NA A NA

«Un uomo solo è al comando,

BOVERI LUCA CLASSE IIIB -LUCA BOVERI TORTO COMPRENSIVO ISTITUTO la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi» FAUSTO COPPI – LA STORIA INTRODUZIONE

Fausto Coppi rappresenta un mito dello sport in generale e del ciclismo in particolare: la storia delle sue origini, delle sue imprese e della sua vita mi hanno ispirato nell’argomento da affrontare per la mia tesi. Un altro motivo che mi ha spinto a scegliere la sua storia

NA A come argomento di tesi è che nel 2019 appena concluso, è stato celebrato il centenario della sua nascita; La sua storia mi è stata raccontata in maniera molto partecipata poiché mio nonno ha vissuto da ragazzino le imprese del giovane Coppi in Italia e nel Mondo e così ho potuto apprezzare meglio il personaggio e la sua storia.

Coppi nacque a Castellania, un piccolo paesino delle colline tortonesi, il 15 settembre 1919: quarto figlio dei cinque di Domenico Coppi e Angiolina Boveri, nativa di Montale Celli, il paese di mio nonno dove io abito spesso e che BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO dista pochi chilometri da Castellania. FAUSTO COPPI – LA STORIA

LA VITA

Fausto Coppi era figlio di contadini ed all’epoca, il suo destino non poteva che essere duro e sofferto. Il padre di Fausto frequentava i mercati di Novi e di Tortona e ci andava col cavallo o in bicicletta: fu il

NA A primo proprietario di una bicicletta a Castellania.

Fausto imparò presto a reggersi in bicicletta, dopo innumerevoli cadute di cui però non doveva lamentarsi perché sua madre lo avrebbe sgridato. Cavalcando la bicicletta di suo zio provava indicibili ebrezze e con suo fratello Livio imitavano la sfida tra Girardengo e Binda che erano i ciclisti famosi di quei tempi. Suo fratello Livio era più grande di Fausto ed era particolarmente appassionato ai lavori della campagna ed agli animali da lavoro: quando lo zio prete lo mandò in seminario, Livio scappò e suo padre disse «Se vuole il prete può farlo Fausto» perché veniva considerato BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO non particolarmente vocato ai duri lavori della campagna.

Una sfida in bici tra amici del paese: Fausto con i fratelli Livio e Serse (sulla destra). Una favola può cominciare anche così FAUSTO COPPI – LA STORIA

Né la campagna né il seminario attiravano il giovane Fausto che provava sempre più amore e passione per la bicicletta che divenne uno strumento necessario quando, ancora ragazzino, il padre gli trovò lavoro NA A come garzone in una salumeria di Novi Ligure: a quindici anni si comprò la prima bicicletta, una grigio perla, e la usò per andare e tornare dal lavoro, per fare le consegne della salumeria e per allenarsi; almeno settanta chilometri al giorno , raccontano le sue biografie.

A Novi Ligure incontra Biagio Cavanna , già massaggiatore di Girardengo e Guerra , che sarà il suo "scopritore" ed il primo a Credere in lui: era divenuto quasi cieco a causa di una malattia ma nel massaggiare i muscoli del giovane Fausto capì che poteva diventare un campione. Fausto Coppi pareva avere un fisico fragile (ed in parte è vero, basti BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO vedere l'elenco dei suoi infortuni) ma nello stesso tempo aveva delle caratteristiche che lo rendevano adatto alle gare di resistenza sotto sforzo. 1 SCIENZE - EDUCAZIONE FISICA. Biagio Cavanna e Fausto Coppi: oltre ad essere l’uomo che per primo ne intuì le 2 INGLESE straordinarie capacità, divenne il maestro più seguito da Fausto. Un personaggio singolare che ebbe un ruolo fondamentale nella leggenda di Coppi FAUSTO COPPI – LA STORIA

Nel luglio 1937 il nome di Fausto Coppi comparve per la prima volta sulla Gazzetta dello Sport, dopo una vittoria in una gara della categoria “Giovani fascisti”. Un po’ più tardi un giornalista lo descrisse così: “ Di poche parole, timido, mite. Lo osserviamo in corsa con pedalata agile, stilizzata: uno di quei giovani NA A che sono nati per andare in bicicletta”. Il garzone sconosciuto di una salumeria sarebbe presto diventato il Campionissimo. Il ciclismo di quei tempi era dominato da : nel 1940, nella sua squadra (la ), arriva il giovane promettente gregario Fausto Coppi che, approfittando del momento di difficoltà di Bartali, vince a 20 anni l’ultimo giro d’Italia di pace.

Nel Novembre del 1942, nonostante l’inizio della Guerra, Coppi riesce con successo a far suo il record dell'ora ed il 7 Novembre sulla pista del Velodromo Vigorelli di Milano coglie anche questo successo.

BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO Con lo scoppio della guerra Fausto Coppi viene richiamato alle armi ed assegnato al 38 ° Regimento fanteria (divisione Ravenna) di stanza a Tortona.

