Pescara calcio: per la presidenza spunta il nome del principe arabo Al Waleed

PESCARA. Dopo le candidature di Angelo Renzetti e di Max Pincione, spunta anche il nome del principe arabo Khaleed Al Waleed tra i papabili alla presidenza del Pescara. La notizia, è vero, va presa con le pinze ma fonti vicine al principe arabo confermano il suo grande entusiasmo per questa avventura. Al Waleed, il figlio del re dello stato dell'Arabia Saudita, non ha mai nascosto il proprio interesse per il football europeo e, nella fattispecie, nei confronti del calcio italiano. L'interessato, infatti, ha confermato di seguire spesso in televisione le partite della . La famiglia Al Saud non sarebbe comunque nuova ad investimenti nel pallone. In Arabia la stessa è proprietaria dell'Al Hittiad, uno dei più ricchi e famosi club dell'oriente. Proprio l'Al Hittiad ha ingaggiato per la prossima stagione il portoghese dell'Inter Luis Figo. Il campione nerazzurro percepirà circa venti milioni di euro per la prossima stagione. Questo fa ben capire le infinite risorse economiche degli Al Saud. Per il Pescara, dunque, potrebbe davvero aprirsi una straordinaria epoca di successi grazie ad una probabile grande robustezza economica ma, come le vicende biancazzurre dell'ultimo periodo insegnano, non bisogna dare mai nulla per scontato. Se poi questa grande solidità economica venisse “sostenuta” dalla presenza importante di Angelo Renzetti, allora i tifosi potrebbero davvero dormire sonni tranquilli. Al momento le quotazioni dell'imprenditore italo-svizzero sono in discesa, mentre sono in continuo aumento le chance di vedere Pincione al vertice del sodalizio di via Mazzarino. Dopo il tira e molla infinito delle passate settimane che hanno visto l'imprenditore italo-americano vicino all'addio, lo stesso sarebbe rimasto positivamente colpito dal primo impatto con l'Adriatico. Chi ha avuto la possibilità di avvicinarlo nei novanta minuti di gioco, infatti, ha raccontato di un Pincione emozionato, partecipe ed attento alle fasi di gioco. Al termine della partita, inoltre, non si è sentito affatto in imbarazzo nel commentare lucidamente la prestazione dei biancazzurri, dimostrando una insospettabile competenza e conoscenza del calcio e dell'ambiente pescarese. Tutto ciò, dunque, dimostra un reale desiderio da parte di quest'ultimo di far bene nel capoluogo adriatico.

LE PAROLE DI PINCIONE DOPO PESCARA-CESENA

«Non escludo la possibilità che io possa diventare presidente del Pescara. Non nego inoltre che mi piacerebbe molto. Non escludo neanche di essere un presidente come si suol dire “ad interim” in quanto tra pochi mesi la carica di patron potrebbe essere assunta dal principe Al Waleed, entusiasta di questo nuovo progetto Pescara. Lo stesso segue sempre le vicende dei biancazzurri e spesso visita il sito del club. Per quanto riguarda i quadri dirigenziali, ho in mente un progetto all'americana in cui ognuno ha il suo compito ben preciso. Sarà comunque l'assemblea dei soci, in programma intorno il 7 o 8 marzo, a stabilire il da farsi. Ci saranno delle regole ben precise e chi non avrà intenzione di rispettarle potrà farsi da parte».

A causa del silenzio stampa di tutti i soci della Pescara 70 fino a tempo indeterminato, le parole di Pincione sono quelle raccolte subito dopo il fischio finale della gara con il Cesena. Si profilerebbe dunque una presidenza ad interim per l'imprenditore italo-americano, almeno fino a che non si conosceranno le reali intenzioni del principe Al Waleed. Quando le acque intorno la vicenda societaria del sodalizio di via Mazzarino si saranno calmate, inoltre, saranno definiti anche i quadri dirigenziali. Non sono da escludere ulteriori innesti nella società Pescara 70 o, al contrario, defezioni. In quest'ultimo caso, è rientrata la minaccia di Renzetti di vendere le proprie quote ed abbandonare il club. L'uscita di quest'ultimo, che aveva allarmato principalmente i tifosi del delfino, è risultata essere soltanto una provocazione, come confermato dallo stesso interessato. Infine non trovano conferme le voci secondo cui Pincione sarebbe pronto a rilevare le quote dell'imprenditore Taverner.

Andrea Sacchini 27/02/2007

Sconcertante. Proviamo a sintetizzare così le vicende legate alla vendita della Pescara Calcio Spa, società con oltre settanta anni di onorata storia alle spalle. Credevamo di aver toccato il fondo, di aver raschiato il fondo del barile lo scorso anno ed invece, evidentemente, c´è da finire ancora più giù. I fatti parlano per sè, senza fare supposizioni più o meno veritiere. Nella giornata di ieri riceviamo dall´Ufficio Stampa dell´On.Gerardo Soglia questo comunicato:Gerardo Soglia conferma l´avvenuta cessione della Società Pescara Calcio e smentisce quanto riportato da alcuni quotidiani sportivi, precisando che la nuova società proprietaria del Pescara Calcio, la Cit Travel, non fa parte della Compagnia Italiana Turismo rilevata dal Gruppo Soglia. Qualcosa non ci tornava da subito e ci apprestavamo stamani a fare gli accertamenti del caso quando ci imbattiamo nell´articolo della gazzetta dello Sport a firma Nicola Binda. Nell´articolo ci sono dichiarazioni dell´ex numero uno di Via Pertini che afferma:"Abbiamo trasferito dalla nostra holding le quote del Pescara alla Cit World Travel Group, un´altra nostra società: una normale operazione fiscale. Da qui le quote saranno girate alla Eurocat, una società svizzera. Non so a chi faccia capo: io conosco solo Valentino Rizzuto che ha gestito l´operazione. La cessione è a titolo gratuito: i nuovi padroni si accolleranno la rateizzazione dei debiti dal 2002 al 2007 con l´erario (5mln) e le spese di questi primi mesi." Commentare sarebbe alquanto superfluo, la mastodontica dissonanza tra comunicato stampa e dichiarazioni rilasciate è sotto l´occhio di tutti. Si parla di Rizzuto, quando l´imprenditore umbro è uscito anzi nemmeno entrato nel Cda, se stia continuando a lavorare a fari spenti questo non ci è dato sapere. Informandoci sulla Eurocat SA troviamo che questa sia una società anonima svizzera con domicilio c/o Avv. Luca Zorzi in Via Visconti 2 6500 a Bellinzona, il cui capitale sociale è di 100mila franchi (circa 70 mila euro), il cui scopo è: La partecipazione, sia in Svizzera che all´estero, ad attività finanziarie ed assicurative, ad imprese nel settore commerciale, industriale e finanziario, a società per cauzioni e assicurazioni, comprese le relative mediazioni internazionali di società commerciali e di beni. L´esecuzione e la mediazione di importazioni ed esportazioni, così come l´assunzione di mandati fiduciari e di rappresentanza di ditte svizzere, per e dall´estero. Lo studio e lo sviluppo di brevetti in collaborazione con altre società svizzere o estere. L´attività verrà svolta in particolare a livello europeo. Mediazioni e affari immobiliari vengono eseguiti solo all´estero. La società potrà inoltre eseguire ogni altra operazione ed espletare ogni altra attività ritenuta utile o necessaria per il conseguimento dello scopo sociale. La Eurocat Sa ha cambiato statuto non meno di un mese fa, il cui amministratore unico sarebbe ora un turco, di nazionalità svizzera, tal Gücbilmez Mehmet Kaya. C´è da dire che le società anonime, come lo indica del resto il loro nome, garantiscono l´anonimato del cliente-azionista dacché il loro capitale può essere suddiviso in azioni al portatore, la cui trasferibilità avviene, semplicemente, brevi manu tra persone fisiche o giuridiche. Questa particolarità, permette, tramite un passaggio azionario, di occultare l´effettivo azionista, e quindi il proprietario della società. E´ importante sapere che in Svizzera i bilanci della SA vanno inoltrati, una volta all´anno, unicamente all´autorità fiscale e non richiedono la loro pubblicazione presso la camera di commercio. Ne consegue che i concorrenti o terze persone non possono apprendere l´andamento economico-finnaziario della società. Per questo motivo, si suole dire che le società elvetiche sono "poco trasparenti". I punti interrogativi continuano ad aleggiare su questa misteriosa cessione, ancora ventiquattro ore d ´attesa...

