in esame; - J : cadente piezometrica; - C : coefficiente che tiene conto dei fenomeni di contrazione ed espansione della corrente. La cadente piezometrica può essere ricavata attraverso la seguente espressione:

- Q1. Q2 : portata transitata rispettivamente alla sezione 1 e alla sezione 2; - k1. k2 : capacità di deflusso (conveyance) totale rispettivamente associata alla sezione 1 e alla sezione 2.

La capacità di deflusso è calcolabile attraverso la seguente espressione:

essendo: - K: conveyance espressa in mc/s - n: coefficiente di Manning; - A : area relativa al deflusso espressa in mq/s; - R : raggio idraulico espresso in m.

La capacità di deflusso complessiva di una determinata sezione è data dalla somma delle capacità di deflusso delle due golene e del canale principale. Ciascuna parte con cui si è idealmente suddivisa la sezione idraulica è infatti caratterizzata, una volta noto o ipotizzato il tirante idrico, da una determinata area

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bagnata e raggio idraulico; da qui la possibilità di calcolare la capacità di deflusso per la golena in sponda destra, sinistra e per il canale principale. Il coefficiente C viene introdotto per tenere in conto delle perdite energetiche dovute ai fenomeni di espansione o di contrazione della corrente. Esso viene definito dall’utente, sezione per sezione, in funzione delle caratteristiche del fenomeno di transizione. I valori tipici di tale coefficiente vengono indicati nella seguente tabella: Coefficiente Coefficiente di contrazione di espansione Nessuna perdita per contrazione o 0.0 0.0 espansione Transizione graduale 0.1 0.3

Ponte 0.3 0.5

Transizione brusca 0.6 0.8

Il processo di risoluzione è volto essenzialmente ad individuare quel tirante idrico (nella sezione in cui esso non risulta già noto o calcolato in precedenza) che permette di verificare il bilancio energetico, a meno di una tolleranza prefissata e ritenuta soddisfacente dall’utente. La procedura di calcolo è iterativa: si assume una quota della superficie libera nella sezione di monte, sulla base di tale quota si calcola la conduttanza idraulica totale (capacità di deflusso) ed il carico di velocità, si calcola quindi la pendenza d’attrito (cadente piezometrica) e si risolve l’equazione per determinare la perdita di energia. Si calcola quindi il valore di H2 e lo si confronta con il valore assunto precedentemente, fino a quando i valori non concordano all’interno di un predefinito valore di tolleranza. Per maggiori dettagli di calcolo si rinvia alla documentazione del codice di calcolo. Per il calcolo del profilo della corrente in corrispondenza di strutture quali ponti, o nel caso di variazioni importanti nella pendenza del canale e salti di fondo, tra le opzioni offerte dal codice di calcolo vi sono delle equazioni empiriche o il metodo dei momenti. L’equazione del momento applicata ad una determinata massa d’acqua compresa tra due sezioni distinte 1 e 2 risulta essere:

Dove: - Pi forza legata alla pressione idrostatica agente sulle sezioni; - Wx forza dovuta al peso dell’acqua in direzione X - Ff forza dovuta alle perdite per attrito esterne lungo il contorno tra le sezioni - Q portata liquida - densità dell’acqua - variazione di velocità nella direzione x tra le sezioni

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Figura 10: grandezze presenti nell'equazione del momento

Nello specifico per la modellazione di ponti ed eventuali tratti tombati vanno inserite quattro sezioni trasversali, definite dall’utente, per il calcolo delle perdite di carico dovute alla presenza delle strutture. - Sezione 1: collocata sufficientemente a valle della struttura in modo che la corrente non sia influenzata dalla presenza della struttura stessa. La distanza a cui porre tale sezione viene generalmente individuata mediante ricerche in situ durante eventi di piena significativi o in base all’esperienza dei gestori dei corsi d’acqua. - Sezione 2: posta subito a valle del ponte. - Sezione 3: posta subito a monte del ponte. - Sezione 4: posta sufficientemente a monte del ponte, dove le linee di corrente possono essere considerate sufficientemente parallele.

In corrispondenza delle sezioni 2 e 3 è necessario inserire all’interno del modello le ‘ineffective flow areas’ al fine di simulare l’effetto dovuto alla presenza dell’apertura del ponte. Inserendo tali elementi, infatti, vengono simulati all’interno del modello le zone di ristagno superficiale, in cui la velocità è prossima allo zero. Le zone di flusso ineffettivo sono posizionate in corrispondenza degli esterni della luce del ponte, ed hanno un’altezza pari a quella totale dell’impalcato del ponte.

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Figura 11: inserimento 'Bridge' ncon ineffective flow areas

Figura 12: modellazione Ponte

6.2 Dati geometrici richiesti dal modello Per ogni canale ne verranno costruite le geometrie facendo riferimento a rilievi topografici e ai modelli digitali del terreno disponibili (nello specifico DTM a 1 m).

6.2.1 Downstream Reach Lenghts Si fissano le distanze parziali tra una sezione e la precedente. Tali distanze sono determinanti ai fini della corretta collocazione planimetrica della geometria, e la loro somma progressiva è compresa tra 0 (sezione più a valle) e il valore massimo corrispondente alla sezione di monte del modello.

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Tali distanze possono distinguersi in tre diversi valori, corrispondenti relativamente al canale principale a alle due aree golenali poste alla sinistra e alla destra idraulica del canale stesso. Per semplificazione nelle modellazioni effettuate le distanze per i tre settori verranno considerate uguali.

6.2.2 Coefficienti di Manning (Manning’s Values) Il valore del coefficiente di Manning (reciproco del coefficiente di Strickler) esprime la scabrezza del canale, e premette di distinguere la diversa natura del materiale costituente il canale principale e le due aree golenali. È possibile fare riferimento, per l’assegnazione di tale valore, a delle tabelle di letteratura, che distinguono la scabrezza in base al materiale d’alveo ed in base allo stato manutentivo dello stesso, valutando l’eventuale presenza di vegetazione.

Tabella 8: coefficiente di Strickler per canali

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Tabella 9: coefficiente di Strickler per corsi d'acqua naturali

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Tabella 10: coefficienti di Manning

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6.2.3 Main Channel Bank Stations I punti relativi alle ‘bank stations’ sono utilizzati per definire quale porzione della sezione sia considerata canale principale, e quali porzioni siano da considerare golene destra e sinistra. Tali elementi possono coincidere o meno con l’ampiezza degli intervalli relativi ai coefficienti di scabrezza, a seconda che il canale principale sia o meno della stessa natura in ogni sua parte (per esempio se sia totalmente rivestito in cls o se lo sia solo una porzione della sezione).

Bank Stations

Area in Cls

Figura 13: esempio di posizionamento bank stations

6.2.4 Levees L’inserimento delle ‘levees’ è di tipo opzionale. L’inserimento dei punti ‘argine’ permette all’utente di stabilire il posizionamento e l’elevazione di un argine esistente o di progetto. Una volta inserite tali geometrie l’acqua è impossibilitata ad oltrepassare tali limiti, fino al punto di superamento della quota massima dell’argine stesso. L’inserimento di tali punti viene considerato adeguato quando l’argine presenta un certo sviluppo longitudinale, impedendo alla portata di tracimare per una lunghezza di canale di un certo rilievo. Qualora tali punti non fossero stati inseriti all’interno delle sezioni, significa che gli ‘argini’ che sembrerebbero essere presenti da una prima analisi del DTM del terreno per una determinata sezione, a seguito di un’analisi planimetrica dell’area risultano invece appartenere a ‘isolotti’ sopraelevati, che verrebbero nella realtà

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circumnavigati dall’acqua con estrema facilità. Si è quindi deciso di inserire tali punti o meno a seconda della natura dell’argine analizzato in ciascun singolo caso.

Levees

Figura 14: esempio di posizionamento levees

6.3 Parametri di calcolo Le portate inserite fanno riferimento ai quattro scenari analizzati richiesti dalle metodologie indicate dalla Linee Guida del PAI, alle quali si rimanda integralmente, ai fini della individuazione delle aree di allagamento in corrispondenza di portate aventi tempi di ritorno pari a 50, 100, 200, 500 anni. Lungo i canali analizzati tali portate verranno mantenute costanti da monte verso valle per tratti di lunghezza limitata. La portata in ingresso cresce quindi verso valle, di una quantità data dall’apporto dell’area afferente crescente. Il delta crescente di portata viene inserito nel modello in sezioni corrispondenti a punti di immissioni di portata.

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6.4 Applicazione del modello HEC-RAS: premessa La presente analisi riguarda la valutazione e la verifica idraulica dei corsi d’acqua all’interno del confine comunale di San Gavino Monreale tramite modellazione idraulica monodimensionale a moto permanente. L’analisi ha come fine quello di definire i profili di corrente relativi a tempi di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni per i quali sono state determinate le portate di piena nell’ambito dell’analisi idrologica. Tali profili sono indispensabili ai fini della perimetrazione delle aree soggette ad esondazione. Si rimanda alla tavola I_2.2 per un maggior dettaglio nella individuazione delle aree esondabili. Nell’allegato All.A Risultati Modellazione Idraulica sono descritti invece in forma grafica e tabellare i risultati delle simulazioni nei diversi scenari. Nel dettaglio i profili longitudinali riportano graficamente i livelli idrici per ciascun tempo di ritorno lungo l’intero asse del tracciato. In forma tabellare si riportano invece le principali grandezze idrauliche relative ad ogni sezione ottenute come output del modello, quali:

- Nome della sezione - Portata al colmo - Quota fondo alveo - Quota pelo libero della corrente - Livello critico della corrente - Livello energetico - Pendenza della linea dell’energia - Velocità nel canale - Area bagnata - Larghezza della sezione - Numero di Froude

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6.4.1 Modellazione idraulica del Riu Cuccuru Casu Come spiegato in precedenza, l’analisi di modellazione idraulica è stata condotta tramite il modello numerico HEC-RAS che consente il calcolo del profilo idraulico, nel caso specifico a moto permanente, andando a considerare gli effetti sulla corrente dovuti non solo alla geometria delle sezioni ma anche alla presenza di manufatti quali ponti, briglie o salti di fondo.

Figura 15: Bacino idrografico del Riu Cuccuru Casu

6.4.1.1 Portate in ingresso Le portate in ingresso sono state stimate nello studio idrologico effettuato. Nello specifico, per il Riu Cuccuru Casu si è deciso di suddividere il bacino in due sub-bacini principali, uno a monte ed uno più a valle, aventi come limite fisico il confine comunale di San Gavino, essendo questo anche coincidente con una diversa natura litologica dell’area (Figura 16); sono state quindi così individuate due macroaree che sono state analizzate separatamente ai fini della determinazione delle portate massime in ingresso.

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Figura 16: sub-bacini Cuccuru Casu

Al fine del’ottenimento di una modellazione idraulica più rispondente alla realtà, per il modello del tratto analizzato, che è collocato nel sub-bacino più a valle, si è proceduto alla suddivisione di quest’ultimo in sei sotto-aree, aventi come finalità quella di modellare gli incrementi di portata rispettando l’andamento degli affluenti del canale stesso. Tali aree, avendo calcolato il contributo unitario del bacino in esame, permettono la determinazione delle portate afferenti alle diverse sezioni. Con tale espediente infatti, è possibile modellare l’idraulica del Cuccuru Casu in modo tale che la portata si mantenga costante per gruppi di sezioni omogenee, l’apporto idraulico risulta quindi crescere verso valle, ricreando uno aderente alla situazione reale.

Figura 17: Sub-bacini Zona Valle Cuccuru Casu

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ANALISI DELLE PORTATE Portate bacini = q unit *Area [mc/s] Portata totale afferente [mc/s] N° sub- aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 bacini [kmq]

Da Monte 32.896 39.961 47.161 56.825 32.896 39.961 47.161 56.825

1 3.716 6.446 7.903 9.394 11.401 39.342 47.864 56.556 68.226 2a 3.555 6.167 7.562 8.988 10.909 45.509 55.426 65.544 79.135 2b 1.974 3.424 4.198 4.990 6.056

3 1.784 3.094 3.794 4.509 5.473 48.604 59.220 70.053 84.608 4 2.015 3.496 4.287 5.095 6.184 52.100 63.506 75.149 90.791 5 0.596 1.033 1.267 1.506 1.828 53.133 64.773 76.655 92.619 Tabella 11: portate di modellazione

6.4.1.2 Scelta della geometria del modello Si individuano le sezioni ritenute necessarie ai fini di una corretta simulazione del moto. Sono quindi inserite all’interno della geometria le sezioni corrispondenti a attraversamenti e ponti, salti di fondo e sezioni caratterizzate da geometrie ‘tipo’.

Figura 18: posizionamento sezioni

Si riportano in HEC RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni vengono numerate progressivamente da valore 0 (sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle) al valore maggiore della sezione più a monte. Nel caso studio del Riu Cuccuru Casu la lunghezza totale dell’asta principale (coincidente con la distanza tra la sezione iniziale e quella finale) risulta essere pari a 6134 m.

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Figura 19: sezioni planimetriche modello HEC RAS

Si assegnano a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e si inseriscono nei punti necessari le geometrie ‘bridge’, al fine di simulare la presenza dei ponti, facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

6.4.1.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del Riu Cuccuru Casu è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici delle sezioni artificiali e dei manufatti effettuati in campagna (tra Gennaio e Maggio 2016).

Il Riu Cuccuru Casu è un corso d’acqua fortemente antropizzato, caratterizzato da un canale principale con rivestimento in calcestruzzo e da una porzione di alveo in terra di dimensioni ridotte. La larghezza del fondo risulta variare tra i due e i quattro metri, e la larghezza in corrispondenza della sommità arginale risulta essere mediamente pari a 15-20 metri.

La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente oltre la zona golenale al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni varia tra i 400 e gli 800 m a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile valutata caso per caso.

L’estensione di notevole entità delle sezioni è stata adottata nello studio del Riu Cuccuru Casu per la sua particolare morfologia. Essendo un rio di natura artificiale, creato in passato come deviazione del corso naturale della parte terminale del fiume per salvaguardare dalle piene il centro abitato di San Gavino (portando il corso d’acqua a non scendere verso il paese ma deviandolo verso Ovest-NordOvest), l’andamento del terreno in sinistra idraulica risulta essere in pendenza verso l'esterno, rendendo il fiume un corso d’acqua ‘in costa’, poiché ha un andamento planimetrico subparallelo al corso d'acqua principale

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(Flumini Mannu di Pabillonis). Per tale particolarità si è deciso di estendere le sezioni in modo sufficiente a descrivere il più correttamente possibile la morfologia della zona.

I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali. Per le sezioni interessate dalla presenza di un attraversamento artificiale, invece, tale coefficiente è aumentato fino a 0.3 - 0.5.

Il Riu Cuccuru Casu è caratterizzato da aree di libera espansione e da rilevati arginali praticamente assenti, ad eccezione delle aree dove sono presenti ponti e attraversamenti. Il sistema golenale risulta così sempre connesso a quello dell’alveo inciso di magra e di morbida. Il moto è quindi modellato tramite uno schema monodimensionale esteso all’intera sezione bagnata, dove le portate d’acqua circolanti nelle zone di espansione non sono da considerarsi partecipi al moto.

