Sommario 1INTRODUZIONE p. 4 2 RIFERIMENTI NORMATIVI p. 6 3 FONTI BIBLIOGRAFICHE DEI DATI p. 10 4 FASE 1 - VERIFICA DELLA NECESSITÀ DI SOTTOPORRE IL PIANO ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE p. 13 5 FASE 2 – DESCRIZIONE DEL PIANO 5.1 Inquadramento generale p. 16 5.1.1 Localizzazione p. 16 5.1.2 Subsidenza p. 17 5.1.3 Clima p. 18 5.1.4 Geologia p. 22 5.1.5 Sistema Idrogeologico p. 25 5.1.6 Uso del Suolo p. 27 5.2 Cartografia di Piano p. 29 5.3 Aree interessate e caratteristiche dimensionali p. 33 5.4.1 A.T.O. 1 – Ambiti del sistema residenziale p. 37 ATO 1.1 – ARIANO CAPOLUOGO ATO 1.2 – SANTA MARIA IN PUNTA ATO 1.3 – CROCIARA – CROCIARONE ATO 1.4 – GRILLARA ATO 1.5 – PIANO – MONTI – RIVÀ 5.4.2 A.T.O. 2 – Ambiti del sistema produttivo p. 43 5.4.3 A.T.O. 3 – Ambiti del territorio aperto p. 46 5.4.4 A.T.O. 4 – Ambiti del sistema archeologico p. 48 5.4.5 A.T.O. 5 – Ambiti di carattere naturalistico fluviale p. 49 5.5 Durata dell’attuazione del Piano di Assetto del Territorio p. 51 5.6 Illustrazione delle NTA che possono generare incidenze p. 52 5.7 Indicazioni da strumenti di pianificazione superiore p. 69 5.7.1 Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento p. 72
5.7.2 Il Piano di Tutela delle Acque p. 72
5.7.3 Il Piano regionale delle attività di cava (P.R.A.C.) p. 74 5.7.4 Il Piano d’Area del Delta del Po p. 75 5.7.5 Il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po p. 77
1 5.7.6 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale p. 81 5.7.7 Il Piano faunistico venatorio della Provincia di Rovigo p. 84 5.8. UTILIZZO DELLE RISORSE p. 85 5.8.1 Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti infrastrutturali p. 85 5.8.2 Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso p. 86 5.8.3 Alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali p. 90 5.8.4 Identificazione di tutti i piani, progetti e interventi che possono interagire congiuntamente p. 94 6 FASE 3 - VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITA’ DELLE INCIDENZE p. 103 6.1 Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi p. 104 6.2 Identificazione dei Siti Natura 2000 interessati e descrizione p. 110 6.3 Distanze da altri siti Rete Natura 2000 e influenze su di essi p. 119 6.4 Specie floristiche significative e Habitat di riferimento p. 120 6.5 Specie faunistiche significative p. 124 6.6 Identificazione degli aspetti vulnerabili del sito considerato p. 136 6.7 Identificazione degli effetti con riferimento agli Habitat, Habitat di specie e specie (analisi dei fattori perturbativi) p. 141 6.8 Valutazione degli effetti in relazione alle aree di previsione p. 143 6.9 Identificazione degli effetti sinergici cumulativi p. 154 6.10 Identificazione dei percorsi attraverso i quali si producono p. 158 6.11 Valutazione della significatività degli effetti per quanto riguarda la perdita di habitat, frammentazione, perturbazione e formulazione di prescrizioni operative e di metodo p. 159
7.0 FASE 4 – VALUTAZIONE CONCLUSIVA p. 162 7.1 Esito finale della procedura di screening e dichiarazione di competenza dei professionisti p. 177
Allegati
TAVOLA FUORI TESTO: “AZIONI ED INTERVENTI DI PIANO IN RELAZIONE ALLE CARTOGRAFIE DEGLI HABITAT E HABITAT DI SPECIE DELLA REGIONE VENETO”. COPIA RICHIESTA DI PARERE AVANZATA ALL'ENTE GESTORE DELL'AREA PROTETTA "PARCO REGIONALE DELTA DEL PO", COSI' COME PERVENUTA ALL'ENTE.
