CAMPIONATI DEL MONDO DI ATLETICA LEGGERA – XIV EDIZIONE - MOSCA () 10-18 AGOSTO 2013

Il mese di agosto del 2013 è nel segno dello sport mondiale. Infatti, si tengono numerose rassegne iridate: scherma, canoa kajak, canottaggio, judo, pentathlon moderno, paralimpiadi di nuoto, atletica leggera. I Campionati del Mondo di atletica leggera giungono alla XIV edizione: si sono svolte a Mosca (Russia) dal 10 al 18 agosto. La prima fu a (Finlandia) nel 1983: dal 1983 al 1991 ogni quattro anni, in seguito a scadenza biennale. Quest’edizione torna in Europa, dopo quella coreana di 2011. La precedente edizione europea di Berlino 2009 è passata alla storia dell’atletica per aver riscritto, grazie al giamaicano Usain Bolt, i primati delle gare maschili dei 100 (9”59) e 200 m (19”19). A Mosca l’atletica raccoglie il maggior numero di nazioni partecipanti ad una rassegna internazionale in una singola sede: 206, rappresentati da 1˙974 atleti (record anche in questo caso).

SABATO 10 AGOSTO 2013

La prima giornata ha assegnato le prime medaglie in due finali: maratona femminile e 10˙000 m maschili. Nella maratona femminile, per l’Italia un inizio assai promettente. Le due azzurre in gara giungono seconda (Straneo) e sesta (Quaglia). Le condizioni atmosferiche non sono ideali: 34° alla partenza (primo pomeriggio) ma un tasso di umidità basso, rende l’aria non pesante, per cui il caldo non penalizza oltremisura le atlete, se riescono a reidratarsi ai ristori. Valeria Straneo, 37enne di Alessandria, personale di 2h23’44” (Rotterdam 2012) e record italiano, appena fuori dallo stadio comincia la sua gara di testa. Il percorso si snoda lungo un circuito di andata e ritorno di 10 km da ripetersi tre volte in un parco lungo il fiume Moscova, fuori dal centro di Mosca, preceduto da un tratto iniziale, sempre su asfalto. La Straneo parte decisa nelle sue azioni: ha ben costruito la gara tatticamente, con una condizione fisica eccellente come dai riscontri negli allenamenti. Al 1° km Valeria è già in testa; al 15° km dietro all’azzurra si contano sette atlete. Il gruppetto al comando si assottiglia progressivamente. Le etiopi cedono chi prima chi poi. La Straneo continua la sua marcia in testa. L’esperta keniota , che era transitata a 29” di distacco dalla testa della corsa al 10° km, fa la sua azione decisa al 40° km, e poi taglia il traguardo nello stadio Luzhniki, che prima era intitolato a Lenin, con il tempo di 2h25’44”. La Kiplagat, 33enne, madre di quattro figli, è la prima donna nella storia a vincere due titoli mondiali consecutivi in maratona (2011 – 2013). A Daegu aveva vinto in 2h28’43”. Al secondo posto la Straneo (2h25’58”). L’azzurra, “scricciolo” di 45 kg per 1,60 m, ha iniziato a correre a 23 anni; i primi risultati li ha raggiunti appena due anni fa dopo l’operazione,

1 in cui le hanno asportato la milza facendola guarire dalla sferocitosi, benché questa affezione non sia scomparsa. L’allieva di Beatrice Brossa riporta la maratona femminile italiana sul podio mondiale, con la medaglia d’argento, dopo ben 18 anni dal bronzo di Ornella Ferrara (Goteborg 1995). Terza e quarta al traguardo due giapponesi: Kayoto Fukushi (2h27’45”), 31enne, detentrice del record giapponese sui 10˙000 m ed A. Kizaki 2h31’27”. Quinta la spagnola A. Aguilar (2h32’37”), che è anche seconda europea. Sorprendente sesto posto per l’altra azzurra Emma Quaglia (2h34’16”). La 33enne, medico genovese, con personale di 2h28’15”, ha beneficiato dei ritiri e rallentamenti delle atlete che la precedevano. La Straneo e la Quaglia sono amiche e compagne di allenamento. In gara si sono scambiate simpaticamente un cinque! Il giorno dopo la gara, ai microfoni di Raisport 1, l’alessandrina confidava che i suoi cibi preferiti sono le melanzane alla parmigiana e la cioccolata fondente, alla faccia dei nutrizionisti, potremmo dire. Altre maratone l’attendono e speriamo altre soddisfazioni. Delle 72 partenti soltanto 46 hanno tagliato il traguardo, di cui 43 sotto le 3h. La maratona ha avuto poco pubblico lungo le strade, mentre in mattinata lo stadio era quasi deserto; più affollato in serata. Questi i passaggi della gara dei km 42,195: km 5 10 15 20 21,097 25 30 35 40 42,195

parziali 17’05” 34’12” 51’14” 1h09’02” 1h12’58” 1h26’36” 1h44’00” 2h01’05” 2h18’22” 2h25’44” ogni 5 km 17’05” 17’07” 17’11” 17’38” 17’34” 17’23” 17’04” 17’16” ogni 10 km 34’12” 34’50” 34’58” 34’22”

In serata si è corsa l’altra finale dei 10˙000 m maschili. Occhi puntati sul britannico Mohamed Farah di origini somale. La gara non è stata veloce: passaggio di 13’49”95 ai 5˙000 m. Decisivi gli ultimi giri con cambi di ritmo. Era proprio Farah a sferrare l’attacco risolutivo ai 450 m dal traguardo, con un ultimo giro in 55”5, lui che in precedenza è riuscito a correre i 1˙500 m in 3’28’81 a Montecarlo. Il britannico taglia il traguardo in 27’21”71 davanti all’etiope Ibrahim Jeilan (27’22”23”) ed al keniota Paul Tanui (27’22”61); quarto G. Rupp (USA) e solo 19esimo l’atteso azzurro (28’06”74). Mo Farah è allenato da Alberto Salazar in Oregon: «Alberto è un grande e da tutto il gruppo sta tirando fuori il meglio. Ma è proprio il gruppo il segreto. Ho compagni come Rupp che in allenamento mi aiutano molto, mi permettano di dare qualcosa di più». Insomma, l’atletica leggera è molto più che uno sport individuale. Più fattori contribuiscono al successo. Intanto velocisti sempre più nell’occhio del ciclone: se ne tornano a casa Baptise Kelly-Ann, bronzo mondiale 2011 per Trinidad e Tobago, pare per positività, e la connazionale 24enne Semoy Hackett, una delle più veloci nel 2013.

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DOMENICA 11 AGOSTO 2013

Nella seconda giornata di gare, ben sei finali. Ma lo stadio è sempre povero di spettatori, un disastro in confronto al successo di Londra 2012. La Russia vince la sua prima medaglia d’oro di questi Mondiali moscoviti con il 20enne Aleksandr Ivanov, sui 20 km di marcia uomini. Il suo tempo 1h20’58”, ovvero una media poco più lenta dei 4’ al km. I giudici hanno fatto la loro parte, squalificando prima il cinese Wang, in testa nella prima parte, e poi anche il guatemalteco Barrondo, a 3 km dal traguardo (ginocchio sbloccato), mentre era poco distante dal primo. Al secondo posto il cinese Ding Chen (1h21’09”), oro a Londra. Terzo lo spagnolo Miguel Ángel Lόpez (1h21’21”). Per i colori italiani, una giornata lontana dai fasti di Maurizio Damilano: Giupponi era quattordicesimo (1h23’27”), Rubino ventottesimo (1h25’42”) e Tontodonati quarantaduesimo (1h29’26”); l’azzurro accusava anche un leggero malore appena tagliato il traguardo. Intanto scendevano in campo le donne del salto con l’asta per le qualificazioni. C’è ormai quasi tutto il mondo, eccetto l’Africa, che si cimenta in questa simpatica disciplina, un tempo solo per uomini. Questa specialità dei salti in elevazione non è patrimonio dell’Europa. Le migliori donne interpretano tecnicamente in modo corretto il gesto, forse meglio che nel salto triplo. Nel salto in lungo femminile ha vinto la favorita statunitense Brittney Reese con m 7.01, al suo terzo titolo mondiale consecutivo (oro anche a Londra 2012), davanti alla nigeriana Blessing Okagbare (m 6.99) ed alla serba Ivana Spanovic (m 6.82). Nel lancio del disco femminile, bella prova della 34enne croata Sandra Perkovic. La misura di m 67.99 gli consentiva di superare le avversarie. Seconda la francese Mélina Robert-Michon (m 66.28, record nazionale) e terza la cubana Yarelys Barrios (m 64.96). Intanto, si concludeva la gara del decathlon maschile iniziata il giorno prima, con i 1˙500 m (quasi quattro giri di pista, dopo ore di gare). Gli atleti sono stati impegnati: - il primo giorno: 100 m, salto in lungo, getto del peso, salto in alto, 400 m; - il secondo giorno: 110 m hs, lancio del disco, salto con l’asta, lancio del giavellotto, 1˙500 m. Quindi quattro gare di corsa e sei di concorsi (tre salti più tre lanci). Ashton Eaton, già campione olimpico, si è confermato vero superman, vincendo con 8˙809 punti. Lo statunitense precedeva nella classica complessiva delle dieci prove il tedesco Michael Schrader (8˙670 punti) ed il canadese Damian Warner (8˙512 punti). Ben trentaquattro atleti nella classifica finale. Con quest’alloro gli USA hanno vinto sette volte in quattordici edizioni mondiali questa prova multipla tra gli uomini. Alle ore 19.05 è partita la gara dei 10˙000 m femminili, con diciannove atlete, disturbata dalla pioggia. L’etiope Tirunesh Dibaba, 27enne, non ha deluso le attese. Se il suo tempo 30’43”35 è

