SOMMARIO

PARTE I – Premessa e riferimenti normativi: il PUC nella nuova Legge Urbanistica Regionale (L.R. 16/04): 1) Premessa. 2) Il PUC nella nuova Legge Urbanistica Regionale (L.R. 16/04).

PARTE II – Analisi territoriale, storica e demografica: 1) Inquadramento territoriale. 1.1- Le caratteristiche generali del territorio e dell’ambiente 1.2- Vincoli esistenti sul territorio 1.3- Collegamenti - Trasporti 1.4- Rapporti con altri comuni 2) Analisi Storica 2.1- La storia 2.2- Attuale struttura urbana 3) Il Piano Regolatore Generale vigente, gli strumenti urbanistici attuativi in atto e la regolamentazione dell’attività edilizia. 3.1- Strumenti urbanistici generali e attuativi vigenti 3.2- Strumenti urbanistici attuativi in corso di approvazione 3.3- Stato di attuazione del PRG 4) Il Piano Territoriale Regionale: Orta di nell’ambito della programmazione regionale 5) Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Napoli 5.1- Obiettivi 5.2- Rafforzamento del sistema articolato delle centralità urbane 5.3- Quadro strategico 5.4- Indirizzi programmatici e operativi: politiche per la casa 5.5- Regole e criteri per il contenimento del consumo di suolo 6) Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di : il territorio insediato e i sistemi urbani. 6.1- Le dinamiche strutturali della popolazione residente 6.2- La pressione insediativa 6.3- Stima del fabbisogno abitativo al 2022 nello scenario del PTCP 6.4- Le scelte del PTCP 6.5- Altri indicatori riportati nel PTCP 6.6- Il dimensionamento del PUC di secondo il PTCP

PARTE III – Previsioni di sviluppo ed obiettivi generali 1) Indicazioni di sviluppo del PUC di Orta di Atella 2) Linee guida: Strategie, Indirizzi e Obiettivi 2.1- Conservazione, tutela e valorizzazione dell’identità ambientale, storica, culturale e insediativa 2.2- Riequilibrio dell’avvenuta espansione del centro abitato e controllo del consumo del territorio 2.3- Riqualificazione e riorganizzazione degli elementi deboli della struttura insediativa 2.4- Integrazione, connessione fisica e funzionale tra le parti, accessibilità e fruibilità di un territorio di cerniera come Orta di Atella 2.5- Potenziamento della rete e delle strutture commerciali e produttive esistenti 2.6- Riorganizzazione e razionalizzazione della potenzialità ricettiva – turismo sostenibile e delle potenzialità storico-culturali del territorio 2.7- Salvaguardia e governo delle aree naturali con potenzialità agricole

INDICE I Piano Urbanistico Comunale 3) Indicazioni normative 4) Verifica situazione al 2011 e predimensionamento del PUC 5) Dimensionamento del PUC in conformità delle indicazioni del PTCP 6) Individuazione ambiti socio-economici del PUC 6.1- Il territorio agricolo: la risorsa dello spazio aperto 6.2- Le attività agricole e produttive 6.3- Il fabbisogno di spazi per attività produttive 6.4- Lo stato di fatto attuale di Orta di Atella: le attività produttive 6.5- Le strategie per il territorio rurale 7) Relazione di conformità del PUC al PTCP (richiesta dall’Assessorato all’Urbanistica della Provincia di Caserta)

PARTE IV – Il territorio 1) Divisione del territorio 2) Il territorio insediato 3) Le localizzazioni abitative 3.1- Zona “A – Centro storico” 3.2- Zona “B” del D.M. 1444/68 3.2.1 - Zona “Bs – centro urbano residenziale edificata satura” 3.2.2- Zona “B – centro urbano residenziale di completamento” 1 3.2.3- Zona “B 2 – residenziale edificata di recupero urbano” 3.2.4- Zona “Ca – residenziale di espansione a verifica dell’esistente” 3.3- Zona “Cb – residenziale di espansione” 3.4- Zona “Cc – mista di riqualificazione urbanistica ed ambientale” 4) Le localizzazioni produttive 4.1- Zona “D1 - insediamenti produttivi di tipo manifatturiero a carattere artigianale e/o industriale” 4.2- Zona “D2 – insediamenti produttivi di tipo commerciale-direzionale-turistico” 4.3- Zona “D3 – insediamenti produttivi con probabile rischio rilevante” 5) Standard urbanistici e servizi: la ZTO “F – attrezzature ed infrastrutture di interesse collettivo”

INDICE II Piano Urbanistico Comunale PARTE I – Premessa e riferimenti normativi

1) Premessa Nei limiti della legislazione statale e regionale, ferme restando le competenze dei diversi organi interessati dall’iter di adozione ed approvazione del Piano Urbanistico Comunale ( PUC ), di cui alla Legge Regionale n°16/2004, l’Area Tecnica Comunale, in special modo il Settore Politiche del Territorio ed il Settore LL.PP., ha fornito al Consiglio Comunale nei tempi dovuti tutte le indicazioni di carattere conoscitivo, funzionali alla successiva redazione del PUC , riferite sia al contesto territoriale ed agli aspetti più propriamente urbanistico-edilizi, sia alle iniziative, ai piani ed ai programmi di sviluppo sociale, economico e territoriale in atto, coinvolgenti direttamente il territorio di Orta di Atella. Il Consiglio Comunale, con delibera n°25 del 28/09/2011, ha approvato le Linee di Indirizzo del PUC , mediando le indicazioni su richiamate con le proposte delle varie parti politiche che hanno partecipato alla discussione. Successivamente, con delibera di G.M. n°148 del 12/09/2011, e successiva n°20 del 03/02/2012, è stato conferito incarico per la redazione del PUC ai sensi dell’art. 24 della L.R. n. 16/2004, al dr.ing. Claudio VALENTINO (oggi Caposettore Politiche del Territorio), al dr.ing. Salvatore DI COSTANZO (oggi Caposettore LL.PP.), al Dirigente dell’Area Tecnica dr.ing. Adele FERRANTE. Sulla scorta delle Linee di Indirizzo approvate in Consiglio Comunale, si sono analizzati dati e informazioni inerenti i caratteri peculiari del territorio di appartenenza, identificabile con la conurbazione aversana, e del stesso, per poi collocare quest’ultimo all’interno delle principali direttrici di sviluppo, sociale, economico e territoriale in atto, così che si definì un DOCUMENTO STRATEGICO a corredo del Preliminare di Piano. Il Preliminare di Piano , approvato con delibera di Giunta Comunale n°140 del 14/09/2012, era composto da un quadro conoscitivo di prima approssimazione e da uno schema progettuale di massima. La relazione a corredo dello stesso, unitamente agli elaborati grafici ed al Rapporto Ambientale preliminare, illustrava l’analisi dello stato di fatto e costituiva il quadro conoscitivo/strutturale del Piano, dal quale scaturiva il quadro strategico/operativo del redigendo PUC di Orta di Atella. Esso pertanto era un documento fatto per suscitare la discussione intorno alle ipotesi presentate, nonché per approcciarsi con i Soggetti Competenti in materia Ambientale ( SCA ). Gli esiti delle discussioni (avvenute in vari momenti ed in vari tavoli) intorno al Preliminare hanno condotto a una conferma di alcuni indirizzi in esso contenuti e ad una correzione di altri di loro, in rapporto alla maturazione degli auspici della committenza e agli orientamenti che sono emersi nei pubblici confronti. Sulla base dei richiamati esiti è stato impostato, in un’ulteriore fase, il lavoro di concretizzazione degli elaborati del Piano Urbanistico Comunale ( PUC) e si concluderà nella redazione del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale ( RUEC ) Come sopra riportato, il processo di pianificazione si è articolato attraverso l’analisi dello stato di fatto in base al quale si è organizzato il progetto e la successiva gestione del territorio, tenuto conto degli indirizzi forniti dall’Amministrazione nonché di tutti gli utili suggerimenti che sono pervenuti da parte dei soggetti interessati alla pianificazione territoriale. Sulla base di tutte le componenti analitiche, comprese le indagini demografiche retrospettive, verrà nel prosieguo fornita la dimensione dello sviluppo del territorio, proiettata all’anno 2018.

PARTE I 1 Piano Urbanistico Comunale Nella relazione che segue si riportano gli elementi utilizzati nella redazione del PUC , con riferimento al contesto territoriale, agli aspetti urbanistico-edilizi, alle condizioni economiche, ai fattori demografici ed alle condizioni dello sviluppo che più direttamente interessano il territorio del Comune di Orta di Atella. La relazione contiene, quindi, i dati acquisiti, le analisi compiute e le considerazioni sviluppate in merito ai caratteri particolari della zona di appartenenza, in merito alle dotazioni infrastrutturali, in merito alle prospettive dello sviluppo che hanno guidato le scelte e le indicazioni della pianificazione urbana.

2) Riferimenti normativi: il PUC nella nuova Legge Urbanistica Regionale (L.R. 16/04). La legge di riforma urbanistica regionale, la L.R. n°16 del 2004, prevede quattro livelli di pianificazione, secondo un’ispirazione non più rigidamente gerarchica ma rispondente a criteri di “sussidiarietà” e “flessibilità”: il Piano Territoriale Regionale (PTR), il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), il Piano Urbanistico Comunale (PUC) approvato dal Consiglio comunale e applicato in base al Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC), e infine i Piani Urbanistici Attuativi (PUA), la cui approvazione è di competenza della Giunta. La L.R. n°16/2004 è stata da poco completata con il Regolamento di attuazione n°5 del 04/08/2011, entrato in vigore il giorno 08/08/2011. Ogni Comune, nell’arco di diciotto mesi anni dall’entrata in vigore del PTCP della provincia di appartenenza (combinato disposto tra l’art. 44 L.R. 16/2004 e l’art.1 Regolamento n°5/2011), deve dotarsi del PUC . Quest’ultimo è lo strumento urbanistico generale e contiene disposizioni di carattere strutturale che recepiscono le individuazioni delle componenti territoriali indicate dalla pianificazione regionale e provinciale e attua le prescrizioni da queste dettate, disciplinando la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie del territorio comunale, anche mediante disposizioni, aventi effetti diretti ed immediati sul diritto di proprietà. Nella Provincia di Caserta il PTCP è approvato e vigente dal 17/07/2012 ( quindici giorni dalla data del BURC n°41 su cui la delibera di giunta regionale di verifica di compatibilità del PTCP è stata pubblicata) , e quindi la data entro cui il Comune di Orta di Atella deve dotarsi di PUC, pena la decadenza del PRG vigente, è il mese di Gennaio 2014. Il PUC , in coerenza con le disposizioni del PTR e del PTCP, definisce gli elementi del territorio urbano ed extraurbano, del criterio di compatibilità tra interventi di trasformazione e risorse naturali, ambientali e storico-culturali disponibili; determina i fabbisogni insediativi e le priorità relative alle opere di urbanizzazione; stabilisce la suddivisione del territorio comunale in zone omogenee, individuando le aree non suscettibili di trasformazione urbanistica; individua le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone; disciplina le relazioni funzionali, strutturali e morfologiche dei sistemi della mobilità di beni e persone. In altre parole, la pianificazione comunale si attua mediante: a) disposizioni strutturali, con validità a tempo indeterminato, tese a individuare le linee fondamentali della trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei valori naturali, ambientali e storico-culturali, dell’esigenza di difesa del suolo, dei rischi derivanti da calamità naturali, dell’articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità; b) disposizioni programmatiche, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate. Fanno parte integrante del PUC i piani di settore riguardanti il territorio comunale, che nel corso della progettazione del PUC verranno ritenuti necessari per il territorio in esame.

PARTE I 2 Piano Urbanistico Comunale Anche al procedimento di formazione del PUC si applicano i principi di pubblicità, trasparenza, flessibilità e partecipazione dei soggetti coinvolti dal processo pianificatorio, mediante la previsione di consultazioni preliminari all’adozione del piano, di conferenze tese alla verifica di compatibilità dello strumento urbanistico generale rispetto a quelli sovraordinati ed alla eventuale introduzione, in tali sedi, di modifiche a questi ultimi; il tutto scandito da termini procedimentali che definiscono le singole fasi di formazione del PUC , in linea con le istanze di efficienza e semplificazione procedurale. La legge di riforma introduce, altresì, la possibilità per i comuni di approvare con delibera consiliare le previsioni di carattere programmatico, chiamati “Atti di programmazione degli interventi”, con le quali si specificano le disposizioni strutturali contenute nel PUC , precisandone le modalità di attuazione nell’arco temporale di tre anni. Le previsioni programmatiche si ispirano ai criteri di perequazione urbanistica, hanno valore ed effetti del programma pluriennale di attuazione disciplinato dall’art. 13 della legge 10/1977 e si coordinano con il bilancio pluriennale comunale e con il programma triennale per la realizzazione di opere pubbliche, di cui all’art. 128 del D.lg. 163/2006 “Codice dei Contratti”. Per le opere pubbliche o di interesse pubblico la deliberazione di approvazione delle previsioni programmatiche comporta la dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità e urgenza dei lavori ivi previsti. Mediante le previsioni programmatiche vengono, ad esempio, stabiliti gli interventi da attuarsi per il tramite di società di trasformazione urbana, ed individuate le aree per gli impianti di distribuzione carburanti, ai sensi del D.Lgs. 32/1998. L’attuazione delle previsioni del PUC è affidata ai PUA , che dettano la disciplina puntuale delle trasformazioni urbanistiche, in relazione a specifici e circoscritti ambiti territoriali, così come delineati dalla strumentazione urbanistica generale. La scelta è stata quella di unificare tutti i piani attuativi in un unico strumento che, in relazione allo specifico contenuto, assume di volta in volta portata effettuale e valore di piano particolareggiato, piano di lottizzazione, piano per l’edilizia economica e popolare, piano per gli insediamenti produttivi, piano di recupero, programma integrato di intervento, ovvero di programma di recupero urbano. La pianificazione attuativa perde, quindi, il carattere di semplice strumento di specificazione e dettaglio della strumentazione urbanistica generale per assumere la valenza di strumentazione attuativa delle previsioni di carattere sovraordinato; si passa cioè da un sistema di pianificazione di stampo dirigistico ad una pianificazione di tipo strategico, nel rispetto del rapporto di gerarchia tra i piani, caratterizzato, però, da una maggiore flessibilità, tant’è che i PUA possono comportare la modifica delle previsioni programmatiche e attuano il criterio più elastico della compatibilità, che sostituisce quello obsoleto della conformità. I PUA sono adottati d’ufficio, su proposta dei proprietari delle aree interessate dai singoli interventi, ovvero dalle società di trasformazione urbana. Il comune può introdurre in sede di adozione del piano le modifiche necessarie o comunque ritenute opportune, ovvero può respingere le proposte di adozione avanzate dai privati. L’adozione del PUA è stata attribuita alla giunta comunale, nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 48 del D.Lgs. 267/2000. Peraltro, in coerenza con quanto stabilito dall’art. 24 della legge 47/1985, del resto già anticipata dalle disposizioni di cui alla L.R. 14/1982, si è affidato all’amministrazione comunale l’adozione e l’approvazione degli strumenti attuativi conformi alla strumentazione urbanistica generale, eliminando il controllo di conformità da parte della amministrazione provinciale.

PARTE I 3 Piano Urbanistico Comunale La nuova normativa regionale disciplina, inoltre, i sistemi di attuazione della pianificazione urbanistica, mediante accordi di programma, comparti edificatori e società di trasformazione urbana. Si amplia portata e occasioni di attuazione di tale strumento, riconoscendo la possibilità di utilizzazione anche per interventi di privati diretti alla realizzazione di opere di interesse pubblico. Tale criterio, virtualmente adottato dalla normativa statale, rinviene occasione di riaffermazione esplicita nella scelta legislativa in esame. In particolare si prevede che qualora sia necessaria un’azione integrata tra regione, province, comuni, amministrazioni dello Stato ed altri enti pubblici per la definizione e l’esecuzione di programmi di intervento di opere pubbliche o di interesse pubblico, anche d’iniziativa privata, si procede alla stipula dell’accordo di programma con le modalità previste dall’art. 34 del D.lg. 267/2000. La riforma contiene inoltre una nuova disciplina dei vincoli urbanistici, finalizzata a superare la grave alternativa posta dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale (da ultimo, sentenze 348 e 349 del 24 ottobre 2007) alle previsioni di esproprio per pubblica utilità – quella tra un’attuazione entro il termine di cinque anni, ovvero la previsione di un indennizzo – proponendo l’abbandono della rigida contrapposizione tra zone libere e zone vincolate per dare alla proprietà immobiliare uno statuto generale compatibile con la essenziale funzione di supporto indispensabile delle opere atte a soddisfare le esigenze presenti e anche future della collettività. Si stabilisce così che per la categoria dei beni immobili sia disposta in via ordinaria una limitazione della facoltà di trasformazione da parte del proprietario e che tale limitazione derivi proprio dalla necessità che il territorio conservi la sua idoneità a soddisfare agevolmente le esigenze future della collettività. Il nuovo statuto della proprietà, dunque, vieta nelle zone non incluse in un piano attuativo, solo le opere che possono ritenersi in concreto di grave ostacolo ad una futura utilizzazione pubblica dell’area e di consentire per converso liberamente ogni intervento dal carattere agevolmente reversibile, in applicazione del principio secondo il quale l’interesse pubblico deve essere realizzato con il minor sacrificio di quello privato. Il criterio distintivo della reversibilità o meno degli interventi ammessi, in relazione alla loro idoneità a compromettere la realizzazione di opere e infrastrutture di interesse generale, è stato individuato nella funzione alla quale l’opera realizzata dal privato è preordinata e dell’attività che si intende svolgere. Le attività ammesse dalla nuova legge regionale sono, dunque, quelle di coltivazione diretta, di manutenzione ordinaria, nonché le trasformazioni soggette a semplice denuncia di inizio attività, la realizzazione di manufatti non destinati ad abitazione o soggiorno di persone ed i cambi di destinazioni d’uso, purché anch’essi non finalizzati ad abitazione o soggiorno di persone.

PARTE I 4 Piano Urbanistico Comunale PARTE II – Analisi territoriale, storica e demografica

1) Inquadramento territoriale 1.1- Le caratteristiche generali del territorio e dell’ambiente Il territorio comunale di Orta di Atella occupa una superficie di 10,7 Kmq; posto sul limite amministrativo di Provincia, confina a nord con il comune di (CE), ad ovest con i comuni di (CE) e di Sant’Arpino (CE), ad est con i comuni di (NA) e (NA), a sud con il comune di (NA).

Tav. 1 – Inquadramento territoriale

Situato all’interno della vasta area definita “agro aversano”, che si estende nell’area limitrofa alla città di , il territorio è completamente pianeggiante e vi troviamo terreni coltivati a frutteti, ad ortaggi e seminativi vari. Questa situazione orografica, e la vicinanza con altri centri storicamente consolidati ha influenzato, insieme ad altri fattori, lo sviluppo urbanistico facendo sì che un’ampia zona del territorio comunale, quella a sud, sia densamente costruita ed abitata. Più in particolare esso fa parte del cosiddetto Agro-Aversano che interessa 19 comuni del settore meridionale della Provincia di Caserta, confinante con la provincia di Napoli. Come si vedrà nel prosieguo, essi costituiscono nel PTR il Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) E4, a dominante urbano-industriale, denominato Sistema aversano, mentre nel PTCP di Caserta essi costituiscono il Sistema locale del lavoro di Aversa. La struttura fisica del suolo è descritta nella relazione e negli atti propri degli studi geologici, già redatti per la progettazione del PRG, a cui eventualmente si rinvia per maggiori approfondimenti. La zona non presenta particolari caratteristiche negative ai fini edilizi.

PARTE II 1 Piano Urbanistico Comunale STS E4 - Sistema Aversano POPOLAZIONE SUPERFICIE PERICOLOSITA’ ZONA GRADI N. Sll Aversa (abitanti 2009 (kmq) SISMICA CLIMATICA GIORNO COMUNE ISTAT) 1 Aversa 51.676 8,73 2 C 1.119 2 6.994 6,29 2 C 1.099 3 21.102 23,36 2 C 1.094 4 10.274 9,36 2 C 1.091 5 6.782 3,00 2 C 1.257 6 7.980 2,79 2 C 1.201 7 8.588 9,92 2 C 1.101 8 Gricignano d’Aversa 10.194 9,84 2 C 1.097 9 14.275 4,52 2 C 1.129 10 Orta di Atella 23.319 10,69 2 C 1.193 11 10.912 5,72 2 C 1.166 12 San Cipriano di Aversa 12.954 6,20 2 C 1.333 13 12.953 4,64 2 C 1.113 14 Sant’Arpino 14.176 3,20 2 C 1.127 15 Succivo 7.799 6,96 2 C 1.191 16 13.461 6,72 2 C 1.091 17 17.570 6,63 2 C 1.125 18 6.355 8,52 2 C 1.097 19 11.371 61,65 2 C 1.082 TOTALE 268.735 198,74

1.2- Vincoli esistenti sul territorio Il territorio comunale è interessato dai seguenti tipi di vincoli, diretti e indiretti: - Fascia di rispetto cimiteriale; - Fascia di rispetto stradale per la S.S. 7 bis/Dir Nola-Villa Literno; - Fascia di rispetto ferroviario; - Vincolo idraulico: una parte del territorio del comune di Orta di Atella, precisamente quella più a nord, viene individuata come area soggetta a moderato rischio idraulico nella parte nord, data la presenza di un canale dei Regi Lagni, nell’ambito del Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino Nord-Occidentale.

1.3- Collegamenti - trasporti Fisicamente, il territorio comunale di Orta di Atella si presenta con una forma allungata secondo l’asse nord-sud; il centro storico e la parte urbanizzata occupano la zona inferiore del territorio e la legano, senza alcuna interruzione, con gli altri comuni dell’Unione Atellana. La viabilità, nelle zone urbanizzate, è costituita da direttrici di carattere locale (sulle quali si riversa tutto il traffico urbano), che consentono i collegamenti interni e da assi viari di media importanza che collegano Orta di Atella ai comuni limitrofi. Nella parte centrale del territorio, secondo l’asse est-ovest, troviamo la strada ad alto scorrimento Nola-Villa Literno, con un’uscita nel limite territoriale comunale con Succivo, ed un’altra dalla bretella di Caivano nel limite territoriale comunale, che consente ad est, i collegamenti con l’autostrada A2 e l’area di Nola mentre nella direttrice verso ovest si collega con il litorale Domizio. Nella parte centrale del territorio troviamo la S.P. Casapuzzano-Marcianise, altro asse viario di notevole importanza.

PARTE II 2 Piano Urbanistico Comunale Il sistema viario comunale attuale, soprattutto in ambito urbano, quale obiettivo del PUC, è stato razionalizzato con la progettazione di viabilità di contorno alle aree di trasformabilità urbana esistenti e di progetto, in quanto al momento risulta sottodimensionato, rispetto ai luoghi ed alla mole di traffico che sopporta: si sono previsti nuovi assi che consentano il transito dei veicoli in modo da non penetrare nell’ambito urbano, migliorando la vivibilità di alcune aree oggi particolarmente stressate dal traffico. Altro elemento del sistema trasporti è costituito dalla ferrovia Napoli-Aversa-Caserta, che attraversa il comune nella parte nord del suo territorio, parallelamente al canale dei Regi Lagni che segna il confine tra Orta di Atella e Marcianise. I trasporti e i collegamenti, dal territorio comunale verso le diverse direzioni, avvengono esclusivamente su gomma.

1.4- Rapporti con altri comuni Orta di Atella è stato fino a poco tempo addietro uno dei sette comuni dell’Unione Sovracomunale dell’Antica città di Atella (composta dai comuni di Cesa, Frattaminore, Gricignano, Succivo, S.Antimo, S.Arpino, Orta di Atella), che, in virtù dell’appartenenza all’antico centro romano hanno dato vita ad un Ente con Sindaco e Giunta propri, al fine di intraprendere progetti sociali, economici ed infrastrutturali comuni a tutta l’area, per aspirare ad un ruolo leader e costituire un ponte tra l’area metropolitana di Napoli e il territorio di Caserta. Ora ne è uscito. E’ comunque evidente quanto il comune di Orta di Atella sia integrato nell’area circostante, pur tuttavia non esercitando un ruolo chiave né a livello economico né sociale, né infrastrutturale, data la scarsezza, sul suo territorio di servizi e di zone industriali. Al contrario possiamo osservare la presenza di vaste aree residenziali.

PARTE II 3 Piano Urbanistico Comunale 2) Analisi storica 2.1- La storia Il toponimo Orta deriva dal termine latino hortua (col diminutivo Hortula ) plurale di Hortus = orto, giardino, terreno coltivato. Quindi, Orto (di Atella) e, dunque, Orta , risulta essere da sempre il vero nome dell’abitato. E l’abitato o villaggio, infatti, nacque nel territorio di Atella, posto a Nord Ovest dell’antica città ed utilizzato soprattutto per prodotti agricoli d’uso alimentare immediato e quotidiano. Dopo l’occupazione di Atella da parte dei Romani del 210 a.C., infatti, il suo territorio (già ager di Atella) venne confiscato e destinato ad intensivo uso agricolo. Più tardi, con la Pax Augustea, tale occupazione, da parte dei contadini, fattivi venire e/o postivi dai vari domini (padroni), divenne stanziale. Ebbero così origine le numerose villae rusticae (masserie) sparse per la campagna atellana, con aumento ed organizzazione migliore dell’agricoltura allo scopo di uno sfrutamento sempre maggiore dei campi da coltivare. Dalle masserie, poi, nella vasta piana di pertinenza atellana (come in tutta la pianura campana) nasceranno tanti piccoli villaggi che, a loro volta, saranno gli antesignani dei futuri casali e paesi medioevali (parecchi tuttora esistenti). Delle popolazioni barbariche sopraggiunte nel Sud e nell’area atellana, lasciarono segni ed ebbero influenza, ancora visibile anche nelle terre e abitudini di Orta, i Longobardi e i Normanni. Con i primi, la Diocesi di Atella continuò ad esistere nell’antica città, pur rovinata e semiabbandonata; sotto i Normanni, invece, la sede vescovile atellana dovette passare (1050) ad Aversa, città-contea da loro fondata nel 1030. Gli abitanti di Orta si chiamano ortesi; da sempre, però, quelli di Succivo li chiamano “ortolani” (urtulane - voce dialettale). A proposito,va detto che presso i romani l’hortus - che significa giardino, orto, luogo recintato- era il luogo del terreno “buono per antonomasia”: al contrario, il sub si civus ager (da cui Succivo ) era il terreno non buono (in quanto rimanenza di terreni non enturuati e, perciò, abbandonati ed incolti). Si dice che a Casapuzzano fosse conservata la selva ove Virgilio abbia scritto qualche Bucolica, selva detta appunto giardino di Virgilio . Il toponimo Casapuzzano potrebbe significare, letteralmente, casa dei pozzi . C’è da ipotizzare che fosse, dunque, il luogo presso cui gli Atellani andavano a rifornirsi di acqua prima della costruzione dell’acquedotto augusteo o appio-claudio. Monumenti e luoghi di interesse • Castello di Casapuzzano • Centro Pastorale • Santuario di San Salvatore • Parrocchia di San Massimo • Chiesa di Casapozzano • Chiostro del Santuario di San Salvatore • Borgo di Casapuzzano • Piazza Pertini

2.2- Attuale struttura urbana La struttura urbana di Orta occupa quasi tutta la porzione a sud del territorio comunale e il centro urbano non presenta alcuna soluzione di continuità con i comuni limitrofi costituenti la Antica Atella di Napoli. La parte più antica dell’abitato è il risultato di un processo evolutivo iniziato all’incirca alla fine del 1700 e che ha conosciuto un notevole sviluppo nell’Ottocento. All’interno di questo tessuto esistevano piccoli agglomerati urbani, che con il trascorrere del tempo si sono saldati fra loro e hanno dato vita ad un continuum edilizio. L’indagine storica e critica sull’evoluzione e trasformazioni dell’insediamento urbano è di PARTE II 4 Piano Urbanistico Comunale notevole rilevanza per la comprensione della sua problematica urbanistica e territoriale e per la scelta consapevole e responsabile delle opzioni di piano. Il centro antico risultava costituito dalla zona delimitata in massima parte a nord-est dalla originaria Strada Provinciale ora denominata Via Verdi e Via Toscanini nonché dal Borgo di Casapozzano. A partire dal 2000 la zona edificata ha conosciuto una notevole espansione a nord del suddetto centro, espansione che, non sempre realizzata in conformità ai dettati della normativa urbanistica, ha determinato notevole incremento della popolazione con la creazione di tessuti compatti, privi delle aree necessarie per il soddisfacimento degli standard.

PARTE II 5 Piano Urbanistico Comunale 3) Il Piano Regolatore Generale vigente, gli strumenti urbanistici attuativi in atto e la regolamentazione dell’attività edilizia 3.1- Strumenti urbanistici generali e attuativi vigenti Gli strumenti urbanistici attualmente vigenti sono: • P.R.G. la cui variante venne approvata dal Presidente dell’Amm.ne Provinciale con decreto n°33 del 04/05/2001 e ammessa al visto di conformità con decreto del Presidente della G.R. n°1634 del 06/08/2001; • Regolamento Edilizio, variamente modificato ed integrato; • Piano di Recupero che interessa il centro storico (zona A del P.R.G.), adottato con delibera di CC n°16 del 19/04/2000 ed approvato con delibera di CC n°38 del 04/09/2000; • Piani di Insediamenti Produttivi approvato con delibera di C.C. n. 9 del 04/02/2000 e ammesso al visto di Conformità da parte della Provincia con delibera di G.P. n. 124 del 28/03/2000; • Piano di zonizzazione acustica (L. 447/95), approvato in uno con la variante al PRG; • Regolamento di Protezione Civile (art. 108 del D.Lgs n°112/98): approvato con delibera di CC n°38 del 09/10/2007; • Piano comunale del commercio (L.R. n°1/2000): Approvato con delibera di C.C. n°32 del 27/06/2000.

3.2- Strumenti urbanistici attuativi in corso di approvazione Gli strumenti urbanistici attuativi in corso di approvazione sono: • PUA per una Zona Omogenea D3 (insediamenti commerciali) adottato con delibera di G.C. n°173 del 16/11/2012; • PUA per una Zona Omogenea C2 (residenziale di espansione) adottato con delibera di G.C. n°102 del 28/06/2012; • PUA per una Zona Omogenea D5 (produttiva turistica) adottato con delibera di G.C. n°35 del 04/03/2013; • PUA per una Zona Omogenea D1 (industriale artigianale) adottato con delibera di G.C. n°34 del 04/03/2013; • PUA per una Zona Omogenea D5 (produttiva turistica) adottato con delibera di G.C. n°81 del 10/05/2013; • PUA per una Zona Omogenea D5 (produttiva turistica) adottato con delibera di G.C. n°___ del 27/05/2013.

3.3- Stato di attuazione del PRG Il Piano Regolatore Generale vigente risulta assolutamente superato per diverse motivazioni, tra le quali assumono rilievo da un lato il notevole e progressivo avanzare dell’edificato, che, in taluni casi, ha provocato la sottrazione di aree destinate a standards, dall’altro la mancata attuazione degli interventi inerenti le opere pubbliche con la successiva caducazione del vincolo preordinato all’esproprio. Si riporta sinteticamente quanto analiticamente rappresentato nella Tav. 5.16 del PUC:

PARTE II 6 Piano Urbanistico Comunale

RIEPILOGO per Permessi di Costruire rilasciati CONSISTENZA Locali Alberghi e Sup. Coperta Superficie lotto Volume autorizzato Appartamenti Negozi artigianali / Residence Uffici Altro autorizzata (mq) (mc) (n°) (n°) produttivi alberghieri (n°) (n°) ANNO ANNO (mq) (n°) (n°)

2000 99.881,73 19.699,07 142.659,44 469 25 1 0 0 4 2001 176.864,08 44.882,63 247.279,73 343 9 19 0 3 3 2002 148.428,83 40.308,38 150.758,76 526 18 18 0 11 2 2003 233.780,91 60.236,23 243.111,71 509 6 61 1 20 3 2004 240.767,00 70.812,79 416.435,88 977 83 156 2 48 33 2005 202.933,00 71.135,75 392.289,87 1.302 186 86 0 170 25 2006 10.297,00 20.981,53 65.147,00 138 8 3 60 64 5 2007 71.426,63 16.742,05 220.013,07 216 11 62 280 52 0 Sommano 1.184.379,18 344.798,43 1.877.695,47 4.480 346 406 343 368 75 2000-2007

2008 21.760,00 4.234,00 26.018,00 7 1 6 0 6 5 2009 4.592,00 1.159,00 7.860,00 31 1 2 0 0 0 2010 2.250,00 1.125,00 0,00 1 3 6 0 2 1 2011 4.452,00 1.333,92 9.632,44 31 5 1 0 0 3 2012 6.064,86 1.259,82 6.793,82 11 0 0 0 0 19 Sommano 39.118,86 9.111,74 50.304,26 81 10 15 0 8 28 2008-2012

TOTALE 1.223.498,04 353.910,17 1.927.999,73 4.561 356 421 343 376 103 2000-2012

PARTE II 7 Piano Urbanistico Comunale

Come detto precedentemente, a partire dal 2000 e fino agli anni 2006-2007 la zona edificata ha conosciuto una notevole espansione a nord del centro più antico, espansione che, non sempre realizzata in conformità ai dettati della normativa urbanistica, ha determinato notevole incremento della popolazione, incremento di gran lunga superiore alle previsioni del piano stesso, tale da indurre l’amministrazione a fornire quale “indirizzo primario” per le previsioni di piano il riequilibrio del territorio mediante interventi volti alla tutela ambientale e al riassetto urbanistico senza prevedere ulteriori espansioni abitative, al di là di una contenuta previsione di naturale crescita demografica. Al momento, salvo maggiori dettagli nel prosieguo, segnatamente nella Parte III, si riportano i seguenti dati demografici e di espansione dell’abitato: - Popolazione iniziale nell’anno 1999 (anno di riferimento base assunto dal PRG): 13.168 abitanti, - Popolazione prevista dal PRG all’anno 2009: 15.143 abitanti, - Popolazione al 31/12/2012 (dati anagrafe): 26.344 abitanti, - Previsioni del PRG al 30/12/2009 in merito a residenze: 5.435 vani 1.647 alloggi - Effettive consistenze al 31/12/2007 in merito a residenze: 15.781 vani 4.480 alloggi Al suddetto sviluppo sono peraltro spesso collegate problematiche di legittimità degli interventi assentiti, verifiche di legittimità che hanno comportato (a seguito di procedimenti amministrativi di verifica ex post) dagli anni 2009-2010 in poi l’annullamento di Permessi di Costruire rilasciati, nonché di DIA impropriamente usate per il cambio di destinazione d’uso. Tali problematiche sono state affrontate e risolte nell’ambito della normativa specifica sia di carattere edilizio, come riportato nelle Norme Tecniche di Attuazione del PUC , traendo spunto dalla disciplina riportata nell’art.38 del D.P.R. 380/2001, disciplina commentata e chiarita dell’Allegato 2 delle NTA citate. L’Amministrazione Comunale, consapevole della responsabilità connessa all’uso del territorio è altrettanto consapevole che il Piano Regolatore Generale fu redatto agli inizi degli anni duemila, sulla base di analisi socio-economiche estremamente diverse da quelle riscontrabili oggi. La società è profondamente cambiata, e mutate sono le esigenze dei cittadini i quali chiedono oggi maggiori servizi ed infrastrutture. Una verifica, anche se molto sommaria, del territorio fa subito risaltare come, nel corso degli anni, all’insediamento di abitanti non è parallelamente corrisposta la realizzazione di standards, e pertanto gli standards attualmente esistenti sono numericamente al di sotto di quanto previsto dalle norme. A conforto di tale affermazione, nella seguente tabella si riportano gli standard e spazi pubblici presenti o già programmati, in funzione della dimensione demografica esistente all’anno 2012 (26.344 abitanti).

PARTE II 8 Piano Urbanistico Comunale Ulteriori superfici richieste ATTREZZATURE PUBBLICHE per n° abitanti ZONA N. UBICAZIONE DESTINAZIONE DENOMINAZIONE SUP. (MQ.) TOTALI MQ 26.344,00

2 Via Toscanini Scuola Materna 2.926,00 5 Via Migliaccio Scuola Elementare 13.176,00 8 Viale Petrarca Scuola Elementare e Materna Complesso Villano 9.000,00 St Urb-a) 49.259,00 82.461,00 10 Viale Petrarca Scuola Media M.Stanzione 7.775,00 14 Via Vanvitelli Scuola Elementare 1.000,00 22 Via G.Verdi Nuovo Polo Scolastico 15.382,00 9 Viale Petrarca Municipio Municipio 4.800,00 23 Via S. Salvatore Chiesa con oratorio Chiesa S. Salvatore 9.745,00 24 Via Chiesa Chiesa Chiesa di S. Massimo 2.035,00 St Urb-b) 25 Via Chiesa Ufficio postale 1.050,00 21.437,00 44.423,00 Caserma Carabinieri 1.651,00 EX municipio - locali circolo e VV.UU. 1.506,00 27 S.P. 19 Via Bugnano Chiesa 650,00 7 Piazza Augusto Verde Pubblico Piazza Augusto 1.000,00 Attrezzature sportive: Campo di Ex Strada Comunale 1 calcio, bocciofila, con parcheggio Don Sossio Giordano 28.235,00 Viggiano pubblico / Mercato 4 Via S. Salvatore Piazza e Villa Comunale Piazza Pertini 3.900,00 St Urb-c) Palazzetto dello Sport con parcheggio 52.590,00 210.850,00 12 Via Garibaldi / Via Sanzio F.lli Lettieri 4.728,00 pubblico 13 Via G.Verdi Parco Giochi 9.327,00 16 Piazza Valentino Piazzetta Piazza Valentino 1.500,00 17 Via Lampitelli Verde Attrezzato 3.600,00 19 Via Bimillenario Virgiliano Verde 300,00 15 Piazza Virgilio Piazza - Parcheggio pubblico Piazza Virgilio 1.500,00 StUrb-d) 1.960,00 63.900,00 3 Via S. Salvatore Parcheggio Pubblico 460,00

TOTALE MQ. 125.246,00 401.634,00

PARTE II 9 Piano Urbanistico Comunale

Piazzetta del Rosario Via Chiesa / Piazza del Sagrato Parrocchia 6 Piazza / Largo 1.500,00 Aree Rosario S. Massimo / connesse Parcheggio 3.050,00 con la Via Cavour / Via 18 Largo 350,00 viabilità Carducci Via Toscanini / Via 11 Verde 1.200,00 Clanio 20 Via della Canapa Cimitero Esistente 22.225,00 Aree Prolungamento Via 40.605,00 cimiteriali 21 Cimitero di Progetto 18.380,00 Clanio

PARTE II 10 Piano Urbanistico Comunale 4) Il Piano Territoriale Regionale: Orta di Atella nell’ambito della programmazione regionale. Con Legge Regionale n°13 del 13 ottobre 2008 è stato approvato il Piano Territoriale Regionale, pubblicato sul BURC n°48/bis del 1 dicembre 2008. Esso segue le “Linee guida per la pianificazione territoriale regionale”, pubblicate nel Bollettino Ufficiale della Regione del 24/12/2002 ed è coerente con quanto previsto dalla legge regionale di riforma urbanistica (L.R. 16/2004). Nell’interpretazione della struttura territoriale della Campania, il PTR individua i Quadri territoriali 1 di riferimento, utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province e le Soprintendenze e ad indicare gli indirizzi di pianificazione paesistica: il Quadro delle reti, il Quadro degli ambienti insediativi, il Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo, il Quadro dei Campi territoriali complessi, il Quadro degli indirizzi per le intese intercomunali e buone pratiche di pianificazione, gli Ambienti Insediativi ed i Sistemi Territoriali di Sviluppo. Il comune di Orta di Atella è stato inserito nel Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) E4, a dominante urbano-industriale, denominato Sistema aversano, comprendente 19 comuni, identificabili per l’appunto con la cosiddetta conurbazione aversana. La scheda descrittiva riportata di seguito è tratta dal PTR e sintetizza il quadro infrastrutturale attuale e programmato. STS E4 - SISTEMA AVERSANO: Accessibilità Nella provincia di Caserta, si estende da Villa Literno ad ovest, sino ad Orta di Atella ad est, e da Parete a sud, sino a Casal di Principe a nord. La rete stradale principale è costituita dall’Asse di Supporto (SS 7 bis dir), a carreggiate separate, che, dopo l’abitato di Villa Literno, incrocia la variante alla SS 7 quater, anch’essa a carreggiate separate. Tra Gricignano e Casaluce, sull’Asse di Supporto, si immette l’Asse di andata al Lavoro (SS 265), ancora a carreggiate separate, che prosegue verso il comune di Giugliano. Tra le strade di minore importanza vi sono la SS 7 bis che attraversa l’abitato di Aversa e la SP21 per Villa Literno. L’autostrada più prossima è l’A1 NapoliRoma raggiungibile attraverso il raccordo autostradale A1A3, a sua volta raggiungibile attraverso l’asse di Supporto. Le linee ferroviarie a servizio del territorio sono: • la Napoli – Villa Literno Roma con la stazione di Villa Literno; • la Napoli – Aversa Villa Literno Roma con le stazioni di S. Antimo S. Arpino, Aversa, S. Marcellino, Albanova e Villa Literno (in comune con la linea proveniente da Pozzuoli);

1 In particolare nel Secondo Quadro territoriale di riferimento il PTR individua gli “Ambienti Insediativi” che “vengono proposti al confronto con Province ed altri Enti locali per inquadrare in modo sufficientemente articolato gli assetti territoriali della regione”, affidando alla pianificazione provinciale la definizione degli assetti insediativi, riservando a sé i compiti di proposta di visioni di guida per il futuro, e l’individuazione di temi che pongono questioni di coordinamento interprovinciale da affrontare e risolvere secondo procedure di copianificazione sostanziale. In sostanza, nel PTR, gli ambienti insediativi costituiscono gli ambiti delle scelte strategiche con tratti di lunga durata (e dei conseguenti interventi “strutturanti”), in coerenza con il carattere dominante a tale scala delle componenti ambientali e delle trame insediative. Nel terzo Quadro Territoriale di Riferimento vengono individuati i “Sistemi Territoriali di Sviluppo”. Tali sistemi hanno funzione “non di vincolo, ma di orientamento per la formulazione di strategie in coerenza con il carattere proprio del PTR, inteso come piano in itinere soggetto a continue implementazioni”, ed altresì che “i Sistemi Territoriali di Sviluppo diventano la trama di base sulla quale costruire i processi di copianificazione”, nonché “possono costituire una significativa opportunità per la Regione Campania di affrontare la programmazione dei fondi comunitari 2007/2013 in un quadro di pianificazione unitario, frutto di un processo di concertazione ormai radicato nelle norme e nelle prassi regionali”. PARTE II 11 Piano Urbanistico Comunale • la Aversa Caserta con la stazione di Gricignano Teverola. L’aeroporto più prossimo è quello di , raggiungibile percorrendo la SS 264. Programmazione Per il sistema stradale i principali invarianti progettuali sono: • collegamento tra la A1 (svincolo ) e l’Asse di Supporto (Villa Literno); • completamento SS 87 di collegamento tra Napoli e Caserta; Per il sistema ferroviario gli invarianti progettuali sono: • interventi su rete Alifana: − completamento tratta Piscinola Aversa Centro; − nuova tratta Aversa Centro S.Maria C.V.; • interscambio con linee FS: tra FS/Alifana: Aversa . Le opzioni progettuali sono: • collegamento ferroviario Villa LiternoNuovo Aeroporto di Grazzanise.