REPUBBLICA (ZUNINO) - La crisi del Pescara calcio e le elezioni in Abruzzo. A tre giorni dalle Regionali l'umiliante situazione del club di Prima divisione - niente stipendi né acqua calda al campo - è diventata l'argomento elettorale principe. Il più sentito, il più scivoloso. La questione sta regalando cene segrete tra l'allenatore triste () e i futuri padroni della società (Giuseppe De Cecco, fratello minore e in minoranza nella grande famiglia che produce pasta). E lettere degli ultras a Silvio Berlusconi. L'altro giorno i minacciosi Rangers hanno scritto, e quindi distribuito, una missiva al premier che riassume i metodi degli ultimi padroni del Pescara 1936 e chiede: "Presidente, faccia pulizia nel suo partito". Ha scritto la Curva Nord a Berlusconi: "E' passato poco più di un anno da quando abbiamo avuto modo di incontrarla nella piazza centrale di Pescara e sul palco con lei era presente l'allora presidente del Pescara calcio: Gerardo Soglia. Questa persona, eletta successivamente alla Camera dei deputati nelle liste del suo partito, ha perso il senso delle cose. Da mesi calciatori, dipendenti, collaboratori non percepiscono stipendi. I fornitori non vengono pagati. La società di calcio è stata ufficialmente venduta a una società anonima svizzera, la Eurocat sa, e la mancata sostituzione delle garanzie bancarie fa immaginare che il passaggio delle quote sia stato solo fittizio e che l'onorevole Soglia abbia ancora un peso per il presente e il futuro del Pescara". Ecco: "Quest'uomo ci ha consegnato in mani oscure compromettendo il futuro di una storica società di calcio e ridicolizzando il nome della città di Pescara, sede dei prossimi Giochi del Mediterraneo. Sicuramente", e qui arriva l'affondo degli ultras, "sta minando l'immagine del suo partito, peraltro alla vigilia di un delicato appuntamento elettorale". Già, "c'è il rischio che i tifosi attuino l'equazione onorevole Soglia uguale Pdl maturando la voglia di esprimersi diversamente in sede elettorale". L'avvertimento è chiaro. Delle vicende del Pescara calcio, e dei cattivi pagamenti di Gerardo Soglia, eletto ad aprile con Forza Italia nel collegio di Salerno, oggi segretario della commissione Bilancio alla Camera, è stato informato anche l'abruzzese Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Già. Soglia ha tenuto in mano il Pescara per un anno, fino allo scorso ottobre, cedendolo quindi all'Eurocat, società svizzera di amministratori italiani tra cui quel Valentino Rizzuto che nel 2003 tentò di lucrare sul fallimento Fiorentina acquistandone il marchio e tentando di rivenderlo alla famiglia Della Valle. Soglia, figlio del costruttore dello stadio Arechi di Salerno, possiede diversi alberghi sul territorio italiano, alcuni di eccellenza, e nel 2007 ottenne il Pescara calcio dalla Cassa di Risparmio di Pescara non appena si impegnò a prendere la decotta Compagnia italiana turismo: la Cit, gli costò 70 milioni. E' interessante notare come la Caripe abbia preferito i Soglia a un solido gruppo formato da undici imprenditori tra cui Filippo De Cecco (il capostipite della famiglia), Carlo Toto di Air One, il gruppo Sarni (catering negli autogrill). Questa associazione temporanea di compratori anticipò, a evidenziare le proprie intenzioni, 100 mila euro a testa: un milione e 100 mila euro depositati in un conto Caripe. Di questi, 450 mila euro vennero girati all'allora presidente del Pescara, Dante Paterna. Ma la calata calcistica del gruppo fu stoppata. L'operazione, come tutto quelle che in seguito sarebbe nato intorno al moribondo Pescara, venne governata dal giovane sindaco Luciano D'Alfonso, Pd, tradizione Margherita, desideroso di trovare soluzioni locali per un club in crisi ventennale. Nelle scorse settimane, a campagna elettorale avviata, l'albergatore forzista Gerardo Soglia ha offerto il 50% del Pescara a Riccardo Gaucci, a costo zero. Ottenendo un rifiuto. E allora il sindaco D'Alfonso, avversario politico, ha messo a punto un piano che prevede un prossimo "fallimento pilotato" del club, simile a quello realizzato la scorsa stagione dal Lanciano: un'operazione che consentirebbe al Pescara di restare in Prima divisione (l'ex C1) senza risvegliare automaticamente l'interesse della magistratura, e ai nuovi imprenditori di risparmiare sugli ingenti debiti erariali (10,8 milioni). Per quanto riguarda i 2 milioni dovuti a giocatori e fornitori, sarebbero i futuri proprietari a dettare tempi e modi per il saldo. E i contratti firmati in nero dalla precedente proprietà (2,5 milioni) con la nascita della nuova società si trasformerebbero in carta straccia: inesigibili. In queste ore D'Alfonso sta lavorando a questo progetto con l'imprenditore alimentare Antonio Oliveri, già vicepresidente del Pescara guidato negli Ottanta dal commendatore e genero Antonio Scibilia. Sul fronte Federcalcio i referenti dell'operazione sono Gabriele Gravina, ex presidente del Castel di Sangro, oggi consigliere federale senza club alle spalle: candidato del presidente Giancarlo Abete alla direzione generale della Figc, Gravina è stato segato dalla pubblicazione delle intercettazioni di Calciopoli bis. Poi c'è Vincenzo Marinelli, accompagnatore della nazionale Under 21: fu presidente del Pescara, lui, all'inizio degli Ottanta quando i De Cecco erano solo sponsor. Questo giro pescarese ha garantito per stagioni intere Andrea Iaconi come direttore sportivo. E infatti Iaconi, oggi all'Arezzo, è pronto per il rientro a Pescara a gennaio. Sull'asse federale Gravina- Marinelli passa la valorizzazione dei giovani della futura società: l'Under 21 è una selezione nelle man i dei club, ne subisce le pressioni. E il Pescara calcio, nonostante il dissesto finanziario, possiede ancora un vivaio forte. Da valorizzare. Già, l'operazione "fallimento soft" è tutta tesa a riportare alla guida della società la famiglia De Cecco, seppure attraverso il fratello minore già proprietario dei dilettanti dell'Angolana e del centro sportivo di Città Sant'Angelo dove oggi il Pescara si allena. Insieme ai pastai rientrerebbero una serie di personaggi orbitanti nell'area Scibilia, il padre dell'indebitamento del club. Per allontanare in fretta i fratelli Soglia - invitti all'intera città, peraltro - il Comune di Pescara ha trasformato in ingiunzione un debito, 2,5 milioni, che da vent'anni vantava con il Pescara. E per offrire il primo sostegno ai calciatori al verde, D'Alfonso ha messo mano ai 52 mila euro residui del fondo "Amici di Pescara" (quello degli undici imprenditori stoppati), per lungo tempo bloccato dalla magistratura. La partita elettoral-calcistica ne sta aprendo una terza, affaristico-edilizia. Il 29 giugno 2009, in Abruzzo, partiranno i Giochi del Mediterraneo, mini-olimpiade che tra cento scontri ha fatto inaugurare nuovi cantieri in regione: su tutti, la profonda ristrutturazione dello stadio Adriatico a Pescara e l'immenso campus universitario attorno al villaggio atleti di Chieti.

Il Pescara calcio, la più importante e gloriosa squadra abruzzese per ora non c'è più. La sentenza di fallimento è arrivata ieri intorno alle 12:30 dopo la riunione del Collegio Giudicante.

Dieci milioni di euro i debiti e quattro i fornitori Global Europe, hotel Villa Immacolata, Lido El Pareso e ristorante Da Carletto che hanno presentato l'istanza di fallimento. Tra gli obiettivi del curatore fallimentare, c’è la vendita della società.

