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PIANO AMBIENTALE del PARCO NATURALE DI PONTONCELLO area naturale protetta di interesse locale (L.r. 40/1984, art. 36 - PTRC 1992 vigente) RAPPORTO AMBIENTALE

(ai sensi del D.Lgs. 4/2008 – Testo Unico Ambientale)

Autorità procedenti: Autorità competente Comune di S. Giovanni Lupatoto Commissione Regionale V.A.S. Comune di S. Martino Buon Albergo Comune di

TECNICI REDATTORI

Marco Pietrobon (ing. ambiente e Francesco Vesentini (dott. forestale) territorio)

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1. INTRODUZIONE...... 4

1.1. PREMESSA...... 4 1.2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 6 1.3. ITER PROCEDURALE E RUOLO DELLA VAS...... 7 1.4. ESITO DELLA CONSULTAZIONE CON LE AUTORITÀ AMBIENTALI ...... 12

2. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE ...... 14

2.1. CONTENUTI E OBIETTIVI DEL PIANO AMBIENTALE ...... 14 2.2. RAPPORTO DEL PIANO AMBIENTALE CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI ...... 15

3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE...... 19

3.1. FONTI CONSULTATE ...... 19 3.2. STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE ...... 19 3.2.1 Aria...... 19 3.2.2 Clima...... 23 3.2.3 Acqua...... 33 3.2.3.1 Acque superficiali ...... 33 3.2.4 Suolo e sottosuolo ...... 40 3.2.4.1 Inquadramento litologico, geomorfologico e geopedologico...... 40 3.2.4.2 Uso del suolo...... 44 3.2.4.3 Cave attive e dismesse...... 45 3.2.4.4 Discariche ...... 45 3.2.4.5 Elementi geologico-ambientali significativi ...... 45 3.2.4.6 Fattori di rischio idrogeologico e geologico...... 46 3.2.5 Agenti fisici ...... 48 3.2.5.1 Radiazioni ionizzanti e non ...... 48 3.2.5.2 Rumore ...... 50 3.2.5.3 Inquinamento luminoso...... 52 3.2.6 Biodiversità, flora e fauna...... 54 3.2.6.1 Aree protette ...... 54 3.2.6.2 Aree a tutela speciale...... 54 3.2.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico...... 65 3.2.8 Popolazione...... 66 3.2.8.1 Caratteristiche demografiche e anagrafiche...... 66 3.2.8.2 Istruzione ...... 68 3.2.8.3 Situazione occupazionale ...... 69 3.2.8.4 Salute e sanità...... 69 3.2.9 Sistema socio-economico ...... 70 3.2.9.1 Sistema insediativo ...... 70 3.2.9.2 Viabilità...... 70 3.2.9.3 Servizi ...... 71 3.2.9.4 Attività industriali e commerciali ...... 72 3.2.9.5 Rifiuti ...... 73 3.2.9.6 Energia...... 74 2 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

3.2.9.7 Turismo ...... 74 3.3. EVOLUZIONE PROBABILE SENZA L’ATTUAZIONE DEL PIANO ...... 74

4. QUESTIONI AMBIENTALI PERTINENTI AL PIANO AMBIENTALE...... 76

5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DEL PIANO AMBIENTALE...... 76

6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DEL PIANO AMBIENTALE...... 77

6.1. ARIA ...... 77 6.2. CLIMA ...... 77 6.3. ACQUA...... 77 6.4. SUOLO E SOTTOSUOLO ...... 78 6.5. AGENTI FISICI...... 78 6.6. BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA ...... 78 6.7. PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO ...... 78 6.8. POPOLAZIONE...... 78 6.9. SISTEMA SOCIO-ECONOMICO ...... 79 6.10. MATRICE RIASSUNTIVA DEGLI IMPATTI ...... 80

7. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI IMPATTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO O DEL PROGRAMMA ...... 81

8. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA ...... 81

9. MONITORAGGIO...... 82

9.1. SCELTA DEGLI INDICATORI ...... 82 9.2. PROGRAMMA DI MONITORAGGIO ...... 83

10. SINTESI NON TECNICA ...... 84

10.1. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE...... 84 10.2. COERENZA ESTERNA DEL PIANO AMBIENTALE ...... 84 10.3. COERENZA DEL PIANO AMBIENTALE CON OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ...... 85 10.4. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE...... 85 10.5. IMPATTI SIGNIFICATIVI E RELATIVE MISURE PREVISTE...... 86 10.6. MONITORAGGIO ...... 86 10.7. CONCLUSIONI...... 86

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1. INTRODUZIONE 1.1. Premessa

I Comuni di , San Martino Buon Albergo e Zevio hanno di recente sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la costituzione del Parco naturale di Pontoncello con la finalità di adottare tutti i provvedimenti utili alla istituzione del parco in un’area protetta lungo la fascia fluviale dell’Adige ricadente nei tre comuni. A seguito del Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 12 marzo 2009 i singoli Comuni hanno istituito nel proprio territorio per l’ambito di competenza il “Parco naturale di Pontoncello” ai sensi dell’art. 27 L.R. 40/1984 ed in sintonia con quanto normato dal P.T.R.C. che nella tavola 2 individua l’Ambito fluviale del Fiume Adige fra gli “ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici di livello regionale” ai sensi dell’art. 36 delle Norme di Attuazione. I Comuni hanno quindi adottato le varianti ai rispettivi strumenti urbanistici generali vigenti con i seguenti provvedimenti: Comune di S.Giovanni Lupatoto: Deliberazione Consiglio Comunale n°13 del 26.03.2009 - Delimitazione e istituzione “Parco naturale di Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n°27 del 14.05.200 9 – Adozione Variante Parziale al PRG n°40 per individuazione “Parco naturale di Pontoncello” Comune di S. Martino Buon Albergo: Deliberazione Consiglio Comunale n°29 del 12.05.2009 – Delimitazione e istituzione “Parco naturale di Pontoncello”ed adozione Variante Parziale al PRG n°55 per individuazione “P arco naturale di Pontoncello”; Comune di Zevio: Deliberazione Consiglio Comunale n°57 del 19.05.2009 – Istituzione “Parco naturale di Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n°58 del 19.05.2009 - Adozione Variante Parziale al PRG n°38 per individuazione “Parco naturale di Pontoncello”. Piano di Assetto Territoriale del Comune di S. Giovanni L. Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade: all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’Adige” nel quale costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali; nell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali di interesse comunale”. Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema ambientale “A” (art. 41) con caratteri dominanti del sistema paesaggistico-ambientale, nel sottosistema “A1”- Ambito del fiume Adige e, nello specifico, nell’ATO A.1.1 – “Parco dell’Adige” (art. 42).

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Piano di Assetto Territoriale del Comune di S. Martino B.A. Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nell’”Ambito di golena del Fiume Adige” (art. 10 NTA), nel quale è prevista una particolare “tutela dei valori ambientali risulta finalizzata alla più generale conservazione degli elementi costitutivi del paesaggio naturale originario”, esattamente come previsto nel P.A.. Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno dell’ATO A.2.2 (art. 28.2.2 NTA) e in particolare nell’”ambito del Parco di Pontoncello”. Piano di Assetto Territoriale del Comune di Zevio Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nelle invarianti individuate come da PTRC (art. 2.4.4 NTA). Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema dei “Valori e tutele naturali” e nello specifico nell’ambito del “Parco di Pontoncello” (art. 3.2.10 NTA). La superficie complessiva interessata dall’istituzione del Parco naturale di Pontoncello è di circa 53,2 ha. Rispettivamente di 21,4 ettari per il comune di San Martino Buon Albergo, 18,4 ettari per il comune di San Giovanni Lupatoto, 13,4 ettari per il comune di Zevio. In seguito, ai sensi dell’art 27 L.R. 40/1984 e s.m.i. e con i contenuti dell’ art. 9 della medesima legge, i Comuni hanno predisposto il Piano Ambientale, oggetto della valutazione del presente rapporto. L’adozione del Piano Ambientale del “Parco naturale di Pontoncello” comporta l’attivazione delle “Misure temporanee di salvaguardia” ai sensi dell’art. 6 L.R. 16 agosto 1984, n. 40 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" e successive modificazioni. L’area del Parco naturale di Pontoncello ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042. Il Parco naturale di Pontoncello è stato istituito per conservare e valorizzare l’ambiente e gli habitat già individuati nel tratto interessato del Sito di Importanza Comunitaria e per favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici che il parco stesso potrà offrire a livello locale e provinciale. L’istituzione del Parco naturale di Pontoncello è vista dalle Amministrazioni come l’inizio di un percorso condiviso e come primo passo verso una possibile istituzione di un parco fluviale lungo l’intera asta dell’Adige attraverso il coinvolgimento di altre Amministrazioni Comunali interessate.

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1.2. Inquadramento territoriale

L’area interessata dal Parco Naturale di Pontoncello si colloca in un’ansa del Fiume Adige al confine fra i tre Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio, appena a valle dello sbarramento di Pontoncello (diga ENEL). In destra orografica da ovest verso est il Parco interessa prima il territorio del Comune di S. Giovanni L. e quindi il Comune di Zevio in località Pontoncello; sulla sinistra orografica, ovvero a nord dell’ansa dell’Adige, il Parco rientra nel territorio di San Martino B.A..

Dati generali dei Comuni San Giovanni Lupatoto • coordinate: 45°23′0″N 11°2′0″E; • altitudine: 42 m s.l.m.; • superficie: 18,94 km2; • n.ro abitanti: 24.171 (al 01-12-2010); • densità: 1276,2 ab./km²; • frazioni: Camacici, Pozzo, Radon; • comuni confinanti: , , San Martino B. A., Verona, Zevio San Martino Buon Albergo • coordinate: 45°25′0″N 11°6′0″E; • altitudine: 45 m s.l.m.; 6 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

• superficie: 35,3 km2; • n.ro abitanti: 14.257 (al 01-12-2010); • densità: 403,9 ab./km²; • frazioni: Casette, Marcellise, Mambrotta, Case Nuove, Ferrazze; • comuni confinanti: , , Mezzane di S., S. Giovanni L., Verona, Zevio Zevio • coordinate: 45°22′22″N 11°7′49″E; • altitudine: 32 m s.l.m.; • superficie: 55.02 km2; • n.ro abitanti: 14.253 (al 01-12-2010); • densità: 247 ab./km²; • frazioni: Bosco, Campagnola, Perzacco, Santa Maria, Volon; • comuni confinanti: , Caldiero, Oppeano, Palù, Ronco all'Adige, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo

1.3. Iter procedurale e ruolo della VAS

La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 “Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente” definisce la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come necessario strumento per l'integrazione di considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione di piani e programmi ai fini di garantire la sostenibilità delle scelte di pianificazione e programmazione; la VAS non si applica alle politiche, benché le politiche espresse nei piani vengano valutate e la procedura possa essere applicata alle politiche. Con l’emanazione del Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 n. 4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale” si ha per lo Stato italiano il formale recepimento della Direttiva 2001/42/CE; a seguito della sua entrata in vigore il 13 febbraio 2008 ed entro 12 mesi le regioni hanno dovuto adeguarsi il proprio ordinamento. L’autorità competente per i piani e i programmi la cui approvazione spetta ad organi statali è il Ministero dell’Ambiente; per piani e programmi la cui approvazione non spetta ad organi statali, sono le Regioni o l’Amministrazione da esse individuata. La Regione del ha provveduto all’individuazione dell’autorità competente, cui spetta l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità nonché l’elaborazione

7 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA del parere motivato di cui rispettivamente agli articoli 12 e 15 del Codice Ambiente, con l’art. 14 della Legge Regionale n. 4/2008, entrata in vigore il 2 luglio 2008, identificandola nella Commissione Regionale VAS, nominata con DGR n. 3262/2006. La DGR 791/2009, “Adeguamento delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica a seguito della modifica alla Parte Seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cd. "Codice Ambiente", apportata dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4. Indicazioni metodologiche e procedurali”, sostituisce le precedenti e stabilisce le procedure di valutazione per piani o programmi di competenza regionale, per piani o programmi di competenza di altre Amministrazioni la cui approvazione compete alla Regione, per piani di assetto territoriale, comunale o intercomunale, redatti in copianificazione, per piani o programmi di competenza di altre Amministrazioni, per piani o programmi la cui iniziativa spetta alla Regione mentre l’approvazione compete ad altra Amministrazione, per programmi transfrontalieri europei e per la verifica di assoggettabilità a VAS. In riferimento alla citata DGR 791/2009 il Piano Ambientale del Parco di Pontoncello segue la procedura individuata nell’Allegato C della medesima delibera, in quanto piano di competenza di amministrazioni locali che esplica i propri effetti entro il territorio regionale: FASE 1: elaborazione del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare. Il proponente o l’autorità procedente elabora: • un Documento Preliminare che contiene gli obiettivi generali che s’intendono perseguire con il piano o programma e le scelte strategiche pertinenti al piano o programma stesso, nonché altri specifici contenuti previsti da eventuali leggi di riferimento quale, in particolare, la Legge Regionale 11/2004 nel caso dei piani territoriali; • un Rapporto Ambientale Preliminare (già chiamato “relazione ambientale” nelle precedenti disposizioni amministrative) sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano o programma redatto sulla base dei contenuti del documento preliminare. FASE 2: consultazione con i soggetti competenti in materia ambientale e la Commissione VAS Il proponente o l’autorità procedente, al fine di definire i contenuti del rapporto ambientale ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto stesso, avvia una consultazione con l’autorità competente, cioè la Commissione Regionale VAS e con i soggetti competenti in materia ambientale che possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del piano o

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programma, quali, a titolo esemplificativo, Enti Parco, Autorità di Bacino, Soprintendenze, Province, Comuni, ARPAV, ecc. La Commissione regionale VAS, tenuto conto dei pareri delle autorità ambientali consultate, si esprime sulla portata e sul livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. Tale fase procedurale deve espletarsi nel termine massimo di novanta giorni dalla data di avvio delle consultazioni. FASE 3: elaborazione della proposta di piano o programma e della proposta di rapporto ambientale: Conclusa la fase della consultazione ed effettuata la concertazione, ove prevista dalle specifiche leggi di settore, il proponente o l’autorità procedente: • redige la proposta di piano o programma; • redige la proposta di rapporto ambientale, che costituisce parte integrante del piano o del programma, sulla base delle indicazioni contenute all’art. 13 comma 4 Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e secondo i criteri dell’allegato VI del citato decreto; • redige la Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale. Successivamente, la struttura avvia la procedura necessaria per le finalità di conservazione proprie della Valutazione di incidenza (VINCA) ed acquisisce gli eventuali pareri tecnici previsti dalla normativa di settore. FASE 4: adozione Il proponente o l’autorità procedente predispone l’atto amministrativo per l'adozione da parte del proponente o dell’autorità procedente del piano, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica. Da questo momento scatta l’osservanza delle eventuali misure di salvaguardia. FASE 5: consultazione e partecipazione Successivamente, il proponente o l’autorità procedente: • provvede a porre in essere tutte le attività di consultazione sulla proposta di piano o programma e sulla proposta di rapporto ambientale previste dagli artt. 13 e 14 del D.Lgs. 152/2006 e dalle eventuali specifiche leggi di settore. In attuazione di quanto previsto dall’art. 14, comma 4, circa il coordinamento delle procedure di deposito, pubblicità e partecipazione disposte dalle vigenti disposizioni di settore per specifici piani e programmi con quelle previste dal

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procedimento di valutazione ambientale strategica, ove i termini siano diversi, si applica il termine più lungo; • provvede al deposito della proposta di piano, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica presso gli uffici dell’autorità competente, e presso gli uffici delle Province il cui territorio risulti anche soltanto parzialmente interessato dal piano o programma o dagli impatti derivanti dalla sua attuazione, dando di ciò avviso mediante pubblicazione in almeno due quotidiani a diffusione locale; • qualora il piano o programma possa produrre effetti che interessino il territorio di Stati Membri, Regioni e Province confinanti, il proponente e/o l'autorità procedente provvede a dar loro informazione trasmettendo copia di tutta la documentazione sopra citata per il deposito presso i loro uffici, e acquisisce i pareri delle autorità competenti di tali regioni, degli enti locali territoriali interessati dagli impatti (art. 30 D.Lgs. 152/2006) nonché degli stati membri (art. 32 D.Lgs. 152/2006); • provvede alla pubblicazione di un avviso dell’avvenuto deposito della proposta del piano, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, sul BUR e sul proprio portale web al fine di mettere il tutto a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale, già coinvolti nella fase di consultazione preliminare, e del pubblico. L’avviso deve contenere: 1. il titolo della proposta di Piano o Programma; 2. l’indicazione del proponente e dell’autorità procedente; 3. l’indicazione delle sedi ove può essere presa visione della proposta di Piano o Programma, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica; 4. l’indicazione della denominazione ed indirizzo della autorità procedente presso la quale dovranno essere fatte pervenire le osservazioni ed i contributi conoscitivi e valutativi del caso. Entro il termine di sessanta giorni (ovvero entro il termine superiore se previsto dalla legge di settore) chiunque può prendere visione della proposta di piano o programma, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica depositati e presentare al proponente o all’autorità procedente le proprie osservazioni anche fornendo nuovi o ulteriori contributi conoscitivi e valutativi. Il proponente o l’autorità procedente trasmette, in concomitanza con la pubblicazione dell’avviso, alla Commissione Regionale VAS, su supporto cartaceo e informatico, la proposta di piano o di programma, comprendente il rapporto