Si riporta di seguito l’inquadramento regionale del sistema ed un ingrandimento dell’area interessata, riportante alcune informazioni tratte dall’Analisi socio-demografica del PTR. Sts E4 nell’ambito regionale Il sistema è caratterizzato da indebolimento grave.

PARTE II 12 Piano Urbanistico Comunale Dal 1990 al 2000 è diminuita notevolmente la Sau 2 media (4,43%). Tale andamento è derivato da una forte riduzione delle aziende (1476 pari a 26,46%) a cui è corrisposta una più significativa diminuzione della Sau (3481,39 ha pari a 29,71%). L’andamento negativo è diffusamente distribuito in tutti i comuni dell’area. L’unico comune che ha registrato un aumento della Sau è stato Casaluce (+308 circa %). Dal punto di vista strettamente demografico, relativo all’andamento della popolazione residente in rapporto alle abitazioni occupate), l’intero sistema registra un incremento della prima, dal ‘91 al 2001 pari al 6,2%, al quale corrisponde un incremento totale delle abitazioni pari a 9,4%; tale dato, se confrontato con il decennio precedente, costituisce un’inversione di tendenza, considerato che l’incremento delle abitazioni occupate all’’81 al ‘91 era pari al 22,6%.

Sts E4 con la suddivisione in Comuni e l’indicazione della dinamica demografica 1991- 2001

2 Superficie agricola utilizzata PARTE II 13 Piano Urbanistico Comunale Nel settore industriale, significativa è la dinamica di crescita registrata nel comune di Casal di Principe, che registra un incremento delle U.l. (Unità locali) pari al 603,64% e del 595,76 di Addetti. Questi dati sono da considerarsi sicuramente eccezionali, sia rispetto al Sistema di riferimento, che rispetto alle medie regionali. C’è anche da rilevare che in un territorio come quello dell’Agro Aversano, caratterizzato da un substrato di attività “sommerse”, per anni privo di una qualsivoglia regolamentazione urbanistica, i dati ISTAT non rispecchiano il quadro “reale” dell’economia, ben più vivace di quanto conosciuto ufficialmente. Il carattere degli interventi programmati previsti nel PTR per il Sistema aversano E4, viene espresso tramite una matrice degli Indirizzi strategici, comprensiva di tutti i sistemi territoriali individuati nella Regione. La matrice, riportata di seguito, mostra come per il sistema di riferimento lo sviluppo si identifichi soprattutto con quello delle attività produttive ed agricole, e con lo sviluppo delle Filiere (Indirizzo strategico E2a). Il PTR definisce una matrice degli Indirizzi strategici, assegnando le seguenti priorità:

1 punti per una scarsa rilevanza dell’indirizzo quando l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di 2 punti miglioramento ambientale e paesaggistico 3 punti quando l’indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare 4 punti quando l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare Nel caso del STS E.4-Sistema Aversano è indicato: INDIRIZZI STRATEGICI Interconnessione – accessibilità attuale Interconnessione – programmi Difesa della biodiversità Valorizzazione territorimarginali Riqualificazione costa Valorizzazione patrimonio culturale e paesaggio Recupero areedismesse Rischio vulcanico Rischio sismico Rischio idrogeologico Rischio incidenti industriali Rischio rifiuti Rischio attività estrattive Riqualificazione e messa a norma delle città Attività produttive per lo sviluppo industriale Attività produttive per lo sviluppo agricolo– sviluppo filieredelle Attività produttive per lo sviluppo agricolo– diversificazione territoriale Attività produttive per lo sviluppo turistico A1 A2 B1 B2 B3 B4 B5 C1 C2 C3 C4 C5 C6 D2 E1 E2a E2b E3 2 3 2 1 3 3 3 2 2 3 1 4 2 2 Poiché Orta di Atella è un Comune a confine con la Provincia di Napoli, si ritiene opportuno riportare, quale linee guida dei territori al contorno, anche le indicazioni del PTCP di Napoli, oltre che quelle del PTCP di Caserta e del STS E.4-Sistema Aversano.

PARTE II 14 Piano Urbanistico Comunale 5) Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Napoli 5.1- Obiettivi La conoscenza del territorio provinciale evidenzia una serie di problemi che richiedono l’azione pubblica. Nell’ambito delle competenze della Provincia e dei compiti assegnati al PTCP dalla legislazione vigente, vengono individuati gli obiettivi prioritari di seguito descritti. - Diffondere la valorizzazione del paesaggio su tutto il territorio provinciale; - Intrecciare all’insediamento umano una rete di naturalità diffusa: le aree naturali protette possono superare la loro insularità attraverso la costituzione di corridoi ecologici. Queste connessioni svolgeranno contemporaneamente la funzione di preservare la biodiversità e di fornire un ambiente di migliore qualità per la vita dell’uomo. In un insediamento molto denso, eviteranno le saldature tra centri effetto della crescita spontanea ed assicureranno una presenza di spazi aperti accessibili da parte di ciascun residente; - Realizzare un equilibrio della popolazione sul territorio con una offerta abitativa sostenibile: gli apprezzabili tassi di fertilità e la considerevole componente giovane della popolazione della provincia producono effetti sulla crescita rallentati dalla persistente emigrazione, anche nelle province contermini. Dalla struttura della popolazione proviene una domanda di abitazioni a cui bisogna dare una risposta in termini sostenibili ed in una prospettiva anche sovraprovinciale. Si tratta di realizzare un equilibrio tra la difesa e valorizzazione dell’ambiente a l’aumento della capacità di accogliere e offrire una migliore abitabilità alle famiglie; - Indirizzare la politica di coesione verso quelle aree di esclusione e marginalità sociale accoppiate al degrado urbanistico edilizio: i profondi divari economico-sociali trovano immediato riflesso nelle condizioni abitative dei quartieri. E’ necessario indirizzare una politica di recupero edilizio ed urbanistico, integrata con politiche sociali di contrasto all’esclusione verso queste aree degradate; - Indirizzare le attività produttive in armonia con il paesaggio e l’ambiente favorendo la crescita dell’occupazione; - Riqualificare i siti dismessi, concentrare le localizzazioni e qualificare l’ambiente di lavoro: nell’attuale carenza di suoli, vanno recuperate tutte le aree dismesse assicurando che non ci sia lo spreco di spazi inutilizzati, prima che vengano impegnate nuove superfici e sottratti suoli all’agricoltura. Le aree produttive, rispondendo alle esigenze di filiera, favoriranno le relazioni tra le imprese e le relative attrezzature comuni, accogliendo le tecnologie innovative e non inquinanti, con prospettiva di competitività di lungo periodo, creando un ambiente di lavoro sano per i dipendenti e per l’intero territorio; - Migliorare la vivibilità dell’insediamento con una distribuzione dei servizi e delle attività diffusa ed equilibrata, accessibile ai cittadini: la distribuzione delle attrezzature e dei servizi per gli abitanti non riesce ad essere risolta alla scala comunale, affidata alla redazione dei PUC, ma deve essere coordinata a livello sovra comunale, tea l’altro sia per carenza di spazi sia per mancanza di risorse economiche sufficienti alla realizzazione delle opere pubbliche; - Elevare l’istruzione e la formazione con la diffusione delle infrastrutture della conoscenza in maniera capillare; - Dinamizzare il sistema di comunicazione interno e le relazioni esterne particolarmente con le maggiori aree metropolitane contermini.

PARTE II 15 Piano Urbanistico Comunale 5.2- Rafforzamento del sistema articolato delle centralità urbane Il concetto di “centralità urbana” va riferito ad una condizione insediativa organizzata in maniera tale da offrire un insieme articolato di opportunità per l’accesso a servizi, risorse, beni ed a percorsi di sviluppo sociale ed economico, meglio se all’interno di una logica di inclusione ed equità sociale. Sotto il profilo dell’assetto territoriale esso si concretizza in un’organizzazione dello spazio che, nella configurazione “minima”, è caratterizzata dalla compresenza di funzioni diversificate e con elevata capacità di attrazione, legate da relazioni di diverso tipo: l’integrazione (alle diverse scale) di tali fattori, reciproca e con il contesto, è un requisito indispensabile per conferire complessità ad una condizione che altrimenti si presenterebbe solo come un accostamento di elementi eterogenei. Nell’assetto attuale del territorio provinciale sono rare le situazioni in cui si possono riconoscere centralità urbane con un carattere complesso e pienamente definito. Oltre al capoluogo provinciale, che tuttavia soltanto in alcune sue parti si configura come sistema di centralità di elevata qualità, solo gli insediamenti maggiori che storicamente hanno svolto ruoli complessi (prevalentemente identificabili con i centri maggiori dell’arco costiero) presentano tali caratteri. Negli ultimi decenni tuttavia la crisi dei comparti produttivi che ne caratterizzavano l’economia e l’incapacità di estendere alle espansioni insediative minimi fattori di centralità hanno coinvolto in un processo di progressivo impoverimento e degrado l’intera struttura urbana, depotenziando quegli elementi a cui si ancoravano i processi di identificazione delle comunità locali. In termini di potenzialità si prospettano alcuni riferimenti: • tutela/valorizzazione delle centralità urbane esistenti come insiemi complessi di opportunità derivanti da un’offerta articolata di prestazioni legate non solo alla presenza di servizi ed attività di rango non locale, ma anche ai caratteri identitari ed alle risorse dei luoghi; • promozione di sistemi di centralità urbane che traggano vantaggio dalle diversità delle componenti insediative, privilegino la valorizzazione delle risorse locali, si avvalgano di reti di trasporto pubblico capaci di incrementare le relazioni interne a ciascun sistema e fra i sistemi; • costruzione di un “progetto di territorio” che ridefinisca gli spazi “incerti” e di transizione, riscopra i valori degli insediamenti storici, in particolare di quelli che hanno perduto “centralità”, e recuperi le infrastrutture di trasporto più recenti; • riconfigurazione prioritaria di aree di recente e parziale edificazione, sia fra quelle dell’immediata periferia sia fra quelle che con diverso grado di densità si estendono tra i diversi centri. In particolare, per le politiche di ridistribuzione insediativa la logica del riassetto policentrico e reticolare fornisce il telaio portante. Le dinamiche recenti dei trasferimenti infraprovinciali di popolazione appaiono funzione dell’offerta di abitazioni a costi accessibili più che dell’offerta di occupazione o di opportunità socio-culturali . Tenendo conto di ciò, ma anche degli obiettivi legati ad alcuni programmi cruciali di riduzione del rischio vulcanico, occorre coniugare la riqualificazione urbana ed infrastrutturale degli aggregati insediativi con la riconfigurazione di parti consistenti delle edificazioni recenti più dequalificate e meno dense. La complessità dei problemi, che investono in maniera rilevante gli equilibri e le qualità dei paesaggi, richiede una strategia articolata per la cui attuazione è necessario mettere in campo politiche afferenti a diversi settori nella consapevolezza che sarà la riorganizzazione e la riqualificazione degli aggregati edilizi periferici a costituire il principale e più efficace fattore di orientamento delle future dinamiche demografico-insediative. L’espressione “patrimonio” territoriale intende sottolineare che l’attuale ambiente è “l’eredità” di complessi processi evolutivi e storici e va considerato come un insieme di beni da utilizzare con accortezza, anche perché è un fattore fondamentale del prestigio e della dignità delle società insediate, sì che il futuro delle collettività locali dipende dal modo in cui faranno uso del PARTE II 16 Piano Urbanistico Comunale patrimonio territoriale ad esse affidate. In provincia di Napoli quello naturale si presenta, per caratteri delle componenti e connotati qualitativi specifici e complessivi, come un patrimonio di straordinaria importanza (non a caso sono già numerose le zone tutelate come Parchi Nazionali, Regionali, Riserve naturali, Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale). Le criticità più rilevanti per il patrimonio naturale della provincia di Napoli derivano, da un lato, direttamente (consumo del suolo) e indirettamente (inquinamenti), dai processi disordinati, spesso abusivi, di urbanizzazione e, dall’altro, dagli effetti cumulativi di molti comportamenti antropici che trascurano del tutto di considerare gli effetti sull’ambiente (dispersione di rifiuti, discariche illegali, prelievi idrici incontrollati, abuso di fertilizzanti e fitofarmaci ecc.).

5.3- Quadro strategico Il quadro strategico delineato dalla proposta di PTCP si sviluppa in riferimento al quadro di obiettivi delineato in precedenza, tenendo conto delle principali problematiche che interessano parti specifiche del territorio provinciale (nonché l’oggetto di questa relazione), come ad esempio quelle relative alla particolarità del sistema insediativo. Nel PTCP l’ambiente ed il territorio antropizzato sono interpretati come un unicum da riorganizzare avendo come obiettivo il miglioramento delle condizioni economiche e della qualità della vita dei suoi abitanti, in coerenza con i valori ambientali, culturali e paesaggistici che caratterizzano il territorio provinciale. Si tratta, in sostanza, di recuperare condizioni di “urbanità” al reticolo di centri che storicamente hanno caratterizzato il tessuto provinciale, rafforzandone le capacità di fare sistema al fine di bilanciare la forte attrazione del capoluogo, con una rete dei trasporti incentrata sul “metro” regionale e su sistemi secondari a servizio degli ambiti locali, all’interno di un territorio in cui gli spazi , comprese le aree agricole, rappresentano le principali componenti per la qualificazione del paesaggio e per garantire accettabili livelli di vivibilità. In estrema sintesi, i temi assunti per la elaborazione del PTC della provincia di Napoli possono riassumersi in 4 “assi strategici”: A) valorizzazione e riarticolazione del sistema urbano, in forme policentriche e reticolari atte a migliorare l’efficienza e l’efficacia delle città in quanto motori di sviluppo sostenibile, e da promuovere la competitività e la qualità diffusa del territorio provinciale; Le strategie del Piano sono indirizzate alla formazione di nuove reti e sistemi di centralità urbane, tendenti a decongestionare l’addensamento di funzioni e di opportunità che porta a far gravitare su Napoli l’intera provincia. Questa linea d’azione strategica intesa alla salvaguardia ambientale ha importanti effetti nell’articolazione del sistema urbano sul lungo periodo, perché consente di evitare una progressiva saldatura tra i tessuti urbani della fascia interna della Provincia, con una cintura verde articolata attraverso, tra l’altro, la realizzazione del “Parco nord”, (costituito dalle residue aree libere presenti nella fascia di territorio da Giugliano a ), ecc. Le condizioni di sovraffollamento di alcune aree, a cui si aggiungono i rischi catastrofici e gli impatti su fattori ambientali in logoramento (come l’intera fascia costiera), inducono a organizzare strategicamente politiche di rilocalizzazione residenziale per oltre 150.000 persone, in buona parte nell’area provinciale. Condizione primaria rispetto a questo asse strategico è evitare ogni ulteriore significativo consumo di suolo agricolo o naturale e utilizzare questa pressione insediativa, con i relativi incentivi per guidare gli interventi alla riqualificazione di aree già insediate a bassa densità caratterizzate da degrado, scarse qualità urbane, assenza di servizi e attrezzature, attraverso programmi integrati di completamento insediativo da realizzarsi anche attraverso ristrutturazioni urbanistiche volte ad incrementare le volumetrie esistenti. Le aree da investire con questo processo di densificazione territoriale devono essere facilmente accessibili da stazioni della rete ferroviaria e la loro maggiore pressione non deve comportare significative incidenze sulla rete ecologica e sulle aree agricole più fertili o con buona biodiversità. PARTE II 17 Piano Urbanistico Comunale SISTEMA FRATTESE: Incremento di servizi pubblici e privati di livello superiore in una logica di complementarità con il rafforzamento del polo attuale di Frattamaggiore anche in connessione con la fruizione delle nuove aree di parco e con l’integrazione funzionale delle strutture commerciali per la grande distribuzione; riqualificazione delle aree della produzione manifatturiera. B) conservazione e valorizzazione del patrimonio ambientale, naturale, culturale e paesistico , in modo da rafforzare i valori identitari, l’attrattività e l’abitabilità del territorio provinciale e da propiziare forme sostenibili di sviluppo endogeno locale; C) sviluppo, riorganizzazione e qualificazione della mobilità e dei trasporti pubblici in chiave intermodale , al fine di assecondare la riarticolazione urbana di cui al punto A, di ridurre le difficoltà d’accesso ai servizi e alle risorse e di ridurre l’impatto ambientale del traffico e delle infrastrutture; D) rafforzamento dei sistemi locali territoriali , della loro capacità di auto-organizzarsi e di affacciarsi sui circuiti sovralocali di scambio e produzione, concorrendo nel contempo ad assicurare il mantenimento e la riqualificazione del patrimonio ambientale, in particolare nello spazio rurale.

5.4- Indirizzi programmatici e operativi: politiche per la casa La crescita degli insediamenti nell’ultimo cinquantennio ha determinato la nota estensione di periferie e aggregati edilizi che ha dilaniato nell’area metropolitana dipendenze e gravitazioni a scala vasta. Alla diffusione su aree sempre più estese di insediamenti, in cui quote di popolazione hanno cercato risposta al problema di un commisurato spazio abitativo non si è accompagnato un paragonabile decentramento di funzioni produttive e di servizio, sicché i nuovi “quartieri” si sono configurati come dormitori. Anche quando si sono avuti decentramenti i mali ben conosciuti di tipo ambientale e di tipo economico-sociale (congestione delle aree centrali, povertà urbana delle periferie e dei suburbi, omologazione dequalificata dei nuovi insediamenti, inquinamenti, spreco di risorse materiali e immateriali, levitazione delle rendite parassitarie, emarginazioni ed esclusioni sociali …). Nell’attuale fase di dispersione amministrativa gli squilibri e il disordine si aggravano estendendosi ed emergono nuove polarità, tipicamente settoriali (ad esempio, ipermercati e simili), che, “paracadutate” sul territorio, rischiano di produrre ulteriori destrutturazioni dei contesti. La strategia che si propone il PTCP è centrata – oltre che sulla riqualificazione urbana delle galassie insediative prodotte dalle edificazioni periferiche e disperse intorno ai centri storici – sulla formazione di reti e sistemi di centralità urbane, di adeguata complessità, partendo innanzitutto dalla valorizzazione delle identità territoriali e delle potenzialità locali in una rete di relazioni che esaltino le complementarità in una prospettiva di integrazione. Essa si inscrive in una logica che considera la valorizzazione conservativa del patrimonio ambientale (beni naturali e beni culturali), il riassetto intermodale della mobilità e il coinvolgimento delle energie locali in processi di recupero/costruzione delle identità territoriali quali fattori non meno importanti che la distribuzione territoriale di nuove funzioni superi. a) Politiche per la casa Torna ad emergere in questi anni il problema della casa come uno fra i più rilevanti sotto il profilo sociale ed economico. Da un lato, il “mercato” immobiliare, con le sue strutturali anomalie oligopolistiche, ha fatto registrare enormi incrementi dei prezzi, tanto per gli acquisti quanti per gli affitti, che - al contempo - penalizzano la domanda (e specialmente quella delle nuove famiglie e dei giovani) e aggravano gli squilibri complessivi nell’economia fra rendite parassitarie e profitti da investimenti produttivi. Dall’altro lato, le difficoltà finanziarie pubbliche e diverse priorità politiche hanno in parte offuscato l’attenzione alla questione, con esiti quali-quantitativi deficitari sul versante dell’offerta di abitazioni sociali a basso costo.

PARTE II 18 Piano Urbanistico Comunale Il PTCP ritiene perciò necessario segnalare la necessità di un rilancio delle politiche per la casa, cui pervenire attraverso un’impegnativa collaborazione interistituzionale che veda un ruolo centrale della Regione, ma per la quale la Provincia ritiene di poter svolgere compiti non secondari né marginali sia in rapporto alle strategie territoriali sia nel dialogo con i Comuni. Il PTCP si limita a proporre alcuni primi riferimenti concettuali, assumendo l’ipotesi discriminante della successiva costruzione condivisa delle concrete linee d’azione: • per ridurre progressivamente la quota di patrimonio residenziale inutilizzato, si può concertare con gruppi di Comuni per situazioni economico – territoriali differenziate una manovra articolata delle aliquote ICI, appesantendole per esempio per le abitazioni inoccupate e sfitte e invece alleggerendole, per un certo numero di anni, per le abitazioni nuovamente affittate dopo in periodo di inutilizzazione; • per favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, andrebbero estese forme “leggere” di intervento del tipo utilizzato dal progetto Sirena a Napoli, destinando inoltre quote significative di risorse finanziarie pubbliche all’edilizia convenzionata da impiegare negli interventi di recupero anche pesante attraverso accordi convenzionali pluriennali su basi territoriale con imprese o gruppi di imprese; • per incrementare, soprattutto nelle situazioni di centralità metropolitana, la quota di patrimonio residenziale in affitto costituito da tipologie innovative destinate a particolari segmenti di domanda (studenti, lavoratori fuori sede, stagisti ecc.) si potrebbero istituire specifiche premialità urbanistiche ed incentivi procedimentali promovendo inoltre accordi quadro pluriennali di gestione con Università, grandi aziende, amministrazioni pubbliche superiori ecc.; • per favorire la ridistribuzione governata di popolazione sul territorio, anche in rapporto alle strategie di mitigazione del rischio vulcanico, si potrebbero definire nelle aree di densificazione programmi complessi di intervento nei quali comporre nuclei di edilizia sovvenzionata (con quote a bando chiuso riservate ai trasferimenti da aree a rischio) con interventi di edilizia convenzionata e interventi di edilizia di mercato in modo da perseguire idonei mix urbani sia sotto il profilo sociale sia sotto quello tipo–morfologico sia, infine, per quanto concerne le dotazioni di attrezzature e servizi tanto pubblici quanto – e soprattutto – privati.

5.5- Regole e criteri per il contenimento del consumo di suolo I temi cruciali delle politiche territoriali nella provincia di Napoli riguardano la riqualificazione insediativa ed infrastrutturale in una prospettiva di riassetto policentrico. A tali temi, in un contesto già fortemente caratterizzato da estese urbanizzazioni ed ancora interessato da un sensibile crescita demografica e insediativa, si aggiunge quello del necessario impegno per il drastico contenimento del consumo di suolo. Ciò, come condizione di riequilibrio ecologico e di qualità paesaggistica, comporta delicate valutazioni circa la dimensione e la localizzazione di ulteriori insediamenti, in cui occorre tener conto anche di quote di trasferimenti dalle aree ad elevato rischio vulcanico. Per coniugare le due opposte esigenze, si rende in qualche misura necessario provvedere ad una più razionale utilizzazione delle aree già in tutto o in parte urbanizzate, anche mediante la “densificazione” urbanistica delle parti sottoutilizzate. Operazione da attuarsi con grande cautela, tenuto conto dell’elevato grado di compromissione complessiva del contesto. Il problema è molto complesso, in quanto i giudizi circa la compatibilità insediativa, da un lato, devono necessariamente considerare gli equilibri ambientali e la qualità dei paesaggi, dall’altro, richiedono politiche intersettoriali all’interno di una strategia articolata di riorganizzazione complessiva dell’assetto insediativo. In tale impostazione, occorre evitare ogni ulteriore trasformazione urbanizzativa di suoli agricoli o naturali, salvo casi del tutto eccezionali e comunque di modesta entità, derivanti da un PARTE II 19 Piano Urbanistico Comunale incontestabile fabbisogno residenziale prodotto da dinamiche endogene e indirizzare quote significative dei fabbisogni derivanti dai saldi sociali, ivi inclusi i trasferimenti delle aree a rischio, verso territori già significativamente trasformati, ma con densità insediative basse, suscettibili perciò di più efficienti usi urbani. L’individuazione delle aree nelle quali si valuta possibile selezionare ambiti di programmabile densificazione residenziale è stata basata su due criteri essenziali: quello della integrazione delle possibilità di densificazione con gli obiettivi di riqualificazione insediativa dei contesti e quello della prossimità a stazioni del sistema dei trasporti su ferro, esistente, programmato o con possibilità di integrazione, fermo restando il vincolo di non intaccare aree pregiate per l’alto livello di biodiversità. a) Regole per i programmi di densificazione La progettazione attuativa degli interventi di densificazione residenziale dovrà prioritariamente verificare la possibilità di elevare la densità dei suoli già parzialmente edificati a bassa densità, sia attraverso intensificazioni e completamenti, sia attraverso ristrutturazioni urbanistiche volte ad incrementare non solo le volumetrie residenziali e la capacità insediativa complessiva, ma anche la dotazione di servizi ed il verde pubblico, recuperando almeno in parte, i fabbisogni pregressi. Ove ciò non fosse possibile, gli ambiti oggetto di densificazione sono da ricercare all’interno delle zone di espansione recente che presentino un impianto ancora non consolidato con spazi liberi interstiziali; delle aree periurbane già compromesse da un’edificazione diffusa e disordinata che spesso si estende in continuità tra più centri; di grandi aggregati suscettibili di un rafforzamento della capacità insediativa e di una riconfigurazione come nuclei urbani. Si dovrà comunque evitare l’interruzione dei corridori ecologici attualmente attrezzabili. I programmi di densificazione residenziale devono in ogni caso integrarsi con piani di riqualificazione urbanistica ed ambientale e, in particolare, rispettare parametri massimi relativi all’impermeabilizzazione dei suoli (mai oltre il 65% della superficie territoriale) e paradigmi di sostenibilità dell’architettura (bioclimatico, materiale a basso contenuto energetico, …) e prevedere un’adeguata offerta di prestazioni urbane in termini di servizi e di attrezzature pubbliche. b) Regole per aree di specifico interesse - aree di consolidamento urbanistico e riqualificazione ambientale, costituite da tessuti urbani di recente formazione caratterizzati da diversi gradi di densità e da differenti morfologie e qualità delle componenti. Presentano in gran parte un’organizzazione frammentata e con parziali e/o labili connessioni con il tessuto urbano preesistente, lotti inedificati e/o spazi agricoli di diversa estensione, un’inadeguata organizzazione degli spazi pubblici e una diffusa carenza di qualità e senso del tessuto connettivo. La pianificazione comunale finalizzerà le trasformazioni al soddisfacimento dei fabbisogni della popolazione residente nonché alla riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, configurando gli interventi di ristrutturazione urbanistica e completamento come occasione per ridisegnarne e qualificarne l’assetto. - aree di integrazione urbanistica e riqualificazione ambientale, costituite da zone parzialmente edificate di recente realizzazione caratterizzate in prevalenza da un elevato grado di frammentazione, dall’assenza di un impianto urbanistico coerente e riconoscibile, da bassa densità abitativa, dalla presenza di aree agricole anche estese e da una forte carenza di fattori di centralità e di attrezzature e servizi di base da cui deriva l’assenza di connotati urbani e di una soddisfacente qualità spaziale e funzionale. La pianificazione comunale dovrà essere finalizzata alla realizzazione di un nuovo assetto e al miglioramento del paesaggio urbano attraverso la riqualificazione delle aree edificate e il completamento insediativo da realizzarsi anche attraverso ristrutturazioni urbanistiche volte ad incrementare le volumetrie esistenti in attuazione della strategia espressa dal PTCP ai fini della rilocalizzazione residenziale volta a mitigare gli effetti PARTE II 20 Piano Urbanistico Comunale del rischio vulcanico, gli indirizzi del PTCP prevedono che l’incremento residenziale consentibile in tali aree sarà costituito per una quota da quello necessario a soddisfare i fabbisogni della popolazione residente esistente e prevista e per un’altra quota da un’aliquota del fabbisogno derivante dalle esigenze della predetta rilocalizzazione residenziale. Gli interventi di incremento residenziale dovranno comunque essere improntati al massimo risparmio del consumo di suolo, prevedendo aree di nuova urbanizzazione solo quando l’incremento residenziale non sia realizzabile attraverso la riorganizzazione delle aree urbanizzate esistenti e il riuso delle aree e degli edifici dismessi. - aree caratterizzate da “povertà” urbana , costituite in prevalenza dalle seguenti: • Formazioni incompiute della periferia più esterna degli insediamenti consolidati, parzialmente edificate, che possono includere anche zone con elevata copertura del suolo alternate a lotti in edificati e/o spazi agricoli anche estesi. Queste aree, generalmente prive anche dei servizi essenziali, pur in contesti notevolmente diversi, si presentano con i caratteri omologanti delle espansioni degli ultimi decenni; • Insediamenti di ERP, localizzati ai margini dei tessuti urbani come appendici galleggianti nel contesto agricolo o spesso, quelli relativamente più recenti, nel contesto della dispersione edilizia. L’assenza di complessità funzionale e di integrazione con gli insediamenti preesistenti accentuano il disagio di una “scelta” residenziale forzata, determinando condizioni di accentuata marginalità sociale; • Territori della dispersione insediativa. L’urbanizzazione dispersa si realizza come effetto congiunto dei processi di espulsione dalle città consolidate delle quote di popolazione che non sono in grado di accedere al mercato delle abitazioni; delle tendenze localizzative non governate di funzioni produttive; della domanda di un tipo di residenzialità che privilegia i vantaggi individuali concretamente conseguibili rispetto ad opportunità collettive che le città in crisi prospettano ma che spesso non sono in grado di offrire realmente; della realizzazione di infrastrutture stradali ad alto scorrimento; di forme puntuali di “valorizzazione “ del territorio extraurbano con la realizzazione di ipermercati e centri commerciali, megaristoranti e attrezzature per il tempo libero che non solo non introducono alcun elemento di strutturazione spaziale ma non incidono sulla povertà funzionale di contesti in cui prevale la componente residenziale; • Insediamenti abusivi. S ono frequentemente presenti sia nel territorio della dispersione sia nelle periferie degli insediamenti urbani. La componente residenziale e nettamente prevalente; in rapporto alla localizzazione (ai margini delle città, lungo i litorali, nel territorio aperto agricolo, o lungo la viabilità) i caratteri morfologico-spaziali e funzionali si configurano, in prevalenza, come varianti di una tipologia insediativa elementare organizzata su uno schema a pettine che, a partire dalla viabilità principale, si replica all’interno formando “grappoli” di edificazione con una sostanziale omogeneità delle tipologie edilizie, con la prevalenza della residenza mono/bifamiliare su lotti contenuta estensione e la presenza occasionale di disparati elementi di viabilità che rivela l’assenza di qualsiasi logica ordinatrice. Nei confronti di tali situazioni occorre progettare prioritariamente – con gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale, ivi inclusi i piani di recupero degli insediamenti abusivi – l’inserimento di servizi e funzioni complementari a quelli eventualmente già presenti e/o il rafforzamento di quelli già presenti quando risultino inadeguati. La modalità con cui organizzare nello spazio l’insieme dei servizi ed attività devono da un lato essere fondate su criteri di complessità funzionale, di sostenibilità ambientale, di coerenza con le specificità locali valorizzandone identità e risorse; dall’altro devono essere capaci di affrontare efficacemente le problematiche derivanti dalla caratterizzazione frammentata e fluida sia del contesto fisico – territoriale sia di quello sociale, espressioni della attuale condizione di complessità ed incertezza dei rapporti tra interessi, domande, forme spaziali, pratiche.

PARTE II 21 Piano Urbanistico Comunale Occorre quindi predisporre condizioni insediative atte a garantire eque opportunità di accesso a quei servizi che per bacino di utenza e/o efficienza e qualità della prestazione comportano una distribuzione territoriale delle sedi relativamente limitata, nonché ai luoghi della cultura, del divertimento, dello spettacolo, di cui c’è una domanda crescente e diffusa, ma anche ad assicurare esternalità che favoriscano l’insediamento di funzioni di pregio e innovative. In ordine alla qualità dell’urbanistica e dell’architettura nei nuovi insediamenti e nella riqualificazione della preesistenza devono essere osservate alcune attenzioni ai materiali, agli impianti, all’adeguatezza dell’architettura, ai luoghi e alla sostenibilità in generale, anche con riferimento alle raccomandazioni del protocollo di Kyoto e della Carta di Aalborg. - aree di insediamento produttivo, commerciale o turistico . Le aree tradizionalmente riservate ad insediamenti industriali sono stare finora in prevalenza utilizzate con criteri organizzativi e morfologici piuttosto miopi e asfittici. Le dinamiche recenti, che inducono a considerare “famiglie” di destinazioni d’uso più estese, con crescenti presenze di attività commerciali e di servizio, rendono evidenti le carenze di tali impostazioni, spesso aggravate dalla localizzazione isolata in contesti poco strutturati sotto il profilo insediativo e non più significativi dal punto di vista dei paesaggi agrari/aperti. Ciò ha reso necessario definire indirizzi impegnativi sia per la riqualificazione delle aree industriali esistenti sia per la progettazione delle nuove “aree attrezzate” per la produzione. Le iniziative da assumere devono garantire: • adeguate morfologie degli edifici, delle pertinenze e delle recinzioni, con l’eliminazione di ogni elemento di precarietà e di incompiutezza, con l’utilizzazione di materiali durevoli e di agevole manutenzione; • cospicue presenze di verde e di alberature di alto fusto sia lungo la viabilità interna sia nei parcheggi sia lungo i perimetri dei lotti; • sistemazioni qualificate degli spazi pubblici sia per la circolazione sia per gli standard urbanistici, con opportuni arredi, illuminazione segnaletica; • presenza di attrezzature e servizi collettivi per i visitatori, i clienti, i fornitori e gli addetti che rendano le aree a prevalente destinazione produttiva più simili a parti di città; • combinazioni vivaci di destinazioni diverse, in una prospettiva di “complessità” che consenta alle aree a prevalente caratterizzazione produttiva di entrare in rete con gli altri elementi dei sistemi urbani del contesto.

PARTE II 22 Piano Urbanistico Comunale 6) Il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) di Caserta: il territorio insediato e i sistemi urbani Il PTCP , come detto, è lo strumento di pianificazione territoriale intermedio tra il PTR ed il PUC dei singoli comuni, la cui funzione è stata ribadita dalla legge regionale di riforma urbanistica (L.R. 16/2004). Nella Provincia di Caserta il PTCP è approvato e vigente dal 17/07/2012 ( quindici giorni dalla data del BURC n°41 su cui la delibera di giunta regionale di verifica di compatibilità del PTCP è stata pubblicata). Ai fini del PUC progettato è di interesse la parte che analizza il “territorio insediato” ed i sistemi urbani della Provincia, con particolare riguardo all’area Aversana.

6.1- Le dinamiche strutturali della popolazione residente Presentando una ricostruzione delle dinamiche che hanno contraddistinto l’evoluzione recente della Provincia di Caserta dal punto di vista demografico, le analisi del PTCP sono state condotte ad un livello di approfondimento sub-provinciale, assumendo a tale scopo come punto di riferimento i Sistemi locali del lavoro ( Sll ) individuati dall’Istat nel 2004, costituiti dall’aggregazione di più comuni e basati sull’autocontenimento dei territori in termini di spostamenti quotidiani per motivi di studio o di lavoro, emergente dai dati censuari sulla mobilità dei cittadini. Questa scelta del progetto di pianificazione della Provincia è una modifica rispetto ai criteri dettati dal PTR di individuazione di aree omogenee sub-provinciali (i Sistemi Territoriali di Sviluppo). Nel caso in esame, comunque, il Sll di Aversa ed il STS a dominante urbano-industriale E4 – Sistema Aversano coincidono. a) Uno sguardo d’insieme alla situazione attuale Secondo i dati demografici di fonte Istat al 31/12/2007, la popolazione residente nella Provincia di Caserta ammonta nel complesso a 897.820 unità, pari al 15% circa del totale regionale. La densità provinciale supera quota 340 abitanti per kmq: un dato che, pur inferiore a quello massimo che si registra in Campania (430 ab/kmq, valore trainato dal dato record dell’area napoletana che supera i 2.600 ab/kmq) si posiziona intorno al quindicesimo posto tra le 108 provincie italiane. Quasi il 76% della popolazione provinciale – circa 676.000 abitanti – è concentrata nei territori compresi negli ambiti insediativi di Caserta (47%) e Aversa (29%). Guardando dunque ai singoli ambiti insediativi, si osserva come in quello di Caserta la densità media sale a 613 ab/kmq e in quello di Aversa addirittura a 1.313 ab/kmq: in questi due soli sistemi territoriali, ovvero in un terzo della superficie territoriale complessiva, vivono oggi oltre tre quarti degli abitanti della Provincia di Caserta . E’ interessante sottolineare come la popolazione dei due centri urbani principali di Caserta e Aversa considerati insieme ammonti a circa 131.000 unità: dal punto di vista demografico, dunque, il contributo delle due città rispetto al totale degli ambiti insediativi non è preponderante (meno del 20%): è piuttosto nel fitto tessuto di centri piccoli e medi che creano le aree urbane casertana e aversana che vive la porzione di gran lunga maggiore della popolazione degli ambiti insediativi. Nel sistema di Aversa, in particolare, oltre al centro principale (circa 52.000 residenti), altri 11 comuni presentano una popolazione superiore ai 10.000 abitanti: si tratta di territori intensamente popolati, senza soluzioni di continuità tra aree urbanizzate, con livelli di densità abitativa elevatissimi. Negli 8 comuni che compongono l’ambito insediativo del Litorale domitio, vivono invece poco più di 100.000 residenti. I restanti 106.000 abitanti della Provincia di Caserta si distribuiscono infine tra i territori collinari di (62.500 abitanti circa nel Sll ) e (44.000 circa).

PARTE II 23 Piano Urbanistico Comunale Dal punto di vista demografico, dunque, emerge una Provincia costituita da due realtà territoriali fortemente differenziate: da un lato, un’area urbana diffusa e densamente popolata, costituita da numerosi comuni di medie dimensioni addensati intorno ai poli di Caserta e Aversa e sulla costa e sviluppatisi negli ultimi 2-3 decenni a ritmi estremamente sostenuti; dall’altro, nella zona centrale e settentrionale del territorio provinciale, si trova un’area completamente diversa, costituita da centri di dimensione media e medio-piccola, dispersi su un territorio dove la presenza antropica si è mantenuta su livelli moderati e comunque tali da non alterare significativamente la conformazione originale del territorio. b) L’evoluzione demografica degli ultimi decenni Il territorio della Provincia si dimostra particolarmente dinamico, sia in termini assoluti, sia in confronto alle altre provincie campane e, soprattutto, in confronto al resto del Paese. Uno sguardo rapido ai dati relativi alle più recenti rilevazioni censuarie mostra come la Provincia abbia registrato tra il 1971 e il 2001 un tasso di variazione complessivo pari a +25,8%, un valore largamente superiore a quello di tutte le altre ripartizioni territoriali di riferimento: quintuplo, in particolare, rispetto alla media nazionale (+5,3%); doppio rispetto alla media campana (+12,7%) e alle altre provincie più dinamiche della Regione, ovvero Napoli (12,9%) e Salerno (12,1%). Anche restringendo l’analisi al periodo 1991-2001, l’incremento demografico dell’area di Caserta (+4,5%, oltre 37.000 nuovi abitanti nel decennio) si rivela assai più rilevante di quello degli altri territori presi a confronto.