Il fallimento è l'epilogo di tre mesi difficili dopo l'abbandono della società, avvenuto a metà ottobre, da parte della famiglia Soglia e l'ingresso della Eurocat, società svizzera rappresentata dal mediatore Valentino Rizzuto. Cit World Travel, a sua volta controllata dalla società anonima svizzera Eurocat, avrebbe dovuto ripianare il deficit di 3.200.000 euro e ricostituire il capitale sociale. Non lo ha fatto. Sotto accusa anche l'ex presidente e parlamentare Gerardo Soglia, che il 9 ottobre ha lasciato la squadra senza un centesimo nelle casse. L'imprenditore salernitano ha infatti interrotto ogni esborso in favore della società biancazzurra, trasformando una rosa ambiziosa e valida in un club pieno di tensioni e vittima di pignoramenti. Il primo, già avviato, per il mancato saldo di due rate dell'Iva di circa 2 milioni di euro. Mugugni a parte, da allora la squadra è scesa in campo con carattere, raggiungendo la zona alta della classifica di C1 anche senza un presidente. Ma se la società non provvederà al pagamento degli stipendi entro gennaio, tredici giocatori sono pronti a lasciare Pescara

I problemi sono esplosi con l'arrivo della nuova proprietà. I giocatori non vengono pagati e reclamano gli stipendi arretrati: i giocatori una prima volta prima della gara con il Gallipoli sono costretti a saltare l'allenamento su richiesta dei tifosi, la settimana successiva lo fanno di loro iniziativa per protesta contro la dirigenza. Il 2 novembre a Foligno i tifosi pescaresi tentano di aggredire i dirigenti che sono costretti ad abbandonare la tribuna a metà secondo tempo. Passano le settimane e la situazione si fa sempre più difficile. Ad Arezzo i giocatori scendono in campo con 15' di ritardo per protesta, mentre il 23 novembre la squadra minaccia un clamoroso sciopero: solo a due ore dalla gara interna con lo Juve Stabia i giocatori decidono di scendere in campo. Sotto accusa però anche la precedente gestione di Gerardo Soglia, giovane imprenditore salernitano del settore turistico-alberghiero, durante il quale il Pescara ha contratto una quantità impressionante di debiti.

Ora la speranza è riposta in Giuseppe De Cecco. In una recente conferenza stampa il patron della pasta e presidente dell'Angolana ha affermato: "Ho chiamato vari imprenditori, su imput di D'Alfonso. Cercando di fare una cordata forte. Ma non è cosa semplice. Ho ripetuto anche una frase assurda: "Tu hai sempre preso e ora devi dare, lo vuole la città". "Molti mi hanno risposto che il loro fatturato è sceso dell'80%, non è facile tira fuori 4-5 milioni di euro. C'è un gruppo di gente seria che vuole fare la sua parte, ma è durissima. Sono io coinvolto nella vicenda, come Pepe De Cecco, la società è costituita da 36 persone. E' vero che non ci sono più i mecenati, ma questo perchè prima costava poco. Ora servono troppi soldi, gli imprenditori rischiano il massacro. Serve un progetto. Per salvare il Pescara calcio servono tanti soldi. Servono subito 10-12 milioni euro.

Scrivono i tifosi sul sito www.forzapescara.com

Se il Pescara vale ancora una lacrima, è il caso di tirarla fuori. Oggi, il club biancazzurro può essere dichiarato fallito. Settantadue anni di storia e il delfino sono stati divorati dagli acidi prodotti da debiti, errori e cinismo. Semplificando, si può dire che Peppe De Cecco, dopo una serie di passaggi di legge, potrà diventare il nuovo padrone del vapore. Si fa il suo nome perché negli ultimi due mesi, tra cene, conferenze stampa e summit con imprenditori vari, ha cercato e avuto ampia visibilità. Il Pescara è il suo obiettivo. Prima, però, toccherà al curatore fallimentare. Cit World Travel Ieri mattina, davanti al giudice Francesco Filocamo, si sono presentati in tanti, ma nessuno della Cit World Travel, la società che, fino a prova contraria, è proprietaria delle quote del Pescara. Paolone e Ambrosi in rappresentanza del collegio sindacale del club biancazzurro e gli amministratori Marin e Massafra hanno presentato una memoria, più un’integrazione di Paolone, nelle mani del giudice, certificando così la gravissima situazione. La società è incapace di far fronte anche alle spese minime. La proprietà è inesistente. Le istanze di fallimento Quattro aziende, per tutelare i propri legittimi interessi economici, hanno presentato altrettante istanze di fallimento, legando così per sempre i loro nomi alla morte del Pescara Calcio. Sono la Global Europe, società di procuratori, l’hotel Villa Immacolata della famiglia Marinucci, il lido El Pareso e il ristorante Da Carletto. In tribunale, oltre all’avvocato pescarese Anna Olivieri, c’erano due legali frentani, Alberto Paone e Donato Di Campli. In Camera di consiglio I tempi cambiano: prima il fallimento del Pescara era l’inferno da evitare, adesso è il paradiso nel quale precipitarsi. In molti hanno fretta di chiudere la pratica. Sia chiaro: la situazione è difficilissima da rimediare, ma bisogna chiedersi se ultimamente le energie sono state spese per arrivare a questo epilogo o per cercare di evitarlo. Comunque, oggi i tre giudici delle Camera di consiglio, esaminata la situazione, potranno decretare il fallimento. Contestualmente, verrà nominato un curatore fallimentare. Quindi, la sentenza verrà depositata nella cancelleria e si procederà alla notifica dell’atto alla Cit World Travel, che potrà fare opposizione. Al curatore fallimentare sarà affidata la gestione ordinaria. I tifosi in tribunale C’erano parecchi tifosi davanti all’ingresso del tribunale. Non ci sono stati problemi. Si è sparsa la voce che un emissario della Cit World Travel, forse il nuovo amministratore, abbia rinunciato a presentarsi davanti al giudice per timore di un’aggressione. Bah!! Se è vero che aveva dei soldi da dare ai creditori, ha sbagliato a non agire. Il tempo delle chiacchiere è davvero finito. I dipendenti Direttamente interessati ai fatti, alcuni dipendenti del Pescara, che da mesi sono senza stipendio, hanno raggiunto il tribunale per cercare di capirci qualcosa. Sono otto i lavoratori con contratto a tempo indeterminato: quattro operano nella sede di via Pertini, tre si occupano del magazzino e uno dello store. In sede ci sono anche cinque collaboratori. Per tutti loro, come per lo staff del settore giovanile, non è un buon Natale

De Cecco non è il salvatore della Patria. Ha detto più volte che il Pescara non lo vuole, nè lo vedo come uno che è disposto a correre rischi imprenditoriali, investendo per una società come la Pescara calcio che, per avere buoni profitti, avrebbe bisogno di andare in seri B se non in serie A. La cosa triste che rilevo è che i presidenti dei clubs italiani non hanno voglia di ristrutturare il modo di fare business delle loro società: in Inghilterra gli sponsors finanziano la costruzione degli stadi e ci sono tante iniziative economiche collaterali che producono entrate.

"Non avrei voluto che il PESCARA fallisse ma è stato indispensabile allora accetto con tristezza l'evento.Andrò a fare un versamento martedi perchè ora BISOGNA dimostrare che NOI vogliamo AIUTARE il delfino che potrebbe rinascere + forte di prima (anni 80).E domani anche se dovesse nevicare sarò a Vasto anzi bisognerebbe portare più tifosi per dimostrare, che ora speriamo nella rinascita, e che noi ci saremo. FORZA PESCARA".

