Elena Di Blasi, Alessandro Arangio

L’imprenditoria immigrata e il suo contributo allo sviluppo della . L’esempio del Catanzarese 1

Summary: I MMIGRANT ENTREPRENEURS AND THEIR CONTRIBUTION TO THE DEVELOPMENT OF CALABRIA. THE CASE OF THE PROVINCE OF Among the Italian provinces Catanzaro is well-placed for the number of non-EU entrepreneurs who live and work in its territory. Most of them are concentrated in the region of Lamezia, and and are above all street vendors who have Moroccan nationality. They arrived in Calabria in the early ’80s, coming from Khouribga, and decided to settle in the district of Lamezia. At present they are an important economic and cultural richness which is far from being noticed by the local powers.

Keywords: Non-EU Entrepreneurs, Moroccan Immigration, , Lamezia.

1. Il contesto nazionale e regionale inoltre, anche l’anno dell’Anwerbenstop, con cui il governo federale tedesco dà inizio alle prime mi- Da circa un quarantennio l’Italia, da luogo sure restrittive in materia d’accoglienza, politiche d’emigrazione, è diventata terra d’immigrazione o che, nel volgere di pochi anni e con modalità dif- per meglio dire, come suggerisce Enrico Pugliese, ferenti, saranno messe in atto anche da altri paesi “è divenuta anche paese d’immigrazione”, inizial- europei di immigrazione storica (Pugliese, 2006, mente come luogo di transito verso altre nazioni pp. 81-82). europee, quali la Francia, la Germania, il Belgio, Oggi la presenza immigrata in Italia è in costan- più di recente come territorio d’immigrazione sta- te crescita, dal 1970 gli stranieri soggiornanti sono bile (Pugliese, 2006, p. 11). La posizione geogra- passati da quasi 144 mila ad oltre 4 milioni 570 fi ca rende, infatti, il Belpaese facilmente raggiun- mila, di cui più della metà donne2. Un incremento gibile non solo dalle regioni del nord Africa, ma notevole a livello statistico si è avuto nel 2003 a se- anche da quelle dell’Europa orientale, che dagli guito dell’entrata in vigore della cosiddetta Legge anni Novanta, con la caduta della cortina di ferro, Bossi-Fini, che se da un lato ha reso più diffi cili e ancor più dagli ultimi allargamenti dell’Unione gli ingressi e il rinnovo dei permessi di soggiorno, Europea del 2004 e del 2007, hanno cominciato dall’altro ha permesso la regolarizzazione di molti a riversare forza lavoro, soprattutto femminile, in immigrati che sono usciti fuori dalla clandestinità. occidente (Colucci, Sanfi lippo, 2009, pp. 91-99). Sono però ancora molti gli irregolari, stimati in di- I migranti dal Maghreb e dall’Africa subsaharia- verse centinaia di migliaia, di cui le statistiche non na, dal canto loro, con la parziale chiusura delle possono, ovviamente, tenere conto (Brusa, 2007, frontiere, avvenuta a partire dagli anni Settanta, pp. 326-327). ad opera di paesi di storica immigrazione come la Un’analisi dei fl ussi evidenzia che da alcuni Francia e la Germania, hanno iniziato a guardare anni i migranti provenienti dall’Europa orientale sempre con maggiore interesse agli stati dell’Eu- hanno superato quelli di più antico insediamento ropa meridionale, come la Spagna e, appunto, originari dell’Africa e dell’Asia. I rumeni sono i l’Italia, inizialmente ignorati (Poinard, 2002, pp. più numerosi, seguiti dagli albanesi, dai marocchi- 67-72; Krasna, 2009, pp. 25-28). ni e quindi dai cinesi, dagli ucraini e dai fi lippini. Come indica Gaetano Sciuto il 1973, anno del Per quanto riguarda, invece, la distribuzione geo- primo shock petrolifero, può essere considerato lo grafi ca, le regioni del nord Italia sono quelle dove spartiacque che segna l’inversione di tendenza: si concentra il maggior numero di residenti stra- l’Italia presenta per la prima volta un saldo migra- nieri, seguono le regioni del centro e quindi quel- torio positivo e deve, conseguentemente, iniziare le del sud, che negli ultimi anni hanno conosciuto ad affrontare questioni relative all’accoglienza, un incremento percentuale maggiore (Caritas/ all’integrazione, al cambiamento (Sciuto et al., Migrantes, 2011, pp. 6-13). Al di là della latitudi- 2005, p. 337; Sciuto et al., 2007, p. 422). Il 1973 è, ne, vi sono, tuttavia, delle notevoli differenze a li-