Popolazione residente ai censimenti ISTAT dal 1971 al 2001

E.4 - Sistema Aversano Var. % Var. % N. 1971 1981 1991 2001 COMUNE 1971-2001 1991-2001

1 Aversa 47.332 56.425 54.032 53.369 12,75% -1,23% 2 Carinaro 3.848 4.331 5.490 6.356 65,18% 15,77% 3 Casal di Principe 15.716 16.706 18.499 19.859 26,36% 7,35% 4 Casaluce 5.669 6.902 8.895 9.567 68,76% 7,55% 5 Casapesenna 5.014 5.954 6.786 6.629 32,21% -2,31% 6 Cesa 5.110 5.678 6.751 7.460 45,99% 10,50% 7 Frignano 7.429 8.097 8.556 8.599 15,75% 0,50% 8 Gricignano d’Aversa 4.763 6.144 8.056 8.903 86,92% 10,51% 9 Lusciano 9.116 10.771 12.855 13.078 43,46% 1,73% 10 Orta di Atella 8.670 10.044 11.535 13.070 50,75% 13,31% 11 Parete 6.862 8.024 9.026 10.325 50,47% 14,39% 12 San Cipriano di Aversa 11.466 13.011 12.574 12.530 9,28% -0,35% 13 San Marcellino 7.969 9.530 11.111 11.644 46,12% 4,80% 14 Sant’Arpino 6.689 9.821 12.043 13.394 100,24% 11,22% 15 Succivo 4.954 5.656 6.483 6.850 38,27% 5,66% 16 Teverola 5.763 7.581 8.603 9.831 70,59% 14,27% 17 Trentola Ducenta 10.340 10.755 11.915 14.126 36,62% 18,56% 18 Villa di Briano 4.604 4.731 5.564 5.703 23,87% 2,50% 19 Villa Literno 7.677 9.011 10.489 10.364 35,00% -1,19% TOTALE “AVERSA” 178.991,00 209.172,00 229.263,00 241.657,00 35,01% 5,41% All’interno del territorio provinciale i ritmi di crescita più sostenuti si sono registrati, come prevedibile, negli ambiti insediativi di Caserta (+29%) e di Aversa (addirittura +35%) e del Litorale domitio, ovvero nelle aree che hanno conosciuto lo sviluppo urbanistico più rilevante. Per contro, le

PARTE II 24 Piano Urbanistico Comunale aree interne e collinari, più marginali dal punto di vista socioeconomico, hanno mostrato crescite piuttosto modeste, con rallentamenti molto evidenti soprattutto nel corso degli anni novanta. Dall’analisi degli anni più recenti, i dati anagrafici mostrano una crescita della popolazione residente in Provincia di Caserta molto pronunciata negli anni immediatamente successivi alla rilevazione censuaria del 2001, che non trova medesimo riscontro in nessuna delle altre provincie campane. Tra la fine del 2001 e la fine del 2007, in particolare, i residenti casertani sono cresciuti del 5,4% (circa 45.000 abitanti in termini assoluti), una dinamica ampiamente superiore a quella di Avellino (+2,3%), Salerno (+2,7%), Napoli e Benevento (entrambe +0,7%), nonché rispetto a tutte le altre ripartizioni territoriali prese a confronto. Analoghe differenze si riscontrano, come prevedibile, anche concentrando l’attenzione sul triennio più recente (2004-2007, secondo i dati disponibili). A livello di ambiti insediativi si nota ancora una volta come Caserta, il Litorale domitio e soprattutto Aversa abbiano registrato dinamiche di crescita molto sostenute, in buona parte trainate dal movimento migratorio in entrata e dalla regolarizzazione dei cittadini stranieri. Negli ambiti insediativi di Caserta e Aversa, in particolare, in soli 6 anni la popolazione è aumentata di 20.000 unità, per variazioni pari rispettivamente a +4,9% e +8,1%. I sistemi collinari interni, ancora una volta, registrano dinamiche opposte (ambito di Piedimonte Matese +0,4%, ambito di Teano -1,2%).

Popolazione e famiglie residenti ai censimenti ISTAT dal 2001 al 2007

E.4 - Sistema Aversano 2001 2004 2007 Var. % abitanti Var. % abitanti N. COMUNE 2001-2007 2004-2007 abitanti abitanti abitanti 1 Aversa 53.369 53.051 52.201 -2,19% -1,60% 2 Carinaro 6.356 6.729 6.780 6,67% 0,76% 3 Casal di Principe 19.859 20.158 20.708 4,28% 2,73% 4 Casaluce 9.567 9.782 10.274 7,39% 5,03% 5 Casapesenna 6.629 6.652 6.589 -0,60% -0,95% 6 Cesa 7.460 7.748 7.918 6,14% 2,19% 7 Frignano 8.599 8.570 8.519 -0,93% -0,60% 8 Gricignano d’Aversa 8.903 9.221 9.799 10,06% 6,27% 9 Lusciano 13.078 13.494 13.927 6,49% 3,21% 10 Orta di Atella 13.070 15.703 20.154 54,20% 28,34% 11 Parete 10.325 10.597 10.761 4,22% 1,55% 12 San Cipriano di Aversa 12.530 12.767 12.857 2,61% 0,70% 13 San Marcellino 11.644 12.087 12.542 7,71% 3,76% 14 Sant’Arpino 13.394 13.774 14.013 4,62% 1,74% 15 Succivo 6.850 7.158 7.431 8,48% 3,81% 16 Teverola 9.831 11.407 12.893 31,15% 13,03% 17 Trentola Ducenta 14.126 15.172 16.731 18,44% 10,28% 18 Villa di Briano 5.703 5.771 6.010 5,38% 4,14% 19 Villa Literno 10.364 10.608 10.916 5,33% 2,90% TOTALE “AVERSA” 241.657 250.449 261.023 8,01% 4,22% E’ doveroso sottolineare come a partire dall’ultimo censimento, e in particolare nei 3 anni compresi tra il 2005 e il 2007, la Provincia di Napoli abbia perduto abitanti: anche in assenza di dati specifici si tratta di un fenomeno evidentemente collegato alla contemporanea crescita delle aree urbane di Caserta e soprattutto Aversa. c) Le componenti naturali e migratorie della crescita recente

PARTE II 25 Piano Urbanistico Comunale La vitalità demografica che ha caratterizzato la Provincia di Caserta nel corso degli anni più recenti è il risultato di una dinamica positiva che interessa entrambe le componenti alla base dell’evoluzione della popolazione residente: quella naturale, ottenuta come differenza tra le nascite ed i decessi, e quella migratoria, ottenuta come saldo tra le iscrizioni e le cancellazioni dai registri anagrafici comunali. Più in particolare, la Provincia di Caserta è stata interessata da un tasso naturale ampiamente positivo nel corso dei 6 anni compresi tra il 2002 e il 2007 (+2,2%), superato dalla sola Provincia di Napoli (+2,5%), mentre per gli altri ambiti territoriali campani si assiste o a un sostanziale equilibrio tra nascite e decessi (Provincia di Salerno) o addirittura ad un saldo negativo registrato per le Provincie di Benevento e Avellino. Nella Provincia di Caserta, poi, alla crescita demografica legata alla componente naturale si è affiancato un consistente flusso migratorio in ingresso (+3,2%), nettamente superiore a quanto registrato in media nella Regione Campania, dove il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è stato sostanzialmente strabile tra il 2002 ed il 2007 (+0,3%). E’ importante sottolineare che i diffusi valori positivi del saldo migratorio negli anni recenti sia effetto principalmente dei fenomeni di regolarizzazione dei cittadini stranieri promossi dalle c.d. “sanatorie” (leggi 192/02 e 222/02), che hanno portato alla emersione, nelle liste anagrafiche, di molti cittadini stranieri già presenti probabilmente sul nostro territorio. Tale fenomeno nella Provincia di Caserta ha assunto una rilevanza senz’altro maggiore rispetto al resto della Campania. Ovviamente sono i tre ambiti insediativi di Caserta, Aversa e del Litorale domitio a mostrare dinamiche demografiche più rilevanti, sia in termini naturali (si nota un valore elevatissimo registrato da Aversa: +4,5%, ad un ritmo medio annuo appena inferiore al +1%) che migratori (in questo caso è il Litorale domitio a registrare la variazione positiva più rilevante: +6,9%). In altre parole, queste aree sono in grado di attirare notevoli flussi migratori in entrata da altri territori, composti da popolazione relativamente più giovane della media, dunque con tassi di mortalità più bassi e con una maggiore tendenza alla riproduzione. d) Il processo di invecchiamento della popolazione I dati di fonte Istat evidenziano come negli anni recenti la popolazione residente nella Provincia di Caserta sia interessata da un processo di progressivo invecchiamento, che si manifesta tuttavia con intensità e ritmi significativamente meno elevati rispetto a quelli delle altre ripartizioni territoriali prese a confronto. L’indice di vecchiaia, ottenuto dal rapporto tra la popolazione di 65 anni o più e quella totale, è aumentato dal 10,3% del 1991, al 13,4% del 2002, al 14,5% dell’inizio del 2007; quest’ultimo valore, tuttavia, risulta significativamente inferiore sia al dato medio regionale (15,5%) che a quello nazionale (19,9%), ed in Campania è superiore al solo dato relativo alla Provincia di Napoli (13,9%). Riduzioni significative, ma assai meno rilevanti, sono registrate anche dall’indice di dipendenza, che si ottiene dal rapporto tra la popolazione non produttiva e in questo senso “dipendente” (ragazzi al di sotto dei 15 anni e ultrasessantacinquenni) e quella invece “produttiva” (15-64 anni): esso scende infatti dal 49,3% del 1991 al 47,8% del 2007; la crescita progressiva del peso percentuale della popolazione anziana, in questo caso, è infatti compensato dalla contrazione delle generazioni più giovani (al di sotto dei 15 anni). A livello di ambito insediativo, si nota ancora una volta la notevole differenza tra le aree maggiormente urbanizzate di Aversa, Caserta e del Litorale domitio, con un indice di vecchiaia piuttosto contenuto (tra il 12% e il 16% circa), e le aree collinari interne di Piedimonte Matese, Teano e Mignano M. Lungo, in cui invece la popolazione anziana ha un peso assai più consistente: in questi ambiti insediativi nel 2007 il tasso di vecchiaia superi sempre quota 20%. Tutte queste indicazioni sono sinteticamente confermate dall’indicatore relativo all’età media della popolazione. Infatti la Provincia di Caserta si distingue per un’età media ampiamente inferiore a quella registrata a livello regionale e nazionale, similmente gli ambiti insediativi Caserta, PARTE II 26 Piano Urbanistico Comunale Litorale domitio e soprattutto Aversa registrano valori medi inferiori anche di 5-6 anni rispetto a quelli delle aree più interne. e) L’evoluzione e la dimensione media dei nuclei familiari Le dinamiche di crescita illustrate in precedenza hanno ovviamente generato impatti rilevanti sull’evoluzione e sulla struttura delle famiglie residenti nel territorio provinciale di Caserta. Il numero di nuclei familiari è infatti cresciuto di oltre il 13% sia nel corso degli anni ‘90, sia nel periodo successivo, per una crescita complessiva di circa 70.000 nuove famiglie in meno di 20 anni. Si tratta di dinamiche che non trovano riscontro nel resto del territorio campano, visto che mentre la media regionale supera appena quota 10%. L’aumento forte del numero di famiglie è il risultato della positiva dinamica demografica ma anche di un progressivo processo di frammentazione dei nuclei familiari 3; tale fenomeno ha peraltro trovato nel casertano caratteristiche meno pronunciate che in altre aree del Paese. Il numero medio di componenti di una famiglia residente in Provincia di Caserta è infatti pari a 2,83 unità, un valore che, pur allineato alla media campana, risulta nettamente superiore al dato medio del Mezzogiorno (2,67) e nazionale (2,44 unità). Concentrando l’analisi, ad Aversa e Litorale domitio l’incremento di nuclei familiari negli anni successivi all’ultimo censimento si attesta intorno al +17÷18%, un valore nettamente più pronunciato rispetto a quello medio provinciale. Ad Aversa, in particolare, accanto alla notevole crescita si registra anche una dimensione media familiare più rilevante (3 unità): fenomeno strettamente legato al rilevante afflusso migratorio di coppie giovani e di cittadini stranieri. f) La presenza straniera e i flussi migratori Le dinamiche recenti e le caratteristiche strutturali della popolazione residente sono oggi (e saranno in futuro) spiegate in misura rilevante dai fenomeni di immigrazione e regolarizzazione di cittadini stranieri. E’ importante tuttavia precisare che i dati di seguito presentati, ancora di fonte Istat e basati sulle statistiche anagrafiche, fanno riferimento ai soli stranieri regolarmente residenti sul territorio: la presenza di immigrati irregolari (probabilmente superiore a quella dei regolari) non è censibile né analizzabile. Gli stranieri regolarmente residenti nella Provincia di Caserta all’inizio del 2008 ammontano nel complesso a 23.252 unità, con un’incidenza sulla popolazione provinciale pari al 2,6%, largamente superiore al valore medio regionale, pari al 2,0% e a quello del Mezzogiorno (2,1%). La Provincia di Caserta è stata interessata negli ultimi anni da un crescente afflusso di manodopera immigrata: fra il 2002 e il 2008 il numero di stranieri residenti, infatti, si è più che triplicato. Tale crescita è stata senz’altro favorita anche dal fenomeno delle regolarizzazioni, avvenute a seguito delle “sanatorie” regolamentate dalle leggi 189/02 e 222/02, che sull’intero territorio nazionale hanno riguardato quasi 700.000 immigrati. Al solito si riscontrano differenze molto significative tra gli ambiti insediativi provinciali: come prevedibile, una presenza relativamente maggiore di stranieri (4,2%) si rileva negli ambiti del Litorale domitio, Aversa e Caserta, mentre nei territori più interni l’incidenza si attesta intorno al 2%. L’entità dei flussi di immigrati stranieri genera effetti non trascurabili anche sulla struttura per età della popolazione e sulla dinamica demografica: tali flussi sono infatti costituiti principalmente da individui o nuclei appartenenti a classi di età giovanili e medie, dunque con una propensione relativamente elevata a fare figli. Guardando ai principali Paesi di origine della popolazione straniera regolarmente residente nella Provincia di Caserta, la comunità più estesa

3 Oltre a motivazioni di tipo socio-culturale, la disgregazione dei nuclei familiari si lega strettamente al processo di progressivo invecchiamento della popolazione, un fenomeno che sta portando alla crescita dei nuclei familiari unipersonali, costituiti principalmente da anziani che vivono da soli. PARTE II 27 Piano Urbanistico Comunale risulta quella ucraina (incidenza del 24% circa rispetto al totale, peraltro per oltre tre quarti composta da donne); seguono la Romania, l’Albania e la Polonia (10÷11%), poi il Marocco (9%), quindi la Nigeria, Algeria e Tunisia (4÷5%).

PARTE II 28 Piano Urbanistico Comunale Popolazione e famiglie residenti ai censimenti ISTAT dal 2001 al 2009

2001 2004 31/12/2007 31/12/2009 Var. % Var. % famiglie Var. % Var. % ab STS E.4 / Sll - Var. % famiglie con famiglie famiglie abitanti extra- abitanti totali almeno N. Sistema Aversano di cui con di cui con 2007- comunitari abitanti famiglie abitanti famiglie dim 2001-2009 2007- uno COMUNE abitanti abitanti famiglie extra- almeno extra- almeno 2009 2007-2009 totali totali totali totali famiglia 2009 straniero comunitari uno comunitari uno 2007-2009 straniero straniero

1 Aversa 53.369 53.051 16.668 52.201 1.610 16.713 964 51.676 1.939 17.014 3,04 1.091 -3,17% -1,01% 20,43% 1,80% 13,17% 2 Carinaro 6.356 6.729 2.041 6.780 203 2.116 102 6.994 266 2.380 2,94 127 10,04% 3,16% 31,03% 12,48% 24,51% 3 Casal di Principe 19.859 20.158 6.780 20.708 425 6.692 193 21.102 617 6.895 3,06 309 6,26% 1,90% 45,18% 3,03% 60,10% 4 Casaluce 9.567 9.782 2.880 10.274 250 2.889 152 10.274 345 3.207 3,20 189 7,39% 0,00% 38,00% 11,01% 24,34% 5 Casapesenna 6.629 6.652 2.088 6.589 124 2.070 106 6.782 220 2.116 3,21 145 2,31% 2,93% 77,42% 2,22% 36,79% 6 Cesa 7.460 7.748 2.400 7.918 182 4.001 109 7.980 209 4.091 1,95 135 6,97% 0,78% 14,84% 2,25% 23,85% 7 Frignano 8.599 8.570 2.362 8.519 221 2.893 140 8.588 272 2.991 2,87 171 -0,13% 0,81% 23,08% 3,39% 22,14% 8 Gricignano d’Aversa 8.903 9.221 2.983 9.799 335 3.161 255 10.194 403 3.255 3,13 271 14,50% 4,03% 20,30% 2,97% 6,27% 9 Lusciano 13.078 13.494 4.408 13.927 282 4.640 171 14.275 362 4.841 2,95 231 9,15% 2,50% 28,37% 4,33% 35,09% 10 Orta di Atella 13.070 15.703 4.683 20.154 302 6.369 208 23.319 369 7.489 3,11 252 78,42% 15,70% 22,19% 17,59% 21,15% 11 Parete 10.325 10.597 3.770 10.761 385 3.790 278 10.912 528 3.920 2,78 364 5,69% 1,40% 37,14% 3,43% 30,94% 12 San Cipriano di Aversa 12.530 12.767 4.133 12.857 395 4.195 220 12.954 529 4.293 3,02 289 3,38% 0,75% 33,92% 2,34% 31,36% 13 San Marcellino 11.644 12.087 4.126 12.542 513 4.538 348 12.953 608 4.550 2,85 374 11,24% 3,28% 18,52% 0,26% 7,47% 14 Sant’Arpino 13.394 13.774 4.134 14.013 196 4.420 122 14.176 268 4.554 3,11 163 5,84% 1,16% 36,73% 3,03% 33,61% 15 Succivo 6.850 7.158 2.216 7.431 124 2.390 67 7.799 179 2.559 3,05 95 13,85% 4,95% 44,35% 7,07% 41,79% 16 Teverola 9.831 11.407 3.818 12.893 269 4.163 157 13.461 364 4.212 3,20 205 36,92% 4,41% 35,32% 1,18% 30,57% 17 Trentola Ducenta 14.126 15.172 5.300 16.731 494 6.500 203 17.570 623 6.668 2,63 214 24,38% 5,01% 26,11% 2,58% 5,42% 18 Villa di Briano 5.703 5.771 1.668 6.010 168 1.746 116 6.355 249 1.719 3,70 202 11,43% 5,74% 48,21% -1,55% 74,14% 19 Villa Literno 10.364 10.608 3.559 10.916 489 3.848 306 11.371 743 4.071 2,79 366 9,72% 4,17% 51,94% 5,80% 19,61% Totale Sll AVERSA 241.657 250.449 80.017 261.023 6.967 87.134 4.217 268.735 9.093 90.825 2,96 5.193 11,21% 2,95% 30,52% 4,24% 23,14%

PARTE II 29 Piano Urbanistico Comunale 6.2- La pressione insediativa a) Il patrimonio abitativo esistente e il suo utilizzo In base ai dati del Censimento Istat 2001, in Campania le abitazioni destinate ad alloggio 4 ammontavano nel complesso a circa 2,2 milioni di unità, il 10,8% in più rispetto a quelle censite nel 1991. A livello regionale la crescita del parco residenziale durante l’ultimo decennio intercensuario (1991-2001) è risultata nettamente inferiore a quella registrata nei tre decenni precedenti, ma appare sostanzialmente in linea con l’incremento delle famiglie residenti 5 (+9,6%).

Patrimonio abitativo e grado di utilizzo (censimento 2001) Abitazioni Abitazioni STS E.4 / Sll - Sistema occupate da occupate solo Abitazioni Grado di N. Aversano Totale persone da persone non vuote utilizzo COMUNE residenti residenti 1 Aversa 16.899 11 1.347 18.257 92,6% 2 Carinaro 1.963 6 45 2.014 97,8% 3 Casal di Principe 5.983 8 538 6.529 91,8% 4 Casaluce 2.816 0 524 3.340 84,3% 5 Casapesenna 2.038 0 71 2.109 96,6% 6 Cesa 2.232 3 168 2.403 93,0% 7 Frignano 2.550 2 151 2.703 94,4% 8 Gricignano d’Aversa 2.693 0 87 2.780 96,9% 9 Lusciano 4.087 97 431 4.615 90,7% 10 Orta di Atella 4.059 2 157 4.218 96,3% 11 Parete 3.216 0 41 3.257 98,7% 12 San Cipriano di Aversa 3.867 4 483 4.354 88,9% 13 San Marcellino 3.531 7 186 3.724 95,0% 14 Sant’Arpino 3.871 5 435 4.311 89,9% 15 Succivo 2.121 2 118 2.241 94,7% 16 Teverola 3.063 1 45 3.109 98,6% 17 Trentola Ducenta 4.200 0 135 4.335 96,9% 18 Villa di Briano 1.738 0 265 2.003 86,8% 19 Villa Literno 3.172 26 323 3.521 90,8% Totale STS “AVERSA” 74.099 174 5.550 79.823 93,0% Nella Provincia di Caserta, le abitazioni residenziali censite nel 2001 sono risultate pari a 346.637, con un’incidenza sul totale regionale pari al 15,8%. Rispetto alla situazione rilevata nel 1991, va osservato come la Provincia di Caserta abbia registrato una crescita dello stock abitativo pari al +10,5%, perfettamente in linea con il dato medio regionale. Posto uguale a 100 il numero totale delle abitazioni situate in edifici ad uso abitativo (346.447 unità), i dati relativi alla Provincia di Caserta evidenziano che:  il 21,7% delle abitazioni esistenti sono state edificate prima del 1945;

4 Nei dati di fonte ISTAT riportati in questa sede non sono comprese le abitazioni adibite esclusivamente a studi professionali, laboratori artigianali eccetera, in quanto non facenti parte del parco residenziale. 5 Negli anni più recenti, tutte le fonti sono concordi nel ritenere che ci sia stata nel nostro Paese una nuova fase di espansione edilizia, alimentata dalla forte crescita della domanda (+1,8 milioni di famiglie fra il 2001 e la fine del 2005). Secondo l’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia del Territorio, il tasso di crescita medio annuo nel periodo 2000-2005 sarebbe stato pari al +2% circa. Lo stock di abitazioni residenziali avrebbe raggiunto alla fine del 2005 un valore complessivo pari a 29,8 milioni di unità, a fronte del 27,2 milioni censiti dall’ISTAT nel 2001. PARTE II 30 Piano Urbanistico Comunale  il 30,4% è stato costruito tra il 1945 e il 1971;  il 39,7% è stato realizzato nel ventennio 1971-1991;  infine l’8,1%, pari a 28.231 unità, rappresenta la quota di alloggi fabbricata nell’ultimo decennio intercensuario (1991-2001). Se si sofferma l’attenzione sui comuni di più grande dimensione demografica emerge in modo evidente come quelli che hanno registrato una maggiore espansione edilizia nel corso degli anni ‘90 sono Casal di Principe e Caserta: in tutti e 2 questi Comuni le abitazioni realizzate nel decennio 1991-2001 sono circa il 12% del totale, quasi 4% in più di quanto si registra, in media, a livello provinciale. Al Censimento 2001, il tasso di occupazione dello stock abitativo in Provincia di Caserta è risultato pari all’80,7%, poco più del 4% al di sotto della media regionale e sostanzialmente in linea con il dato nazionale. Le abitazioni censite dall’Istat come non stabilmente occupate erano quasi 67.000, pari al 19,3% del patrimonio abitativo complessivo. Rispetto alle altre 4 province campane si nota come il dato di Caserta si collochi al di sotto di quello relativo alle province di Benevento (82,3%) e Napoli (90,8%), ma risulti superiore, seppur di poco, a quello delle province di Salerno (79,1%) e Avellino (76,5%). Rispetto al 1991, in cui il tasso di utilizzo era pari al 78,2% (245.441 abitazioni occupate su un totale di 313.825), la pressione abitativa nel territorio della Provincia di Caserta risulta dunque leggermente aumentata. Come è noto, la situazione del mercato abitativo risulta più critica nelle aree urbane e nei Comuni di più grande dimensione, dove le abitazioni occupate raggiungono generalmente valori nettamente più elevati della media nazionale (di almeno 10 punti). Se si fa riferimento ai Comuni della Provincia di Caserta di maggiore dimensione demografica si nota che i comuni di Aversa e Casal di Principe raggiungono un grado di utilizzo del patrimonio molto elevato, rispettivamente del 92,6% e 91,8%. Titolo di godimento delle abitazioni (censimento 2001) Abitazioni di Abitazioni con altro Tot Abitazioni in affitto STS E.4 / Sll - Sistema proprietà titolo abitazioni N. Aversano occupate COMUNE Valore quote sul Valore quote sul Valore quote sul da assoluto tot. assoluto tot. assoluto tot. residenti 1 Aversa 9.137 54,1% 6.722 39,8% 1.040 6,2% 16.899 2 Carinaro 1.316 67,0% 352 17,9% 295 15,0% 1.963 3 Casal di Principe 5.080 84,9% 223 3,7% 680 11,4% 5.983 4 Casaluce 1.798 63,8% 541 19,2% 477 16,9% 2.816 5 Casapesenna 1.815 89,1% 59 2,9% 164 8,0% 2.038 6 Cesa 1.329 59,5% 536 24,0% 367 16,4% 2.232 7 Frignano 1.690 66,3% 376 14,7% 484 19,0% 2.550 8 Gricignano d’Aversa 1.560 57,9% 578 21,5% 555 20,6% 2.693 9 Lusciano 2.622 64,2% 694 17,0% 771 18,9% 4.087 10 Orta di Atella 2.415 59,5% 802 19,8% 842 20,7% 4.059 11 Parete 2.355 73,2% 476 14,8% 385 12,0% 3.216 12 San Cipriano di Aversa 3.332 86,2% 128 3,3% 407 10,5% 3.867 13 San Marcellino 2.308 65,4% 501 14,2% 722 20,4% 3.531 14 Sant’Arpino 2.329 60,2% 991 25,6% 551 14,2% 3.871 15 Succivo 1.379 65,0% 409 19,3% 333 15,7% 2.121 16 Teverola 1.936 63,2% 558 18,2% 569 18,6% 3.063 17 Trentola Ducenta 3.136 74,7% 564 13,4% 500 11,9% 4.200 18 Villa di Briano 1.303 75,0% 148 8,5% 287 16,5% 1.738 19 Villa Literno 2.205 69,5% 304 9,6% 663 20,9% 3.172 Totale STS “AVERSA” 49.045 66,2% 14.962 20,2% 10.092 13,6% 74.099

PARTE II 31 Piano Urbanistico Comunale b) Il titolo di godimento delle abitazioni In Campania le abitazioni di proprietà censite nel 2001 sono 1.145.684, pari al 61,9% delle abitazioni complessive; le abitazioni in affitto risultano invece 510.278, per una quota del 27,6%; la porzione restante (10,5%) è utilizzato con altri titoli di godimento. La bassa quota di abitazioni di proprietà (1 punti in meno rispetto al dato nazionale), è attribuibile principalmente alla situazione che caratterizza la Provincia di Napoli, in cui solo 534.861 abitazioni (su un totale di 964.635 = il 55,4%) risultano di proprietà. Ancora in Campania, la quota di abitazioni in affitto raggiunge il 36%, quasi 10 punti in più della media regionale e 16 punti al di sopra della media nazionale. Per quanto riguarda in particolare la Provincia di Caserta, il 66,7% delle abitazioni rilevate dall’Istat nel 2001 risultavano essere di proprietà degli occupanti (185.683 unità); oltre 57.000 abitazioni risultano in affitto (il 20,5%) e meno di 10.000 erano le abitazioni che risultavano occupate in virtù di altri titoli di godimento. c) Le caratteristiche dimensionali delle abitazioni occupate e i livelli di affollamento Gli indicatori specifici (superficie per residente, numero di residenti per stanza, superficie media delle abitazioni occupate, numero medio di stanze per abitazione, superficie media per stanza delle abitazioni) sono stati disaggregati a livello comunale. In Campania la dimensione media delle abitazioni è di circa 90,9 mq (5,6% in meno rispetto ai valori medi dell’Italia). Ciascun residente dispone di una superficie media teorica di 29,5 mq e ogni abitazione è composta mediamente da 4 stanze di circa 22,9 mq ciascuna; in ogni stanza risultano presenti 0,78 persone. Le differenze tra i parametri nazionali e quelli regionali non sono particolarmente rilevanti (attorno al 2,8%) in termini di spazi per stanza e di stanze per abitazioni; risultano, al contrario, sensibili le disparità che riguardano la superficie pro-capite e il numero di residenti per stanza: per il primo parametro si tratta di una differenza di circa 7 mq, pari al 23,7% in meno e per il secondo indicatore si tratta di una distanza attorno al 17%. Per quanto riguarda in particolare la Provincia di Caserta, si rileva una dimensione media delle abitazioni pari a 96,9 mq. La superficie media teorica per ciascun residente è di circa 31,6 mq, mentre ciascuna abitazione ha, mediamente, 4,1 stanze con una superficie di 23,6 mq. I residenti per stanza sono 0,75. La superficie media delle abitazioni risulta superiore al dato provinciale nei Comuni di Caserta (106,8), (102,7), (98) e (99,9). Come conseguenza in questi Comuni si osserva che anche la superficie per residente è più elevata del valore medio provinciale e risulta compresa tra i 32,5 mq pro-capite di San Nicola La Strada e i 36,7 mq di Caserta. Tra i 12 comuni di maggiore dimensione, la superficie media delle abitazioni occupate più bassa si osservava a (86,7 mq) mentre la minor superficie per residente è stata stimata nel Comune di (26,8 mq). Inoltre, il Comune di Casal di Principe risulta quello con la superficie per stanza maggiore (25 mq); al contrario, le stanze delle abitazioni più piccole riguardano il Comune di Sessa Aurunca (20,7 mq). Come già osservato il numero di residenti per stanza (0,75) risulta – nella media provinciale – appena inferiore rispetto allo standard regionale (0,78). Facendo riferimento alla situazione nei centri abitati di maggiori dimensioni, si rileva un livello di attenzione nei comuni di Casal di Principe e Maddaloni (0,86) e in quelli di Marcianise e (0,81).

PARTE II 32 Piano Urbanistico Comunale

Abitazioni in edifici ad uso abitativo per periodo di edificazione Indicatori di affollamento del patrimonio abitativo

Sup media Num medio Sup media STS E.4 / Sll - Sistema Sup delle Num di Prima 1972- Dopo Abitazioni Numero di Sup per delle di stanze per stanza N. Aversano 1946-1971 Totale abitazioni residenti del 1945 1991 1991 Totali stanze residente abitazioni per delle COMUNE occupate per stanza occupate abitazioni abitazioni 1 Aversa 3.464 6.125 6.757 1.859 18.205 18.257 69.424 1.577.469 29,6 0,8 93,3 4,1 22,7 2 Carinaro 338 736 650 289 2.013 2.014 7.237 167.492 26,4 0,9 85,3 3,7 23,1 3 Casal di Principe 1.036 1.834 2.880 779 6.529 6.529 23.185 579.219 29,2 0,9 96,8 3,9 25,0 4 Casaluce 633 1.418 1.002 287 3.340 3.340 10.476 239.618 25,0 0,9 85,1 3,7 22,9 5 Casapesenna 124 651 1.080 253 2.108 2.109 8.696 229.274 34,6 0,8 112,5 4,3 26,4 6 Cesa 361 685 1.038 319 2.403 2.403 8.361 192.875 25,9 0,9 86,4 3,7 23,1 7 Frignano 530 1.037 1.014 122 2.703 2.703 9.431 205.936 23,9 0,9 80,8 3,7 21,8 8 Gricignano d’Aversa 122 1.044 1.433 181 2.780 2.780 9.597 223.339 25,1 0,9 82,9 3,6 23,3 9 Lusciano 805 1.520 1.969 321 4.615 4.615 15.128 374.816 28,7 0,9 91,7 3,7 24,8 10 Orta di Atella 1.186 1.448 1.250 334 4.218 4.218 13.374 315.259 24,1 1,0 77,7 3,3 23,6 11 Parete 406 1.041 1.446 364 3.257 3.257 12.276 298.446 28,9 0,8 92,8 3,8 24,3 12 San Cipriano di Aversa 543 1.747 1.759 303 4.352 4.354 15.509 401.707 32,1 0,8 103,9 4,0 25,9 13 San Marcellino 225 1.316 1.815 368 3.724 3.724 12.458 303.386 26,1 0,9 85,9 3,5 24,4 14 Sant’Arpino 458 1.497 2.012 344 4.311 4.311 14.570 352.539 26,3 0,9 91,1 3,8 24,2 15 Succivo 540 728 809 161 2.238 2.241 7.746 185.508 27,1 0,9 87,5 3,7 23,9 16 Teverola 291 1.178 1.168 459 3.096 3.109 11.534 263.846 26,8 0,9 86,1 3,8 22,9 17 Trentola Ducenta 465 1.356 2.034 480 4.335 4.335 16.283 386.075 27,3 0,9 91,9 3,9 23,7 18 Villa di Briano 409 459 792 343 2.003 2.003 6.853 167.122 29,3 0,8 96,2 3,9 24,4 19 Villa Literno 321 1.255 1.622 322 3.520 3.520 10.971 307.006 29,6 0,9 96,8 3,5 28,0 Totale STS “AVERSA” 12.257 27.075 32.530 7.888 79.750 79.822 283.109 6.770.932 27,7 0,9 90,8 3,8 24,1

PARTE II 33 Piano Urbanistico Comunale 6.3- Stima del fabbisogno abitativo al 2022 nello scenario del PTCP a) Il fabbisogno abitativo tendenziale al 2022 La dinamica delle famiglie esercita un’influenza diretta sul mercato abitativo: sono infatti i nuclei familiari, e non i singoli abitanti, ad esprimere la domanda di spazi abitativi. Agli scenari tendenziali di crescita demografica elaborati nelle pagine precedenti, relativi all’arco temporale 2007-2022, corrispondono in ogni caso specifici fabbisogni abitativi per ciascuno degli ambiti territoriali in cui è stata articolata la Provincia di Caserta ai fini delle scelte di piano (la famiglia è intesa qui nella accezione dell’Istat, ovvero come l’insieme di persone conviventi che, indipendentemente dai legami di parentela, coabita in una stessa unità immobiliare). Provincia di Caserta - Famiglie residenti - Scenario di PTCP al 2022 (fonte: elaborazione PTCP tab.11.6) Anno 2007 Anno 2022 Variazione assoluta Variazione %

Famiglie Dim. media Famiglie Dim. media 2007-2022 2007-2022 Aversa 86.954 2,96 104.220 2,54 17.266 19,9% Caserta 145.987 2,85 182.323 2,53 36.336 24,9% Aree Interne 45.188 2,60 49.695 2,41 4.507 10,0% Litorale domitio 38.673 2,59 45.654 2,29 6.981 18,1% Totale Provincia 316.802 2,81 381.892 2,49 65.090 20,5% Per la stima dei futuri fabbisogni abitativi è stato necessario provvedere ad una ricostruzione della situazione insediativa (il patrimonio abitativo) attuale, considerato come i dati disponibili attraverso le fonti statistiche sistematiche risalgano risalgono purtroppo alla data dell’ultima rilevazione censuaria (2001). A tale data, le abitazioni sull’intero territorio provinciale ammontava- no a 346.637 unità, in aumento di circa 33.000 unità rispetto al 1991 (+10,50%). Il tasso di occupazione delle abitazioni, inoltre, si attestava sempre al 2001 su un valore pari all’80,70%. Poiché non si dispone di dati ufficiali relativi allo stock esistente nel 2007, il numero di abitazioni nei diversi sistemi locali provinciali è stato stimato ipotizzando che, nel periodo 2001-2007, il tasso di crescita delle abitazioni (offerta) sia stato in linea con quello delle famiglie (domanda) e abbiano lasciato quindi invariato il tasso di occupazione abitativa. Su questa base, per stimare il fabbisogno di nuove abitazioni che potrà presumibilmente caratterizzare la Provincia di Caserta nel corso dei prossimi 15 anni si è fatto riferimento alle stime sull’evoluzione demografica tendenziale presentate nei capitoli precedenti, focalizzando la attenzione sull’andamento dei nuclei familiari nello scenario tendenziale. In particolare, la crescita tendenziale dei nuclei familiari prevista per il periodo 2007-2022 risulta pari a circa 65 mila unità (+20,50%). Assumendo tassi di occupazione delle abitazioni costanti (con l’eccezione del Litorale), il fabbisogno abitativo generato risulterebbe quantificabile in 70.585 unità. Come si nota – e come era lecito attendersi – i livelli di domanda più rilevanti sarebbero espressi dai 3 ambiti insediativi descritti come più dinamici in termini demografici e sociali, ovvero: Aversa (aumento di abitazioni stimato in +28,70%), Caserta (+19,50%) e Litorale domitio (+12,20%). Assai più contenuti, intorno al +4%, risulterebbero invece le variazioni previste per gli altri Ambiti provinciali. Provincia di Caserta - Stima del fabbisogno abitativo nello scenario tendenziale al 2022 Abitazioni al 2001 Abitazioni al 2007 Abitazioni al 2022 (Istat) (Stime) (scen. tendenziale) Fabbisogno Variazione N. Sll abitazioni % 2007- Tasso Tasso Tasso N. N. N. 2007-2022 2022 occupaz occupaz occupaz 1 Aversa 79.823 93,0% 93.452 93,0% 120.316 93,0% 26.864 28,7% 2 Caserta 145.027 89,9% 162.405 89,9% 194.155 89,9% 31.750 19,5% 3 Aree Interne 53.510 79,5% 56.901 79,4% 58.993 79,4% 2.092 3,7% 4 Litorale d. 68.277 47,9% 80.776 47,9% 90.655 56,3% 9.879 12,2% Provincia 346.637 80,7% 393.534 80,5% 464.119 82,3% 70.585 17,9%

PARTE II 34 Piano Urbanistico Comunale b) Il fabbisogno abitativo nello scenario del PTCP Il fabbisogno abitativo che emerge attraverso l’applicazione di risultati ottenuti nell’ambito dello scenario tendenziale, non tiene conto naturalmente degli obbiettivi strategici individuati dal PTCP in termini di riequilibrio e sostenibilità dei processi di sviluppo urbanistico della Provincia. In estrema sintesi il PTCP elabora tali risultati, prevedendo al tempo stesso una diversa articolazione territoriale del fenomeno tendente: da un lato a porre un argine al processo di periferizzazione dell’area metropolitana di Caserta rispetto alla spinta proveniente dal napoletano, limitando quindi l’espansione nell’aversano dove si dovranno invece concentrare interventi di riqualificazione del tessuto urbano anziché di ulteriore espansione; favorire un consolidamento del ruolo urbano del capoluogo e al tempo stesso un maggiore consolidamento delle aree interne. Tale scenario si ritiene possa essere sostanzialmente assunto come riferimento dal PTCP ai fini del dimensionamento abitativo. In ogni caso, considerato le particolari condizioni di degrado urbanistico che caratterizzano vasti insediamenti presenti nel territorio provinciale, è evidente come le nuove realizzazioni dovranno rappresentare il principale strumento, anche economico, per l’attuazione delle strategie di piano, ponendo al centro interventi integrati di recupero e nuova edificazione caratterizzati da un forte componente di edilizia pubblica. Provincia di Caserta - Indicazioni per il dimensionamento dei fabbisogni abitativi nell’orizzonte di piano 2007-2022 Abitazioni al 2001 Abitazioni al 2007 Incremento abitazioni 2007-2022 N. Sll (Istat) (Stime) (ipotesi dimensionamento) Numero Numero Numero Var.% 2007-2022 1 Aversa 79.823 93.452 18.785 20,1% 2 Caserta 145.027 162.405 40.693 25,1% 3 Aree Interne 53.510 56.901 6.909 12,1% 4 Litorale d. 68.277 80.776 5.351 6,6% Provincia 346.637 393.534 71.737 18,2%

6.4- Le scelte del PTCP Il lavoro di analisi effettuato nell’ambito del PTCP , ha reso evidente la gravità degli squilibri sociali e territoriali che caratterizzano la Provincia di Caserta. L’azione di riequilibrio si configura, quindi, come obbiettivo essenziale del PTCP , a partire dal riequilibrio dei pesi insediativi. In un territorio come il nostro, nessuna politica territoriale può però prescindere dalla condizione ambientale, la cui dimensione spaziale è stata indagata tramite il concetto di “territorio negato ”, ovvero le distese di aree urbane e rurali prive di funzione univocamente definita e contrassegnate da evidenti segni di degradazione. Il recupero e la riqualificazione ambientale tramite politiche di riarticolazione del sistema insediativo costituisce dunque il cuore della presente proposta di piano . La struttura insediativa della Provincia di Caserta rivela una condizione di perdurante squilibrio, sia per quanto riguarda la disponibilità di risorse (dell’armatura territoriale come di quella economico-produttiva) e di opportunità di accesso ai beni sociali, sia in termini di inadeguatezza della modalità di uso e trattamento delle sue componenti ambientali. La lettura dello spazio provinciale in termini di Sistemi locali di lavoro e la conseguente articolazione in ambiti o sub-sistemi insediativi fornisce la cornice anche all’impostazione della strategia di recupero e riqualificazione ambientale sulla quale, come si è detto, va inevitabilmente fondata la proposta di PTCP . E per una migliore comprensione di dette strategie si ripercorrono alcuni dei principali dati conoscitivi riferiti ai singoli ambiti insediativi: la dinamica e la

PARTE II 35 Piano Urbanistico Comunale concentrazione demografica, l’evoluzione e i caratteri insediativi e, infine, la pressione insediativa tendenziale e le conseguenti proposte di dimensionamento del piano. Se la dinamica insediativa è in larga misura negativa nei territori interni, di tutt’altro segno e vigore risulta nel Litorale domitio, a Caserta e ad Aversa. In questi tre più dinamici ambiti insediativi, che coprono il 53% della superficie territoriale della Provincia, risiede oltre l’86% della popolazione. Addirittura, limitandosi ai soli due ambiti di Caserta e Aversa, il rapporto tra territorio e popolazione si acuisce ancora di più: in un terzo del territorio della Provincia risiedono i tre quarti della popolazione . E’ importante, dunque, rammentare che la densità abitativa che ne consegue presenta valori che si avvicinano a quelli della Provincia di Napoli, dove l’insieme dei comuni, al netto del capoluogo, è caratterizzato da una densità abitativa di 1.950 abitanti per kmq (Istat 2001), a fronte di 1.260 ad Aversa o 600 a Caserta. Provincia di Caserta - Dinamica e concentrazione demografica Superficie Densità Comuni Popolazione residente territoriale abitativa N. Ambito insediativo Numero kmq % 1951 (n) 2005 (n) Var (%) ab/kmq

1 Piedimonte Matese 24 722 27,4% 67.536 62.669 -7,2% 87 2 Mignano M. Lungo 5 174 6,6% 17.796 11.698 -34,3% 67 3 Teano 12 349,5 13,2% 45.910 44.385 -3,3% 127 4 Litorale domitio 8 513 19,4% 69.233 99.325 43,5% 194 5 Caserta 36 682 25,8% 269.175 410.816 52,6% 602 6 Aversa 19 198,5 7,5% 131.722 250.449 90,1% 1.262 Totale 104 2.639 100,0% 601.372 879.342 46,2% 333

6.5- Altri indicatori riportati nel PTCP Di seguito si riporta una tabella nella quale sono espunti dal PTCP atri indicatori relativi alla dinamica della popolazione ed agli insediamenti abitativi.

