PATI CASTELLO DI GODEGO E LORIA relazione ambientale

PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE (P.A.T.I.)

DEI COMUNI DI CASTELLO DI GODEGO E LORIA

RELAZIONE AMBIENTALE

Comune di CASTELLO DI GODEGO DGC n. ______

DEL __.__.2008

Comune di LORIA DGC n. ______

DEL __.__.2008

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Progettista e coordinatore

Arch. Roberto Cavallin

Agronomia, paesaggio, biodiversità

Dott. Agr. Giovanni Claudio Corrazzin

Geologia e idrogeologia

Dott. Geol. Jacopo De Rossi

Rischio idraulico e difesa del suolo

Ing. Giuliano Zen

Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione Incidenza Ambientale

Dott. Agr. Maurizio Leoni

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Indice

1 - Premessa – riferimenti a leggi urbanistiche ...... 4 2 - La VAS: strumento di verifica della sostenibilità del PATI ...... 6 3 - Il territorio inquadramento fisico – morfologico e territoriale ...... 8 4 - Quadro pianificatorio e programmatico PTRC – PTCP – PRG ...... 10 5 – Popolazione e demografia ...... 13 6 - Sistema ambientale e paesaggistico ...... 15 6.1 Risorse Naturalistiche e Ambientali ...... 15 6.1.1 Aria ...... 15 6.1.2 Clima ...... 15 6.1.3 Acque superficiali ...... 16 6.1.4 Acque sotterranee ...... 17 6.1.5 Suolo e sottosuolo ...... 19 6.1.6 Flora, fauna e biodiversità ...... 20 6.2 difesa del suolo ...... 21 6.3 unità di paesaggio agrario di interesse storico - culturale ...... 22 6.4 elementi significativi del paesaggio di interesse storico ...... 24 6.5 Centri Storici ...... 25 7 - Sistema insediativo e attività produttive ...... 26 7.1 assetto fisico funzionale ...... 26 7.2 settore produttivo primario ...... 28 7.3 settore produttivo secondario e terziario ...... 31 7.4 settore turistico – ricettivo ...... 33 7.5 servizi a scala territoriale ...... 34 8 - Sistema infrastrutturale ...... 35 8.1 infrastrutture a scala sovracomunale ...... 36 8.2 infrastrutture a scala locale ...... 39 9 – Impronta ecologica ...... 42 10 - Analisi SWOT ...... 44 11 – Obiettivi di sostenibilità ...... 53 12 – Monitoraggio ...... 54

Allegati: - planimetria dei vicoli e dell’uso del suolo

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1 - Premessa – riferimenti a leggi urbanistiche

La Regione ha approvato nel 2004 la Legge Regionale n° 11 “Norme per il governo del territorio”, stabilendo, all’articolo 2 criteri, indirizzi, metodi e contenuti che gli strumenti di pianificazione devono avere per conseguire il raggiungimento di obiettivi relativi a: - Promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole; - Tutela delle identità storico-culturali e della qualità degli insediamenti attraverso le operazioni di recupero e riqualificazione; - Salvaguardia e valorizzazione dei centri storici, del paesaggio rurale e delle aree naturalistiche; - Difesa dai rischi idrogeologici; - Coordinamento con le politiche di sviluppo di scala nazionale ed europea. In attuazione dei principi di sussidiarietà e concertazione, l’art. 5 stabilisce che i processi di formazione degli strumenti di pianificazione dovranno conformarsi al metodo del confronto e della concertazione con gli enti pubblici territoriali nonché al confronto con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi, nonché con i gestori di servizi pubblici e di uso pubblico affinché concorrano alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche individuate dallo strumento di pianificazione. Il Piano Regolatore Generale (PRG) diventa, nella nuova legge, Piano Regolatore Comunale (PRC) articolato in due diversi livelli e momenti della pianificazione: - Piano di Assetto del Territorio (PAT) o intercomunale (PATI), che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, (o in modo coordinato il territorio di più comuni attraverso il PATI), individuando le specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, geomorfologia, paesaggistica, ambientale, storico- monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze della comunità locale. Il PAT o PATI è soggetto ad approvazione Regionale (in futuro Provinciale). - Piano degli Interventi (PI) che, in coerenza e in attuazione del PAT, individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità. Il PI è soggetto alla sola approvazione Comunale. Per la formazione del PATI i Comuni hanno la possibilità di attivare, ai sensi dell’art. 15, una procedura concertata tra i comuni, la Provincia, la Regione e altri soggetti pubblici interessati, previa sottoscrizione di un accordo di pianificazione. Il PATI è redatto sulla base di previsioni decennali e fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili ed inoltre: - Coordina le scelte strategiche di rilevanza sovracomunale, in funzione delle specifiche vocazioni territoriali; - Dispone una disciplina urbanistica o edilizia unitaria per ambiti intercomunali omogenei; - Definisce un’equa ripartizione dei vantaggi e degli oneri tra i comuni interessati mediante convenzione. Particolarmente importante nella nuova legge Urbanistica Regionale è l’introduzione di alcuni innovativi strumenti che i comuni potranno utilizzare nella pianificazione urbanistica: - la perequazione urbanistica (art. 35) finalizzata all’equa distribuzione, tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica e degli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali, indipendentemente dalle specifiche destinazioni d’uso assegnate alle singole aree; - La riqualificazione ambientale e il credito edilizio (art. 36) cioè la possibilità di acquisire un diritto edificatorio, come conseguenza della demolizione di opere incongrue,

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dell’eliminazione degli elementi di degrado, di interventi di miglioramento della qualità urbana, paesaggistica, architettonica e ambientale. - la compensazione urbanistica (art. 37) per l’attuazione di previsioni urbanistiche che consentano, ai proprietari di aree e di edifici oggetto di vincolo preordinato all’esproprio, di recuperare adeguata capacità edificatoria, anche nella forma del credito edilizio, su aree e/o edifici, anche di proprietà pubblica, previa cessione all’amministrazione dell’area oggetto di vincolo. In applicazione della direttiva europea 2001/42/CE la nuova legge Urbanistica Regionale ha altresì previsto, durante il processo di formazione del PAT o PATI la parallela redazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per la valutazione degli effetti derivanti dall’attuazione degli stessi. Per l’avvio del processo di formazione degli strumenti urbanistici e territoriali la nuova Legge Urbanistica Regionale (ed i relativi atti d’indirizzo) richiedono la predisposizione della Relazione Ambientale che fornisce una prima analisi iniziale dello stato del territorio e del Documento Preliminare che definisce gli obiettivi generali e le conseguenti scelte strategiche (intese come indicazioni programmatiche di carattere generale da precisare nelle successive fasi di pianificazione), nonché le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole.

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2 - La VAS: strumento di verifica della sostenibilità del PATI

La valutazione ambientale strategica é un procedimento che comporta “l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni” (art. 2, lettera b direttiva 2001/42/CE del 27.06.2001), per “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile” (art. 1 direttica 2001/42/CE), nonché la disciplina della fase di monitoraggio per il controllo degli effetti ambientali significativi dell’attuazione del Piano. Si tratta quindi di una procedura che segue la pianificazione lungo tutto il suo iter perseguendo la finalità di indirizzarla a obiettivi di sviluppo che puntino a soddisfare le condizioni di sostenibilità ambientale. La VAS, mettendosi in relazione con le scelte urbanistico – ambientali del Piano di Assetto del Territorio, consente: • di individuare gli effetti ambientali della pianificazione; • di indicare gli obiettivi di qualità ambientale che si intendono perseguire; • di avviare il monitoraggio degli effetti attraverso l’uso di indicatori della qualità e/o dell’evoluzione dell’ambiente. La valutazione ambientale strategica (di seguito denominata VAS ) rappresenta lo strumento di integrazione tra le esigenze di promozione dello sviluppo sostenibile e di garanzia di un elevato livello di protezione dell’ambiente. L’articolo 4 della LR 11/2004, indica il Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.) tra gli strumenti urbanistici da sottoporre alla VAS, che permetterà di evidenziare la congruità del Piano rispetto agli obiettivi di sostenibilità, di valutare le alternative assunte nell’elaborazione, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano. In mancanza dell’atto di indirizzo di cui all’art 46, comma 1, lettera a) della L.R. 11/2004 “Criteri e modalità di applicazione della VAS”, si terrà conto, oltre che della direttiva 2001/42/CE, dei seguenti riferimenti normativi: - DGR 2988 del 01.10.2004 “Primi indirizzi operativi per la V.A.S. di piani e programmi della Regione del Veneto”. - Ministero dell’Ambiente – Linee guida per la VAS - Codice dei beni culturali e del paesaggio (DL 42/2004) - Enplan – valutazione ambientale di piani e progetti – progetto per la messa a punto della metodologia VAS – Regione Emilia Romagna e altre - DGR 3262 del 24.10.2006 - Guida metodologica per la Valutazione Ambientale Strategica. Procedure e modalità operative. La presente relazione ambientale iniziale é prevista come fase di avvio della procedura di V.A.S.ed é volta a fornire le prime indicazioni sullo stato attuale dell'ambiente, con la specificazione dei temi significativi, da tenere presente ed approfondire con la redazione del rapporto ambientale. Di seguito si indicano le fasi operative della V.A.S., al fine di rendere maggiormente comprensibile la procedura: a) definizione di obiettivi, finalità e priorità, sulla base del documento preliminare, adottato dalla Giunta Comunale e della relazione ambientale iniziale. b) redazione della proposta di rapporto ambientale, che descrive lo stato dell’ambiente sulla base di indicatori, individuati tenuto conto delle peculiarità del territorio in esame e delle più significative pressioni cui è sottoposto; individua obiettivi ed azioni strategiche;

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c) valutazione ambientale di sostenibilità: si tratta di valutare le azioni di piano, in termini di significatività degli effetti ambientali. La valutazione quantitativa sarà effettuata sulla base di un set di indicatori descrittivi e di performance e analizzerà le possibili linee di sviluppo insediativo, secondo scenari alternativi; d) Valutazione di incidenza ambientale: si tratta di valutare gli eventuali effetti significativi sulle componenti dei SIC/ZPS generati dalle previsioni di piano, mediante schede di impatto e indicatori ambientali; data la differente procedura di valutazione, la VincA sarà sviluppata in modo attinente, ma distinto; e) Mitigazioni e compensazioni: si individuano le misure atte a migliorare la compatibilità delle previsioni di piano con la capacità di carico del territorio e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile da perseguire. In questa fase si ricerca una adeguata soluzione ai possibili conflitti tra obiettivi ambientali, sociali ed economici del piano; f) Monitoraggio: il processo di VAS non si limita all’approvazione del piano, ma controlla gli effetti ambientali generati dall’attuazione del piano, al fine di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e di apportare misure correttive adeguate. Il sistema di monitoraggio va relazionato alle componenti ambientali prioritarie, caratterizzate da impatti ambientali misurabili . Il monitoraggio consiste nella periodica verifica di un set di componenti ambientali e di aree sensibili, attraverso adeguati indicatori di stato e di pressione.

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3 - Il territorio inquadramento fisico – morfologico e territoriale

I comuni di Castello di Godego e Loria sono situati sul confine sud-ovest della provincia di , dove si incontrano i confini tra le province di Vicenza e Padova.

Tavola 1: inquadramento territoriale

(Fonte: elaborazione Cavallin Associati)

Tavola 2: ambiti di competenza consorzi di bonifica

(Fonte: elaborazione Cavallin Associati)

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Entrambi i comuni ricadono nell’ambito di competenza di due Consorzi di Bonifica, il Pedemontano Bretella di e il Pedemontano Brenta. Il Comune di Castello di Godego confina con i comuni di Loria, Rise Pio X (TV), (TV) e (PD). Il Comune di Loria confina con i comuni di Castello di Godego, San Martino di Lupari (PD), Galliera Veneta (PD), Rossano Veneto (VI), Cassola (VI), Mussolente (VI), San Zenone degli Ezzelini (TV) e (TV). Castello di Godego non ha frazioni mentre a Loria sono presenti, oltre al capoluogo, le frazioni di Ramon, Castione e Bessica. Il territorio dei due comuni misura rispettivamente Kmq 17,98 Castello di Godego e Kmq. 23,18 Loria per complessivi 41,16 kmq ed ha un andamento pianeggiante con quote che variano da m. 90,5 slm. a nord-ovest di Loria a m. 44,8 a sud-est di Castello di Godego. Il territorio è attraversato con direttrice sud est – nord ovest dalla strada regionale n° 245 “Castellana” e dalla linea ferroviaria Venezia – Trento e in direzione nord – sud dalla strada provinciale n° 20 “di Fonte”; inoltre Loria è attraversata con direttrice est – ovest dalla strada provinciale n° 95 “Baroni”. Entrambi i comuni ricadono nell’area pedemontana con sistema insediativo caratterizzato da relazioni di tipo metropolitano a struttura diffusa. Il territorio di entrambi i comuni ricade nella fascia di ricarica degli acquiferi ed è attraversato con direttrice nord - sud dal torrente Muson che lambisce l’area di rilevante interesse paesaggistico dei Prai di Castello di Godego.