AGEI - Geotema, 43-44-45 223 vello provinciale e comunale (Brusa, 2012, p. 12). Secondo quanto riporta l’Osservatorio econo- Anche in Calabria, regione periferica dell’Ita- mico di Unioncamere Calabria in occasione della lia, la presenza immigrata è costantemente cre- Giornata dell’economia regionale 2011, l’impren- sciuta nel corso degli anni: i dati Istat riportano ditoria non comunitaria rappresenta il 75,34% 74.602 presenze al 31 dicembre del 2010, con un del totale dell’imprenditoria immigrata, confer- incremento del 13,3% rispetto all’anno preceden- mando una tendenza fortemente positiva che ha te e un’incidenza sul totale della popolazione re- visto negli ultimi anni una continua crescita delle sidente del 3,7%. Bisogna sempre tenere presente imprese extracomunitarie. Il commercio è il set- che queste statistiche non tengono conto degli tore trainante, che racchiude il 70,15% degli im- immigrati irregolari, di quelli che non hanno prenditori in oggetto, seguito dalle costruzioni, una residenza nel territorio nazionale e di quelli dal manifatturiero e dal comparto alberghiero e presenti occasionalmente per brevi periodi che le della ristorazione. rilevazioni non riescono a rilevare (Sciuto et al., Non è un segreto che alcune comunità stranie- 2005, p. 350). La stima complessiva effettuata da re, come la marocchina o la cinese, abbiano per Caritas Migrantes ammonta, infatti, a circa 80 mila cultura e per tradizione una notevole propensio- stranieri nel 2010. ne all’imprenditoria ed esprimano una maggio- I paesi più rappresentati sono la Romania re vivacità rispetto ad altri gruppi etnici, anche (32,2%) e il Marocco (16,1%), ma sono anche de- se particolarmente numerosi. L’immigrazione di mografi camente importanti le comunità ucraine, provenienza europea, invece, prevalentemente bulgare, polacche, albanesi, cinesi, indiane e fi lip- femminile, contrariamente a quella nordafricana, pine. e sono le provin- si concentra soprattutto nel campo dell’assistenza ce dove la presenza immigrata è più consistente: alle famiglie e della cura alle persone anziane e oltre 25 mila nella provincia dello Stretto e quasi quindi trova impiego nel lavoro dipendente. Inol- 24 mila in quella cosentina. I due comuni con più tre la condizione più svantaggiata dei lavoratori residenti stranieri sono Reggio e , non comunitari, in termini di garanzie sociali ed seguiti da Cosenza e Catanzaro. La popolazione economiche, spinge questi verso l’attività impren- immigrata presente nella regione è piuttosto gio- ditoriale. Oltre ad aver bisogno di un impiego re- vane, essendo composta per il 18,4% da minori, golare che garantisca loro il permesso di soggior- mentre la fascia d’età più numerosa è quella com- no, i non comunitari vedono spesso disconosciuti presa tra i 18 e i 39 anni. i loro titoli di studio e il datore di lavoro che voglia Secondo i dati riportati dal XXI Rapporto stati- regolarizzarli è costretto ad un iter burocratico stico sull’immigrazione curato da Caritas Migran- complesso. Ciò, indubbiamente, li penalizza nel tes, in Calabria nel 2010 le persone occupate nate lavoro dipendente sia rispetto ai lavoratori autoc- all’estero erano 56.790, oltre cinquemila in più toni, che a quelli comunitari (Sciuto et al., 2007, rispetto al 2009, un dato signifi cativo se si conside- pp. 426-427). Infi ne, è importante sottolineare ra che nello stesso periodo il totale degli occupati che l’età media di questi imprenditori non comu- nella regione è diminuito del 2,2%. Le statistiche nitari è abbastanza bassa, avendo oltre la metà di però non tengono conto né del lavoro sommerso, essi (il 62%) un’età compresa tra i 30 e i 49 anni né dei calabresi nati all’estero, vale a dire i fi gli de- ed essendo la classe successiva (>= 50 anni) molto gli emigrati tornati in Italia; circa cinquemila risul- meno rappresentata. tano, infatti, i cittadini tedeschi assicurati all’Inail La provincia di Reggio Calabria detiene il e più di duemila quelli svizzeri, si tratta certamen- maggior numero di titolari stranieri d’impresa, te di migrazione di ritorno. seguita da quella di Catanzaro, che vanta però L’agricoltura è il comparto che assorbe il mag- una maggiore incidenza percentuale dell’impren- gior numero di occupati stranieri in Calabria, se- ditorialità straniera sia in relazione al totale delle guono i settori delle costruzioni, dell’alberghiero, imprese, sia in rapporto al peso demografi co del- della ristorazione e, infi ne, del commercio. La ma- la provincia. Non è un caso infatti che nel 2009, nodopera agricola trova, soprattutto, occupazione in una graduatoria pubblicata dal Sole24ore in nella piana di Sibari (in provincia di Cosenza) e base a dati forniti da Unioncamere, la provincia nella piana di Gioia Tauro (in provincia di Reggio catanzarese si sia classifi cata al ventesimo posto Calabria). I rumeni, essendo la comunità numeri- in Italia e prima tra tutte le province del Mezzo- camente più consistente, costituiscono la maggio- giorno per incidenza del numero delle imprese ranza degli occupati immigrati in regione: il trend non comunitarie sul totale di quelle iscritte alle della nazionalità rifl ette la situazione demografi ca CCIAA, considerando la forma giuridica dell’im- dei residenti stranieri. presa individuale.

