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453•maggio | giugno 2010

Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Roma Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003

GRANDI OPERE GRANDI DEBITI dossier INVESTIMENTI NELLE “MEGA STRUTTURE” IN TEMPO DI CRISI

Belvisi, Cao, Caracciolo, Cardosi, Colombo, Donati, Janni, La Face, Lenzi, Mannocci, Orlandini, Ripa di Meana, Roli, Rutigliano, Sebastiani, Signorini, Signorino, Villari ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:09 Pagina 2

Lettere al Direttore

Alcuni “NO” appoggiati da IN: TAV, Pedemontana Lomb., Bre-Be-MI, Tang. Est MI (tutte cose indispen- sabili che poi si stanno facendo o si faranno con grandi ritardi e costi moltiplicati). Il nucleare è un classico esempio di un’opposizione ideologica e immotivata. Le ragioni sono le solite: è l’unico sistema disponibile per produrre grandi quantità di energia con: - costi bassi (abbiamo i costi di energia del 30-50% più alti d’Europa); - rischi praticamente zero (non si tiri fuori Cernobyl, altrimenti dovremmo rinunciare alle auto che pro- vocano 7000 morti all’anno in Italia). Nel mondo funzionano 460 centrali senza danni a nessuno. Gli al- tri sistemi industriali provocano incendi, esplosioni, morti nelle miniere di carbone; - inquinamento zero (va bene anche per gli ecoturisti di Kyoto & Co); - occupazione del suolo ridicola. Per L’Aquila, credo che in nessuna parte del mondo sia stato realizzato un intervento come quello.

Emilio Boccaletti

Caro Emilio, per il nucleare la vedo in maniera diversa. Richiede investimenti molto alti ed è rischioso. Io del resto non di- mentico Three Miles Island e Cernobyl. Ma parlerei soprattutto del problema delle scorie. Dannosissime e de- stinate a rimanere molto pericolose per oltre un milione di anni. Le sembra poco? Comunque c’è un’obiezio- ne valida soprattutto per l’Italia: la costruzione e la gestione di una centrale richiedono standard rigorosissi- mi ingegneristici, di sicurezza e anche morali. È un sistema, quello nucleare, che deve, dati gli enormi rischi che comporta, essere impeccabile. Le sembra che l’Italia di oggi dia in questo senso sufficienti garanzie? Per le altre questioni poste, è vero, Italia Nostra dice tanti no, ma la nostra è una funzione di controllo. Sia- mo un po’ le oche del Campidoglio. Animali comunque storicamente riconosciuti come benemeriti. Aggiungo una cosa, sono felice di pubblicare la sua lettera. Uno dei pregi di Italia Nostra è di dare spazio al suo interno a opinioni diverse. Penso che il nostro Bollettino debba sforzarsi di dare voce a queste di- versità. N.C.

Napoli è una città straordinaria: polifonica, multicolore, con molteplici anime. Ritratta da un grande fotografo mette in mostra tutti i suoi splendori e tutte le sue miserie. Ed appare evidente come sia la metafora, talora paradossale, dell’Italia. Il fotografo in questione è Riccardo Carbone, collaboratore del quotidiano partenopeo Il Mattino. I suoi straordinari scatti vengono pubblicati in un bel libro da Minerva Edizioni, con la prefazione di Gennaro Malgieri. Si tratta di una cavalcata che parte dagli anni Venti, dai Quartieri Spagnoli con gli uomini che suonano gli organetti, sino agli anni Sessanta quando John e Jaqueline Kennedy, in visita ufficiale in Italia, vengono ritratti mentre girano per caratteristici vicoli di Napoli. Si passa per la guerra, la fame, le processioni e i miracoli di San Gennaro. E attraverso le scene di vita quotidiana si scorgono anche le magnificenze monumentali, spesso trascurate e avvilite, di una città che vive scoppi di felicità e drammi Napoli incredibili. Un grande scrittore napoletano come La Capria ha di Riccardo Carbone detto: “A Napoli dovrebbero dare il premio Nobel per la pazienza, riesce a sopportare e a sopravvivere a tutto”. Minerva Edizioni ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:09 Pagina 3

EDITORIALE 4 I “palazzinari” dell’energia ORESTE RUTIGLIANO E MARIA RITA SIGNORINI Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Roma il 6 marzo 1957, n°5683 Sped. A.p., art. 2 c. 20/b 45% legge 5 Si è fatto tardi 662/96 Filiale di Roma GUIDO ORLANDINI DIRETTORE RESPONSABILE Nicola Caracciolo HA COLLABORATO Gabriella Mecucci OPINIONE REALIZZAZIONE GRAFICA – STAMPA 6 Grandi opere al tempo della crisi NICOLA CARACCIOLO SEDE Viale Liegi, 33 – 00198 Roma – tel. 068537271 fax 0685350596 P.I. 02121101006 – C.F. 80078410588 DOSSIER e-mail: [email protected] e-mail redazione: [email protected] 7 Il business e la politica sito internet: http: //www.italianostra.org FURIO COLOMBO ADESIONE A ITALIA NOSTRA SOCIO ORDINARIO: 8 Autostrada Tirrenica e gli “effetti annuncio” quota annuale euro 31,00 – quota triennale euro 80,00 SCHEDA DI STEFANO LENZI SOCIO FAMILIARE: quota annuale euro 20,00 – quota triennale euro 50,00 9 Quando la deroga diventa la regola SOCIO GIOVANE (fino a 18 anni): ANNA DONATI quota annuale euro 10,00 – quota triennale euro 25,00 11 La beffa del Ponte SOCIO ORDINARIO STUDENTE (fino a 26 anni): CLAUDIO VILLARI quota annuale euro 15,007 – quota triennale euro 40,00 SOCIO SOSTENITORE: 13 Un progetto insostenibile quota annuale euro 80,00 – quota triennale euro 210,00 GUIDO SIGNORINO SOCIO VITALIZIO: euro 2.000,00 (una tantum) 15 La Sicilia ha bisogno di più traghetti SOCIO BENEMERITO: quota annuale euro 1.000,00 GIUSEPPE LA FACE ENTE SOSTENITORE: quota annuale euro 250,00 16 Bocciato anche dalla Corte dei Conti SOCIO ESTERO: quota annuale euro 52,00 SCHEDA DI LEANDRO JANNI Versamenti su c.c.p soci n°48008007 intestato a Italia Nostra – Roma Per informazioni su abbonamenti alla rivista SAGGIO per i non soci: Servizio abbonati – viale Liegi, 33 17 Se Keynes viene tradito 00198 Roma – Tel. 0685372723 MARIO SEBASTIANI Finito di stampare: giugno 2010 19 Olimpiadi snaturate ITALIA NOSTRA ONLUS ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA CARLO RIPA DI MEANA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E NATURALE DELLA NAZIONE (riconosciuta con D.P.R. 22 VIII-1958, n. 1111) DOSSIER PRESIDENTE Alessandra Mottola Molfino 21 Dietro gli stadi una colata di cemento VICE PRESIDENTI Urbano Barelli – Nicola Caracciolo MIRELLA BELVISI Luigi Colombo 22 La pretese del “divino” calcio SEGRETARIO GENERALE Antonello Alici ROBERTO MANNOCCI CONSIGLIO DIRETTIVO 23 Via il Sant’Elia e vai con la speculazione Urbano Barelli – Alvise Benedetti – Francesca Marzotto Caotorta FANNY CAO Nicola Caracciolo – Luca Carra – Salvatore Ciaravino Luigi Colombo – Vezio De Lucia – Daniele Frulla 24 Piemonte in Progress (di sacrifici) Giovanni Gabriele – Elio Garzillo – Ebe Giacometti MARIA TERESA ROLI Maria Pia Guermandi – Leandro Janni – Maria Rosaria Iacono 25 Follia ad Alta Velocità Franca Leverotti – Teresa Liguori – Alessandra Mottola Molfino Pietro Petraroia – Giacomo Rech – Maria Teresa Roli TIZIANO CARDOSI E MARIA RITA SIGNORINI Oreste Rutigliano – Salvatore Settis – Maria Rita Signorini GIUNTA SEGNALAZIONI Alessandra Mottola Molfino – Urbano Barelli Nicola Caracciolo – Luigi Colombo – Luca Carra 26 “L’ottovolante” sull’Abbazia Maria Rosaria Iacono – Giacomo Rech – Maria Teresa Roli CARLA DE ANGELIS Maria Rita Signorini 27 “(In)cubo” in piazza Rovetta COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI ROSSANA BETTINELLI Aldo d’Ormea – Guido Orlandini – Giovanni Zenucchini 28 Se il campanile crolla per incuria… COLLEGIO DEI PROBIVIRI UCILLA OZZI Giancarlo Bagarotto – Franca Guelfi – Paolo Pupillo L T AMMINISTRAZIONE E INDIRIZZARIO 29 Il Web-GIS del turista Mauro Di Bartolomeo FILIPPO GAGLIANO SOCI E ABBONATI 29 L’acquedotto da tutelare Emanuela Breggia MARIA CARMELA CAIOLA SEGRETERIA DI PRESIDENZA 30 Siano proseguiti gli scavi archeologici Roberta Giannini di Piazza Villaroja SEGRETERIA GENERALE ERESA IGUORI Luciano Marco Blasi – Dafne Cola – Andrea De Angelis T L Marketa Junova 31 Come educare al rispetto del patrimonio SERVIZIO CIVILE MARIA ROSARIA IACONO Irene Ortis Il pensiero ufficiale dell’Associazione sui diversi argomenti è espresso nell’editoriale. Tutti gli altri articoli rappresentano l’opinione dei rispettivi autori. Normativa sulla Privacy: ai sensi del D.L. 196 del 30/06/03 i dati sono raccolti ai soli fini associativi e gestiti con modalità cartacea ed elettronica da Italia Nostra. In qualunque momento Lei potrà aggiornare i suoi dati o cancellarli scrivendo ai nostri uffici di Viale Liegi, 33 – 00198 Roma Per difendere il paesaggio italiano In copertina Versione artistica di un’immagine di un ponte Stampato su carta ecologica senza uso di sbiancanti chimici dona il tuo 5x1000 a ITALIA NOSTRA C.F. 80078410588dal sito www.italianostra.org ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:09 Pagina 4

ORESTE RUTIGLIANO MARIA RITA SIGNORINI L’eolico, uno scandalo da noi annunciato I “palazzinari” dell’energia

“Nessuna fase di industrializzazione ha determinato una deturpazione del paesaggio pari a questa palificazione e ingabbiamento del territorio, creato dalle torri eoliche. Esse distruggono non solo gli spazi esistenziali, ma anche i più profondi spazi della memoria”. Botho Staub, “Der Spiegel” (29 marzo 2004)

ravamo in autunno sul Soratte, che tutti conoscete; gigantesca nave di pietra ormeggiata da milioni di anni nella Valle del Tevere. Giungiamo in cima per un vivace sentiero che valica Etutte le sue gobbe nel fitto della macchia mediterranea. Al ritorno il sole calante batteva ver- so levante, incidendo l’accavallarsi dei profili delle prime catene appenniniche. In basso i colli del- la Sabina, nel verde tenue delle prime nebbie, erano perenne tentazione di correre per strade tor- tuose e paesi antichi. Ecco il paesaggio italiano esiste ancora! E per quale vastità! Tutto sembra- va uguale a quanto vedevamo e sentivamo nei primi anni della nostra vita. Poco tempo per i pensieri consolatori, ed uno ben più informato di noi ci indica i Comuni che, giù in Sabina, con convenzioni già firmate, hanno ipotecato chilometri di crinali per nuove inutili cen- trali eoliche industriali. Maledetto eolico: dalla consolazione al senso della fine. Questo bastardo sviluppo che nulla rispetta ci ha fregati fin nei luoghi più inaccessibili. I presidi fino a ieri inattac- cabili delle montagne e delle loro cime. E dalla parte opposta dove il sole riflette sugli specchi del mare e di Bracciano e al di là dei Cimini verso Bolsena, ecco l’altro braccio della tenaglia, che fran- tumerà i luoghi magici scoperti negli anni ’70 sui primi fascinosi libri di Fulco Pratesi, sulla “Na- tura in Italia”. C’è vento da catturare nella maremma laziale, che non appena battute le spiagge si inerpica verso l’interno. E per queste brezze sono pronti i miliardi dell’Enel per 200 torri tra Capodimonte, Tuscania e Vul- ci. Veramente pazzi, tutti coloro che non hanno creduto per tempo dove si andasse a parare in Ita- lia con questa mendace campagna, ossessiva e ricattatrice, che da un decennio imperversa sotto le candide vesti del bene del pianeta e dell’economia verde. Fascismo eolico l’ha chiamata J. Lovelo- ok, il padre di Gaia. E quale termine usare per coloro che evocano per le gigantesche macchine ora portate fino 200 metri di altezza, il naturale divenire del paesaggio sotto la mano dell’uomo? “Le torri eoliche lo fanno meno banale, anzi più bello e interessante”. “Ed è per questo che le sco- laresche vengono a frotte nei siti eolici a visitare queste meravigliose opere dell’uomo”. Frasi del genere sono purtroppo spesso ripetute anche da pubblicazioni ambientaliste. E se nel Lazio ed in Toscana gli si darà filo da torcere, in intere plaghe del Mezzogiorno la rapina di paesaggio è già avvenuta su migliaia di chilometri quadrati, non più terra cangiante di luci e di colori, ma sterile basamento di apparati industriali, crateri scavati per i “palazzinari dell’energia” in cerca di soldi sicuri ed abbondanti elargiti dallo Stato e dall’Europa. Tanto da richiamare le ma- ni delle mafie. Una volta di più tutti dovrebbero ringraziare Italia Nostra e la sua lotta solitaria, che proprio in questi giorni vede il suo pieno riconoscimento, sulla stampa nazionale. e d i t o r i a l e ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:09 Pagina 5