Il giovanissimo Fausto Coppi con la maglia del Dopolavoro Ferroviario di Tortona (tutta rattoppata): sotto gli occhi stupiti di tutti vinse la corsa dopo avere staccato gli avversari. Stava iniziando una incredibile scalata. FAUSTO COPPI – LA STORIA

Dopo i primi mesi di arruolamento arriva purtroppo il momento in cui il reparto del Campionissimo viene destinato al fronte. Il comandante del reparto è irremovibile: Fausto Coppi è un soldato come gli altri e quindi deve partire, anche perché dalla Federazione non è stata fatta alcuna pressione. NA A Chiamato sotto le armi, Fausto Coppi parte per la Tunisia. Qui viene catturato dagli Inglesi che lo spediscono in Africa ma gli permettono di allenarsi per 2 ore al giorno dove viene a contatto con la malaria, la stessa malattia che gli sarà fatale molti anni dopo.

3 STORIA Mentre finiva la guerra Coppi tornò a Napoli con gli inglesi e restò lì qualche mese, lavorando come automobilista aggregato alle forze alleate. Dopo anni senza bici voleva tornare ad allenarsi: ne parlò al giornale “La voce’’, che pubblicò un annuncio dal titolo “Una bici per Coppi”.

BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO Qualcuno rispose e cinque anni dopo aver vinto il Giro, a 25 anni, Coppi tornò a fare il ciclista. Finita definitivamente la Guerra, tornò in bicicletta a Castellania partendo da Caserta.

Il soldato Coppi venne arruolato e ci fu polemica perché la Federazione non fece in modo di evitare la sua partenza per il fronte. FAUSTO COPPI – LA STORIA

Nel 1946, alla ripresa dell'attività professionistica, Fausto Coppi lascia la Legnano di Bartali e firma per la (la famosa "maglia biancoceleste"). L'esordio con la nuova maglia avverrà alla Milano-

NA A Sanremo, vinta dopo una fuga solitaria di 150 Km e con un distacco di 14 minuti sul secondo arrivato !! In quell’occasione divenne storica la frase del famoso giornalista Niccolò Carosio, che commentò così l’arrivo della corsa: “Primo Fausto Coppi, in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo”. Da questo momento in poi “l’Airone” diventa praticamente inarrestabile, e la rivalità con Bartali sempre più accesa: la competizione stimolava entrambi a spingersi oltre i loro limiti, dandosi battaglia ma sempre mantenendo tra di loro grandissima stima professionale, grande correttezza e lealtà. Dopo un'altra vittoria nel Giro d'Italia del1947, BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO il 1949 è l'anno della definitiva consacrazione per Fausto Coppi: Milano-Sanremo, Giro d'Italia e Tour de France sono le vittorie più importanti. Nessuno prima di lui era riuscito a centrare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno: ormai Fausto Coppi è per tutti il

Amici o rivali? «In corsa era grande battaglia ma poi si era amici, si “Campionissimo”. 4 FRANCESE stava bene insieme» Così disse Coppi riferendosi ai suoi rivali FAUSTO COPPI – LA STORIA

Il 1950 sarà segnato dalla tripla frattura al bacino che il Campionissimo si procura durante la tappa al Giro d'Italia mentre il 1951 sarà ancora più tragico a causa della morte del fratello Serse che il 29 giugno, durante il cade a 2 km dall’arrivo scivolando NA A a causa di una rotaia del tram. Pur avendo battuto la testa, Serse si rialza e termina la gara ma la sera stessa, in albergo, muore per emorragia cerebrale. Anche se sconvolto e pensando di abbandonare le corse, il Campionissimo dopo pochi giorni si presenta al via del Tour de France ma tra alti e bassi lo conclude al decimo posto a 46 minuti dal primo arrivato (Louison Bobet). Nel 1952 Fausto Coppi torna ad essere il Campionissimo e per la seconda volta centra la doppietta Giro d’Italia-Tour de France ma pochi giorni

dopo la fine della Grande Boucle cade durante una gara in pista, Serse era più che un fratello per Fausto: sebbene più giovane di lui forniva a Fausto stimoli, sicurezza, fratturandosi scapola e clavicola sinistra. incoraggiamento e comprensione. BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO Con il 1953 arriva la quinta vittoria nel Giro d’Italia e soprattutto il Campionato del Mondo su strada a Lugano. FAUSTO COPPI – LA STORIA

Gli anni successivi da un lato vedono l’inizio del declino, dall’altro fanno emergere il lato umano di Coppi, che ha fatto parlare molto i

NA A Fausto Coppi e la Dama Bianca: l’Italia degli anni ’50 era giornali: nel 1953 inizia una relazione extraconiugale con Giulia divisa per la loro relazione Occhini, già sposata anche lei, suscitando grande scandalo. La relazione fu condannata persino da Papa Pio XII e il marito della “Dama Bianca” denunciò la moglie per adulterio. Lei fu subito arrestata, ed entrambi furono condannati in sede processuale. Alla fine, per sposarsi dovettero andare addirittura in Messico. Nel Dicembre del 1959 Fausto Coppi parte con alcuni amici per un viaggio in Africa per partecipare ad una competizione ad Una delle ultime foto di Fausto sorridente in Africa prima della sua tragica scomparsa Ouagadougou ed in seguito ad una battuta di caccia. (la sua grande passione). 5 GEOGRAFIA BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO Il Campionissimo, tornato in Italia, è ammalato con febbre alta: si tratta di malaria contratta in Africa ma i medici sbagliano la diagnosi e la curano come una forte influenza. Fausto Coppi morirà alle 8:45 del 2 gennaio 1960, all'età di quarant'anni. Verrà sepolto a Castellania. FAUSTO COPPI – LA STORIA

Per molti aspetti la vita di Fausto Coppi potrebbe essere paragonata ad un lungo viaggio in bicicletta dove il Campione ha passato momenti di felicità, momenti di sofferenza e di dolore. NA A Il Poeta Giovanni Pascoli, nella sua poesia "La Bicicletta" immagina la vita proprio come un viaggio in bicicletta.