Non basterebbero intere pagine di giornale per raccontare dettagliatamente tutte le vicende che si sono succedute riguardo al Pescara in questi primi mesi di campionato. Notizie che purtroppo fanno riferimento ad uffici di tribunale e a deficit societari piuttosto che al calcio giocato. Andiamo con ordine. Il 19 dicembre del 2008 il Tribunale Civile di Pescara dichiara il fallimento del Pescara Calcio Spa. E´l´epilogo triste di tre mesi in cui dopo l´abbandono a metà ottobre da parte della famiglia Soglia, si era succeduto in società l´ingresso della Eurocat, società svizzera rappresentata dal mediatore Valentino Rizzuto. Cit World Travel, a sua volta controllata dalla società anonima svizzera Eurocat, avrebbe dovuto ripianare il deficit di 3.200.000 euro e ricostituire il capitale sociale, operazione mai effettuata. Dieci i milioni di euro di debiti totali, un peso enorme per la società abruzzese che non è riuscita in tempi brevi a risolvere una situazione che l´ha condotta verso un fallimento inevitabile. Tutti i sostenitori biancoazzurri, adesso, aspettano il 20 gennaio, giorno in cui si terrà l´asta per la vendita del società dichiarata fallita. L´unica speranza risiede nell ´imprenditore locale Peppe Di Cecco che nella mattinata del 5 gennaio scorso ha costituito la . Se lo scenario non si modificherà fino al giorno dell´asta fallimentare, sarà proprio l´imprenditore pescarese a rilevare la società chiedendo l´affiliazione alla Figc. In tutto questo contesto si inseriscono anche i 4 mesi di campionato trascorsi da l tecnico Galderisi e dalla sua squadra che, sebbene costretta ad allenarsi e giocare in una situazione deficitaria , è riuscita sempre a mantenere alto l´onore di una città che ha visto la propria squadra disputare ben 5 campionati di serie A e 31 di . Ventitre i punti in classifica, ottavo posto in graduatoria e sette punti di distacco dalla zona play-off. Pesano gli ultimi due scivoloni interni contro Cavese e Crotone che hanno contribuito alla perdita di contatto con le zone alte della classifica. Non si discute la qualità della rosa messa a disposizione di Galderisi. In pochi si possono permettere giocatori del calibro di Romito, Camorani, Di Vicino, Simon, Bazzani e Zeytulaev. La gara contro il Foggia non è una sfida come tutte le altre. Due gli ex della gara. Il centrocampista Antonino Cardinale e l´allenatore Giuseppe Galderisi. Nella scorsa stagione il “Nanu” fu il principale artefice della scalata verso i play-off dei rossoneri poi persi sfortunatamente in semifinale contro la Cremonese. Per la gara contro i rossoneri Galderisi dovrà fare a meno dello squalificato Pomante. Il suo posto nella difesa a quattro dovrebbe essere occupato da Giuliano. A centrocampo crescono le quotazioni di Cardinale che dovrebbe far coppia con Ferraresi. Dopo dieci giorni di assenza si è rivisto l´attaccante Zeytulaev. Il calciatore dopo le vacanze natalizie non si era presentato alla ripresa degli allenamenti, facendo presagire un suo addio immediato. Se le sue condizioni fisiche saranno buone non è escluso un suo impiego dal primo minuto altrimenti sarà uno tra Stella e Felci a prendere il suo posto con Di Vicino in appoggio all´unica punta ex – Piacenza Simon. Ancora ai box l´attaccante Fabio Bazzani, colpo ad effetto della campagna acquisti estiva. Frenato da diversi infortuni che lo hanno condizionato nella prima parte della stagione, Bazzani non è riuscito a dimostrare il suo reale valore. Solo una la rete segnata per un totale di cinque presenze.

Nessuno stipendio è stato pagato, salta l´allenamento. Anche Cesari si tira indietro. Pista svizzera per il futuro.

La cessione del Pescara sta diventando il quarto mistero di Fatima. Di sicuro, oltre allo sconcerto tra i tifosi, c´è la presa di posizione dei giocatori, che ieri hanno scioperato. La squadra, lo staff tecnico con Beppe Galderisi e quello medico sono andati in sede da Domenico De Luca, pare nuovo dirigente, e Ilvano Ercoli, nuovo segretario generale, che hanno chiesto di pazientare ancora 24 - massimo 48 - ore, ma loro, stufi delle promesse (nessuno stipendio finora è stato pagato), hanno incrociato le braccia. Ma cosa sta succedendo? E´ una storia complicata, con tanti scaricabarile.

I Soglia - Il 7 ottobre 2007 il Pescara è stato rilevato dai fratelli Gerardo e Francesco Soglia, imprenditori salernitani nel settore alberghiero, che hanno versato 1,8 milioni per ricapitalizzare: ancora un giorno e la società, dopo la gestione dell´italo- americano Pincione, sarebbe finita in tribunale. Gerardo Soglia, oggi deputato, spiega direttamente dal Parlamento: «Abbiamo trasferito dalla nostra holding le quote del Pescara alla Cit World Travel Group, un´altra nostra società: una normale operazione fiscale. Da qui le quote saranno girate alla Eurocat, una società svizzera. Non so a chi faccia capo: io conosco solo Valentino Rizzuto, che ha gestito l´operazione. La cessione è a titolo gratuito: i nuovi padroni si accollano la rateizzazione dei debiti dal 2002 al 2007 con l´Erario (circa 5 milioni, ndr) e le spese di questi primi mesi (quasi un milione, ndr). Noi con il calcio abbiamo chiuso: mi hanno trattato male, eppure ho speso 3 milioni e mezzo. I giocatori scioperano? Vivono in un mondo loro, io sono qui che discuto i problemi dell´Italia e loro non si rendono conto del mondo che li circonda, sono dei viziati che vogliono un sacco di soldi per tirare quattro calci a un pallone».

Le smentite - A Pescara è certo che il nuovo presidente sarà Graziano Cesari, ex arbitro ora opinionista televisivo, che però frena: «Sono stato interpellato un mese fa, poi non ho più saputo nulla. Se fossi presidente del Pescara, sarei lì a parlare con i giocatori, perché io ho un grosso senso di responsabilità, invece sono a Genova». Rizzuto, perugino, ha fatto assumere Ercoli (storico segretario del Perugia) e contattato Matrecano come allenatore; nelle scorse settimane ha cercato di coinvolgere diverse persone nel progetto (per esempio Alessandro Gaucci), adesso giura: «Chi sta prendendo il Pescara non mi ha dato nessun incarico, sono stato escluso dal cda. L´Eurocat? Non so cosa sia». L´Eurocat SA, sul registro delle imprese svizzere, è una società finanziaria e di intermediazione commerciale e immobiliare, con sede a Bellinzona presso l´avvocato Luca Zorzi (ex presidente del Bellinzona), con capitale di 100.000 franchi svizzeri e con il turco Mehmet Gucbilmez Kaya come amministratore unico. Per conto della Cit World Travel Group, invece, sarebbe l´avvocato Massafra di Roma a gestire l´operazione, ma anche lui nega: «Non posso dire nulla. Rizzuto? Cesari? L´Eurocat? Non so nulla. Arriverà un comunicato ». Lo aspettiamo, per svelare il mistero di Fatima. E se fosse solo un segreto di Pulcinella?

La Gazzetta dello Sport - Nicola Binda

PESCARA. In gran segreto si è riunito nel pomeriggio di ieri il cda della Pescara calcio. Come nelle previsioni non è stato apportato alcun aumento di capitale. Erano presenti De Luca, Pazonzi, Rizzuto, Massafra e Marin da parte della Eurocat e il collegio sindacale della Pescara calcio al completo col presidente Paolone. Assente il presidente Nicola Lisi. Quasi certe, dunque, le sue dimissioni. Il consiglio di amministrazione è stato aggiornato al 14 dicembre. Entro il 31 dello stesso mese comunque tutte le pendenze dovranno essere saldate. Occorreranno tre milioni e mezzo di euro riconducibili a debiti patrimoniali più altri due milioni per portare avanti la gestione fino a giugno. Sempre ieri, in mattinata, De Luca, Rizzuto, Massafra e Marin hanno incontrato il sindaco Luciano D'Alfonso. Breve chiacchierata nella quale i rappresentanti della Eurocat avrebbero chiesto la rateizzazione del credito di circa due milioni e mezzo che il comune vanta nei confronti della Pescara calcio. Per risposta il sindaco aspetterà fino alla riunione del cda per attendere l'eventuale ricapitalizzazione. In caso contrario via alla procedura fallimentare. Fino ad allora comunque il nuovo gruppo dovrà occuparsi dell'ordinaria amministrazione, in testa il pagamento degli arretrati a dipendenti, tecnici e prima squadra. Questo per mettere i giocatori nelle condizione migliori per esprimersi. Per giovedì intanto Cetteto Di Mascio ha indetto una conferenza stampa. Anche il responsabile del settore giovanile biancazzurro dunque, a ragione, dirà la sua sulle immense difficoltà che il vivaio pescarese sta affrontando in questi ultimi mesi. Ricordiamo che i collaboratori del settore giovanile, come la prima squadra, tecnici e dipendenti della sede, sono senza stipendi da lunghi mesi. Sulla questione Valentino Rizzuto non si è detto affatto sorpreso. L'obbiettivo della Eurocat, ormai si è capito quasi del tutto, è quello di arrivare a gennaio per poter ricavare quanto più possibile dalla vendita giocatori. Anche il settore giovanile nelle intenzioni di Rizzuto subirà un sensibile ridimensionamento nei costi. Conseguente dunque il malcontento di Cetteo Di Mascio, uno dei primi canditati ad essere fatti fuori dalla neo proprietà. Infine pare definitivamente naufragata sul nascere la trattativa di acquisto della Pescara calcio da parte di un gruppo di imprenditori polacchi guidati da Zibi Boniek. I motivi risiederebbero nell'eccessivo ammontare dei debiti del club e soprattutto sulla poca chiarezza degli interlocutori. Rizzuto in testa che, malgrado non abbia un ruolo in società, per conto della Eurocat Sa continua a chiedere soldi per un'eventuale vendita del club.

