Lettera dalla Macedonia

Pella: monumentali Testo e foto di cia ad oriente. Oggi è parte di modello politico e amministrativo vestigia dell’antica ROBERTO RUOZI Grecia e di Fyrom (The Former Yu- della polis e unifi ca sotto le sue ali capitale del regno di Presidente del Touring Club Italiano goslav Republic of Makedonia), il mondo greco e quello macedo- Macedonia. Paesi fra cui esistono seri proble- ne. Dopo la tragica morte di Filippo mi causati soprattutto dalla reci- II, inizia la conquista dell’Asia sotto Pella: the monumental ruins aro Lettore, proca sfi ducia nel rispetto delle la guida del fi glio di questi, l’invin- of the ancient capital la Macedonia storica è regole internazionali stabilite sulle cibile Alessandro III detto Magno. of the kingdom una vasta fascia di terra rispettive sovranità territoriali. L’epopea del giovanissimo sovrano of Macedonia. situata nella parte set- Questi aspetti politici, tutta- macedone, formato intellettual- tentrionaleC della penisola greca ed via, in questa sede non interessa- mente da Aristotele e militarmente è compresa fra gli antichi Stati no anche se condizionano la vita dal padre che a Cheronea gli affi dò dell’Illiria ad occidente e della Tra- della gente da una parte e dall’al- il comando della cavalleria quando tra del confi ne. Qui ti racconterò aveva solo diciassette anni, fa Letter from Macedonia invece l’esperienza di un viaggio della Macedonia, del popolo e attraverso l’intero suolo della Ma- dell’esercito macedone e del suo A rugged land where different ethnic groups live together in cedonia storica, la quale nasce, mitico protagonista una pietra mi- harmony: Albanians, Greeks, Turks, Roma, Wallachians, Bulgarians si sviluppa e si afferma nel IV liare della storia dell’umanità e and . It is easy to understand where the Italian word for a fruit salad, “Macedonia” comes from! This is a region where secolo a.C. specialmente di quella del mondo ancient history is still alive: from Phillip II to Alexander the Great; Sotto il regno di Filippo II – occidentale. from Mount Olympus, the home of the gods, to Mount Athos, a grandissimo sovrano cui la storia Un viaggio in Macedonia è true monument to monastic life. It is a country outside the non ha ancora tributato la stima e quindi in primis un omaggio ad uno international circuits of tourism and therefore to be enjoyed in a gli onori che gli sono dovuti – il dei più grandi condottieri di tutti i fascinating journey of real discovery of places and traditions. The piccolo Stato macedone sconfi gge tempi e parte dai luoghi in cui il Roman emperor Justinian was born in Skopje, but so was Mother le armate federate greche nella suo regno nacque, si sviluppò e Teresa of Calcutta. The landscape with its uniformity of famosa battaglia di Cheronea nel infi ne scomparve, dapprima frazio- architecture and colours, is imbued with peace and tranquillity. 338 a.C. Pone in tal modo fi ne al nato dai suoi generali e successi-

182 REPORTAGE vamente inglobato nel mondo ro- tesoro sepolcrale di Filippo II, ma blema macedone inciso sul coper- mano. questo non è documentato in al- chio. Questi ultimi pesano oltre La dinastia macedone ha la- cun modo. È invece certo che si dieci chili l’uno e contenevano ri- sciato tracce consistenti del suo tratta di tombe e di corredi reali, spettivamente i resti di una donna splendore con i monumentali resti come attestano la loro maestosi- e di un uomo. delle sue più importanti città, le tà, le loro ricche decorazioni pitto- L’atmosfera che si respira in prestigiose tombe dei suoi mag- riche, lo splendore degli oggetti quel luogo è magica, così come giori esponenti e gli eccezionali d’oro e d’argento ivi contenuti, fra magica è quella che aleggia a tesori in esse custoditi. i quali veramente eccezionali sono Dion, in cui si vedono ancora i resti Fra le città macedoni di cui ci alcune corone regali, le armature, dei monumenti equestri che Ales- sono ancora testimonianze di il vasellame per i pranzi e le liba- sandro volle fossero innalzati, ad grande interesse ho visitato Aigai, gioni e due cofani aurei con l’em- opera del grande scultore Lisippo,

Le rovine di Dion con sullo sfondo il Monte Olimpo. A destra: stele funeraria di un grande attore greco e, sotto, testa di Giove, entrambe al Museo archeologico di Salonicco.