6 ITALIANO

Tra le definizioni che rendono l’idea di come Fausto Coppi fosse predisposto per essere un campione di bicicletta, mi ha colpito la frase del famoso giornalista sportivo Gianni Brera: «La struttura morfologica di Coppi, se permettete, sembra un’invenzione della natura per completare il modestissimo estro meccanico della bicicletta». Con tale frase si vuole evidenziare che Coppi è riuscito ad esaltare uno strumento meccanico basato

BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO sulla velocità delle ruote. 7 TECNOLOGIA FAUSTO COPPI – LA STORIA

La grandezza di Coppi non è stata solo nelle sue vittorie ma nel modo con cui le conquistò.

NA A Eddy Merckx vinse più di lui, ma di Coppi ha detto: «Le sue vittorie sono diventate romanzo, le mie cronaca» . La grandezza di Coppi sta nel segno che ha lasciato nella storia del ciclismo, dello sport e dell’Italia e nel simbolo che fu in vita e che divenne ancora di più dopo la sua morte.

Alla storia di Coppi sono stati dedicati romanzi, film, documentari ed anche canzoni. Molto bella è la canzone dedicata al campionissimo da Gino Paoli, intitolata ”COPPI”. 8 MUSICA BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO

Oltre a Coppi, tra i personaggi che hanno contribuito a rendere famosi in tutto il mondo le colline del tortonese ricordiamo il pittore Giuseppe Pelizza da Volpedo

9 ARTE Foto tratta dal settimanale «Domenica del Corriere» del Gennaio 1960 dove Coppi pare voglia salutare idealmente per l’ultima volta i suoi tantissimi tifosi. 1 SCIENZE: LE CARATTERISTICHE FISICHE DI COPPI

Fausto Coppi aveva un fisico apparentemente poco atletico e pure incline all’infortunio, fragile nei muscoli e soprattutto nelle ossa (ebbe molti infortuni durante la sua carriera): in realtà aveva doti perfette di resistenza sotto sforzo, che erano fondamentali per un ciclista e che lo resero imbattibile. Tutto in lui sembrava fatto per divenire quasi un tutt'uno con la bicicletta: le gambe, le braccia, i polmoni, e soprattutto il cervello, che sapeva comandare i muscoli poderosi della meravigliosa macchina.

Nel vocabolario di Coppi la parola «sforzo» non esisteva, ma c’era anche chi sosteneva che egli fosse imperfetto e perciò non in grado di continuare per molti anni a sostenere sforzi violenti e chi invece affermava che tutto ciò che sembrava imperfetto in Coppi era, dal punto di vista ciclistico, perfettissimo.

Pare che la tiroide di Coppi funzionasse leggermente in eccesso, andando a stimolare le funzioni dell'organismo: ne derivò una prontezza di riflessi fuori dal comune, un'acutezza ed un'intelligenza di corsa straordinari, un fisico dalle reazioni fulminee. La tiroide , situata alla base del collo, fa parte delle ghiandole endocrine ed ha un’enorme importanza per il buon funzionamento del nostro organismo: attraverso la produzione di ormoni tiroidei (T4 e T3) essa controlla, infatti, la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, il peso corporeo la tolleranza al caldo ed al freddo. La produzione di ormoni tiroidei è però introdotta dal TSH, un ormone prodotto dall’ipofisi e «inviato» alla tiroide.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 1 SCIENZE: LE CARATTERISTICHE FISICHE DI COPPI

A causa della sua conformazione toracica, molti non vedevano in lui l'«Apollo» della bicicletta ma non capirono che a Coppi era possibile ottenere ciò che ad altri madre natura precludeva, appunto perché il suo torace presentava nel diametro antero-posteriore una prevalenza sul diametro traverso, di qui anzi l'aspetto tondeggiante, per non dire addirittura carenato anteriormente. La sua capacità polmonare (6.300 c.c. in regime normale, frequentemente 6.600-6.700) unitamente alla sua straordinaria muscolatura cardiaca (il suo cuore a riposo batteva meno di 40 volte al minuto) lo rendevano particolarmente resistente agli sforzi durante le sue imprese. Uno dei segreti che ha dato al campionissimo la possibilità di compiere imprese leggendarie, è la preparazione . Chi avrebbe potuto tracciare le linee di questa preparazione se non quel Cavanna che di Coppi conosceva anche le più piccole consuetudini di vita? 1 EDUCAZIONE FISICA In allenamento, i suoi gregari lo impegnavano molto, perché avevano ricevuto ordini da Biagio Cavanna di metterlo alla frusta. Loro cambiavano ogni giorno, lui era sempre lui. L’energia per la contrazione muscolare viene fornita dall’ATP (Adenosintrifosfato): all’atto della contrazione muscolare l’ATP cede energia chimica che il muscolo utilizza come energia meccanica e per fare ciò perde un fosfato e diventa ADP. E’ quindi necessario risintetizzare l’ATP. Ciò può avvenire in tre meccanismi differenti e in Fausto Coppi (come nei ciclisti in generale) il meccanismo utilizzato prevalentemente è quello AEROBICO. BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 1 EDUCAZIONE FISICA: IL CICLO AEROBICO