2 GRUPPO DI LAVORO
Progettista PAT
DOTT. ARCH. MARIETTO LAURENTI via Roma, n°47/B1 - 45014 Porto Viro (RO) tel./fax 0426 1902459 Email: [email protected]
Valutazione Incidenza Ambientale
DR. ANDREA GASTALDO Via Granze, n°460 – 35040 S. Margherita d’Adige (PD) tel. 349-3437337 – [email protected]
DR. URB. MATTIA TOFFANIN Via Decima, n° 11 - 45020 Villanova del Ghebbo (RO) Tel. 347 – 9814537 – [email protected]
Valutazione Ambientale Strategica
DOTT. ARCH. ENRICO MARIA CREPALDI Via G. Mazzini, n°8 - Rovigo tel.0425-21423 ÷ fax 0425-21424 - [email protected]
DOTT. GEOL. ALBERTO DACOME STUDIO ADGEO via Molette n°32 - 35040 Ponso (PD) tel. 0429-659293 - [email protected]
3 1. INTRODUZIONE
La Legge Regionale 11/2004 “Norme per il governo del territorio”, del 23 aprile 2004, stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione, e rinnova completamente il quadro di riferimento urbanistico introducendo un duplice livello di programmazione per i comuni, in ottemperanza al concetto di sussidiarietà. Il nuovo Piano Regolatore Comunale (P.R.G.) viene quindi sostituito dal Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) ed il successivo Piano degli Interventi (P.I.). Il P.A.T. è lo strumento urbanistico che individua e programma le linee strategiche di gestione del territorio comunale, in coerenza con gli indirizzi e le scelte sovra comunali (P.T.R.C. - P.T.C.P. - P.A. del Parco regionale Veneto del Delta del Po) e per questo viene concertato e approvato dalla Regione. Il P.I. entra operativamente nel dettaglio delle scelte urbanistiche con riguardo alla puntuale progettazione di dettaglio e viene approvato dal Comune in completa autonomia e responsabilità. Pertanto il P.A.T. è un Piano Strategico in cui vengono delineate le macro-scelte attraverso le quali viene definito l'impianto generale delle azioni di organizzazione e trasformazione del territorio comunale a livello di inquadramento spaziale e temporale, e rappresenta l'espressione e la sintesi delle necessità e delle priorità espresse dalla comunità locale, in sintonia sia con gli indirizzi programmatici previsti dagli enti sovra comunali, sia in rapporto con le esigenze di compatibilità e tutela delle risorse paesaggistiche ed ambientali. Il Comune di Ariano nel Polesine (RO) ha dato avvio al procedimento di formazione del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), in conformità a quanto previsto dalla Legge Regionale n°11/2004. Obiettivo precipuo del P.A.T. è “delineare le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e le invarianti di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, ambientale, paesaggistica, storico-monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze dalla comunità locale”. Su incarico del Comune di Ariano nel Polesine (RO) viene redatta la presente Selezione Preliminare (Screening), relativa alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (Vin.C.A.) del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) sui siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) potenzialmente coinvolti dagli effetti delle azioni di trasformabilità del Piano.
4 Scopo del presente Screening è di individuare e quantificare i possibili od eventuali danni o alterazioni che le azioni relative alle previsioni urbanistiche del P.A.T., ed eventuali effetti sinergici e cumulativi, possono determinare sullo stato di conservazione delle funzioni ecosistemiche dei Siti della rete Natura 2000, in termini di Habitat, habitat di specie e Specie. Pertanto l'obiettivo è quello di fornire un quadro esauriente delle caratteristiche ambientali dell'area interessata, nonché una descrizione adeguata delle opere in progetto, e di verificare la coerenza di queste in relazione agli obiettivi di conservazione per i quali sono stati istituiti dalla Comunità Europea i siti SIC e ZPS. Tutti i siti della rete Natura 2000 hanno l'obiettivo di garantire la conservazione degli Habitat d'importanza comunitaria , elencati nell'Allegato I della Direttiva 92/43/CEE, nonché le specie di flora e fauna d'importanza comunitaria, riportate nell'Allegato II della stessa norma e nell'Allegato I della Direttiva 79/409/CEE, presenti nei siti stessi.
Dopo aver attraversato quasi tutta la Pianura Padana, il Po in prossimità della foce si suddivide in diversi rami di cui il principale è il Po di Venezia che nella parte conclusiva del suo tragitto assume il nome di Po di Pila, il quale a sua volta sfocia in mare suddividendosi in altri tre rami (da Nord a Sud): Busa di Tramontana, Busa Dritta e Busa di Scirocco. Le altre diramazioni che costituiscono il Delta sono il Po di Goro, il Po della Donzella, il Po delle Tolle e il Po di Maistra.
Il territorio comunale di Ariano nel Polesine occupa la porzione di isola più meridionale del sistema deltizio, delimitato a sud dalla diramazione del Po di Goro .