PARTE II 36 Piano Urbanistico Comunale Indice di Indice di vecchiaia dipendenza Tasso di occupazione Dinamica della Dinamica della Dinamica delle della popolazione demografica al del patrimonio Dinamica del tasso di Densità della popolazione popolazione famiglie residenti Numero di abitazioni residente al 31/12/2005 abitativo - censimento occupazione del popolazione residente residente 2001- residente 1991- nel quinquennio per famiglia nei 31/12/2005 Residenti in età 2001 patrimonio abitativo al 31/12/2005 2005 2001 2001-2005 comuni - censimento Residenti con più non lavorativa Abitazioni occupate 1991-2001 Abitanti per kmq Variazione Variazione Variazione 2001 di 65 anni su 100 (15<>65 anni) su ogni 100 abitazioni ad Variazione percentuale percentuale percentuale percentuale E.4 - Sistema Aversano residenti 100 residenti in uso residenziale COMUNE età lavorativa 104 104

comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) comuni) indicatore indicatore indicatore indicatore indicatore indicatore indicatore indicatore indicatore graduatoria (su 104 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria graduatoria (su 104 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria 104 (su graduatoria (su graduatoria graduatoria (su STS) STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria STS) (su graduatoria graduatoria (su STS) STS) (su graduatoria Aversa 1 1 6.113,3 81 18 -1,0 65 18 -1,2 73 1 12,2 92 17 43,4 91 17 -0,8 78 8 1,08 25 12 92,6 71 15 -2,2 Carinaro 28 13 1.010,5 17 7 6,0 7 2 15,8 100 16 8,8 73 4 45,6 57 15 5,2 99 16 1,03 5 3 97,8 18 3 4,7 Casal di Principe 32 17 850,1 43 15 2,1 26 10 7,4 92 11 9,7 74 5 45,5 33 10 9,0 77 7 1,08 27 13 91,8 81 16 -4,4 Casaluce 27 12 1.022,1 9 4 8,3 25 9 7,6 101 17 8,5 90 16 43,7 28 8 10,4 43 1 1,19 61 19 84,3 100 19 -13,3 Casapesenna 12 6 2.209,7 63 17 0,3 72 19 -2,3 75 2 11,9 54 1 48,1 80 16 2,2 95 14 1,03 10 6 96,6 10 2 6,6 Cesa 8 4 2.673,8 21 9 5,0 18 8 10,5 103 18 8,1 98 19 42,1 35 11 8,8 80 9 1,07 24 11 93,0 68 14 -1,9 Frignano 31 16 866,8 83 19 -1,3 53 15 0,5 77 3 11,1 83 11 44,4 104 19 -7,4 84 10 1,06 19 10 94,4 23 5 4,2 Gricignano d'Aversa 30 15 904,8 15 6 6,5 17 7 10,5 104 19 7,0 87 14 43,9 21 6 13,9 96 15 1,03 9 5 96,9 44 10 0,5 Lusciano 6 3 2.893,4 24 10 4,3 46 14 1,7 88 10 10,2 75 6 45,1 31 9 9,5 62 3 1,13 33 15 90,7 82 17 -4,7 Orta di Atella 24 11 1.222,6 1 1 29,5 12 5 13,3 98 15 8,9 61 2 47,2 4 2 29,4 94 13 1,04 12 7 96,3 35 8 2,1 Parete 17 9 1.805,1 40 14 2,5 10 3 14,4 84 8 10,7 77 7 44,9 25 7 13,0 104 19 1,01 2 1 98,7 29 7 3,1 San Cipriano di Aversa 15 8 2.021,0 38 13 2,6 60 16 0,3 78 4 11,0 78 8 44,9 39 12 8,1 63 4 1,13 40 17 88,9 59 13 -0,6 San Marcellino 9 5 2.509,5 14 5 6,7 34 12 4,8 93 12 9,7 85 12 44,3 7 4 21,4 86 12 1,05 16 8 95,0 56 12 -0,4 Sant'Arpino 2 2 4.185,6 28 11 3,3 14 6 11,2 97 14 9,0 89 15 43,7 45 13 6,9 68 5 1,11 36 16 89,9 48 11 0,2 Succivo 29 14 984,2 18 8 6,0 29 11 5,7 82 7 10,9 79 9 44,8 46 14 6,8 85 11 1,06 18 9 94,7 19 4 4,4 Teverola 18 10 1.462,9 2 2 23,1 11 4 14,3 96 13 9,1 86 13 44,1 2 1 31,9 101 18 1,01 3 2 98,6 36 9 2,1 Trentola Ducenta 14 7 2.130,6 7 3 9,7 5 1 18,6 79 5 11,0 63 3 47,0 5 3 28,9 100 17 1,02 8 4 96,9 26 6 3,8 Villa di Briano 33 18 669,4 47 16 1,9 44 13 2,5 81 6 10,9 81 10 44,5 97 18 -2,8 54 2 1,15 50 18 86,8 86 18 -6,2 Villa Literno 51 19 168,1 30 12 3,2 64 17 -1,2 87 9 10,3 93 18 43,3 19 5 14,1 71 6 1,11 32 14 90,8 1 1 53,8 Valore Sll AVERSA 1.215,9 5,2 5,4 10,3 44,6 9,9 1,07 93,0 5,6 Valore Sll CASERTA 590,2 4,0 5,9 12,9 44,9 9,4 1,12 89,9 2,2 Valore Provincia 323,1 4,0 4,5 13,2 46,0 9,8 1,24 80,7 2,5 Valore Regione 419,6 1,6 1,3 14,1 46,7 8,2 1,18 85,0 1,2

PARTE II 37 Piano Urbanistico Comunale 6.6- Il dimensionamento del PUC di Orta di Atella secondo il PTCP a) Il dimensionamento abitativo L’articolo 66 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP riporta i “Criteri per il dimensionamento e la localizzazione delle previsioni residenziali”. Nel meglio precisare tutti gli studi riportati nella Relazione di PTCP , le NTA definiscono il carico insediativo massimo previsto nell’orizzonte temporale 2007-2018 , inteso come numero di alloggi aggiuntivi a quelli esistenti e/o autorizzati alla data di adozione del PTCP stesso (appunto, anno 2008), derivanti sia da attività di recupero e di trasformazione di volumetrie esistenti, sia da nuove costruzioni, e comprensivo di tutte le categorie residenziali ivi incluse le quote di housing sociale di cui alla DGRC 572/2010 6. Esso viene distribuito tra i diversi ambiti insediativi nei termini seguenti: Ambito insediativo Numero di alloggi

Aversa 15.500 Caserta 30.000 Aree interne 5.000 Litorale Domitio – sub ambito Nord 2.000 Litorale Domitio –sub ambito Sud 2.500 Totale 55.000 Il calcolo dell’eventuale fabbisogno ulteriore, successivo al 2018, sarà effettuato in sede di copianificazione con la Regione Campania. In linea del tutto generale, il dimensionamento residenziale di un PUC è determinato, assumendo a base la quota parte (in proporzione agli abitanti residenti nel comune nel 2007) del numero di alloggi previsti nel relativo ambito insediativo. Il dato può essere corretto nella misura di più o meno 15%, rimanendo invariato il dimensionamento complessivo dell’ambito, in funzione: dell’andamento demografico; del tasso di utilizzazione degli alloggi; del numero medio di componenti familiari; della distanza del centro abitato dalla più vicina stazione ferroviaria e del livello di servizio di quest’ultima; dei criteri di cui al 2° e 3° QTR del PTR. Limitatamente agli ambiti di Aversa e Caserta, caratterizzati da una più alta densità insediativa, il dimensionamento residenziale di un PUC (norma valida per Orta di Atella) è redistribuito in funzione del rapporto fra la densità insediativa media dell’ambito insediativo e la densità insediativa del Comune. Le densità insediative per comune sono desumibili dalla tabella n° 8.32 della relazione di piano, mentre i valori per ambito sono riportati in calce al presente comma. La formula da adottare è la seguente:

DIM amb: dimensionamento dell’ambito P com: pop. residente nel comune (2007) P amb: pop. Residente nell’ambito (2007) D amb: densità insediativa dell’ambito D com: densità insediativa nel comune (pop. residente / territorio urb.; tab. 8.32 relazione)

6 Regione Campania A.G.C. 16 - Governo del Territorio, Tutela Beni, Paesistico-Ambientali e Culturali – Delibera n°572 del 22 luglio 2010 “Approvazione linee guida in materia di Edilizia Residenziale Sociale”. L’allegato A riporta le “Linee Guida in materia di ERS, per la redazione e l’attuazione dei programmi finalizzati alla risoluzione delle problematiche abitative e alla riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico esistente”. In esso sono anche elencati i comuni, caratterizzati da alto e medio alto disagio abitativo, nel territorio dei quali era possibile un intervento straordinario di ERS, bandito dalla Regione Campania stessa. Orta di Atella non ricade in tale casistica . PARTE II 38 Piano Urbanistico Comunale Ambito insediativo DIM amb Pamb Damb [alloggi] [popolazione residente] [densità insediativa] Aversa 19.000 261.023 52,6 Caserta 40.000 418.113 37,3 Per il calcolo degli indici urbanistici si assume una grandezza media degli alloggi inclusi i relativi spazi di distribuzione e le pertinenze pari a 120 mq di superficie lorda di pavimento, pari a un volume vuoto per pieno di 400 mc. Negli ambiti di Caserta, Aversa e del Litorale Domitio, almeno il 30% del dimensionamento complessivo deve essere riservato all’edilizia sociale e al sistema dei servizi, come definiti dalla Dgr 572/2010. Nell’ambito Aree interne, la predetta quota di edilizia sociale può essere proposta dai singoli comuni in sede di formazione del PUC . Le nuove residenze vanno prioritariamente localizzate, anche attraverso interventi di recupero, ovvero di ristrutturazione urbanistica oggetto di appositi Piani Urbanistici Attuativi, nelle aree negate urbane e negli aggregati urbani degradati siti nel territorio urbano d’impianto recente. La localizzazione dei nuovi interventi considera inoltre prioritario: − il riuso delle aree impermeabilizzate; − il completamento e la densificazione delle aree già edificate nell’ottica di migliorare la condizione urbana complessiva; − la ricucitura dei margini urbani mediante la realizzazione di cinture verdi; − l’accessibilità dell’area di intervento per ridurre il traffico privato locale. Per contribuire al miglioramento della qualità urbana, gli interventi di trasformazione residenziale: − assicurano i requisiti di qualità urbana in riferimento alle linee guida di cui alla DGRC 572/2010; − prevedono un adeguato mix funzionale di residenza, servizi di vicinato, attrezzature pubbliche e altre funzioni compatibili con la funzione residenziale prevalente; − ricorrono a tipologie residenziali differenziate per promuovere concretamente un auspicato mix sociale; − promuovono modelli tipologici innovativi, basati sul recupero, sulla ristrutturazione e sul frazionamento delle unità immobiliari esistenti. b) Il dimensionamento delle aree produttive L’articolo 67 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP riporta i “Criteri per il dimensionamento e la localizzazione delle previsioni produttive”. Viene precisato che i PUC prevedono nuove attività produttive documentandone il fabbisogno attraverso uno specifico studio. In particolare, deve essere verificata la possibilità: − di raggiungere intese su base intercomunale; − di utilizzare aree già urbanizzate all’interno dei nuclei industriali individuati dal Consorzio ASI; − di utilizzare le aree negate. Il dimensionamento dei PUC per gli spazi destinati alla produzione di beni e servizi è determinato, di norma, sotto forma di incremento massimo degli spazi attualmente utilizzati , distribuiti fra gli ambiti insediativi come segue: Ambito insediativo Industria Servizi Aversa 7.6% 3.3% Caserta 12.6% 9.1% Aree interne 3.1% 1.1% Litorale Domitio 7.7% 3.6%

PARTE II 39 Piano Urbanistico Comunale Tab. 1 - Densità della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Abitanti per Kmq al 31/12/2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Aversa 6.113,3 2 2 Sant'Arpino 4.185,6 6 3 Lusciano 2.893,4 8 4 Cesa 2.673,8 9 5 San Marcellino 2.509,5 12 6 Casapesenna 2.209,7 14 7 Trentola-Ducenta 2.130,6 15 8 San Cipriano d'Aversa 2.021,0 17 9 Parete 1.805,1 18 10 Teverola 1.462,9 24 11 Orta di Atella 1.222,6 27 12 Casaluce 1.022,1 28 13 Carinaro 1.010,5 29 14 Succivo 984,2 30 15 Gricignano d'Aversa 904,8 31 16 Frignano 866,8 32 17 Casal di Principe 850,1 33 18 Villa di Briano 669,4 51 19 Villa Literno 168,1 Totale STS "AVERSA" 1.215,90 Totale Provincia di Caserta 323,10 Totale Campania 419,60 Totale Italia 189,10

Tab. 2 - Dinamica della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel quinquennio 2001-2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Orta di Atella 29,5 2 2 Teverola 23,1 7 3 Trentola-Ducenta 9,7 9 4 Casaluce 8,3 14 5 San Marcellino 6,7 15 6 Gricignano d'Aversa 6,5 17 7 Carinaro 6,0 18 8 Succivo 6,0 21 9 Cesa 5,0 24 10 Lusciano 4,3 28 11 Sant'Arpino 3,3 30 12 Villa Literno 3,2 38 13 San Cipriano d'Aversa 2,6 40 14 Parete 2,5 43 15 Casal di Principe 2,1 47 16 Villa di Briano 1,9 63 17 Casapesenna 0,3 81 18 Aversa -1,0 83 19 Frignano -1,3 Totale STS "AVERSA" 5,20 Totale Provincia di Caserta 4,00 Totale Campania 1,60 Totale Italia 3,10

PARTE II P.U.C. (40) Tab. 3 - Dinamica della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 5 1 Trentola-Ducenta 18,6 7 2 Carinaro 15,8 10 3 Parete 14,4 11 4 Teverola 14,3 12 5 Orta di Atella 13,3 14 6 Sant'Arpino 11,2 17 7 Gricignano d'Aversa 10,5 18 8 Cesa 10,5 25 9 Casaluce 7,6 26 10 Casal di Principe 7,4 29 11 Succivo 5,7 34 12 San Marcellino 4,8 44 13 Villa di Briano 2,5 46 14 Lusciano 1,7 53 15 Frignano 0,5 60 16 San Cipriano d'Aversa -0,3 64 17 Villa Literno -1,2 65 18 Aversa -1,2 72 19 Casapesenna -2,3 Totale STS "AVERSA" 5,40 Totale Provincia di Caserta 4,50 Totale Campania 1,30 Totale Italia 0,40

Tab. 4 - Indice di vecchiaia della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Residenti con più di 65 anni ogni 100 residenti totali al 31/12/2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 73 1 Aversa 12,2 75 2 Casapesenna 11,9 77 3 Frignano 11,1 78 4 San Cipriano d'Aversa 11,0 79 5 Trentola-Ducenta 11,0 81 6 Villa di Briano 10,9 82 7 Succivo 10,9 84 8 Parete 10,7 87 9 Villa Literno 10,3 88 10 Lusciano 10,2 92 11 Casal di Principe 9,7 93 12 San Marcellino 9,7 96 13 Teverola 9,1 97 14 Sant'Arpino 9,0 98 15 Orta di Atella 8,9 100 16 Carinaro 8,8 101 17 Casaluce 8,5 103 18 Cesa 8,1 104 19 Gricignano d'Aversa 7,0 Totale STS "AVERSA" 10,30 Totale Provincia di Caserta 13,20 Totale Campania 14,10 Totale Italia 18,30

PARTE II P.U.C. (41) Tab. 5 - Indice di dipendenza demografica nei comuni della Provincia di Caserta - Residenti in età non lavorativa (15< >65 anni) ogni 100 residenti in età lavorativa al 31/12/2005

Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 54 1 Casapesenna 48,1 61 2 Orta di Atella 47,2 63 3 Trentola-Ducenta 47,0 73 4 Carinaro 45,6 74 5 Casal di Principe 45,5 75 6 Lusciano 45,1 77 7 Parete 44,9 78 8 San Cipriano d'Aversa 44,9 79 9 Succivo 44,8 81 10 Villa di Briano 44,5 83 11 Frignano 44,4 85 12 San Marcellino 44,3 86 13 Teverola 44,1 87 14 Gricignano d'Aversa 43,9 89 15 Sant'Arpino 43,7 90 16 Casaluce 43,7 92 17 Aversa 43,4 93 18 Villa Literno 43,3 98 19 Cesa 42,1 Totale STS "AVERSA" 44,60 Totale Provincia di Caserta 46,00 Totale Campania 46,70 Totale Italia 47,90

Tab. 6 - Indice di ricambio generazionale nei comuni della Provincia di Caserta - Residenti tra i 15 e i 19 anni ogni 100 residenti tra i 60 e 64 anni al 31/12/2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Orta di Atella 247,0 3 2 Gricignano d'Aversa 242,3 4 3 San Marcellino 210,7 6 4 Cesa 206,5 7 5 Carinaro 204,2 8 6 Casal di Principe 200,7 10 7 Teverola 198,3 11 8 Succivo 192,8 12 9 Lusciano 192,5 13 10 Trentola-Ducenta 191,8 15 11 Casaluce 188,3 16 12 Sant'Arpino 182,8 19 13 Parete 179,1 25 14 Villa di Briano 172,2 27 15 Frignano 169,9 37 16 San Cipriano d'Aversa 163,1 38 17 Villa Literno 162,9 39 18 Casapesenna 159,5 50 19 Aversa 148,3 Totale STS "AVERSA" 181,60 Totale Provincia di Caserta 149,00 Totale Campania 144,60 Totale Italia 88,10

PARTE II P.U.C. (42) Tab. 7 - Incidenza della popolazione straniera nei comuni della Provincia di Caserta - Cittadini stranieri ogni 100 residenti totali al 01/01/2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 3 1 Parete 3,5 4 2 San Marcellino 3,4 7 3 Villa Literno 3,0 9 4 Trentola-Ducenta 2,9 10 5 Carinaro 2,9 11 6 Aversa 2,8 15 7 Casaluce 2,6 20 8 Gricignano d'Aversa 2,3 24 9 San Cipriano d'Aversa 2,3 25 10 Villa di Briano 2,2 26 11 Casapesenna 2,2 31 12 Cesa 2,0 36 13 Succivo 1,8 37 14 Teverola 1,8 38 15 Frignano 1,8 50 16 Lusciano 1,5 53 17 Orta di Atella 1,5 62 18 Sant'Arpino 1,3 65 19 Casal di Principe 1,2 Totale STS "AVERSA" 2,30 Totale Provincia di Caserta 2,10 Totale Campania 1,50 Totale Italia 4,10

Tab. 8 - Tasso di disoccupazione della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Occupati ogni 100 residenti con 15 anni e oltre al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 32 1 Carinaro 33,7 61 2 Succivo 31,1 64 3 Aversa 31,0 78 4 Parete 29,9 81 5 Teverola 29,4 86 6 Sant'Arpino 29,1 87 7 Cesa 28,4 91 8 Lusciano 27,7 92 9 Trentola-Ducenta 27,5 93 10 Casaluce 27,5 95 11 Gricignano d'Aversa 26,4 97 12 San Marcellino 25,5 98 13 Villa di Briano 25,4 99 14 Frignano 23,6 100 15 Orta di Atella 22,8 101 16 Villa Literno 22,4 102 17 Casal di Principe 21,3 103 18 San Cipriano d'Aversa 20,6 104 19 Casapesenna 16,8 Totale STS "AVERSA" 26,30 Totale Provincia di Caserta 31,30 Totale Campania 32,00 Totale Italia 42,90

PARTE II P.U.C. (43) Tab. 9 - Tasso di disoccupazione della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Residenti in cerca di occupazione ogni 100 residenti attivi al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Casal di Principe 49,3 2 2 Frignano 45,4 3 3 Villa Literno 45,3 4 4 Casapesenna 44,6 5 5 Orta di Atella 42,1 6 6 Villa di Briano 42,0 7 7 San Marcellino 41,2 8 8 Casaluce 40,8 9 9 Gricignano d'Aversa 39,4 10 10 Lusciano 38,8 11 11 Trentola-Ducenta 38,5 13 12 Cesa 37,8 14 13 San Cipriano d'Aversa 37,8 16 14 Teverola 34,6 17 15 Sant'Arpino 34,2 20 16 Parete 31,2 21 17 Succivo 31,1 24 18 Aversa 30,1 40 19 Carinaro 25,8 Totale STS "AVERSA" 38,40 Totale Provincia di Caserta 27,70 Totale Campania 27,00 Totale Italia 11,60

Tab. 10 - Grado di istruzione della popolazione residente nei comuni della Provincia di Caserta - Laureati e diplomati ogni 100 residenti al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 11 1 Aversa 31,8 59 2 Teverola 23,1 62 3 Parete 22,9 66 4 Succivo 22,7 69 5 Villa di Briano 22,7 77 6 Trentola-Ducenta 21,7 81 7 Sant'Arpino 21,1 83 8 Cesa 20,9 84 9 Carinaro 20,6 85 10 San Marcellino 20,5 88 11 Frignano 19,3 90 12 Lusciano 19,1 93 13 Casal di Principe 18,4 95 14 San Cipriano d'Aversa 18,3 96 15 Orta di Atella 18,2 99 16 Villa Literno 17,1 100 17 Casaluce 17,1 102 18 Gricignano d'Aversa 15,7 103 19 Casapesenna 14,0 Totale STS "AVERSA" 22,30 Totale Provincia di Caserta 27,40 Totale Campania 28,80 Totale Italia 31,50

PARTE II P.U.C. (44) Tab. 11 - Numero medio di componenti delle famiglie residenti nei comuni della Provincia di Caserta al 31/12/2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Frignano 3,6 4 2 Villa di Briano 3,4 8 3 Sant'Arpino 3,3 9 4 Casaluce 3,3 11 5 Succivo 3,2 12 6 Cesa 3,2 13 7 Carinaro 3,2 14 8 Orta di Atella 3,2 15 9 Casapesenna 3,2 16 10 Aversa 3,1 23 11 Casal di Principe 3,1 24 12 San Cipriano d'Aversa 3,1 25 13 Gricignano d'Aversa 3,1 30 14 Teverola 3,0 31 15 Lusciano 3,0 40 16 Parete 2,9 42 17 San Marcellino 2,9 43 18 Villa Literno 2,9 51 19 Trentola-Ducenta 2,8 Totale STS "AVERSA" 3,10 Totale Provincia di Caserta 2,90 Totale Campania 2,90 Totale Italia 2,50

Tab. 12 - Dinamica delle famiglie residenti nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel quinquennio 2001-2005 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Teverola 31,9 4 2 Orta di Atella 29,4 5 3 Trentola-Ducenta 28,9 7 4 San Marcellino 21,4 19 5 Villa Literno 14,1 21 6 Gricignano d'Aversa 13,9 25 7 Parete 13,0 28 8 Casaluce 10,4 31 9 Lusciano 9,5 33 10 Casal di Principe 9,0 35 11 Cesa 8,8 39 12 San Cipriano d'Aversa 8,1 45 13 Sant'Arpino 6,9 46 14 Succivo 6,8 57 15 Carinaro 5,2 80 16 Casapesenna 2,2 91 17 Aversa -0,8 97 18 Villa di Briano -2,8 104 19 Frignano -7,4 Totale STS "AVERSA" 9,90 Totale Provincia di Caserta 9,80 Totale Campania 8,20 Totale Italia 8,20

PARTE II P.U.C. (45) Tab. 13 - Dinamica del patrimonio abitativo ad uso residenziale nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale delle abitazioni totali nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 7 1 Casaluce 31,2 10 2 Parete 29,2 12 3 Trentola-Ducenta 29,0 15 4 Cesa 25,4 16 5 Lusciano 25,1 18 6 Orta di Atella 24,0 20 7 Sant'Arpino 21,8 22 8 Casal di Principe 21,1 23 9 Teverola 20,9 24 10 Gricignano d'Aversa 19,9 25 11 Carinaro 19,7 35 12 San Marcellino 15,8 36 13 Aversa 15,4 43 14 Villa di Briano 13,5 52 15 Succivo 10,9 54 16 San Cipriano d'Aversa 10,0 65 17 Frignano 6,8 82 18 Casapesenna 2,1 104 19 Villa Literno -57,3 Totale STS "AVERSA" 10,00 Totale Provincia di Caserta 10,50 Totale Campania 10,80 Totale Italia 9,00

Tab. 14 - Numero di abitazioni per famiglia nei comuni della Provincia di Caserta - Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 43 1 Casaluce 1,19 54 2 Villa di Briano 1,15 62 3 Lusciano 1,13 63 4 San Cipriano d'Aversa 1,13 68 5 Sant'Arpino 1,11 71 6 Villa Literno 1,11 77 7 Casal di Principe 1,08 78 8 Aversa 1,08 80 9 Cesa 1,07 84 10 Frignano 1,06 85 11 Succivo 1,06 86 12 San Marcellino 1,05 94 13 Orta di Atella 1,04 95 14 Casapesenna 1,03 96 15 Gricignano d'Aversa 1,03 99 16 Carinaro 1,03 100 17 Trentola-Ducenta 1,02 101 18 Teverola 1,01 104 19 Parete 1,01 Totale STS "AVERSA" 1,07 Totale Provincia di Caserta 1,24 Totale Campania 1,18 Totale Italia 1,25

PARTE II P.U.C. (46) Tab. 15 - Tasso di occupazione del patrimonio abitativo nei comuni della Provincia di Caserta - Abitazioni occupate ogni 100 abitazioni totali ad uso residenziale al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Parete 98,7 3 2 Teverola 98,6 5 3 Carinaro 97,8 8 4 Trentola-Ducenta 96,9 9 5 Gricignano d'Aversa 96,9 10 6 Casapesenna 96,6 12 7 Orta di Atella 96,3 16 8 San Marcellino 95,0 18 9 Succivo 94,7 19 10 Frignano 94,4 24 11 Cesa 93,0 25 12 Aversa 92,6 27 13 Casal di Principe 91,8 32 14 Villa Literno 90,8 33 15 Lusciano 90,7 36 16 Sant'Arpino 89,9 40 17 San Cipriano d'Aversa 88,9 50 18 Villa di Briano 86,8 61 19 Casaluce 84,3 Totale STS "AVERSA" 93,00 Totale Provincia di Caserta 80,70 Totale Campania 85,00 Totale Italia 80,50

Tab. 16 - Dinamica del tasso di occupazione del patrimonio abitativo nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione % nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Villa Literno 53,8 10 2 Casapesenna 6,6 18 3 Carinaro 4,7 19 4 Succivo 4,4 23 5 Frignano 4,2 26 6 Trentola-Ducenta 3,8 29 7 Parete 3,1 35 8 Orta di Atella 2,1 36 9 Teverola 2,1 44 10 Gricignano d'Aversa 0,5 48 11 Sant'Arpino 0,2 56 12 San Marcellino -0,4 59 13 San Cipriano d'Aversa -0,6 68 14 Cesa -1,9 71 15 Aversa -2,2 81 16 Casal di Principe -4,4 82 17 Lusciano -4,7 86 18 Villa di Briano -6,2 100 19 Casaluce -13,3 Totale STS "AVERSA" 5,60 Totale Provincia di Caserta 2,50 Totale Campania 1,20 Totale Italia 1,60

PARTE II P.U.C. (47) Tab. 17 - Indice di diffusione delle aziende agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Aziende agricole ogni 100 residenti al Censimento del 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 46 1 Villa Literno 10,3 67 2 Gricignano d'Aversa 4,5 72 3 Succivo 3,4 73 4 Villa di Briano 3,2 77 5 Orta di Atella 2,6 79 6 Carinaro 2,3 80 7 Casaluce 2,2 84 8 Parete 2,0 86 9 Cesa 1,8 87 10 Lusciano 1,6 88 11 Casal di Principe 1,5 90 12 Frignano 1,1 91 13 San Marcellino 1,1 93 14 Teverola 0,9 95 15 Sant'Arpino 0,8 97 16 Casapesenna 0,7 99 17 Trentola-Ducenta 0,6 103 18 Aversa 0,2 104 19 San Cipriano d'Aversa 0,1 Totale STS "AVERSA" 1,70 Totale Provincia di Caserta 4,80 Totale Campania 4,40 Totale Italia 4,50

Tab. 18 - Indice di dotazione delle attività agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Unità di lavoro equivalenti in agricoltura ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 55 1 Villa Literno 3,9 61 2 Parete 3,1 67 3 Succivo 2,5 75 4 Orta di Atella 1,9 77 5 Lusciano 1,9 78 6 Villa di Briano 1,8 84 7 Casaluce 1,0 86 8 Carinaro 0,9 89 9 Gricignano d'Aversa 0,8 90 10 Frignano 0,6 91 11 Trentola-Ducenta 0,6 92 12 Cesa 0,6 93 13 San Marcellino 0,6 95 14 Sant'Arpino 0,4 96 15 Teverola 0,3 100 16 Casal di Principe 0,2 102 17 Aversa 0,1 103 18 Casapesenna 0,1 104 19 San Cipriano d'Aversa 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,90 Totale Provincia di Caserta 2,60 Totale Campania 2,00 Totale Italia 2,30

PARTE II P.U.C. (48) Tab. 19 - Incidenza della superficie agricola utilizzata (SAU) sulla superficie agricola totale (SAT) nei comuni della Provincia di Caserta - Ettari di SAU ogni 100 ettari di SAT al Censimento del 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Casaluce 100,0 2 2 Casal di Principe 99,8 3 3 Carinaro 99,8 4 4 Succivo 99,7 5 5 San Cipriano d'Aversa 99,6 11 6 Villa di Briano 98,4 12 7 Sant'Arpino 98,3 13 8 Orta di Atella 98,2 14 9 San Marcellino 98,1 15 10 Aversa 98,1 17 11 Teverola 97,2 18 12 Villa Literno 96,6 22 13 Parete 95,0 27 14 Gricignano d'Aversa 94,4 32 15 Frignano 94,0 33 16 Trentola-Ducenta 93,2 36 17 Lusciano 92,5 41 18 Cesa 89,6 58 19 Casapesenna 77,7 Totale STS "AVERSA" 97,40 Totale Provincia di Caserta 69,80 Totale Campania 67,00 Totale Italia 67,40

Tab. 20 - Andamento della Sau nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel corso del decennio intercensuario 1990-2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Casaluce 308,3 15 2 Villa di Briano 12,1 17 3 Trentola-Ducenta 10,4 33 4 Succivo -0,5 58 5 Gricignano d'Aversa -18,5 62 6 Lusciano -21,3 67 7 Cesa -25,6 68 8 Teverola -27,0 74 9 Orta di Atella -29,3 75 10 Casal di Principe -30,7 90 11 Carinaro -39,5 91 12 Villa Literno -41,1 92 13 Sant'Arpino -41,8 96 14 San Marcellino -46,7 99 15 Parete -52,1 100 16 Frignano -56,3 101 17 Aversa -61,2 103 18 San Cipriano d'Aversa -92,4 104 19 Casapesenna -98,0 Totale STS "AVERSA" -29,70 Totale Provincia di Caserta -13,40 Totale Campania -11,20 Totale Italia -12,20

PARTE II P.U.C. (49) Tab. 21 -Andamento delle aziende agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel corso del decennio intercensuario 1990-2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 15 1 Succivo 9,3 20 2 Villa di Briano 3,4 34 3 Gricignano d'Aversa -3,6 45 4 Cesa -9,0 50 5 Lusciano -11,3 52 6 Teverola -13,6 54 7 Sant'Arpino -14,6 57 8 San Marcellino -17,3 61 9 Casaluce -19,1 72 10 Orta di Atella -25,7 74 11 Villa Literno -28,3 75 12 Carinaro -29,3 76 13 Casal di Principe -29,5 86 14 Trentola-Ducenta -36,3 91 15 Parete -42,4 92 16 Aversa -43,5 101 17 Casapesenna -60,0 102 18 Frignano -61,4 104 19 San Cipriano d'Aversa -88,7 Totale STS "AVERSA" -26,50 Totale Provincia di Caserta -15,40 Totale Campania -9,40 Totale Italia -14,20

Tab. 22 - Dimensione delle aziende agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Ettari di SAU per azienda al Censimento del 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 9 1 Casaluce 6,8 21 2 Casal di Principe 4,0 23 3 Frignano 3,6 35 4 San Cipriano d'Aversa 3,3 36 5 Parete 3,2 40 6 Villa di Briano 3,0 57 7 Trentola-Ducenta 2,2 63 8 Lusciano 2,0 66 9 Aversa 1,9 73 10 Orta di Atella 1,6 85 11 San Marcellino 1,3 88 12 Villa Literno 1,2 89 13 Succivo 1,2 91 14 Gricignano d'Aversa 1,1 92 15 Teverola 1,0 96 16 Carinaro 1,0 99 17 Sant'Arpino 0,8 101 18 Cesa 0,7 104 19 Casapesenna 0,1 Totale STS "AVERSA" 2,00 Totale Provincia di Caserta 2,60 Totale Campania 2,40 Totale Italia 5,10

PARTE II P.U.C. (50) Tab. 23 - Incidenza della superficie agricola investita a vite sul totale della SAU nei comuni della Provincia di Caserta - Ettari di superficie investita a vite ogni 100 ettari di SAU al Censimento 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Cesa 61,3 2 2 Teverola 20,2 7 3 Sant'Arpino 13,7 8 4 Orta di Atella 13,4 9 5 Casaluce 12,4 11 6 Succivo 10,4 13 7 Aversa 9,2 15 8 Carinaro 8,2 16 9 San Cipriano d'Aversa 8,1 31 10 Trentola-Ducenta 4,7 38 11 Lusciano 3,3 57 12 Casapesenna 2,0 74 13 Villa Literno 0,5 78 14 Casal di Principe 0,3 85 15 Parete 0,1 87 16 Frignano 0,1 96 17 Villa di Briano 0,0 100 18 San Marcellino 0,0 101 19 Gricignano d'Aversa 0,0 Totale STS "AVERSA" 5,30 Totale Provincia di Caserta 3,00 Totale Campania 14,60 Totale Italia 5,40

Tab. 24 - Andamento della superficie agricola investita a vite nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel decennio intercensuario 1990-2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Orta di Atella 3.516,7 3 2 Trentola-Ducenta 1.977,5 4 3 Casaluce 1.165,3 6 4 Cesa 127,0 9 5 Carinaro 108,4 11 6 Teverola 71,4 14 7 Aversa 55,9 19 8 Succivo 30,2 30 9 Casal di Principe 0,0 31 10 Frignano 0,0 34 11 Villa di Briano 0,0 37 12 San Cipriano d'Aversa -3,6 46 13 Sant'Arpino -15,4 61 14 Villa Literno -37,6 65 15 Lusciano -41,7 94 16 Parete -96,6 96 17 Casapesenna -99,2 99 18 Gricignano d'Aversa -100,0 102 19 San Marcellino -100,0 Totale STS "AVERSA" 127,00 Totale Provincia di Caserta -24,50 Totale Campania 119,90 Totale Italia -23,10

PARTE II P.U.C. (51) Tab. 25 - incidenza della superficie agricola investita a olivo sul totale della SAU nei comuni della Provincia di Caserta - Ettari di superficie investita a olivo ogni 100 ettari di SAU al Censimento 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 67 1 Aversa 1,0 70 2 Cesa 0,4 74 3 Lusciano 0,2 77 4 Orta di Atella 0,0 78 5 Trentola-Ducenta 0,0 79 6 Casaluce 0,0 80 7 Carinaro 0,0 82 8 Teverola 0,0 83 9 Succivo 0,0 84 10 San Cipriano d'Aversa 0,0 85 11 Sant'Arpino 0,0 86 12 Villa Literno 0,0 90 13 Parete 0,0 91 14 Casapesenna 0,0 95 15 San Marcellino 0,0 96 16 Gricignano d'Aversa 0,0 98 17 Casal di Principe 0,0 99 18 Frignano 0,0 103 19 Villa di Briano 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,00 Totale Provincia di Caserta 8,80 Totale Campania 19,40 Totale Italia 8,20

Tab. 26 - Andamento della superficie agricola investita a olivo nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale nel decennio intercensuario 1990-2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 57 1 Orta di Atella 0,0 58 2 Trentola-Ducenta 0,0 59 3 Casaluce 0,0 60 4 Cesa 0,0 61 5 Aversa 0,0 62 6 Succivo 0,0 64 7 Casal di Principe 0,0 65 8 Frignano 0,0 68 9 Villa di Briano 0,0 70 10 San Cipriano d'Aversa 0,0 71 11 Sant'Arpino 0,0 72 12 Villa Literno 0,0 73 13 Lusciano 0,0 76 14 Parete 0,0 77 15 Casapesenna 0,0 78 16 Gricignano d'Aversa 0,0 80 17 San Marcellino 0,0 98 18 Carinaro -100,0 100 19 Teverola -100,0 Totale STS "AVERSA" -15,10 Totale Provincia di Caserta 14,10 Totale Campania 79,10 Totale Italia 4,60

PARTE II P.U.C. (52) Tab. 27 - Incidenza delle aziende agricole con allevamenti sul totale nei comuni della Provincia di Caserta - Aziende agricole con allevamenti per ogni 100 aziende totali al Censimento 2000 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 64 1 Sant'Arpino 4,8 75 2 Casal di Principe 2,4 76 3 Villa di Briano 2,2 80 4 Aversa 1,8 85 5 Villa Literno 0,9 87 6 Casaluce 0,5 91 7 Carinaro 0,0 92 8 Teverola 0,0 94 9 Cesa 0,0 95 10 Lusciano 0,0 96 11 Orta di Atella 0,0 97 12 Trentola-Ducenta 0,0 98 13 Succivo 0,0 99 14 San Cipriano d'Aversa 0,0 100 15 Parete 0,0 101 16 Casapesenna 0,0 102 17 San Marcellino 0,0 103 18 Gricignano d'Aversa 0,0 104 19 Frignano 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,70 Totale Provincia di Caserta 20,80 Totale Campania 28,20 Totale Italia 26,10

Tab. 28 - Indice di diffusione delle unità locali extra-agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Unità locali extra-agricole ogni 100 residenti al Censimento del 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 17 1 Aversa 5,9 18 2 Casapesenna 5,9 45 3 San Cipriano d'Aversa 5,2 51 4 San Marcellino 5,0 58 5 Teverola 4,8 60 6 Villa di Briano 4,8 72 7 Sant'Arpino 4,5 80 8 Succivo 4,4 82 9 Casal di Principe 4,3 85 10 Carinaro 4,1 87 11 Parete 4,0 88 12 Villa Literno 4,0 91 13 Trentola-Ducenta 3,9 94 14 Lusciano 3,7 95 15 Gricignano d'Aversa 3,7 97 16 Frignano 3,5 98 17 Casaluce 3,4 101 18 Orta di Atella 3,3 102 19 Cesa 3,1 Totale STS "AVERSA" 4,50 Totale Provincia di Caserta 5,40 Totale Campania 6,00 Totale Italia 8,30

PARTE II P.U.C. (53) Tab. 29 - Indice di dotazione delle attività extra-agricole nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle unità locali extra-agricole ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Carinaro 52,1 3 2 Teverola 47,1 14 3 Aversa 28,0 28 4 Gricignano d'Aversa 22,3 33 5 Casapesenna 21,0 39 6 Sant'Arpino 19,2 49 7 San Cipriano d'Aversa 17,4 51 8 Villa Literno 17,1 60 9 Succivo 15,3 61 10 Villa di Briano 15,3 62 11 Casal di Principe 15,3 63 12 Lusciano 15,0 69 13 San Marcellino 13,9 72 14 Trentola-Ducenta 13,7 78 15 Casaluce 13,0 81 16 Parete 12,6 85 17 Cesa 12,3 86 18 Orta di Atella 12,2 87 19 Frignano 12,2 Totale STS "AVERSA" 20,50 Totale Provincia di Caserta 24,60 Totale Campania 27,30 Totale Italia 39,70