Il meccanismo aerobico è così chiamato per l’impiego di ossigeno il quale degrada lipidi, glucidi e proteine e crea come scarto acqua ed anidride carbonica che vengono espulse mediante respirazione e sudorazione. Grazie all’ossigeno si ha la demolizione del glucosio molto maggiore di quella ottenuta con il meccanismo anaerobico: a fronte di una capacità molto elevata questo meccanismo ha una potenza molto ridotta. In Fausto Coppi tale meccanismo era ottimizzato grazie alla sua capacità polmonare in grado di fornire ossigeno più di ogni altro atleta. Fausto Coppi viene considerato inoltre il primo campione del ciclismo a ricorrere agli studi di dietetica e di medicina sportiva: studiò infatti i lavori di vari esperti di dietetica suoi contemporanei applicandone rigorosamente i consigli ed apportandovi in alcuni casi modifiche e miglioramenti per adattarli alle esigenze specifiche del suo fisico e del ciclismo. Per tutta la sua carriera Coppi seguì sempre regimi dietetici accuratamente studiati, arrivando a modificare completamente le vivande distribuite durante i rifornimenti delle corse e introducendo così per la prima volta una alimentazione razionale per i corridori. Per questi aspetti venne considerato un campione scientifico , che sfruttava gli studi per migliorare le prestazioni sportive, senza ricorrere a metodi scorretti quali l’utilizzo di sostanze proibite

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 2 DOPING IN SPORT

When we talk about doping in sport, we are referring to the use of drugs that athletes must not take. Steroids, for example, are banned in professional sports because they help an athlete's performance. In fact, if you take them, it becomes fast and strong. This is not fair in a competition! For this reason, there are always doping tests in major sporting events. What happens if a competitor uses a drug? Red blood cells increase in the bloodstream in order to improve his aerobic capacity and endurance.

We have many examples of unfair practices in sport. In 2000, Marion Jones won three gold medals at the Sydney

Summer Olympics and then, it was discovered that she had used steroids: so, her victories were canceled and she went to prison for six months and had a two-year suspension for competitions.

Another doping scandal was that related to the cyclist Lance Armstrong: at the end of his career an anti-doping investigation led to the American cyclist been deprived of his seven Tour de France titles. He admitted to having used steroids during competitions.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 2 DOPING IN SPORT

These are just two of the many examples of cases of using prohibited substances in sport: the doping authorities say that the use of drugs goes against the spirit of sport which includes values such as fair competition, equality and respect for the rules.

And now I want to say something about doping in the days of Fausto Coppi: in an interview, Fausto Coppi admitted that he used "BOMBE" but we had to say that they mostly had a placebo effect because containing simply caffeine and amphetamine.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 3 STORIA DESIDERIO DI ESPANSIONE LA SECONDA DELLA GERMANIA NAZISTA GUERRA

22 Maggio 1939 1 Settembre 1939 MONDIALE Patto d’Acciaio tra Italia e La Germania di Hitler Germania invade la Polonia L’Italia, nonostante il Patto d’Acciaio 3 Settembre 1939 non entra in guerra Francia e GB dichiarano guerra alla Germania

La Germania occupa la Danimarca e la Norvegia per accerchiare la Gran Bretagna SECONDA GUERRA MONDIALE La Germania occupa il Belgio e l’Olanda per attaccare la Francia Hitler prova ad attaccare la Gran Bretagna, ma la resistenza è tenace e deve lasciare il paese Parigi viene occupata ed il 22 10 Giugno 1940 Giugno 1940 la Francia firma Mussolini entra in guerra a LA GUERRA LAMPO l’armistizio: occupazione tedesca fianco di Hitler in quasi tutto il paese

27 Settembre 1940 Mussolini tenta una guerra Patto tripartito parallela: fallisce in Grecia ed in BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A Asse Roma-Berlino-Tokyo Africa 3 STORIA – LA SECONDA GUERRA MONDIALE

OPERAZIONE BARBAROSSA: Il 14 Agosto 1941, Roosevelt e 7 Dicembre 1941. Il Giappone LA GERMANIA PROVA AD Churchill firmano la Carta Atlantica e attacca flotta USA a Pearl Harbor INVADERE LA RUSSIA CHE successivamente viene costituita l’ per ottenere il controllo del RIESCE A RESISTERE AGLI Alleanza delle Nazioni Unite Pacifico ATTACCHI 1941 LA GUERRA LAMPO DIVENTA GUERRA DI Inizia la controffensiva sovietica LOGORAMENTO STATI UNITI E GRAN BRETAGNA DICHIARANO GUERRA AL GIAPPONE