6.4.1.4 Opere trasversali Lungo il corso del Cuccuru Casu sono presenti numerosi manufatti quali attraversamenti (ponti e ponticelli) e salti di fondo. I ponti sono schematizzati ai fini della simulazione come strutture ‘Bridge’ utilizzando due sezioni trasversali a monte e due a valle della struttura, in modo da simularne correttamente la larghezza e il restringimento d’alveo indotto dalle stesse.

Figura 20: ponte-di attraversamento sul Riu Cuccuru casu

I salti di fondo, vista la loro modesta entità confermata dal sopralluogo effettuato, sono stati schematizzati tramite due sezioni molto prossime tra loro, aventi rispettivamente le quote di fondo precedenti e successive al salto.

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Figura 21: salto di fondo lungo il Riu Cuccuru Casu

6.4.1.5 Coefficiente di scabrezza Nella modellazione del Cuccuru Casu, essendo questo un corso d’acqua fortemente antropizzato, sono stati assegnati differenti coefficienti di scabrezza, rispettivamente riferiti ai tratti in terra esterni (adibiti ad aree coltivate) e alla porzione di sezione ricoperta di calcestruzzo. A seguito di una dettagliata osservazione di tutte le porzioni del canale, l’area in calcestruzzo risulta, per alcuni tratti, in cattive condizioni manutentive, caratterizzata dalla presenza di vegetazione incolta, in altre vi è la presenza di erbacce non trascurabili, mentre in diversi altri si presenta liscia ed in buono stato di manutenzione. Ai fini della parametrizzazione della scabrezza per la modellazione idraulica in HEC-RAS è stata ipotizzata una condizione di stato di manutenzione ordinaria, considerando le reali possibilità di praticare tale manutenzione lungo il corso del canale, valutando tratto per tratto una realtà numerica plausibile a partire dall'attuale situazione del corso d'acqua. Si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

- Porzione in cls pulito in buone condizioni manutentive ordinarie 0.025 [ ]

- Porzione in cls in condizioni manutentive medie con ciuffi di erbacce a tratti 0.030 [ ]

- Porzione in cls in cattive condizioni manutentive con fondo quasi completamente

ricoperto di erbacce 0.035 [ ]

- Porzione in cls in assenza di possibilità di manutenzione efficace 0.040 [ ]

- Porzione in terra esterna al canale (aree incolte o coltivate) 0.050 [ ]

Tali valori risultano quindi essere attinenti alle condizioni del corso d’acqua analizzato, che presenta per la maggior parte del suo corso le sponde libere e in buone condizioni. Si riportano in seguito alcune immagini rilevate in campagna (gennaio-aprile 2016) aventi come finalità quella di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale.

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Figura 22: varie situazioni di condizioni manutentive lungo il Riu Cuccuru Casu (anche le due foto seguenti)

6.4.1.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento I risultati delle simulazioni idrauliche e le aree a pericolosità idraulica sono state sovrapposte alle carte tecniche regionali (Tavola T.I_2.2): la legenda è quella riportata nelle “Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al P.P.R. e al P.A.I.” dove i quattro colori rappresentano rispettivamente:

Si riportano in allegato All_A i risultati della modellazione idraulica monodimensionale per il Riu Cuccuru Casu. Gli scenari analizzati non tengono in considerazione eventuali fenomeni di erosione o rottura

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dell’argine, per i quali si precisa quindi, che sarebbe opportuno fare ulteriori studi specifici, per valutarne gli effetti in dettaglio, poiché questa non è la sede per lo studio di tali fenomeni. Dall’analisi dei risultati relativi alla modellazione idraulica del fiume Cuccuru Casu si osserva come il corso d’acqua presenti dei punti di fragilità non trascurabile. A partire dall’osservazione dei dati relativi allo scenario più gravoso (Tr=500 anni) si evince come i punti maggiormente esposti a fenomeni di esondazione siano concentrati principalmente nel tratto terminale di valle del corso d’acqua, verso l’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis. A partire da una distanza di circa 4 km dall’immissione nel Flumini Mannu, in corrispondenza di un attraversamento (scheda attraversamento 8.7) avente una quota di circa 63.6 m s.l.m. sono previsti i primi consistenti fenomeni di esondazione che interessano il tratto di valle del fiume. La larghezza dell’area di esondazione cresce in modo progressivo verso valle, raggiungendo un massimo di 350 m a una distanza di circa 1,8 km dalla confluenza. Le aree allagate trovano verso valle il limite fisico del Flumini Mannu stesso, che raccoglie la portata in arrivo. Parte dei volumi fuoriuscenti dall’alveo principale, inoltre, vengono raccolti dai canali affluenti di sinistra del fiume, che recapitano poi nuovamente più a valle la portata nel Cuccuru Casu. Si osserva inoltre come i volumi esondati incontrino una costrizione in corrispondenza del passaggio della nuova ferrovia, essendo l’attraversamento ferroviario un restringimento puntuale della sezione d’alveo e allo stesso tempo il rilevato, che presenta un' altezza variabile tra 1 e 2 metri circa dal piano campagna circostante, un limite fisico all’espansione dei volumi esondati verso valle. L’area prossima all'immissione del Riu Cuccuru Casu nel Flumini Mannu di Pabillonis a valle della ferrovia è già stata oggetto di studio in occasione della Variante al PSFF, e risulta rientrare nell’area A_50 oltre che in porzione minore nella cosiddetta area C. Tali aree vengono quindi confermate, ed integrate con le più recenti valutazioni. La modellazione idraulica ha indicato un ulteriore fenomeno di potenziale esondazione dagli argini anche in corrispondenza di un attraversamento (scheda attraversamento 8.10) posto a circa 6 km dall’immissione nel Flumini Mannu. Poche centinaia di metri a monte dell’attraversamento vengono registrate fuoriuscite di portata in destra idraulica, che interessano un’area di larghezza massima di circa 80 m e proseguono per un tratto di circa 250 m verso valle. In corrispondenza dell’attraversamento stesso, invece, vi sono potenziali fenomeni di tracimazione dalla sponda sinistra del fiume. Tale fenomeno deve essere tenuto in dovuta considerazione in quanto, a partire dall’analisi dell’andamento planoaltimetrico del bacino in corrispondenza del ponte sopracitato, e delle vecchie ortofoto del 1954, si osserva come sia presente in tale punto il tratto iniziale del corso del Rio Pardu, avente un andamento circa da nord verso sud, che riceverebbe l'acqua esondata, incanalandola in direzione del centro abitato di San Gavino Monreale. I volumi che dalla modellazione idraulica risulterebbero fuoriuscire dalla sponda sinistra del Cuccuru Casu sono tuttavia di entità ridotta e relativi al solo scenario con tempo di ritorno 500 anni: si è stimata una potenziale fuoriuscita massima di circa 3 mc/s. Alla luce di tali valutazioni si è ritenuto comunque opportuno approfondire le conseguenze dal punto di vista idraulico di un eventuale fenomeno di esondazione in sinistra idraulica attraverso la modellazione del tratto di impluvio che dal punto di potenziale fuoriuscita dal Riu Cuccuru Casu scende verso il centro abitato, seguendo l’antico andamento del letto del rio. Si sono analizzate cinque sezioni, di larghezza pari a circa 400m, con lo scopo di stimare il percorso dell’acqua verso il tratto terminale del rio Pardu (rio che attraversa il paese di San Gavino Monreale), e gli eventuali fenomeni di esondazione che andrebbero ad interessare tale tratto iniziale, normalmente non interessato da deflusso idrico. Dall’analisi dei risultati ottenuti (T.I_2.2) si evince che l'impluvio è in grado di smaltire abbastanza agevolmente i volumi previsti (circa 3 mc/s massimo, e solo per lo scenario con Tr=500 anni). Lo scenario previsto dalla variante al PAI relativa al centro abitato non subisce sostanziali modifiche, si ritiene quindi opportuno confermare le aree già precedentemente individuate, andando solamente a perfezionarle verso monte fino al corso del Cuccuru Casu, solamente per il tempo di ritorno di 500 anni, con una fascia di larghezza variabile tra i 25 e i 40m circa lungo lo sviluppo longitudinale dell'impluvio.

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Si ritiene comunque necessario segnalare la necessità di intervenire con adeguati provvedimenti per la messa in sicurezza di tale tratto del rio Cuccuru Casu, poiché la portata fuoriuscente, sebbene di entità modesta e solo per lo scenario con Tr= 500 anni, andrebbe a interessare un’area ad alta densità abitativa, già fortemente penalizzata dal punto di vista del rischio idraulico. Si considera che le valutazioni appena effettuate possano essere di supporto agli studi già effettuati, relativi alle ‘Opere di mitigazione del rischio idraulico sul rio Pardu’: la soluzione adottata nel progetto preliminare e confermata nel progetto definitivo, infatti, prevede la realizzazione di un nuovo tracciato del Rio Pardu che dalla zona a monte dell’Ospedale di San Gavino Monreale consente di addurre le portate nel rio Piscina Linu senza attraversare il centro abitato. La conformazione del canale in progetto risulta essere stata studiata per avere un andamento naturaliforme tenendo comunque in debito conto l’assetto proprietario e delle coltivazioni presenti. Il canale previsto ha sezione doppio trapezia con savanella centrale avente una larghezza di base di 2 m ed una golena con una larghezza di 10 m. La nuova canalizzazione è in grado di trasportare con un franco di 1,11 m una portata di circa 43 mc/s, corrispondente alla portata duecentenaria del rio Pardu nella sezione finale di chiusura alla confluenza con il Rio Piscina Linu. Alla luce delle valutazioni effettuate sul rio, si ritiene opportuno intervenire inoltre con una certa urgenza al fine di porre in sicurezza le aree maggiormente critiche del Riu Cuccuru Casu. Si valuta quindi come intervento di primaria necessità la manutenzione di tipo ordinario lungo tutto il canale analizzato. Tutti gli interventi di manutenzione che comportano aumento della capacità di smaltimento della portata, vanno generalmente eseguiti da valle verso monte. Secondo l’Articolo 2: ‘Competenza sulla manutenzione degli alvei’ della ‘Direttiva per la manutenzione degli alvei e la gestione dei sedimenti in attuazione degli artt. 13 e 15 delle n. d. a. del piano stralcio per l’assetto idrogeologico della Sardegna (PAI)’ nel Bacino Unico Regionale sono responsabili della manutenzione degli alvei, ciascuno secondo le proprie competenze, tutti gli Enti e le Autorità preposte alla gestione e sicurezza dei corsi d’acqua e delle opere funzionali alla sicurezza idraulica. In particolare per i corsi d’acqua naturali: - le Province ed i Comuni secondo il disposto dell’art. 61, commi 1, 2 e 3 della L.R. 12 giugno 2006, n. 9 “Conferimento di compiti e funzioni agli Enti locali” che assegna, a detti enti locali, competenza in ordine alla realizzazione di opere idrauliche (con esclusione di quelle di seconda categoria) e di pulizia e manutenzione dei corsi d’acqua naturali o inalveati ricadenti nel rispettivo territorio amministrativo. - Il Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale (CFVA) al quale sono attribuiti compiti di soprintendenza e vigilanza per la tutela del patrimonio naturalistico ai sensi dell’art. 1, comma 3 della L.R. 26/1985 ; - i Servizi Territoriali Demanio e Patrimonio e del Genio Civile, i quali svolgono la manutenzione delle opere di II categoria e in ambito provinciale funzioni istruttorie e di attuazione degli adempimenti in tema di demanio idrico, opere idrauliche e di difesa del suolo e a cui compete il rilascio dei provvedimenti di autorizzazione all’esercizio di attività in alveo. Per i corsi d’acqua artificiali: - gli enti gestori dei canali artificiali L’Agenzia Regionale di Distretto Idrografico svolge le attività previste L.R. 19/2006. Si individuano nel Riu Cuccuru Casu come tratti richiedenti un adeguato intervento di manutenzione, quelli ove la dinamica fluviale, lo sviluppo della vegetazione o lo stato delle opere pregiudicano la funzionalità idraulica del corso d’acqua aumentando il rischio di esondazione: ovvero a monte di ponti e attraversamenti (con particolare attenzione al nuovo attraversamento ferroviario, posto ad una distanza di circa 650 m dall’immissione nel Flumini Mannuu di Pabillonis) e nelle aree a rischio idraulico interessate da fenomeni di esondazione potenziale per i Tempi di ritorno studiati. Tali interventi avranno come finalità quella di mantenere la sezione di progetto, con particolare attenzione agli argini, ai rivestimenti delle sponde e delle confluenze nel reticolo fluviale. Va prevista la rimozione di manufatti abbandonati in alveo e senza più una loro funzione effettiva che ostruiscono il deflusso della corrente idrica, come eventuali plinti di appoggio, muri d’argine abbandonati, pile

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e spalle di ponti non più esistenti. Si valuta inoltre di primaria importanza l’intervento di demolizione di quegli attraversamenti non più utilizzati, o ritenuti di intralcio alla sicurezza idraulica, quali il ponticello in corrispondenza della confluenza nel Flumini Mannu di Pabillonis (n. 1 - E 1478699.396; N 4381698.734) ed uno posto circa 400 m a monte (n. 2 - E 1479114, N 4381714), ed inoltre l’attraversamento stradale localizzato in corrispondenza delle aree interessate dai fenomeni di esondazione più gravosi (Scheda attraversamento 8.10 - coord. E 1484133.07; N 4380709.903) che, nel caso si manifestassero scenari quali rottura di argini o eventi catastrofici, riporterebbe conseguenze gravose nell’area del centro abitato. In corrispondenza di tale attraversamento per un tratto di lunghezza ~250 m in sinistra idraulica si evidenzia la necessità di intervenire anche attraverso opere di rialzo arginale, per garantire il franco di piena necessario (0.8 -1 m). In corrispondenza dell’attraversamento ferroviario (scheda attraversamento 8.2), che risulta essere un punto di costrizione per il deflusso del fiume, è necessario effettuare una valutazione per la corretta tipologia degli interventi di riduzione del rischio prevedibile per fronteggiare tali criticità: adeguamento della geometria dei rilevati (rialzamento del piano del ferro); interventi di protezione e/o consolidamento dei rilevati; adeguamento delle sezioni in corrispondenza degli attraversamenti del reticolo idraulico. Nel caso qui analizzato si valuta opportuno intervenire in maniera adeguata secondo la terza modalità, in modo da apportare miglioramenti con una certa celerità e con un basso impatto sulla geometria della ferrovia stessa. Analizzando gli scenari meno gravosi si osserva come le aree allagate abbiano uno sviluppo longitudinale rispetto all’asse del canale analogo a quello dello scenario relativo ai 500 anni. Tuttavia tali aree si sviluppano su una porzione di territorio meno estesa trasversalmente, riducendo l’area soggetta a inondazione. Da sottolineare, inoltre, come il fenomeno di esondazione che potrebbe interessare il centro abitato, a partire dall’attraversamento posto a circa 6 km dall’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis, non si prevede possa accadere per tempi di ritorno inferiori ai 500 anni. La previsione di tale evento, tuttavia, non considera una eventuale rottura degli argini. Si ritiene quindi opportuno sviluppare ulteriormente tale aspetto con adeguati studi e successive elaborazioni. Permangono tuttavia, per tutti gli scenari analizzati, gli elementi sensibili precedentemente individuati, quali l’attraversamento ferroviario e i numerosi attraversamenti stradali. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.2 Modellazione idraulica del riu Santa Maria Maddalena L’analisi di modellazione idraulica è stata condotta tramite il modello numerico HEC RAS che consente il calcolo del profilo idraulico, nel caso specifico a moto permanente, andando a considerare gli effetti sulla corrente dovuti non solo alle geometria delle sezioni ma anche alla presenza di manufatti quali ponti, briglie o salti di fondo.