Andrea Sacchini 25/11/2008

17.12.2008 15.18 di Stefano Sica articolo letto 1466 volte Ennesima pagina nera nella travagliata stagione del Pescara. E' andata deserta l'Assemblea straordinaria convocata presso lo studio del notaio Erminia Amicarelli. Un altro segnale della volontà di Eurocat e Cit World Travel di non eleggere un nuovo Cda, azzerato ad inizio dicembre, e di conseguenza di non ricapitalizzare. Soprattutto è mancato Kaya Gucbilmez, amministratore della Eurocat ed uomo cardine di questa vicenda al pari di Valentino Rizzuto. Giuseppe Paolone, presidente del collegio sindacale, ha chiarito che domani si recherà dal giudice delegato, Francesco Filogamo, per presentare una memoria scritta che illustri la situazione. A questo punto, se nessuno onorerà i circa 120mila euro relativi alle quattro istanze di fallimento, come appare ormai certo, il giudice dichiarerà l'inevitabile dipartita del club

Sarebbe stato Valentino Rizzuto, ieri, a sedersi al tavolo delle trattative con Gerardo Soglia, nell'attico di Via Pertini. Un nome, quello di Rizzuto non nuovo alle cronache calcistiche ed extra. Calabrese di nascita, cinquantenne, ha vissuto per moltissimo tempo a Firenze prima di trasferirsi in Umbria. Figlio di un alto dirigente dell' ufficio Iva, ha gestito alcune società specializzate nella tenuta della contabilità, una delle quali è fallita. Fallita anche un' altra società da lui amministrata, la Interporto Roma. Attualmente sarebbe amministratore unico di una società immobiliare, la Kvs di Perugia. Oggi risiede a Corciano, a pochi chilometri dal capoluogo umbro. Proprietario per alcune stagioni a cavallo degli anni 2004-06 della società di calcio di Città di Castello, Valentino Rizzuto è balzato all'onore delle cronache nel 2003 quando si rese protagonista di una vicenda a dir poco grottesca sul marchio dell'appena defunta Fiorentina. L'imprenditore umbro, infatti, all'epoca affermava essere proprietario del marchio storico della squadra viola "AC Fiorentina ACF" (fallita nel 2002), e di essere intenzionato a fondare una nuova squadra chiamata Fiorentina Football Club, con Ferruccio Mazzola( figlio di Valentino e fratello minore di Sandro) presidente e Antonio Saviano quale socio. In realtà l'operazione, per detta dello stesso Rizzuto, non aveva lo scopo di creare una squadra, ma solo di ottenere dei soldi dalla Florentia Viola di Diego Della Valle per lo sfruttamento del marchio. Il tribunale di Roma però fermò le ambizioni di Rizzuto e Mazzola dichiarando non valida la loro registrazione del marchio. L'evento destò parecchio clamore all'epoca nella città toscana, tanto che all'operazione in molti attribuirono una matrice "politica". Tesi questa che sarebbe stata avvalorata dal fatto che precedentemente il Rizzuto tentò e si rese disponibile a ricapitalizzare la Rondinella per trasformarla in novella Fiorentina, con il marchio acquistato, per costituire un'alternativa alla Florentia di Della Valle. Nella vicenda furono coinvolti anche il presidente del Brescia Corioni e Alessandro Moggi, socio Gea, che, però, smentirono categoricamente ogni accostamento. Interessante, a nostro avviso, per capire il personaggio è questo estratto di un intervista del quotidiano la Repubblica del 29 novembre 2002 : "Del tipo: ma lei che lavoro fa? Risposta: «Mi occupo di calcio da tempo, in special modo di settori giovanili». E come è venuto a conoscenza del fatto che quel marchio era libero? Risposta: «Le ho detto che lavoro nel calcio~». Rizzuto oggi sarà a Firenze. E dice: «Vogliamo fare una società di calcio. Abbiamo alle spalle grossi imprenditori, fiorentini e non solo. Vendere il marchio a Della Valle? Mai.Comunque dico subito che non abbiamo rapporti né con Romanelli, né con Gaucci, né con Preziosi~». Già, la famiglia Gaucci che proprio in questi giorni dovrebbe ottenere il placet al patteggiamento in merito alla vicenda giudiziaria legata al crack del Perugia. Per ora Rizzuto appare slegato dai Gaucci, l'unico nodo trovato è rappresentato da Corciano (dove c'è la sede della Galex) e dal fatto che un accostamento c'era già stato all'epoca della vicenda del marchio viola. Insomma, un interrogativo ci ronza in testa, chi c'è dietro la figura di Valentino Rizzuto?(il quale non ci risulta di alto cabotaggio finanziario). Se è vero, come si è riscontrato, che l'imprenditore umbro si è auto-proposto, sarebbe il caso che Gerardo Soglia guardasse con più attenzione, prima di segnare la storia del Delfino... Sembrerebbe prender corpo quella che potrebbe a questo punto rivelarsi la nuova compagine societaria della Pescara Calcio. Al nome di Valentino Rizzuto(le cui "gesta sono state descritte nel precedente articolo) si è aggiunto quello di Francesco Ghini. Anch'egli umbro, anch'egli imprenditore del settore edile. C'è il calcio anche nel passato del nuovo personaggio. Francesco Ghini è , infatti, il figlio di Spartaco Ghini ex Presidente del Perugia nel 1972 e nel triennio che va dal 1983 al 1986. Anno in cui ci fu la famosa inchiesta del relativa ad un giro di scommesse illegali relative ad alcune partite di calcio nei campionati professionistici nella stagione 1984-85 e nella stagione 1985-86 e della quale il Perugia fu investito pienamente. La crisi finanziaria del '92 che investì la Penisola non lasciò scampo nemmeno alla Sicel, di proprietà del Ghini(arrestato per bancarotta fraudolenta nel '93), che fallì nel '95. Famiglia Ghini, da sempre vicina alle sorti del Perugia Calcio e alla Famiglia Gaucci. Tornando alla strettissima attualità c'è da dire gli acquirenti, che hanno già "scartabbellato" tutti i documenti contabili, dovrebbe presentare un'offerta vera e propria nelle prossime 48 ore per poi sugellare il passaggio nella prossima settimana. Passaggio di consegne che però, a quanto ci consta, non dovrebbe riguardare l'intero pacchetto azionario. Si vocifera già di sconvolgimenti tecnici, con l'inserimento di "paraventi/parafulmini" cari ai tifosi biancazzurri nei quadri dirigenziali. Il tutto mentre Nanu Galdersi ed i suoi ragazzi provano a tapparsi le orecchie in vista del match clou di domenica a Taranto. Ci chiediamo, il Pescara ed i suoi tifosi, avevano proprio bisogno di tutto ciò in questo momento? Da "salvatore" a "carnefice", il passo è davvero così obbligato? Il tutto mentre chi tiene ed ha tenuto in maniera viscerale a questi colori si è defilato anzitempo per non essere complice fattivo di quello che si sta preconfigurando come l'ennesimo "attentato" alla vita del Delfino. 02 10 2008 alle 19:16:44 da Donato Giampietro