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ambientale e la sintesi non tecnica dello stesso, per consentire l’avvio dell’esame istruttorio ai fini della espressione del parere motivato. FASE 6: parere motivato Conclusa la fase di deposito e di raccolta delle osservazioni, il proponente o l’autorità procedente provvede a svolgere tutte le attività tecnico-istruttorie sulle osservazioni, obiezioni, suggerimenti pervenuti dal pubblico e dagli altri soggetti interessati, in collaborazione con la Struttura regionale di supporto alla Commissione Regionale VAS, per quelle aventi carattere ambientale. La Commissione regionale VAS si esprime anche sull’eventuale VIncA avvalendosi del supporto tecnico-istruttorio del Servizio Reti ecologiche e biodiversità della Direzione regionale Pianificazione Territoriale e Parchi1 per quanto concerne la documentazione prodotta nell’ambito della valutazione di incidenza. Entro il termine di 90 giorni a decorrere dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni la Commissione Regionale VAS esprime il proprio parere motivato. In seguito al parere espresso dalla Commissione Regionale VAS, il proponente o l’autorità procedente: • provvede in collaborazione con la Commissione Regionale VAS (art. 15 comma 2 D.Lgs. 152/2006) alla revisione, ove necessario, del piano o programma in conformità al parere motivato espresso dalla Commissione stessa prima della presentazione del piano o programma per l'approvazione; • redige la dichiarazione di sintesi; • trasmette il piano o programma eventualmente rielaborato a seguito delle osservazioni alla struttura regionale competente per l’acquisizione del parere tecnico e per la successiva fase di approvazione entro i termini e con le modalità della normativa di settore. FASE 7: approvazione Esaminati gli atti trasmessi, l’organo competente per l’approvazione provvede: 1. alla approvazione del piano o programma ai sensi della specifica legge di settore; 2. alla approvazione del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica; 3. alla pubblicazione nel BUR dell'atto di approvazione del piano o programma;

1 come da organigramma delle strutture regionali alla data di approvazione della DGR 11 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

4. all’indicazione della sede presso cui può essere presa visione del piano o programma approvato e di tutta la documentazione oggetto di istruttoria (art. 17 D.Lgs. 152/2006). Il proponente o l’autorità procedente provvede alla pubblicazione sul proprio sito web del piano o programma, del parere motivato espresso dall’autorità competente, della dichiarazione di sintesi e delle misure adottate per il monitoraggio ambientale.

Il processo di Valutazione Ambientale e Strategica per il Piano Ambientale del Parco di Pontoncello è stata propriamente efficace nella fase di consultazione con le autorità ambientali, così come individuate nel Rapporto Preliminare Ambientale, in quanto nel corso della elaborazione finale dello strumento stesso i singoli pareri hanno proposto utili apporti e approfondimenti.

1.4. Esito della consultazione con le autorità ambientali

Si riportano qui di seguito l’elenco delle autorità ambientali consultate: - Autorità di Bacino del Fiume Adige; - Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Fissero – Tartaro - Canalbianco; - Corpo Forestale dello Stato Coordinamento Regionale Veneto; - Segreterie Regionali: Ambiente e Territorio, Settore Primario; - Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Vicenza e Rovigo; - Provincia di Verona; - Consorzio per lo sviluppo del Basso Veronese; - Consorzio di bonifica Veronese; - Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta; - ARPAV Dipartimento provinciale di Verona; - Genio Civile di Verona; - Comuni di: Belfiore, Buttapietra, Caldiero, Lavagno, , Oppeano, Palù, Ronco all'Adige, Verona; - Azienda ULSS n. 20; - Azienda ULSS n. 21. A seguito della consultazione risulta opportuno in particolare: - integrare il Piano Ambientale del Parco di Pontoncello secondo quando indicato dalle linee guida presenti nello “Studio per il recupero naturalistico e

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morfologico del fiume Adige (Tratto pontoncello – Tombazosana)” dell’Autorità di Bacino del Fiume Adige; - tenere in considerazione nelle analisi della componente acqua un’area che comprenda anche la parte di bacino idrografico a monte della città di Verona; - esaminare le criticità relative alla presenza della diga ENEL di Pontoncello; - esaminare le criticità relative alla funzione idraulica del corso d’acqua in ogni possibile situazione di portata; - esaminare le criticità relative alla gestione degli interventi di gestione ordinari e straordinari.

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2. CARATTERISTICHE DEL PIANO AMBIENTALE 2.1. Contenuti e obiettivi del piano ambientale

Il Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello è stato redatto ai sensi della L.R. 40/1984, art. 27 - Parchi e riserve di interesse locale e, quindi, secondo quanto indicato dell’art. 9 della legge stessa, prevede i seguenti contenuti principali: 1. l’articolazione della zona in aree diverse, secondo la classificazione prevista dall’art. 11 e seguenti; 2. gli interventi conservativi, riqualificativi, di recupero e di miglioramento da operarsi a cura dell’ente gestore; 3. le aree che, dovendo accogliere attrezzature o infrastrutture per una utilizzazione collettiva dei beni, devono essere espropriate, e i relativi termini temporali; 4. i vincoli e le limitazioni che afferiscono alle diverse aree comprese nel parco o nella riserva, nonché la regolamentazione delle attività consentite, con particolare riguardo a quelle edilizie, alle opere di urbanizzazione, all’impianto delle restanti infrastrutture e attrezzature alla circolazione e navigazione a motore; 5. i tempi e le modalità di cessazione delle attività antropiche incompatibili con la destinazione della zona a parco o a riserva; 6. i modi e le forme di utilizzazione sociale dei beni costituenti il parco o la riserva e le norme principali per la loro regolazione; 7. le attività produttive silvo-pastorali e agricole compatibili. Il piano ambientale è costituito da: 1. una relazione illustrativa degli obiettivi da conseguirsi e dei criteri da adottare nell’attuazione del piano; 2. una o più rappresentazioni grafiche, in scala non inferiore a 1: 10.000 atte a determinare la suddivisione della zona in aree distinte, nonchè l’assetto urbanistico, agricolo, forestale della zona; 3. le norme di attuazione contenenti la specificazione dei vincoli e delle limitazioni di cui alla lettera d), nonchè la regolamentazione delle attività consentite e l’utilizzazione sociale dei beni ambientali; 4. un programma finanziario di massima Gli obiettivi e le azioni del Piano ambientale sono:

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1. zonizzazione del Parco Naturale; 2. tutela e valorizzazione del patrimonio botanico; 3. tutela e valorizzazione della fauna; 4. tutela e valorizzazione delle risorse culturali e storiche; 5. mantenimento e stabilizzazione dell’equilibrio idrico e idrogeologico; 6. promozione di agricoltura ecocompatibile; 7. accessibilità e fruizione compatibili; 8. riduzione degli elementi detrattori esistenti.

2.2. Rapporto del piano ambientale con altri piani o programmi

Il Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello è assimilato a un piano attuativo di iniziativa pubblica, ai sensi della L.R. 40/1984 e, quindi, può essere considerato la specificazione dello strumento di pianificazione urbanistica. Conseguentemente, il Piano Ambientale recepisce le indicazioni di ogni pianificazione sovraordinata e dettaglia le indicazioni delle pianificazioni urbanistiche con efficacia circoscritta al proprio perimetro. L’area di interesse si trova, come precedentemente descritto, in un tratto del corso del Fiume Adige, e, quindi, in particolare: • ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042; • è collocata in un ambito di competenza dell’Autorità di bacino nazionale del Fiume Adige. Inoltre, sul territorio del Parco Naturale di Pontoncello hanno competenza: strumenti di pianificazione regionale (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, Piani di Area Quadrante Europa e Valli Grandi Veronesi); strumento di pianificazione provinciale (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale); strumenti di pianificazione urbanistica (Piani di assetto territoriale dei Comuni interessati). Rete Natura 2000 Il Piano ambientale è stato redatto ai sensi della L.R. 40/1984 che prevede all’art. 1 – (Finalità) la “tutela dell’ambiente naturale e al fine di assicurare la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone di particolare interesse paesaggistico, naturalistico ed ecologico”.

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Ai fini della zonizzazione del Parco sono state eseguite delle analisi relativamente agli aspetti faunistici e botanici dell’area, ponendo anche particolare attenzione alle tipologie di habitat presenti. Inoltre, nella redazione della norme del Piano sono stati tenuti in considerazione gli aspetti relativi alla Rete Natura 2000, in quanto fanno riferimento a normative di rango europeo, e quindi sovraordinate, ma soprattutto in quanto concreti e utili riferimenti conoscitivi. Lo stesso Piano Ambientale è stato comunque valutato secondo quanto previsto dalle vigenti normative in tema di incidenza ambientale e ne sono risultati effetti nulli o addirittura positivi su habitat, specie e habitat di specie. Piano di Gestione dei Bacini delle Alpi Orientali “Il Piano di bacino distrettuale ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione della acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato”, ai sensi del comma 1 dell’art. 65 - Valore, finalità e contenuti del piano di bacino distrettuale del Testo unico ambientale D.Lgs. 152/2006. In data 24 febbraio 2010 è stato adottato il Piano di Gestione dei Bacini delle Alpi Orientali dai Comitati Istituzionali delle Autorità di Bacino dell'Adige e dell'Alto Adriatico, tuttavia, ai snsi dell’art. 67 comma 1 del medesimo Decreto, “nelle more dell'approvazione dei piani di bacino, le Autorità di bacino adottano, ai sensi dell'articolo 65, comma 8, piani stralcio di distretto per l'assetto idrogeologico (PAI), che contengano in particolare l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico, la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia e la determinazione delle misure medesime”. Ai sensi dell’art. 10 – Linee guida di settore delle Norme di Attuazione del Piano Stralcio per la Tutela del rischio idrogeologico, con Delibera 1/2008 l’Autorità di bacino del Fiume Adige ha approvato le “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume Adige – tratto Pontoncello-Tombazosana”. Il Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello ha previsto nelle analisi preliminari un approfondimento sugli aspetti idraulici e idrogeologici dell’area di interesse e ha quindi tenuto conto anche delle citate linee guida specifiche per il tratto considerato.

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Piano Territoriale Regionale di Coordinamento L’area interessata dal Parco Naturale di Pontoncello è inserita in un ambito definito appunto come “Area protetta di iniziativa locale” in riferimento all’art. 36 – “Direttive per i parchi e le riserve di iniziativa locale” delle NTA del PTRC vigente della Regione Veneto. Il Piano ambientale del Parco recepisce, fa proprie e implementa le indicazioni di questo strumento di pianificazione territoriale sovraordinata e delle sue declinazioni a livello di piani di area. Piani di area Quadrante Europa Nell’area del Parco il Piano di area Quadrante Europa individua, mutuandolo dal PTRC, un “ambito di interesse paesistico-ambientale” (art. 61 NTA) all’interno del “Sistema dei paesaggi aperti ed urbani” e anche il “Parco dell’Adige” (art. 93). Inoltre, viene individuato, all’interno dell’Ecosistema, un “ambito prioritario per la protezione del suolo” (art. 61 NTA), le cui indicazioni sono assolutamente in linea con quanto previsto dal Piano ambientale. Piano di area delle Valli Grandi Veronesi Nell’area del Parco il Piano di area delle Valli Grandi Veronesi individua, mutuandolo dal PTRC, un “area di rilevante interesse paesistico-ambientale” (art. 13 NTA) all’interno del “Sistema dei paesaggi aperti ed urbani”. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale L’area del Parco Naturale di Pontoncello è ricompresa nell’ambito individuato per il Progetto di Valorizzazione Ambientale dell’”Asta centrale dell’Adige” (Progetto di qualificazione del corridoio biologico) previsto dal PTP della Provincia di Verona. Piano di Assetto Territoriale del Comune di S. Giovanni L. Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade: all’interno dell’“Ambito naturalistico dell’Adige” nel quale costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalistici-ambientali; nell’“Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali di interesse comunale”. Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema ambientale “A” (art. 41) con caratteri dominanti del sistema paesaggistico-ambientale, nel sottosistema “A1”- Ambito del fiume Adige e, nello specifico, nell’ATO A.1.1 – “Parco dell’Adige” (art. 42). Piano di Assetto Territoriale del Comune di S. Martino B.A. Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nell’”Ambito di golena del Fiume Adige” (art. 10 NTA), nel quale è prevista una particolare “tutela dei valori

17 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA ambientali risulta finalizzata alla più generale conservazione degli elementi costitutivi del paesaggio naturale originario”, esattamente come previsto nel P.A.. Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno dell’ATO A.2.2 (art. 28.2.2 NTA) e in particolare nell’”ambito del Parco di Pontoncello”. Piano di Assetto Territoriale del Comune di Zevio Nella Tav. 2 “Carta delle Invarianti” l’area del Parco ricade nelle invarianti individuate come da PTRC (art. 2.4.4 NTA). Nella Tav. 3 “Carte delle Trasformabilità” l’area del Parco ricade all’interno del sistema dei “Valori e tutele naturali” e nello specifico nell’ambito del “Parco di Pontoncello” (art. 3.2.10 NTA).

Per quanto fin qui esposto e analizzato il Piano ambientale risulta coerente con le pianificazioni sovraordinate.

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3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE 3.1. Fonti consultate

Il presente Rapporto Ambientale Preliminare è stato redatto previa raccolta, selezione e consultazione di documenti riguardanti piani, progetti e interventi presenti e/o previsti sull’area del Parco di Pontoncello, nonché di eventuali valutazioni e analisi ambientali esistenti relativamente al medesimo territorio. In particolare sono stati esaminati: • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento; • Piano di Area “Quadrante Europa”; • Piano di Area delle Valli Grandi Veronesi; • Relazione ambientale al Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento; • PRG vigenti dei Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio; • PAT del Comune di San Giovanni Lupatoto; • Rapporto ambientale della variante parziale al PAT del Comune di San Giovanni Lupatoto; • “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume Adige – tratto Pontoncello-Tombazosana” dell’Autorità di bacino del Fiume Adige; • Studio di impatto ambientale di un progetto di riordino idraulico; • Valutazione di incidenza ambientale di un progetto di riordino idraulico; • Studio preliminare ambientale di un progetto di forestazione; • Valutazione di incidenza ambientale di un progetto di forestazione; • “Storia di San Giovanni Lupatoto” - Giuseppe Lavorenti; • Piani di Zona delle USLL n. 20 e 21; • Sistema Statistico Regionale della Regione del Veneto; • Rapporto sullo stato dell'ambiente della Provincia di Verona - Anno 20082;

3.2. Stato attuale dell’ambiente

3.2.1 Aria Nel riportare le analisi sullo stato dell’atmosfera si evidenzia che le stazioni di rilevamento prossime alla zona del Parco di Pontoncello sono quelle di San Giovanni Lupatoto e di San Martino Buon Albergo.

2 più recente rapporto sullo stato dell’ambiente per l’area di interesse 19 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Nel Rapporto sono analizzati gli andamenti delle concentrazioni dei principali inquinanti rilevati dalla rete di controllo della qualità dell’aria in provincia di Verona nell’anno 2007. I valori di concentrazione sono confrontati con i limiti previsti dall’attuale normativa.

Biossido di zolfo: non vengono superati né i limiti per la protezione della salute umana, né quelli previsti per la protezione degli ecosistemi. Vi è generalmente una diminuzione nei valori medi giornalieri nel periodo estivo e al sabato ed alla domenica.