Figura 23: bacino idrografico del riu Santa Maria Maddalena

6.4.2.1 Portate in ingresso Le portate in ingresso sono state stimate nell'apposito studio idrologico effettuato. Nello specifico, per il Riu S. M. Maddalena si è deciso di suddividere il bacino in due sub-bacini principali, uno a monte ed uno più a valle, aventi come limite fisico all'incirca il confine comunale di San Gavino; si sono quindi così individuate

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due macro aree che sono state analizzate separatamente ai fini della determinazione delle portate massime in ingresso.

Figura 24: suddivisione in sub-bacini del riu S. M. Maddalena

Al fine del’ottenimento di una modellazione idraulica più veritiera, per il modello del tratto analizzato, che è collocato nel sub-bacino più a valle, si prevede la suddivisione di quest’ultimo in cinque sotto-aree, aventi come finalità quella di modellare gli incrementi di portata rispettando l’andamento ed i punti di immissione degli affluenti del canale stesso. Da un’analisi del Rio S.M.Maddalena si evince che l’incremento di portata è totalmente legato dagli apporti provenienti dalla sinistra idraulica, che costituiscono una rete idrica non trascurabile ai fini della modellazione. Tali sotto-aree, avendo calcolato il contributo unitario del bacino in esame, permettono la determinazione delle portate afferenti alle diverse sezioni. Con tale accorgimento infatti, è possibile modellare l’idraulica del Rio in modo tale che la portata si mantenga costante per gruppi di sezioni omogenee, l’apporto idraulico risulta quindi crescere verso valle, ricreando uno scenario vicino alla realtà.

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Figura 25: Sub-bacini del tratto di valle del riu S.M.Maddalena

ANALISI DELLE PORTATE Portate bacini = q unit *Area [mc/s] Portata totale afferente [mc/s]

N° sub- aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 bacini [kmq] Da 12.624 16.732 21.172 27.454 12.624 16.732 21.172 27.454 Monte A 1.250 2.166 2.745 3.351 4.184 14.790 19.477 24.523 31.638 B 3.926 6.802 8.621 10.525 13.140 21.592 28.098 35.048 44.777 C 3.001 5.199 6.590 8.045 10.044 26.791 34.688 43.093 54.822 D 3.592 6.223 7.888 9.629 12.022 33.014 42.575 52.722 66.844 E 0.922 1.597 2.025 2.472 3.086 34.612 44.600 55.194 69.929 Tabella 12: portate di modellazione

6.4.2.2 Scelta della geometria del modello Si individuano le sezioni ritenute necessarie ai fini di una corretta simulazione del moto. Sono quindi inserite all’interno della geometria le sezioni corrispondenti ad attraversamenti e ponti, salti di fondo e sezioni caratterizzate da geometrie ‘tipo’.

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Figura 26: posizionamento sezioni lungo il rio S.M. Maddalena

Si riportano in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni vengono numerate progressivamente da valore 0 (sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle) al valore maggiore della sezione più a monte. Si assegnano a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e si inseriscono nei punti necessari le geometrie ‘bridge’, al fine di simulare la presenza dei ponti, facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

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Figura 27: sezioni planimetriche modello HEC RAS

6.4.2.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del fiume Santa Maria Maddalena è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici delle sezioni artificiali e dei manufatti effettuati in campagna (Gennaio-aprile 2016). Il Rio S.M. Maddalena presenta un andamento rettificato e regimato nel tratto più a valle, mentre nel tratto a monte, ed anche esternamente al confine comunale, mantiene il proprio andamento naturale. Lungo il tratto rettificato è presente un rivestimento in calcestruzzo che determina la geometria delle sezioni. Le dimensioni che le caratterizzano sono una larghezza alla base di circa 1.5-2 m, e una larghezza delle banche pari a circa 2.5 m, con un’ampiezza tra la sommità delle sponde variabile fra 15 e 20m circa. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica nella Figura 27 e nella Fig. 27 Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 m a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile valutata caso per caso.

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Analisi dell'assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi delle N.A. del P.A.I., Comune di San Gavino M.le finalizzata all'aggiornamento della pianificazione di Provincia del Medio Campidano settore a scala di dettaglio

I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali. Anche il rio Santa Maria Maddalena, analogamente al Cuccuru Casu, presenta dei rilevati arginali praticamente assenti, ad eccezione delle aree dove sono presenti ponti e attraversamenti. Il sistema golenale risulta così sempre connesso a quello dell’alveo inciso di magra e di morbida. Il moto è quindi modellato tramite uno schema monodimensionale esteso all’intera sezione bagnata, dove le portate d’acqua circolanti nelle zone di espansione non sono considerate partecipi al moto.

6.4.2.4 Opere trasversali I ponti sono schematizzati ai fini della simulazione come strutture ‘Bridge’ utilizzando due sezioni trasversali a monte e due a valle della struttura, in modo da simularne correttamente la larghezza e il restringimento d’alveo indotto dalle stesse.

Figura 28: ponte-di attraversamento del rio S.M.Maddalena

I salti di fondo, vista la loro modesta entità confermata dal sopralluogo effettuato, sono stati schematizzati tramite due sezioni molto prossime tra loro, aventi rispettivamente le quote di fondo precedenti e successive al salto.

6.4.2.5 Coefficiente di scabrezza Ai fini della parametrizzazione della scabrezza per la modellazione idraulica in HEC-RAS è stata ipotizzata una condizione di stato di manutenzione ordinaria, considerando le reali possibilità di praticare tale manutenzione lungo il corso del canale, valutando tratto per tratto una realtà numerica plausibile a partire dall'attuale situazione del corso d'acqua. Si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

- Porzione in cls pulito in buone condizioni manutentive ordinarie 0.025 [ ]

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- Porzione in cls in condizioni manutentive medie con ciuffi di erbacce a tratti 0.030 [ ]

- Porzione in cls in cattive condizioni manutentive con fondo quasi completamente

ricoperto di erbacce 0.035 [ ]

- Porzione in cls in assenza di possibilità di manutenzione efficace 0.040 [ ]

- Porzione in terra esterna al canale (aree incolte o coltivate) 0.050 [ ]

Tali valori risultano quindi essere attinenti alle condizioni del corso d’acqua analizzato, che presenta per la maggior parte del suo corso le sponde libere e in buone condizioni. Si riportano in seguito alcune immagini rilevate in campagna (Gennaio-aprile 2016) aventi come finalità quella di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale. Tali valori, da ritenersi sufficientemente cautelativi, sono attinenti alle condizioni attuali del corso d’acqua analizzato, caratterizzato da lunghi tratti notevolmente trascurati dal punto di vista della manutenzione. Si riportano in seguito alcune immagini rilevate in campagna (Gennaio-aprile 2016) aventi come finalità quella di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale.

Figura 29: condizioni manutentive del corso del rio S.M.Maddalena

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6.4.2.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento I risultati delle simulazioni idrauliche e le aree a pericolosità idraulica sono state sovrapposte alle carte tecniche regionali (Tavola T.I_2.2), la legenda è quella adottata nelle “Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al P.P.R. e al P.A.I." dove i quattro colori rappresentano rispettivamente:

Si riportano in allegato All.A Risultati Modellazione Idraulica i risultati della modellazione monodimensionale per il riu S.M. Maddalena. Gli scenari analizzati non tengono in considerazione eventuali fenomeni di erosione o rottura dell’argine, si precisa quindi, poiché questa non è la sede per lo studio di tale fenomeno, che si considera necessario che vengano sviluppati anche gli adeguati studi riguardanti il fenomeno sopracitato. Esaminando per prima cosa le aree di esondazione interessate dallo scenario per un Tr=500 anni, si osserva come tali aree, coerentemente alla geometria e alla natura dell’alveo, siano di ampiezza non trascurabile principalmente lungo il tratto di monte del rio, caratterizzato da un andamento naturale non ancora antropizzato. Le sezioni, quindi, di dimensioni minori e scabrezza maggiore, non risultano essere in grado di contenere la portata defluente, sebbene questa risulti essere crescente verso valle, essendo progressivamente maggiore il bacino sotteso. A partire da una distanza di circa 3.3 km fino all’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis, il rio riesce a contenere al suo interno il volume di portata, fatta eccezione per un breve tratto in corrispondenza del sifone del Canale Ripartitore (scheda attraversamento 7.4), essendo questo immediatamente a valle di due immissioni di portata di entità non trascurabile. Le aree interessate dall’esondazione, tutte a destinazione d'uso agricolo, sono di un’ampiezza massima pari a circa 120 m, e si estendono longitudinalmente a valle per circa 350 m lungo l’asse del canale. Al fine di garantire, soprattutto nei periodi di piena, un adeguato deflusso della portata all’interno del rio si raccomanda una corretta e adeguata manutenzione di tipo ordinario del canale: gli interventi consistono nel taglio selettivo della vegetazione, con sfalcio delle erbe sul fondo e sulle ripe arginali, e nella rimozione dei rifiuti provenienti dalle attività umane. Per quanto concerne la fragilità idraulica individuata in corrispondenza degli apporti di portata in prossimità dell'attraversamento (scheda attraversamento 7.4) del canale ripartitore, si suggerisce di intervenire non solo con attività di manutenzione adeguata lungo il canale principale e lungo i canali affluenti, ma di valutare inoltre la rimozione di un vecchio ponticello metallico presente sull’affluente di destra (foto a fianco), posizionato ad una distanza di circa 40 m dall’affluenza, ritenendolo un manufatto di secondaria importanza, a causa del quale tuttavia, trovandosi in una posizione di forte fragilità idraulica, nel caso di un suo scalzamento, potrebbero manifestarsi gravi ripercussioni sul deflusso della portata

Figura 30: ponticello lungo un affluente di dx del Riu S, Maria Maddalena Pag. 67

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nel nodo idraulico analizzato, interessando non solo il rio S.M.Maddalena ma anche il Canale Ripartitore. Tale ponticello, inoltre, costituisce un inutile intralcio al deflusso di portata.

Si rammenta inoltre che nel tratto fluviale in corrispondenza dell’attraversamento della SS197 è necessario che venga garantita una corretta manutenzione per un tratto sufficientemente adeguato a monte del ponte, dove già è presente un rivestimento spondale in cls: le opere di fondazione, sostegno, protezione della strada assumono di fatto anche una funzione di protezione idraulica e il loro adeguamento/miglioramento si configura anche come manutenzione/adeguamento di opere di difesa longitudinale del corso d’acqua. Poiché sono stati previsti fenomeni di potenziale esondabilità in corrispondenza del tratto naturale e non rettificato, presente nella parte di monte del rio, si ritiene opportuno valutare interventi di regimazione, manutenzione ed eventuale potenziamento delle arginature e l’inserimento di eventuali nuovi attraversamenti in corrispondenza di quei tratti critici dove è stata rilevata l’assenza di argini o in cui comunque la sezione risulta insufficiente a contenere le portate previste. Analizzando gli scenari meno gravosi rispetto a quello relativo ai 500 anni, è possibile osservare come la situazione di pericolosità permanga soprattutto lungo il tratto del rio collocato sulla porzione di monte, non interessato da rivestimenti in cls o da altre opere di intervento e regimazione. Queste aree sono infatti interessate da potenziale esondazione anche per eventi di piena con tempi di ritorno 50-100-200 anni, sebbene tuttavia con sviluppo trasversale meno ampio rispetto all’asse del canale. Diversa invece risulta la situazione in corrispondenza degli attraversamenti critici del rio S.M.Maddalena (ovvero dell’attraversamento in corrispondenza del Canale Ripartitore e quello successivamente a valle). Tali ponti, infatti, risultano entrare in crisi per fenomeni aventi tempo di ritorno superiore o uguale ai 200 anni, senza subire conseguenze in occasione degli scenari con tempi di ritorno minori. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.3 Modellazione idraulica del Riu Bruncu Fenugu L’analisi di modellazione idraulica è stata condotta tramite il modello numerico HEC-RAS che consente il calcolo del profilo idraulico, nel caso specifico a moto permanente, andando a considerare gli effetti sulla corrente dovuti non solo alle geometrie delle sezioni ma anche alla presenza di manufatti quali ponti, briglie o salti di fondo.

Figura 31: bacino idrografico del riu Bruncu Fenugu

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6.4.3.1 Portate in ingresso Le portate in ingresso sono state stimate nello studio idrologico effettuato. Nello specifico, per il riu Bruncu Fenugu si è suddiviso il bacino in due sub-bacini principali, uno a monte ed uno più a valle, aventi come limite fisico una sezione individuata nei pressi del confine comunale di San Gavino Monreale; si sono quindi così individuate due macro aree che sono state analizzate separatamente ai fini della determinazione delle portate massime in ingresso.

Figura 32: sub-bacini del riu Bruncu Fenugu

Al fine del’ottenimento di una modellazione idraulica più veritiera, per il modello del tratto analizzato, che è collocato nel sub-bacino più a valle, è stata effettuata la suddivisione di quest’ultimo in quattro sotto-aree, con lo scopo di modellare gli incrementi di portata rispettando l’andamento degli affluenti del canale stesso. Da un’analisi del riu Bruncu Fenugu si evince come l’incremento di portata sia principalmente legato agli apporti provenienti dalla sinistra idraulica. In tali sotto-aree, avendo calcolato il contributo unitario del bacino in esame, si è proceduto con la determinazione delle portate afferenti alle diverse sezioni. Con tale accorgimento, è stato possibile modellare l’idraulica del Rio in modo tale da considerare la portata costante per gruppi di sezioni omogenee, con un apporto idraulico crescente verso valle.

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Figura 33: Sub-bacini Zona Valle Bruncu Fenugu

ANALISI DELLE PORTATE Portate bacini = q unit *Area [mc/s] Portata totale afferente [mc/s]

N° sub- aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 bacini [kmq] Da 29.910 36.580 43.420 52.620 29.910 36.580 43.420 52.620 Monte A 2.431 4.818 5.907 7.022 8.524 34.728 42.487 50.442 61.144 B 2.916 5.779 7.085 8.423 10.224 40.506 49.572 58.865 71.368 C 2.061 4.084 5.008 5.953 7.227 44.590 54.580 64.819 78.595 D 1.371 2.717 3.331 3.960 4.807 47.307 57.912 68.779 83.402 Tabella 13: portate di modellazione

6.4.3.2 Scelta della geometria del modello Si sono individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una corretta simulazione del moto. Sono state quindi inserite all’interno della geometria le sezioni corrispondenti ad attraversamenti e ponti, salti di fondo e sezioni caratterizzate da geometrie ‘tipo’.

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Figura 34: posizionamento sezioni lungo il riu Bruncu Fenugu

Si sono riportate in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni sono state numerate progressivamente da valore 0 (sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle) al valore maggiore della sezione più a monte. Sono state assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e si sono inserite nei punti necessari le geometrie ‘bridge’, al fine di simulare la presenza dei ponti, facendo riferimento ai rilievi della campagna d’indagine effettuata tra gennaio ed aprile del 2016.

