QUADRI CONOSCITIVI

Ottobre 2019

Comitato tecnico-scientifico del Contratto di fiume del Musone Il presente documento costituisce una sintesi

divulgativa delle conoscenze scientifiche e delle

principali questioni tecniche, culturali ed Carlo Brunelli, Coordinatore Contratto di fiume del Musone amministrative relative al bacino del fiume Marco Bruschi ,architetto - gruppo Sunesis Musone, al suo assetto ambientale, alle sue Fabio Vita, geologo - gruppo Sunesis caratteristiche socio-economiche e territoriali. con Il fine non è quello di fornire informazioni Luigi Bolognini, Regione - PF Tutela acque e tutela del territorio qualificate sui saperi raggiunti nelle diverse discipline Claudio Zabaglia, Regione Marche - PF Rete Ecologica Marche scientifiche ma di consentire a tutta la Alberto Gigli, Provincia di - SIT popolazione residente nel bacino de Musone di Michele Tromboni, Consorzio bonifiche Marche maturare uno sguardo conoscitivo complessivo sui caratteri, le qualità e le problematiche del proprio Nafez Saqer, Bonifica Marche service territorio, comprendendo meglio Vincenzo Marzialetti ,Genio civile - Regione Marche l’organizzazione dei sistemi amministrativi e Marco Passarelli, ARPAM gestionali, i programmi di intervento avviati e Fabio Taffetani scienze naturali UNIVPM - sistemi vegetazionali quelli programmati, i costi relativi ai singoli Silvia Galassi ATO 3 aspetti della gestione integrata delle acque e Fagioli Renato AIPN dell’ambiente. Cesare Papa AIPN Per questo motivo il taglio scelto è quello della …….. “scheda informativa”, essenziale, asciutta, …….. concentrata più sulle questioni problematiche che …….. sulla finezza del dato e dell’approccio scientifico. Siamo tuttavia consapevoli della incompletezza e della lacunosità delle conoscenze fornite e dell’opportunità di integrarle e renderle più mature ed esaustive. Questa consapevolezza ci induce a considerare l’uscita del seguente quadro conoscitivo - utile allo svolgimento della prima assemblea operativa nell’iter per la formazione del Contratto di fiume - non come un’azione conclusa ma come un’azione aperta, che produca nel tempo approfondimenti ed aggiornamenti.

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Contratto di fiume dell’Alto QUADRO CONOSCITIVO supporto conoscitivo integrato per la partecipazione attiva al percorso di formazione sintesi divulgativa degli studi tecnici e scientifici Unione Montana Potenza, Esino, Musone (capofila) Matteo Cicconi- Presidente Report a cura del Gruppo Sunesis: Arch. Carlo Brunelli (coordinatore del C.d.F.) Arch. Marco Bruschi Geol. Fabio Vita in collaborazione con il Comitato tecnico-scientifico del Contratto di fiume dell’Alto Potenza

San Severino, X-2019

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Indice

l’assetto 1. caratteri generali del bacino del fiume Potenza...... 08 1.1 geografia del bacino ...... 08 1.2 aspetti caratterizzanti ...... 09 2. l’ambiente fisico ...... 10 2.1 geologia ...... 10 2.2 geomorfologia ...... 12 2.3 idrografia ...... 13 2.4 idrogeologia ...... 14 2.5 il clima ...... 18 3. l’ambiente biologico ...... 20 3.1 gli habitat ...... 20 3.2 la fauna ittica...... 22 3.3 la fauna selvatica ……………………………………………………………………………………. 25 4. l’ambiente antropico ...... 26 4.1 cenni storici ...... 26 4.2 uso del suolo ...... 30 4.3 aspetti insediativi ...... 32 4.4 aspetti socio-economici ...... 34 5 il paesaggio ...... 42

5.1 le unità di paesaggio ...... 28 4

le pressioni 6 le pressioni sull’ambiente ...... 48 6.1 il bilancio idrico ...... 48 6.2 rischio geologico-idraulico ...... 56 6.3 qualità delle acque ...... 62 7 la gestione del territorio ...... 66 7.1 pianificazione del territorio ...... 66 7.2 tutela dell’ambiente ...... 68 7.3 riqualificazione e valorizzazione ...... 72 8 la gestione delle acque ...... 76 8.1 governance ...... 76 8.2 la depurazione dei reflui urbani ...... 78 8.3 inquinamento di origine agricola e industriale ...... 80 8.4 problematiche specifiche………………………………………………………………………….... 82 8.5 le acque potabili, l’uso irriguo ...... 84 9 la gestione del rischio idrogeologico ...... 86 9.1 interventi di manutenzione in alveo ...... 86 9.2 interventi nei corsi d’acqua minori ...... 88 9.3 attività di controllo e regolamenti di uso del territorio ...... 89 10 la fruizione del fiume e del suo territorio ...... 90 10.1 la frequentazione turistico-ricreativa ...... 90

10.2 l’accessibilità ...... 92 5

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L’ASSETTO

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1. caratteri generali del bacino del fiume Potenza

1.1 geografia del bacino

Il bacino idrografico del Potenza ha una superficie di sul versante nord-orientale di M, Pennino La ristrettezza maggiore della gola si trova all'imboc- 774,60 kmq compresa quasi interamente nella provin- a circa 1500 m di altitudine. Riceve quindi da sini- catura occidentale, nei pressi del ponte romano sul cia di Macerata con alcuni lembi occidentali nella pro- stra le acque dei Fossi di Capodacqua e di Campodo- quale passa l'antica . Poco a valle del vincia di e nella Regione Umbria.. nico e taglia trasversalmente una serie successiva di ponte, le acque precipitano con un salto di parecchi I suoi confini sono: a Nord i bacini dell'Esino e del anticlinali formando ampie piane alluvionali fino a metri e formano una rapida che si trasforma poi, a cau- Musone, a Sud il bacino del Chienti, a Ovest quello del . In questa località confluiscono da destra le sa delle irregolarità del terreno, in una serie di casca- Topino, affluente del Tevere. acque del F. Scarsito che trae origine sul fianco me- telle. (li Vurgacci). I Comuni interessati dal bacino fluviale sono riportati ridionale di M. Pennino alla quota di 1450 m circa. Allo sbocco della gola di Pioraco il fiume si dirige a nella carta sottostante, che indica anche i principali Il fiume incontra poi la strettoia costituita dall’anti- nord-est, attraversa la sinclinale di e quindi, affluenti. Il fiume clinale di Monte Gemmo e Monte Primo, formando assumendo un andamento trasversale, taglia l'anticli- il fiume Potenza è lungo 88 km. e nasce a monte di la gola di Pioraco, lunga circa 3 km. nale del M. San Vicino fra e San Se- verino Marche. In questo tratto le sponde si restringo- no e ritornano scoscese, specialmente allorché si inter- pone l'ostacolo rappresentato dal nucleo del Lias infe- riore di S. Eustacchio. Nei pressi di San Severino il letto del fiume è ricco di brecciame e di sabbia e non lontano dal ponte di S. Antonio le acque precipitano con un salto di 6-7 metri. Dalla gola di Pioraco a , il fiume riceve a destra le acque del Rio, del T. Palente, che a sua volta riceve le acque del Fosso della Vena, e del Fosso Cerreto. Gli affluenti di sinistra sono: Fosso dell'Elce, Torrente Intagliata, Fosso Grande nel quale confluiscono le ac- que del Fosso di e del Fosso di Portolo. Superato S. Severino Marche, il Potenza assume carat- teristiche subappenniniche e si dirige verso il mare con un andamento nord-orientale, dopo aver ricevuto le

I dati dimensionali del bacino del Potenza fonte: Consorzio Bonifica Marche, giugno 2018

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1.2 aspetti caratterizzanti

Nella geografia del bacino del Potenza si evidenzia- no numerose situazioni caratterizzanti, in quanto identificative di questo specifico territorio. Partendo dall’apice del bacino incontriamo, inaspet- tati, il piani vallivi di Fiuminata-Pioraco, residui an- tichi fondali lacustri drenati dall’azione dell’uomo, e l’altopiano carsico di Montelago. Le gole di Pioraco, tra i due contrafforti montani di M. Primo e M. Gemmo, determinano un repentino salto di quota che impegna il fiume potenza in una successione di cascate nella forra detta “li vurgacci” Le corrugazioni montane, parallele alla dorsale ap- penninica, determinano la suddivisione della vallata in ambiti aperti ad andamento trasversale tra l’una e l’altra formazione montuosa. Ognuno di questo ambito aperto è presidiato da un Sezione longitudinale del fiume Potenza, dalla sorgente alla insediamento. foce. Il sinclinorio tra la dorsale appenninica e la preap- Tratto 1– dalla sorgente alla gola di Pioraco penninca (S. Vicino, M. d’Aria) è presidiato dall’in- Tratto 2—da Pioraco a Castelraimondo sediamento vallivo di Castelraimondo, subito dopo Tratto 3—da Castelraimondo a San Severino Tratto 4 (1-2) - da San Severino a Passo di la preappenninica è l’insediamento di San Severino Tratto 5 - da Passo di Treia alla foce circondato da piccole colline (le semptem peda da Fonte: Consorzio Bonifica Marche, giugno 2018 cui deriva il suo antico nome) che domina il sincino- rio delimitato dalla dorsale di , segnalata sul- acque del Fosso Maestà alla sua destra e del Fosso di la valle del Potenza dal rilievo di Pitino S. Lazzaro, Rio Catignano, Rio di Palazzolo, Rio Un ultimo restringimento della valle avviene all’al- Chiaro, Fosso Monocchietta, alla sinistra. tezza di passo di Treia, nella dorsale che unisce Lungo il Potenza non ci sono sbarramenti che abbiano Treia a segnalata dal rilievo di monte fran- costituito degli invasi artificiali ma esistono, lungo il co posto a ridosso del corso fluviale. corso del fiume, molte centrali idroelettriche che uti- Non è un caso che tutti i luoghi caratterizzanti lungo lizzano direttamente le acque, restituendole qualche il corso del potenza, dalle gole, a monte Primo, da chilometro a valle delle opere di presa modificando in Pitino a monte franco, corrispondano ai più antichi Forme caratterizzanti nel bacino dell’alto Potenza: più tratti le portate del fiume. insediamenti umani nel territorio. La portata media è di circa 6 mc/sec con riduzioni nel La peculiarità della valle del Potenza, rispetto alla  la piana di Pioraco e l’altopiano di Montelago periodo estivo meno significative rispetto ad altri fiu- successione delle valli perpendicolari alla costa del  Pioraco chiude l’omonima gola, cascate a li vurgacci mi marchigiani, anche per il prezioso apporto del T. territorio marchigiano, sta proprio nella sua divisibi-  La conca di San Severino e il rilievo di Pitino Scarsito la cui portata è pressoché costante tutto l’an- lità in settori successivi ben riconoscibili e nella  Monte Franco visto dalla valle e lungo la dorsale ad no. mancanza di derivazioni vallive laterali significative. essa perpendicolare che collega Pollenza a Treia

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2. l’ambiente fisico

2.1 geologia

Il bacino del Potenza si sviluppa nel versante adriatico che ha portato all’emersione dell’intera area e che è stata Dopo tale formazione inizia la sedimentazione terrigena dell'Appennino centrale attraversando dapprima un'a- responsabile inoltre della formazione degli altopiani tetto- miocenica all’interno del bacino di Camerino interno alle rea prevalentemente montuosa ad occidente e succes- no-carsici interni ai Sibillini di cui l’area di Colfiorito rap- due dorsali che fa parte di una struttura sinclinalica mioceni- sivamente, ad oriente un'area essenzialmente collinare. presenta uno degli esempi più evidenti. ca che si sviluppa da Albacina a Nord (al di fuori della no- Quando le sommità delle dorsali cominciavano ad emer- stra area) fino a a Sud. La prima corrisponde all'Appennino vero e proprio ed gere sono iniziati i fenomeni di erosione, dapprima areali I sedimenti pliopleistocenici sono rappresentati da facies è costituita da due zone montagnose (dorsale di M. con la formazione delle paleosuperfici sommitali presenti argillose, marnose e sabbiose talora associate, talora affio- Pennino M. Cavallo, dorsale di M. S. Vicino) separata sulle dorsali (M. Fiegni, M. Fema. M. di Giulo ecc) e poi ranti singolarmente su aree più o meno vaste. verso Nord da una depressione intermedia (Conca di lineari durante il maggior sollevamento pleistocenico pro- I depositi continentali del Quaternario sono costituiti dai Camerino); la seconda corrisponde invece al subap- ducendo le imponenti incisioni fluviali, i salti e le catture detriti di falda, dalle alluvioni e dai depositi lacustri.. pennino e si estende fino al litorale adriatico. Nel baci- dei corsi d’acqua, le paleofrane e in generale l’attuale as- Le alluvioni si rinvengono lungo il corso principale dei due no del Potenza il tratto appenninica si protrae più ad setto paesaggistico che a tutt’oggi possiamo osservare. fiumi e lungo quello dei maggiori affluenti dove sono dispo- oriente in relazione alla presenza di una modesta dor- A quest’ultima fase s’imposta una tettonica distensiva, ste in diversi ordini di terrazzi. Esse sono più sviluppate sale montuosa corrispondente alla porzione più meri- particolarmente intensa, con faglie normali e/o transtensi- nell'area subappenninica e nella conca interna di Camerino e dionale del rilievo di M. Acuto (dorsale di Cingoli). ve, ad andamento NNW-SSE che ha dislocato le prece- sono costituite da ciottoli calcarei e da sabbie, talvolta con denti strutture compressive e che costituiscono gli elemen- intercalazioni argillose. Particolarmente estese e potenti Del bacino fa parte anche la conca endoreica, dei Piani ti strutturali più recenti, a luoghi ancora attivi. sono le alluvioni entro cui sono incisi gli attuali letti fluviali, di M. Lago. Osservando da vicino i litotipi calcarei presenti nell’area nella bassa porzione della valle. Le zone montuose sono costituite essenzialmente da in esame si rileva l’unità calcarea più antica di età triassica sedimenti calcarei o calcareomamosi del Mesozoico- sup. basso giurassica (Calcare massiccio), riferibile ad un Riferendosi alle caratteristiche geomorfologiche, si può os- basso Terziario. Le aree collinari sub-appenniniche e ambiente originario di piattaforma carbonatica in strati per servare che si è in presenza di una morfologia nelle grandi del Bacino di Camerino sono invece rappresentate da lo più spessi,; affiorante al nucleo della anticlinali maggio- linee conforme all'assetto strutturale, nel senso che alle anti- terreni a base prevalentemente argilloso- ri (M. Fema, M. Patino. M. Bove e Bolognola). clinali corrispondono gli allineamenti montuosi mentre le sabbiosoarenacea del Terziario e del Pleistocene. Le unità che seguono verso l’alto sono attribuibili ad un aree più depresse che li separano corrispondono con le sin- ambiente marino più profondo (pelagico) e presentano clinali. EVOLUZIONE GEOLOGICA strati medi e sottili. Esse sono costituite dalle seguenti Le porzioni calcaree del territorio sono caratterizzate da una Dal punto di vista tettonico si tratta di un insieme di anticli- formazioni: ridotta dissezione cui corrisponde una bassa densità di dre- nali e sinclinali che si sono accavallate progressivamente ad - Corniola (Lotharingiano – Pliensbachiano) naggio. I versanti si presentano discretamente acclivi e tal- est sopra ai sedimenti torbiditici della Laga (esterna all’area - Calcari e marne del Sentino – (Pliensbachiano – Toarcia- volta anche dirupati (gola di Pioraco, gola di San Severino). in esame), lungo un fronte di sovrascorrimento con direzio- no p.p.) Un quadro differente è quello offerto dalle aree dove affio- ne NNW-SSE. - Formazione del Bosso - (Toarciano p.b.- Bathoniano) rano i terreni a base argilloso-arenacea del Terziario. Qui la Questi accavallamenti sono testimonianze di un periodo di - Rosso ammonitico densità di drenaggio è più alta mentre i versanti si mostrano forte compressione antiappenninica che a partire dal Lan- - Marne a posidonia , quello superiore costituito da calcari più dolci e sono talvolta, nelle aree più argillose, interessati ghiano ha articolato, in tempi successivi, il dominio umbro- marnosi alla base e micriti nella parte sommitale. da smottamenti e scoscendimenti. marchigiano in bacini allungati sia interni e successivamen- - Calcari diasprini umbro-marchigiani - (Calloviano – Ti- La carta Idrogeologica allegata al presente lavoro è stata te esterni mediante un progressivo spostamento del depo- tonico inf) realizzata seguendo i dati pubblicati da: Progetto CARG centro verso est. Durante questa fase si sono impostate le - Maiolica (Titonico sup – Aptiano p.p.) “Carta Geologica Nazionale” cofinanziato dalla Regione strutture plicative e le conseguenti faglie inverse ed trascor- - Marne a fucoidi – (Aptiano p. p. – Cenomaniano) Marche. renti. - Scaglia bianca e rosata – (Cenomaniano medio – Eocene A partire dal Pliocene medio è iniziata una fase di distensio- medio) ne e sollevamento con acme durante il Pleistocene inferiore - Scaglia variegata e cinerea (Eocene medio p.p. – Oligo- cene)

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Carta geologica fonte: Consorzio Bonifica Marche, studio del Bacino del Potenza, giugno 2018

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2.2 geomorfologia

Studio dei versanti mediante analisi delle criticità idrogeomorfologiche (PAI, . Per quanto riguarda la pericolosità relativa ai fenomeni franosi sono state inserite le aree individuate dal PAI (Piano di assetto idrogeologico della Regione Marche Autorità di Bacino Regionale), adottato dal Comitato Istituzionale con delibere 15\2001 e 42\2003 e appro- vato con Deliberazione di Consiglio Regionale n. 116 del 21/01/2004 pubblicata sul supplemento n. 5 al BUR n. 15 del 13/02/2004 con successivo aggiorna- mento approvato con Decreto n. 49 del 27/07/2016 del Segretario Generale dell'Autorità di Bacino regionale (B.U.R. Marche n. 124 del 16/11/2016), successiva- mente rettificato con i Decreti n. 55 del 26/09/2016 (B.U.R. Marche n. 17 del 10/02/2017) e n. 61 del 24/10/2016. Le aree sono articolate differenti livelli di pericolosità dei fenomeni gravitativi, distinti in: AVD_P4 - Aree di Versante a Pericolosità molto ele- vata; AVD_P3 - Aree di Versante a Pericolosità elevata; AVD_P2 - Aree di Versante a Pericolosità media; AVD_P1 - Aree di Versante a Pericolosità moderata.

Alluvioni: Per quanto riguarda le aree soggette ad alluvionamento I settori e le forme riconoscibili dell’Alto Potenza: 1 - sinclinorio della flaminia minore, 2 - piana di Pioraco, 3 - altopiano sono state inserite quelle derivanti dal PAI (Piano di carsico di Montelago, a - gole di Pioraco, 4 - sinclinorio di , b - strettoia dell’Elce e dei Grilli, 5 - il sinclinorio di assetto idrogeologico della Regione Marche Autorità San Severino e , c - strettoia di Pitino, 2 - piana di passo di Treia, d - strettoia di Treia e monte franco, 8 - piana di di Bacino regionale), adottato dal Comitato Istituzio- villa Potenza.. ( Elaborazione redatta per il Contratto di fiume Alto Potenza, luglio 2019 ) nale con delibere 15\2001 e 42\2003 e approvato con Deliberazione di Consiglio Regionale n. 116 del anni successivamente suddivise in tronchi distinti in su commissione del Consorzio di Bonifica delle Mar- 21/01/2004 pubblicata sul supplemento n. 5 al BUR n. base ai livelli di rischio, così denominati: AIN_R4- che per il bacino del Potenza è stata calcolata la porta- 15 del 13/02/2004 con successivo aggiornamento ap- Aree Inondabili a Rischio molto elevato, AIN_R3- ta al colmo di piena per un tempo di ritorno di 50 anni provato con Decreto n. 49 del 27/07/2016 del Segreta- Aree Inondabili a Rischio elevato, AIN_R2- Aree utilizzando, per confronto, modelli numerici e formule rio Generale dell'Autorità di Bacino regionale (B.U.R. Inondabili a Rischio medio e AIN_R1- Aree Inon- empiriche. Tali verifiche sono da ritenersi assoluta- Marche n. 124 del 16/11/2016), successivamente retti- dabili a Rischio moderato. mente preliminari e costituiscono un approccio meto- ficato con i Decreti n. 55 del 26/09/2016 (B.U.R. Mar- dologico per futuri studi e fornendo esclusivamente le che n. 17 del 10/02/2017) e n. 61 del 24/10/2016. Nella Tavola 3 abbiamo riportato a parte Lo altezze dei tiranti idrici per una prima valutazione qua- Queste aree evidenziano le fasce di territorio inondabi- “STUDIO PER LA MITIGAZIONE DEL RI- litativa del grado di pericolosità connessa a fenomeni le assimilabili a piene con tempi di ritorno fino a 200 SCHIO IDROGEOLOGICO” redatto da UNICAM di esondazione. 12

2.3 idrografia

Idrologia superficiale L’idrografia superficiale è naturalmente condizionata dalle caratteristiche litologiche dei terreni attraversati ed in particolare dal controllo tettonico che ha influen- zato i tracciati dei reticoli del drenaggio superficiale determinando l’orientamento di molte valli fluviali. Nelle zone calcaree il fiume incide il substrato roccio- so, spesso profondamente, risultando quindi strette e generalmente prive di depositi alluvionali. L’azione chimica delle acque sui litotipi calcarei (Corniola e Calcare massiccio), ha spesso dato luogo a fenomeni carsici talora imponenti tanto in superficie quanto in profondità (inghiottitoio piana di Colfiorito). Nella stretta fascia collinare situata fra le due dorsali calca- ree si assiste ad una notevole modificazione della mor- fologia delle valli fluviali che qui sono più larghe e con pendii longitudinali e trasversali caratterizzati da Sopra: Stralci della Carta Idrogeologica del Bacino del Potenza con evidenziazione delle sorgenti minor acclività. fonte: Consorzio Bonifica Marche, studio del Bacino del Potenza, giugno 2018 Il regime è a carattere torrentizio sia per il clima che Sotto: individuazione delle derivazioni nel settore montano del Potenza, da Fiuminata a Castelraimondo - fonte: CdF concentra le piogge nei periodi autunnali e invernali ma anche per la presenza di acquiferi calcarei che re- stituiscono ai fiumi le acque piovane in tempi piuttosto brevi in quanto dotati di una intensa fratturazione do- vuta in massima parte all’attività tettonica. Per quanto riguarda il profilo longitudinale del corso d'acqua, vi è da rilevare che due fatti principali concor- rono a modificarne gli equilibri. Uno è dovuto alla co- struzione di numerose briglie che tolgono alle acque fluviali gran parte del carico solido aumentandone il potere erosivo a valle delle opere stesse. Tale incre- mento dell'attività erosiva è particolarmente evidente nei tratti esterni dei corsi d'acqua dove si rileva un atti- vo e rapido approfondimento degli alvei con ripercus- sioni negative sulla stabilità dei manufatti e sul livello delle superfici freatiche. L'altro è dato da un numero elevatissimo di derivazioni che modificano, soprattutto durante i mesi estivi, la portata d’acqua in ampi tratti al di sotto del Deflusso Minimo Vitale.

