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IL PRESTON NORTH END PER ME

AUTORE

SERGIO FRANCESCO TAGLIABUE “CONOR ADAM”

URBONE PUBLISHING

PREFAZIONE

Aggrappati alla storia. Cullati dalla leggenda, entrati di diritto nel mito, per sempre. Oltre le distanze e il tempo. Perché il tempo alla fine come spiegano bene fisici antichi e moderni non è una linea retta, ma un moto circolare, contingente al tempo stesso. La teoria dell’eterno ritorno. Ora, a essere sinceri, che il Preston North End torni a vincere il campionato inglese per due volte consecutive sembra però teoria fin troppo azzardata e complessa. Che questo club invece abbia esercitato e continui a farlo un fascino straordinario è attualità stretta. Occorrono elementi per sviluppare la formula, questo è chiaro. Serve passione, serve romanticismo, serve la volontà dettata da un impulso interiore, che prima sbircia in Great Queen Street a Londra il 26 ottobre 1863 dove dentro la Taverna dei Framassoni, i rappresentanti di undici club fondano la Football Association, e scrivono le regole del calcio, e poi, rimbalza a nord verso il , a Preston, dove sempre in quell’anno viene fondato un primo sodalizio sportivo di cricket originariamente in maglia bianco-blu, ma che successivamente vincerà trasformato in entità calcistica, i primi due tornei ufficiali disputati in Inghilterra. Elementi e doti che Sergio “Conor Adam” possiede da sempre nel suo ardente interesse e vibrante sostegno, per il club di questa cittadina e nell'amore per il calcio britannico più in generale. Che cosa spinga un ragazzo di Lecco ad affezionarsi a tal punto al Preston North End, a fondare un Blog su Internet sempre aggiornato e vivace, a spendere dei soldi per fare qualche viaggio nel profondo nord ovest inglese che sa di brughiera e di cotone, alla ricerca di questo humus di desiderio, al punto, adesso, anche di cimentarsi nella scrittura di un libro che attraversa la storia dei Lilywhites, è argomento difficile da spiegare. Sono quelle tesi su cui argomentare davanti a un’aula di scettici “italioti” miscredenti, rende difficile l’assoluzione finale della corte. Ma, se si parte dal concetto che in democrazia si legifera che la libertà nei termini consentiti è sacra e inviolabile per tutti, allora dovrebbe esserlo anche il tifo nello sport, nella disciplina che più di ogni altra ha scatenato pulsioni e letteratura: il calcio. Anzi il football, perché ci tengo che i padri fondatori mi strizzino l’occhio se tendo a usare termini più confacenti alla terra d’Albione. Esserlo nell’accezione che ognuno si senta libero di sostenere qualunque squadra rientri nella sua sfera di grazia, senza obbligatoriamente fermarci sulle frontiere della nostra nazione di nascita. Sergio l’ha fatto. Ha avuto un’illuminazione, signori, folgorato, non sulla via di Damasco come San Paolo, ma su quella di Preston. In fondo la capitale del Lancashire, una cittadina di appena 130 mila abitanti, con la religione pare abbia un rapporto stretto. Il nome sembra derivi dal toponimo “priests town”, la città dei preti, coniato quando la zona era dominata da un’importante priorato, e il coat of arms locale a sfondo religioso rappresenta un agnello che porta una croce. Lo stesso mistico stemma della squadra di calcio. E quando il Signore chiama, la sua volontà non conosce ostacoli.. Chi ha chiamato Sergio non sarà forse un entità divina, o meglio, sportivamente potrebbe benissimo esserlo. Lui è il maggiore , un personaggio assai poco ortodosso, padrone di una manifatturiera, cui va ascritto il merito attraverso un abile lavoro diplomatico di aver convinto la Federazione che nel frattempo si era presa la briga di squalificare il North End, a retribuire i giocatori, e a legalizzare il professionismo. Non solo. E’ lui che decide chi comprare e chi vendere, è lui che gestisce arbitrariamente i soldi del club ed è sempre lui che supervisiona gli allenamenti decidendo poi la formazione da mettere in campo. Tutto ciò senza la minima interferenza decisionale del comitato dirigenziale. Dopo aver vinto anche questa battaglia, Sudell riuscì a creare la chimica giusta per dare forma ad una squadra quasi imbattibile, non a caso soprannominata The Invincibles che dalla stagione 1888-89 adotterà le splendide maglie bianche. Lui, forse, è stato il primo a chiamare Sergio, e insieme a lui si sono presentati alla porta le leggende successive. Il leggendario portiere Alan Kelly, Tom Finney, il più grande di tutti, il classico ragazzo della porta accanto, passato alla storia come “for his genius and gentlemanly conduct”; e poi l’iconico scozzese Billy Shankly. Quando ti chiama certa gente, non puoi resistere al richiamo. In questo suo libro sulla storia del PNE, Sergio sovrappone, i perché della sua passione e l’evolversi della storia generale del PNE, i dettagli su alcuni momenti indimenticabili e importanti, gli Invincibili, ma non solo, la FA CUP vinta nel 1938, e le finali purtroppo perse nel 1954 e nel 1964, il già citato Finney, insieme ai racconti delle partite che personalmente ha visto in quel delizioso stadio che porta il nome di , e che lo ha accolto in maniera sorprendente.. certamente non potranno mancare i riferimenti alla nascita del fans club italiano e alle sue attività. E così, la passione di Sergio si alimenta, vorace, cercando di fagocitare anche quello che forse ancora non conosce, quel poco o tanto che magari ancora non ha scoperto, gli è sfuggito, ma che lui indomito continuerà a cercare. Lo farà sicuramente in quelle zone lontane, oscure e nebbiose, di fine ottocento, che oggi aleggiano di mistero, ma nelle zone d'ombra se ci sono, ti si crea intorno ancora più spazio, per farci entrare dei sogni interi. Sogni, come quello che un giorno o l’altro, i gigli bianchi tornino a sedersi sul trono d’Inghilterra. Per adesso mettetevi comodi e leggetevi una fiaba inglese. Auguri Sergio, e Preston North End till we die!