GUIDO ORLANDINI

Si è fatto tardi

i è fatto tardi, e gli ultimi pastori dell’Agro Romano spingono le greggi verso gli stabbi, men- tre uno dei 170 voli quotidiani per Ciampino romba in atterraggio e fa tremare le arcate del- Sl’antico acquedotto che da 20 secoli fa la guardia alla campagna; voltandosi verso la città, si vedono i palazzi sull’Appia Nuova che, trattenuti dalla gabbia del Grande Raccordo Anulare, co- me tentacoli si protendono verso i Colli Albani; per fortuna il grande saccheggio dell’Agro Roma- editoriale no sarà arginato dai recenti provvedimenti del Governo, che non saranno disattesi come in passa- to: questa volta sarà diverso. Si è fatto tardi, e le sorgenti asciutte del Mugello rendono muta testimonianza al progresso e ai tre- ni ad Alta Velocità che collegano la capitale economica d’Italia a quelle politica con un inarresta- bile moto di modernità, mentre i tunnel previsti sotto Firenze minacciano la stabilità dei palazzi di una città patrimonio universale della cultura e dell’umanità, ma i tecnici hanno previsto tutto, e non vi saranno errori come in Mugello: questa volta sarà diverso. Si è fatto tardi, e i rubinetti a secco di Agrigento aspettano l’oro bianco che dovrebbe essere assi- curato dai cospicui finanziamenti promessi per rifare il decrepito acquedotto cittadino, mentre l’in- tera Sicilia delle dighe che non funzionano e delle molte ferrovie ormai dismesse perché mai am- modernate aspetta col fiato sospeso la manna del Ponte, simbolo della rinascita dell’isola, e qual- che scalmanato ambientalista protesta per l’impatto paesistico del ponte sospeso più lungo di tut- ti i tempi in una tra le zone a maggior rischio sismico e a maggiori infiltrazioni malavitose d’Ita- lia, ma questa volta non metteranno le mani sui ricchi appalti previsti: questa volta sarà diverso. Si è fatto tardi, e il Lambro trascina verso il Po e l’Adriatico l’ennesimo carico di veleni, costrin- gendo la Protezione Civile a febbrili misure di emergenza per arginare la marea nera; peccato che nel frattempo le falde acquifere della Lombard ia siano sempre più contaminate da metalli pesan- ti, e il prossimo grande affare a livello nazionale promette di essere quello dei depuratori domesti- ci per rendere bevibile quello che esce dai rubinetti di un’Italia primo consumatore al mondo pro capite di acqua minerale, ma vedrete che la situazione sarà presto risolta senza gli sprechi e le ru- berie del passato: questa volta sarà diverso. In questa pagina Si è fatto tardi, e quattro milioni di tonnellate di macerie continuano a ricoprire come un sudario COLLE DELL’ORSO il centro storico de L’Aquila, aspettando l’improbabile ritorno dei loro abitanti dalle New Town Torri eoliche incombenti frettolosamente costruite a caro prezzo a qualche decina di chilometri di distanza, giusto di che sul bel centro smembrare famiglie e comunità e affetti e memorie, mentre a Messina schiantata dal terremoto del di Macchiagodena 28 Dicembre 1908 sopravvivono ancora le baracche, ma vedrete: questa volta sarà diverso. (Isernia, Molise) Si è fatto tardi, e gli stanziamenti per i Beni Culturali nel Bilancio dello Stato Italiano si riducono sempre di più, e ormai sono lo 0,28% del totale, percentualmente quasi dieci volte meno che in Nella pagina precedente Francia, e questo nel Paese che primeggia a livello mondiale per numero e importanza delle ope- SORATTE re d’arte che custodisce, dove il Turismo rappresenta il 10% del PIL (anche se siamo scivolati in La Valle del Tevere pochi anni dal primo al sesto posto nel mondo per numero di visitatori); ma il Ministro ha pro- e i Monti della Sabina, messo di portare lo stanziamento all’1% del PIL, svecchiando e rafforzando le disastrate Soprin- un paesaggio ancora tendenze, e dando almeno in parte concreta applicazione all’Articolo 9 della Costituzione, e que- intatto minacciato ste non rimarranno vuote promesse: questa volta sarà diverso. dalle torri eoliche. Si è fatto tardi, e c’è il rischio concreto che sul Bel Paese cali la notte, ma le autorità vegliano e ci Immagini ricevute salveranno dagli errori del passato: vedrete che questa volta sarà diverso. da O. Rutigliano 5 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:09 Pagina 6

NIRCOILTA COARRACNCIOLO NUCLEARE Grandi opere al tempo della crisi

randi opere, grandi spese pubbliche, gran- conto del fatto che si tratta di una delle strade di tangenti, grande corruzione. Il mecca- nazionali più pericolose d’Italia. Gnismo è questo. Come scrive, su questo Altro esempio: la crisi economica impone inter- Bollettino, Furio Colombo, l’annuncio di “gran- venti che diano risultati immediati. Che senso di opere” mette in moto aspettative “destinate a ha profondere miliardi per centrali nucleari de- minoranze qualificate”. Si tratta cioè di “di- stinate, per bene che vada, a essere operative tra chiarazioni di intenti dirette alla comunità degli oltre dieci anni? affari”. È evidente che oggi si impone – addirittura in Il tutto avviene quando l’Italia – insieme a tut- nome della salvezza del Paese – di bloccare il ta l’Europa e a gran parte del mondo – attra- violento e insensato sciupo di risorse delle gran- versa una crisi gravissima. Gli interrogativi so- di opere. Occorre, aggiungo, un approccio me- no carichi di cruciali ansietà. Vanno oltre le nor- no predatorio e più rispettoso di cose fonda- mali preoccupazioni di una rivista ambientali- mentali: paesaggio, patrimonio storico, bellez- sta. Le cifre danno il capogiro: il 30% dei gio- za, natura. I temi delle nostre battaglie sono, nel- vani è disoccupato, l’Italia rischia, insieme alla la crisi, particolarmente importanti. Rappresen- Grecia, alla Spagna, al Portogallo, all’Irlanda, la tano la ricerca di una formula valida di umane- bancarotta e l’uscita dall’euro. La causa è l’al- simo contemporaneo. Un’idea di buongoverno. tissimo debito pubblico che si somma agli effet- ti perversi di un malessere economico mondia- le. Accanto alla Grecia siamo il Paese più inde- opinionebitato d’Europa, uno dei più indebitati del mon- do. Di qui la necessità di “lacrime e sangue”, di risparmi immediati e dolorosi. Ma perché siamo giunti a questi estremi? D’ac- cordo ci sono cause generali, internazionali. Ma ce ne sono anche di specificamente italiane. S’è creato, cioè, nel nostro Paese una sorta di in- treccio tossico, tra grandi opere, grandi impre- se, politica e amministrazione. È il male che, al- l’epoca di Tangentopoli, portò alla fine della Pri- ma Repubblica. Nell’occhio del ciclone anche allora, accanto a politici e amministratori, grandi costruttori, per esempio Ligresti e Lodigiani. Anche allora la spe- culazione finanziaria mise alle corde la moneta. In questa bufera, la lunga lista di progetti go- vernativi di cui il nostro Bollettino ha dato e dà notizie non potrà comunque essere realizzata. Ha senso, per esempio, costruire il Ponte sullo Stretto, la TAV, l’Autostrada Tirrenica o finan- ziare a caro prezzo altri simili progetti dannosi, quando si taglia la Sanità, si ridimensiona l’Uni- versità, si lascia un’intera generazione di giova- COLLE DELL’ORSO ni senza valide prospettive per il futuro? S’im- Torri eoliche di pone, crediamo, una ridiscussione approfondita dimensioni di tutto il programma governativo e una defini- medio-piccole (65 m) zione di ciò che comunque è urgente e necessa- su un crinale rio fare. Faccio un esempio su una situazione che dell’Appennino. conosco bene, quella dell’Autostrada Tirrenica. Foto ricevuta L’Autostrada è inutile e dannosa, ciò non toglie da O. Rutigliano che occorre rendere l’Aurelia più sicura tenendo 6 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 7 Dossier Grandi opere, grandi affari Il business e la politica

el discorso politico ricorre spesso l’espres- sia vista in sé come il momento della realizza- FURIO COLOMBO sione, l’invocazione, l’annuncio “grandi zione. Può essere utile un esempio che, forse – Nopere”. L’intenzione è di far credere al- nel contesto della preventiva celebrazione delle l’opinione pubblica che “grande” ha due signi- “grandi opere” – è stato poco notato. Mi riferi- ficati; vuole dire “ampio, vasto, imponente”. Im- sco all’annuncio dell’imminente inizio della co- plica l’idea di nuovo, diverso, mai fatto, senza struzione di centrali nucleari in Italia. Più pro- precedenti. Qualcosa che – così – non si era mai priamente, è stata indicata con autorevolezza e visto prima e che lascerà un segno fra prima e prestigio (il primo ministro in persona) l’avven- dopo. Annunciare “grandi opere” è dunque, al- to del nucleare in Italia a partire dal 2013. lo stesso tempo, un’importante notizia e una ce- Il caso è interessante, perché contiene il massimo lebrazione. Vale la pena di dedicare un momen- effetto (non solo opere grandi in quanto vaste, to di attenzione a questa espressione, perché ha ma anche grandi perché rivoluzionarie), la mi- importanza nel discorso politico. Specialmente nima verità (il 2013 è troppo vicino per iniziare nel caso che la comunicazione prevalga – come qualcosa per cui non esistono al momento, nel strumento di governo – sulla realizzazione, anzi Paese, tecnici o tecnologie o progetti o luoghi di

La parola “opere” genera aspettativa di affari CENTRALE NUCLEARE e dunque polarizza la benevola attenzione di possibili “clientes” Dal 2013 si annuncia sul partito che annuncia “grandi opere” il ritorno al nucleare in Italia 7 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 8

GRANDI OPERE, GRANDI AFFARI

insediamento) e la totale mancanza di base giu- razione di aggancio, sia dell’opinione pubblica ridica e parlamentare per l’evento annunciato. Il ammirata (contando sulla distrazione mediati- non brevissimo percorso legislativo, attraverso ca e il vento veloce di nuove ansie e problemi, un sistema di bicameralismo “perfetto”, non è che spezzerà in brevi sequenze gli stati d’animo mai cominciato. E non può essere concentrato in successivi, in momenti diversi) sia sulla comu- tempi stretti. Ma l’annuncio ha messo in moto nità di “clientes” che vede e accetta un patto pre- vasti gruppi di affari. Ecco, dunque, ciò che dob- liminare di alleanza fra possibili contraenti. In biamo rilevare quando l’opinione pubblica vie- tal modo, invece di scegliere i partner politici co- ne raggiunta con calcolato clamore dall’annun- me partner d’affari, si scelgono i (possibili) par- cio di “grandi opere”. L’attenzione, l’abbiamo già tner d’affari come alleati politici, che si schiera- detto, si concentra sulla parola “grande”, desti- no senza scegliere. In tal modo si dà luogo ad nata all’opinione pubblica generale. Ma traspa- una “guerra preventiva” nel mondo degli affa- re anche un secondo messaggio, destinato a mi- ri, in tutte le gradazioni di lecito e illecito. La noranze qualificate. È la parola “opere”, che ge- mossa è spiazzante, perché chi si oppone a que- nera aspettativa di affari e dunque polarizza la sta o a quella grande opera in particolare, ap- benevola attenzione di possibili “clientes” sul par- pare – in generale – ostile alla comunità degli af- tito che annuncia “grandi opere”. fari e dunque non desiderabile. Gruppi che han- E qui si coglie il vero senso degli annunci di no molto peso sul resto dell’opinione pubblica “grandi opere”. Tali annunci non sono legati al (giornali, prodotti, assicurazioni) trasmettono il ponte o alla centrale nucleare, ma a una genera- loro orientamento a una folla di cittadini attra- le dichiarazione di intenti, diretta alla comunità verso il messaggio della modernità. Il cerchio fra degli affari. Dice che la stagione è aperta e che è “grandi opere” e “grandi affari” si salda prima buona cosa, e utile, tenersi vicino a chi annuncia ancora di essersi realizzato. E, anche se l’opera grandi opere. È la zona politica e pubblica che non si realizzerà mai, il rapporto resta saldo e genererà contratti. È vero che gli annunci sono stabile. Basta rinnovare a strette scadenze la let- sempre deliberatamente tanto enfatici quanto ge- tera di intenti. L’elenco si arricchirà di “grandi nerici. Ma ciò che è indicata chiaramente è l’area opere” non realizzate. Nel mondo della comuni- della convenienza. Forse non ci sarà mai questa cazione non è un male. Rende il messaggio ric- o quella grande opera annunciata. Ma sappiamo co, frizzante, promettente. E una lista gratuita con sicurezza che ci sono le controparti interes- di nemici: tutti coloro che si sono opposti a una sate e adatte a trattare con mille altre cose. o più “grandi opere”, conservatori, estranei al- Una precisazione è necessaria. Ciò che stiamo il- la modernità, ostili al “business”. È la promes- lustrando qui (e un po’ anche giudicando) non sa della promessa, un nuovo modo di governa- è la “grande opera” come sinonimo di oscuro ac- re. Chiede una sola condizione: controllare con cordo di affari. Piuttosto interessa notare l’an- fermezza stampa e televisione. Da 15 anni è il nuncio della “grande opera” come specifica ope- caso italiano.

AUTOSTRADA TIRRENICA E GLI EFFETTI ANNUNCIO

Lo dice anche il Sole 24 ore del 14 maggio scorso: “non c’è neanche un euro di risorse aggiuntive che non fos- sero già state stanziate da parte del tesoro”, è quindi l’ennesimo effetto annuncio la notizia che è stata rilanciata da tutti i media italiani su 17 miliardi di euro scongelati dal CIPE per le grandi opere. O meglio, in questa gra- vissima situazione di crisi economico-finanziaria in cui il debito pubblico si aggira a circa il 120% del PIL (con l’Italia che ha il primato in Europa per l’indebitamento insieme alla Grecia), è ovvio che il Governo si debba ac- contentare anche dei “passettini” in avanti. Nella sostanza il 13 maggio scorso il CIPE ha dato il via, tra l’altro, ad una serie di convenzioni autostradali che dovrebbero portare (il condizionale è d’obbligo, visti i tempi e le ina- dempienze del passato) a 9 miliardi di euro di investimenti da parte delle Concessionarie, tra le quali compare la convenzione SAT per la “Autostrada Tirrenica”. Sempre il 13 è stato approvato anche l’aggiornamento del con- tratto di programma 2007-2011 con Rete Ferroviaria Italiana che mobilita risorse per 4,8 miliardi di euro, tra cui sono compresi i primi lotti delle linee ad AV Milano-Genova e Tr eviglio-Brescia. Quindi al momento non ci sono ancora cantieri ma solo parole, come quelle già spese dal Governo nelle due delibere programmatiche (cioè senza riflessi operativi) precedenti del 6 marzo e del 26 giugno 2009.