5 2. RIFERIMENTI NORMATIVI Il Consiglio delle Comunità Europee ha approvato il 2 aprile 1979 la Direttiva 79/409/CEE, meglio nota col nome di Direttiva "Uccelli", concernente la conservazione dell'avifauna selvatica, recepita nella legislazione italiana con la legge 157/1992 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio". La Direttiva prevede, tra l'altro che gli Stati membri, al fine di garantire la sopravvivenza e la riproduzione della propria area di distribuzione delle specie di uccelli segnalate negli appositi negli elenchi allegati o, comunque, delle specie migratrici regolarmente presenti, classifichino come Zone di Protezione Speciale (ZPS) i territori più idonei per la conservazione di tali specie, adottando idonee misure di salvaguardia (Art. 4, c.1,2, e 4). Il 30 novembre 2009, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno approvato la nuova versione di questa Direttiva sulla conservazione degli uccelli selvatici: la Direttiva 2009/147/CE, che viene pubblicata sulla G.U. Della Comunità Europea il 26.01.2010. Nell'Allegato VII è fornita una Tabella di Concordanza che elenca i cambiamenti rispetto alla precedente Direttiva del 1979, annunciata nell'art. 18.
Successivamente, con la Direttiva 92/43/CEE, nota come Direttiva "Habitat", relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, il Consiglio delle Comunità Europee, al fine di contribuire a salvaguardare la biodiversità, ha promosso la costituzione di una Rete Ecologica Europea denominata "Natura 2000", costituita da "Zone Speciali di Conservazione" (ZSC) designate dagli Stati membri in conformità alle disposizioni della Direttiva stessa e delle ZPS istituite dalla Direttiva 79/409/CEE, con l'obiettivo di garantire il mantenimento, o all'occorrenza il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di Habitat naturali e degli Habitat delle specie, elencati negli Allegati alla Direttiva, nella loro area di ripartizione naturale.
Con DPR 357/1997, l'Italia ha recepito la Direttiva 92/43/CEE regolamentandone l'attuazione da parte dello Stato, delle Regioni e Province Autonome. Gli Allegati "A" e "B" del DPR 357/97 contengono gli Elenchi di cui agli Allegati I e II della Direttiva 92/43/CEE. Pertanto il DPR 8 settembre 1997, n. 357, rappresenta il provvedimento legislativo statale di riferimento per l'applicazione delle disposizioni normative sulla tutela delle aree di interesse comunitario. A tutti gli effetti questo atto normativo è il primo regolamento di tutela della biodiversità, di sensibilità europea, teso a disciplinare le procedure per l'adozione delle misure previste dalla Direttiva 92/43/CEE.
6 Il Decreto, oggetto di contenzioso (Causa C-143/02 Commissione delle Comunità Europee contro la Repubblica Italiana, pervenuta a sentenza in data 20.03.2003), è stato modificato e integrato (art. 5), a conclusione di un complesso lavoro che ha coinvolto Ministero e Regioni, con l'emanazione del DPR 120/2003 (G.U. n. 124 del 30.05.2003).
La Giunta Regionale del Veneto, con Delibera n. 1662, del 22 giugno 2001 – Allegato A - ha formulato atti di indirizzo per l'applicazione della normativa comunitaria e statale in ordine ai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e alle Zone di Protezione Speciale (ZPS), cui tutte le amministrazioni competenti per territorio, dovranno uniformarsi, nella redazione di piani e progetti che interessino le ZPS ed i SIC. Piani e Progetti dovranno essere perciò corredati da una Relazione di Valutazione di Incidenza, su Habitat e specie di importanza comunitaria, secondo quanto disposto dall'art. 5 e dall'Allegato G del DPR 357/1997, mediante la quale sia possibile valutare la congruità degli stessi con le esigenze di conservazione dei caratteri naturalistici e ambientali della zona.
Tali indicazioni sono state quindi sviluppate e precisate metodologicamente con la D.G.R. n. 2803 del 4 ottobre 2002, dove il percorso di Valutazione ricalca le linee guida già elaborate dall'Unione Europea e dalle precedenti delibere, introducendo la necessità di anteporre alla Valutazione di incidenza una procedura di Screening volta a verificare la presenza e la probabilità del manifestarsi di possibili incidenze nonché la significatività delle stesse. Tale metodo prevede quindi 4 fasi per definire l'opportunità o meno di operare una Valutazione completa dell'incidenza.
Il 23 aprile 2004, la Regione Veneto emana una nuova Legge Urbanistica, la n. 11/2004 “Norme per il governo del territorio”. Le principali norme ambientali che ne regolano l’applicazione nei riguardi del sistema ambientale sono: - D. Lgs 3 aprile 2006 n° 152 “Norme in materia ambientale” - Norme Integrative del D. Lgs 3 aprile 2006 n° 152, recante norme in materia ambientale" ( correttivo 4/2008 ).
La DGR n. 2673, del 6 Agosto 2004, integra e modifica le precedenti DGR, provvedendo alla revisione dei SIC e delle ZPS relativi alla Regione Biogeografica Continentale.