Simone Galeotti

INTRODUZIONE

Questo libro è dedicato ai tifosi. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi dopo un gol, un gol segnato non per forza durante una finale di una competizione importante, un gol segnato in un qualsiasi campo di calcio, un gol che per molti non significa nulla, ma che per quel tifoso significa tutto, un gol che forse non decide campionati e coppe, ma questioni più importanti come onore, orgoglio e passione. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per il solo fatto di essere lì, lì in uno stadio semplicemente a tifare e quindi a soffrire, gioire, piangere, esultare, cantare, sperare, pregare, incitare, imprecare.. essere lì per questione di fede verso la propria squadra. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per la gioia di stare insieme e condividere la passione per la propria squadra, stare insieme in uno stadio anche scomodo magari, anche sotto la pioggia, anche in una fredda sera invernale di martedì, in una trasferta per un turno infrasettimanale.. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per una bella giocata, per una parata spettacolare, per la grinta e l’impegno messo in campo dai propri giocatori e non necessariamente per il risultato finale, continuando a supportare sempre la squadra anche nei momenti difficili. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a sognare. Sognare una vittoria in una partita di non league, una vittoria che vale un giant killing in Fa Cup, una vittoria in un derby; o sognare di andare a Wembley a giocarsi tutto, sognare un gol nei minuti di recupero ed esultare come dei matti, sognare e immaginare. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi nei ricordi. Ricordare vecchie emozioni, vecchie partite rispettando la storia, vecchie gioie, vecchi dolori, vittorie e sconfitte, ma sempre ricordi piacevoli se si ama la propria squadra. Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a vedere foto, video, oppure a leggere racconti ed articoli riguardanti la storia del proprio Club e del football in generale, dalle origini fino ad oggi, perché è giusto rispettare ed onorare chi ha contribuito a far diventare grande questo sport, chi ci ha regalato nel corso degli anni emozioni e storie da vivere e da raccontare. A questi tifosi grazie ai quali il football non morirà mai, almeno fino a quando queste emozioni continueranno a vivere nei loro cuori, fino a quando ci sarà anche solo un tifoso pronto a viverle queste emozioni nonostante nel calcio moderno, purtroppo, sembra che contino di più i soldi, il business, le vittorie prestigiose. A questi tifosi spero che potrà piacere questo semplice ed umile libro; un libro senza troppe pretese, un libro che in pochi leggeranno, ma che parla di loro, dei tifosi, perché le emozioni che vivo io e che ho cercato di trasmettere attraverso queste pagine sono le stesse che vivono loro. Squadre diverse, situazioni diverse, storie diverse, ma emozioni simili, passioni vere. E non si tratta solo di football, in queste pagine si parla della voglia di appassionarsi e di lasciarsi trasportare da emozioni sincere che portano una persona a dedicarsi ad esse con impegno e dedizione. Spesso mi trovo inadeguato, fuori posto e allora mi tuffo istintivamente in questa passione nella quale mi dedico con tutto me stesso dimenticando per qualche momento i problemi della vita quotidiana, le preoccupazioni ed i dolori. Un libro che non vuole soltanto celebrare la mia squadra, ma piuttosto i tifosi, la gente comune che si appassiona a qualcosa in cui crede fortemente, un libro che vuole cercare di trasmettere passione ed emozioni. Un libro che non otterrà successo nelle vendite o nelle recensioni, ma che spera di entrare dritto nei cuori di queste persone, persone semplici come me, ma persone che ancora sanno emozionarsi ed appassionarsi. E allora non resta che ringraziare alcune di queste persone che ho avuto la fortuna di conoscere e con le quali ho avuto il piacere di condividere queste passioni. Senza di loro, senza il loro supporto e appoggio non sarei probabilmente riuscito a coltivare questa passione con la stessa convinzione .