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Biossido di azoto: si segnala il superamento del valore limite più il margine di tolleranza, per la protezione della salute umana nelle postazioni di San Martino Buon Albergo e Villafranca. Si segnala, inoltre, il superamento del valore limite per la protezione della salute umana pari a 40 µg/m3, che entrerà definitivamente in vigore il 1 gennaio 2010 oltre che nelle precedenti postazioni, anche a , e . In tutte le postazioni, tranne quella di Boscochiesanuova, viene superato il valore limite per la protezione degli ecosistemi. Durante la settimana i valori più elevati si registrano il mercoledì, il giovedì ed il venerdì. Sono stati, inoltre, misurati 1 superamento del limite orario per la protezione della salute umana, pari a 200 µg/m3, presso le stazioni di San Martino Buon Albergo e San Bonifacio, e 2 superamenti presso la stazione di Legnago.

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Monossido di carbonio: nel corso del 2007 non sono stati registrati superamenti del valore limite per la protezione della salute umana (media massima su 8 ore), né dei valori limiti previsti dal DPCM 28/03/83. Si registra una diminuzione dei valori medi giornalieri in estate e nei giorni festivi. Ozono: in tutte le postazioni sono stati registrati numerosi superamenti del livello di attenzione (DM 25/11/94), del livello di protezione della salute (DM 16/05/96) e dei livelli previsti per la protezione degli ecosistemi (DM 16/05/96). E’ interessante notare la differenza tra il giorno tipo della stazione di Boscochiesanuova e quello di San Bonifacio, il primo presenta valori più alti e per lo più costanti per tutto il corso della giornata dovuti alla cosidetta “riserva di ozono” tipica della fascia collinare-pedemontana, mentre il secondo risente del meccanismo di produzione-rimozione con massimo nelle ore di maggior soleggiamento. Infine presso le postazioni di Legnago e San Bonifacio è evidente il cosiddetto “effetto weekend” ovvero un aumento della concentrazione di ozono il sabato e la domenica collegato alla diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto, che in assenza di una corrispondente diminuzione delle emissioni dei composti organici volatili favorisce la formazione di ozono. Benzene: le concentrazioni medie annuali misurate tramite rilevatori passivi presso le postazioni fisse risultano inferiori a 5 µg/m3, Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana. Gli obiettivi e la normativa del Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello consolida e potenzia la funzione ecologico-ambientale dell’area stessa, producendo quindi effetti positivi che contrastino l’inquinamento atmosferico come minimo nel microclima urbano.

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3.2.2 Clima Temperatura Nelle figure seguenti vengono riportate le anomalie termiche mensili dell’anno 2007, ovvero lo scostamento delle temperature minime e massime mensili dalla media di riferimento (calcolata nel periodo 1961-1990). Le temperature sono state rilevate dalla stazione meteorologica di Verona Villafranca. Per quanto riguarda le anomalie dei valori minimi da luglio a novembre sono state negative, ed il mese settembre ha visto il maggior scostamento con 2°C al di sotto della norma. Tutti gli altri mesi sono risultati sopra la norma con un valore particolarmente rilevante di +3.8°C oltre il valore di riferimento osservato nel mese di gennaio. L’anomalia a livello annuale risulta positiva anche se di poco (+0.4°C). Rilevante risultano le anomalie delle temperature massime, sia come durata, che come valore. Infatti tutti i mesi sono stati più caldi della norma, ancora il mese di aprile risulta il più significativo con una anomalia delle temperature massime di ben 5.6°C, seguito da gennaio con +3.3°C. Il bilancio annuale risulta pertanto consistente con uno scostamento dal va lore di riferimento di +2.1°C.

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Le anomalie annuali delle temperature massime risultano costantemente positive dal 1988 fino al 2007, con valori oltre i 2.5°C nell’anno 2000 e 2003 e di 2.1°C nel 2007; ricordiamo che il valore medio delle temperature massime per il periodo di riferimento (1961-1990) è di 17.5°C.

Le anomalie delle temperature minime, invece, non presentano un andamento particolare; anche se è necessario sottolineare che tranne il 2006 , gli anni che vanno dal 2002 fino al 2007 hanno visto un valore medio annuo delle minime superiore alla norma.

N.B.: le anomalie termiche delle temperature estreme (minime e massime) sono state calcolate come differenza tra le medie annuali delle temperature minime e massime rispetto ai valori normali per il periodo riferimento 1961-1990 prescritto dall’OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale). I dati sono estratti dell’archivio storico delle stazioni di Verona Villafranca, del Centro Meteo Regionale ARPAV e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, alcuni dati mancanti sono stati integrati con i dati osservati dall’Ufficio Idrografico.

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Precipitazioni Nell’anno 2007 le precipitazioni sono risultate deficitarie in 8 mesi su 12, con una anomalia massima negativa di 69.1mm registrata in aprile. Le anomalie positive dei rimanti 4 mesi non hanno compensato il deficit negativo che a livello annuale ha raggiunto il valore di ben 213.7 mm rispetto al valore medio di riferimento calcolato nel periodo 1961-1990.

L’andamento scorporato stagionale delle precipitazioni evidenzia aspetti interessanti come una diminuzione delle precipitazioni invernale, primaverile ed estiva, più marcata nelle due prime stagioni, mentre emerge un aumento delle precipitazioni autunnali; tale ultimo andamento viene confermato anche dall’analisi delle pluviometria della vicina Emilia- Romagna (Annuario Regionale dei dati ambientali 2007 ARPA-ER).

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Qui di seguito si riportano per completezza i dati climatici dettagliati relativi al periodo 2002-2005

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Ponendo come obiettivi principali il mantenimento, la tutela e il migliorameno dell’area naturalistica del Parco di Pontoncello il Piano Ambientale consolida la funzione ecologico - ambientale dell’area stessa e si possono perciò ipotizzare effetti positivi nel microclima urbano.

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3.2.3 Acqua 3.2.3.1 Acque superficiali Il Piano Ambientale del Parco naturale di Pontoncello ha competenza su un’area che interessa entrambe le sponde di un’ansa del Fiume Adige in corrispondenza dei confini comunali. Quindi, evidentemente, l’area rientra nel bacino del Fiume Adige stesso.

Per la valutazione della qualità è stato preso in considerazione il RSA 2008 della Provincia di Verona e sono state esaminate le schede relative alle Stazioni di monitoraggio dell’Adige subito a monte e a valle della zona del Parco.

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A monte dell’area si trovano le stazioni di , , Chievo di Bosco Buri in Comune di Verona e a valle quella di Albaredo d’Adige.

Nel periodo considerato, la stazione di Brentino Belluno oscilla tra la II e la III Classe di Qualità (C.Q.), cioè tra un ambiente che presenta moderati sintomi di inquinamento o di alterazione e un ambiente inquinato o comunque significativamente alterato. In particolare si nota un peggioramento dalla II alla III classe di qualità dall’autunno all’inverno del 2000 a causa di un brusco abbassamento della numerosità delle Unità Sistematiche; si evidenzia, infatti, la scomparsa di Plecotteri, Gasteropodi ed Oligocheti e tale situazione rimane invariata per quasi tutto il 2001. Nell’inverno 2000 è stato rinvenuto il numero più basso di totali (6) che ha comportato l’assegnazione del più basso valore di I.B.E.3 (6) registrato in questa stazione. Nell’estate 2001 non è stato addirittura possibile attribuire un valore di I.B.E., poiché il numero di U.S. è risultato del tutto insufficiente: gli organismi rinvenuti erano attribuibili a presenze di tipo occasionale e temporaneo, situazione questa denominata “drift”, eccettuato qualche Efemerottero. Questa situazione è imputabile ad una piena rovinosa, che ha alterato profondamente l’intero ambiente fluviale rendendomolto problematica la ricolonizzazione del fondale da parte dei macroinvertebrati. Nel 2002 e per quasi tutto il 2003 si è assistito ad un progressivo miglioramento della qualità biologica del fiume che da una III C.Q. è tornato a presentare una C.Q. con valori di I.B.E. oscillanti tra 8 e 9.

3 l'Indice Biotico Esteso verifica la qualità di ecosistemi in acque correnti sulla base di cambiamenti nelle comunità di macroinvertebrati) 34 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Nel campionamento estivo del 2004 la situazione è nuovamente migliorata. Si è infatti ripristinata una II C.Q attestata, in particolare, dalla ricomparsa dei Plecotteri del genere Leuctra. La seconda e terza stazione di monitoraggio della qualità del fiume Adige, in provincia di Verona, sono collocate rispettivamente nel comune di Pescantina ed alla diga del Chievo. Lo stato di qualità da macrodescrittori, misurato presso la stazione di Pescantina, si mantiene al valore buono (classe 2). Il substrato del corso d’acqua è costituito prevalentemente da massi e ciottoli.

La qualità biologica dell’Adige a Chievo si alterna tra una Classe II e III (ambiente con moderati sintomi di alterazione-ambiente alterato). Dal 2001 si evidenzia un miglioramento della qualità biologica. Nel campionamento autunnale 2004, malgrado sia stato registrato un buon numero di Unità Sistematiche, è stata ottenuta una Classe III: la completa assenza di un Insetto Efemerottero (Ephemerella) ha determinato una entrata orizzontale più bassa nella tabella a doppia entrata utilizzata per il calcolo del valore di IBE. Questo taxa appartiene a quelle famiglie di Efemerotteri più sensibili all’inquinamento.

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La quarta stazione di monitoraggio dello stato di qualità del fiume Adige è collocata a Verona in località Bosco Buri, a valle del comune di Verona.

A Bosco Buri, nell’ultima campagna di monitoraggio, l’Adige si presenta come un ambiente molto alterato (Classe IV). In autunno non è stato addirittura possibile calcolare il valore di IBE. In questo campionamento autunnale il fatto di aver trovato Efemerotteri (Ecdyonurus) significa che le acque non sono molto inquinate. Questo genere di Efemerotteri rientra tra i taxa particolarmente sensibili all’inquinamento. La presenza degli Efemerotteri associato ad un numero di Unità Sistematiche così basso non permette di calcolare il valore di IBE. Ciò fa pensare che siano le condizioni ambientali ad alterarne la comunità di macroinvertebrati. In questa stazione le caratteristiche idromorfologiche che possono alterare la comunità di macroinvertebrati sono la fluttuazione della portata dell’Adige e il substrato costituito da grandi massi(di riporto) o ciottoli quasi sterili. La stazione di Albaredo d’Adige presenta le seguenti caratteristiche:

36 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA velocità della corrente: media, flusso laminare; granulometria del substrato: ghiaia e prevalenza di sabbia; vegetazione acquatica–copertura alveo: assente; vegetazione riparia: erbacea; ambiente circostante in destra ed in sinistra orografica: agrario; L’alveo presenta la larghezza di circa 50 metri in condizioni di piena. La portata del fiume varia infunzione delle stagioni e ciò non influisce in modo significativo sulla larghezza dell’alveo bagnato, ma soprattutto sulla profondità dell’acqua. Lo stato ecologico del fiume mostra una oscillazione è passato da una classe 3, sufficiente, degli anni2000 - 2002 ad una classe 4, scadente, dal 2003 ad oggi.

Presso la stazione di Albaredo d’Adige si è assistito ad un progressivo peggioramento della qualità biologica dall’inizio del periodo dei controlli stagionali ad oggi. Da una II C.Q. misurata nell’inverno del 1997, ossia un ambiente con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione, si passa ad una III C.Q nell’autunno dello stesso anno e addirittura, nella stessa stagione del 2001, ad una IV C.Q., classe caratteristica di un ambiente molto inquinato o alterato. Questa situazione molto negativa, che in precedenza ha interessato il tratto in esame solo in periodi limitati- settembre 2001 e febbraio 2002, si è invece instaurata stabilmente dall’anno 2003. Gli ultimi campionamenti attestano una ormai consolidata IV C.Q. che caratterizza un Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato. Vengono rilevati valori bassissimi di U.S. totali (da 3 a 5) in quanto i Plecotteri, gli Efemerotteri, i Coleotteri, i Gasteropodi e gli Irudinei risultano praticamente scomparsi, salvo casi di drift, e sono marcatamente

37 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA diminuiti anche gli Oligocheti. Sono presenti comunque, in quantità peraltro non abbondante, Ditteri, Crostacei ed Eterotteri che con la loro presenza permettono comunque il calcolo del valore di I.B.E. A partire dal 2006 si sono misurate anche classi di qualità V. Questa situazione è indicativa del notevole impatto che esercitano sulle acque del fiume Adige gli apporti inquinanti della città di Verona e dei distretti agricoli ed industriali localizzati nelle parte sudorientale della Provincia.

Indice di Funzionalità Fluviale Il “Piano pilota per il Recupero Naturalistico e Morfologico del fiume Adige – tratto Pontoncello – Tombazosana” descrive l’indice I.F.F. (Indice di Funzionalità Fluviale) sviluppato nel 2000 dall’APAT. Tale indice valuta sinteticamente la funzionalità del tratto di fiume Adige in esame e permette di ottenere precise ed importanti indicazioni per orientare l’intervento di riqualificazione e stimarne preventivamente l’efficacia. La valutazione è effettuata in base ai seguenti parametri morfologici, strutturali e biotici dell’ecosistema fluviale: • vegetazione delle fasce ripariali (tipologia, ampiezza, continuità) • conformazione delle rive e morfologia dell’alveo • strutture di ritenzione in alveo • erosione • componente vegetale in alveo (macrofite) • detrito (stato di decomposizione della sostanza organica) • comunità macrobentonica

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Il Piano sopramenzionato riporta i risultati di valutazione dell’IFF nelle sezioni 1046, 1049 e 1052 (rif. Autorità di Bacino dell’Adige) poste all’interno dell’area oggetto dai lavori di riordino idraulico da eseguire con la finanza di progetto. In questo tratto il valore medio dell’indice I.F.F. è circa 90 e corrisponde ad un giudizio di funzionalità scadente. Tale giudizio è dovuto soprattutto dallo stato del territorio circostante privo di aree boscate, dalla presenza di rive nude da vegetazione, dalla conformazione delle rive, dall’evidente erosione delle sponde e dell’alveo e dall’assenza di elementi morfologici utili alla funzionalità idraulica (raschi, pozze, meandri e rami morti). Secondo il Piano il miglioramento della Funzionalità Fluviale del fiume potrà essere ottenuta mediante: • l’aumento dell’ampiezza della fascia perifluviale, migliorando la conformazione e la copertura delle rive, con presenza di vegetazione arborea e/o massi con funzione di consolidamento; • l’aumento della diversificazione dell’alveo bagnato, di quello di morbida e di piena, che dovrebbe avere una coesistenza di granulometrie diverse e/o la presenza di tronchi, rami, vegetazione radicata ecc., per favorire la formazione di microambienti diversi e stabili. • (a livello di macroscala) la modifica del tracciato dell’alveo, con la realizzazione di diversi microhabitat ben distinguibili: raschi (riffles, in cui è favorito il processo di ossigenazione delle acque), scorrimenti veloci (glides), correntizi (runs), pozze (pools, dove invece è favorito il deposito degli elementi energetici organici) e meandri (che, se vegetati, assolvono la funzione di aree rifugio per la fauna ittica). Il Piano Ambientale del Parco naturale di Pontoncello per la conservazione dell’area implica azioni di mantenimento dell’equilibrio idrico e idrogeologico secondo quanto indicato relativamente al miglioramento della Funzionalità Fluviale.

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3.2.4 Suolo e sottosuolo 3.2.4.1 Inquadramento litologico, geomorfologico e geopedologico L’alta pianura rappresenta l’area di ricarica dell’intero sistema idrogeologico ed è molto importante in quanto sede di una serie di fenomeni naturali (afflussi meteorici, dispersione dei corsi d’acqua ed infiltrazione delle acque irrigue) che consentono la conservazione ed il rinnovamento della risorsa idrica sotterranea. Nella media pianura, costituita da ghiaie e sabbie con digitazioni limose ed argillose che diventano sempre più frequenti da monte a valle, esiste una serie di falde sovrapposte, di cui la prima è generalmente libera e quelle sottostanti in pressione, localizzate negli strati permeabili ghiaiosi e/o sabbiosi intercalati alle lenti argillose dotate invece di bassissima permeabilità. La falda si avvicina quindi progressivamente alla superficie del suolo fino ad emergere, anche a causa della presenza delle sottostanti lenti argillose, formando le tipiche sorgenti di pianura, dette appunto risorgive (o fontanili).

