Mosca (Russia) 10-18 Agosto 2013
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CAMPIONATI DEL MONDO DI ATLETICA LEGGERA – XIV EDIZIONE - MOSCA (RUSSIA) 10-18 AGOSTO 2013 Il mese di agosto del 2013 è nel segno dello sport mondiale. Infatti, si tengono numerose rassegne iridate: scherma, canoa kajak, canottaggio, judo, pentathlon moderno, paralimpiadi di nuoto, atletica leggera. I Campionati del Mondo di atletica leggera giungono alla XIV edizione: si sono svolte a Mosca (Russia) dal 10 al 18 agosto. La prima fu a Helsinki (Finlandia) nel 1983: dal 1983 al 1991 ogni quattro anni, in seguito a scadenza biennale. Quest’edizione torna in Europa, dopo quella coreana di Daegu 2011. La precedente edizione europea di Berlino 2009 è passata alla storia dell’atletica per aver riscritto, grazie al giamaicano Usain Bolt, i primati delle gare maschili dei 100 (9”59) e 200 m (19”19). A Mosca l’atletica raccoglie il maggior numero di nazioni partecipanti ad una rassegna internazionale in una singola sede: 206, rappresentati da 1˙974 atleti (record anche in questo caso). SABATO 10 AGOSTO 2013 La prima giornata ha assegnato le prime medaglie in due finali: maratona femminile e 10˙000 m maschili. Nella maratona femminile, per l’Italia un inizio assai promettente. Le due azzurre in gara giungono seconda (Straneo) e sesta (Quaglia). Le condizioni atmosferiche non sono ideali: 34° alla partenza (primo pomeriggio) ma un tasso di umidità basso, rende l’aria non pesante, per cui il caldo non penalizza oltremisura le atlete, se riescono a reidratarsi ai ristori. Valeria Straneo, 37enne di Alessandria, personale di 2h23’44” (Rotterdam 2012) e record italiano, appena fuori dallo stadio comincia la sua gara di testa. Il percorso si snoda lungo un circuito di andata e ritorno di 10 km da ripetersi tre volte in un parco lungo il fiume Moscova, fuori dal centro di Mosca, preceduto da un tratto iniziale, sempre su asfalto. La Straneo parte decisa nelle sue azioni: ha ben costruito la gara tatticamente, con una condizione fisica eccellente come dai riscontri negli allenamenti. Al 1° km Valeria è già in testa; al 15° km dietro all’azzurra si contano sette atlete. Il gruppetto al comando si assottiglia progressivamente. Le etiopi cedono chi prima chi poi. La Straneo continua la sua marcia in testa. L’esperta keniota Edna Kiplagat, che era transitata a 29” di distacco dalla testa della corsa al 10° km, fa la sua azione decisa al 40° km, e poi taglia il traguardo nello stadio Luzhniki, che prima era intitolato a Lenin, con il tempo di 2h25’44”. La Kiplagat, 33enne, madre di quattro figli, è la prima donna nella storia a vincere due titoli mondiali consecutivi in maratona (2011 – 2013). A Daegu aveva vinto in 2h28’43”. Al secondo posto la Straneo (2h25’58”). L’azzurra, “scricciolo” di 45 kg per 1,60 m, ha iniziato a correre a 23 anni; i primi risultati li ha raggiunti appena due anni fa dopo l’operazione, 1 in cui le hanno asportato la milza facendola guarire dalla sferocitosi, benché questa affezione non sia scomparsa. L’allieva di Beatrice Brossa riporta la maratona femminile italiana sul podio mondiale, con la medaglia d’argento, dopo ben 18 anni dal bronzo di Ornella Ferrara (Goteborg 1995). Terza e quarta al traguardo due giapponesi: Kayoto Fukushi (2h27’45”), 31enne, detentrice del record giapponese sui 10˙000 m ed A. Kizaki 2h31’27”. Quinta la spagnola A. Aguilar (2h32’37”), che è anche seconda europea. Sorprendente sesto posto per l’altra azzurra Emma Quaglia (2h34’16”). La 33enne, medico genovese, con personale di 2h28’15”, ha beneficiato dei ritiri e rallentamenti delle atlete che la precedevano. La Straneo e la Quaglia sono amiche e compagne di allenamento. In gara si sono scambiate simpaticamente un cinque! Il giorno dopo la gara, ai microfoni di Raisport 1, l’alessandrina confidava che i suoi cibi preferiti sono le melanzane alla parmigiana e la cioccolata fondente, alla faccia dei nutrizionisti, potremmo dire. Altre maratone l’attendono e speriamo altre soddisfazioni. Delle 72 partenti soltanto 46 hanno tagliato il traguardo, di cui 43 sotto le 3h. La maratona ha avuto poco pubblico lungo le strade, mentre in mattinata lo stadio era quasi deserto; più affollato in serata. Questi i passaggi della gara dei km 42,195: km 5 10 15 20 21,097 25 30 35 40 42,195 parziali 17’05” 34’12” 51’14” 1h09’02” 1h12’58” 1h26’36” 1h44’00” 2h01’05” 2h18’22” 2h25’44” ogni 5 km 17’05” 17’07” 17’11” 17’38” 17’34” 17’23” 17’04” 17’16” ogni 10 km 34’12” 34’50” 34’58” 34’22” In serata si è corsa l’altra finale dei 10˙000 m maschili. Occhi puntati sul britannico Mohamed Farah di origini somale. La gara non è stata veloce: passaggio di 13’49”95 ai 