Fallimento della conquista russa a 1942 Stalingrado e ritirata italo-tedesca ad Gli Alleati sono uniti nella El Alamein. Controffensiva degli alleati e indebolimento dell’Asse lotta per la «resa senza condizioni» della Germania Nel Gennaio 1943 Roosevelt e Churchill si accordano per azioni contro Germania e Italia. 10 LUGLIO sbarco in Sicilia

Il Gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Mussolini, che viene arrestato Inizia la «guerra civile» tra i fedeli a Mussolini e i partigiani 3 Settembre 1943 1943 Il governo di Badoglio firma l’armistizio con L’ ITALIA SI ARRENDE AGLI gli anglo-americani ALLEATI Mussolini, liberato dai 8 Settembre 1943 tedeschi, fonda la Repubblica Viene reso noto l’armistizio.Il Re fugge in Puglia ed Sociale di Salò il 13 Ottobre dichiara guerra alla Germania BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 3 STORIA – LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Continua la controffensiva 1944 Sovietica contro l’esercito CONTINUA L’AVANZATA Tedesco DEGLI ALLEATI 6 GIUGNO 1944 OPERAZIONE OVERLORD Gli Alleati sbarcano in Normandia e con l’aiuto della Resistenza Francese liberano la Francia

1945 MUSSOLINI CATTURATO IL 27 Gennaio 1945 LA FINE DELLA 27 APRILE DAI PARTIGIANI E Viene liberato il campo di GUERRA concentramento di Auschwits FUCILATO IL 28 APRILE

10 Aprile 1945 HITLER SI SUICIDA NEL SUO BUNKER A BERLINO

Gli USA lanciano le bombe atomiche sul Giappone: il 6 Il 15 Agosto 1945 il Giappone 8 Maggio 1945 Agosto a Hiroshima ed il 9 firma la LA GERMANIA FIRMA LA RESA Agosto a Nagasaki RESA INCONDIZIONATA

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 4 LA GRANDE BOUCLE

Le Tour de France, appelé par les Français "la Grande Boucle", est une compétition cycliste par étapes créée en

1903 par Henri Desgrange et Gèo Lefèvre. Il se déroule chaque année en France en juillet et se déroule actuellement sur un parcours de plus de 3000 kilomètres et est considéré comme l'événement cycliste le plus prestigieux au monde. Au début du XXe siècle, Desgrange, journaliste sportif, fonde avec son collègue Lefèvre un journal cycliste appelé l'Auto et pour faire la publicité du journal Gèo Lefèvre propose d'organiser une course cycliste: ainsi naît le Tour de France.

Le premier tour de France est parti de Montgeron (Essonne) et arrive à Paris, en passant par les principales villes

(Lyon, Marseille, Toulouse, Bordeaux, Nantes): la course a été un grand succès même si le public, estimé entre

200 et 500.000 personnes, n'était pas toujours présent en cours de route. Dans le monde du sport, la course était suivie quotidiennement par la presse et en France tout le monde en parlait. Le vainqueur, Maurice Garin a été acclamé à Paris, au Parc des Princes. Aujourd'hui, la dernière étape, selon la tradition, se termine à Paris, sur l'avenue des Champs-Elysées. A l'arrivée, place de l'Etoile, les coureurs parcourent l'Arc de Triomphe, applaudis par une foule de spectateurs. BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 4 LA GRANDE BOUCLE

Le vainqueur a droit au "maillot jaune", l'un des symboles de la tournée.

Cette chemise, créée en 1919, doit sa couleur au drap jaune sur lequel est paru le journal L'Auto.

En 2013, la Grande Boucle a célébré sa 100e édition (la course n'a pas pu être organisée pendant les deux guerres mondiales): à l'occasion du centenaire, le 15 juin 2013 a été organisée la "tour party", où tous les cyclistes ils ont pu parcourir les rues du Tour sans compétition, mais uniquement pour le plaisir d'avoir participé à un événement sportif connu dans le monde entier!

Le Tour de France 1949, trente-sixième édition de la Grande Boucle, s'est déroulé en vingt et une étapes entre le

30 juin et le 24 juillet 1949 pour un total de 4808 km. Il a été remporté pour la première fois par le cycliste italien

Fausto Coppi qui est devenu le premier coureur de l'histoire à remporter le Giro d'Italia et le Tour de France la même année: Fausto Coppi répétera toujours cet exploit en 1952. Deuxième au classement général, l'éternel rival italien Gino Bartali tandis que le français Jacques Marinelli était troisième du classement général, à plus de 25

‘minutes du vainqueur.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 5 AFRICA OCCIDENTALE