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2.4 idrogeologia

1 - Complesso di depositi di origine alluvionale e, subordinatamente, eluvio-colluviali e di ambiente di spiaggia. Inquadramento idrogeologia del bacino. Formato essenzialmente da depositi alluvionali terrazzati antichi e recenti delle pianure alluvionali, costituiti da corpi ghiaiosi, ghiaioso sabbiosi e ghiaioso- Prendendo ora in considerazione le caratteristiche limosi con intercalate lenti, di varia estensione e spessore, argilloso-limose e sabbioso-limose. In tali depositi sono presenti falde monostrato a superficie libera di notevole importanza per l'approvvigionamento idrico regionale ad uso civile, agricolo ed industriale. In prossimità della costa sono, o possono esse- geoidrologiche dei terreni sopra descritti, si può dire re, presenti acquiferi multistrato con falde confinate o semiconfinate. Tali acquiferi sono ricaricati essenzialmente dalle acque superficiali. che i termini calcarei sono notevolmente permeabili 2 - Complesso di depositi detritici costituiti da clasti carbonatici della successione umbro marchigiana con matrice argilloso-limosa (dorsali carbonatiche) e da depositi antichi, ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi, di probabile origine fluviale, con forte componente sabbiosa. per fessure e per canali di dissoluzione carsica Questi ultimi sono presenti nell'area meridionale al tetto della sequenza plio-pleistocenica. Pleistocene-Olocene. Tali depositi contengono falde libere di («scaglia rosata», «maiolica», «

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Carta idrogeologica fonte: Consorzio Bonifica Marche, studio del Bacino del Potenza, giugno 2018

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Gli acquicludi più importanti (legati agli acquiferi recenti. suddetti) sono dati dalla «scaglia cinerea», dagli Di una discreta importanza geoidrologica sono i «Scisti a Fucoidi» (in particolare dalla parte basale, terreni alluvionali della parte esterna dei bacini dove essendo quella superiore spesso permeabile per fessu- sono stati perforati numerosi pozzi per uso irriguo, razione) e dal «rosso ammonitico». Quest'ultimo è industriale e potabile. però spesso discontinuo per l'esistenza dei due tipi di La maggior parte delle perforazioni è distribuita sedimentazione giurassica. nelle piane alluvionali dei fiumi e nel primo livello Agli acquiferi mesozoici sono legate le più importanti terrazzato. manifestazioni sorgentizie. Si tratta di sorgenti per lo Gli orizzonti acquiferi sono rappresentati da ghiaie e più di trabocco semplice o per sbarramento su fianco sabbie separate da intercalazioni argillose frammen- di anticlinale o anche, talvolta, di emergenze carsiche tarie che danno origine a locali falde in pressione legate allo sbocco di un canale di circolazione prefe- comunicanti però, a breve distanza, con le altre in renziale. modo da dare origine ad accumuli nel complesso L'unità acquifera più importante è quella superiore abbastanza continui nell'ambito di ogni valle. Solo («scaglia rosata»); questa deve la sua capacità di ali- nei tratti terminali dei bacini si rinvengono in pro- mentare numerose e spesso cospicue manifestazioni al fondità vere e proprie falde artesiane in relazione fatto di essere compresa tra i due acquicludi più im- alla presenza di una più continua ed estesa copertura portanti per estensione e potenza, gli «Scisti a Fucoi- argillosa. di» a letto (che determinano prevalentemente manife- stazioni di trabocco semplice) e la «scaglia cinerea» a tetto (con manifestazioni di trabocco per sbarramen- to). In quest'ultimo caso si hanno le venute d'acqua più notevoli in quanto la «scaglia cinerea» costituisce l'ac- quiclude più esterno delle strutture anticlinaliche cal- caree, cosicché può sbarrare non solo le acque della «scaglia rosata» ma anche quelle degli acquiferi più antichi a contatto tettonico con quest'ultima. Emergenze carsiche anche notevoli sono legate in par- ticolare al «calcare massiccio» (gola di Pioraco). Da sinistra a destra: Di importanza minore sono le sorgenti che si manife- stano nei terreni terziari e pleistocenici in relazione L’opera di captazione delle acque della sorgente di Fonte alla modesta entità dei bacini di alimentazione ed alla di Brescia. presenza di frequenti interstrati e livelli impermeabili. Vi è ancora da rilevare che l'assetto tettonico dell'area Il sistema delle sorgenti puntuali e lineari, con relativa por- favorisce la formazione di falde profonde in pressione, tata, in relazione agli affioramenti carbonatici ed alle prin- in corrispondenza delle sinclinali e della monoclinale cipali discontinuità tettoniche (Mastrorillo 1996) esterna: qui infatti gli acquiferi calcarei si trovano a Carta dei corpi idrici sotterranei delle regione Marche notevole profondità sotto i terreni impermeabili più (fonte: ARPAM) 16

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2.5 clima

Il clima delle Marche risulta essere influenzato da di- versi fattori, tra cui la latitudine (compresa tra il 42° ed il 44° parallelo nord), il grande sviluppo delle coste (un chilometro di litorale per ogni 56 kmq di territo- rio), la modesta batimetria ed apertura del Mare Adria- tico, la vicinanza dei massimi rilievi appenninici alla costa (in media circa 60 km), la progressività dell’in- cremento delle quote allontanandosi dal litorale, la scarsità di rilievi particolarmente elevati, l’orienta- mento delle vallate principali (aperte ad Est) e la pre- senza della catena appenninica che costituisce un im- portante ostacolo orografico ai venti da occidente. Nel complesso si tratta di un clima mite con inverni non molto freddi, anche se rigidi e nebbiosi, ed estati mediamente calde ed asciutte. Ovviamente, questa descrizione vale per la media regionale, dato che nu- sopra: temperature medie, massime e minime tra il 1991 e il 2010 nelle Marche - fonte: Assam merosi fattori concorrono a tipizzare il clima di cia- sotto: bilancio idroclimatico 91-2010 - var. rispetto a 61-91 - var. precipitazioni 91-2010 rispetto a 61-91- fonte :Assam scun sito in riferimento all’altitudine ed alla distanza dalla costa, con una sensibile differenza tra litorale a sud o a nord del M. Conero. Tendenza delle temperature La media delle temperature medie dei periodi 1962- 1989 e 1990-2015 registra un aumento dei valori in tutta l’area del bacino.. Aumento che vale sia per le stagioni estive che invernali. Nei due periodi indagati questo incremento corrispon- de a temperature più alte di circa due gradi per le me- die del periodo 1990-2015, rispetto alle stesse medie degli anni 1961- 1989. Tendenza delle precipitazioni L’analisi riguardo le precipitazioni mostra una diffe- renza tra i dati forniti da Assam e quelli del Consorzio Bonifica. I primi mostrano un trend in diminuzione, specie nell’area montana, mentre quello del recente pitazione minima sia aumentata di molto, raggiun- termini di disponibilità idrica futura. Il bilancio idro- studio del Consorzio, di taratura più fine, ha permesso gendo nel periodo 1990-2017 un valore di 70.525 climatico resta tendenzialmente in deficit. di evidenziare come la quantità di precipitazione mas- mm in più rispetto a quello degli anni 1951-1989. E’ quindi prioritario adottare misure atte a ridurre la sima del periodo più recente sia aumentata di 27.12 Questo dato, se confermato, non deve però indurci a dispersione della riserva idrica e renderla disponibile mm rispetto a quello precedente e la quantità di preci- ritenere che il bacino del Potenza sia al sicuro in per affrontare i periodi di siccità estiva

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sopra: Andamento delle temperature medie nel bacino del Potenza 1961-1989 e 1990-2015 sotto: Distribuzione spaziale della media delle precipitazioni totali annue nel bacino del Potenza 1961-1989 e 1990-2015 fonte : Consorzio Bonifica Marche

Andamento delle temperature medie nelle Marche dal 1961 al 2017 - fonte :Assam Dalle rappresentazioni grafiche fornite dallo studio del Consorzio Bonifiche si nota come la distribuzione delle piogge tendenziale accentui la divari- cazione tra ambiente montano e am- biente vallivo. L’effetto dell’incremento della vege- tazione boschiva nelle aree montane può indurre fenomeni microclimatici che determinano l’aumento localizza- to delle piovosità, ma questo effetto si inquadra in una netta riduzione delle piogge in tutta la parte valliva e so- prattutto nella fascia litoranea. Questo aspetto conferma anche la ten- denza alla focalizzazione e frammen- tazione degli eventi metereologici as- sociati alle forti piogge, con il noto fenomeno delle “bombe d’acqua”. Gli interventi di adattamento climatico devono quindi assumere una duplice finalità: assorbire gli effetti di tempe- ste localizzate molto intense e preser- Direzione e intensità dei venti nelle Marche vare acqua per i periodi di siccità. Media dei valori dal 1961 al 2017 - fonte :Assam 19

3. l’ambiente biologico

3.1 gli habitat

La valle del Potenza individua una varietà di habitat calcaree o come quello delle zone umide d’alta quota costituirebbe una situazione di assoluto interesse natu- montani che la rende esemplificativa dell’intero terri- legate alla presenza sia di altopiani carsici che di val- ralistico che porterebbe grandi benefici non soltanto torio appenninico dell’Italia centrale. In particolare il li residuali di antichi laghi naturali. all’ambiente, ma anche all’economica di questa parte settore a monte della gola di Pioraco associa habitat Proprio quest’ultimo habitat, tra i più importanti nel di vallata per i positivi risvolti sul turismo. tipici dei pascoli alti delle vette e sei crinali con le for- sistema ecologico territoriale, avrebbe bisogno di un Altro habitat che si incontra scendendo dalla piana di mazioni di faggete e le sequenze di minore quota, dai intervento di riqualificazione e ripristino dopo i pe- Pioraco da salvaguardare e valorizzare è quello delle castagneti ai boschi a dominante carpino nero e acero santi interventi antropici degli ultimi decenni che gole incise che qui hanno la particolarità di offrire una di monte fino alla serie della roverella che si va com- hanno di fatto eliminato le originarie marcite , veri e varietà di situazioni derivanti sia dalla diversa esposi- porre nel paesaggio rurale vallivo e collinare. propri fulcri di biodiversità e di sostegno alla presen- zione e conformazioni delle incisioni (sul corso d’ac- Accanto a questa successione pressoché completa e za di numerose specie vegetazionali e faunistiche. qua principale o su affluenti ortogonali ad esso) ma tipica dell’ambiente appenninico, sono presenti habitat La particolare vicinanza di ambienti umidi stagionali anche dalla varietà di geologia delle rocce e dei terreni più caratterizzanti, come quello delle rupi e delle rocce (montelago) e marcite (piana di Fiuminata e Pioraco) incisi. Oltre alle note gole di Pioraco assumono grande

A sinistra: Vegetazione potenziale fonte: Rete Ecologica Marche

A destra in alto: sezione trasversale di un habitat fluviale come quello del fiume Potenza fonte: tesi F.Belli UNIVPM a.a.2015/16

A destra in basso: I principali habitat naturali presenti nel baci- no del Potenza. fonte : studi per la revisione del P.P.A.R. Marche

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importanza naturalistica anche la gola del fosso logica in questa come in tutte le vallate delle Marche. dell’Elce, in territorio di , che deve il suo no- La vicinanza di insediamenti abitativi e produttivi ha me all’importante presenza di leccete e la stretta valle intaccato in più punti lo spessore della fascia di vege- dei grilli, sull’opposto versante della valle del Potenza, tazione ripariale e di certo non aiuta in questo senso che oltre a formazioni di leccete presenta anche una la consuetudine di confinare l’alveo fluviale in spazi grande biodiversità vegetazionale dovuta alla esposi- sempre più stretti per poi assicurare la portata di pie- zione nord-sud della vallata che favorisce la compre- na eliminando la vegetazione arborea. Va sempre senza di formazioni tipiche di ambienti freddi ed umidi tenuto ben fermo e presente che l’habitat fluviale è e di ambienti temperati e mediterranei. La straordinaria alla base dell’intero sistema ecologico territoriale e ricchezza di ambienti naturali nei rilievi montani trova della catena alimentare che va dalla fauna bentonica, un elemento di connessione essenziale nel corridoio alla fauna ittica, all’avifauna ed alla serie dei mam- ecologico fluviale, vera “spina dorsale” della rete eco- miferi di cui siamo, noi umani, l’ultimo anello.

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3.2 la fauna ittica

La carta ittica regionale ha consentito di fotografare in Nel torrente Scarsito a monte dell’abitato di , troticoltura a monte. Necessari controlli costanti e l’in- modo molto dettagliato lo stato di salute ecologico dei sono state rinvenute due specie: la trota fario e lo cremento della vegetazione ripariale importantissima corsi d’acqua regionali grazie alle analisi condotte dal scazzone. La biodiversità è mediocre e la presenza per gli esemplai più giovani. 2007 al 2009 in una serie di stazioni distribuite nel dello Scazzone e il numero delle trote determina Nel fiume Potenza all’altezza di Poggio Sorifa sono territorio. Le analisi hanno riguardato l’aspetto fisico- l’importanza naturalistica del sito. Va evitata in que- state rilevate solo trote fario (biodiversità scarsa) in ambientale dei corsi d’acqua, la presenza e le caratte- sta zona la pratica di ripopolamenti di trota fario al numero abbondante, indice di una popolazione stabile ristiche delle varie specie di pesci, la presenza e varie- fine di tutelare la presenza dello Scazzone. La zona e ben strutturata. Appare urgente un monitoraggio del- tà dei macroinvertebrati e degli insetti (la fauna bento- è segnalata invece per la reintroduzione della trota le caratteristiche genetiche di tale popolazione per ve- nica) che costituiscono formidabili indicatori sullo mediterranea. rificare la presenza di trote di ceppo mediterraneo stato di salute di un fiume. Nel torrente Scarsito a valle dell’abitato di Sefro, (conservazione), ovvero l’origine alloctona delle trote Lungo il bacino del Potenza sono state individuate dove è prevista la realizzazione di una piccola area di ( programma di reintroduzione del ceppo autoctono otto stazioni di analisi che hanno restituito una situa- laminazione, sono state rilevate solo trote e la biodi- mediterraneo). zione fortemente differenziata tra la parte superiore e versità è quindi bassa. Si ipotizza che la situazione Nel fiume Potenza a Pioraco sono state rinvenute quat- la parte inferiore del reticolo idrografico. sia alterata dalle immissioni e dalla presenza della tro specie: la trota fario, il vairone, lo scazzone e la

Categoria delle acque Indice di integrità dei corsi d’acqua I principali indicatori biologici della fauna bentonica fluviale 22

lampreda padana. La biodiversità è quindi ottima. zo padano e la sanguinerola sebbene in pochi esem- tà. La specie più numerosa è il cavedano. L’importanza comunitaria delle specie presenti sugge- plari. La presenza della sanguinerola è di eccezionale Tra i maggiori affluenti i monitoraggi hanno interessa- risce l’impedimento di ripopolazioni a salmonidi e una importanza (unica presenza nelle Marche) e va quin- to il Torrente Palente a Pianpalente di Camerino, dove intensa azione di vigilanza contro il bracconaggio. di ulteriormente studiata. sono presenti la trota fario e il vairone. La popolazione Nel fiume Potenza a Lanciano di Castelraimondo (area Nel fiume Potenza a Taccoli di San Severino aumen- di trote non è però equilibrata a causa delle immissioni no-kill) sono presenti la trota fario ed il vairone. Il ta il numero delle specie (cobite, lampreda, rovella) e attività di pesca, riducendosi drasticamente per l’im- numero delle trote è il maggiore rilevato nella provin- mentre è il vairone la specie dominante in assenza patto di impianti sportivi presenti lungo il corso. cia ma con una struttura demografica non soddisfacen- della trota. La presenza della Lampreda e l’assenza Nella stazione del Menocchia ad sono pre- te. Gli unici ripopolamenti ammissibili, pertanto, sono di una sensibile di specie non autoctone, presenti senti la trota fario (scarsa), l’anguilla, il vairone e l’al- quelli eventualmente da effettuarsi per il recupero del invece più a valle, suggerisce un’azione di tutela da borella. La biodiversità è ottima ma non così la qualità ceppo autoctono mediterraneo. possibili contaminazioni e da rischi di inquinamento. delle acque. Presenti esemplari di gambero di fiume. Nel fiume Potenza a Selvalagli di Gagliole sono pre- Nel fiume Potenza a Passo di Treia compaiono altre Il torrente merita un’azione di tutela delle specie più di pregio senti sei specie: trota, barbo, vairone, cavedano, ghioz- specie come l’alborella con alto grado di biodiversi- (anguilla e gambero) dall’invasività dell’alborella.

Scarsito sopra Sefro Scarsito sotto Sefro Potenza Poggio Sorifa Potenza piana Pioraco

Potenza Castelraimondo Potenza Selvalagli Potenza Taccoli Potenza Passo di Treia 23

Nel torrente Monocchia all’altezza di Sambucheto la popolazione ittica è scarsissima per effetto dell’inqui- namento e la fangosità delle acque. Sopravvivono po- chi esemplari di lasca, alborella e scarsi ghiozzi. Il trat- to terminale del Monocchia necessita di un deciso in- tervento di riqualificazione ambientale. Il fiume Potenza a Sambucheto, pur essendo all’ester- no dell’area del Contratto di fiume, è indicativo dell’andamento progressivo a valle del territorio di Treia e dei rischi di contaminazione da specie esotiche. La biodiversità è molto alta con almeno nove specie censite (alborella, anguilla, barbo, carassio, cavedano,, cobite, ghiozzo, lasca, rovella). In questo tratto è stata rilevata la presenza del gambero rosso americano, solitamente infestante. Sarebbe im- portante avviare una politica di contenimento di questa specie affinchè non colonizzi la parte superiore del bacino.

Da sinistra a destra: La competizione tra specie alloctone (trota iridea e gambero delle Louisiana) e specie autoctone (trota fario e gambero ). Elenco delle specie autoctone e delle specie Natura 2000 La Lampreda padana ha nell’alto Potenza il suo ultimo area- le nelle Marche

Palente Pianpalente Monocchia Appignano Monocchia Sambucheto Potenza Sambucheto

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3.3 la fauna selvatica

Nella descrizione della fauna selvatica nell’ambito del Specie che si stanno affermando nell’ecosistema del bacino fiume Potenza è opportuno distinguere tra le specie del Potenza: (sotto) airone cenerino, cormorano e nutria lungo il fiume che trovano nel fiume il loro habitat permanente e (a lato) lupo appenninico, capriolo, cinghiale a partire dalle quelle che frequentano l’ambiente fluviale occasional- aree montane e dalle zone boschive mente. Strettamente connesse all’habitat fluviale sono le varie specie dell’avifauna che frequentano le rive fluviali e le aree umide, come gli ardeidi (aironi, gar- zette, nitticore) il tarabusino, la gallinella d’acqua, la folaga, il germano reale, il cormorano, l’alzavola, il martin pescatore e molte altre, alcune delle quali più rare come il merlo acquaiolo che preferisce i ruscelli di montagna. Tutte specie che dipendono dalla abbondan- za di pesce e dalla presenza di vegetazione nella fascia ripariale ed oltre in cui nidificare. Tra gli anfibi incontriamo la rana, il rospo, la raganel- la, la salamandra e diverse sono le specie di rettili, dal- le lucertole, ai ramarri ai serpentiformi cole la biscia e l’orbettino. Tra le specie dei mammiferi, lo spazio un tempo tenu- to dalla lontra - oggi estinta nei nostri fiumi - è stato occupato dalla nutria, specie alloctona che è diventata infestante. Le specie che frequentano abitualmente il fiume ma vivono in un habitat più vasto riferibile la bosco tem- perato vanno dai mammiferi di piccola taglia come i mustelidi, agli scoiattoli, agli istrici, i ricci ed i tassi che sia alimentano al suolo, fino agli esemplari di pre- datori minori come la donnola, la faina, la puzzola, la martora e di dimensioni maggiori come il gatto selvati- co, la volpe e il lupo che è all’apice della catena ali- mentare se escludiamo l’uomo dall’elenco delle specie animali. Il lupo appare in particolare l’unico predatore in grado di limitare la proliferazione dei grandi erbi- vori ed onnivori, come il capriolo e il cinghiale. Più contenute le popolazioni di cervi e daini. Tra le specie volatili i mammiferi come i pipistrelli e gli uccelli tra cui il picchio, la ghiandaia, la moltitudi- ne dei passeriformi fino ai rapaci come i falchi, l’aqui- la o i notturni come il gufo, la civetta, il barbagianni. 25

4. l’ambiente antropico

4.1 cenni storici

Nel paleolitico gli insediamenti si trovavano per lo più Con l’affermarsi dei traffici marittimi la valle del aumenta in modo esponenziale con l’affermarsi della lungo i corsi d’acqua, soprattutto nella media e alta Potenza diviene una delle più impostanti vie di pene- civiltà picena nel corso del I° millennio a.C. Nascono valle del Potenza, nel territorio a nord di San Severino trazione dall’adriatico verso la valle del Tevere ed il insediamenti montani nella valle dello Scarsito e nel verso l’entroterra di Cingoli. Tirreno. versante di Camerino, così come nuovi insediamenti Particolarmente significativo il giacimento vallivo a A partire dall’età del bronzo si rafforzano gli insedia- vallivi a presidio della strada. Ponte di Crispiero, nel territorio comunale di Gaglio- menti sulla sommità dei rilievi ad alta capacità di Dal VI sec. Con l’arrivo di penetrazioni celtiche da le. visuale, per motivi di difesa e di controllo. Emergono nord, che trovano nella valle del Potenza sporadici Gli insediamenti si estendono poi, nel periodo del quindi i fulcri di Monte Franco, di Pitino, e il luogo avamposti, prende il sopravvento la più moderna orga- neolitico, in particolare verso la piana tra Pitino e sacro sulla cima di M. Primo, sopra la gola di Piora- nizzazione civile-militare di Roma. Treia affermando un importante insediamento su co, ma anche il sito stagionale di Poggio Sorifa, I romani riprendono l’orditura viaria e insediativa dise- monte Franco, che domina l’area di Passo di Treia, all’apice della valle verso l’Umbria, legato probabil- gnata dai Piceni ma rafforzano la dimensione valliva che diventerà centro nevralgico delle comunicazioni mente ai movimenti della transumanza. creando già dal III-IV sec a.C. i centri di e Sep- nell’età successiva. L’importanza della via di comunicazione valliva tempeda.

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La via del Potenza diviene un diverticolo della via Flaminia, ma molti storici la descrivono come la via più veloce ed agile per raggiungere Ancona. Questa via, in quanto collega Prolaqueum con Nuce- ria Camellaria, prende il nome di via camellaria (l’antica via, oggi ridotta a sentiero, collegava proba- bilmente il passo del termine con il ponte delle peco- re, presso il quale era la statio di Dubios. L’asse vallivo si collegava con le città poste lungo le direttrici trasversali, verso Matelica e Camerino, nel primo sinclinorio, mentre da San Severino dominava- no i collegamenti verso Treia, in direzione Osimo e Ancona, e verso , in direzione di e Falerone, mentre la strada valliva collegava sempre Villa Potenza (Helvia Recina) e Porto Sopra: (Potentia). Il Ducato di Spoleto occupato dai Franchi nel VII sec. d.C. - Assetto nel XV sec.- il castello di Pitino e la rocca d’Aiello Con la caduta dell’impero romano l’area dell valle del Potenza è soggetta alle invasioni dei popoli ger- Sotto: manici dei Longobardi prima e dei Franchi poi. Estensione del Ducato di Camerino nel XVI sec. - carta della marca anconetana e della marca fermana nel 1700 L’avvicendarsi delle diverse dinastie di origine fran- ca o sassone e l’azione di interposizione sempre svolta dal papato impedisce un radicamento più forte della nobiltà dominante alimentando le spinte auto- nomiste delle popolazioni di discendenza latino- romana. Si genera così una frammentazione di liberi Comuni in costante contrasto armato accanto a Du- cati che perseguono il dominio di famiglie di origine germanica come i Da Varano del ducato di Cameri- no. Dopo il XIII secolo si assiste alla pervasiva afferma- zione del potere papale grazie al alla penetrazione e diffusione dei centri religiosi che svolgono importan- ti funzioni di fulcri culturali e di servizio. Lo stato della Chiesa manterrà comunque una rigoro- sa organizzazione gerarchica del territorio che ali- menterà la dimensione urbana dei vari centri rurali riferiti al loro territorio, senza che nessuno tra questi si imponga sull’altro per dimensione e ruolo. 28

Se per lungo tempo, soprattutto nell’alto medioevo, la del Chienti e dell’Esino. Si nota una distribuzione zi urbani fondamentali lasciando ai abitati sparsi la valle del Potenza è stata una via di collegamento pre- omogenea, sebbene non densa, di centri urbani ed sola funzione residenziale funzionale all’economia ferenziale tra Marche e Umbria il suo ruolo è progres- anche una rarefazione di centri storici minori. agricola. La maggior dimensione urbana di Camerino, sivamente diminuito a partire soprattutto dalla seconda Le motivazioni di questa configurazione sono molte- non a caso sede di una università storica, rispetto alla metà del settecento a vantaggio sia della valle dell’Esi- plici ed andrebbero approfondite con studi geografici media dei centri urbani dell’interno nelle Marche è un no che, in misura ancora maggiore, della valle del e storici adeguati. aspetto che è presente in tutta la valle del Potenza. La Chienti a sud che garantisce un più diretto collegamen- Sappiamo che la scarsa presenza di centri storici mi- distanza tra il capoluogo Macerata e città come san to con Foligno e la vasta piana che raggiunge la valle nori non è dovuta ad una pari mancanza di accastel- Severino, Tolentino, Recanati, Treia è senz’altro infe- tiberina. lamenti. Si può semmai affermare che i molti castel- riore rispetto a quella tra Fermo e una qualsiasi città La carta del Piano Paesistico-Ambientale Regionale li storicamente formatisi non sono evoluti quasi mai della provincia, o tra Ascoli e le città del piceno. che riporta la collocazione dei centri urbani e dei cen- in centri storici abitati. Si pensi a Pitino, ad Aliforni, Si tratta di città che hanno sviluppato e conservato nel tri storici minori (formatisi per lo più attorno o dentro alla rocca d’Ajello, alle numerose rocce e fortezze tempo una capacità produttiva industriale e un livello strutture castellane) mostra una interessante particola- varanesche. Ciò può essere dovuto alla presenza del culturale di tutto rispetto e che oggi si propongono rità della valle del Potenza rispetto alle vicine vallate Ducato di Camerino che ha accentrato su di sei servi- anche come possibili poli di attrazione turistica.

Carta del 1791 , si noti l’assenza di una viabilità territoriale nella valle del Potenza. Carta dei centri urbani e dei centri minori di matrice storica—fonte: PPAR marche

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4.2 uso del suolo

Per la rappresentazione dell’uso del suolo sono stati utilizzati i dati del progetto Corine Land Cover che utilizza una copertura di foto satellitari a livello nazio- nale con scala 1:100.000. Anche da questa analisi si evidenzia una Divisione in due settori del bacino dell’alto Potenza che permette di riconoscere una parte più interna - a monte di San Severino - dove le aree boscate o a pa- scolo d’altura coprono oltre il 50% della superficie - ed un settore collinare sostanzialmente agricolo in cui dominano i seminativi; un settore litoraneo con una grande. La divisione non è ortogonale all’asse vallivo ma segue semmai una diagonale che ricomprende nel primo settore la parte meridionale della dorsale di Cin- goli. Si nota inoltre una sostanziale “compresenza” trai due settori: nel settore interno i sinclinori mantengono ua presenza agricola anche nella prossimità dei più aspri rilievi montani, mentre nel settore collinare il paesaggio rurale ed i centri urbani di maggiore dimen- sione, come San Severino e Treia, sentono la vicinanza dei boschi. La dominante a seminativo dei terreni agricoli lascia spazio attorno ai centri urbani maggiori ad un uso del suolo più frazionato, con colture diversificate legate alla maggiore densità abitativa e ad un rapporto abita- zione-fondo coltivato più serrato. Nella classificazione dei comuni delle Marche in base all’uso del suolo (PSR 2014-20) i comuni di Sefro, Fiuminata e Pioraco rientrano in classe D - rurale con problemi di sviluppo, mentre gli altri comuni sono classificati come C2 - rurale intermedia con bassa den- Uso del suolo nel bacino del Musone - Corine Land Cover sità abitativa. 2012 Dal 1954 al 2010 il processo di consumo di suolo, co- me appare dalla cartografia tematica regionale, ha inte- 11 - zone urbanizzate di tipo residenziale 24 - zone agricole eterogenee ressato negli scorsi decenni soprattutto gli insediamenti 12 - zone industriali, commerciali e infrastrutturali 31 - zone boscate di fondovalle ma ha subìto un forte rallentamento nella 14 - zone verdi artificiali non agricole 32 - zone caratterizzate da vegetazione arbustiva ed erbacea seconda decade de corrente secolo per via della crisi 21 - seminativi 33 - zone aperte con vegetazione rada o assente economica che ha colpito in particolare il settore edile. 22 - colture permanenti (vigneti, oliveti, frutteti) 51 - acque continentali Si può notare come la valle del Potenza abbia subìto un 23 - prati stabili (foraggere permanenti) 52 - acque marittime 30

processo meno violento e pervasivo rispetto alle altre vallate “passanti” delle Marche. La scelta infrastruttu- rale, confermata dal modello del Quadrilatero Marche- umbria, che ha privilegiato la valle del Chienti ha sen- za dubbio contribuito a spostare verso questa le spinte all’insediamento produttivo. Gli insediamenti artigianali (Selvalagli, Taccoli, Villa Potenza) assieme alle attività di escavazione hanno tuttavia segnato la valle pur senza prendere il soprav- vento nel paesaggio, come accaduto nella valle del A lato: Tronto, del Chienti dell’Esino o del Foglia. Individuazione delle cave A livello territoriale da segnalare anche l’intensa atti- attive e dismesse nella pro- vincia di Macerata vità di escavazione presenta al confine nord del Bacino Fonte: PTC Macerata con quello del Musone, nei territori di Treia ed Apiro. Sotto: carta dell’occupazio- Classificazione dei comuni marchigiani nel 2014 ne di suolo a fini edificatori Fase 3 PSR 2014-2020 dal 1954 al 2010 classi di ruralità Fonte: Regione Marche

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4.3 aspetti insediativi

Lo schema strutturale della Quadrilatero Umbria- bazione del sinclinorio Cerreto d’Esi-Camerino que- Da sinistra a destra: Marche non è soltanto un potenziamento della viabilità sta sì più intimamente collegata con la vicina val to- transappenninica ma anche il tracciamento del solco pina in Umbria. I più recenti interventi infrastrutturali confermano il ruolo che imposta il prossimo sviluppo insediativo e la ri- Aumenta invece, in prospettiva, la “distanza” tra Ca- portante della valle del Chienti con lo sviluppo di connes- strutturazione funzionale del territorio. E’ proprio que- stelraimondo e San Severino, la quale si collegherà sioni trasversali che collegano puntualmente i centri della valle del Potenza. sto aspetto quello destinato ad incidere molto di più con maggior forza verso Tolentino, grazie alla nuova rispetto al paventato incremento dei traffici transre- bretella verso la quale si concentreranno le spinte Indice di frammentazione da urbanizzazione gionali, storicamente deboli. insediative soprattutto di tipo produttivo-artigianale. fonte: studi per il nuovo PPAR marche. Per la valle del Potenza si assisterà alla perdita di forza Destinato a rafforzarsi ulteriormente è lo storico asse della sua natura di collegamento transvallivo ed alla Treia - Passo di Treia - Pollenza che porterà inevita- Le “città in nuce” come evoluzione del sistema insediativo crescita delle relazioni centrifughe dei singoli nuclei bilmente al potenziamento della viabilità intervalliva, disperso delle Marche - fonte: A.Calafati-R.Mazzoni, le città urbani, verso la valle del Chienti in misura maggiore in modo del tutto simile a quanto accaduto a Macera- in nuce nelle Marche. che verso la valle dell’Esino. ta e previsto per San Severino. La realizzazione della Pedemontana porterà Castelrai- In riferimento allo schema delle “città in nuce” indi- Due esempi sintomatici del processo di abbandono del pa- mondo, assieme al comparto montano Pioraco, Sefro, viduato dallo studio di Calafati-Mazzoni possiamo trimonio storico-architettonico e culturale: - Borgo Conce a Sassoferrato, dove un intervento di recupe- Fiuminata ed a Camerino a gravitare più verso Mateli- parlare di più estesa conformazione della conurba- ro ha impedito la scomparsa di un luogo di grande valore. ca-Fabriano dando le premesse ad una possibile conur- zione fabrianese e della nascita di conurbazioni mi- - Poggio Sorifa, piccolo nucleo di cui resta solo il nome.

