Modugno Nell'età Moderna
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RAFFAELE MACINA MODUGNO NELL’ETÀ MODERNA - • » rr£y *S$e)2sn*’-éP 4 + <z+ t 4‘ i^rij j9 t ^ - 1- , *»■ • - • «fc.- fc-. t v *« -cr-,+ r’P^TTÀS *T7 , »* w/ \ •- * 0 - ,^ /fi*5 ^ **»' ^v%,. * # /'■-/* /«■ ****->•* '*r» ./«I*V ..*^ w-O |li«r-'^,fri V' 1» / ’- » » v / 1 C1 ■ - •...,-. /■ r' V - C i " ' n * ù * é tA* Jr7Brì>****r’ -JL: ■ * 4* > T ^ r ^ ' . tà/ J J - r * Ì » 3“ »**>*- \^Y* r: y~ \ . iJS * L+*m t_//i+T9 sS” -* *. '?/(&'' -&■ •* ì+t, ^ tf/Ssmu j$'0V+TTT*> %’iA Ù-+ ifirù?7vT ♦ ^ i ' / ) < A » ^>’n L'W’^^rV / w< Ir ^ y £ 4 * , ^ & •r*-># »’ .^ y.'*'’ ò - r u i ^ -*S** t _ <»4>«r>V 7 fi * . < ’ d/ + 7~ s)à t £ / . + * . » 7 r ? A -tijU? n “Vfc4^" • 11 I EDIZIONI NUOVI ORIENTAMENTI Premessa Già pubblicate in numeri diversi della rivista Nuovi Orientamenti, vengono ora raccolte ed ordinate in questo volume alcune mie ricerche su Modugno che si riferiscono all’età moderna. Ne vien fuori un quadro unitario su momenti ed eventi storici del Quattrocento, Cinquecento, Seicento e Settecento che sono di fondamentale importanza per capire il decollo e la crescita della città. Modugno, infatti, sino al secolo XIV è per lo più definita un «casale» o un «locus», e sia la sua espansione ter ritoriale sia il suo incremento demografico si delineano sempre più a partire dalla seconda metà del Quattrocento. Questo filo conduttore, che il lettore certamente individuerà fra i diversi capitoli, si ritrova anche nei documenti storici, che peraltro sono finalizzati alla ricostruzione di aspetti della vita quotidiana del passato così come fluiva in Modugno. Dalla lettera di Ludovico il Moro al capi tano di Modugno alla Cronaca sulla peste del 1656, dal «Libro deìli capitoli» agli elenchi carbonari della «vendita di Santo Spirito», sempre il lettore sarà sospinto a rappresentarsi scene e quadri di vita quotidiana del passato che si sono realizzati negli stessi luoghi oggi calpestati senza memoria storica da cittadini distratti. Una importanza non trascurabile è da attribuirsi all’apparato icono grafico del primo capitolo: si tratta di immagini di reperti archeologici e storici poco noti, la cui maggiore conoscenza è da auspicare che contri buisca alla promozione di una politica di valorizzazione dei beni stori co-culturali del territorio di Modugno. Infine una precisazione: essendo state queste ricerche concepite per una rivista locale, esse conservano in diverse pagine alcuni tratti tipica mente divulgativi. Il delinearsi di Modugno nella storia La Puglia, e particolarmente la Terra di Bari, è stata una terra di cerniera fra TOriente e l’Occidente; una terra che tanti popoli hanno eletto per i loro nuovi insediamenti e tanti re ed eserciti hanno dovuto controllare per rendere più saldo il loro potere. In ogni centro antico della Puglia, dunque, sono ben visibili le tracce della Storia: basta un palazzo, una chiesa, un dialetto o una tradizione locale per riportare l’osservatore a Peuceti e Messapi, Greci e Romani, Bizantini e Normanni, Svevi e Angioini, Aragonesi e Spagnoli. Modugno, nata come piccolo borgo medievale, è certamente un luo go in cui è possibile cogliere le tracce di tutti questi popoli. In verità, il territorio sul quale insiste Modugno è stato oggetto di antichissimi inse diamenti umani: il villaggio neolitico, recentemente individuato nei pressi di Balsignano, documenta la presenza dell’uomo sin dal V millennio a.C.; i resti della necropoli peuceta, scoperta nella città agli inizi del Novecento e poi fagocitata dal cemento, ci riportano al IV secolo a.C.; infine, le tracce della via Appia e della Minucio-Traiana ci parlano del periodo romano. Se il territorio ha una storia antichissima, la fondazione di quello specifico borgo che fu chiamato «Midunium» risale al tardo Medioevo, quando in Terra di Bari dominavano ancora i Bizantini (535-1073) e già si registravano le prime incursioni dei Normanni. Infatti, il primo documento storico nel quale viene menzionata Modugno è un contratto del maggio del 1021 che, regolamentando un prestito di 8 soldi, obbligava il debitore a dare in pegno al suo creditore una vigna sita «in loco... Medunio». Per di più, al secolo XI risalgono alcune testimonianze architettoniche come Santa Maria di Modugno, nei pressi della quale è stata scoperta una necropoli di una certa consi stenza del tardo Medioevo, o come il Santuario della Madonna della 9 Grotta che fu certamente una stazione per i crociati di passaggio che si recavano a Brindisi per imbarcarsi. Infine, anche lo stesso complesso di Balsignano si è sviluppato soprattutto a partire dal secolo XI. Al secolo XI e alla presenza dei Bizantini ci riporta una antica leg genda, La Mora e la Motta, secondo la quale una giovinetta del piccolo borgo di Modugno avrebbe ucciso il comandante del presidio bizantino della Motta che l’avrebbe fatta rapire per trascorrere con lei una notte d’amore. Questa leggenda la si può comprendere aH’intemo del clima storico