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Figura 35: sezioni planimetriche modello HEC-RAS lungo il riu Bruncu Fenugu

6.4.3.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del riu Bruncu Fenugu è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m, dalle ortofoto recenti e dai rilievi topografici delle sezioni artificiali e dei manufatti effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016). Il Riu Bruncu Fenugu risulta essere un corso d’acqua naturale, avente rivestimenti in calcestruzzo solo in corrispondenza degli attraversamenti principali. Il corso d’acqua presenta una larghezza in sommità arginale pari a mediamente 12-14 m.La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica nelle Figura 35 e 34. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente per rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 metri a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile, e valutata caso per caso. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono stati assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC-RAS per sezioni aventi variazioni graduali. Il riu Bruncu Fenugu presenta dei rilevati arginali di modesta entità, non estesi lungo tutto il corso del fiume. Il sistema golenale risulta connesso a quello dell’alveo inciso di magra e di morbida. Il moto è stato

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quindi modellato tramite uno schema monodimensionale esteso all’intera sezione bagnata, dove le portate d’acqua circolanti nelle zone di espansione non sono considerate partecipi al moto.

6.4.3.4 Opere trasversali I ponti sono schematizzati ai fini della simulazione come strutture ‘Bridge’ utilizzando due sezioni trasversali a monte e due a valle della struttura, in modo da simularne correttamente la larghezza e il restringimento d’alveo indotto dalle stesse.

Figura 36: ponte-attraversamento lungo il riu Bruncu Fenugu

Non sono presenti salti di fondo non essendovi alcun rivestimento lungo il corso del fiume. La pendenza è quindi garantita dall’andamento naturale del corso d'acqua stesso.

6.4.3.5 Coefficiente di scabrezza Ai fini della parametrizzazione della scabrezza per la modellazione idraulica in HEC-RAS del riu Bruncu Fenugu è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, andando a valutare le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo il corso del canale, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona. Il corso del fiume è di tipo naturale, con alcuni limitati tratti rivestiti in cls in corrispondenza di alcuni attraversamenti; si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in terra costituente il canale principale 0.040 [ ]

Porzione in cls costituente i brevi tratti rivestiti, con presenza di erbacce 0.035 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

Tali valori sono attinenti alle condizioni attuali del corso d’acqua analizzato, caratterizzato da lunghi tratti notevolmente trascurati dal punto di vista della manutenzione. Si riportano di seguito alcune immagini

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rilevate in campagna (Gennaio - Aprile 2016) aventi come finalità quella di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale.

Figura 37: condizioni manutentive attuali (primavera 2016) del riu Bruncu Fenugu

6.4.3.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento I risultati delle simulazioni idrauliche e le aree a pericolosità idraulica sono state sovrapposte alle carte tecniche regionali (Tavola T.I_2.2); la legenda è quella riportata nelle "Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al P.P.R. e al P.A.I." dove i quattro colori rappresentano rispettivamente:

Si riportano in allegato i risultati della modellazione idraulica monodimensionale per il riu Bruncu Fenugu. Gli scenari analizzati non tengono in considerazione eventuali fenomeni di erosione o rottura dell’argine, si

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precisa quindi, poiché questa non è la sede per lo studio di tale fenomeno, che si considera necessario che per eventuali approfondimenti vengano sviluppati anche gli adeguati studi riguardanti il fenomeno sopracitato. Si valutano le aree di esondazione interessate dallo scenario con Tr=500 anni. Si osserva come tali aree, coerentemente alla geometria e alla natura dell’alveo, siano di ampiezza non trascurabile, essendo il rio di tipo naturale, ad eccezione dei limitati tratti in corrispondenza degli attraversamenti dove sono stati realizzati dei rivestimenti con lastre di cls. Le aree di tracimazione interessano diversi tratti del corso d'acqua, e sono di entità progressivamente crescente spostandosi da monte verso valle. L’area di maggiore esondazione interessa un tratto d’alveo che si sviluppa verso monte per circa 3 km dall’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis. Tale area è interrotta puntualmente dall'attraversamento della nuova ferrovia (scheda attraversamento 9.4), che costituisce una costrizione per il passaggio della portata ed un limite fisico per la distribuzione dei volumi poiché installata su un rilevato di altezza media variabile fra 1,5 e 2,0 metri circa rispetto al piano campagna circostante. L’estensione massima della fascia di terreno interessata dall’esondazione risulta essere pari a circa 400 m, tale area va a congiungersi con la zona esondabile già precedentemente individuata dallo studio di Variante al PSFF (fascia A_50), delimitata dall’attraversamento stradale di nuova realizzazione più a valle lungo il corso del fiume. Al fine di garantire una adeguata messa in sicurezza del corso d’acqua si raccomanda di effettuare gli adeguati interventi di manutenzione lungo il corso del fiume. Essendo un alveo di tipo naturale, che presenta brevi tratti di rivestimento in cls soltanto in corrispondenza degli attraversamenti, necessiterà di un consistente intervento di gestione della vegetazione. Tale opera si esegue tramite interventi di taglio selettivo della vegetazione stessa in modo da ridurre la pericolosità idraulica e da garantire quegli effetti benefici non solo eco ambientali, ma anche di protezione e consolidamento di sponda. In linea di principio la vegetazione in alveo deve essere rimossa in modo graduale e differenziato dal centro della sezione idraulica verso le sponde. Gli interventi di manutenzione ordinaria con taglio selettivo della vegetazione sono particolarmente importanti in quanto, specialmente nel tratto finale del corso del riu Bruncu Fenugu si ha una estesa fascia di potenziale inondazione che lambisce il rilevato ferroviario; il taglio della vegetazione favorirebbe il deflusso impedendo o comunque limitando eventuali potenziali fenomeni di fuoriuscita dall'alveo. Si valuta inoltre di intervenire con lo smantellamento di due opere di attraversamento lungo il corso del rio. La prima è il ponticello presente a circa 350 m a monte della confluenza con il Flumini Mannu di Pabillonis, ritenendo tale attraversamento di secondaria importanza (fig. 37 bis). Tale struttura, prevalentemente metallica, si trova a circa 30 m a valle di un attraversamento principale (scheda attraversamento 9.1) che garantisce il passaggio tra le sponde opposte in maggior sicurezza rispetto al ponticello sopracitato, che potrebbe costituire invece un ostacolo estremamente pericoloso al deflusso, soprattutto in caso di scalzamento dovuto a piene eccezionali. Fig. 37 bis - ponticello in ferro in disuso da smantellare

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La seconda risulta essere l’attraversamento posizionato ad una distanza di circa 2.1 km dall’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis. Tale ponticello in cls appartiene ad un vecchio ramo della viabilità ferroviaria, abbandonato una decina di anni fa, per la realizzazione di un tracciato più a nord. Si ritiene quindi opportuno intervenire al fine di ridurre al minimo possibile la presenza di ostacoli al deflusso, soprattutto per la presenza della nuova linea ferroviaria (che si trova a soli ~200 m più a monte), in zona soggetta a fenomeni di allagamento durante gli scenari più gravosi.

Fig. 37 tris - ponticello in cls della vecchia ferrovia in disuso da smantellare

Si segnala infine la presenza di attraversamenti pedonali in corrispondenza di guadi del rio, creati attraverso il posizionamento di elementi in cls di dimensioni non trascurabili ai fini del libero deflusso. In particolare se ne rileva uno presente circa 1,5 km a monte della confluenza con il Flumini Mannu di Pabillonis (fig. 38). Dall’analisi del punto critico rilevato si osserva come il posizionamento di elementi in cls determini un punto di interferenza al deflusso fluviale: tali elementi, paragonabili nelle dimensioni a denti sporgenti con funzionalità di dissipatori, risultano essere di una pericolosità non trascurabile essendo elementi semplicemente appoggiati, e quindi facilmente scalzabili in caso di eventi di piena, ed essendo per loro natura elementi di intralcio al deflusso stesso favoriscono fenomeni di eventuale allagamento di un’area adiacente ubicata a soli 250 m da edifici rurali.

Figura 38: guado attraverso il riu Bruncu Fenugu

In generale si valuta opportuno, quindi, provvedere ad interventi di ripristino degli argini e a eventuali inserimenti di nuovi attraversamenti in quei punti critici diventati di guado nei periodi di secca. L’interruzione

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arginale, infatti, costituisce un pericoloso punto di sfogo delle portate verso la campagna esterna in occasione di eventi di piena, non trascurabili ai fini della sicurezza idraulica. Dall’analisi dei risultati degli scenari meno gravosi (Tr= 50-100-200 anni) si evince come i fenomeni di allagamento si manifestino lungo gli stessi tratti coinvolti per un tempo di ritorno di 500 anni, coinvolgendo soprattutto il tratto più a valle del rio: tuttavia lo sviluppo trasversale delle fasce esondabili ha un’estensione minore, con una riduzione in alcuni tratti anche pari a 250 m rispetto allo scenario più gravoso. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.4 Modellazione idraulica del Canale Spadula L’analisi di modellazione idraulica è stata condotta tramite il modello numerico HEC RAS che consente il calcolo del profilo idraulico, nel caso specifico a moto permanente, andando a considerare gli effetti sulla corrente dovuti non solo alle geometria delle sezioni ma anche alla presenza di manufatti quali ponti, briglie o salti di fondo.

Figura 39: bacino idrografico del Canale Spadula

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6.4.4.1 Portate in ingresso Le portate in ingresso sono state stimate nello studio idrologico effettuato. Nello specifico per il canale Spadula, come anticipato nel capitolo relativo ai calcoli idrologici, si è suddiviso il bacino complessivo in tre sottobacini principali, uno relativo al canale Spadula, e altri due sottobacini relativi agli affluenti di sinistra Rio Pauli Cerbus e Rio Trottu; si sono quindi così individuate e analizzate idrologicamente tre macro aree. Individuate le portate afferenti alle corrispettive sezioni di chiusura, si è modellato il comportamento idraulico del canale Spadula andando a considerare come asta principale il tratto contenuto all’interno del confine comunale, non trascurando tuttavia l’apporto da monte e gli apporti del Rio Trottu e del Rio Pauli Cerbus nei punti di confluenza. Al fine del’ottenimento di una modellazione idraulica più aderente alla realtà, per il modello del tratto analizzato, si prevede la suddivisione di quest’ultimo in quattro sotto-aree, aventi come finalità quella di modellare gli incrementi di portata considerando le confluenze degli affluenti del canale stesso. Da un’analisi del complesso idragrafico del Canale Spadula si evince che l’incremento di portata è legato esclusivamente agli apporti provenienti dalla sinistra idraulica. Ciò è legato anche al fatto, già accennato nei capitoli introduttivi, che il canale Spadula, in seguito ad un'intensa attività di regimazione idraulica del tratto in sinistra idrografica del fondovalle del Flumini Mannu di Pabillonis, funge da collettore di diversi corsi d'acqua ad andamento da SSW a NNE, convogliandone interamente gli apporti nel Flumini Bellu, alcuni chilometri a NW del centro abitato di San Gavino, in territorio comunale di Pabillonis. La suddivisione del bacino in esame in sotto-aree, avendone calcolato il contributo unitario, permette la determinazione delle portate afferenti alle diverse sezioni. Con tale accorgimento infatti, è possibile modellare l’idraulica del corso d'acqua in modo tale che la portata si possa considerare costante per gruppi di sezioni omogenee, con apporto idraulico crescente verso valle in corrispondenza dei principali apporti laterali. Nel modello creato per l’analisi del comportamento idraulico del canale si è quindi simulato l’incremento di portata tramite l’individuazione dei sottobacini, e si è modellata l’immissione dei sottobacini tributari. A seguito dell’analisi dei risultati ottenuti dalla modellazione del canale principale, si è ritenuto opportuno completare l’analisi dell’area attraverso una ulteriore modellazione degli affluenti principali di monte che raggiungono il canale in località Terra Niedda, rispettivamente delimitati dal sottobacino b (affluente Ovest), e dal sottobacino a (affluente Est). La scelta di sviluppare in modo più approfondito l’analisi di tali aree è legata anche al fatto che tali affluenti sono interessati dall’attraversamento della Strada Statale 197: infrastruttura ad alta vulnerabilità che non può essere trascurata dal punto di vista idraulico. Tuttavia è opportuno sottolineare come gli affluenti in esame, sebbene indicati in modo netto ed evidente in cartografia, siano corsi d’acqua occasionali di carattere non permanente, ed interessati quindi dalla presenza di deflusso significativo solo in occasione di eventi piovosi di una certa rilevanza. Infatti durante i vari sopralluoghi effettuati tra Gennaio e Maggio 2016), non è mai stata riscontrata la presenza di acqua, e in alcuni tratti si è incontrata una certa difficoltà nell’esatta individuazione degli alvei dei corsi d’acqua stessi, che sono stati tracciati anche con l'ausilio delle riprese aeree di varie annate. Tuttavia, precauzionalmente, si è ritenuto comunque opportuno valutare le portate afferenti, e modellare il comportamento idraulico degli affluenti in corrispondenza dai tratti rientranti all’interno del confine comunale. Si riportano le aree di pericolosità così individuate nella tavola I_2.2.

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Figura 40: Sub-bacini Zona Canale Spadula

ANALISI DELLE PORTATE Portate bacini = q unit *Area [mc/s] Portata totale afferente [mc/s]

N° sub- aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 bacini [kmq] A 2.86 3.78 4.79 5.85 7.30 3.78 4.79 5.85 7.30 B 5.22 6.89 8.74 10.68 13.33 10.67 13.53 16.52 20.63 C 2.19 2.89 3.67 4.48 5.59 13.56 17.20 21.00 26.22 D 6.59 8.70 11.04 13.48 16.83 22.27 28.24 34.48 43.05 Canale Spadul 33.93 42.20 50.74 62.34 56.20 70.44 85.22 105.39

a Tabella 14: portate di modellazione

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6.4.4.2 Scelta della geometria del modello Sono state individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una corretta simulazione del moto. Sono state quindi inserite all’interno della geometria le sezioni corrispondenti ad attraversamenti e ponti, salti di fondo e sezioni caratterizzate da geometrie ‘tipo’.

Figura 41: posizionamento sezioni nel Canale Spadula - parte iniziale

Si sono riportate in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni vengono numerate progressivamente dalla sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle al valore maggiore della sezione più a monte. Si sono assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e si sono inseriti nei punti necessari le geometrie ‘bridge’, al fine di simulare la presenza dei ponti, facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

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Figura 42: sezioni planimetriche modello HEC RAS per il Canale Spadula

6.4.4.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del Canale Spadula è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici delle sezioni artificiali e dei manufatti effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016). Il Canale Spadula è un corso d’acqua con fondo in terra e inerbito, senza rivestimenti in cls, se non in qualche raro caso nei pressi di attraversamenti. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica nelle figure precedenti. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente e compiutamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 metri, adattandola poi a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile valutata caso per caso. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali.

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Il Canale Spadula presenta dei rilevati arginali di modesta entità in destra idraulica ed in corrispondenza degli attraversamenti. Il sistema golenale risulta tuttavia connesso a quello dell’alveo inciso di magra e di morbida. Il moto è stato quindi modellato tramite uno schema monodimensionale esteso all’intera sezione bagnata, dove le portate d’acqua circolanti nelle zone di espansione non sono considerate partecipi al moto.

6.4.4.4 Opere trasversali I ponti sono schematizzati ai fini della simulazione come strutture ‘Bridge’ utilizzando due sezioni trasversali a monte e due a valle della struttura, in modo da simulare correttamente la larghezza e il restringimento d’alveo indotto dalle stesse.