3 lontano dal suo personale (29’43”39), ciò nonostante gli ha consentito di avere ragione sulle avversarie (lento il passaggio ai 5˙000 m in 15’30”38). La Dibaba, proveniente da Bekoji, nel centro dell’Etiopia, a 2˙200 mslm, ove sono nati molti campioni dell’ultimo ventennio, ha centrato il suo quinto titolo mondiale (più tre olimpici), staccando le avversarie nell’ultimo giro. Ancora Africa alle sue spalle, con la keniota Gladys Cherono seconda (30’45”17) e terza l’altra etiope Belaynesh Oljira (30’46”98). Quarta la keniota Emily Chenet (30’47”02). Quinta e prima non africana, la cinese Hitomi Niija (30’56”70), che aveva condotto la seconda parte della gara, con la sua corsa assai economica, poco aerea rispetto alle africane che l’hanno preceduta. Appena due ritirate in questa vivace gara. L’ultima finale della serata (ore 19.50 italiane) è il piatto forte dei 100 m maschili. La pioggia battente non è riuscita a frenare il “fenomeno” Usain Bolt. Il giamaicano ha vendicato Daegu, dove nel 2011 fu squalificato. Qui ha segnato un buon 9’77” e confessato: «Volevo il titolo, non il record». La Giamaica si è confermata superpotenza della velocità, piazzando ben quattro uomini nei primi cinque: terzo Carter (9’95”), quarto Bailey-Cole (9’98”), quinto Ashmeade (9’98”), il più rapido a muoversi dai blocchi di partenza. Prima di loro, secondo, lo statunitense Justin Gatlin (9’85”), che aveva battuto Bolt a giugno al Golden Gala. Con questa vittoria, finora ai Mondiali Usain ha vinto sei ori e due argenti. Lo attendono la staffetta veloce ed i 200 m. «Vorrei essere il primo a scendere sotto i 19”». Bolt si è mostrato “umano”. Nel pre-gara, quando ha compreso che avrebbe dovuto correre sotto la pioggia, ha conservato la calma, ha sorriso e scherzato, mimando, sulla linea di partenza, prima di chinarsi sui blocchi, il gesto di chi è costretto ad aprire l’ombrello. Nelle altre gare, l’italiana naturalizzata , nelle semifinali dei 400 m femminili, mancava di appena 13/100 la finale, correndo la prova in 50’47”, terzo tempo della sua carriera.

LUNEDÌ 12 AGOSTO 2013

La terza giornata ha assegnato ancora sei titoli. Nel salto con l’asta maschile, grande sorpresa con il francese Renaud Lavillenie, che è finito secondo dietro al tedesco Raphael Holzdeppe (m 5.89), che bronzo a Londra, coglie qui la prima affermazione assoluta in carriera. Anche per Lavillenie m 5.89, ma al terzo tentativo, rispetto al primo del tedesco. Bronzo per il tedesco Björn Otto (m 5.82). Nel lancio del martello uomini, l’oro va al giovane ed emergente polacco Pawel Fajdek, che vince con m 81.97, mondiale stagionale. Argento per l’ungherese Krisztián Pars (m 80.30), tra i favoriti della vigilia, e bronzo per il ceco Lukáš Melich (m 79.36). Mentre il campione olimpico di Pechino ed argento a Londra, lo sloveno Kozmus (m 79.22), si deve accontentare di un quarto posto con m 79.22.

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Da segnalare la prova dell’italiano . Il colosso di Pietrasanta, quasi quarantenne, capitano azzurro, alla seconda prova con m 77.61 centra un onorevole settimo posto. Nel lancio del peso femminile, la più accreditata alla vigilia, la neozelandese Valerie Adams coglie il suo quarto titolo iridato con m 20.88, davanti alla tedesca Christina Schwanitz (m 20.41). Bronzo per la cinese Lijiao Gong (m 19.95). Nei 400 m donne, la britannica Christine Ohuruogu, la donna dei finali beffa, vince l’oro con 49”91; seconda con lo stesso tempo Adamtle Montsho (Botswana), che le vale il record nazionale. Terza la russa Antonina Krivoshapka (49”78). Nei 110 m hs uomini, trionfa David Oliver con 13”00 (+0), miglior crono dell’anno, mentre l’altro statunitense Ryan Wilson (13”) vince l’argento. Il bronzo va a Sergey Shubenkov (13”24). Jason Richardson, che aveva vinto l’oro a Daegu qui commette un errore nella nona barriera. L’ultima finale della giornata è l’attesa prova dei 100 m donne. Ancora oro per la Giamaica, con Shelly Ann Fraser-Pryce, che vince con uno strepitoso 10”71, che è anche primato mondiale stagionale, ad appena un centesimo dal record dei Campionati stabilito da Marion Jones a Siviglia 1999. Argento a Maurielle Ahoure (10”93) della Costa d’Avorio. Bronzo alla statunitense Carmelita Jeter (10”94). Da segnalare che ben cinque finaliste sono scese sotto gli 11”. Anche questa giornata ha confermato un’atletica viva: si ripetono alcuni nomi noti ed al contempo ne emergono di nuovi. Inoltre, anche chi non è più giovanissimo può stare vicino al tetto del mondo: è il caso degli azzurri Straneo e Vizzoni. Nelle cerimonie di premiazione, nel viso dei vincitori, la gioia per tanta fatica giustamente premiata.

MARTEDÌ 13 AGOSTO 2013

Nella quarta giornata ancora sei finali, compresa la conclusione dell’eptathlon donne, iniziato il giorno prima. Alle ore 7.35 italiane (9.35 locali) è partita la gara dei 20 km marcia donne. Per il settore femminile questa è l’unica prova mondiale della marcia, mentre gli uomini hanno anche la 50 km. Oro ed argento alla Russia, che vincono il titolo mondiale della 20 km ininterrottamente da Edmonton 2001. La campionessa olimpica di Londra e primatista del mondo, Elena Lashamnova si è confermata al vertice di questa classica disciplina di resistenza, vincendo con 1h27’08”. Ad un chilometro e mezzo dal traguardo l’esperta russa ha staccato la connazionale Anisya Kirdiapkyna, terza al mondiale di Daegu, che qui termina seconda con 1h27’11”. Bronzo alla cinese Hong Liu (1h28’10”). Ottimo il comportamento delle tre azzurre in gara: la piemontese è stata protagonista sin dalla partenza. Al traguardo coglie un positivo quinto posto con 1h28’41”. Eleonora Anna Giorgi ed

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Antonella Palmisano sono rispettivamente decima (1h30’01”) e tredicesima (1h30’50”, primato personale). Il movimento della marcia femminile italiana si mostra vivace come lo è stato nel passato. Nel lancio del disco uomini, i due fratelli tedeschi Robert e Christoph Harting erano attesi protagonisti. Il più accreditato della vigilia, Robert ha vinto il suo terzo titolo consecutivo: miglior lancio m 69.11. Il polacco Piotr Malachowski lo ha avvicinato con m 68.36 al quinto tentativo, ma si è dovuto accontentare dell’argento. Bronzo per l’estone Gerd Katner (m 65.19), che già aveva vinto questa medaglia a Helsinki e Berlino, per poi vincere l’oro a Daegu. Nella storia iridata, la Germania è vera dominatrice del medagliere mondiale di specialità, con 15 medaglie, di cui ben 8 d’oro. Nel salto con l’asta donne, l’attesissima Yelena Isinbayeva dopo Helsinki ed vince in patria il suo terzo titolo mondiale. La misura di m 4.82 era superata al secondo tentativo dalla pluricampionessa come da Jenn Shur ed al terzo dalla cubana Yarisley Silva. Ma a m 4.89 la Isinbayeva, al primo assalto superava magistralmente la misura; non così le altre due. Luzhniki Stadium era in tripudio per la simpatica Isinbayeva, che ha vinto anche due ori olimpici. Con la prova degli 800 m si è conclusa l’avvincente eptathlon donne, comprendente: 100 m hs, salto in alto, getto del peso, 200 m, salto in lungo, lancio del giavellotto, 800 m. La gara delle prove multiple era penalizzata da rinunce importanti (Jessica Ennis-Hill e Tatyana Chernova.). La canadese Brianne Theisen, da circa un mese signora Eaton, moglie del superman del decathlon, nutriva sogni di gloria. La gara è stata combattutissima: ben diciassette atlete sopra i 6˙000 punti. Oro all’ucraina (6˙596 punti, primato personale). Argento per l’attesa Theisen (6˙530 punti, primato personale) e bronzo all’olandesina Dafne Schippers (6˙488 punti, record nazionale), appena 21enne, già oro mondiale junior nel 2010. Canada ed Olanda erano così per la prima volta sul podio dei Mondiali della specialità multipla donne. Negli 800 m uomini, privi dell’intero podio di Londra (Rudisha infortunato, Kitum battuto nei Trials, Amos assente dell’ultima ora), il pronostico si presentava apertissimo, anche di sorprese. Vittoria all’etiope Mohammed Aman con 1’43”31. Dietro di lui lo statunitense Nick Symmonds (argento con 1’43”55) ed il gibutiano Souleiman (bronzo con 1’43”76). La gara mostrava così novità importanti: Etiopia al primo oro, USA al primo argento, Gibuti alla prima medaglia, ovviamente nel contesto degli 800 m in tutte le 14 edizioni del Mondiale. Nei 3˙000 m siepi donne, la battaglia annunciata era tra Etiopia e Kenia, pur con la possibilità che la russa Zaripova, campionessa uscente, si ripetesse. Ed infatti, doppietta keniota oro-argento con Milcah Chemos Cheywa (9’11”65, mondiale stagionale), davanti a Lydia Chepkurui (9’12”55). Bronzo invece per l’etiope Sofia Assefa (9’12”84). Con questa gara, introdotta più di recente nel panorama femminile, il Kenya ha vinto 40 medaglie nella storia dei Campionati del Mondo.