7 La DGR n. 3173, del 10 ottobre 2006, “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative“; revoca la precedente DGR 2803/2002, e propone una nuova formulazione, sulla base del contributo di osservazioni ed indicazioni formulate dalle strutture regionali preposte, della “Guida metodologica per la valutazione di incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE”. Il percorso di valutazione ricalca le linee guida già elaborate dall'Unione Europea e dalle precedenti delibere, introducendo la necessità di anteporre alla Valutazione di incidenza una procedura di Screening volta a verificare la presenza e la probabilità del manifestarsi di possibili incidenze nonché la significatività delle stesse. Viene sottolineato che in tutti i casi è necessario operare un'esaustiva e mirata descrizione del Piano o Progetto e che nel caso di interventi ricadenti completamente o in parte in un Sito Natura 2000 è indispensabile la caratterizzazione degli Habitat, degli Habitat di specie e delle specie di cui alle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, direttamente interessati. Il metodo di Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.) prevede anche in questo caso 4 fasi di studio per definire l'opportunità o meno di operare una valutazione completa dell'incidenza: Fase 1 - Verifica Selezione Preliminare (Screening) – processo che identifica la possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un Piano o di un Progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti. Nel caso in cui si possa affermare con ragionevole certezza scientifica che il Piano o Progetto non avrà incidenza significativa sul sito Natura 2000 (cioè sulla probabilità che il piano o progetto ha di produrre effetti negativi sull'integrità del sito), non è necessario passare alla fase successiva della valutazione “appropriata”. Fase 2 - Valutazione “appropriata” - analisi dell'incidenza del Piano o del Progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione, e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie. Fase 3 - Analisi di soluzioni alternative – individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito. Fase 4 - Definizione di misure di mitigazione o compensazione – individuazioni di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza
8 negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o piano venga comunque realizzato.
La Giunta Regionale del Veneto, con Delibera n. 4059, del 11 dicembre 2007, ha istituito nuove Zone di Protezione Speciale, individuato nuovi Siti di Importanza Comunitaria e modificato siti esistenti in ottemperanza degli obblighi derivanti dall’applicazione delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
Inoltre nel caso specifico del Delta del Po, in cui ricade Ariano nel Polesine: Legge Regionale n. 36 del 08 Settembre 1997, “Norme per l'istituzione del Parco regionale del Delta del Po”, e Piano Ambientale del Parco, adottato con Delibera del Consiglio Regionale del Veneto n. 18 del 17 Dicembre 2012.
Per quanto riguarda gli ambiti naturalistici:
ZPS "Delta del Po", Codice; IT3270023; SIC “Delta del Po: tratto terminale e delta veneto”, codice IT3270017; SIC “Rotta di S. Martino”, codice IT3270006; SIC “Dune Fossili di Ariano Polesine”, codice IT3270005
in base alla D.G.R. n. 1180, del 18.04.2006, il territorio comunale di Ariano nel Polesine, vi rientra con il tratto di alveo del Po di Venezia, il Po di Goro e con la parte di territorio planiziale in prossimità di San Basilio occupato dalle dune fossili.
9 3. FONTI BIBLIOGRAFICHE DEI DATI Per la preparazione e la redazione del presente Screening di Valutazione d'Incidenza ambientale, si sono consultate le seguenti fonti bibliografiche, che fanno riferimento alla vasta letteratura riguardante il territorio del Delta del Po veneto:
AA.VV., Atlante dei mammiferi del Veneto, Lavori Soc. Sc. Nat., Suppl. Vol 21, Venezia, 1996. AA.VV., Calendario riproduttivo dell’avifauna nella Regione Veneto, Associazione Faunisti Veneti, Venezia, 2011. AA.VV., Manuale italiano di interpretazione degli habitat (Direttiva 92/43/CEE). Contributo tematico alla strategia nazionale per la diversità, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione per la Protezione della Natura – Progetto Artiser, Roma, 2010. AA.VV., Piano di gestione ZPS IT3270023 Delta del Po, Aggiornamento luglio 2010. AA.VV., Piano Ambientale del Parco regionale del delta del Po, Ente Parco del delta Po, Ariano nel Polesine, 2012. AA.VV., I - Strumenti e indicatori per la salvaguardia della biodiversità, Regione Veneto, Segreteria Regionale all'Ambiente e Territorio, Servizio Rete Natura 2000, Venezia, 2005. Bon M., Boschetti E., Verza E., Gli uccelli acquatici svernanti in provincia di Rovigo, Associazione Faunisti Veneti, Provincia di Rovigo, Proto Viro, 2005. Bon M. & Paolucci P., Check-list e lista rossa dei mammiferi del Veneto. Atti del IV Convegno dei Faunisti Veneti, novembre 2003 Boscain L., Guidolin L., Verza E., Piovan S.E., Po river Delta Warblers. I silvidi del Delta del Po, Elaborato di Laurea, Università degli Studi di Padova, 2012. Boschetti E., Donà N., Richard J. (a cura di), Monitoraggio e studio degli anfibi del Parco Regionale del Delta del Po con particolare riferimento al Pelobates Fuscus insubricus, Parco Regionale del Delta del Po, 2010. Buffa G., Lasen C., Atlante dei siti Natura 2000 del Veneto. Regione del Veneto – Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi. Venezia, 2010. Commissione Europea, Valutazione di piani e progetti aventi un’incidenza significativa sui siti della rete Natura 2000 – Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva “Habitat” 92/43/CEE, Ufficio per le pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, Lussemburgo, 2002. Conti F., Manzi A., Pedrotti F., Libro rosso delle piante d'Italia, WWF Italia, Roma, 1992. Del Favero R., Lasen C., La vegetazione forestale del Veneto, 2/a Ed. Libreria Progetto Edit., Padova, 1993.
