I GRANDI MAESTRI” Un Tributo Ai Più Importanti Interpreti Della Musica Classica E Non Solo

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I GRANDI MAESTRI” Un Tributo Ai Più Importanti Interpreti Della Musica Classica E Non Solo Vernissage 78aStagione Salone delle Feste Palace Hotel Bari • ore 21 dal 10 al 15 Giugno 2019 I Grandi CICCOLINI AldoSCUOLA E INTERPRETAZIONE Noi raccontiamo una Storia quando suoniamo!... Aldo Ciccolini a Vernissage I Grandi 78Stagione pprossimandosi la conclusione della corrente Stagione e con l’inizio della nuova, i dirigenti della Camerata Musicale Barese hanno Apensato di creare un ponte ideale tra le due, con l’intento di offrire alla Città e agli amici Soci un anno continuativo di Musica di grande qualità. E così, a giugno 2019 partirà il progetto “I GRANDI MAESTRI” un Tributo ai più importanti interpreti della Musica classica e non solo. Quest’anno il progetto sarà dedicato ad Aldo Ciccolini e si tratterà di un vero e proprio Vernissage della 78ª Stagione. «Avevo cinque anni e in ogni istante il bisogno di musica già mi riempiva la vita»: Aldo Ciccolini da enfant prodige a leggenda vivente del pianoforte. “Noi raccontiamo una storia quando suoniamo. E la raccontiamo sempre in modo diverso, anche se suoniamo lo stesso pezzo”. In un’intervista di qualche anno fa Aldo Ciccolini spiegava così la fluida comunicatività del suo suonare per il quale non è questa la sede in cui cercare solenni aggettivi che risulterebbero pomposi e nel contempo riduttivi. Perché Ciccolini è stato un pianista leggendario, per la sua capacità di incantare e commuovere il pubblico, con l’immutata freschezza di chi sa raccontare “sempre in modo diverso” la propria arte. Ciccolini, con il suo stile elegante e pulito, ha dato voce al repertorio pianistico classico di Mozart, Chopin, Beethoven, ma anche a molta della letteratura pianistica francese (Debussy, Satie) e a quella musica sommersa, scoperta per amore, di compositori poco noti, nella cui diffusione da sempre il Maestro aveva sempre profuso grandi energie. La rassegna offrirà al pubblico della Camerata la straordinaria quanto rara occasione di avvicinarsi alla visione estetica ed artistica del Maestro napoletano attraverso l’esecuzione, da parte di alcuni ex allievi, di brani del suo repertorio per proseguire così il compito dell’interprete di “illuminare lo spartito” svelandolo a sé ed agli altri. Emergeranno con chiarezza i suoi principi ispiratori: il rispetto dell’opera del compositore, la ricerca umile ed entusiasta della verità musicale, lo slancio nell’incontro con il pubblico a cui regalare ogni volta un’emozione sempre nuova. la Camerata Omaggio ad Aldo CICCOLINI (Napoli, 15/08/1925 - Asnières, 1°/02/2015) ono trascorsi già quattro anni dalla scomparsa di questo famoso musicista, più che pianista, e molto particolare è il ricordo della Camerata Musicale Barese nei confrontiS del “Grande Maestro” per l’eleganza ed i rapporti più che cordiali intercorsi. Aldo Ciccolini, napoletano di nascita e di studi presso il locale Conservatorio, già giovanissimo si trasferisce a Parigi per perfezionarsi con Marguerite Long ed Alfred Cortot ed a 24 anni vince il 1° Premio al Concorso Internazionale Marguerite Long-Jacques Thibaud. Trasferitosi definitivamente fu naturalizzato e tra i numerosi riconoscimenti ufficiali, nel 2008, è stato nominato Commendatore dell’Ordine Nazionale Francese al merito. È unanimamente considerato una vera leggenda nel mondo del pianismo internazionale sia per essersi esibito sino all’età di 89 anni, sia perché apprezzato come grande didatta sempre aggiornato e curioso verso ogni novità musicale. È stato presente nelle stagioni della Camerata Barese per ben 7 volte tra il 1957 ed il 2014 e l’ultimo concerto, a pochi mesi dalla sua dipartita. In tale ricordo la Camerata intende offrirgli un "Tributo" attraverso i suoi allievi pugliesi, non tutti perché numerosi, che hanno avuto il piacere, l’onore e l'orgoglio di studiare e perfezionarsi con lui. Sei i concerti programmati nell’ambito della prima edizione de “I Grandi Maestri” a cui parteciperanno noti pianisti che continuano ad onorare la nostra terra per la propria carriera a livello internazionale. Il criterio nella scelta degli esecutori è stato quello di coinvolgere i pianisti da più anni in carriera come Iannone, Padova, Libetta, Matarrese e Aventaggiato, poi Colafelice per l’età intermedia e Bartoli Trione in rappresentanza dei giovani. Su ciascun programma è anche riportato un intervento di ciascun esecutore: un episodio, un ricordo, un aneddoto vissuto durante gli incontri con Ciccolini. Ogni artista presenterà almeno un brano studiato e/o perfezionato con il Maestro. M° Giovanni Antonioni Direttore Artistico Il Maestro Aldo Ciccolini al Petruzzelli, per la Camerata, 30 Ottobre 2014 dal programma di sala della 73 a stagione, 4 dicembre 2014 I Grandi GUIDA ALL'ASCOLTO Per Aldo, un Maestro della grande Musica pianistica on c’è che dire: è una bella idea quella di onorare la Grande Musica pianistica eseguita da alcuni pugliesi ex-allievi di un grande maestro come Aldo Ciccolini. NTutti loro, con il suo esempio e il loro magistero da docenti di conservatorio, hanno assicurato la