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Ultima gara della serata, la finale dei 400 m uomini. Gli USA hanno centrato la doppietta. Oro a LaShawn Merritt (43’74”, mondiale stagionale), vero dominatore della finale. Argento a Tony McQuay (44”40). Bronzo al dominicano Laguelín Santos (44”52). Il campione uscente e campione olimpico Kuirani Jamess è crollato nel finale e chiuso soltanto al settimo posto. Giunti quasi a metà percorso, si può affermare che il Mondiale di Mosca 2013 si è mostrato finora non inferiore alle aspettative. Alcuni campioni che hanno vinto, potranno ripetersi nei prossimi giorni (Bolt, Farah, Fraser-Pryce). Ma anche altri nomi sono attesi a prove da veri campioni.

MERCOLEDÌ 14 AGOSTO 2013

La quinta giornata è un po’ anomala, con gare solo nella mattinata. L’unica finale, la 50 km di marcia uomini, la più lunga dell’intero programma mondiale. Gli atleti sono partiti nella prima mattinata, con condizioni atmosferiche non particolarmente avverse, il cielo sereno. Il manto stradale era bagnato per la pioggia caduta nella nottata. Il successo all’irlandese Robert Hefferman, 35enne. Per lui il coronamento di una lunga carriera: qui ha vinto e strameritato di vincere, pur ricevendo un ammonimento dai giudici, che non hanno guardato in faccia a nessuno in questi brillanti Mondiali moscoviti. Nato il 28 febbraio 1968, irlandese purosangue, nella gara di Mosca si è notato che ha sudato pochissimo, correndo in estremo equilibrio, al massimo delle sue energie, bagnandosi ai ristori il minimo indispensabile, segno di efficiente condizione fisica e fisiologica. Buono il suo tempo 3h37’56” (3h34’14” il record mondiale). Ma raramente nelle rassegne iridate si conseguono tempi cronometrici di rilievo nelle gare di resistenza: conta il piazzamento finale. Hefferman ha scalato i vertici mondiali dall’anno 2000, con un sesto posto ai Mondiali di Osaka 2007, un quarto posto a Londra 2012, e solamente ottavo a Pechino 2008, ove era molto atteso. Argento al giovane 21enne russo Mikhal Ryzhon, di corporatura più massiccia rispetto all’irlandese. Il promettente atleta di casa chiudeva in 3h38’58”, ossia a poco più di un minuto dal vincitore. Ryzhon è così destinato ad essere protagonista nella marcia nei prossimi anni, già a partire dagli Europei del prossimo anno. Bronzo per il “canguro” australiano Jared Tallent (3h40’03”), che ha tentato una disperata rimonta nel finale. Gianni De Luca, quattordicesimo e primo degli italiani, si è confermato ai suoi livelli, vicino all’élite mondiale. La prova moscovita dell’irlandese mostrava ancora, che anche chi non è più giovanissimo può ancora dire qualcosa d’importante nell’atletica leggera.

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GIOVEDÌ 15 AGOSTO 2013

La sesta giornata di gara cade il 15 agosto, il giorno di Ferragosto, giorno di festa, in cui la Chiesa celebra la solennità dell’assunzione della beata Vergine Maria. La speranza è di vedere lo stadio più gremito dei giorni precedenti. Questi i commenti significativi sulla scarsa affluenza dei primi giorni. Lo stadio Luzhniki «è splendido. Però non c’è nessuno» sentenzia Ashton Eaton, oro nel decathlon. «Solo cinque persone e tre cani hanno assistito alla mia premiazione» le parole di Christina Schwanitz, argento nel lancio del peso donne. Così Yelena Isinbayeva, oro nel salto con l’asta donne: «È la prima volta che organizziamo a casa nostra una manifestazione di questa portata. Forse le autorità non hanno pubblicizzato a sufficienza l’evento. Penso che debbano sostenere di più l’atletica anche per la sua valenza sociale. Mentre vedo che in tutto il Paese continuano a realizzare solo campi di calcio…».

In effetti, secondo i primi dati, nelle mattine di sabato 10 agosto e di lunedì 12 sono stati presenti nello stadio moscovita soltanto 9˙000 spettatori, a fronte di una capienza di ben 43˙000 posti. Nel pomeriggio ed in serata gli spettatori aumentano. Ma certo ben altra affluenza c’è stata alle recenti Olimpiadi di Londra 2012. Nella sesta giornata erano previste ancora sei finali: alto uomini – triplo donne – 3˙000 m siepi uomini – 400 m hs donne – 400 m hs uomini – 1˙500 m donne. Il salto in alto uomini si presentava tra i piatti prelibati dell’intero programma. Il primato dei Campionati risale a ben vent’anni fa con Sotomayor (m 2.40). Atteso il campione olimpico Ivan Ukhov ed il qatariano Barshim, che recentemente ha saltato m 2.40. La gara è vinta dall’ucraino Bohdan Bondarenko con m 2.41 sul qatariano Moataz Barshim ed il canadese Derek Drouin (entrambi m 2.38). È stata una delle più grandi gare della storia di salto in alto uomini. Bondarenko ha poi tentato il record del mondo a m 2.46, con un secondo tentativo non lontano dal successo. Quarto il campione olimpico Ukhov (m 2.35) e quinto lo statunitense Erik Kynard (m 2.32). Nel salto triplo donne, i nomi più attesi erano la colombiana Catherine Ibarguen, già con due ori ai Mondiali precedenti, ed argento ai Giochi di Londra 2012, l’ucraina Olha Saladuha e la campionessa mondiale universitaria, la russa Yekaterina Koneva, che da parte sua aveva il vantaggio di gareggiare in patria. È proprio la Ibargüen che con la misura di m 14.85 (mondiale stagionale) vince il meritato oro davanti alla russa Koneva (m 14.81) ed alla Saladuha (m 14.65). Quarta la giamaicana Kimberley Williams (m 14.62, personale) e quinta la cubana Mabel Gay (m 14.45). Nei 3˙000 m siepi uomini, il keniota Ezekeil Kemboi ha vinto il Grande Slam, dopo i successi consecutivi ai Mondiali di Berlino 2009, Daegu 2011 ed alle Olimpiadi di Londra 2012. Kemboi piazza lo spunto irresistibile a 200 m dall’arrivo e vince in 8’06”01 davanti all’altro keniota Conseslus 8

Kipruto (8’06”37), giovanissimo ed in progresso nel 2013. Bronzo al francese primatista d’Europa Mahiedine Mekhissi-Benabbad (8’07”86). Quarto Paul Kipsiele Koech (8’08”62) e quinto Evan Jager (8’08”67). Primato nazionale canadese di Matt Hughes con il sesto posto (8’11”64). Nei 400 m hs donne, come nelle attese vince la ceca Zuzana Hejnova, che scende a 52”83, dodicesima prestazione all-time e record nazionale. La Hejnova si è fregiata di primati a ripetizione nella parte centrale della stagione e nei 300 m hs, l’ultimo pochi giorni prima dei Mondiali. Sul podio anche le due statunitensi Delilah Muhammad (54”09) e Lashinda Demus (54”27), mentre ha deluso la britannica Shakes-Drayton, solo settima (56”25). Nei 400 m hs uomini, assente il campione uscente Greene, i nomi attesi erano Mike Tinsley (USA), Javier Culson (Porto Rico), Jehue Gordon (Trinidad), Bershawn Jackson (USA), Kerron Clement (USA), Cisneros (Cuba) e l’olimpionico Felix Sánchez. È proprio Gordon a vincere l’oro in una combattuta finale maschile. Il successo si è deciso nell’ultimo metro in suo favore . 47”69 il suo tempo, che è anche mondiale stagionale e primato nazionale. Egli ha battuto il vicecampione olimpico Michael Tinsley (47”70, primato personale). Straordinari gli ultimi 50 m del serbo Emir Bekric, che coglie un incredibile bronzo in 48”05 (primato nazionale). Quarto il cubano Cisneros (48”12), quinto l’olimpionico Sánchez (48”22) e sesto il portoricano Culson (48”38). Le ultime medaglie della serata sono state assegnate nei 1˙500 m femminili. Ha vinto la favorita svedese di origini etiopi Abeba Aregawi (4’02”67), al termine di una volata iniziata a 200 m dal traguardo, dopo un inizio accorto e tattico. Argento alla campionessa uscente, la statunitense Jennifer Simpson, a soli 32 centesimi dalla prima (4’02”99). Bronzo per la kenyota Hellen Obiri (4’03”85), più distanziata. Sorprende il quarto posto della britannica Hannah England (4’04”98).