Tavola 3: ambito ZPS Prai di Castello di Godego

(Fonte: elaborazione Cavallin Associati)

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4 - Quadro pianificatorio e programmatico PTRC – PTCP – PRG

La nuova legge Urbanistica Regionale all’art. 3 stabilisce che il governo del territorio si attua attraverso la pianificazione di livello comunale, provinciale e regionale. I diversi livelli devono essere tra loro coordinati nel rispetto dei principi di sussidiarietà e coerenza; in particolare, ciascun piano indica il complesso delle direttive per la redazione degli strumenti di pianificazione di livello inferiore e determina le prescrizioni e i vincoli automaticamente prevalenti. Ia pianificazione è così articolata: - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC); - Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP); - Piano di assetto del territorio comunale (PAT) e piano degli interventi comunali (PI), che costituiscono il piano regolatore comunale, il piano di assetto del territorio intercomunale (PATI) e i piani urbanistici attuativi (PUA).

Piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) Il PTRC attualmente vigente risale ai primi anni 90. Nel 2004 la regione Veneto ha predisposto il “documento programmatico preliminare” ed ha avviato le consultazioni. Il nuovo PTRC è in fase di completamento e la prima versione ufficiale dovrebbe essere presentata entro l’estate 2007. Il nuovo PTRC definisce 8 grandi obbiettivi essenziali. 1) un riorientamento delle politiche di sviluppo in chiave di “spazio europeo” in un contesto che vede perdere di significato i vecchi confini geografici; 2) il rafforzamento della capacità di competere del sistema economico regionale definendo i settori da sviluppare, come le nuove tecnologie, nano e bio tecnologie, alimentare, turismo/ospitalità, servizi; 3) la capacità di tutelare le risorse territoriali fondamentali e non riproducibili come natura, cultura, storia; 4) la valorizzazione delle città venete come “motore di futuro”, favorendo la razionalizzazione dei nuovi poli urbani (Centri commerciali, Direzionali ecc.), la trasformazione delle grandi aree produttive (Marghera, ZIP di Padova, e ZAI di Verona), la definizione dei cosiddetti “servizi rari” come parchi tecnologici e scientifici, fiere, aree per il settore medicale) , il recupero delle periferie urbane degradate e la limitazione dell’uso del suolo per lo sviluppo insediativo; 5) la definizione, derivandola dal Piano Regionale Trasporti, della rete della mobilità “fast”, vale a dire la logistica, il sistema aeroportuale, i corridoi europei, la portualità; e della mobilità “slow”, vale a dire canali navigabili, strade romantiche, piste ciclabili, alte vie, percorsi tematici ed enogastronomici, nonché l’individuazione di “corridoi energia” e delle reti tecnologiche; 6) la salvaguardia del patrimonio rurale e l’individuazione degli interventi per valorizzare l’agricoltura di qualità; 7) l’indicazione della rete ecologica del Veneto, da raccordare a quella europea costituita da parchi naturali e territori ad elevata naturalità; 8) l’individuazione dei “sistemi di paesaggio” come strumenti per favorire interventi mirati di restauro e valorizzazione territoriale alla ricerca di una nuova e moderna sintesi di cultura e natura, e di un nuovo e moderno equilibrio tra uomo e ambiente. Il PTRC, nel documento programmatico preliminare effettua una classificazione tipologica dei comuni del veneto sulla base dei loro caratteri distintivi.

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Entrambi e comuni di Castello di Godego e Loria rientrano nel 5° gruppo, che comprende i comuni che incarnano in modo emblematico i caratteri prevalenti del modello veneto. Il profilo è caratterizzato dall’elevata diffusione delle unità locali dell’industria e dalla scarsa diffusione di servizi rari. I loro caratteri distintivi sono il numero dei componenti delle famiglie, l’andamento della popolazione e l’alta quota percentuale delle unità locali dell’industria.

Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) Nel 2006 la Provincia di Treviso ha presentato il progetto preliminare avente valore di “stato di avanzamento” del PTCP nel quale sono indicati obiettivi generali e obiettivi specifici della pianificazione. Nel Maggio 2007 la Provincia ha presentato il “Documento di Piano che rappresenta il progetto di PTCP nella sua veste quasi definitiva. Gli obiettivi generali fanno riferimento prevalentemente agli assi 1 e 2 del Piano Strategico, ovvero: o potenziare il sistema infrastrutturale e il trasporto pubblico per migliorare la capacità competitiva; o realizzare un sistema di gestione del territorio equo, sostenibile, e innovativo. Gli obiettivi generali sono i seguenti: - riordino e riqualificazione delle aree urbanizzate esistenti; - ridotto consumo di nuovo suolo; - valorizzazione e tutela delle aree naturalistiche, SIC e ZPS; - costruzione di una rete ecologica; - riassetto idrogeologico del territorio; - realizzazione di nuove infrastrutture; - trasformazione di infrastrutture esistenti; - valorizzazione del turismo; - recupero delle valenze monumentali; - valorizzazione e tutela del territorio agroforestale; - protezione e difesa da inquinamento; - protezione civile; Gli obiettivi specifici più significativi in relazione al territorio del PATI sono i seguenti: - riassetto delle localizzazioni insediative; - razionalizzazione delle aree produttive; - realizzazione di una rete ecologica che minimizzi il grado di frammentazione del territorio; - ridurre la congestione stradale che caratterizza gran parte del territorio provinciale regionale; - aumentare l’accessibilità alle diverse aree del territorio; - raggiungere un più elevato grado di sicurezza per la circolazione stradale; - ottimizzare le condizioni di circolazione mediante l’eliminazione di punti singolari caratterizzati da una limitata capacità di deflusso del traffico; - incentivare e promuovere il turismo all’interno della provincia; - valorizzare il patrimonio architettonico e paesaggistico presente e rilanciare e sostenere le funzioni commerciali e residenziali dei Centri Storici e delle aree urbane; - recupero (salvataggio) e riutilizzazione delle Ville Venete e dei Monumenti isolati presenti nel territorio;

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- impedire un’ulteriore erosione del paesaggio storico e delle risorse naturalistiche; - nei cicli industriali e in agricoltura eliminare o almeno ridurre al massimo le situazioni di inquinamento. Entrambi i comuni rientrano inoltre nell’area obiettivo A – Intensificazione industriale agglomerativa nei quali si ritiene utile favorire una crescita produttiva.

Piani Regolatori comunali Il comune di Castello di Godego è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con delibera della Giunta Regionale n° 2482 del 28.07.2000. Dopo l’entrata in vigore della variante generale sono state apportate n° 18 varianti parziali di modesta entità. Il comune di Loria è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con delibera della Giunta Regionale n° 2530 del 13.09.2002. Dopo l’entrata in vigore della variante generale sono state apportate n° 9 varianti parziali tra cui 8 di modesta entità ed una di maggiore rilevanza destinata alla regolamentazione di dettaglio delle aree del centro storico. Entrambi i PRG hanno introdotto, in modo parziale ed in via sperimentale interventi regolati dalla perequazione urbanistica.

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5 – Popolazione e demografia

La popolazione a Castello di Godego e di Loria è di n° 6.659 e n° 8.466 al 01.01.2005 La densità della popolazione é pressoché uguale nei due comuni e si attesta su valori di 370 abitanti/kmq. per Castello di Godego e di 365 abitanti/kmq. per Loria, livello superiore del 10% al dato medio della Provincia di Treviso (339 abitanti/kmq.).

Tavola 4: popolazione residente – variazione demografica Comuni ed aree Popolazione Popolazione Variazione % Variazione residente residente 1982 2005 5.038 6.377 + 1.339 + 27 Castelfranco Veneto 28.821 32.831 + 4.010 + 14 Castello di Godego 5.566 6.659 + 1.093 + 20 Loria 6.655 8.466 + 1.811 + 27 5.915 8.166 + 2.251 + 38 Riese Pio X 7.255 10.181 + 2.926 + 40 12.141 14.904 + 2.763 + 23 Castellana 71.391 87.584 + 16.193 + 23 Provincia Treviso 731.148 849.355 + 118.207 + 16 Veneto 4.381.393 4.738.313 + 356.920 + 8

Fonte: ISTAT dati anagrafici al 01.01.1982 – 01.01.2005

Tavola 5: popolazione residente – densità demografica Comuni ed aree Popolazione stranieri % stranieri Densità residente residenti popol. 2005 residente ogni Kmq Altivole 6.377 533 8,4 291 Castelfranco Veneto 32.831 2.383 7,3 645 Castello di Godego 6.659 460 6,9 370 Loria 8.466 701 8,3 365 Resana 8.166 717 8,8 327 Riese Pio X 10.181 827 8,1 331 Vedelago 14.904 953 6,4 241 Castellana 87.584 6.574 7,4 378 Provincia Treviso 731.148 65.546 7,8 339 Regione Veneto 4.381.393 287.732 6,6 256

Fonte: ISTAT dati anagrafici al 01.01.2005

Nell'ultimo ventennio (1982/2005) la popolazione é aumentata del 20 e del 27% rispettivamente a Castello di Godego e Loria, con un trend positivo più accentuato rispetto al dato medio provinciale (+ 16%). La pressione demografica é quindi elevata, come in tutta l'area centrale della pianura veneta, sostenuta anche dalla presenza di stranieri, che rappresentano il 6,9 e l’8,3% rispettivamente a Castello di Godego e Loria.

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Famiglie Dall’analisi dei dati sulle famiglie residenti risulta evidente la tendenza alla diminuzione del numero medio di componenti per famiglia contrapposta all’aumento del numero complessivo di famiglie. Queste ultime presentano una crescita più consistente rispetto alla crescita del numero dei residenti.

Tavola 6: famiglie Comuni ed aree Famiglie Famiglie Var. % Componenti Componenti 1991 2005 per famiglia per famiglia 1991 2005 Altivole 1.675 2.232 33,3 3,3 2,9 Castelfranco Veneto 9.804 12.722 29,8 3,0 2,6 Castello di Godego 1.824 2.258 23,8 3,3 3,0 Loria 2.070 2.937 41,9 3,4 2,9 Resana 2.135 3.185 49,2 3,0 2,6 Riese Pio X 2.585 3.606 39,5 3,2 2,9 Vedelago 3.953 5.265 33,2 3,3 2,9 Castellana 24.046 32.205 33,9 3,1 2,7

Fonte dati: ISTAT – Censimento popolazione 2001

La tendenza lascia presupporre che nel prossimo decennio in entrambi i comuni il numero medio di componenti per famiglia continui a diminuire con un ulteriore aumento del numero complessivo di famiglie con crescita superiore, in proporzione, alla crescita dei residenti.

Livello di istruzione Un indicatore del livello di istruzione significativo é l'incidenza dei laureati e dei diplomati sulla popolazione residente. Il dato per Castello di Godego é del 25,30% e scende al 20,60% per Loria, quest'ultimo nettamente inferiore al dato medio dell’area della Castellana pari al 24,45%.

Tavola 7: livello di istruzione della popolazione residente. Comuni ed aree % laureati % diplomati % alfabeti % analfabeti senza titolo di studio Altivole 2,36 20,77 8,79 0,43 Castelfranco Veneto 7,75 25,00 6,98 0,40 Castello di Godego 3,58 21,72 7,16 0,27 Loria 2,35 18,25 8,06 0,36 Resana 2,79 18,60 8,27 0,45 Riese Pio X 2,98 21,80 8,76 0,18 Vedelago 2,53 20,63 8,44 0,34 Castellana 3,48 20,97 8,07 0,35

Fonte dati: ISTAT – Censimento popolazione 2001

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6 - Sistema ambientale e paesaggistico

6.1 Risorse Naturalistiche e Ambientali

6.1.1 Aria

I problemi di inquinamento dell’aria sono dovuti al traffico veicolare, agli impianti termici e ai processi di combustione dell’industria. Il Dm 60/2002, di recepimento delle direttive comunitarie in materia, ha introdotto, oltre ai valore limite di componenti convenzionali, quali anidride solforosa, ossidi di azoto, ossido di carbonio, polveri totali sospese, altri indicatori, strettamente correlati alla salubrità dell’aria. Si tratta delle cosiddette polveri sottili (PM10 e PM 2,5) e del benzene. Inoltre il Dlg 183/2004 recependo la Direttiva Europea 2002/3/CE ha fissato gli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione dall'ozono. Il monitoraggio della qualità dell'aria é effettuato a scala regionale dall'ARPAV. Non vi sono attualmente dati o indagini specificamente riferite al territorio di Castello di Godego e di Loria. Come in tutti i comuni della pianura veneta – padana, anche nell'area in esame assume rilevanza il livello di PM10; pur non essendo disponibili dati riferiti al territorio comunale, i monitoraggi realizzati da parte dell’ARPAV a scala provinciale evidenziano valori di PM10 superiori ai limiti previsti, per periodi anche prolungati, concentrati in nel periodo autunno – invernale. Il parametro attualmente in vigore, vale a dire il numero di superamenti della soglia massima per non più di 35 giorni(anno) viene costantemente oltrepassato in tutta l’area di pianura del Veneto. Il Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera della Regione Veneto definisce la nuova zonizzazione del territorio regionale approvata con DGR 3195 del 17.10.2006: i comuni di Castello di Godego e di Loria, sono inclusi nella zona A1 - con emissività compresa tra 7 e 20 t/anno per kmq., inferiore quindi alle aree a maggior densità abitativa. Il più vicino punto di monitoraggio é quello sito in Castelfranco Veneto (sede ARPAV) e classificato come stazione di background rurale, confrontabile con il territorio di Castello di Godego e di Loria; i parametri rilevati sono gli ossidi di azoto e l'ozono: per quest'ultimo i valori medi del 2005 sono inferiori alle soglie limite poste dalla vigente normativa. Per l'ozono i valori si attestano nettamente al di sotto della soglia di allarme ora prevista per la popolazione. L’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione dall'ozono, fissato a partire dal 2013, indica limiti che attualmente vengono superati. A scala territoriale del P.A.T.I. va evidenziata la presenza di viabilità ad elevato traffico veicolare, quali la S.R. Castellana, che interseca il centro abitato di Castello di Godego. Anche le attività produttive presentano specificità e consistenza tali da suggerire un puntuale approfondimento.