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nori intermedie come la San Severino—Tolentino e la recuperare l’esistente anziché abbandonarlo per rea- to di fiume viene ad avere nella valle del Potenza ri- Treia—Pollenza. lizzare nuove occupazioni di suolo, è importante svi- spetto ad altre vallate destinate ad incrementare la loro La valle del Potenza tende quindi a confermare la fi- luppare l’economia circolare invece di perseguire lo funzione di assi di comunicazione principale, come sionomia discontinua del suo assetto insediativo. spreco delle risorse e la produzione di scarti, è essen- quella dell’Esino o del Chienti. Se in quelle situazioni Questo aspetto, che può sembrare a prima vista negati- ziale tenere assieme le ragioni della produzione con il Contratto di fiume è rivolto a controbilanciare gli vo in termini di sviluppo economico è limitato soltanto quelle della qualità ambiente anche perché in molti effetti dell’aggressione insediativa che interessa l’inte- alla componente insediativo-immobiliare. casi sarà proprio quella qualità ambientale a dare ra vallata, qui nell’alta valle del Potenza il Contratto di La discontinuità insediativa può anzi essere letta come valore al prodotto. fiume diviene strumento che partecipa attivamente al un vantaggio sotto altri aspetti dell’economia, come Anche in termini sociali la prospettiva deve essere progresso economico e sociale. quelli legati all’agricoltura o ancora di più in termini quella volta al superamento delle contrapposizioni e Se, ad esempio, sollecitiamo il recupero di siti sottouti- di paesaggio e attrattività turistica. competitività verso l’affermazione del principio di lizzati, come Borgo Conce a San Severino o i diversi In altri termini essere “in seconda fila” rispetto alle solidarietà, sia in senso orizzontale - tra i diversi nuclei montani avviati all’abbandono, non è per salva- sollecitazioni del commercio e della produzione, può operatori attivi nel territorio - che in senso verticale - re testimonianze del passato dall’avanzata desertifican- favorire una forma più integrata, sostenibile e stabile tra chi esercita il potere decisionale e la popolazione te delle urbanizzazioni, ma lo facciamo per generare di economia legata al territorio. residente. nuova economia. Non pensiamo alla museificazione Giocare bene questa potenzialità significa comprende- Questa considerazione è di grande importanza per dei beni o del paesaggio, ma alla loro innovazione, ad re che in questo contesto è vitale saper valorizzare e comprendere anche lo specifico ruolo che il Contrat- una riacquisizione di ruolo nell’assetto del territorio.

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4.4 aspetti socio-economici

Il territorio dell’alto Potenza è considerato ancora un Sono le attività artigianali ad aver caratterizzato non nata l’emorragia di abitanti prosegue fino ad oggi con contesto prevalentemente agricolo negli studi di settore solo l’economia urbana ma la loro stessa forma, co- andamento continuo, mentre a Sefro è stata frenata (vedi la sottostante mappa dell’OAM). me a Pioraco o a Borgo Conce di Sassoferrato. negli ultimi anni dalla tenuta dell’attività di allevamen- A ben vedere però definire la valle del Potenza E’ l’attività artigianale ed il commercio dei prodotti to industriale delle trote occupando per lo più immi- “agricola” può essere condivisibile in termini di pae- anche fuori regione ad aver mantenuto alto il livello grati che oggi rappresentano oltre il 20% della popola- saggio, dove la ruralità e la naturalità dominano sulla culturale ed artistico di città come San Severino e zione e contribuiscono in modo decisivo ad abbassare componente insediativa, ma non nelle dinamiche de- Treia. l’età media ed a mantenere attivi servizi primari come mografiche ed economiche. Anche l’andamento demografico mostra in modo le scuole di primo grado. Come in tutte le Marche, in maniera ancora più spicca- inequivocabile come sia l’industria manifatturiera e A Pioraco il calo della popolazione arriva nel secondo ta nell’alta valle del Potenza accanto allo sfondo am- non l’agricoltura a segnare i mutamenti sociali in dopoguerra. Dal 1951 la società e l’economia locale bientale culturale fortemente rurale convive un’anima quest’area dal primo dopoguerra ad oggi. Nelle real- diventano sempre più dipendenti dall’industria cartiera industriale (o meglio artigianale) altrettanto solida. tà più interne , dove è logico aspettarsi un peso de- che risente della crisi economica a partire dal 2010, Le città della valle sono storicamente città manifattu- terminante dell’economia primaria, notiamo che la quando si manifesta una seconda fase di crisi demogra- riere. Le cartiere di Pioraco, la filiera del calcare tra società che si reggeva sulla gestione dei campi, dei fica che dura ancora oggi, anche per l’effetto del terre- Castelraimondo e San Severino (calce, cementi e pavi- pascoli e del bosco crolla a partire dal 1921, come a moto del 2016. menti in graniglia), l’artigianato del mobile a Treia. Fiuminata ed a Sefro, con la differenza che a Fiumi- Anche a Gagliole la perdita di popolazione inizia dopo

A sinistra: settori economici prevalenti per comune secondo l’OAM. Sopra: attività artigianali locali (elaborazione CdF) A destra e nelle pagine seguenti: dati demografici essenziali per comune (elaborazioni da dati ISTAT e anagrafi comunali) 34

Fiuminata Sefro Pioraco

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il 1951 ma qui il processo e particolarmente violento e maniera più tradiva, a partire cioè dal 2011, l’anda- porta l’originaria popolazione da un livello stabile at- mento assume valore negativo. torno ai 1400 abitanti a poco più di seicento nell’arco Questi dati, nel loro complesso, ci evidenziano alcuni di venti anni. Dal 1971 l’occupazione dominante non aspetti fondamentali: è più nel settore primario, ma essenzialmente nei setto-  la popolazione cala ri secondario e terziario. Prova ne è che anche qui, co-  la popolazione invecchia me altrove, dal 2008 si verifica un’altra flessione che  l’invecchiamento della popolazione è dovuto in porta la popolazione a scendere anche sotto la soglia gran parte alla riduzione delle nascite dei 600 residenti.  molti centri abitati, come Sefro, le diverse entità Ben diverso, ma del tutto complementare, l’andamento che compongono Fiuminata, Gagliole sono già di Castelraimondo, centro vallivo di recente afferma- sotto la soglia dei 500 abitanti ritenuta il livello zione che raccoglie parte della popolazione drenata dai minimo perché possano mantenersi gli esercizi territori collinari e montani circostanti. L’attrattiva non commerciali di base ed i servizi essenziali: un ali- è certo l’agricoltura, malo sviluppo artigianale e del mentari, un bar, un emporio. L’esperienza insegna settore dei servizi dovuto alla prossimità della cittadina che scendere sotto la soglia dei 500 abitanti inne- alle principali infrastrutture di traporto e comunicazio- sca un processo degenerativo che rischia di essere ne. Ma anche in questo caso l’andamento costantemen- inarrestabile se non si interviene con decisione. te in crescita dall’unità d’Italia cambia verso nel 2008  Il fenomeno della perdita di popolazione e dell’in- per effetto della crisi economica perdendo in dieci anni vecchiamento sono frenati in parte soltanto dal circa 500 abitanti, pari a oltre il 10% della popolazione fenomeno dell’immigrazione residente totale. Ciò nonostante il dato positivo deter-  L’artigianato e l’industria, che hanno permesso un minato dall’arrivo di immigrati che nel 2018 costitui- certo equilibrio della popolazione limitando la scono oltre l’8% dei cittadini. redistribuzione per lo più in ambito locale, non è San Severino e Treia mostrano invece andamenti di- più in grado di “reggere” il sistema economico versi, sebbene in linea con lo scenario territoriale, in locale. quanto crescono dall’unità d’Italia grazie allo sviluppo Questi aspetti assumono connotati ancora più marcati dei servizi e dell’attività manifatturiera, raggiungendo se si prendono in considerazione i dati sull’occupa- l’apice nelle due date significative viste già negli altri zione. comuni: il 1921 a San Severino e il 1951a Treia. Il tasso di occupazione (incidenza degli occupati sul Dopo queste date la popolazione tende a scendere, ma totale ella popolazione) raggiunge il 50% soltanto a nel caso di san Severino dal 1971 si attesta su un livel- Treia, mentre a Sefro è di appena il 37,79%. lo pressoché stabile intorno ai 13000 abitanti mentre a Treia dalla medesima data del 1971 si assiste addirittu- Il tasso di disoccupazione supera l’11% a Pioraco e ra ad una decisa ripresa, forse legata alla crescita di Gagliole e sopra l’8% a Castelraimondo e Fiuminata. alcune industrie manifatturiere come la Lube, che por- Se però guardiamo in modo specifico alla disoccupa- ta la popolazione alla soglia delle 10.000 unità, pari zione giovanile abbiamo un 50% a Gagliole, un 30% alla popolazione residente ad inizio ‘900. a Sefro e Fiuminata, mentre il dato “migliore” è Tuttavia anche a Treia negli ultimi anni, sebbene in quello di Treia con una percentuale del 21%. Gagliole

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Castelraimondo San Severino Treia

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La realtà socio-economica dell’alta valle del Potenza è Variazione quindi ben diversa da come sommariamente viene imprese attive rappresentata all’interno della dimensione regionale. sett. primario Si tratta di una società che nell’arco di meno di un se- 2000-2010 colo ha subìto due diverse mutazioni economiche, del- le quali la seconda ancora in corso, che hanno compor- tato due momenti di rottura nell’andamento demogra- fico naturale. La prima crisi ha riguardato l’economia rurale ed ha sancito, in diversa misura da località a località, l’av- vento del modello industriale marchigiano. La seconda crisi, all’inizio del secolo in corso, ha segnato il crollo dell’economia industriale senza che si possa indivi- duare un assetto economico alternativo che sia di sti- molo ad una ripresa. Ancora nel 2011 - anno del censimento - la fisiono- Industrie mia economica dei comuni dell’alta val Potenza è es- Sopra: addetti per settore di attività economica - fonte: censimento ISTAT 2011 Alimentari senzialmente riferita ai servizi ed all’industria (vedi Sotto: addetti e tasso di occupazione/disoccupazione per comune - ISTAT 2011 specializzate addetti per settore) ma, come abbiamo evidenziato, il A destra: andamento per comune dell’agricoltura (Oss. Agroalim. Marche 2008), 2008 settore manifatturiero è in profonda crisi con la conse- Tabella delle presenze turistiche per comune e tipo di struttura nel 2007 guenza di un forte incremento della disoccupazione e della precarietà del lavoro. Da più parti si indicano il settore primario (agricoltura, pastorizia, gestione del bosco) e nel turismo come le attività economiche destinate a soppiantare il manifat- turiero, ma la capacità di crescita di questi settori ha ritmi molto lunghi e dimensioni complessive che, per quanto incrementate, non potranno raggiungere i valo- ri del periodo più florido dell’industrializzazione mar- chigiana. la utilizzata di oltre il 20%, Castelraimondo di oltre il Anche il dato sull’allevamento mostra una situazione La stessa agricoltura, nonostante le potenzialità a cui 10% mentre dati negativi si hanno, in misura minore, di debolezza, appena 5 Unità di Bestiame Adulto per fa spesso riferimento, mostra segni di crisi strutturale anche a san Severino e Sefro. allevamento a Fiuminata, indice di uno scarsissimo dovuta in gran parte agli effetti della globalizzazione Soprattutto nella zona montana la riduzione dell’eco- utilizzo dei pascoli, da 10 a 20 UBA a Pioraco, Castel- dei mercati. nomia primaria si accompagna anche ad una minore raimondo e Treia, da 20 a 30 solo a San Severino e Sia il numero delle imprese attive ne settore che la densità delle aziende che comporta un processo selet- Sefro. superficie dei terreni coltivati sono in calo negli ultimi tivo in cui sopravvivono le aziende con maggiore Qualche dato positivo si legge a proposito dell’agricol- anni. estensione territoriale, più organizzate ma che com- tura biologica, in crescita un po’ ovunque, e dell’indu- Treia, Gagliole, Pioraco e Fiuminata, nei primi dieci portano un minore ritorno in termini di occupazione stria alimentare specializzata, specie a Sefro, a Piora- anni del secolo hanno visto ridursi la superficie agrico- e sostentamento di nuclei familiari. co, Castelraimondo, Gagliole, un po’ meno a Treia e 38

Variazione SAU Dimensione SAU Dinamica SAU 2000-2010 2010 Gestita da agricoltori 2010

dell’assetto idrogeologico, tutela ambientale, filiera alimentare o artigianale derivata) la principale prospet- tiva per ridare nuovo vigore all’imprenditorialità nel settore primario. C’è ancora spazio per un’economia agricola integrata, sia proiettata nel mercato estero con prodotti di eccel- lenza, sia rivolta ad una microeconomia locale, solida- le, meno rivolta al profitto economico e più alla sussi- Densità Aziende BIO Allevamenti stenza durevole delle persone e delle comunità coin- aziende agricole 2008 zootecnici volte. 2008 2010 C’è ancora spazio anche per un turismo diffuso che possa fare riferimento ad ‘ospitalità altrettanto diffusa e qualificata. I dati del 2017 mostrano un livello largamente insuffi- ciente nell’offerta di posti letto specie nelle zone mon- tane che pur avrebbero una grande appetibilità in virtù delle valenze naturalistiche e paesaggistiche. 158 posti letto a Fiuminata, 58 a Sefro, 142 a Pioraco. Numeri troppo esigui per richiamare flussi turistici organizzati o per lanciare nuove forme di marketing rivolte a forme di turismo a permanenza medio-lunga. La permanenza madia infatti va attualmente da 2 gior- ni di Pioraco ai 4 Fiuminata. In pratica è un turismo Fiuminata. E’ un’agricoltura in trasformazione, che monocolture specializzate (nocciole) che possono del fine settimana, principalmente regionale Ad ecce- cerca di puntare maggiormente sulla qualità ma che determinare sensibili impatti sull’uso delle risorse zione di Gagliole, dove si risente l’effetto dell’ostello non riesce ancora lungo questa strada a trovare una idriche e sul paesaggio. frequentato da studenti universitari, negli altri comuni vera inversione di tendenza allo stato di sofferenza che Il forte incremento dell’agriturismo, che ha contri- la permanenza media è settimanale, ma più legata a colpiscono soprattutto le colture tradizionali come i buito in modo importante ad integrare il reddito delle fenomeni lavorativi che turistici. seminativi e i foraggi. La ricerca di alternative di red- aziende agricole di minore dimensione, sembra avere Serva da riferimento il dato di che fa ditività dall’agricoltura sta anche aprendo a nuovi usi tuttavia poco spazio di ulteriore incremento. Ma è 639.866 presenze e 62.373 arrivi. Un dato sette volte non propriamente ottimali della fertilità dei suoli, co- sempre nella direzione dell’integrazione tra agricol- maggiore di quello dei 7 comuni dell’alta valle del Po- me quello energetico (biomasse) e quello legato alle tura ed altre forme di economia (turismo, tutela tenza messi insieme. 39

Il settore edilizio è solitamente un indicatore della cre- In questa pagina: scita di un sistema economico nel suo complesso. Dati ISTAT 2011 sugli edifici e le abotazioni L’attuale perdurante crisi nel mercato delle costruzioni per comune. è quindi un evidente sintomo di una crisi di sistema, Gli abitati storici di Castello (Fiuminata) e Gagliole. specie se lo valutiamo nel suo essere crisi Nella pagina accanto: “strutturale”, tale cioè da non prefigurare una possibi- Elenco delle centrali idroelettriche nell’alto lità del sistema di ritornare alla situazione ex ante. Potenza con i dati reperibili (il Potenza ha il I dati ISTAT riferiti all’ultimo censimento del 2011ci volume di derivazioni più alto nelle Marche). danno una misura del fenomeno del non utilizzo del Uso storico e recente dell’energia idrica a costruito a fini residenziali. Dato che negli ultimi anni San Severino ha mostrato un ulteriore peggioramento. Le abitazioni non occupate sul totale delle abitazioni si avvicinano al 20%nei centri maggiori di fondovalle salendo fino al 60% nei territori montani come Sefro e Fiuminata. Se riferiamo il dato del non utilizzo agli edifici il dato appare più uniforme e si attesta al di sotto del 10%, soglia che viene avvicinata dai comuni maggiori come San Severino e Treia. Questi dati indicano come nelle zone montane vi sia un elevato numero di edifici utilizzati parzialmente, o ad uso stagionale,. Un utilizzo precario che tuttavia ha garantito quel minimo livello manutentivo che fa sem- brare meno grave la dimensione del fenomeno dell’ab- bandono. Ma si tratta di dati antecedenti l’ultimo vio- lento terremoto del 2016. L’effetto del sisma ha determinato la drastica riduzio- ne di quelle forme di uso promiscuo degli spazi abita- tivi rendendo palese, anno dopo anno, il decadimento delle strutture edilizie. L’abbandono riguarda in massima parte gli edifici re- sidenziali più datati, che sono anche quelli di maggior valore storico, paesaggistico e, potenzialmente, turisti- co, ma si riscontrano fenomeni di sottoutilizzo anche nell’edilizia più recente e soprattutto nelle costruzioni ed insediamenti di tipo produttivo che assumono tal- volta la dimensione di veri e propri problemi ambien- tali, come per l’ex cementificio di Castelraimondo.

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Un ultimo aspetto rilevante nel sistema produttivo dell’alto Potenza è dato dal settore dell’energia, ed in particolare dall’energia idroelettrica. Se l’uso dell’e- nergia idrica si è storicamente affermata fin dall’epoca medievale e probabilmente anche in precedenza, solo recentemente si è affermato l’uso produttivo non lega- to al consumo dell’opificio ma per l’immissione in rete. La produzione ha ormai raggiunto potenze che superano abbondantemente il fabbisogno locale e de- terminano un fenomeno di “esportazione” del prodotto energia. E’ un tipo di economia che però garantisce quote di ritorno sul territorio inferiori rispetto ad altri settori e su questo aspetto sarebbe opportuno sviluppa- re analisi più attente, che tengano anche conto delle implicazioni ambientali che le centrali e le derivazioni idrauliche comportano. Ma le possibilità legate alla produzione di energia evi- denziano risorse locali (venti, biomasse, acque sotter- ranee) su cui si concentrano le attenzioni delle imprese ma che costituiscono risorse naturali il cui utilizzo do- vrebbe essere valutato attentamente ed i cui diritti do- vrebbero coinvolgere soprattutto le comunità locali.

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5. il paesaggio

Il paesaggio, nella sua definizione letterale di “parte di Il fulcro di interesse della ricerca scientifica sul pae- tà - con una visione quindi olistica - l’individuazione territorio che si abbraccia con lo sguardo da un punto saggio è quello di definire aree confinate riconosciu- delle unità di paesaggio appare assai più complessa, e determinato (enc. Treccani), è stato caricato di signifi- te oggettivamente come ambito di un determinato non ci può soddisfare anche la distinzione operata dalla cato ed eletto ad immagine della complessità delle paesaggio. L’unità minima, che appunto prende il convenzione europea del paesaggio tra i paesaggi che relazioni ecosistemiche, sociali, storiche che determi- nome di “unità di paesaggio”. Questa operazione di possono essere considerati eccezionali, i paesaggi della nano l’identità di un luogo, differenziandolo da un definizione appare praticabile se focalizziamo l’inte- vita quotidiana e i paesaggi degradati (art.2- campo di altro luogo, con un diverso “paesaggio”. resse verso alcuni aspetti insiti nel paesaggio, come applicazione). Il tentativo di sistematizzare e classificare il paesag- da esempio gli aspetti fisiografici, che consentono L’idea dell’unità di paesaggio come di una parte del gio, cosi da rendere oggettiva e circoscrivibile l’identi- all’ISPRA di definire ”Unità fisiografiche di paesag- territorio in cui le relazioni tra elementi ambiente, atti- ficazione luogo-paesaggio, si scontra con la presenza gio” porzioni di territorio geograficamente definite vità umana, storia, morfologie, culture,...) sono partico- ingombrante, ma inalienabile, del soggetto che osserva che presentano un caratteristico assetto fisiografico e larmente intense ed interdipendenti, promossa da Ro- e che “abbraccia con lo sguardo da un punto determi- di pattern di copertura del suolo. berto Gambino, appare fino ad oggi la più convincente nato” quel territorio. Se però assumiamo il paesaggio nella sua complessi- specie laddove comprende che la pretesa di delineare

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confini certi deve spesso cedere il posto a contorni (resto del territorio) e aree V (aree ad alta percetti- oltre otto anni e si basa su una concezione del paesag- sfumati ed a rapporti di continuità che rendono poco vità visuale); gio più orientata al “progetto” che alla mera tutela dei serio tracciare perimetri netti nella volontà di definire - insieme di “categorie costitutive del paesaggio”, beni riconosciuti. Il Documento legge i paesaggi delle zone geometricamente misurabili. che vengono riferite ai tre sottosistemi tematici (ad Marche organizzati in ambiti rispetto ai quali sarà pos- Il primo Piano Paesistico-ambientale delle Marche, es. le categorie della struttura geomorfologica sono sibile organizzare strategie e progetti di paesaggio. Gli approvato con D.A.C.R. n. 197 del 3 novembre 1989, le emergenze geologiche, geomorfologiche, idro- ambiti, infatti, pur non potendo essere considerati elabora una descrizione dell’intero territorio regionale geologiche, i corsi d’acqua, i crinali, i versanti, i omogenei al loro interno, comprendono territori con- visto come: litorali marini). nessi e resi simili da relazioni naturalistico-ambientali, - insieme di “sottosistemi tematici” (geologici, botani- Le unità di paesaggio assumono quindi un aspetto storico-culturali, insediative. La loro estensione è tale ci, storico-culturali); del tutto secondario rispetto agli aspetti tematici e da poter garantire un’efficiente gestione di progetti - insieme di “sottosistemi territoriali”, distinti in aree legato alla valutazione qualitativa di “alcuni paesag- definiti sulla base delle caratteristiche paesaggistiche A (aree eccezionali), B e C (unità di paesaggio di gi” nel territorio. locali. Si tratta, in altri termini di “unità di paesaggio alto valore o che esprimono qualità diffusa), aree D La revisione del PPAR è in corso di elaborazione da strumentali” dove l’utilità amministrativa consente una

Tipi e Unità fisiografiche di paesaggio in Italia Fonte: ISPRA

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A sinistra: le strutture insediative di matrice longobarda di Fonte di Brescia e Gagliole (si noti la posizione degli insediamenti tra valle delle maci- ne e la valle dell’Elce) A destra: La piana di Pioraco Sotto:  l’ex cementificio Sacci  L’altopiano di Montelago  Il varco di Pioraco tra m. Primo e M. Gemmo perimetrazione altrimenti imbarazzante se pensata co- lago, o alla piana di Pioraco o ancora alle strette val- me identificativa di una identità di paesaggio. late appenniniche ricoperte di boschi. Il bacino del Potenza risulta così frazionato in 4 diversi Se questa approssimazione è dovuta alla necessità di ambiti ed occupa in ciascun ambito soltanto una por- “governare” il paesaggio di un’intera regione, è legit- zione. timo pretendere che un Contratto di fiume sappia Risulta tuttavia evidente la difformità dei paesaggi che adottare una lettura più fine del territorio afferente al in realtà coesistono nel medesimo ambito. Se prendia- bacino idrografico considerato. mo a riferimento l’ambito C03 risulta davvero difficile Le diverse letture tematiche del territorio dell’alto non riconoscere come profondamente diversi i paesag- Potenza, le esperienze dirette che abbiamo condotto gi della piana di Castelraimondo, più urbanizzata, con “dentro” il paesaggio, ci portano ad identificare un un territorio poco acclive e coperto da coltivazioni a numero assai maggiore di ambiti riconoscibili che in dominante seminativa, rispetto all’altopiano di Monte- linea generale (ma non sempre) dettagliano i macro-

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sopra: ambiti della revisione del PPAR. Le chiese di S. Maria a Cesello (San Severino); S. Zenone a Selvalagli di Gagliole; S. Eustachio in Domora a San Severino L’identificazione degli ambiti (o unità) di paesaggio è sotto: molto importante perché alludono ai possibili progetti Distribuzione dei beni storico-culturali diffusi fonte: revisione del PPAR - SIRPAC Regione Marche territoriali o comunque al sistema di riferimento in cui anche i progetti puntuali devono trovare collocazione e relazione primaria. Sarà quindi compito del Contratto di fiume delinearli tenendo conto dell’orizzonte storico-culturale ma an- che di quello progettuale, facendo così valere una vi- sione non conservativa ma evolutiva del paesaggio. Il Contratto di fiume ha tra i suoi obiettivi quello di fornire direttive d’azione per ciascun ambito indivi- duato, nella speranza di arrivare a definire il maggior numero di progetti d’area da inserire nel primo piano d’azione.