STEFANO LENZI – RESPONSABILE SETTORE LEGISLATIVO WWF ITALIA 8 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 9

Quando la deroga diventa la regola Perché intorno a Bertolaso e alla Protezione Civile fioriscono gli scandali

e dilaganti inchieste e gli arresti sulle opere ed eventi della protezione civile, ripropongono ANNA DONATI il tema delle regole che governano il settore degli appalti e concessioni. Sono almeno quat- Ltro i fattori essenziali da affrontare per contrastare il fenomeno della corruzione: un siste- ma di regole capace di controllare a monte le procedure; secondo, la totale perdita di etica e senso dello Stato da parte di numerosi funzionari pubblici; terzo, la disattenzione dell’opinione pubbli- ca e dell’informazione in nome del “fare presto”; quarto, il rapporto deformato e sovrapposto tra imprenditori e politica, con il reciproco sostegno economico ed elettorale. Sarebbe un errore fare una critica indistinta, mentre serve ricostruire l’evoluzione del quadro di re- gole, che ha sistematicamente ridimensionato procedure più rigorose in nome della “politica del fa- re presto” che ha imposto il Governo Berlusconi ma che ha influenzato anche il centrosinistra. Anche ai tempi dell’inchiesta tangentopoli nel 1992 emerse chiaramente che gli eventi speciali e le ordinanze della protezione civile per giustificare interventi urgenti, affidati a trattativa privata, PONTE SULLO STRETTO erano stati uno dei volani formidabili di corruzione e deformazione delle regole. Basti pensare agli Simulazione. interventi per il terremoto dell’Irpinia, agli interventi per il disastro in Valtellina, ai Mondiali ’90, Foto di Archivio per le Colombiadi del 1992, i piani di ricostruzione eterni di Longarini. di Italia Nostra

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GRANDI OPERE, GRANDI AFFARI

VAL DI SUSA Dopo l’inchiesta “manipulite” che travolse nel 1992 la Prima Repubblica, il Parlamento approvò E la “minaccia” nel 1994 la nuova legge in materia di appalti pubblici, su proposta del Ministro Merloni. Conte- della TAV. neva regole molto stringenti sui limiti della trattativa privata e sulle ordinanze della protezione ci- Immagine ricevuta vile, sulle varianti in corso d’opera e sui lavori complementari, separava progettazione ed esecu- da M.T. Roli zione delle opere (altrimenti i progetti lievitano nell’interesse del costruttore), istituiva l’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici. Sarà un caso e non lo è, ma nel 1994 forse pochi ricordano che il Governo Berlusconi al suo pri- mo debutto, uno dei primi atti che assunse fu di sospendere gli effetti della legge Merloni, e si do- vette aspettare diversi anni ed il Governo Prodi perché tornasse - se pur rivista in diverse parti - la nuova norma in materia di appalti e concessioni. Nel 2001 la Legge Merloni, con il ritorno del secondo governo Berlusconi subisce un affondo fron- tale: con la Legge Obiettivo torna l’appalto integrato di progettazione ed esecuzione, si semplifica la valutazione ambientale ed i progetti tornano ad essere di pessima qualità, si fa un tentativo an- che di sopprimere l’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici, che non riesce ma resterà comunque un soggetto prezioso ma debole. Con un decreto legge sulla Protezione Civile del settembre 2001, si elimina l’Agenzia voluta dal Governo Prodi, la si riconduce sotto la Presidenza del Consiglio e con un emendamento del Governo approvato dall’aula del Senato si stabilisce che si occuperà an- che di “grandi eventi”. Inutile ricordare che il piccolo drappello di Verdi allora presente in Parla- mento ben si accorse dell’impatto della norma ed ostinatamente intervenne per segnalare la gra- vità della cosa... Infine nel 2006, a pochi giorni dalla nuova tornata elettorale, il governo Berlusconi emana il nuo- vo codice unico degli appalti elaborato da Pasquale De Lise, presidente del Tar del Lazio, che par- tendo dal necessario recepimento di due direttive europee, allenta ulteriormente alcune regole. Nei due anni di Governo Prodi vengono corrette le norme più devastanti, si adottano riforme strin- genti delle concessioni autostradali, si rimettono a gara le tratte non iniziate dell’alta velocità fer- roviaria, ma certo non si frena la logica dei grandi eventi affidati alla Protezione Civile nè si cor- regge la Legge Obiettivo per le grandi opere, perché spesso anche nel centrosinistra la cultura del “fare presto” è sembrata inconciliabile con regole stringenti di controllo. Con il ritorno del terzo governo Berlusconi, i grandi eventi e le ordinanze della Protezione Civile diventano la regola, si cancella la riforma delle concessionarie autostradali, si restituiscono ai vec- chi consorzi 15 miliardi di lavori a trattativa privata per l’alta velocità e si ripristinano i commis- sari per le grandi opere. Si ripropone il Piano Carceri da realizzare in fretta con grandi deroghe in materia di appalti ed affidamenti, si consente alle opere pubbliche dell’Expo 2015 di Milano con un’apposita delibera del gennaio 2010 di derogare dal Codice Appalti. Infine tornano i lotti costruttivi e non funzionali delle grandi opere per inaugurare pezzi di opere che si sa quando cominciano e non si sa quando finiscono! Con questo quadro di regole in cui la deroga è tornata la regola, inutile stupirsi dei risultati, che le inchieste della magistratura hanno scoperchiato ed il sistema di informazione amplificato. Serve semplificare il numero delle stazioni appaltanti per consentire contro lli efficaci, rafforzare l’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, eliminare gli eventi e l’estensione dei poteri legati alle ordinanze della Protezione Civile. Per accorciare i tempi serve anche selezionare pochi e finanziati cantieri utili (e non la solita e ster- minata lista delle grandi opere sbagliate) ed elaborare progetti di qualità, per ridurre varianti, con- tenziosi ed impatti ambientali. Ma oltre alle regole servono anche informazione ed indignazione per cambiare davvero. 10 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 11 dossier La beffa del Ponte Stretto di Messina, i pericoli della mega opera

in dal lontano 1982 un sono, dunque, ancora da risol- terranee di profondità superio- CLAUDIO VILLARI gruppo di studiosi del- vere e, per conferma, il 4 feb- re a 10 metri e l’installazione di Vice Presidente della Sezione Fl’Università di Reggio braio scorso, rispondendo ad almeno 150 sonde inclinome- Messina di Italia Nostra Calabria (ne facevo parte qua- una interrogazione in Senato, il triche per il controllo geomor- le docente del corso di Sismica ministro Matteoli ha reso noto fologico del territorio. Nel cor- e Geotecnica) esprimeva dubbi un sedicente “cronoprogramma so del 2010 saranno avviate sulle dichiarazioni dei dirigen- che avrebbe fatto luce sui pas- opere a terra in Sicilia e sarà ti dell’allora Società Ponte sul- saggi fondamentali che atten- ultimata la progettazione defi- lo Stretto per i quali i problemi dono, da qui al 2017, il com- nitiva del Ponte: il cantiere connessi alla progettazione del missario Pietro Ciucci e il con- principale sarà avviato all’ini- manufatto erano quasi del tut- traente generale dell’opera Eu- zio del prossimo anno”. Segue to risolti: davano risposte ge- rolink”, così riportato dalla un rendiconto finanziario dal neriche ai quesiti relativi alla Gazzetta del Sud: “L’accordo quale si evince che la copertu- sua utilità e ignoravano gli stu- stipulato il 25 settembre 2009 ra finanziaria dell’opera non di e le ricerche sulle caratteri- tra la Stretto di Messina ed Eu- esiste e l’affermazione che il Go- stiche geodinamiche dell’arco rolink ha consentito di indivi- verno conta di aprire il Ponte al calabro “progetto finalizzato” duare le opere propedeutiche da traffico il 1° gennaio 2017. del CNR diretto dal Prof. Fran- cantierare nell’immediato. So- Non stupiscono le cose che dice co Barberi. Sono trascorsi tren- no iniziate anche indagini geo- il ministro Matteoli, poiché si t’anni ed ancora non vi è stata gnostiche che dureranno fino può ammettere che egli sia in la sola risposta accettabile: un ad aprile, nonché il monitorag- buonafede, a digiuno di com- progetto esecutivo e definitivo gio ambientale ante operam, petenze tecnico-scientifiche e dal quale risulti la fattibilità in che si protrarrà per un anno. non ricordi i precedenti; stupi- sicurezza, come è richiesto dal- L’esecuzione di tali indagini sce però che un ministro ignori le Norme vigenti per ogni ope- prevede l’installazione in Sici- che non è corretto appaltare ra di ingegneria anche infinita- lia di circa 60 centraline per il un’opera pubblica senza esau- mente più modesta in una zo- monitoraggio dell’aria, la rea- rienti esecutivi progettuali e sen- STRETTO DI MESSINA na ad altissimo rischio sismico. lizzazione di circa 60 pozzi di za che siano accertate le condi- Foto ricevuta I problemi tecnologici e sismici monitoraggio delle acque sot- zioni di permissività geotecnica dalla Sezione di Messina 11 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 12

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dei terreni, ancora oggetto di in- da fonti accademiche, sulla va- rittura azzerandolo. È questo dagini: né si può dare avvio ad lidità generale ed estensibilità che abbiamo fatto e la conclu- opere appaltate se manca la co- tout court dei risultati di espe- sione è che l’Akashi Bridge, in pertura finanziaria, affidata a rimenti su modelli in scala (pro- Giappone, o il Golden Gate di future partecipazioni di priva- ve aerodinamiche e di resisten- San Francisco, affrontano sul- ti, peraltro inesistenti. za delle saldature alle sollecita- la carta un rischio sismico infi- Stupisce che accetti o addirit- zioni a fatica), sulle pretese so- nitamente maggiore. Il proget- tura promuova la farsa della luzioni delle problematiche to prevede che il ponte resista prima pietra posta in quel di scientifiche (tecnologiche, geo- senza danni strutturali a solle- Cannitello il 23 dicembre scor- tecniche e geodinamiche), citazioni sismiche fino a ma- so, spacciata per l’inizio dei la- avrebbero richiesto un ampio gnitudo 7,1 della scala Richter, vori di costruzione del Ponte, ed articolato dibattito scientifi- esattamente l’intensità del ter- con un cantiere chiuso qualche co. Mancano risposte sul come remoto di Messina del 1908, il ora dopo la ridicola “cerimonia si può affermare la loro avve- più grave mai avvenuto in Sici- di apertura”. nuta soluzione in mancanza di lia. Un evento che secondo i si- I precedenti sono questi: in da- elementi ufficialmente validati smologi potrebbe ripetersi solo ta 11 settembre 1997 il Prof. e acquisiti, indispensabili a ga- tra 2mila anni”. Chi sono que- Ing. Aurelio Misiti - Presidente rantire l’esecuzione in sicurez- sti “sismologi” che hanno detto del Consiglio Superiore dei za di una simile opera, della simili castronerie? E gli scien- LL.PP. - rilasciava a La Re- quale si dà perfino inizio. ziati di cui parla, come mai non pubblica un’intervista nella Vengono, tra l’altro, segnala- estendono le loro “conclusioni” quale indicava il quadro tecni- te le incompatibilità tra l’al- ad una campata di ponte so- co del progetto come già “defi- tezza del ponte (max 65 m) e speso di 3.300 m su torri di an- nito in ogni suo aspetto” e co- le altezze delle più prestigiose coraggio alte 383,00 m in aree me tale approvato all’unanimi- navi da crociera che oggi at- sismiche non confrontabili? Per tà dal Consiglio Superiore traversano lo Stretto: il pro- esempio, quali saranno le oscil- LL.PP. da lui presieduto, e al- getto, almeno per questo lazioni e deformazioni della la domanda dell’intervistatore aspetto, diviene addirittura struttura alle massime solleci- “un ponte a prova di tutto?” ri- obsoleto rispetto alle previsio- tazioni? Sono compatibili con spondeva testualmente: “prati- ni originarie. l’esercizio del traffico stradale e camente sì, nel 2006 passerà la Tuttavia la Stretto di Messina ferroviario? Si è sufficiente- prima auto”. Prima di lui, ne- si vanta di avere il consenso mente lontani dalle condizioni gli anni Ottanta, l’On. Zam- del pubblico, ammirato di di risonanza? berletti, ministro per la Prote- fronte ad uno strombazzato Le dichiarazioni sopra riporta- zione Civile (dal 2002 Presi- modellino di ponte sospeso te, tre giorni prima della posa dente della Società Stretto di sullo Stretto, in atmosfera idil- della “prima pietra”, riguarda- Messina), dichiarava che aveva liaca, con un finto mare, im- no enunciazioni di obiettivi pro- notizie certe (??) che il futuro mobile e senza vento. Si dà per gettuali, prive del sostegno di ri- ponte sospeso avrebbe resistito certo un positivo rapporto be- scontri scientifici definitivi e va- a terremoti del XII grado di in- nefici/costi di una simile ope- lidati, a conferma di quanto sia tensità. ra ma non si accenna al dan- stato finora un susseguirsi di rei- Intanto il Prof. Remo Calzona, no che subirebbe, per oltre un terate, false informazioni. E su ordinario di Tecnica delle Co- decennio, il territorio urba- queste false informazioni e in struzioni della Sapienza a Ro- nizzato a causa dei lavori prin- assenza di certezze sulla fatti- ma, ex membro del Comitato cipali di dubbio compimento bilità in sicurezza di una simile scientifico della Società Stretto e di quelli connessi (innume- opera, il Governo si fa promo- di Messina, nel suo “La ricerca revoli e indefiniti). tore e sostegno di una beffa. Ma non ha fine. Il ponte sullo Stret- È significativa l’intervista del- sarebbe solo una beffa se non si to di Messina” (ed. DEI, 2007, l’Ing. Giuseppe Fiammenghi, trattasse anche di uno sperpero Roma) dimostra l’impossibili- direttore tecnico della Stretto di di risorse che dura da 40 anni, tà della realizzazione di un pon- Messina, rilasciata il 20 dicem- durante i quali sono state co- te sospeso a campata unica nel- bre scorso a Il Sole 24 Ore, nel- stantemente ignorate le più ur- lo Stretto di Messina e segnala la quale ad una domanda sul genti necessità di intervento su l’esistenza di faglie sismiche, pericolo sismico incombente un territorio notoriamente dis- non evidenziate nelle relazioni sull’ipotizzato ponte così ri- sestato, vulnerabile agli eventi del progetto di massima, in cor- sponde: “tecnicamente, il rischio sismici, a salvaguardia della vi- rispondenza delle torri di an- esiste, ma il nostro compito, co- ta umana, di beni pubblici e pri- coraggio. Numerosi autorevoli me scienziati, è valutarlo ed af- vati e di un patrimonio storico- motivi di dissenso, provenienti frontarlo, riducendolo o addi- monumentale inestimabile. 12 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 13 dossier Un progetto insostenibile Perché non regge nemmeno dal punto di vista economico

