Relazione PUG Avetrana
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SOMMARIO 1.- IL TERRITORIO COMUNALE DI AVETRANA: CARATTERISTICHE NATURALI GENERALI 4 2.- EVOLUZIONE DELL’USO DELLE RISORSE NATURALI IN AVETRANA DALLE ORIGINI SINO AGLI ANNI ’60 DEL SECOLO SCORSO 13 2.1.- Le motivazioni “umane” connesse al soddisfacimento dei bisogni vitali 13 2.2.- Le motivazioni storiche 15 2.2.1.- Premessa 15 2.2.2.- Gli interventi pubblici e le azioni private in merito alla “questione agraria” meridionale 16 2.3.- L’origine e la formazione della “civiltà contadina” e della “società rurale” in Avetrana in contrapposizione alla civiltà ed alla società feudale e burgensatica 20 2.3.1.- La “civiltà contadina” e la “società rurale” in Avetrana 24 2.4.– Il paesaggio agrario tradizionale 25 3. – EVOLUZIONE DELL’UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO IN AVETRANA DAGLI ANNI ’60 DEL SECOLO SCORSO ALL’ATTUALITA’ 33 3.1.- Premessa 33 3.2.- Evoluzione demografica ed economico-sociale 36 3.3.- Evoluzione strutturale dell’agricoltura avetranese ed attuale utilizzazione del territorio 41 3.3.1.- Premessa 41 3.3.2.- Superficie territoriale ed utilizzazione del suolo 42 3.3.3.- Frammentazione della proprietà terriera e probabili effetti della stessa sulla futura destinazione del suolo 45 3.3.4.- Ripartizione della superficie a destinazione agricola 50 3.3.4.1.- Premessa 50 3.3.4.2.- I Seminativi 50 2 3.3.4.3.- I “Prati permanenti e pascoli” e le “superfici a bosco e pioppeti”: ovvero, le superfici a “macchia” 51 3.3.4.4.- Le coltivazioni permanenti: l’ulivo e la vite 57 3.3.4.5.- La superficie a “cava” 62 3.3.4.6.- L’allevamento del bestiame 62 4.- LA COMPILAZIONE DELLE CARTE TEMATICHE TERRITORIALI E LA PRODUZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA: LORO CONTENUTI E METODOLOGIA PROCEDURALE 63 4.1.- Premessa 63 4.2.- Metodologia di rilevazione dei dati 63 4.3.- Elaborazione dei dati 65 4.4.- Principali risultati dell’indagine territoriale 67 5.- CONCLUSIONI 68 3 1.- IL TERRITORIO COMUNALE DI AVETRANA: CARATTERISTICHE NATURALI GENERALI . La superficie territoriale del Comune di Avetrana si estende su 73,28 Kmq ed occupa l’estrema zona orientale del territorio provinciale di Taranto. La predetta superficie territoriale, infatti, confina ad ovest ed a sud con l’agro comunale di Manduria (Ta), mentre ad est confina con gli agri comunali di Porto Cesareo, Nardò e Salice Salentino (Le) ed a nord con gli agri comunali di San Pancrazio Salentino ed Erchie (Br). Il confine territoriale sud decorre pressoché parallelo alla costa ionica da cui dista mediamente circa tre chilometri; la superficie territoriale avetranese degrada, in modo più o meno continuo e più o meno accentuato, verso sud e cioè verso la costa passando da un’altitudine media della zona nord di m 75 s.l.m., ai m 60 del centro abitato, ai m 20-25 delle zone sud. L’ubicazione del territorio avetranese nell’estremo lembo delle Murge Tarantine, conferisce, allo stesso, diversificate e specifiche caratteristiche strutturali naturali: il 4 centro abitato è circondato da una serie di bassi rilievi che si “aprono” verso sud in direzione del mar Jonio; sul versante meridionale si elevano i rilievi “Monti della Marina”, “Monte d’arena”, “Monte la Conca”, e, in località “Sierri”, il cordone delle “Serre” o “Belvedere”. L’intero territorio si presenta quindi come un grande anfiteatro aperto sul versante costiero jonico. La conformazione naturale della superficie territoriale, degradante più o meno uniformemente verso sud e quindi più o meno uniformemente esposta a mezzogiorno (alla stregua di un enorme piano inclinato) e la vicinanza della stessa alla zona costiera, hanno una notevole influenza sul clima locale – che, in generale, è tipicamente mediterraneo con estati molto calde e siccitose ed inverni miti – e quindi sulla biosfera del territorio. In sede di redazione del P.U.G. e, cioè, in sede di pianificazione dell’impiego delle risorse naturali finalizzato al conseguimento dei massimi livelli di efficienza e di sviluppo territoriale armonico e sostenibile, si ritiene importante illustrare, seppure in estrema sintesi – e prima ancora di esporre la situazione attuale e le condizioni umane e storiche che la hanno determinata – le caratteristiche naturali del territorio avetranese con particolare riferimento alla sua principale (e sino a qualche decennio addietro, unica) utilizzazione: quella agricola. Particolarmente influenti sulla biosfera locale (tipologia, quantità e qualità della flora e della fauna) risultano anche le caratteristiche geopedologiche territoriali da cui dipendono l’autonoma disponibilità di adeguate risorse vitali con particolare riferimento alle risorse idriche (per quantità e qualità delle stesse) necessarie per soddisfare i fabbisogni civili ed agricoli – e di altre attività produttive – e da