L' Africa occidentale è costituita dalla fascia di paesi che si affacciano sull'oceano Atlantico, fino al Golfo di Guinea ed ai monti del Camerun ed è un'area con grandi differenze geografiche, di biodiversità e di culture. L'Africa occidentale può essere divisa in tre zone geografiche principali disposte in senso orizzontale: una fascia settentrionale costituita dal deserto, un'area meridionale con boscaglia e foreste e una parte centrale semidesertica detta Sahel, dove si recò Fausto Coppi nel suo ultimo viaggio prima di morire . Territorio L'Africa occidentale ha poche montagne e per lo più il suo territorio è pianeggiante o lievemente ondulato. La monotonia del paesaggio è interrotta solo da qualche rilievo: nonostante siano poche, le montagne ospitano le sorgenti di diversi fiumi. Il corso d'acqua più grande della regione è il Niger, oltre ai fiumi Volta e Senegal. Clima Nell'Africa occidentale predomina un clima sub-tropicale arido , con una piovosità quasi ovunque inferiore ai 100 mm annui. Le temperature di queste zone sono molto calde in estate e miti in inverno. Le coste occidentali hanno un clima mediterraneo con discrete piogge invernali. Economia Le piantagioni di caffè, cotone, canna da zucchero, banane, palma da olio costituiscono una risorsa fondamentale e le esportazioni di questi prodotti si sono notevolmente incrementate dalla metà del Novecento. Tutta l'Africa occidentale è dotata di buoni porti marittimi importanti perché vengono usati come vie di comunicazione.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 5 AFRICA OCCIDENTALE

I paesi dell'Africa occidentale sono i più poveri del mondo e le cifre riguardanti la loro situazione economica sono piuttosto tristi. Lo scarso sviluppo economico della regione è condizionato dalle conseguenze del dominio coloniale e dalla presenza di grandi compagnie straniere che monopolizzano le aree più fertili destinandole a piantagioni e controllano l’estrazione delle risorse energetiche e minerarie. Gli Stati Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria e Capo Verde Le problematiche politiche ed ambientali Negli ultimi 50 anni tutti gli stati africani hanno conquistato l’indipendenza dai vari sistemi politici coloniali, mentre in Africa occidentale la costruzione di un modello politico democratico è fallito a causa dell’insicurezza sociale, dell’immobilismo economico e della diffusa frammentazione culturale. Le questioni ecologiche e ambientali come la deforestazione, l'erosione del suolo, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, lo sconfinamento delle zone urbane nelle aree protette, la distruzione degli habitat e la conservazione delle risorse naturali stanno diventando sempre più pressanti in Africa così come in molte altre parti del mondo. Inoltre nell'Africa l'incremento demografico crea forti pressioni sul territorio e sulle risorse naturali.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 6 PASCOLI: LA BICICLETTA

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Nel 1867 suo padre viene assassinato ed è l’inizio di una serie di lutti che segneranno la sua vita. Frequenta la facoltà di lettere a Bologna ed aderisce al movimento socialista partecipando a manifestazioni contro il governo che gli costeranno anche la prigionia in carcere per alcuni mesi. Dopo la laurea intraprende la carriera di professore di latino e greco che inizia nei licei di Matera e Massa: nel 1905 torna a Bologna quale successore di Carducci alla cattedra di Letteratura Italiana. E’ di questi anni la pubblicazione della maggior parte delle sue opere.

La bicicletta è inserita nei Canti di Castelvecchio (1903), la seconda raccolta pascoliana. Le immagini della vita di campagna, i ricordi familiari, il mondo delle cose umili sono un rifugio dal mondo esterno e dal mistero della morte. La poesia di Giovanni Pascoli, scritta nel 1903 ed intitolata «La bicicletta» è suddivisa in tre parti, ognuna della quale è composta da tre quartine di tre novenari, un senario ed un verso sciolto finale. Lo schema di rime che il poeta decide di utilizzare è AB-AB.

Per quanto riguarda il significato del testo , Pascoli usa la metafora di un viaggio in bici per spiegare la fugacità della vita e l’impossibilità di fermare o rallentare il tempo: come il tempo, anche la bici continua a correre e non si ferma, rendendogli impossibile soffermarsi a guardare ciò che lo circonda.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 6 PASCOLI: LA BICICLETTA

La poesia comincia con la sensazione del poeta di sentire il cinguettio di un uccellino che gli fa da sveglia, di vedere un mare dorato di spighe di grano ed insieme un lungo corteo funebre (vita/morte). Nella seconda parte Pascoli racconta del suo incontro con la vergine e della loro veloce conversazione. L’ultima parte infine si apre con una riflessione esistenziale che termina con il suo ritorno a casa.

Il viaggio in bicicletta che il poeta conduce durante il corso di tutto il testo è rappresentato dall’onomatopea che si ripete al termine di ogni strofa: dlin…dlin… e che sta ad indicare il suono del campanello del mezzo. L’immagine utilizzata dal poeta per alludere al potere consolatorio della poesia è «impeto d’ala»: un’immagine che restituisce un senso di libertà e che spazza via la malinconia della vita. L’anafora presente nella prima parte della poesia è data dalla ripetizione dell’espressione «mi parve», mentre il parallelismo si ha tra «attimo», «battito» e «palpito». L’obiettivo è quello di sottolineare la fugacità del tempo, della vita: con espressioni come «attimo, battito e palpito» si ha proprio la percezione di qualcosa che non possa durare. Diverse sono le onomatopee utilizzate: il suono prodotto dal campanello della bici, «tremule messi» e «stridire gli acridi».