Sergio Gli anni 2000

La stagione 1999/2000 fu trionfale, il PNE, guidato da Moyes, vinse il campionato dominandolo e conquistando 95 punti, 7 in più rispetto al Burnley secondo classificato. Tra l’11 settembre 1999 e il 3 gennaio 2000 ottenne 18 risultati utili consecutivi, di cui 13 furono vittorie (compreso un 3-0 sul Blackpool). Il 4 marzo vinse a Turf Moor per 0-3 contro i rivali del Burnley portandosi a -1 dal Bristol Rovers che in quel momento guidava la classifica e che in quella giornata pareggiò con il Wigan. Il Pne però perse contro il Colchester la partita successiva e il Bristol R., che vinse contro il Wycombe si portò a +4 punti. Furono decisive per sorpassare il Bristol le successive due partite: il PNE vinse contro il Bournemouth, mente il Bristol pareggiò a Bury, portandosi a 2 punti. Decisiva fu una partita che il PNE doveva recuperare contro l’Oxford United, a Deepdale i Lilywhites vinsero 3-1 sorpassando i Rovers di un punto. Il PNE prese definitivamente la leadership in classifica il 25 marzo 2000 quando vinse 1-0 contro il Wrexham approfittando della sconfitta del Bristol R. contro il Milwall. Nei mesi di aprile e maggio il North End consolidò il suo primato vincendo 5 partite sulle 8 disputate. Il Preston ottenne buone prestazioni anche in League Cup e Fa Cup: in League Cup dopo aver eliminato il Wrexham fu protagonista di una sensazionale qualificazione contro lo Sheffield United vincendo per 3-0 la gara di ritorno a Deepdale dopo che a Bramall Lane le Blades si erano imposte per 2-0. Sulla strada del PNE arrivò però ancora il fortissimo Arsenal di Wenger che il 12 ottobre 1999 ad Highbury pose fine all’avventura dei Whites vincendo 2-1. Il gol del PNE fu segnato da Macken alla sua 100° presenza con il Club ed al suo primo gol in FA Cup. In FA Cup il North End eliminò Bristol Rovers (0-1), Enfield (0-0/0-3), Oldham (2-1), Plymouth (3-0), prima di venire eliminato dall’Everton che vinse 2-0 a Goodison Park. Fu una stagione straordinaria per Moyes ed i suoi ragazzi, in particolare Macken che fu il top scorer stagionale, ma anche Capitan Gregan, Alexander, McKenna.. una squadra fortissima che avrebbe fatto grandi cose anche nella stagione successiva in Division One. La stagione 2000/01 fu infatti sorprendente e positiva e vide il North End sfiorare addirittura la seconda promozione consecutiva, ma il sogno svanì, ancora una volta nella Finale Paly Off. In campionato infatti la squadra di Moyes si classificò quarta ottenendo l’accesso ai play off, un ottimo risultato per una neopromossa. Il trascinatore della squadra fu ancora una volta , capocannoniere stagionale con 22 reti. Il Fulham dominò quel campionato guadagnandosi la promozione diretta con il Blackburn, mentre Bolton, Preston, Birmingham e WBA si sarebbero giocate la prmozione ai play off. La semifinale contro il Birmingham fu piena di emozioni; nella gara di andata al St.Andrew vinsero 1-0, ma a Deepdale il Preston vinse 2-1 pareggiando i conti. La partita si risolse ai calci di rigore e il North End ebbe la meglio vincendo 4-2. L’avversario in Finale fu il Bolton Wanderers allenato da , ex giocatore del PNE. La Finale si giocò al Millennium Stadium di Cardiff il 28 maggio 2001 (in quel periodo era in costruzione il nuovo Wembley) davanti a 54.328 tifosi corsi in Galles dal Lancashire per sostenere le proprie squadre. L’arbitro era Rennie. Un derby del Lancashire importantissimo che metteva in palio l’accesso all’olimpo della . Moyes schierò questa formazione.: Lucas, Alexander, Murdock, Kidd, Edwards, Cartwright, Rankine, Gregan, McKenna, Healy, Macken Nel Bolton sapientemente costruito da Allardyce giocavano giocatori importanti come Kevin Nolan e Ricardo Garner. Fu Farrelly a portare in vantaggio i Trotters dopo 17 minuti di gioco, ma il PNE giocò alla pari la parte restante del match, Moyes nel tentativo di trovare il pareggio mandò in campo Anderson per Macken al 66° e Cresswell per Gregan all’82°, ma il risultato rimase invariato ed in bilico fino all’89° quando il gol di Ricketts, entrato in campo al 70°, chiuse il match ponendo fine ai sogni dei Lilywhites che subirono poco dopo anche il terzo gol di Garner. Finì con un netto 3-0 a favore del Bolton che volò in Premiership, ma il risultato fu bugiardo dato che fino all’89° la partita era ancora sul risultato di 1-0. Ennesima delusione per i Northenders che fallirono quell’impresa che avrebbe riportato il glorioso Preston North End nella massima serie dopo 40 anni di sofferenze nelle serie minori. Nella stagione 2001/02 il Preston fu protagonista