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1 2 5

1 - il sinclinorio interno 2 - tra Spindoli e Massa 3 - la piana di Pioraco 4 - la gola di Pioraco 5 - i piani di Montelago 6 - le gole tra Castelraimondo e San Severino (in primo piano i rilievi di Gagliole e Crispiero) 3 4 6

Le forme del paesaggio in realtà aumentata : 7 - la piana dei “septem peda” 8 - da San Severino a Treia 9 - la dorsale Treia-Pollenza e la piana verso San Severino

7 ra 8 ra 9 ra

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LE PRESSIONI

47 6. le pressioni sull’ambiente

6.1 il bilancio idrico

Una portata significativa e costante con acque di buona qualità

Il Fiume Potenza, soprattutto nella parte alta del suo corso, è ca- ratterizzato da una maggiore costanza di acque anche nel periodo estivo. E’ soprattutto il torrente Scarsito, grazie all’apporto della sorgenti perenni di S. Giovanni alimentate dall’altopiano carsico di Montelago, ad avere la peculiarità di una portata pressoché costante in estate come in inverno, al netto dell’apporto delle acque meteoriche. Si tratta di acque, come descritto nella prima parte dei quadri conoscitivi, che permangono di ottima qualità (classe A) dalle sorgenti fino a Castelraimondo e comunque buone (classe B) fino ad oltre passo di Treia, tratto in cui maggiore è l’impatto dell’inquinamento di origine agricola, urbana ed industriale. La qualità-quantità delle acque è un valore di eccezionale impor- tanza specie in considerazione dei repentini cambiamenti clima- tici in atto. Valore ambientale, sociale ed economico in riferi- mento al valore attrattivo turistico e di immagine che la disponi- bilità di fresche acque nel periodo estivo possono determinare. Compito del Contratto di fiume è quindi quello di salvaguardare ed implementare la qualità e qualità delle acque, traendo il mas- simo vantaggio socio-economico da questo valore. Vanno quindi indagati e censiti tutti i fattori di disturbo, le mi- nacce, le gestioni improprie che influenzano in modo negativo il “bene” acqua, cercando soluzioni sostenibili, così come vanno sviluppate tutte le modalità in grado di esaltarne l’importanza e l’immagine, in sinergia con l’ambiente, il paesaggio, l’architettu- ra propri dell’alto bacino del Potenza. Possiamo affermare che il futuro del territorio dell’alto Potenza è legato a questa capacità di “celebrare” l’acqua, assumendola co- me elemento identificativo. Ogni azione o programma politico-economico deve tenere ferma questa “visione”, condividendola con l’intera comunità locale.

48 Nella pagina a lato: Suddivisione in tratti omogenei del fiume Potenza e tabella riassuntiva dei parametri fisico-morfologici Fonte: Studio idraulico-ambientale del bacino del Potenza - Consorzio bonifica marche - giugno 2018 A sinistra: Configurazione degli acquiferi e barrire idrauliche; sor- genti principali e portata media misurata. Fonte: Piano Tutela delle Acque - Regione Marche - 2008

Il corso del fiume Potenza è suddiviso in 5 unità fisio- lo stesso PTA ricorda il comma 2 dell’art..1 della Oltre alla riduzione strutturale delle portate idriche grafiche, in funzione delle diverse caratteristiche mor- L.R. 9/6/2006 “disciplina delle derivazioni di acqua dovuta alle captazioni ed emungimenti esistono poi fologiche. Il contratto di fiume dell’alto Potenza si ri- pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”, il fattori di riduzione locale di specifici tratti fluviali per ferisce alle prime quattro unità fisiografiche ed a una quale stabilisce che “le acque sotterranee presenti effetto delle derivazioni. piccola parte della quinta. nei sistemi appenninici sono da considerarsi una Il corso dell’alto Potenza è caratterizzato da una pre- La prima unità fisiografica, relativa è senza dubbio la risorsa ed una riserva strategica della regione da senza molto rilevante di tratti in derivazione proprio più complessa, in quanto associa alla presenza di nu- tutelare. L’utilizzo di nuove acque sotterranee pro- in virtù delle buone e costati portate e delle pendenze. merose sorgenti ed alla scarsa pressione antropica, una fonde degli stessi sistemi è consentito per fronteggia- Da Valcora di Fiuminata a Castelraimondo il fiume è sensibile alterazione dell’andamento naturale dei corsi re situazioni di emergenza e carenze gravi per uso costantemente impoverito di acque dalle derivazioni d’acqua, con rettificazioni e canalizzazioni che hanno idropotabile (…) solo dopo preventive e specifiche per uso idroelettrico o per alimentare le vasche degli modificato storicamente le forme del paesaggio valli- indagini e studi finalizzati che escludano danni am- gli allevamenti di trote. vo. bientali”. Nelle ultime estati si sono verificati frequenti casi di Il Piano di tutela delle acque mette in evidenza che Per i tratti omogenei più a valle, sempre il PTA rile- crisi idrica nel fiume Potenza , specie a valle di Piora- “per ciò che riguarda e acque di buona qualità per uso va che “la diminuzione progressiva delle riserve idri- co, con conseguenza preoccupanti per la tenuta dell’e- potabile, tutte le sorgenti appenniniche di una qualche che sotterranee è evidente anche nelle falde delle cosistema fluviale. Una situazione che ha dell’invero- importanza sono già state captate e, in base ai dati a pianure alluvionali” nelle quali” si riflettono gli ef- simile in riferimento alla naturale ricchezza di acque disposizione, cisi deve aspettare che nel prossimo futu- fetti negativi dei prelievi operati a monte, poiché nei che caratterizza questo corpo idrico nel contesto mar- ro le loro portate medie (già oggi minori di quelle di periodi siccitosi la ricarica delle falde delle pianure chigiano. E’ dunque il tema del bilancio idrico ad as- alcune decine di anni addietro) debbano ulteriormente alluvionali dipende soprattutto dai deflussi in uscita sumere importanza centrale nell’obiettivo di un mi- diminuire (Dragoni et alli, 2003)”. In questo scenario dalle valli montane. glioramento dell’assetto fluviale dell’alto Potenza. 49 A sinistra: Il “deflusso mini- Diagramma esplicativo del concetto di “bilancio idrico”. mo vitale” (DMV) Fonte: Piano Tutela delle Acque - Regione Marche - 2008

Sotto: Deflusso minimo vitale (DMW) nelle diverse stazioni di rilevamento nel bacino del Potenza Fonte: Piano Tutela delle Acque - Regione Marche - 2008

Il bilancio idrico è la risultante dell’insieme delle ac- que naturali che contribuiscono ad alimentare un de- terminato tratto di fiume in un periodo definito, detrat- ti tutti i prelievi e le sottrazioni indotte dall’uomo nel medesimo periodo. La risultante è la quantità di acqua che rimane nel cor- po idrico. Se questa quantità si riduce oltre un determi- nato limite si determina il collasso dell’ecosistema fluviale. Questa soglia minima invalicabile prende il nome di “deflusso minimo vitale” (DMV). Per legge, ogni intervento di captazione o derivazione idrica deve verificare, in base a specifici parametri e dati, il mantenimento del deflusso minimo vitale in ogni periodo dell’anno con l’obbligo di interrompere il prelievo ne caso in cui tale mantenimento non sia ga- rantito. Il Piano di tutela delle acque ha sviluppato una serie di valutazioni esemplificative del minimo deflusso calco- lato in una serie di stazioni di misurazione. La percentuale di acqua minima da lasciare al fiume di aggira tra il 6 e l’8% rispetto alla portata naturale me- dia. Da molte parti, a livello scientifico, si sottolinea che tale soglia, fin troppo bassa, non offra adeguate garanzie rispetto ai normali processi di misurazione, intervento e controllo dei regimi idrici. 50 Tratti in derivazione lungo il fiume Potenza. Il controllo delle derivazioni Fonte: Consorzio bonifica Marche - 2018 L’utilizzo delle acque del fiume è un aspetto identita- rio della cultura manifatturiera del territorio marchi- giano. Come ogni utilizzo antropico determina però impatti sul sistema ambientale naturale. L’obiettivo tuttavia non è quello di limitare l’uso delle acque, ma di fare in modo che questi utilizzi siano sempre più ambientalmente compatibili, garantendo maggiore I fattori che più incidono nella riduzione della risultan- Accanto alle derivazioni ad uso idroelettrico una par- controllo e margine sul deflusso minimo vitale, mi- te del bilancio idrico sono le derivazioni per la produ- ticolare attenzione meritano anche quelle a servizio gliore qualità alle acque reintrodotte nel corpo idrico a zione di energia idroelettrica, le captazioni ad uso degli allevamenti ittici. valle degli impianti di allevamento ittico. idropotabile e le captazioni ad uso irriguo. Nel territorio dell’Alto Potenza si trovano due im- Il Contratto di fiume è chiamato a condividere le mo- Il Potenza, come già rilevato, è particolarmente inte- pianti di piccola dimensione nel Comune di Fiumina- dalità utili al raggiungimento di questi obiettivi. ressato da derivazioni per la produzione di energia. Si ta lungo il corso del fiume Potenza, ed un impianto tratta di un utilizzo storico che alimentava gli opifici di media dimensione a Sefro che deriva le acque dal Presa in derivazione posti nei borghi produttivi già in epoca medievale, a torrente Scarzito. per la centrale Pioraco come a Borgo conce di San Severino. Più di Si tratta di derivazioni di limitata estensione che tut- idroelettrica della recente si è affermato l’uso idroelettrico che, grazie tavia meritano una particolare attenzione in quanto, cartiera di Pioraco all’evoluzione tecnologica, ha assunto oggi una forte rispetto alle derivazioni ad uso idroelettrico, è più appetibilità economica. Ciò determina una richiesta di difficile interrompere il flusso in entrata in caso di nuove installazioni che la politica valuta singolarmente sforamento dei limiti del minimo deflusso vitale per in modo positivo, come nuovi investimenti produttivi. le conseguenze che ciò determinerebbe nel prodotto Si tratta però di associare a questa valutazione singola- ittico, ma anche per gli effetti indotti nel corpo idrico re, una pari valutazione di sistema, al fine di congiura- dalle acque in uscita dalle vasche di allevamento, le re il rischio di un eccessivo sfruttamento della risorsa quali –al di là dei dispositivi di decantazione utilizza- idrica con il rischio che le conseguenze ambientali ti - comportano generalmente un ingente apporto di negative innescate si rivelino enormemente più gravi nutrienti dovuti ai mangimi ed alle deiezioni animali. ed onerose del vantaggio pubblico derivante dal singo- La sovralimentazione delle acque può solo apparen- lo investimento. temente essere vista come fattore positivo per la fau- L’impianto di alle- Questo controllo, oggi operato istituzionalmente dalla na ittica naturale. In realtà si determina un’alterazio- vamento trote della Regione, deve poter coinvolgere – grazie proprio al ne pesante dell’ambiente, testimoniata dalla prolife- ditta Rossi a lato del torrente Scarzito Contratto di fiume – l’intera comunità locale. razione permanente vegetazione algale. 51 Dai dati forniti dal Piano di tutela elle acque della re- gione Marche il fiume Potenza appare come uno dei corsi d’acqua maggiormente sfruttato da derivazioni. Va osservato come tali derivazioni, sebbene costituite da piccole derivazioni diffuse pressoché lungo l’intera asta fluviale, assumano una particolare concentrazione nel tratto superiore , da Fiuminata/Sefro a Castelrai- mondo, con un apice costituito dagli impianti a servi- zio della cartiera di Pioraco che sfruttano il salto di quota delle gole. Si tratta di un comparto in cui le portate del fiume so- no inferiori a quelle medie e dove più ingenti sono anche le captazioni delle sorgenti ad uso idropotabile Non meraviglia quindi che sia proprio il tratto di fiume a valle di Pioraco, fino al castello di Lanciano, a risen- tire maggiormente di carenze idriche stagionali, come recentemente segnalato più volte dalle associazioni ambientaliste e di pesca sportiva. Nella parte superiore: L’intero sistema delle derivazioni e delle captazioni Tratti in derivazione lungo il fiume Potenza. idriche merita quindi una particolare azione di appro- In rosso i tratti già indicati in studi di settore, in giallo i fondimento conoscitivo e di monitoraggio nel triango- tratti rilevati durante i sopralluoghi del CdF lo Sefro, Valcora, Castelraimondo. Fonte: Contratto di fiume dell’alto Potenza - 2019 Emerge anche una considerazione di merito sul contri- buto che questo comparto territoriale da, non senza sacrificio in termini di qualità ambientale complessiva, a favore dei territori posti più a valle. Lungi dal voler con ciò accampare richieste di diritti risarcitori è inne- Tabelle (fonte: PTA - Regione Marche): gabile che questo territorio fornisce acqua ed energia in maniera largamente superiore necessità locali sena La tabella in questa pagina indica la ripartizione delle La tabella nella pagina a lato riporta la ripartizione delle ricevere alcun ritorno economico. grandi derivazioni nei fiumi delle Marche. piccole derivazioni nei fiumi delle Marche. Anche questo sarà un argomento da sviluppare all’in- Si evince come il fiume Potenza sia caratterizzato da scar- Emerge il primato regionale del fiume Potenza nell’uso idroelettrico, nell’uso irriguo e in quello destinato alla terno del processo di governance partecipata avviata se grandi derivazioni, per lo più destinate all’industria e alla piscicoltura. piscicoltura. con il Contratto di fiume.

52 Ripartizione funzionale percentuale delle derivazioni idrau- liche del bacino del Potenza. Si noti la preponderante dimensione dell’uso idroelettrico.

I dati sull’entità delle derivazioni lungo il Potenza mo- strano una netta predominanza dell’uso idroelettrico sulle altre funzioni. Occorre ricordare di non confondere le derivazioni, che intervengono sottraendo acqua al corpo superficia- le, con le captazioni che invece sfruttano le acque sot- terranee e soprattutto, nel caso del Potenza, quelle sor- give destinate ad alimentare l’apporto idrico del fiume. Assai diverse sono anche le entità e le ricadute genera- li dei due fenomeni, basti pensare che le derivazioni nell’intero bacino riguardano circa 77.641 mc, mentre la captazione acquedottistica nei soli comuni dell’alto Potenza raggiunge i 3.735.000 mc. Le acque delle derivazioni idroelettriche ritornano pressoché integre al fiume dopo lo sfruttamento, men- tre le captazioni ritornano in parte e in forma di reflui. 53 Per avere un riferimento concreto sul grado di sottrazione Acqua immessa, erogata e dispersa nella rete idropotabile delle acque di sorgente ad uso idropotabile analizziamo i dei comuni del comprensorio dell’alto Potenza. dati della prima sorgente in tabella. Fonte: ATO 3 Marche centrali La portata di 1,20 l/s corrisponde a 103.000 l/giorno ed a Mappa delle acque erogate pro capite per Comune. Le sorgenti del bacino dell’alto Potenza utilizzate ad uso 37.843.200 l/anno, cioè 37.843,2 mc. Mappa delle dispersioni di rete in percentuale per Comune idropotabile e grado di utilizzo La sottrazione di 28.000 mc per uso potabile ha quindi una Fonte: il portale dell’acqua (www.acqua.gov.it) Fonte: ATO 3 Marche centrali - anno 1999 percentuale del 74% sulla portata naturale dalla sorgente. 54 La captazione ad uso idropotabile riguarda quasi es- Evidentemente nella lettura di questi dati occorre senzialmente sorgenti di acque sotterranee in quanto tenere conto della naturale tendenza ad un più negli acquiferi di fondovalle del Potenza si rilevano “spensierato” utilizzo delle risorse idriche laddove, eccessive concentrazioni di azoto e nitrati. come nelle aree montane, si ha una più ampia e dif- La presenza di numerose sorgenti diffuse ed il loro fusa disponibilità di sorgenti, ma è proprio la consi- capillare utilizzo anche per reti locali di distribuzione, derazione circa il valore territoriale - e non solo loca- garantisce il soddisfacimento elle richieste. le - della risorsa, propria della visione intercomunale Si tratta però di un sistema che incide in modo partico- del Contratto di fiume, a dover indurre una maggiore lare sul bilancio idrico fluviale, sottraendo una signifi- attenzione all’uso responsabile della risorsa anche cativa quantità di acque di ottima qualità, la sui assen- laddove si presenta in abbondanza. za determina una maggiore concentrazione di inqui- Altro aspetto rilevato nei confronti con la popolazio- nanti per volume d’acqua. ne residente nel territorio, sebbene meno attinente al In media, ai dati forniti dall’ATO3, la captazione idro- concetto di bilancio idrico, è la non ottimale qualità potabile è pari al 70% delle acque sorgive destinate organolettica delle acque rilevate in alcune aree del naturalmente ad alimentare il fiume. settore montano, proprio là dove la disponibilità di L’obiettivo del miglioramento del bilancio idrico si acque sorgive è più elevata. Questo paradosso deriva traduce, in termini operativo-gestionali, nella riduzio- probabilmente da una eccessiva generalizzazione dei ne dei consumi idrici e nella riduzione delle dispersio- controlli fisico-chimici sulla qualità delle acque ri- ni di rete. spetto agli impianti di captazione. La vetustà e la Secondo i dati forniti dal Ministero dell’ambiente i minore importanza delle captazioni a servizio delle volumi d’acqua erogati pro-capite sono particolarmen- piccole reti locali comporta il rilevamento di valori di te alti nel Comune di Sefro (ben oltre 450 mc annui inquinamento organico che vengono contrastati con p.c.), significativi a Fiuminata, Pioraco e Gagliole (da la clorazione. 200 a 300 mc), più ridotti a San Severino e Castelrai- Una maggiore attenzione nelle manutenzioni e nella mondo (da 150 a 200), ottimali a Treia (< 150). qualità dell’impianto di captazione garantirebbe l’e- Per quanto concerne le dispersioni, sempre secondo i rogazione di acque di ottima qualità anche nelle co- dati del Ministero, questi appaiono superiori alla me- munità di piccole dimensioni, evitando anche la ne- dia in tutto il territorio dell’alto Potenza, con picchi a gativa ricaduta sull’immagine turistica del territorio. Pioraco (dal 55 al 70%) e livelli comunque elevati a Le captazioni ad uso irriguo sono meno quantificabili Fiuminata e San Severino (dal 40 al 55%). Migliore, in presenza di una rete limitata di fornitura specifica. Fonti pubbliche nel Comune di Fiuminata: ma sempre importante, la dispersione a Castelraimon- Si tratta per lo più di emungimenti di acque dai pozzi - fonte di San Cassiano do, Gagliole e Treia (da 25 a 40%), mentre a Sefro si o direttamente dalle acque del fiume, spesso con mo- - fonte di Laverino registra un risultato soddisfacente (< 10% ). dalità provvisorie, mobili e non dichiarate. L’impianto di captazione di fonte di Brescia 55 6.2 il rischio geologico-idraulico

Con il termine rischio idrogeologico si indica la peri- La Regione Marche nel giugno 2001 si è dotata di rito agli elementi esposti (aree urbane, infrastrutture, colosità dell’instabilità dei pendii o di corsi fluviali in un Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeolo- costruzioni..) desunti dalla cartografia aerofotogram- conseguenza a particolari condizioni ambientali, me- gico (PAI), previsto dalle LL. 267/98 e 365/00, con- metrica (volo AIMA 97). Alle classi di rischio indivi- teorologiche e climatiche; fattori fortemente influenza- figurato come stralcio funzionale del settore della duate (da R4 a R1) sono associabili le definizioni con- ti dalle attività umane. pericolosità idraulica ed idrogeologica del Piano tenute nel D.P.C.M. 29.09.98. L’azione dell’uomo influenza fortemente la conforma- generale di bacino previsto dalla L. 183/89 e dalla Con l’entrata in vigore del DM 25/10/2016 gli aggior- zione geologica e geomorfologica del suolo, determi- L.R. 13/99. Nel documento sono riportate le aree namenti ai suddetti PAI vengono gestiti dalle Autorità nando un aumento del rischio idrogeologico soprattut- soggette a pericolosità e a rischio idrogeologico gra- di Bacino Distrettuale al cui sito si rimanda per ogni to in alcuni comuni d’Italia. vitativo per fenomeni franosi - individuate sulla base informazione ufficiale. Il rischio aumenta soprattutto in relazione a quelle atti- di una ricognizione delle informazioni specifiche La presenza di aree inondabili nella parte terminale dei vità umane che prevedono la modificazione del territo- contenute negli strumenti urbanistici comunali, nei corsi d’acqua principali deve essere assunta come un rio, come la costruzione di infrastrutture stradali e fer- PTC provinciali e in altri studi specifici di settore fenomeno del tutto naturale per fiumi a forte andamen- roviarie, ponti, edifici, abitazioni, in quanto vanno ad già elaborati (C.A.R.G., S.C.A.I., RIM, Studi GND- to torrentizio come quelli del versante adriatico mar- intaccare la stabilità naturale del territorio incremen- CI) - e le aree soggette a pericolosità e a rischio chigiano. tando fenomeni erosivi e di instabilità del suolo. idraulico in quanto inondabili da piene fluviali delle L’entità del fenomeno è però aggravata pesantemente La causa di eventi catastrofici come alluvioni, frane, aste principali assimilabili ad eventi con tempi di dall'azione antropica, sia in quanto tende ad occupare esondazioni, valanghe… non può essere attribuita alle ritorno fino a 200 anni. proprio quelle aree pianeggianti, più soggette ad eson- precipitazioni “fuori dalla norma” che ormai, in Italia Le aree a pericolosità idraulica sono state suddivise dazioni per la realizzazione di urbanizzazioni ed infra- come in altri Paesi, sono diventate una costante. in tronchi fluviali omogenei, con criteri compren- strutture viarie, sia in quanto le attività agricole inten- In Italia il 68,9 per cento dei comuni italiani sono con- denti morfologia dell’alveo, presenza di opere tra- sive ed il diradamento della vegetazione ripariale ac- siderati ad alto rischio idrogeologico per una superfi- sversali ed elementi a rischio; in ogni singolo tronco centuano la velocità di corrivazione delle acque meteo- cie di 21.551 kmq. Di questi 7.791 kmq sono a rischio fluviale omogeneo così individuato è stato attribuito riche e quindi l’entità delle piene immediatamente alluvione un livello di rischio, articolato in quattro classi, rife- conseguenti a fenomeni di piogge intense.

56 La carta dell’indice della corrivazione dei versanti Nella pagina a fianco: evidenzia la coincidenza tra versanti a maggiore velo- Trasposizione del Piano di Assetto Idrogeologico delle cità di corrivazione e la presenza di aree inondabili. Marche, che individua le aree di instabilità dei versanti e le L’azione erosiva dell’acqua sui versanti, favorita dalle zone vallive a rischio esondazione, relativamente all’alto modalità intensive di sfruttamento dei terreni ad uso corso del Potenza ed allo Scarzito. agricolo, accentua altresì anche la formazioni di fra- fonte: Regione Marche ne, colamenti e calanchi. Il bacino del fiume evidenzia la particolarità di una In questa pagina:: presenza di aree inondabili a partire dalla parte monta- na sia lungo il Potenza (piane di Fiuminata e Pioraco) Sopra: che sulla parte inferiore dello Scarzito. la velocita di corrivazione superficiale delle acque meteori- che stimata per le diverse zone del bacino del Potenza In effetti anche questi contesti di piana valliva hanno Sotto: visto ingenti modificazioni indotte dall’uomo per con- le aree esondabili lungo la valle del Potenza, da Pioraco tenere la naturale tendenza dei fiumi a creare ambienti alla valle dei Grilli di S. Severino, con tempo di ritorno di palustri. Sono proprio quegli argini e quelle regima- 50, 100 e 200 anni. zioni volte a recuperare suoli fertili a costituire oggi fonte dati: Consorzio bonifiche delle Marche un importante rischio idrogeologico per effetto delle sedimentazioni che hanno portato l’alveo fluviale ad una quota sensibilmente superiore a quello delle zone urbanizzate ad esso limitrofe. La mancanza di una adeguata cura e manutenzione delle regimazioni idrauliche determina ulteriori situa- zioni di rischio diffuso.

57 L’individuazione degli interventi per la riduzione del A lato: interventi prioritari di riassetto rischio idraulico nel bacino dell’alto Potenza è svolta idrogeologico individuati dal da due strumenti essenziali: il “Piano di Gestione del Piano di Gestione del rischio idraulico rischio idraulico” redatto dalle Autorità di bacino, il fonte: Autorità di bacino distret- quale individua le situazioni più gravi ed urgenti su tuale dell’Appennino centrale cui intervenire, e lo “Studio idraulico-ambientale me- Sotto: diante l’analisi dei processi morfologici in atto per la le aree esondabili lungo la valle caratterizzazione dei bacini idrografici principali della del Potenza, da S. Severino al confine del Comune di Macerata, Regione Marche” redatto dal Consorzio bonifica della con tempo di ritorno di 50, 100 e Marche (lo studio sul Potenza del 2018 è il primo ad 200 anni. fonte dati: Consorzio bonifiche essere stato effettuato nella Regione), con una visione delle Marche finalmente estesa all’intero bacino idrografico, da cui deriverà il Piano operativo di intervento. Il Piano d Gestione, per il Potenza, individua già dei luoghi critici in corrispondenza dell’area di Fiuminata e del tratto a valle dell’area artigianale di Taccoli a San Severino. Luoghi che coincidono con le situazioni a maggiore rischio di esondazione rilevate nel settore del fiume Potenza considerato.