Figura 43: ponte-di attraversamento lungo il Canale Spadula

Non sono presenti salti di fondo e non vi sono significativi tratti con rivestimento lungo il corso del fiume. La pendenza è quindi garantita dall’andamento naturale del canale stesso.

6.4.4.5 Coefficiente di scabrezza Per la parametrizzazione delle condizioni di scabrezza del fondo del canale è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, valutando le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo il suo corso, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona tratto per tratto. Il corso d'acqua ha un fondo di tipo naturale in terra ed inerbito, presenta tuttavia alcune sezioni corrispondenti a variazioni di sezione artificiali, quali restringimenti, alle quali è stato assegnato un congruo coefficiente di scabrezza. Si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in terra costituente la maggior parte del canale 0.040 [ ]

Porzione in cls costituente i brevi tratti rivestiti: discrete condizioni 0.030 [ ]

Porzione in cls costituente i brevi tratti rivestiti: cattive condizioni 0.035 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

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Tali valori sono relativi al corso d’acqua analizzato in caso di condizioni manutentive accettabili, sebbene sia risultato, al momento del sopralluogo, caratterizzato da lunghi tratti notevolmente trascurati dal punto di vista della manutenzione. Si riportano in seguito alcune immagini riprese in campagna durante i vari sopralluoghi eseguiti (Gennaio-Maggio 2016) allo scopo di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale.

Figura 44: condizioni manutentive in alcuni tratti del Canale Spadula

6.4.4.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento I risultati delle simulazioni idrauliche e le aree a pericolosità idraulica sono state sovrapposte alle carte tecniche regionali (Tavola T.I_2.2), la legenda è quella adottata nelle “Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici al P.P.R. ed al P.A.I.” dove i quattro colori rappresentano rispettivamente:

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Si riportano in allegato All.A Risultati Modellazione Idraulica i risultati della modellazione idraulica monodimensionale per il Canale Spadula. Gli scenari analizzati non tengono in considerazione eventuali fenomeni di erosione o rottura dell’argine, si precisa quindi, poiché questa non è la sede per lo studio di tale fenomeno, che qualora lo si ritenesse necessario dovranno essere sviluppati anche degli studi specifici riguardanti il fenomeno sopracitato. Esaminando nel dettaglio le aree di esondazione interessate dallo scenario con Tr=500 anni, si osserva come tali aree, coerentemente alla geometria e alla natura dell’alveo, siano di ampiezza non trascurabile, avendo il canale un alveo con fondo in terreno naturale, con rivestimento in cls solo in corrispondenze delle principali immissioni. Il risultato è costituito da aree esondabili di dimensioni comparabili tra loro lungo tutto lo sviluppo longitudinale del fiume. Le ampiezze raggiungono la massima estensione nel tratto più a valle, pari a circa 300 m. Le aree di esondazione sono state individuate praticamente solo in sinistra idrografica, dal lato cioè da cui provengono tutti gli apporti dei tributari, in quanto il canale risulta sostanzialmente ben dimensionato a contenere anche le piene previste per tempi di ritorno di 500 anni. Si individua tuttavia, ad una distanza di circa 2 km a monte dell’immissione del Rio Trottu, nei pressi di Case Saba, una zona sede di una potenziale modesta esondazione in destra idrografica del canale, in corrispondenza dell'attraversamento presente nel punto di coordinate 1477518.064 E; 4378077.225 N (scheda attraversamento 10.6). Si stima da una valutazione delle portate in gioco che il quantitativo coinvolto nel fenomeno di esondazione sia pari a circa 3- 4 mc, giudicati considerando che a monte di tale punto critico sono presenti aree interessate da esondazione in sinistra idrografica, che costituiscono volumi invasabili che portano quindi a una laminazione della piena in arrivo. Il quantitativo della portata esondata viene così intercettato dal canale Ripartitore N.O. EAF, canale irriguo presente poco a est dello Spadula e ad esso subparallelo. che risulta essere normalmente in grado di smaltire tale portata per la maggior parte dell’anno. Se eventuali fenomeni di esondazione accadessero durante periodi irrigui, nei quali il canale Ripartitore è già normalmente interessato dalla presenza di elevati quantitativi di portata, tale apporto in eccesso troverebbe naturale sbocco nei vicini scoli trasversali al fondovalle, i quali poi andrebbero a recapitare la portata direttamente verso il Flumini Mannu di Pabillonis. Sono interessati dalla fuoriuscita di modesti volumi di portata anche i principali rami di monte del canale (denominati affluente est e affluente ovest), essendo questi non facilmente individuabili soprattutto nei periodi di secca, e presentando quindi sezioni con geometria ridotta in alcuni casi non in grado di contenere valori di portata oltre una certa entità. Si segnala in corrispondenza di tali rami l’individuazione di una coppia di punti ritenuti critici da un punto di vista idraulico, essendo questi collocati in corrispondenza degli attraversamenti della Strada Statale 197. La Strada Statale 197 costituisce infatti un elemento sensibile coinvolto nei fenomeni di esondazione di entrambi gli affluenti analizzati. L’attraversamento collocato lungo l’affluente più a Est da rilievo risulta avere dimensioni minori, con luce più ridotta, ed essere interessato anche dalla presenza di una condotta che attraversa trasversalmente la luce stessa del ponte. L’attraversamento posto in corrispondenza dell’affluente Ovest ha invece una luce maggiore di forma arcuata. Entrambi, come precedentemente affermato, attraversano corsi d’acqua occasionali di carattere non permanente, ed interessati quindi dalla presenza di deflusso solo in occasione di eventi di notevole intensità.

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Figura 45: attraversamenti SS197 affluente Est (foto Sx) - affluente Ovest (foto Dx)

Ai fini del mantenimento del corretto deflusso delle portate all’interno del canale si afferma la necessità di eseguire interventi ordinari di manutenzione, ovvero quei lavori eseguiti in modo ciclico nel tempo per il mantenimento della funzionalità idraulica del corso d’acqua e delle opere idrauliche ed infrastrutturali ivi presenti. Si consiglia quindi di effettuare periodicamente: il taglio controllato della vegetazione, i disalvei, la movimentazione dei sedimenti, la rimozione di materiale flottante e dei rifiuti. Essi devono essere previsti all’interno del progetto di manutenzione e di sistemazione idraulica per gli effetti che possono comportare a valle e a monte della loro attuazione. Si individua inoltre la necessità di provvedere in diversi tratti del canale ad interventi di rialzo arginale in modo da garantire il franco idraulico di sicurezza (0.8 -1 m) in corrispondenza di elementi vulnerabili quali costruzioni abitative e ad uso agricolo, rilevate puntualmente lungo lo sviluppo del canale Spadula. In particolare con tali interventi si segnala la necessità di mettere in sicurezza anche l’area interessata dalla presenza di pale eoliche (nello specifico 1475315.999 E; 4379822.996 N). Valutando il fenomeno di esondazione che interessa l’attraversamento idraulicamente fragile del canale che si trova ad una distanza di circa 2 km a monte dell’immissione del Rio Trottu, presso Case Saba (1477518.064 E; 4378077.225 N; progressive in HEC RAS da 4772.6 a 4779.6), si considera opportuno intervenire tramite rialzi arginali in destra idrografica, estendendo tali interventi per un tratto sufficientemente lungo anche a monte del ponte precedente a quello analizzato: tale ponticello, avente quota altimetrica di 60.96 m s.l.m., viene interessato da fenomeni di esondazione negli scenari più gravosi, essendo il canale Spadula un canale dalla conformazione ‘in costa’, presentando quindi una geometria discendente in destra idrografica. Dai rilievi effettuati a partire dal DTM a passo 1 m e dall’analisi delle ortofoto in corrispondenza dell’attraversamento in esame, è risultato raggiungere quote maggiori l’argine in sinistra idraulica. Si ritiene quindi opportuno intervenire con opere di rialzo arginale per un tratto verso monte dell’attraversamento in maniera più incisiva sulla sponda destra, in modo tale da garantire un franco di sicurezza lungo entrambe le sponde del fiume. Risulta necessario inoltre provvedere alla messa in sicurezza dei tratti in corrispondenza degli attraversamenti della SS 197, con interventi di adeguata manutenzione lungo l'alveo e con interventi di allargamento delle luci degli attraversamenti stessi. Le portate massime previste in arrivo con un tempo di ritorno di 500 anni sono stimate pari a 7.30 mc/s per l’attraversamento est, e pari a 13.33 mc/s per l’attraversamento ovest. In particolare si considera di primaria importanza intervenire in modo incisivo sull’andamento planimetrico del canale in corrispondenza dell’attraversamento della SS 197 collocato più a Est. Tale ponte, infatti, costituisce l’estremità di monte del tratto deviato e rettificato del canale principale dello Spadula, e si pone come punto di giunzione tra questo ed il ramo di monte, formando con esso un angolo vicino ai 90°. Risulta quindi opportuno modellare il corso del fiume in modo tale da raccordare più dolcemente il tratto di monte con il canale principale: realizzare un ‘invito’ del ramo di monte più dolce

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eviterebbe la brusca angolazione che l’acqua, in caso di piena, non riuscirebbe a rispettare, andando così ad allagare le aree in corrispondenza di un punto critico quale risulta essere la Strada Statale. Dall’analisi dei risultati degli scenari meno gravosi si evince come i fenomeni di esondazione si manifestino lungo gli stessi tratti coinvolti per un tempo di ritorno di 500 anni, coinvolgendo l’intero sviluppo longitudinale del canale e dei suoi affluenti di sinistra. Lo sviluppo trasversale delle aree rispetto all’asse del canale ha tuttavia un’estensione minore rispetto allo scenario più gravoso. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.5 Modellazione idraulica Riu Trottu, tratto di monte L’analisi di modellazione idraulica è stata condotta anche per un breve tratto nella porzione più a valle del Riu Trottu di monte (cioè a monte del Canale Spadula), ai fini dell’analisi del comportamento idraulico del Rio all’interno delle aree appartenenti al Comune di San Gavino Monreale.

Figura 46: bacino idrografico del Riu Trottu, tratto di monte

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6.4.5.1 Portate in ingresso Per la stima delle portate in ingresso da utilizzare nel modello idraulico monodimensionale si è fatto riferimento ai dati ricavati dall’analisi idrologica relativa al Riu Trottu nella sua porzione di monte. Essendo le sezioni analizzate collocate nel tratto terminale del bacino, la portata considerata nella modellazione è pari alla portata complessiva relativa al bacino in analisi già dalla sezione analizzata collocata più a monte. L’analisi così svolta ha lo scopo di determinare l’eventuale esondabilità di uno dei principali affluenti di sinistra del canale Spadula, considerandolo non solo come una immissione puntuale di portata, ma come Rio avente una dignità propria non trascurabile. Il Riu Trottu è stato anche oggetto di valutazione nello studio effettuato per il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, ma solo attraverso un'analisi di tipo geomorfologico, con la quale era stata delimitata la fascia "C".

Figura 47: bacino del riu Trottu monte - sezioni considerate

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Portata totale afferente [mc/s]

aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 [kmq]

17.53 33.93 42.20 50.74 62.34

Tabella 15: portate di modellazione

6.4.5.2 Scelta della geometria del modello Sono state individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una adeguata simulazione del moto. Nell’analisi della porzione di territorio in esame, relativa cioè al territorio comunale di San Gavino Monreale e ad un'area idraulicamente significativa ad esso esterna, si è ritenuto sufficiente individuare quattro sezioni, di cui una soltanto al di fuori del confine comunale.

Figura 48: posizionamento sezioni lungo il Riu Trottu (tratto di monte)

Sono state riportate in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni sono numerate progressivamente dalla sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle al valore maggiore della sezione più a monte. Sono state assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine. Nel tratto analizzato non sono stati rilevati ponti o attraversamenti da inserire all’interno della simulazione idraulica.

6.4.5.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del Riu Trottu tratto di monte è stata definita sulla base dei dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle riprese aeree e dai rilievi topografici effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016).

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Il Riu Trottu nel tronco a monte del Canale Spadula risulta essere un corso d’acqua di tipo naturale, avente una geometria non perfettamente definita. Il canale risulta essere di dimensioni ridotte, con una profondità mediamente inferiore ai 40 cm dal piano campagna. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile valutata caso per caso. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali.

6.4.5.4 Coefficiente di scabrezza Per la parametrizzazione da utilizzare ai fini della modellazione del Canale è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, andando a valutare le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo il corso del canale, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona. Il corso d'acqua ha un fondo naturale, si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in terra costituente il canale principale 0.040 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

Figura 49: attraversamento del Rio Trottu nel tratto di monte

6.4.5.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento Le valutazioni effettuate sul tratto di monte del Riu Trottu hanno la principale funzione di andare ad analizzare in maggior dettaglio e ridefinire le aree esondabili individuate tramite la delimitazione della Fascia C nello studio per il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF). Tale area, individuata tramite soli criteri geomorfologici, interessa una fascia di ampiezza pari a circa 950 m. Le aree di esondazione individuate tramite modello idraulico per un tempo di ritorno di 500 anni, risultano di ampiezza sensibilmente minore rispetto a quanto indicato per la fascia C del PSFF.

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Analisi dell'assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi delle N.A. del P.A.I., Comune di San Gavino M.le finalizzata all'aggiornamento della pianificazione di Provincia del Medio Campidano settore a scala di dettaglio

Si è deciso comunque, in accordo con quanto indicato dall'Autorità di Bacino, di mantenere cautelativamente per il Riu Trottu, relativamente allo scenario con Tr=500 anni l'area indicata nel PSFF. Si conferma quindi per lo scenario Tr=500 anni l’area precedentemente individuata: le zone coinvolte risultano anche in questo caso essere tutte di natura agricola, creando disagi soltanto ad attraversamenti di tipo secondario. Per gli scenari relativi a tempi di ritorno inferiori ai 500 anni, derivanti dai risultati della modellazione idraulica in HEC-RAS, si osserva come le fasce interessate dai corrispettivi livelli di pericolosità varino in ampiezza tra valori pari a 200 m (Tr=50 anni) e i 400 m circa ( Tr=200 anni) interessando tutto lo sviluppo longitudinale del tratto di rio analizzato. Al fine di minimizzare i disagi legati ai fenomeni di esondazione, essendo il rio Trottu di monte caratterizzato da un alveo naturale, si ritiene opportuno intervenire con una adeguata manutenzione di tipo ordinario, che consiste nell’operare interventi quali il taglio controllato della vegetazione, i disalvei, la movimentazione dei sedimenti, la rimozione di materiale flottante e di rifiuti. Particolare attenzione va posta all’intervento sul manufatto di sbocco esistente nel canale Spadula. In presenza di aree vulnerabili quali abitazioni o insediamenti di tipo agricolo situati a valle del canale (cioè a NE), si ritiene opportuno provvedere con interventi di rialzo arginale della sponda destra, al fine di garantire un franco di sicurezza pari a 0.8 – 1m al di sopra della massima piena. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.6 Modellazione idraulica del Riu Trottu, tratto di valle L’analisi di modellazione idraulica è stata condotta tramite il modello numerico HEC RAS che consente il calcolo del profilo idraulico, nel caso specifico a moto permanente, andando a considerare gli effetti sulla corrente dovuti non solo alle geometria delle sezioni ma anche alla presenza di manufatti quali ponti, briglie o salti di fondo.