di una stagione positiva, ma nella quale non riuscì a qualificarsi ai play off arrivando in ottava posizione, ma a soli 3 punti dal sesto posto del Norwich e dal settimo posto del Burnley. Probabilmente decisive furono le sconfitte rimediate contro entrambe le avversarie nella lotta play off, 2-1 a Turf Moor e 3-0 a Carrow Road. Nel febbraio 2002 Jon Macken dopo aver segnato 63 gol per il PNE in partite di campionato si trasferì al Manchester City con la grande opportunità di giocare in Premier League (senza grande successo). Al suo posto c’era a pensare a segnare gol, mentre il veterano Lee Cartwright giocò nel corso di questa stagione la sua partita n. 400 per il Club. In FA Cup il PNE raggiunse il Terzo Turno eliminando Brighton (0-2) e Sheffield United (2-1). Ad attendere la squadra di Moyes a Stamford Bridge c’era il Chelsea di Claudio Raniere che al termine della stagione arrivò al sesto posto in Premier League e che schierava autentici fuoriclasse come Zola, Hasselbaink, Desailly, Gallas, Le Saux, oltre a giocatori come Forssell, Gronkjaer, Gudjohnsen, Lampard e Terry. Il 17 febbraio 2002 sul campo di Stamford Bridge davanti a più di 28.000 spettatori, proprio come tanti anni prima aveva fatto Sir Tom Finney, aveva combattuto per quella palla sotto la pioggia, e lo avevano fotografato e ci avrebbero fatto una statua due anni circa dopo questo match. L’arbitro Styles fischiò l’inizio del match, i Lilywhites ce la misero tutta, e appena dopo 9 minuti ammutolirono Stamford Bridge e l’ambizioso Chelsea. Gol di Cresswell, un sogno. Un sogno destinato a durare troppo poco perché gli avversari erano troppo forti e dopo 17 minuti da quel gol illusorio si portarono sul 1-2 grazie ai gol di Gudjohnsen e Hasselbaink. L’orgoglioso Preston non volle arrendersi e il risultato restò in bilico fino al 90°, quando nei minuti di recupero Forssell chiuse i giochi andando a segnare il gol del definitivo 3-1. Una grande delusione, ma fu una prestazione d’orgoglio, da vero Preston, Proud Preston. Quel Chelsea sarebbe poi arrivato fino alla Finale perdendo 2-0 contro l’Arsenal. Il capocannoniere della squadra fu Cresswell, autore di 16 gol. La stagione 2002/03 non fu altrettanto positiva, il North End si classificò dodicesimo ed anche nelle Coppe non arrivarono risultati importanti. Ci fu un avvicendamento dirigenziale con Derek Shaw che divenne ufficialmente il Chairman, dopo aver fatto parte per anni del Board societario. In panchina arrivò Kelham O'Hanlon che sostituì che venne ingaggiato dall’Everton, una grande occasione per lo scozzese, un’occasione che sfruttò benissimo dato che a Goodison Park avrebbe poi fatto la storia restando nel suo ruolo di manager fino alla stagione 2012/13 prima di essere chiamato a sostituire il leggendario Sir sulla panchina del Manchester United. Molti tifosi sono ancora molto legati oggi a Moyes e sono orgogliosi di quanto l’ex manager del PNE sia riuscito a fare nella sua carriera. La stagione non andò secondo le aspettative e dopo solo otto partite O’Hanlon venne sostituto da Craig Brown. Cresswell fu ancora il capocannoniere della squadra con 16 gol seguito da altri due attaccanti prolifici come Healy e Fuller. La stagione 2003/04 si concluse con un quindicesimo posto in classifica e senza troppe soddisfazioni. Il capocannoniere della squadra fu Fuller, autore di 19 gol, che formava una bella coppia d’attacco con Healy, autore di 14 gol. In quella stagione fece il suo esordio il difensore francese Youl Mawenè, proveniente da Derby County e che sarebbe rimasto a Deepdale fino al 2010 entrando nel cuore della tifoseria. Il 13 dicembre 2003 il leggendario Lee Cartwright giocò a Gillingham, in una partita vinta 0-1 con gol di Fuller, la sua ultima partita con il Preston North End: 479 presenze totali, dietro solo a Alan Kelly, Willie Cunningham ed Alan Spavin. Un giocatore che legò la sua carriera al PNE. Nella stagione 2004/05, dopo tre sconfitte consecutive contro Gillingham, Sheffield Utd e Brighton, Brown venne esonerato ed al suo posto venne assunto , manager scozzese proveniente dal Motherwell. L’arrivo del nuovo manager e di giocatori come Callum Davidson, Chris Sedgwick, Patrick Agyemang e soprattutto David Nugent portarono il PNE a giocare una stagione straordinaria. Ad inizio stagione furono i gol di Cresswell, capocannoniere stagionale con 26 gol, e di Healy a spingere la squadra verso posizioni utili per lottare per un posto play off. Addirittura il 2 ottobre 2004 fu il portiere Lonergan con un rinvio che beffò il portiere avversario a realizzare