6.1.2 Clima

La collocazione nell'estremità occidentale della Provincia di Treviso del territorio in esame determina una accentuazione della continentalità, rispetto alla restante area della pianura trevigiana, evidenziata da maggior escursione termica e da più elevata frequenza di precipitazioni nevose. I dati medi poliennali rilevati presso la stazione agrometeorologica dell’ARPAV di Castelfranco Veneto (posta immediatamente a sud rispetto al territorio in esame indicano precipitazioni medie annue pari a 1056 mm., con una media di 90 giorni piovosi e temperatura media annua di 12,8 C°, con minime di – 2,2 C° a febbraio e massime di 30,7 C° ad agosto. Un aspetto da considerare attentamente é la maggior frequenza di precipitazioni eccezionali, con piovosità concentrata nell'arco di poche ore, il ché genera ricadute negative sull'assetto idraulico del territorio, con possibili allagamenti ed esondazioni.

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6.1.3 Acque superficiali

Dal punto di vista dell’idrografia superficiale il territorio di Loria e Castello di Godego origina un numero relativamente limitato di corsi d’acqua, a causa soprattutto della notevole permeabilità dei terreni in quanto si hanno, normalmente, rapide infiltrazioni delle acque meteoriche nel sottosuolo. I corsi d’acqua corrono generalmente in direzione da nord-ovest a sud-est; i più importanti sono il sistema Giaron-Pighenzo-Brenton ed il Muson. Sul territorio dei due Comuni esistono sostanzialmente quattro tipologie di corsi d’acqua:

1) i corsi d’acqua naturali. In questa tipologia sono da annoverare i medi corsi d'acqua (Muson e Giaron-Pighenzo-Brenton) e alcuni piccoli corsi d’acqua (Lugana, Avenale, Viazza, ecc..) tributari dei precendenti; tutti i corsi d'acqua naturali, particolarmente i piccoli, sono caratterizzati da un regime di deflusso che dipende sostanzialmente dalla fenomenologia pluviometrica.

2) i corsi d’acqua artificiali. In questa tipologia annoveriamo i corsi d’acqua aventi funzione mista: funzione di drenaggio in caso di pioggia, funzione di utilizzo irriguo durante il periodo siccitoso. Detti corsi d’acqua sono regolarizzati dall’uomo e sono localizzati per la maggior parte in destra Muson (roggia Brentellona, Balbi, Garzona, ecc…);

3) vie d’acqua minori. Si tratta dei fossati privati in area agricola, delle scoline stradali e delle condotte di fognatura bianca (queste ultime sviluppatesi particolarmente negli ultimi decenni in conseguenza dello sviluppo urbanistico del territorio);

4) abbiamo infine le vie d’acqua abbandonate. Si tratta di vecchi percorsi idrici costruiti dall'uomo e risalenti anche a qualche secolo or sono; vennero costruiti soprattutto per esigenze legate alla lavorazione della farina (molini e ruote). Dette vie d’acqua sono attualmente parzialmente declassate al rango di vie d’acqua minori e sono in genere in completo stato di abbandono; inoltre, per essere in buona parte pensili rispetto al territorio circostante danno contributi al drenaggio generalmente trascurabili in caso di pioggia. Il torrente Muson nasce dal versante nord dei colli asolani; il bacino corrispondente, pur presentando una discreta permeabilità media, fornisce sensibili portate di piena soprattutto per la ramificazione della rete e per le condizioni geomorfologiche e di copertura vegetale che agevolano la formazione del deflusso superficiale. Il Lastego, che si immette nel Muson poco prima di Loria, presenta un bacino a conformazione allungata e con una estensione di circa 1.950 ha; a nord viene alimentato da una zona montana con elevatissime pendenze e scarsa vegetazione. Alla confluenza col Muson i contributi specifici di piena del Lastego sono confrontabili con quelli dello stesso Muson pur essendo l'area tributaria poco meno della meta'; infatti la morfologia del bacino del Muson evidenzia l'esistenza di tempi di corrivazione potenzialmente minori, ma il bacino del Lastego risente fortemente delle elevate pendenze presenti nella parte montana. Tra la confluenza con il Lastego (poco prima di entrare in Loria) e la confluenza col Brenton (presso i confini fra Castello di Godego e Castelfranco Veneto) il Muson riceve alcuni torrenti minori che nascono nella parte alta della conoide del Brenta. In questa zona si puo' inserire anche il sistema Volone-Musoncello che, alimentandosi sempre dalla pedemontana, si esaurisce via verso sud trasferendo localmente al Muson parte delle stesse acque con manufatti di troppo pieno ed immettersi infine, ormai con portata insignificante o quasi nulla, nel sistema dell'Avenale a Castelfranco Veneto (dopo aver sottopassato il Muson a Castello di Godego alla botte di San Pietro). Complessivamente gli apporti diretti al Muson provenienti da quest'ultima area interessano una superficie tributaria di circa 3.500 ha. Il Giaron nasce dal massiccio del Monte Grappa; in Comune di Loria il Giaron prende il nome di Pighenzo e infine, entro il territorio di Castello di Godego, il corso d'acqua assume il nome di Brenton. Il sistema Giaron-Pighenzo-Brenton, nella alta pianura, riceve gli apporti di alcuni torrenti minori quali il Martignon, la Semonzana e la Lugana mentre nel basso corso si ingrossa con gli apporti provenienti dalla rete irrigua di pianura che fa' capo al Consorzio Pedemontano Brentella di Cittadella. Durante i grandi eventi di pioggia tale rete irrigua veicola lo smaltimento delle acque meteoriche in eccesso tramite numerose rogge. Per quanto riguarda le vie d'acqua minori ricomprese nei territori di Castello di Godego e Loria, vengono citate:

1) la Lugana: fin dall'epoca veneziana la Lugana segna il confine di Bessica, Loria e Ramon con Cassola e Rossano Veneto. Si origina presso Mussolente (da una piccola sorgente collocata a sud-

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est del colle San Martino-Rocca di Semonzo) e si esaurisce nelle campagne di Castion di Loria. Negli ultimi anni, a nord di Bessica, la Lugana e' stata dotata di una cassa di espansione per laminare le piene.

2) il Volone venne costruito dall'uomo per ricavare forza motrice. La sorgente del Volone e' situata presso le colline di Mussolente; il corso d'acqua attraversa Bessica ad est del centro ed infine attraversa Loria per confluire nel Musonello. Nel secolo XVIII, a nord di Loria vennero installati lungo il percorso del Volone ben 5 mulini (uno a Casoni di Mussolente, due in territorio di San Zenone degli Ezzelini, uno a Bessica ed infine uno a Loria).

3) la Viazza. La Viazza trae origini dalle campagne di San Zenone degli Ezzelini, a nord di Loria. In Loria la Viazza confluisce nel Muson dopo aver costeggiato via Callata. L'acqua della Viazza e' soprattutto d'origine meteorica e il corso d'acqua e' secco per la maggior parte dell'anno.

4) la roggia Musonello. Tra i corsi d'acqua abbandonati va' evidenziata, se non altro per la sua importanza storica, la roggia Musonello; la roggia origina a Spineda e attraversa i settori orientali di Loria, Ramon, Castello di Godego e Villarazzo di Castelfranco Veneto. A Godego il Musonello sottopassa attraverso la botte a sifone di San Pietro lo stesso Muson. Il Musonello confluisce nel torrente Avenale in corrispondenza al centro storico di Castelfranco Veneto. Il Musonello, dall'età medievale sino al secolo XIX ebbe un ruolo importante per le economie di Loria e Castello di Godego: ben 11 mulini e 32 ruote nel XVI secolo, addirittura 12 mulini e 33 ruote si contavano a meta' del diciannovesimo secolo. Il monitoraggio delle acque superficiali dell'ARPAV e della provincia attribuisce una qualità biologica buona al Muson dei Sassi, mentre appare più critica la situazione del Musonello.

6.1.4 Acque sotterranee

Nell’area dei due comuni si verifica la presenza di una sola falda acquifera freatica unitaria il cui livello si pone a profondità medie rispetto al p.c. digradanti da 35 m nell’estremo settore nord- occidentale di Loria, a 15 m verso il settore sud-est del comune di Castello di Godego. Le direzione di deflusso in zona risulta sensibilmente diversa rispetto a quella generale della pianura Veneta (comunemente orientata da NNW verso SSE) in quanto verifica un andamento da WNW verso ESE. La figura seguente riporta un estratto della “Carta idrogeologica dell’alta pianura veneta dove sono rappresentate le curve ad isofreatiche, le direzioni di deflusso, il limite superiore della fascia delle risorgive.

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Tavola 8: carta idrogeologica dell'alta pianura veneta

Fonte: A. Dal Prà. CNR 1983

Il fattore principale da cui dipende la ricarica della falda acquifera risiede nelle dispersioni in alveo dei fiumi maggiori e dei torrenti locali, oltre che dalla infiltrazione delle irrigazioni e della pioggia diretta, fattori agenti in conseguenza della elevatissima permeabilità di suolo e sottosuolo nella maggior parte del territorio di alta pianura. Il monitoraggio dei pozzi effettuato da ARPAV evidenzia una presenza di nitrati nelle acque di falda, tanto che la classe di qualità attribuita varia da mediocre a scadente. Tale classificazione, che riguarda tutta l'alta pianura irrigua veneta ad elevato carico zootecnico, é correlata alla elevata vulnerabilità delle falde, nell’area di ricarica degli acquiferi. A conferma va segnalato che tutto il territorio di entrambe i comuni é classificato come zona vulnerabile dai nitrati. La rilevante presenza di allevamenti zootecnici richiede una verifica del carico di peso vivo, in rapporto allo spargimento agronomico di liquami zootecnici. Un altro aspetto da approfondire é la compatibilità delle attività produttive in zona impropria. È quindi opportuno favorire l’implementazione delle politiche di tutela, in sinergia con gli altri enti competenti e incrementare gli insediamenti serviti da rete fognaria, oltre che accompagnare il trasferimento delle attività produttive ad elevato impatto ubicate in zona impropria.

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6.1.5 Suolo e sottosuolo

Caratteri generali del territorio Dal punto di vista geologico stratigrafico ed idrogeologico il territorio dei due Comuni può essere trattato in forma unitaria, verificando caratteristiche del tutto omogenee. Esso appartiene all’unità geologico-stratigrafica ed idrogeologica detta di Alta Pianura Veneta, dove con tale definizione si intende tutta la fascia di pianura compresa tra il piede dei rilievi prealpini ed il limite superiore della cosiddetta fascia dei fontanili. L'elemento strutturale principale dell'Alta e Media Pianura è rappresentato dalle grandi conoidi alluvionali ghiaiose depositate dai corsi d'acqua (nella zona in oggetto Brenta e Piave) in tempi in cui il loro regime era nettamente diverso da quello attuale, caratterizzato soprattutto nelle fasi interglaciali da portate molto elevate per causa dello scioglimento dei ghiacciai e da un trasporto solido imponente ad opera dello smantellamento degli apparati morenici che intasavano le valli prealpine. Lungo la fascia pedemontana si riconoscono varie conoidi sovrapposte in quanto originate da fasi diverse dello stesso fiume, compenetrate sui fianchi con le conoidi dei fiumi vicini; ne risulta così un sottosuolo interamente costituito da materiali sciolti a granulometria prevalentemente grossolana per diverse centinaia di metri di profondità. Le conoidi ghiaiose dei vari corsi d'acqua si spinsero a valle per distanze differenti in funzione dei diversi caratteri idraulici di ciascun corso d'acqua nelle diverse fasi climatiche; le conoidi più antiche, e quindi più profonde, si spinsero generalmente in aree più lontane rispetto alle vallate alpine. Scendendo verso valle rispetto all’area in questione, lo spessore complessivo delle ghiaie diminuisce progressivamente: i singoli letti ghiaiosi si assottigliano sempre più e la maggior parte di essi si esaurisce entro banchi di materiali limoso-argillosi derivanti da deposizione di sedimenti in ambiente lacustre o lagunare; il sottosuolo quindi non risulta più uniformemente ghiaioso, bensì caratterizzato da alternanze di livelli ghiaiosi e livelli limoso-argillosi. La situazione stratigrafica appena descritta viene graficamente illustrata nella figura seguente relativa ad una sezione litostratigrafia passante qualche chilometro ad Est del territorio dei due comuni.

Tavola 9: sezione litostratigrafica

Nord Loria Castello di G. Sud

Alla suddetta situazione geologico-stratigrafica generale, generatasi come già detto durante le fasi glaciali ed integraciali, si sovrappone una fase più recente e successiva alle glaciazioni che interessa localmente soltanto una porzione più superficiale del sottosuolo: A causa di eventi

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alluvionali collegati a frequenti divagazioni d’alveo di corsi d’acqua locali e minori, si depositarono in aree limitate e spesso ad andamento nastriforme, depositi costituiti prevalentemente da materiali fini di tipo sabbioso-limoso ed argilloso. Tali depositi, presenti per spessori al massimo di 4-5 metri, vengono riconosciuti in particolare nel settore orientale del territorio in oggetto, in corrispondenza di una fascia ad Est dell’alveo attuale del Torrente Muson. La suddetta situazione litostratigrafia condiziona evidentemente l’assetto idrogeologico del territorio: il materasso ghiaioso dell’alta pianura alloggia il cosiddetto acquifero freatico indifferenziato.