224 AGEI - Geotema, 43-44-45 Infi ne, come evidenzia uno studio del 2009 del- sa nel 2010, risente della crisi economica e il 2009 la Fondazione Ethnoland, non è diffi cile riscon- è stato particolarmente diffi cile per l’imprendito- trare una certa specializzazione dei diversi gruppi ria catanzarese, conclusosi con saldo negativo e nazionali nelle attività imprenditoriali: così, men- con la perdita netta di 1.013 unità. Contro tenden- tre i marocchini, i senegalesi e i pakistani si de- za va l’imprenditoria immigrata che, nonostante dicano quasi esclusivamente al commercio, come costituisca una porzione decisamente piccola del del resto pure i cinesi, attivi però anche nel settore totale delle imprese, mostra un notevole dinami- della ristorazione, altri gruppi, come gli albanesi smo e contribuisce positivamente allo sviluppo del e i rumeni, hanno preferito investire nel settore tessuto imprenditoriale ed in particolare delle dit- edile (Fondazione Ethnoland, 2009, p. 233). te individuali, per le quali rappresenta un vero e proprio volano di crescita. Il paese straniero che più di ogni altro rappresenta il tessuto economico 2. Economia e imprenditoria immigrata in catanzarese è il Marocco con 1.439 soggetti che ri- provincia di Catanzaro vestono cariche imprenditoriali, seguito dal Sene- gal (250) e dalla Cina (168). Tra gli imprenditori Tradizionale terra d’emigrazione, la provin- stranieri nati in Europa i più numerosi sono gli cia catanzarese dal 1992, allorché da essa furono svizzeri (399), i tedeschi (156) e i francesi (88): è scorporate le due province di Crotone e Vibo Va- evidente che si tratta, come per i canadesi, gli sta- lentia, presenta una struttura tipicamente bipola- tunitensi, gli argentini e gli australiani, di migranti re: Catanzaro (93.124 abitanti) e Lamezia Terme di ritorno, calabresi nati all’estero e poi successi- (71.286 abitanti) sono i centri maggiori, che esple- vamente tornati in patria. Sono in crescita tra gli tano delle funzioni urbane signifi cative (benché europei comunitari gli imprenditori rumeni, 69 in di livello non avanzato), attorno ai quali gravitano tutta la provincia, con maggiore presenza a Catan- aree di mercato di medie dimensioni. Le funzioni zaro (18) e a Lamezia (14). commerciali di Lamezia non sono, infatti, inferio- Relativamente alla distribuzione territoriale, è ri a quelle del capoluogo, le cui attività economi- Lamezia il polo che concentra il più alto nume- che più importanti riguardano essenzialmente i ro di imprenditori stranieri residenti in provincia servizi connessi al ruolo di principale centro poli- di Catanzaro. Sono, infatti, 739 le persone nate tico amministrativo della regione (Sciuto, 1975, p. all’estero con cariche d’impresa che operano nel 240). Proprio le funzioni politico-amministrative territorio lametino, in maggioranza nel commer- di Catanzaro spiegano, inoltre, come la provincia cio (603), 638 sono invece i titolari. Segue il ca- presenti il prodotto interno lordo pro-capite più poluogo con 324 imprenditori (228 titolari), di elevato della Calabria, malgrado la presenza di un cui 210 nel settore commerciale, e quindi Gizzeria settore manifatturiero tradizionale legato ancora (293), Falerna (165), (161) e prevalentemente alle costruzioni e al comparto (108). A parte qust’ultimo , nel quale sono alimentare. i senegalesi a costituire la maggioranza, in tutti gli All’interno del territorio provinciale, il com- altri prevalgono i marocchini, sono, infatti, 419 a prensorio lametino si distingue per un maggiore Lamezia e 116 a Catanzaro. Particolarmente eleva- dinamismo: il mercato del lavoro presenta, infatti, to è poi il numero degli imprenditori marocchini evoluzioni storicamente migliori rispetto a quelle nei comuni di Gizzeria (276), Sellia Marina (145) del resto della provincia. Sebbene la produzione e Falerna (127), specie se rapportato al peso de- di legnose agrarie (olio e vite) abbia da sempre ri- mografi co complessivo di questi centri. In questi vestito un ruolo di rilievo nell’economia locale, è tre comuni risiedono, infatti, delle comunità ma- il commercio il settore più importante dell’econo- rocchine particolarmente forti, presenti dai primi mia lametina: la città dispone, infatti, di una buona anni Ottanta, debole è, invece, la presenza di altri rete commerciale che serve i comuni del compren- gruppi immigrati. sorio. Inoltre, Lamezia è il primo scalo aeroportua- Numerosi sono gli imprenditori senegalesi a le della Calabria. Il terzo centro per dimensione , ben 38 in un piccolo centro demografi ca, con 9.590 abitanti, è , situato che conta appena 4.296 abitanti, di cui 219 stra- sulla costa ionica, rappresenta uno dei principali nieri. In forte crescita è la comunità cinese, più poli turistici del territorio, benché questo settore recente rispetto alla marocchina e alla senegale- fornisca nel complesso un contributo modesto alla se, che contava appena 25 imprenditori in tutta ricchezza provinciale (CCIAA di Catanzaro e Istitu- la provincia nel 2001. Oggi i soggetti con cariche to Tagliacarne, 2008, pp. 149-150). d’impresa di nazionalità cinese sono 168 ed ope- Il sistema delle imprese, sebbene in lieve ripre- rano soprattutto nel capoluogo (45) e a Lamezia

AGEI - Geotema, 43-44-45 225 Foto 1. Il Centro culturale islamico di Gizzeria Lido, luogo di aggregazione religiosa e sociale per i nordafricani che vivono nel comprenso- rio lametino. Fonte: Di Blasi - Arangio.