Figura 50: bacino idrografico del Riu Trottu, tratto di Valle

6.4.6.1 Portate in ingresso Le portate in ingresso sono state stimate nello studio idrologico effettuato. Il tratto del Riu Trottu a valle del canale Spadula e del canale Ripartitore interessa un’area prevalentemente pianeggiante, caratterizzata da una fitta presenza di piccoli canali artificiali, oltre che dallo sviluppo del collettore principale, che va a immettersi nel Flumini Mannu di Pabillonis. La parte più a monte di questo tratto del Rio risulta difficilmente individuabile, proprio a causa della presenza dei canali minori che si disperdono nella vegetazione. Al fine dell’ottenimento di una modellazione idraulica più veritiera, per il modello del tratto analizzato, costituito da un bacino di dimensioni ridotte pari a circa 3.54 kmq, si prevede la suddivisione di quest’ultimo in sole due sotto-aree, aventi come finalità quella di modellare gli incrementi di portata da monte verso valle.

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Tali sotto-aree, avendo calcolato il contributo unitario del bacino in esame, permettono la determinazione delle portate afferenti alle diverse sezioni. In tal modo è possibile modellare l’idraulica del rio secondo portate costanti per gruppi di sezioni omogenee, crescenti verso valle. Cautelativamente, per la modellazione del rio, si è deciso di immettere nella sezione più a monte delle aree la portata afferente, in modo tale da non perdere alcun contributo legato alla schematizzazione del bacino.

Figura 51: Sub-bacini del Riu Trottu, tratto di valle

ANALISI DELLE PORTATE Portate bacini = q unit *Area [mc/s] Portata totale afferente [mc/s]

N° sub- aree Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500 bacini [kmq] 1 1.542 3.11 3.97 4.88 6.13 3.11 3.97 4.88 6.13 2 2.061 1.17 5.32 6.52 8.19 7.29 9.29 11.40 14.32 Tabella 16: portate di modellazione

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6.4.6.2 Scelta della geometria del modello Sono state individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una corretta simulazione del moto. Sono state quindi inserite all’interno della geometria le sezioni corrispondenti ad attraversamenti e ponti e sezioni caratterizzate da geometrie ‘tipo’.

Figura 52: posizionamento sezioni Riu Trottu - valle

Si sono riportate in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni vengono numerate progressivamente dalla sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle al valore maggiore della sezione più a monte. Sono state assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e quindi si sono inserite nei punti necessari le geometrie ‘bridge’, al fine di simulare la presenza dei ponti, facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

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Figura 53: sezioni planimetriche modello HEC RAS - riu Trottu (tratto di valle)

6.4.6.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del riu Trottu (tronco di valle) è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici delle sezioni artificiali e dei manufatti effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016). Il riu Trottu nel tronco a valle del canale Ripartitore risulta essere un corso d’acqua fortemente antropizzato. Le dimensioni caratteristiche del rio risultano essere pari a 2.5-3 m al fondo ed una larghezza in sommità pari a circa 5-6 m, a seconda del tratto considerato. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 m e poi valutata caso per caso a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali.

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6.4.6.4 Opere trasversali I ponti sono schematizzati ai fini della simulazione come strutture ‘Bridge’ utilizzando due sezioni trasversali a monte e due a valle della struttura, in modo da simulare correttamente la larghezza e il restringimento d’alveo indotto dalle stesse.

Figura 54: ponte-di attraversamento del Riu Trottu (tratto di valle)

6.4.6.5 Coefficiente di scabrezza Per la scelta dei parametri da inserire nella modellazione idraulica del corso d'acqua è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, andando a valutare le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo il corso del canale, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona. Il corso del rio ha un fondo di tipo naturale, presenta tuttavia alcune sezioni corrispondenti a variazioni di sezione artificiali, con restringimenti, alle quali è stato assegnato un coefficiente di scabrezza congruo alla presenza del rivestimento in calcestruzzo. Si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in terra costituente il canale principale 0.040 [ ]

Porzione in cls costituente i brevi tratti rivestiti: discrete condizioni 0.030 [ ]

Porzione in cls costituente i brevi tratti rivestiti: cattive condizioni 0.035 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

Tali valori sono attinenti al corso d’acqua analizzato in caso di condizioni manutentive accettabili, sebbene questo sia risultato, al momento del sopralluogo, caratterizzato da lunghi tratti notevolmente trascurati dal punto di vista della manutenzione. Si riportano in seguito alcune immagini rilevate in campagna (Gennaio -Aprile 2016) aventi come finalità quella di chiarire la scelta effettuata per quanto concerne il coefficiente di scabrezza relativo al canale.

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Figura 55: condizioni manutentive dell'alveo del Riu Trottu (tratto di valle)

6.4.6.6 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento L’analisi effettuata sul comportamento idraulico del riu Trottu si è basata sul rispetto della reale natura di questo corso d'acqua, individuandone due tratti tra loro distinti, come già accennato in precedenza. Il tratto di valle qui analizzato, denominato appunto rio Trottu di valle, interessa un’area limitata e pianeggiante, con una sezione di dimensioni relativamente ridotte, soprattutto in prossimità del canale ripartitore, dove l’alveo non risulta immediatamente individuabile. Analogamente a quanto già espresso per il tratto di monte del Riu Trottu, le aree di esondazione individuate tramite modello idraulico per un tempo di ritorno di 500 anni, risultano di ampiezza sensibilmente minore rispetto a quanto indicato per la fascia C del PSFF. Si è deciso comunque, in accordo con quanto indicato dall'Autorità di Bacino, di mantenere cautelativamente, relativamente allo scenario con Tr=500 anni l'area indicata nel PSFF. I fenomeni di esondazione che risultano dalla modellazione idraulica riguardano la parte terminale, in prossimità dell’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis; per quanto concerne le potenziali esondazioni previste per tempi di ritorno da 50 a 200 anni, esse interessano una fascia di larghezza massima pari a circa 300 m e avente uno sviluppo longitudinale di circa 1.5 km. L’area di esondazione trova come naturale

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recapito il Flumini Mannu di Pabillonis stesso, dove va a congiungersi all'area esondabile del collettore principale. Al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza dell’area in esame si considera necessaria la corretta manutenzione ordinaria di tutto il tratto d'alveo del rio analizzato, con particolare attenzione al tratto rivestito, a monte dell’attraversamento principale (E 1477449.892; N4380963.624) relativo alla strada per Pabillonis. Gli interventi di manutenzione hanno lo scopo di consentire il mantenimento della sezione di progetto per favorire il normale deflusso della portata prevista. Particolare attenzione va posta nella manutenzione delle sponde, dei rivestimenti delle sponde e delle zone di confluenza nel reticolo fluviale. Si considera di primaria importanza, inoltre, l’intervento di rialzo arginale in destra idraulica lungo i tratti in prossimità degli elementi vulnerabili rilevati, quali abitazioni e costruzioni civili adibite ad uso agricolo. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.7 Modellazione idraulica Riu Pauli Cerbus Al fine di completare il quadro descrittivo dei fenomeni di esondazione che potrebbero interessare il territorio comunale, è stata effettuata una modellazione idraulica relativa al tratto terminale del riu Pauli Cerbus, tenendo in considerazione la ridotta area all'estremità occidentale del territorio di competenza comunale potenzialmente coinvolta dal corso d’acqua. Tale Rio è un affluente di sinistra del Canale Spadula, l'alveo scorre interamente in territorio esterno al comune, ma il bacino idrografico interessa parzialmente il territorio interno al confine comunale: sono state svolte quindi le necessarie analisi al fine di valutare il coinvolgimento idraulico che tale rio può manifestare, in caso di esondazione, nel territorio di competenza del Comune di San Gavino Monreale.

Figura 56: bacino idrografico del Riu Pauli Cerbus su ortofoto

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6.4.7.1 Portate in ingresso Per la stima delle portate in ingresso da utilizzare nel modello idraulico monodimensionale si è fatto riferimento ai dati ricavati dall’analisi idrologica relativa al riu Pauli Cerbus. L’analisi così svolta ha lo scopo di determinare l’eventuale esondabilità di tale affluente di sinistra del canale Spadula, considerandolo non solo come una immissione puntuale di portata, ma come rio avente una dignità propria non trascurabile. La portata utilizzata nel modello idraulico monodimensionale risulta essere pari alla portata complessiva afferente dal bacino, essendo le sezioni collocate nel tratto terminale del rio stesso.

Figura 57: bacino Riu Pauli Cerbus su CTR

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Portata totale afferente [mc/s]

aree [kmq] Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500

15.81 22.26 28.18 34.36 42.85

Tabella 17: portate di modellazione

6.4.7.2 Scelta della geometria del modello Sono state individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una adeguata simulazione del moto. Nell’analisi della porzione di territorio in esame si è ritenuto sufficiente modellare le sezioni relative ai due attraversamenti più a valle del rio Pauli Cerbus (complessivamente otto sezioni in tutto), essendo quello analizzato il tratto più vicino al confine comunale che potrebbe coinvolgere in termini idraulici il territorio di San Gavino Monreale.

Figura 58: posizionamento sezioni

Si sono riportate in HEC-RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni sono numerate progressivamente dalla sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle al valore maggiore della sezione più a monte. Sono state assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e le geometrie di tipo ‘bridges’ facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

6.4.7.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del riu Pauli Cerbus è stata definita sulla base dei dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016). Il riu Pauli Cerbus risulta essere un corso d’acqua con fondo naturale, avente sezione irregolare. Il canale risulta essere di dimensioni ridotte, con una profondità dell'alveo mediamente intorno ai 1.5 m dal piano campagna nel tratto terminale. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica in

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fig. 57. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 m, estendendola eventualmente caso per caso per raggiungere una geometria il più completa possibile valutata. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali, 0.3 e 0.5 in corrispondenza degli attraversamenti.

6.4.7.4 Coefficiente di scabrezza Nella modellazione del rio è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, andando a valutare le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo il corso del fiume, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona. Il fondo del corso d'acqua è del tipo naturale, si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in terra costituente il canale principale 0.040 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

Figura 59: attraversamento del Riu Pauli Cerbus

6.4.7.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento Si riportano i risultati ottenuti dal modello del rio Pauli Cerbus: l’analisi è stata effettuata per un tratto di fiume collocato a valle, in corrispondenza dell’immissione nel Canale Spadula. La scelta della collocazione delle sezioni di studio è stata valutata considerando il tratto prospiciente il confine comunale, al fine di valutare le eventuali conseguenze che il comportamento idraulico potrebbe apportare al territorio di San Gavino Monreale. Le aree interessate da esondazione per un tempo di ritorno di 500 anni coinvolgono solo in minima parte il territorio comunale, andando a inserirsi nel quadro di esondabilità ottenuto tramite l’analisi idraulica del canale Spadula stesso. Il tratto del canale analizzato porta infatti alla generazione di un’area esondabile avente una larghezza trasversale massima complessiva di ~530 m, ma che interessa il territorio comunale di San Gavino per una ristretta fascia di circa 30-40 m di larghezza; che trova come limite fisico lungo il proprio sviluppo longitudinale un’ansa del canale Spadula.

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Pur essendo al di fuori della competenza dell'amministrazione comunale di San Gavino Monreale, si ritiene opportuno sottolineare la necessità di intervenire comunque anche lungo questo corso d’acqua per garantire un adeguato livello di sicurezza, sia per quanto concerne gli attraversamenti stradali, sia per la presenza di edifici civili e adibiti a uso agricolo presenti a distanze molto ridotte dal letto del fiume. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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6.4.8 Modellazione idraulica Riu s'Acqua Cotta Nell'ottica di completare il più possibile il quadro descrittivo della pericolosità idraulica del territorio comunale, è stata inoltre effettuata un'ulteriore modellazione idraulica relativa al tratto terminale del riu s'Acqua Cotta, tenendo in considerazione la ridotta area all'estremità settentrionale del territorio di competenza comunale potenzialmente coinvolta idraulicamente dal corso d’acqua. Tale rio è un affluente di destra del Flumini Mannu di Pabillonis; il bacino di tale affluente interessa solo parzialmente il territorio interno al confine comunale, si svolgono quindi le necessarie analisi al fine di valutare il coinvolgimento idraulico che tale rio può manifestare all’interno del Comune di San Gavino Monreale.

Figura 60: bacino idrografico del Riu s'Acqua Cotta su ortofoto

6.4.8.1 Portate in ingresso Per la stima delle portate in ingresso da utilizzare nel modello idraulico monodimensionale si è fatto riferimento ai dati ricavati dall’analisi idrologica relativa al rio Acqua Cotta. La portata utilizzata nel modello idraulico monodimensionale risulta essere pari alla portata complessiva afferente dal bacino, essendo le sezioni collocate nel tratto terminale del rio, in corrispondenza del confine comunale stesso.

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Figura 61: bacino Riu s'Acqua Cotta su CTR

Portata totale afferente [mc/s]

aree [kmq] Tr 50 Tr100 Tr 200 Tr 500

23.44 44.93 54.19 63.58 76.10 Tabella 18: portate di modellazione

6.4.8.2 Scelta della geometria del modello Si sono individuate le sezioni ritenute necessarie ai fini di una adeguata simulazione del moto. Nell’analisi della porzione di territorio in esame si è ritenuto sufficiente individuare le sezioni relative a un attraversamento posizionato nel tratto più a valle del rio e una sezione singola verso l’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis (cinque sezioni in tutto), essendo quello analizzato il tratto prossimo al confine comunale che potrebbe coinvolgere in termini idraulici il territorio di San Gavino Monreale.

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Figura 62: posizionamento sezioni

Si sono riportate in HEC RAS le sezioni ritenute fondamentali ai fini di una corretta modellazione. All’interno del modello le sezioni sono numerate progressivamente dalla sezione in corrispondenza dello sbocco più a valle al valore maggiore della sezione più a monte. Sono state assegnate a tutte le sezioni le caratteristiche e i parametri necessari (bank stations, ineffective flow areas, scabrezze) e le geometrie di tipo ‘bridges’ facendo riferimento ai rilievi effettuati nella campagna d’indagine.

6.4.8.3 Sezioni trasversali Nel presente studio la geometria del rio s'Acqua Cotta è stata definita sulla base dai dati ricavati dal DTM a 1 m del terreno, dalle foto aeree e dai rilievi topografici effettuati in campagna (Gennaio - Aprile 2016). Il rio s'Acqua Cotta risulta essere un corso d’acqua con rivestimento in cls. In corrispondenza degli attraversamenti, inoltre, la protezione artificiale si fa più importante e raggiunge quote maggiori. Nelle sezioni analizzate il canale risulta avere una profondità media di circa 2 m dal piano campagna. La localizzazione delle sezioni di calcolo è riportata in forma planimetrica. Le sezioni, ai fini della modellazione, sono state estese trasversalmente al fine di rappresentare la fascia di esondazione il più correttamente possibile. La larghezza delle sezioni è stata scelta pari a circa 400 a seconda del raggiungimento di una geometria il più completa possibile valutata caso per caso. I valori dei coefficienti di contrazione ed espansione delle sezioni trasversali richiesti dal modello numerico sono assunti pari a 0.1 e 0.3 come suggerito dal manuale di HEC RAS per sezioni aventi variazioni graduali, 0.3 e 0.5 in corrispondenza degli attraversamenti.