6.1.6 Flora, fauna e biodiversità

Come in tutte le aree della pianura padano - veneta ad elevata antropizzazione, anche il territorio di Castello di Godego e di Loria é caratterizzato da una limitata presenza di zone a buona naturalità. La vegetazione forestale planiziale originaria, un tempo estesa su gran parte della pianura veneta, é stata progressivamente sostituita dalle coltivazioni agricole, che hanno occupato la maggior parte degli spazi aperti: le formazioni di maggior interesse dal punto di vista naturalistico sono le siepi campestri e i prati stabili, ancora presenti in alcune zone (Prai) dove la natura dei suoli, a tessitura fine, ha limitato la possibilità di diffusione dei seminativi. Nonostante la elevata frammentazione di queste formazioni, oggi il processo di semplificazione dell'agroecosistema si può considerare almeno in parte arrestato. Rimangono tuttavia significative le pressioni sulla flora, rappresentate innanzitutto dalla urbanizzazione diffusa e dalla progressiva impermeabilizzazione di superfici corrispondenti all'espansione edilizia e alle infrastrutture. Tutto ciò ha comportato l'eliminazione della vegetazione campestre e nelle zone di espansione urbana la sostituzione con specie generalmente estranee alla flora potenziale. La fauna selvatica é un indicatore ambientale rilevante, da porre in relazione con la dotazione di aree a buona naturalità. La semplificazione degli ecosistemi e la progressiva antropizzazione hanno ridotto la estensione e la continuità delle nicchie ecologiche, pur con differenziazioni importanti che dovranno essere valutate mediante indagini di dettaglio. La biodiversità, intesa come ricchezza di specie di flora e fauna presenti in un dato territorio, presenta notevole variabilità: ad aree ad urbanizzazione diffusa, caratterizzate da elevata frammentazione degli ecosistemi e da bassa permeabilità biologica, si contrappongono ambiti caratterizzati da una discreta presenza di habitat in grado di sostenere un maggior numero di specie di flora e fauna selvatica. Particolare attenzione dovrà essere data all'inserimento di nuove infrastutture viarie, per limitare al minimo sia gli effetti di frammentazione sul territorio agricolo sia le interruzioni della rete ecologica. Esaminando il territorio dei due comuni dal punto di vista della naturalità, si distinguono diversi ambiti: a) ambiti ad elevata biodiversità: spicca l'area dei Prai di Godego, dove nonostante l'elevata fragilità, permangono zone con alternanza di siepi e prati stabili, che conferiscono all'ambito una significativa valenza, come attestato dalla qualificazione del sito come Zona di Protezione Speciale, all'interno della Rete Natura 2000. Circa il 40% dell’ambito Z.P.S. è compreso nel territorio di Castello di Godego e di Loria. Le zone di maggior interesse paesaggistico e naturalistico ricadono nel comune di castello di Godego. L’area presenta notevoli peculiarità con specie botaniche rare, quali: Carex volpina, erba igrofila che colonizza le bassure argillose, con falda affiorante: i Prai di Godego sono l’unico sito in Italia dove è stata rinvenuta questa specie; Allium angulosum – si rinviene nelle bassure (prati umidi) insieme a Iris sibirica; è specie molto vulnerabile, inserita nella Lista rossa delle piante d’Italia; Ranunculus velutinus – colonizza i margini dei prati vicino alle siepi ed è una specie rara in nord Italia; Anemone nemorosa – Anemone dei boschi: si trova nel sottobosco delle siepi più ampie e meglio conservate; Polygonatum multiflorum – Sigillo di Salomone – specie microterma, che colonizza habitat poco disturbati, ricchi di acque. La vulnerabilità della zona è elevata, in quanto l’equilibrio ecologico si basa sulla contemporanea presenza del prato stabile e delle siepi. L’estensione del cotico erboso è diminuita engli ultimi decenni, anche a causa del minor interesse alla produzione di foraggio da destinare all’allevamento

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bovino da latte; altro elemento di possibile alterazione della composizione floristica dei prati è la distribuzione di liquami zootecnici, che favorisce la sviluppo di specie nitrofile, di scarso interesse naturalistico. E’ evidente che la gestione compatibile dell’area richiede il coinvolgimento dei produttori agricoli e un piano di gestione, con adeguate risorse finanziarie in grado di incentivare le tecniche agronomiche più idonee a preservare gli elementi di interesse naturalistico; b) ambiti agricoli a maggior integrità, con buona dotazioni di siepi e alberature: si rinvengono soprattutto dove l’assenza di viabilità di collegamento tra i centri abitati ha evitato il diffondersi spontaneo dell’edificato e nelle aree di margine del territorio, spesso interessate da corridoi fluviali; qui è presente una discreta rete di siepi (seppur con molte interruzioni) e di fossati. Caratteristica e significativa la presenza del platano allevato a ceduo. Il reticolo ecologico rappresentato dal sistema delle siepi è tuttavia piuttosto semplificato sia nella sua composizione specifica (poche specie) che nella condizione qualitativa (scarsa la componente arbustiva ed erbacea); c) ambiti agricoli con minor dotazione di vegetazione forestale, dove si rileva una maggior presenza di aziende agricole professionali ed una maglia poderale ancora piuttosto integra; d) ambiti urbani e periurbani, dove gli elementi a maggior grado di naturalità sono i giardini e i parchi pubblici e privati, che assumono rilievo nel centro di Castello di Godego.

6.2 difesa del suolo

La tutela del suolo va intesa sia come difesa idraulica del territorio, sia come salvaguardia del terreno agricolo, risorsa limitata e irriproducibile, il cui stock va espressamente conservato, attraverso una attenta e limitata trasformazione della superficie agricola utilizzata, secondo le indicazioni della legge urbanistica regionale e dei relativi atti di indirizzo. Alcune aree dei due Comuni sono interessate da fenomeni di esondazioni legate a precipitazioni atmosferiche intense o da malfunzionamenti di opere idrauliche puntuali di regolazione (ad esempio fuoriuscita di acqua in sottopassi stradali soggetti ad intasamento). Parte del territorio può considerarsi quindi a rischio idraulico: in particolare la zona centrale della frazione Bessica in Comune di Loria (esondazioni dal Pighenzo), la zona centrale di Loria presso lo scarico del Volone nel Musonello e nel Muson (esondazioni dal Volone), l’ultima parte del sistema Giaron-Pighenzo- Brenton prima dello scarico nel Muson in Comune di Castello di Godego, alcune zone prospicienti il torrente Muson sempre a Castello di Godego. Nelle linee fondamentali le strutture idrauliche risalgono alla Repubblica di Venezia. Negli ultimi 50 anni la progressiva urbanizzazione del territorio e la conseguente diffusione di superfici impermeabili non è stata accompagnata da alcun rilevante adeguamento idraulico. Il fenomeno dell’urbanizzazione appare il principale responsabile dell’aumento dei deflussi e dell’aumentato rischio idraulico. Va' tuttavia evidenziato come le cause delle esondazioni per i corsi d'acqua piu' importanti (Muson e Pighenzo) trovano origine a monte di Loria, all’esterno del territorio in esame, oppure siano dovuti a punti di restringimento delle sezioni idrauliche, con rigurgiti di piena. Questo ultimo aspetto vale particolarmente per il sistema Giaron-Pighenzo-Brenton. Inoltre il progressivo innalzamento della quota media del fondo ha richiesto robusti innalzamenti arginali a discapito della capacità di assorbire l'acqua dei corsi d'acqua minori tributari, con fenomeni di tracimazione in occasione di eventi meteorici intensi. La tutela del suolo va soprattutto posta in relazione con il contenimento dell’insediamento diffuso e con la conservazione del terreno agricolo, soprattutto in rapporto all’attività di coltivazione delle cave: infatti oltre alle cave esistenti, per le quali il P.A.T.I. fornirà indirizzi e criteri in sintonia con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale dell’uso del territorio, attualmente l’area in esame è sottoposta a potenziale rischio di individuazione di nuovi siti per l’escavazione di ghiaia e sabbia. Nella tabella che segue sono riportate le cave attive e dismesse e gli ambiti interessati da discariche.

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Tavola 10: elenco cave e discariche

Utilizzata Attività in Comune nome Materiali Ditta Stato come atto / discarica prevista Discarica di II cat. Tipo A Attività di Gazzola (rifiuti inerti vagliatura e Castello di Sabbia e Sace Luigi e Estinta provenienti da lavaggio con Godego Ghiaia Giuseppe demolizioni e deposito di costruzioni privi inerti di amianto) Fornaci M.Grappa Cassa di snc – Castello di Argilla per espansione sul Avenale Fornaci Estinta No Godego laterizi torrente spa Avenale – L.C. Serena spa Andreola Sabbia e Loria Ronchi costruzioni Estinta No - Ghiaia generali spa Discarica di II cat. Tipo B Marchetti Gestione post Sabbia e (rifiuti industriali Loria Ramon Giovanni e Estinta mortem della Ghiaia speciali non Olindo snc ex discarica tossici non nocivi) Sabbia e Ferraro Loria La Piccola Autorizzata - Coltivazione Ghiaia impresa srl Congregazio Migliorament Congregazio ne o fondiario ne Eseguita Missionari con Loria Missionari parzialmente No - della S. asportazione della S. in difformità Famiglia di di sabbia e Famiglia castione ghiaia

Fonte: dati comunali

Il P.A.T.I. inoltre ha il compito di verificare la compatibilità tra le attività produttive a rischio di incidente rilevante, presenti o comunque influenti sul territorio e le modificazioni della struttura insediativa dell’intorno, in funzione della classe di pericolosità attribuita. All’interno del territorio del PATI, in particolare nel Comune di Loria, è presente un’attività produttiva che risultano nell’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, redatto dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con APAT – Sevizio rischio industriale.

Tavola 11: elenco attività a rischio incidente rilevante

Comune Ragione sociale Attività

Loria STIF Spa stabilimento chimico o petrolchimico

Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

6.3 unità di paesaggio agrario di interesse storico - culturale

Nella più recente accezione il paesaggio agrario, già definito come la forma impressa dall'uomo al paesaggio naturale nel corso delle proprie attività agricole ha lasciato il posto al paesaggio esteso a tutto il territorio, dagli spazi naturali agli ambiti rurali, urbani e periurbani.

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La Convenzione europea del paesaggio lo definisce come parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interazioni. Nel contesto territoriale di Castello di Godego e di Loria il paesaggio é frutto dell'interazione dei fattori morfologici, idrografici e pedologici con l'attività antropica. La semplificazione degli agroecosistemi ha comportato in molti casi un abbassamento del valore paesaggistico percepito; tuttavia tale processo sembra aver esaurito la propria dinamica, in funzione soprattutto dei mutati indirizzi della politica agricola comunitaria, più orientata ad incentivare interventi di ricomposizione ambientale e di ricostruzione della vegetazione forestale. L'analisi ambientale dovrà distinguere le diverse tipologie di paesaggio agrario, con particolare riguardo agli ambiti caratterizzati da buona integrità fondiaria ed a quelli periurbani, dove le frange urbane sono a contatto con le coltivazioni o gli allevamenti e si dovranno mettere a punto strategie in grado di favorire una ricomposizione paesistica. Da una prima lettura del territorio emergono alcune differenziazioni nel territorio intercomunale. Infatti sia nell’area dei Prai di Godego, sia in altre aree marginali, rispetto ai centri abitati e alle direttrici di sviluppo urbano, si percepisce ancora la tradizionale sistemazione a campi chiusi, attestata su una rete idrografica ancora sufficientemente continua. Nelle aree ad agricoltura più specializzata e/o intensiva, pur essendo presenti elementi propri del paesaggio agrario, quali siepi e alberature poderali, prevale l’effetto di frammentazione, dovuto anche alla presenza di edificato rurale e produttivo e di altri elementi detrattori. Nel contesto urbano consolidato, gli elementi di continuità con la trama delle sipei campestri è rappresentato soprattutto dalle aree verdi pertinenziali alle ville e agli edifici storici del centro di Castello di Godego.

Tavola 12: unità di paesaggio agrario

Fonte: elaborazione studio Corrazzin

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6.4 elementi significativi del paesaggio di interesse storico

Nel territorio dei comuni di Castello di Godego e Loria sono presenti numerosi beni di interesse storico e paesaggistico per i quali, nella maggior parte dei casi, sono state previste norme di tutela di livello statale, regionale ed anche comunale. I principali elementi del sistema dei beni paesaggistici di interesse storico sono: - la centuriazione romana (la trama delle strade, dei canali di scolo-fossati, la partizione poderale) presente prevalentemente a Castello di Godego e che fa parte della centuriazione di ; - le ville e i parchi storici presenti in entrambi i comuni. (La principale per importanza è villa Mocenigo Garzoni Martini a Castello di Godego). - i numerosi edifici di interesse storico testimoniale inseriti in aree urbane o nelle aree agricole che costituiscono valida testimonianza dell’edilizia rurale dell’800; - i manufatti minori di interesse storico-architettonico, culturale o testimoniale (capitelli, edicole votive, lapidi, monumenti, ecc..) I principali elementi del sistema dei beni di interesse archeologico sono: - i siti individuati per l’istituzione di riserve archeologhe di interesse regionale (le Motte a Castello di Godego); - altri i siti di interesse archeologico.