Foto 2. Il mercato dei marocchini che si trova a Mortilla, un’area periurba- na del comune di Gizzeria. La struttu- ra è di proprietà di una società italia- na, che affi tta ai grossisti marocchini i locali dell’area sud dell’immobile (compresi degli edifi ci prefabbricati presenti nell’area recintata all’ester no). Fonte: Di Blasi - Arangio.

Foto 3. Gizzeria Lido, frazione nella quale risiedono molte famiglie immi- grate marocchine. Il centro abitato non presenta caratteristiche etniche, per cui il visitatore non ha immedia- tamente la percezione della presenza di una comunità straniera numerosa. Fonte: Di Blasi - Arangio.

(72), dove costituiscono la seconda forza impren- Il commercio, dunque, è il settore che raggrup- ditoriale straniera. Anch’essi sono principalmente pa la stragrande maggioranza degli imprenditori attivi nel settore commerciale, solo 7 imprenditori non comunitari, 2.111 su 2.769 (il 76% del tota- hanno avviato ristoranti con lanterne rosse in tut- le), seguono le attività manifatturiere (109), le co- ta la provincia di Catanzaro. struzioni (95), le attività dei servizi di ristorazione

226 AGEI - Geotema, 43-44-45 (73), e quindi il comparto dell’agricoltura, della parte compresi nella fascia 30-49, gli stranieri ri- silvicoltura e della pesca (63). Marocchini, senega- sultano mediamente più giovani: infatti, molto nu- lesi e cinesi sono le comunità che maggiormente merosi sono gli imprenditori autoctoni che hanno alimentano l’imprenditoria commerciale immi- un’età dai 50 ai 69, mentre quelli compresi tra i 18 grata; è necessario però annotare che mentre per e i 29 anni sono percentualmente inferiori ai pari le due comunità africane prevale (soprattutto per classe stranieri. i senegalesi) il commercio ambulante, i cinesi soli- Le statistiche indicano gli imprenditori stranie- tamente sono commercianti con sede fi ssa. ri di sesso maschile in 2.358 e le donne, 874 in Bisogna, inoltre, evidenziare che a differenza tutto, costituiscono il 27% del totale. Un’inciden- delle comunità immigrate realmente straniere che za relativa maggiore rispetto alle italiane che rap- presentano una forte concentrazione territoriale presentano il 25,2% degli imprenditori autoctoni. in alcuni luoghi e una fortissima specializzazione Tuttavia, disaggregando il dato degli stranieri in nel settore commerciale, gli imprenditori nati in comunitari e non comunitari, si rileva che l’alta Svizzera o in Canada (ma indubbiamente di ori- percentuale delle imprenditrici riguarda soprat- gine italiana) sono più equamente distribuiti nel tutto la categoria dei cittadini comunitari: benché territorio e soprattutto denotano una minore spe- nel complesso non siano moltissimi, il sesso fem- cializzazione. Così, sono gli svizzeri ad aver svilup- minile rappresenta il 44,5% del totale. Tra gli im- pato una maggiore capacità imprenditoriale nel prenditori non comunitari il peso delle donne è settore delle costruzioni (55), della manifattura del 24%, poiché contrariamente a quella est-euro- (44), in quello agricolo (30) e nel comparto della pea, questa è un’immigrazione prevalentemente ristorazione (29): ciò conferma che non si tratta maschile. Da notare che le diversità culturali fan- di una vera comunità immigrata, ma di calabre- no sì che le donne dell’est, come pure le calabresi si reinseriti nell’ambiente d’origine e che spesso nate e cresciute in Francia o in Germania, siano (come, ad esempio, nel caso di molti ristoratori) mediamente molto più emancipate sia delle don- hanno continuato a svolgere nella propria regione ne islamiche che delle autoctone3. le attività che prima svolgevano all’estero. Come per le ditte italiane operanti nella pro- vincia catanzarese, la forma giuridica prevalen- 3. L’immigrazione marocchina nel comprensorio te delle imprese immigrate è quella individuale, lametino l’80% del totale, seguono le società in accomandi- ta semplice e quindi quelle a responsabilità limita- Lamezia Terme nasce nel 1968 dall’unione di ta. Distinguendo i non comunitari dai comunitari tre centri, , Sant’Eufemia e Sambiase, ac- bisogna annotare che questi ultimi prediligono quisendo, pertanto, il carattere di “comune spar- le società a responsabilità limitata con socio uni- so” che ancora oggi la contraddistingue. Dei tre co rispetto a quelle in accomandita semplice. La il maggiore è Nicastro, sede del municipio; oltre preferenza per le imprese individuali deriva dalla a questi tre agglomerati principali, sono presenti tipologia giuridica che garantisce maggiore fl essi- diverse frazioni popolose, come San Pietro a Mai- bilità e non richiede particolari diffi coltà ad avvia- da Scalo, Santa Eufemia Vetere, Acquadauzano, re, in caso di insuccesso, le pratiche di estinzione Fronti, Marinella, San Minà e altri. (Sciuto et al., 2007, pp. 452-453). Soprattutto tra I primi immigrati marocchini arrivarono a La- le ditte con titolare non comunitario, moltissime mezia e nei due comuni ad essa limitrofi , Faler- sono, infatti, quelle che operano nel commercio na e Gizzeria, tra la fi ne degli anni Settanta e gli ambulante e che hanno, di conseguenza, un giro inizi degli Ottanta del secolo scorso. Oggi in tutta d’affari molto modesto; la scelta della natura giuri- quest’area vive una popolazione di 79.774 abitan- dica più semplice e meno onerosa garantisce loro ti, i cittadini stranieri sono 4.359 (il 51% donne), la fl essibilità necessaria. di cui 1.690 marocchini: solo Reggio Calabria ne La maggioranza degli imprenditori stranieri che accoglie di più, ma con un valore percentuale mi- operano nella provincia di Catanzaro ha un’età nore, dato il maggiore peso demografi co della cit- compresa tra i 30 e 49 anni (1.858), pari al 57,49% tà dello Stretto. In tutta la Calabria, Gizzeria è in del totale degli stranieri con cariche di impresa, assoluto il comune che vanta la più alta percentua- seguono quelli ricadenti nella fascia d’età che va le di residenti stranieri sul totale degli abitanti: il dai 50 ai 69 anni (742) e poi quelli tra i 18 e i 29 13,6%, vale a dire 604 (di cui 397 marocchini) su (585). Non fi gurano imprenditori di età inferiore una popolazione di 4.445 abitanti. Nel corso de- ai 18 anni, mentre 47 hanno un’età superiore ai gli ultimi anni, nei tre comuni del comprensorio 70 anni. Rispetto agli italiani, anch’essi in maggior lametino (Lamezia, Gizzeria e Falerna), anche la