e opere pubbliche sono sicuramente im- Il progetto preliminare prevedeva che tra il 2000 GUIDO SIGNORINO portanti nell’economia di un Paese, so- ed il 2012 l’economia del Mezzogiorno sarebbe Università di Messina Lprattutto quando realizzano migliora- cresciuta del 3,8% o dell’1,8% in media l’anno. menti infrastrutturali in aree depresse, ottenen- I veicoli che avrebbero varcato lo Stretto sareb- do incrementi occupazionali e moltiplicazione bero stati quindi circa 5 milioni nel primo caso, del reddito nel breve periodo e possibilità di sup- meno nel secondo. La realtà è ben diversa. Ba- porto allo sviluppo delle attività produttive a me- sta uno sguardo ai “Conti Economici Regionali dio-lungo termine. 1995-2008” divulgati dall’ISTAT per realizzare Il buon senso e il raziocinio politico ed economico che, nel periodo 2000-08, la dinamica annuale impongono però una condizione all’intervento del- dell’economia meridionale è stata negativa: - l’uomo ed alla costruzione delle “grandi opere”. 0,5%. Anche non considerando la recessione del Queste impegnano risorse importanti della collet- 2007-08, siamo in presenza di un’economia so- tività ed impattano sull’ambiente in maniera si- stanzialmente stagnante: +0,2% l’anno. Nove gnificativa, la loro realizzazione si giustifica quin- volte meno della previsione ritenuta “pessimi- di solamente nel caso in cui la società ricavi in- stica”. In queste condizioni è evidente che le sti- crementi di benessere per lo meno compensativi me di attraversamento si rivelano sbagliate. Ed rispetto ai costi che subisce. Nel caso del Ponte sul- infatti, secondo le cifre fornite dalla Capitaneria lo Stretto di Messina le cose non stanno così. di Porto di Messina, dal 2000 al 2007, auto e ca- Perché il Ponte non supera un esame serio di fat- mion in transito hanno continuato a declinare (- tibilità economica? 26,6%, -5,3%), come era già accaduto 1991-99. La prima ragione è legata alla sua necessità (san- Al netto della tratta Messina-Salerno, che “sal- cita per legge) di “autosostenersi” con i proven- ta” lo Stretto, Caronte riduce del 29,3% i pas- ti dei passaggi. Quindi treni e trasporto gom- saggi di camion in A/R “sponda a sponda”. Inol- mato. Le Ferrovie dello Stato si sono impegna- tre, la previsione che almeno 2/3 di coloro che te a pagare un canone annuo superiore ai 100 attraversano annualmente lo Stretto utilizzeranno milioni di euro per trent’anni indipendentemen- il Ponte non appare supportata da alcun riscon- te dal numero di carri ferro viari che passeranno tro analitico. La maggior parte degli “attraver- sul ponte. Ciò significa che RFI (Rete Ferrovia- satori” sono i pendolari che in occasione di uno ria Italiana) spenderà più di quanto attualmen- specifico sondaggio hanno dichiarato in grande te non costi il trasbordo marittimo dei convogli prevalenza di preferire l’utilizzo di mezzi nava- da sponda a sponda anche se dal Ponte doves- li rapidi. A meno di annullare il servizio di tra- sero passare zero treni, rinunciando anche ai pro- ghettamento (ma lo Stato sta investendo sulla venti del traghettamento. Tale strategia (di per “metropolitana del mare” che collegherà la spon- sé illogica dal punto di vista delle Ferrovie) ha da calabrese al litorale di Messina), anche l’ipo- lo scopo di limitare parte dell’incertezza legata tesi di captazione della domanda di attraversa- all’inaffidabilità delle stime di attraversamento mento da parte del Ponte è probabilmente mol- dello Stretto (e quindi dell’utilizzo dell’infra- to sovrastimata. struttura), ponendo in capo al settore pubblico In una parola, i numeri sono tutti lì a mostrare il costo economico dell’incertezza ed il rischio di che, economicamente, il Ponte non ha alcuna gestione dell’opera. Data la “certezza” dei pro- prospettiva di sostenibilità. Ancor di più se si venti ferroviari, la sostenibilità finanziaria del considera il fatto che i costi sono chiaramente Ponte dipende dai passaggi di automobili e ca- sottostimati. Ad esempio, il valore dell’acciaio mion. La cui consistenza prevista nel progetto posto a base della gara per il general contractor preliminare è del tutto inaffidabile. Non a caso bandita nel 2005 era “bloccato” al 2002. Men- la Corte dei Conti ha sottolineato la necessità di tre, nel frattempo, tale costo era più che rad- procedere ad attento riesame delle stime, anche doppiato. Anche i tempi di realizzazione costi- in considerazione della reale evoluzione del- tuiscono un fattore estremamente critico. L’ope- l’economia del Mezzogiorno. Il fatto è che la cre- ra più simile al Ponte (lo “Store Baelt” in Dani- scita del trasporto gommato è proporzionale al- marca) ha un impatto reale pari alla sua metà: l’incremento del PIL del sistema territoriale di 1,6 Km di campata unica (solo stradale e non riferimento. ferroviaria) con una ventina di Km di gallerie e 13 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 14

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getto. Un saldo occupazionale negativo certo di I numeri sono tutti lì a mostrare che, oltre 1.000 unità, contro le incerte prospettive di economicamente, incremento nel settore turistico. Piccole (ma gravi) amenità mostrano poi una pe- il Ponte non ha alcuna prospettiva di sostenibilità ricolosa approssimazione nei conti del progetto. Nello scenario “ottimistico” risulta che i circa viadotti, contro 3,3 Km di ponte (anche ferro- 3,25 milioni di autoveicoli attesi al primo anno viario) e 40 km circa di raccordi. Per completa- di esercizio percorreranno 27 milioni di Km, men- re il ponte danese sono stati necessari 10 anni. tre gli 1,73 milioni di camion avranno una per- Per un lavoro doppio ne vengono preventivati correnza complessiva di oltre 7 milioni di Km. non più di 6. Una più lunga durata dei lavori ap- Tenuto conto dei giorni di esercizio (310 per i ca- pesantirebbe i costi del Ponte in maniera so- mion, 365 per le autovetture), per attraversare stanziale e non prevedibile. la stessa infrastruttura, ciascun camion avrà una Nel rapporto tra benefici sociali e costi sociali, gli percorrenza pari alla metà delle automobili: 4,2 errori di previsione sovrastimano in maniera ec- km contro 8,3! Un mistero tecnico difficilmente cezionale i benefici, occultando parte dei costi. spiegabile se non con un banale errore. Inoltre i Anche il vantaggio sociale dell’occupazione a be- “costi di percorrenza” sono stimati a valori del neficio di un’area depressa è propagandistica- 1997-98. Se i camion avessero la stessa percor- mente esagerato dagli sponsor politici dell’ope- renza delle auto ed i parametri fossero aggiorna- razione. Perfino il progetto definisce “non parti- ti, il costo di esercizio sarebbe molto maggiore. colarmente elevato in proporzione all’imponen- Insomma, l’attuale progetto del Ponte non reg- za dei lavori” il numero totale di personale im- ge ad una corretta analisi economica e varrebbe piegato, giustificando ciò con “la presenza di at- la pena valutare con attenzione ipotesi alterna- tività altamente specializzate ed industrializzate tive che potrebbero richiedere minori costi e ri- (…) che non coinvolgono un numero elevato di dotto impatto ambientale e paesaggistico. Ad maestranze”. Per stare ai numeri, vi si legge che esempio, è stato troppo rapidamente archiviato per i lavori di cantiere sulle due sponde “nei pe- il cosiddetto “Ponte di Archimede”: il “tubo” sot- riodi di punta [non più di 12 mesi su 78] saran- tomarino ancorato ai fondali e sostenuto dalla no impiegate circa 5.000 unità fra personale ope- “spinta di Archimede” che, secondo i suoi pro- raio ed impiegatizio, di cui circa 1.200 [il 24% gettisti, implicherebbe un costo pari a circa la del totale] saranno costituite da personale – ope- metà del Ponte. Insistere su un progetto in per- raio, altamente specializzato, o impiegatizio – dita sotto il profilo economico e sociale significa PONTE SULLO STRETTO proveniente da zone esterne all’area di lavoro”. appesantire le finanze pubbliche e danneggiare Simulazione Chiusi i cantieri, gli occupati “stabili” non supe- la società e l’ambiente, rinunciando a conside- dell’impattante progetto. reranno le 220 unità. Contro la perdita di 1.234 rare ipotesi alternative e, soprattutto, ad inve- Foto di Archivio posti di lavoro nel settore del traghettamento, sti- stire in maniera seria ed immediata sulla mobi- di Italia Nostra mata nel 2001 dall’advisor governativo sul pro- lità nell’area dello Stretto. 14 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 15 dossier La Sicilia ha bisogno di più traghetti E per l’Europa il Ponte non è “prioritario”

l Ponte sullo Stretto come idea di progetto e come massimo impegno per un’infrastruttura da rea- GIUSEPPE LA FACE lizzare nel territorio del nostro Paese, a carico del finanziamento e dell’iniziativa di Governo, vie- Sezione Ine da tempo presentato come un gioco delle illusioni: tra chi annuncia una prossima apertura di di Italia Nostra cantieri e chi vorrebbe ancorarsi su idee e condizioni economiche molto più serie, per le quali il Pon- te non si deve fare. E quando questa parte è al Governo, il Ponte non si fa, ma appena l’arbitrio per- sonale di Berlusconi diventa incontenibile, ecco, il Ponte si fa, è urgente e c’è tutto per cominciare. Si proclama di avere disponibile una riserva di 1,3 miliardi di euro, da un certo residuo fondo det- to ex Fintecna – ex IRI, mentre si dice che si dovrà avere un finanziamento di denaro pubblico, fi- no al 40% della spesa totale per la costruzione del Ponte, e che il restante 60% dovrebbe venire da finanziamenti privati che non esistono e che non si possono inventare dal nulla. Intanto si propone un’apertura dei cantieri che provocherebbero un inutile dissesto del territorio, con l’esecuzione di opere destinate a restare incompiute, inutili e irrimediabili. Tali sarebbero già i blocchi di ancoraggio delle funi di sostegno del Ponte e la corrispondente invasio- ne del territorio di Villa S. Giovanni e di Ganzirri. I blocchi delle fondazioni in progetto vengono in- dicati pari a volumi di calcestruzzo di cemento di 328.000 metri cubi in Sicilia e di 238.000 metri cu- bi in Calabria (!), dei quali circa il 17% fuori terra. Ma, con quali misure di superficie e profondità di scavi per formare i volumi di progetto? E per quali disastrosi effetti sul territorio abitato circostante? Manca una conoscenza valida dei termini del problema, prima di poter orientare seriamente un’opi- nione generale. Eppure, occorre provare. Il Ponte viene presentato come indispensabile al respiro nella vita della Sicilia, tacendo sulle più semplici considerazioni che bastano a dire che il Ponte non occorre. Infatti Sicilia e Sardegna, come isole del Tirreno che convivono con le regioni della penisola e con le loro relazioni nella vita dell’Europa e del mondo, sono ampiamente alimentate nel sistema dei trasporti tra il singolo territorio dell’isola e i territori esterni, prossimi e lontani. La posizione del- la Sardegna non potrebbe mai ritenersi dipendente dalla mancanza di un ponte con la penisola. Gli sviluppi delle attività economiche e produttive e il grande patrimonio delle attività turistiche sono stati curati ed hanno progredito negli ultimi decenni, sia a vantaggio della popolazione resi- dente, sia a vantaggio dei crescenti e più favorevoli grandi flussi estivi dei turisti delle vacanze. In questi stessi decenni anche la Sicilia ha sviluppato le proprie attività economiche e produttive, con MESSINESE notevoli apporti anche dal turismo delle vacanze. Ma non ha ottenuto un equivalente incremento dei Panoramica sullo Stretto

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trasporti marittimi fino ad assicurare, prevalentemente per linee di navigazione su traghetti, la tota- lità dei trasporti di merci e persone, pari a quelli della Sardegna e tale da cancellare qualsiasi idea di necessità del Ponte. Che il Ponte sia necessario, anzi indispensabile, e addirittura dovuto ai piani na- zionali delle “grandi” infrastrutture come a maggiori impegni di partecipazione alla grande rete dei corridoi ferroviari e autostradali europei: questo è falso e come tale è documentato da una presenta- zione del progetto del Ponte, da parte della Società Stretto di Messina. Gli organi tecnici responsabili della Comunità Europea hanno definito i tracciati est-ovest e nord- sud dei cosiddetti “corridoi europei”. Figura un percorso Amburgo – Berlino – Palermo che in par- te percorre lungo l’autostrada tirrenica la penisola italiana (Bologna – Roma – Napoli – Sicilia) in- sieme ad un percorso da Amburgo – Berlino, fino ad attraversare la penisola balcanica, passando in Italia per l’autostrada adriatica, ma con terminali sui porti di Bari e di Brindisi per proseguire l’attraversamento su traghetti e collegarsi ai percorsi ferroviari e stradali tra l’Adriatico e il Mar Nero, ultima meta. La Società Stretto di Messina ha presentato così il progetto del Ponte inserendo la carta geografi- ca dell’Europa con il tracciato dei “corridoi europei anno 2003” sotto il titolo “Il Ponte di Messi- na nel contesto dei grandi collegamenti”. È noto che il Ponte è stato inserito a richiesta di parte, ma poi dichiarato “non prioritario” nei pro- grammi della Comunità Europea come riportato dal “Sole 24 Ore” in data 14 marzo 2004. La voluta omissione del possibile collegamento per linee marittime tra i porti tirrenici della Sicilia e i porti di Napoli e Salerno non vale a nascondere il confronto con il “corridoio adriatico – balca- nico”, concepito per l’integrazione con traghetti. Per quanto precede, si dimostra che: - il Ponte non è necessario per la Sicilia, come non è concepibile per la Sardegna; - la vita e l’economia della Sardegna e principalmente il flusso di attività turistiche, sono valida- mente alimentati e sostenuti dal sistema di trasporti marittimi ed aerei, incrementato ed ade- guato negli ultimi anni; - i piani della Comunità Europea di realizzare una rete di grandi linee ferroviarie e autostradali (che consentano una maggiore velocità e capacità di trasporto per merci e persone), rete dettai d “corridoi europei” Est-Ovest e Nord-Sud, non impongono – anzi hanno fin’ora escluso – la co- struzione del Ponte sullo Stretto di Messina per il “corridoio tirrenico”; come è dimostrato dal corrispondente “corridoio adriatico – balcanico” (“corridoio VIII”), che comprende il traghetta- mento sul Mare Adriatico.

BOCCIATO ANCHE DALLA CORTE DEI CONTI

Dopo anni di battaglie, arriva ora il suggello della Corte dei Conti che boccia il Ponte sullo Stretto di Messina. Sotto accusa i costi elevatissimi, la fattibilità tecnica e la compatibilità ambientale. Innanzitutto la spesa per l’opera: dal progetto preliminare approvato nel 2003 ammonta a 4,68 miliardi di euro, ma nell’Allegato Infra- strutture - al Dpef 2009/2013, così come nel Dpef 2010/2013, sale a 6,1 miliardi. Sotto accusa della magistra- tura contabile anche le stime del traffico, formulate nel 2001 e che oggi “potrebbero verosimilmente non solo essere non più aggiornate ai tempi attuali, ma anche non coerenti con il quadro economico della sopraggiunta congiuntura economica”. Insomma, tutti i conti son da rifare. “Solo un’adeguata stima dei volumi di traffico via- rio e ferroviario potrà effettivamente consentire, rispettando il quadro della finanza di progetto su cui si fonda circa il 60% delle risorse complessive, di sostenere gli oneri finanziari per interessi che graveranno sui capitali presi a mutuo”. E riguardo la fattibilità tecnica segnala poi che “il modello progettuale infrange ogni primato sinora esi- stente: rispetto al ponte più lungo attualmente esistente al mondo, il ponte giapponese di Akashi-Kaikyo, con una campata centrale di metri 1.991, la campata centrale del Ponte sullo Stretto di Messina avrebbe una lunghezza superiore del 39,6%, pari a metri 3.300”. Infine la Corte raccomanda di valutare attentamente le questioni am- bientali “al fine di rendere compatibile l’intervento con le misure di tutela e protezione adottate nell’area”. Ne emerge un’analisi costi-benefici che delinea uno scenario di oggettivo spreco di risorse. Si eviti di gettare al vento 6 miliardi di euro per un’opera insostenibile, inutile e dannosa. Le vere priorità sono altre: messa in sicu- rezza dei territori, contrasto al dissesto idrogeologico, realizzazione di collegamenti ferroviari, marittimi e aerei efficienti, realizzazione di un’idonea, efficace rete idrica.