58 L’attuazione degli interventi Le priorità di intervento segnalate dal Piano d Ge- no essere proposte anche da altri soggetti pubblici o stione del Rischio idraulico vengono riportate sulla privati purché rispondano all’obiettivo della mitiga- piattaforma RENDIS dell’ISPRA per ottenere i fi- zione del rischio idraulico. nanziamenti necessari ed inoltrate alle strutture dele- Rispetto agli interventi segnalati nel RENDIS altre gate alla progettazione ed appalto dei lavori. Per gli manutenzioni sono previste prossimamente per un interventi di manutenzione straordinaria negli alvei importo complessivo di oltre 4 milioni di euro. fluviali questa funzione è svolta dal Genio civile re- Quadro degli interventi realizzati, in esecuzione e in pro- gionale relativo alla provincia di appartenenza, Per getto inseriti nella piattaforma RENDIS, consultabile nell’apposito sito dell’ISPRA. gli interventi di ripristino della officiosità idraulica In blu gli interventi realizzati, in verde quelli in fase di rea- che comportano interventi esterni all’alveo (aree di lizzazione, in rosso quelli in fase di progettazione, in celeste quelli rinviati o modificati. laminazioni) o di ristrutturazione del sistema idrauli- Gli interventi in programma relativi all’assetto fluviale co la funzione è svolta dal Consorzio Bonifica delle riguardano: marche su mandato della Regione e/o del Commissa-  11IR091/G1 - manutenzione a Valcora (Fiuminata) - importo finanziato 360.286 € rio Straordinario Delegato (attualmente il Presidente  11IR086/G1 - ripristino officiosità idraulica torrente della Regione) a seguito di eventi calamitosi dovuti a Il progetto per lo Scarzito, redatto dal Consorzio Bonifica Scarzito (Sefro) - importo finanziato 435.200 € fenomeni di dissesto idrogeologico. Le progettazioni e giunto alla fase definitiva-esecutiva, prevede la realizza-  11IR108/G1 - manutenzione e ripristino a monte di Pon- zione di un’area di laminazione tra la strada e il torrente, te S.Antonio - S.Severino - importo finanziato 45.388 € vengono inserite nella piattaforma RENDIS. Le pro- poco a valle del bivio per Agolla. L’argine in materiale ar-  11IR108/G1 - manutenzione e ripristino da Ponte S.Antonio gettualità per l’ottenimento dei finanziamenti posso- gilloso raggiunge nel punto più alto i 2,50 m. dal terreno. a Taccoli - S.Severino - importo finanziato 1.060.800 €

59 Qui a lato: La mappa degli interventi di manu- tenzione ordinaria e straordinaria previsti nell’alto-medio corso del Potenza, con gli importi stanziati per ciascun tratto. Si prevede l’avvio dei lavori nell’a- prile 2019 e la conclusione entro l’aprile del 2021.

Nella pagina a fianco: Le sezioni tipo di progetto nel caso di intervento di semplice pulizia dell’alveo dalle alberature e nel caso di sistemazione di sponda in erosione con pulizia dalla vegeta- zione dalla parte di versante stabile all’interno dell’alveo.

60 I lavori di riduzione del rischio idraulico del fiu- me Potenza nel tratto da Ponte Sant’Antonio a Fonte Brescia POR-FESR 2014-2020, Asse VIII. Azione 27.1

Nell’ottobre 2019 il Servizio Tutela, Gestione e sponde inclinate e viabilità complessa assetto del territorio della Regione Marche — PF  Taglio per tratti ad alta densità di alberature e Tutela del territorio di Macerata, ha presentato, piccole operazioni di scavo presso l’Unione Montana Potenza Esino Musone, il  Taglio per tratti ad alta densità di alberature e progetto definitivo degli interventi di ripristino piccole operazioni di scavo con difficoltà di dell’officiosità idraulica da realizzarsi a partire dal spone inclinate e viabilità complessa 2020.  Taglio vegetazione e alberature Si tratta di un intervento ingente sia per la lunghez-  Taglio vegetazione e alberature con difficoltà za del tratto di fiume Potenza interessato dagli in- di sponde inclinate e viabilità complessa. terventi (circa 44 chilometri), sia per l’entità delle risorse impegnate, pari a 4.175.886,00 €, di cui L’intervento è preceduto da uno studio botanico di 2.175.886 in attuazione di progetti già inseriti nella dettaglio della biodiversità presente nella fascia di piattaforma RENDIS e 2.000.000 finanziati con il vegetazione ripariale, nonostante a seguito dell’inter- POR-FESR 2014-2020. vento la vegetazione in alveo presente sarà pressoché totalmente eliminata, seguendo l’impostazione pro- Gli interventi riguardano: gettuale che vuole la sezione fluviale liberata da ogni  l’adeguamento dei ponti per ripristinare le ne- elemento che impedisca il deflusso idrico. cessarie sezioni di deflusso, la ristrutturazione di Questa impostazione di progetto è mantenuta anche 3 ponti esistenti e la realizzazione di 2 nuovi, nelle aree SIC Natura 2000 come nel caso della Piana tutti ubicati in territorio di Fiuminata. di Pioraco.  La realizzazione di difese, anche con l’uso di Secondo i dati forniti pubblicamente dal progettista gabbionate ove necessario, di sponde interessate nel corso dell’incontro di San Severino, l’intera ope- da fenomeni di erosione laterale razione prevede l’abbattimento di 4-500 alberi per  Il taglio della vegetazione e delle alberature in chilometro, per un totale stimato di circa 20.000 al- alveo beri. In particolare il taglio della vegetazione in alveo è Sia il sedimento drenato che il legname abbattuto articolato in 5 modalità di interventi applicate su verranno usati per interventi di riassetto delle sponde specifici tratti cartograficamente delineati: e delle zone in erosione.  Taglio per tratti a media densità di alberature Il lavoro, sia per la parte idraulica che botanica, ha e piccole operazioni di scavo consentito di approfondire la conoscenza di luoghi e  Taglio per tratti a media densità di alberature caratteristiche significative utili nelle riflessioni che e piccole operazioni di scavo con difficoltà di saranno oggetto del Contratto di fiume.

61 6.3 la qualità delle acque

La qualità delle acque viene monitorata dall’ARPAM A sinistra: attraverso una rete di stazioni distribuite lungo i diver- Primi dati sulla qualità si corpi idrici in cui viene suddiviso ogni singolo baci- delle acque effettuata no idrografico. attraverso la rete di mo- Nel bacino del Potenza ricadono 13 corpi idrici, 4 rife- nitoraggio dell’ARPAM— riti a tratti definiti del fiume Potenza e 9 riferiti ai suoi periodo 2010-2012 affluenti principali: Scarzito, Campodonico, Palente, Grande, Menocchietta, S.Lazzaro, Catignano, Chiaro, A destra: Monocchia. Sette sono le stazioni di monitoraggio presenti nel ba- Classifica della qualità cino: a Bivio Ercole di Fiuminata, nei pressi di Torre dei corsi d’acqua delle del Parco, sul Potenza e sul Palente, nei pressi del ci- marche, anno 2007. mitero di San Severino, a , alla con- Fonte: ARPAM fluenza del Menocchia nei pressi di Sambucheto ed alla foce. Sono quindi quattro le stazioni che controlla- no la qualità delle acque dell’alto Potenza e solo tre se ci riferiamo al corso d’acqua principale. Un primo rilevamento sulla qualità delle acque è stato effettuato nel triennio 2010-2012 ed ha permesso di definire una prima classificazione provvisoria dello stato di qualità dei corpi idrici, specie in relazione allo stato ecologico generale. Il fiume Potenza si colloca complessivamente nella preso tra Bivio Ercole di Fiuminata e Castelraimon- ro,..) che possono influenzare specie esigenti come la parte medio-alta della classifica dei corsi d’acqua re- do, da buono a sufficiente, mentre migliora un poco trota autoctona e la lampreda. gionale (8° posto) con un giudizio tra il sufficiente e il la qualità del Menocchietta. Sempre nel triennio 2013-2015, le analisi vengono buono. Ma se consideriamo la classifica dei fiumi più I motivi del declassamento sono legati essenzial- estese anche ad una serie di indicatori chimici che ri- importanti– quelli che collegano la dorsale appennini- mente alla riduzione della presenza ittica e in parti- velano una sostanziale buona qualità delle acque ca col mare –il Potenza risulta al primo posto, davanti colare lo carso numero di esemplari di trota autocto- nell’alto bacino, sia nel corpo principale che negli af- al vicino Chienti. na e la non rilevazione della lampreda. fluenti. Inoltre la parte dell’alto Potenza ha in generale un giu- Il dato sorprende se si considera che proprio la zona La situazione diviene altresì critica a valle della con- dizio qualitativo buono su tutti tratti considerati. Que- del castello di Lanciano è oggetto da oltre un decen- fluenza del rio Chiaro e non a causa di questo piccolo sto scenario positivo è però macchiato dall’impatto nio di una particolare attenzione nella conduzione affluente. degli affluenti del settore collinare. In particolare il della pesca sportiva (pesca no-kill) con frequenti Si denota però una contaminazione microbiologica Palente, il Grande, il Catignano ed il Chiaro, hanno un monitoraggi scientifici. Difficile pensare ad una re- (Escherichia Coli) occasionalmente significativa già giudizio appena sufficiente, mentre il Menocchietta, ai lazione causa-effetto con questa maggiore attenzione nella stazione a valle del castello di Lanciano e in limiti del comparto, addirittura scadente. comportamentale. Probabilmente altre cause vanno quella del fosso Palente. Nel successivo triennio di rilevamenti si denota un ricercate nella modifica della quantità-qualità delle La situazione chimica appare migliore nella stazione a leggero peggioramento della situazione nel tratto com- acque (deflusso minimo, temperatura, tasso di clo- valle di San Severino-

62 Sopra: Sotto: Se analizziamo i dati desunti dalle analisi svolte per la Analisi delle condizioni ecologiche e chimiche del fiume Analisi delle condizioni del fiume Potenza nelle tre stazioni formazione del Piano di tutela delle acque, nei primi Potenza . dell’alto corso: Bivio Ercole, castello di Lanciano, a valle anni 2000, emerge una sostanziale costanza delle con- fonte: ARPAM 2013-2015 del depuratore di San Severino. fonte: ARPAM 2013-2015 dizioni del bacino del Potenza nel corso degli ultimi 15 anni, sia nella qualità ecologica complessiva che nelle condizioni di inquinamento chimico.

Restano valide quindi le valutazioni e le conclusioni del Piano di Tutela delle Acque che hanno indicato una serie di interventi di riqualificazione, la cui attua- zione è demandata alle strutture preposte al governo del territorio, i cui effetti positivi dovrebbero presto manifestarsi. Permangono tuttavia ritardi, lacune settoriali e di coor- dinamento che vanno individuati ed affrontati con il Contratto di Fiume.

63 A sinistra:

Il bacino del Potenza con la suddivisione in 4 ambiti effet- tuata dal Piano di Tutela delle Acque.

L’evoluzione dei dati chimici celle acque del Potenza dal 2002 al 2006 Fonte: Piano di Tutela delle Acque - Regione Marche

Valutazioni (dal PTA)

Il Fiume Potenza è sottoposto a carichi antropici gene- durante fenomeni di pioggia intensa, da parte delle zona vulnerabile da nitrati di origine agricola, e pertan- rati principalmente dalle acque reflue urbane. reti fognarie con adeguati sistemi.. to la zootecnia presente deve garantire sistemi di con- Gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane Particolare attenzione deve essere dedicata alla pre- tenimento dei effluenti di allevamento adeguati e dare di dimensioni significative, con COP maggiore di disposizione di efficaci sistemi di assorbimento- attuazione alle pratiche agronomiche rispettose del 10.000 AE (4), sono adeguati a ricevere le acque re- contenimento delle acque meteoriche che rigurgita- CBPA. flue di diversi agglomerati rimuovendo sia il carico no dalle reti fognarie, raccogliendo quest’ultime va- Dalle valutazioni del PTA si evince che soprattutto organico che quello trofico; i piccoli impianti (COP ste aree urbane ed industriali impermeabilizzate che nell’Alto Potenza non sussistono problemi strutturali inferiore ai 2.000 AE) hanno invece evidenti difficoltà talvolta contengono acque drenate improprie, tanto particolarmente gravi. Il miglioramento del sistema nel trattare i nutrienti. che alcune segnalazioni di non conformità si sono dipende quindi da una più fine azione di controllo de- La presenza di azoto ammoniacale è dovuta principal- avute soprattutto dagli scarichi degli scolmatori del- gli scarichi nei piccoli centri, dal controllo del fenome- mente alle acque reflue urbane riversate nel Fiume le reti fognarie. no delle acque di troppo pieno nelle reti fognarie, da Potenza e nei suoi affluenti Scarzito e Monocchia, Nelle aree montuose e collinari interne dell’Alto una verifica più puntuale degli scarichi industriali e senza adeguato trattamento. Potenza, caratterizzate dalla presenza di piccoli cen- zootecnici , da una più accorta gestione delle pratiche Il Potenza riceve acque reflue non trattate principal- tri urbani le cui acque reflue non sempre sono com- colturali agricole. mente nel tratto inferiore, mentre complessivamente pletamente trattate, la depurazione è ottenuta tramite Questo scenario sposta sempre più la responsabilità buona appare la situazione nella parte alta del coro impianti che non hanno caratteristiche adeguate a dell’azione di risanamento dal soggetto gestore del d’acqua. rimuovere significativamente i nutrienti (azoto e servizio idrico integrato all’intera comunità locale e L’attenzione al trattamento delle acque reflue e agli fosforo). soprattutto alle amministrazioni comunali. Sia il con- effetti provocati dallo sversamento delle acque reflue Parte del Potenza-2 e della prima delle due UI Po- trollo del territorio che le politiche di gestione degli non trattate nei fiumi deve essere posta anche sul loro tenza-3, nell’Alto Potenza, unitamente ala seconda spazi urbani e rurali sono competenze comunali alle contenimento, principalmente nei periodi di pioggia o UI Potenza-3 ed alla UI Potenza-4 fino alla foce, è quali va garantita sempre maggiore efficacia. 64 Conclusioni (dal PTA) Troppo pieno fognario con scarico a fiume. Il Fiume Potenza è uno dei fiumi della Regione Mar- verificando la presenza nei cicli di lavorazione delle che che mostra la migliore qualità delle acque, rispet- sostanze pericolose prioritarie. Scarichi industriali e tando sia gli obiettivi di qualità ambientale che quelli a Devono essere calcolate o almeno stimate, le portate artigianali diretti nelle specifica destinazione, con l’eccezione delle acque di acque superficiali (ma dei corsi d’acqua, in modo da permettere la predi- anche in quelle sotter- balneazione in quanto il tratto marino della foce è in- sposizione di una disciplina sui valori limite d’emis- ranee) terdetto per un tratto di circa 750 m. sione degli scarichi di acque reflue urbane ed indu- Il completamento delle reti fognarie di diversi comuni striali, rendendole compatibili con i corpi recettori, ed agglomerati, soprattutto nell’ultima UI Potenza-4, è le loro portate che evidenziano variabilità significati- uno degli interventi principali da attuare, ma anche ve ai fini della classificazione delle acque ed il man- l’adeguamento degli impianti di depurazione di ridotte tenimento dei processi autodepurativi. dimensioni (Treia) ed il trattamento delle acque reflue La conoscenza degli approvvigionamenti idrici, per i urbane sono altrettanto importanti. vari utilizzi, dai corpi idrici superficiali e sotterranei, Deve essere previsto il miglioramento delle reti fogna- deve essere organizzata ed approfondita al fine di rie prevedendo l’adeguamento dei sistemi di rilascio permettere le valutazioni sul bilancio idrico. delle acque meteoriche raccolte nelle reti, e favorendo Alla zona valliva del Potenza devono essere applica- il contenimento delle acque di prima pioggia. te le azioni necessarie alla soluzione del problema E’ necessaria una verifica dell’efficacia di rimozione dei nitrati nelle acque sotterranee, per cui deve esse- dei carchi organici dei piccoli agglomerati presenti nei re affrontato uno studio sinergico tra le attività agro- territori comunali interni, che sono molto vasti, e l’a- zootecniche e le attività che comportano grandi pre- deguamento dei sistemi di depurazione alla rimozione lievi idrici dal subalveo. dei nutrienti (azoto e fosforo), da effettuarsi per gli La conoscenza degli approvvigionamenti idrici ed i impianti UWWTP maggiori di 5.000 AE qualora non vari utilizzi, dai corpi idrici superficiali e sotterranei, fossero dotati di sistemi terziari per l’abbattimento deve essere organizzata ed approfondita al fine di dell’azoto. permettere il calcolo sul bilancio idrico e le valuta- La tipologia degli impianti esistenti non permette il zioni per mantenere la naturalità dei processi biolo- trattamento dei rifiuti liquidi nei piccoli impianti di gici delle acque fluviali. trattamento delle acque reflue urbane, per cui queste L’occasione del Contratto di fiume è quindi anche attività devono essere dimesse trovando soluzioni al- quella di assegnare, in un tavolo di concertazione ternative efficaci allo smaltimento; gli impianti che partecipato, le specifiche responsabilità di governo possono trattare anche rifiuti liquidi, possibilmente alla regione, ai Comuni, ai soggetti gestori dopo aver Spandimento di ferti- senza contenere sostanze pericolose prioritarie, devo- discusso le specifiche azioni da intraprendere nel lizzanti azotati in agri- no avere più linee di trattamento e un trattamento chi- breve periodo (Piano di Azione) e nel medio-lungo coltura. mico fisico dedicato. periodo (Piano strategico). In questo processo è im- Il censimento degli scarichi di acque reflue industriali plicito l’avvio di nuove pratiche, modelli e assetti Accumulo delle deie- nelle reti fognarie e nei corpi idrici deve essere di organizzativi. Non è pensabile infatti un progresso zioni negli allevamenti maggior dettaglio, sia come portate influenti che come nella gestione del territorio conservando i modelli zootecnici, non sempre tipologia di inquinanti che hanno prodotto l’attuale assetto e le sue lacune. correttamente gestite. 65 7. la gestione del territorio

7.1 pianificazione del territorio

L’esigenza di coordinare le politiche urbanistiche co- Schema generale territoriale del Piano Territoriale di munali ha preso forma sostanzialmente attraverso i Coordinamento della Provincia di Macerata (PTC) piani territoriali di coordinamento a scala provinciale Sotto: (PTC). La trama insediativa evidenzia nuclei di conurbazione Il PTC di Macerata si basa su una lettura del territorio “in nuce” le cui dinamiche andrebbero studiate con maggiore attenzione per “sistemi” definiti da criteri di omogeneità del pae- saggio e dell’assetto insediativo. La morfologia fisica riconoscibile della valle, generata dall’elemento conti- nuo del fiume, viene così frazionata in sei differenti sistemi. Questa frammentazione, almeno per la parte dell’alto bacino del Potenza, corrisponde però alla let- tura geomorfologica che riconosce un settore montano dalle sorgenti fino alle gole di Pioraco, un settore rela- tivo al sinclinorio camerte, un settore montano preap- penninico, l’ambito della conca di San Severino e il settore delle coline in rivasinistra del fiume che identi- fica chiaramente il tratto di valle dalla trasversale di Pitino al territorio di Villa Potenza. Per ciascuno di questi sistemi, ed in relazione ad ulte- riori ambiti generati da specifiche tematiche ambienta- li che si sovrappongono ad essi, vengono definite pe- culiarità programmatiche volte alla tutela- valorizzazione delle risorse naturali, ovvero al miglio- ramento qualitativo e funzionale delle aree più urba- nizzate. L’impostazione ha quindi una doppia struttura, per colari realtà insediative in organismi ambiti territoriali e per zone funzionali, che se da un più complessi, come la transvalliva lato supera le limitazioni proprie di ciascuna delle due S.Severino-Tolentino, l’asse Treia- differenti letture, dall’altro rende più complessa la tra- Pollenza, o l’attrazione tra Matelica e duzione degli indirizzi in specifiche strategie attuative Castelraimondo. a scala locale. E’ auspicabile che con la strutturale Nei diversi PRG infatti quasi mai viene resa in modo riduzione della pressione insediativa e compiuto la complessità messa in luce dal PTC e si immobiliare, il ruolo e l’interesse dei denota la prosecuzione di una priorità di interesse PRG si spostino sempre di più dalla all’aspetto insediativo-infrastrutturale su quello am- città al territorio, verso un progetto di bientale, lasciato per lo più in una generica definizione riqualificazione ambientale e paesaggi- di indirizzo. Scarsa è anche l’attenzione alla dimensio- stico dove il ruolo del riassetto del reti- ne sovracomunale laddove sfugge la lettura di quei colo idrografico è un tema assolutamen- sistemi in formazione che tendono a connettere parti- te centrale. 66 Schema generale territoriale del Piano Territoriale di Nei PRG vigenti nei comuni dell’alto Potenza il fiu- la città che è la stessa che si ritrova nei PRG di quasi Al di là del ruolo e dell’individuazione dell’elemento me , sebbene riconosciuto nel suo valore all’interno tutti i comuni che, pur in assenza di “parchi fluviali” fiume, manca nei PRG una più spiccata attenzione alle della rete ecologica appare comunque come elemento prevedono comunque aree verdi in prossimità del condizioni ecologico-ambientali dello spazio non- La trama insediativa evidenzia nuclei di conurbazione ambientale e come tale sovrastrutturale nella definizio- fiume. insediativo e d’altra parte questo limite è ancora un le cui dinamiche andrebbero studiate con ne di un progetto di città e di territorio. C’è quindi spazio, all’interno del Contratto di fiume, limite culturale proprio della disciplina urbanistica. Un’idea di “parco fluviale” a scala comunale appare di fomentare una riflessione più profonda sulla rela- Questo nonostante lo stesso Piano di Sviluppo Rurale solo nelle realtà urbane più consistenti, come Castel- zione tra spazio abitato e spazio fluviale che ricono- solleciti un nuovo ruolo propositivo dei Comuni, an- raimondo e San Severino, ma assume sempre un ruolo sca e traduca in forme progettuali l’intima, costituti- che attraverso i PRG, a sostegno delle richieste di fi- complementare e marginale rispetto alla dimensione va relazione che lega tutti gli insediamenti vallivi nanziamento per il riassetto del territorio agrario attra- insediativa. Marginalità in parte dovuta alla scarsità di alloro fiume. Quella relazione che ancora possiamo verso gli accordi agroambientali. riflessioni circa la “forma” della città. riconoscere - ma è solo un esempio delle tante siner- Il ritardo è sintomatico anche se si pensa che solo due Permane, al di là dell’estensione della “zona verde” gie possibili - nei borghi artigianali storici di Pioraco comuni, dei 9 firmatari del manifesto d’intenti per il legata al fiume, una visione del sistema ambientale e Borgo Conce di San Severino, ai Vurgacci, al ca- CdF, hanno in vigore dei regolamenti di polizia rurale fluviale come spazio funzionale fruibile a servizio del- stello di Lanciano, a ponte S.Antonio. per il controllo qualitativo dell’uso dl territorio. Mosaico dei PRG e carta dell’uso del suolo con evidenziati gli spazi insediativi urbani. Fonte: studi preliminari per la for- mazione del nuovo Piano Paesistico Regionale delle Marche Sotto: A sinistra: i comuni che hanno in vigore dei regolamenti di polizia rurale (in verde). A destra: i PRG comunali che defini- scono parchi fluviali (verde scuro), aree verdi perifluviali (verde chiaro) o non individuano aree verdi lungo il fiume (giallo).