il gol decisivo a Leicester per l’1-1 finale contro le Foxes. Nel mercato di gennaio arrivò il bomber David Nugent che con i suoi 7 gol contribuì notevolmente a portare la squadra al quinto posto in classifica che la qualificò ai play off. Il PNE perse l’ultima partita del campionato al Pride Park contro il Derby County che con quella vittoria sorpassò proprio i Whites portandosi al quarto posto. E la semifinale di play off fu così proprio contro i Rams, mentre le altre semifinaliste furono Ipswich e West Ham classificatesi al terzo ed al sesto posto. Il 15 maggio 2005 a Deepdale, davanti a 20.000 spettatori, il Preston vinse 2-0 con i gol di Cresswell e proprio di Nugent; fu una grande vittoria, la Finale era vicina ed a Pride Park i Lilywhites riuscirono a difendere il risultato fermando il Derby sullo 0-0. Nell’altro semifinale fu il West Ham ad avere le meglio e cosi le due squadre si ritrovarono in una Finale proprio come nel 1964, ma in quell’occasione si trattava di FA Cup e si giocò a Wembley. Gli Hammers erano arrivati in Finale anche l’anno prima perdendo contro il Crystal Palace. Questa volta in palio c’era la promozione in Premier League e si giocò al Millennium Stadium di Cardiff, ma l’esito finale fu lo stesso: il West Ham vinse. Fu una beffa per la squadra di Billy Davies che durante il campionato aveva battuto due volte gli Hammers con il risultato di 2-1. Il gol decisivo lo segnò Bobby Zamora al 57°. Il PNE, guidato dal Capitano Chris Lucketti era sceso in campo determinato a vincere schierando la seguente formazione: Nash, Davis, Hill, Mawenè (87° Alexander), Lucketti, O’Neil (81° Etuhu), McKenna, Lewis, Sedgwick (71° Agyemang), Cresswell, Nugent Il West Ham iniziò bene la partita andando vivinissimo al vantaggio con una conclusione di Rekpa che colpì il palo. Poco dopo Zamora reclamò un calcio di rigore negato però dall’arbitro Riley e creò ancora problemi a Nash qualche minuto più tardi- Il PNE reagì con Cresswell, ma nel secondo tempo furono ancora gli Hammers a rendersi pericolosi ed al 57° arrivò il gol che decise il match quando Zamora raccolse un cross di Etherington e concluse a rete battendo Nash. Il North End tentò di pareggiare la partita con due occasioni da gol create da Cresswell e Nugent, ma la squadra guidata da Alan Pardew riuscì a resistere conquistando la vittoria e la promozione. Paul McKenna venne votato come PFA Player of the Season. Nella stagione 2005/06 la squadra di Billy Davies centrò ancora l’obiettivo play off agevolmente piazzandosi al 4° posto in classifica conquistando 13 punti in più rispetto ai Wolves settimi. All’ultima giornata di campionato il PNE sconfisse il Leeds per 2-0 a Deepdale e pochi giorni dopo dovette affrontarlo nuovamente nelle gare di andata e ritorno dei play off e questa volta andò male. La prima partita a terminò con un buon 1-1, con gol di Nugent, ma a Deepdale il Leeds vinse 0-2 qualificandosi per la Finale. Fu un’altra delusione per i Lilywhites, ma la stagione fu sicuramente positiva anche considerando il buon percorso in FA Cup, competizione nella quale eliminò Crewe Alexandra (2-1) e Crystal Palace (1-1/2-1 nel replay con doppietta di Dichio) prima di venire sconfitto 0-2 a Deepdale dal Middlesbrough. Il capocannoniere stagionale fu David Nugent, autore di 11 gol, altri gol arrivarono da Agyemang, Sedgwick e Ormerod. Alla fine della stagione il manager Billy Davies lasciò Deepdale per approdare al Derby County; di conseguenza il PNE diede l’incarico a Paul Simpson. Nella nuova stagione arrivarono nuovi giocatori tra i quali l’attaccante Neil Mellor ed il difensore irlandese Sean St.Ledger. La stagione fu positiva, ma si concluse con la mancata qualificazione ai play off per un solo punto dato che il PNE terminò settimo in classifica con 74 punti, 1 in meno rispetto al Southampton sesto, e 3 in meno rispetto a WBA e Wolves, entrambe qualificatesi. Non bastarono i 15 gol in campionato di Nugent che venne anche convocato nella Nazionale Inglese; Nugent giocò e segnò un gol contro l’Andorra, era dai tempi di Finney che un giocatore del Preston North End non giocava per l’Inghilterra. La mancata qualificazione ai play off dipese soprattutto dal pessimo andamento nelle ultime partite di campionato nelle quali il PNE perse 6 delle 8 partite giocate, 4 consecutive nei mese di marzo e aprile contro Leeds, QPR, Crystal Palace e Southend. Ma le sconfitte decisive furono soprattutto quelle contro Leicester e Plymouth rimediate nella terz’ultima e nella penultima giornata; prima di quelle partite il PNE aveva ben cinque