AA Alta pianura antica, ghiaiosa e calcarea, costituita da AA1 Suoli su conoidi e superfici terrazzate fluvioglaciali, conoid con evidenti traccdi idrografia relitta, formatisi da fluvioglaciali localmente terrazzati (Pleistocene). Quote: ghiaie e sabbie, da molto estremamente calcaree. 20-200 m Le precipitazioni medie annue sono comprese Suoli moderatamente profondi molto ghiaiosi ad alta tra 700 e 1.500 m con prevalente distribuzione in differenziazione del profilo, decarbonatati, con primavera e autunno; le temperatur medie annue accumulo d’argilla e a evidente rubefazione (Skeletic oscillano tra 12 e 13 °C. Uso del suolo prevalente Luvisols), talvolta coaccumulo di carbonati in seminativi irrigui (mais), prati e frutteti. profondità. AR Alta pianura recente,ghiaiosa e calcarea,costituita da AR1 Suoli su conoidi e superfici terrazzate dei fiumi alpini, conoidi terrazzi dei fiumi alpini e,piane alluvionali de con tracce d’idrografia relitta, formatisi da ghiaie e torrenti prealpini (Olocene). Quote: 15-250 m. Le sabbie, da molto estremamente calcaree. Suoli precipitazioni medie annue sono comprese tra 700 e moderatamente profondi, ghiaiosi, differenziazione del 1.500 mm con prevalente distribuzione in primavera e profilo bassa e a decarbonatazione iniziale (Skeleti- autunno; le temperature medie annue oscillano tra 12 e Calcaric Regosols) e suoli a moderata differenziazione 13 °C. Uso del suolo prevalente: seminativi irrigui (mais), decarbonatazione parziale (Eutri-Skeletic Cambisols), prati e vigneti. sulle superfici più antiche.

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Il territorio interessato dal Parco naturale di Pontoncello si localizza nel grande conoide dell’Adige, che è stato depositato dal F. Adige in milioni di anni a seguito del trasporto dei sedimenti fluvioglaciali trasportati dal corso d’acqua stesso. Il conoide è costituito da due lembi, separati dal solco nel quale scorre il fiume, che risultano terrazzati rispetto al piano di divagazione. Sulla superficie del conoide sono stati individuati alvei talora abbandonati, altre volte sovradimensionati rispetto ai corsi d’acqua che ospitano. Tali alvei costituiscono un’estesa rete di canali intrecciati. Dal punto di vista morfologico il conoide è più elevato con terrazzi rispetto ai sedimenti del piano di divagazione dell’Adige. Esso è costituito da depositi alluvionali di natura prevalentemente ghiaiosa.

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La pianura veronese è costituita in gran parte dal conoide alluvionale deposto dal fiume Adige a partire dal suo sbocco dalle Prealpi, presso Volargne. Ad esso, nella sua parte più occidentale, è saldata una serie di piane fluvioglaciali costruite dai fiumi che in quella porzione di territorio drenavano le acque di fusione del ghiacciaio del Garda (Tartaro, Mincio, ed altri minori). Le quote del conoide variano dai 12 m sul livello del mare delle Valli Grandi veronesi, ai 65 m della città di Verona, sino ai circa 110 m presso Volargne. A partire dallo sbocco della sua vallata alpina, l'Adige ha deposto nel tempo materiali via via più fini procedendo verso S-E; le ghiaie con sabbie giungono sino a Raldon e Buttapietra, cedendo poi il campo alle sabbie, che passano a limi e talora ad argille verso , e Legnago. Limi si hanno anche nell'attuale piana alluvionale scavata dal fiume nel conoide antico immediatamente a S-E di Verona (piana di Zevio, dove il letto dell'Adige si fa pensile). Giacimenti di torba profondi anche 10-15 metri hanno invece colmato i grandiosi e antichi alvei fluviali che oggi ospitano i fiumi di risorgiva Tione, Tartaro, Piganzo e Menago. Nel sottosuolo del conoide s'individuano invece alternanze di strati di argille, ghiaie e sabbie, a testimonianza del mutare del regime di trasporto del fiume durante le varie epoche climatiche. San Giovanni Lupatoto sorge lungo un terrazzo fluviale allungato da N-0 a S-E sul conoide antico dell'Adige. Ad oriente del paese il terrazzo è limitato da una netta scarpata d'erosione alta 5-7 metri, che scende verso la piana di divagazione attuale del fiume, mentre ad occidente corre un'altra scarpata, meno accentuata, corrispondente al fianco sinistro orografico di un antico alveo fluviale disseccato, ampio circa 300 metri, che divagava sul conoide (La Carta Austriaca). Il territorio del Parco di Pontoncello occupa l'estremità sud orientale dell'area di alta pianura veronese che si sviluppa tra lo sbocco della valle montana dell'Adige tra Pescantina e ed il limite superiore delle risorgive compreso tra i comuni di e Zevio. Il sottosuolo è costituito da un potente materasso formato da materiali sciolti a granulometria prevalentemente ghiaiosa, di origine fluvio-glaciale e alluvionale, depositati prevalentemente dall'Adige e in misura minore dai corsi d'acqua delle valli lessinee.

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All'interno del materasso alluvionale la distribuzione dei materiali a differente granulometria varia da zona a zona: ad un'ampia fascia centrale costituita da un materasso ghiaioso indifferenziato, che si sviluppa secondo la direttrice nord-sud, si sostituiscono procedendo sia verso sud che verso ovest ed est (in particolare quindi verso il territorio di interesse) alternanze ripetute di livelli ghiaioso-sabbiosi e limoso-argillosi. Questa struttura differenziata secondo la direttrice est-ovest testimonia il verificarsi periodico di diverse condizioni di sedimentazione succedutesi tra le alluvioni fluvio-glaciali, condizioni che hanno dato luogo alla deposizione di materiali più fini (per lo più di origine lacustre o palustre, ma verso est anche legati all'attività di deposizione dei corsi d'acqua che scendevano dai rilievi della Lessinia) in aree periferiche rispetto alla zona occupata dalle sedimentazioni ghiaiose dell'Adige. La differenziazione strutturale del materasso alluvionale secondo la direttrice nord-sud è invece una differenziazione tipica di tutti i bacini idrogeologici dell'arco alpino. E' la conseguenza del progressivo assottigliamento delle conoidi dell'Adige da monte verso valle, da attribuirsi alla diminuzione della capacità di trasporto solido del fiume. Ciò comporta una vulnerabilità alta ai nitrati, così come evidenziato anche nel Quarto Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Verona e nell’elenco delle Zone Vulnerabili della Regione del Veneto.

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3.2.4.2 Uso del suolo L’analisi del è realizzata a partire da una elaborazione cartografica da aerofotogrammetria relativa all’uso del suolo dell’area contermine a quella dell’intervento, delimitata ad un buffer di 400 m dal confine del Parco per comprendere anche il territorio adiacente all’area interessata dal Parco Naturale di Pontoncello.

Sono state quindi definite 7 macrocategorie di uso del suolo: Ambito Fluviale: area di pertinenza dell’alveo, comprendente zone golenali e arginature, greti, barre fluviali; Tessuto urbano: zona destinata all’insediamento umano e relative attività antropiche; Aree industriali: zona destinata all’insediamento di attività produttive in senso lato; Formazioni riparie: formazioni arboree, arbustive, saliceti presenti principalmente lungo gli argini fluviali, caratterizzate da una larghezza minima di 20 m; Terreni agricoli: terreni destinati all’agricoltura, in particolare a seminativo; Canali: corsi d’acqua regimati a servizio di attività industriali o agricole Diga: infrastruttura di sbarramento.

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I risultati sono riportati nella seguente tabella:

Categoria Superficie (ha) Copertura (%) Ambito fluviale 39,6 11,8 Aree industriali 7,8 2,3 Canali 4,7 1,4 Diga 1,6 0,5 Formazioni riparie 50,0 15,0 Terreni agricoli 218,4 65,3 Tessuto urbano 12,4 3,7

L’area oggetto di studio presenta una notevole abbondanza di terreni destinati all’agricoltura, prevalentemente intensiva, pur costituendo le aree naturalisticamente importanti, formazioni riparie e ambito fluviale, una buona percentuale di copertura (circa il 27 %). Si evidenzia che l’ambito fluviale risulta schermato, confinato e protetto da una fascia arborata pressoché continua che abbatte gli eventuali disturbi dovuti all’attività agricola. Le attività antropiche maggiormente fonti di perturbazione, quali l’industria e l’urbanizzazione, rappresentano una piccola frazione della copertura totale.

3.2.4.3 Cave attive e dismesse Il settore orientale dell’area del Parco Naturale di Pontoncello rientra nell’Insieme Estrattivo n. 7 del Piano Regionale delle Attività di Cava, tuttavia non vi è presenza di cave, attive o dismesse.

3.2.4.4 Discariche Non si segnala la presenza di alcuna discarica. Inoltre, il Piano Ambientale prevede la rinaturalizzazione del Parco Naturale di Pontoncello e vieta la realizzazione di discariche e/o depositi temporanei di rifiuti

3.2.4.5 Elementi geologico-ambientali significativi Nell’area del Parco Naturale di Pontoncello il materasso alluvionale è saturato da un’estesa falda freatica, che emerge lungo la cosiddetta “linea delle risorgive” che si allunga all’incirca con direzione E-O 2-3 chilometri a Sud del tratto fluviale in esame. In base alla “Carta idrogeologica dell’alta pianura veronese” redatta da DAL PRA’ et al. nel 1997 sulla base di misure freatimetriche condotte in pozzi esistenti nel corso del settembre

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1993, la superficie freatica giace a quote decrescenti da circa 35 m s.l.m. presso la diga di S.Caterina - Pontoncello a poco meno di 26 m s.l.m. all’estremità orientale del tratto fluviale in esame ad Ovest di Zevio: la direzione di deflusso è orientata ad E.S.E. pressoché concordemente all’asse del fiume. La falda è quindi drenata dall’alveo del fiume a monte ed all’intorno della diga, ma già a valle del successivo meandro e per la gran parte del tratto fluviale considerato essa resta a quote paragonabili a quelle del livello idrico del fiume; il suo regime è quivi caratterizzato da piene autunnali ed invernali pressoché coincidenti con quelle del fiume medesimo. La falda freatica ospitata nel materasso alluvionale è sfruttata da numerosi pozzi idrici sia irrigui che idropotabili; il sottosuolo ghiaio-sabbioso, caratterizzato da un’alta permeabilità per porosità, costituisce un acquifero di elevata vulnerabilità a causa dell’assenza di livelli impermeabili.

3.2.4.6 Fattori di rischio idrogeologico e geologico Secondo il “Piano Stralcio per la Tutela dal Rischio Idrogeologico” (Bacino dell’Adige – Regione Veneto), adottato con delibera del Comitato Istituzionale n°1 del 15 febbraio 2005, lungo il tronco di fiume Adige compreso nel comune di Zevio non vi sono aree a rischio idraulico. Le arginature hanno infatti una quota di coronamento che garantisce un abbondante franco di sicurezza, anche nei confronti di piene catastrofiche con Tr =500 anni. Gli studi del P.A.I. dell’Adige che hanno definito le aree a pericolosità idraulica non contemplano la rottura dell’argine, ma solo i sormonti arginali dovuti a sezioni idrauliche di deflusso insufficienti. Come evidenziato nei risultati del modello idraulico dello stato attuale, l’eventuale rottura arginale durante eventi di piena con tempo di ritorno superiore a 30 anni comporterebbe l’esondazione parziale del fiume in destra idrografica, interessando direttamente gli abitati di Pontoncello e Santa Maria di Zevio. L’eventuale esondazione in sinistra idrografica sarebbe invece contenuta dalla presenza del canale ex. S.A.V.A., che costituisce un’ulteriore arginatura, e limitata dalle quote superiori della campagna circostante. Il confronto tra le riprese fotografiche del 1982, 1998 e 2003 mostra che l’ampia ansa a valle dello sbarramento artificiale ha una morfologia fluviale è caratterizzata da una forte instabilità. L’evoluzione morfologica ha visto una progressiva erosione della sponda all’estradosso dell’ansa con un incremento del deposito alluvionale nell’intradosso. Durante la piena del novembre 2002 l’erosione è stata particolarmente intensa a causa dell’aggiramento di un pennello isolato nella sponda destra. La tendenza erosiva in

46 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA quest’area non compromette ancora le arginature maestre in destra idrografica, che risultano protette ancora da un’ampia fascia golenale. È invece pregiudicato il biotopo n° 12 individuato nel Piano degli Spazi Aperti del n°3 (“Adige Centrale”) e costituito da un bosco planiziale di sponda che è interessato da progetti di tutela e rinaturazione e dalla perimetrazione del Parco Naturale di Pontoncello. Il PTP della Provincia di Verona indica nel terrazzamento golenale all’estradosso dell’ansa la presenza di flora riparia in grado di contribuire all’auto depurazione del fiume ed alcuni importanti ambiti di rifugio e riproduzione dell’avifauna. In questo tratto è presente lo scarico delle acque reflue trattate dal depuratore del Comune di San Giovanni Lupatoto. Come mostrato nella seguente documentazione fotografica questa infrastruttura idraulico-sanitaria è stata danneggiata dall’erosione della golena durante la piena del novembre 2002.

Scarico collettore depuratore S. Giovanni Lupatoto – condotte erose durante la piena della 2002.

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3.2.5 Agenti fisici 3.2.5.1 Radiazioni ionizzanti e non Radiazioni non ionizzanti SORGENTI DI RADIAZIONI AD ALTA FREQUENZA. Producono radiazioni con frequenze comprese tra 300 Hz e 300 GHz, tuttavia dal punto di vista pratico le frequenze di maggior interesse sono quelle riguardanti i ripetitori Radiotelevisivi (RTV) e le Stazioni Radio Base (SRB) per la telefonia cellulare (900 Hz – 2200 Hz). In ambito sanitario i CEM ad alta frequenza sono utilizzati sia a scopo diagnostico (risonanza magnetica nucleare = NMR) che terapeutico (radar e marconiterapia, stimolazioni con correnti elettriche, radiobisturi, ecc.). Il campo elettrico e il campo magnetico prodotti da RTV e SRB sono direttamente proporzionali tra loro e, per questo motivo, il parametro di riferimento risulta essere il campo elettrico. I campi elettrici prodotti dipendono dalla potenza in antenna e dalle caratteristiche tecniche degli impianti; i valori di campo elettrico aumentano avvicinandosi all’antenna e quindi, normalmente al suolo si riscontrano valori sensibilmente inferiori a quelli che si registrano nella vicinanza del centro elettrico dell’antenna. Nonostante il numero di stazioni radio base (SRB) continui ad aumentare ogni anno, le nuove tecnologie utilizzano potenze in antenna inferiori rispetto ai precedenti impianti, riducendo in tal modo anche i livelli di campo elettrico. Si sottolinea in ogni caso che le più vicine stazioni radio base distano più di un chilometro dal Parco Naturale di Pontoncello. SORGENTI DI RADIAZIONI A BASSA FREQUENZA Producono radiazioni con frequenze comprese tra i 3 e i 300 Hz, tuttavia dal punto di vista pratico le frequenze di maggior interesse sono quelle di 50 Hz (ELF), proprie della corrente alternata della rete elettrica. La rete di distribuzione dell'energia elettrica è costituita da un circuito che comprende le centrali elettriche, le linee elettriche (elettrodotti), e le cabine di trasformazione. La tensione degli elettrodotti può arrivare fino a 380.000 volt (380 kV) che devono essere ridotti a 220 V per l'impiego domestico. Gli elettrodotti producono campi elettrici che dipendono dalla tensione di esercizio e campi magnetici variabili nel tempo e proporzionali all’intensità di corrente che scorre lungo i fili. L'intensità dei campi elettrico e magnetico diminuisce poi con l'aumentare della distanza dal conduttore. Il campo elettrico è facilmente schermabile da alberi e edifici, mentre il campo magnetico è difficile da schermare.

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L’elettrodotto più vicino al Parco Naturale di Pontoncello risulta essere una linea a 220kV a doppia terna non ottimizzata a distanza decisamente superiore (più di 500 metri) rispetto ai valori individuati per le fasce di rispetto dalla D.G.R.V. n. 1526 del 11/04/2000 in riferimento alla L.R. n°27/93 “Prevenzioni dei danni generati da campi elettromagnetici generati da elettrodotti”.