Tutti ne fanno parte e tutti ne sono fuori, tutti sono stati più o meno accostati e tutti, chi più chi meno, hanno smentito. Parliamo della Eurocat Sa che al momento attuale può essere definito un contenitore stracolmo o vuoto a seconda da quale angolazione la si voglia inquadrare. Guardandola con gli occhi di Valentino Rizzuto, il deus ex machina dell'intera operazione, nella società anonima svizzera convergono gli interessi di innumerevoli imprenditori. Rizzuto in sequenza ha parlato di Zanè, di Fella, di Gaucci ed in ultimo di Vincenzo Silvestrini(ex patron del Perugia che ha venduto la società umbra all'attuale proprietario Covarelli). Guardandola con gli occhi dei su citati, invece, la Eurocat Sa sembra un contenitore totalmente vuoto. Fella e Zanè hanno palesato la loro estraneità alla vicenda, Alessandro Gaucci addirittura la non conoscenza di Rizzuto, mentre per ultimo Vincenzo Silvestrini ai nostri microfoni qualche giorno fa ha dichiarato:"Sono fuori dal calcio, mi è bastata l'avventura di Perugia. Ho chiuso. Non conosco De Luca, so chi è Rizzuto ma non ci ho mai avuto a che fare, garantisco per Ercoli, persona seria ed affidabile". Dov'è la verità? E' nostro posizionarla nel mezzo e questa situazione, assolutamente non chiara, dovrebbe mettere in allerta tutti. Intanto c'è un termine perentorio indicato nel 31 ottobre per pagare Irpef ed Enpals. Un solo minuto di ritardo farebbe scattare un paio di punti di penalizzazione. Di questo il Rizzuto pare di non esserne a conoscenza dato che ha indicato tale pagamento entro il 4 o il 5 del mese di novembre. Della situazione dello sforamento del budget con relativo punto di penalizzazione ormai si parla pochissimo e sembra sia dato praticamente per scontato. Per quanto riguarda la rata dell'Iva, se non corrisposta, c'è l'escussione sulla fidejussione che a quanto ci consta è ancora di Gerardo Soglia. Il tutto mentre, pare sia stato saldato il conto al Centro Vestina, indetto un Cda straordinario per domani e siano state fornite rassicurazioni ai calciatori circa il pagamento di mensilità due tra venerdì e martedì. Domani, infine, con inizio alle ore 18 ci sarà, a Palazzo di Città, un Consiglio Comunale Straordinario sulla situazione della Pescara Calcio.

28 10 2008 alle 11:58:23 da Donato Giampietro 9-12-08 Tutti ne fanno parte e tutti ne sono fuori, tutti sono stati più o meno accostati e tutti, chi più chi meno, hanno smentito. Parliamo della Eurocat Sa che al momento attuale può essere definito un contenitore stracolmo o vuoto a seconda da quale angolazione la si voglia inquadrare. Guardandola con gli occhi di Valentino Rizzuto, il deus ex machina dell'intera operazione, nella società anonima svizzera convergono gli interessi di innumerevoli imprenditori. Rizzuto in sequenza ha parlato di Zanè, di Fella, di Gaucci ed in ultimo di Vincenzo Silvestrini(ex patron del Perugia che ha venduto la società umbra all'attuale proprietario Covarelli). Guardandola con gli occhi dei su citati, invece, la Eurocat Sa sembra un contenitore totalmente vuoto. Fella e Zanè hanno palesato la loro estraneità alla vicenda, Alessandro Gaucci addirittura la non conoscenza di Rizzuto, mentre per ultimo Vincenzo Silvestrini ai nostri microfoni qualche giorno fa ha dichiarato:"Sono fuori dal calcio, mi è bastata l'avventura di Perugia. Ho chiuso. Non conosco De Luca, so chi è Rizzuto ma non ci ho mai avuto a che fare, garantisco per Ercoli, persona seria ed affidabile". Dov'è la verità? E' nostro posizionarla nel mezzo e questa situazione, assolutamente non chiara, dovrebbe mettere in allerta tutti. Intanto c'è un termine perentorio indicato nel 31 ottobre per pagare Irpef ed Enpals. Un solo minuto di ritardo farebbe scattare un paio di punti di penalizzazione. Di questo il Rizzuto pare di non esserne a conoscenza dato che ha indicato tale pagamento entro il 4 o il 5 del mese di novembre. Della situazione dello sforamento del budget con relativo punto di penalizzazione ormai si parla pochissimo e sembra sia dato praticamente per scontato. Per quanto riguarda la rata dell'Iva, se non corrisposta, c'è l'escussione sulla fidejussione che a quanto ci consta è ancora di Gerardo Soglia. Il tutto mentre, pare sia stato saldato il conto al Centro Vestina, indetto un Cda straordinario per domani e siano state fornite rassicurazioni ai calciatori circa il pagamento di mensilità due tra venerdì e martedì. Domani, infine, con inizio alle ore 18 ci sarà, a Palazzo di Città, un Consiglio Comunale Straordinario sulla situazione della Pescara Calcio.

28 10 2008 alle 11:58:23 da Donato Giampietro 18-11-08

PESCARA. La caldaia è rotta e non ci sono i soldi per farla aggiustare. Si parte dal più piccolo dei problemi del Pescara per far capire quant?è grande il problema Pescara. Una proposta: un minuto di silenzio, domenica prossima, in memoria del club biancazzurro. La caldaia è quella della sede, dalla quale presto gli impiegati dovranno andarsene perché c?è lo sfratto per morosità. Galderisi e le possibili dimissioni Il tecnico Giuseppe “Nanu” Galderisi, al termine della sfida con l?Arezzo, ha picconato la proprietà con tutte le energie che aveva in corpo. Oggi, nel giorno deputato alla ripresa degli allenamenti, potrebbe lasciarsi andare a un gesto clamoroso: rassegnare le dimissioni. Tutto da verificare. E? altissima la possibilità che i biancazzurri oggi non si allenino. La protesta va avanti da tempo: capitan Pomante e compagni hanno preso un solo stipendio, quello di luglio, e si barcamenano tra mille difficoltà. Come se non bastasse, vengono costantemente presi in giro dai rappresentanti della nuova proprietà, la società anonima svizzera Eurocat dietro la quale, secondo quanto sospettato da molti tifosi, ci sarebbero Gerardo e Francesco Soglia, rispettivamente ex presidente ed ex vice presidente del Pescara. Le lettere di Pincione agli ex soci Forse bisogna cominciare a parlare della maledizione di Pietro Scibilia, il contestatissimo presidente di quella che, a conti fatti, è stata l?e ra di maggiore stabilità del Pescara (dalla fine degli anni ?80 all?� inizio del terzo millennio). Da quando è uscito di scena lui, se si esclude una stagione positiva con Paterna presidente e Sarri allenatore, tutto è andato a rotoli. Come se non bastasse, i responsabili dello sfascio invece di fare pubblica ammenda minacciano di ripresentarsi. Nei giorni scorsi, Max Pincione ha inviato delle lettere a quelli che sono stati i suoi soci in Pescara 70, la srl che, per un periodo, ha controllato il Pescara calcio. La teoria dell?italoamericano è nota: la società è ancora mia perché l?operazione portata avanti dai Soglia non va considerata valida. Sarà.

Rizzuto parla troppo Lisi ha perso la parola Valentino Rizzuto, il calabrese assurto a notorietà in quanto mediatore nell?operazione Soglia-Eurocat, insiste nel tentativo di convincere la gente che, non si sa bene chi, sta lastricando Pescara di assegni per coprire i debiti. Calciatori, dipendenti, collaboratori e fornitori hanno visto solo pochi spiccioli. Oggi, secondo Rizzuto, ci saranno novità sulla paventata cessione del club. Il presidente Nicola Lisi dovrebbe dare spiegazioni, ma la sua voce non si sente da settimane. Di Mascio, Iaconi e gli assegni a vuoto Il responsabile del vivaio biancazzurro e l?ex direttore sportivo, ora in forza all?Arezzo, sono tra i tanti creditori con il dente avvelenato. Gli assegni che hanno ricevuto, hanno la leggerezza del nulla. Di Mascio ha fatto sì che il titolo, sul quale ci sono il timbro del Pescara e la firma di Francesco Soglia, andasse protestato. Iaconi sta per percorrere la stessa strada dopo aver mostrato la pazienza di un santo: il suo credito risale alle fine dell?estate 2007. Sarebbe bello conoscere i particolari della vicenda.