VENERDÌ 16 AGOSTO 2013

Per la settima giornata di venerdì 16, il programma prevede: - 6 finali: martello uomini – salto in lungo uomini – lancio del peso uomini – 5˙000 m uomini – 200 m donne - 4x400 m uomini; - batterie: 100 m hs donne – 200 m uomini – 4x400 m donne; - qualificazioni: salto triplo uomini – giavellotto donne; - semifinali: 1˙500 m uomini – 200 m uomini. Nel lancio del martello donne, oro alla russa Tatyana Lysenko. Il suo eccellente 78.80 è la seconda misura di sempre nella storia di questa specialità, a soli 60 cm dal primato del mondo, che appartiene alla tedesca Heidler. Si ricorda che la russa era stata già leader, prima di essere fermata per due anni

9 per doping nel 2007. Argento per la polacca Anita Wlodarczyk (m 78.46). Bronzo per la cinese Zhang Wenxiu (m 75.58). Nel salto in lungo uomini, oro al russo Aleksandr Menkov, primo europeo a vincere in questa disciplina. Il giovane 22enne s’è aggiudicato la prova con la misura di m 8.56, al quinto salto, dopo l’8.31 di Londra 2012 davanti al britannico Rutherford. La stella russa non ha un fisico da superman (m 1.78 di altezza per 74 kg di peso). A Mosca egli ha battuto l’ex ghandese Ignisious Gaisah, ora olandese (m 8.29) e l’ex capofila stagionale, il messicano Luis Rivera (m 8.27). Nel lancio del peso uomini, il 23enne tedesco David Storl ha confermato il titolo mondiale, che aveva vinto a sorpresa a Daegu 2011. Il campione ha dominato una gara di alto livello: ben quattro atleti hanno lanciato oltre i 21 metri. Il suo lancio migliore 21.73, inizialmente annullato e poi ritenuto valido alla moviola. Argento per lo statunitense Ryan Whiting (m 21.57). Bronzo per il canadese Dylan Armstrong (m 21.34). Nei 5˙000 m uomini, il campione britannico Mo Farah non ha deluso le attese, vincendo la gara, e realizzando così la storia doppietta nelle due gare più lunghe su pista nell’atletica leggera. Come lui soltanto: - il finlandese Lasse Viren nel 1972 e nel 1976; - l’etiope Kenenisa Bekele, capace della doppietta 5˙000-10˙000 m nella medesima edizione iridata (a Berlino 2009) ed in un’Olimpiade; - il keniota Ismail Kirui, l’unico a vincere due volte il titolo mondiale dei 5˙000 m. Ormai Farah appartiene sempre più al ristretto gruppo dei big della storia del mezzofondo. Nella gara moscovita egli ha corso l’ultimo km in 2’20”, gli ultimi 800 m in 1’51”, gli ultimi 600 m in 1’21”, gli ultimi 400 m in 53”. L’atleta della GBR ha preso la testa della gara a 450 m dal termine, e ha così battuto africani, statunitensi, compagni d’allenamento compresi. Con 13’26”98 Mo ha avuto battuto l’etiope Hagos Gabrhiwet (13’27”26) ed il keniota Isiah Koech (13’27”26). Queste le sue dichiarazioni: «Dopo i 10˙000 m ero un po’ stanco: ho cercato di correre facile, a ritmi lenti. […]. Questa doppietta, comunque, è stata molto più difficile e faticosa di quella dello scorso anno all’Olimpiade di Londra. Là nessuno mi attendeva a certi livelli, qui sì. Ecco perché questo è uno dei giorni più belli della mia carriera. Grazie al pubblico di Mosca che ha sostenuto i miei sforzi. Il futuro? La prossima stagione correrò certamente una maratona».

Nei 200 m donne, la giamaicana Shelly Ann Fraser-Pryce è riuscita nell’impresa della doppietta 100-200 m. In Giamaica, la Fraser è chiamata “the pocket racket” = il razzo tascabile, per i risultati che riesce a realizzare con le sue misure antropometriche (m 1.60 x 52 kg), che gli consentono di sviluppare una falcata ben superiore ai suoi pochi centimetri di altezza. Alla sua sesta volata dei Mondiali moscoviti, ella è riuscita a battere l’ivoriana Murielle Ahoure (22”32) e la nigeriana Blessing

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Okagbare (22”32), già argento nel lungo e sesta nei 100 m. I primi due posti di 100 e 200 m portano gli stessi nomi. Cosa accadrà nel mondo degli uomini su questa distanza veloce? Lo vedremo presto. L’ultima finale della serata, la spettacolare staffetta dei 4x400 m uomini. La vittoria alla squadra degli Stati Uniti (2’58”71) davanti alla Giamaica (2’59”88) ed alla Russia (2’59”90). Autori dell’impresa David Verburg (44”37), Tony McQuay (44”78), Arman Hall (44”92) e LaShawn Merritt (44”74): quattro frazioni corse quindi sullo stesso passo, sotto i 45”. Le altre squadre finaliste: 4. GBR 3’00”88; 5. Belgio 3’01”02; 6. Trinidad e Tobago 3’01”74; 7. Brasile 3’02”19; 8. Australia 3’02”26. Nelle qualificazioni del salto triplo uomini, in mattinata, niente da fare per i triplisti azzurri e . I due non sono riusciti ad accedere alla finale, che vedrà invece la partecipazione del meno accreditato Fabrizio Schermi. Promossa invece la 4x400 m azzurra donne, con le brillanti frazioniste Chiara Buzzoni, Marta Dilani, Mariabenedicta Chigbolu e Libania Grenot. Con 3’29”62 le quattro conquistano la partecipazione alla finale di sabato 17. Si ricorda che in questa settima giornata piena di prestazioni di rilievo, Casa Italia ha celebrato Pietro Paolo Mennea, scomparso il 21 marzo scorso. Circa 150 persone presenti all’incontro con la moglie Manuela, Maurizio Damilano, Valery Borzov, Sergey Bubka, Sebastian Coe. Questo il medagliere dopo sette giornate:

MEDAGLIERE ORO ARGENTO BRONZO TOTALE 1 USA 5 9 2 16 2 Russia 5 3 3 11 3 Kenya 3 3 3 9 4 Germania 3 2 1 6 5 Giamaica 3 1 1 5 6 GBR 3 0 0 3 7 Etiopia 2 2 2 6 8 Ucraina 2 0 1 3 9 Polonia 1 2 0 3 10 Rep. Ceca 1 0 1 2 11 Colombia 1 0 0 1 Croazia 1 0 0 1 Irlanda 1 0 0 1 Nuova Zelanda 1 0 0 1 Svezia 1 0 0 1 Trinidad e Tobago 1 0 0 1 23 Italia 0 1 0 1