AGEI - Geotema, 43-44-45 227 presenza rumena è notevolmente cresciuta, con- Centro culturale islamico che, ubicato a Gizzeria tando 1.052 presenze e divenendo la seconda co- Lido, funge da unica moschea nel territorio. Rea- munità straniera dell’area4. lizzato nel 2006, costituisce con il centro islamico Come già indicato, i marocchini hanno una no- di Reggio Calabria il principale luogo di preghie- tevole propensione all’imprenditorialità, sono in- ra musulmana della regione. Precedentemente fatti 822 le persone con cariche d’impresa che ope- era presente nell’area una moschea di dimensioni rano nei tre comuni, pressoché tutti commercianti molto più modeste: la comunità islamica è, infatti, (il 99%). Il 58% dell’imprenditoria marocchina riconosciuta nel comprensorio lametino dal 1992, della provincia si concentra nel lametino, come anno delle prime relazioni uffi ciali tra l’imam e pure il 43% di tutta l’imprenditoria non comunita- l’amministrazione comunale di Gizzeria. La quasi ria5. I primi immigrati giunti dal Marocco si dedica- totalità dei musulmani presente a Lamezia è di re- rono subito al commercio, per la scarsa possibilità ligione sunnita, poiché proveniente dall’occiden- di trovare occupazione come lavoratori dipenden- te islamico. ti. Oggi, la maggior parte di questi immigrati svolge A parte il Centro culturale, l’associazionismo l’attività di commerciante ambulante di articoli di tra i marocchini residenti nell’area è molto scar- abbigliamento e bigiotterie; è poco sviluppato in- so, si distinguono invece associazioni che svolgono vece sia il commercio etnico, a parte tre macellerie attività di volontariato a sostegno degli immigrati, islamiche sono, infatti, pochissime le imprese che in particolar modo la Caritas e l’Arci, che hanno indirizzano la propria offerta ai connazionali, sia il organizzato anche corsi di lingua italiana ed at- commercio culturale orientato ad un mercato non tuato progetti fi nalizzati all’assistenza delle donne etnico (Sciuto et al., 2007, pp. 428-429). musulmane. Infatti, le immigrate marocchine di Il centro nodale del commercio nordafricano prima generazione, specie quelle che vivono nelle nel territorio lametino è il cosiddetto “Mercato frazioni più isolate, appaiono meno integrate nel dei marocchini” ubicato a Mortilla, una frazione tessuto sociale. Ciò poiché, essendo stata l’immi- del comune di Gizzeria. Si tratta di un mercato grazione nella fase iniziale prevalentemente ma- all’ingrosso i cui operatori sono tutti di nazionalità schile, molte donne sono giunte in Italia solo in marocchina e che rifornisce i commercianti, spe- un secondo momento a seguito di una richiesta cie gli ambulanti, che poi rivendono le merci nelle di ricongiungimento familiare e trovano, quindi, tre fi ere settimanali di Lamezia, che si tengono il maggiori diffi coltà ad esprimersi in lingua italia- martedì a Sambiase e il mercoledì e il sabato a Ni- na. Non vanno trascurate le ragioni di carattere castro, e in quelle di altri comuni della provincia. culturale che impongono spesso alle donne islami- Il mercato all’ingrosso è immerso in un’area peri- che una vita sociale prevalentemente circoscritta urbana che si caratterizza per la presenza di alcuni al contesto familiare, così esse rimangono talvolta capannoni industriali ed è conosciuto in tutta la isolate fra le mura domestiche. In questo contesto regione: qui vengono a rifornirsi pure commer- emergono le donne che coadiuvano i loro mariti cianti nordafricani che risiedono ed esercitano nelle attività commerciali e le poche che presta- nelle altre province. no assistenza alle famiglie calabresi e agli anziani, Il Mercato nasce uffi cialmente nel 2002, con un poiché in questi servizi ad esse sono solitamente atto amministrativo del comune di Gizzeria che ne preferite operatrici dell’Europa dell’est. stabilisce la sede nell’area industriale di Mortilla, È interessante notare che, nei tre comuni in tuttavia esisteva già dagli anni Ottanta come ag- esame, non vi sono frazioni o quartieri che presen- gregazione spontanea. Al visitatore che vi si reca, tano caratteristiche etniche evidenti e il territorio oggi esso appare in netto declino: la struttura, di non fornisce la percezione della presenza di una proprietà di una ditta italiana, si mostra fatiscente. comunità marocchina così numerosa. Molti im- Nonostante la crescita complessiva delle imprese migrati risiedono nelle frazioni più vicine al mare non comunitarie, negli ultimi mesi si registrano come Gizzeria Lido, Mortilla o San Pietro Lameti- tre cessazioni di attività che si aggiungono a quelle no, oppure nei centri di Falerna, Sambiase o nel degli ultimi due anni6. Alcuni dei grossisti inter- rione Bella di Nicastro. In molti hanno trovato al- vistati attribuiscono la colpa delle diffi coltà che il loggio nei villini della costa, vivendo così per tut- Mercato sta attraversando alla crisi economica che to l’anno in strutture che erano originariamente ha spinto diversi imprenditori a far ritorno in pa- state progettate come seconde case da abitare nel tria, altri si lamentano della concorrenza cinese, periodo estivo. sempre più agguerrita e competitiva, che negli ul- L’area di origine di gran parte dei migranti timi anni sta ponendo radici a Lamezia. marocchini presenti nel territorio è Khouribga, Luogo di aggregazione sociale e religiosa è il città dell’entroterra atlantico del Marocco, cono-