67 7.2 tutela dell’ambiente

Abbiamo già evidenziato come a livello di pianifica- - Gola di S.Eustachio (IT5330016) proiettata maggiormente ad un’azione rivolta alla tute- zione le questioni ambientali intervengano in un ambi- - Gola di Pioraco (IT5330018) la attiva ed all’incremento della biodiversità, chiaman- to di interesse che è sostanzialmente quello conserva- - Piani di Montelago (IT5330019) do i piani regolatori comunali e le iniziative locali di zionistico, volto a preservare i beni riconosciuti dalle - Monte Pennino-Scurosa (IT5330020) pianificazione ad inserire nelle loro progettualità spe- singole discipline scientifiche dalla cifiche iniziative al riguardo. intensità dei processi di urbanizzazione e di consumo e le seguenti Zone di Protezione Speciale: La REM individua gli elementi costitutivi della rete dei suoli. Oltre al Piano Paesistico Regionale il livello - Monte Giuoco del Pallone (IT5330026) nelle Aree buffer, nelle Unità ecosistemiche e nelle della tutela si afferma con ancora maggior forza nelle - Gola di S.Eustachio, M. d’Aria, M. Letegge Unità ambientali, ma anche nel tessuto ecologico dif- aree riconosciute come zone di Natura 2000: le zone di (IT5330027) fuso e nelle aree umide esistenti (wetlands). Diverse protezione speciale (Zps) ed i siti di interesse comuni- - Valle Scurosa, Piano di Montelago e gola di Piora- situazioni, oggi compromesse, sono viste come oppor- tario (Sic). co (IT5330028) tunità per la ricostruzione della rete ecosistemica: le cave dismesse, le aree inedificate lungo la costa, le Nel bacino del Potenza ricadono i seguenti Siti di La valle del Potenza non risulta invece compresa nel aree demaniali, le aree industriali dismesse, le aree Interesse Comunitario: perimetro di Parchi nazionali o Riserve regionali. inondabili e le zone di versante instabile individuate - Monte Giuoco del Pallone-Monte Cafaggio L’alto corso del Potenza, con la piana di Pioraco, e il dal Piano di assetto Idrogeologico, in quanto nell’in- (IT5330009) piano di Montelago sono segnalati nell’inventario tervento di risoluzione di queste situazioni-problema - Piana di Pioraco (IT5330010) delle zone umide nell’area mediterranea (MedWet), possono essere inseriti contenuti volti alla riqualifica- come parte di quell’importantissimo sistema di aree zione ambientale. Sono considerate sostanziali minac- umide montane che comprende anche la vicina Piana ce potenziali quelle azioni in cui l’aspetto ambientale di Colfiorito. rischia di assumere la sola dimensione risarcitoria, Più di recente, attraverso la Rete Ecologica Marchi- come le grandi opere infrastrutturali che determinano giana (REM) si afferma una visione più integrata e ingente consumo di suolo, il sistema della mobilità, gli

Siti Natura 2000 ricompresi all’interno della valle del Potenza fonte - Regione Marche

inventario delle zone umide nell’area me- diterranea - fonte: MedWet / Regione Marche

68 apparati di produzione energetica come gli aerogenera- PPAR integra le conoscenze dei valori presenti nel all’applicazione di norme e modelli comportamentali tori, le cave e le discariche attive, le reti elettriche. territorio assorbendo le informazioni dei processi di diversi. Un nuovo approccio integrato, basato su ambiti territo- adeguamento dei piani regolatori. Il quadro comples- La concezione di paesaggio, derivato dalle leggi ante- riali più che sulle singole componenti ambientali, ca- sivo non modifica la macro lettura del sistema paesi- guerra, distinguibile tra aree di valore - da tutelare - ed ratterizza anche l’azione preliminare al nuovo Piano stico fissata dal PPAR vigente che palesa la fram- aree di minor valore o compromesse - dove è possibile paesistico regionale. mentazione della direttrice valliva in settori a domi- avere norme ed attenzioni meno stringenti - è sostan- Si nota tuttavia la non coincidenza tra gli ambiti del nate naturalistico-ambientale ovvero agricolo- zialmente confermata dal PPAR nella distinzione dei nuovo PPAR e le unità ecosistemiche ed ambientali insediativa. Ciò evidenzia un importante ruolo che la sottosistemi territoriali generali in Aree A - unità di individuate dalla REM; fattore che certo non aiuta la riqualificazione fluviale, come connettore ecologico paesaggio di eccezionale valore, Aree B - unità di pae- gestione amministrativa degli strumenti di pianifica- territoriale, può assumere nell’obiettivo fondamenta- saggio rilevanti, Aree C - unità di paesaggio che espri- zione, limitando l’incisività delle azioni di progetto. Se le del miglioramento dell’assetto ambientale e paesi- mono la qualità diffusa. quindi è auspicabile una fase di coordinamento tra i stico. E’ la medesima partizione che è sottintesa nella Con- piani territoriali in materia di ambiente e paesaggio va Sebbene il nuovo PPAR proponga una visone più venzione Europea del Paesaggio (Firenze 2000) dove sottolineato positivamente il livello di approfondimen- integrata del sistema territoriale, la matrice culturale nella relazione esplicativa si dichiara che: “Il paesag- to raggiunto dalle nuove esperienze di pianificazione e posta alla base del concetto di paesaggio resta anco- gio svolge un ruolo importante in quanto elemento l’attitudine ad una visione integrata - potremmo dire rata ad distinzione in classi qualitative—a cui corri- dell'ambiente e del contesto di vita delle popolazioni, olistica - e rivolta alla valorizzazione dei beni. Il nuovo spondono precisi ambiti territoriali—funzionali sia nelle aree urbane, che rurali e sia per i paesaggi con caratteristiche eccezionali, che per quelli della vita quotidiana”. La distinzione operativa delle azioni che si possono svolgere nel paesaggio: salvaguardia, gestione, pianificazione, finisce con il corrispondere a specifiche “zone”: “ In ogni zona paesaggistica, l'equilibrio tra questi tre tipi di attività dipenderà dal carattere della zona e dagli obiettivi definiti per il suo futuro paesaggio. Cer- te zone possono richiedere una protezione molto rigo- rosa. Invece, possono esistere delle zone il cui paesag- gio estremamente rovinato richiede di venir completa- mente ristrutturato.” Le successive raccomandazioni sulla opportunità di dosare responsabilmente in ogni situazione le azioni di salvaguardia, gestione e pianificazione appaiono tutta- via una contraddizione con l’idea di “zona paesaggisti- ca”. Resta il sospetto che alla base di questa semplificazio- ne per zone si celi un fondamentale predominio delle ragioni dell’economia su quelle dell’ambiente e del paesaggio (la medesima che si nasconde alla base del concetto di sostenibilità), per cui le zone dove si con- 69 Sopra: Sistema dei vincoli e delle tutele nel bacino del Potenza

Sotto: PPAR Marche - estratto della Tav. 6 (unione marche nord – sud) - “ Aree per rilevanza dei valori paesaggistici e am- bientali”. PPAR Marche - rappresentazione dei Sottosistemi territo- riali generali e dei Sottosistemi storicoculturali

70 centrano i maggiori interessi di trasformazione- esigenze edilizie ed infrastrutturali proprie dello spa- indicarci semmai quali sono le azioni buone e quelle urbanizzazione dei suoli devono poter essere definiti zio urbano. Non è un caso se la presenza del fiume, cattive rispetto ad esso. Un paesaggio ferito nl tempo qualitativamente bassi così da potervi operare senza nelle città pur da esso attraversate, risulti per o più da cattive azioni non giustifica affatto liceità di com- troppe limitazioni. non considerata se non addirittura occulta. Non è un piere ancora cattive azioni, al contrario, dovrebbe sol- Questa, che può sembrare una mera disquisizione filo- caso che realtà urbane di eccezionale valenza paesi- lecitare un più forte impegno di risanamento e di ri- sofica sul concetto di paesaggio, comporta però abitu- stica, come i tessuti edilizi artigianali nati sulla pre- spetto di quel paesaggio. dini e comportamenti che si ripercuotono sulla realtà senza dell’acqua come forza motrice - da Pioraco al E’ con questo approccio che il Contratto di fiume porta in modo assai rilevante. Borgo Le Conce di San Severino - rimangano entità con se, se condotto come va condotto, una inevitabile Da un lato, nelle aree qualitativamente “eccellenti” il marginali, forme anch’esse museali che interessano spinta critica e di rinnovamento. E’ per questo approc- predominio della visione conservazionistica limita la una piccola cerchia di intellettuali. cio che è inevitabile che l’iter del Contratto sia un iter spinta verso una necessaria visione progettante sul ter- Eppure la vasta documentazione che è alla base del aperto e partecipato. Il Contratto implica un ripensa- ritorio che dia soluzione al fenomeno dell’abbandono lavoro per il Piano Paesistico mostra chiaramente mento collettivo sul nostro rapporto con la Terra che (che è l’altra faccia della museificazione del paesag- come il territorio sia straordinariamente complesso abitiamo ed una conseguente evoluzione. I modi, l’en- gio). Dall’altro si assiste ad un comportamento più ed interrelato per cui in ogni parte di esso possiamo tità, i tempi del cambiamento che questa evoluzione disinvolto nelle aree urbane, considerate qualitativa- individuare tali e tanti elementi di qualità e criticità indica saranno determinati dalla volontà collettiva - mente “ordinarie” che pone le componenti ecologico da rendere arbitrario parlare di paesaggi buoni e pae- dalla capacità di formare una nuova cultura dell’abita- ambientali presenti come sovrastrutturali rispetto alle saggi cattivi. Il paesaggio è lì, in ogni situazione, ad re - e dalle condizioni interne ed esterne al contesto.

Individuazione degli elementi qualificanti del paesaggio nella parte valliva del territorio del Potenza, considerata più “ordinaria”. Da sinistra a destra e dall’alto in basso:  case coloniche di interesse storico-architettonico  ville rurali e palazzi  abbazie, conventi e monasteri  case in terra cruda  Ponti e molini  Archeologia industriale 71 7.3 riqualificazione e valorizzazione

La pianificazione territoriale negli ultimi decenni ha tutela ambientale e valorizzazione turistica di deter- Altre iniziative settoriali e locali sono poi intraprese a progressivamente visto ridursi il proprio ruolo minati territori. vario livello dai Comuni e dalla Regione. nell’azione di governo e riqualificazione del territo- L’alto Potenza è ricompreso nel GAL Sibilla e Di particolare interesse, in relazione al fiume Potenza, rio a vantaggio dei processi attuativi più locali e spe- nell’Unione Montana Potenza Esino Musone. è l’evoluzione della previsione del PRG vigente del cializzati, legati prevalentemente alla disponibilità di L’unione Europea, attraverso il PSR della Regione Comune di Castelraimondo per l’Area di Trasforma- canali di finanziamento. Marche 2014-2020 (Reg. CE 1305/2013) Misura 19 zione Costruita, ATC 11 Borgo Lanciano, Per i comuni dell’interno, in sostituzione delle anti- – Sostegno allo sviluppo locale Leader finanzia il Il piano di iniziativa pubblica è stato adottato dalla che Comunità montane, acquistano sempre più im- Piano di Sviluppo Locale di ciascun GAL, il quale si Giunta Municipale con delibera n. 198 del 28/11/2016. portanza i Gruppi di Azione Locale (GAL) che fina- attua attraverso la strategia partecipata dei Progetti ed è stato presentato al bando DPCM 15/10/2015 - lizzano tra le realtà locali appositi finanziamenti del Integrati Locali (PIL) “Domanda di inserimento nel Piano nazionale per la Piano di Sviluppo Rurale delle Marche, le Unioni I PIL nel territorio del GAL Sibilla che riguardano riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane Montane, a cui vengono demandate funzioni di l’alto Potenza sono due: degradate”.  il PIL denominato Lungo i sentieri dell'Alto Po- L’obiettivo generale del Piano Attuativo è la realizza- tenza con capofila il Comune di San Severino, zione di un centro integrato di livello territoriale capa- definito dai Comuni di San Severino, Castelrai- ce di accogliere strutture congressuali, ricreative, turi- mondo, Gagliole, Pioraco, Sefro, , stiche, artigianali e commerciali specializzate, in modo Fiuminata. integrato al valore paesaggistico del territorio circo-  il PIL denominato Le dolci colline della Valle del stante, caratterizzato dal fiume Potenza e dal parco pensare e gli antichi borghi con capofila il Comu- storico del il Castello di Lanciano, garantendo la mas- ne di Treia e definito dai Comuni di Treia, Appi- sima fruibilità attraverso un sistema continuo di spazi gnano, Montecassiano, , Pollenza. aperti organizzati con percorsi pedonali e ciclabili.

Individuazione del GAL Sibilla (in azzurro) e dell’Unione Montana Po- tenza ,Esino, Musone (linea blu)

A destra: Il progetto del Parco fluviale di Ca- stelraimondo presentato per la “Domanda di inserimento nel Piano nazionale per la riqualificazione so- ciale e culturale delle aree urbane degradate” - 2015 72 Aspetto assai interessante è che il progetto si inquadra Tra queste quella del Potenza, pur non rientrando nel La questione delle aree interne in una più vasta idea di Parco fluviale che connette il primo seti di finanziamenti, è senza dubbio una delle Castello di Lanciano con il centro storico di Castelrai- più importanti in quanto consente il collegamento L’insieme delle iniziative volte alla riqualificazione ed mondo. trans appenninico verso l’Umbria, ed in particolare al rilancio turistico dei territori montani non sembrano Sotto la spinta della rapida evoluzione del mercato del verso Assisi, venendosi così ad intrecciare con i cam- tuttavia sufficienti a contrastare il preponderante feno- turismo, mosso dall’interesse verso forme di mobilità mini francescani già esistenti. meno dello spopolamento e dell’abbandono, aggravato dolce ed un maggior coinvolgimento in esperienze di- Nell’ambito dell’alto Potenza si tratta di integrare i prima dal crollo dell’industria manifatturiera italiana e rette nel territorio, la programmazione turistica delle tratti di ciclovia esistente - come quella di Pioraco e poi dal terremoto. Regione Marche si è recentemente proiettata verso il quella tra San Severino e Taccoli - con nuovi colle- Il problema dell’invecchiamento e della rarefazione cicloturismo ed i cammini tematici. gamenti che sfruttino preferibilmente i sentieri e le della popolazione nei borghi montani è segnalato da L’urgenza di recuperare un ritardo strutturale nella strade secondarie già esistenti. più parti come il vero problema di fondo del territorio dotazione di un sistema strutturato di ciclovie rispetto La struttura regionale individua una particolare mo- appenninico. Da esso discende l’abbandono dei boschi alle altre regioni italiane ed europee unita alla disponi- dalità a Castelraimondo dove si innesta anche il col- e dei pascoli montani, della rete dei sentieri e delle bilità di adeguati finanziamenti a ciò destinati, hanno legamento verso Matelica, Fabriano e la direttrice opere di regimazione idrica. L’equilibrio ambientale promosso la definizione di un primo Piano della mobi- valliva dell’Esino, costituendo l’unicità del grande della montagna, assestatosi da millenni sull’opera in- lità ciclabile delle Marche strutturato secondo la anello ciclabile delle Marche centrali. cessante dell’uomo, entra in crisi aprendo a nuove di- macro direttrice adriatica (di scala europea) e una serie Si prevede che il Piano della mobilità ciclabile delle namiche nella ricerca di un nuovo assetto che non di penetrazioni vallive. Marche possa completarsi nel prossimo quinquennio. comprende più la presenza umana, mettendo a rischio

 il progetto del centro servizi a Borgo Lanciano  Il Piano della mobilità ciclabile della regione Marche  La Strategia perle aree interne delle Marche

73 l’intero sistema insediativo ed infrastrutturale posto quella che da più parti viene considerata come una comunità grazie ad opportunità economiche e sociali immediatamente più a valle. matrice fondamentale dell’idea stessa di Europa. che pongano questi territori al riparo dalle logiche E’ un fenomeno di dimensione epocale che sta avve- Nasce così la candidatura dell’appennino centrale competitive del mercato globale senza tuttavia rinne- nendo davanti ai nostri occhi e della cui portata la poli- ad area MaB UNESCO, a cui hanno aderito nu- garne l’esistenza e confrontandosi nel dovuto modo tica stenta a comprendere l’importanza. merosi comuni tra i quali anche quelli del compren- con esse. In questo il recupero della tradizione, in for- Da decenni si susseguono le iniziative, sia in ambito sorio dell’Alto Potenza. ma di riscoperta con occhi nuovi, può dare un contri- europeo che nazionale, per sollecitare la costruzione di Queste ed altre iniziative (come lo studio “nuovi buto importantissimo. una nuova politica per le aree montane, ma l’intensità sentieri di sviluppo per l’appennino marchigiano Prima di innestare nuove economie capaci di proporsi dell’azione è lasciata troppo spesso a iniziative isola- dopo il sisma” elaborato dalle quattro università del- sul mercato con produzioni di qualità destinate ad una te, condotte da pochi “visionari” consapevoli della rea- le Marche nel 2018), che fanno del problema aree élite in grado di apprezzarne o di acquistarne il valore, le gravità del problema. interne uno dei più presenti nei programmi e nei di- occorre rivitalizzate quelle economie di base che da La “strategia nazionale delle aree interne”, avviata scorsi della politica, non sembrano uscire da una so- millenni sono state motivo di “sussistenza” (non di ne settembre 2012 dall’allora ministro della Coesione, stanziale sottovalutazione del problema stesso. profitto) per le comunità che abitavano le alti valli e i ha individuato il duplice obiettivo di adeguare la quan- Si percepisce ancora la convinzione che sia suffi- pendii montani. tità e qualità dei servizi di istruzione, salute, mobilità ciente una iniezione di risorse economiche, di agevo- La tenuta del bosco e dei pascoli, oltre ad essere il ce- (cittadinanza) e di promuovere progetti di sviluppo che lazioni fiscali o di tecnologia, perché le aree interne mento e l’identità delle comunità locali, sono anche valorizzino il patrimonio naturale e culturale di queste possano rifiorire perseguendo il medesimo modello quelle che consentono il mantenimento dell’equilibrio aree, puntando anche su filiere produttive locali socio-economico ordinato dalla globalizzazione dei ambientale della montagna, impedendo che nei prossi- (mercato). Su questi obiettivi sono stati posti appositi mercati. A questa fiducia nella capacità salvifica del- mi anni si assista ad una destabilizzazione idrogeolo- finanziamenti la cui entità è comunque tale da costi- la tecnica e dell’economia fa riscontro una visone gica e naturale con costi pesantissimi per l’intera eco- tuire l’avvio di un percorso che necessita di ben altre conservativa che vede proprio nell’isolamento e nel- nomia regionale e nazionale. risorse. Le regioni hanno attivato Strategie locali di la “naturalità” l’identità di un mondo che vuole an- La riproposizione di “economie di sussistenza” con- intervento, coordinate dal un Comitato Tecnico Aree che l’abitante ricondotto ad una idilliaca dimensione nesse a modelli di vita a più alto valore sociale sottin- Interne. arcadica come negativo della metropoli. tende un ripensamento profondo ed “originale” dell’a- La Regione Marche ha individuato due aree: il basso Entrambe le visioni rischiano di non vedere la realtà. bitare in montagna, dove la socialità e la solidarietà appennino Pesaro-Ancona e l’area di Macerata, alle La realtà di un territorio che non può competere alla sostituisca la competitività e le ragioni dell’economia quali si è aggiunta nel 2017, anche per effetto del si- pari con i luoghi della produzione e dello scambio, contabile anche nell’organizzazione dei servizi, nei sma del 2016, l’area del Piceno. dove i costi dei servizi sono inevitabilmente troppo tempi e nei modi della produzione, della commercia- In questa individuazione delle “aree interne” non è alti, le produzioni possibili troppo di nicchia. lizzazione, del consumo, della gestione delle risorse ricompreso il territorio dell’alto Potenza. La realtà di una società già frammentata, che vive naturali. Altre recenti iniziative legislative hanno posto atten- allo stesso modo che nelle città ma senza le opportu- Abitare in montagna deve poter essere “vantaggioso” zione alla ripresa economica dei cosiddetti “piccoli nità che la città offre in termini di economia e di ser- per chi antepone la qualità della vita al successo eco- comuni”, sia con la L.158 del 6/10/2017 — a cui tutta- vizi. Una società dove le comunità di un tempo sono nomico. Ciò impone anche nuovi riconoscimenti via non hanno fatto seguito iniziative di definizione a già dissolte e con esse i valori e le virtù della tradi- sull’importanza del ruolo economico e sociale di chi livello regionale, sia con una recente proposta di legge zione. Se davvero si vuole dare “senso” alla presen- abita la montagna per tutta la comunità regionale. Ri- che prevede particolari forme di sostegno per i comuni za umana nelle aree montane questo dipende non conoscimenti che si traducono in compensi per l’attivi- con meno di 5.000 abitanti. tanto da un’azione di sostegno economico o da for- tà di cura e tutela del territorio, di preservazione delle L’attenzione verso le aree dell’appennino colpite dal me di tutela quanto da un’opera poderosa di ri- risorse idriche, di operatore turistico e culturale, in sisma del 2016 ha fomentato la riscoperta culturale di colonizzazione, che riporti giovani a formare nuove modo da integrare strutturalmente le attività primarie. 74 Le comunanze agrarie L’alto Potenza “Bacino imbrifero montano”? Una condizione per avviare un progetto di rigenerazione delle comunità nelle aree montane? Una possibile fonte di risorse per i territori montani

Con spopolamento degli insediamenti d’alta quota si stanno inevitabilmente sgretolando quelle forme di uso collettivo del- L'art. 1 della legge 27 dicembre 1953 n. 959, recante le risorse primarie del territorio montano che caratterizzavano da secoli (addirittura da millenni) le relazioni sociali ed "Norme modificatrici del T.U. delle leggi sulle acque e organizzative dell’abitare umano. Le “comunanze agrarie” ,i cui statuti si formarono a partire dalla ricolonizzazione delle sugli impianti elettrici" dispone che "Il Ministero delle valli montane avvenuta nell’alto medioevo, considerano le risorse essenziali quali il bosco, i pascoli, se fonti d’acqua, co- infrastrutture e dei trasporti (allora, il Ministero dei lavori me “beni della comunità”. La moderna legislazione, sempre più orientata alla distinzione netta tra bene pubblico pubblici), sentito quello per l'agricoltura e foreste, stabili- (appartenente allo Stato ed alle sue istituzioni) e bene privato è da tempo orientata a considerare come naturale la trasfor- sce, con proprio decreto, quali sono i «bacini imbriferi mazione delle comunanze, una volta venuta meno la comunità di riferimento, in possedimenti demaniali appartenenti allo montani» nel territorio nazionale e determina Stato, a differenza di quanto avveniva n passato quando queste venivano frazionate e divise ed acquisite dai residui abitan- il perimetro di ognuno" ... "I Comuni che in tutto o in par- ti della comunità locale. te sono compresi in ciascun bacino imbrifero montano Di recente però, nell’ambito giurisprudenziale, è iniziata una riconsiderazione delle comunanze come “proprietà indivisa sono costituiti in consorzio obbligatorio qualora ne fac- di una comunità”, diversa ed autonoma quindi sia dal concetto di proprietà privata che di proprietà dello Stato. Una for- ciano domanda non meno di tre quinti di essi. Se il bacino ma del tutto originale, chiamata genericamente “uso civico” che la avvicina più ad una cooperativa o ad una forma aperta imbrifero è compreso in più Province, qualora ricorrano di società per azioni fondata però non sul capitale investito, ma sula mera appartenenza ad una comunità. Una forma di le modalità di cui al precedente comma, deve costituirsi società che non ha come finalità quella del profitto ma della semplice accessibilità condivisa all’utilizzo delle risorse loca- un consorzio per ogni Provincia." li. Si sta affermando parallelamente la consapevolezza che l’uso civico è la forma di struttura socio-economica che ha con- I concessionari di grandi derivazioni d'acqua per produ- sentito nei millenni la permanenza delle comunità umane nelle terre d’alta quota e che occorre quindi riproporre questa zione di forza motrice le cui opere di presa siano situate in condizione come base essenziale di un nuovo processo di ripopolamento e di formazione di nuove comunità. tutto o in parte, nell'ambito del perimetro imbrifero mon- tano devono versare al consorzio un sovra canone annuo di un importo determinato nel tempo da decreti ministeria- li per ogni chilowatt di potenza nominale media risultante dall'atto di concessione. Ciò genera la disponibilità di ingenti somme per i comuni compresi nel bacino imbrifero di appartenenza, destinate ad opere di carattere pubblico locali o collettive.

Le comunanze di Fiuminata, Pioraco, Castel S. Maria, Ga- gliole, Crispiero, Serripola e Tabbia- no. Fonte: Piano part. di assestamento fore- stale per le comunan- ze dell’UM Potenza,

75 8. la gestione delle acque

8.1 governance

La gestione delle acque è disciplinata dalla direttiva to del Piano, secondo uno spirito di collaborazione e europea 2000/60/CE, meglio nota come Direttiva Qua- di proposizione, nella consapevolezza che il fine è dro Acque (DQA). quello del raggiungimento degli obiettivi di qualità il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia am- ambientale fissati dalle norme vigenti per il 2008 e bientale” - parte terza - all’art. 121 stabilisce che: per il 2015. L’attuazione del Piano delle Acque coin- “Entro il 31 dicembre 2007, le regioni, sentite le pro- volge una quantità di soggetti pubblici e privati se- vince e previa adozione delle eventuali misure di sal- condo un preciso ordine di ripartizione di responsa- vaguardia, adottano il Piano di tutela delle acque e lo bilità e competenze. trasmettono al Ministero dell’ambiente e della tutela La qualità delle acque dei corpi idrici superficiali e del territorio nonché alle competenti Autorità di baci- sotterranei è monitorata dall’ARPAM (Agenzia Re- no, per le verifiche di competenza”. gionale Per l’Ambiente delle Marche) ma la pro- La Giunta regionale, con Delibera n. 1531 del 18/12/ grammazione degli interventi volti al disinquinamen- 2007 ha adottato il progetto di Piano. to è demandata alle 5 ATO (Ambiti Territoriali Otti- Il Piano di tutela delle acque sviluppa lo stato delle mali composti da gruppi di Comuni quasi corrispon- conoscenze di varia natura, sia esse tecniche che socio- denti alle 5 province della regione) che la svolgono economiche (sezione A), permette l’individuazione in sintonia con le diverse aziende di gestione del ci- degli squilibri ai quali sono state associate le proposte, clo integrato delle acque. Gli oneri necessari all’at- secondo un quadro di azioni e di interventi (sezione tuazione degli interventi di completamento della rete B), analizza gli aspetti economici (sezione C), detta fognaria e del sistema di depurazione dei reflui urba- comportamenti e regole finalizzati alla tutela del bene ni è finanziato con i ricavi di gestione e quindi grava primario acqua (sezione D) e contiene il rapporto am- direttamente sulle bollette pagate dai consumatori. bientale e lo studio di incidenza ai fini della Valutazio- Modalità analoga di finanziamento è sviluppata per L’elaborazione e la conduzione del Piano di tutela delle ne Ambientale Strategica e della Valutazione di Inci- la manutenzione del reticolo idrografico minore, la Acque applica il metodo operativo denominato DPSIR. denza (sezione E). cui gestione è data dalla Regione Marche in conces- In sintonia con l’articolato normativo della Direttiva Qua- Da sottolineare l’attenzione alle misure di tutela quan- sione al Consorzio Bonifiche che la finanzia grazie dro, il metodo consta in un processo ciclico di conoscenza - definizione obiettivi - azione e verifica dei risultati che titativa ed in particolare all’individuazione del Deflus- alle rette pagate annualmente dalle aziende agricole consente quindi di intervenire per fasi successive e conti- so Minimo Vitale, così come agli obiettivi di qualità ed del territorio. nuative, in aderenza ai criteri di disponibilità ed utilizza- alla costruzione di un Sistema di Supporto alle Deci- Le altre attività di gestione delle aree demaniali, tra zione dei fondi. sioni, che individua macro indicatori ambientali ed cui in particolare negli alvei dei corsi d’acqua princi- Una volta stabilite le determinanti (D) del sistema, si pas- economici, in funzione delle singole criticità riscontra- pali, restano attualmente a carico della P.F. Genio sa ad un primo stadio di conoscenza: attraverso l’esame te per Aree Idrografiche. Civile della Regione Marche che utilizza sostanzial- delle Pressioni (P) si identifica lo stato qualitativo e quan- Il Piano è uno strumento dinamico, soggetto ad un pe- mente finanziamenti pubblici per gli interventi di titativo riodico aggiornamento, aperto ai contributi esterni e manutenzione e pronto intervento. dell’ambiente (S) e le azioni che determinano i principali strumento primario di governo dell’azione pubblica nel Un aspetto importante, e forse non adeguatamente impatti (I). Le risposte (R) incideranno direttamente sulle sempre più delicato campo del bisogno e dell’uso in- strutturato, del processo di attuazione della DQA è pressioni, sullo stato e sugli impatti, i quali a loro volta modificano le pressioni e lo stato. La nuova situazione telligente delle acque in regime di cambiamenti clima- quello legato ai controlli nel territorio, sia per la ne- determina un nuovo set di risposte che modificano di nuo- tici, ormai documentati. cessità di implementare il livello della prevenzione, vo il sistema, e così via fino al raggiungimento degli obiet- Ai portatori di interesse, i quali hanno collaborato in che per le possibilità non attuate di forme di vigilan- tivi prefissati. tal senso, è stato chiesto di contribuire al miglioramen- za a livello locale. 76 Il protocollo d’intesa sui controlli ambientali del La Direttiva Quadro Acque (DQA) e la struttu- 18/5/2005 coordina la Regione Marche, l’ARPAM, le ra operativa per l’attuazione Province, i Carabinieri, la Guardia di Finanza ed i Co- muni nello svolgimento dell’attività di controllo ma non nega la possibilità dei Comuni di intraprendere maggiori attività di vigilanza, pur nella debolezza del La Direttiva ha definito una tabella di marcia che quadro sanzionatorio regionale in materia ambientale. da 2010 al 2027 deve portare ad un allineamento in Europa su obiettivi minimi di qualità del sistema Come si inserisce il Contratto di fiume nella gestio- delle acque attraverso l’azione di una serie di diret- ne delle acque tive specifiche per le diverse tematiche, dall’assetto idrogeologico alle acque reflue, ai rifiuti, alla biodi- Il Piano di tutela delle acque è il documento di base versità, alla tutela degli ambienti naturali, all’uso che indirizza e coordina tutte le azioni istituzionali per della chimica in agricoltura, agli strumenti autoriz- garantire il rispetto della direttiva acque nei tempi fis- zativi , ai monitoraggi, alle modalità di informazio- sati dalla UE. ne pubblica sullo stato dell’ambiente. Il Contratto non può essere considerato uno strumento Attualmente ci troviamo nella seconda delle tre fasi alternativo ed alieno rispetto al quadro organizzativo di attuazione del programma che si articola in al- istituzionale ma deve rappresentare un supporto all’at- meno 14 direttive, ciascuna con una propria struttu- tuazione del PTA nell’azione di coinvolgimento e in- ra organizzativa e responsabile all’interno della formazione delle realtà locali e della popolazione, Regione Marche. nell’attività di controllo e monitoraggio, nell’integra- Alla posizione di funzione “Tutela delle Acque”, a zione ad un livello più fine degli strumenti di attuazio- cui fa capo la gestione del Piano di tutela delle Ac- ne delle direttive del Piano. Soprattutto serve a garanti- que, spetta il complesso compito di tenere le fila re una “visione integrata” con le altre politiche del ter- delle diverse strutture che gestiscono i settori ope- ritorio (agricoltura, turismo, paesaggio, urbanistica) rativi in cui deve attuarsi il Piano. Un compito reso unendo l’obiettivo di soddisfare i parametri posti dalla assai difficile dai ritardi e dalle lacune che si ri- UE con l’obiettivo di venire incontro alle esigenze ed scontrano in vari settori operativi (che espongono a alle aspettative delle comunità che abitano il territorio. continue verifiche sotto la minaccia della denuncia Per questi motivi deve esserci un costante filo diretto per infrazione agli accordi europei) e dalla mancan- tra Contratto di Fiume e servizio acque della regione za di una struttura operativa dedicata capace di ge- e, più in esteso, con i vari uffici della Regione. stire la enorme massa di dati e informazioni che Se, per definizione il Contratto di fiume è uno stru- devono confluire in un unico ufficio deputato ad mento di partecipazione rivolto alla comunità locale interfacciarsi con il MIAB e la UE. affinché possa partecipare attivamente alle decisioni sul governo del territorio, il Contratto deve essere an- che strumento di attuazione delle politiche regionali per confermare o rettificare contenuti e modi del pro- cesso di affermazione del PTA. Senza questa doppia e convergente proiezione il Contratto ha ben poca utilità. 77 8.2 la depurazione dei reflui urbani