punti di vantaggio sui Saints in classifica che però in quelle stesse giornate vinsero contro Leeds e Norwich effettuando così il sorpasso ai danni dei Lilywhites. Fu inutile la vittoria dell’ultima giornata contro il Birmingham dato che anche il Southamton vinse la propria partita contro il Southend conservando il sesto posto. In FA Cup il North End raggiunse il Quinto Turno eliminando Sunderland (1-0) e Palace (2-0), ma vendendo poi sconfitto ed eliminato dal Manchester City che 18 febbraio 2007 vinse per 1-3 a Deepdale, fu inutile il gol di Nugent che portò in vantaggio i Whites dopo soli otto minuti di gioco, i Citizens rimontarono pareggiando con Ball e trovando negli ultimi 6 minuti gli altri due gol, tra i quali il primo fu un autogol di Hill. La stagione 2007/08 fu molto deludente, il PNE si classificò solo al quindicesimo posto in classifica, andò meglio in FA Cup dove raggiunse il Quinto Turno venendo eliminato dal Portsmouth che avrebbe poi vinto quella competizione. David Nugent venne ceduto proprio al Portsmouth dopo aver segnato per i Whites 35 gol lasciando un grande ricordo tra i tifosi del North End, così come che venne ceduto al Burnley, una leggenda del Club che arrivò nel 1999 e che collezionò 400 presenze. Il North End aveva eliminato Scunthorpe (1-0) e Derby County (1-4) prima della sconfitta per 0-1 a Deepdale contro i Pompeys. Il capocannoniere stagionale fu Neil Mellor che realizzò 10 gol. Nella stagione 2008/09 venne ingaggiato come nuovo manager Alan Irvine ed arrivarono nuovi giocatori come , , , Richard Chaplow, Chris Brown e Barry Nicholson. Fu una stagione incredibile, nella quale il North End conquistò un posto nei play off proprio all’ultima giornata ai danni del Cardiff City. Le due squadre arrivarono al termine del campionato con gli stessi punti, 74, e la stessa differenza reti, +12. Decisivo fu 1 gol realizzato in più dal PNE, 66 contro i 65 dei Bluebirds. Fu quindi assolutamente decisiva la vittoria alla terz’ultima giornata che il PNE ottenne proprio sul Cardiff a Deepdale il 18 aprile 2009. La partita si concluse con un incredibile 6-0 con i gol di Mellor (2), Parkin, Brown, Williamson oltre ad un autogol che si rivelarono decisivi per contriubire ad aumentare i gol realizzati dal PNE nel corso del campionato. Ma ci furono anche altre partite importanti: dopo la sconfitta dell’11 aprile a Deepdale contro il Blackpool (0-1) il PNE si ritrovò in ottava posizione con 8 punti di distacco dal Cardiff e con una partita giocata in più. Nelle giornate successive arrivarono però quattro vittorie consecutive contro Doncaster (0-2), Cardiff (6-0), Birmingham (1-2), QPR (2-1). Nelle stesse quattro giornate i Bluebirds vinsero contro il Burnley mantenendo il vantaggio di 8 punti, ma persero proprio contro il PNE (6-0) riducendo il vantaggio a 5 punti, pareggiarono contro il Charlton, e persero le ultime due partite contro Ipswich e Sheffield Wednesday. Alla vigilia dell’ultima giornata il Cardiff aveva 74 punti, il Preston 71 e i Bluebirds avrebbero dovuto giocare a Hillsborough contro il Wednesday, mentre il PNE a Deepdale contro il QPR. A Deepdale Parkin portò in vantaggio il PNE dopo 37 minuti, ma il Cardiff era sullo 0-0 ed in quel momento ancora qualificato. Andò ancora peggio al PNE quando al 57° l’ex Agyemang pareggio per il QPR. Però ad Hillsborough lo Sheffield Wed. passò inaspettatamente in vantaggio con J.Johnson al 71°; a questo punto al PNE serviva la vittoria ed al 74° Sean St.Ledger segnò il gol decisivo. I due risultati non cambiarono ed a Deepdale scoppiò la grande festa con tanto di gioiosa invasione di campo; fu un epilogo straordinario ed inaspettato, ma anche meritato. Ai Play Off però, anche questa volta, andò male e il North End venne eliminato dallo Sheffield United pareggiando la prima partita 1-1 e perdendo 1-0 la seconda. Nella partita di andata St.Ledger aveva portato in vantaggio i Whites al 20° minuto, ma le Blades pareggiarono col il gol di Howard al 45°. A Bramall Lane fu invece decisivo il gol di Halford che mandò lo Sheffield United a Wembley dando un’altra delusione ai Lilywhtes che fallirono ancora la promozione in Premier League. Il capocannoniere stagionale fu ancora Neil Mellor, autore di 12 reti, mentre per Paul McKenna questa fu l’ultima stagione con la maglia del North End per approdare al Nottingham Forest, resterà nella storia come uno dei giocatori con più presenze per il Club, attualmente al quinto posto di questa classifica con 474 presenze. La sua ultima partita fu proprio la semifinale play off giocata a