LEANDRO JANNI – CONSIGLIERE NAZIONALE DI ITALIA NOSTRA 16 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 17 Saggiodossier I troppi errori fatti in nome del grande economista Se Keynes viene tradito Gli investimenti pubblici in tempi di crisi

allegato infrastrutture al DPEF 2010- vati e ne inaridisce la capacità di finanziamen- MARIO SEBASTIANI 2013 definiva la mancata previsione, to; in altre parole, rende più caro il ricorso a ca- Università di Roma Tor Vergata L’da parte dei principali organismi inter- pitali privati. Senza trascurare che ai deboli se- nazionali, della crisi imminente come “il più gran- gnali di ripresa dell’economia reale si contrap- de fallimento previsionale della cultura economi- pone l’incombere di una crisi finanziaria che dai ca occidentale”. L’errore meritava una particola- re menzione in quella sede in quanto quello del- le infrastrutture e dei trasporti è “il comparto che più di altri subisce i vantaggi e gli svantaggi del- la crescita o di un blocco del PIL. È il comparto talmente dipendente dalla validità delle previsio- ni da entrare in crisi quando queste non produ- cono i fenomeni evolutivi preannunciati”. Più pre- cisamente viene ricordato che il Master Plan del- l’UE e le azioni di implementazione della Strate- gia di Lisbona scontavano un crescita media del PIL europeo pari al 3%, cosicché il ridimensio- namento dell’obiettivo per gli anni avvenire ri- chiederà di “riconsiderare come mutato lo scena-

Keynes non si stancava di ribadire la necessità di assicurare un tendenziale pareggio di bilancio

fallimenti bancari rischia di estendersi a quelli degli Stati. L’Italia al momento sembra al ripa- ro, anche grazie alla politica di rigore imposta da Tremonti al suo Governo, ma con un deficit tornato al 5% e un debito pubblico dell’ordine rio macroeconomico nel quale è necessario ricon- di 1,2 volte il PIL, è tutt’altro che scontato che GRANDI OPERE durre le variabili decisionali connesse alla fase di non sarà chiamata a difendersi da attacchi spe- Le mega-torri rischiano implementazione delle infrastrutture”. culativi. I richiami dell’UE a rientrare nei para- di devastare i crinali Visto dal lato dell’offerta di capacità infrastrut- metri non sono dovuti a mero attaccamento al- più belli d’Italia. turale, il combinato disposto delle affermazioni l’eleganza della simmetria fra entrate e uscite, e Foto ricevuta riportate sopra dovrebbe a rigore condurre a con- non più nemmeno tanto allo spauracchio del- da O. Rutigliano cludere che il quadro degli investimenti indiffe- l’inflazione, quanto alla necessità per tutti di co- Mose, veduta della bocca ribili andrebbe rivisto al ribasso. Tanto più che prirsi da rischi di default. di porto di Chioggia. la crisi rende più stringenti i vincoli di finanza Va però anche detto che le grandi opere hanno Foto ricevuta pubblica, accresce i rischi degli investitori pri- tempi di gestazione tali che bisogna guardare al- dalla Sezione di Venezia 17 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 18

GRANDI OPERE, GRANDI AFFARI

meno al medio periodo, quando è da sperare che carenti solo di infrastrutture (spesso identifica- la recessione si sarà trasformata in poderosa ri- te con quelle di trasporto) ma di capitale socia- presa. Sarebbe dunque miope dare l’indietro tut- le, che include sì le infrastrutture ma che ha un ta perché la domanda di infrastrutture segna significato molto più ampio e un impatto con- contingentemente il passo. Del resto, visto sta- siderevolissimo sul benessere e sulla produttivi- volta dal lato della domanda aggregata, è pro- tà generale: carenza di capitale sociale è il de- prio in tempo di crisi che la spesa pubblica de- terioramento dell’ambiente, il dissesto idrogeo- ve fare la sua parte fino in fondo, anche solo fi- logico, il degrado delle periferie, la penuria di nanziando lo scavo e il riempimento di buche nel abitazioni per redditi medio bassi, di asili nido, terreno, come insegnava il vecchio e oggi rispol- di investimenti nelle scuole, di sanità pubblica verato Keynes (che tuttavia non si stancava di nelle regioni più svantaggiate, di servizi pub- ribadire la necessità di assicurare un tendenzia- blici locali che funzionino, ecc. Carenze che ri- le pareggio di bilancio), tanto più se in questo chiederebbero interventi tutto sommato “mino- modo si riesce a riattivare l’incentivo a investi- ri” ma diffusi sul territorio, di attuabilità più re da parte dei privati. rapida e presumibilmente con impatto molti- Insomma, tocca attrezzarsi irrobustendoci sul la- plicatore a più ampio spettro. Naturalmente an- to finanziario, senza però dimenticare che alla che di infrastrutture di trasporto. Ma tanto più fine è l’economia reale a “tirare la carretta”. Il in periodi di vacche magre, di investimenti di sentiero è stretto e dunque, tanto più in tempi di cui sia provata, possibilmente in modo condivi- crisi, gli investimenti pubblici andrebbero sele- so, la redditività sociale e (se del caso) privata, zionati sulla base di alcuni parametri: il conte- senza spacciare per genuino interesse impren- nuto di coesione sociale, i tempi e la certezza di ditoriale quello che si basa sulla precondizione ritorno economico (perché la partecipazione di che i rischi siano accollati al pubblico (Alta Ve- capitali privati è legata a questo), l’immedia- locità docet). tezza e l’entità degli effetti moltiplicativi sulla Sono convinto che il traforo del Frejus e il Pon- domanda aggregata, la sostenibilità per la fi- te sullo Stretto siano opere utili, ma che non lo nanza pubblica. siano se le guardiamo in chiave di sostenibilità Non mi sembra che il programma triennale in- economica all’interno di un orizzonte nel quale dicato nell’allegato infrastrutture sia in sintonia non saremo tutti morti (per dirla nuovamente con questo modo di vedere. Non dubito che con con Keynes), e che comunque lo sono meno dei esso vi sia stato lo sforzo di individuare priorità costi opportunità che la tirannia della scarsità di in quella immensa e indifferenziata lista di ope- risorse ci accollerebbe. re giacenti al CIPE. Le priorità non sembrano Per stare ai trasporti, il PGT del 2001 poneva tuttavia quelle più adatte ai tempi di crisi. enfasi sulla razionalizzazione del sistema, sulla In primo luogo (sembrerò pignolo) mi piace- comodalità, sull’eliminazione delle strozzature, rebbe che la parola infrastrutture fosse sosti- sull’incentivazione al trasferimento modale, sul- CENTRALE NUCLEARE tuita con capitale sociale. In Italia non siamo la internalizzazione dei costi esterni, sul poten- ziamento delle infrastrutture esistenti (ad esem- pio la rete storica delle ferrovie): insomma, me- no cemento, più tecnologie, più organizzazione, più incentivi/disincentivi. Dal 2001 la musica è cambiata e l’asse si è spostato sui mattoni. Un’ultima notazione che deriva dalle recente proposta di federalismo demaniale, con il tra- sferimento a regioni e enti locali del patrimo- nio pubblico. A questa proposta sono state le- vate varie obiezioni, ad esempio quella che il patrimonio pubblico rappresenta garanzia del debito pubblico, oppure che, in forza della lo- calizzazione la distribuzione di esso sarebbe “random”, non corrisponderebbe cioè a criteri di equità o per lo meno di equilibrio. Aggiun- gerei che anche in questo caso di capitale so- ciale si tratta e che sarebbe sano se questo, se monetizzabile vendendolo o affidandolo in con- cessione, servisse a finanziare altro capitale so- ciale: in altre parole trasformandolo da capita- le sociale “improduttivo” in altro capitale pro- duttivo. 18 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 19 Saggio Olimpiadi snaturate Perché dico no alla candidatura di Roma per il 2020

re 18 di mercoledì 19 CARLO RIPA DI MEANA maggio 2010: mi dico- Presidente della Sezione Roma Ono che la candidatura di Italia Nostra italiana per le Olimpiadi del 2020 è Roma. Della candida- tura di Venezia, al momento, le Agenzie di stampa informano che la città e la Regione Vene- to, con i loro rappresentanti istituzionali, intendono conte- stare le modalità del voto del CONI e la qualità del dossier della Capitale, prevalso su quello della Serenissima. Come Presidente di Italia No- stra-Roma convocherò in tem- pi brevi il Direttivo per for- malizzare la posizione ufficia- ATENE le della nostra Sezione, che Olimpiadi 2004 nella fase istruttoria si è limi- nell’edizione post-bellica dei I Giochi di Barcellona segnarono giochi a Monaco nel 1972, e più tardi a Mosca nel 1980, la fine del dilettantismo avevano incrinato l’elemento e diedero inizio al grande business di purezza nello svolgimento del confronto sportivo con le delle Olimpiadi dell’Era moderna questioni del razzismo totali- tario a Berlino, e del terrori- tata a raccogliere informazio- tius” (più veloce, più alto, più smo etnico a Monaco, infine ni e a riservare il proprio pa- forte) introducendo un ele- con gli eventi della politica in- rere conclusivo. Ho trovato mento che ha finito per tra- ternazionale a Mosca. Nel questa posizione utile per rac- volgere, con gli investimenti 1988 a Seul emerse il proble- cogliere elementi di fatto e se- pubblici, privati e le sponso- ma della diffusione della pra- gnalare i rischi maggiori ai ne- rizzazioni promozionali, quan- tica del doping tra gli atleti. goziatori romani. Per le deci- to di cimento individuale spor- Fino all’ultima edizione, quel- sioni future anticipo e motivo tivo rimaneva nello svolgi- la di Pechino, quando appar- il mio no, dal momento che mento dei Giochi. Già i carat- ve plasticamente, dalle stesse non ho nessun imbarazzo a teri di massa delle grandi pro- immagini televisive, l’uso del- precisare la mia personale po- ve sportive, in particolare a la nomenclatura totalitaria sizione di principio. Berlino nell’edizione 1936 nel- della Cina comunista nelle tri- Sono contrario alle Olimpiadi l’era trionfante del nazismo, e bune, e nella grande sfilata de- dell’Era moderna, a partire dall’edizione di Barcellona del 1992 quando il Comitato In- Sono perché ternazionale Olimpico decise si radichi una concezione alternativa di aprirle al professionismo sportivo, dilatando il motto co- per la prospettiva stitutivo “citius, altius, for- della vita delle future generazioni 19 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 20

GRANDI OPERE, GRANDI AFFARI

gli atleti sul prato con l’assen- za della delegazione del Tibet. Come i gladiatori e i “moritu- ri” ai piedi dei palchi del po- tere nell’antico Colosseo di Ro- ma, Pechino fu, in qualche modo, la sintesi più eloquente di questo connubio tra società totalitaria e consumi di massa di Coca-Cola, per fronteggia- re le spese delle Olimpiadi or- ganizzate secondo la formula odierna. Sono perché si radichi una con- cezione alternativa per la pro- spettiva della vita delle future generazioni. Un’organizzazione della nostra vita più profonda,

Naturalmente, mi permetto te recenti intraprese sportive qualche considerazione e pre- in Italia, Mondiali di Nuoto a visione: Roma, Coppa Louis Vuitton a -èpossibile che divampi una Trapani, renderanno più diffi- lunga e velenosa contesa per cile lo svolgimento delle gran- l’ennesimo ritorno a Roma del- di opere, necessarie comunque, le fiches italiane al tavolo delle a partire dalla mobilità, che a Olimpiadi, collegate alla mai Roma si trova in condizioni sopita polemica di “Roma la- pessime, dalle buche di tutta drona”, per capirci. In tal caso la città e delle sue periferie, e la candidatura italiana arrive- dall’inesistenza di una vasta rebbe mozzata e non attraente rete di trasporto veloce metro- al vaglio finale del 2013; politano in sotterraneo; più lenta e più dolce. Senza - le difficoltà di questi anni, la - infine, l’ormai visibile, e io questi propositi prevedo che crisi finanziaria ed economi- prevedo irrecuperabile politi- “citius, altius, fortius”, come ca, particolarmente insidiosa ca di un Sindaco tentenna, scriveva profeticamente quin- in euro-zona e notoriamente esitante e prodigo in annun- dici anni fa Alex Langer, fini- collegata anche alle spese paz- ci a cui non seguono fatti. Sopra ranno per rappresentare la ze della Grecia per svolgere Mi riservo, come cittadino e co- ROMA quintessenza delle regole futu- l’edizione del 2004, costitui- me iscritto di Italia Nostra, di Veduta aerea della re e feroci della nostra vita, do- ranno un elemento di intrin- entrare nel merito specifico e Capitale ve “più veloce, più alto, più for- seca debolezza per la candi- puntuale di tutte le ipotesi uf- te” non saranno più agonismo datura romana (o madrilena) ficiali che dovrebbero prepara- Sotto e competizione nella “mobilita- più di altre in altri continenti; re Roma alle Olimpiadi del PECHINO zione sportiva di occasioni di fe- - il regime scandaloso e costo- 2020. A partire da quanto an- Struttura per l’ultima sta”, bensì le norme belluine sissimo degli eventi speciali ap- nunciato per Tor di Quinto e per edizione dei Giochi quotidiane ed onnipervadenti. plicato sfrontatamente in mol- Tor Vergata. 20 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 21 Dossier Dietro gli stadi una colata di cemento