6.4.8.4 Coefficiente di scabrezza Nella modellazione del corso d'acqua è stata ipotizzata una condizione di manutenzione ordinaria, andando a valutare le reali possibilità di praticare la manutenzione lungo l'alveo, considerando una realtà numerica plausibile e attinente alla realtà della zona. Il corso del rio è del tipo rivestito, si sono quindi adottati per le diverse porzioni di alveo tali coefficienti di Manning:

Porzione in cls costituente il canale principale 0.035 [ ]

Porzione in terra costituente le aree esterne 0.050 [ ]

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Figura 63: attraversamento lungo il Riu s'Acqua Cotta

6.4.8.5 Analisi dei risultati e proposte per le misure di intervento Dall’analisi dei risultati relativi al rio s'Acqua Cotta è possibile osservare come le aree di esondazione risultanti dalla modellazione idraulica rientrino all’interno delle aree già segnalate come esondabili dal PSFF. L’analisi, effettuata solo per un gruppo di sezioni posizionate lungo il tratto di valle del rio più vicino al confine comunale di San Gavino Monreale, a 3-400 metri dall’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis, riporta un’area esondabile analoga e completamente contenuta in quella precedentemente individuata dal PSFF, senza indicare nuove porzioni di territorio interessate da potenziali esondazioni, Pur essendo per buona parte al di fuori della giurisdizione del Comune di San Gavino Monreale, si ritiene opportuno sottolineare la necessità di intervenire anche lungo questo corso d’acqua per garantire comunque un adeguato livello di sicurezza per quanto concerne gli attraversamenti stradali e gli insediamenti. Sarà quindi opportuno anche lungo questo corso d'acqua operare tutti i necessari interventi di manutenzione e pulizia dell'alveo per favorire il più possibile il deflusso e scongiurare episodi di fuoriuscita d'acqua durante le piene. Nella tavola I_2.2 vengono rappresentate le superfici interessate dalle piene per i periodi di ritorno analizzati.

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7. Elementi a rischio Per la valutazione del livello di rischio idraulico, come già accennato nei paragrafi precedenti, si farà riferimento alla metodologia indicata dalle Linee Guida del PAI della Regione Sardegna. Come da notazione usuale, il rischio è dato dal prodotto di tre fattori, quali: Pericolosità, Elementi a rischio e Vulnerabilità. In accordo alla normativa della Regione Sardegna, la vulnerabilità è assunta cautelativamente pari a 1. Tale valore risulta essere il massimo possibile rispetto alla metodologia suggerita dall’istituto ISPRA nel documento ‘Proposta metodologica per l’aggiornamento delle mappe di pericolosità e di rischio’. Tale Ente distingue tra vulnerabilità associata alla presenza umana, alle attività economiche, in termini di componente ambientale e alla presenza di beni culturali. Ogni qualvolta si ritenga a rischio la vita umana, la vulnerabilità viene assunta pari all'unità. Per tutti gli altri elementi, occorrerebbe fare analisi di dettaglio, ma in base a quanto indicato dalle linee guida regionali si assume comunque sempre un valore unitario. La pericolosità si definisce pari alla probabilità di superamento della portata al colmo di piena corrispondente ai periodi di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni (valori rispettivamente pari a 0.02, 0.01, 0.005, 0.002). Gli elementi a rischio, come già definito nel Capitolo 4, sono classificati nella Carta degli elementi a rischio (Tav. I_3) ai sensi del DPCM 29.09.1998. Tale classificazione prevede quattro classi, riportate nella tabella seguente, alle quali viene attribuito un valore di peso compreso tra 0.25 a 1.00. Gli elementi di tipo E4, E3, e parte di E2 rientrano nelle classi in cui viene ritenuti possibile il rischio di vite umane.

Classi Elementi Peso E1 Aree libere da insediamenti e aree improduttive; zona boschiva; zona agricola non 0.25 edificabile; demanio pubblico non edificato e/o edificabile Aree con limitata presenza di persone; aree extraurbane, poco abitate; edifici sparsi. E2 Zona agricola generica (con possibilità di edificazione); zona di protezione ambientale, 0.50 rispetto, verde privato; Parchi, verde pubblico non edificato; infrastrutture secondarie Nuclei urbani non densamente popolati; infrastrutture pubbliche (strade statali, provinciali e comunali strategiche, ferroviarie, lifelines, oleodotti, elettrodotti, acquedotti); E3 0.75 aree sedi di significative attività produttive (insediamenti artigianali, industriali, commerciali minori); zone per impianti tecnologici e discariche RSU o inerti, zone a cava. Centri urbani ed aree urbanizzate con continuità (densità abitativa superiore al 20% della superficie fondiaria); nuclei rurali minori di particolare pregio; zone di completamento, E4 zone di espansione; grandi insediamenti industriali e commerciali; servizi pubblici 1.00 prevalentemente con fabbricati di rilevante interesse sociale; infrastrutture pubbliche (infrastrutture viarie principali strategiche); zona discarica speciali o tossico nocivi; zona alberghiera; zona campeggi e villaggi turistici; beni architettonici, storici e artistici Tabella 19: classificazione elementi a rischio

Dall’osservazione della Carta degli elementi a rischio, che vale sia per la valutazione del rischio idraulico che per il rischio da frana, è possibile individuare la presenza di elementi all‘interno del confine comunale di San Gavino Monreale rientranti in ciascuna delle quattro categorie sopracitate. Si rilevano elementi quali il nucleo urbano, rientrante nella classe E4 in quanto zona residenziale dal tessuto compatto e denso, un’area ricreativa e sportiva (Classe E3), il cimitero (Classe E3), insediamenti industriali, artigianali, commerciali e uno stabilimento metallurgico IPPC (classe di rischio E4 in quanto rientranti rispettivamente nella categoria di zone industriali e impianti a rischio), nuclei rurali, un deposito di rottami a cielo aperto/cimitero di autoveicoli a Sud Ovest del centro abitato (classe E3 tipologia discarica), infrastrutture pubbliche quali strade

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statali appartenenti alla classe E4 in qualità di rete di comunicazione e trasporto strategica (SS 197 di collegamento tra Sanluri, San Gavino Monreale e , nuovo tratto ferroviario costruito alcuni anni fa), strade provinciali di classe E3 in quanto reti di comunicazione e trasporto primarie (SP che collega San Gavino Monreale a Villacidro, Pabillonis e Sardara), strade comunali, e la presenza di lotti un cui risultano collocate complessivamente pale eoliche (complessivamente tre nel territorio comunale). La rete di approvvigionamento di acqua potabile e la linea della rete elettrica rientrano nella classe di rischio E3, in quanto reti tecnologiche e di servizio. Gran parte del territorio comunale, tuttavia, rientra nella categoria E2, essendo questa una classe comprendente tutte le superfici agricole seminative, quali seminativi semplici e colture orticole a pieno campo che caratterizzano la maggior parte del territorio sangavinese.

7.1 Aree a rischio idraulico

Si valuta nel seguito l’interferenza tra le aree a pericolosità idraulica e gli elementi individuati sulla Carta degli elementi a rischio. Per quanto concerne le aree esondabili corrispondenti allo scenario più gravoso relativo al riu Cuccuru Casu, si osserva come esse vadano ad interessare nella zona maggiormente a valle del rio il nuovo attraversamento ferroviario, generando un rischio molto elevato Ri4, essendo questo un punto sensibile di interferenza al deflusso del fiume. Salendo verso monte, si osserva come le aree allagate interessino anche parzialmente dei lotti classificati come E4, corrispondenti probabilmente a nuclei rurali minori di particolare pregio (fabbricati rurali/zona residenziale), dando luogo a zone seppur limitate di rischio molto elevato. Per quanto concerne il potenziale fenomeno di esondazione in sinistra, individuato come evento possibile in caso di massima piena (Tr=500 anni) o rottura degli argini in corrispondenza dell’attraversamento posto a circa 6 km dall’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis, con possibile incanalamento dell'acqua verso il Rio Pardu, si osserva come nella zona prossima al ponte le aree allagate all’interno del bacino del Cuccuru Casu vadano ad intersecare un’area di classe E1 (della tipologia zona agricola non edificabile, quali pioppeti, saliceti e eucalitteti). Si registrano a circa 1 km più a valle attraversamenti del rio da parte della rete di approvvigionamento di acqua potabile (Classe E3 reti tecnologiche e di servizio). Di importanza non trascurabile risulta essere inoltre l’intersezione delle aree esondabili con la strada provinciale SP62 e le strade comunali limitrofe (classe E3), essendo queste importanti infrastrutture pubbliche, caratterizzate quindi da un conseguente rischio molto elevato. Le restanti aree rientrano nella categoria E2. Analizzando le aree allagate relative al rio Trottu nel tratto di valle, si evince come le aree coinvolte siano principalmente della tipologia E2, ad eccezione di un lotto riconducibile alla classe E4. Si sottolinea inoltre la presenza dell’attraversamento della strada provinciale, che in quanto rete di comunicazione e trasporto primario rientra nella categoria E3, oggetto quindi in caso di esondazione a rischio molto elevato. Diversa risulta invece essere la situazione del canale Spadula, nelle cui aree inondabili va ad inserirsi solo parzialmente un lotto di classe E4, mentre numerose risultano essere le intersezioni con aree della tipologia E1 quali aree oggetto di imboschimento. Da sottolineare l’intersezione tra le aree a pericolosità idraulica e il passaggio della linea elettrica (rete tecnologica di servizio, classe E3, con conseguente rischio molto elevato), oltre all’intersezione con la Strada Statale 197 (rete di comunicazione e trasporto strategica, classe E4, sottoposta a potenziale rischio molto elevato). Le restanti aree rientrano nella categoria E2. Dall’analisi delle aree a pericolosità idraulica relative al riu S. Maria Maddalena si osserva come nella zona più a monte si verifichi una intersezione di entità non trascurabile con aree soggette a imboschimento di classe E1. Si individuano inoltre parziali intersezioni con lotti di classe E3 e E4, aventi quindi un peso rispettivamente pari a 0.75 e 1.00, che danno luogo quindi ad aree seppur ristrette ma di rischio molto elevato. Da sottolineare l’intersezione con la Strada Statale, rientrante nella categoria di rete di

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comunicazione e trasporto strategica (classe E4 e conseguente rischio molto elevato per gli scenari più gravosi). Le restanti aree rientrano nella categoria E2.

Per quanto concerne le aree a pericolosità idraulica riferite all’evento più gravoso relativo al riu Bruncu Fenugu, si osserva come queste vadano ad interessare parzialmente lotti appartenenti alla classe E4 (nuclei rurali di pregio/insediamenti industriali) con conseguente rischio Ri4, e appartenenti alla classe E1 (aree soggette ad imboschimento) con conseguente rischio molto minore. Di valore non trascurabile risultano inoltre essere il nuovo attraversamento ferroviario, un nuovo rilevato stradale (classe E3) e l’attraversamento della strada SS197 (classe E4) che risultano essere coinvolti in fenomeni di esondazione ad alta pericolosità idraulica e sono quindi potenzialmente soggetti a Ri4. Le restanti aree rientrano nella categoria E2. Si riportano in cartografia (T.I_4) le aree risultate a rischio idraulico a seguito dell’analisi effettuata. Tale carta è stata ottenuta per intersezione grafica in ambiente GIS delle aree classificate a pericolosità idraulica con la mappatura degli elementi a rischio, operando poi un'operazione algebrica di moltiplicazione fra i vari pesi attribuiti alle singole sottoaree, secondo l'espressione: Ri (rischio idraulico) = Hi E V

- Ri = rischio idraulico totale, quantificato secondo 4 livelli riportati in tavola I.4, dove sono evidenziati gli estremi superiori delle classi - Hi = pericolosità (natural Hazard) ossia la probabilità di superamento della portata al colmo di piena; in accordo al DPCM 29/09/98 è ripartita in 4 livelli, pari a 0.02, 0.01, 0.005, 0.002, che corrispondono ai periodi di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni - E = elementi a rischio; ai sensi del citato DPCM sono costituiti da persone e cose suscettibili di essere colpiti da eventi calamitosi. Ai fini del presente lavoro si classificano secondo la Tabella 19, nella quale ad ogni classe è stato attribuito un peso secondo una scala tra 0 e 1 - V = vulnerabilità intesa come capacità a resistere alla sollecitazione indotte dall’evento e quindi dal grado di perdita degli elementi a rischio E in caso del manifestarsi del fenomeno. Ogni qualvolta si ritenga a rischio la vita umana, ovvero per gli elementi di tipo E4, E3 e parte di E2, la vulnerabilità, secondo quanto si evince dal DPCM, sarà assunta pari all'unità; per quanto concerne gli elementi di alto tipo occorrerebbe provvedere ad effettuare analisi di dettaglio sui singoli cespiti ma esse esulano dai limiti delle attività previste dal dispositivo di legge e, pertanto, anche a tali elementi si attribuirà un valore di vulnerabilità ancora unitario. Ciò non toglie la possibilità, in fasi successive di approfondimento dei piani, di poter provvedere ad una opportuna ricalibratura del parametro sulla base di studi specifici di settore

La descrizione dettagliata delle classi di rischio idraulico e la loro quantificazione è riportata nella tabella 1 e nella legenda della Tavola I.4.

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8. Analisi degli attraversamenti esistenti

A seguito della valutazione idraulica dei rii analizzati, si è proceduto con il censimento delle opere esistenti di attraversamento viario e ferroviario del reticolo idrografico; tali informazioni sono state inserite nell'Allegato B: Schede per la caratterizzazione degli attraversamenti esistenti. Tale analisi prevede inizialmente l’identificazione, per ciascun corso d’acqua, degli attraversamenti principali. Tale scelta viene effettuata basandosi sull’analisi del territorio tramite sopralluoghi e rilievi in situ, analisi delle ortofoto e della cartografia relativa. Identificati gli attraversamenti di interesse ed indicatane la tipologia, viene assegnato un codice che permette di ricondurre il ponte al rio attraversato e alla sua collocazione progressiva su di esso. Si prosegue con una valutazione generale sulla localizzazione geografica dell’opera, e una rapida descrizione dell’ambiente limitrofo. Si riportano successivamente le caratteristiche geometriche dell’attraversamento, quali luce, larghezza, quota minima dell’opera e del fondo d’alveo. Ai fini di una valutazione sull’evoluzione planimetrica dell’alveo si effettua un’analisi morfologica riportando i dati relativi alla tipologia dell’alveo attuale, alla granulometria e alla eventuale presenza di vegetazione in esso. Si esegue inoltre un’analisi delle varie coperture di ortofoto disponibili, relative a varie annate negli ultimi 60 anni circa, al fine di determinare l’evoluzione morfologica del rio o di determinare le date in cui sono stati eseguiti i principali interventi di regimazione, rettifica o la realizzazione di attraversamenti e infrastrutture connesse. Si riconduce ciascun rio, e quindi ogni attraversamento, all’analisi idrologica relativa al corrispondente bacino. Si riportano in forma tabellare le caratteristiche salienti del bacino complessivo e i risultati idrologici ottenuti. Soltanto per gli attraversamenti principali di competenza comunale tali dati vengono utilizzati per effettuare una verifica idraulica che permetta di identificare il valore di portata che possa garantire il franco idraulico di sicurezza previsto di un metro. Diversi risultano essere i casi in cui gli attraversamenti analizzati non rispettano il parametro che definisce il grado di rischio dell’opera. I ponti e le difese fluviali, infatti, vengono tradizionalmente dimensionati prendendo in considerazione una portata avente un tempo di ritorno di 200 anni. Tale portata dovrebbe garantire un franco idraulico di sicurezza pari a 0.8 – 1 m. L’assegnazione del tempo di ritorno per provvedere al dimensionamento di un’opera idraulica, e quindi al controllo di un definito evento limite, comporta infatti l’assunzione di un parimenti definito grado di rischio, il quale è legato alla stima di quali potrebbero essere i danni cui l’insufficienza dell’opera, superata la soglia dell’evento di riferimento, potrebbe dare luogo. Tuttavia all’interno del reticolo idrografico analizzato, il rispetto di tale parametro di sicurezza non è garantito in molti degli attraversamenti. Si riportano in seguito i dati, sotto forma riassuntiva, dei risultati ottenuti a partire dall’analisi idraulica effettuata per gli attraversamenti principali di competenza comunale:  Riu Trottu (tratto di valle): alveo artificiale di tipo monocursale rettilineo risalente a dopo l’inizio degli anni ’70 a seguito della sistemazione e ampliamento dei canali artificiali necessari alle colture e alle risaie dell’area.

o Attraversamento 5.2. Franco di sicurezza ampiamente rispettato. Ottenuto per portate con tempi di ritorno > 500 anni.