10 Dinetti M., Infrastrutture ecologiche, Ed. Il Verde, Milano, 2000. Farina A., Ecotoni, Patterns e processi ai margini, Ed. Cleup, Padova, 1995. Farina A., L'Ecologia dei sistemi ambientali, Ed. Cleup, Padova, 1993. Farina A., Elementi di ecologia del paesaggio, Utet, Torino, 2001. Farina A., Verso una scienza del paesaggio, Perdisa, Bologna, 2004. Ferrari V., Ghezzi D., Le siepi in campagna, Ed. Edagricole, Bologna, 1999. Fracasso G., Mezzavilla F., Scarton F., Check list degli Uccelli del Veneto, Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, suppl. al volume 61: 103 - 117, maggio 2010 Fracasso G., Verza E., Boschetti E. (a cura di) Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Rovigo, Provincia di Rovigo, 2003 Franco D., Le fasce tampone boscate per il controllo dell'inquinamento diffuso, ARS, n. 57, Sett/Ott. 1997. Ingegnolo V., Fondamenti di ecologia del paesaggio, Ed. Città Studi, Milano, 1997. Malcevschi S., Bisogni L., Gariboldi A., Reti ecologiche ed interventi di miglioramento ambientale, Il verde editoriale, 1996 - Ministero dell'Ambiente - Servizio Conservazione Natura, Natura 2000 in Italia, Dicembre 1999. Parco Regionale del Delta del Po Veneto, Atlante del territorio costiero, lagunare e vallivo del Delta del Po, Ariano nel Polesine, 2005. Pignatti S., Introduzione allo studio fitosociologico della Pianura veneta orientale, con particolare riguardo alla vegetazione litoranea, in Arch. Bot. e Biogegr. Ital., n. 28 (4), Forlì, 1952-53. Pignatti S., La vegetazione alofila della Laguna di Venezia, in Mem. Ist. Ven. Sc. Lett. ed Arti, n. 33 (1), Venezia, 1966. Pignatti S., Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982. Pignatti S., Ecologia del paesaggio, Torino, 1994. Piva E., Scortegagna S., I boschi del delta del Po: guida alle vegetazioni legnose del Parco, Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, Ariano nel Polesine, 2005. Poldini L., Sburlino G., Nomenclatura fitosociologica essenziale, Fitosociologia, 42 (1), Rallo G.P., Pandolfi V., Le zone umide del Veneto, Giunta Regionale del Veneto, F. Muzzio, Padova, 1988. Sereni E., Storia del paesaggio agrario italiano, Ed. Laterza, Bari 1991. Trombin D., Cadore A., Fioravanti F. (a cura di), Censimento degli uccelli acquatici svernanti in provincia di Rovigo – anno 2009. Associazione Culturale Sagittaria. Turin P., Salviati S. et al., Carta ittica della Provincia di Rovigo. Acque dolci interne, Provincia di Rovigo, Assessorato alla Pesca, 2010.
11 Verza E. (a cura di), Quaderno faunistico della provincia di Rovigo, Provincia di Rovigo, Assessorato alle Risorse Faunistiche e Assessorato al Turismo, 2008. Verza E., Trombin D., Cadore A., Consistenza e trend, nell’area del Delta del Po (provincia di Rovigo), di alcune specie di uccelli comprese nelle direttive europee e con popolazioni d’importanza nazionale ed internazionale. Atti V Convegno dei Faunisti Veneti, Legnaro (PD), 12- 13 maggio 2007. Verza E., Trombin D. (a cura di), Gli Aironi del Delta del Po. Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della provincia di Rovigo. Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Ass. Cult. Nat. Sagittaria, 2008. Verza E., Bottazzo M., Le anatre selvatiche del Delta. Monitoraggi e ricerche sugli anatidi nel Delta del Po (Veneto), Veneto Agricoltura, 2011. Verza E., Trombin D., Bedin L., Aggiornamento sullo status e sulla distribuzione dei Rettili e degli Anfibi nel Delta del Po (Rovigo) - Atti del VI convegno Associazione Faunisti Veneti, Treviso, 2011. Zanetti M., Atlante della flora notevole della Pianura veneta orientale, Ediciclo, Portogruaro, 1997.