uando uscirà questo ar- tale dalla Commissione Cultu- Sindaco promuove l’Accordo MIRELLA BELVISI ticolo sarà forse già sta- ra e Sport del Senato all’unani- di Programma per le neces- Consigliere della Sezione Roma Qta varata la legge per mità in accordo “bipartisan”, sarie varianti, permettendo di di Italia Nostra permettere a società e club evitando il passaggio in Aula. trasformare in edificabili zo- sportivi di costruire nuovi sta- La procedura scelta era insoli- ne non previste a tale scopo di e di ottenere la proprietà o la ta visto che i temi della legge ri- dai Piani Regolatori; concessione di quelli pubblici guardavano molto di più le - finanziamenti pubblici non con ampie possibilità di dero- Commissioni Ambiente e La- solo per gli stadi ma anche ghe urbanistiche, di cancella- vori Pubblici. per i “complessi multifunzio- zione delle tutele dei vincoli Non è stato certo un caso che si nali” con un “piano trienna- paesaggistici, archeologici e è cercato di non dare alcuna le di intervento straordinario” idrogeologici. Tutti i partiti han- pubblicità al testo varato, ma abbattendo gli interessi sul no chiesto di accelerare l’iter per fortuna qualche notizia è conto capitale degli investi- con la scusa di fare concorrere trapelata e così è risultata chia- menti; anche l’Italia all’assegnazione ra la portata dirompente della - permesso di ristrutturare uno dei Campionati Europei di cal- legge, dove il calcio c’entra po- stadio e di trasformare i “com- cio del 2016. Per nostra fortu- na il 28 maggio scorso a Gine- vra hanno scelto la Francia. Una nuova legge prevede enormi cubature In realtà il vero scopo della leg- ge è quello di far arrivare a tut- intorno alle installazioni sportive te le società sportive (e special- co e molto invece le speculazio- plessi multifunzionali” se con- mente alle quotate in borsa) in- ni edilizie in deroga alle norme formi al Piano regolatore con genti profitti da altre attività e urbanistiche, con speciali sem- una DIA. Basta l’autocertifi- non solo dai diritti televisivi o plificazioni delle procedure in cazione del progettista; dai biglietti. La giustificazione particolare per gli stadi da co- - ignorato totalmente il pro- è far sì che gli stadi, che in fu- struire o ristrutturare con al- blema sull’obbligo dell’acces- turo dovrebbero diventare tut- meno 10.000 posti allo scoper- sibilità su mezzi pubblici. ti privati, possano auto finan- to e 7.500 al coperto. Queste parti ricalcano fedel- ziarsi con strutture di servizi Sono insorte associazioni e al- mente le richieste fatte già al Co- connessi all’attività sportiva o cuni deputati, tenuti all’oscuro mune di Roma dalle società del- ricreativa (come ad es. in In- dai loro stessi partiti, e così og- la Roma e della Lazio su aree di ghilterra). Questa volontà non gi il testo è all’esame della Com- loro “disponibilità” destinate ad è certo da contrastare ma, co- missione Cultura e Sport della agro romano e, per la Lazio, ad- me accade spesso in Italia, ogni Camera che dovrebbe, si spera, dirittura su aree esondabili del motivo, evento o intervento an- eliminare le parti più inaccet- Tevere. Ambedue propongono di che valido si trasforma subito tabili. Queste le più gravi: edificare dai 150 ai 600 ettari. in occasione di enorme spreco - permesso di edificare i “com- Ben lontano dal resto d’Euro- di denaro pubblico, di far edi- plessi multifunzionali”, cioè pa. Lo stadio del Bayer Mo- ficare su aree agricole o tutela- un nuovo quartiere con cen- naco, approvato con un refe- te, di appalti privi di controlli. tri commerciali, alberghi, in- rendum (65% dei voti favore- Come si poteva prevedere i re- sediamenti residenziali o di- voli), è accessibile su ferro, le centi scandali del G8 e dei Mon- rezionali (anche in aree non attività permesse sono di ri- diali di Nuoto non hanno in- contigue allo stadio); storazione e merchandising dotto i deputati a fermare la di- - procedure speciali dove basta delle sole squadre. L’area struzione del nostro territorio presentare uno studio di fat- complessiva dell’intervento, più pregiato. Infatti lo scanda- tibilità finanziario e ambien- svincoli, parcheggi, stazione e loso disegno di legge originario tale per l’approvazione del metro compresi, è di soli 14 è stato approvato prima di Na- progetto ed entro 60 giorni il ettari. 21 NB. E a Milano l’Assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli, ha dichiarato: “nel nuovo piano di governo del territorio inseriremo una norma che escluderà le volumetrie dello stadio dal computo previsto per l’area così da liberare tali cubature per attività miste tra cui quelle commerciali”. ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 22

La pretese del “divino” calcio Il caso di Lucca e l’assalto degli imprenditori edili

ROBERTO MANNOCCI e ultime vicende sullo stadio Porta Elisa che negozio sotto le gradinate... e forse un par- Presidente della Sezione Lucca a Lucca nascono così: da un fallimento cheggio” dichiarava, impudicamente, il Sindaco di Italia Nostra Leconomico della squadra calcistica e dal- alla stampa. La commissione tecnico/politica co- la ri-fondazione di questa ad opera di alcuni im- sì istituita, con assessori, dirigenti comunali e la prenditori edili; dalla vittoria nel campionato di- stessa Società sportiva, arriva a questa conclu- lettanti e dall’iscrizione nel gradino più basso del sione: concessione del Porta Elisa alla Società livello professionistico (2° divisione). Ed è la pri- Sportiva per 99 anni (!!!) con possibilità di au- mavera 2009 quando gli imprenditori del mat- mentare la capienza dei posti e di rivoluzionar- tone parlano chiaro… al Comune e ai tifosi: “Noi ne la struttura costruendovi all’interno e negli garantiamo di portare in tre anni la squadra in spazi liberi attrezzature commerciali, sale con- serie B, ma tutto questo ci costa assai e abbia- gressi, ristorante panoramico, uffici, albergo con mo bisogno di compensare le uscite. Perciò vo- affacci verso le Mura, parcheggio interrato, cen- gliamo fare un nuovo stadio in aperta campa- tro benessere, centro di riabilitazione sportiva… gna su un terreno agricolo che abbiamo già com- Insomma quasi tutto quello che gli imprenditori prato (area S. Donato) assieme a centri com- volevano fare nei propri campi di S. Donato po- merciali, centri sportivi, multisala cinematogra- trebbero farlo lì, sull’unica ingolfata circonvalla- fica, centro benessere, albergo, uffici e attrezza- zione lucchese, a 20 metri dagli spalti delle Mu- ture varie. Rispondere subito… se no lasciamo!” ra Urbane e distruggendo uno splendido monu- Fibrillazione degli scarsi tifosi, della maggioran- mento nazionale (opera di Raffaello Fagnoni del za e della minoranza comunale! Il Consiglio Co- 1936) su cui gravano 3 vincoli: un vincolo espli- munale, il 16 luglio 2009, accettando il ricatto cito diretto sulla magnifica tribuna coperta, un adotta un compromesso: agli impresari di mat- vincolo generale ai sensi dell’art. 10 del Codice tone e di sport (accantonando solo per il momento su tutto il complesso e un vincolo paesaggistico il nuovo complesso in campagna) si prospetta che che investe tutta l‘area a ridosso delle Mura Ur- il compenso per le loro patriottiche spese sporti- bane. Questioni procedurali, urbanistiche, ar- ve potrà provenire ricevendo in concessione l’at- chitettoniche, da mettere i brividi. E che si dif- LUCCA tuale stadio comunale Porta Elisa ristrutturan- fondono in tutt’Italia. La Soprintendenza, per Stadio Porta Elisa. dolo ed arricchendolo di funzioni remunerative. ora, ha detto NO a tutto! Riuscirà a resistere al- Foto ricevuta “Si tratta di lavori di minima (per raggiungere l’indegna politica politicante bi-partisan e alle da R. Mannocci una capienza maggiore dell’attuale) (...) Qual- pretese del “divino” calcio? 22 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 23

Si allarga la mobilitazione per la tutela dello Stadio di Cagliari Via il Sant’Elia e vai con la speculazione

l Sant’Elia, costruito su un prezzo valutato in circa 60 mi- portante studio legale ha pre- FANNY CAO terreno ceduto dalla Regione lioni di euro, oltre al valore pa- sentato sulla vicenda un esposto Presidente del CR Sardegna ISardegna al Comune di Ca- trimoniale dell’impianto di 50 alla Procura Regionale della Cor- di Italia Nostra gliari, con vincolo permanente di milioni) e poi chiesto in conces- te dei Conti per danno erariale. destinazione pubblica, fu trion- sione il diritto di superficie su In occasione di un dibattito falmente inaugurato nel 1970 in quella quarantina di ambitissi- pubblico sul futuro dello stadio, coincidenza con la conquista del mi ettari sul frontemare, rac- l’indimenticabile bomber Gigi primo (e unico) scudetto da par- chiusi tra il centro commerciale, Riva, strenuo difensore del San- te del Cagliari. Negli anni a se- le spiagge, il porto turistico e oa- t’Elia, ha manifestato la sua sor- guire ospitò le partite della squa- si naturali di incomparabile bel- presa di trovarsi non tra un dra Campione d’Italia e della se- lezza come Molentargius e la Sel- pubblico di soli tifosi e sportivi, rie A, della Coppa dei Campio- la del Diavolo. Comune e Regio- ma circondato e sostenuto dai Il caso di Lucca e l’assalto degli imprenditori edili ni, grandi meeting nazionali e in- ne, favorevoli al progetto, porta- militanti di associazioni politi- ternazionali di atletica, alcuni in- no avanti le trattative alla ricer- che, culturali e ambientaliste contri dei campionati del mon- ca di possibili espedienti per ag- anch’esse schierate per la con- do del ’90. Nel ‘90 e nel 2004 girare gli ostacoli connessi alla servazione dello storico impian- venne restaurato con un onere cessione di un bene pubblico di to. È stata la conferma che lo per l’erario di oltre 15 milioni di tale consistenza, senza tenere stadio è ormai percepito come euro. Dal ‘96 è concesso in uso conto del parere degli stessi tec- elemento integrante del paesag- esclusivo al Cagliari Calcio in nici del Comune di Cagliari che gio urbano e dell’identità popo- cambio di un canone annuale sostengono come la struttura sia lare, che merita di essere tute- (saltuariamente corrisposto) e solida e necessiti solo di un in- lato come bene culturale ed ele- degli oneri di manutenzione. tervento di restauro e messa in mento significativo della me- Da alcuni anni il Presidente del sicurezza (data la scarsa manu- moria urbana. Cagliari Calcio (che pure aveva tenzione degli ultimi anni). In un appello al Sindaco di Ca- la responsabilità della manuten- Intanto, una martellante cam- gliari e al Presidente della Giun- zione dell’impianto), dopo aver- pagna mediatica a senso unico, ta Regionale Italia Nostra ha ne ridotto la capienza ed elimi- che non lascia spazio al con- chiesto la rigorosa difesa del be- nato le piste per l’atletica, ha co- fronto, cerca di convincere l’opi- ne contro le miopi e arroganti CAGLIARI minciato a sostenere che lo sta- nione pubblica che il progetto sia pretese di chi vuole piegare la cit- Il Sant’Elia. dio è ormai inadeguato, perico- un vero affare per la città e per i tà ai propri interessi facendone Foto ricevute lante e fuori norma e propone in- tifosi, che è ineluttabile che il pagare il costo alla collettività. dal CR Sardegna sistentemente di demolirlo per grande stadio polifunzionale da costruirne, a sue spese, uno più 50.000 posti venga demolito e piccolo e moderno, idoneo solo che su quell’area sorgano un pic- al calcio ma corredato di tutti colo stadio privato e molto altro quei servizi ormai ritenuti indi- ancora. spensabili a contorno degli im- Molti cittadini, associazioni ed pianti sportivi: strutture ricetti- ora anche l’opposizione in Con- ve, ricreative, commerciali, ecc. siglio Regionale e Comunale, Ha quindi prima proposto di ac- hanno apertamente manifestato quistare l’area dello stadio (ipo- la loro indignazione per quella tesi impraticabile sia per i vin- che considerano una spoliazione coli di inalienabilità, che per il del patrimonio pubblico; un im- 23 NB. A seguito della recentissima bocciatura di Cagliari come sede di alcune partite del campionato UEFA 2016, è svanita la speranza di accedere ai cospicui finanziamenti e alle modalità dei lavori d’urgenza collegati all’evento per cui anche le pressioni per disporre dello stadio di Sant’Elia si sono allentate e per il momento la cessione non appare più imminente. ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 24

GRANDI OPERE, GRANDI AFFARI Piemonte in Progress (di sacrifici)

MARIA TERESA ROLI in dalle elementari ci venivano decantate le grandi opere di collegamento tra Piemonte e… il Giunta Nazionale resto del mondo. Ricordo la pagina del sussidiario dedicata al traforo del Frejus con gli ope- di Italia Nostra Frai festanti alla caduta dell’ultimo setto che si frapponeva tra Italia e Francia. Ora le crona- che, peraltro avare e blindate, riportano gli scontri No TAV in Valle di Susa per la Torino – Lione, ma poco riportano dell’analogo movimento per il Terzo Valico dei Giovi della tratta AV/AC Milano Genova. E, solo esplorandone il sito, si sa del Coordinamento NO TangEst contro il progetto di trat- ta autostradale, che devasterebbe parte preziosa della collina, per completare il sistema tangenzia- le della conurbazione di Torino e potenziare l’armatura urbana della seconda cintura, con 22 Km di cui circa 8 in galleria. E così spesso il nuovo si sovrappone alla memoria. Esemplare è la bretel- la autostradale dell’Asti Mare, che ha alleggerito alcuni paesi da pesanti attraversamenti di auto, ma ha frantumato la percezione del bel paesaggio del Monferrato, ha consumato suolo e orizzonte con aggressivi viadotti a scavalco del dolce andamento collinare. I paesi beneficiati dal drenaggio del traffico vivono all’ombra dei piloni delle sopraelevate; il bar sulla statale declassata non ha più clienti e, per uscire fuori dal paese, ti perdi nell’intrigo degli svincoli fuori misura, che preludono al nuovo costruito. Così cambia il Bel Paese, nel grande e nel piccolo: nel piccolo comune che, con il nuovo tracciato stradale esterno, offre il territorio alla nuova espansione edilizia; nella grande cit- tà, come Torino che, con la variante 200 del PRG offre agli interventi privati 2 milioni di mq di ter- ritorio urbano da riqualificare con garanzia di altre rendite e altissime cubature come potenzialità di finanziamento della linea 2 della metropolitana, il cui tracciato in via di proposizione “divaga” in base alle opportunità speculative. Altri sacrifici si profilano dunque, con perdite certe e vantag- gi da dimostrare: il Terzo Valico, promosso per salvare il porto di Genova e giunto al traguardo del- la cantierabilità (soldi a parte) dopo un contrastato iter di VIA, nonostante gli studi per aggiustare il tiro impatterà pesantemente nel Bacino Terziario Ligure - Piemontese, passerà troppo vicino al sito archeologico della città romana di Libarna, intercetterà con gli scavi un patrimonio di acque sorgive, devierà torrenti, produrrà milioni di metri cubi di smarino la cui movimentazione farà vi- vere nella polvere per decenni gli abitanti dei paesi tra Piemonte e Liguria, a cui verrà restituito un paesaggio snaturato. E che dire della TAV- meglio detta Alta Capacità - contro cui da anni si bat- tono le popolazioni della bassa Valle di Susa? Siamo al dunque. L’Osservatorio Virano, nato con i contributi di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e LTF (Lyon Turin Ferroviaire ) ha messo attorno al tavolo tutti i comuni – meno pochi refrattari – a condividere l’alternativa delle scelte di percorso in un corridoio prestabilito. Ottimo lavoro quello della partecipazione, porta a valutazioni più ponde- rate, ma è accaduto all’interno di un percorso senza alternative: il corridoio s’ha da fare. E i tecni- ci “no TAV”, che avanzavano la razionalizzazione della linea storica, della messa a bilancio di mo- trici più potenti, atte a superare gli attuali dislivelli a pieno carico, che hanno contestato i dati sul- la saturazione della ferrovia attuale e avanzato la contabilità pesantissima dal punto di vista sia eco- nomico che ambientale, sono risultati perdenti. Si vanno concludendo i sondaggi ambientali con VALLE BAUDANA profonde trivellazioni: intanto la soluzione del nodo di Torino non ha i previsti finanziamenti go- Una delle zone vernativi, ma solo briciole. È il Piemonte delle Olimpiadi invernali Torino 2006 che, in uno sbilan- di impatto della prevista cio costi - benefici, a fronte di un millantato credito turistico, si è caricato di debiti, ha consumato Tangenziale Est territorio, svende a privati impianti e strutture e si tiene un impatto ambientale non più sanabile. di Torino. L’avevamo previsto, noi ambientalisti, “cassandre” per destino. E a fronte degli scempi del paesag- Foto di Antonio Pierro gio, per una politica -vedi Legge Obiettivo- che fa della grandi opere il volano di un’economia mo- (Comitato NoTangEst) ribonda, che alimenta interessi speculativi, se non mafiosi, stiamo con i NO. ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 25 dossier