Tavola 13: principali componenti del paesaggio di interesse storico

Fonte:

Fonte: elaborazione Cavallin Associati

Le maggiori problematiche che interessano i beni di interesse storico sono:

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- la difficoltà da parte dei privati ma anche da parte degli enti pubblici di sostenere i costi di gestione e manutenzione delle ville e dei parchi storici; - la mancanza di valorizzazione in genere delle emergenze culturali soprattutto in quanto considerate singolarmente e non come sistema; - mancanza di sensibilizzazione dei privati proprietari dei beni culturali minori con conseguente indifferenza negli interventi di trasformazione; - mancanza di notorietà dei beni culturali e/o assenza di adeguata segnalazione/tabellazione di tipo turistico; - scarsa considerazione del complesso sistema della centuriazione romana che viene in generalmente valutata solo come semplice conformazione geometrica del territorio;

6.5 Centri Storici

La Regione Veneto ha pubblicato nel 1981 l’Atlante dei centri Storici del Veneto. Sono stati censiti e classificati come centri storici tutti i centri abitati in cui fossero presenti tracce evidenti e significative di elementi con più di cento anni di storia. I Centri storici individuati nel comune di Castello di Godego sono il capoluogo e la località “Le Vegre” che risulta solo individuato ma non perimetrato. I Centri storici individuati nel comune di Loria sono il capoluogo, Ramon, Bessica e Castione.

Tavola 14: centri storici

Fonte: elaborazione Cavallin Associati

Il PRG di Castello di Godego non disciplina il centro storico rinviando ad uno studio di approfondimento la regolamentazione degli interventi. Il PRG di Loria prevede una disciplina di dettaglio delle aree dei centri storici vigente dal 2004. I Centri storici dei due comuni presentano caratteristiche diverse, a Loria infatti i centri sono di piccole dimensioni e presenti nel capoluogo e nelle frazioni mentre a Castello di Godego il centro storico è concentrato nel capoluogo ed ha dimensioni più importanti con presenza di alcune ville e di giardini storici.

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7 - Sistema insediativo e attività produttive

7.1 assetto fisico funzionale

CASTELLO DI GODEGO struttura e morfologia Il sistema insediativo di Castello di Godego è costituito da un unico centro così articolato: - L’area urbana incuneata tra la Strada Regionale 245 e il fiume Muson, che ne hanno contenuto l’edificazione sui fronti est ed ovest. Essa è costituita da: o il nucleo storico, sviluppato intorno all’antico insediamento dove sorgeva il castello medievale e articolato lungo la strada sulla direttrice per Loria, costellato dalla presenza di importanti ville storiche con relativi broli; o le aree urbane consolidate intorno al centro storico risalenti agli anni ’60 – ’70 e che si inseriscono nei lembi di territorio liberi dai vincoli monumentali presenti nel centro storico; o due aree urbane sviluppatesi al di fuori dei limiti della SR 245 e del Muson; una sviluppata spontaneamente tra la SR 245 e la stazione ferroviaria ed una realizzata attraverso piani attuativi ad est del Muson; - alcune frange urbane sviluppatesi lungo le principali vie di comunicazione, in parte spontanee in parte realizzate attraverso strumentazione urbanistica attuativa; - alcune aggregazioni insediative a sviluppo lineare miste agricolo-residenziali con insediamenti produttivi-commerciali lungo le principali vie di comunicazione e poste prevalentemente nella parte ovest del territorio comunale lungo gli assi della centuriazione romana; - alcune aggregazioni nucleari agricole o miste agricolo-residenziali; - Alcuni insediamenti produttivi e commerciali frammisti a residenza racchiusi tra la strada regionale n° 245 e la ferrovia, sorti spontaneamente negli anni ‘70 – ‘80 senza un disegno organizzativo complessivo e intervallati dall’insediamento residenziale in corrispondenza della stazione ferroviaria; - Un insediamento produttivo strutturato a nord ovest lungo la S.R. 245 realizzato attraverso strumentazione urbanistica attuativa; - Una struttura produttiva di rilievo interna alle aree urbane nella parte nord del centro (pastificio). - Una struttura speciale a nord del centro storico che occupa un’ampia porzione di territorio (l’istituto salesiano). Schematicamente il territorio può essere diviso in tre parti: l’are ad est del Muson verso la zona dei Prai ancora integra dal punto di vista ambientale e paesaggistico; l’area centrale urbana tra il Muson e la ferrovia, in fase di progressiva saturazione con espansioni verso nord e l’area ad ovest della ferrovia caratterizzata dalla presenza di insediamenti misti rurali-residenziali-produttivi a sviluppo lineare lungo le principali vie di comunicazione. Organizzazione funzionale L’organizzazione funzionale del sistema insediativo residenziale si presenta con situazioni diversificate: - il centro storico con l’area urbana consolidata dotato dei principali servizi che costituiscono un polo residenziale-civile-religioso (municipio – piazza mercato – scuole - chiesa); - le frange urbane più esterne caratterizzate da scarsa presenza di servizi; - le aggregazioni lineari e nucleari miste agricolo-residenziali, completamente prive di servizi.

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Gli insediamenti produttivi sono sprovvisti di un adeguato sistema di collegamenti infrastrutturali e di servizi specializzati. I servizi quando presenti sono costituiti da aree a parcheggio o a verde pubblico ma mancano servizi direttamente correlati con le attività produttive. Varie attività produttive e commerciali sono sparse nel territorio rurale.

LORIA struttura e morfologia Il sistema insediativo di Loria è così articolato: - L’area urbana del capoluogo, collocata sull’intersezione tra le direttrici viarie Castello di Godego - Fonte e Riese PioX - Cassola e così costituita: o il nucleo storico, articolato sull’incrocio tra le vie di comunicazione e, organizzato intorno al polo civile (municipio-piazza mercato) e al polo religioso più a nord; o le aree urbane consolidate che avvolgono il centro storico in parte spontanee e risalenti agli anni ’60 – ’70 ed in parte realizzate attraverso piani attuativi più recenti; o alcune frange urbane che si dilatano dal centro urbano lungo le direttrici viarie; - L’area urbana di Bessica, articolata lungo due direttrici viarie Loria – Cassola e Bessica – Rossano Veneto, costituita da due separati nuclei storici a sviluppo lineare saldati da aree urbane sorte spontaneamente fino a costituire un polo urbano dotato di propri servizi e che presenta una forte dilatazione attraverso frange urbane lungo le direttrici viarie per Loria, Cassola e Rossano Veneto. - Due aree urbane di minore dimensione: Ramon sviluppata lungo la direttrice viaria Loria- Castello di Godego e Castione, sviluppata lungo la direttrice viaria Castello di Godego – Rossano Veneto, dotate entrambe di alcuni principali servizi (chiesa e scuole). - alcune aggregazioni insediative a sviluppo lineare miste agricolo-residenziali con insediamenti produttivi-commerciali lungo le principali vie di comunicazione in direzione est - ovest; - alcune aggregazioni nucleari agricole o miste agricolo-residenziali; - Alcuni insediamenti produttivi spontanei a nord del centro di Loria sulla strada provinciale n° 81 a ridosso del fiume Muson e adiacenti alla zona produttiva di Riese Pio X la quale si incunea all’interno della ZPS dei Prai di Castello di Godego; - Due insediamenti produttivi lungo la strada provinciale n° 20, uno tra Loria e Ramon e l’altro tra Ramon e Castello di Godego, realizzati attraverso strumentazione urbanistica attuativa; - Un insediamento produttivo a Castione lungo la strada regionale n° 245, realizzato attraverso strumentazione urbanistica attuativa; Organizzazione funzionale L’organizzazione funzionale del sistema insediativo residenziale si presenta con situazioni diversificate: - il centro del capoluogo con l’area urbana consolidata dotato dei principali servizi che costituiscono un polo residenziale-civile-religioso (municipio – piazza mercato – chiesa); - i centri minori di Bessica, Castione e Ramon caratterizzati dalla presenza dei servizi principali (chesa e scuole); - le frange urbane più esterne ai centri caratterizzate da scarsa presenza di servizi; - le aggregazioni lineari e nucleari miste agricolo-residenziali, completamente prive di servizi. Gli insediamenti produttivi sono sprovvisti di un adeguato sistema di collegamenti infrastrutturali e di servizi specializzati. I servizi quando presenti sono costituiti da aree a parcheggio o a verde pubblico ma mancano servizi direttamente correlati con le attività produttive. Varie attività produttive e commerciali sono sparse nel territorio rurale.

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PRINCIPALI PROBLEMATICHE EMERGENTI Gli elementi che hanno costituito fulcro e matrice degli insediamenti, presenti in maniera più o meno forte in tutti i centri, con maggiore rilevanza a Castello di Godego, non riescono più ad essere i “punti” di riferimento e di attrazione di tutta una serie di funzioni centrali, usi, attività necessarie alla vitalizzazione dei centri. Tutti i centri soffrono della marcata presenza di traffico veicolare di attraversamento che genera pericolosità ed inquinamento. Frequente presenza di frange urbane, ovvero di zone edificate di dimensioni più o meno grandi, che presentano al loro interno aree inedificate, non urbanizzate, ancora agricole, ma intercluse nell’ambiente oramai urbano e mancanti di specifiche attrezzature di servizio. La disseminazione dell’edificazione in zona agricola. Gli insediamenti lineari lungo gli assi viari, poveri di servizi e difficili da attrezzare e che gravano impropriamente su direttrici di traffico di livello territoriale cerando pericolose interferenze tra la mobilità di accesso e quella di passaggio. Le aree produttive sono di piccola dimensione e disseminate sul territorio, talvolta intercalate da insediamenti residenziali e spesso prive di specifiche attrezzature di servizio.

7.2 settore produttivo primario

I dati disponibili (ISTAT - PTCP) indicano una relativa integrità del territorio rurale: infatti la superficie agroforestale (PTCP 2003) copre il 79% e il 77% del territorio comunale rispettivamente a Castello di Godego e a Loria. L'edificato in zona agricola ha una incidenza del 2,7 a Castello di Godego e del 2,1% a Loria, rispetto ad una media provinciale del 2,1%. L'attività agricola si articola secondo modelli organizzativi e ordinamenti produttivi assai diversificati, riconducibili alle seguenti più significative tipologie. Accanto all'ordinamento estensivo, incentrato sui cereali e le colture oleaginose, assume grande rilevanza in termini di reddito ed occupazione la diffusa presenza di allevamenti zootecnici, con diffusa presenza dei bovini da latte, dei bovini da carne e degli allevamenti intensivi-industriali, con significativa presenza, soprattutto a Loria di avicoli e suini. Alcune attività specializzate presentano potenzialità legate soprattutto alla capacità di creare valore aggiunto, grazie alla adeguata valorizzazione commerciale: spiccano in questa tipologia il polo vivaistico di Bessica di Loria, per il quale é opportuno approfondire la configurazione urbanistica. Le attività con maggior impiego di manodopera sono l’allevamento bovino da latte e il florovivaismo. La gamma dei prodotti tipici è incentrata sul radicchio variegato di Castelfranco Veneto I.G.P. e sul radicchio Rosso di Treviso (precoce), anch’esso con Indicazione Geografica protetta, ai sensi del regolamento CEE 2081/1992. Si rilevano alcune imprese altamente specializzate nel settore orticolo e florovivaistico, che potrebbero innescare il potenziamento dell’orticoltura. Le criticità più evidenti sono generate dall'elevato carico zootecnico, che si deve rapportare con un territorio rurale caratterizzato da elevata fragilità idrogeologica e da diffusa presenza di edificato residenziale sparso, con possibile conflittualità tra attività zootecnica e residenzialità. Un aspetto da considerare con attenzione é la destrutturazione della maglia fondiaria nelle aree di sviluppo dell'edificato a nastro, con perdita della funzionalità agroproduttiva convenzionale e possibile marginalizzazione delle coltivazioni. La progressiva perdita di spazio rurale si accompagna, nelle aree a maggior pressione insediativa, con una elevata frammentazione degli spazi a buona naturalità. L’analisi ed elaborazione dei dati del Censimento Agricoltura (ISTAT 2000) permette di comprendere le dinamiche evolutive del settore primario nei due comuni.

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CASTELLO DI GODEGO La dimensione delle aziende agricole censite nel 2000 è indicata di seguito:

Tavola 15: Superficie Agricola tipo superficie ettari TERRITORIALE 1798 AGRICOLA TOTALE 1402 AGRICOLA UTILIZZATA 1251 S.A.U. MEDIA 2000 2,27 S.A.U. MEDIA 1990 2,35

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Tavola 16: Aziende agricole per classe di superficie totale (sup. in ettari)

< 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 > 20 totale

N° 344 159 35 4 9 551

% sul tot 62,4% 28,9% 6,4% 0,7% 1,6% 100%

Sup. totale 328,12 472,71 231,92 - 368,78 1.401,53

% sul tot 23,4% 33,7% 16,5% 0,0% 26,3% 100%

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Si rileva una elevata frammentazione e polverizzazione fondiaria, che nell’ultimo decennio sembra ulteriormente accentuarsi. Le aziende con dimensione fisica superiore a 5 ettari, pari all’8,7% del totale e corrispondenti in buona parte ad imprese professionali, conducono il 43% della superficie agricola totale, con una dimensione media di 12,5 ettari. Nel decennio 1990- 2000 il dato ISTAT evidenzia una perdita di S.A.U. intorno al 10%. L’utilizzo della S.A.U. emerge dal seguente prospetto:

Tavola 17: utilizzazione della superficie agricola

coltura superficie % s.a.u. seminativo 1030,84 82,4% prato stabile 196,44 15,7% vigneto 14,98 1,2% fruttiferi 3,68 0,3% ortaggi 6,25 0,5%

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Oltre il 98% della S.A.U. è destinata a colture estensive o collegate all’allevamento zootecnico. Le colture ad elevato tasso di attività hanno una diffusione marginale. La mappatura di aziende agricole significative (ad esempio ad indirizzo ortoflorovivaistico) sarà oggetto di successivo approfondimento.