The ruins of Dion with Mount Olympus in the background. On the right: the funeral stele of a great Greek actor and, below, a head of Jupiter, both in the Archaeological Museum of Thessaloniki. oggi chiamata Verghina, la capita- per onorare la memoria dei suoi le di Filippo II dove il re fu assassi- compagni caduti nella battaglia di nato nel giorno in cui celebrava il Granico, la prima combattuta e matrimonio di una fi glia, la succes- vinta contro l’esercito persiano, siva capitale, che ha conservato che aprì il cammino trionfale dell’ar- l’antico nome di Pella, e Dion, la mata macedone in Asia. La sacra- città santa dove Alessandro fece il lità del luogo è resa massima dalla suo ultimo sacrifi cio agli dei prima sua vicinanza al Monte Olimpo, di- di partire per la grande avventura mora degli dei, dalla quale Zeus in Oriente. lanciava i suoi strali e nella quale Verghina vale da sola un governava con la moglie e con gli viaggio. Vi ero stato per la prima altri membri divini della sua incre- volta oltre dieci anni fa e già allora dibile corte. Nel giorno della mia ero rimasto attonito dinanzi alle visita il cielo era coperto. Nubi tombe e ai tesori reali, ma questa plumbee avvolgevano l’Olimpo e volta lo stupore e l’ammirazione un violento temporale mi fece ca- sono stati ancora maggiori. Il sito pire come poteva effettivamente il è stato infatti completamente ri- grande Zeus fabbricare fulmini e strutturato e le tombe e i tesori scagliarli per colpire chi riteneva sono ora presentati in modo mira- meritasse il suo castigo. bile in una sorta di museo sotter- Nonostante le sue origini ma- raneo coperto dal grande tumulo cedoni, Dion appare oggi essenzial- che ricorda come lo stesso sito mente come una città romana e sarebbe dovuto essere quando le offre al visitatore un esempio di tombe furono costruite. C’è chi reticolato stradale perfettamente dice che esso ospiti la tomba e il conservato in tutto il perimetro ur-

REPORTAGE 183 bano, all’interno del quale si ritrova- Pella è anche un bell’esempio Aegnatia che, attraverso Brindisi e no tutti i principali elementi di un’im- di urbanistica a scacchiera, con Durazzo, collegava Roma a Bisan- portante città dell’impero. Dion era strade perpendicolari, disegnate zio. Di Heraclea Lyncestis rimango- infatti un grande centro annonario, sul modulo inventato nel V secolo no in verità solo tracce romane e dove venivano raccolte le derrate a.C. da Ippodamo di Mileto, forse bizantine. Infatti, questa città fu alimentari per la successiva distri- il più famoso urbanista della storia, costruita da Filippo II ai limiti occi- buzione ai territori orientali. i cui canoni verranno ripresi a Ro- dentali del suo regno, ma i mosai- Pella invece incanta essen- ma nei secoli successivi e sono ci pervenutici risalgono al V sec. zialmente per i suoi mosaici, che Il mosaico della seguiti ancora oggi, ovviamente d.C. e rappresentano bellissime e sono i più antichi fi nora pervenuti- caccia al leone a con i naturali e dovuti adattamenti, realistiche combinazioni di sogget- ci. Risalgono infatti al periodo che Pella e quello di nelle più diverse realtà. ti animali e vegetali. sta a cavallo fra il V e il IV secolo Heraclea Lyncestis. Altri centri urbani macedoni La conoscenza di quello che a.C., sono fatti con minutissimi di stampo ippodamico da me visi- rimane del regno macedone non The of the ciottoli di fi ume i cui colori sono lion hunt in Pella and tati sono Olinto, nella penisola potrebbe essere completa se non nero, bianco, grigio, giallo e rosso. that of Heraclea calcidica, ed Heraclea Lyncestis, si visitasse il Museo archeologico Quest’ultimo non è naturale, es- Lyncestis. importante città situata sulla via di Salonicco, capitale della Mace- sendo stato ottenuto colorando i ciottoli bianchi con un’argilla che li ha penetrati profondamente in modo tale che il colore persiste ancora oggi. I mosaici più belli rappresentano un’animata scena di caccia e il ratto di Elena da par- te di Paride. Altrettanto belli – o forse più belli – sono quelli rappre- sentanti un’altra scena di caccia e un rito dionisiaco, custoditi nell’an- tiquarium che si trova in mezzo a un bel giardino fiorito accanto all’entrata degli scavi. Questi ultimi riguardano solo una piccola parte della grande città che potrà emer- gere una volta che i lavori saranno terminati.