Follia ad Alta Velocità Tutti i pericoli del “passante” di Firenze

a lunga, travagliata, con- state poi gestite come tutta l’al- rati; i calcoli di RFI parlano di TIZIANO CARDOSI testata vicenda del “Pas- ta velocità, il general contrac- cedimenti di max 4 mm, men- Comitato contro sante AV (Alta Velocità) tor all’italiana, che ha fatto cre- tre quelli di tecnici indipendenti il Sottoattraversamento L AV di Firenze di Firenze” sembra in dirittura scere i costi dei lavori fino a 6 parlano di almeno 15 cm! Nel di arrivo, almeno a detta dei so- volte il previsto. secondo caso sarebbe un disa- MARIARITA SIGNORINI stenitori dell’opera. Escono no- I rischi ambientali di questo stro; Giunta Nazionale tizie di Tavoli tecnici e Confe- progetto sono emersi fin dal- - per l’impatto sulla falda si so- di Italia Nostra renze dei Servizi per definire l’inizio, ma accuratamente mi- no aumentati pozzi e sifoni in particolari e miglioramenti a nimizzati dai politici. Due i prin- corrispondenza della stazio- un’opera che “dovrebbe lan- cipali: l’impatto con la falda e i ne Foster, ma nessun con- ciarci nel futuro”. In realtà so- rischi di subsidenze (processo di trollo è stato fatto da tecnici no moltissimi i nodi irrisolti e abbassamento del suolo, ndr) in indipendenti; notevoli le difficoltà da affron- fase di scavo. La prospettiva è - l’aspetto più emblematico e tare, come risulta chiaro dal fat- quella di gravi danni a interi folle con cui si procede alla to che l’inizio dei lavori effettivi quartieri e a monumenti insigni realizzazione dell’opera più slitterà al 2011 (nonostante gli come la Fortezza da Basso. importante per Firenze dal- appelli a “fare presto” con cui ci Nella VIA, fatta sul progetto di l’epoca di Firenze Capitale è hanno tormentato il Ministro massima, si ammetteva che dato dal fatto che ancora non delle Infrastrutture Altero Mat- questi problemi non erano ri- si sa dove mettere il 60% del teoli e l’ex Assessore regionale solti, ma si rinviava a successi- materiale prodotto negli scavi Riccardo Conti). vi accertamenti. Questi sono (smarino). Per questo l’OA ha Il progetto risale agli anni ’90. stati affidati all’Osservatorio diviso artificiosamente l’ope- Nessuno, in un primo momen- Ambientale (OA), un organi- ra in due parti, la prima fin- to, aveva pensato a infrastrut- smo ministeriale di cui fanno ché ci sarà spazio nelle disca- ture pesanti a Firenze per il pas- parte tecnici di Ferrovie dello riche, la seconda per la fase in saggio dell’Alta Velocità; come Stato, Ministeri dell’Ambiente cui sarà estratto il materiale ricorda l’economista Ponti del e delle Infrastrutture, Regione che non si sa dove mettere. Il Politecnico di Milano, che ave- Toscana, Provincia e Comune parere favorevole è stato dato va partecipato allo studio di fat- di Firenze: in breve l’organo di alla prima fase. E poi? tibilità dell’AV, l’idea di un pas- controllo era composto dai com- Dopo tante forzature e incon- sante separato dal nodo citta- mittenti e dalle Istituzioni poli- gruenze i lavori sono stati uffi- dino è venuta dopo che a Bolo- tiche sostenitrici dell’opera. cialmente consegnati al general gna sono state destinate tante Nella fase di studio del proget- contractor il 10 marzo 2010, risorse per un progetto che an- to esecutivo l’OA è stato ogget- ma subito ci si è affrettati a di- cor oggi è oggetto di forti pro- to di forti pressioni per dare pa- re che i lavori veri e propri ini- teste, causa di gravi danni alle rere favorevole. Il Ministro Mat- zieranno solo nel 2011. I moti- abitazioni e di forti disagi per i teoli ha minacciato di avocare vi di tanto rinvio non sono di- cittadini. Fin dall’inizio l’infra- a sé tutti gli accertamenti. Co- chiarati. struttura fiorentina non è sorta sì il parere favorevole è stato I cittadini sono molto preoccu- OROLOGIO AI MACELLI per risolvere un problema di dato il 5 febbraio 2010, ma con pati, il mercato immobiliare I primi danni apparsi trasporto, ma per far confluire ‘limiti’ che gettano ombre gre- precipita nelle zone che saran- nella palazzina già solo ingenti risorse economiche pub- vi sull’intera opera: no interessate dai lavori mentre con i lavori propedeutici. bliche al sistema politico-eco- - per i rischi di subsidenze si par- la politica continua col suo tea- Foto ricevute nomico; risorse che sarebbero la solo di “monitoraggi” accu- trino di marionette. da M. Signorini 25 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 26 Segnalazioni “L’ottovolante” sull’Abbazia Così si chiama il supersvincolo previsto dall’Anas nei pressi delle Gole del Velino

CARLA DE ANGELIS apprezzato medievalista Tersilio Leg- ne speciale” e a “Interesse Comunitario”. Si trat- Presidente della Sezione Rieti gio, assessore alla cultura della Provin- ta di un supersvincolo ad “otto” (e quindi ormai di Italia Nostra L’cia di Rieti, circa dieci anni fa, scrive- chiamato “ottovolante”) necessario secondo i pro- va quanto segue sull’abbazia dei Ss. Quirico e Giu- gettisti, l’Anas, e la ditta appaltatrice dei lavori litta di Micigliano (Ri) nell’opuscolo “Il Museo SAFAB spa a rettificare la curva della SS4 Sala- diffuso” realizzato da Italia Nostra: “Se si risal- ria prima del bivio di Micigliano. I lavori gono le Gole del Velino, nel territorio del comu- dell’“ottovolante” riguardano in totale l’adegua- ne di Micigliano, l’Abbazia altomedievale sorge mento stradale di soli tre chilometri della SS4 Sa- nei pressi del greto del fiume, ed oggi dopo un laria, e assorbiranno 47 milioni di euro. L’Abba- lungo periodo di grave degrado, è in via di com- zia di SS. Quirico e Giulitta è già ridotta ad un pleta ristrutturazione. Le prime notizie del mo- relitto e sarà coperta dal famigerato svincolo au- nastero risalgono alla seconda metà del secolo X, tostradale, che permetterà però di agevolare il Si prevede una grande opera da costruire dentro le Gole del Velino, a 30 metri dall’Abbazia dei SS. Quirico e Giulitta

ma la sua fondazione è databile ai primi decenni transito degli autoveicoli e di risparmiare ben 20 del secolo, subito dopo le incursioni saracene che secondi per arrivare nel vicino centro abitato… avevano incendiato e saccheggiato le chiese del- Italia Nostra, fin dal 2007, si è trovata da sola a l’area. (…) La perdita pressoché totale del carta- combattere contro il faraonico e insensato pro- rio monastico lascia nell’ombra l’attività dei fon- getto e contro lo scempio dell’Abbazia e delle datori benedettini dell’Abbazia ma sicuramente Gole del Velino. Più volte ha denunciato alla Pro- questa ebbe un ruolo di grande rilievo nell’orga- cura di Rieti e alle Istituzioni competenti le ille- nizzazione territoriale dell’alta valle del Velino. galità che via via emergevano. L’Associazione è Ai benedettini, infatti, va attribuita l’introduzio- riuscita ad avere l’appoggio della Soprinten- ne dei terrazzamenti che si dispiegano ancor og- denza, nel richiedere l’applicazione a tutta la zo- gi lungo le pendici diboscate dei monti della val- na dei vincoli previsti dalla legge Urbani, ed ha lata”. Dopo pochi anni dalla completa ristruttu- raccolto l’adesione di tutte le associazioni locali razione del complesso (costata tre miliardi e mez- alla salvagua rdia delle Gole e di tutto ciò che es- zo di lire), e dall’avvio di un grossolano e ineffi- se da secoli conservano. Italia Nostra e le altre cace tentativo di valorizzazione e sviluppo dei luo- associazioni, infatti, non hanno detto no al- ghi (la cessione di alcuni locali annessi all’Abba- l’adeguamento del vecchio tracciato della Sala- zia per farci aprire non un museo ma… una trat- ria, ma hanno proposto di sostituire l’“ottovo- toria!) è arrivata la beffa finale. Si tratta della lante” con un semplice ed economico “rettifilo”, legge obiettivo berlusconiana, che ha inserito an- in modo da mettere in sicurezza la Salaria in quel che i lavori di adeguamento della piattaforma punto senza cancellarne le memorie, i luoghi, le stradale della SS4 Salaria all’altezza dell’abbazia ricchezze. Italia Nostra si è opposta allo scelle- di Micigliano tra le opere emergenziali di interes- rato, inefficace e sospetto progetto di “sviluppo” se statale soggette per legge a procedure straor- territoriale, imposto dai politici e a quanto sem- dinarie di realizzazione. Ebbene sì, sembra im- bra finora non è riuscita, nonostante la denun- possibile, ma si prevede proprio come per il Mo- cia delle illegalità e dei gravi episodi di corru- SS. QUIRICO E GIULITTA se di Venezia e per il Ponte sullo Stretto di Mes- zione connessi a tale realizzazione, a far inter- L’Abbazia in pericolo. sina una grande opera da costruire dentro le Go- rompere i lavori e a far ripristinare lo stato dei Immagine ricevuta le del Velino, a 30 metri dall’abbazia dei SS. Qui- luoghi. Ma la battaglia per la salvaguardia e per da C. De Angelis rico e Giulitta. Ovviamente in zona a “Protezio- l’affermazione della legalità continua. 26 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 27

Nel cuore di Brescia 1000 mq di cemento “(In)cubo” in piazza Rovetta

ell’antica città di Brescia, in piazza Ro- l’abbandono della piazza. Intanto il quartiere ROSSANA BETTINELLI vetta (che confina a nord con Palazzo del Carmine si è sempre più degradato, acco- Presidente della Sezione Brescia NLoggia) la nuova Amministrazione co- gliendo a caro prezzo in edifici fatiscenti extra- di Italia Nostra munale vuole costruire un edificio a tre piani di comunitari. 1000 mq per farne una sala di lettura. È stato E oggi l’Amministrazione comunale intende ri- indetto nel settembre 2009 un Concorso nazio- muovere la controversa “pensilina” che da die- nale con l’obiettivo del “risanamento sociale del ci anni aleggia sulle bancarelle di paccottiglia ci- centro storico” con un “segno di contempora- nese, collocate nella parte nord della piazza, per neità in sintonia con il contesto tradizionale”. sostituirla con questo “cubo” destinato a sale per Ha vinto il progetto di un giovane architetto bre- lettura e intrattenimento. Lo scopo è vivacizza- sciano che prevede un cubo di marmo e vetro re il centro storico con la frequentazione anche “non impattante” dal costo di 1.500.000 euro. notturna, dei giovani universitari. Ma il vero pro- Piazza Rovetta è un ampio spazio urbano rica- blema del centro storico è l’errata destinazione vato a suo tempo dalla demolizione di tre anti- d’uso degli edifici. chi isolati (avvenuta fra la fine del 1800 e il Il centro di Brescia è infatti diventato la sede di 1938). sportelli bancari, negozi di biancheria, e altre si- Sta nel quartiere del Carmine, una volta centro mili amenità. La sera è in gran parte deserto per- di varie e pittoresche attività tradizionali. È nel ché disabitato, se non dagli extracomunitari per- cuore dei bresciani più delle antiche e rappre- ché nulla è stato fatto per frenare la speculazio-

sentative piazze della Loggia e del Duomo: “or- ne sugli affitti. Nuove costruzioni non servono. to di guerra”, sotterraneo rifugio antiaereo, luo- Nel centro storico vi sono complessi monumen- go danneggiato da bombardamenti e di eccidi tali in abbandono, come ex-caserme (già con- delle squadracce fasciste. Luogo di memorie che venti), ex Palazzi di Giustizia che rischiano di gli anziani raccontano. essere ceduti a privati, mentre dovrebbero ri- Della storia della Piazza fanno parte anche pro- manere di proprietà pubblica. getti che sono stati abbandonati. Negli anni Agli edifici già dismessi, si aggiungeranno tra Trenta prevedevano edifici classicheggianti o breve il carcere di Canton Mombello e il Palaz- ampliamenti del Palazzo Loggia in stile fasci- zo delle Poste in piazza Vittoria (che potrebbe sta. Negli anni Settanta un progetto di Benevo- ad es. diventare uno splendido Museo d’Arte lo proponeva una sistemazione a terra riprodu- Moderna). cente la traccia degli isolati demoliti e una nuo- va sala per il Consiglio comunale (arch. Rovet- Di questi temi la nostra Sezione intende conti- PIAZZA ROVETTA ta/Benevolo). Poi verso la fine degli anni ’80 nuare a discutere, ha infatti organizzato l’In- La Piazza in una foto l’Istituto case Popolari lanciò un Bando per la contro/Dibattito del 3 giugno: “La città antica storica, il progetto sistemazione della piazza. Da circa vent’anni di Brescia e i suoi vuoti urbani, riuso e valoriz- del “cubo” e la pensilina (inspiegabilmente…) è stato dismesso lo stori- zazione di spazi aperti ed edifici dismessi” oggi. Immagini ricevute co mercato di frutta e verdura, dando inizio al- (vedi locandina in IV di copertina, ndr.). da R. Bettinelli 27 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 28