Tab. 30 - Incidenza del settore industriale sull'apparato produttivo nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti all'industria in senso lato ogni 100 addetti totali registrati dal Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Carinaro 77,2 5 2 Casapesenna 68,5 9 3 San Cipriano d'Aversa 56,0 10 4 Sant'Arpino 55,8 11 5 Gricignano d'Aversa 53,9 14 6 Villa di Briano 49,9 18 7 Casal di Principe 44,9 20 8 Teverola 44,0 21 9 Cesa 43,1 27 10 Casaluce 39,6 29 11 Lusciano 39,1 32 12 Frignano 38,4 38 13 Orta di Atella 36,4 39 14 Parete 35,2 41 15 Trentola-Ducenta 34,2 43 16 Succivo 32,5 45 17 San Marcellino 32,4 67 18 Villa Literno 25,6 76 19 Aversa 22,4 Totale STS "AVERSA" 39,30 Totale Provincia di Caserta 31,70 Totale Campania 26,50 Totale Italia 34,00

PARTE II P.U.C. (54) Tab. 31 - Indice di dotazione delle attività industriali nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle unità locali industriali ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Carinaro 40,2 6 2 Teverola 20,7 9 3 Casapesenna 14,4 10 4 Gricignano d'Aversa 12,0 14 5 Sant'Arpino 10,7 16 6 San Cipriano d'Aversa 9,7 29 7 Villa di Briano 7,6 34 8 Casal di Principe 6,9 38 9 Aversa 6,3 43 10 Lusciano 5,8 48 11 Cesa 5,3 50 12 Casaluce 5,2 53 13 Succivo 5,0 54 14 Frignano 4,7 55 15 Trentola-Ducenta 4,7 59 16 San Marcellino 4,5 60 17 Orta di Atella 4,5 61 18 Parete 4,4 62 19 Villa Literno 4,4 Totale STS "AVERSA" 8,00 Totale Provincia di Caserta 7,80 Totale Campania 7,20 Totale Italia 13,50

Tab. 32 - Andamento dell'occupazione industriale nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale degli addetti all'industria in senso lato nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 San Cipriano d'Aversa 935,5 2 2 Villa Literno 568,5 3 3 Casal di Principe 541,2 4 4 Trentola-Ducenta 374,3 5 5 Lusciano 269,6 6 6 San Marcellino 232,8 8 7 Frignano 227,6 10 8 Parete 176,9 14 9 Casaluce 124,3 15 10 Villa di Briano 117,1 16 11 Cesa 109,6 22 12 Carinaro 86,2 23 13 Casapesenna 83,1 24 14 Succivo 83,0 28 15 Aversa 57,1 40 16 Teverola 30,8 46 17 Sant'Arpino 19,4 48 18 Gricignano d'Aversa 17,4 59 19 Orta di Atella 8,0 Totale STS "AVERSA" 91,00 Totale Provincia di Caserta 18,90 Totale Campania -1,50 Totale Italia -2,60

PARTE II P.U.C. (55) Tab. 33 - Indice di dotazione delle attività manifatturiere nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle unità locali manifatturiere per ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 2 1 Carinaro 37,6 6 2 Teverola 17,2 12 3 Sant'Arpino 8,7 31 4 Aversa 3,9 37 5 Lusciano 3,2 53 6 Cesa 2,1 56 7 Orta di Atella 1,9 58 8 Gricignano d'Aversa 1,9 59 9 Trentola-Ducenta 1,9 68 10 Succivo 1,6 72 11 San Marcellino 1,5 75 12 Casaluce 1,4 76 13 Villa di Briano 1,3 81 14 Villa Literno 1,2 83 15 Frignano 1,1 86 16 Casal di Principe 1,1 87 17 San Cipriano d'Aversa 1,0 90 18 Parete 0,8 101 19 Casapesenna 0,3 Totale STS "AVERSA" 4,00 Totale Provincia di Caserta 5,00 Totale Campania 4,80 Totale Italia 10,00

Tab. 34 - Dimensione media delle unità locali manifatturiere nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti per unità locale al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Carinaro 31,0 5 2 Teverola 21,8 23 3 Sant'Arpino 6,5 25 4 Aversa 6,2 40 5 Cesa 4,6 41 6 Lusciano 4,5 43 7 Gricignano d'Aversa 4,2 49 8 Orta di Atella 3,5 56 9 Casaluce 3,3 57 10 Frignano 3,3 60 11 Trentola-Ducenta 3,2 65 12 Succivo 2,9 66 13 San Cipriano d'Aversa 2,9 68 14 Parete 2,8 73 15 San Marcellino 2,5 74 16 Casal di Principe 2,5 85 17 Villa di Briano 2,0 88 18 Villa Literno 1,9 100 19 Casapesenna 1,1 Totale STS "AVERSA" 6,70 Totale Provincia di Caserta 7,60 Totale Campania 6,00 Totale Italia 8,30

PARTE II P.U.C. (56) Tab. 35 - Andamento dell'occupazione manifatturiera nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione % degli addetti manifatturieri nel corso del decennio intercensuario 1991-2001

Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 11 1 Casal di Principe 191,1 13 2 Villa Literno 166,7 15 3 Trentola-Ducenta 128,9 17 4 Cesa 120,4 20 5 Lusciano 112,4 24 6 San Cipriano d'Aversa 98,0 30 7 Carinaro 79,7 34 8 Casaluce 64,5 35 9 Succivo 61,1 42 10 Aversa 33,2 44 11 San Marcellino 29,4 50 12 Teverola 18,4 52 13 Villa di Briano 15,7 54 14 Sant'Arpino 14,1 62 15 Frignano 0,0 69 16 Orta di Atella -3,5 77 17 Parete -14,8 81 18 Casapesenna -22,7 100 19 Gricignano d'Aversa -77,0 Totale STS "AVERSA" 30,60 Totale Provincia di Caserta 7,40 Totale Campania -5,40 Totale Italia -6,10

Tab. 36 - Indice di dotazione del settore delle costruzioni nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle unità locali edili ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Casapesenna 14,1 2 2 Gricignano d'Aversa 10,1 3 3 San Cipriano d'Aversa 8,8 5 4 Villa di Briano 6,3 6 5 Casal di Principe 5,8 10 6 Casaluce 3,8 12 7 Teverola 3,6 13 8 Frignano 3,6 15 9 Parete 3,5 18 10 Succivo 3,4 19 11 Cesa 3,2 20 12 Villa Literno 3,2 23 13 San Marcellino 3,0 27 14 Trentola-Ducenta 2,8 28 15 Carinaro 2,7 30 16 Lusciano 2,7 36 17 Orta di Atella 2,5 43 18 Aversa 2,2 56 19 Sant'Arpino 1,9 Totale STS "AVERSA" 4,00 Totale Provincia di Caserta 2,60 Totale Campania 2,20 Totale Italia 3,10

PARTE II P.U.C. (57) Tab. 37 - Andamento dell'occupazione nel settore delle costruzioni nei comuni della Provincia di Caserta -Variazione percentuale degli addetti nelle costruzioni nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Lusciano 3.275,0 2 2 Villa Literno 2.108,3 3 3 San Cipriano d'Aversa 1.868,2 4 4 Trentola-Ducenta 1.627,8 5 5 Casal di Principe 1.518,2 6 6 San Marcellino 1.240,0 7 7 Frignano 1.115,0 8 8 Parete 485,7 10 9 Gricignano d'Aversa 412,1 11 10 Carinaro 280,0 16 11 Teverola 171,0 17 12 Villa di Briano 165,4 19 13 Casaluce 158,9 21 14 Aversa 136,7 24 15 Cesa 103,3 29 16 Succivo 95,7 31 17 Casapesenna 89,1 34 18 Sant'Arpino 75,7 49 19 Orta di Atella 19,0 Totale STS "AVERSA" 277,00 Totale Provincia di Caserta 55,10 Totale Campania 12,80 Totale Italia 14,80

Tab. 38 - Incidenza del settore terziario nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle attività terziarie ogni 100 addetti totali al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 30 1 Aversa 77,6 40 2 Villa Literno 73,6 61 3 San Marcellino 67,5 62 4 Succivo 67,5 65 5 Trentola-Ducenta 65,5 66 6 Orta di Atella 63,6 67 7 Parete 63,5 73 8 Frignano 61,3 74 9 Lusciano 60,5 78 10 Casaluce 59,3 84 11 Cesa 56,9 85 12 Teverola 56,0 87 13 Casal di Principe 55,1 91 14 Villa di Briano 50,1 94 15 Gricignano d'Aversa 45,5 95 16 Sant'Arpino 44,2 96 17 San Cipriano d'Aversa 44,0 100 18 Casapesenna 31,5 104 19 Carinaro 22,8 Totale STS "AVERSA" 60,60 Totale Provincia di Caserta 68,10 Totale Campania 73,20 Totale Italia 65,30

PARTE II P.U.C. (58) Tab.39 - Indice di dotazione delle attività terziarie nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle attività terziarie ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 5 1 Teverola 26,4 8 2 Aversa 21,7 35 3 Villa Literno 12,6 40 4 Carinaro 11,9 55 5 Succivo 10,4 61 6 Gricignano d'Aversa 10,1 72 7 San Marcellino 9,4 75 8 Lusciano 9,1 78 9 Trentola-Ducenta 9,0 80 10 Sant'Arpino 8,5 81 11 Casal di Principe 8,4 85 12 Parete 8,0 88 13 Orta di Atella 7,8 89 14 Casaluce 7,7 90 15 Villa di Briano 7,7 91 16 San Cipriano d'Aversa 7,7 93 17 Frignano 7,5 100 18 Cesa 7,0 101 19 Casapesenna 6,6 Totale STS "AVERSA" 12,40 Totale Provincia di Caserta 16,80 Totale Campania 20,00 Totale Italia 25,90

Tab. 40 - Andamento dell'occupazione terziaria nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione di percentuale degli addetti alle attività terziarie nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 1 1 Teverola 242,0 8 2 Carinaro 62,9 9 3 Casal di Principe 52,9 10 4 Gricignano d'Aversa 50,4 14 5 Aversa 34,9 17 6 Lusciano 23,8 20 7 Villa Literno 22,1 27 8 Casaluce 18,6 34 9 San Cipriano d'Aversa 14,7 42 10 Parete 10,4 44 11 San Marcellino 9,9 51 12 Orta di Atella 5,6 52 13 Trentola-Ducenta 5,2 56 14 Succivo 2,9 64 15 Sant'Arpino 0,1 66 16 Villa di Briano -0,9 78 17 Cesa -7,8 92 18 Casapesenna -24,6 101 19 Frignano -35,8 Totale STS "AVERSA" 27,80 Totale Provincia di Caserta 18,10 Totale Campania 10,90 Totale Italia 14,40

PARTE II P.U.C. (59) Tab. 41 - Indice di dotazione del terziario avanzato (*) nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alle unità locali del terziario avanzato ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento del 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 13 1 Aversa 2,4 20 2 Villa Literno 1,5 28 3 Carinaro 1,4 44 4 Succivo 1,0 46 5 Teverola 1,0 48 6 San Marcellino 1,0 49 7 Parete 0,9 50 8 Casapesenna 0,9 59 9 Gricignano d'Aversa 0,8 65 10 San Cipriano d'Aversa 0,7 66 11 Frignano 0,7 70 12 Sant'Arpino 0,7 77 13 Orta di Atella 0,6 78 14 Casal di Principe 0,6 82 15 Villa di Briano 0,6 86 16 Trentola-Ducenta 0,5 87 17 Lusciano 0,5 96 18 Cesa 0,4 99 19 Casaluce 0,3 Totale STS "AVERSA" 1,10 Totale Provincia di Caserta 2,20 Totale Campania 3,00 Totale Italia 5,00

(*) Nel terziario avanzato sono state comprese le seguenti attività economiche secondo la classificazione Ateco91: (65) Intermediazione monetaria e finanziaria; (66) Assicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie; (72) Informatica ed attività connesse; (73) Ricerca e sviluppo; (74) Altre attività professionali e imprenditoriali.

PARTE II P.U.C. (60) Tab. 42 - Andamento dell'occupazione nel terziario avanzato nei comuni della Provincia di Caserta - Variazione percentuale degli addetti alle attività del terziario avanzato nel corso del decennio intercensuario 1991-2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 4 1 Carinaro 644,4 5 2 Villa Literno 525,0 10 3 San Cipriano d'Aversa 288,9 12 4 Gricignano d'Aversa 266,7 13 5 Casapesenna 242,9 29 6 San Marcellino 115,0 35 7 Villa di Briano 108,3 36 8 Aversa 108,3 37 9 Lusciano 108,0 38 10 Parete 105,4 44 11 Cesa 91,7 45 12 Casal di Principe 90,0 49 13 Sant'Arpino 86,8 51 14 Trentola-Ducenta 84,4 53 15 Teverola 81,4 63 16 Succivo 60,0 70 17 Orta di Atella 47,6 84 18 Casaluce 9,5 100 19 Frignano -31,4 Totale STS "AVERSA" 109,20 Totale Provincia di Caserta 79,70 Totale Campania 61,50 Totale Italia 57,10

Tab. 43 - Indice di densità dei posti letto delle strutture ricettive nei comuni della Provincia di Caserta - Offerta di posti letto totali ogni 100 residenti al 31/12/2004 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 32 1 Villa Literno 0,5 34 2 Orta di Atella 0,4 39 3 Aversa 0,2 42 4 Lusciano 0,1 52 5 Carinaro 0,0 54 6 Casal di Principe 0,0 55 7 Casaluce 0,0 58 8 Cesa 0,0 63 9 Frignano 0,0 68 10 Gricignano d'Aversa 0,0 71 11 Parete 0,0 85 12 San Cipriano d'Aversa 0,0 87 13 San Marcellino 0,0 93 14 Sant'Arpino 0,0 95 15 Succivo 0,0 96 16 Teverola 0,0 98 17 Trentola-Ducenta 0,0 102 18 Villa di Briano 0,0 104 19 Casapesenna 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,10 Totale Provincia di Caserta 1,70 Totale Campania 3,20 Totale Italia 7,60

PARTE II P.U.C. (61) Tab. 44 - Indice di densità dei posti letto delle strutture alberghiere nei comuni della Provincia di Caserta - Offerta di posti letto alberghieri ogni 100 residenti al 31/12/2004 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 21 1 Villa Literno 0,5 22 2 Orta di Atella 0,4 25 3 Aversa 0,2 28 4 Lusciano 0,1 52 5 Carinaro 0,0 54 6 Casal di Principe 0,0 55 7 Casaluce 0,0 58 8 Cesa 0,0 63 9 Frignano 0,0 68 10 Gricignano d'Aversa 0,0 71 11 Parete 0,0 85 12 San Cipriano d'Aversa 0,0 87 13 San Marcellino 0,0 93 14 Sant'Arpino 0,0 95 15 Succivo 0,0 96 16 Teverola 0,0 98 17 Trentola-Ducenta 0,0 102 18 Villa di Briano 0,0 104 19 Casapesenna 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,10 Totale Provincia di Caserta 1,00 Totale Campania 1,80 Totale Italia 3,80

Tab. 45 - Indice di densità dei posti letto delle strutture extra-alberghiere nei comuni della Provincia di Caserta - Offerta di posti letto extra-alberghieri ogni 100 residenti al 31/12/2004

Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 37 1 Villa Literno 0,0 38 2 Orta di Atella 0,0 41 3 Aversa 0,0 43 4 Lusciano 0,0 52 5 Carinaro 0,0 54 6 Casal di Principe 0,0 55 7 Casaluce 0,0 58 8 Cesa 0,0 63 9 Frignano 0,0 68 10 Gricignano d'Aversa 0,0 71 11 Parete 0,0 85 12 San Cipriano d'Aversa 0,0 87 13 San Marcellino 0,0 93 14 Sant'Arpino 0,0 95 15 Succivo 0,0 96 16 Teverola 0,0 98 17 Trentola-Ducenta 0,0 102 18 Villa di Briano 0,0 104 19 Casapesenna 0,0 Totale STS "AVERSA" 0,00 Totale Provincia di Caserta 0,70 Totale Campania 1,40 Totale Italia 3,90

PARTE II P.U.C. (62) Tab. 46 - Indice di dotazione delle attività turistiche nei comuni della Provincia di Caserta - Addetti alla filiera turistica (*) ogni 100 residenti in età lavorativa (>15 anni) al Censimento del 2001 Graduatoria Graduatoria STS E.4 / PTCP COMUNI Indicatore Sll Sistema Aversano Caserta 9 1 Villa Literno 1,5 21 2 Teverola 1,0 33 3 Lusciano 0,7 37 4 Succivo 0,7 41 5 Aversa 0,6 55 6 Gricignano d'Aversa 0,5 56 7 Parete 0,5 72 8 Trentola-Ducenta 0,4 73 9 Sant'Arpino 0,4 74 10 Villa di Briano 0,4 76 11 San Marcellino 0,4 77 12 Carinaro 0,4 82 13 Casal di Principe 0,3 91 14 San Cipriano d'Aversa 0,2 96 15 Orta di Atella 0,2 98 16 Frignano 0,2 99 17 Cesa 0,2 102 18 Casaluce 0,1 103 19 Casapesenna 0,1 Totale STS "AVERSA" 0,50 Totale Provincia di Caserta 0,70 Totale Campania 1,10 Totale Italia 1,80

(*) Nelle attività legate alla filiera turistica sono state comprese le seguenti attività economiche secondo la classificazione Ateco91: (551) Alberghi; (552) Campeggi e altri alloggi per brevi soggiorni; (553) Ristoranti; (554) Bar; (555) Mense e forniture per pasti preparati; (663) Attività delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici; attività di assistenza turistica n.c.a.

PARTE II P.U.C. (63) PARTE III – Previsioni di sviluppo ed obiettivi generali

1) Indicazioni di sviluppo del PUC di Orta di Atella. Secondo la commessa di piano che riportata la volontà dell’Amministrazione Comunale, il PUC opera un intervento incisivo, volto non solo alla rifunzionalizzazione del territorio ed alla dotazione degli standards previsti dalle norme, ma tendente anche al recupero di spazi vivibili e alla riqualificazione ambientale mediante l’attuazione di interventi urbanisticamente corretti. Si è soprattutto, pertanto, pensato alla sistemazione ed al risanamento del territorio, con il recupero degli aspetti finora tralasciati. In conseguenza di ciò il PUC distribuisce le attrezzature, al momento insufficienti, regolarizza la viabilità, tende alla salvaguardia del centro storico e alla valorizzazione delle periferie; tiene, conseguentemente, in doveroso conto il reperimento di aree da destinare a standard ed all’insediamento di attrezzature, in una auspicabile conciliazione del pubblico con il privato. In pari conto il PUC tiene lo sviluppo di possibilità occupazionali sia tramite l’incentivazione del secondario e del terziario che attraverso la valorizzazione dell’ambiente. Il PUC opera alle diverse scale, territoriale, settoriale, di sistema locale, etc., dando, quando necessario, indicazioni puntuali al fine di incidere operativamente nelle situazione critiche o complesse, che necessitano di maggior dettaglio o di immediata attuazione. Punto di partenza per la definizione di interventi mirati alla realizzazione degli obiettivi prefissati è stata l’approfondita analisi della situazione attuale dell’intero territorio atellano, delle sue risorse, delle potenzialità e delle criticità, anche in relazione ad un ambito territoriale più vasto. Tutto ciò nella convinzione che la comprensione del contesto, nelle sue componenti non solo fisiche e formali, ma anche di relazione, sociali ed economiche, sia uno strumento fondamentale della pianificazione. Il PUC è dotato dei seguenti Piani di Settore riguardanti il territorio comunale nel nuovo strumento urbanistico quali: - Piano di zonizzazione acustica redatto in base alle linee guida contenute nella delibera di G.R. n° 2436 del 01.08.03 pubblicata sul B.U.R.C. del 15.09.03; - Piano Urbano del traffico di cui all’art. 36 DLgs 285/92; - Piano Comunale del Commercio (SIAD) di cui alla L.R. n° 1/2000; - Piano Urbano Parcheggi di cui alla Legge 122/89. Gli obiettivi cui tende il PUC sono: 1) STANDARDS: - riqualificazione ambientale tramite l’applicazione degli standards, con conseguente previsione delle attrezzature necessarie e loro diffusione su tutto il territorio; - sono stati dimensionati i comparti in misura tale da rendere detti ambiti autosufficienti dal punto di vista delle infrastrutture, a realizzarsi nell’ambito della realizzazione dei singoli PUA; 2) AMBIENTE e TUTELA: - tutela ambientale e valorizzazione delle aree di interesse naturalistico tramite percorsi ecologici e parchi; - protezione dell’area assoggettata a rischio idrogeologico; 3) ZONA RURALE E AGRICOLA: - potenziamento dell’agricoltura e tutela per il territorio da essa impegnato; 4) ATTREZZATURE: PARTE III 1 Piano Urbanistico Comunale - previsione di attrezzature a valenza sovracomunale che possano incentivare l’afflusso di persone, dando il massimo risalto possibile agli aspetti storico-culturali della zona; - previsione della realizzazione di strutture per un corso di laurea nel DAMS (acronimo di Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo ) 5) CINEMATICA E STRADE: - potenziamento delle reti dei servizi e decongestionamento del traffico mediante la realizzazione di nuovi assi viari.

PARTE III 2 Piano Urbanistico Comunale 2) Linee guida: Strategie, Indirizzi e Obiettivi. Le strategie territoriali avanzate dal PUC mirano a promuovere politiche di rigenerazione della città e strategie di sviluppo qualitativo che sono strettamente legate al miglioramento della qualità della vita per tutti gli abitanti e su tutto il territorio. Il PUC , pertanto, individua alcuni temi trasversali o strategie d’intervento, strettamente connessi tra loro e tutti mirati alla realizzazione degli obiettivi generali.

2.1- Conservazione, tutela e valorizzazione dell’identità ambientale, storica, culturale e insediativa. La componente ambientale e paesaggistica, all’interno della quale si svolge la vita della Comunità e la sua articolazione storico-insediativa, caratteri forti dell’identità locale, costituiscono elementi unici e irripetibili, che influiscono sulla qualità della vita, sul senso di appartenenza degli abitanti e sulla capacità attrattiva e competitiva del territorio. Ciò è particolarmente vero nel caso di Orta, nel cui territorio si concentrano numerose espressioni dell’identità storica e culturale della comunità stessa. Nella filosofia del PUC , le azioni di tutela e salvaguardia dei valori storici e culturali e degli attrattori territoriali mirano a cogliere le opportunità che gli stessi valori oggi ci propongono, oltre a garantire la loro protezione e valorizzazione in futuro.

2.2- Riequilibrio dell’avvenuta espansione del centro abitato e controllo del consumo del territorio . Il recupero degli insediamenti abitativi avvenuto in maniera disordinata, anche in zone urbanisticamente non idonee, nonché la regolamentazione dell’utilizzo del suolo extraurbano per standard a servizio degli insediamenti esistenti, compatibilmente con le esigenze della Comunità, è una delle scelte strategiche mirate ad ottenere l’effettiva sostenibilità urbanistica. Il suolo è, infatti, una risorsa ambientale non riproducibile e quindi la sua tutela, e la progressiva riduzione del suo consumo, è insita nel concetto stesso di sostenibilità. Il PUC mira al corretto dimensionamento delle aree residenziali, alla loro localizzazione intelligente; alla riqualificazione ed al riuso del sistema insediativo esistente, alla sua ricomposizione spaziale e figurativa, al completamento delle di alcune aree che manifestano con sofferenza alcune debolezze strutturali.

2.3- Riqualificazione e riorganizzazione degli elementi deboli della struttura insediativa . Il riconoscimento del legame tra qualità urbana e qualità della vita, ossia del ruolo della qualità del paesaggio urbano come leva economica e sociale, determina la necessità, in primo luogo, di migliorare e valorizzare il contesto all’interno del quale la Comunità stessa esprime le proprie potenzialità. In tal senso è necessario che il nuovo strumento regolatore riesca a ridurre al minimo la percentuale di abusivismo. La qualità ambientale e sociale, quella delle infrastrutture, oltre che quella delle risorse umane, rappresentano inoltre elementi in grado di influenzare fortemente la capacità attrattiva e competitiva del territorio.

2.4- Integrazione, connessione fisica e funzionale tra le parti, accessibilità e fruibilità di un territorio di cerniera come Orta di Atella .

PARTE III 3 Piano Urbanistico Comunale L’integrazione plurifunzionale, l’accessibilità e la fruibilità sono obiettivi prioritari sia alla scala urbana sia alla scala territoriale. Il PUC prevede pertanto il rafforzamento e il miglioramento delle connessioni tra il territorio e le reti infrastrutturali di tipo sovracomunale (Marcianise-Casapuzzano e Aversa- Caivano) e di tipo comunale (viabilità nel centro storico e area adiacente), materiali e immateriali, dei servizi e delle attrezzature a supporto della vita sociale e comunitaria, del turismo e delle strutture produttive; con particolare riguardo per le esigenze delle categorie deboli o svantaggiate della Comunità. Il territorio, in tal senso, deve essere preparato a ricevere risorse dal napoletano da un lato, e dall’aversano-casertano dall’altro. La realizzazione degli interventi a livello materiale è comunque strettamente connessa alla salvaguardia del patrimonio ambientale, elemento imprescindibile per qualsiasi tipo di trasformazione, e alla sua valorizzazione attraverso il miglioramento delle condizioni di fruizione.

2.5- Potenziamento della rete e delle strutture commerciali e produttive esistenti . Il potenziamento del settore commerciale e di quello produttivo, ha come obiettivo strategico lo sviluppo generale della competitività del territorio atellano in campo economico. Il PUC mira al rilancio delle attività localizzate all’interno del centro urbano; si propone di agire sul contesto operativo, puntando in modo particolare al rafforzamento delle infrastrutture a servizio delle imprese. La strategia del PUC si propone di salvaguardare il sistema consolidato della rete produttiva territoriale, sostenendo con forza quelle azioni che prospettano ricadute diffuse e durature per la Comunità insediata. Nella fattispecie sia il PUC sia il SIAD prevedono le seguenti indicazioni urbanistiche: 1) Nella Zona Omogenea “E” sarà possibile realizzare una grande struttura di vendita, ubicata dove le esigenze lo richiederanno, il cui sito sarà individuato mediante Conferenza dei Servizi e/o Accordo di Programma (indicazione espressamente richiesta dalle NTA del PTCP art. 69). 2) Nel centro abitato, ZTO “A” e “B”, viene favorita la trasformazione delle volumetrie esistenti (soprattutto al piano terra) in piccole attività commerciali, botteghe artigiane e di prodotti tipici, locali per ristoranti-bar-paninoteche, locali etnici, ecc., nonché la trasformazione di volumi residenziali in fittacamere, bed & breakfast, ecc. E’ impedito il processo a ritroso.

2.6- Riorganizzazione e razionalizzazione della potenzialità ricettiva – turismo sostenibile e delle potenzialità storico-culturali del territorio. Le qualità storiche e culturali costituiscono importanti e riconosciute risorse del territorio di Orta di Atella. La razionalizzazione della potenzialità ricettiva è strettamente connessa agli obiettivi precedentemente enunciati, alla definizione di differenti modelli di gestione delle risorse stesse, in grado di conciliare sviluppo economico, salvaguardia degli elementi attrattori, e qualità della vita per la Comunità residente. Interessante potrebbe essere la proposta, a proposito di valore storico- culturale, sempre in coerenza con le linee programmatiche, di realizzare un istituto universitario, grande magnete territoriale, capace di promuovere attività relative allo spettacolo e teatro, in linea con le ambizioni della Comunità.

2.7- Salvaguardia e governo delle aree naturali con potenzialità agricole. La conservazione dei rapporti fra sistema agricolo e sistema insediativo è finalizzata alla tutela del territorio e delle attività di produzione, ad evitare la frammentazione delle proprietà, ad evitare gli usi impropri del suolo, inteso come patrimonio comune. PARTE III 4 Piano Urbanistico Comunale La realizzazione di infrastrutture in grado di facilitare e garantire la fruibilità del territorio, sia a sostegno delle attività produttive esistenti sia come stimolo strutturale per le nuove attività, il recupero e la valorizzazione dei percorsi tradizionali, la tutela della diversità delle produzioni e della integrità ambientale derivante da una agricoltura evoluta, sono obiettivi prioritari della Pianificazione urbanistica comunale.

PARTE III 5 Piano Urbanistico Comunale 3) Indicazioni normative. La notevole crescita verificatasi nell’ultimo decennio ha determinato il proliferare di interventi episodici spesso non coerenti con le previsioni urbanistiche. Tali modalità di crescita hanno impedito la creazione di un equilibrato rapporto tra residenze, servizi sociali ed infrastrutture. Ciò ha provocato senza dubbio un surplus di offerta nelle zone di recente espansione con conseguente sempre maggiore svuotamento del centro storico sia di popolazione che di attività terziarie. Mentre da un lato la zona a nord dell’abitato di recente edificazione presenta una maggiore densità abitativa ma risulta carente attrezzature pubbliche e di servizi, il centro storico, nel quale insiste la maggior parte delle strutture pubbliche, ha perso la sua vivacità proprio a causa del trasferimento della maggior parte delle attività terziarie nella parte nord. Né possono d’altro canto essere sottaciute le problematiche di legittimità relative ad alcuni interventi effettuati nelle zone di espansione del PRG vigente, problematiche che, come già detto, vanno affrontate con gli strumenti forniti dalla vigente legislazione in merito, essendo il PUC strumento di pianificazione generale che deve riguardare l’assetto territoriale nel suo complesso. All’uopo le zone suddette sono perimentrate e individuate come zone nelle quale ogni intervento dovrà essere soggetto a preventiva redazione di PUA , ferma restando l’applicazione della disciplina prevista dal D.P.R 380/2001. Immediata conseguenza di quanto sopra è il progressivo deterioramento dei manufatti del centro antico, fabbricati alcuni di notevole pregio storico e altri che, pur se di minore pregio, raccontano la storia contadina del paese con le loro tipiche costruzioni a corte sulle quali si affacciano i locali terranei originariamente adibiti a stalle e depositi agricoli con le tipiche copertura a volta. Anche una veloce passeggiata lungo le strade principali può far rilevare all’osservatore la presenza di innumerevoli vani che fronteggiano la strada, originariamente destinati ad abitazioni, che oggi avrebbero una vocazione commerciale, i quali risultano del tutto inutilizzati stante la poca appetibilità dal punto di vista commerciale. Il PUC pertanto si pone come strumento atto ad invertire questa tendenza mediante interventi che da un lato possano consentire la riqualificazione urbana delle aree interne al centro storico, per le quali va previsto un sistema complesso di interventi capaci di innovare l’assetto funzionale in modo da attrarre investimenti privati di ristrutturazione sia del tessuto abitativo che di quello terziario e dall’altro possano creare nella zona di recente espansione le opere di urbanizzazione primaria e secondaria necessarie, in particolare con la creazione di spazi attraverso i quali si possa pervenire ad una concreta aggregazione sociale. Il nuovo assetto urbanistico del territorio ortese cerca quindi, per quanto possibile, di riequilibrare i processi di saturazione e trasformazione della zona urbanizzata nella logica della riqualificazione dei tessuti esistenti.

PARTE III 6 Piano Urbanistico Comunale 4) Verifica situazione al 2012 e predimensionamento del PUC a) dati PRG Il P.R.G. vigente è stato dimensionato partendo da una popolazione residente al 31/12/1999 di 13.168 abitanti con un tasso medio di crescita pari a + 1,607% e n°4.100 famiglie circa. Il censimento 2001 riportava per Orta di Atella complessivi 4.218 abitazioni , per una superficie delle abitazioni occupate pari a 315.259 mq., con una superficie media delle abitazioni occupate di 77,70mq., con una superficie per residente pari a 24,10 mq., con un numero di residenti per stanza pari a 1,00 ed un numero medio di stanze per abitazioni di 3,30-. b) dati attuali Gli abitanti al 31/12/2012 sono 26.344 con un numero di famiglie di 8.472 (stimato). Vi è stato quindi un incremento di 13.176 abitanti e n°4.372 famiglie . L’analisi eseguita sui Permessi di Costruire rilasciati dal 2000 al 2012 (si veda il paragrafo 3.3 della Parte II) riporta un numero di n°4.561 nuovi appartamenti concessi (unità abitative), più 343 residence alberghieri di uso al momento ancora incerto. La verifica effettuata con i dati desunti dal N.C.E.U., sulle unità immobiliari nuove costruite risultanti al 31/12/2011, è pari a = 4.793 unità (si vedano le Tav. 6.1 e Tav. 6.2 del PUC ). E’ evidente che alcune unità immobiliari concesse come “non residenziali” sono state accatastate come abitazioni.

RIEPILOGO UNITA' IMMOBILIARI REALIZZATE (dati desunti dal N.C.E.U.)

N. U.I.U. Superficie Superficie N. U.I.U. Superficie media Superficie Residenziale media TOTALE Uso diverso U.I.U. Uso TOTALE U.I.U. Immobili diverso IMMOBILI Uso omparto figurativo C residenziali diverso A 391,00 103,74 40.563,00 8,00 250,00 1.150,00 B 256,00 99,14 25.380,00 6,00 112,83 677,00 C 1.320,00 107,40 141.767,00 374,00 104,95 39.250,00 D 477,00 113,21 53.999,00 16,00 106,69 1.707,00 E 1.240,00 108,73 134.823,00 36,00 104,28 3.754,00 F 223,00 101,16 22.559,00 146,00 102,88 15.020,00 G 447,00 131,40 58.735,80 194,00 111,06 21.545,00 H 439,00 118,60 52.067,00 0,00 0,00 0,00 Superficie Superficie media media U.I.U. ad uso Totale Totale Totale Totale U.I.U. DIVERSO dal Residenziale Residenziale NUM. mq. mq. NUM. mq. mq. 4.793,00 110,42 529.893,80 780,00 106,54 83.103,00

Usando quale valore nei successivi calcoli il valore maggiore tra i due, avremo: 4.793 unità immobiliari residenziali. Sommando detto valore di 4.793 unità a quello delle abitazioni esistenti prima del 2000, fanno ad oggi una presenza sul territorio stimata pari a 9.011 unità abitative teoriche, dal quale numero necessita sottrarre le abitazioni che nella parte meno nuova della cittadina sono state sostituite (mediante interventi di ristrutturazione e ricostruzione), valore che si pone in un ordine di grandezza di 150 vecchi appartamenti. Al momento quindi si ha un bilancio appartamenti / famiglie residenti pari a: PARTE III 7 Piano Urbanistico Comunale appartamenti ~ n°8.861 ⇐⇒ famiglie ~ n°8.472. E’ chiaro ed evidente che, se pure in maniera sinteticamente riportati, i dati risultano coerenti. Lo scostamento di n°389 appartamenti in più è attribuibile a: edifici non ultimati o ancora in corso di costruzioni, cittadini ancora privi della residenza.. Così come riportato al cap. 3 della PARTE II del presente documento, la popolazione attualmente residente necessita di standard urbanistici, quali riportati nel D.M. n°1444/1968 e L.R.n°14/1982 pari a 20mq. per abitante e quindi pari a (20 x 26.344) = 526.880 mq. in linea di massima così ripartiti: a- 131.720 mq. (pari a 5 mq. per abitante) per aree per l’istruzione (asili nidi, scuole materne, scuole elementari, scuole medie d’obbligo): Esistenti: 49.259mq Mancanti: 82.461mq b- 65.860 mq. (pari a 2,50 mq. per abitante) di aree per attrezzature di interesse comune (religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative); Esistenti: 21.437mq Mancanti: 44.423mq c- 263.440 mq. (pari a 10 mq. per abitante) di aree per spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport); Esistenti: 52.590mq Mancanti: 210.850mq d- 65.860 mq. (pari a 2,50 mq. per abitante) di aree per parcheggio pubblico; Esistenti: 1.960mq Mancanti: 63.900mq c) dati progetto La curva statistica di crescita demografica è calcolata in funzione dei seguenti dati: ANALISI DELLA DINAMICA DEMOGRAFICA Extra- extra ANNO Incremento N. Popolazione maschi femmine comunitari femmi famiglie Var. % (al 31/12) n° % maschi ne 1 1987 11.023 2 1988 11.148 125 1,12 3 1989 11.237 89 0,79 4 1990 11.425 188 1,65 5 1991 11.535 110 0,95 6 1992 11.624 89 0,77 7 1993 11.800 176 1,49 8 1994 11.907 107 0,90 9 1995 11.934 27 0,23 10 1996 12.100 166 1,37 11 1997 12.157 57 0,47 12 1998 12.792 635 4,96 13 1999 13.168 376 2,86 14 2000 12.864 -304 -2,36 6.407 6.457 102 23 15 2001 13.211 347 2,63 6.581 6.630 107 28 16 2002 13.654 443 3,24 6.741 6.913 38 26 4.242 17 2003 14.497 843 5,81 7.158 7.339 112 72 4.502 6,13% 18 2004 15.703 1.206 7,68 7.788 7.915 139 90 4.683 4,02% 19 2005 16.930 1.227 7,25 8.437 8.493 159 115 5.256 12,24%

PARTE III 8 Piano Urbanistico Comunale 20 2006 18.473 1.543 8,35 9.194 9.279 159 114 5.767 9,72% 21 2007 20.154 1.681 8,34 10.025 10.129 165 137 6.369 10,44% 22 2008 21.802 1.648 7,56 10.875 10.927 182 154 6.976 9,53% 23 2009 23.319 1.517 6,51 11.645 11.674 194 175 7.489 7,35% 24 2010 24.547 1.228 5,26 12.278 12.269 246 203 7.894 5,41% 25 2011 24.961 414 1,69 12.535 12.426 8.027 (1) 1,69% (1) 26 2012 26.344 (2) 1.383 5,54 8.472 (1) 5,54% (1) (1) i dati delle famiglie non sono noti; ai soli fini statistici si è ipotizzato un incremento pari a quello dei residenti (2) dato anagrafe comunale Orta di Atella ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi dieci anni dovuta ad una politica urbanistica certamente non più ripetibile. Il futuro incremento della popolazione e del numero di famiglie al 2022 non è valutabile con considerazioni matematiche/statistiche. Per gli scopi cui era destinato il presente studio, si considerava al 2022 un incremento del 2,0% annuo sui valori noti 2010-2011.

Dinamica popolazione residente La curva di variazione statistica è la seguente.

PARTE III 9 Piano Urbanistico Comunale Popolazione ORTA DI ATELLA 2001-2012 Component Incremento Incremento Residenti Famiglie Nd / Na x i per Nd1 / Nc x Anno Variazione "d" "d1" 100 100 Nr Na Nd famiglia Nd1 Nc 2.001 13.211 2.002 13.654 3,4% 4.242 2.003 14.497 6,2% 4.502 181 4,02 3,22 0,13 4,04 2.004 15.703 8,3% 4.683 573 12,24 3,35 -0,13 -3,88 2.005 16.930 7,8% 5.256 511 9,72 3,22 -0,02 -0,62 2.006 18.473 9,1% 5.767 602 10,44 3,20 -0,04 -1,25 2.007 20.154 9,1% 6.369 607 9,53 3,16 -0,04 -1,27 2.008 21.802 8,2% 6.976 513 7,35 3,12 -0,01 -0,32 2.009 23.319 7,0% 7.489 405 5,41 3,11 0,00 0,00 2.010 24.547 5,3% 7.894 133 1,68 3,11 0,00 0,00 2.011 24.961 1,7% 8.027 445 5,54 3,11 0,00 0,00 2.012 26.344 5,5% 8.472 3,11 ------Valore Σ% / 9 7,33 -0,37 Fam18 = Fam12 x (1 + Σ% / 9 / 100) ^ (2018 - 2012) 12.949 3,04 39.392 Previsione popolazione senza correttivi La semplice curva demografica, redatta in funzione di un semplice incremento statistico, porta ad avere in Orta di Atella al 2018 n°39.392 abitanti, distribuita in un numero di famiglie di n°12.949 unità. Per soddisfare le esigenze abitative di tutta la popolazione statisticamente presente sarebbe occorso un incremento di (12.949 famiglie = 12.949 appartamenti – 8.861 =) n°4.088 nuovi appartamenti.

PARTE III 10 Piano Urbanistico Comunale 5) Dimensionamento sintetico del PUC in conformità delle indicazioni del PTCP Riprendendo quanto riportato al cap. 6.6 della PARTE II del presente documento, secondo l’articolo 66 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP, il carico insediativo massimo previsto nell’orizzonte temporale 2007-2018 , inteso come numero di alloggi aggiuntivi a quelli esistenti e/o autorizzati alla data di adozione del PTCP stesso, è dato dalla formula:

DIM amb: dimensionamento dell’ambito P com: pop. residente nel comune (2007) P amb: pop. Residente nell’ambito (2007) D amb: densità insediativa dell’ambito D com: densità insediativa nel comune (pop. residente / territorio urb.; tab. 8.32 relazione)

DIM amb Pcom [residenti nel Pamb Damb Dcom [alloggi] Comune al 2007] [popolazione residente] [densità insediativa] [valori tab. 8.32 relaz.] 19.000 20.154 261.023 52,6 58,48

DIM Orta di Atella = 1.320 alloggi aggiuntivi a quelli a quelli esistenti e/o autorizzati al 2007.