donia greca. Esso è molto ben or- ganizzato. I reperti sono esposti in modo razionale e sono piacevol- mente comprensibili anche da non specialisti. Contiene, fra l’altro, un’immensa quantità di oggetti aurei, argentei e bronzei, che riva- leggiano per bellezza con quelli di Verghina. Offre alla vista anche un sognante ritratto marmoreo del grande Alessandro, il cui spirito aleggia un po’ ovunque. È incredi- bile come egli abbia lasciato di sé un ricordo che non svanisce con il passare del tempo, straordinaria meteora di grandezza intellettuale e di ardore fi sico ineguagliabili. Per questo pressoché tutti i valorosi condottieri che vennero dopo di lui – e specialmente quelli romani che ne venerarono e diffusero il mito – si ispirarono ad Alessandro sen- za mai riuscire ad eguagliarlo. La sua morte improvvisa av- venuta in Babilonia nel 323 a.C.

184 REPORTAGE Per le strade di e così fecero anche con i mace- Salonicco. doni. La Macedonia venne divisa in quattro regioni e la civiltà roma- In the streets na si impose uniformemente in of Thessaloniki. pressoché tutta la penisola balca- nica, dove lasciò grandiose testi- monianze. Basti pensare al contenuto del già citato museo di Salonicco, ai molti siti archeologici e soprat- tutto a quelli situati lungo la via Aegnatia della quale nel museo suddetto si trova una bellissima pietra miliare e sulla quale transi- tarono immense schiere di genti e straordinarie quantità di merci di tutti i generi. Il tracciato di tal via è oggetto continuo di scavi archeolo- gici che portano senza sosta alla luce insperate testimonianze del più grande impero di tutti i tempi. Alcuni di tali scavi sono fi nanziati dallo Stato italiano. Fra questi c’è quello di , dove accanto alle vestigia già scoperte, fra cui un Ritratto di bellissimo teatro, sta emergendo Alessandro Magno un immenso foro nella classica e le gradinate del congiunzione delle due principali teatro di Stobi. strade della città, il cardo e il de- cumano. Data la probabile dimen- A portrait sione della città, che contava nel of Alexander the primo secolo dell’era cristiana di- Great and the tiers verse migliaia di abitanti, e data la of the theatre of Stobi. struttura del terreno su cui essa lasciò orfani non solo i macedoni, ma tutte le popolazioni dell’epoca, che senza di lui avrebbero avuto un destino diverso. La fusione della cultura greca con quella orientale diede vita all’ellenismo, primo esempio di globalizzazione culturale, diffuso in tutto il mondo conosciuto di allora. Sulla sua scia nacque la cultura europea, che verrà codifi cata da Roma e sulla quale si imperniarono la vita e la società dei tempi successivi. È impressionante ricordare che tutta l’epopea alessandrina durò poco più di una decina d’anni, a dimo- strazione del fatto che i veri feno- meni che fanno la storia non di- rali più fi dati, che vennero tuttavia pendono dalla loro durata. Del re- ben presto sconfi tti dalle armate sto Gesù compì la sua missione romane. terrena, sconvolgendo il mondo, in I romani, come era loro abi- non più di tre anni. tudine, trassero grande benefi cio Come ho già detto, alla mor- dall’utilizzo dell’esperienza e dei te di Alessandro il suo immenso costumi dei popoli e dei territori regno fu spartito fra i suoi gene- conquistati e integrati nell’impero