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Il patrimonio zootecnico è incentrato sull’allevamento bovino, la cui consistenza è diminuita del 37% rispetto al 1990. Una prima quantificazione del carico di azoto di origine zootecnica porta ai seguenti risultati:

Tavola 18: carico di azoto

kg. azoto/ kg. azoto kg. azoto/ categoria numero capi capo anno totali ha sau vacche 352 83 29.216 altri bovini (30% c.b.) 3.855 26,13 100.731 equini 22 69 1.518 suini 1.007 9,8 9.869 avicoli 8.619 0,25 2.155 carico di azoto totale 143.489 114,7

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Il dato medio di 115 kg. di azoto ad ettaro è nettamente inferiore al limite di 170 kg./ha previsto dalla direttiva comunitaria in materia di nitrati.

LORIA Anche in questo comune si rileva una notevole frammentazione delle aziende:

Tavola 19: Superficie Agricola

tipo superficie ettari TERRITORIALE 2318 AGRICOLA TOTALE 1825,31 AGRICOLA UTILIZZATA 1595 S.A.U. MEDIA 2000 1,99 S.A.U. MEDIA 1990 1,94

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Le dinamiche del mercato fondiario non hanno fino ad ora evidenziato un aumento delle dimensioni fisiche delle aziende.

Tavola 20: Aziende agricole per classe di sup. totale (sup. in ettari)

< 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 > 20 totale N° 528 208 44 16 6 802 % sul tot 65,8% 25,9% 5,5% 2,0% 0,7% 100% Sup. totale 521,33 602,05 298,40 - 403,53 1.825,31 % sul tot 28,6% 33,0% 16,3% 0,0% 22,1% 100%

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Le aziende con dimensione fisica superiore a 5 ettari, pari all’ 8.2% del totale, conducono il 38% della superficie agricola totale, con una dimensione media di 10,6 ettari. e corrispondenti in buona parte ad imprese professionali.

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Si evidenzia quindi un maggior peso delle microaziende a Loria rispetto al comune di Castello di Godego.

L’utilizzo della S.A.U. nel 2000 era la seguente:

Tavola 21: utilizzazione della superficie agricola

coltura superficie % s.a.u. seminativo 1412,52 88,6% prato stabile 104,79 6,6% vigneto 16,42 1,0% fruttiferi 5,28 0,3% ortaggi 6,76 0,4%

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Oltre il 95% della S.A.U. è destinata a colture estensive o collegate alla trasformazione zootecnica. Le colture ad elevato tasso di attività sembrano avere una diffusione marginale, anche se dati più precisi saranno disponibili a seguito di mappatura di aziende agricole significative, talora anche di dimensione fisica esigua (ad esempio ad indirizzo ortoflorovivaistico) ma rilevanti in termini di capacità di creare valore aggiunto. Notevole la consistenza del patrimonio zootecnico, incentrato sull’allevamento bovino da carne (vitelloni, vitelli a carne bianca) e con presenza di allevamenti intensivi di tipo industriale (suini, avicoli). Una prima quantificazione del carico di azoto di origine zootecnica porta ai seguenti risultati:

Tavola 22: carico di azoto

kg. azoto/ kg. azoto kg. azoto/ categoria numero capi capo anno totali ha sau vacche 158 83 13.114 altri bovini (30% c.b.) 7.017 26,13 183.354 equini 17 69 1.173 suini 10.049 9,8 98.480 avicoli 284.753 0,25 71.188 carico di azoto totale 367.310 230,3

Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura anno 2000

Il dato medio di 230,3 kg. di azoto ad ettaro è nettamente superiore al limite di 170 kg./ha previsto dalla direttiva comunitaria in materia di nitrati, il che comporterà il reperimento di terreni idonei allo spargimento degli effluenti zootecnici al di fuori del territorio di Loria. E’ interessante notare che sommando il carico di azoto dei due comuni, si ottiene un valore medio di 170 kg./ha, coincidente con il limite previsto dalla vigente normativa in materia di protezione dai nitrati di origine agricola per le zone vulnerabili, come quelle in esame.

7.3 settore produttivo secondario e terziario

Il territorio dei comuni di Loria e Castello di Godego fa parte della vasta area centrale del Veneto, nella quale vi è la più alta concentrazione di insediamenti produttivi della regione.

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Tavola 23: concentrazione Unità Locali Comuni ed aree UL totali/Kmq UL secondario/Kmq

Castello di Godego 31 14 Loria 28 13 Castellana 35 13 Provincia treviso 31 10 Regione Veneto 24 7

Fonte dati: ISTAT – Censimento industria e servizi 2001

Dalla tabella risulta che Castello di Godego, dopo Castelfranco Veneto è il comune della Castellana con una più elevata concentrazione di unità locali. A livello provinciale entrambi i comuni sono sopra la media come numero di UL nell’industria che risulta addirittura doppia rispetto a quella regionale.

Tavola 24: Unità Locali e addetti per settore economico Comuni ed industria commercio servizi totale aree Unità Addetti Unità Addetti Unità Addetti Unità Addetti locali locali locali locali Castello di 248 2.016 128 232 177 495 553 2.743 Godego 45% 73% 23% 8% 32% 18% 100% 100% Loria 292 1.688 173 384 191 558 656 2630 45% 64% 26% 15% 29% 21% 100% 100% Castellana 2.944 19.844 2.010 5.375 3.071 12.682 8.025 37.901 37% 52% 25% 14% 38% 33% 100% 100% Provincia 24.381 178.44 18.962 48.772 34.254 121.91 77.597 349.130 Treviso 5 3 31% 51% 24% 14% 44% 35% 100% 100% Regione 128.65 844.82 111.50 293.65 196.47 777.07 436.62 1.915.553 Veneto 2 1 2 4 5 8 9 29% 44% 26% 15% 45% 41% 100% 100%

(Fonte dati: ISTAT – censimento industria e servizi 2001)

Analizzando la ripartizione per settore economico si nota come Castello di Godego e Loria siano fortemente caratterizzate, sia come numero di UL ma soprattutto come numero di addetti, verso il settore industriale. Analizzando la tendenza in atto risulta però una lieve contrazione delle imprese artigiane del manifatturiero riscontrabile proporzionalmente in tutti i comuni dell’area della Castellana ma anche di tutta la Provincia.

Tavola 25: imprese artigiane attive per il settore manifatturiero nella Castellana Comuni ed aree 2004 2005 variazione

Castello di Godego 97 85 -12 Loria 122 104 -18 Castellana 1.056 967 -89 Provincia Treviso 9.203 8.483 -720

(Fonte dati: Ufficio Studi CCIAA Treviso)

Nel settore commerciale si riscontra una maggiore concentrazione di aziende nel comune di Loria che presenta valori più alti sia rispetto all’area della Castellana sia rispetto all’area provinciale.

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Tavola 26: imprese attive nel commercio (ingrosso e dettaglio) - densità Comuni ed aree 2004 2005 Variazione Densità: Densità: imprese % imprese nel nel commercio commercio ogni ogni Kmq 1000 abitanti Castello di Godego 114 116 + 1,8 17,42 6,45 Loria 194 186 - 4,1 22,02 8,02 Castellana 1.887 1.876 - 0,6 21,42 8,11 Provincia Treviso 18.331 18.381 + 0,3 21,83 7,42

(Fonte dati: Ufficio Studi CCIAA Treviso)

7.4 settore turistico – ricettivo

Nel settore turistico – ricettivo la situazione rispetto al settore commerciale si inverte in quanto si riscontra una maggiore concentrazione di imprese attive nei pubblici esercizi nel comune di Castello di Godego che si colloca comunque un po’ al di sotto della media dell’area della castellana e dell’area provinciale.

Tavola 27: imprese attive nei pubblici esercizi (alberghi e ristoranti) - densità Comuni ed aree 2004 2005 Densità: Densità: esercizi ogni esercizi ogni 1000 abitanti Kmq Altivole 24 24 3,76 1,09 Castelfranco Veneto 139 143 4,36 2,81 Castello di Godego 24 23 3,45 1,28 Loria 20 24 2,84 1,04 Resana 24 24 2,93 0,96 Riese Pio X 23 26 2,55 0,84 Vedelago 50 55 3,69 0,89 Castellana 304 319 3,64 1,38 Provincia Treviso 3.154 3.171 3,77 1,28

(Fonte dati: Ufficio Studi CCIAA Treviso)

Poco significativo il numero di imprese nel settore alberghiero, le quali si concentrano, nell’area della castellana, soprattutto nel comune di Castelfranco Veneto.

Tavola 28: strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere Comuni ed aree Alberghiere Extralberghiere

Altivole - 2 Castelfranco Veneto 8 2 Castello di Godego 1 2 Loria 1 - Resana 1 2 Riese Pio X - 2 Vedelago 2 2 Castellana 13 12

(Fonte dati: Provincia di Treviso)

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7.5 servizi a scala territoriale

Sono le parti del territorio ad elevata specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate una o più funzioni strategiche o servizi ad alta specializzazione economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità. Tali ambiti sono definiti “Poli Funzionali”: A Castello di Godego la stazione ferroviaria costituisce un polo della mobilità destinato ad essere potenziato in prospettiva dell’attivazione del SFMR.

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8 - Sistema infrastrutturale

Nell’area pedemontana, come in tutta l’area centrale veneta, è in atto un processo di redistribuzione della popolazione con un calo demografico (o una minore crescita) delle grandi città e una crescita delle aree periferiche con incremento del patrimonio insediativo. Buona parte di questo incremento si è localizzato secondo un modello insediativo di tipo diffuso il quale ha affidato alla preesistente infrastruttura viaria, sia comunale che sovracomunale, l’aumento di carico per i collegamenti pendolari al lavoro e ai servizi.

Tavola 29: popolazione che si sposta giornalmente per luogo di destinazione Comuni ed aree Popolazione % Popol. che % Popol. residente si sposta che si sposta fuori del comune Altivole 6.122 56 30 Castelfranco Veneto 31.486 55 17 Castello di Godego 6.347 56 29 Loria 7.764 55 30 Resana 7.491 55 30 Riese Pio X 9.627 56 30 Vedelago 13.826 55 31 Castellana 82.663 55 25 Provincia Treviso 795.264 53 27 Regione Veneto 4.527.694 52 24

(Fonte dati: ISTAT Censimento popolazione 2001)

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8.1 infrastrutture a scala sovracomunale

L’elemento portante del sistema relazionale dell’area centrale veneta è costituito dalla dorsale del corridoio V che collega in senso est-ovest Venezia – Padova - Vicenza e Verona e che costituisce l’elemento portante delle relazioni interne ed il principale distributore delle relazioni verso l’esterno (nord-sud). Più a nord Loria e Castello di Godego sono collocati nel reticolo viario complesso della fascia pedemontana, i cui principali nodi sono rappresentati da Treviso e Vicenza, e dai nodi degli altri comuni a nord, e Bassano, e a sud, Castelfranco e Cittadella.

Tavola 30: corridoi transeuropei rilevanti per il veneto

(Fonte: Piano Regionale dei Trasporti del Veneto)

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Tavola 31: rete autostradale

(Fonte: Piano Regionale dei Trasporti del Veneto)

Questo schema si inserisce nel complesso della città diffusa, nella quale sono presenti anche servizi di interesse territoriale, contribuendo ad aumentare la complessità delle relazioni in tutte le direzioni. Gli assi portanti del sistema viario attuale nei comuni di Loria e Castello di Godego sono la strada regionale n° 245 (Castelfranco – Bassano), la strada provinciale n° 20 (Castello di Godego – Fonte), la strada provinciale n° 81 (Riese Pio X – Cassola) la strada provinciale n° 139 (Castello di Godego – Riese Pio X).

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Tavola 32: rete stradale nell’area della castellana

(Fonte: elaborazione Cavallin Associati)

In questo contesto l’intervento più rilevante programmato dalla regione Veneto, che interessa direttamente i comuini di Loria e Castello di Godego, è la strada Pedementana che, passando a nord di Loria, collegherà Treviso con Vicenza. La realizzazione della nuova strada pedemontana assorbirà buona parte del traffico di attraversamento est – ovest. Per quanto riguarda i collegamento nord-sud la nuova Strada Regionale n° 308 “Del Santo”, che sta per essere completata fino a Resana, collegherà in futuro Padova Est (casello autostrada A4 Milano-Venezia), con Castelfranco (tratto già finanziato). Il collegamento tra la SR 308 e la Pedemontana potrà avvenire secondo due direttrici, una verso Vedelago ed una verso Castello di Godego – Loria.

Sistema ferroviario Il territorio di Castello di Godego è attraversato dalla linea ferroviaria Trento – Venezia. Nei piani d’investimento delle Ferrovie dello Stato la tratta Bassano – Castelfranco è inclusa nella terza fase di attuazione del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR).

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Tavola 33: fasi di attuazione del S.F.M.R. 13x9

(Fonte: Piano Regionale dei Trasporti del Veneto)

8.2 infrastrutture a scala locale

Le infrastrutture locali sono costituite dalla viabilità comunale che permette una diffusa accessibilità a tutto il territorio dei due comuni. Nella parte sud di Loria e per tutto il territorio di Castello di Godego l’infrastrutturazione viaria locale è costituita dagli assi del reticolato di antica origine romana che si legge soprattutto nella direttrice est-ovest. Alcuni assi della viabilità locale hanno un carico di traffico inadeguato alle loro caratteristiche dimensionali e sono caratterizzate dalla presenza di numerosi accessi di abitazioni con conseguente disagio sia dei residenti sia del traffico automobilistico.