cui dipendono la tipizzazione dell’ecosistema e la capacità produttiva (fertilità) della terra e quindi il livello di ricchezza da essa detraibile. In riferimento alle caratteristiche geologiche – rimandando ad una più puntuale e completa trattazione dell’argomento alla specifica Relazione Tecnica – in questa sede si richiamano gli aspetti generali inerenti all’idrologia e cioè alla circolazione ed alla presenza delle acque sotterranee in relazione alle possibilità di un loro attingimento ed utilizzazione; ciò assume rilevante importanza poiché, essendo del tutto assente sul territorio avetranese una idrografia superficiale, da sempre la ricerca e l’utilizzo delle 5 acque di falda – oltre a quelle pluviali raccolte in apposite cisterne - ha interessato la popolazione locale ed ancora attualmente il rinvenimento e l’utilizzo di tale acqua nelle zone non servite da impianti idrici pubblici, hanno essenziale importanza. La geologia del territorio avetranese, nelle linee generali, è caratterizzata da una notevole omogeneità. Le formazioni rocciose, costituite da una massa calcarea di notevole potenza, prevalentemente piatta, comprendono alcuni termini del quaternario, del terziario e del cretaceo medio e superiore. In virtù delle proprietà fisiche, tipiche delle masse rocciose calcaree, caratterizzate, com’è noto, da una notevole resistenza alla rottura, le formazioni litologiche si presentano in qualche sito in banchi ed in strati di notevole spessore, privi di fessurazioni o con lievi fenditure sottili; più in generale, però, la roccia, avendo subito l'azione di particolari sollecitazioni meccaniche di varia natura ed origine, si presenta sensibilmente fessurata. Il fenomeno assume particolare rilevanza negli strati più superficiali in cui lo stato fessurativo generale risulta accentuato a causa di processi di natura carsica particolarmente attivi in virtù delle caratteristiche climatiche - temperatura e precipitazioni - che nella zona risultano particolarmente ottimali all’instaurarsi ed allo svolgersi del fenomeno. Il notevole volume fessurativo complessivo influisce in modo sensibile sulla dinamica delle acque pluviali nelle formazioni rocciose e, conseguentemente, sulla capacità di accumulo e quindi sulla potenza, sulla ricchezza e sulla qualità della falda acquifera. Invero, il movimento delle acque è, almeno in parte, limitato dalle intrusioni, nelle fessurazioni rocciose, di terra rossa e di bolo. Per questo motivo la roccia calcarea - che quando è estratta da banchi non fessurati e quindi non contaminati appare di colore molto chiaro - sul territorio di Avetrana risulta sempre variamente e più o meno intensamente colorata; ciò si constata anche su “carote” di roccia estratte da ragguardevoli profondità. Visto con l’ottica più puntuale, il sottosuolo del territorio di Avetrana si caratterizza, nelle linee generali, per la presenza dei seguenti quattro strati di roccia: primo strato: è costituito da calcareniti, spesso in facies di scogliera. Lo spessore di questa massa rocciosa si aggira mediamente intorno ai 12-15 metri; secondo strato: si tratta di uno strato di spessore limitato formato da argille grigio- azzurre plioceniche e/o pleistoceniche. Tale formazione costituisce uno strato 6 impermeabile, non sempre continuo, su cui si posa una prima falda acquifera (“lente”); terzo strato: è costituito da conglomerato calcarenitico a grana piuttosto fine imbibito di umidità e scarsamente permeabile; tale strato si presenta in blocchi a grana omogenea molto spesso privo di fessurazioni ma alquanto discontinuo e perciò consente all’acqua di percolazione di attraversarlo; quarto strato: è costituito da roccia calcarea compatta, di potenza indefinita, ascrivibile al cretaceo medio e/o superiore. Contiene, al livello del mare, la falda profonda di acqua dolce. Non sempre i primi tre strati descritti si riscontrano nel loro ordine; più spesso uno di essi non è presente. L’idrologia della zona appare strettamente correlata alle caratteristiche stratigrafiche ed alla notevole permeabilità dei calcari che, in generale, consentono al loro interno una sensibile percolazione e circolazione delle acque pluviali. Tuttavia, in questo quadro generale si riscontra una certa variabilità nella frequenza, nell'intensità e nella consistenza delle discontinuità o fessurazioni, che determina l'irregolare distribuzione spaziale degli accumuli idrici sotterranei e la loro ubicazione a diversi livelli di profondità. In termini di profondità, un primo accumulo idrico si riscontra, intorno ai 10-15 metri, a livello di “lente” costituita dalle argille plioceniche e/o pleistoceniche laddove sono presenti; tale accumulo idrico è, però, inutilizzabile per scopi irrigui e/o industriali a causa della sua modestissima entità peraltro fortemente influenzata dall'andamento pluviometrico. L’utilizzazione