Distanza dall’elettrodotto in metri Doppia terna Doppia terna Terna singola non ottimizzata ottimizzata Tensione di esercizio 380 100 150 70 degli elettrodotti 220 70 80 40 espressa in kV 132 50 70 40 Radiazioni ionizzanti L’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di concentrazione media annua di radon” è stato elaborato sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000. Il livello di riferimento considerato è 200 Bq/m3 (Becquerel per metro cubo), adottato dalla Regione Veneto con DGRV n. 79 del 18/01/02 “Attuazione della raccomandazione europea n. 143/90: interventi di prevenzione dall’inquinamento da gas radon negli ambienti di vita” come livello raccomandato per le abitazioni (sia per le nuove costruzioni che per le esistenti) oltre il quale si consiglia di intraprendere azioni di bonifica. Nella stessa Delibera, inoltre: - viene definita un’area a rischio radon, identificata come quella zona (sezioni della C.T.R. 1:10.000) in cui almeno il 10% delle abitazioni, nella configurazione di tipologia abitativa standard regionale rispetto al piano, supera il suddetto livello di riferimento. - viene redatto un primo elenco di Comuni a rischio radon; l’assegnazione degli edifici di un Comune ad una determinata area ad alto potenziale di radon è stata operata ove il Comune di appartenenza risultasse incluso in tale area: la condizione cautelativa per tale inclusione è stata che almeno il 30% dell’edificato ricadesse in una delle sezioni rettangolari che costituiscono l’area ad alto potenziale di radon (si è fatto ricorso al tematismo sulle aree urbanizzate della Regione Veneto). Sono quindi presenti Comuni a rischio radon pur con percentuali di abitazioni stimate superare i 200 Bq/m3 < al 10%. % abitazioni stimate superare il livello di riferimento Comune Provincia di 200 Bq/m3 San Giovanni L. VR 2,0 San Martino B.A. VR 0,3 Zevio VR 0,3

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3.2.5.2 Rumore San Giovanni Lupatoto Il comune di San Giovanni Lupatoto si è dotato del Piano di Classificazione Acustica nel corso dell’anno 2003. Lo studio è partito da 76 punti di misura dislocati su tutto il territorio comunale, sia in ambito urbano sia in ambito rurale; da queste misure sono stati determinati i climi acustici diurni e notturni mediante opportune modellazioni numeriche dei dati raccolti, consentendo ai redattori di classificare l’intero territorio comunale nelle sei classi previste dalla unitamente alle fasce di transizione tra zone limitrofe. Le principali evidenze di questa classificazione sono di seguito brevemente riassunte: • Zona a nord del canale Milani: quasi esclusivamente in classe V (aree prevalentemente industriale), rispecchia le caratteristiche urbanistiche attuali; • Zona a est (Parco Fluviale): in classe I (aree particolarmente protette), ha lo scopo di preservare la naturalità dell’unica grande area verde a ridosso del Fiume Adige; • Zona sud: in classe III (aree di tipo misto), rispecchia la natura eminentemente rurale dell’area; • Zona centrale: corrispondente all’abitato di San Giovanni, presenta una classificazione varia(prevalentemente nelle classi III e IV), trattandosi del centro storico e di aree di intensa attività umana (industrie e viabilità di varie gerarchie).

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San Martino Buon Albergo Il Piano di Classificazione Acustica del comune di San Martino Buon Albergo distingue le seguenti aree omogenee:

Zevio Il Comune di Zevio ha redatto ed approvato il Piano di classificazione Acustica, definendo la situazione esistente ed individuando aree con caratteristiche omogenee. Le misure fonometriche sul territorio sono state condotte nei punti considerati più significativi e hanno determinato la zonizzazione così come indicato dall’estratto della seguente tavola:

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In mappa non è visibile l’area del Parco di Pontoncello, che rimane più a ovest, tuttavia è evidente come la fascia contermine al fiume Adige non limitrofa all’abitato sia di classe I (aree particolarmente protette).

3.2.5.3 Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso è una alterazione della qualità e dei livelli di luce naturalmente presente durante le ore notturne, provocata da sorgenti artificiali, in particolare impianti di illuminazione esterna (strade, piazzali, monumenti, parchi e giardini, etc.).

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L’effetto diretto dell’inquinamento luminoso è l’aumento della brillanza naturale del cielo notturno e la conseguente perdita della possibilità di percepire gli oggetti luminosi (stelle, pianeti). La Legge Regionale 07 Agosto 2009, n. 17 “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici” prescrive le misure di prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale e definisce il contenuto del Piano Regionale di Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso e del Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica, al fine di tutelare e migliorare l’ambiente, conservare gli equilibri ecologici nelle aree naturali protette, promuovere e tutelare le attività di ricerca e divulgazione scientifica degli osservatori astronomici. In riferimento all’ultimo punto, si fa presente che nelle vicinanze del Parco Naturale di Pontoncello è presente l’Osservatorio Astronomico non professionale in Via Mantovana, 130 nel Comune di Verona e che comunque dista circa 15 km dall’area di interesse.

Parco Naturale di Pontoncello

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La cartografia riassume, in diverse colorazioni, la situazione regionale a seconda dell’intensità di brillanza urbana (Fonte: Quadro Conoscitivo , Regione Veneto). In particolare è rappresentato il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media allo zenit. Al colore nero corrisponde una luminanza artificiale inferiore al 11% di quella naturale, ovverosia un aumento della luminanza totale inferiore al 11%, al blu tra l’11% e il 33%, al verde tra il 33 e il 100%, al giallo tra il 100% e il 300%, all’arancio tra il 300% e il 900%, al rosso oltre il 900%. L’aumento della luminanza totale rispetto al naturale che interessa il territorio d’indagine rispetto al buio totale è prevalentemente compreso tra 300 e 900 %.

3.2.6 Biodiversità, flora e fauna 3.2.6.1 Aree protette Nel territorio potenzialmente interessato dal Parco naturale di Pontoncello non sono presenti aree naturali protette quali ad esempio parchi nazionali o regionali, riserve naturali, zone umide o aree marine protette.

3.2.6.2 Aree a tutela speciale L’area interessata ricade all’interno del sito SIC IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine”. Si rileva la presenza, in direzione sud-est ad una distanza minima di 3.500 m, del SIC-ZPS 3210019 “Sguazzo di Rivalunga” e, ad una distanza minima di 5.900 m nella medesima direzione, del SIC-ZPS IT3210014 “Palude del Finiletto – Sguazzo del Vallese”. Per questi ultimi, considerata la distanza e la mancanza di interconnessioni ecologiche con il fiume Adige (presenza continua di terreni destinati ad agricoltura intensiva, viabilità e tessuto urbano discontinuo), non è ipotizzabile alcun tipo di incidenza. Per il sito di importanza comunitaria IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” si rimanda alla Valutazione di Incidenza Ambientale. In ogni caso di seguito si riporta una descrizione delle caratteristiche principali di flora e fauna presenti nel territorio interessato dal Piano ambientale del Parco naturale di Pontoncello. Vegetazione e flora La cartografia ufficiale degli habitat riporta che nel sito di progetto sono presenti due habitat natura 2000, in particolare il 91E0 (Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior) lungo la sponda in destra idrografica e il 3260 (corsi d’acqua degli orizzonti di pianura a quelli montani con vegetazione sommersa o galleggiante di Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion) lungo l’asta del fiume Adige. 54 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Si riportano i risultati della campagna floristica eseguita tra ottobre e novembre 2011, eseguiti secondo la metodologia proposta da Braun-Blanquet ed universalmente adottata come standard per l’analisi e la descrizione della componente floristica e vegetazionale delle fitocenosi, i cui risultati sono riportati nel Piano Ambientale: Sono stati eseguiti 12 rilievi floristici, che vengono riportati nella seguente tabella.

Numero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Copertura % strato arboreo - - 80 90 75 5 70 60 Copertura % strato arbustivo - - 30 60 30 20 20 15 Copertura % strato erbaceo 100 80 50 50 100 100 50 90 80 70 45 50

Poa annua L. (Poa aggr.) 6,54 9,43 13,11 4,03 10,31 5,21 22,47 9,90 7,14 9,03 Silene alba (Miller) Krause 0,93 2,36 2,53 1,97 1,61 2,06 1,30 7,92 1,90 1,94 Rubus ulmifolius Schott 4,67 14,15 3,03 1,31 2,42 12,89 49,50 14,29 6,45 Stellaria media (L.) Vill. 3,74 4,72 5,05 3,28 3,23 4,12 1,30 16,85 5,71 Urtica dioica L. 3,74 9,43 5,05 10,82 3,26 14,85 7,14 12,26 Conyza canadensis (L.) Cronq. 2,36 3,93 6,45 2,58 1,95 2,86 1,94 Festuca arundinacea Schreber 7,48 2,36 3,28 0,81 2,06 4,49 2,38 Hedera helix L. 0,47 6,06 2,58 6,51 3,81 1,94 Salix alba L. 28,30 32,83 28,35 3,26 26,19 45,16 Sambucus nigra L. 7,08 12,12 5,15 6,51 7,14 1,29 Setaria viridis (L.) Beauv. 16,82 9,84 12,10 2,61 8,99 2,97 Mercurialis perennis L. 2,36 4,04 2,58 1,90 0,65 Populus nigra L. 9,43 12,89 8,99 11,90 6,45 Achillea millefolium L. (gr. millefolium) 4,67 3,28 0,81 0,65 Dactylis glomerata L. 14,02 3,93 3,23 4,56 Galium mollugo L. (gr. mollugo) 0,93 2,36 0,65 1,43 Phytolacca americana L. 2,36 2,06 2,38 3,23 55 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Numero del rilievo 1 1 bis 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Plantago lanceolata L. 4,67 1,31 2,61 11,24 Rumex crispus L. 3,74 1,31 1,61 1,30 Taraxacum officinale Weber 2,80 1,97 3,23 0,65 Veronica chamaedrys L. 0,66 0,81 1,95 2,25 Vitis vinifera L. 0,47 0,51 1,03 0,95 Carex sp. 0,94 0,52 0,95 Clematis vitalba L. 9,09 9,90 1,94 Geranium dissectum L. 3,28 4,03 5,62 Medicago sativa L. 0,93 3,28 0,81 Peucedanum venetum (Sprengel) Koch 0,47 1,97 1,61 Potentilla reptans L. 3,74 2,62 4,03 Amaranthus retroflexus L. 1,31 0,81 Arctium lappa L. 0,66 0,81 Artemisia annua L. 22,95 11,24 Artemisia verlotorum Lamotte 2,02 1,29 Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. 1,42 0,95 Bryonia dioica Jacq. 2,53 1,29 Epilobium obscurum Schreber 0,33 0,81 Euphorbia cyparissias L. 3,28 7,87 Fragaria viridis Duchesne 2,61 1,29 Glechoma hederacea L. 1,87 1,52 Mentha longifolia (L.) Hudson 3,28 4,03 Robinia pseudoacacia L. 13,64 6,51 Salvia pratensis L. 3,74 2,62 Trifolium repens L. 9,77 3,23 Vicia cracca L. (gr. cracca) 4,59 2,42 Buddleja davidii Franchet 0,95 Calamagrostis pseudophragmites (Haller F.) Koeler 40,32 Centaurea nigrescens Willd. 0,47 Ceratophyllum demersum L. 100,00 Erigeron annuus (L.) Pers. 0,65 Glyceria maxima (Hartman) Holmberg 35,83 Oxalis pes-caprae L. 0,33 Phragmites australis (Cav.) Trin. 4,95 Polygonum hydropiper L. 0,65 Ranunculus bulbosus L. 7,48 Trifolium pratense L. 4,67 Verbascum nigrum L. 0,66 Viola odorata L. 1,87 • Rilievo 1 Il primo rilievo è stato eseguito sugli argini del canale che da Via Pontoncello ( Comune di San Giovanni Lupatoto) entra nel Parco del Pontoncello e si dirige verso l’Adige. La vegetazione, in questo tratto è esclusivamente erbacea e non si discosta da quella tipica di queste situazioni. Le specie più abbondanti sono Dactylis glomerata, Poa annua e Ranunculus bulbosus. • Rilievo 1 bis Con questo rilievo si è inteso analizzare la flora acquatica presente nel canale compreso tra gli argini oggetto del rilievo 1. Per campionare la flora acquatica ci si avvale di un rampino, o ancoretta, che viene lanciato più volte in acqua al fine di “agganciare” piante o parti di esse e renderne più agevole la determinazione. La copertura della vegetazione, quando le condizioni di torbidità dell’acqua lo permette, viene valutata normalmente, 56 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA mediante stima visiva. In questo canale, l’unica specie acquatica presente è il Ceratophyllum demersum L. (Foto 3), che, citando Pignatti, “è specie delle acque lente o anche stagnanti, ricche di sostanze nutritive e talora anche eutrofizzate, e cresce frequentemente assieme a Ninfee e Potamogeton, soprattutto in ambienti caratterizzati da un certo riscaldamento estivo”. C. demersum si propaga facilmente per via vegetativa e tende spesso a formare vegetazioni paucispecifiche o popolamenti puri. • Rilievo 2 Questo rilievo è stato eseguito in un’area boscata. Le specie arboree presenti sono il salice bianco (Salix alba) ed il Pioppo nero (Populus nigra). La copertura dello strato arboreo è abbastanza discontinua e ciò permette la presenza di un sottostante strato arbustivo e soprattutto di uno erbaceo. Le specie più abbondanti nello strato arbustivo sono lo stesso Salix alba ed il Sambuco (Sambucus nigra). Per quanto riguarda lo strato erbaceo, le specie maggiormente presenti sono l’ortica (Urtica dioica) la Stellaria ( Stellaria media) e la Poa annua. • Rilievo 3 L’area descritta da questo rilievo corrisponde alle zone boscate a ridosso dell’argine che le divide dai seminativi, sulla destra orografica dell’Adige. Lo strato arboreo è composto da Salix alba e Robinia pseudacacia. Nello strato arbustivo, le specie più abbondanti sono Sambucus nigra, Clematis vitalba ed Hedera helix. Nello strato erbaceo, infine, le specie maggiormente presenti sono Urtica dioica, Stellaria media e Mercurialis annua. • Rilievo 4 Questo rilievo è stato eseguito su una radura posta a valle delle opere idrauliche che interessano il corso dell’Adige. La zona è occupata da vegetazione esclusivamente erbacea, e la specie dominante è Artemisia annua, una terofita scaposa alta fino a 1,5 m, con forte odore aromatico, che tipicamente cresce in ambienti ruderali, incolti ghiaiosi e sabbiosi. Abbondanti sono anche Poa annua e Setaria viridis. • Rilievo 5 Immediatamente a valle dell’area precedente, la radura cambia rapidamente aspetto (Foto 7) e l’Artemisia annua viene sostituita dalla Cannuccia spondicola (Calamagrostis pseudophragmites), specie tipica di sponde, alvei e sabbie alluvionali di tutto il Nord Italia. • Rilievo 6 Il sesto rilievo interessa un’area boscata posta a valle dell’area interessata dal rilievo 2. La vegetazione delle due aree è analoga, in tutti e tre gli strati: arboreo, arbustivo ed erbaceo. • Rilievo 7

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La radura interessata da questo rilievo si trova sulla destra orografica dell’Adige. L’area è percorsa da un corso d’acqua che a tratti, prima di gettarsi nell’Adige, assume un andamento quasi meandriforme. Nel corso d’acqua non è presente vegetazione acquatica. La specie più abbondante è Glyceria maxima, una graminacea legata agli ambienti umidi delle aree di pianura e collina. Le specie legnose presenti sono Robinia pseudoacacia, Sambucus nigra e Salix alba. • Rilievo 8 Nella Foto 11 si vede la radura interessata da questo rilievo. Si tratta di un’area che appare molto manomessa, e che andrebbe quindi preclusa ad alcuni utilizzi, come la sosta delle greggi ovine, che recentemente – rispetto alla data del rilievo - ha interessato la radura. Sono presenti alcune ceppaie di pioppo, delle quali si potrebbe rilasciare qualche pollone. La vegetazione erbacea presenta molte fallanze. La specie più frequente è la Poa annua, pianta tipica di incolti e zone ruderali o disturbate • Rilievo 9 Con questo rilievo si passa sulla sinistra orografica dell’Adige. L’area indagata corrisponde ad una radura interclusa in un’area boscata. La specie più abbondante è il rovo (Rubus ulmifolius). Questa specie è molto abbondante su questo lato del fiume, dove il bosco presenta numerosi spazi aperti, che però diventano difficilmente percorribili al di fuori dei sentieri. • Rilievo 10 Il decimo rilievo interessa un tratto di bosco che si rivela analogo a quello analizzato con i rilievi numero 2 numero 6. Lo strato arboreo comprende quindi Salix alba e Populus nigra. • Rilievo 11 Anche quest’ultimo rilievo interessa un’area boscata, dominata dal Salix alba. L’area si trova all’interno dell’ansa che fa il percorso del l’Adige . Le aree boscate sono tutte simili tra loro e rappresentano il tipico bosco ripariale a Salice bianco, soggetto alla dinamica fluviale e che pertanto assume carattere pioniero ed instabile. Avifauna Gli ecosistemi boschivi presenti nella golena del Fiume Adige in località Pontoncello costituiscono importanti aree di rifugio e riproduzione di molte specie di animali vertebrati. La presenza di una specie all’interno di un determinato ambiente dipende essenzialmente da 3 fattori: a) disponibilità di fonti alimentari; b) struttura e naturalità della vegetazione; c) dimensioni dell’area. In tempi storici non molto lontani, quando il nostro territorio era