REPORTAGE 185 ad est di Salonicco. La sue predi- cazioni hanno lasciato un profon- do segno nella storia dell’umanità ed è con grande emozione che a Veria – l’antica Berea più volte ci- tata negli Atti degli Apostoli – ho sostato in meditazione dinanzi a quello che viene ritenuto il luogo dove egli predicò la dottrina cri- stiana a una folta colonia di ebrei emigrati fi n là. Gli ebrei qui vennero a varie riprese e il loro numero si ridusse solo per i noti tragici eventi con- nessi con l’occupazione tedesca durante l’ultima guerra mondiale. Massiccio fu il loro arrivo dopo la cacciata dalla Spagna nel XV seco- lo, quando – protetti dal sultano – si stabilirono soprattutto a Salo- nicco, della cui popolazione ad un certo momento rappresentarono addirittura la maggioranza. Ora la loro presenza si è fortemente ri- dotta, ma la loro storia è interes- giace, le speranze degli archeologi questa terra una delle sue più Il monastero sante e ci ricorda cinque secoli di sono estremamente rosee. Que- belle stagioni: quella delle peregri- di San Pantelejmon. ammirevole convivenza e collabo- sta in verità non è solo caratteristi- nazioni missionarie di san Paolo, razione di popolazioni greche, ca di Stobi, ma riguarda un po’ il più grande diffusore della Parola The monastery ebraiche, musulmane e di altre tutti i siti archeologici macedoni, la di Gesù nel I secolo della nostra of St. Pantelejmon. etnie e religioni splendidamente stragrande maggioranza dei quali era. Egli si recò infatti a Salonicco analizzati e descritti da Mark Ma- deve ancora venire alla luce. (l’antica Tessalonica) nel corso di zower nel suo recentissimo volu- Gli scavi di Stobi, al pari di un viaggio ben descritto da san me intitolato Salonicco, città di quelli di Heraclea Lyncestis e di Luca e da qui redasse alcune La chiesa di fantasmi. San Giovanni Kaneo Skupi, mettono in evidenza la so- delle sue lettere più importanti, a Ocrid. Un viaggio in Macedonia con- vrapposizione delle epoche stori- quelle ai tessalonicesi e ai fi lippe- sente in ogni caso di ripercorrere che. Così, come quella romana si si, cioè agli abitanti di Tessalonica The church le vicende del cristianesimo ad è sovrapposta a quella macedone, e di Filippi, città quest’ultima si- of St. John Kaneo opera di santi veneratissimi della integrandosi a meraviglia con es- tuata a poche decine di chilometri in Ocrid. Chiesa ortodossa che qui trovò sa, quella bizantina si è sviluppata terreno fertilissimo. Ad Ocrid nac- in modo mirabile integrandosi con que san Clemente, che nel IX se- quella romana. Accanto alle terme colo fondò quella che è ritenuta la e sulle fondamenta dei templi sor- più antica università del mondo. In gono così le basiliche cristiane e i essa si formarono migliaia di cono- loro pavimenti musivi si affi ancano scitori della lingua slava che anda- a quelli delle domus. rono nei Balcani ed anche oltre a L’epoca bizantina inizia gros- divulgare i testi evangelici tradotti so modo con il trasferimento della da san Cirillo – macedone pure lui, capitale dell’impero romano a Co- essendo nato a Salonicco – e stantinopoli, città costruita sul scritti con le lettere dell’alfabeto luogo dell’antica Bisanzio, nel IV che prese il suo nome e che è secolo d.C. e termina con l’arrivo tuttora molto diffuso nell’Europa dei turchi nel XV secolo. Dura orientale. quindi più di un millennio ed è La massiccia campagna di dominata dalla diffusione del cri- scavi nei pressi di Ocrid sta ripor- stianesimo che, in terra macedo- tando alla luce i luoghi dell’antica ne, abbracciò l’ortodossia dopo lo università clementina e degli edifi ci scisma d’Oriente avvenuto nel religiosi e civili che la attorniavano. 1054. Prima di allora, comunque, L’arte ecclesiale ortodossa il cristianesimo aveva vissuto in ha lasciato due tracce fondamen-