12 4. FASE 1 - VERIFICA DELLA NECESSITÀ DI SOTTOPORRE IL PIANO ALLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE
La procedura di Screening di Valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A) è un procedimento di carattere preventivo, procedimento al quale è necessario sottoporre qualsiasi Piano o Progetto che possa avere incidenze significative su un sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, in modo da tener conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. La valutazione di incidenza costituisce pertanto lo strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra conservazione soddisfacente degli Habitat e delle specie e l’uso sostenibile del territorio. Per la stesura della presente Relazione, che riguarda il P.A.T. del Comune di Ariano nel Polesine, si è costituito un gruppo di lavoro composto da esperti del settore e si è provveduto all’analisi della principale Normativa vigente, a livello Comunitario, Nazionale e Regionale; sono stati inoltre raccolti tutti i dati necessari per la valutazione, oltre ad aver effettuato alcuni sopralluoghi e approfondite ricognizioni.
Poiché il Piano oggetto di Valutazione non rientra nelle fattispecie di esclusione elencate al paragrafo 3 dell’Allegato A DGRV n. 3173/2006 “Criteri e indirizzi per l’individuazione dei piani, progetti e interventi per i quali non è necessaria la procedura di valutazione di incidenza”, risulta necessario sottoporre il Progetto (P.A.T.) alla suddetta procedura.
Il metodo di applicazione della procedura di Screening prevede quattro fasi per definire l'opportunità o meno di operare una Valutazione completa o meno dell'Incidenza:
Fase 1: Definisce se la Valutazione di Incidenza sia o meno necessaria, se il Piano presenti caratteristiche contenute al paragrafo 3 dell'Allegato A della DGRV 3173/2006. Fase 2: Descrizione sintetica del Piano e degli elementi dello stesso che possono produrre incidenze: Aree interessate e caratteristiche dimensionali; Durata dell'attuazione e cronoprogramma (adozione, approvazione, costruzione, funzionamento, dismissione, recupero); Distanza dai siti della Rete Natura 2000 e dagli elementi chiave di questi; Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione;
13 Utilizzo delle risorse; Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti infrastrutturali; Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso; alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali: aria, acqua, suolo (escavazioni, deposito materiali, dragaggi...); Identificazione di tutti i Piani, Progetti e Interventi che possono interagire congiuntamente; Fase 3: Valutazione della significatività delle incidenze. Si mettono in relazione le caratteristiche del Piano con le caratteristiche delle aree o dei siti nel loro insieme in cui è possibile si verifichino effetti significativi, prendendo in considerazione anche eventuali effetti cumulativi. La Valutazione di tali incidenze prevede: 1. Definizione dei limiti spaziali e temporali dell'analisi; 2. Identificazione dei Siti della Rete Natura 2000 interessati e descrizione (caratteri fisici, Habitat e specie di interesse comunitario, obiettivi di conservazione, relazioni strutturali e funzionali per il mantenimento dell'integrità); 3. Identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti considerati; 4. Identificazione degli effetti con riferimento agli Habitat, Habitat di specie e specie nei confronti dei quali si producono; 5. Identificazione degli effetti sinergici e cumulativi; 6. Identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si producono; 7. Previsione e Valutazione della significatività degli effetti con riferimento agli Habitat, Habitat di specie e specie. La Fase 3 definisce le fonti consultate al fine di identificare le incidenze del Piano ed alcuni indicatori per l'individuazione delle possibili incidenze significative.
Fase 4: Dichiarazione sulla necessità o meno di operare ulteriori indagini mirate ad accertare l'incidenza del Piano, ovvero di procedere con l’elaborazione di una valutazione appropriata. Nel caso non si ravvisi tale necessità si prevede una “Scheda riassuntiva” (Allegato A delle determinazioni assunte durante la fase di Screening). Qualora la selezione preliminare (Screening) verifichi la necessità di proseguire le analisi dei possibili effetti dovrà essere redatta “Valutazione appropriata” con opportuni approfondimenti, l’individuazione di ipotesi alternative, eventuali misure di mitigazione o compensazione.
14
Schema riassuntivo della procedura della valutazione di incidenza Tratto da: “La gestione dei siti Natura 2000. Guida all’interpretazione dell’art. 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE”
15 5. FASE 2 - DESCRIZIONE DEL PIANO 5.1 Inquadramento generale 5.1.1 Localizzazione Ariano nel Polesine è situato nell’area orientale della provincia di Rovigo, denominata “Basso Polesine”, compresa nell’Isola fluviale di Ariano delimitata dal fiume Po. La posizione del Comune risulta strategica sia per la posizione a confine col territorio della Provincia di Ferrara, all’interno del Delta del Po, sia per essere posta lungo la direttrice Nord-Sud della S.S. 309 “Romea” che collega Venezia con Ravenna.