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 6 PASCOLI: LA BICICLETTA

A rimandare alla contrapposizione vita/morte è innanzitutto l’immagine del pigolio di un uccellino appena nato e di spighe di grano dorate affiancate da quella del lungo corteo funebre al quale assiste il poeta. Altre espressioni che simboleggiano il tema della morte sono quella della «falce alla mano», presente nella seconda strofa ed infine nell’ultima «non è che un addio» contrapposto poi al «impeto d’ala» che invece indica la salvezza.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 7 ENERGIA IDRICA

Sfruttando la forza di gravità e il ciclo chiuso dell’acqua, l’ Energia Idroelettrica è stata una delle prime opzioni che l’uomo ha avuto per creare una forma utile di energia, usando uno dei cosiddetti “motori della natura”. Sin dall’antichità, gli esseri umani hanno utilizzato l’energia dell’acqua in movimento: già Greci e Romani usavano dei mulini ad acqua per macinare il grano che sfruttavano la rotazione di ruote munite di pale, creata dal movimento dell’acqua. L’energia idrica è tra le più interessanti dal punto di vista ambientale perché è pulita, rinnovabile ed inesauribile. Oggi, sfruttando la forza dell’acqua in movimento per generare elettricità, l’energia idroelettrica è diventata la più grande fonte di produzione di energia rinnovabile e a basse emissioni di inquinanti, diffusa in tutto il Mondo. L’energia dell’acqua in caduta viene sfruttata nelle CENTRALI IDROELETTRICHE dove provoca la rotazione di grandi turbine elettromagnetiche (che hanno sostituito la vecchia ruota) che trasformano l’energia cinetica in energia elettrica. LA CENTRALE IDROELETTRICA in generale prevede la realizzazione di uno sbarramento (diga) per l’accumulo delle acque, rendendo disponibile l’energia potenziale. Esistono anche centrali idroelettriche senza dighe, dette ad acqua fluente, che sfruttano direttamente i corsi d’acqua

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 7 ENERGIA IDRICA

L’acqua viene trasportata alla centrale attraverso dei canali di derivazione, collegate ad un pozzo piezometrico prima di arrivare alle condotte forzate , chiamate così perché all’interno di esse viene creato un forte dislivello prima di portare l’acqua alla turbina collegata all’ alternatore che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica. Prima di poter essere utilizzata, tale energia deve passare attraverso il trasformatore che abbassa l’intensità della corrente. Una centrale idroelettrica può soddisfare il fabbisogno elettrico di migliaia di famiglie in modo eco-sosteniblie. Le variabili che determinano la potenza di una centrale sono il dislivello dell’acqua che si riesce a creare prima dell’arrivo alla centrale, detto salto utile, e la portata cioè il volume d’acqua che transita attraverso una sezione nel tempo di un secondo. L’evoluzione tecnologica ha fatto sì che ormai quasi tutti gli impianti siano controllati da punti di tele-controllo.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 8 GINO PAOLI: «COPPI»

La canzone «Coppi» è stata scritta da Gino Paoli nel 1985 ed è stata interpretata da lui stesso nel 1988 ed inserita nell’album «L’ufficio delle cose perdute».

La canzone è formata da 4 strofe e 4 ritornelli, ha un ritmo incalzante e ciclico: inizia con un intervento strumentale eseguito dal violino e dopo la decima strofa è presente un assolo eseguito sempre dal violino. La canzone termina con le note dolci del pianoforte, prima del verso “e va su”. L’andamento è abbastanza veloce

Il testo della canzone descrive fisicamente il personaggio, elenca le sue vittorie, il suo atteggiamento durante le gare e parla anche della sua morte. Per tali motivi gli atteggiamenti emotivi prevalenti sono di esaltazione del campione ma anche di malinconia per la sua scomparsa.

.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 8 GINO PAOLI: «COPPI»

ANALISI DEL TESTO «Un omino con le ruote contro tutto il mondo un omino con le ruote contro l‘Izoard» L’autore descrive Coppi con il suo fisico esile sulla bicicletta, contro tutti i suoi avversari e contro la montagna che lo vide trionfatore al suo primo Giro d’Italia nel 1940. «Viene su dalla fatica e dalle strade bianche la fatica muta e bianca che non cambia mai» Gino Paoli fa riferimento alle origini di Fausto Coppi, che sono quelle di umili contadini abituati a faticare nei campi. «Qui da noi per cinque volte poi due volte in Francia per il mondo quattro volte contro il vento due Occhi miti e naso che divide il vento» Le parole ritraggono i suoi principali successi (5 giri d’Italia, 2 Tour de France, 4 campionati del Mondo, ed i successi alla Parigi-Roubaix e Freccia Vallone ) , il suo viso da persona buona e umile. «Non c'è tempo per fermarsi per restare indietro la signora senza ruote non aspetta più Un omino che non ha la faccia da campione con un cuore grande come l‘Izoard» Il riferimento è alla morte di Fausto Coppi che è arrivata all’improvviso, troppo presto per portarsi via un campione umile e buono.