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SABATO 17 AGOSTO 2013

Per l’ottava e penultima giornata di sabato 17 il programma prevede: – 1 semifinale: 100 m hs donne; – 7 finali: maratona uomini – salto in alto donne – lancio del giavellotto uomini – 5˙000 m donne – 100 m hs donne – 4x400 m donne – 200 m uomini. La gara di maratona uomini, partita alle ore 13.30 italiane, si è corsa sullo stesso percorso delle donne. Dopo la partenza nello stadio si transita in: Piazza Rossa, Cremlino, Russian Academy of Scientes, Moscov City Business Centre, Space Shuttle “Buran”, lungo la Moscova. 70 atleti al via, provenienti da 42 Paesi. C’è tanta Africa, ma mancano i big kenioti (Makau, che vanta il record del mondo con 2h08’38”, E. Mutai, G. Mutai, ecc.). È la squadra etiope la più agguerrita. Nessun italiano al via. ha preferito rinunciare e puntare ai Campionati Europei di Praga 2014. Nel mondo della maratona domina l’Africa. C’è anche un po’ d’Asia, di America del sud e di Europa, che però ha perso i campioni di un passato recente come l’azzurro Stefano Baldini. La gara moscovita ha confermato l’ugandese Stephen Kiprotich come il maratoneta del momento nelle manifestazioni iridate, già vincitore nella precedente edizione di Daegu con 2h08’01”. Kiprotich è nato in Uganda 24 anni fa, ma vive ad Eldoret (Kenia), dove l’allena Eliud Kipchoge, ex campione mondiale dei 5˙000 m a Parigi nel 2003. L’esperto corridore africano, pettorale 1080, è scattato deciso dopo il 40° km, sfuggendo all’etiope Lelisa Desisa, l’ultimo a resistergli. Il tempo di Kiprotich 2h09’51” è lontano dal record del mondo, ma nei Campionati conta vincere. Egli ha smentito chi lo ha definito “vincitore di giornata. L’etiope Desisa ha vinto l’argento, chiudendo in 2h10’12” davanti al connazionale Tadese Tola (2h10’23”) ed all’altro etiope T. Kebede. Il secondo, terzo e quarto arrivati hanno personali sotto le 2h05’. Kiprotich invece ha un ben più alto 2h07’20”. Ma a Mosca l’ugandese è apparso di un altro livello rispetto ai tre forti atleti africani, che l’hanno immediatamente seguito in classifica. Quinto e primo non africano il giapponese Nakamoto. Negli ultimi metri di gara Kiprotich ha salutato il pubblico e compiuto un veloce segno di croce. Tagliato il traguardo ha corricchiato con la bandiera del suo Paese sulle spalle. La gara di maratona ha visto così il dominio degli atleti dell’Etiopia: è mancato solo l’oro. Questi i passaggi della testa della gara: km 5 10 15 20 21,097 25 30 35 40 42,195 parziali 15’54” 31’22” 46’39” 1h01’49” 1h05’12” 1h17’11” 1h32’37” 1h48’00” 2h03’24” 2h09’51” ogni 15’54” 15’15” 15’17” 15’22” 15’22” 15’26” 15’23” 15’24” 5 km ogni 31’22” 30’27” 30’48” 30’46” 10 km

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Mentre si stava concludendo la dura gara di maratona, ha avuto inizio il salto in alto donne con l’italiana tanto attesa dopo gli ultimi Campionati juniores. La gara è avvincente. Oro alla russa Svetlana Shlonina (m 2.03), che poi ha tentato due volte m 2.05, senza successo, per quindi rinunciare al terzo tentativo, ormai deconcentrata. Argento per la statunitense Brigitte Barrett (m 2.00) e bronzo per la spagnola Ruth Beitia e per la russa Anna Chicherova entrambe a 1.97. La nostra Trost, di Pordenone, del gruppo sportivo Fiamme Gialle, allenata da Gianfranco Chessa, si è fermata a quota 1.93, che vuol dire un onorevole settimo posto. C’è chi si aspettava di più da lei, che ha in ogni modo mostrato le sue enormi potenzialità: le è mancata la confidenza con le manifestazioni internazionali. Nel lancio del giavellotto uomini, prova combattuta sino alla fine. Oro per il ceco Vitezlav Vesely, 30 anni, con la misura di m 87.17, che rinunciava all’ultimo turno, ormai certo del successo. Vesely riprende la grande tradizione ceca del giavellotto dopo l’era Jan Zelerzny. Argento per il finlandese Tero Pitramaki (m 87.07) e bronzo per il russo Dmitri Tarabin (m 86.23), migliore al mondo nel 2013, con personale di m 88.84. Sorprendente quarto posto per il keniota Julius Yego (m 85.40). Da segnalare anche l’ottavo posto dell’egiziano El Sayed (m 80.94), lui che viene da un Paese in cui sta imperversando una drammatica guerra civile. Nei 5˙000 m donne, la gara del mezzofondo dei dodici giri e mezzo di pista, oro per la favorita 30enne etiope Meseret Defar (14’50”19 il suo tempo) in una combattuta finale, che si è decisa nell’ultimo giro. La Defar conquista così il suo terzo titolo mondiale con una prova di forza alla fine di una finale partita con un ritmo assai lento: 3’10” al 1° km, 3’04” al 2° ed al 3°. Al 4° (2’51”) la prima scossa, sino al 2’41”18 dell’ultimo. Argento per la keniota Mercy Cherono (14’51”22) e bronzo per l’altra etiope Almaz Ayana (14’51”33). Quarta e quinta un’altra keniota (Kibiwot, 15’01”67) ed un’altra etiope (Diriba, 15’05”38): una finale quindi nel segno dell’Africa. Nei 100 m hs donne, è la statunitense Brianna Rollins che si fregia di un meritato oro con il tempo di 12”44 in un duello spalla a spalla con la dominatrice delle ultime tre stagioni, l’australiana Sally Pearson (12”50), deciso negli ultimi metri. Bronzo per la britannica Tiffany Porter (12”55, personale stagionale). La Rollins, che compie 22 anni il 18 agosto, ha dimostrato di essere la nuova stella degli ostacoli alti (cm 83.7/84.3). Resiste il record dei Campionati (12”28). La Rollins si è rivelata in primavera nella stagione universitaria e ha vinto il titolo statunitense in 12”26, non lontana dal record del mondo (12”21). L’italiana si è fermata in semifinale con il tempo di 13”06. Certo siamo lontani dai tempi di Trebisonda Valla, detta Ondina, che alle Olimpiadi di Berlino, nel 1936, vinse gli 80 m hs (la specialità femminile di allora, sostituita nel 1972 dai 100 m), assicurando all’Italia l’unico oro femminile nella storia della specialità ai Giochi Olimpici. Splendida ed avvincente la staffetta 4x400 m donne. Le otto squadre finaliste erano, nelle rispettive corsie: 1. Francia; 2. Ucraina; 3. Nigeria; 4. Russia; 5. USA; 6. GBR; 7. Italia; 8. Romania. L’Italia,

13 che ha raggiunto la finale per la terza volta dopo Atene 1995 e Siviglia 1999, aveva l’ultimo tempo. Oro per lo squadrone russo (3’20”19) con Gushchina, Firova, Ryzhova e Krivoshapka, in un’appassionante staffetta del miglio. Argento per gli USA (3’20”44). Bronzo per la GBR. L’Italia è finita sorprendentemente sesta in 3’27”57, ma è stata squalificata, poiché l’ultima frazionista ha perso il testimone poco prima di tagliare la linea di arrivo, evento che il regolamento esclude. L’ultima gara di quest’ennesima intensa serata i 200 m uomini. Bolt si è confermato il fenomeno dominatore degli ultimi sei anni: 3 ori a Pechino; 2 ori a Daegu; 3 ori a Londra ed ora 2 a Mosca. Ma può ancora aggiungere un altro oro con la staffetta di domenica. Confermarsi dopo un’Olimpiade è impresa difficile, in quanto gli infortuni sono sempre dietro l’angolo per chi come lui si allena intensamente. Dopo una buona partenza, il giamaicano ha allungato per chiudere in un buon 19”66, con un rallentamento nel finale. Argento per il connazionale Warren Wear (19’79”) e bronzo per lo statunitense Curtis Mitchell (20’04”). A completare il dominio giamaicano, il velocissimo Ashmeade. Degno di nota la prestazione del britannico Gemili, in impetuosa crescita: quinto in 20”08. Queste le dichiarazioni del vincitore Bolt: «I 200 sono la mia gara preferita; così questa è la mia vittoria più importante. […]. Per me questi Campionati rappresentano una pietra fondamentale verso altri traguardi». Ai microfoni di Raisport 1, Manuela Mennea, moglie del campione barlettano ha parlato in confidenza di suo marito. Lo ricorda come un uomo dall’enorme forza di volontà, un vero professionista. Il 12 settembre ci sarà la manifestazione Mennea Day in tutti i campi d’Italia. La “Freccia del Sud”venuto da Barletta voleva il riscatto dell’uomo del sud. Il campione barlettano affermava: «Se l’ho fatto io, lo potete fare tutti». Egli ha cominciato a correre in condizioni di emergenza, poiché non c’era l’impiantistica nei suoi luoghi natali. È cresciuto tutto nella scuola, allenato nel suo periodo migliore dal tecnico federale Carlo Vittori, che era un allenatore un po’ burbero, aspro. Quando manca solo una giornata al termine di questa XIV edizione dei Campionati del Mondo, è la Russia, nazione ospitante, che ha vinto più medaglie d’oro (7), oltre a 3 argenti e 5 bronzi per un totale di 15 medaglie. La segue gli Usa con 6 ori, 11 argenti e 3 bronzi per un totale di 20 medaglie. Al terzo posto la Giamaica ed al 25° l’Italia con l’argento conquistato dalla Straneo nella prima giornata.