discendenza di un lascito culturale a dir poco universale. Sta qui il progetto messo in campo dalla ‘Camerata Musicale Barese’ per la edizione del 2019 che si chiama appunto “I GRANDI MAESTRI” e che ha come primo, eccelso protagonista, il ben noto pianista italiano Aldo Ciccolini. Egli nasce nella città partenopea, la città più musicale d’Italia, ma vive lungamente in Francia laddove, nel 1949, vince il Grand Prix International Long-Thibaud che lo lanciò e lo fece conoscere a livello internazionale. Stabilitosi a Parigi, vi ha insegnato dal 1971 al 1989 e non ha mai abbandonando tale sua vocazione di strenuo e convinto didatta recuperando, nello stesso tempo e proprio in terra francese, la musica per pianoforte di compositori francesi, alcuni noti insieme ad altri assai meno noti e che erano stati parecchio dimenticati. Oltre agli autori come Maurice Ravel e Claude Debussy, si deve il loro rilancio e riscoperta, che ha del clamoroso, di compositori quali Erik Satie, Déodat de Séverac, Jules Massenet, Charles Henri Valentin Alkan e Alexis de Castillon: grazie a Ciccolini, essi sono rientrati nel repertorio concertistico e nel gusto diffuso della gente. Come interprete Ciccolini (‘Aldo’ come amava farsi chiamare, in tutta modestia…) è stato universalmente conosciuto e grandemente apprezzato per le sue interpretazioni della musica di Liszt, di Schubert, di Camille Saint-Saens, di Rachmaninov, ma anche di alcuni italiani ‘dimenticati’ come Mario Castelnuovo-Tedesco, Mario Pilati, Achille Longo e Ildebrando Pizzetti. Al tirar delle somme e senza ombra di dubbio, Ciccolini è stato uno dei maggiori pianisti europei del ‘900, e nel contempo un intellettuale a tutto tondo la cui sostanza si riverbera sui pianisti suddivisi per programmi che andiamo ad ascoltare, loro tutti in grado di conservare alcuni punti-fermi del suo messaggio, del suo ‘credo artistico’. In tal modo, oltre ai ben noti e frequentati capolavori beethoveniani delle sonate op. 57 “Appassionata” proposta da Pasquale Iannone; dell’op. 101 proposta da Andrea Padova e dell’op. 81 ‘Les adieux’ proposta da Leonardo Colafelice, sono da annotare lo Chopin di Mazurche, Polacche, Notturni, Barcarola e Scherzo di Iannone e Colafelice; la Wandererer Phantasie di Schubert per le mani di Francesco Libetta, ovvero il Brahms del quintetto op. 34 trascritto dal duo pianistico Matarrese-Aventaggiato. Occorre tuttavia soffermarsi su alcuni punti nodali delle precise scelte di ‘Aldo’ che si riverberano, appunto, in alcuni dei programmi di questi suoi discepoli pugliesi che suonano in nome e per conto del loro maestro Ciccolini. A cominciare da quel Franz Liszt che compare nei programmi di Iannone (Sonata in si min.), di Padova e di Libetta con le ‘parafrasi’ wagneriane e italiane da Années de pèlégrinage 1 e 2 (da ascoltare con attenzione la sublime Canzonetta del Salvator Rosa) o con la Rapsodia ungherese n. 1 eseguita dallo stesso Andrea Padova, e quella in la min. n.13 da Giorgio Bartoli Trione. Le parafrasi lisztiane di alcune opere di Wagner hanno un peso specifico nella musica tardo ottocentesca, come dimostrano qui quella dal Tannhäuser o dall’Olandese Volante perché oramai in tutta Europa si faceva strada la musica a programma esemplificata nel pianismo ‘trascendentale’ lisztiano stante il passaggio dal primo ‘800 di Schumann, Schubert, Chopin alle innovazioni di Liszt, il quale indicava il superamento dell’estetica romantica per mezzo della sua “musica a programma” di derivazione wagneriana. Come appunto avviene negli Années de pèlerinage (Anni di pellegrinaggio) eseguiti da Andrea Padova e Libetta, che risalgono agli anni 1835 e 1837, gli anni dei viaggi in Italia e in Svizzera quando Liszt venne ispirato dalla maestosa natura elvetica e dagli splendori dell’arte italiana. Mentre invece le due Rapsodie ungheresi nascono dal suo viaggio nella terra natale (1839-40), l’Ungheria, quando venne accolto come un eroe nazionale nel mentre egli trascriveva per pianoforte la musica popolare tzigana. Dall’altra sponda estetica più colta, come qui adombrata nella più che famosa Sonata in si minore, Liszt sviluppa un unico movimento teso a tradurre la adesione alla irrequietezza formale del suo tempo quando, nel secondo ‘800, come già detto, si andava sviluppando un ribollire di idee, di temi musicali poi elaborati nel ritmo, nell’armonia, nel colore, nel timbro cangiante del pianoforte che all’ascolto non doveva sembrare (quasi) mai uguale a se stesso. Dopo il doveroso cenno alle due originali proposte del leccese Libetta con Un petit train de plaisir di Rossini e, in prima esecuzione assoluta, all’inedito Ricordi d’infanzia dell’altamurano Maestro Marvulli [quel Michele Marvulli che è stato un po’ il vero fonda- tore della scuola pianistica barese da cui discendono quasi tutti i sei esecutori di oggi] andiamo a toccare un po’ il cuore pulsante di questo omaggio a Ciccolini, il Grande Maestro che, come prima accennato, ha pure scavato nella musica ‘scomoda’ dei russi Ciaikovsky e Rachmaninov (si ascolti di Colafelice le Nove variazioni sul tema La Follìa di Corelli) poi assecondato dal Giorgio Bartoli della esecuzione della Sonata n.
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