nel quale essa maturò o al quale semplicemente si riferisce: nel 1009 ci fu contro i Bizantini una diffusa rivolta capeggiata da Melo da Bari che finì col chiedere aiuto ai Normanni, i quali nel 1073 diventaro no i nuovi signori della Puglia. I Normanni (1073-1194) avviarono in Puglia una intensa opera di sradicamento della civiltà e dell’organizzazione greco-bizantina e pro mossero la romanizzazione e la feudalizzazione dell’intera regione. Per tanto, nel 1078 Roberto il Guiscardo, duca normanno di Puglia, diede in feudo Modugno ad Ursone, arcivescovo di Bari. Dal 1078 incomincia così per Modugno un lunghissimo periodo di dipendenza feudale dagli arcivescovi di Bari che si protrarrà sino al 1442, in quanto sia gli Svevi (1195-1268) sia gli Angioini (1268-1442) confermarono la decisione di Roberto il Guiscardo. Per quasi tutto il periodo di dipendenza feudale dagli arcivescovi di Bari, Modugno continuò ad avere dimensioni assai ridotte, come viene attestato dai nomi con i quali essa veniva indicata sino al secolo XIV: Medunio casalis, Medunio castellimi, locus Meduneum, castro Medunio. Solo a partire dalla seconda metà del XIV secolo, Modugno incominciò ad aumentare progressivamente la sua popolazione e a caratterizzarsi come centro di produzione, di lavorazione e di com mercializzazione dei prodotti agricoli. I fattori dell’avvìo di questo processo furono fondamentalmente due: a Modugno si stabilirono al cune famiglie di operatori commerciali settentrionali o i loro rappre sentanti che, favoriti dalla politica degli Angioini e legati a Venezia alla quale era subordinata l’economia della Terra di Bari, aprirono magazzini e frantoi e monopolizzarono il commercio dei prodotti agricoli, facendoli affluire poi al porto di Bari; inoltre, a Modugno incominciarono a trasferirsi in numero sempre più crescente gli abi tanti di Balsignano, la cui decadenza ebbe inizio proprio nella secon da metà del secolo XIV. 10 Questo primo decollo spinse Modugno ad intraprendere una politica di affrancamento dai suoi feudatari che, come si è detto, erano gli arcive scovi-di Bari. Forse anche a questa lotta antifeudale intrapresa dalla città bisogna collegare l’Interdetto che colpì i Modugnesi nel 1383 ad opera del papa Urbano VI, già arcivescovo di Bari. Il processo di crescita ebbe una intensa accelerazione con la domi nazione aragonese (1442-1501), quando la città, dopo un nuovo venten nio di dipendenza feudale (questa volta esercitata da un feudatario laico, il principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini), venne dap prima affrancata dal servaggio feudale ed in seguito entrò in contatto col Ducato di Milano, al quale pervenne in dote per un matrimonio promes so fra Eleonora d’Aragona e Francesco Maria Sforza. Senza dubbio, un momento assai significativo della sua storia è quello che va dal 1465 al 1577, quando Modugno, con Bari e Palo del Colle, fu per circa un trentennio governata direttamente dal dinamico Ducato di Milano degli Sforza e poi, a partire dal 1499, da Isabella d ’Aragona e Bona Sforza. In questo periodo si stabilirono nella città diverse famiglie milanesi, vicentine e veneziane, i cui membri divennero animatori di intense atti vità commerciali. Intanto, nel 1504 il Regno di Napoli fu definitivamente conquistato dagli Spagnoli (1504-1714) che avviarono una politica di rifeudalizza- zione. Così Modugno, dopo la morte di Bona Sforza (1557), conobbe un nuovo periodo di dipendenza feudale che questa volta durò solo fino al 1582, anno in cui i Modugnesi si riscattarono dal servaggio pagando ad un certo Ansaldo Grimaldi, che aveva acquistato la città, la somma di 40.000 ducati. Dal 1582 in poi Modugno mantenne lo stato di città regia, grazie al quale potè godere di maggiore autonomia. Nei secoli XVI e XVII, nonostante le pestilenze da cui fu afflitta, Modugno continuò la sua crescita: l’intera città conobbe un notevole processo di espansione che determinò la costruzione del Borgo Nuovo o Suburbio, l’edificazione dei grandi palazzi signorili, di chiese, monaste ri e conventi. Alla fine del Seicento, Modugno è ormai un centro importante; un centro che svolge soprattutto un ruolo di cerniera fra Bari e il suo entroterra, poiché la produzione agricola di diversi comuni vicini afflui sce proprio a Modugno per poi essere collocata sul più grande mercato di Bari. La stessa agricoltura della città si diversifica, privilegiando la monocoltura delle mandorle, dell’olivo, della vigna e delle ciliegie. 11 Insomma, fra Seicento e Settecento, la società modugnese è abba stanza complessa e, a differenza di quella dei paesi confinanti, composta prevalentemente da braccianti e contadini poveri, essa contempla la pre senza di commercianti, di qualificati artigiani e di professionisti. Ma se alla fine del Seicento e ancor di più nel Settecento la città dispone di potenti commercianti, ricchi proprietari terrieri ed affermati professionisti, è fuor di dubbio che in essa non v’è neppure l’ombra di un buon amministratore.