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Tavola 34: indicatori di dotazione della rete stradale Comuni ed aree Strade Regionali e Provinciali Strade Comunali Km di strade Km di strade Km di strade Km. di Km di ogni 1.000 ogni Kmq ogni 1.000 strade ogni strade ogni abitanti veicoli 1.000 Kmq circolanti abitanti Castello di 1,7 0,61 - 8,4 3,08 Godego Loria 1,3 0,48 - 9,0 3,26 Castellana 1,9 0,55 1,9 9,3 2,70 Veneto 2,2 0,54 3,0 9,5 2,32 Italia 2,9 0,56 4,1 11,6 2,22

(Fonte: elaborazione Cavallin Associati)

Il sistema dei parcheggi è organizzato soprattutto nei centri e negli insediamenti infrastrutturati attraverso piani urbanistici attuativi. Il sistema dei percorsi ciclabili è frammentario e prevalentemente costituito da percorsi adiacenti alla viabilità carrabile.

Infrastrutture tecnologiche ENERGIA La rete dell’energia elettrica ha una copertura del 100% del territorio e l’ente gestore è Enel Distribuzione Spa. La rete del gas copre circa il 60% ed il soggetto distributore è AscoTrade SpA.

TELECOMUNICAZIONI Come in gran parte del territorio della Castellana, anche nei comuni di castello di Godego e Loria la copertura con reti di telecomunicazioni a banda larga mediante fibra ottica è quasi assente.

ACQUA La gestione del ciclo integrato dell’acqua è affidata, in entrambi i comuni, all’azienda speciale consorziale Servizi Idrici della Castellana

Tavola 35: servizio integrato di gestione dell’acqua Comuni Territoriale Autorità Gestore Rete idrica Rete Rete Ottimale d’Ambito % fognaria n° fognaria % A.T.O. popolazione allacciamenti popolazione servita a dic. 2006 servita Castello Veneto A.A.T.O. Servizi 100 1552 60 di Orientale Veneto Idrici della Godego Orientale Castellana a.s.c Loria Veneto A.A.T.O. Servizi 100 1938 50 Orientale Veneto Idrici della Orientale Castellana a.s.c

(Fonte dati: Servizi Idrici della Castellana a.s.c)

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RIFIUTI La gestione del servizio integrato dell’acqua è affidata, in entrambi i comuni, al Consorzio Azienda Treviso Tre Dal confronto dei dati riferiti ai comuni della castellana il valore percentuale di raccolta differenziata più alto è attribuito a Castello di Godego mentre il valore più basso è attribuito al comune di Loria.

Tavola 36: servizio integrato di gestione dei rifiuti Comuni Ambito Autorità Gestore Impianti Territoriale d’Ambito Ottimale AdA A.T.O. Castello di Provincia di Marca Consorzio Azienda Centro Autorizzato Raccolta Godego Treviso Ambiente Treviso Tre Differenziata (CARD) Loria Provincia di Marca Consorzio Azienda Centro Autorizzato Raccolta Treviso Ambiente Treviso Tre Differenziata (CARD)

(Fonte dati: TV3)

Tavola 37: percentuale raccolta differenziata

Comuni 2000* 2001* 2002* 2003* 2004* 2005* 2006** Altivole 42,30 61,54 63,13 64,30 63,75 63,97 64,35 Castelfranco 50,24 62,79 60,98 61,71 64,57 64,26 64,53 Veneto Castello di Godego 47,36 62,79 60,66 61,30 63,61 64,83 64,96 Loria 37,82 51,48 55,56 55,43 57,94 57,97 58,00 Resana 46,90 66,67 59,30 61,07 62,40 64,47 64,73 Riese Pio X 36,39 56,51 62,61 62,72 65,34 63,77 64,14 Vedelago 51,95 52,44 54,57 55,81 55,54 56,75 60,17 Castellana 44,70 59,17 59,54 60,33 61,88 62,29 62,98

* dati ufficiali ARPA ** dati ufficiosi TV3 (Fonte dati: TV3)

Principali problematiche emergenti I nuovi svincoli della pedemontana creeranno nuovi flussi di traffico in direzione nord - sud aumentando la pressione sui collegamenti esistenti rimasti scoperti fino a Castelfranco Veneto, in particolare sulla strada regionale n° 245 che attraversa Castello di Godego. Uso inadeguato di alcune arterie della viabilità locale. Mancanza di una rete interconnessa di piste ciclabili. Scarsa copertura del territorio dai servizi di telecomunicazione a banda larga ADSL2+ e assenza di rete in fibra ottica.

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9 – Impronta ecologica

L’impronta ecologica è un indicatore ambientale capace di descrivere le pressioni cioè il carico delle attività umane sulle risorse in base all’area totale degli ecosistemi terrestri e acquatici. Si considera l'utilizzo di sei categorie di territorio: • terreno per l'energia: l'area di foresta necessaria per assorbire l'anidride carbonica prodotta dall'utilizzo di combustibili fossili; • terreno agricolo: superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni di origine agricola (fibre, ecc.); • pascoli: superficie destinata all'allevamento; • foreste: superficie destinata alla produzione di legname; • superficie edificata: superficie dedicata agli insediamenti abitativi, agli impianti industriali, alle aree per servizi, alle vie di comunicazione; • mare: superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca. Le diverse superfici vengono ridotte ad una misura comune, attribuendo a ciascuna un peso proporzionale alla sua produttività media mondiale; si individua così l'"area equivalente" necessaria per produrre la quantità di biomassa usata da una data popolazione (mondiale, nazionale, regionale, locale), misurata in ettari. L’impronta ecologica di una popolazione (dal livello individuale fino al livello locale o di nazione) è la superficie ecologicamente produttiva occupata esclusivamente per ottenere tutte le risorse rinnovabili consumate; comprende anche la superficie forestale necessaria ad assorbire la emissione di anidride carbonica, quando si produce energia. Le categorie di impatto sono cinque: alimenti, abitazioni, trasporti, beni di consumo, servizi. L’impronta ecologica dell’Italia nel 2003 è di 4,2 ettari/abitante e tende a crescere negli anni,mentre la capacità biologica (cioè la disponibilità di aree) diminuisce progressivamente:

ITALIA 1961-2003

Il deficit ecologico è di 3,1 ettari/abitante.

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Da un punto di vista generale si può affermare che in termini di impronta ecologica, l’attuale modello di sviluppo non è sostenibile, in quanto richiede più risorse rinnovabili rispetto a quelle disponibili nei cosiddetti paesi sviluppati. La componente di maggior peso nel fabbisogno di superficie è l’energia, cioè la superficie forestale in grado di assorbire le emissioni di anidride carbonica generate dall’attività antropica. Se da un lato il calcolo dell’impronta ecologica permetterebbe di costruire un indicatore sintetico di notevole efficacia per la sensibilizzazione dei cittadini e dei decisori, in quanto misura la superficie territoriale corrispondente al livello di consumi di ciascun abitante, dall’altro la mancanza di dati specifici a scala comunale impedisce la determinazione puntuale di tale variabile. Allo stato attuale di analisi del territorio del PATI appare comunque opportuno evidenziare un primo set di indicatori che permettono di valutare l’impatto medio che ciascun abitante residente nei due comuni genera sul territorio di Castello di Godego e di Loria. Un primo gruppo di indicatori riguarda l’incidenza delle zone antropizzate sul territorio intercomunale.

Tavola 38: incidenza delle zone antropizzate

INDICATORE UNITA’ DI VALORE VALORE FONTE MISURA TOTALE UNITARIO (per abitante) Aree urbanizzate Ettari 659,4 Mq. 436 PTCP – DOC. preliminare Incidenza aree urbanizzate % sup. 16,0% PTCP – DOC. territoriale preliminare Superficie infrastrutture in Strade, 107,8 Mq. 71,3 PTCP – DOC. zona agroforestale ferrovie (ha) preliminare Superficie aree degradate in Cave, 16,22 Mq. 10,7 PTCP – DOC. zona agroforestale discariche (ha) preliminare L’incidenza delle aree urbane occupate si attesta su valori non dissimili dalle medie provinciali.

Superficie media abitazione Mq. 126,2 119, 3 – dato ARPAV medio

provinciale Si rileva una dimensione media delle abitazioni più elevata, rispetto alla media provinciale.

Produzione rifiuti solidi Ton. 4.550,0 301,2 ARPAV urbani Mobilità ad elevato impatto % spostamenti 1991 2001 PTCP – DOC di casa – lavoro a piano 64% 74% mezzo auto

% spostamenti 1991 2001 PTCP – DOC di casa – studio a piano 21% 39% mezzo auto Consumi energetici totali Kwh 6.300 Piano energetico regionale (Veneto) I dati sulla mobilità, pur a scala provinciale, evidenziano il crescente ricorso al mezzo privato su gomma per i principali spostamenti. Il quadro conoscitivo del PATI e le indagini puntuali in sede di stesura della V.A.S. permetteranno di specificare con maggior dettaglio gli indicatori correlati all’impronta ecologica.

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10 - Analisi SWOT

Nella tavola che segue sono riportati sinteticamente i risultati delle prime analisi funzionali alla definizione degli obiettivi del PATI. Esse vengono restituite in termini di “punti di forza e di debolezza” e sono suddivise per sistemi seguendo l’articolazione per capitoli della relazione ambientale. Anche il documento preliminare del PATI è articolato per capitoli seguendo la stessa strutturazione della relazione ambientale. In questo modo sarà facilmente verificabile la correlazione tra: analisi descrittive sullo stato dell’ambiente - analisi SWOT – obiettivi del PATI - azioni. Dalla prima diagnosi territoriale si evidenziano alcune criticità, da considerare prioritarie. o Cospicua frammentazione della rete ecologica e degli elementi del paesaggio agrario; o vulnerabilità idrogeologica, associata ad un elevato carico urbanistico e zootecnico e con presenza di siti potenzialmente a rischio (cave e discariche); o gestione delle acque superficiali poco coordinata, con perdita di funzionalità idraulica e frammentazione e semplificazione; o presenza di edificato sparso e di frange urbane, con riflessi negativi anche sulla mobilità veicolare e con potenziali conflitti d'uso (agro-zootecnico, residenziale, produttivo); o sovraccarico della rete viabile, dovuto a gap infrastrutturale e alla elevata mobilità locale e sovracomunale; o eterogenea e spesso insufficiente dotazione di servizi; o elevata incidenza dell'occupazione nel settore industriale e limitato sviluppo di servizi; o elevata dispersione insediativa, e conseguente frammentazione delle aree pubbliche e dei servizi; o Difficoltà di valorizzazione del patrimonio edilizio dei centri storici, con tendenziale emarginazione della funzione residenziale; o Limitata tipicizzazione e qualificazione dei prodotti locali (agroalimentari e artigianali).

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ANALISI SWOT

PUNTI DI DEBOLEZZA PUNTI DI FORZA MINACCE OPPORTUNITA’ (fattori limitanti dello sviluppo e criticità (elementi di qualità e (esogene da (esogene da cogliere) endogeni) pregio endogeni) contrastare)

Popolazione e Progressivo invecchiamento della aumento costante della Problemi di integrazione miglioramento dei collegamenti demografia popolazione anche se meno accentuato popolazione residente della popolazione con le sedi degli istituti scolastici rispetto al contesto regionale con tasso più elevato di immigrata via ferrovia con l'esecuzione del quello provinciale e SFMR regionale Livello di istruzione inferiore al dato buon livello di programmi formativi regionali medio provinciale, regionale e nazionale occupazione integrati con le esigenze del mondo produttivo Immigrazione di Tendenza generale ad popolazione in età un’innalzamento del livello di lavorativa giovane istruzione della popolazione Risorse Nelle zone ad urbanizzazione diffusa la Negli ambiti ancora Possibile peggioramento Disponibilità di incentivi finanziari Naturalistiche rete ecologica risulta semplificata e integri è presente un dell'equilibrio ecologico pubblici, finalizzati a migliorare il e Ambientali frammentata, con un limitato corredo di sistema ecologico ancora delle aree ad elevata sistema ecologico, soprattutto specie floristiche, specialmente arbustive ben conservato, naturalità, ad opera di nelle aree a maggior sensibilità ed erbacee. sufficientemente ricco di pressioni generate da ambientale specie vegetali e di nuove infrastrutture, da dimensioni adeguate a nuovi insediamenti fornire habitat per i abitativi e produttivi e selvatici da sistemi agricoli intensivi. Elevata vulnerabilità delle falde Presenza di corridoi Il possibile mutamento Disponibilità di incentivi per la acquifere, per la presenza di suoli assai ecologici in grado di della gestione delle redistribuzione dei reflui zootecnici permeabili. collegare soprattutto in acque irrigue potrebbe e per il loro utilizzo a fini senso nord - sud ambiti alterare il reticolo energetici più ampi (dai collli idrografico artificiale, Asolani alla bassa con ripercussioni pianura) negative sugli ecosistemi ad elevata naturalità.