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 9 PELLIZZA DA VOLPEDO

Giuseppe Pellizza , autore del famoso quadro Il Quarto Stato, nasce a Volpedo nel 1868. Come Fausto Coppi era figlio di piccoli proprietari terrieri e iniziò a studiare presso la scuola tecnica di Castelnuovo Scrivia dove apprese i rudimenti del disegno. Grazie all'attività dei genitori, l'artista entra in contatto con personaggi di primo piano della cultura milanese dell'Ottocento, come i fratelli Grubicy, mercanti d'arte che sostenevano l'arte contemporanea e che giocheranno un ruolo fondamentale nella vita artistica di Giuseppe, tanto che il pittore si iscrive proprio su loro consiglio all’accademia di Brera. A Milano Pelizza frequenta lo studio del pittore Giuseppe Puricelli, che si ispira alla pittura di verità e di natura e successivamente quello di Pio Sanquirico. Terminato il tirocinio milanese sotto la guida di illustri maestri (come Francesco Hayez e Giuseppe Bertini), Giuseppe Pellizza va nel 1887 a Roma, dove si iscrive prima all'Accademia di San Luca e poi all'Accademia di Francia. Non soddisfatto dell’esperienza romana, nel 1888 Pellizza si sposta a Firenze, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, sotto la guida del maestro Giovanni Fattori .

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 9 PELLIZZA DA VOLPEDO

All'epoca Firenze è considerata capitale artistica internazionale: alla fine dell'anno accademico, l'artista decide di tornare a Volpedo, pronto ad affrontare la pittura dal vero, attraverso lo studio della natura. Preciso e meticoloso negli studi, Giuseppe Pelizza decide di perfezionare ulteriormente la sua tecnica e nel 1889 va a studiare per due anni a Bergamo, presso l'Accademia Carrara dove insegna il famoso ritrattista Cesare Tallone. Nel dicembre del 1889 Pellizza va a Parigi in occasione dell'Esposizione Universale, viaggio fondamentale per accrescere la sua cultura artistica, ma è costretto a tornare a casa per la morte della sorella Antonietta. Nel 1892 si sposa con la giovane Teresa Bidone e da quell’anno inizia a firmarsi aggiungendo al suo cognome il "da Volpedo". Espone in diverse parti d'Italia presso importanti mostre e inizia ad ottenere fama e seguito. Viaggia per la nazione passando da Milano a Genova. Nel 1894 espone a Milano alla seconda Triennale riscuotendo gran successo. Durante i suoi spostamenti il pittore conosce diverse tecniche, soprattutto l' arte divisionista di Segantini, Morbelli e Longoni. Il Divisionismo trae il nome dalla particolare tecnica pittorica messa a punto dai suoi protagonisti e allude al procedimento pittorico basato sulla scomposizione dei colori reali nei colori elementari e loro complementari e nell'accostamento di questi ultimi sulla tela sotto forma di piccole pennellate: è una chiara derivazione del Puntinismo (o Neo-impressionismo).

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 9 PELLIZZA DA VOLPEDO

Tra il 1893 e il 1894 torna per qualche mese a Firenze dove studia presso l'Istituto di Studi Superiori per accrescere anche la sua cultura storica ed umanistica. In questi anni l'arte di Pellizza Da Volpedo subisce diversi cambiamenti. Abbandona la semplice pittura dal vero, per orientarsi verso un'arte di tipo simbolista. Nel 1900 torna a Parigi per l'Esposizione Internazionale dove partecipa con l'opera simbolista "Specchio della vita". Nel 1902 espone "Il Quarto Stato " alla Quadriennale torinese senza ottenere però un grande successo, anzi suscitando discussioni e polemiche tra il pubblico, proprio per i temi trattati nell'opera, quali giustizia sociale, uguaglianza e libertà . Queste polemiche allontanarono da Pellizza gli amici di sempre, si ritrova quindi a dover ricostruire le sue amicizie e frequentazioni, anche a causa della morte del suo più importante punto di riferimento, il massimo esponente del divisionismo : Segantini In questi anni Pellizza non viaggia molto, fino al 1904, quando decide di viaggiare verso l' Engadina, per dedicarsi, come Segantini, alla pittura di paesaggio. Nel 1906 torna a Roma, dove vende alcune sue opere, ma quando sembra essere iniziato un periodo positivo per Pellizza, la sua vita è turbata dalla morte del figlio terzogenito e dell'amatissima moglie. Questi funesti eventi portano l'artista ad una grave depressione, tanto che Pellizza Da Volpedo la mattina del 14 giugno del 1907 decide di togliersi la vita. Tra le principali opere di Pellizza ricordiamo, oltre al Quarto Stato: Fiumana, Ambasciatori della fame, Il Sole, Carità Cristiana, Il sorgere del sole, Panni al sole, Prato Fiorito, etcc..

BOVERI LUCA CLASSE IIIB - ISTITUTO COMPRENSIVO TORTONA A 9 PELLIZZA DA VOLPEDO NA A BOVERI LUCA CLASSE CLASSE BOVERI LUCA -IIIB ISTITUTO COMPRENSIVO TORTO

Riproduzione di « Panni al sole». Luca Boveri