L’estensione del comune di Ariano nel Polesine è pari a 80,92 kmq, interamente pianeggianti, ad eccezione del cordone delle dune fossili e per il sistema delle arginature fluviali. Ariano nel Polesine confina a nord con il Comune di Corbola, a nord-est con il Comune di Taglio di Po, a ovest con il Comune di Berra (FE) e il Comune di Papozze, a sud e ovest con il Comune di Mesola e Goro (FE) e a sud-est con il Comune di Porto Tolle. Al 31 dicembre 2011 nel Comune risiedevano 4.603 abitanti distribuiti tra il Capoluogo e le frazioni di Crociara, Gorino Veneto, Grillara, Monti, Piano, Rivà, San Basilio, Santa Maria in Punta. L’area è caratterizzata dal delta del fiume Po, in particolare dai rami denominati Po di Venezia, Po di Gnocca e Po di Goro e da una fitta rete di canali di bonifica. Peculiare è la presenza delle dune fossili, testimonianza dell’antica linea di costa.
16 5.1.2 Subsidenza In coerenza con la relazione di compatibilità geologica, si afferma che la maggior parte del territorio litoraneo che si estende a sud dell'Adige presenta attualmente quote al di sotto del livello marino. Tale situazione é da attribuire, oltre alla pratica di impedire le rotte fluviali, al prosciugamento di vaste paludi il cui fondo era già situato al di sotto del livello del mare, all'innalzamento eustatico del livello marino e soprattutto alla subsidenza, che ha subito notevolissima accelerazione per cause antropiche intorno alla metà del XX secolo. Si può considerare che la subsidenza naturale agisca nel territorio in esame con velocità abbassamento medie dell'ordine di 2÷3 mm/anno (Figura). Durante il secolo scorso, tuttavia, sono stati registrati abbassamenti del suolo di entità assai maggiore, ascrivibili a varie cause collegate con attività antropiche.
Abbassamenti del suolo (in metri) registrati nel delta padano tra il 1951 e il 1970 [Fonte: Consorzio di Bonifica Delta Po Adige] Si é trattato, infatti:
Ȉ di costipamenti localizzati, per sovraccarico; Ȉ di abbassamenti del livello della falda freatica connessi con operazioni di bonifica o con impermeabilizzazioni di vaste aree; Ȉ di alterazioni del chimismo delle acque sotterranee; Ȉ di estrazioni di acqua e di gas metano da falde di scarsa profondità comprese in sedimenti quaternari non consolidati.
Sono ancora presenti fenomeni di abbassamento localizzati sui rami deltizi del Po. Ad oggi sembra improbabile che la situazione si sia completamente normalizzata e che le velocità di caduta siano ritornate entro il campo dei valori attribuiti alla sola subsidenza naturale. In particolare, si può ritenere che siano in notevole miglioramento le condizioni di subsidenza del litorale, ma che permanga una certa situazione negativa per le zone di foce dei rami di Tolle, Gnocca e Goro.
17 5.1.3 Clima Malgrado appartenga all’area mediterranea, il clima della provincia di Rovigo presenta alcune caratteristiche tipiche del clima continentale quali inverni rigidi ed estati calde e umide. Le tavole seguenti sono tratte dal Rapporto della risorsa idrica in Veneto al 30 settembre 2013 (ARPAV) e dimostrano che la piovosità che interessa il comune di Ariano Polesine è scarsa e si distingue per i livelli minimi rispetto all’intera Regione.
Circa la differenza rispetto alla media delle precipitazioni del periodo 1994-2012 il Comune di Ariano Polesine si caratterizza per isoiete comprese tra i 100 e i 200 mm annui. Nell’intero anno idrologico (cioè da ottobre 2012 a settembre 2013) sono caduti in Veneto in media 1.441 mm, la media del periodo 1994 – 2012 è di 1.082 mm. Gli apporti del periodo risultano superiori alla media del + 33 % e risultano essere i maggiori dal 1993/1994. Le quantità massime sono state registrate sulle Prealpi vicentine occidentali, le quantità minori alla stazione di Pradon di Porto Tolle con 774 mm. Nella parte veneta del bacino idrografico ARPAV ha registrato ovunque situazioni di netto surplus pluviometrico rispetto alla media del 1994 – 2012. In particolare nei bacini che interessano Ariano Polesine gli aumenti sono i seguenti: + 46% sul Fissero – Tartaro – Canalbianco, + 41% sull’Adige, + 26% sul Po.