Il Piano di Tutela delle Acque afferma che “l’area solo nelle acque sotterranee di subalveo dell’ UI Po- (Piano degli interventi), individuato l’assetto gestiona- idrografica del Potenza è servita da un numero signifi- tenza_4. le (Modello gestionale) e predisposto il Piano Econo- cativo di impianti di trattamento di acque reflue urba- La componente relativa alla carica microbiologica, mico e Finanziario con l’individuazione della tariffa da ne”. Nello specifico risultano 9 impianti nell’unità che caratterizza significativamente la qualità delle applicare all’utenza; il controllo del servizio e dell’atti- idrografica del Potenza_1 e 12 impianti nell’u.i. del acque fluviali soprattutto nelle UI a monte, è deter- vità del gestore affidatario al fine di verificare la cor- Potenza_3. Tale condizione è dovuta alla presenza di minata dalla disinfezione parziale delle acque reflue retta applicazione della tariffa, il raggiungimento degli diversi centri abitati e di località urbanizzate di ridotte urbane e dal fatto che durante gli eventi meteorici, il obbiettivi e dei livelli di qualità previsti dal Piano. dimensioni, disposti in territori ampi, che comunque contenimento delle acque reflue da parte delle reti La gestione del servizio idrico integrato, così come sono localizzati principalmente lungo l’asta del fiume. fognarie è pressoché irrilevante; spesso le reti fogna- degli altri servizi un tempo a capo delle municipalizza- Tale situazione è evidente nei comuni di Treia e Ca- rie hanno carichi idraulici elevati per la significativa te, è demandato a società di diritto privato a prevalente stelraimondo. quantità di acque improprie convogliate in esse, per capitale pubblico (società partecipate) liberamente La capacità depurativa nell’intero bacino è circa cui la fuoriuscita da queste è abbastanza frequente. operanti sul mercato. 160.000 Abitanti Equivalenti, capace di rispondere Nel bacino dell’Alto Potenza operano 2 diverse società alle esigenze del territorio e alle punte stagionali; La programmazione ed il controllo della depurazione di gestione, mentre il Comune di Sefro gestisce in for- qualche impianto di dimensioni modeste deve però dei reflui urbani, così come del sistema delle acque ma diretta. essere adeguato, soprattutto alla rimozione dei nutrenti potabili, è demandata agli ATO (Ambiti Territoriali (azoto e fosforo. Ottimali) in seguito alla legge della Regione Marche Gli agglomerati al di sopra dei 2.000 AE sono diversi, n. 30 del 2011 che ha assegnato loro le funzioni già ed alcuni di questi hanno carichi significativi (carico esercitate dalle Autorità di Ambito previste dall’arti- generato > 5.000 AE); Castelraimondo e parte di Ca- colo 148 del d.lgs. 152/2006 e dalla legge regionale merino (UI Potenza_1), San Severino Marche (UI Po- 22 giugno 1998, n. 18 (Disciplina delle risorse idri- tenza_2). che), in attuazione delle disposizioni contenute La maggior parte degli agglomerati sono serviti da nell’articolo 2, comma 186 bis, della legge 23 di- impianti di trattamento delle acque reflue urbane ade- cembre 2009, n. 191 (Disposizioni per la formazione guati, capaci di rimuovere efficacemente i carichi or- del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge ganici e trofici trattati, ma le quantità di acque reflue finanziaria 2010). versate direttamente nei recettori è ancora rilevante Il bacino del Potenza ricade nell’ATO 3 Marche cen- poiché il reticolo fognario di molti agglomerati non è tro - Macerata.. completamente allacciato agli impianti. L’assemblea dell’ATO è composta da rappresentanti Gli impianti delle località di piccole dimensioni tal- dei Comuni e delle provincie che insistono all’inter- volta non garantiscono la rimozione del carico organi- no dell’ambito ed i sui compiti sono: la ricognizione co e sulla rimozione dei nutrienti sono sicuramente tecnica e gestionale relativa ai servizi idrici verifi- inadeguati. cando lo stato di strutture e impianti e il livello di La qualità del fiume e la sua capacità autodepurativa è efficienza ed efficacia gestionale; l’individuazione mostrata dal fatto che non si verificano fenomeni di della forma di gestione, del soggetto gestore del ser- anossia significativi, sebbene i nutrienti abbiano ab- vizio, e l’adozione della Convenzione per la gestio- battimenti quantificabili solo per i grandi impianti dei ne; l’approvazione del Piano d’Ambito, inteso come Gestori del servizio idrico integrato nei comuni dell’Alto centri urbani sopra richiamati; il contenuto dei nitrati è strumento di attuazione delle scelte strategiche in cui Potenza relativamente basso assumendo valori preoccupanti viene definita l’entità degli investimenti necessari fonte - elaborazione CdF 78 La procedura di infrazione 2014-2059 nell’ATO3 L’Ato 3 ci ha fornito la situazione degli impianti di depura- zione nel territorio dell’Alto Potenza sia per i comuni serviti La normativa di riferimento in materia di trattamento Regionale ha individuato gli agglomerati urbani con dall’Assem Spa che per Treia servita dalla APM: dei reflui è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia almeno 2.000 abitanti equivalenti nel territorio della Dp= depurazione potenziale con il D. Lgs. 152/2006 (e ss.mm.ii, cosiddetto Codice Regione Marche, ai sensi e per gli effetti della Diret- Ae = abitanti equivalenti dell’Ambiente). tiva 91/271/CEE e del D.L. 152/2006 art. 74 comma R = ricettore La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati con cari- 1 lettera “n” e art. 105. A seguito dell’individuazio- 1 = anno costruzione co generato maggiore di 2.000 abitanti equivalenti ne degli agglomerati urbani con almeno 2.000 abi- 2 = anno aggiornamento Dp Ae R 1 2 (a.e.) siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e tanti non conformi, il piano degli Interventi dell’AA- Fiuminata: trattamento delle acque reflue, secondo precise scaden- to 3 è stato integrato di tutti gli interventi necessari Laverino 50 40 fosso - 2018 ze temporali, ormai già passate, in funzione del nume- all’adeguamento degli scarichi non depurati che cau- Bufeto 10 9 fosso 2003 2010 ro degli abitanti equivalenti e dell’area, normale o sen- sano il mancato rispetto della Direttiva. Spindoli 600 Potenza 1990 - sibile, di scarico delle acque (nel caso dell’ATO3 si è Nel 2014 gli impianti dell’Alto Potenza sono risultati Ponte Castello 500 Potenza 2005 - S. Cassiano 1600 1241 Vallato - 2009 in area normale). conformi alla Direttiva europea per il periodo 2014- Pioraco Con DGR 566/08 “Individuazione degli agglomerati 2059. Lancianello 1000 825 Potenza 2005 2018 urbani con almeno 2000 abitanti equivalenti” la Giunta Seppio 250 200 fosso 1985 2019 PIP Lanciano 150 150 canale 2004 2014 Z.Ind.Lanciano 300 220 fosso 1980 2019 Castelraimondo Castel S.Marco 400 145 fosso 2000 2017 Rustano 300 127 fosso 2000 2017 Loc. Ele 5000 4370 Potenza 1988 2017 Crispiero 400 258 fosso 2000 2017 Gagliole Selvalagli 250 250 Potenza 1985 2019 Piani di Potenza 40 20 Potenza - 2019 Loc.Molini 250 200 fosso 1985 2019 San Severino Stigliano 180 80 fosso 2002 2015 Serralta 150 150 fosso 2006 2015 Pieve 20500 15000 Potenza 1987 2011 Colleluce 30 20 fosso 2002 2015 Cappella di Pitino 30 20 fosso 2002 2015 Rocchetta 150 80 Potenza 2002 2015 Treia Berta 200 110 fosso 1986 2019 Chiesanuova 1200 >1200 fosso FonteVannazza 1500 1100 fosso 1986 2019 Mad. Del Ponte 1700 2000 Potenza 1986 2019 SS.Crocifisso 700 980 fosso 1986 2019 S.Marco vecchio 250 250 Potenza 1986 2019 S.Maria in Selva 600 770 Potenza 1986 2019 Infrazioni alla direttiva acque negli impianti di depurazione Per tutti i depuratori di Treia si prevede il collettamento verso il fonte - www.acqua.gov depuratore di villa Potenza entro il 2025 79 8.3 inquinamento di origine agricola ed industriale

La prima individuazione delle zone vulnerabili da verse colture, la cui applicazione è demandata al con- Riguardo alla problematica dell’inquinamento indu- nitrati di origine agricola, in attuazione delle Direttiva trollo di tutte le istituzioni territorialmente competen- striale, al 2013 non erano presenti industrie a rischio di 91/676/CEE (nota come Direttiva Nitrati) nel 2003 ti, comprese le amministrazioni locali. incidente rilevante ai sensi del D.Lgs 334/99e se guen- dalla Regione Marche su dati rilevati dal 1990 al Meno allarmante la situazione delle acque sotterra- ti. Ma al di là della presenza di industrie a rischio, sog- 2002, mostra una situazione fortemente differenziata nee che si mantengono di classe 1 o 2 fino ad oltre gette a specifiche forme di controllo, vi è la presenza tra la parte superiore del bacino, con valori sotto i 5 l’abitato di san Severino, a valle del quale la qualità diffusa di attività artigianali e di allevamento i l cui mg/l per lo ione nitrato, la parte medio-alta fino al decade a classe 3. Se tuttavia valutiamo l’impatto controllo è demandato al sistema di monitoraggio dei territorio di Treia, con valori dai 5 ai 25 mq/l, e la sulle acque sotterranee ad uso idropotabile ecco che corpi idrici gestito dall’ARPAM. Questo sistema, an- parte del comune di Treia, dove , nella parte a confine il rapporto tra numero di non conformità e numero di che se riferito ad un numero limitato di stazioni di rile- con Macerata, si raggiungono valori perfino superiori abitanti mostra una maggiore criticità proprio nei vamento, non ha segnalato la presenza di picchi di in- ai 50 mq/l. comuni d’alta montagna (Sefro e Fiuminata). quinamento particolarmente elevati. I successivi monitoraggi ARPAM mostrano una dif- La zootecnia è prevalente nelle UI Potenza_1 e Po- Dal PTA si evince che i carichi industriali sono signi- fusa e costante presenza di nitrati, cui si aggiungono i tenza_3 e talvolta le attività agronomiche di spandi- ficativi (valutati su stime ISTAT) per le UI Potenza_3 cloruri nelle vicinanze delle aree più urbanizzate. mento hanno comportato rilasci di inquinanti nelle e Potenza_4 dove tutti i maggiori agglomerati del baci- Con la delibera GR 1448/2007, la regione Marche ha acque superficiali; nell’UI Potenza_2, dove sono pre- no hanno aree industriali sviluppate; queste acque re- emanato il programma di azione delle zone vulnerabi- senti aziende zootecniche di ridotte dimensioni si flue sono spesso recapitate in pubblica fognatura, per- li da nitrati di origine agricole, che prevede precise hanno le segnalazioni più frequenti di contaminazio- tanto non sempre se ne conoscono le caratteristiche, regole di conduzione dei terreni in funzione delle di- ne delle acque superficiali. sia in termini quantitativi che qualitativi. Diventa quin-

A sinistra: Presenza di nitrati nelle acque per comune. Fonte: Regione Marche

A destra: Stato chimico delle acque sot- terranee (in blu, ottime - in verde, buone - in giallo, suffi- cienti - in rosso, scadenti). Fonte: ARPAM

80 di rilevante il problema degli scolmatori di piena delle  una verifica dell’efficacia di rimozione dei carchi ed industriali, rendendole compatibili con i corpi reti che appaiono generalmente inadeguati a trattenere organici dei piccoli agglomerati presenti nei terri- recettori, le loro portate che evidenziano variabilità le acque di prima pioggia. tori comunali interni, che sono molto vasti. significative ai fini della classificazione delle acque Le acque industriali scaricate nei corpi idrici superfi-  l’adeguamento dei sistemi di depurazione alla ri- ed il mantenimento dei processi autodepurativi. ciali provengono da cartiere o allevamenti ittici nelle mozione dei nutrienti (azoto e fosforo), da effet-  Alla zona valliva del Potenza devono essere applica- UI montane, mentre nelle altre due UI, quelle del Me- tuarsi per gli impianti UWWTP maggiori di 5.000 te le azioni necessarie alla soluzione del problema dio e Basso Potenza ricevono acque reflue da industrie AE qualora non fossero dotati di sistemi terziari dei nitrati nelle acque sotterranee, per cui deve esse- agroalimentari, lavorazione inerti, galvaniche (talvolta per l’abbattimento dell’azoto. re affrontato uno studio sinergico tra le attività agro- allacciate in pubblica fognatura), cartiere. Le industrie  Il censimento degli scarichi di acque reflue indu- zootecniche e le attività che comportano grandi pre- della calzatura, della gomma e di verniciature non han- striali nelle reti fognarie e nei corpi idrici deve lievi idrici dal subalveo. no impatti diretti con le acque del Potenza, ma la rica- essere di maggior dettaglio, sia come portate in-  La conoscenza degli approvvigionamenti idrici ed i duta delle deposizioni atmosferiche devono essere ap- fluenti che come tipologia di inquinanti verifican- vari utilizzi, dai corpi idrici superficiali e sotterra- profondite per valutarne l’effetto sulle acque. do la presenza nei cicli di lavorazione delle sostan- nei, deve essere organizzata ed approfondita al fine In quest’area è significativa la lavorazione di inerti, ze pericolose prioritarie di permettere il calcolo sul bilancio idrico e le valu- dato il consistente numero di cave presenti.  Devono essere calcolate o almeno stimate, le por- tazioni per mantenere la naturalità dei processi bio- Stante la situazione rilevata, il PTA individua alcune tate dei corsi d’acqua, in modo da permettere la logici delle acque fluviali. linee di intervento per la riduzione del carico inquinan- predisposizione di una disciplina sui valori limite te di origine agricola/zootecnica e industriale: d’emissione degli scarichi di acque reflue urbane

Numero di non conformità delle acque Individuazione delle aree vulnerabili sotterranee in rapporto agli abitanti all’inquinamento da nitrati fonte: Regione Marche fonte: Regione Marche 81 8.4 problematiche specifiche:

Durante lo svolgimento dei sopralluoghi nel territorio e lungo il corso del fiume, grazie alle indicazioni forni- La corretta gestione dei canali di derivazione Casi locali di inquinamento organico e torbidità te dalle persone del posto che liberamente ci hanno accompagnato, sono emerse situazioni specifiche di In alcuni casi la gestione della complessa struttu- Durante i sopralluoghi effettuati lungo il fiume si notevole importanza sia limitate all’ambito locale che ra delle acque superficiali, fortemente regimate, denotano situazioni di eccessivo apporto di nutrien- sintomatiche di un aspetto generale il cui peso rischia- appare inadeguata - come nel caso dell’immissio- ti, come a valle degli allevamenti di trote, che com- va di essere sottostimato o addirittura non considerato ne del canale di Valcora sul fosso scolatore anzi- portano anomale fioriture algali ed accumuli di all’interno di una indagine basata sui soli dati desunti ché sul Potenza - o in stato di non ottimale gestio- deiezioni animali, in altri casi, come a valle del de- dalle pubblicazioni scientifiche e istituzionali. ne, come nel sistema di regolazione dello Scarzito puratore di Fiuminata-Castello, l’acqua risulta tor- Ne presentiamo qui alcune lasciando che altre siano alle porte di Pioraco. Ciò determina situazioni bida e finisce con il rovinare anche l’immagine di oggetto di dibattito nelle assemblee e nei laboratori. localizzate di rischio idraulico risolvibili con una purezza dei salti dei “Vurgacci” limitando la fasci- Si sottolinea come tutte queste peculiarità abbiano in più attenta cura ed una migliore accessibilità nazione turistica di quel luogo straordinario. comune l’elemento “acqua” considerato come compo- dell’intero sistema idraulico. nente fisica primaria ma anche come “idea”, simbolo che nella realtà percepita incardina in se valori quali la salute, la purezza, la naturalità, la bellezza, la vita, talmente radicati in profondità nel luogo da apparire come identitari e connotativi del territorio dell’Alto Potenza. Questa dimensione immateriale e simbolica, se matu- rata in un soggetto collettivo (la comunità locale, i turi- sti, i pescatori, i giovani, …) si può rivelare ancora più efficace di quella materiale e scientifica nell’obiettivo di avviare la valorizzazione dell’intero territorio.

La dimensione simbolica dell’acqua ha La deviazione del canale di Valcora sul fosso scolmato- Il letto del torrente Scarzito poco a valle dell’allevamen- in se una straordinaria fecondità nella re e il complesso sistema di canali che accompagna il to di trote risulta coperto di alghe già ai primi giorni di formazione di un “ progetto di territorio”. tratto terminale dello Scarzito. Maggio.

82 La qualità delle acque potabili e la clorazione Scarsa accessibilità delle sponde e dei sentieri Città-fiume: un rapporto irrisolto

L’acqua potabile servita dall’acquedotto nei comuni La valle del Potenza è una delle più importanti vie stori- I modi con cui nella storia la forma insediativa si è del settore più interno dell’Alto Potenza, dove l’ele- che di collegamento transappenninico e sede di almeno combinata con la forma dinamica dell’acqua rap- mento acqua è di fondamentale importanza nell’im- due percorsi francescani lungo la direttrice Assisi— presenta una eccezionalità che è ancora oggi poco magine turistica del territorio, risulta spesso non Loreto/Ancona. compresa e adeguatamente valorizzata. Occorre adeguata alla qualità che pur caratterizza le molte Molti tratti di questi antichi sentieri si trovano in stato di quindi approfondire questo rapporto in termini di sorgenti presenti sul territorio. manutenzione assai scadente. Occorre impostare una architettura, dando qualità alla presenza del fiume La qualità dell’acqua in tutte le sue accezioni deve diventa- nuova modalità di gestione che coinvolga le strutture turi- nelle città, ai vecchi percorsi d’acqua che alimenta- re il paradigma e l’ispirazione per ogni azione di valorizza- stiche locali nella manutenzione dei percorsi e nell’orga- vano gli antichi opifici, alle fontane, fino a nuove zione del territorio. Si pensi all’importanza assunta dall’ac- nizzazione di visite guidate. Più i generale troppi tratti del forme interpretative dell’acqua come spazio ludico- qua nella vicina Rasiglia (PG) come volano turistico. fiume risultano ad oggi completamente inaccessibili ricreativo, o di semplice ambientazione estetica.

L’Alta valle del Potenza ha tutte le caratteristiche per Il percorso francescano lungo lo Scarzito a Sefro. Il “bosco in- Esempi di “architetture d’acqua” in contesto storico (Bagno Vi- fare dell’acqua pura l’emblema della qualità dell’intero cantato” a Sefro , la magia dei Vurgacci a Pioraco, sono valide gnoni—SI) o contemporaneo (arch. Barragan) territorio oltre che una risorsa economica primaria. iniziative da riproporre in altre parti lungo il fiume Potenza. 83 8.5 le acque potabili, l’uso irriguo

Con la DGR 238 del 10/03/2014, la Regione Marche Il piano prevede di reperire il maggiore fabbisogno dividua anche la via dell’incremento nell’uso delle ha adottato il Piano Regolatore degli Acquedotti idrico attraverso maggiori attingimenti dalle sorgenti risorse idriche non convenzionali (acque piovane, di (PRA). sul Nera, da Crevalcore di Cingoli e dai pozzi esi- falda, salmastre, depurate, etc…) per usi adeguati Il Piano individua le fonti di approvvigionamento idro- stenti nel subalveo fluviale, tra cui anche quello del (lavaggi, antincendio, usi urbani e industriali). potabile per ciascun ATO e pianifica gli interventi di Potenza (per una quantità < 16 l/sec) Le risorse finanziarie previste per la realizzazione del- manutenzione e/o le nuove captazioni per assicurare il Il Piano non prevede interventi nella rete acquedotti- le azioni del PRA nel periodo 2014-2020 erano per servizio ai consumatori con proiezione al 2050. stica dell’Alto Potenza, concentrandosi su un mag- l’ATO 3 di 35 milioni di euro, di cui metà destinato a La previsione del fabbisogno idropotabile si basa sulla giore afflusso da garantire nei territori costieri dove nuovi attingimenti e connessioni di rete e metà alla proiezione di una crescita demografica dal 2011 al la previsione di incremento del fabbisogno appare manutenzione e riduzione delle perdite. 2025 che per l’ATO 3 è stimata al 10%. Ciò comporta, maggiore. tenuto conto della popolazione fluttuante, un fabbiso- Il Piano prevede poi di intervenire per ridurre le per- La Gestione del servizio idropotabile è solitamente gno crescente di portata idropotabile dai 1683 litri/sec dite di rete entro il limite del 20% rispetto agli attua- affidata in modo integrato con il servizio depurazione del 2011, ai 2048 l/sec al 2025, ai 2191 l/sec al 2050. li valori che superano in media il 30%. In linea con delle acque reflue urbane a società private a capitale Sempre per l’ATO 3 il Piano prevede un attingimento le indicazioni del PTA, il Piano degli acquedotti in- prevalentemente pubblico. dalle grandi derivazioni di Castreccioni (bacino del Musone) per 300 l/sec. e della sorgente di S.Chiodo (bacino del Nera) per 400 l/sec., per cui possiamo af- fermare che l’ATO 3 dipende attualmente da fonti di approvvigionamento esterne all’ambito per circa un 20%,essendo il lago di Castreccioni compreso entro i confini dell’ambito. Nella stima dei fabbisogni al 2025 il PRA ha conside- rato per l’ATO3 (abitanti medi per Comune 7.419) 375 litri/giorno x abitante, con una percentuale di incre- mento della popolazione dal 2011 pari al 10% (addirittura 19,3% al 2050) alla quale si aggiunge una popolazione fluttuante pari a 150.000 unità (turismo estivo). Il fabbisogno stimato si riferisce quindi a 541.804 ab. da servire rispetto ai 356.185 ab. del 2011. Ne deriva che la Q.min di prelievo idropotabile dovrà passare dagli attutali 1.683 l/sec giornalieri a 2048 l/ Mappa della rete acquedotti- sec. nel 2025 e 2019 l/sec. nel 2050, con un maggior stica della Provincia di Mace- prelievo del 20% rata. Si evidenzia la cesura La previsione del PRA però è largamente smentita dal lungo la valle del Potenza tra trend reale della popolazione nella provincia di Mace- il settore interno, che com- rata che è passata delle 325.362 unità del 2011 alle prende San Severino, e la 314.178 unità nel 2019, con una percentuale di ridu- parte vallivo-costiera che zione pari a –2,4%. comprende Treia. Fonte: Provincia di Macerata 84 Dal 1996 L’A.S.SE.M. SpA gestisce l’acquedotto del A Gagliole con i suoi 47,6 km circa la rete copre quasi Comune di San Severino Marche, servendo circa completamente il territorio comunale. 6.800 utenti dislocati su una superficie di 193,77 Dal 1 Luglio 2016 L’A.S.SE.M. SpA gestisce anche Kmq. La rete acquedottistica, con i suoi 359,38 km l’acquedotto di Fiuminata che con i suoi 70,3 km co- di distribuzione e i 38,12 km di adduzione copre qua- pre tutto il territorio comunale. si completamente l’intero territorio comunale. Treia è servita invece dalla APM (azienda pluriservizi Dal 1 Gennaio 2016 L’A.S.SE.M. SpA gestisce an- macerata) con una rete acquedottistica lunga 175 km che gli acquedotti di Castelraimondo, Pioraco e Ga- che copre 93 kmq e serve 9389 abitanti (4370 utenze) gliole. erogando 442.853 mc. annui di acqua potabile (dati A Castelraimondo con i suoi 59,9 km di distribuzio- 2017). ne e i 19,8 km di adduzione la rete copre quasi com- Il Comune di Sefro è il solo ad aver confermato recen- pletamente l’intero territorio comunale. temente di voler gestire direttamente il servizio idro- A Pioraco con i suoi 27,7 km la rete copre la maggior potabile nel proprio territorio come servizio di natura e parte del territorio comunale. di finalità pubblica.