18-11-08

Pescara nel caos Un pasticciaccio di sport e politica nel calcio minore di Carlo Tecce L’ultima volta il pallone l’ha portato l’Arezzo, la prossima si vedrà. I calciatori del Pescara vivono di espedienti, non guardano a domenica, forse nemmeno a domani, pensano a stasera, a stanotte. A dove dormire. Ilyas Zeytulaev e altri calciatori sono stati cacciati dall’albergo. La società non paga. La lavanderia s’è rifiutata di consegnare le maglie, il gestore del campo di allenamento ha chiuso il cancello, l’autista del pullman ha incrociato le braccia. L’allenatore Nanu Galderisi vorrebbe ritirare la squadra, prolungare all’infinito lo sciopero di 15 minuti di Arezzo. Da quando il Pescara di Gerardo Soglia (deputato del Pdl) è in crisi finanziaria, i calciatori non ricevono lo stipendio e neppure la promessa di averlo, la classifica è migliorata: meno 3 dai play-off, girone B della Prima Divisione, 11 punti in 7 partite. Galderisi calma i giocatori e tratta con un fantomatico intermediario, tale Valentino Rizzuto, imprenditore calabrese vicino a Soglia. Anche se la mediazione sembrava terminata il 25 ottobre, quando in un albergo di Montesilvano, con sei dirigenti intorno al tavolo, è stata presentata la proprietà che subentrava a Soglia. C’erano i presentatori - Rizzuto e il presidente Nicola Lisi in testa -, ma non c’era il presentato: il turco Mehet Kaya Gucbilmez. Pare che Gucbilmez fosse a Verona a negoziare con Soglia che, pur non facendosi né vedere e né sentire, s’è fatto canzonare per gli assegni pieni di errori (e dunque non riscuotibili) con cui voleva pagare i tesserati. Sempre a Montesilvano, assaliti da tifosi e cronisti, Rizzuto e gli altri litigano sul nome della nuova proprietà: l’Eurocat svizzera oppure la Cit Travel (che Soglia avrebbe ceduto all’Eurocat). Tappeti alzati, tanta polvere, nessuno ci capisce. Ma dove andrà a dormire Zeytulaev? Questo sciagurato attaccante (classe ’84), ex Primavera della Juve e protagonista suo malgrado del processo Gea. Chissà se anche gli uzbeki soffrono di saudade. CARLO TECCE 18 novembre 2008 3-12-08

Tredici calciatori hanno messo in mora il Pescara. Gli atti sono partiti lunedì e li ha preparati l’avvocato pescarese Carlo Naso, il fiduciario locale dell’Aic, il sindacato dei calciatori. Tredici calciatori, dunque. E gli altri? Hanno preferito soprassedere. Forse, si trovano in una posizione migliore dei loro compagni, che finora hanno percepito una sola mensilità, quella di luglio, e neppure un centesimo dei soldi relativi ai diritti d’immagine, sui quali si potrebbe discutere a lungo. La messa in mora porta al fallimento e allo svincolo dei calciatori. La messa in mora. La società avrà una ventina di giorni di tempo per sistemare le pendenze con i calciatori. Ma quale società? Al momento ci sono solo ombre e l’Eurocat Sa dà tanto l’idea di una scatola vuota creata dai Soglia in un momento di malsana creatività finanziaria. Le dimissioni di massa dei membri del cda hanno certificato l’inconsistenza del progetto messo su da Valentino Rizzuto, meglio conosciuto come il mediatore . Prima delle dimissioni che hanno fatto venire meno l’organo amministrativo, Pazonzi e compagnia cantante hanno ribadito la convocazione dell’assemblea ordinaria (per l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2008 e per la nomina del nuovo organo amministrativo) e straordinaria (per l’azzeramento deficit patrimoniale e la ricostituzione capitale sociale) nello studio del notaio Erminia Amicarelli di Pescara. Il tutto nei giorni 15 e 16 dicembre. Ci sono 3.200.000 euro di deficit da ripianare. Il 18 dicembre, invece, in tribunale ci saranno le udienze per le prime istanze di fallimento presentate dai creditori. Se fallimento sarà, le conseguenze saranno pesanti per chi ne resterà coinvolto. Come stanno messi Gerardo e Francesco Soglia? Gli imprenditori. Sembra di capire che l’industriale Peppe De Cecco, molto attivo nelle ultime settimane attorno al moribondo Pescara, non sia intenzionato a rilevare da solo la società dopo l’eventuale fallimento. Il summit tenuto lunedì sera in un ristorante è un invito a pensarlo. Si è appurato che tra i presenti c’erano gli imprenditori Sbaraglia, Sciarra, Edmondo, Saquella, Sebastiani e Pellegrini, il manager Garzelli, i politici Fusilli e D’Angelo. Sono stati sensibilizzati anche Marinelli e la Caldora. “Pescara siamo noi”. La crisi societaria non ha lasciato impassibili i tanti tifosi biancazzurri, che lunedì pomeriggio, nella sede del club Rangers, hanno deciso di dare vita a una lodevole iniziativa. Oggi, in una conferenza stampa nello stabilimento balneare la Croce del Sud, viene presentata l’associazione “Pescara siamo noi”. Tale associazione di promozione sociale darà vita a una serie di iniziative mirate a reperire fondi da destinare ai tesserati del club di via Pertini, che da troppo tempo non percepiscono il becco di un quattrino. Molto probabilmente, verrà aperto un conto corrente bancario dove tutti gli sportivi, tifosi e appassionati potranno versare il proprio sostegno economico utile per cercare di dare una mano ai biancazzurri. La neonata associazione ha reso noto che le due vecchie glorie del Pescara, Vincenzo Zucchini e Giacomo Dicara, saranno testimonial dell’iniziativa.