186 REPORTAGE tali: l’architettura delle chiese e Una veduta di Ocrid. l’inizio del XIX secolo, vero tesoro sce soprattutto con l’esperienza, dei monasteri e le icone che vi dell’arte lignea e testimonianza la convinzione di vedere ogni volta sono o che vi erano contenute. Le A view of Ocrid. straordinaria dei principali episodi qualcosa di diverso e di nuovo. chiese e i monasteri macedoni si del Vecchio e del Nuovo Testamen- Sensazioni simili si provano sono miracolosamente salvati dai to interpretati con grande maestria di fronte alle icone, ricchi capola- terremoti, che qui sono frequenti e e piacevolissima ingenuità. vori della pietà popolare di cui le brutali, e dalle offese dei turchi. L’ingenuità sembra caratteriz- chiese e i monasteri ortodossi Hanno dimensione solitamente zare anche gran parte degli affre- sono o erano ben forniti. Le trovia- piccola, sono costruiti in mattoni, schi bizantini delle chiese e dei mo anche nei musei e nelle pina- hanno l’interno completamente monasteri macedoni, ma questa è coteche, ad esempio nel museo decorato secondo canoni precisi, solo una falsa impressione. Essi bizantino di Salonicco e nella pina- sono divisi dall’iconostasi che se- raffi gurano infatti, accanto ai gran- coteca di Ocrid. Ciascuna icona ha para la parte riservata ai fedeli da di temi della crocifi ssione, dell’an- una sua storia e andrebbe letta quella dove i sacerdoti celebrano i nunciazione, della dormizione della alla luce dei canoni, assai rigidi e riti sacri. Alcuni sono anche affre- Vergine, della trasfigurazione e rimasti pressoché inalterati nel scati all’esterno. così via, una serie di episodi stra- corso dei secoli, che hanno guida- Ve ne è una quantità incredi- ni, talvolta anche inventati dalla to e per certi versi costretto la bile, che spazia dai primissimi fantasia dei rispettivi autori. Sono mano di coloro che le hanno dipin- tempi dell’epoca bizantina, sfi oran- essenzialmente raffi gurazioni dia- te. Sono rappresentate la Madon- do in alcuni casi quelli cosiddetti boliche e di anime dannate, ma na Odigitria, colei che indica il paleocristiani, fi no agli ultimi anni anche episodi della vita di santi Bambino come via di salvezza, la precedenti l’arrivo dei turchi. Cito minori, la cui interpretazione è Vergine di dolcezza, la Vergine le chiese di san Demetrio e dei spesso libera e diffi cile da com- Orante e così via. Se non cono- dodici Apostoli a Salonicco, quelle prendere per un osservatore non sciamo bene i numerosi canoni di san Nicola e della Madonna specialista. Anche l’interpretazio- della loro architettura, basta limi- della cupola alta a Kastoria, la ne dei grandi temi suddetti è del tarsi alla contemplazione della chiesa del villaggio di Makrovuni, resto svariatissima, ciò che testi- bellezza delle icone e apprezzarne quella di san Demetrio a , monia non tanto l’ingenuità, quan- il senso estetico. È esattamente quelle di Maria, dei santi Costanti- to piuttosto l’ingegno e la fantasia quello che coloro i quali hanno no ed Elena, di san Clemente e di dei pittori delle chiese bizantine i formulato quei canoni non vorreb- san Giovanni teologo ad Ocrid e gli cui nomi sono quasi sempre sco- bero, ma pazienza. splendidi monasteri di san Pante- nosciuti. Alla sensazione di ritro- Quanto ai monasteri, la Mace- lejmon e san Spas a Skopje. In varsi ogni volta dinanzi alle stesse donia possiede una realtà assolu- quest’ultimo monastero si trova scene subentra quindi, alla luce di tamente unica nel suo genere, il una monumentale iconostasi del- un’analisi attenta che si acquisi- Monte Athos, che vuol dire Monte