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La diffusa presenza di allevamenti anche La presenza di un diffuso potenziale rischio di incentivi del P.S.R. per migliorare intensivi genera un elevato carico di sistema di siepi e fossati inquinamento delle la gestione degli effluenti effluenti, con accumulo di nitrati nel offre adeguati siti per il acque che possono zootecnici (area prioritaria) sistema idrico. rifugio della fauna verificarsi a monte minore Presenza di attività produttive in zona Presenza di zone ad Possibilità di progetti integrati agricola, che direttamente o elevata naturalità lungo d'area per la realizzazione di indirettamente esercitano sul sistema il fiume Muson e lungo il corridoi verdi (greenways) con ambientale elevate pressioni sistema fluviale incentivi agroambientali Pighenzo-Brenton Mancanza di un programma condiviso di Alcuni corridoi fluviali I progetti di ricalibratura La realizzazione di nuove gestione dei corsi d'acqua, con interventi possono rappresentare degli alvei potrebbero infrastrutture viarie può realizzati sia dai privati che dal pubblico, nei prossimi anni assi generare impatti permettere di realizzare opere spesso in contrasto tra loro e poco preferenziali in cui significativi sulla diffuse di mitigazione ambientale, compatibili con la rinaturazione concentrare gli interventi disponibilità di habitat e con possibili positivi effetti sul di rinaturazione di rifugi per la fauna territorio aperto. selvatica La presenza di cave e di discariche Possibilità di Uso improprio di aumenta il rischio di inquinamento delle rinaturalizzare le cave discariche e cave acque profonde dismesse come nicchie ecologiche puntiformi connesse col sistema vegetazionale delle siepi e col reticolo idrografico

Difesa del Negli ultimi anni è aumentata la Buona capacità di Progressivo aumento Progetti a regia regionale per la suolo frequenza di allagamenti e tracimazioni, drenaggio dei terreni, delle superfici risoluzione dei problemi idraulici con danni agli insediamenti grazie alla buona impermabilizzate nei sul sistema Pighenzo-Brenton e sul permeabilità bacini idrografici in cui Muson ricade il territorio dei due comuni

Diminuzione della capacità di infiltrazione Possibili nuove dei terreni, per urbanizzazione e escavazioni riduzione del reticolo scolante agrario. Scarsa manutenzione dei corsi d’acqua, Possibili nuove in particolare del torrente Pighenzo - discariche Brenton

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unità di La elevata pressione insediativa e la Nelle aree più integre è Frammentazione del incentivi regionali per la paesaggio specializzazione degli ordinamenti ancora presente un territorio e alterazione conservazione e il miglioramento agrario di produttivi causa di frequente una sistema di siepi del paesaggio a causa dei prati stabili e delle siepi interesse elevata semplificazione del paesaggio e abbastanza continuo, della futura realizzazione storico- una frammentazione e rarefazione degli con assetto a campi di infrastrutture stradali culturale elementi peculiari (siepi, prati stabili, chiusi. (raccordi Pedemontana, piantate) SFMR) presenza, seppur con diverse frequenze Possibilità di mitigazione e rispetto ai diversi ambiti, di molteplici compensazione degli impatti delle elementi detrattori, spesso ad elevata nuove infrastrutture viarie. focalità. La leggibilità dell' agro centuraiato In molti ambiti del Possibilità di evidenziare la maglia romano è spesso limitata territorio sono ancora reticolare dell'area centuriata, ben leggibili i segni mediante formazione di alberature dell'agrocenturiato e siepi romano (soprattutto nella porzione sud del territorio comunale di Castello di Godego) Presenza di interressanti relitti del paesaggio agrario tradizionale (piantate di gelso) Intrusione nelle zone agricole di tipologie La diffusa presenza di La ulteriore probabile possibilità di diversificazione degli edilizie urbane, estranee al contesto attività vivaistiche, diminuzione di ordinamenti colturali (bioenergia) rurale rende gli ambiti redditività dei seminativi interessati ordinati e comporterà una minor leggibili attenzione nella manutenzione degli appezzamenti, della rete scolante e della viabilità minore elementi del inserimento di nuove tipologie urbane in Presenza di numerosi possibile impatto di programmazione da parte della paesaggio di contesti di paesaggio storico edifici di valore storico- nuove infrastrutture Provincia di percorsi di fruizione interesse architettonico linari (strade, turistica di livello sovracomunale storico elettrodotti, etc.) (strada dell'architettura - percorsi eco-turistici lungo il Muson da Asolo fino a Padova), nella zona dei Prai e nella zona delle Motte

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mancanza di valorizzazione in genere Presenza di relitti di rischio di perdita di Incentivi fiscali agli interventi di delle emergenze culturali sistemazioni agrarie edifici di interesse restauro e ristrutturazione tradizionali (i filari storico-testimoniale a alberati, le piantate, causa del loro cattivo campi chiusi, ecc..) stato di conservazione o dell'uso di tecniche e materiali inadeguati mancanza di sensibilizzazione dei privati proprietari dei beni culturali minori; mancanza di notorietà dei beni culturali e/o assenza di adeguata segnalazione/tabellazione di tipo turistico; scarsa considerazione del complesso sistema della centuriazione romana che viene in generalmente valutata solo come semplice conformazione geometrica del territorio; difficoltà da parte dei privati ma anche da parte degli enti pubblici di sostenere i costi di gestione e manutenzione delle ville e dei parchi storici; Centri Storici progressiva scomparsa delle attività di Presenza di importanti tendenza alla programmazione provinciale di commercio al minuto e dell’artigianato di emergenze di valore sostituzione della realizzazione di percorsi di servizio alla persona; all’interno del centro funzione abitativa con fruizione turistica di livello storico di C.di G. funzioni economiche di sovracomunale (strada frequentazione dell'architettura) prevalentemente diurna insufficiente qualità degli interventi Presenza di parchi e aree tendenza alleggerimento del traffico urbanistici ed architettonici a verde all’allontanamento delle veicolare con la realizzazione della famiglie di nuova pedemontana a condizione che la formazione viabilità complementare sia completata fino a Castelfranco presenza, in alcuni casi consistente, di traffico veicolare di attraversamento

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Sistema Scarsa vitalità dei centri urbani, anche percezione dei residenti Aumento del fenomeno incentivi per il recupero e la Insediativo: dei capoluoghi, causata dalla scarsità di negli insediamenti diffusi dell’edificazione diffusa riqualificazione dei centri abitati assetto fisico funzioni "centrali" di abitare e lavorare funzionale all'interno di un grande parco agrario presenza di traffico veicolare di basso livello dei costi attraversamento che genera pericolosità privati iniziali di ed inquinamento insediamento attraverso lo sfruttamento (improprio) delle infrastrutture esistenti presenza di frange urbane scarsamente Possibilità di migliorare il dotate di servizi sistema del verde diffuso

Edificazione diffusa in area agricola che crea conflitto tra funzione agricola – residenziale e produttiva ed aumenta i costi per la fornitura dei servizi Mancanza di aree di mitigazione presenza di aree agricole marginali, dove prevedere zone filtro Presenza di insediamenti lineari lungo gli assi viari che gravano impropriamente su direttrici di traffico di livello territoriale

frammentazione delle zone produttive possibilità di realizzare scarsamente dotate di servizi servizi mediante recupero di edifici produttivi eccedenti frazionamento e elevati costi delle reti possibilità di diffusione di tecnologiche e dei servizi a causa della sistemi decentrati di dispersione degli insediamenti produzione di energia da fonti rinnovabili settore Scarsa presenza di produzioni di nicchia o Buone potenzialità di diminuzione nel tempo possibilità di diversificazione (es . produttivo tipiche, ad eccezione del polo sviluppo di attività di nuclei famigliari con bioenergie) che richiedono però primario florovivaistico di Bessica. agrituristiche e di servizi reddito predominante progetti di filiera ambientali legato all'agricoltura.

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eccessiva concentrazione, soprattutto a la elevata quantità di Incentivi PSR per spargimento Loria, di allevamenti zootecnici anche effluenti zootecnici reflui zootecnici in aziende con intensivi potrebbe essere seminativi impiegata per produzione di energie rinnovabili, con benefici ambientali sul sistema idrico presenza di edifici rurali fatiscenti e integrazione della possibilità di riqualificazione degli abbandonati popolazione anziana aggregati rurali, mediante nella cura e recupero di edifici non più manutenzione del funzionali territorio agricolo Il polo vivaistico di Bessica di Loria è Il settore del Possibilità di valorizzazione della connotato da una dimensione delle florovivaismo ha una produzione florovivaistica sia dal attività generalmente modesta e da spazi buona tradizione ed una punto di vista commerciale che spesso non adeguati. discreta fidelizzazione mediante formazione del sul mercato. personale.

Scarsa attenzione in genere agli aspetti possibilità di paesaggistici negli interventi di diversificazione degli trasformazione del territorio rurale ordinamenti produttivi verso la produzione di bioenergie

settore frammentazione delle zone produttive ed Elevata concentrazione Aumento dell’impatto incentivi fiscali per l'innovazione secondario e elevata presenza di attività artigianali e di imprese attive ambientale delle attività nel campo del risparmio terziario industriali sparse nell’industria, con valori produttive in zona energentico e delle fonti di energia doppi di quelli medi impropria rinnovabile regionali e tripli rispetto a quelli nazionali, anche se negli ultimi anni la tendenza è negativa

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scarsa presenza di servizi alle aziende ed Rapida delocalizzazione in generale di terziario avanzato. delle attività secondarie a fronte di un processo lento di terziarizzazione tendenza alla contrazione, riscontrabile negli ultimi anni in tutto il territorio regionale, del numero di imprese artigiane Sbilanciamento eccessivo del numero di addetti nell’industria rispetto al commercio e ai servizi settore scarsa presenza di attività turistiche presenza di emergenze In mancanza di sinergie incentivi alla diversificazione delle turistico - architettoniche e con i poli turistici attività agricole ricettivo ambientali da valorizzare limitrofi, emarginazione del territorio dai principali flussi turistici

servizi a scala riorganizzazione della stazione territoriale ferroviaria di Castello di Godego in funzione della realizzazione del SFMR

Sistema scarsa dotazione di strade di livello Progressivo realizzazione della "Pedemontana" infrastrutturale sovracomunale in rapporto ai mezzi congestionamento e della sua viabilità sovracomunale circolanti (riferimento area Castellana) veicolare complementare attraversamento dei centri urbani da Rischio di elevata realizzazione della fase 3 del SFMR parte della viabilità regionale e frammentazione del provinciale territorio aperto, in caso di inserimento della nuova viabilità senza le necessarie mitigazioni e compensazioni

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Sistema Uso indifferenziato della viabilità Buona dotazione e convogliamento del Risoluzione di problemi sulla infrastrutturale interconnessione della traffico di viabilità locale in occasione della locale rete stradale comunale attraversamento nord- progettazione di quella regionale e in rapporto alla sud su strade urbane in provinciale, in particolare della superficie territoriale caso di ritardata terza fase del SFMR realizzazione e delle opere complementari della strada pedemontana Punti pericolosi in prossimità di incroci e Possibilità di concordare interventi punti di conflitto di mitigazione ambientale lungo la pedemontana e la sua viabilità complementare assenza di una rete interconnessa di notevole impatto di collegamento della viabilità piste ciclabili nuove piste ciclabili di ciclabile locale ai percorsi di livello tipo convenzionale sovracomunale lungo gli argini delle aste fluviali Infrastrutture Scarsa copertura del territorio della rete tecnologiche di telecomunicazione a banda larga ADSL2+ e assenza di rete in fibra ottica

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11 – Obiettivi di sostenibilità

Tenuto conto dell’indagine sullo stato dell’ambiente e degli obiettivi espressi nel documento preliminare del Piano, gli obiettivi di sostenibilità sono i seguenti:

Sistema ambientale e spazi aperti - tutelare le acque superficiali e profonde, con particolare riguardo alle risorse idropotabili - migliorare la continuità e la permeabilità dei corridoi ecologici - tutelare il suolo agricolo, limitando la sottrazione e l’impermeabilizzazione del suolo - favorire il recupero, il riuso delle preesistenze e la ricollocazione delle opere incongrue - prevenire le forme di inquinamento diffuso dell’aria e delle acque, anche attraverso piani di azione coordinati.

Paesaggio - tutelare gli elementi del paesaggio e favorire la ricomposizione paesistica - valorizzare i beni storico - culturali, con attribuzione di funzioni compatibili con la tutela e la riqualificazione degli ambiti - mitigare e attenuare gli elementi detrattori, con specifica attenzione alle frange urbane e alle infrastrutture in progetto

Sistema insediativo - Consolidare e riequilibrare le aree urbane, mediante recupero, riuso e riqualificazione, con inserimento di nuove funzioni compatibili con la residenza - Incrementare e favorire la specializzazione dei servizi - Favorire il consolidamento/riconversione delle attività produttive - Prevedere adeguate compensazioni ambientali per le future espansioni urbane

Sistema relazionale - Razionalizzare la rete viaria al fine di migliorare la qualità urbana, in coerenza con il principio dello sviluppo sostenibile - Favorire la mobilità ciclopedonale, migliorandone la continuità tra i centri abitati - Mitigare l’impatto delle infrastrutture viarie.

Il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità passerà attraverso il vaglio delle possibili alternative, con particolare riguardo alle linee di espansione urbana, tenendo conto dello scenario attuale, corrispondente alle tendenze in atto, la cosiddetta opzione zero (status quo). Particolare attenzione sarà posta alla valutazione della necessità di minimizzare il consumo di suolo agricolo.

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12 – Monitoraggio

Il sistema di monitoraggio andrà relazionato alle componenti ambientali caratterizzate da impatti ambientali misurabili e da un livello di criticità significativo. Il monitoraggio consiste nella periodica verifica di un set di componenti ambientali e di aree sensibili, attraverso adeguati indicatori di stato e di pressione. La scelta degli indicatori sarà effettuata nel corso della procedura di VAS, privilegiando parametri facilmente comprensibili dalla popolazione e in grado di monitorare l’efficacia delle azioni prioritarie che saranno alla base del Piano.

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