AREZZO - La vera partita del Pescara inizia dopo il 90°, l'avversario non è l'Arezzo bensì la stessa società abruzzese. Portavoce dei problemi biancazzurri è l'allenatore Galderisi : « In tanti anni di calcio non mi era mai capitato di vivere una situazione del genere, tragica e paradossale. Non ce la facciamo più ad andare avanti. Nessuno sa come affrontare i prossimi giorni e della società non c'è notizia. Ho scritto lettere, telefonato a dirigenti o presunti tali, ma nessuno si è degnato di rispondermi. Do*mani con i giocatori ci troveremo per mettere in atto una nuova protesta ». Galderisi spiega: « Ho parlato nei giorni scorsi con il gestore dell'albergo che ospita molti giocatori. Mi ha confermato, con dolore, che martedì metterà alla porta tutti i ragazzi perché lui non può più andare avanti, la società gli deve troppi soldi. E poi c'è il problema del settore giovanile. La prossima settimana nessuna formazione del Pescara, anche i Pulcini, potrà scendere in campo perché non ci sono nemmeno i mezzi con cui portare i bambini al campo ». I dipendenti del Pescara hanno annunciato che attueranno uno sciopero per due ore tutte le mattine fino a quando « non ci sarà la necessaria trasparenza e chiarezza ». Il tecnico biancazzurro conclude: « Troppe promesse mai mantenute. I nostri dirigenti, o presunti tali, non hanno avuto nemmeno il coraggio di passare a salutare la squadra prima che partisse per lo stadio, si sono presentati all'albergo per pagare il conto solo dopo la nostra partenza. Come posso credere che qualcosa cambierà nei prossimi giorni? ». LA SOCIETA’ - Valentino Rizzuto, esponente della Eurocat, società svizzera proprietaria del Pescara, ha affermato: « Ci sono due trattative in corso con gruppi diversi di imprenditori della zona. Una non la sto curando io, ma una persona che mi ha chiesto per il momento di non essere citata. Per l'altra sono stato chiamato, quindi sarò a Roma martedì per parlare con loro. Dovrebbe trattarsi di imprenditori che hanno dei centri commerciali nella zona di Pescara». Corrieredellosport 2008-2009 E' ancora Serie C. La differenza è che da questa stagione si chiama 1a Divisione. La squadra, che milita nella prima divisione della Lega Pro, viene affidata a Giuseppe Galderisi; paradossalmente le vicende calcistiche assumono subito un ruolo secondario, in quanto tale stagione entrerà nella storia del calcio pescarese soprattutto per le vicessitudini extrasportive e societarie. Il campionato sembra già nascere sotto una “cattiva stella” in quanto, a causa dei lavori per i Giochi del Mediterraneo, lo Stadio Adriatico è indisponibile ed i tifosi devono seguire la squadra in trasferta anche nelle partite casalinghe. Nel settembre 2008 la Pescara Calcio è già soffocata dai debiti e il Gruppo Soglia “abbandona la società suo destino”. Formalmente il 06 ottobre 2008 il Presidente Gerardo Soglia cede la totalità delle azioni della Pescara Calcio alla società CIT World Travel Group s.r.l., impresa che, inizialmente appartenente agli stessi Soglia, cede a sua volta il 100% delle quote alla società anonima svizzera Eurocat s.a.. Il deus ex machina dell'operazione di cessione è Valentino Rizzuto (imprenditore umbro già conosciuto nel mondo del calcio in quanto tentò di lucrare sul fallimento della Fiorentina, registrando il marchio AC Fiorentina ACF e cercando di venderlo al sig. Della Valle, nuovo proprietario della Fiorentina post fallimento della stessa). Tramite la doppia partecipazione totalitaria, viene quindi “schermata” la reale proprietà della Pescara Calcio S.p.A., che precipita nel caos e nell’insolvenza finanziaria. Mentre la squadra, nonostante gli stipendi impagati da molti mesi ed i disagi di ogni genere, si comporta degnamente in campo, la situazione societaria si evolve in modo esponenziale; nel novembre 2008 i creditori depositano varie istanze di fallimento e tutti i membri del consiglio di amministrazione nominati dalla proprietà anonima della Eurocat si dimettono. Nel dicembre 2008 mentre “la nave affonda ed i topi fuggono” solo i tifosi si stringono con commovente calore attorno alla squadra biancazzurra formando l’associazione “Pescara siamo Noi”, associazione che grazie ai contributi degli stessi tifosi paga trasferte, lavanderia, alberghi, pullman … e consente alla squadra di scendere in campo. L’obbiettivo della cronaca passa dai campi di calcio al Tribunale, i giudici fissano al 18 dicembre l’udienza prefallimentare e il giorno successivo, dopo 72 anni di storia, dichiarano fallita la gloriosa Pescara Calcio S.p.A.. Curatore fallimentare viene nominato il dott. Saverio Mancinelli, che assume la gestione dell’impresa. La scelta del commercialista pescarese non è casuale, in considerazione degli incarichi, delle pubblicazioni di testi universitari, delle docenze e dei convegni da questi svolti a livello nazionale nel settore del diritto fallimentare. Lo stesso Curatore si rivela abile traghettatore in tempi che nel settore giudiziari o sono da guinness dei primati; queste le date storiche: 19/12/2008 – dichiarazione di fallimento; 07/01/2009 - il dott. Mancinelli fissa la data dell’asta per la cessione dell’azienda “inventando una vendita extraprogrammatica con regolamento di liquidazione”, che riscuote il placet giuridico del Tribunale Fallimentare ed il gradimento della Federazione Italiana Giuoco Calcio; 20/01/2009 - asta pubblica in Tribunale dove, alla presenza di oltre 500 tifosi, la fallita Pescara Calcio S.p.A. viene provvisoriamente aggiudicata dal Curatore fallimentare alla Delfino Pescara 1936 s.r.l., società formata da undici imprenditori pescaresi, tra cui la presidentessa Deborah Caldora (figlia del noto Armando, Presidente nella prima promozione in serie A) e gli amministratori Peppe De Cecco, Daniele Sebastiani e Maurizio Edmondo; 02/02/2009 - atto notarile di cessione dell’azienda dalla curatela fallimentare alla Delfino Pescara; 12/3/2009 – assegnazione da parte della F.I.G.C. del titolo sportivo della Pescara Calcio S.p.A. alla Delfino Pescara 1936 s.r.l., che assume lo stesso numero di matricola federale ed eredita l’anzianità e tutta la storia calcistica della fallita Pescara Calcio. I tifosi biancazzurri dopo le profonde amarezze, illusioni e delusioni a livello societario degli ultimi anni impazziscono di gioia per la nuova proprietà formata da imprenditori locali perché finalmente … “oggi abbiamo vinto noi, ve lo diciamo da mesi, il Pescara ai pescaresi”. Tuttavia, come in un thriller che si rispetti, gli incubi non sono finiti e le vicissitudini si spostano nuovamente sui campi di calcio, ove i giocatori, certamente provati dagli accadimenti societari, accusano un crollo soprattutto psicologico. Nel marzo 2009 il tecnico Galderisi viene sostituito da Antonello Cuccureddu; la squadra è ormai sfaldata, ma il miracolo avviene. Il 19/5/2009, nell’ultima giornata di campionato con una rocambolesca vittoria per 4 a 3 sul campo della Cavese, il Pescara si salva, evita i play out e scrive la parola fine al campionato più tribolato della sua storia. Il titolo sportivo è stato salvato, la categoria è rimasta, la nuova proprietà pescarese può far nuovamente sognare un futuro competitivo ad alti livelli, si può tornare a giocare allo Stadio Adriatico. Almeno per questa stagione per gli straordinari tifosi biancazzurri il film è a lieto fine … con l’entusiasmo dei tempi gloriosi “sugli spalti (ri)comincia l’avventura”. ( Si ringrazia il dott. Mancinelli per la preziosa collaborazione per la stesura di questo capitolo)

La cessione del Pescara sta diventando il quarto mistero di Fatima. Di sicuro, oltre allo sconcerto tra i tifosi, c´è la presa di posizione dei giocatori, che ieri hanno scioperato. La squadra, lo staff tecnico con Beppe Galderisi e quello medico sono andati in sede da domenico De Luca, pare nuovo dirigente, e Ilvano Ercoli, nuovo segretario generale, che hanno chiesto di pazientare ancora 24 - massimo 48 - ore, ma loro, stufi delle promesse (nessuno stipendio finora è stato pagato), hanno incrociato le braccia. Ma cosa sta succedendo? E´ una storia complicata, con tanti scaricabarile.

I Soglia - Il 7 ottobre 2007 il Pescara è stato rilevato dai fratelli Gerardo e Francesco Soglia, imprenditori salernitani nel settore alberghiero, che hanno versato 1,8 milioni per ricapitalizzare: ancora un giorno e la società, dopo la gestione dell´italo- americano Pincione, sarebbe finita in tribunale. Gerardo Soglia, oggi deputato, spiega direttamente dal Parlamento: «Abbiamo trasferito dalla nostra holding le quote del Pescara alla Cit World Travel Group, un´altra nostra società: una normale operazione fiscale. Da qui le quote saranno girate alla Eurocat, una società svizzera. Non so a chi faccia capo: io conosco solo Valentino Rizzuto, che ha gestito l´operazione. La cessione è a titolo gratuito: i nuovi padroni si accollano la rateizzazione dei debiti dal 2002 al 2007 con l ´Erario (circa 5 milioni, ndr) e le spese di questi primi mesi (quasi un milione, ndr). Noi con il calcio abbiamo chiuso: mi hanno trattato male, eppure ho speso 3 milioni e mezzo. I giocatori scioperano? Vivono in un mondo loro, io sono qui che discuto i problemi dell´Italia e loro non si rendono conto del mondo che li circonda, sono dei viziati che vogliono un sacco di soldi per tirare quattro calci a un pallone».

Le smentite - A Pescara è certo che il nuovo presidente sarà Graziano Cesari, ex arbitro ora opinionista televisivo, che però frena: «Sono stato interpellato un mese fa, poi non ho più saputo nulla. Se fossi presidente del Pescara, sarei lì a parlare con i giocatori, perché io ho un grosso senso di responsabilità, invece sono a Genova». Rizzuto, perugino, ha fatto assumere Ercoli (storico segretario del Perugia) e contattato Matrecano come allenatore; nelle scorse settimane ha cercato di coinvolgere diverse persone nel progetto (per esempio Alessandro Gaucci), adesso giura: «Chi sta prendendo il Pescara non mi ha dato nessun incarico, sono stato escluso dal cda. L ´Eurocat? Non so cosa sia». L´Eurocat SA, sul registro delle imprese svizzere, è una società finanziaria e di intermediazione commerciale e immobiliare, con sede a Bellinzona presso l ´avvocato Luca Zorzi (ex presidente del Bellinzona), con capitale di 100.000 franchi svizzeri e con il turco Mehmet Gucbilmez Kaya come amministratore unico. Per conto della Cit World Travel Group, invece, sarebbe l´avvocato Massafra di Roma a gestire l´operazione, ma anche lui nega: «Non posso dire nulla. Rizzuto? Cesari? L´Eurocat? Non so nulla. Arriverà un comunicato ». Lo aspettiamo, per svelare il mistero di Fatima. E se fosse solo un segreto di Pulcinella?