Bramall Lane l’11 maggio 2009. Nella stagione 2009/10 le attese erano altissime, l’obiettivo per Alan Irvine era quello di raggiungere almeno i play off, ma dopo una partenza di campionato abbastanza positiva, ma tra settembre e dicembre arrivarono otto sconfitte e dopo una sconfitta per 4-2 ad Ashton Gate contro il Bristol City il 16 gennaio, con il North End in diciassettisima posizione, il manager venne esonerato. Al suo posto venne ingaggiato , manager che stava facendo molto bene con il Peterborough, e figlio di Sir Alex Ferguson, storico manager del Manchester United. Nella sessione di mercato arrivarono due giocatori importanti come Keith Treacy e , quest’ultimo proveniente proprio dai Posh. La prima partita con Ferguson in panchina fu un meraviglioso match giocato il 23 gennaio 2010 a Deepdale contro il fortissimo Chelsea di Carlo Ancelotti e Roman Abramovich, valido per il Quarto Turno di FA Cup. C’erano grande entusiamo e grandi speranze a Deepdale quel giorno, il nuovo manager aveva portato nuovi sogni e tra questi quello di compiere quello che sarebbe stato uno storico Giant killing. In quel Chelsea figuaravano giocatori di caratura internazionale come Terry, Lampard, Ballack, Deco e Anelka; il manager italiano non sottovalutò la partita schierando la formazione titolare con l’unica eccezione dell’assenza del bomber Didier Drogba impegnato con la sua Costa d’Avorio nella Coppa d’Africa. Fu una grande partita, Ferguson per la sua prima apparizione a Deepdale scelse la seguente formazione: Lonergan; Hart, Mawene, St. Ledger, Davidson; Chaplow, Jones, Carter; Sedgwick, Brown, Wallace. Solo panchina per i due attaccanti Parkin e Mellor. La partita, trasmessa in diretta da Sky e visibile anche in Italia (non me la sono persa! Quanti ricordi..), fu spettacolare, i Lilywhites diedero tutto in campo, il pubblico della Town End non smise mai di incitare i loro beniamini cercando di spingerli verso una fantastica impresa. I Blues, ovviamente superiori tecnicamente, costruirono delle azioni pericolose mettendo sotto pressione Lonergan e l’intera difesa, ma il PNE provò comunque a reagire in particolare con due tentativi di Davidson e Chaplow. Il Chelsea perse per infortunio Belletti, ma al suo posto entrò Malouda, un giocatore ancora più offensivo e che creò subito qualche problema alla difesa di casa. Al 37° il North End pagò la sua intraprendenza e la sua voglia di cercare il gol, infatti il Chelsea colpì con un contropiede guidato da Deco e Ballack che servì velocemente Anelka che, superando Mawene, fece partire un tiro dalla distanza che divenne imparabile per Lonergan a causa di una leggera, ma decisiva deviazione di St.Ledger che cambiò la traiettoria della palla che finì così in rete per la gioia del settore ospiti. Il PNE tentò subito la reazione con un gran tiro di Wallace deviato in corner da Terry; sul conseguente calcio d’angolo fu ancora il difensore della Nazionale Inglese a salvare il Chelsea da una situazione pericolosa liberando prima che Mawenè potesse colpire.Poi fu Darren Carter a fallire l’occasione migliore per trovare il pareggio mandando clamorosamente la palla alta soprata la traversa con una conclusione davanti alla porta, Dopo l’intervallo la squadra scese in campo decisa a vendere cara la pelle, ma l’entusiasmo venne smorzato subito quando al 47° Sturridge, che quel giorno sostituiva Drogba, trovò il gol del raddoppio insaccando la palla in rete dopo una respinta di Lonergan su un colpo di testa di Terry servito da un cross di Lampard. E qui venne fuori il proverbiale orgoglio del Preston North End. Sullo 0-2, ormai condannati alla sconfitta contro una delle squadre più forti del mondo, tentò comunque di trovare almeno un gol. Ci provò Wallace con un calcio di punizione, poi Ferguson mandò in campo anche Parkin e più tardi Mellor ed il giovane Mayor. Il gol non arrivò, il Chelsea si dimostrò la grande squadra che era mantenendo il vantaggio e rendendosi ancora pericoloso ed alla fine meritò la vittoria al cospetto, però, di un Preston orgoglioso e che uscì a testa alta dal campo consapevole di aver dato tutto e di aver messo in difficoltà una squadra che al termine della stagione avrebbe conquistato il Double vincendo Premier League e proprio quella FA Cup. Dopo quella giornata, però, le delusioni continuare e nemmeno l’arrivo di Ferguson servì a migliorare la situazione in classifica. Nei mesi seguenti si alternarono vittorie e sconfitte, ma nel complesso la stagione rimase deludente con il PNE che si totalizzò solo sette punti in più rispetto alla zona