 Riu S. Maria Maddalena: alveo con rivestimento di lastre in cls di tipo monocursale subrettilineo risalente a dopo l’inizio degli anni ’60 a seguito degli interventi di antropizzazione di porzioni di alveo e della modifica della viabilità dell’area.

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o Attraversamento 7.1. Franco idraulico rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno = 500 anni o Attraversamento 7.3. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno = 50 anni o Attraversamento 7.4. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni

 Riu Cuccuru Casu: alveo ricoperto di lastre in cls, del tipo monocursale rettilineo, risalente nella sua conformazione attuale a dopo l’inizio degli anni ’70 a seguito dell’intervento di rettificazione e antropizzazione dell’alveo.

o Attraversamento 8.1. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno = 100 anni o Attraversamento 8.9. Franco idraulico rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno > 500 anni

 Riu Bruncu Fenugu: alveo naturale del tipo monocursale rettilineo, soggetto a interventi di protezione spondale in un tempo successivo agli anni ’50.

o Attraversamento 9.1. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni o Attraversamento 9.3. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni o Attraversamento 9.6. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni

 Canale Spadula: alveo artificiale del tipo monocursale rettilineo, risalente a dopo l’inizio degli anni ’60.

o Attraversamento 10.1. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno = 50 anni o Attraversamento 10.2. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni o Attraversamento 10.4. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno < 50 anni o Attraversamento 10.6. Franco idraulico non rispettato. Ottenuto per portata con tempo di ritorno = 50 anni

Si osserva come il rispetto del franco di sicurezza non sia riscontrato per quasi nessuno degli attraversamenti analizzati, ad eccezione di un attraversamento del rio Trottu, uno del rio S. M. Maddalena e uno nel rio Cuccuru Casu. Tali risultati permettono di avallare le proposte avanzate riguardo gli interventi previsti per la messa in sicurezza dei rii, sia per quanto concerne la manutenzione sia per quanto riguarda gli interventi più invasivi, quali demolizioni di ponti o rialzi arginali, atti a garantire il franco idraulico richiesto. Gli interventi ritenuti necessari e prioritari per ciascun corso d'acqua analizzato sono riportati al capitolo 6

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(Analisi idraulica), nel sottoparagrafo relativo all'analisi dei risultati e e alle proposte per le misure di intervento.

9. Conclusioni

Lo studio e le analisi condotte hanno permesso di fare una valutazione complessiva sull'assetto idraulico del territorio comunale di San Gavino Monreale e delle zone limitrofe, confermando sostanzialmente quanto riportato nella zonazione attualmente vigente del PAI e del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, ed integrando la definizione delle aree inondabili con i risultati delle modellazioni eseguite sugli altri corsi d'acqua e su quelli per i quali erano state delimitate le aree inondabili di fascia C con il solo criterio geomorfologico. Dal punto di vista di quanto emerso dalle analisi idrauliche condotte sul territorio, si osserva come siano presenti aree di pericolosità potenziale non trascurabile in diversi tratti lungo tutti i rii analizzati, che tuttavia per la maggior parte sono corsi d'acqua che vanno ad interessare zone di campagna con bassi valori di danno potenziale. Di seguito vengono riportati in estrema sintesi i dati emersi dallo studio eseguito di analisi della pericolosità e del rischio idraulico nel territorio comunale di San Gavino Monreale, rimandando ai capitoli relativi ai singoli corsi d'acqua per le descrizioni più dettagliate ed approfondite. Per quanto concerne i rii già precedentemente analizzati dal punto di vista idraulico dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF) mediante la sola metodologia di tipo geomorfologico, è stata eseguita un’analisi di dettaglio attraverso una modellazione idrologico-idraulica. Tali rii (riu Trottu di valle e riu Trottu di monte) risultano essere interessati da aree di pericolosità più ridotte in larghezza rispetto a quelle risultanti dall’analisi precedente, essendo questa riferita ed una conformazione del corso d’acqua che non risulta essere rispondente all'attuale situazione: il rio Trottu infatti da alcuni decenni risulta essere costituito da due diversi tratti che sono stati considerati separatamente per l’analisi idrologica ed idraulica di dettaglio, in quanto separati dal Canale Spadula che intercetta l'intera portata del rio. Tuttavia, rispettando il principio di precauzione, ed in accordo con quanto indicato dall'Agenzia Regionale del Distretto Idrografico è stata mantenuta la conformazione delle fasce di pericolosità presenti nella zonazione vigente per quanto concerne l’individuazione dell’area interessata da fenomeni aventi un tempo di ritorno pari a 500 anni. Per quanto riguarda invece gli scenari per tempi di ritorno meno gravosi, le aree di pericolosità individuate nel tratto del riu Trottu di monte a seguito dell’analisi di dettaglio risultano interessare una fascia trasversale di larghezza variabile tra i 200 e i 400 m per tempi di ritorno rispettivamente di 50 e 200 anni, per tutta la lunghezza del tratto di corso d'acqua indagato. Relativamente al riu Trottu (tratto di valle) i potenziali fenomeni di esondazione colpiscono il tratto terminale, in prossimità dell’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis, interessando, nel caso di evento più gravoso al di sotto dei 500 anni (Tr=200 anni), un’area di larghezza massima pari a 280 m circa e avente uno sviluppo longitudinale di circa 1.5 km. Le aree esondabili sopradescritte relativamente al Riu Trottu (di monte) compenetrano le nuove aree di pericolosità individuate a seguito dell’analisi effettuata per il canale Spadula, che ne intercetta il deflusso. Le aree esondabili individuate per il canale Spadula ne interessano sostanzialmente tutto lo sviluppo longitudinale, anche se in alcuni tratti per larghezze di entità modesta, estendendosi anche lungo il corso degli affluenti di sinistra collocati nella zone del canale più a monte (verso sud e sudest). Tale delimitazione, pur interessando zone adibite perlopiù ad uso agricolo, coinvolge anche alcuni limitati punti ad elevata vulnerabilità, quali gli attraversamenti della SS197, che necessitano quindi di una accurata valutazione degli interventi da effettuare per la riduzione del rischio idraulico. Si veda il paragrafo 6.4.4 per una descrizione più dettagliata dell’area in analisi.

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Alla luce dei risultati complessivi considerati, per tutto lo sviluppo del riu Trottu, quindi, si ritiene necessario intervenire con una adeguata manutenzione di tipo ordinario, che consiste nell’operare interventi quali il taglio controllato della vegetazione, i disalvei, la movimentazione dei sedimenti, la rimozione del materiale flottante e dei rifiuti. In corrispondenza di aree vulnerabili quali le zone residenziali dove si trovano collocati fabbricati rurali o utilizzati per allevamenti, si ritiene opportuno provvedere con interventi di rialzo arginale, al fine di garantire un franco di sicurezza pari a 0.8 – 1 m al di sopra della piena duecentennale. Tali interventi si ritengono opportuni e necessari anche lungo tutto lo sviluppo complessivo del canale Spadula, con particolare attenzione ai punti di attraversamento della SS197, in corrispondenza dei quali si riterrebbe opportuno inoltre intervenire con attività quali l’allargamento della luce e la modifica dell’andamento planimetrico per il raccordo tra il tratto più a monte e il canale Spadula principale stesso. È necessario ricordare, tuttavia, come tali valutazioni siano state effettuate considerando fenomeni a bassa probabilità di accadimento, e come tali affluenti siano in realtà corsi d’acqua occasionali di carattere non permanente, ed interessati quindi dalla presenza di deflusso solo durante eventi di precipitazioni eccezionali. Lungo il riu Santa Maria Maddalena sono state individuate aree interessate da potenziale esondazione nel tratto non regimato di monte, dove la sezione d'alveo è insufficiente a contenere le portate previste per tutti gli scenari analizzati (Tr=50-100-200-500 anni), ed in corrispondenza dell'attraversamento della strada che costeggia il Canale Ripartitore, dove si ha esondazione per piene con Tr=200 e 500 anni. Lungo il riu Bruncu Fenugu sono state individuate aree esondabili per tutti gli scenari analizzati in alcuni brevi tratti nella parte di monte, ed in tutta la parte di valle fino alla confluenza nel Flumini Mannu di Pabillonis, dove la fascia di area esondabile raggiunge una larghezza di alcune centinaia di metri. Per tali rii (Bruncu Fenugu e Santa Maria Maddalena) si ritengono necessari interventi di tipo manutentivo ordinario e rialzi arginali, soprattutto in corrispondenza di elementi vulnerabili quali fabbricati rurali e zone industriali e commerciali. Si valuta opportuno, inoltre, intervenire con la rimozione di alcuni attraversamenti minori: due di materiale principalmente metallico di cui uno posto in corrispondenza di un affluente del rio S.M.Maddalena e l’altro posto lungo il rio Bruncu Fenugu, e uno in cls collocato lungo il rio Bruncu Fenugu, che si è osservato essere attualmente in disuso in quanto appartenente alla vecchia viabilità della zona. La rimozione di tali attraversamenti ha la finalità di ridurre eventuali rischi in caso di fenomeni di piena con elevati tempi di ritorno, e di ridurre al minimo il numero di ostacoli al deflusso dei corsi d’acqua. Adeguate considerazioni devono essere svolte inoltre per l’attraversamento ferroviario in corrispondenza del riu Bruncu Fenugu: è necessario fare una valutazione relativa alle tipologie degli interventi di riduzione del rischio prevedibili per fronteggiare tali criticità. Poiché il rilevato ferroviario in corrispondenza dell'attraversamento del riu Bruncu Fenugu è interessato dalla presenza di un'estesa area potenzialmente inondabile, sarà opportuno prevedere opportuni interventi di protezione e consolidamento dei rilevati, per impedire innesco di fenomeni erosivi, e garantire una costante e periodica attività manutentiva di un tratto di alveo di adeguata lunghezza a monte e a valle, in modo da favorire il più possibile il deflusso idrico e cercare di ridurre al minimo eventi di fuoriuscita. È inoltre necessario valutare il ripristino delle arginature ove interrotte, e considerare la possibilità di inserire nuovi attraversamenti sostituendo gli attuali guadi, laddove presenti, essendo questi ultimi pericolosi punti di sfogo per le esondazioni verso la campagna esterna. Particolare attenzione richiedono le valutazioni relative all’analisi del riu Cuccuru Casu. Tale rio è interessato da fenomeni di esondazione soprattutto nel tratto terminale, verso la confluenza nel Flumini Mannu di Pabillonis, nei pressi del quale è presente anche il nuovo attraversamento ferroviario, dove si dovranno prevedere adeguati interventi di rinforzo e protezione dei rilevati per evitare fenomeni erosivi e garantire un'adeguata, periodica e costante attività di manutenzione dell'alveo per favorire il normale deflusso idrico, specialmente durante gli eventi di piena. Tuttavia si ritengono di primaria importanza le valutazioni da effettuarsi in corrispondenza dell’attraversamento stradale posto a circa 6 km a monte dell’immissione nel Flumini Mannu di Pabillonis (scheda attraversamento 8.10, coordinate E 1484133.07; N 4380709.903). In corrispondenza di tale attraversamento la modellazione idraulica eseguita ha indicato che potrebbero verificarsi, solo per lo

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Analisi dell'assetto idraulico e geomorfologico estesa a tutto il territorio comunale ai sensi delle N.A. del P.A.I., Comune di San Gavino M.le finalizzata all'aggiornamento della pianificazione di Provincia del Medio Campidano settore a scala di dettaglio

scenario con Tr=500 anni, esondazioni in sinistra idrografica, con fuoriuscita di una portata massima valutata in circa 3 mc/s. Tale quantitativo idrico, di entità tutto sommato abbastanza modesta, andrebbe tuttavia ad incanalarsi nel tratto iniziale del rio Pardu, arrivando poi ad interessare potenzialmente il centro abitato di San Gavino. Il Rio Pardu, già ampiamente analizzato in occasione della variante al PAI per il centro abitato già presentata ed approvata nel 2013, si inserisce all’interno di un contesto ad elevato rischio idraulico, poiché direttamente connesso al centro abitato. Per ovviare alle conseguenze negative che si manifesterebbero nel caso di incapacità di contenimento del deflusso da parte del rio Pardu, è stato già presentato e approvato il progetto definitivo (Dott. Ing. Marcello Angius, Dott. Ing. Luigino Medda) relativo alla regimazione degli impluvi nell’abitato di San Gavino Monreale attraverso opere di mitigazione del rischio idraulico. Tale progetto riguarda l’esecuzione dei lavori di sistemazione idraulica aventi lo scopo di scongiurare il pericolo di esondazione con il massimo di probabilità raggiungibile. La soluzione adottata in tale progetto prevede la realizzazione di un nuovo tracciato del rio Pardu più a ovest dell'attuale, che partendo dalla zona a monte dell’Ospedale di San Gavino Monreale consente di addurre le portate nel rio Piscina Linu rimanendo all'esterno del centro abitato. Le analisi effettuate nel presente studio, quindi, vanno a confermare ulteriormente la necessità e la priorità di realizzazione di tale progetto. Si ritiene inoltre opportuno intervenire lungo il rio Cuccuru Casu, sempre in corrispondenza del medesimo ponte sopracitato (scheda di attraversamento 8.10) in via prioritaria tramite provvedimenti quali rialzo arginale per garantire il franco di piena necessario (0.8 -1 m) in sinistra idraulica e demolizione dell’attraversamento per aumentare la sezione idraulica disponibile e scongiurare i potenziali fenomeni di esondazione aventi conseguenze sul rio Pardu. Si suggerisce quindi di ritenere prioritari gli interventi previsti per il rio Cuccuru Casu (si sollecita quindi di effettuare sia gli interventi manutentivi ordinari e straordinari, sia a procedere con l’approvazione e l’esecuzione del progetto esecutivo relativo alla regimazione degli impluvi nell’abitato di San Gavino Monreale attraverso opere di mitigazione del rischio idraulico sul rio Pardu) e tutte le attività di manutenzione degli alvei a monte degli attraversamenti viari principali ed in corrispondenza della nuova ferrovia.

li, Rovigo 14/06/2018, M6 S.r.l. Società di Ingegneria. fine documento firme in copertina

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