REPORTAGE 187 Santo. Si tratta di una lingua di terra montuosa situata nella parte orientale della Penisola Calcidica, accessibile solo per mare, in cui è da secoli installata una comunità monastica che gode di una specie di autonomia politica e amministra- tiva. Vi sorgono numerosissimi mo- nasteri nella maggior parte dei qua- li non esiste neppure l’energia elet- trica. Accanto ad essi vi sono luoghi e ripari per eremiti. L’accesso al Monte Athos, dove si vive veramen- te la vita monastica dei tempi anda- ti, è complesso ed è comunque ri- servato ai soli uomini aventi più di ventuno anni, che hanno ottenuto un permesso speciale. Nel mio viaggio non ho potuto far parte della ristrettissima schie- ra di persone che passano qual- che giorno nei monasteri del Mon- te Athos e ho dovuto limitarmi a guardare questi ultimi da lontano, seduto sul ponte di una buffa im- barcazione in una mattina assola- ta nella quale il monte si stagliava Monasteri all’orizzonte sbucando letteralmen- sulle pendici te dalle bianche nubi che sembra del Monte Athos. lo avvolgano spesso. La vista dei tanti complessi monastici dissemi- Monasteries on the slopes nati nella parte occidentale del of Mount Athos. monte, quella da me costeggiata, fa capire che deve trattarsi di un luogo incantato e fa venir voglia di tornarci per gustarlo sul serio dal- l’interno. I bizantini lasciarono in terra macedone anche imponenti fortifi - cazioni, fra le quali le mura e le torri di Salonicco e le fortezze che dominano le colline prospicienti Ocrid e Skopje. Esse sono state pesantemente ristrutturate negli ultimi anni, ma non hanno perduto il loro fascino. Non riuscirono a fermare il temuto invasore e, infat- ti, nel XV secolo arrivarono i turchi, che presidiarono la zona fi no agli inizi del XX secolo quando, con la dissoluzione dell’impero ottoma- no, la Macedonia venne divisa e incorporata da Grecia, Bulgaria e da quella che successivamente diventò la Jugoslavia. I turchi hanno molto distrutto e molto costruito. I monumenti più importanti che hanno lasciato so- no di tipo religioso, le moschee. Ve ne sono di tutte le forme e di tutte no e dall’interno, soffi a sul fuoco e chi invece si adopera per trovare le soluzioni pacifi che che il buon- senso e la civiltà impongono. Anche a Skopje, capitale del- la Fyrom, attraversata dal fi ume Vardar che percorre tutta la Mace- donia prima di sfociare nel Golfo di Salonicco, si possono ammirare bagni turchi e moschee affi ancati. Il Vardar separa il quartiere orto- dosso da quello musulmano, dis- seminato di belle moschee, bagni e interessanti caravanserragli, al- cuni dei quali oggi ospitano chias- sosi ristoranti, bazar coperti e sco- perti, insomma tutto ciò che tradi- zionalmente si trova in una città islamica. le dimensioni specialmente nella La via dei Consoli quella dell’occidente macedone, Skopje non è bella, ma a sua parte occidentale della Macedo- a Bitola. dove vive una popolazione in mag- discolpa c’è il devastante terremo- nia. Interessanti sono in particola- gioranza di origine albanese. Le to del 1963 che praticamente la re quelle di Skopje e di Bitola. In The street of the bandiere rosse con l’aquila nera rase al suolo lasciando in piedi quest’ultima città esiste anche Consuls in Bitola. garriscono ovunque, i caratteri solo pochi edifi ci, come l’albergo una singolare moschea decorata somatici e la foggia dei vestiti Bristol e la facciata della vecchia nel periodo barocco che tuttavia della gente non tradiscono le sue stazione ferroviaria su cui si trova non può rivaleggiare con quella di origini. La capillare presenza di l’orologio le cui lancette si sono Tetovo, interamente dipinta sia moschee fa capire che qui ci sono fermate nel