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MEDAGLIERE ORO ARGENTO BRONZO TOTALE 1 Russia 7 3 5 15 2 USA 6 11 3 20 3 Giamaica 4 2 1 7 4 Kenya 3 4 3 10 5 Etiopia 3 3 4 10 6 Germania 3 2 1 6 7 GBR 3 0 2 5 8 Rep. Ceca 2 0 1 3 8 Ucraina 2 0 1 3 10 Polonia 1 2 0 3 11 Colombia 1 0 0 1 Croazia 1 0 0 1 Irlanda 1 0 0 1 Nuova Zelanda 1 0 0 1 Svezia 1 0 0 1 Trinidad e Tobago 1 0 0 1 Uganda 1 0 0 1 20 Italia 0 1 0 1

DOMENICA 18 AGOSTO 2013

Per la nona ed ultima giornata di domenica 18, il programma prevede: – batterie: 4x100 m donne - 4x100 m uomini; – 6 finali: giavellotto donne – salto triplo uomini – 1˙500 m uomini – 800 m donne – 4x100 m donne – 4x100 m uomini. La prima finale della giornata è stata il lancio del giavellotto donne. La gara era assai combattuta ed avvincente. La tedesca Christine Oberfoll, eterna piazzata, con un argento ed un bronzo alle Olimpiadi, due volte seconda ai Mondiali, 32 anni fra pochi giorni, ha centrato l’oro con un lancio migliore a m 69.05, primato stagionale. Argento per l’australiana Kimerley Mickle (m 66.60, personale). Bronzo per l’accreditata russa Maria Abakumova (m 65.09), leader stagionale. Un’altra gara combattuta sino all’ultimo è stata quella del salto triplo uomini. Questa prova dei salti in estensione si è anche rivelata di elevato contenuto tecnico. Eccellente il salto di m 18.04 di un soddisfattissimo 24enne francese di belle speranze Teddy Tamgho, terzo uomo nella storia a superare il muro dei 18 metri. Da segnalare il suo jump finale vicino ai 7 metri. Questo exploit è frutto del suo lavoro con Ivan Petroso, il grande lunghista cubano. È anche la prima medaglia della Francia nel triplo nelle 14 edizioni dei Campionati. Il miglior salto di sempre rimane quello di Jonathan Edwards (m 18.29) nel lontano 1995, seguito dallo statunitense Kenny Harrison (m 18.09). Argento per il cubano Petro Pablo Pichardo, 20enne, che ha realizzato un ottimo 17.68, lui campione ai Mondiali juniores lo scorso anno. Bronzo per lo statunitense Will Claye (m 17.52). Ma da segnalare anche la prova dell’italiano Fabrizio Schembri, carabiniere lombardo con il suo ottavo posto con la misura di m 16.74,

15 pur capace in passato di 17.27. La gara ha rivelato l’uomo del triplo dei prossimi anni, degno erede di Edwards. Poi, alle 16.25 la finale dei 1˙500 m uomini con favorito il campione in carica, il forte keniota Ashal Kiprop. Ma nella gara moscovita manca il podio di Londra dello scorso anno. Kiprop va presto al comando, transitando in 1’59”24 agli 800 m ed in 2’42”73 ai 1˙100 m. L’etiope taglia il traguardo in 3’36”38”. Argento allo statunitense Matthew Centrowitz, che gli finisce mezzo secondo dietro (3’36”78). Bronzo per il sudafricano Johan Cronje (3’36’83”). Kiprop dichiara: «Sono felice di aver bissato il successo. Spero di correre ancora più velocemente». Alle ore 16.50 la finale degli 800 m femminili, la gara del mezzofondo di due giri di pista. La favorita era la russa Mariya Savinova. Invece l’oro è andato a sorpresa alla keniota Dionisa Sum. Ottimo il suo tempo finale di 1’57”38, dopo il passaggio in 56”06 a metà gara. L’atleta di casa così migliora il suo 1’59”13. Argento all’attesa Savinova (1’57”38). Bronzo alla statunitense Brenda Martinez (1’57”91). Prima delle escluse dal podio Johnson Montano (USA). Era poi il turno della finale della staffetta 4x100 m donne. L’oro alla squadra giamaicana con il quartetto Carrie Russell, Kerron Stewart, Schillione Calvert e Shelly Ann Fraser-Pryce. 41”29 il loro tempo, primato dei Campionati, secondo tempo di sempre dopo il 40”82 fissato dagli USA alle Olimpiadi di Londra 2012. Tra ore dopo la conclusione della finale, cambia la classifica: niente argento per la Francia a motivo di due cambi di settore (2° e 3°). Gli USA perciò vincono perciò l’argento con il loro tempo di 42”75, ben distanziate. Bronzo per la squadra britannica (42”87). Per la Fraser-Pryce questa vittoria significa il terzo oro nella stessa manifestazione. Ora il suo bottino iridato è di ben 5 titoli, dopo i due di Berlino 2009. Questa la sua dichiarazione: «Un bel bottino. Il massimo. Ma ho lavorato tanto, fortunatamente senza inconvenienti muscolari. Non è stato facile per me e Carter, il nostro gruppo di lavoro è stato travolto dai casi Powel e Simpson. Ma per quest’ultima devo dire grazie alle compagne che sono state grandissime». Quindi, ultima gara della giornata e della stessa edizione dei Campionati, l’attesissima staffetta 4x100 m uomini. Bolt, per prudenza non ha corso la semifinale nel primo pomeriggio. Il giamaicano è riuscito ad esprimere le sue energie nell’ultima frazione. 37”36 il tempo finale della Giamaica, ed anche miglior tempo stagionale, nazione che ha preceduto gli USA (37”66) e la Gran Bretagna. La squadra britannica era però squalificata. Così il bronzo è finito al Canada (37”92) il loro tempo). Con quest’ennesimo successo, Bolt ha centrato il doppio obiettivo della vittoria personale e di quello della sua squadra. In leggero ritardo rispetto all’orario previsto è poi iniziata la cerimonia di chiusura. Il presidente della IAAF, Lamine Diack così si espresso: «È stato un Campionato del Mondo bellissimo. Abbiamo avuto nove giorni di competizioni eccitanti, di emozioni. Visto in tv da più di 4 miliardi persone in tutto il mondo. Voglio ringraziare tutti gli atleti. Grazie 16

per aver gareggiato bene e con correttezza. Abbiamo visto tutti che la Russia è un Paese meraviglioso. Un altro grazie ai partner del marketing e tutti i media senza i quali tutto questa storia non sarebbe stata raccontata. E finalmente lasciatemi ringraziare le migliaia di giovani volontari che hanno offerto un esempio dell’ospitalità della Russia. Ci vediamo a Pechino nel 2015. Sto per dichiarare chiusa la XIV edizione dei Campionati del Mondo 2013». Ha fatto seguito l’inno della federazione organizzatrice. Sale la bandiera della IAAF. Chiusa l’edizione n° 14 si va verso la 15° a Pechino. Applausi. Prossima edizione sarà Pechino nel 2015. La capitale della Cina non è solo la capitale di una nazione, ma anche un grande metropoli. Hanno già organizzato i XII Campionati ed i Giochi Olimpici nel 2008 e quelli Paralimpici. Passaggio di consegne fatto tra gli organizzatori di questa e di quella edizione. La conclusione del messaggio: «Forza Pechino 2015. Tocca a voi!». La bandiera è ora nelle mani di Pechino 2015. Viene eseguita la canzone di Mosca 2013, l’inno di questa felice edizione dei Campionati del Mondo di atletica leggera.

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RISULTATI

UOMINI SPECIALITÀ ORO ARGENTO BRONZO

100 m Usain Bolt (Giam) 9”77 Justin Gatlin (USA) 9”85 Nesta Carter (Giam) 9”95

VELOCITÀ 200 m Usain Bolt (Giam) 19”66 Warren Weir (Giam) 19”79 Curtis Mitchell (USA) 20”04 400 m LaShawn Merritt (USA) 43”74 Tony McQuay (USA) 44”40 Laguelín Santos (R. Dom) 44”52

800 m Mohammed Aman (Eti) Nick Symmonds (USA) Ayanleh Souleiman (Gib) 1’43”31 1’43”55 1’43”76

1˙500 m Asbel Kiprop (Ken) Matthew Centrowitz (USA) Johan Cronje (Saf)

3’36”28 3’36”78 3’36”83 MEZZOFONDO 5˙000 m Mohamed Farah (Gb) 13’26”98 Hagos Gebrhiwet (Eti) Isiah Kiplagat Koech (Ken) 13’27”26 13’27”26

10˙000 m Mohamed Farah (Gb) 27’21”71 Ibrahim Jeilan (Eti) 27’22”23 Paul Tanui (Ken) 27’22”61

3˙000 m siepi Ezekiel Kemboi (Ken) Conseslus Kipruto (Ken) Mahiedine Mekhissi-Benabbad 8’06”01 8’06’37” (Fra) 8’07”86

110 hs David Oliver (USA) 13”00 Ryan Wilson (USA) Sergey Shubenkov (Rus) 13”13 13”24 OSTACOLI 400 hs Jehue Gordon (Tri) 47”69 Michael Tinsley(USA) 47”70 Emir Bekrich (Ser) 48”05