A sinistra: sopra: Le piccole derivazioni che alimentano la rete acquedotti- I Comuni dell’Alto Potenza non necessitano di nuovi inter- stica dell’ATO 3- fonte: Piano Regionale degli Acquedotti venti di potenziamento della rete - fonte: Piano Regionale degli Acquedotti Le sorgenti dell’Alto Potenza forniscono poco circa il 5% Mentre il maggior investimento programmato è l’incre- dell’acqua erogata dall’ATO3, ma sono sufficienti a copri- mento del già imponente acquedotto del Nera le cui acque re largamente il fabbisogno idrico locale. arriveranno a servire i Comuni della Riviera del Conero. 85 9. la gestione del rischio idrogeologico

9.1 interventi di manutenzione in alveo

Gli interventi di manutenzione dei corsi d’acqua prin- se spondali, la distanza tra il modus operandi degli cisivo nell’ambito della ristrutturazione dell’assetto cipali sono spesso oggetto di un acceso dibattito tra organismi preposti e l’aspettativa di chi propone una idrogeologico ed ambientale, riguardo alla mera manu- due diverse impostazioni di approccio al problema. maggiore sensibilità ecologica è ancora forte e fonte tenzione periodica si assiste ad una tendenza inversa, L’azione condotta dai servizi decentrati OO.PP e Dife- di frequenti polemiche. che prevede una semplificazione delle modalità di in- sa del suolo, che da poco tempo sono passati dalla di- Un percorso evolutivo condiviso sembra essere rap- tervento verso una cura costante, consapevole, leggera pendenza dalle Province a quella della Regione, si fon- presentato dal riconoscimento dell’opportunità di e soprattutto preventiva delle sponde e delle opere flu- da sostanzialmente su alcuni punti: individuare interventi strutturali che affrontino il viali minori., da affidare preferibilmente alle stesse - la periodicità dell’intervento, in funzione dei finan- problema del rischio idraulico con una visione di aziende agro-silvo-pastorali confinanti coi corsi d’ac- ziamenti disponibili, che porta spesso ad operare in bacino ed un approccio di pianificazione territoriale qua. Le poche esperienze avviatesi nelle Marche per ritardo rispetto all’evidenziarsi dei fenomeni erosivi che esca dall’alveo attuale del fiume per prefigurare effetto dei finanziamenti del PSR o di gruppi di volon- o di alterazione del corretto deflusso idrico. possibili espansioni delle aree di pertinenza del cor- tariato hanno dimostrato che l’azione diretta del fronti- - una visione sostanzialmente ingegneristica del pro- po idrico, attraverso allargamenti della sezione flu- sta, adeguatamente preparato sul piano tecnico- blema del deflusso, che tende a voler garantire spa- viale o la creazione di aree di laminazione delle pie- scientifico e controllato, può consentire quell’azione zio alla portata necessaria agendo sulla sezione inter- ne. Questo approccio consente infatti una decisa costante e preventiva che si traduce in una riduzione na all’alveo, eliminando la vegetazione e rettificando riduzione del rischio idraulico ed un miglioramento dei costi di intervento e che , proprio per questo, an- il corso del fiume attraverso lo spostamento dei de- delle condizioni ecologiche del sistema, orientando drebbe sostenuta da un giusto contributo pubblico, tra- positi la modalità degli interventi in alveo verso una ma- sformandosi in una positiva fonte di reddito aggiuntiva - una tendenza al prevalere di una logica di emergenza nutenzione ordinaria più selettiva e responsabile, in un settore economicamente in difficoltà come è oggi sui lavori in luogo di una prevenzione, dovuto anche attuabile con mezzi più leggeri. quello agricolo. alla mancanza di soggetti preposti ad un controllo Questa prospettiva comporta però una nuova e parti- Altro ambito di innovazione è quello di individuare in continuativo delle condizioni in alveo. colare capacità di lavorare in modo coordinato tra tutti gli interventi di adeguamento fluviale, dai lavori Negli ultimi anni si è espressa con sempre maggiore più soggetti che sono coinvolti nell’assetto del terri- dentro e fuori l’alveo alla creazione di aree di lamina- forza una visone più integrata e olistica sollecitata da- torio e da diverse discipline che devono operare se- zione, l’occasione di incrementare la biodiversità in gli ambientalisti e da esponenti di discipline scientifi- condo le prassi multi-disciplinari. attuazione della Rete Ecologia Regionale e di rispon- che (geologi, naturalisti, paesaggisti) che vedono nel Ecco che sotto questo aspetto il Contratto di fiume, dere alle nuove esigenze della lotta ai cambiamenti fiume ben altri aspetti che non la mera funzione di far come modalità partecipativa di governo locale che climatici, dove l’obbiettivo della riduzione del rischio defluire acqua, evidenziando come l’obiettivo, anche parte da una visione integrata del territorio, si offre si abbina a quella della conservazione di riserve idri- in termini di riduzione del rischio di esondazione, sia come luogo ideale per la costruzione di progettualità che per i periodi di siccità prolungata. quello di rallentare i tempi di corrivazione delle piene complesse. Non è un caso che già all’interno della I Contratti di fiume rappresentano i luoghi ideali di e non di velocizzare il flusso. E’ infatti ormai dimo- prima fase del percorso di costruzione del Contratto confronto in cui, pur mantenendo ferme le competenze strato che è proprio la velocità di corrivazione delle di fiume dell’Alto Potenza si sia manifestata l’esi- di legge che vedono nelle sezioni territoriali del Genio acque meteoriche, specie in occasione delle cosiddette genza di radunare attorno ad un tavolo i diversi sog- Civile regionale i soggetti attuatori degli interventi, “bombe d’acqua”, a determinare picchi di piena che getti interessati da alcuni possibili progetti integrati possono effettuarsi verifiche preventive sui progetti incrementano in modo ingente il rischio di esondazio- a Fiuminata (che è una delle aree più a rischio eson- per consigliare e concordare nuove metodologie di ne nelle zone vallive prossime alla foce. dazione dell’intero bacino, ma anche quella dalle azione più rispettose dell’ecosistema ed utili. La for- Sebbene nel tempo la modalità di intervento abbia con- maggiori potenzialità in termini di incremento della malizzazione di criteri e metodi con cui gestire questo sentito, in fase di progettazione, di dare indicazioni di Biodiversità) ed a Castelraimondo. confronto può senza dubbio rientrare nel quadro strate- tipo ecologico e si assista un uso più diffuso di tecni- Se da un lato quindi l’intervento sui corsi d’acqua si gico del primo piano di azione del Contratto di fiume, che di intervento di ingegneria naturalistica nelle dife- avvia verso un fare più complesso ma anche più in- se e in quanto l’Assemblea lo riterrà opportuno. 86 A sinistra, dall’alto in basso:

 Esempio di intervento di estensione e naturalizzazione dell’alveo del fiume Drava  Sezione di un fiume e presenza della vegetazione neces- saria ad un corretto assetto ecologico ed idrogeologico  Modalità corrente di intervento idi manutenzione n alveo fluviale con la pressoché totale eliminazione della vege- tazione

A destra, dall’alto in basso:  Il ponte in località Castello a Fiuminata durante un evento di Piena, quando i livello del fiume risulta essere assai più alto dei terreni nella piana circostante e di parte dell’abitato, protetti solo dalla presenza degli ar- gini  Nell’inserzione colorata il caso della non efficace con- fluenza del canale di Valcora sul Potenza, dove se si vuole salvare la casa immediatamente a monte si genera rischio a Pioraco per l’eccessivo carico del fosso Scola- tore che corre a fianco della strada provinciale SP361.

Nell’immagine in alto si nota sia l’imbocco dello scolmatore del canale sul Potenza (a destra), oggi inutilizzato, sia la saracinesca con la quale si scaricano nel fosso Scolatore, tenuta aperta per evitare le conseguenze di cui sotto nella casa posta più a monte de. E’ evidente la necessità di una revisione dell’intero sistema idraulico.

87 9.2 interventi nei corsi d’acqua minori

Il Consorzio di Bonifica è un ente pubblico economico stra una distribuzione non omogenea dovuta alla non Riflessioni sul modello gestionale dei fossi minori istituito dalla Giunta Regionale delle Marche nel di- omogeneità dei due fattori fondamentali: la distribu- cembre 2013 (ai sensi della Legge Regionale n. 13 del zione delle zone di dissesto e la distribuzione delle Punti di forza e di debolezza 17 giugno 2013) che gestisce i fondi derivanti dal con- coltivazioni. Ciò comporta il fatto che alcuni pro- tributo di bonifica pagato obbligatoriamente dai pro- prietari trovino meno conveniente di altri il paga- L’applicazione del modello a tariffazione del servi- prietari dei terreni, dai ricavi per la fornitura del servi- mento della tariffa basata sulla superficie di proprie- zio di interventi per la risoluzione dei problemi idro- zio irriguo e dai proventi degli impianti idroelettrici. tà e non sugli interventi ricevuti. geologici dei corsi d’acqua minori, che equipara di La Regione ha affidato la gestione del reticolo idrogra- In realtà il Consorzio ha sviluppato la possibilità una fatto la difesa del suolo alla modalità di gestione più fico minore al Consorzio Bonifica Marche che inter- modalità di gestione diretta da parte degli agricoltori diffuso nei servizi a rete, ha senza dubbio reso più viene dietro segnalazione diretta dei contribuenti. che possono divenire operatori all’interno di un pre- dinamica ed efficace l’azione di risanamento rispetto Dal 2013 ad oggi il Consorzio ha ricevuto 326 segna- ciso ambito territoriale, così da integrare il reddito a quanto riuscisse a fare il Genio civile. lazioni ed ha operato 286 interventi per importo dei agrario con quello derivante dalla manutenzione dei Per contro la finalizzazione dell’intervento si è spo- lavori di 1.289.871,50 euro. corsi d’acqua minore. stata dal dissesto idrogeologico in quanto tale, al dis- Altri 213.538,75 euro di lavori sono in corso di esecu- sesto idrogeologico che determina danni all’econo- zione o programmati. mia agricola. L’agricoltore infatti segnala soltanto le Considerato che nell’alto Potenza non esistono servizi situazioni di rischio idrogeologico rispetto alla sua di irrigazione, gli interventi si riferiscono essenzial- proprietà ed alla sua coltivazione. Nelle realtà in cui mente alla manutenzione dei fossi minori. non ci sono coltivazioni non ci sono chiamate per La carta degli interventi realizzati e programmati mo- l’intervento. Ciò non significa però che lì non ci sia- no situazioni di dissesto anche pericolose, tutt’altro. Se sovrapponiamo la carta del rischio geologico alla mappa degli interventi realizzati e programmati ve- dremo che in situazioni a rischio elevato (come il fosso dell’Eremita a Sefro, le gole di Pioraco, il fos- so di Crispiero, solo per fare alcuni esempi) non ci sono interventi. C’è quindi un rischio latente che nelle parti più ab- bandonate del territorio, e quindi più esposte all’in- nesco di processi di instabilità, i processi erosivi non adeguatamente controllati portino a manifesta- zioni sempre più intense (frane, alluvioni, crolli) che , anche per effetto dei cambiamenti climatici in atto, potrebbero in breve tempo assumere livelli cata- strofici a danno delle zone occupate da insediamenti o attività sottostanti. Anche rispetto a questa problematica il Contratto di fiume deve servire come occasione di riflessione e di verifica da sviluppare congiuntamente al Consorzio.

88 9.3 attività di controllo e regolamenti di uso del territorio

A fronte di una sempre crescente fragilità dell’assetto  la redazione di un regolamento di un polizia pulizia delle sponde, o concordando con le compe- idrogeologico del territorio, negli ultimi decenni si è rurale intercomunale, che stabilisca le modali- tenti autorità campagne di piantumazione di vege- assistito ad una sempre minore attività di controllo del tà di conduzione dei fondi, i sistemi di gestione e tazione, etc… Se tutto il fiume venisse adottato reticolo idrografico ed a minori risorse economiche a regimazione idraulica dei corsi d’acqua superfi- (ovviamente è una ipotesi ad oggi difficilmente disposizione degli interventi di sistemazione a cui con- ciale, le distanze da tenere con le coltivazione dai realizzabile) sarebbe garantita la presenza di sen- segue l’affermarsi di una politica dell’emergenza o corsi d’acqua e le possibilità d’uso e transito in tieri di accesso lungo tutte le sponde potendo così dell’intervento sporadico di grandi dimensioni invece queste fasce per l’adeguato controllo delle loro creare le condizioni per avviare un vero controllo di una manutenzione costante e preventiva. condizioni, etc… costante del fiume Oggi l’individuazione dei dissesti o delle situazioni di  La formazione di una squadra di vigili ambien- La creazione di aree di monitoraggio se salvaguardia erosione lungo le sponde fluviali sono demandate alle tali intercomunale, possibilmente in coordina- specifiche in aree sensibili per particolari componenti segnalazioni dei proprietari terrieri o dei pochi assidui mento con la locale protezione civile , per il ri- ambientali, da avviare in concorso con le università frequentatori del fiume. Si tratta di una rappresentazio- spetto del regolamento di polizia rurale e la vigi- del territorio. Questi luoghi di rigenerazione possono ne delle reali condizioni di dissesto lanza sul territorio nell’applicazione delle leggi di riguardare tratti fluviali per favorire l’affermazione di alquanto lacunosa e frammentaria, non adeguatamente tutela ambientale. Questa nuova squadra di vigili specie ittiche autoctone - come avviene da anni nel supportata da dati tecnico-scientifici, che porta spesso può colmare quella lacuna nei controlli sull’am- tratto del Potenza presso il castello di Lanciano - o ad interventi puntuali e non risolutivi in un’ottica di biente che non permettono di intervenire tempe- particolari ambiti boschivi sia in riferimento a compo- asta fluviale. stivamente in caso di sversamenti di sostanze in- nenti faunistiche che vegetazionali. Solo pochi decenni fa la presenza di funzionari delle quinanti nei copri idrici e in particolare delle provincie che vigilavano costantemente sulla condizio- deiezioni animali da allevamenti zootecnici, dei ne dei corsi d’acqua garantiva una gestione più tempe- reflui industriali isolati o derivanti dal trattamento stiva e meno costosa. delle acque reflue urbane. Alcune amministrazioni locali italiane hanno adottato  La costituzione di un corpo di Guardie ecologi- di recente soluzioni alternative, legate all’applicazione che volontarie, con il coinvolgimento di chi fre- di regolamenti di polizia rurale e finalizzate ad assicu- quenta abitualmente il fiume e il territorio, come rare il rispetto della legislazione ambientale nel territo- gli ambientalisti, gli escursionisti, ma anche i pe- rio. Sono nati ad esempio “Nuclei di Vigili ambienta- scatori e i cacciatori, perché - pur nella diversa li” adeguatamente formati all’interno del corpo della visione rispetto al rapporto tra l’uomo e l’habitat polizia municipale, o sono stati costituiti Gruppi di naturale - comune è l’interesse per la difesa della Guardie ecologiche volontarie a regia comunale. qualità ambientale e naturalistica de territorio. Sono azioni sicuramente da implementare e sperimen- Questo team di persone, assieme ai vigili ambien- tare, perché coinvolgono in via prioritaria la comunità tali ed alla protezione civile, può organizzare an- locale nella vigilanza e cura del proprio territorio e che un sistema locale di monitoraggio ambientale, perché, alla fine, con costano nulla. in accordo con l’ARPAM. Nell’area l’area dell’Alta valle del Potenza sono atti-  L’adozione di tratti di fiume, da parte in primo vabili un buon numero di azioni attivando il personale luogo delle scuole, ma anche di associazioni di di vigilanza comunale e i diversi gruppi di residenti nei cittadini. L’adozione contribuisce alla conoscenza rispettivi ambiti di interesse: del fiume, alla cura dell’ambiente fluviale, attra- verso periodici sopralluoghi di monitoraggio e

89 10. la fruizione del fiume e del suo territorio

10.1 la frequentazione turistico-ricreativa

La frequentazione turistica della valle del Potenza si ca una serie pressoché illimitata di valenze e di fa- L’importanza del recupero degli edifici abbando- Polarizza principalmente lungo la costa nel periodo scinazioni: dagli antichi culti della Da madre-acqua nati per una nuova offerta turistica flessibile. Balneare ed in misura molto minore, ma più dilatata delle originarie culture appenniniche, all’idea di pu- nei periodi primaverile e d autunnale, nelle aree mon- rezza e genuinità dell’ambiente, alla frescura che la L’individuazione di nuovi spazi di ricettività non di- tane dell’interno. vicinanza del mare rende a portata di mano per chi si pende dalla disponibilità di nuove strutture alberghiere Attrattore più puntuale è la città di S.Severino, in rife- affolla sulle spiagge nelle calde giornate estive, alla da turismo di massa, né da ingenti investimenti privati. rimento alle emergenze storico-architettoniche, e in magia del bosco. La grande disponibilità di un patrimonio edilizio stori- misura minore l’abitato collinare di Treia. Con la proposizione del tema caratterizzante dell’ac- co inutilizzato nei centri e nei borghi storici è una Non esiste un “turismo del fiume Potenza” se si fa ac- qua è importante saper valorizzare ogni anche pur straordinaria risorsa per la costruzione di un modello cezione alla frequentazione di piccoli nuclei di pesca- piccolo elemento di qualità del territorio anche se di ricettività compatibile con la rinascita di un turismo tori per lo più locali. non sufficiente in sé a determinare condizioni di red- flessibile, articolato, slegato dai flussi organizzati da- Causa di questa situazione non è certo la mancanza di ditività economica tali da inserirsi nel mercato speci- gli operatori turistici. attrazioni lungo il corso del fiume che anzi, soprattutto fico. L’avvio di accordi tra le amministrazioni locali ed i a Monte di San Severino mostra una straordinaria ric- Ad esempio lo sfruttamento dell’acqua minerale proprietari di edifici inutilizzati, stante la perdurante chezza di emergenze storico culturali (S.Eustachio in della sorgente di S.Cassiano non mostra quantità situazione di crisi nella domanda immobiliare, può Domora, S.Maria delle macchie, la Pieve di San Zeno- sufficienti a poter competere nel mercato delle acque dare vita a numerose possibilità di iniziative imprendi- ne, il Castello di Lanciano, l’abbazia di Valcora, la minerali, ma è sempre pensabile un uso locale o fi- toriali capaci di rinvigorire l’economia locale e l’occu- chiesa di S.Tossano a etc...), naturalistiche (valle dei delistico della poca quantità di quell’acqua così ap- pazione giovanile. Grilli, valle dell’Elce, i Vurgacci, valle della Scurosa, prezzata per le sue virtù salutari, magari garanten- L’affermazione di un sistema di albergo diffuso se piani di Montelago,..), con un territorio costellato di done l’utilizzo nell’ambito delle strutture ristorative connesso alla valorizzazione dei sentieri e degli am- rocche e castelli, grotte naturali, sentieri per escursio- locali. Non nascerà, cos^ facendo, un’impresa com- bienti naturali, può portare a nuove presenze turistiche. nismo e mountain bike. petitiva con prospettive di rilevati profitti, ma potrà Ma la disponibilità di spazi si offre anche ad iniziative Ciò che manca è il collegamento, specie lungo la valle, essere una microeconomia che può sostenere alcune in campo sanitario e assistenziale, con la possibilità di che possa mettere in rete le diverse emergenze uscendo famiglie del luogo. E’ l’insieme delle molteplici mi- avviare centri di recupero sanitario (fisioterapia, de- dalla proposizione del territorio per “temi” condotta croeconomie, anche ausiliarie rispetto al reddito genza post-operatoria, problemi respiratori, etc..) an- ancora oggi verso un’offerta complessiva del territorio, principale a poter fare la differenza in queste aree di che come supporto a centri di riabilitazione esistenti nella sua ricchezza di luoghi naturali, storici, escursio- crisi socio-economica. sul territorio regionale. nistici ma anche enogastronomici e ludico-ricreativi. Così l’utilizzo degli impianti sportivi per eventi o Ulteriori possibilità, ad oggi poco esplorate, possono Formare un’offerta turistica integrata, che potrebbe ritiri estivi, l’organizzazione di festival che si svol- venire sia dalla residenzialità assistita (case di riposo, spostare non poco la capacità attrattiva di un territorio gono nell’arco di due-tre giorni anziché in una sola centri per disabilità non autosufficienti) che dall’offer- ricco di bellezze come l’Alta valle del Potenza, signi- giornata, la proposta nelle scuole delle settimane ta di specifiche possibilità abitative, alternative alle fica anche individuare uno o più elementi simbolici verdi, la creazione di nuove zone naturalistiche e realtà urbane, per pensionati autosufficienti, disabilità unificanti e rappresentativi di questa particolare por- aree umide in cui poter offrire l’occasione di vedere non gravi, o per giovani immigrati nelle prime fasi del zione di territorio marchigiano. la fauna selvatica nel proprio habitat… tutte queste processo di integrazione che necessitano di inserimen- Un elemento caratterizzante, che se ben gestito può iniziative possono determinare il superamento di una to culturale-linguistico e di formazione lavorativa di divenire qualificante del territorio dell’alto Potenza, è soglia vitale per il mantenimento di nuove strutture base. Queste problematiche possono apparire estranee senza dubbio l’acqua. ricettive e ristorative innescando un processo virtuo- ad un Contratto di fiume, ma la gravità dello spopola- L’acqua, elemento vitale primario per eccellenza, evo- so inverso rispetto all’attuale tendenza al declino. mento in atto le rendono una precondizione essenziale.

90 Oltre alle pratiche sportive già praticate, come l’escur- Una valida prospettiva viene dalla riscoperta del con- Il recupero degli edifici storici abbandonati (in alto il sionismo a piedi ed in bici, l’alta valle del Potenza si tatto con l’acqua di fiume, sia per la pratica del castello di Orve a Fiuminata) offrirebbe l’opportunità di presta all’implementazione della pesca sportiva ecoso- “rivering” (camminare nel fiume) che per lo sviluppo offrire spazi ricettivi per lanciare l’idea dell’alta valle del stenibile, della speleologia, dei ritiri stagionali per delle tradizionali forme di bagno estivo che danno Potenza come stazione climatica e sanitaria, o per avan- squadre del professionismo agonistico. luogo sempre di più alla creazione di “piscine natura- zare proposte di co-housing per anziani autosufficienti, li” lungo il corso d’acqua o utilizzando acque in deri- piccoli luoghi di integrazione-formazione per giovani vazione da filtrare e reimmettere poi nel fiume. immigrati, attività di training aziendale e convegnistica.

91 10.2 l’accessibilità

Come tutti i fiumi delle Marche , anche il Potenza pre- senta lunghi tratti dell’alveo pressoché inaccessibili. Se sotto il profilo naturalistico questo aspetto può sem- brare prima vista positivo in realtà un fiume inaccessi- bile è per molti versi un fiume più esposto ad azioni antropiche poco responsabili e dannose per l’assetto ecologico. L’inaccessibilità alla frequentazione pubblica infatti non impedisce l’accesso a pescatori o cacciatori che non sempre svolgono le loro attività in modo rispetto- so dell’ecosistema naturale. Spesso è proprio là dove minore è la possibilità di incontrare altri frequentatori del fiume a favorire la convinzione nei pescatori e nei cacciatori di poter esercitare una sorta di diritto nell’ambito fluviale, gestendo l’attività sportiva come loro meglio aggrada o conviene. L’inaccessibilità cela anche la possibilità di scarichi abusivi odi altre forme di utilizzo improprio delle risorse e dei suoli. L’inaccessibilità impedisce anche un monitoraggio delle condizioni di assetto idrogeologico e il pronto intervento per la rimozione di alberi morti o altri osta- coli ad deflusso delle acque, impedendo una gestione dell’alveo basato sulla prevenzione e giustificando, al contrario, interventi sporadici e fortemente invasivi. E’ quindi importante addivenire ad una quanto più completa accessibilità alle sponde fluviali pur salva- guardando l’ecosistema fluviale ed estendendo ove possibile il bosco planiziale. La messa a disposizione della fascia ecotonale di ri- spetto dei corsi d’acqua nella quale è inibita la coltiva- zione agricola è un obiettivo irrinunciabile di un Con- tratto di fiume e la sua attuazione può essere accompa- gnata da altre azioni come l’inserimento della forma- zione dei sentieri di guardia nelle operazioni di manu- tenzione ordinaria dei corsi d’acqua, proprio in quanto ne favoriscono il controllo e la difesa preventiva, op- pure le forme di “adozione” pubblica di tratti di fiume, da parte di scuole, associazioni e gruppi di volontari.

92 La creazione di sentieri di guardia lungo le sponde del Potenza determinerebbe le condizioni per avere una direttrice importantissima per il turismo lento, a piedi o in bicicletta, che assuma caratteristiche formali diffe- renziate in funzione della presenza o meno di strade esistenti che abbiano andamento parallelo al corso d’acqua. Laddove queste percorrenze sono presenti il sentiero di guardia può ridursi ad un semplice tratturo, per rafforzare la sezione di percorrenza dove il sentiero di guardia diviene unico collegamento vallivo alternati- vo alle strade asfaltate riservate al traffico su gomma. Nell’Alto Potenza la percorribilità del fiume va ricer- cata almeno al bivio Ercole –Ponte delle Pecore verso valle in quanto per la parte a monte il fiume ha una dimensione tale da ritenere sufficiente la prossimità della strada carrabile per garantire un buon monitorag- gio. Stessa cosa dicasi per lo Scarsito a monte od a val- le di Sefro. Fino a Pioraco sia il Potenza che lo Scarsito sono qua- si totalmente accessibili in quanto sono sufficienti pic- coli collegamenti residui da realizzare ed una generale manutenzione dei sentieri per avere una situazione ideale. Sotto le gole di Pioraco, fino a San Severino, i tratti inaccessibili potrebbero essere dotati di semplici tratturi a margine della vegetazione ripariale, in quanto esiste una percorribilità alternativa, parallela al corso del fiume, quasi completa che rende convenente pensa- re ad operazioni di saldatura dei tratti esistenti. A valle di San Severino invece i tratti di percorrenza lungofiume sono ridotti sostanzialmente alla sola cicla- bile tra il cimitero e l’area industriale di Taccoli ma l’assenza di validi percorsi esistenti in parallelo, consi- glia di utilizzare i possibili sentieri di guardia anche come estensione della percorrenza ciclabile d fondo- valle fino ai confini del comune di Treia verso Macera- ta. L’unione dell’utilità nuovo del percorso lungofiume in termine di protezione civile e di mobilità sostenibile può portare ad una sensibile riduzione dei costi.

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