Come detto, il censimento 2001 riportava per Orta di Atella complessivi 4.218 abitazioni esistenti ; dal 2000 al 2007 sono stati autorizzati 4.480 alloggi (si veda paragrafo 3.3 Parte II), per soddisfare le esigenze abitative al 2007 compreso . Fino al 2018 il dimensionamento del PUC è pari a n°1.320 nuovi alloggi. Poiché dal 2008 al 2011 sono stati autorizzati ulteriori n°81 appartamenti, il PTCP prevede che il massimo dimensionamento del PUC al 2018 abbia un incremento abitativo di (1.320 – 81 =) n°1.239 alloggi. Il PUC , invece, prevede la realizzazione sul territorio di soli n°766 appartamenti , così distribuiti: Calcolo edificazione teorica Area Libera N. ZTO IT (mc/mq) IF (mc/mq) Vt (mc) n.App (n°) tot. (mq) 1 B 3,50 16.000,00 28.000,00 70 2 B 12 2,30 35.000,00 40.250,00 101 3 Ca 0,90 13.000,00 11.700,00 29 4 Cb 0,90 107.000,00 96.300,00 241 5 Cc 1,10 118.000,00 129.800,00 325 Totale 289.000,00 306.050,00 766 Di essi, i n°325 appartamenti della Zona Territoriale Omogenea “Cc” sono riservati alla Edilizia Residenziale Sociale. Gli appartamenti non utilizzati nel PUC sono considerati quale serbatoio di compensazione per gli eventuali abusi edilizi commessi in campo residenziale a sanarsi, e/o ad acquisirsi al patrimonio comunale per il successivo utilizzo di ERS (L.R. 1/2001 e L.R. 5/2013). Per il calcolo degli indici urbanistici si impone (art. 66 NTA PTCP) una grandezza media degli alloggi inclusi i relativi spazi di distribuzione e le pertinenze pari a un volume vuoto per pieno di 400 mc. Volumetria residenziale max autorizzabile nelle ZTO = 1.239 x 400 = 495.600mc Volumetria residenziale di PUC nelle ZTO = 766 x 400 = 306.400mc PARTE III 11 Piano Urbanistico Comunale Per il calcolo degli standard urbanistici si propone un valore di n°3 persone / famiglia, e quindi n°3 abitanti / alloggio (dato verso cui tendono i valori statistici riportati al precedente paragrafo 4): - alloggi complessivi: 8.861 + 766 = n°9.627 - abitanti complessivi: 9.627 x 3 = n°28.881 ~ n°30.000. Gli standard urbanistici, quali riportati nel D.M. n°1444/1968 e L.R.n°14/1982 pari a 20mq. per abitante e quindi pari a (20 x 30.000) = 600.000 mq. in linea di massima così ripartiti: a- 150.000 mq. (pari a 5 mq. per abitante) per aree per l’istruzione (asili nidi, scuole materne, scuole elementari, scuole medie d’obbligo): Esistenti: 49.259mq Mancanti: 100.741mq b- 75.000 mq. (pari a 2,50 mq. per abitante) di aree per attrezzature di interesse comune (religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative); Esistenti: 21.437mq Mancanti: 53.563mq c- 300.000 mq. (pari a 10 mq. per abitante) di aree per spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport); Esistenti: 52.590mq Mancanti: 247.410mq d- 75.000 mq. (pari a 2,50 mq. per abitante) di aree per parcheggio pubblico; Esistenti: 1.960mq Mancanti: 73.040mq A tali superfici di standard connessi con le necessità della dimensione residenziale dell’edificato, vanno aggiunti quelli dovuti alla realizzazione di complessi industriali, anch’essi realizzati, fino ad oggi senza preventivo strumento urbanistico attuativo e quindi senza la cessione al patrimonio comunale degli standard previsti da legge (in mancanza di altri dati, posti pari al 10% del territorio insediato). ZTO Area tot. (mq) del Lotti impegnati da Standard mancanti del PUC PUC costruzioni (mq) (mq) D1 710.000 219.000 21.900 D2 245.000 125.000 12.500 D3 67.000 17.000 1.700 Sommano 361.000 36.100

Il progetto urbanistico del PUC individua i siti (esistenti campiti da numeri, e di progetto campiti da lettere) nei quali posizionare gli standard, secondo il seguente elenco analitico (si vedano le Tav. 9 e da Tav. 10.1 a Tav. 10.8):

PARTE III 12 Piano Urbanistico Comunale

Ulteriori superfici ATTREZZATURE PUBBLICHE richieste per n° abitanti SUPERFICIE TOTALI ZONA N. UBICAZIONE DESTINAZIONE DENOMINAZIONE 30.000,00 IN MQ. MQ 2 Via Toscanini Scuola Materna 2.926,00 5 Via Migliaccio Scuola Elementare 13.176,00 8 Viale Petrarca Scuola Elementare e Materna Complesso Villano 9.000,00 St Urba) 49.259,00 100.741,00 10 Viale Petrarca Scuola Media M.Stanzione 7.775,00 14 Via Vanvitelli Scuola Elementare 1.000,00 22 Via G.Verdi Nuovo Polo Scolastico 15.382,00 9 Viale Petrarca Municipio Municipio 4.800,00 23 Via S. Salvatore Chiesa con oratorio Chiesa S. Salvatore 9.745,00 24 Via Chiesa Chiesa Chiesa di S. Massimo 2.035,00 St Urbb) 25 Via Chiesa Ufficio postale 1.050,00 21.437,00 53.563,00 Caserma Carabinieri 1.651,00 EX municipio locali circolo e VV.UU. 1.506,00 27 S.P. 19 Via Bugnano Chiesa Chiesa di S. Michele Arc. 650,00 7 Piazza Augusto Verde Pubblico Piazza Augusto 1.000,00 Attrezzature sportive: Campo di calcio, Ex Strada Comunale 1 bocciofila, con parcheggio pubblico / Don Sossio Giordano 28.235,00 Viggiano Mercato 4 Via S. Salvatore Piazza e Villa Comunale Piazza Pertini 3.900,00 Palazzetto dello Sport con parcheggio St Urbc) 12 Via Garibaldi / Via Sanzio F.lli Lettieri 4.728,00 52.590,00 247.410,00 pubblico 13 Via G.Verdi Parco Giochi 9.327,00 16 Piazza Valentino Piazzetta Piazza Valentino 1.500,00 17 Via Lampitelli Verde Attrezzato 3.600,00 19 Via Bimillenario Virgiliano Verde 300,00

PARTE III 13 Piano Urbanistico Comunale 15 Piazza Virgilio Piazza Parcheggio pubblico Piazza Virgilio 1.500,00 StUrbd) 1.960,00 73.040,00 3 Via S. Salvatore Parcheggio Pubblico 460,00 TOTALE MQ. 125.246,00 474.754,00 Necessità per standard in ZTO D non esistenti TOTALE MQ. 36.100,00 STANDARD 510.854,00 MANCANTI

a 39.000,00 b 1.830,00 c 12.300,00 d 15.046,00 e 4.375,00 f 60.934,00 g Via Francesco Jerace Piazzetta e Verde pubblico 2.000,00 h 23.135,00 i 115.870,00 l 23.700,00 m 3.765,00 n 119.900,00 p 78.900,00 q 4.810,00 Aree Aree di progetto destinazione a definirsi da r 3.590,00 S Area sportiva 1 4.014,00 TOTALE MQ. 513.169,00

Piazzetta del Rosario Aree Via Chiesa / Piazza del connesse 6 Piazza / Largo Sagrato Parrocchia / 1.500,00 Rosario 3.050,00 con la Parcheggio viabilità 18 Via Cavour / Via Carducci Largo 350,00

1 Valore aggiunto per accoglimento della Osservazione n°1 approvata con delibera G.C. n°190 del 19/10/2013 PARTE III 14 Piano Urbanistico Comunale 11 Via Toscanini / Via Clanio Verde 1.200,00

Aree 20 Via della Canapa Cimitero Esistente 22.225,00 40.605,00 cimiteriali 21 Prolungamento Via Clanio Cimitero di Progetto 18.380,00

La distribuzione degli standard avverrà secondo quanto riportato nella seguente tabella: aree per aree per attrezzature di aree per spazi parcheggi: per attività produttive già standard di PUC istruzione: a) interesse comune: b) pubblici: c) d) insediate Esistenti 49.259 21.437 52.590 1.960 Di progetto, come di seguito: 100.741 53.563 247.410 73.040 34.400 sigla superficie a 39.000 20.906 894 17.200 b 1.830 1.830 c 12.300 12.300 d 15.046 15.046 e 4.375 4.375 f 60.934 39.695 6.106 15.133 g 2.000 2.000 i+n+h 258.905 204.405 37.300 17.200 l 23.700 23.700 m 3.765 3.765 p 78.900 46.000 29.863 3.037 q 4.810 986 3.824 r 3.590 3.590 s 4.014 4.014 3.590 TOTALE 513.169 150.000 75.000 304.014 75.000 34.400 A detti standard vanno ovviamente aggiunti quelli che saranno derivanti dai PUA ad eseguirsi nelle ZTO “Cb”, “Cc”, “D1”, “D2”, “D3”, non reputando significativi (a vantaggio di sicurezza) tutti gli altri ricavabili nelle altre ZTO.

PARTE III 15 Piano Urbanistico Comunale La tabella sopra riportata deve essere considerata come “non prescrittiva”, rimandando agli Atti di Programmazione degli Interventi gli interventi a realizzarsi, scalettati per periodo e per disponibilità finanziarie dell’Ente 2. Considerando, altresì, che si è operato in vantaggio di sicurezza (dimensionando gli standard per n°30.000 abitanti e non per n°28.881, valore in precedenza ricavato), si ritiene di aver anche assolto alle necessità ex L.R. n°9 del 05/03/1990, concernente la riserva di standard per attrezzature religione, pari a ulteriori 28.900mq.

2 Frase aggiunta per accoglimento della Osservazione n°18 approvata con delibera G.C. n°190 del 19/10/2013 PARTE III 16 Piano Urbanistico Comunale 6) Individuazione ambiti socio-economici del PUC 6.1- Il territorio agricolo: la risorsa dello spazio aperto Considerare lo spazio rurale nel suo complesso come un bene comune, al di là degli assetti proprietari e delle forme di conduzione, è cosa assai rilevante ai fini degli scenari di sviluppo futuro del Comune di Orta di Atella. A tal proposito, l’attenzione che il PTCP di Caserta rivolge a tale argomento si basa sul principio di multifunzionalità del territorio rurale e aperto, e alla sua capacità di produrre un flusso di beni e servizi utili alla collettività, legati non solo alla produzione primaria, ma soprattutto al riciclo e alla ricostituzione delle risorse di base, al mantenimento degli ecosistemi, all’incentivazione del turismo. Il territorio rurale è in grado di compiere tutte queste funzioni perché è costituito da infrastrutture ambientali che sostengono, direttamente o indirettamente, la vita delle comunità con le loro attività sociali, economiche e culturali. Bisogna evitare, quindi, che molti contesti rurali possano in futuro essere fortemente influenzati da un’intensa e disordinata competizione per l’uso del territorio: si rischierebbe di ottenere uno spazio frammentato, eroso, degradato nei valori ecologici, produttivi ed estetici. Più precisamente, il territorio rurale del comune di Orta di Atella è inserito nel quadro conoscitivo del PTCP di Caserta come “pianura alluvionale del canale dei Regi Lagni”: si tratta di suolo pianeggiante, molto profondo, su sedimenti alluvionali con strati intercalati di pomici e ceneri da caduta, a tessitura media in superficie, moderatamente grossolana, con disponibilità di ossigeno moderata.

6.2- Le attività agricole e produttive In tutta la Provincia di Caserta la quasi totalità delle aziende investe sui terreni di natura agricola con coltivazioni di seminativi (37%), frutteti (20%), boschi (22,5%) e pascolo (12,5%). Esistono circa 40.800 unità aziendali che insistono su una Superficie Aziendale Agricola Totale (Sat) di circa 153.800 ha e Superficie Agricola Utilizzata (Sau) di circa 107.400 ha. Per la quasi totalità si tratta di aziende a conduzione diretta e solo 135 sono società o cooperativa. In particolare si possono individuare le seguanti tipologie aziendali: a) Familiari con coltivazioni industriali; b) Piccole ed intensive; c) Medio piccole ad alta produttività; d) Professionali e zootecniche; e) Medio-grandi, intensive zootecniche f) Familiari, non professionali con ordinamenti misti. Soffermandoci sulla prima tipologia, possiamo certamente affermare che hanno dimensione piccola con ordinamento colturale orientato prevalentemente in seminativi ed, in particolare, nelle coltivazioni industriali. Tale tipologia è presente in quasi tutti i comuni della provincia, con maggiore concentrazione nei territori di , Portico, Capua, Marcianise ed Orta di Atella, con prevalenza di produzione di Tabacco.

6.3- Il fabbisogno di spazi per attività produttive Concentrando l’attenzione sull’analisi dei fabbisogni di spazi, svolta dalla Provincia di Caserta, prevedibilmente derivanti dai processi di sviluppo delle attività produttive, ci si limita a

PARTE III 17 Piano Urbanistico Comunale determinare un fabbisogno incrementale indicato come percentuale di crescita prevista nell’orizzonte di piano 2007-2022. Il punto di partenza è rappresentato dagli scenari di crescita occupazionale identificate con come ipotesi obiettivo e posta alla base dello scenario di piano, che prevede in particolare una crescita del quindicennio di oltre 13.000 addetti complessivi. Per valutare i riflessi dall'andamento in termini di spazi bisogna tenere presente la diversa natura dei processi produttivi che caratterizzano le attività industriali e terziarie ed in particolare: • Che il fabbisogno di spazi nel caso delle attività industriali deve essere posto in relazione alla crescita della produzione piuttosto che del numero di occupati tenendo conto di conseguenza del prevedibile andamento della produttività del lavoro oltre che della stessa occupazione; • Che nel caso delle attività terziarie principale variabile determinante il fabbisogni di spazi è invece rappresentata dalla stessa crescita dell'occupazione o, più precisamente, degli addetti che prevedibilmente effettivamente svolgeranno la propria attività sul territorio. Naturalmente sulla domanda di spazio generata dal sistema produttivo si concentrano spinte contrastanti, alcune tese a ridimensionarla ed altre ad alimentarla. Tenendo conto delle analisi dell'ipotesi formulate nell'ambito degli scenari tendenziali e di piano, è possibile ottenere una stima del fabbisogno lordo di spazi per attività produttive anche in termini di articolazione tra diversi ambiti di programmazione assunti nel piano. Coerentemente con gli indirizzi alla base degli scenari di piano di tipo demografica abitativo i maggiori incrementi potenziali interessavano l’ambito territoriale di Caserta, quello Litorale Domizio e quello di Aversa (7,6% Industria e 3,3% Servizi), mentre si è evitato che il forte declino demografico soprattutto della popolazione in età lavorativa prevista per aree interne si riducesse in una prospettiva di ulteriore declino del ruolo economico svolto da queste aree.

6.4- Lo stato di fatto attuale di Orta di Atella: le attività produttive Coerentemente con quanto espresso nel paragrafo precedente, è stata effettuata un’analisi dei fattori produttivi presenti sul territorio di Orta di Atella e delle aree disponibili esistenti ad ospitare tali attività, distinti per diverse Zone Territoriali Omogenee. Di seguito riportiamo la Tabella riassuntiva delle superfici totali per ogni ZTO che riguarda le attività produttive esistenti nell’attuale PRG vigente:

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA (PRG vigente) SUPERFICIE TOT. MQ D1 Insediamenti produttivi di tipo Industriale o Artigianale 541.900 mq D2 Insediamenti produttivi di tipo Commerciale e Artigianale 191.100 mq D3 Insediamenti produttivi di tipo Commerciale e Direzionale e 113.000 mq Servizi D4 Insediamenti produttivi di tipo Turistico-Alberghiero 25.450 mq D5 Insediamenti produttivi di tipo Misto (Artigianale – Commerciale 112.550 q – Direzionale - Turistico ricettivo - Servizi per il tempo libero)

TOT= 984.000 mq

Successivamente si è tenuto conto della Prevalenza delle Destinazioni d’uso di ogni singola ZTO , includendo queste ultime in due grandi categorie, cosi come ci suggerisce il PTCP di Caserta: PARTE III 18 Piano Urbanistico Comunale • Destinazione Prevalente di SERVIZI; • Destinazione Prevalente INDUSTRIE Si ottiene quindi l’assegnazione delle ZTO alle due categorie sopra riportate nella seguente tabella:

INDUSTRIE SERVIZI

D1 Insediamenti produttivi di tipo Industriale o D3 Insediamenti produttivi di tipo Commerciale Artigianale e Direzionale e Servizi D2 Insediamenti produttivi di tipo Commerciale D4 Insediamenti produttivi di tipo Turistico- e Artigianale Alberghiero D5 Insediamenti produttivi di tipo Misto (Artigianale – Commerciale – Direzionale - Turistico ricettivo - Servizi per il tempo libero)

Le due Categorie generate avranno così una differente superficie, ottenuto dalla somma delle singole ZTO ad esse attribuite: A) PRG vigente • INDUSTRIE = 733.000 mq • SERVIZI = 251.000 mq A tali superfici sono stati attribuiti i valori dell’incremento potenziale del fabbisogno lordo di spazi per settore di Categoria, così come indicato dal PTCP di Caserta: B) valori max prevedibili nel PUC • INDUSTRIE = 733.000 mq + 7,6% = 788.708mq • SERVIZI = 251.000 mq + 3,3% = 259.283mq 1.047.991mq C) progetto del PUC : Nuova ZTO “D” del PUC Area libera da N. ZTO Area tot. (mq) % libera costruzioni (mq) 1 D1 710.000,00 491.000,00 69,15% 2 D2 245.000,00 120.000,00 48,98% 3 D3 67.000,00 50.000,00 74,63% Industria = D1 + D3 777.000,00 < valore PTCP Servizi = D2 245.000,00 < valore PTCP Totale 1.022.000,00

Si precisa, altresì, che circa 110.000mq della ZTO “D1” del PUC , ad oggi risultanti liberi da costruzioni, sono un piano P.I.P. approvato e sono già state assegnate in concessione, per cui se considerate “aree libere” nella precedente tabella, a tutti gli effetti si tratta di territorio già impegnato.

PARTE III 19 Piano Urbanistico Comunale 6.5- Le strategie per il territorio rurale In conformità con quanto prescritto dal PTCP di Caserta, si propongono degli obiettivi generali di riferimento in funzione dello sviluppo produttivo per il Comune di Orta di Atella: • Tutelare le aree rurali ad elevata pericolosità idrogeologica come misura chiave di prevenzione e mitigazione del rischio ambientale; • Proteggere e rafforzare la biodiversità, con particolare riferimento alle aree fluviali e alle aree agricole di elevato valore naturalistico; • Promuovere l’agricoltura urbana, tutelare gli spazi agricoli nella frangia periurbana; • Favorire il recupero ecologico, agronomico, paesaggistico delle aree degradate • Condizionare l’edificabilità nel territorio rurale alle sole necessità abitative e produttive dipendenti dalle attività agricole, documentate da un piano di sviluppo aziendale; • Arrestare il consumo del suolo, favorendo il riuso delle aree già urbanizzate, dismesse, sottoutilizzate, degradate. Meritano una particolare attenzione le aree, così come classificate dalla Provincia di Caserta, “di pianura”, le stesse che caratterizzano il territorio di Orta di Atella. Esse costituiscono una delle più importanti matrici dell’identità territoriale e storico-culturale della Campania e del Mezzogiorno d’Italia. In queste aree sono diffusamente presenti ordinamenti agricoli a differente grado di intensività, di notevole rilevanza economica e produttiva, che forniscono nel loro complesso un contributo rilevante all’economia provinciale e regionale, e il impatto sull’ambiente e sul paesaggio può essere mitigato mediante l’applicazione delle misure di piano di sviluppo rurale per la diffusione di tecniche agronomiche, irrigue, tipologie protettive e soluzioni energetiche a più elevata sostenibilità.

PARTE III 20 Piano Urbanistico Comunale

7) Relazione di conformità del PUC al PTCP (richiesta dall’Assessorato all’Urbanistica della Provincia di Caserta)

ARTICOLO (Norme del PTCP) ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI E’ opportuno chi i Comuni 1 PRINCIPI, FINALITA’ dichiarino nei propri atti di aderire OBBIETTIVI ai principi, finalità ed obbiettivi del PTCP , riportati al comma 1°

Articolo 1 Principi, finalità e obiettivi 1. Il piano territoriale di coordinamento provinciale, di seguito denominato Ptcp, persegue le finalità di sviluppo culturale, sociale ed economico della comunità provinciale attraverso: − il contenimento del consumo del suolo, assicurando, contestualmente, la tutela e la valorizzazione del territorio rurale e la riqualificazione delle aree urbane e rurali degradate; − la difesa del suolo con particolare riferimento alla sicurezza idraulica, alla stabilità dei versanti e all’integrità della linea di costa e della fascia costiera; − la tutela del paesaggio naturale e degli elementi identitari del territorio provinciale; − il potenziamento e l’interconnessione funzionale del sistema dei servizi e, in particolare, della rete della mobilità su ferro; − il risparmio energetico e la promozione delle energie alternative; − il coordinamento delle politiche e degli strumenti urbanistici comunali e delle pianificazioni di settore.

A tal proposito, il Comune di Orta, attraverso l’adeguamento al Piano Urbanistico Comunale, dichiara di perseguire tali principi, finalità ed obbiettivi cosi come indicati dall’art.1 comma 1 delle Norme di Attuazione del PTCP di Caserta.

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ARTICOLO (Norme ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI del PTCP) Si richiama l’attenzione al comma 3°. Le 3 EFFICACIA rettifiche dei Puc al PTCP non costituiscono Variante solo se motivata da dimostrazione documentata puntuale e precisa, con le modalità del comma 4°

Articolo 3 Efficacia 3. In caso di contrasto fra gli elaborati del Ptcp, la normativa prevale sulla cartografia e la cartografia in scala maggiore prevale su quella in scala minore. 4. In generale non costituiscono variante al Ptcp le rettifiche apportate dai Puc alle delimitazioni degli ambiti e degli elementi del territorio desunte da cartografie di maggior dettaglio, da documentata migliore conoscenza di determinati ambiti ed elementi.

In relazione a quanto previsto dall’art. 3 della NTA del PTCP , il Comune di Orta, , dichiara che in caso di contrasto, le prescrizioni del PTCP prevalgono su quelle del PUC e che non costituiscono variante al Ptcp le rettifiche apportate dallo stesso alle delimitazioni degli ambiti e degli elementi del territorio desunte da cartografie di maggior dettaglio e di più recente data.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Le disposizioni strutturali del PTCP di cui 6 DISPOSIZIONI STRUTTURALI all’art.6, sono invarianti nel medesimo ed

PARTE III 20 Piano Urbanistico Comunale

i comuni le devono rispettare.

Articolo 6 Disposizioni strutturali 1. Sono disposizioni strutturali quelle che: − individuano gli elementi costitutivi del patrimonio territoriale provinciale, con riferimento ai caratteri ed ai valori naturali (geologici, floreali, faunistici), paesaggistici, rurali, storico – culturali, insediativi e infrastrutturali e ne definiscono le modalità di uso e di manutenzione tali da garantirne la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione sostenibile; − individuano le zone in cui è opportuno istituire la tutela di nuove aree naturali di interesse provinciale e/o locale; − indicano i territori da preservare da trasformazioni insediative e infrastrutturali; − determinano i criteri e gli indirizzi per l’individuazione dei carichi insediativi ammissibili; − definiscono le iniziative da adottare per la prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali e di quelli di origine antropica.

In relazione a quanto previsto dall’art. 6 della NTA del PTCP , il Comune di Orta, nella redazione del PUC , ha tenuto conto delle disposizioni strutturali previste dal PTCP con particolare riferimento ai criteri e indirizzi per l’individuazione dei carichi insediativi ammissibili.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI I Comuni devono dimostrare come 10 BIS VULNERABILITA’ DEL SUOLO E intendono tutelare la risorsa idrica. Si TUTELA DELLA RISORSA ponga particolare attenzione ai commi 1°, IDRICA 2°, 4° e 6°.

Articolo 10bis Vulnerabilità del suolo e tutela della risorsa idrica 1. Nella tutela della risorsa idrica si attribuisce un interesse prioritario a fattori di vulnerabilità quali il depauperamento di sorgenti e falde, gli inquinamenti, le diminuzioni di capacità di ricarico e di portata. Fra le componenti territoriali ad alta vulnerabilità ambientale si indicano in particolare gli acquiferi a copertura permeabile, le zone di ricarica delle falde, le aste fluviali e gli alvei in evoluzione, le aree dunali e litoranee oltre ai laghi e ai corsi d’acqua. 2. In quanto risorsa vulnerabile e fortemente limitata nella rinnovabilità, la riserva di acque utilizzabili per usi antropici deve essere tutelata dagli effetti indotti da insediamenti, infrastrutture, attività e usi in atto. In quest’ottica si attribuisce importanza strategica all’acquifero della piana di . 4. Per contenere l’impatto delle attività di trasformazione sulle componenti ambientali di acqua e suolo, il Ptcp tutela: − i suoli che supportano produzioni agroalimentari di pregio e caratteristiche; − gli ambiti che presentano caratteri di pregio ambientale insieme a elevati livelli di vulnerabilità, quali: zone umide, dune costiere a rischio di erosione; ambiti costieri soggetti a rilevante pressione antropica; aree a rischio di subsidenza; terreni fortemente acclivi protetti da boschi; coltivi collinari e ambiti di degrado del territorio rurale. 6. In attesa degli approfondimenti svolti dalla Provincia d’intesa con le competenti autorità di bacino, i Comuni delimitano le aree di salvaguardia per le acque sotterranee, individuando le zone di tutela assoluta, le zone di rispetto e le zone di protezione. L’individuazione delle zone e dei relativi vincoli segue la normativa di riferimento. Le zone di rispetto sono definite da un raggio di 200 m dal punto di captazione o derivazione della risorsa.

In relazione a quanto previsto dall’art. 10 bis della NTA del Ptcp, il Comune di Orta sia per la tutela della riserva di acque utilizzabili per usi antropici dagli effetti indotti da insediamenti, infrastrutture, attività sia per la tutela delle colture agro alimentari tipiche del territorio, con il PUC non ha previsto ulteriori significativi utilizzi del territorio per insediamenti antropici rispetto a quelli esistenti alla data di stesura del piano stesso.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Il PUC deve rispettare gli obiettivi di cui 12 OBIETTIVI (RISCHIO ANTROPICO) al comma 1°

Articolo 12 PARTE III 21 Piano Urbanistico Comunale

Obiettivi 1. Per le zone potenzialmente interessate da eventi incidentali per la presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Rir), ai sensi del Dm 9 maggio 2001 “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” e del D.lgs 334/1999, il Ptcp persegue i seguenti obiettivi: − garantire la diminuzione dello stato di rischio dei territori coinvolti in relazione alla pericolosità dei possibili eventi incidentali e al valore degli elementi territoriali vulnerabili esposti; − garantire la protezione degli elementi ambientali vulnerabili (aree protette, risorse idriche, beni paesaggistici e ambientali, eccetera); − disciplinare le relazioni degli stabilimenti con gli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili, orientando le scelte localizzative degli stabilimenti con riguardo all’assetto idrogeologico del territorio provinciale, definito nell’ambito del Ptcp per la parte inerente la difesa del suolo, e tenendo conto delle aree di criticità relative ai diversi rischi naturali.

In relazione all’obiettivo di protezione del territorio dai rischi derivanti dalla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui all’art. 12 della NTA del Ptcp , il PUC prevede la ZTO “D3”, lontana dal centro abitato, destinata ad ospitare edifici ed attrezzature per attività produttive nocive di qualsiasi genere e natura (per trattamento di materiali potenzialmente pericolosi ai sensi della “Direttiva Seveso III”, per emissioni di inquinanti, di fumi, per attività particolarmente rumorose, ecc.). E’ inoltre prevista la Zona “SRA – sorgente di rischio ambientale” che racchiude le aree sulle quali e localizzato l’impianto di depurazione delle acque dei Regi Lagni denominato “Napoli nord”. In tale zona è severamente vietata ogni forma di attività diversa da quella specifica della destinazione d’uso, anche agricola.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Il PUC deve salvaguardare gli elementi 13 ELEMENTI AMBIENTALI ambientali e territoriali vulnerabili elencati ai commi 2° e 3°. Se presenti o previsti stabilimenti a rischio rilevante, i Comuni devono precisare quali forme di tutela si intendono adottare.

Articolo 13 Elementi ambientali e territoriali vulnerabili 2. Sono elementi ambientali vulnerabili: − le aree naturali protette, Sic e Zps, le aree coltivate di pregio agronomico e/o paesaggistico, le aree boscate; − i beni soggetti a tutela in base al D.lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio); − le aree tutelate dal Ptcp in relazione alle componenti suolo, ambiente e paesaggio; − le aree a rischio sismico, idrogeologico o di incendi; − le risorse idriche, superficiali e profonde; − le aree spondali e gli arenili. 3. Rientrano tra gli elementi territoriali vulnerabili: − le scuole; − gli ospedali; − le grandi strutture di vendita; − le reti e gli impianti tecnologici di livello sovraccomunale; − le infrastrutture per la mobilità.

In relazione a quanto previsto dall’art. 13 della NTA del Ptcp riguardante la tutela degli elementi ambientali e territoriali vulnerabili, si precisa che nel territorio comunale non esistono siti di importanza comunitaria(Sic) né zone a protezione speciale (Zps). Sono presenti beni soggetti a tutela ai sensi del Dlgs. 42/2004 e L.1089/39 ubicati in località Casapozzano quali il “Castello” ed il “Palazzo Bugnano”. Per detti siti è prevista una normativa specifica a tutela riportata all’art. 18 delle norme di attuazione allegate al PUC .

PARTE III 22 Piano Urbanistico Comunale

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI I Comuni devono dichiarare l’esistenza o meno di 14 ADEGUAMENTO DEGLI stabilimenti a rischio rilevante, ovvero la loro STRUMENTI URBANISTICI previsione: in questi casi, i Comuni sono obbligati al totale rispetto dell’art. 14. Si ponga particolare attenzione al comma 6°.

Articolo 14 Adeguamento degli strumenti urbanistici comunali 6. I comuni i cui scenari incidentali ricadono sul territorio di comuni limitrofi sono tenuti, ai sensi del Dm 9 maggio 2001, a trasmettere le necessarie informazioni ai comuni interessati e ad avviare con essi idonee procedure di concertazione, al fine di verificare la compatibilità territoriale e ambientale degli stabilimenti Rir su entrambi i territori. Le determinazioni conseguenti devono essere trasmesse alla provincia per l’aggiornamento del sistema informativo territoriale e del piano di protezione civile.

In relazione a quanto previsto dall’art. 14 della NTA del Ptcp , il Comune di Orta, insieme alla redazione del Piano Urbanistico Comunale, ha avviato le procedure di VAS, procedure che hanno consentito di interfacciarsi, in relazione alle suddette problematiche, con tutti i soggetti competenti, ivi compresi i comuni contermini.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Per le rettifiche di cui al comma 1° si procede in 18 INTEGRAZIONE E totale analogia a quanto previsto dall’art.3 comma SPECIFICAZIONE DEGLI 4°. I Comuni devono dichiarare l’esistenza o meno ELEMENTI PAESAGGISTICI di elementi paesaggistici a matrice naturale e/o antropica. Nel caso di loro presenza deve essere dimostrato l’integrale rispetto del comma 4°.

Articolo 18 Integrazione e specificazione degli elementi paesaggistici e obiettivi di qualità 1. I piani urbanistici comunali (Puc) integrano la disciplina del presente piano per gli elementi paesaggistici a matrice naturale e possono rettificare gli elenchi dei beni di cui al presente titolo e la relativa perimetrazione, attraverso una più completa ricognizione sul territorio di competenza. 4. I piani urbanistici comunali (Puc) disciplinano gli elementi paesaggistici a matrice naturale e antropica sulla base degli articoli di cui al presente Titolo, assicurando il perseguimento degli obiettivi paesaggistici stabiliti nell’allegato “A – Obiettivi di qualità paesaggistica” alle presenti norme.

In relazione a quanto previsto dall’art. 18 della NTA del Ptcp , nel territorio del Comune di Orta, non sono presenti elementi naturali del paesaggio elencati nell’all. A alla NTA del Ptcp, con la eccezione dei beni di importanza storicoculturale di cui al successivo punto 10.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Nel Puc deve essere riportato quanto previsto dal 19 BOSCHI ED ARBUSTETI presente articolo e dimostrato il rispetto del comma 6°, ovvero dichiarare che non vi sono boschi ed arbusteti. Quanto qui previsto è contemplato nella carta dell’uso agricolo del suolo.

In relazione a quanto previsto dall’art. 19 della NTA del Ptcp si precisa che nel territorio del Comune di Orta non vi sono boschi né arbusteti.

PARTE III 23 Piano Urbanistico Comunale

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Ove presenti gli elementi contenuti dall’art.25 2534 ELEMENTI ANTROPICI DEL compreso all’art. 34 compreso, il Puc deve PAESAGGIO dimostrare l’integrale rispetto del corrispondente articolo.

Articolo 25 Siti archeologici

Articolo 26 Beni d’importanza storico-culturale

Articolo 27 Partizioni agrarie antiche

Articolo 28 Rete stradale di epoca romana e viabilità storica in generale

Articolo 29 Elementi territoriali del paesaggio borbonico

Articolo 30 Sistemazioni idrauliche storiche

Articolo 31 Beni storico-architettonici

Articolo 32 Altri beni storico-architettonici con specifico vincolo

Articolo 33 Centri e nuclei storici

Articolo 34 Coltivi di vite maritata al pioppo

In relazione a quanto previsto dagli articoli da 25 a 34 della normativa di attuazione del Ptcp si precisa: − Per quanto concerne l’art. 25 della normativa di attuazione del Ptcp, il piano ha evidenziato alla tav. 8.1.a le aree, ancorché non tutelate, cui è attribuibile un valore archeologico potenziale all’interno delle quali è previsto che, per ogni intervento edilizio e infrastrutturale e ogni lavorazione non superficiale, compresi gli interventi di bonifica e per scoli di acque e canali, l’inizio dei lavori sia preventivamente comunicato alla competente Sovrintendenza affinché possa assicurare la supervisione in caso di scavi. − In relazione alla preservazione del tessuto urbanisticoedilizio di importanza storicoculturale (art. 26 e seguenti della NTA del PTCP), il PUC ha riportato nell’elaborato 8.2 la delimitazione del tessuto edilizio storico documentato nella pianta del Catasto di fine ottocento, fornita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici,Paesaggistici,storici,Artistici ed Etnoantropologici della provincia di Caserta. Tale area è stata classificata nella zonizzazione territoriale come zona A nella quale è prevista una normativa attenta alla conservazione dell’originario impianto. − Con particolare riferimento alle prescrizioni di cui all’art. 32, gli immobili vincolati all’interno di tale area,quali le chiese, i conventi, il Castello di Casapuzzano ed il Palazzo Bugnano, sono stati puntualmente individuati sempre nella cartografia di cui alla tav. 8.2. − In riferimento ai coltivi di vite maritata al pioppo di cui all’art. 34 della NTA del Ptcp,, le zone del territorio, estese circa 4 Ha, sono riportate nella cartografia dell’uso del suolo agricolo e ricadono, nella zonizzazione territoriale, nella zona agricola.

PARTE III 24 Piano Urbanistico Comunale

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI ARTICOLAZIONE DEL Si ponga particolare attenzione alle finalità di cui al 36 TERRITORIO RURALE APERTO comma 1°. La carta dell’uso agricolo del suolo deve contenere precisamente, anche, quanto indicato nel comma 2°.

Articolo 36 Articolazione del territorio rurale e aperto 1. Il presente Ptcp persegue la finalità di tutela strutturale e funzionale del territorio rurale e aperto, con riferimento: − all’attività produttiva agricola multifunzionale, forestale, zootecnicopascolativa; − al mantenimento della biodiversità ed allo svolgimento dei processi ecologici legati alla riproduzione delle risorse di base (aria, acqua, suolo, ecosistemi); − alla stabilizzazione del ciclo idrogeologico, alla tutela della qualità della risorsa idrica, alla difesa del suolo; − ai valori paesaggistici e storicoculturali; − alla funzione ricreativa. 2. Ai fini del perseguimento degli obiettivi di tutela definiti al comma precedente, i Puc devono essere corredati da adeguata cartografia, alla scala 1:5.000, che identifichi tutte le aree forestali, agricole, pascolative, naturali e seminaturali, o comunque non urbanizzate che concorrono a definire il sistema del territorio rurale e aperto, con riferimento sia a quelle caratterizzate da più elevata integrità, continuità ed estensione, sia a quelle di frangia e a maggior grado di frammentazione o interclusione a opera del tessuto infrastrutturale e urbano.

In relazione a quanto previsto dall’art. 36 della NTA del Ptcp, il Comune di Orta di Atella persegue le finalità di cui al suddetto articolo e all’uopo ha corredato il PUC di adeguata cartografia, alla scala 1:5.000, che identifica tutte le aree agricole, pascolative, naturali e seminaturali, comunque non urbanizzate, che concorrono a definire il sistema del territorio rurale e aperto.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Le norme del Puc relative al territorio rurale aperto, devono integralmente recepire le disposizioni 3744 GESTIONE DEL TERRITORIO contenute dall’art. 37 compreso all’art.44 RURALE APERTO compreso. Si segnala l’importanza dell’art. 37 commi 1°, 2° e 3°. E delle tabelle riportate negli artt. 40, 41, 42, 43.

Articolo 37 Edificabilità del territorio rurale e aperto 1. I Puc prevedono che l’edificabilità del territorio rurale e aperto sia strettamente funzionale all’attività agricola multifunzionale, come definita dall’articolo 2 della legge regionale 6 novembre 2008, n. 15, “Disciplina per l’attività di agriturismo”, sia esercitata da imprenditori agricoli professionali definiti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 (“Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura”) e nel rispetto del principio del previo riuso dei manufatti esistenti. 2. L’edificabilità rurale comprende: − manufatti a uso abitativo per gli addetti all’agricoltura; − annessi agricoli; − annessi relativi alle attività agrituristiche e agricole multifunzionali. 3. I Puc subordinano la nuova edificabilità del territorio rurale e aperto, ai sensi dei precedenti commi 1 e 2, alle disposizioni di un piano di sviluppo aziendale (Psa).

Articolo 40 Territorio rurale e aperto a preminente valore paesaggistico

Articolo 41 Territorio rurale e aperto a preminente valore agronomico-produttivo

PARTE III 25 Piano Urbanistico Comunale

In relazione a quanto previsto dagli art. 37-44 della NTA del Ptcp, si rinvia alle previsioni di cui all’art. 41 della normativa di attuazione del PUC che si riporta alle prescrizioni dei suddetti articoli.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Si evidenzia l’importanza di questo articolo. Per il 46 TERRITORIO URBANO DI centro storico (zona A) le norme del Puc devono IMPIANTO STORICO contenere quanto riportato nell’art. 46.

Articolo 46 Territorio urbano di impianto storico 1. I centri e nuclei storici sono le parti del territorio urbano nelle quali l’assetto urbanistico e fondiario e i caratteri delle tipologie strutturali degli edifici, degli spazi aperti a essi connessi e degli spazi comuni, sono stati formati in epoca precedente alla seconda guerra mondiale e si sono conservati, in tutto o in larga parte. Sono nuclei storici anche quelli non urbani collocati nel territorio rurale. 2. I Puc recepiscono le perimetrazioni relative ai centri e ai nuclei storici individuati dal presente Ptcp, ferme restando le possibilità di modifica ai sensi dell’art.3, comma 4, e distinguono: a) i complessi urbani storici preunitari, individuandoli sulla base della cartografia Igm di primo impianto; b) i complessi urbani storici ottonovecenteschi, intesi come le ulteriori parti edificate con sostanziale continuità entro la prima metà del XX secolo. 3. I Puc dettano le misure di tutela e di valorizzazione dei centri e nuclei storici di cui ai commi precedenti distinguendo: a) le parti del territorio che conservano, nelle caratteristiche dell’organizzazione spaziale e dell’impianto fondiario, nonché nelle caratteristiche tipologiche e formali dei manufatti edilizi e degli spazi scoperti, i segni delle regole che hanno presieduto alla vicenda storica della loro formazione; b) le parti del territorio nelle quali le suddette caratteristiche e regole sono state rilevantemente e diffusamente alterate e contraddette. 4. I Puc definiscono una disciplina finalizzata alla manutenzione, al restauro, al risanamento conservativo ovvero al ripristino (facendo riferimento a idonee documentazioni storiche e iconografiche) degli elementi costitutivi delle parti del territorio di cui alla lettera a) del comma 3, anche in alternativa al piano di recupero redatto ai sensi dell’articolo 3, DPR 380/2001. 5. Relativamente alle parti del territorio di cui alla lettera b) del comma 3, i Puc dettano le direttive per la formazione di piani urbanistici attuativi volti a disciplinare la ricostituzione della morfologia insediativa, nonché a disciplinare le trasformazioni fisiche ammissibili e le utilizzazioni compatibili delle unità edilizie e degli spazi scoperti. 6. La ricostituzione della morfologia insediativa, di cui al comma 5, si realizza attraverso un insieme di interventi volti a sostituire, in tutto o in parte, l’esistente tessuto di spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati,grazie all’applicazione delle regole caratterizzanti la vicenda urbanizzativa storica, come desumibili dalla cartografia storica, dalla lettura critica del tracciato dei lotti, degli isolati, della rete stradale e degli altri elementi testimoniali superstiti, ovvero dall’interpretazione della vicenda conformativa degli insediamenti. 7. I Puc e gli eventuali previsti piani urbanistici attuativi definiscono puntualmente le trasformazioni e le utilizzazioni ammissibili e prescritte alla scala delle singole unità edilizie e degli spazi scoperti. 8. Gli strumenti urbanistici prevedono che le aree e gli spazi storicamente inedificati e quelli di pertinenza degli edifici rimangano inedificati e siano prioritariamente utilizzati per migliorare la dotazione di servizi pubblici.