58 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA coperto da estesi boschi (Querco - carpinetum) e paludi, vi erano le condizioni per l’insediamento di una diversificata e abbondante fauna vertebrata , rappresentata anche da mammiferi di grandi dimensioni come lontre, cervi, caprioli e cinghiali. Le rettifiche dell’ asta fluviale, le bonifiche e i disboscamenti purtroppo hanno ridotto e degradato le aree naturali, portando alla scomparsa dei grossi mammiferi dapprima citati. Tuttavia la zona interessata dal parco conserva lembi residui degli antichi boschi planiziali ed è ancora in grado di ospitare popolazioni stabili di varie specie animali. Per quanto riguarda il livello di conoscenza dei vari gruppi zoologici, tra i vertebrati è gà di livello buono quello di Uccelli , Rettili e Anfibi, grazie a osservazioni personali regresse e ricerche avviate già da parecchi anni da vari gruppi di ricerca; è solo di livello sufficiente la conoscenza dei Mammiferi per i quali non sono ancora stati utilizzati praticati metodi specifici; infine è ancora di livello insufficiente la conoscenza degli insetti e degli altri animali invertebrati, i quali necessitano di tempi adeguati e approfondite ricerche da parte di specialisti.Per quanto riguarda la descrizione dell’avifauna presente si è proceduto a considerare le tipologie di ambienti presenti e la loro idoneità ambientale relativamente alle specie osservate nella provincia di Verona. Tra le cinque classi di vertebrati del Parco di Pontoncello quella degli uccelli è certamente la più rappresentata e la più studiata. Le ricerche ornitologiche, iniziate già mnegli anni ‘80 del secolo scorso con le prime osservazioni effettuate per il Progetto Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Verona, sono proseguite con il nuovo Progetto Atlante degli uccelli nidificanti (EBN Italia, in stampa) e con i censimenti degli uccelli acquatici svernanti. Da qualche anno sono stati avviati studi basati sull’inanellamento a scopo scientifico degli uccelli (Morbioli, 2010, Bombieri, com. pers.), con l’obiettivo di ottenere importanti informazioni sulla fisiologia, ecologia, e soprattutto sulla migrazione delle varie specie di passeriformi. Di seguito viene fornito un elenco delle specie sino ad ora censite nell’area, l’ambiente in cui è stata osservata la specie e la fenologia, basata sullo schema adottato da Fasola & Brichetti (1984): SE (Sedentaria): specie presente nell’area durante l’intero corso dell’anno; M (Migratrice): specie che compie annualmente spostamenti dalle aree di nidificazione da o verso quartieri di svernamento transitando o sostando nell’area indeterminati periodi dell’anno. N (Nidificante): specie migratrice o sedentaria che porta regolarmente a termine il ciclo riproduttivo nell’area; PN (Probabile nidificante): specie di cui si suppone la riproduzione in quanto è stata ascoltata in canto in periodo riproduttivo, ma non si hanno

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prove certe di nidificazione(osservazione di nidi, presenza di pulcini etc.) E (Estivante): specie che si trattiene nell’area durante il periodo estivo o parte di esso, senza portare a termine il ciclo riproduttivo; S (Svernante): specie migratrice che si trattiene nell’area per passare l’inverno o una partedi esso, ritornando in primavera verso gli areali di nidificazione (localizzati generalmente più a nord); A (Accidentale): specie che capita nell’area sporadicamente, in genere con individui singoli o in numero molto limitato.

Specie Fenologia Habitat Airone bianco maggiore M, E Sa, Am Airone cenerino M, E Sa, Am le sigle (habitat) fanno riferimento alla carta Airone rosso M Am Albanella reale S Se,Am della vegetazione presente nella sezione Allocco PN Sa botanica del Piano ambientale Allodola N Se Alzavola M AA, Am Sa = saliceto Averla piccola N Sa, Cr Se = seminativo Averla cenerina A Sa AA = acque aperte e rive del fiume Adige Averla maggiore A Ra Am = arbusteto a meandri e greto fluviale Balestruccio N Se Balia nera M Sa Rb = radura entro bosco Ballerina bianca N Am Rc = radura a Calamagrostis Ballerina gialla S Am Cr = chari a rovo Barbagianni PN Se Ra = radura ad Artemisia Beccaccia M Rb Beccaccino S Am Beccafico M Sa, Am Beccamoschino M Rc Canapiglia M AA Canapino M Sa, Cr Canapino maggiore M Sa Cannaiola M Rc, Am, Sa Cannaiola verdognola N Rc Cannareccione M Am Capinera N Sa, Cr Cappellaccia N Se Cardellino N Ra Cigno reale PN AA, Am Cinciallegra N Sa Cinciarella PN Sa Civetta N Rb Se Codibugnolo N Sa Codirosso M Sa Codirosso spazzacamino S Se Colombaccio N Sa Cormorano S AA Cornacchia grigia SE Sa, Se, Ar Corriere piccolo M Am Cuculo N Sa Cutrettola N Se Fagiano comune SE Rb Fanello S Ra, Sa Fiorrancino S Sa Fischione M AA Folaga PN AA, Am Forapaglie . M Rc, Sa Fringuello N Sa, Ra, Rb Gabbiano comune S AA,Ar Gabbiano reale S AA,Ar Gallinella d’acqua N AA, Am Garzetta M,E Sa, Am Gazza SE Sa, Rb,Se, Ar Germano reale N AA, Am Gheppio PN Se 60 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Ghiandaia . N Sa Gruccione M Am Gufo comune N Sa Lodolaio PN Sa Lucherino S Ra, Sa Luì grosso M Sa Luì piccolo S Sa Luì verde M Sa Martin pescatore N Am, AA Marzaiola . M AA, Am Merlo N Sa, Cr, Rb Mestolone M AA Migliarino di palude M, S Rc, Ra Moretta S AA Moriglione S AA Nitticora M Sa Occhiocotto M Cr, Sa Passera d’Italia N Rc, Se, Ar Passera mattugia N Rc, Se Passera scopaiola S Rc, Cr, Sa Pendolino N Sa Peppola S Sa Pettegola M Am Pettirosso S Sa, Rc, Rb Picchio muratore M Sa Picchio rosso maggiore N Sa Picchio verde N Sa, Rb Pigliamosche N Sa, Rb Piro-piro boschereccio M Am Piro-piro culbianco M Am Piro-piro piccolo N Am Pispola S Se Poiana PN Sa, Se Porciglione PN Am Quaglia N Se Regolo S Sa Rigogolo N Sa Rondine N Se Rondone M AA, Am Saltimpalo N Se Scricciolo S Sa, Rc, Rb, Cr Sgarza ciuffetto M,E Am Smeriglio S Sa Sparviere PN Sa Spioncello S Am Sterpazzola M Am Storno N Se Strillozzo . M Se Svasso maggiore M AA Tarabusino M Am Tarabuso A Am Topino N Am Torcicollo N Sa Tordo bottaccio M Sa Tortora dal collare SE Se, Sa Tortora selvatica N Sa Tuffetto PN AA, Am Upupa PN Rb, Se Usignolo N Sa Usignolo di fiume N Sa, Rc, Cr Verdone N Sa, Ra Verzellino N Ra,

Anfibi Per quel che concerne gli Anfibi, la metodologia di indagine si è basata essenzialmente sulle osservazioni personali pregresse, sulle informazioni ottenute da colleghi naturalisti 61 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA che frequentano abitualmente il parco e da persone delle varie associazioni naturalistiche locali (WWF Zevio, Freedom S. Giovanni) Le zone dove si osservano più facilmente questi animali sono rappresentate dalle acque debolmente correnti presenti all’interno della golena e quelle delle pozze e delle lanche. Le specie sino ad ora osservate nel parco sono: Tritone crestato (Triturus carnifex) Allegato II “HABITAT”- lista rossa del Veneto (in stampa): è divenuto piuttosto raro. La sua presenza non è ancora stata verificata direttamente ma è ipotizzata, per la presenza di un ambiente idoneo e per le informazioni avute da naturalisti locali.

Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) più comune e più piccolo rispetto al precedente; predilige per la riproduzione acque tranquille e poco profonde ricche di vegetazione palustre e nei pressi della boscaglia ripariale. La sua presenza è stata riscontrata nel canale che entra nel fiume aAdige nei pressi della località Pontoncello. Rospo comune (Bufo Bufo) (Lista rossa del Veneto) specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampi e chiari, anche profondi con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, di giorno si nasconde sotto sassi e tronchi di albero caduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’Adige. Rospo smeraldino (Bufo viridis) Allegato IV “HABITAT” specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampi e chiari, anche profondi con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, di giorno si nasconde sotto sassi e tronchi di albero caduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’Adige. Raganella (Hyla intermedia) Allegato IV “HABITAT” specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampi e chiari, anche profondi con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, di giorno si nasconde sotto sassi e tronchi di albero caduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’Adige. Rana verde (Rana synklepton. esculenta) specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampi e chiari, anche profondi con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, di giorno si nasconde sotto sassi e tronchi di albero caduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’Adige. Rana di Lataste (Rana latastei) Allegato II “HABITAT” specie terricola tranne che nel periodo degli amori, in cui si reca in specchi d'acqua ampi e chiari, anche profondi con rive paludose, stagni e canali. Prevalentemente notturno, di giorno si nasconde sotto sassi e tronchi di albero caduti. Si riproduce lungo i canali e le pozze d’acqua nella zona a meandri e nelle lanche dell’Adige.

Rettili Per quanto riguarda la composizione e la distribuzione dei Rettili le specie osservate nella riserva sono le seguenti: 62 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Testuggine palustre - è nell'Allegato II “HABITAT” - lista rossa del Veneto in quanto specie divenuta ormai molto rara. Vive sulle rive dei corsi d’acqua con corrente lenta. La sua presenza non è ancora stata verificata direttamente ma è ipotizzata, per la presenza di un ambiente idoneo e per le informazioni avute da naturalisti locali. Lucertola muraiola (Podarcis muralis) è molto comune ed osservabile in tutte le zone del parco ove vi siano costruzioni in muratura, ponti e ruderi Ramarro occidentale (Lacerta bilineata) vive tra il fogliame secco e i cespugli localizzati immediatamente sotto l’argine del Fiume Adige . Orbettino (Anguis fragilis ) osservabile sugli argini cespugliati e i prati umidi. Il suo stato di conservazione in pianura desta preoccupazione, in quanto ha una distribuzione molto frammentata, ed è stato inserito come specie vulnerabile nella lista rossa dei rettili del Veneto (P). (Bonato et. alii.,2007) . Natrice dal collare (Natrix natrix) vive all’interno dei canali e delle lanche con fondo limoso argilloso, ricche di vegetazione palustre. Biacco (Hierophis viridiflavus carbonarius) specie comune, rispetto alla Natrice frequenta aree più secche e assolate, ad esempio nei pressi dei ruderi e della ex discarica localizzati immediatamente a sud della diga sull’Adige di San Giovanni. Testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta) specie non autoctona, introdotta dall’uomo a scopo commerciale e spesso liberata nei canali,è nociva all’equilibrio ecologico del parco; si nutre infatti di larve di anfibi e pesci tra cui specie in forte regresso nel parco, come la Rana di Lataste; inoltre è una forte competitrice per il cibo e le aree di termoregolazione della Testuggine palustre autoctona. Ittiofauna Le indagini sul campo su questi gruppi zoologici per ora non sono state possibili, in quanto esigono tempi di ricerca molto lunghi; inoltre l’attuale stagione autunno-invernale certamente non ha favorito la raccolta dei dati e l’applicazione delle metodologia adeguate e specifiche. Nell’eventualità di un’esigenza di informazioni anche su questi gruppi zoologici, si farà ricorso a dati pregressi rilevabili tramite indagine bibliografica. Mammiferi Le ricerche sui mammiferi sono state condotte attraverso metodologie dirette, quali osservazioni con il binocolo nelle ore crepuscolari e diurne o ritrovamento di spoglie animali, e metodologie indirette come il reperimento di tracce, tane, resti ossei trovati sul terreno o nelle borre di rapaci notturni. La teriofauna della Parco di Pontoncello è caratterizzata dalla presenza di specie tipiche dei boschi planiziali perifluviali, cioè di animali che vivono nei boschi ma esigono, per motivi trofici e riproduttivi, la presenza di corsi d’acqua di una certa estensione.

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Le trasformazioni ambientali e la pressione di azioni antropiche esterne (caccia, inquinamento, costruzione di infrastrutture ecc.). hanno provocato da un lato la totale estinzione a livello locale di alcune specie un tempo presenti come il Moscardino (Muscardinus avellanarius), il Quercino (Eliomys quercinus) il Ghiro (Myoxus glis) e lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris); dall’altro l’aumento di quelle più antropofile come i generi Rattus e Mus e di specie introdotte a fini commerciali come la Nutria (Myocastor coypus). La scarsità di vegetazione di tipo palustre (Carex, Phragmites, Typha) , un tempo sicuramente più estesa nelle golene, limita la presenza nell’area di specie paludicole, qui scarsamente rappresentate. L’elenco delle specie è ancora incompleto per quanto concerne i Chirotteri. Quest’ ordine è il meno conosciuto a causa della difficoltà di distinguere le varie specie di pipistrelli semplicemente con osservazioni in natura. Essi infatti si muovono velocemente in ore crepuscolari o notturne e risulta molto raro il rinvenimento di animali morti da poter determinare. Molto importante a livello gestionale è il rilevamento dei micromammiferi che grazie alle peculiari caratteristiche del loro ciclo biologico e l'elevata sensibilità a fattori climatici ed ambientali, rappresentano ne fanno ottimi bioindicatori. Di seguito riportiamo l’elenco sistematico delle specie sino ad ora censite. Ordine : Insettivori Riccio europeo occidentale - Erinaceus europaeus Si osserva nei pressi di siepi, argini cespugliati, margini di boscaglie. E’ importante conservare le aree cespugliate e le siepi, in cui i ricci si rifugiano per trascorrere il letargo invernale. Toporagno comune - Sorex araneus E’ abbastanza comune nell’area, frequenta argini e aree cespugliate e boscate. Talpa europea - Talpa europaea Specie molto comune e diffusa nelle radure boschive e nelle praterie Ordine: Lagomorfi Lepre comune (Lepus europaeus) presente con alcuni esemplari nelle aree coltivate e più asciutte ai margini della zona perifluviale, nelle radure ad artemisia e occasionalmente anche nelle praterie lungo gli argini. Arvicola terrestre (Arvicola terrestris) tipica specie planiziaria legata ai corsi d'acqua stagnante o debolmente corrente, ama ambienti con acqua poco inquinata e ricca di vegetazione riparia. Le piante acquatiche come la Tifa, la Canna palustre, la Carice, rappresentano la sua risorsa trofica più importante. Abbastanza rara, frequenta le lanche e i canali interni con presenza di vegetazione palustre. Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) è il roditore più comune nella riserva. Si osserva nelle aree cespugliate e nella boscaglia igrofila, dove si nutre di semi, insetti, lumache e frutta. Le sue spoglie sono state riconosciute nelle borre di Gufo comune e di Barbagianni. (B) Topolino delle risaie (Micromys minutus) non molto comune, vive nei canneti e nelle radure con presenza di cespugli e arbusti in cui costruisce il nido. La sua presenza è stata rilevata grazie al ritrovamento dei caratteristici nidi sferici, costruiti con erbe secche e intrecciati alle canne palustri. Surmolotto (Rattus norvegicus) specie abbastanza comuneed infestante, predilige ambienti golenali e zone dove si accumulano rifiuti. 64 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Topolino delle case (Mus musculusI) specie antropofila, è stata osservata nei pressi del nucleo abitato di Pontoncello. Nutria (Myocastor coypus) è una specie importata dal Sud America ed è ormai diffusa in tutti i corsi d’acqua ricchi di vegetazione ripariale . La popolazione presente, difficilmente stimabile, è in forte aumento e rappresenta un problema gestionale. La presenza di questa specie, che non ha predatori naturali, altera gli equilibri ecologici e idrogeologici dell’ecosistema fluviale; gli animali infatti danneggiano gli argini scavandovi tane e gallerie e disturbano la nidificazione di alcune specie di uccelli. Ordine: Carnivori Volpe (Vulpes vulpes) Specie divenuta abbastanza comune, , viene osservata sporadicamente e generalmente in autunno- inverno nella radure e nei pressi della ex discarica in cui sono state trovate le inconfondibili ”fatte”. Donnola – (Mustela nivalis) Allegato V “HABITAT” Tra i Mustelidi è la specie più comune in tutta l’area considerata; predilige le zone incolte, la boscaglia igrofila e gli argini cespugliati.