momento in cui so- all’esterno sia all’interno. Devo La moschea dipinta soprattutto musulmani alla ricerca pravvenne la prima terribile scos- confessare di non aver mai visto di Tetovo e la del posto che ritengono di meritare sa. Anche la già citata chiesa di nulla di simile. Lì si possono am- cattedrale di Santa nel governo del Paese. Siamo del san Spas si è miracolosamente mirare anche dei bellissimi bagni Sofia a Ocrid. resto quasi ai confi ni con il Koso- salvata, così come un ponte del turchi, costruiti vicino alla mo- vo, dove questi problemi sono ro- XV secolo, peraltro più volte rima- The painted mosque schea. of Tetovo and the venti e non si sa bene come po- neggiato, che fa ancora la sua È una strana Macedonia Cathedral of St. tranno essere defi nitivamente ri- bella fi gura raccordando i due prin- quella di Tetovo e, più in generale, Sophia in Ocrid. solti. C’è ovviamente chi, dall’ester- cipali quartieri della città.

REPORTAGE 189 Skopje fu particolarmente fi o- di Verghina il paesaggio è costella- Il ritorno a valle è accompa- rente in epoca romana essendo to di più o meno grandi tumuli ar- gnato da grandi distese di alberi anch’essa un’importante stazione tificiali che ricoprono tombe in da frutta. È la stagione delle cilie- sulla Via Aegnatia. Diede i natali parte già scoperte e in parte anco- gie, dei kiwi, delle albicocche, delle all’imperatore Giustiniano e, in ra nascoste sotto terra con i loro pesche, delle nespole e anche epoca assai più recente, a Madre misteri e, chissà, forse anche con delle fragole. I colori di questi frut- Teresa di Calcutta, in onore della i loro tesori. ti dominano il paesaggio e ne quale si sta costruendo un museo Da questa terra si può anda- fanno un’immensa tavolozza. che affi ancherà la statua che le è re verso Bitola attraverso selvagge Poi vengono i laghi, quello stata dedicata. e verdi montagne ricoperte di bo- piccolo e tranquillo di Kastoria e Il tutto si inserisce in un pae- schi nei quali dominano il faggio, il quello grande e maestoso di Ocrid. saggio piacevole e sempre mute- pino e la quercia. Dalla strada che Le due città sono situate su pendii vole. Nella regione di Salonicco e talvolta strapiomba nel senso let- che sembrano scivolare verso il li- nella Penisola Calcidica esso è ti- terale del termine puoi ammirare vello dell’acqua e si stagliano, picamente mediterraneo. Domina- spaziose valli sulle cui pendici sempre colorate di bianco e di no il colore giallo e quello verde stanno piccoli villaggi dalle case L’Hotel Bristol a rosso, sullo sfondo di un cielo dal- argentato dell’ulivo. I rilievi sono colorate di bianco e con il tetto Skopje e una torre l’aspetto continuamente mutevole. dolci e richiamano quelli della Gre- rosso. Vi è una grande omogeneità del XII secolo a La stagione è in effetti bizzarra e Ouranopoli. cia meridionale e peloponnesiaca, architettonica e coloristica e tutto il sole e gli acquazzoni si susse- che ben accompagnano la memo- profuma di quiete, la quiete di un The Hotel Bristol in guono con grande velocità, di mo- ria dell’Arcadia e del mondo agrico- mondo rurale che è ancora vivo e Skopje and a 12th do che l’azzurro si alterna al grigio lo e pastorale in cui fu situata la vitale, ma che non si sa quanto century tower in e le nubi bianche lasciano spazio culla della nostra civiltà. Nella zona potrà durare. Ouranopoli. a quelle plumbee. Nel cielo grigio