Se il campanile crolla per incuria... È accaduto a Badia a Rofeno, vicino

LUCILLA TOZZI roviamo una profonda tristezza nel- la collina era insta- Presidente della Sezione Siena l’apprendere che il 13 maggio scorso è bile, ma non era in- di Italia Nostra Pcrollato il Campanile millenario di Ba- teramente proprietà dia a Rofeno nel comune di Asciano. Un pro- del signore di Mila- filo delle crete senesi è stato cancellato dal- no, il quale dunque l’instabilità del terreno ma anche dall’incuria non era potuto in- degli uomini. Italia Nostra si era attivata dai tervenire sul terreno primi di aprile per denunciare la gravità del- di altri; che, per ra- la situazione, prima in Soprintendenza, poi gioni di sicurezza, presso il Nucleo di Tutela Ambientale dei Ca- negli ultimi tempi rabinieri di Firenze. non sarebbe stato In Soprintendenza ci fu risposto che la situazio- possibile far avvici- ne era sotto controllo, che la proprietà aveva pre- nare al campanile nessun operaio o tecnico. disposto un piano preciso con la consulenza di Certo, sappiamo che adesso il campanile era for- ingegneri e di tecnici, e che la torre non sareb- temente inclinato; ma il grosso distacco è avve- be, comunque, mai crollata ; oltre che a noi, que- nuto il 6 gennaio: non si poteva intervenire pri- sta risposta fu data anche ad altri. ma? I carabinieri del Nucleo di Tutela dissero invece Sappiamo anche che le crete sono geologicamente che si sarebbero prontamente attivati. instabili: ma non possiamo accettare che non si Contattati telefonicamente, mentre erano anco- sia intervenuti sul terreno, perché di altra pro- ra presenti sul luogo, hanno affermato che il prietà! Il campanile millenario era un bene di crollo era avvenuto, circa mezz’ora dopo un lo- tutti, non si doveva fare una questione di pro- ro sopralluogo, a causa della grande quantità di prietà! pioggia caduta nei giorni; che il campanile era E inoltre: abbiamo ricevuto la foto di un gara- INCURIA già inclinato quando il proprietario aveva com- ge scavato nel fianco della collina sottostante Il crollo del campanile prato la Badia, che lo stesso proprietario (un si- la Badia, ma se questa collina era tanto insta- di Badia a Rofeno. gnore di Milano) aveva effettuato un buon re- bile, chi e perché ha permesso di scavarvi un Foto ricevute da L. Tozzi stauro del corpo principale della fabbrica; che garage? 28 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 29 segnalazioni Il Web-GIS del turista

l Comune di Piazza Armerina ha previsto la chieste, le estrae e le visualizza sulla mappa del- FILIPPO GAGLIANO Irealizzazione di un sistema Web-GIS per la la città; Dottorando di ricerca pubblicazione online di tutte le informazioni di - vengono quindi generate una o più immagini presso Dipartimento ASTRA, natura turistiche. Si intende per Web-GIS un’ap- che saranno inviate al turista e visualizzate sul Facoltà di Architettura Università degli Studi di plicazione server-client che, attraverso un’inter- browser del turista. faccia grafica tipica dei GIS, permette la navi- L’interrogazione e la ricerca sulla mappa av- gazione, l’interrogazione, la personalizzazione e vengono con tre modalità: puntuale, per area e la stampa ed eventualmente il download di un per toponimi. È possibile infatti individuare un set di dati territoriali tramite una qualunque con- toponimo in modo manuale utilizzando i tasti di nessione di rete (internet/intranet). Il funziona- zoom, pan ed interrogazione, oppure inserendo mento di un Web-GIS dedicato al turista può es- il toponimo nella maschera di ricerca avendo co- sere schematizzato in questo modo: me risultato l’evidenziazione della zona ricerca- - il turista, accedendo al portale istituzionale in- ta; è possibile la stampa di mappe in formato ternet del Sito del Comune, invia mediante brow- PDF. ser una richiesta nella quale sono definiti le infor- mazioni a cui intende accedere (monumenti, pa- Sul link lazzi nobiliari, musei, scuole, ristoranti, B&B, ecc.); http://www.comune.piazzaarmerina.en.it:85/p - in base alla richiesta il motore del Web-GIS ri- mapper/map.phtml è possibile accedere cerca nel proprio archivio le informazioni ri- al Web-GIS del Comune di Piazza Amerina

L’acquedotto da tutelare

talia Nostra esprime la propria soddisfazione MARIA CARMELA CAIOLA Iper la consegna dell’Acquedotto Carolino al Presidente della Sezione Caserta Ministero per i Beni e le Attività Culturali. di Italia Nostra Italia Nostra Caserta, fin dal 1999, ha realizzato visite culturali, convegni e manifestazioni per far conoscere e tutelare l’eccezionale opera di inge- gneria idraulica, dichiarata dall’Unesco patrimo- nio dell’umanità. Ha allestito una mostra docu- mentaria sull’intero tracciato del condotto, ac- compagnata da una pubblicazione sulla storia e manio, si è quindi affidato alla Facoltà di Inge- sugli itinerari possibili lungo i 40 chilometri del- gneria della SUN, uno Studio di Fattibilità per il l’antica via d’acqua. Inizialmente ospitata presso recupero, anche per la potabilizzazione dell’ac- la Sala Bianca della Reggia, successivamente è sta- qua, da finanziare con fondi europei. ta accolta nei comuni di Valle di Maddaloni, S. Italia Nostra auspica pertanto che i nuovi orga- Agata dei Goti, Maddaloni e presso il Belvedere di nismi di gestione del Carolino, e la collaborazio- S. Leucio. ne tra i vari Comuni interessati, possano porta- Ad opera dell’Assessorato all’Urbanistica (poi al- re al più presto ad una rivitalizzazione della via l’Ambiente) della Provincia di Caserta, sono sta- d’acqua, al recupero delle aree abbandonate, al- ti convocati incontri sulle prospettive future di l’eliminazione degli elementi di degrado, nonché utilizzazione del condotto e sulle possibilità di re- alla richiesta dei fondi europei per il restauro. stauro del monumento e delle aree di pregio pae- Allo scopo di far conoscere ulteriormente la gran- saggistico circostanti. Ne è nato quindi un con- de opera l’associazione proporrà visite guidate, vegno, nel 2007, nonché una nuova pubblica- insieme agli enti locali e uffici turistici provin- ACQUEDOTTO CAROLINO zione, a cura della Provincia di Caserta e di Ita- ciali, sull’intero tracciato, sottolineandone ca- Ponti della Valle lia Nostra, e una mostra itinerante. Con la sotto- ratteristiche e peculiarità legate ai singoli luo- in una stampa antica. scrizione del Protocollo d’Intesa tra le Province ghi ed alle loro tradizioni artigianali e gastro- Immagine ricevuta di Caserta e Benevento, Sovrintendenza e De- nomiche. da M. R. Iacono 29 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 30

Siano proseguiti gli scavi archeologici di Piazza Villaroja L’Amministrazione comunale di Crotone aiuti a finanziarli e a valorizzarli

TERESA LIGUORI l saggio di scavo aperto il 18 le tardo-antiche. Segue l’aula Consigliere Nazionale gennaio in piazza Bartolo medievale, più ampia, con pa- di Italia Nostra IVillaroja dalla Soprinten- reti affrescate a colori vivaci. denza Archeologica della Cala- Le numerose tombe bassome- bria consente di osservare un dievali (semplici fosse terragne) piccolo ma significativo pezzo esterne ad uno dei suoi muri pe- di storia della città, occasione rimetrali, furono inglobate nel- piuttosto rara a Crotone. Si vie- la fabbrica successiva e oblite- ne colpiti dalla visione incon- rate da un pavimento quando sueta delle tombe aperte, fino- la chiesa fu ampliata e conte- ra una ventina, e dei resti uma- stualmente mutò, forse, di ni contenuti, le tante ossa, in- orientamento. tegre, dalla dentatura perfetta. Gli interrogativi da sciogliere E ci si stupisce per l’invadenza sono ancora molti e solo una della fognatura che attraversa parte potrà trovare risposta il saggio in profondità, ‘incu- grazie al completamento dello rante’ dei reperti incontrati sul scavo condotto entro i limiti del proprio cammino e che pur- saggio in corso, che misura po- troppo rovina. co meno di metri 5 x 5 e supe- Queste tombe multiple e ossa- ra ormai i due metri di pro- ri sono della chiesa dedicata a fondità. Si rende quindi essen- San Giorgio, esistita fino al tar- ziale l’ampliamento dell’inda- do Settecento. Da tempo chiu- gine, per aggiungere altre pagi- sa al culto infatti, perché ac- ne al libro che abbiamo appe- corpata alla vicina S. Marghe- na cominciato a sfogliare. rita, cadde in rovina e fu de- L’onore e l’onere di tale opera- mozione di un concorso di idee molita forse dopo il violento zione non può essere total- per la musealizzazione della terremoto del 1783 o per un al- mente di Italgas-Eni, ma spet- Piazza, da rendere fulcro di un tro evento simile. Lo scavo ar- ta all’Amministrazione Comu- percorso che parte dalle mura cheologico attesta non solo che nale di Crotone. Sollecitarla,e di età giustinianea di Corso Vit- i piani d’uso della chiesa sono scongiurare che essa abdichi torio Emanuele e giunge al Mu- cambiati nel corso del tempo, alle proprie responsabilità, è il seo Nazionale Archeologico e al ma anche che l’edificio tutto è compito che si sono date le as- Castello di Carlo V. stato modificato nella sua pla- sociazioni culturali Gettini di Chiediamo quindi all’Ammini- nimetria e almeno una volta ri- Vitalba, Italia Nostra e Grup- strazione Comunale di Crotone costruito ex novo. po Archeologico Krotoniate, di finanziare il proseguimento Una prima chiesa, altomedie- coinvolte fin dalla prima ora degli scavi e di riservare una vale, di dimensioni probabil- nella promozione dello scavo parte della piazza a Museo al- mente contenute, è dimostrata archeologico e della successiva l’aperto, soprattutto dal mo- CROTONE da reperti mobili (soprattutto indispensabile valorizzazione mento che esiste un fondo co- Avanzamento degli scavi vasellame) e dalla concentra- del sito. spicuo di un milione di euro per a Piazza Villaroja. zione di sepolture di tale perio- Da qui la raccolta firme avvia- interventi di recupero nel cen- Foto ricevuta da T. Liguori do che si sovrappongono a quel- ta tra la popolazione e la pro- tro storico. 30 ITALIA 453:Layout 2 7-06-2010 17:10 Pagina 31

Le esperienze e i progetti di Italia Nostra OE EDUARE AL RISPEO DEL PARIOIO

i conserva ciG che si conosce e si ama”, su questo presupposto si basa l’offerta didattica e for- mativa di talia Nota. Le esperienze che da decenni vengono proposte a insegnanti, giovani “Se famiglie, si servono soprattutto di questi strumenti operativi: A la convenzione, per promuovere forme concrete di partenariato tra l’Associazione, le istituzioni scola- stiche e le rappresentanze sociali, culturali e produttive; A l’elaborazione congiunta di progetti annuali o pluriennali sperimentali, finalizzati alla conoscenza e all’uso responsabile del patrimonio culturale, quale mezzo per l’apprendimento del reale. p a t r i m o n i o Per il prossimo futuro Italia Nostra si propone il potenziamento del sistema di educazione al patrimo- nio tramite le sue Sezioni sul territorio e di contrastare l’uso utilitaristico del concetto di “fruizione” del patrimonio culturale tanto favorito dal diffondersi di offerte culturali effimere e dall’affievolirsi delle motivazioni per un’azione educativa pubblica co e e i beni culturali. a l CosF è nato il Progetto nazionale 00-0 denominato l aeaio accotato ai aa i. Naa ioi e immaii ellea iitale: gli studenti, con i loro insegnanti, esamineranno il paesaggio nelle sue di- verse caratterizzazioni (urbano, agrario, montano, ecc.) e i suoi elementi di connotazione (come chie- se, complessi monastici, giardini storici, masserie, antichi tratturi, strade e piazze dei centri storici, cor- si d’acqua, boschi, ecc.) mediante la ricognizione sul territorio, il rilievo fotografico e la schedatura dei diversi manufatti. Il tema prescelto, il paesaggio quale museo diffuso, per la sua ampiezza e duttilità, puG essere sviluppa- to in tutti i diversi contesti culturali in cui operano le nostre istituzioni scolastiche e diventare “oggetto” e “soggetto” delle attività di studio e di ricerca degli studenti. Per gli insegnanti saranno approntati dei percorsi formativi, “in presenza” e “on line” sul sito =eb del- l’Associazione, per la realizzazione dei vari programmi educativi. Le classi, guidate dai loro insegnanti, condurranno la ricerca sul territorio finalizzata all’elaborazione di un prodotto multimediale o di un audiovisivo.

È questa un’esperienza completa che parte dallo studio della tematica prescelta (ricerche documenta- e d u c a r e rie, storiche, iconografiche, ecc.), elabora una “sceneggiatura”, utilizza le tecniche di ripresa fotografi- ca o video e, infine, realizza un prodotto concreto. L’uso delle moderne tecnologie per descrivere e rappresentare i beni culturali, l’evoluzione delle tecni- che, lo stato di conservazione e le ipotesi di valorizzazione, non solo costituisce un’importante occasione per interessare i giovani ma propone modalità inedite e più complesse di descrizione del bene culturale. Gli elaborati multimediali prodotti dagli studenti parteciperanno al Concorso aeai a accotae. Costituiranno un modo diverso di guardare ai beni culturali mettendoli in relazione con i territori di cui sono espressione e favorendo una lettura d’insieme altrimenti impossibile. La fruizione “virtuale” po- tenzia quella “reale” valorizzando anche il patrimonio cosiddetto minore, in molti casi dimenticato se non abbandonato.

MARIA ROSARIA IACONO Consigliere Nazionale di Italia Nostra

Sbrilli Eletti A. mmaii ee. e io ioi iitali i oee ate come iteacce i eloa ioe elle oee tee i Coteti cltali e i ioe ei ei cltali; Bruni . Casillo A. l oetto i aloi a ioe el ee cltale. Cataloae e eciee attaeo ltili o i tecice mltimeiali i Coteti cltali e i ioe ei ei cltali. Convegno Napoli, Certosa di S. Martino -3 maggio 003

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SEZIONE DI BRESCIA

INCONTRO/DIBATTITO

“LA CITTÀ ANTICA DI BRESCIA E I SUOI VUOTI URBANI. RIUSO E VALORIZZAZIONE DI SPAZI APERTI ED EDIFICI DISMESSI.”

GIOVEDÌ 3 GIUGNO 2010 - ore 17,30 Chiesa di S. Cristo, Missionari Saveriani via Giovanni Piamarta 9, Brescia

TAVOLA ROTONDA

Rossana Bettinelli Paola Vilardi (coordinatore) Assessore all’Urbanistica, Presidente Sezione di Brescia ambiente e edilizia di Italia Nostra Onlus del Comune di Brescia Consigliere di Europa Nostra Pierluigi Cervellati Università IUAV - Venezia Giovanni Losavio Paolo Ventura Past President nazionale Presidente Ordine di Italia Nostra Onlus degli Architetti, Piani„catori, Andrea Alberti Paesaggisti e Conservatori Sovrintendente della provincia di Brescia ai Beni Architettonici Università di Parma e Paesaggistici delle Fabio Donato Province di Brescia, Università di Economia Cremona e Mantova di Ferrara

Mario Labolani Elio Garzillo Assessore ai Lavori Pubblici Consigliere nazionale del Comune di Brescia di Italia Nostra Onlus

In occasione dell’evento verrà presentato e distribuito ai partecipanti il VOLUME / ATTI DEL CONVEGNO di Brescia “QUALE FUTURO PER I CENTRI STORICI?”.