39^ Lezione Di Rock (1^ Anno 2018/2019)
39^ LEZIONE DI ROCK (1^ ANNO 2018/2019) Al termine di una calda estate, in tutti i sensi, e spero per tutti, di piacevoli e distensive vacanze, puntuale ritorna il corso di storia della musica “rock”, che taglia quest’anno il traguardo della quinta stagione, e che speriamo possa trovare la più larga partecipazione possibile, e trasmettere il consueto entusiasmo in tutti voi. Dopo aver trattato la materia da un punto di vista monografico, e per genere musicale, quest’anno analizziamo il rapporto tra cinema e “rock”, tenendo sempre aperta l’agenda per incontro/incontri, con personaggi della musica italiana, che abbiano avuto e/o abbiano un ruolo importante, influente e carismatico, nello svolgersi del percorso. Negli Stati Uniti e, di riflesso, in Europa, agli inizi degli anni ’50, nasce la nuova categoria culturale dei giovani. Tale categoria diventa protagonista in specifici ambiti artistici, quali la musica ed il cinema, producendo una serie di gusti estetici, modelli di comportamento e stili d’abbigliamento, che incidono profondamente sul costume sociale, ed arrivano a definire una vera e propria mitologia giovanile. Il termine “teenager”, inventato in America, viene importato in Gran Bretagna, ed applicato dai settimanali popolari come il “Picture Post”, alle culture dell’“adolescente sommerso”, della gioventù operaia i cui rituali di consumo, gusti musicali e scelte di beni, sono nella misura più evidente, condizionati dall’influsso americano. Il termine “teenager” sanziona la spaccatura definitiva tra infanzia e adolescenza. La spaccatura significa denaro, e l’invenzione del termine, è intimamente connessa alla creazione del mercato giovanile. Finalmente vengono forniti una nuova gamma di beni ed opportunità commerciali per il tempo libero, al fine di assorbire la moneta eccedente, di cui per la prima volta si presume disponga liberamente la gioventù operaia, e per garantire un ambito interno, nel quale la gioventù possa coltivare la propria pura identità, non scalfita dalle rappresentazioni equivoche della cultura familiare.
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