retrocessione. Archiviata questa stagione si partì con quella successiva con grandi speranze: Ferguson aveva la possibilità di costruire la squadra e di prepararla sin dall’estate. Da questa stagione si insediò al comando della Dirigenza Maurice Lindsay, arrivarono nuovi giocatori tra i quali l’attaccante canadese Iain Hume, ne partirono altri tra i quali Mawenè dopo più di 170 partite con il Club. Nel corso della stagione arrivarono anche prestiti di giovani interessanti dal Manchester United (Sir Alex fu generoso con il figlio!) come James, King e De Laet. Le aspettative erano alte, ma l’inizio di campionato fu disastroso con il PNE che perse addirittura sei delle prime sette partite. La più dolorosa fu il 4-3 subito a Turf Moor l’11 settembre 2010 contro i rivali locali del Burnley; la partita, trasmessa in diretta TV anche in Italia, fu spettacolare, ma tremenda per i tifosi Whites. In quel Burnley giocava anche “Grezza”, il mitico Graham Alexander, oltre a Ross Wallace, che quel giorno contribuirono a dare un grosso dispiacere ad ogni tifoso della loro ex squadra. Già al nono minuto di gioco i Clarets passarono in vantaggio con Iwelumo, ma il giovane Adam Barton riuscì a trovare il pareggio al 23° minuto di gioco con una bella conclusione dalla sinistra. Il North End prese fiducia e cominciò a giocare bene trovando anche il gol del 1-2 al 32° con Keith Treacy, un bel gol dal limite dell’area sul lato destro del campo, per l’entusiasmo dei tifosi ospiti arrivati quel pomeriggio a Turf Moor e per quelli che seguirono la partita davanti alla TV (compreso il sottoscritto). La partita continuò ad essere bella e combattuta, ma al 70° sembrava definitivamente chiusa quando Jon Parkin trovò il terzo gol per il Preston con uan conclusione ravvicinata all’interno dell’area di rigore avversaria. Ma al 78° Billy Jones venne espulso dopo aver ricevuto per proteste due cartellini gialli; fu la svolta del match, il Burnley prese coraggio e cominciò a mettere sotto pressione la difesa dei Lilywhites. All’84° Iwelumo, raccogliendo un cross di Alexander, trovò il gol delle speranze per i Clarets che a quel punto cominciarono a credere nel pareggio che arrivò quattro minuti più tardi ancora per merito della coppia Alexander-Iwelumo che questa volta trovò il gol con un gran colpo di testa. Un brutto colpo per il PNE, ma il peggio doveva ancora arrivare ed arrivò nei minuti di recupero quando il giovane Jay Rodriguez battè per la quarta volta Lonergan trovando il gol con un colpo di testa sfruttando un calcio d’angolo calciato da Elliott. La partita terminò con l’incredibile rimonta del Burnley che negli ultimi sei minuti di giocò ribaltò il risultato da 1-3 a 4-3. Una reazione al periodo critico arrivò con due vittorie esterne consecutive a Coventry e a Leeds; a Elland Road il PNE fu protagonista di un’altra partita rocambolesca con un’altra rimonta pazzesca, questa volta però, a favore dei Lilywhites. Leeds United-Preston North End 4-6, questo diceva il tabellino e lo schermo gigante ad Elland Road, immortalato da migliaia di foto dei tifosi Northenders. Fu una vittoria memorabile ed emozionante: il PNE si portò subito in vantaggio dopo 5 minuti di gioco grazie a Parkin che da distanza ravvicinata raccolse una corta respinta del portiere avversario dopo una bella conclusione di Treacy, ma i tifosi Whites furono costretti a vedere la propria squadra subire un’altra rimonta. Infatti il Leeds prima della fine del primo tempo si portò addirittura sul 4-1 con i gol di Becchio al 15° , Bruce al 20° ed una doppietta di Somma al 27° ed al 39°. INDICE PREFAZIONE...... 3

INTRODUZIONE ...... 4 IL PRESTON NORTH END PER ME Errore. Il segnalibro non è definito. LA STORIA DEL PRESTON NORTH ENDErrore. Il segnalibro non è definito. Le origini ...... Errore. Il segnalibro non è definito. La leggenda degli invincibili del Preston North EndErrore. Il segnalibro non è definito. Il nuovo secolo e la finale del 1922Errore. Il segnalibro non è definito. Gli anni ’30 e la finale del 1937Errore. Il segnalibro non è definito. La nascita di una leggenda ...... Errore. Il segnalibro non è definito. Le vittorie mancate nel '53 e nel '54Errore. Il segnalibro non è definito. Il ritiro di Finney e la finale del 1964Errore. Il segnalibro non è definito. Gli anni '70 ...... Errore. Il segnalibro non è definito. Gli anni '80 e ‘90 ...... Errore. Il segnalibro non è definito. Gli anni 2000 ...... 6 WILLIE WILLIE HAYHURST ...... Errore. Il segnalibro non è definito. I TIFOSI DEL PRESTON NORTH ENDErrore. Il segnalibro non è definito.