228 AGEI - Geotema, 43-44-45 sciuta per essere considerata la capitale mondiale gazione spontanea dagli anni Ottanta del secolo dei fosfati. Essa ha avuto nel XX secolo rapporti scorso e regolarizzato nel 2002. La comunità re- commerciali privilegiati con l’Italia, ragione per ligiosa, che nel 2006 ha ottenuto un importante cui l’italiano risulta essere la lingua più studiata riconoscimento con la nascita del Centro cultu- dopo l’arabo e il francese e ciò dovrebbe aver cer- rale islamico di Gizzeria Lido, ha costituito e co- tamente facilitato il canale migratorio. Così la rete stituisce tuttora il più importante (forse l’unico) parentale ed amicale ha favorito la convergenza elemento di aggregazione religiosa e culturale del nel lametino di molti cittadini di Khouribga e del- territorio; il Mercato dei marocchini rappresenta, la regione di Chaouia-Ouardigha, dove essa è si- invece, il pivot economico attorno al quale ruota il tuata. Ciò trova conferma nel fatto che i residenti commercio ambulante nordafricano in provincia marocchini del comprensorio sono spesso legati di Catanzaro e in gran parte della Calabria. Spinti tra loro da vincoli di parentela e da rapporti di ai margini del tessuto economico e impossibilitati amicizia antecedenti all’esperienza migratoria. a trovare un lavoro dipendente, gli immigrati ma- Il legame con la terra d’origine è fortemente rocchini hanno sin da subito cominciato a lavora- sentito dagli immigrati marocchini che risiedono re in proprio come commercianti. Il Mercato è di- nel territorio lametino: le festività religiose, come venuto, dunque, uno dei principali centri-motore pure le ricorrenze nazionali vengono festeggiate del commercio ambulante di tutta la regione, fa- anche a tantissimi chilometri di distanza da casa. vorendo la concentrazione di imprenditori maroc- In famiglia, nelle abitazioni marocchine di Lame- chini nel comprensorio lametino e accentuando zia, si parla l’arabo o, più esattamente, il dialetto ancor più la loro vocazione commerciale. arabo-marocchino. Questo è il modello culturale L’imprenditoria immigrata catanzarese e in par- soprattutto per gli immigrati di prima generazio- ticolar modo quella di Lamezia-Gizzeria-Falerna ne, quelli di seconda generazione, i giovani nati in merita attenzione e desta particolare interesse, spe- Italia, che hanno frequentato le scuole a Lamezia cie in un periodo di recessione generalizzata come e che, in qualche caso, sono iscritti pure a un cor- quello attuale. Anche il 2011, infatti, nonostante so di laurea di uno dei tre atenei calabresi, sento- la crisi, sembra confermare il trend positivo delle no con l’Italia un legame altrettanto forte che con imprese extracomunitarie nell’area lametina: si il Marocco. Per loro è l’italiano la prima lingua, registra una crescita complessiva dei titolari d’im- alcuni dichiarano perfi no che non sarebbero più presa, che passano da 1.082 a 1.121. In realtà, l’in- in grado di adattarsi alla realtà marocchina. cremento riguarda i comuni di Lamezia e Gizzeria, mentre a Falerna si segnala una lieve diminuzione. Nonostante, però, le dinamiche positive e la vivaci- 4. Conclusioni tà dell’imprenditoria marocchina nel territorio, vi sono degli elementi di debolezza da non sottovalu- È certamente sorprendente la presenza di una tare. Innanzitutto si tratta di microimprese che si comunità marocchina così numerosa, con una trovano ai margini del sistema imprenditoriale lo- fortissima specializzazione nel settore commer- cale: la stragrande maggioranza dei commercianti ciale, nei comuni del comprensorio lametino ed sono ambulanti e il salto di qualità dalle bancarelle è lecito interrogarsi sulle ragioni storiche di tale della fi era al negozio in sede fi ssa è riuscito sola- presenza. I primi marocchini, arrivati alla fi ne de- mente a pochi. Evidentemente è mancato un so- gli anni Settanta da Khouribga, anche in seguito stegno a questi imprenditori che permettesse loro alle restrizioni attuate dalla Francia in materia di di raggiungere determinati traguardi. È probabi- accoglienza, hanno creato una “testa di ponte”, fa- le anche che la scarsa capacità dei commercianti vorendo la nascita di una rete migratoria verso La- nordafricani di creare un fronte comune e tutelare mezia e il suo territorio. Tuttavia, ciò può spiegare in maniera collettiva i propri interessi non abbia solo la fase iniziale di questo radicamento e non permesso loro di uscire dall’ombra e di porsi all’at- giustifi cherebbe l’entità odierna di tale presenza tenzione dei poteri politico-economici locali. Vi e l’elevata concentrazione occupazionale nel set- è, poi, da non sottovalutare la crisi del Mercato di tore commerciale. In effetti questo fenomeno è la Mortilla: la sfi ducia dei grossisti marocchini non risultante di elementi territoriali, catalizzatori dei lascia presagire scenari futuri positivi. fl ussi migratori dal Marocco: la presenza di una Oltre a vivacizzare il sistema delle imprese, l’im- comunità religiosa islamica, costituita nel terri- migrazione straniera in Calabria, come in altre torio dai primi arrivati, benché riconosciuta uffi - parti d’Italia, contribuisce a ringiovanire il tessuto cialmente solo dal 1992, e, soprattutto, il Mercato sociale, avviato altrimenti ad un lento declino de- dei marocchini, presente anch’esso come aggre- mografi co. Anche in Calabria, infatti, l’età media