5˙000 m. Decisivi gli ultimi giri con cambi di ritmo. Era proprio Farah a sferrare l’attacco risolutivo ai 450 m dal traguardo, con un ultimo giro in 55”5, lui che in precedenza è riuscito a correre i 1˙500 m in 3’28’81 a Montecarlo. Il britannico taglia il traguardo in 27’21”71 davanti all’etiope Ibrahim Jeilan (27’22”23”) ed al keniota Paul Tanui (27’22”61); quarto G. Rupp (USA) e solo 19esimo l’atteso azzurro Daniele Meucci (28’06”74). Mo Farah è allenato da Alberto Salazar in Oregon: «Alberto è un grande e da tutto il gruppo sta tirando fuori il meglio. Ma è proprio il gruppo il segreto. Ho compagni come Rupp che in allenamento mi aiutano molto, mi permettano di dare qualcosa di più». Insomma, l’atletica leggera è molto più che uno sport individuale. Più fattori contribuiscono al successo. Intanto velocisti sempre più nell’occhio del ciclone: se ne tornano a casa Baptise Kelly-Ann, bronzo mondiale 2011 per Trinidad e Tobago, pare per positività, e la connazionale 24enne Semoy Hackett, una delle più veloci nel 2013. 2 DOMENICA 11 AGOSTO 2013 Nella seconda giornata di gare, ben sei finali. Ma lo stadio è sempre povero di spettatori, un disastro in confronto al successo di Londra 2012. La Russia vince la sua prima medaglia d’oro di questi Mondiali moscoviti con il 20enne Aleksandr Ivanov, sui 20 km di marcia uomini. Il suo tempo 1h20’58”, ovvero una media poco più lenta dei 4’ al km. I giudici hanno fatto la loro parte, squalificando prima il cinese Wang, in testa nella prima parte, e poi anche il guatemalteco Barrondo, a 3 km dal traguardo (ginocchio sbloccato), mentre era poco distante dal primo. Al secondo posto il cinese Ding Chen (1h21’09”), oro a Londra. Terzo lo spagnolo Miguel Ángel Lόpez (1h21’21”). Per i colori italiani, una giornata lontana dai fasti di Maurizio Damilano: Giupponi era quattordicesimo (1h23’27”), Rubino ventottesimo (1h25’42”) e Tontodonati quarantaduesimo (1h29’26”); l’azzurro accusava anche un leggero malore appena tagliato il traguardo. Intanto scendevano in campo le donne del salto con l’asta per le qualificazioni. C’è ormai quasi tutto il mondo, eccetto l’Africa, che si cimenta in questa simpatica disciplina, un tempo solo per uomini. Questa specialità dei salti in elevazione non è patrimonio dell’Europa. Le migliori donne interpretano tecnicamente in modo corretto il gesto, forse meglio che nel salto triplo. Nel salto in lungo femminile ha vinto la favorita statunitense Brittney Reese con m 7.01, al suo terzo titolo mondiale consecutivo (oro anche a Londra 2012), davanti alla nigeriana Blessing Okagbare (m 6.99) ed alla serba Ivana Spanovic (m 6.82). Nel lancio del disco femminile, bella prova della 34enne croata Sandra Perkovic. La misura di m 67.99 gli consentiva di superare le avversarie. Seconda la francese Mélina Robert-Michon (m 66.28, record nazionale) e terza la cubana Yarelys Barrios (m 64.96). Intanto, si concludeva la gara del decathlon maschile iniziata il giorno prima, con i 1˙500 m (quasi quattro giri di pista, dopo ore di gare). Gli atleti sono stati impegnati: - il primo giorno: 100 m, salto in lungo, getto del peso, salto in alto, 400 m; - il secondo giorno: 110 m hs, lancio del disco, salto con l’asta, lancio del giavellotto, 1˙500 m. Quindi quattro gare di corsa e sei di concorsi (tre salti più tre lanci). Ashton Eaton, già campione olimpico, si è confermato vero superman, vincendo con 8˙809 punti. Lo statunitense precedeva nella classica complessiva delle dieci prove il tedesco Michael Schrader (8˙670 punti) ed il canadese Damian Warner (8˙512 punti). Ben trentaquattro atleti nella classifica finale. Con quest’alloro gli USA hanno vinto sette volte in quattordici edizioni mondiali questa prova multipla tra gli uomini. Alle ore 19.05 è partita la gara dei 10˙000 m femminili, con diciannove atlete, disturbata dalla pioggia. L’etiope Tirunesh Dibaba, 27enne, non ha deluso le attese. Se il suo tempo 30’43”35 è 3 lontano dal suo personale (29’43”39), ciò nonostante gli ha consentito di avere ragione sulle avversarie (lento il passaggio ai 5˙000 m in 15’30”38). La Dibaba, proveniente da Bekoji, nel centro dell’Etiopia, a 2˙200 mslm, ove sono nati molti campioni dell’ultimo ventennio, ha centrato il suo quinto titolo mondiale (più tre olimpici), staccando le avversarie nell’ultimo giro. Ancora Africa alle sue spalle, con la keniota Gladys Cherono seconda (30’45”17) e terza l’altra etiope Belaynesh Oljira (30’46”98). Quarta la keniota Emily Chenet (30’47”02). Quinta e prima non africana, la cinese Hitomi Niija (30’56”70), che aveva condotto la seconda parte della gara, con la sua corsa assai economica, poco aerea rispetto alle africane che l’hanno preceduta.