In relazione a quanto previsto dall’art. 46 della NTA del Ptcp, come precisato al precedente punto 10, il PUC ha riportato nell’elaborato 8.2 la delimitazione del tessuto edilizio storico documentato nella pianta del Catasto di fine ottocento, fornita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, storici, Artistici ed Etnoantropologici della provincia di Caserta. Tale area è stata classificata nella zonizzazione territoriale come zona “A”. L’art. 22 della normativa di attuazione del PUC detta la disciplina e le modalità di intervento nel suddetto centro storico del territorio, conformandosi ai dettami dell’art. 46 della NTA del Ptcp.

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PARTE III 26 Piano Urbanistico Comunale

ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Le norme del Puc devono contenere quanto 47 TERRITORIO URBANO DI riportato ai commi 2°, 3°, 4° IMPIANTO RECENTE

Articolo 47 Territorio urbano d’impianto recente, prevalentemente residenziale 2. I Puc recepiscono le indicazioni del presente Ptcp, ferme restando le possibilità di modifica ai sensi dell’art.3, comma 4, e distinguono: a) le parti caratterizzate da un assetto urbanistico riconoscibile e compiuto e da coerenza dimensionale, funzionale e formale fra spazi pubblici e privati; b) le parti caratterizzate da assetti urbanistici non compiutamente definiti, in cui l’insoddisfacente rapporto dimensionale, funzionale e formale fra spazi pubblici e privati determina una diffusa carenza di qualità urbana, ovvero la sussistenza di aree caratterizzate da aggregati urbani malsani e insicuri o illegittimamente edificati. 3. La disciplina delle zone sub a) del precedente comma 2 prevede: − la conservazione degli assetti urbanistici consolidati; − l’individuazione e la tutela degli edifici e dei complessi edilizi di valore storico, artistico o documentale e la previsione di usi compatibili con le esigenze di tutela; − l’adeguamento della dotazione di attrezzature pubbliche prioritariamente attraverso il riuso di superfici e volumi inutilizzati, dismessi o dismissibili; − il recupero dei restanti immobili dismessi con usi prioritariamente volti alla rivitalizzazione del tessuto urbano; − la riqualificazione degli spazi pubblici. 4. La disciplina delle zone sub b) del precedente comma 2 deve essere finalizzata alla riqualificazione degli insediamenti anche mediante appositi piani urbanistici attuativi che promuovono un nuovo assetto urbanistico: − l’individuazione e la tutela degli edifici e dei complessi edilizi di valore storico, artistico o documentale e la previsione di usi compatibili con le esigenze di tutela; − l’eventuale completamento delle zone sub b) attraverso nuovi interventi residenziali e per la produzione di beni e servizi; − l’adeguamento della dotazione di attrezzature pubbliche prioritariamente attraverso il riuso di superfici e volumi inutilizzati, dismessi o dismissibili; − il reperimento e la riqualificazione degli spazi pubblici.

In relazione a quanto previsto dall’art. 47 della NTA del Ptcp, il PUC ha identificato le parti caratterizzate da un assetto urbanistico riconoscibile e compiuto, per lo più coincidenti con il tessuto urbano edificato entro il 2000, prevedendo in tali zone interventi conformi ai dettami del comma 3 dell’art. 47 della NTA. Parimenti sono state individuate le aree caratterizzate da assetti urbanistici non compiutamente definiti, in cui l’insoddisfacente rapporto dimensionale, funzionale e formale fra spazi pubblici e privati determina una diffusa carenza di qualità urbana, nonché quelle in buona parte edificate per interventi di tipo diretto, senza mai aver ricevuto una pianificazione attuativa(contrariamente alle indicazioni del PRG), prevedendo in tali zone interventi conformi ai dettami del comma 4 dell’art 47 della NTA. Quanto sopra è riportato negli articoli da 22 a 30 della normativa di attuazione del PUC stesso.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI COMPATIBILITA’ Le norme del Puc devono contenere quanto 56 AMBIENTALE DELLE riportato nell’ art. 56. Si ponga particolare INFRASTRUTTURE attenzione ai commi 6° e 7°

Articolo 56 Compatibilità ambientale delle infrastrutture 6. I Puc individuano opportune misure per garantire la sicurezza dei pedoni, tramite una rete pedonale continua e interventi relativi alla moderazione della velocità. 7. Nei Puc non possono essere previste nuove immissioni sulla viabilità di classifica statale, regionale o provinciale a una distanza inferiore a 500 m con altra immissione già esistente appartenente ad una qualunque delle citate categorie.

PARTE III 27 Piano Urbanistico Comunale

In relazione a quanto previsto dall’art. 56 della NTA del Ptcp, lungo le arterie stradali e le aree in corrispondenza e all’interno di svincoli, che attraversano il territorio comunale, sono state previste idonee fasce di rispetto. Non sono previste nuove immissioni sulla viabilità di classifica provinciale, regionale o statale.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI In ottemperanza al comma 1°, il Puc di tutti i 58 PIANIFICAZIONE COMUNALE comuni compresi negli ambiti di Caserta ed Aversa NEL SETTORE DELLA e di tutti quelli superiori a 10.000 abitanti, deve MOBILITA’ essere corredato dal piano urbano dell’accessibilità con i contenuti dei commi successivi.

Articolo 58 Indirizzi per la pianificazione comunale nel settore della mobilità 1. I comuni degli ambiti di Caserta e Aversa e quelli superiori a 10.000 abitanti, nella formazione dei Puc, redigono, quale piano di settore, il piano urbano dell’accessibilità. 2. Sulla base della documentazione conoscitiva, i comuni valutano la sostenibilità del carico urbanistico sulla rete viaria, verificando la capacità delle strade in esercizio e di progetto rispetto ai flussi di traffico esistenti e indotti dai nuovi insediamenti. 3. I comuni definiscono, in sede di formazione del Puc, i limiti fisici del centro abitato, ai fini dell’applicazione delle fasce di rispetto, in rapporto alla classificazione gerarchica della rete viaria provinciale. 4. I comuni stabiliscono per quali casi e a quali condizioni l’attuazione degli interventi, ricadenti in aree destinate ad interventi di trasformazione urbanistica o di nuovi insediamenti, debba essere subordinata alla verifica, da parte del proponente ed a carico dello stesso, delle ricadute indotte sul sistema dell’accessibilità. 5. I Puc localizzano le aree per i nuovi insediamenti e stabiliscono la conformazione degli stessi avendo cura di evitare o, almeno, di contenere lo sviluppo parallelo e direttamente connesso ai tracciati della viabilità principale. 6. I Puc possono stabilire misure e incentivi per realizzare o incrementare la rete di percorsi ciclopedonali urbani, possibilmente separati e protetti dalla viabilità ordinaria. 7. La pianificazione della rete dei percorsi ciclopedonali, di livello urbano, deve tenere conto dei percorsi extraurbani già realizzati o in progetto, assicurandone la connessione. 8. I Puc stabiliscono gli indirizzi per favorire le modalità di spostamento alternative all’uso dei veicoli privati, al fine di ridurre i carichi di punta sulla rete stradale.

In relazione a quanto previsto dall’art. 58 della NTA del Ptcp, in virtù della conformazione del territorio urbanizzato nonché delle previsioni del PUC , si è ritenuto potersi omettere la redazione del piano dell’accessibilità per le motivazioni: il territorio è già attraversato dalla S.S. 7/bis “Asse di Supporto” Nola Villa Literno, con svincoli di uscita Succivo e Caivano; ulteriore arteria è la S.P. CasapuzzanoMarcianise, che serve a smistare il traffico da e verso il centro abitato; le altre parti della cittadina sono intimamente connesse con l’abitato di Succivo e di Sant’Arpino; le definizioni in materia di viabilità esistente e di progetto sono riportate nella Tav. 11.1.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Il Puc deve dimostrare il rispetto di quanto riportato 6162 ACCESSIBILITA’ ALLE negli artt. 61 e 62. STAZIONI E MOBILITA’ LENTA

Articolo 61 Accessibilità alle stazioni: competenze dei comuni 1. I comuni nei quali siano presenti stazioni ferroviarie passeggeri, in sede di redazione dei Puc e/o di loro varianti, verificano la dotazione di spazi a parcheggio pubblico nelle aree limitrofe alle stazioni. 2. Gli spazi a parcheggio pubblico di cui al comma 1 devono essere dimensionati in relazione al numero di viaggiatori tenendo conto dell’eventuale presenza di trasporto pubblico locale (Tpl) presso la stazione. Nel caso in cui la verifica

PARTE III 28 Piano Urbanistico Comunale

della dotazione esistente rilevi insufficienze qualitative o quantitative, il comune adegua il proprio piano dei servizi e, per quanto possibile, individua le aree necessarie. 3. Nel piano di servizi, il comune deve prevedere che, in prossimità dell’edificio che ospita la stazione, siano reperiti spazi pubblici riservati alla sosta, preferibilmente al coperto, di cicli e motocicli. 4. Ogni intervento che preveda un’espansione insediativa superiore alla preesistente in prossimità della stazione ferroviaria deve prevedere l’incremento proporzionale della dotazione dei parcheggi pubblici e il miglioramento dell’accessibilità alla stazione stessa. 5. I comuni, sedi di stazione ferroviaria ubicata a confine con comuni contermini, promuovono con gli stessi azioni volte a sviluppare una dotazione, seppure minima, di trasporto pubblico urbano e interurbano.

Articolo 62 La mobilità lenta 1. I piani urbani della mobilità, compresi nei piani urbani dell’accessibilità di cui all’Articolo 58, devono privilegiare la circolazione pedonale, prevedendo interventi per aumentare la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti e provvedendo all’eliminazione delle barriere architettoniche. 2. I comuni individuano nei Puc una rete continua di percorsi pedonali protetti in connessione con le aree di maggiore densità abitativa e con le funzioni e le attrezzature collettive. 3. Al fine di promuovere l’uso della bicicletta come quotidiano mezzo di trasporto, la provincia prevede una rete di percorsi ciclabili in condizioni di sicurezza, in connessione con le attrezzature pubbliche e con le piazze della mobilità del trasporto pubblico. 4. I Puc devono prevedere una rete ciclabile comunale, inserita nel piano urbano dell’accessibilità ove il comune sia tenuto a formarlo. 5. Nuovi percorsi ciclabili devono essere previsti nella fascia di rispetto di infrastrutture stradali e ferroviarie di nuova realizzazione o in caso di loro adeguamento.

In relazione a quanto previsto dall’art. 61 della NTA del Ptcp si precisa che nel territorio comunale non sono presenti stazioni ferroviarie. Per quanto concerne l’art. 62 si rinvia a quanto precisato al precedente punto 16.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI In ottemperanza al comma 1°, ogni Puc deve essere 64 RETE ECOLOGICA corredato da uno specifico elaborato grafico, sul PROVINCIALE quale è meglio individuata e precisata la rete ecologica. Tale elaborato, unitamente alla parte descrittiva, deve riportare quanto disposto ai commi 6° e 7°. Per le rettifiche di cui al comma 5° si procede in totale analogia a quanto previsto dall’art. 3 comma 4°.

Articolo 64 Rete ecologica provinciale 1.La rete ecologica provinciale comprende gli ecosistemi e gli habitat a più elevata naturalità, dei quali è necessario preservare l’integrità e la connessione, allo scopo di mantenere la più elevata biodiversità del territorio provinciale, oltre che di garantire lo svolgimento dei processi ecologici di base e la conservazione attiva dei paesaggi. 5. Le eventuali modifiche introdotte dal Puc alla rete ecologica provinciale devono essere adeguatamente motivate e dettagliate sotto il profilo ambientale e devono garantire la coerenza con la funzionalità complessiva della rete ecologica provinciale. 6. L’architettura della rete ecologica comprende: − le aree centrali: gli ecosistemi e gli habitat naturali e seminaturali caratterizzati da maggiore estensione e integrità; − i corridoi: le aree a sviluppo longitudinale in grado di connettere tra loro le aree centrali della rete; − le zone cuscinetto: poste intorno alle aree centrali ed ai corridoi, aventi lo scopo di mitigare i possibili impatti, nelle quali prevalgono tipicamente usi agroforestali ad elevata sostenibilità; − le zone di recupero ambientale: si tratta di aree ad elevato potenziale ecologico (es. zone fluviali, costiere, aree umide), attualmente caratterizzate da dinamiche degradative o da usi impropri, ma che conservano un’elevata potenzialità per la ricostituzione di habitat pregiati; − le green belt : il sistema del territorio rurale e aperto complementare alla città di cui all’art. 36 delle presenti norme

PARTE III 29 Piano Urbanistico Comunale

− i grandi connettivi territoriali: il sistema del territorio rurale e aperto di tutela ecologica e per la difesa del suolo di cui all’art. 36 delle presenti norme. 7. Gli obiettivi e i criteri di costruzione della rete ecologica provinciale e delle green belt sono definiti nell’allegato “B – Linee guida per la costruzione della rete ecologica provinciale e delle green belt” alle presenti norme.

In relazione a quanto previsto dall’art. 64 della NTA del Ptcp si precisa che il PUC non introduce alcuna modifica alla rete ecologica provinciale ed inoltre nel territorio comunale non è presente alcuno degli ambiti (green belt) individuati nell’all. B alla NTA del Ptcp, con esclusione di una limitata zona territoriale periferica lambita dai Regi Lagni in uscita dall’impianto di depurazione Napoli Nord, per la quale è prevista idonea fascia di rispetto di verde privato.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Stante la particolare importanza dell’art.65, in ogni Puc deve essere puntualmente dimostrato il rispetto di ciascun comma. La dimostrazione del comma 3° deve essere particolarmente dettagliata e precisata con dati numerici incontrovertibili. Si evidenzia che il comma 3° dell’art. 65 è INDIRIZZI PER LA strettamente commesso ed interdipendente al 65 FORMAZIONE DEI PIANI comma 6° dell’art. 66. Il comma 8° non si applica URBANISTICI COMUNALI agli ambiti : aree interne e litorale domizio. Il comma 9° non si applica agli ambiti: Caserta, Aversa, e Litorale Domizio. Fermo restando la garanzia della quantità minima di standard urbanistico di 18 mq/ab, insediato o da insidiare, si valuti con specifica attenzione quanto disposto dal comma 16°. Tale valutazione è in analogia a quanto poi disposto all’art.67, comma 1° per le aree produttive.

Articolo 65 Indirizzi per la formazione dei piani urbanistici comunali 1. I Puc dividono l’intero territorio comunale in due grandi insiemi: − il territorio insediato; − il territorio rurale e aperto. 2. Nel territorio insediato sono localizzate tutte le funzioni urbane necessarie per la riqualificazione, il riuso e l’espansione dell’attività edilizia; nel territorio rurale ed aperto possono essere localizzate solo attività agricole e possono essere confermate quelle residenziali e produttive oggi esistenti per le quali, comunque, vanno stabiliti specifici criteri di riqualificazione. 3. Qualunque nuovo impegno di suolo rurale e aperto è consentito esclusivamente a condizione che si dimostri l’impossibilità di soddisfare le nuove esigenze all’interno del territorio già urbanizzato e insediato, comprensivo delle aree negate con potenzialità insediativa e degli aggregati urbani malsani o insicuri nel territorio urbano d’impianto recente, e non può interessare territori e beni sottoposti a vincoli di non trasformabilità o gravati da usi civici. In tal caso la nuova urbanizzazione va prevista in adiacenza al reesistente territorio urbano e configurata in modo da occupare nella minima misura possibile la superficie del territorio rurale e aperto. Deve essere garantito un indice di permeabilità del suolo non inferiore al 50% della superficie territoriale interessata. Nel calcolo di tale percentuale possono essere computate le superfici delle coperture, se per queste è previsto il recapito delle acque meteoriche negli strati superficiali del suolo. 5. I Puc favoriscono i nuovi insediamenti immediatamente accessibili da stazioni o fermate del trasporto pubblico su ferro. 6. Ferme restando le possibilità di modifica ai sensi dell’art. 3, comma 4, i Puc individuano i tessuti storici urbani in conformità con gli elaborati del Ptcp e provvedono a tutelare gli immobili di interesse storico – artistico – architettonico nonché i complessi urbani, comprensivi degli spazi scoperti, rispettando e valorizzando le tradizioni storiche immateriali.

PARTE III 30 Piano Urbanistico Comunale

7. Ferme restando le norme di legge statale relative al condono edilizio, i Puc devono contenere un’indagine e uno specifico studio estesi all’intero territorio comunale, finalizzati alla conoscenza e alla repressione dell’abusivismo edilizio. 10. I Puc organizzano le previsioni, nel rispetto dell’articolo 3 della legge regionale 16/2004, in: − disposizioni strutturali, comprensive dei dimensionamenti, riferiti a un arco temporale non superiore a 15 anni; − disposizioni programmatiche riferite a un arco temporale di 5 anni. 14. Nella realizzazione di nuovi edifici e negli ampliamenti di edifici esistenti comportanti incremento di superficie coperta, che non riguardano nuovi impegni di suolo di cui al comma 3, è garantito il mantenimento di una superficie permeabile di pertinenza pari ad almeno il 25 per cento della superficie fondiaria. 15. I nuovi spazi pubblici o privati destinati a viabilità pedonale o meccanizzata sono realizzati con modalità costruttive idonee a consentire l’infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque, salvo che tali modalità costruttive non possano essere utilizzate per comprovati motivi di sicurezza igienicosanitaria e statica o di tutela dei beni culturali e paesaggistici. 16. In sede di formazione dei Puc, i comuni coordinano le previsioni di attrezzature pubbliche con quelle dei comuni limitrofi, al fine di evitare, per quanto possibile, un’inutile e dispendiosa duplicazione di spazi pubblici.

In relazione a quanto previsto dall’art. 65 della NTA del Ptcp si precisa che si è tenuto espressamente conto nella redazione del PUC del dettato del suddetto articolo, come può evincersi da quanto esplicitato negli elaborati allegati allo stesso in quanto non risulta qui possibile sintetizzarne il contenuto. * * * * * * * * * * * *

ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI In ottemperanza al comma 1°, al carico di ciascun comune, stabilizzato al 2018 e definito in conferenza, deve essere detratto il numero di alloggi realizzati e/o autorizzati dal gennaio 2008 a tutto il febbraio 2012. In merito ciascun comune deve fornire dati numerici certi ed incontrovertibili. DIMENSIONAMENTO E In ogni Puc, per la trasposizione da alloggio al 66 PREVISIONI RESIDENZIALI parametro mc/mq. Sia territoriale sia fondiario, deve essere dimostrato il rigoroso rispetto del comma 4°, le norme del Puc dei comuni compresi negli ambiti di Caserta, Aversa, e Litorale Domizio devono riportare che il 30% minimo degli alloggi realizzabili è destinato ad Edilizia Sociale. Nelle aree interne la predetta percentuale sarà definita dal Puc. Si ponga particolare attenzione alla dimostrazione del rispetto del comma 6°.

Articolo 66 Criteri per il dimensionamento e la localizzazione delle previsioni residenziali 1.Il carico insediativo massimo previsto nell’orizzonte temporale 20072018, inteso come numero di alloggi aggiuntivi a quelli esistenti e/o autorizzati alla data di adozione del presente piano, derivanti sia da attività di recupero e di trasformazione di volumetrie esistenti, sia da nuove costruzioni, e comprensivo di tutte le categorie residenziali ivi incluse le quote di housing sociale di cui alla Dgr 572/2010, è distribuito tra i diversi ambiti insediativi nei termini seguenti Ambito insediativo Numero di alloggi Aversa 15.500 Caserta 30.000 Aree interne 5.000 Litorale Domizio – Sub ambito Nord 2.000 Litorale Domizio – Sub ambito Sud 2.500 Totale 55.000

2. Il dimensionamento residenziale di ciascun Puc è determinato, d’intesa con la provincia, assumendo a base la quota parte (calcolata in proporzione agli abitanti residenti nel comune nel 2007) del numero di alloggi previsti nel relativo ambito insediativo di cui al comma precedente. Il dato può essere corretto nella misura di più o meno 15%, rimanendo invariato il dimensionamento complessivo dell’ambito, in funzione:

PARTE III 31 Piano Urbanistico Comunale

− dell’andamento demografico; − del tasso di utilizzazione degli alloggi; − del numero medio di componenti familiari; − della distanza del centro abitato dalla più vicina stazione ferroviaria e del livello di servizio di quest’ultima; − dei criteri di cui al 2° e 3° QTR del PTR. 4. Per il calcolo degli indici urbanistici si assume una grandezza media degli alloggi inclusi i relativi spazi di distribuzione e le pertinenze pari a 120 mq di superficie lorda di pavimento, pari a un volume vuoto per pieno di 400 mc. 5. Negli ambiti di Caserta, Aversa e del Litorale Domitio, almeno il 30% del dimensionamento complessivo deve essere riservato all’edilizia sociale e al sistema dei servizi, come definiti dalla Dgr 572/2010. Nell’ambito Aree interne, la predetta quota di edilizia sociale può essere proposta dai singoli comuni in sede di formazione del Puc.

In relazione a quanto previsto dall’art. 66 della NTA del Ptcp si precisa, come esplicitato in relazione che: − Sull’esistente è stata condotta un’analitica e dettagliata ricognizione riferita ai titoli abilitativi rilasciati e a quanto realizzato entro il 2007 e dal 2008 al 31/12/2012; ciò al fine di determinare il carico insediativo massimo previsto dal Ptcp. − Il dimensionamento del piano è stato effettuato in conformità alle previsioni del comma 2 dell’articolo stesso − Per il calcolo degli indici urbanistici sono stati adottati i criteri di cui al comma 4 − Il PUC tiene conto di quanto previsto al comma 5 in quanto destina alla edilizia residenziale sociale la parte residenziale della zona territoriale di cui all’art. 28 della NTA del PUC − Il PUC localizza le nuove residenze, anche attraverso interventi di recupero, ovvero di ristrutturazione urbanistica oggetto di appositi piani urbanistici attuativi, nelle aree urbane e negli aggregati urbani siti nel territorio urbano d’impianto recente, limitando al massimo il consumo del territorio.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Dal combinato disposto dell’art. 70, comma 7° punti e) ed f) ed art. 71 commi 5°, 6°, 7°, il RUEC deve prevedere: 7071 POLITICHE ED INDIRIZZI La certificazione energetica degli edifici ENERGETICI Specifiche premialità per incentivare, su tutti gli edifici nuovi e su quelli esistenti, soggetti ad interventi rilevanti, la realizzazione di impianti per la produzione energetica solare ovvero il tetto giardino.

Articolo 70 Politiche energetiche 7. Per il perseguimento del sistema di obiettivi indicato al comma 2, il Ptcp assume i seguenti indirizzi strategici: a) favorire l’evoluzione verso un sistema energetico caratterizzato da una consistente produzione energetica diffusa (generazione distributiva) volta ad assicurare un maggiore equilibrio tra impianti di grossa taglia ed impianti di taglia mediopiccola e a contenere i costi di trasporto dell’energia, anche previo accertamento della presenza di significativi fabbisogni energetici in prossimità degli impianti per la produzione diffusa; b) favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili che massimizzino il risparmio e l’impiego di energia con il minimo impatto ambientale salvaguardando nel contempo l’assetto idrogeologico, la tutela del suolo, le risorse idriche anche termali, la qualità dell’acqua e dell’aria; c) favorire la riduzione della domanda di energia – termica ed elettrica – dei nuovi insediamenti residenziali, commerciali e produttivi; d) promuovere la cogenerazione ad alto rendimento sul territorio provinciale quale tecnologia primaria di produzione di energia e fondamentale misura di mitigazione degli impatti sulla qualità dell’aria e sulle emissioni climalteranti degli impianti energetici; e) promuovere, su tutti gli edifici di nuova costruzione e in quelli sottoposti a interventi rilevanti di ristrutturazione, impianti per la produzione energetica da fonti rinnovabili ad elevata compatibilità (solare termico, solare fotovoltaico e solare passivo) con particolare attenzione al potenziale di sviluppo negli usi termici e in particolare nelle strutture residenziali e di servizio a carattere stagionale (alberghi, campeggi, residenze temporanee, servizi balneari, eccetera o con forte variabilità del fabbisogno; f) promuovere la certificazione energetica degli edifici ai sensi della normativa nazionale e comunitaria; PARTE III 32 Piano Urbanistico Comunale

g) promuovere l’incentivazione di tecnologie a risparmio energetico, la diffusione di buone pratiche e di azioni di informazione e sensibilizzazione anche ricorrendo a processi di consultazione popolare per impianti con potenza installata superiore a 5 MW h) promuovere accordi con i distributori di energia per azioni mirate sul territorio e sul patrimonio di proprietà provinciale; i) razionalizzare gli impianti termici e i sistemi di distribuzione, a vantaggio del potenziamento e della ristrutturazione di impianti presenti in siti industriali esistenti e in aree dismesse interessate da processi di riconversione; j) promuovere, nell’ambito delle politiche di mobilità sostenibile, l’integrazione fra insediamenti urbani e infrastrutture di trasporto sul ferro.

Articolo 71 Indirizzi energetici per i regolamenti urbanistici comunali 5. I Ruec, con riferimento agli indirizzi di cui al comma precedente, devono incentivare con specifiche premialità e in conformità con il piano energetico ambientale provinciale e/o comunale l’uso di: − sistemi solari passivi, secondo le definizioni correnti in letteratura; − sistemi solari termici a bassa temperatura; − sistemi fotovoltaici per la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica; − sistemi di raffrescamento passivo e di controllo della ventilazione naturale; − sistemi di isolamento termico degli involucri; − sistemi per incrementare l’utilizzo dell’illuminazione naturale in luogo di quella artificiale; − impianti a basso consumo, microgenerazione da fonte rinnovabile e microcogenerazione; − materiali non di origine petrolifera, riciclabili e di provenienza locale; − materiali e soluzioni tali da ridurre le emissioni inquinanti; − la realizzazione di tetti a giardino. 6. L’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile deve avvenire secondo le seguenti modalità: − la potenza elettrica degli impianti fotovoltaici deve essere misurata in kW e calcolata secondo la seguente formula (dove S è la superficie in pianta dell'edificio al livello del terreno, misurata in m2, e K è un coefficiente che assume il seguente valore: K = 70 m2/kWelettrici): P = S/K; − gli impianti di produzione dell’energia termica devono essere dimensionati in funzione della copertura minima del 25% del fabbisogno di potenza termica prevista per l'acqua calda, il riscaldamento ed il raffrescamento; − nel caso di una sola tipologia di impianto per edificio, la superficie di installazione calcolata secondo i punti precedenti deve essere raddoppiata. 7. I Ruec devono incentivare: − la progettazione e l’uso di elementi vegetali e coperture verdi finalizzati anche al controllo microclimatico ed ambientale; − l’impiego diffuso di soluzioni di ingegneria naturalistica negli ambiti di applicazione di cui all’art. 4 Dpgr 574/2002 e in osservanza dei divieti di cui all’art. 9 della medesima delibera; − la tutela delle risorse idriche, anche attraverso il recupero delle acque meteoriche e la fitodepurazione delle acque reflue; − lo sviluppo di strutture ricettive turistiche, specie quando insistenti in contesti di valenza naturalistica e paesaggistica, improntate ai criteri della progettazione bioclimatica ed ecocompatibile e gestite secondo i principi del turismo sostenibile.

In relazione a quanto previsto dagli articoli 70-71 della NTA del Ptcp si precisa che il RUEC segue un iter procedurale di approvazione diverso da quello del PUC ai sensi di quanto previsto dall’art. 1 del regolamento n.5/2011 che verrà portato all’attenzione degli organi competenti per la sua approvazione nei modi previsti da legge.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Il Comune che intende realizzare il fotovoltaico a IMPIANTI FOTOVOLTAICI A terra,deve dimostrare, contemporaneamente, il TERRA rispetto dell’art.72 e le norme nazionali e regionali 72 in merito vigenti.

Articolo 72 Criteri di localizzazione nella installazione di impianti fotovoltaici a terra 1. Sono definiti i seguenti criteri di localizzazione nella installazione di impianti fotovoltaici a terra nell'ambito del territorio provinciale:

PARTE III 33 Piano Urbanistico Comunale

− la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra è considerata sfavorevolmente, ovvero preclusa, nelle aree protette, quali i parchi (limitatamente alle zone A e B), di cui alla legge n.394/91, nelle aree della Rete Natura 2000 (Sic, Zps, Zsc, Direttiva 92/43/CE), fatta salva l'installazione di impianti fotovoltaici per usi e attività compatibili con le finalità delle aree stesse, di potenza non superiore a 200 kW e destinati all'autoconsumo o al servizio di scambio sul posto; − la realizzazione degli impianti è considerata sfavorevolmente, ovvero preclusa, in quanto crea pregiudizio al paesaggio e alle visuali dai luoghi di pregio storico, su immobili e aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite dichiarazione di notevole interesse pubblico (D.lgs n.42/2004, art.134, comma 1, lettera a); su beni tutelati per legge (D.lgs n.42/2004, art.134, comma 1, lettera b), e sugli immobili e le aree tipizzati (D.lgs n.42/2004, art.134, comma 1, lettera e); nonché nelle zone limitrofe a immobili e aree sottoposti a vincolo paesaggistico tramite dichiarazione di notevole interesse pubblico; nelle aree agricole strettamente interessate da produzioni agricoloalimentari di qualità e su suoli di 1° e 2° classe secondo i criteri di Land Capability , e in tutte le aree distanti da esse meno di 500 metri; − la progettazione degli impianti fotovoltaici deve limitare il consumo di suolo, attraverso l'utilizzo delle migliori tecnologie in grado di massimizzare il rendimento energetico dell'impianto, e comunque privilegiare il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche per la realizzazione di impianti, in particolare cave e miniere, aree industriali e siti di stoccaggio dismessi, siti contaminati non utilizzabili per attività agricole. Inoltre, le stesse progettazioni devono privilegiare l’adozione di scelte progettuali, per la realizzazione di impianti a terra in zone agricole, finalizzati a minimizzare gli impatti paesaggistici connessi prioritariamente all’occupazione del suolo libero, all’interferenza con i caratteri visuali e alla compromissione degli assetti fondiari consolidati; − gli impianti fotovoltaici a terra di potenza superiore a 200 kW sono costruiti a una distanza minima tra i confini dei campi fotovoltaici non inferiore ad 1,5 km. 2. Nella progettazione di impianti fotovoltaici a terra sono da tenere in considerazione interventi di mitigazione e compensazione degli impatti quali: − la viabilità interna al sito dell’impianto, da indicare accuratamente nelle planimetrie di progetto, deve essere realizzata esclusivamente con l'utilizzo di materiale inerte naturale, amalgamato, se ritenuto necessario, con materiale naturale ecocompatibile; è vietato l'utilizzo di conglomerato bituminoso, di conglomerato cementizio o di altri materiali che possano alterare permanente lo stato dei luoghi; − i siti devono essere recintati nel rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa vigente; la recinzione deve essere integrata con una barriera vegetazionale, da realizzarsi mediante piantumazione di specie arboree e arbustive autoctone, con altezza tale da conseguire un efficace mascheramento dell'impianto; − deve essere prevista la riduzione del numero di accessi a quelli strettamente indispensabili in tutte le fasi di vita dell'impianto (costruzione, esercizio e ripristino dello stato dei luoghi preesistente l'installazione), nonché in fase di costruzione dell'impianto, il recupero di aree degradate ivi presenti. 3. Le aree agricole su cui sono ubicati i campi fotovoltaici non possono perdere la vocazione agricola a cui lo strumento urbanistico generale le vincola e pertanto devono continuare a ospitare coltivi (ortaggi, sfalci, erbe officinali, lavanda, mantenimento della copertura erbosa) al fine di evitare l'impoverimento e l'erosione dei terreni. II mantenimento della coltre erbosa ove il terreno su cui sono insediati i campi fotovoltaici non possa essere destinato a coltura, deve essere condotto senza l'uso di diserbanti. E' precluso l'utilizzo di prodotti detergenti chimici per la manutenzione dei pannelli. In sede di progetto deve essere presentato un piano di manutenzione.

In relazione a quanto previsto dall’art. 72 della NTA del Ptcp si precisa che il PUC non prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra.

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ARTICOLO ARGOMENTO INDICAZIONI PRINCIPALI Il Puc deve dimostrare il rispetto degli artt. 77 e 78. In ottemperanza all’art. 76 comma 4°, per la TERRITORIO NEGATO modifica di categoria del territorio negato si 767778 procede in totale analogia a quanto previsto dall’art. 3 comma 4°.

Articolo 76 Definizione 1. Il territorio negato si riferisce alle porzioni di spazio appartenenti sia al sistema urbano che al sistema dello spazio rurale e aperto, prive di una funzione univocamente definita e contrassegnate da evidenti segni di degradazione. Comprende anche le aree da bonificare censite dalle autorità competenti all’interno del Sito di interesse nazionale da bonificare “Litorale domitio, flegreo e agro aversano”. Comprende infine i siti di discarica e trattamento rifiuti nonché le cave attive e inattive esistenti sul territorio della provincia.

PARTE III 34 Piano Urbanistico Comunale

4. I comuni, in sede di formazione dei Puc, verificano l’appartenenza delle aree critiche alle due categorie di cui ai seguenti articoli 77 e 78, secondo il principio generale che le aree negate in territorio urbano possono essere ricondotte a usi urbani mentre quelle afferenti al territorio rurale e aperto devono essere ricondotte agli usi di cui all’art. 36. Tale verifica deve essere adeguatamente dimostrata e motivata.

Articolo 77 Territorio negato con potenzialità ambientale 1. Per il territorio negato con potenzialità ambientale, individuato nella tavola C1.1 “Assetto del territorio. Tutela e trasformazione”, vale la disciplina prevista dall’Articolo 36 comma 1 per il territorio rurale e aperto.

Articolo 78 Territorio negato con potenzialità insediativa 1. Il territorio negato con potenzialità insediativa riguarda le aree che, per le loro caratteristiche intrinseche, devono essere ricondotte a un corretto uso urbano, a seguito di approfondite valutazioni in sede di ormazione del Puc. 3. Negli ambiti insediativi di Caserta e di Aversa, la trasformazione urbanistica delle aree di cui al comma 1, è soggetta alle seguenti ulteriori condizioni: − le aree intercluse sono preferibilmente destinate a verde pubblico e servizi pubblici all’aria aperta, utili a decongestionare e rigenerare i relativi quartieri urbani; − gli interventi prevedono specifiche misure per evitare isole di calore e per contribuire alla costruzione della rete ecologica comunale.

In relazione a quanto previsto dagli articoli 76-77-78 della NTA del Ptcp si precisa che le aree negate con potenzialità ambientale, costituite essenzialmente dalle aree da bonificare sono censite nella carta delle criticità ambientali allegata alla VAS perché possano essere programmati i possibili interventi di recupero. Per quanto attiene il territorio negato con potenzialità insediativa, lo stesso risulta già essere ricondotto ad uso urbano.

Si attesta inoltre che il PUC, costituito dagli allegati di cui all’unito elenco, è conforme alle normative vigenti.

PARTE III 35 Piano Urbanistico Comunale PARTE IV – Il territorio

1) Divisione del territorio Il PUC divide l’intero territorio comunale in due grandi insiemi: - il territorio insediato; - il territorio rurale e aperto. Nel territorio insediato sono localizzate tutte le funzioni urbane necessarie per la riqualificazione, il riuso e l’espansione dell’attività edilizia. Nel territorio rurale ed aperto possono essere localizzate solo attività agricole e possono essere confermate quelle residenziali e produttive oggi esistenti solo se esse risultano legittime o condonate.

2) Il territorio insediato Con riferimento all’art. 65 delle Norme del PTCP , il territorio insediato comprende: a) le aree destinate all’utilizzazione residenziale del territorio ed ingloba tanto le superfici interessate dalle abitazioni quanto le aree più direttamente a servizio delle stesse e del vivere sociale. Queste ultime comprendono le aree utilizzate per attività ed attrezzature collettive, nonché le aree destinate a verde; b) le aree utilizzate per le attività produttive, manifatturiere e/o commerciali, comunque diverse da quelle naturali ed agricole; c) le aree utilizzate per funzioni amministrative e di interesse generale; per funzioni e/o attività di interesse comune, di carattere sociale o culturale, tra queste comprendendo le attività per il tempo libero e lo sport. Le aree di cui lettere a) e b) comprendono solo ed esclusivamente le aree “trasformabili” del previgente PRG , con pochissime e localizzate eccezioni, resesi necessarie per regolarizzare e completare tracciati urbanistici, quali: - le Zone Territoriali Omogenee “D1” e “D2” lato dx di Via Ciardulli (tra le due grosse zone di standard, campite con le lettere f e p), - le ZTO “F” (campita con la lettera c) e “Cb” in fondo lato sx di Via Ciardulli verso la S.S., - l’ampliamento della ZTO “D1” che ingrandisce la preesistente area P.I.P. oggi già ceduta in concessione (limitata dalla grossa zona di standard campita con le lettere n e h), che peraltro bilancia la riduzione della preesistente “D1” in zona alta Nord-Est della S.P. Casapuzzano- Marcianise. Ulteriore eccezione, che ha obbligato ad un ampliamento del territorio insediato già previsto dal PRG, è la ZTO “D3” al di là del nuovo cimitero, verso l’area del Depuratore dei Regi Lagni, posizionata su un impianto di betonaggio già esistente e funzionante, che potrà raccogliere altre attività produttive insalubri da ubicarsi lontano dal centro abitato, per possibile impatto inquinante (per emissioni, scarichi, materiale pericoloso nella trafila produttiva, rumore, ecc.). Alcune attività isolate, presenti nel territorio rurale ed aperto, che non sono peculiarmente agricole, sono state ricomprese nella ZTO “Cc”, in quanto devono essere sottoposte a verifica di legittimità secondo la legge nazionale vigente, e nel caso di restituzione in pristino necessita individuare specifici criteri di riqualificazione dei suoli liberati dai manufatti. Con riferimento alla base aerofotogrammetrica su cui è stato progettato il PUC (dicembre 2009), il territorio insediato risulta ben più esteso di quello che il PTCP riporta nella Tav. C1.1.8., risultando già abbondantemente edificate sia le zone negate (tranne quelle al centro degli svincoli

PARTE IV 1 Piano Urbanistico Comunale della S.S.) sia quasi tutto il territorio rurale e aperto. Si veda a tal proposito anche la Tav. 7.b. Quanto detto è anche direttamente desumibile dal Grafico allegato 1. Il DM 1444/68 riporta la chiara definizione di Zone Territoriali Omogenee all’art.2, che testualmente cita: Sono considerate zone territoriali omogenee, ai sensi e per gli effetti dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n°765: A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; B) le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq; C) le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali l'edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alla precedente lettera B); D) le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati; E) le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui - fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C); F) le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale. La corretta pratica urbanistica vuole che si verifichino le varie zone del territorio, urbanizzate o meno, al fine di ricondurle alla casistica prevista dal D.M. Nel caso del presente PUC , invece, tale verifica è stata effettuata in modo sommario, in quanto: - il PUC si sovrappone pressoché perfettamente alla previgente zonizzazione del PRG (usato ed abusato), pertanto si è ritenuto superfluo verificare con precisione certosina la corrispondenza di una ZTO di progetto di PUC alle caratteristiche di una Zona “ B”, se tale Zona era così classificata anche nel PRG; - nel PUC la distinzione tra le ZTO dipende più dagli strumenti di attuazione che dalle caratteristiche intrinseche di ogni parte del territorio, ritenendo la denominazione secondaria rispetto a quanto viene previsto nelle NTA; - il PTCP fissa a monte ed asetticamente per il STS, cui appartiene Orta di Atella, le quote complessive edificatorie e le eventuali espansioni delle Zone “D” preesistenti, per cui l’attenzione che deve essere posta verso uno strumento urbanistico sovraordinato e di livello superiore fa perdere di efficacia una eventuale verifica a livello locale.