190 REPORTAGE tuttavia appare spesso il sole che oleandri, talvolta inframmezzate assume un colore argenteo abba- da bellissimi alberi di melograno i gliante dando all’acqua in cui si cui fi ori vermigli ricordano le incisi- specchia dei movimenti e delle ve pennellate di un grande artista. luci molto particolari. Le acque del È ovviamente anche il trionfo del lago assorbono felici tutto ciò che sole che qui illumina un Paese et- sta sopra di loro e brillano di luce nicamente molto complesso, nel rifl essa. La bandiera gialla e rossa quale convivono non senza proble- con la stella macedone della mi albanesi, greci, turchi, rom, Fyrom, a seconda dei casi, langue macedoni, valacchi, bulgari, slavi e o si agita sui pennoni della fortez- tante altre etnie minori. È proprio za che domina con la sua mole questa varietà che ha fatto assu- possente la bella città di san Cle- mere il nome di “macedonia” an- mente. che all’insalata in cui si mescolano La Macedonia è ricca d’ac- indifferentemente frutti di ogni ti- qua, i cui giochi sono particolar- po. Confessa che questo non lo mente belli a Edessa, città storica Il pope di Panaria sapevi e che, in verità, mentre che dalle acque ha tratto nei seco- Mavriotissa nel lago mangiavi quell’insalata di frutta li vera fonte di vita. Vi sono molti di Kastoria. non ti sei mai posto il problema fi umi, il più importante dei quali è dell’origine del suo nome. Ma non il già ricordato Vardar. Il tratto della The pope of Panaria preoccuparti, non è grave. Più gra- sua valle che da Skopje scende Mavriotissa in the ve è non conoscere questa terra, lake of Kastoria. verso Salonicco è bellissimo. Il che in effetti è al margine dei gran- fiume serpeggia sul fondo fra sono ugualmente festose e alle- di circuiti turistici. Per questo il strette pareti verdissime scorren- gre. Sono piene di fi ori di tutte le territorio non è per nulla affollato e do in alcuni tratti accanto alla fer- specie e di tutti i colori, fatti appo- lo si può visitare con grande tran- rovia su cui transitavano speciali sta per accogliere i visitatori e al- quillità, quella tranquillità che pur- convogli dell’Orient Express. lietare gli abitanti. troppo è diventata sempre più rara Superate le montagne, che Se ne trae una piacevole sen- e che del resto è indispensabile scaricano le loro acque nel Vardar sazione di pace, soprattutto nella per apprezzare appieno qualsiasi facendolo così diventare largo e Macedonia orientale dove domina viaggio che miri all’arricchimento imponente fi no a costituire una la macchia mediterranea. Tutto è dello spirito attraverso il progredire solida alternativa ai trasporti di Le rovine di Olinto. un trionfo di olivi che crescono della conoscenza. terra che percorrevano la Via Ae- maestosi in mezzo a siepi di ro- il tuo Roberto Ruozi gnatia, vediamo riapparire le colli- The ruins of Olinto. smarino, di salvia, di lavanda e di Salonicco, 15 giugno 2008 ne e aprirsi grandi spazi coltivati a vigneti. La Macedonia vanta una buona tradizione vinicola che risa- le ai tempi di Filippo II e di Ales- sandro, grandi bevitori che ogni tanto addirittura eccedevano su- bendone pesanti conseguenze. Pensa che la morte di Alessandro è tuttora avvolta nel mistero, ma alcune fonti dicono che essa sia sopravvenuta nel torrido e acqui- trinoso clima di Babilonia dopo uno smodato festino in cui il vino scorreva a fi umi. Oggi si gustano buoni vini rossi e bianchi. Non hanno una gradazione elevatissi- ma, ma sono piacevoli e profuma- ti. Un forte retrogusto di frutta li caratterizza e li distingue da quelli delle altre zone vinicole della peni- sola balcanica. Nella Macedonia occidentale il livello di vita è indubbiamente più basso di quello della parte orienta- le. Le case sono meno ricche, ma

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