CORSA SU maratona Stephen Kiprotich (Uga) 2h09’51” Lelisa Desisa (Eti) 2h10’12” Tadese Tola (Eti) 2h10’23” STRADA

salto in alto Bohdan Bondarenko (Ucr) 2.41 Mutaz Essa Barshim (Qat) Derek Drouin (Can) 2.38 2.38

salto con Raphael Holzdeppe (Ger) 5.89 Renaud Lavillenie (Fra) Björn Otto (Ger) 5.82 SALTI l’asta 5.89

salto in lungo Aleksandr Menkov (Rus) 8.56 Ignisious Gaisah (Ola) 8.29 Luis Rivera (Mes) 8.27

salto triplo Teddy Tamgho (Fra) 18.04 Pedro Pablo Pichardo Will Claye (USA) 17.52 (Cuba) 17.68

getto del peso David Storl (Ger) 21.73 Ryan Whiting (USA) 21.57 Dylan Armstrong (Can) 21.34

lancio del Robert Harting (Ger) 69.11 Piotr Malachowski(Pol)68.36 Gerd Kanter (Est) 65.19 disco LANCI lancio del Pawel Fajdek (Pol) 81.97 Kristián Pars (Ungh) 80.30 Lukáš Melich (R. Ceca) martello 79.36

lancio del Vitezslav Vesely (R.Cec) 87.17 Tero Pitamaki (Fin) 87.07 Dmitri Tarabin (Rus) 86.23 giavellotto

20 km di marcia Aleksandr Ivanov (Rus) Ding Chen (Cin) Miguel Ángel Lόpez (Spa) 1h20’58” 1h21’09” 1h21’21” MARCIA 50 km di marcia Robert Hefferman (Irl) 3h37’56” Mikhal Ryzhon (Rus) Jared Tallent (Aus) 3h38’58” 3h40’03”

STAFFETTE 4x100 m Giamaica (Carter-Bailey- USA 37”66 Canada 37”92 Ashmeade-Bolt) 37”36

4x400 m USA (Verburg-McQuay-Hall-L. Giamaica 2’59”88 Russia 2’59”90 Merritt) 2’58”71

PROVE decathlon Ashton Eaton (USA) p. 8˙809 Michael Scharden (Ger) Daman Warner (Can) p. 8˙512 MULTIPLE p. 8˙670

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DONNE SPECIALITÀ ORO ARGENTO BRONZO

100 m Shelly-Ann Fraser-Pryce (Giam) Maurielle Ahoure (CIV) Carmelita Jeter (USA) 10”71 10”93 10”94

VELOCITÀ 200 m Shelly-Ann Fraser–Pryce (Giam) Murielle Ahoure (CIV) Blessing Okagbare (Nig) 22”17 22”32 22”32

400 m Christine Ohuruogu (GBR) Adamle Montsho (Bots) Antonina Krivoshapaka (Rus) 49”91 49”91 49”78

800 m Eunice Jepkoech Sum (Ken) Mariya Savinova (Rus) Brenda Martinez (USA) 1’57”38 1’57”38 1’57”91

1˙500 m Abeba Aregawi (Sve) Jennifer Simpson Hellen Onsando Obiri (Ken) 4’02”67 (USA) 4’02”99 4’03”86 MEZZOFONDO 5˙000 m Meseret Defar (Eti) 14’50”19 Mercy Cherono (Ken) Almaz Ayana (Eti) 14’51”22 14’51”33

10˙000 m Tirunesh Dibaba (Eti) Gladys Cherono (Ken) Belaynesh Oljira (Eti) 30’43”35 30’45”17 30’45”17

3˙000 m siepi Milcah Chemos Cheywa (Ken) Lydia Chepkurui (Ken) Sofia Assefa (Eti) 9’12”84 9’11”65 9’12’55”

100 hs Brianna Rollins (USA) 12”44 Sammy Pearson (Aus) 12”50 Tiffany Porter (GBR) 12”55 OSTACOLI 400 hs Zuzana Hejonova (R.Cec) Dalilah Muhammad (USA) Lashinda Demus (USA) 52”83 54”09 54”27

CORSA SU maratona Edna Kiplagat (Ken) 2h25’44” Valeria Straneo (Ita) Kayoto Fukushi (Giap) STRADA 2h25’58” 2h27’45”

salto in alto Svetlana Shlonina (Rus) 2.03 Brigetta Barrett (USA) 2.00 Ruth Beitia (Spa), Anna Chicherova (Rus) 1.97

salto con Yelena Isinbayeva (Rus) 4.89 Jennifer Shur (USA) Yarisley Silva (Cub) 4.82 SALTI l’asta 4,82

salto in lungo Brittney Reese (USA) 7.01 Blessing Okagbare (Nig)6.99 Ivana Spanovic (Ser) 6.82

salto triplo Catherine Ibarguen (Col) Ekaterina Koneva (Rus) Olha Saladuha (Ucr) 14.85 14.81 14.65

getto del peso Valerie Adams (NZL) 20.88 Christina Schwanitz (Ger) Lijiao Gong (Cin) 19.95 20.41

lancio del Sandra Perkovic (Cro) 67.99 Mélina Robert-Michon Yarelys Barrios (Cub) 64.96 LANCI disco (Fra) 66.28

lancio del Tatyana Lysenko (Rus) 78.80 Anita Wlodarczyk (Pol) Zhang Wenxiu (Cina) 75.58 martello 78.46

lancio del Christina Obergfoll (Ger) Kimerley Mickle (Aus) Maria Abakumova (Rus) 65.09 giavellotto 69.05 66.60

MARCIA 20 km di marcia Elena Lashamnova (Rus) Anissya Kirdiapkyna Hong Liu (Cin) 1h28’10” 1h27’08” (Rus) 1h27’11”

4x100 m Giamaica (Russell-Stewart- USA 42”75 GBR 42”87 Calvert-Fraser) 41”29 STAFFETTE 4x400 m Russia (Gushchina-Firova-Ryzhova-USA 3’20”41 GBR 3’22”61 Krivoshapka) 3’20”19

PROVE eptathlon Hanna Melnychenko (Ucr) Brianne Theisen (Can) Dafne Schippers (Ola) MULTIPLE p. 6˙596 p. 6˙530 p. 6˙488

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MEDAGLIERE

ORO ARGENTO BRONZO TOTALE 1 Russia 7 4 6 17 2 USA 6 14 5 25 3 Giamaica 6 2 1 9 4 Kenya 5 4 3 12 5 Germania 4 2 1 7 6 Etiopia 3 3 4 10 7 GBR 3 0 3 6 8 Repubblica Ceca 2 0 1 3 Ucraina 2 0 1 3 10 Francia 1 2 1 4 11 Polonia 1 2 0 3 12 Colombia 1 0 0 1 Croazia 1 0 0 1 Irlanda 1 0 0 1 Nuova Zelanda 1 0 0 1 Svezia 1 0 0 1 Trinitad e Tobago 1 0 0 1 Uganda 1 0 0 1 19 Australia 0 2 1 3 20 Costa d’Avorio 0 2 0 2 21 Canada 0 1 4 5 22 Cina 0 1 3 4 23 Cuba 0 1 2 3 24 Olanda 0 1 1 2 Nigeria 0 1 1 2 26 Botswana 0 1 0 1 Finlandia 0 1 0 1 Ungheria 0 1 0 1 Italia 0 1 0 1 Qatar 0 1 0 1 31 Spagna 0 0 2 2 Serbia 0 0 2 2 33 Gibuti 0 0 1 1 Rep. Dominicana 0 0 1 1 Estonia 0 0 1 1 Giappone 0 0 1 1 Messico 0 0 1 1 Sudafrica 0 0 1 1

CLASSIFICA A PUNTI

La classifica a punti ne assegna 8 all’oro, 7 all’argento, 6 al bronzo e così via, fino all’ottavo posto che ne prende 1. In tutto 60 le nazioni rappresentate ai Campionati di Mosca 2013. 1. USA 282; 2. Russia 183; 3. Kenya 139; 4. Germania 102; 5. Giamaica 100; 6. Etiopia 97; 7. G. Bretagna 79; 8. Ucraina 51; 9. Francia 50; 10. Polonia 44; 11. Cina 42; 12. Canada 41; 13. R. Ceca 38; 14. Cuba 32; 15. Giappone 31; 16. Australia 27; 17. Spagna, Olanda 24; 19. Nigeria, Italia, Brasile 19; 22. Sudafrica 18; 23 Costa d’Avorio 14; 24. Trinidad e Tobago 13; 25. Serbia, Svezia 12.