AGEI - Geotema, 43-44-45 229 degli immigrati è decisamente più bassa di quella Brusa C., «Dalla regolazione della legge “Bossi-Fini” allo svilup- degli italiani e ciò costituisce una garanzia per il fu- po locale nelle “terre del riso”. Contributi e attività scientifi - ca dell’unità di ricerca dell’Università del Piemonte Orien- turo. Si tratta però di un’immigrazione diversa da tale», in Nodari P., Rotondi G. (a cura di), Verso uno spazio quelle del passato: mentre quelle di fi ne Ottocen- multiculturale? Rifl essioni geografi che sull’esperienza migratoria to verso i nuovi mondi e del secondo dopoguerra in Italia, Bologna, Pàtron, 2007, pp. 326-327. verso l’Europa centro-occidentale erano alimenta- Brusa C., «Prefazione. La visione globale di un problema di scottante attualità anche per l’Italia», in Samers M., Migra- te da un mercato che garantiva una domanda ele- zioni, Roma, Carocci, 2012, p. 12 (trad. it. a cura di L. Stan- vata di forza lavoro, questa è più l’effetto di forze ga, da Migration, London, Routledge, 2009). espulsive che, per ragioni non solo economiche CCIAA di Catanzaro, Istituto Guglielmo Tagliacarne, Osservato- ma anche politiche, spingono uomini e donne rio Economico della Provincia di Catanzaro 2008. Linee evolutive fuori dai propri paesi verso le coste dell’Europa del sistema economico provinciale (2008), pp. 149-150. Caritas/Migrantes, Dossier Statistico Immigrazione 2011, 21o Rap- mediterranea (Bonifazi, 2007, pp. 18-23; Véron, porto, Roma, IDOS Edizioni, 2011, pp. 6-13, 85-150, 425-429. 2008, pp. 71-75). Quindi gli immigrati che arriva- Colucci M., Sanfi lippo M., Le migrazioni. Un’introduzione storica, no in Italia si trovano in una condizione peggiore Roma, Carocci, 2009, pp. 91-99. e con delle prospettive meno favorevoli rispetto ai Cristaldi F., Morri R., «Lo studio dei fenomeni migratori a migranti degli anni Cinquanta e Sessanta. Roma e nel Lazio», in Nodari P., Rotondi G. (a cura di), Verso uno spazio multiculturale? Rifl essioni geografi che sull’espe- Bisogna sicuramente rifl ettere sull’apporto e rienza migratoria in Italia, Bologna, Pàtron, 2007, p. 180. sui vantaggi che gli immigrati possono arrecare Fondazione Ethnoland, ImmigratImprenditori in Italia. Dinamiche nel breve e nel lungo periodo all’economia, né del fenomeno. Analisi, storie e prospettive, Pomezia, Arti Grafi - è possibile considerare questi vantaggi semplice- che, 2009, p. 233. Krasna F., Alla ricerca della identità perduta. Una panoramica degli mente in termini di una maggiore disponibilità di studi geografi ci sull’immigrazione straniera in Italia, Bologna, forza lavoro a basso costo. Molte comunità stranie- Pàtron, 2009, pp. 25-28. re presenti in Italia, come quella marocchina nel Meini M., «L’insediamento di popolazione extracomunitaria comprensorio lametino, non sono costituite da in Italia: dalla precarietà alla stabilizzazione», in Di Blasi forza lavoro stagionale, ma da uomini e donne che A. (a cura di), Geografi a. Dialogo tra generazioni, Vol. II, Atti del XXIX