3) Le localizzazioni abitative La ZTO “A” obbedisce a criteri di tutela di un particolare ambiente urbano e pone obiettivi di salvaguardia di precisi riferimenti storici, di cui il tessuto urbano è punteggiato. Come richiesto in sede di valutazione del preliminare di PUC dalla Soprintendenza per i beni AA.PP.SS.AA.EE. di Caserta e Benevento, la perimetrazione della ZTO “A” è stata estesa agli interi isolati, senza limitarla ai fabbricati prospicienti sugli assi viari storici, depurata, però, di edifici assolutamente recenti e/o ricostruiti. Sia il tessuto edilizio storico della frazione di Casapuzzano sia il tessuto storico del Centro di Orta sono stati perimetrati secondo le piante del catasto di fine Ottocento - inizio Novecento (si veda Tav. 8.2). La perimetrazione e l’individuazione della ZTO “A” è finalizzata a consentire la realizzazione di interventi di valorizzazione previsti dalla L.R.n°26 del 22/10/2002. 1 Le rimanenti ZTO individuate sul territorio – Bs, B, B 2, Ca, Cb – sono state perimetrate con i criteri dettati dal D.M. n°1444/1968 e sono zone destinate all’edilizia abitativa,

PARTE IV 2 Piano Urbanistico Comunale opportunamente integrata delle dotazioni e dei servizi a gestione pubblica utile a garantire qualità urbana e civili condizioni di vita. Di esse la ZTO “Bs”, unitamente alla ZTO “A”, non sono considerate suscettibili di nuova edificazione e, quindi, non contribuiscono al futuro fabbisogno abitativo. Le rimanenti ZTO , viceversa, offrono tutte, l’opportunità di nuovi interventi per finalità abitative ed in particolare per ciascuna zona è riportata nella tabella che segue la capacità edificatoria ad essa attribuita, in relazione alle superfici edificabili comprese nel suo ambito e in dipendenza dell’indice di fabbricabilità territoriale previsto dalla normativa di attuazione. Discorso a parte merita la ZTO “Cc”, nella quale coesistono sia la funzione abitativa per ERS, sia la funzione produttiva, purché compatibile con la prima; ciò sia a causa della destinazione ad ERS delle aree libere, sia a causa di edifici preesistenti laddove questi stessi possano essere legittimati mediante l’applicazione della legge primaria (art.36 e art.38 DPR 380/2001). Capacità Edificatoria delle ZTO per insediamenti di tipo abitativo Area Libera ZTO IT (mc/mq) IF (mc/mq) Vt (mc) n.App (n°) tot. (mq) B 3,50 16.000 28.000 70 B 1-2 2,30 35.000 40.250 101 Ca 0,90 13.000 11.700 29 Cb 0,90 107.000 96.300 241 Cc 1,10 118.000 129.800 325 Totale 289.000 306.050 766 La verifica delle cubature che in ciascuna zona è consentito costruire, porta a concludere che le zone abitative sono proporzionate in misura adeguata al soddisfacimento dell’obbiettivo proposto in campo residenziale (un alloggio per famiglia). Per ciascuna delle zone individuate si riportano brevemente i caratteri di omogeneità e le particolari funzioni ad essa attribuite nel processo di urbanizzazione. Per gli immobili dismessi, già adibiti ad attività manifatturiere industriali, di allevamento intensivo, artigianali e di grande distribuzione commerciale, si precisa che la loro volumetria non è 1 stata considerata come esistente nelle ZTO “A”, “Bs”, “B”, “B 2”, “Ca” e “Cb”, pertanto non viene consentita alcuna operazione ordinaria che permetta l’utilizzo di detta cubatura in interventi di sostituzione edilizia: tali immobili dismessi dovranno essere trattati con procedure speciali, quali l’accordo di programma di cui all’art.12 della LURC, la L.R. 19/2009 “Piano Casa”, e simili. Nel nucleo più antico del centro abitato, ZTO “A” e “Bs”, viene favorita la trasformazione delle volumetrie esistenti (soprattutto al piano terra) in piccole attività commerciali, botteghe artigiane e di prodotti tipici, locali per ristoranti-bar-paninoteche, locali etnici, ecc. nonché la trasformazione di volumi residenziali in fittacamere, bed & breakfast, ecc.. Viene impedito il processo a ritroso.

PARTE IV 3 Piano Urbanistico Comunale 3.1- Zona “A – Centro storico” La ZTO “A – Centro storico” riportata nel PUC è il “Centro Storico” di Orta centro e della frazione Casapuzzano, ovvero “ gli impianti urbanistici o agglomerati insediativi urbani che sono stati centri di cultura locale o di produzione artistica e che, accanto alle testimonianze di cultura materiale, contengono opere d’arte entro il contesto storico per cui sono nate e in rapporto con il tessuto urbano, esteso al contesto paesaggistico di pertinenza, come risulta individuato nell’iconografia tradizionale, e che conservano l’aspetto o i connotati d’insieme della città storica o di una consistente parte di essa ”, come previsto dalla Legge Regionale 26/2002. Gli ambiti urbani della località Casapuzzano e di Orta centro sono stati individuati nella loro estensione come richiesto in sede di valutazione del preliminare di PUC dalla Soprintendenza per i beni AA.PP.SS.AA.EE. di Caserta e Benevento. In conformità di quanto riportato nel paragrafo 3), il suo perimetro urbano è stato indicato nello spirito della L.R.n°26 del 22/10/2002 per favorire le occasioni di tutela delle preesistenze da quella legge offerta. Si riscontrano sul territorio riferimenti e preesistenze in grado di caratterizzare la zona “A”, quale zona di interesse storico, nelle indicazioni del D.M. n°1444/1968: vi sono infatti Edifici di particolare valore storico, architettonico e culturale, direttamente o indirettamente sottoposti a vincoli di tutela, ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (ex leggi n°1089 e n°1497/39), quali (si veda Tav. 8.2): - Palazzo Bugnano nella località Casapuzzano (decreto n°649 del registro decreti) ubicato alla Via Bugnano, riportato al NCEU foglio 8 num.5626 sub da 1 a 20; - il Castello medievale dell’antica Atella con le sue accessioni e pertinenze (vincolato con D.M. 12/02/1987) ubicato nella località Casapuzzano, riportato al NCEU foglio 8 mappali 30-31-124- 125-130-138; - la Chiesa di San Michele Arcangelo, l’Istituto Suore Riparatrici del Sacro Cuore, in località Casapuzzano; - la Chiesa di San Massimo, Chiesa di S. Salvatore, l’antico Municipio in Orta centro. Nelle due ZTO “A” non si prevedono interventi edilizi per la realizzazione di nuove costruzioni, né si ritiene opportuno consentire programmaticamente un’utilizzazione per nuove costruzioni, la cui eventualità è, tuttavia, sempre ipotizzabile ed è disciplinata nelle Norme Tecniche di Attuazione. La ZTO “A” complessivamente si estende per circa 156.000mq. Non vi sono lotti liberi suscettibili di edificazione diretta. Nella zona l’analisi dell’edificato e della popolazione residente denuncia la carenza di aree di uso pubblico e collettivo, i cui minimi sono stabiliti dal D.M. n°1444 del 02/04/1968. La normativa di attuazione detta quindi le regole per la disciplina di interventi edilizi finalizzati alla manutenzione ed al recupero del patrimonio edilizio. L’attuazione del PUC, nel suo ambito, non costituisce contributo al soddisfacimento del fabbisogno abitativo futuro.

3.2- Zona “B” del D.M. 1444/68 Il PUC individua tre ZTO , che sono: - Zona “Bs – centro urbano residenziale edificata satura”; - Zona “B – centro urbano residenziale di completamento”; 1 - Zona “B 2 – residenziale edificata di recupero urbano”; - Zona “Ca – residenziale di espansione a verifica dell’esistente”.

PARTE IV 4 Piano Urbanistico Comunale Tali ZTO presentano una cubatura v.p.p. superiore a mc 1,5/mq ed un rapporto di copertura RC superiore a 12,5%: Lotti liberi da ZTO Area tot. (mq) % libera costruzioni (mq) Bs 700.000 0 0,00% B 142.000 16.000 11,27% 1 B 2 305.000 35.000 11,48% Ca 91.000 13.000 14,29% Come meglio illustrato nel seguito, le ZTO “A” – “Bs” – “B” del PUC corrispondono alle analoghe “A” – B1” – “B2” – “B3” del PRG : si dà atto che in tali ZTO del PUC non si è avuto alcun incremento significativo di residenti né di edificato, per cui i residenti stimati in dette zone risultano essere circa contenuti nel valore di n°13.168 abitanti distribuiti in 4.100 famiglie (popolazione residente al 31/12/1999, secondo il PRG ) distribuiti in n°4.218 abitazioni esistenti per una superficie delle abitazioni occupate pari a 315.259 mq. (censimento 2001). Per tenere in conto di una normale crescita sociale e demografica, detti valori possono essere incrementati del 5% per attualizzare un valore risalente ad oltre 10 anni fa. 1 La ZTO “B 2”, partendo da un tessuto di vecchia fattura con poche presenze di edificati, è stata completata nella sua consistenza attuale dagli anni ‘2000 al ‘2005 circa. La ZTO “Ca”, classificata quale Zona di espansione nel preesistente PRG con la sigla “C2”, oggi ha la consistenza di una Zona “ B”, rispondendo appieno alle caratteristiche indicate per tali parti del territorio dal DM 1444/68. Viene riportata con la denominazione “di espansione” solo per la peculiare Norma Tecnica di Attuazione cui essa viene assoggettata. Le ZTO “B12” e “Ca” corrispondono più o meno a quasi tutta la consistenza immobiliare degli ambiti da <> ad <> del censimento catastale effettuato per le unità immobiliari urbane riportate sulla TAV 6.1 del PUC : trattasi di oltre 3.000 U.I.U. esistenti e censite al NCEU. Tutti gli standard urbanistici e le attrezzature pubbliche sono spalmate nell’ambito urbano 1 delle ZTO “A” (le chiese, i conventi, i convitti, l’antico municipio, ecc.) e le “Bs”, “B”, “B 2”; l’indicazione analitica riportata nella precedente Parte II cap. 3.3, viene di seguito riassunta: ATTREZZATURE PUBBLICHE ESISTENTI Standard Descrizione Totale esistente (mq) St Urb-a) Aree per istruzione 49.259 St Urb-b) Aree per attrezzature di interesse comune 21.437 St Urb-c) Spazi pubblici attrezzati per parco, gioco, sport 52.590 St Urb-d) Aree per parcheggio 1.960 Sommano 125.246 Senza entrare ne merito delle singole sotto ripartizioni, la necessità di standard per n°13.168 abitanti è di 20mq/ab (valore già prefissato da PRG ), e quindi di 263.360mq.: vi è una carenza atavica già dal ‘2000 di 138.114mq.

3.2.1 - Zona “Bs – centro urbano residenziale edificata satura” Comprende all’incirca tutto il tessuto urbano già classificato nel PRG come “B1” e parzialmente quello “B2”, quindi la parte di territorio comunale della prima espansione di Orta e della frazione Casapuzzano, oramai volumetricamente saturo, nonché le aree a ridosso di queste, di più recente espansione completamente edificate.

PARTE IV 5 Piano Urbanistico Comunale La zona si caratterizza per la ridotta sezione trasversale delle strade e per l’altezza degli edifici che in genere si sviluppano in tre piani fuori terra, fatto salvo il nuovo edificato che risulta più alto. La trama urbana è piuttosto fitta e si rilevano pochi spazi di uso pubblico, slarghi o piazze. La zona è stata, quindi, ritenuta non idonea a densificare il carico urbanistico: è da classificarsi come satura. In essa, quindi, non dovranno prevedersi nuovi interventi edificatori.

3.2.2 - Zona “B – centro urbano residenziale di completamento” Comprende all’incirca tutto il tessuto urbano già classificato nel PRG come “B3” e parzialmente quello “B2”, quindi la parte di territorio comunale del centro urbano preesistente, abbastanza ben dotata di infrastrutture primarie, con aree libere, aree parzialmente edificate di recente o interessate da costruzioni in corso di esecuzione. Il tessuto urbano che la costituisce è molto simile a quello della zona “Bs” per la ridotta dimensione delle strade, mentre la tipologia degli edifici risulta più moderna e di più recente costruzione. La presenza, al suo interno, di aree libere da costruzioni, consente di ipotizzare l’attuazione di interventi finalizzati al recupero di più qualificate condizioni abitative ed alla integrazione degli spazi di uso pubblico. Vanno, pertanto, previste disposizioni premiali per promuovere iniziative finalizzate all’ampliamento e/o all’acquisizione di aree di uso pubblico. Di fatto, con la finalità di integrare l’insediamento abitativo con la dotazione adeguata di standard urbanistici, utilizzando il principio della perequazione introdotto con la L.R.n°16/2004, si è conferito nell’ambito urbano una capacità edificatoria ulteriore rispetto all’attuale consistenza ed un indice di fabbricabilità fondiaria di 3,50 mc/mq da applicarsi sui metri quadrati di suolo che viene ceduto al Comune per incrementare la dotazione delle aree di uso pubblico, quantità edificatoria che andrà poi a realizzarsi sulla parte rimanente del lotto in proprietà. Più chiaramente, il cittadino proprietario di un lotto di terreno libero da 200mq di superficie, nel presentare istanza di Permesso di Costruire al Comune, dovrà impegnarsi a cedere al Comune stesso una parte della sua proprietà (impegno a perfezionarsi all’atto del rilascio del Permesso) ad esempio di 90mq., potendo così essere autorizzato a costruire sulla parte di risulta, che gli resta in proprietà un Volumetria = 90 x 3,5 = 315mc., fermo restando il rispetto di tutti gli altri indici urbanistici di Zona. L’ipotesi di progetto urbanistico è che la metà della superficie dei lotti liberi da costruzioni della ZTO “B”, assommanti a complessivi 16.000mq., sia ceduta al patrimonio comunale, così da incrementare la dotazione di standard ed urbanizzazioni della Zona di ulteriori circa 8.000mq. In considerazione dell’aleatorietà che caratterizza l’attuazione degli interventi, l’incremento di dotazioni pubbliche ricavabile dalla ZTO “B” non è portata in conto per il soddisfacimento del fabbisogno futuro.

1 3.2.3 - Zona “B 2 – residenziale edificata di recupero urbano” Comprende tutto il tessuto urbano già classificato nel PRG come “B4” (individuata con “1”) e “C1” (individuata con “2”), quindi la parte di territorio comunale di connettivo tra l’antica zona di completamento del PRG e la prima zona di espansione residenziale. Tale fascia del territorio (contrariamente alle indicazioni del PRG ) non è mai stata oggetto di pianificazione attuativa, ma risulta edificata per interventi di tipo diretto, sempre invocando i concessionari le circostanze di cui al 5° comma dell’art. 31 della L. 1150/42 (oggi comma 2 art.12 TU Edilizia ).

PARTE IV 6 Piano Urbanistico Comunale L’unificazione delle due zone differenti del PRG risulta possibile in quanto le Norme di Attuazione di questo le caratterizzavano da quasi tutti parametri urbanistici identici, quali: Indice di fabbricabilità fondiaria IF = 1,50 mc/mq

Lotto minimo Lm = 400 mq Rapporto di copertura RC = 0,33 mq/mq

Altezza max degli edifici Hmax = 11,00 m Numero dei piani NP = n°3 Distanza minima tra gli edifici in arretrato De = H (min.10,00 mt.) Distanza minima dai confini per edifici in arretrato Dc = H/2 (min.5,00 mt.) L’unico discrimine era dato dall’Indice di Fabbricabilità Territoriale, che risultava essere rispettivamente: 1 IT B4 = IT = 1,15 mc/mq IT C1 = IT 2 = 1,05 mc/mq Ad oggi, il tessuto urbano che la costituisce è quasi del tutto edificato di recente, con una viabilità da poco realizzata ed una dotazione di infrastrutture sufficiente al carico insediativo esistente, salvo verifica di dettaglio, per cui si rende del tutto superfluo lo strumento urbanistico attuativo postumo. Nell’edificazione avvenuta non sono stati realizzati standard urbanistici significativi aggiuntivi a quelli riportati al precedente paragrafo 3.2. Anche in questa Zona la presenza, al suo interno, di aree libere da costruzioni, consente di ipotizzare l’attuazione di interventi finalizzati al recupero di più qualificate condizioni abitative ed alla integrazione degli spazi di uso pubblico. Vanno, nuovamente, previste disposizioni premiali per promuovere iniziative finalizzate all’ampliamento e/o all’acquisizione di aree di uso pubblico. Di fatto, con lo stesso ragionamento perequativo riportato per la ZTO “B”, si è conferito nell’ambito urbano una capacità edificatoria ulteriore rispetto all’attuale consistenza ed un indice di fabbricabilità fondiaria di 2,30 mc/mq da applicarsi sui metri quadrati di suolo che viene ceduto al Comune per incrementare la dotazione delle aree di uso pubblico, quantità edificatoria che andrà poi a realizzarsi sulla parte rimanente del lotto in proprietà. Più chiaramente, il cittadino proprietario di un lotto di terreno libero da 200mq di superficie, nel presentare istanza di Permesso di Costruire al Comune, dovrà impegnarsi a cedere al Comune stesso una parte della sua proprietà (impegno a perfezionarsi all’atto del rilascio del Permesso) ad esempio di 90mq., potendo così essere autorizzato a costruire sulla parte di risulta, che gli resta in proprietà un Volumetria = 90 x 2,3 = 207mc., fermo restando il rispetto di tutti gli altri indici urbanistici di Zona. L’ipotesi di progetto urbanistico è che la metà della superficie dei lotti liberi da costruzioni 1 della ZTO “B 2”, assommanti a complessivi 35.000mq., sia ceduta al patrimonio comunale, così da incrementare la dotazione di standard ed urbanizzazioni della Zona di ulteriori circa 17.500mq. In considerazione dell’aleatorietà che caratterizza l’attuazione degli interventi, l’incremento 1 di dotazioni pubbliche ricavabile dalla ZTO “B 2” è portata in conto solo al 50% per il soddisfacimento del fabbisogno futuro. Il problema che si riscontra nella ZTO in esame, e che non può essere sottaciuto, è che l’edificato è stato realizzato in maniera ipertrofica, bypassando con escamotage amministrativi, non sempre leciti o legittimabili, gli indici di fabbricabilità delle ZTO del preesistente PRG , cui tale nuova Zona si sovrappone, che, si ricorda, sono la ex “B4” e la ex “C1”.

PARTE IV 7 Piano Urbanistico Comunale Pertanto, fermo restando l’applicazione delle sanzioni obbligate dalla legge primaria, nonché le attività di controllo obbligatorie per legge di repressione dell’abusivismo edilizio ex art. 27 e segg. del DPR 380/2001, sul patrimonio edilizio esistente è previsto che il proprietario effettui preventivamente una “Verifica di legittimità”, da eseguirsi con gli indici preesistenti del PRG , prima di effettuare qualsiasi intervento sia di manutenzione sia di ristrutturazione, affinché il proprietario stesso (oltre ai rimedi giurisdizionali) possa tentare di risolvere la propria posizione chiedendo l’applicazione dell’art.38 del DPR 380/2001. In ogni caso, quale disposizione programmatica del PUC , è previsto che si effettui detta verifica di legittimità entro e non oltre quattro anni dalla data di adozione del PUC . Scaduto detto tempo, o anche prima se necessario (per procedimenti amministrativi già avviati e/o da avviarsi e/o per richiesta di Autorità superiori), il Comune opererà secondo i disposti dell’art.31 del TU Edilizia. Le risorse finanziarie derivanti dalle oblazioni ex art.36 e art.38 TU Edilizia e dagli oneri concessori dovuti per il rilascio dei titoli abilitativi in sanatoria, per gli immobili esistenti nella ZTO , saranno utilizzate prioritariamente per incrementare la dotazione di standard del territorio comunale nella nuova ZTO “F”.

3.2.4 - Zona “Ca – residenziale di espansione a verifica dell’esistente” Le ZTO “Ca” del PUC comprendono tutto il tessuto urbano già classificato nel PRG come “C2”, che attualmente risulta in buona parte edificato per interventi di tipo diretto (invocando le circostanze di cui al 5° comma dell’art. 31 della L. 1150/42, oggi comma 2 art.12 DPR 380/2001), senza mai aver ricevuto (contrariamente alle indicazioni del PRG ) una pianificazione attuativa. Ad oggi, il tessuto urbano che la costituisce è tutto edificato di recente (dagli anni ‘2000 ad oggi), con una viabilità da poco realizzata ed una dotazione di infrastrutture del tutto insufficiente al carico insediativo esistente. Al fine del ripristino della legalità, nelle ZTO “Ca” si prevede che dovranno essere definiti PUA “postumi”, estesi ad ogni comparto in cui la ZTO è divisa, ovvero ad ambiti di Superficie Minima d’intervento non minore di 6.000mq (così come era previsto dal PRG ). I PUA cosiddetti “ postumi ” intervengono quando il comparto edificatorio è quasi del tutto già edificato. Si tratta di ipotesi che non trova riscontro nella L.1150/42 né nella L.R. 16/2004, anche se oggettivamente è fatta propria dalla giurisprudenza, soprattutto dalla Cassazione Penale (tra le altre, Cassazione Penale, sez. III, 27/09/2010 n°34881; TAR Palermo Sicilia, sez. II, 15/10/2012 n°2008). I PUA postumi sono redatti al fine di creare le condizioni necessarie per la rimozione parziale o totale dei vizi dei titoli abilitativi edilizi rilasciati direttamente (senza preventiva approvazione di intervento urbanistico attuativo) per la realizzazione dei fabbricati presenti nell’ambito oggetto di analisi, in virtù del dettato dell’art.38 del TU Edilizia . E’ pertanto prioritario interesse dell’Amministrazione Comunale privilegiare, laddove ciò sia possibile, la riedizione dei PdC emendati dai vizi riscontrati, prima di affrontare le ulteriori casistiche previste dalla norma di riferimento, quali l’applicazione della sanzione pecuniaria e la demolizione. L’approvazione di un PUA , ora per allora, consente di dotare il comparto edificatorio in esame della norma di dettaglio, ripristinando le premesse di legalità necessarie, la cui assenza non consente di procedere ad eliminare la prima parte dei vizi formali, di cui erano affetti i PdC annullati. Oltretutto il territorio interessato è privo di opere di urbanizzazione e di servizi, per cui mediante i PUA postumi si potrà:

PARTE IV 8 Piano Urbanistico Comunale - calcolare per ogni lotto, in funzione della volumetria di competenza, quali siano le somme a versarsi necessarie per l’acquisizione di aree per l’urbanizzazione secondaria sia per la monetizzazione delle eventuali superfici non reperite all’interno della “Superficie Territoriale”, necessarie ad integrare gli Standard Urbanistici del PRG a cedersi alla Amministrazione (in conformità all’art. 4 punto 36 delle NTA ); - analizzare le opere di urbanizzazione già realizzate, verificandone la collaudabilità, e quantificare le ulteriori opere da realizzare determinandone tipologia e stimando il relativo costo; - stimare per ciascun lotto le somme relative al valore dei suoli presenti da cedere al Comune e degli oneri di urbanizzazione già versati. Anche nella ZTO in esame si riscontra il problema, che non può essere sottaciuto, che l’edificato è stato realizzato in maniera ipertrofica, utilizzando l’indice di edificabilità fondiaria (e non il territoriale), bypassando con escamotage amministrativi, non sempre leciti o legittimabili, gli indici di fabbricabilità della ZTO del preesistente PRG , cui tale nuova Zona si sovrappone, che, si ricorda, essere la ex “C2”. Pertanto, fermo restando l’applicazione delle sanzioni obbligate dalla legge primaria, nonché le attività di controllo obbligatorie per legge di repressione dell’abusivismo edilizio ex art. 27 e segg. del DPR 380/2001, sul patrimonio edilizio esistente è previsto che il proprietario effettui una “Verifica di legittimità”, da eseguirsi con gli indici del PUA postumo, direttamente desunti dal preesistente PRG , affinché il proprietario stesso (oltre ai rimedi giurisdizionali) possa tentare di risolvere la propria posizione chiedendo l’applicazione dell’art.38 del DPR 380/2001. Sui pochi lotti liberi, a valle del PUA , è prevista la realizzazione di un’edilizia di completamento, che non penalizzi il cittadino che correttamente non ha realizzato alcunché. Le aree che saranno lasciate all’uso pubblico di cui si prevede l’annessione al demanio non hanno un’estensione significativa. Le risorse finanziarie derivanti dalle oblazioni ex art.36 e art.38 TU Edilizia e dagli oneri concessori dovuti per il rilascio dei titoli abilitativi in sanatoria, per gli immobili esistenti nella ZTO , saranno utilizzate prioritariamente per incrementare la dotazione di standard del territorio comunale nella nuova ZTO “F”.

3.3- Zona “Cb – residenziale di espansione” La ZTO “Cb” del PUC comprende le aree non ancora interessate da fenomeni di edificazione, ma posizionate sul territorio, in maniera tale da costituire la naturale futura zona di espansione residenziale del paese. Lotti liberi da ZTO Area tot. (mq) % libera costruzioni (mq) Cb 107.000 107.000 100,00% Il territorio interessato è privo di opere di urbanizzazione e di servizi, per cui l’apertura al processo urbanizzativo è subordinata all’approvazione del relativo PUA . Stante la disponibilità di aree libere e di spazi idonei all’uso collettivo, è prevedibile la realizzazione di insediamenti abitativi armonici ed equilibrati, che potranno anche sopperire – e 1 contribuire a colmare – alle carenze urbanizzative delle ZTO “B 2” e “Ca”. Per comparti edificatori residuali, di superficie non superiore a 2.000mq, è consentita la edificazione diretta, senza la procedura dei PUA , fermo restando l’obbligo di cedere le superfici necessarie per gli standard urbanistici, o in alternativa procedere alla loro monetizzazione.

PARTE IV 9 Piano Urbanistico Comunale 3.4- Zona “Cc – mista di riqualificazione urbanistica ed ambientale” Le ZTO “Cc” sono il “ Milieu urbanistico ” di Orta di Atella, l’Ambito Urbano in cui sono presenti edificazioni di vario tipo e specie, in genere incompatibili con le destinazioni d’uso precedentemente previste dal PRG e/o con le sue Norme di Attuazione, ovvero non sono presenti idonee Opere di Urbanizzazione Primaria. In linea di massima, comprendono buona parte del tessuto urbano già destinato nel PRG ad impianti produttivi (quindi, precedentemente classificato come “D1”-“D2”-“D3”-“D4”-“D5”), a zone di standard e di servizi pubblici (quindi, precedentemente classificato come “F” e “S”); vi sono anche episodi costruttivi nella zona “E”, nelle fasce di rispetto stradale (che il PRG considerava alla stregua di ZTO ), all’interno della fascia di rispetto cimiteriale. Le ZTO “Cc” risultano fortemente connotate da edifici eseguiti in base a PdC oggi (quasi tutti) annullati per una o più delle concause seguenti (le più frequenti): - mancata preventiva esistenza di PUA , - difformità essenziali di destinazione d’uso (quella attualmente più presente è la “civile abitazione”), - modifica in eccesso dei parametri urbanistici rispetto a quelli del PRG (maggior numero di piani, maggiore altezza, minore distanza tra edifici, ecc.), - assoluta incompatibilità dell’edificio con le previsioni di zona (quelli realizzati con titoli abilitativi edilizi del tutto fantasiosi in ZTO “F” ed “S”), - esecuzione di interventi di tipo diretto (invocando le circostanze di cui al 5° comma dell’art. 31 della L. 1150/42, oggi comma 2 art.12 DPR 380/2001), in parti del territorio comunale del tutto prive di urbanizzazioni. In merito al carico urbanistico abitativo, le ZTO “Cc” corrispondono più o meno a quasi tutta la consistenza immobiliare dell’ambito <> e tutta quella dell’ambito <> del censimento catastale effettuato per le unità immobiliari urbane riportate sulla TAV 6.1 del PUC : trattasi di oltre 600 U.I.U. esistenti e censite al NCEU. Sul patrimonio edilizio esistente, trattandosi per lo più di immobili abusivi o affetti da difformità essenziali o con permessi annullati, si continuerà a procedere con le sanzioni previste dalla legge, sempre che non siano ritenute dal Settore competente applicabili le ipotesi di cui agli artt. 36 e 38 TU Edilizia , fissate dalla legge primaria, e laddove richieste dagli interessati nei tempi previsti dalle norme. In ogni caso non è escluso che si arrivi a qualche tipo di salvezza per immobili a destinazione non abitativa esistenti (atteso che la procedura di legge concernente l’accertamento di conformità ex art. 36 DPR 380/2001 deve obbligatoriamente tenere conto della destinazione produttiva del preesistente PRG): da ciò la definizione “ di tipo misto ”. Lotti liberi da ZTO Area tot. (mq) % libera costruzioni (mq) Cc 375.000 118.000 31,47% Il territorio interessato è per lo più privo di opere di urbanizzazione e di servizi, per cui l’apertura al processo urbanizzativo è subordinata alla approvazione del relativo PUA . La componente residenziale deve essere esclusivamente di Edilizia Residenziale Sociale ed il PUA (ed i successivi interventi edilizi) devono essere improntati ai dettami della Delibera G.R.C. n°231 del 06/02/2008 “Linee Guida per la programmazione in materia di Edilizia Residenziale

PARTE IV 10 Piano Urbanistico Comunale Pubblica” 1, ed a quelli desunti dalla Delibera G.R.C. n°572 del 22/07/2010 “Linee Guida in materia di ERS”. Per migliorare la condizione abitativa è necessario creare una mixité funzionale e integrare gli interventi fisici, di riqualificazione dell’ambiente, della residenza, degli spazi e dei servizi pubblici, di attività produttive che si integrino con le residenze, con interventi inclusivi che riescano ad incidere sulla struttura economica e sociale delle aree urbane interessate. Anche nel caso in esame, se pur non chiaramente precisato nelle NTA del PUC , si ritiene che, per comparti edificatori residuali, di superficie non superiore a 2.000mq, è consentita la edificazione diretta, senza la procedura dei PUA , fermo restando l’obbligo di cedere le superfici necessarie per gli standard urbanistici, o in alternativa procedere alla loro monetizzazione. L’Amministrazione Comunale si riserva, entro 24 mesi dall’approvazione del PUC , di individuare comparti omogenei di edificati nel frattempo legittimati, al fine di attivare i Piani di Recupero degli Insediamenti Abusivi, di cui alla L.R. 16/2004, e garantire, con costi a carico dei costruttori proprietari, i necessari servizi e le quote di standard mancanti. In tal senso provvedendo a particolari condizioni nei titoli a rilasciarsi.

4) Le localizzazioni produttive Il PUC intende costituire idonea e valida previsione delle modificazioni necessarie perché il territorio comunale possa consentire l’insediamento di attività produttive per le esigenze lavorative e per lo sviluppo della comunità e dell’intero sistema insediativo E4 di cui fa parte. L’Amministrazione Comunale è ben consapevole del rilievo che assume nell’ambito del STS (Sll) E4, il Comune di Orta di Atella, che è di gran lunga il Comune dotato della più ampia dinamica demografica. Inoltre va doverosamente rilevata la particolare posizione di cui gode il territorio, che risulta essere servito da ottima accessibilità extraprovinciale (si rimanda al capitolo 4 Parte II sull’accessibilità e sul PTR); in più quasi tutte le aree produttive già insediate o assegnate in concessione ed in corso di insediamento (segnatamente l’area P.I.P.) si trovano a cavallo della S.P. Casapuzzano-Marcianise; tale S.P., peraltro, funge anche da asse di collegamento sia con l’agglomerato industriale di Marcianise Nord sia con l’asse di supporto industriale e sia con la Strada Regionale n°265, altresì provvedendo alla necessaria connessione con la viabilità interna dell’agglomerato industriale di Caserta Sud e con la Strada Regionale n°265 (Asse di andata al lavoro) e con SS n°87. La comunità di Orta di Atella è chiamata a partecipare a processi e ad opportunità che potranno attuarsi con ricchezza di ricadute solo incontrandosi con un adeguata offerta di dotazioni e di risorse.

1 In cui si legge: … Al giorno d’oggi le nuove tematiche urbanistiche delle città non sono più legate alla crescita e all’espansione attraverso il consumo di nuove parti del territorio, ma racchiuse piuttosto su temi che riguardano la riqualificazione delle parti già costruite. Le nuove normative in materia di ERS impongono il superamento del carattere esclusivamente residenziale attraverso la previsione di nuove tipologie di intervento, come il recupero del costruito di dimensioni più complesse, contestualmente alla riqualificazione del tessuto urbanistico e ambientale. Bisogna creare, oltre che alloggi idonei, anche strutture sociali e quanto possa essere utile all’integrazione socio-economica nelle aree d’intervento, per produrre coesione e inclusione sociale. Bisogna fare in modo che, alle parti residenziali, periferiche, di espansione e di centro storico degradate sia restituito il piacere di abitarci, avviando un ridisegno urbanistico e morfologico accompagnato da una strategia condivisa con il contesto locale… PARTE IV 11 Piano Urbanistico Comunale In definitiva il PUC individua sul territorio le localizzazioni produttive di cui, nel seguito, si descrivono caratteristiche e dimensioni, in uno con la quota di aree di uso pubblico da trasferire al Comune nei processi di trasformazione urbana attuati su iniziativa di privati e da considerarsi a carico della proprietà dei suoli con il criterio perequativo. Si ricordano le ZTO a destinazione produttiva previste: ZTO Area tot. (mq) del Lotti impegnati da Area P.I.P. Area di libero del PUC PUC costruzioni (mq) assegnata (mq) utilizzo (mq) D1 710.000 219.000 110.000 381.000 D2 245.000 125.000 120.000 D3 67.000 17.000 50.000 Totali 1.022.000 361.000 110.000 551.000 Con riferimento al dimensionamento della ZTO produttiva del PUC , riportata al precedente paragrafo 6.4 della Parte III, si può riscontrare come la superficie di libero utilizzo (al momento) sia pari al 56% dell’area produttiva complessivamente già presente nel PRG . Parte di questa area, poi, è oggetto di PUA alla data odierna già adottati (si veda la Tav. 7.a del PUC ). L’attuazione della trasformazione urbana nelle ZTO produttive è subordinata alla definizione ed alla approvazione di PUA che rispondano alle caratteristiche ed alle condizioni indicate nella NTA agli appositi dedicati articoli. La definizione dil PUA dovrà prevedere tutte le opere utili a garantire la efficienza e la funzionalità delle aziende che sulla zona si insedieranno, ed integrare i singoli lotti, nel caso di trasformazioni urbane operate da privati, con le aree di uso comune riservate alla mobilità ed alle destinazioni previste dal D.M. n°1444 del 02/04/1968 e dalla Legge Regionale n°14/1982, nel rispetto del principio perequativo. Fermo restando l’applicazione delle sanzioni obbligate dalla legge primaria, nonché le attività di controllo obbligatorie per legge di repressione dell’abusivismo edilizio ex art. 27 e segg. del DPR 380/2001, sul patrimonio edilizio esistente è previsto che il proprietario effettui preventivamente una “Verifica di legittimità”, da eseguirsi con gli indici preesistenti del PRG , prima di effettuare qualsiasi intervento sia di manutenzione sia di ristrutturazione, affinché il proprietario stesso (oltre ai rimedi giurisdizionali) possa tentare di risolvere la propria posizione chiedendo l’applicazione dell’art.38 del DPR 380/2001.

4.1- Zona “D1 – insediamenti produttivi di tipo manifatturiero a carattere artigianale e/o industriale” Comprende quasi tutta la vasta area che nel PRG veniva classificata come “D1 - Insediamenti Produttivi di tipo Industriale o Artigianale ” e “D2 - Insediamenti Produttivi di tipo Artigianale e Commerciale ”. Tale ZTO è attualmente in parte già occupata da lotti edificati, mai fatti oggetto di pianificazione attuativa, mentre risultano ad oggi in attuazione due aree normate da P.I.P. ed aree oggetto di PUA adottato. La Zona è dedicata in particolare ad attività manifatturiere a carattere artigianale e/o industriale nascenti dal processo di sviluppo economico interessante le attività locali. Si intende per tale, ogni attività rivolta alla produzione attraverso processi di trasformazione utilizzanti specifiche tecnologie e cicli produttivi di risultato conosciuto finalizzata alla lavorazione di prodotti artigianali ovvero di prodotti industriali richiesti dal mercato locale ovvero da un mercato di più vasta domanda.

PARTE IV 12 Piano Urbanistico Comunale In tale ZTO sono vietati gli insediamenti per attività nocive di qualsiasi genere e natura e non sono consentiti scarichi fognanti senza preventiva depurazione, secondo le disposizioni che saranno impartite di volta in volta dall’ASL competente per territorio, in relazione alla natura delle acque stesse, tenuto conto della legislazione vigente e dei regolamenti igienico - sanitari. A servizio di ciascuna attività e di ciascun intervento è consentita la realizzazione di uffici, laboratori, magazzini, depositi anche di grandi dimensioni, centri logistici, rimesse, attrezzature sociali al servizio degli addetti e connesse all’attività produttiva, nonché l’edificazione di una casa di guardianaggio, con il limite di un alloggio per ciascun lotto ed una cubatura residenziale massima di 400 mc. v.p.p.

4.2- Zona “D2 – insediamenti produttivi di tipo commerciale-direzionale-turistico” Comprende una pluralità di aree poste sia ai due lati dello svincolo della S.S. 7 Bis Dir. Nola-Villa Literno “Asse di Supporto”, sia di connettivo tra altre ZTO . Il riferimento con la precedente zonizzazione del PRG nel caso di specie non è in genere rilevante, se non nella considerazione che essa ricomprende molte delle antiche aree “D5 - Insediamenti Produttivi di tipo Misto: Artigianale-Commerciale-Direzionale-Turistico ricettivo-Servizi per il Tempo Libero ” già edificate o in corso di edificazione. Tale ZTO “D2” è attualmente già occupata da lotti edificati, mai fatti oggetto di pianificazione attuativa. Essa è destinata ad ospitare edifici ed attrezzature per attività commerciali, direzionali e turistiche, razionalizzando e completando il tessuto urbanistico esistente e di progetto. E’ consentita altresì la realizzazione di uffici annessi alle attività insediate e ad insediarsi, magazzini, depositi anche di grandi dimensioni, centri logistici, sale giochi / bingo e centri scommesse, attrezzature sociali al servizio degli addetti e connesse all’attività produttiva, nonché l’edificazione di case di guardianaggio, con il limite di un alloggio per ciascun lotto ed una cubatura residenziale massima di 400 mc. v.p.p. In tale ZTO sono vietati gli insediamenti per attività nocive di qualsiasi genere e natura e non sono consentiti scarichi fognanti senza preventiva depurazione, secondo le disposizioni che saranno impartite di volta in volta dall’ASL competente per territorio, in relazione alla natura delle acque stesse, tenuto conto della legislazione vigente e dei regolamenti igienico - sanitari.

4.3- Zona “D3 – insediamenti produttivi con probabile rischio rilevante” Comprende un’area ben lontana dal centro abitato e da altri tipi di infrastrutture (sia esistenti che di progetto) con presenza e permanenza anche limitata nel tempo di popolazione. E’ posizionata al di là della fascia di rispetto del nuovo cimitero in costruzione, e separata dalla zona del depuratore dei regi Lagni da una barriera di Verde Privato di Rispetto. Al momento è del tutto in edificata, tranne un impianto di betonaggio esistente. La ZTO è destinata ad ospitare edifici ed attrezzature per attività produttive in genere, nocive di qualsiasi genere e natura (per trattamento di materiali potenzialmente pericolosi ai sensi della “Direttiva Seveso III”, per emissioni di inquinanti, di fumi, per attività particolarmente rumorose, ecc.); non sono consentiti scarichi fognanti senza preventiva depurazione, secondo le disposizioni che saranno impartite di volta in volta dall’ASL competente per territorio, in relazione alla natura delle acque stesse, tenuto conto della legislazione vigente e dei regolamenti igienico - sanitari.

PARTE IV 13 Piano Urbanistico Comunale In detta Zona, oltre che le attività produttive di tipo artigianale-industriale, è consentita altresì la realizzazione di uffici annessi alle attività, laboratori, magazzini, depositi anche di grandi dimensioni, cinema-teatro all’aperto (drive-inn), attrezzature sociali al servizio degli addetti e connesse all’attività produttiva, di ristorazione e somministrazione, nonché l’edificazione di una casa di guardianaggio, con il limite di un alloggio per ciascun lotto ed una cubatura residenziale massima di 400 mc. v.p.p.

5) Standard urbanistici e servizi: la ZTO “F – attrezzature ed infrastrutture di interesse collettivo” La ZTO è riservata all’insediamento di attrezzature per l’istruzione, per la sanità, per funzioni ed attrezzature di interesse sociale e/o religioso, per lo sport ed il tempo libero, per i parcheggi, verde pubblico attrezzato ecc. La ZTO “F” è individuata nelle planimetrie del PUC, divisa tra la parte già occupata da edifici o da funzioni svolte dalla Pubblica Amministrazione (aree distinte da numeri) e la parte di standard di previsione nel progetto di PUC (aree distinte da lettere). Come riportato al precedente paragrafo 5 Parte III, la parte di ZTO “F” già individuata nel PUC è dimensionata per aree come sinteticamente riportato: per attività standard di istruzione: attrezzature di spazi pubblici: parcheggi: produttive già PUC a) interesse comune: b) c) 2 d) insediate Esistenti 49.259 21.437 52.590 1.960 Di progetto 100.741 53.563 251.424 73.040 36.100 L’ulteriore superficie ad essa assegnata dal PUC sarà precisata per ciascuna ZTO attraverso la prescrizione della superficie da conferire in essa, in sede di definizione del PUA e/o del PRIA , 1 ad eseguirsi nelle ZTO “Cb”, “Cc”, “D1”, “D2”, “D3”, ovvero, per le ZTO “B” e “B 2” dalla cessione di aree contro indice di edificabilità. La superficie finale che sarà resa disponibile all’atto dell’attuazione del PUC è quindi, di valore superiore al minimo indicato nel D.M. n°1444 del 1968 e dalla L.R.n°14/1982. Il superamento del minimo è stato ritenuto opportuno in dipendenza delle particolari condizioni nelle quali si dovrà procedere alla scelta localizzativa delle aree di uso pubblico, per la maggior parte relative ad interventi già avviati in assenza di strumentazione urbanistica e, quindi, ricadenti in zone ove la preesistenza di edifici crea vincoli all’ubicazione ed impone scelte non sempre coerenti con i necessari criteri di razionalità e di economia distributiva. La maggior incidenza di aree di uso pubblico garantisce, peraltro, una migliore qualità urbana e più civili condizioni di vita. Nelle ZTO “F”, destinate dal PUC ad attrezzature ed impianti di interesse generale, l’Amministrazione mediante convenzione (che disciplini modalità d’uso e tariffe) può autorizzare la ditta proprietaria dei beni immobili a realizzare l’opera prevista nel PUC stesso. Nelle more dell’attuazione della trasformazione urbana, è consentito l’uso del suolo ai soli fini agricoli.

2 Valori modificati per accoglimento della Osservazione n°1 approvata con delibera G.C. n°190 del 19/10/2013 PARTE IV 14 Piano Urbanistico Comunale CENTROIDE

Territorio urbano al dicembre 2009 sovrapposto a previsioni PTCP Caserta. Grafico allegato n.01