3.2.7 Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico Nell’ambito interessato dal Parco Naturale di Pontoncello e nelle aree limitrofe non sono segnalate presenze di tipo archeologico e/o architettonico. Per quanto concerne il patrimonio paesaggistico si sottolinea che i caratteri distintivi dell’area sono legati alle caratteristiche naturali della zona ampiamente descritte nei paragrafi relativi a biodiversità, flora e fauna (3.2.6) e ad uso del suolo (3.2.4.2). Dal punto di vista culturale si segnalano due elementi di storica memoria: • Traghetto a “passo volante”; • Casa Bombarda’. Il traghetto a passo volante era uno dei collegamenti esistenti fino ad alcuni decenni fa fra le rive del fiume Adige e nello specifico collegava i comuni di San Giovanni Lupatoto con San Martino Buon Albergo ed era situato di poco a monte dello sbarramento della diga di Santa Caterina - Pontoncello (ex SAVA) nella cosiddetta area del porto di S. Giovanni. La "Casa Bombardà" in realta non era un'abitazione civile, ma un casello idraulico nei pressi del canale raccoglitore, nel punto in cui sfocia nell'Adige. Durante gli ultimi momenti della seconda guerra mondiale, e più precisamente il 26 Aprile 1945, nella "casa" si erano asserragliati dei soldati tedeschi in fuga, per difendersi dai soldati americani. Verso mezzogiorno iniziò un conflitto a fuoco con i soldati americani, che per snidare i nemici, abbatterono l'edificio con le cannonate di 2 carri armati Sherman. Stando a quanto si diceva, se non avessero trovato i soldati nemici, gli americani erano disposti a far saltare l'intera contrada.

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3.2.8 Popolazione 3.2.8.1 Caratteristiche demografiche e anagrafiche San Giovanni Lupatoto Dai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante e graduale aumento dal 2001.

Probabilmente il territorio di San Giovanni Lupatoto risulta essere un forte polo attrattore per la popolazione di altri comuni; dai dati della tabella si nota come gli iscritti da altro comune siano quasi sempre molti di più di quelli trasferiti per altri comuni, sia per la sua vicinanza alla città di Verona, sia per la grande zona industriale e del terziario che si è sviluppata nel territorio, servita dalla Transpolesana. San Martino Buon Albergo Dai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante e graduale aumento dal 2003.

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I motivi di tale incremento tendenziale sono vari: il potere attrattivo delle zone produttive vicine a grandi assi infrastrutturali e delle zone aperte ricche di verde ove è ancora relativamente facile reperire abitazioni a costi non eccessivamente elevati. Zevio Dai dati riportati nella tabella seguente si nota come la popolazione sia in costante e graduale aumento dal 2003.

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Tale fenomeno è imputabile al saldo positivo della popolazione ed ai fenomeni di immigrazione, non solo di tipo extracomunitario, ma anche dai comuni limitrofi.

3.2.8.2 Istruzione San Giovanni L. Nel territorio comunale sono presenti: • sette scuole materne di cui tre private; • otto scuole elementari; • una scuola media. San Martino B.A. Nel territorio comunale sono presenti: • nove scuole materne di cui tre private; • cinque scuole elementari; • una scuola media. Zevio Nel territorio comunale sono presenti: • quattro scuole materne di cui tre private; • cinque scuole elementari; • una scuola media. 68 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

3.2.8.3 Situazione occupazionale

Tasso di disoccupazione 2001 Territorio Totale Femminile Giovanile 23071 - San Giovanni Lupatoto 3,6 5,1 9,7 23073 - San Martino Buon Albergo 3,3 4,8 8,4 23097 - Zevio 2,8 4,4 8,4

Tasso di disoccupazione Maschi Femmine Totale Verona 1,8 7,2 4 Vicenza 2,7 5,2 3,7 Belluno 2,2 2,3 2,3 Treviso 1,6 6,1 3,5 Venezia 3,2 7,8 5,1 Padova 2,8 6,6 4,3 Rovigo 1,8 8,2 4,4 Veneto 2,4 6,5 4

Dal confronto fra le tabelle si nota che in tutti tre i Comuni il tasso di disoccupazione si attesta su valori comunque più bassi sia relativamente a quelli provinciale sia relativamente a quelli regionali.

3.2.8.4 Salute e sanità L’ambito del Parco di Pontoncello e zone limitrofe rientrano nell’area di competenza di due Aziende ULSS: • n. 20 Verona, per i territori in Comune di S. Giovanni L. (Distretto 2) e di S. Martino B.A. (Distretto 3); • n. 21 Legnago, per i territori in Comune di Zevio. Piano di zona 2011-2015 (Ulss n. 20) Il P.d.Z. ha analizzato la situazione nel proprio territorio nell’ambito della redazione del individuando i seguenti principali fenomeni in atto: • profonda diversità geografica del territorio complessivamente inteso, che si snoda dalla pianura fino alle zone montane e che incide significativamente in particolare nei Distretti • sociosanitari n. 3 e n. 4; • intensa urbanizzazione dei Distretti n. 1 e n. 2 dovuta principalmente alla presenza di Verona, Comune capoluogo di provincia, e dei Comuni limitrofi in forte espansione; • generale crescita demografica della popolazione residente, con particolare riguardo al Distretto n. 3; 69 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

• presenza nel comune capoluogo di persone senza fissa dimora, in proporzione maggiore rispetto agli altri comuni. Piano di Zona (Ulss n. 21) Analizzando la previsione della popolazione anziana suddivisa per AULSS di appartenenza, in fasce d’età comprese fra i 65- ed i 74 anni e oltre i 75 anni, si evidenzia un sostanziale incremento dei grandi vecchi, con un aumento di questa fascia di popolazione in quelle AUlss che attualmente risultano ‘le più giovani’. La fascia degli ultra 75enni passerà, infatti, dall’ 8,6% nel 2003 al 10,26% nel 2010 e al 12,7% al 2020 sul totale della popolazione residente. E’ da sottolineare come anche l’Ulss 21 di Legnago sia tra le AULSS della Regione Veneto che avranno già nel 2010 una percentuale di ultrasessantacinquenni superiore alla media Regionale. Se si restringe il confronto alle realtà più vicine a questa Ulss rimanendo in un contesto provinciale, si nota per la nostra realtà un considerevole carico relativo agli anziani e comunque un basso carico giovanile. Si tratta di un territorio difficilmente catalogabile a livello complessivo di Ulss, ma che al contrario richiede un'attenzione agli specifici contesti territoriali.

3.2.9 Sistema socio-economico 3.2.9.1 Sistema insediativo Il sistema insediativo in cui si inserisce il Parco Naturale di Pontoncello vede la presenza dei tre principali nuclei abitativi e delle relative frazioni e/o località, in particolare: • a ovest l’abitato principale di San Giovanni L.; • a sud l’abitato della località di Pontoncello (Zevio); • a nordest l’abitato della località Giaron (San Martino B.A.). Sempre a sud del Parco, in territorio di Zevio in adiacenza al confine con San Giovanni e vicino alla località Pontoncello, si trova una zona artigianale, mentre nelle altre direzioni non si segnala alcuna area produttiva nel raggio di tre chilometri.

3.2.9.2 Viabilità Nel territorio limitrofo al Parco Naturale di Pontoncello si segnala la presenza di strade comunali secondarie. A ovest l’abitato di San Giovanni è attraversato in direzione NO-SE dalla strada statale n. 434 “Transpolesana” che passa a circa 1,5 km dal limite del Parco stesso, mentre a circa 2 km a nord si trovano la cosiddetta “tangenziale sud” e soprattutto l’autostrada A4 “Brescia-Padova”

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3.2.9.3 Servizi San Giovanni L. Oltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio comunale sono presenti i seguenti servizi: • centro giovanile; • biblioteca; • impianti sportivi; • Polizia Municipale; • trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl); • tre uffici postali; • otto istituti bancari; • cinque farmacie. San Martino B.A. Oltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio comunale sono presenti i seguenti servizi: • biblioteca; • impianti sportivi; • Polizia Locale (UnionValli con il Comune di Lavagno); • trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl); • ufficio postale; • sette istituti bancari; • tre farmacie. Zevio Oltre a quelli relativi ad istruzione e sanità già descritti nel territorio comunale sono presenti i seguenti servizi: • centro culturale; • biblioteca; • impianti sportivi; • Polizia Municipale; • trasporto pubblico (Azienda Trasporti Verona srl); • tre uffici postali; • quattro istituti bancari; • tre farmacie.

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Si riportano qui di seguito alcuni dati statistici come acquisiti dal Sistema Statistico Regionale della Regione del Veneto.

San San Martino Indicatori Giovanni Zevio Prov. VR Veneto Buon Lupatoto Albergo Addetti servizi anno 2001 5765 3775 2191 Addetti servizi anno 1991 3959 2597 1558 Addetti servizi Variaz % 2001/1991 45,6 45,4 40,6 27,4 21,1 Addetti servizi Quota su prov/reg 2001 2,8 1,8 1,1

Dalla tabella si deduce che nei tre Comuni oggetto di indagine ci sia stato un incremento maggiore degli addetti ai servizi rispetto a quanto accaduto nella provincia di Verona e in tutta la Regione del Veneto.

3.2.9.4 Attività industriali e commerciali San Giovanni Lupatoto Il Comune è un centro agricolo piuttosto rilevante per la produzione di frutta come fragole e pesche, verdura e ortaggi; la provincia di Verona, come del resto tutto il Veneto, occupa uno dei primi posti nella produzione italiana di mais, un tempo elemento base nell'alimentazione dei contadini che si nutrivano quasi esclusivamente di polenta. Dal punto di vista della produzione industriale sono degni di nota i cotonifici, i mobilifici, le industrie meccaniche e alcune importanti aziende del settore alimentare. San Martino Buon Albergo Noti sono l'artigianato ed il commercio locale: un moderno centro commerciale e la zona attigua industriale/artigianale hanno contribuito alla trasformazione socio economica della zona a partire dagli anni 60 (con un cospicuo incremento delle unita' abitative) così dicasi per l’ agricoltura. Zevio Fa parte della zona di produzione del vino DOC e del Riso Nano Vialone Veronese, che viene coltivato su terreni della pianura veronese irrigati con acqua di risorgiva. Inoltre è uno dei maggiori paesi produttori di mele della provincia.

Si riportano qui di seguito alcuni dati statistici come acquisiti dal Sistema Statistico Regionale della Regione del Veneto.

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San San Martino Indicatore Giovanni Zevio Prov. VR Veneto Buon Lupatoto Albergo anno Addetti industria 2001 4873 5472 2918 Addetti industria anno 1991 5003 5671 1743 Addetti industria Variaz % 2001/1991 -2,6 -3,5 67,4 0,5 Addetti industria Quota su prov/reg 2001 3,7 4,1 2,2 4,3

Dalla tabella si deduce che nel Comune di Zevio ci sia stato un notevole incremento di addetti all’industria contrariamente a quanto accaduto invece negli altri due comuni che hanno visto una diminuzione di questo valore, più in linea con le tendenze provinciale e regionale.

3.2.9.5 Rifiuti

COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO - RAPPORTO TRA Kg/d ab. e PERCENTUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA Kg/d ab. % R.D.

1,60 45,00 1,58 1,57 42

40 40,00 1,55 38 37 1,55 1,51 1,52 35,00

1,50 1,47 30,00

1,45

. 25,00 b a

d % / g 19 K 20,00 1,40 20 19 1,37 15,00

1,35

10,00

1,30 5,00

1,25 0,00

ANNO 2002 ANNO 2003 ANNO 2004 ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008

In Comune di San Giovanni Lupatoto la gestione dei rifiuti è affidata alla Società SGL multiservizi srl ed è attuata con la modalità “porta a porta”, con ritiro dei rifiuti differenziati nelle diverse frazioni merceologiche: frazione organica, vetro, plastica, carta e cartone, con contenitori posizionati presso le utenze domestiche e presso le utenze specifiche. Si riportano alcuni dati statistici nel seguente grafico.

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Anche in Comune di San Martino Buon Albergo la gestione dei rifiuti è attuata con la modalità “porta a porta” e i dati relativi alla raccolta differenziata già nel 2006 mostravano una percentuale pari al 57%. Anche nel Comune di Zevio la raccolta differenziata è in crescita: dal 79% del 2009 si è passati all’82% del 2010.

3.2.9.6 Energia Nella provincia di Verona, come a livello nazionale, i consumi di energia elettrica sono in costante aumento, principalmente a causa del continuo incremento di pratiche ed impianti energeticamente dispendiosi, come ad esempio i condizionatori. Analogamente sono in continuo aumento i consumi di gas naturale negli ultimi anni, soprattutto a causa di una sempre maggiore urbanizzazione e conseguente allaccio delle residenze e del settore terziario alla rete pubblica di distribuzione, oltre che all’incremento delle automobile alimentate a gas.

3.2.9.7 Turismo Il territorio del Parco Naturale di Pontoncello assume un valore turistico locale o al limite di transito verso mete più note.

3.3. Evoluzione probabile senza l’attuazione del piano

L’ambito di interesse del Parco naturale di Pontoncello, anche secondo quanto descritto nello studio per le “Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume Adige – tratto Pontoncello - Tombazosana” dell’Autorità di bacino del Fiume Adige, così come segnalato nella relazione idraulica propedeutica al Piano Ambientale, risulta avere un indice di funzionalità fluviale scadente. Infatti, si sottolineano i seguenti aspetti sfavorevoli al mantenimento delle caratteristiche naturalistiche, ambientali e paesaggistiche dell’area: • lo stato del territorio circostante privo di aree boscate; • la presenza di rive nude da vegetazione; • la conformazione delle rive; • l’evidente erosione delle sponde e dell’alveo; • l’assenza di elementi morfologici utili alla funzionalità idraulica (raschi, pozze, meandri e rami morti). Risulta molto probabile, quindi, che senza l’attuazione del Piano Ambientale del Parco Naturale del Pontoncello l’ambito sia naturalmente esposto al peggioramento delle

74 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA caratteristiche naturalistiche, ambientali e paesaggistiche oltre che a eventuali pressioni antropiche nel caso in cui non ne venga regolamentata la fruizione.

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4. QUESTIONI AMBIENTALI PERTINENTI AL PIANO AMBIENTALE

Il Piano ambientale del Parco naturale di Pontoncello si pone come strumento di tutela e di valorizzazione dell’area e individua obiettivi per il mantenimento e il miglioramento della qualità ambientale, non determinando quindi problemi ambientali. Le Norme tecniche e il Regolamento del Piano ambientale stesso sono stati redatti evidentemente in linea con i principi che hanno ispirato la realizzazione di questo Parco di interesse locale, ovvero: • tutela dell’ambiente naturale; • conservazione e la valorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone di particolare interesse paesaggistico, naturalistico ed ecologico; • promozione dello studio scientifico e della fruizione sostenibile di queste zone. Si sottolinea, tuttavia, che ogni piano, progetto e intervento che intervenga nell’area dovrà essere sottoposto alle opportune valutazioni secondo le normative di settore vigenti e nel rispetto della normativa del Piano ambientale

5. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE DEL PIANO AMBIENTALE

Il Piano ambientale è stato redatto in linea con l’attuale normativa comunitaria ambientale in quanto correlato all’istituzione del Parco naturale di Pontoncello ai sensi dell’art. 27 della L.R. 40/1984 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" che all’art. 1 individua finalità di tutela dell’ambiente naturale, di conservazione e valorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone di particolare interesse paesaggistico, naturalistico ed ecologico, di promozione dello studio scientifico e di fruizione sostenibile. Come già evidenziato questa legge regionale, pur datata, risponde ad obiettivi di tutela, valorizzazione e conservazione dell’ambiente, analoghi quindi a quelli delle attuali normative ambientali comunitarie. Ai fini della zonizzazione del Parco sono state eseguite delle analisi relativamente agli aspetti faunistici e botanici dell’area, ponendo anche particolare attenzione alle tipologie di habitat presenti. Inoltre, nella redazione della norme del Piano sono stati tenuti in considerazione gli obiettivi individuati dalle Direttive europee relative alla Rete Natura 2000, in quanto

76 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA normative di rango europeo, e quindi sovraordinate, ma soprattutto in quanto concreti e utili riferimenti. Lo stesso Piano Ambientale è stato ulteriormente valutato secondo quanto previsto dalle vigenti normative in tema di incidenza ambientale e ne sono risultati effetti nulli o addirittura positivi su habitat, specie e habitat di specie.

6. POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DEL PIANO AMBIENTALE 6.1. Aria

Il Piano ambientale del Parco di Pontoncello si pone obiettivi di mantenimento e di miglioramento dell’ambiente naturale e, quindi, le azioni previste consolidano e potenziano la funzione ecologico-ambientale dell’area stessa, producendo quindi effetti positivi che contrastino l’inquinamento atmosferico come minimo nel microclima urbano. Si specifica che le azioni previste potrebbero al limite alterare positivamente la qualità dell’aria e sicuramente escludono qualsiasi emissione inquinante. Si sottolinea, inoltre, che ogni intervento previsto nel Programma finanziario dovrà essere sottoposto alle opportune valutazioni secondo le normative di settore vigenti e nel rispetto della normativa del Piano ambientale.

6.2. Clima

Ponendo come obiettivi principali il mantenimento e la tutela dell’area naturalistica del Parco di Pontoncello il Piano ambientale potenzialmente consolida la funzione ecologico- ambientale dell’area stessa e si possono perciò ipotizzare effetti positivi nel microclima urbano.

6.3. Acqua

Il Piano ambientale del Parco Naturale di Pontoncello implica azioni di mantenimento e/o di miglioramento dell’equilibrio idrico e idrogeologico per la conservazione e la valorizzazione dell’area e, quindi, potenzialmente induce effetti positivi su questa componente ambientale.

77 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

6.4. Suolo e sottosuolo

Gli obiettivi e le azioni del Piano ambientale del Parco Naturale di Pontoncello sono chiaramente orientati a prevenire e a mitigare effetti di degrado e/o di inquinamento del suolo e risultano perciò portare un positivo impatto su questo comparto ambientale.

6.5. Agenti fisici

Non è individuabile alcun obiettivo o azione del Piano ambientale del Pontoncello che possa alterare lo stato dell’ambiente relativamente agli aspetti legati all’inquinamento acustico, elettromagnetico o radioattivo.

6.6. Biodiversità, flora e fauna

La procedura di screening di Valutazione di Incidenza ha permesso di evidenziare assenza di incidenze e effetti positivi sugli habitat presenti e sulle specie segnalate nei formulari standard dei siti della Rete Natura 2000 in esame e incluse nell’allegato I, e non, della Direttiva Uccelli 79/409/CEE, in quanto le misure temporanee di salvaguardia e le azioni previste dal Piano Ambientale vanno nell’ottica del mantenimento e miglioramento della biodiversità presente.

6.7. Patrimonio culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico

Il Piano Ambientale del Parco di Pontoncello ha fra gli obiettivi la conservazione e la gestione delle risorse naturalistiche, storiche, culturali e la valorizzazione degli aspetti storici. Se ne deduce che l’attuazione del Piano ambientale avrà effetti positivi sul patrimonio culturale e paesaggistico dell’area del Parco e in particolare si segnalano gli interventi previsti nel Programma finanziario per il ripristino dello storico traghetto a “passo volante” e per il recupero della “Casa bombardà”.

6.8. Popolazione

Il Piano ambientale non ha effetti diretti sulla popolazione per quanto concerne gli aspetti demografici, anagrafici, educativi, occupazionali e sanitari.

78 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Tuttavia, la presenza del Parco Naturale di Pontoncello gestito come indicato nel Piano ambientale darà la possibilità alla popolazione di fruire in modo sostenibile di un ambiente naturale di valore con effetti positivi sulla salute. Inoltre, il Piano ambientale prevede delle azioni per la realizzazione di interventi che diano la possibilità di utilizzo del Parco anche e soprattutto a scopi didattico-educativi, con l’obiettivo di accrescere la conoscenza e la consapevolezza del territorio da parte della popolazione.

6.9. Sistema socio-economico

Il Piano ambientale evidentemente non interviene direttamente in nessuno degli aspetti principali del sistema socio – economico, di fatto non prevedendo nessun tipo di intervento su sistema insediativo, viabilità, servizi, attività produttive, rifiuti ed energia. Tuttavia, si possono ipotizzare effetti positivi sul turismo e sugli aggregati insediativi collegati al Parco, grazie al sistema di connessioni previsto nel Programma finanziario per rendere più agevole la fruizione di tutta l’area naturale (anello ciclo-pedonale e “passo volante”), e sulle attività agricole messe in atto entro il perimetro del Parco secondo i principi di ecocompatibilità previsti nel Piano ambientale (promozione e marketing).

79 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA 6.10. Matrice riassuntiva degli impatti

COMPARTI AMBIENTALI

PATRIMONIO CULTURALE, SISTEMA SUOLO, AGENTI BIODOVERSITà, ARIA CLIMA ACQUA ARCHITETTONICO, POPOLAZIONE SOCIO- SOTTOSUOLO FISICI FLORA, FAUNA ARCHEOLOGICO, ECONOMICO PAESAGGISTICO ZONIZZAZIONE DEL PARCO C C NATURALE; TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO D BOTANICO; TUTELA E VALORIZZAZIONE D DELLA FAUNA; TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE D S OBIETTIVI CULTURALI E DEL PIANO STORICHE; AMBIENTALE MANTENIMENTO E STABILIZZAZIONE DELL’EQUILIBRIO D D C IDRICO E IDROGEOLOGICO; PROMOZIONE DI AGRICOLTURA C C C S S ECOCOMPATIBILE; ACCESSIBILITÀ E FRUIZIONE S S COMPATIBILI; RIDUZIONE DEGLI ELEMENTI DETRATTORI C C C D S S ESISTENTI.

LEGENDA: impatto positivo impatto diretto D impatto negativo impatto cumulativo C impatto nullo impatto sinergico S

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7. MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE GLI IMPATTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO O DEL PROGRAMMA

Il Piano ambientale del Pontoncello risulta produrre esclusivamente effetti positivi sull’ambiente, perciò non sono necessarie misure per impedire, ridurre o compensare gli impatti. In ogni caso, cautelativamente è previsto, oltre che obbligatorio, che anche ogni intervento o progetto previsto dal Piano finanziario sia valutato secondo quanto previsto dalle vigenti normative di settore ed effettuato nel rispetto della normativa del Piano ambientale.

8. SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA

Il Parco Naturale di Pontoncello, come descritto, interessa un’area importante dal punto di vista ambientale, situata in un’ansa del Fiume Adige, già inclusa negli strumenti di Pianificazione sovraordinata in ambiti interessanti dal punto di vista paesaggistico – ambientale e nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042. Attualmente l’area è gestita per quanto possibile da associazioni di volontariato, ma manca una precisa e specifica regolamentazione per tutti gli aspetti riguardanti tutela, conservazione e valorizzazione delle caratteristiche peculiari dell’ambito. L’ambiente potenzialmente ha un buon valore naturalistico – ambientale, tuttavia allo stato attuale risulta essere parzialmente degradato. La realizzazione di un Piano ambientale per l’area del Parco ha consentito di: • effettuare studi specifici per conoscerne approfonditamente ogni aspetto; • evidenziarne le potenzialità e le vulnerabilità; • individuare specifiche politiche di tutela, conservazione e valorizzazione; • identificare misure di protezione da pressioni antropiche incontrollate; • indicarne le corrette modalità di fruizione; • determinare gli interventi necessari al mantenimento e al miglioramento dei luoghi; • aumentare la consapevolezza del valore di questi luoghi.

Il presente rapporto si inserisce e segue il processo di valutazione così come concepito dalla normativa europea, nazionale e regionale di settore.

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Infatti, a seguito dell’analisi dello stato dell’ambiente e dell’individuazione dei principali obiettivi il documento preliminare del Piano ambientale è stata condiviso con le autorità ambientali competenti, le cui indicazioni sono state prese in considerazione nella stesura definitiva del documento stesso, che ora, assieme al presente rapporto ambientale, è stato adottato e verrà condiviso con il pubblico ai sensi delle vigenti normative.

Non sono state riscontrate particolari difficoltà nel reperimento e nello studio dei dati relativi all’area oggetto di valutazione, grazie alla quantità di documentazione presente per l’area di interesse, come verificabile al paragrafo relativo alle fonti consultate (3.1).

9. MONITORAGGIO 9.1. Scelta degli indicatori

Nelle fasi preliminari alla redazione del Piano ambientale sono state effettuate analisi specialistiche su flora, fauna e idrologia per determinare il valore dell’area. Questi studi sono stati utilizzati per realizzare la zonizzazione del Parco naturale in modo da differenziare poi la gestione dell’area. In particolare, trattandosi di un Sito di Importanza Comunitaria sono stati analizzati gli aspetti legati a flora e fauna. Le analisi vegetazionali e faunistiche hanno consentito di suddividere l’area del Parco in zone a diverso valore botanico e zone a diverso valore faunistico e, incrociando questi dati, è stata ottenuta la zonizzazione in termini di valore biologico. Per quanto riguarda lo stato della componente vegetazione (valore botanico) come indicatore è stato scelto l’”indice di abbondanza-dominanza di Braun-Blanquet” in cui la copertura di ogni specie viene assegnata in termini di percentuale per ogni specie (la scala semiquantitativa di abbondanza-dominanza di Braun-Blanquet permette di fare una valutazione a partire da un’analisi quantitativa ed immediata). Per quanto riguarda invece il valore faunistico è stato scelto di associare all’indice numerico oggettivo di presenze di specie anche considerazioni soggettive derivate dalla valutazione della presenza o meno in quel determinato ambiente di specie particolarmente pregiate e/o protette.

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9.2. Programma di monitoraggio

Come sistema di monitoraggio per valutare l’evoluzione dell’ambiente nel Parco di Pontoncello nell’attuazione del Piano ambientale, lo stesso prevede delle precise indicazioni nel Programma finanziario biennale di massima. Per valutare gli effetti degli interventi gestionali del Piano ambientale su flora, vegetazione e fauna sono previsti dei monitoraggi annuali distribuiti stagionalmente a seconda delle peculiarità delle specie da indagare.

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10. SINTESI NON TECNICA 10.1. Caratteristiche del Piano ambientale

Il Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello è stato redatto ai sensi della L.R. 40/1984, art. 27 - Parchi e riserve di interesse locale e, quindi, secondo quanto indicato dell’art. 9 della legge stessa. Il piano ambientale è costituito da: 1. una relazione illustrativa degli obiettivi da conseguirsi e dei criteri da adottare nell’attuazione del piano; 2. una o più rappresentazioni grafiche, in scala non inferiore a 1: 10.000 atte a determinare la suddivisione della zona in aree distinte, nonchè l’assetto urbanistico, agricolo, forestale della zona; 3. le norme di attuazione contenenti la specificazione dei vincoli e delle limitazioni di cui alla lettera d), nonchè la regolamentazione delle attività consentite e l’utilizzazione sociale dei beni ambientali; 4. un programma finanziario di massima Gli obiettivi e le azioni del Piano ambientale sono: 1. zonizzazione del Parco Naturale; 2. tutela e valorizzazione del patrimonio botanico; 3. tutela e valorizzazione della fauna; 4. tutela e valorizzazione delle risorse culturali e storiche; 5. mantenimento e stabilizzazione dell’equilibrio idrico e idrogeologico; 6. promozione di agricoltura ecocompatibile; 7. accessibilità e fruizione compatibili; 8. riduzione degli elementi detrattori esistenti.

10.2. Coerenza esterna del Piano ambientale

L’analisi di coerenza esterna è stata condotta rispetto ai documenti di pianificazione sovraordinata, nonché rispetto ai principali documenti comunitari di riferimento per la protezione della biodiversità. Nel caso della normativa comunitaria sono stati analizzate le Direttive comunitarie relative alla Rete Natura 2000, mentre per gli strumenti di pianificazione sono stati esaminati: Piano di Gestione dei Bacini delle Alpi Orientali (Bacino dell’Adige), Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, Piani di Area (PAQE e Valli Grandi Veronesi), Piano 84 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA

Territoriale di Coordinamento Provinciale, Piani di Assetto Territoriale dei tre Comuni interessati (S. Giovanni L., San Martino B.A., Zevio). Risulta esserci piena convergenza degli obiettivi del Piano ambientale rispetto alle indicazioni fornite dalle pianificazioni, direttive e/o normative sovraordinate.

10.3. Coerenza del Piano ambientale con obiettivi di sostenibilità

Lo sviluppo sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale. Tale processo lega quindi, in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. In questo senso la sostenibilità dello sviluppo è incompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali (che di fatto sono esauribili) ma anche con la violazione della dignità e della libertà umana, con la povertà ed il declino economico, con il mancato riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità. Il Piano Ambientale risulta essere perfettamente coerente con obiettivi di sostenibilità in quanto si pone come scopi principali appunto la tutela e la valorizzazione del patrimonio e delle risorse naturali presenti nell’area del Parco naturale di Pontoncello, per consentire la fruizione attuale in modo sostenibile e garantirla quindi anche nel futuro.

10.4. Caratteristiche dell’ambiente

Nella redazione del Rapporto Ambientale per il Piano Ambientale del Parco Naturale di Pontoncello sono stati analizzati tutti i comparti ambientali come previsto nell’allegato VI alla parte seconda del Codice dell’Ambiente D. Lgs. 152/2006. Dall’analisi delle diverse fonti non risulta che l’ambiente potenzialmente interessato dal Piano ambientale sia particolarmente compromesso, tuttavia, presenta le caratteristiche di alterazione tipiche della pianura centrale veneta sviluppata lungo l’asse del corridoio europeo Lisbona – Kiev. Infatti, per quanto riguarda l’aria risultano dei superamenti dei valori limite giornalieri di biossido di azoto e soprattutto di ozono; per quanto riguarda le acque superficiali risulta uno stato discretamente alterato al limite dello scadente; per quanto riguarda suolo e sottosuolo le caratteristiche ghiaino-sabbiose rendono l’area, per altro in buona

85 STUDIO TECNICO ASSOCIATO PROTERRA percentuale occupata da terreni agricoli, vulnerabile ai nitrati; infine, risulta un livello medio-alto di inquinamento luminoso. Relativamente alla morfologia fluviale specifica dell’area si evidenzia una certa instabilità, in particolare in sponda destra dell’Adige proprio in corrispondenza dell’ansa ricompresa nell’area del Parco.

10.5. Impatti significativi e relative misure previste

Prevedendo esclusivamente azioni mirate alla conservazione e al miglioramento dello stato dell’ambiente il Piano ambientale non solo non risulta arrecare impatti significativi negativi sulle aree interessate, ma potenzialmente ne apporterà di positivi, per i quali evidentemente non è opportuno prevedere misure di contenimento.

10.6. Monitoraggio

Come sistema di monitoraggio per valutare l’evoluzione dell’ambiente nel Parco di Pontoncello nell’attuazione del Piano ambientale, lo stesso prevede delle precise indicazioni nel Programma finanziario biennale di massima. Per valutare gli effetti degli interventi gestionali del Piano ambientale su flora, vegetazione e fauna sono previsti dei monitoraggi annuali distribuiti stagionalmente a seconda delle peculiarità delle specie da indagare.

10.7. Conclusioni

Il Piano ambientale per il Parco Naturale di Pontoncello per come concepito e successivamente arricchito grazie agli apporti delle autorità ambientali consultate, risponde a obiettivi di protezione della biodiversità e di sostenibilità: risulta essere quindi un’opportunità per accrescere la qualità ambientale dell’area senza precluderne la fruizione e, anzi, creando l’occasione per incrementare la sensibilità ambientale e la consapevolezza del valore della natura.

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