Congresso Geografi co Italiano, Bologna, Pàtron, hanno legittimamente scelto di vivere e lavorare 2005, pp. 411-418. nel nostro Paese (Meini, 2005 pp. 411-418). Le dif- Poinard M., Spostamenti e migrazioni nel bacino mediterraneo, Mi- fi coltà economiche e gran parte dei loro problemi lano, Jaca Book, 2002, pp. 67-72 (trad. it. da Mobilités et mi- sono simili a quelli di molte famiglie italiane an- grations dans le bassin méditerranéen, Aix-en-Provence, Édisud, 2003). che se spesso gravati da forme di sfruttamento ed Pugliese E., L’Italia tra migrazioni internazionali e migrazioni inter- ostacoli all’integrazione che peggiorano la qualità ne, Bologna, Il Mulino, 2006, pp. 11, 81-82. della vita. Comprendere questi problemi, anche Sciuto G., «Catanzaro: centro coordinatore politico-ammini- attraverso l’indagine biografi ca e la documenta- strativo della Calabria», Annali del Mezzogiorno dell’Università zione di singole “storie di vita”, come suggerisce di Catania (1975), p. 240. Sciuto G., Di Blasi A., Longo A., Pennisi C., «L’immigrazione a Flavia Cristaldi, ci consente di decostruire e scom- Catania quale fattore di sviluppo locale», Annali della Facoltà porre un quadro articolato che ci viene troppo di Economia dell’Università di Catania (2005), pp. 333-400. spesso proposto – specie dai media – come banal- Sciuto G., Di Blasi A., Longo A., Pennisi C., «L’imprenditoria mente omogeneo (Cristaldi, Morri, 2007, p. 180). immigrata in Sicilia», in Nodari P., Rotondi G. (a cura di), Verso uno spazio multiculturale? Rifl essioni geografi che sull’espe- Interpretando con le lenti della storia le oppor- rienza migratoria in Italia, Bologna, Pàtron, 2007, pp. 421- tunità che le migrazioni ci offrono, ci rendiamo 464. conto di come la vivacità culturale sia una risorsa, Unioncamere Calabria, Osservatorio Economico Regionale, anche economica, importantissima. In un mondo Giornate dell’economia regionale 2011, Lamezia Terme, 2011, che resta dominato dall’entropia, non vi è svilup- pp. 235-307. Véron J., L’urbanizzazione del mondo, Bologna, Il Mulino, 2008, po economico senza contatti e scambi di fl ussi di pp. 71-75 (trad. it. da L’urbanisation du monde, Paris, La Dé- merci, di informazioni, ma soprattutto di idee e di couverte, 2006). uomini. Queste aperture, queste forme di “metic- ciamento” culturale non sono nuove nel Mediter- raneo, ma ne hanno segnato la storia e determi- Note nato i cicli di crescita. È questo, ancora oggi, un 1 Sebbene il lavoro sia frutto di una rifl essione comune ai due ribollire, un fermento che rigenera il mondo. Autori, a Elena Di Blasi sono da attribuirsi i §§ 1 e 2, ad Ales- sandro Arangio i §§ 3 e 4. 2 Dati Istat, aggiornati al 31/12/2011. Bibliografi a 3 Dati Unioncamere Calabria, quarto trimestre 2010. 4 Dati Istat, aggiornati al 31/12/2011. Bonifazi C., L’immigrazione straniera in Italia, Bologna, Il Muli- 5 Dati Unioncamere Calabria, quarto trimestre 2010. no, 2007, pp. 18-23. 6 Dati Unioncamere Calabria quarto trimestre 2011.

230 AGEI - Geotema, 43-44-45