ARPAV prosegue il suo monitoraggio anche tramite l’indice standardizzato di precipitazione (Standardized Precipitation Index, Mc Kee et al. 1993) che permette di definire il deficit o il surplus pluviometrico a diverse scale temporali e territoriali. L’umidità del suolo e l’andamento della 18 stagione agraria rispondono alle anomalie di precipitazione su periodi brevi (1 – 3 – 6 mesi), mentre la disponibilità di acqua nel sottosuolo, nei fiumi e nei bacini corrisponde a periodi più lunghi (6 – 12 mesi). Come dimostra la seguente carta nell’anno ottobre 2012 – settembre 2013 l’indice SPI esprime la prevalenza sul territorio regionale di umidità da moderata ad estrema, mentre limitate aree di normalità sono presenti sul bellunese orientale e sul Polesine sud orientale.
Nel corso del 2012 un’equipe tecnica di ARPAV ha pubblicato uno studio sugli eventi meteorologici estremi nel Veneto nel periodo 1956 – 2009 (Regione Veneto, Eventi meteorologici estremi. Dati e valutazioni sulla radicalizzazione del clima in Veneto, Venezia, settembre 2012). I tecnici ARPAV hanno considerato i fenomeni meteorologici estremi: precipitazioni intense, grandine, forti raffiche di vento, trombe d’aria. L’analisi è stata compiuta su un set di dati relativo agli ultimi decenni, più consistente dagli anni Novanta del secolo scorso corrispondente al potenziamento della rete di misurazione ARPAV. La parte consistente dello studio è dedicata alle precipitazioni intense. Nello studio di un indice di concentrazione (CI index) delle precipitazioni giornaliere in Veneto nel periodo 1956 – 2009 ARPAV ha considerato un campione di stazioni suddivise tra quelle appartenenti alla rete dell’Ex ufficio Idrografico di Venezia per il periodo 1956 – 2004 e alla rete ARPAV per il periodo 1993 – 2009.
19 Carta del Veneto con posizione delle stazioni pluviometriche considerate nello studio idrologico. I simboli indicano: • stazioni con dati 1956 – 2004; + stazioni con dati 2005 – 2009.
1956 - 1969 1970 - 1989
Le carte a fianco raffigurano la distribuzione spaziale dell’indice di concentrazione (CI) registrato nei vari periodi considerati. In alcuni casi la tendenza nel numero di eventi intensi appare in crescita nel corso del periodo 1993 – 2009, in altri casi la tendenza assume un andamento quasi stazionario. In particolare la crescita è più marcata per gli eventi intensi di breve durata (3, 6, 12 ore) rispetto agli eventi di brevissima durata analizzati (10, 30, 60 minuti) e tale risultato appare più chiaro se si analizza il periodo attraverso finestre mobili di 5 anni.
1990 – 2009
20 ARPAV ha notato che le aree costiere si caratterizzano per le più alte percentuali dei massimi di precipitazione rispetto al totale e per la maggiore irregolarità nella distribuzione intrannuale delle precipitazioni. Gli eventi estremi giornalieri sono dovuti alla vicinanza al mare che, in particolare in autunno, favorisce lo sviluppo e la persistenza di sistemi convettivi capaci di scaricare grandi quantità di piogge in breve tempo e in aree ristrette. I principali risultati dello studio climatologico sopra menzionato possono essere così riassunti: diminuzione delle precipitazioni annue dovuto per la maggior parte alla diminuzione durante la stagione invernale nel periodo 1956 – 2004; maggior contributo dei giorni più piovosi sul totale delle precipitazioni, in particolare nella pianura; diminuzione nell’ultimo ventennio dei tempi di ritorno delle precipitazioni massime annuali soprattutto per le stazioni di pianura, mentre in alcune zone montane l’andamento è più irregolare o stazionario con alcuni casi che dimostrano anche tendenze opposte, soprattutto per le precipitazioni di maggiore durata; ripetizione con frequenza annuale di precipitazioni estreme sull’area costiera negli ultimi cinque anni considerati (2004 – 2009). Dunque nel futuro anche il Comune di Ariano Polesine rischia di attraversare periodi aridi ai quali succedono le intense piogge autunnali come accaduto negli ultimi anni (per esempio ad ottobre e a novembre 2010) che hanno causato allagamenti, straripamenti e consistenti danni a fabbricati e infrastrutture. Per questo aspetto si rinvia alla sintesi dello studio dell’IPCC – UNEP - WMO (2007) menzionato nella Relazione ARPAV sopra richiamata (2012). Sulle osservazioni degli eventi meteorologici del Novecento e dello scorso decennio di questo secolo gli scienziati e i tecnici prevedono per i prossimi decenni un’alternanza di eventi meteorologici estremi – piogge intense e alluvioni alternati a fasi prolungate di siccità – anche in stagioni come la primavera e l’autunno per le quali era normale in passato una abbondanza delle precipitazioni che permetteva una ricarica naturale dei bacini idrografici e idrogeologici.
21 5.1.4 Geologia L'attuale assetto geologico del territorio polesano è sostanzialmente determinato dagli eventi alluvionali e deposizionali del fiume Adige e del fiume Po.