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RIEPILOGO

Osservando il medagliere, si nota che nei primi due posti ci sono le due superpotenze Russia ed USA. In passato c’era lo storico confronto URSS-USA. Sparita l’URSS è rimasta la medesima atmosfera. Dopo i due tradizionali colossi ora ci sono due Paesi africani (Giamaica, Kenia); il primo domina nel settore velocità, il terzo nel mezzofondo e fondo mondiale, assieme all’Etiopia, che figura al sesto posto, preceduta dalla Germania. Poi seguono cinque Paesi europei: GBR, Rep. Ceca, Ucraina, Francia. Nei concorsi, la Russia ha centrato molti successi, specialmente in campo femminile. Nelle discipline della velocità la Giamaica sembra essere la dominatrice soprattutto grazie alle due pedine eccelse che portano il nome di Bolt tra gli uomini e Fraser-Pryce tra le donne. Nel mezzofondo è l’Africa ad aver i suoi big, anche considerando che Mo Farah, benché indossi la maglia della GBR, è di origini somale, africano nel sangue a tutti gli effetti come indica il colore della sua carnagione. Nel settore marcia, la Russia ha ancora una squadra capace di vincere nelle competizioni mondiali. Più articolato il discorso sul settore concorsi, dove comunque la Russia ha ancora molti atleti che vincono l’oro o una medaglia, contribuendo così al medagliere. Questa XIV edizione dei Campionati del Mondo non ha visto nuovi record. Tuttavia non sono mancate prestazioni di altissimo livello. Ma molti record che sono datati, risalgono ad un periodo in cui i controlli doping erano più sporadici. Quali sono stati gli atleti protagonisti di questa manifestazione mondiale? – USAIN BOLT: il giamaicano, prossimo al suo 27 compleanno è riuscito nella magica impresa di ripetere la tripletta iridata sui 100, 200 e 4x100 m. Così egli ha eguagliato Carl Lewis, anche lui con otto titoli, pure lui in tre edizioni (1983, 1987 e 1991). Otto ori come Michael Johnson e Allison Felix. Ma nel totale delle medaglie Bolt ha superato tutti, poiché è stato capace di vincere anche due argenti nel 2007, contro un argento ed un bronzo di Lewis e nessun’altra medaglia per gli altri due. C’è da dire che sebbene in questa edizione non ha raggiunto i vertici di Berlino 2009, dal punto di vista cronometrico, egli ha lasciato intendere che rimarrà numero uno ancora negli anni a venire. – MOHAMED FARAH: il somalo-britannico si è mostrato imbattibile con il doppio oro nelle impegnative prove del mezzofondo prolungato (5˙000 e 10˙000 m). Ancora una volta il campione olimpico ha messo in riga gli africani con le sue progressioni finali. Se ha dichiarato che il prossimo anno esordirà nella maratona, certamente ha ancora da dire molto nelle gare in pista. – ALEKSANDR MENKOV: il giovane atleta russo è riuscito ha vincere l’oro nella prova del salto in lungo, sempre contesa. Buono il suo 8.56. Ma Menkov ha sorpreso soprattutto per l’estrema

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semplicità della sua tecnica di salto: fluido nella ricorsa, esplosivo in pedana, assai composto nella fase aerea. Un mix straordinario di coordinazione e di velocità. – SHELY-ANN FRASER-PRYCE: nella velocità la Giamaica non ha soltanto un numero uno tra gli uomini ma anche tra le donne. Il peso piuma che porta il nome di Fraser-Pryce, con la sua pittoresca e bizzarra acconciatura dei capelli, ha vinto tre ori come il suo collega Bolt. Nei 100 m si è distinta per la portentosa fase di accelerazione esibita tra i 30 ed i 60 m con i quali ha letteralmente annichilito le rivali, sfruttando tempi di appoggio al suolo e relative frequenze di spinta veramente incredibili. – BOHDAN BONDARENKO: il 24enne ucraino è stato l’unico atleta che ha fatto respirare il profumo del record. Al pari di Menkov, il suo gesto tecnico brilla per semplicità: la rincorsa è fluida in continua accelerazione; poi lo stacco esplosivo; quindi una fase di volo più lunga rispetto a quella di Sotomayor. – TEDDY TAMGHO: soltanto due uomini nella storia del salto triplo hanno fatto meglio di lui: Edwards (m 18.29), Harrison (m 18.09). Il suo salto di m 18.04 è stato impeccabile dal punto di vista tecnico. Il triplista è riuscito a prevalere in una nutrita schiera di contendenti, in cui mancavano anche gli attesissimi azzurri Greco e Donato. Pare essere l’uomo del futuro in questa specialità in cui l’infortunio è sempre dietro l’angolo.

Per la squadra italiana l’obiettivo era di aprire un nuovo ciclo, con destinazione Giochi Olimpici di Rio 2016. La modalità era inserire i migliori giovani del quadriennio appena conclusosi, affinché acquisiscano esperienze utili al fianco dei “senatori”. La formazione allestita dal DT Massimo Magnani era composta da 57 azzurri: 31 uomini e 26 donne. Le pedine più attese di casa Italia erano Daniele Greco (triplo) ed Alessia Trost (alto). Altri nomi su cui puntava la squadra italiana erano Fabrizio Donato nel triplo, Valeria Straneo nella maratona, Elisa Rigaudo nella marcia e Giuseppe Gibilisco nel salto con l’asta. Gli atleti azzurri hanno avuto apposte le lettere “PM” sulla loro divisa. «Pietro Mennea ha contrassegnato un’epoca con i suoi successi, ed il suo esempio è di straordinaria attualità» ha commentato il presidente FIDAL Alfio Giomi la decisione presa dal Consiglio federale dopo il decesso del campione siculo. Il bilancio per l’Italia è una medaglia: – l’argento per Valeria Straneo, 37 anni, nella maratona femminile con 2h25’58”, dopo una gara da protagonista in cui ha sorpreso il mondo per la sua storia personale e la sua grinta. Ed altre cinque finali azzurre:

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– Emma Quaglia, 33 anni, sesta nella maratona femminile con 2h34’16”, con una prova in continua rimonta in cui ha mostrato una sbalorditiva presenza tattica. – Elisa Rigando, 33 anni, quinta nella 20 km di marcia in 1h28’41” con una gara da protagonista. – Nicola Vizzoni, 39 anni, settimo nel lancio del martello, con m 77.61, tredici anni dopo l’argento di Sidney 2000. Il capitano azzurro ha vissuto il nono Mondiale della sua lunga carriera di martellista. – Alessia Trost, 20 anni, settima nella finale del salto in alto femminile con 1.93, ove ha combattuto con più esperte specialiste. – Fabrizio Schermi, 32 anni, ottavo nel salto triplo con m 16.74. Nella 4x400 m femminile, l’Italia ha fatto indubbiamente una bella prova. Ma è stata danneggiata dallo scontro della Grenot con l’ucraina Pygyda: caduto il testimone all’azzurra, la squadra è stata squalificata. Ma è stata in ogni caso premiata l’intenzione federale di portare atleti ed atlete a Mosca per fare esperienza. Agli Europei 2014 (Zurigo), Mondiali 2015 (Pechino) ed Olimpiadi 2016 (), l’esperienza accumulata sarà preziosa per vincere di più di quell’unica medaglia, che onorevolmente la Straneo può portare felice al collo. Certo, una volta c’era un Bolt bianco (Pietro Paolo Mennea), che correva in maglia azzurra. Ora è un traguardo già giungere in finale per un atleta azzurro. Di fronte al bilancio degli azzurri, il presidente della FIDAL, Alfio Giomi, in carica dal 2 dicembre 2012, non ha nascosto la propria delusione: «C’è molto da lavorare, ancor più di quello che pensassi; più cresce il livello dell’evento più l’atletica italiana risulta inadeguata. Mosca ci ha permesso di fare una fotografia nitida della situazione. Ci siamo trovati a gestire l’esistente, ma il risultato non può essere soddisfacente. Greco era la nostra punta ed è stato messo fuori gioco da un infortunio, ma se anche avesse vinto, non cambierei la mia analisi. Il suo incidente non è stata semplice sfortuna. Dobbiamo indagare meglio e capire le ragioni di questi continui problemi fisici. È fondamentale ricreare nei nostri atleti una mentalità internazionale. Ce l’hanno i più esperti, ma ai giovani ancora manca. Il risultato della Straneo va ben oltre l’argento; Galvan nei 400 m ha saputo migliorarsi; la Grenot è recuperata, ma può ancora dare di più. In altri casi, invece, è emerso come il risultato non sia legato solo ai riscontri in allenamento. Tra una buona condizione e la capacità di esprimerla in gara, c’è una notevole differenza. Serve costruire un percorso per il futuro a partire da un modello organizzativo da aggiustare. Serve cambiare la mentalità dei nostri atleti, ma anche quella dei nostri tecnici».

Il lavoro che attende il DT Massimo Magnani è moltissimo. Due ipotesi: la rinascita della Notturna di Milano e l’organizzazione dell’Europeo 2020 a Roma. La speranza è che i giovani italiani, apprezzando le imprese degli atleti a questi Campionati trovino gli stimoli per emularli, o per lo meno di cimentarsi nelle discipline dell’atletica leggera, assai formative e divertenti. Per raggiungere un successo sono necessari anzitutto motivazioni e piacere nell’applicarsi, come un certo Pietro Paolo Mennea è riuscito a fare. Giusto allora ricordarlo nel Mennea Day del 12 settembre ed intitolare a suo nome il Golden Gala, manifestazione ormai classica nel programma estivo in pista.

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In ultimo vogliamo citare le parole del presidente della IAAF, Lamine Diack, espresse poco prima dei Mondiali: «La IAAF è stata pioniera nella lotta al doping e continueremo a perseguire chi infrange le regole». Ci auguriamo che le medaglie di questi entusiasmanti Campionati del Mondo non vengano scalfite da casi di doping. Perché, se i campioni non si limitano a solo partecipare ma a vincere, l’importante è che lo facciano lealmente.

I prossimi appuntamenti iridati sono: – 2014: XXI Campionati Europei - Zurigo (Svizzera). – 2015: XV Campionati del Mondo - Pechino (Giappone). – 2016: XXXI Giochi Olimpici - Rio de Janeiro (Brasile). – 2017: XVI Campionati del Mondo - Londra (GBR).

STEFANO SEVERONI

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