Rapporto 2015 Rapporto
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RAPPORTO 2015 RAPPORTO RAPPORTO 2015 sull’industria dei quotidiani in Italia sull’industria dei quotidiani in Italia Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ” RAPPORTO 2015 sull’industria dei quotidiani in Italia Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ” Il Rapporto 2015 sull’industria dei quotidiani è stato realizzato da ASIG per l’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione. Salvatore Curiale ha coordinato il progetto ed ha curato la stesura dei testi, delle tabelle e dei grafici di corredo Luca Michelli ha collaborato alla raccolta dei dati sugli stabilimenti di stampa Elga Mauro ha curato l’aggiornamento della Banca Dati dell’Industria editoriale italiana Le foto in copertina sono di Luca Michelli Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione 2 Via Sardegna 139 - 00187 Roma - tel. 064885026 - fax 064883489 [email protected] Rapporto 2015 sull’industria italiana dei quotidiani PREMESSA I dati di settore che, come ogni anno, anno da 300mila a 470mila copie giorna- il Rapporto sull’industria dei quotidiani liere, ma questa pur promettente crescita fotografa e mette a disposizione delle riesce a compensare solo in misura fra- parti, non ci raccontano grandi novità zionale il calo dei ricavi derivanti dalla rispetto alla storia piuttosto deprimen- diffusione tradizionale. te che ci andiamo raccontando ormai E a proposito di ricavi, la discesa dei da parecchi anni, dalla fine del 2008 fatturati pubblicitari, anch’essa iniziata almeno. La crisi, lo sappiamo tutti, ha nel 2008, non sembra destinata ad arre- colpito l’Italia nella sua interezza ed in starsi a breve: anche nel 2014 la pubbli- tutti i settori economici, ma come sempre cità sui quotidiani ha visto un arretra- avviene in questi casi la recessione ha mento appena inferiore al 10%, ben peg- colpito con particolare durezza i settori giore rispetto ad un mercato pubblicitario che, come il nostro, non avevano saputo che nel suo complesso ha perso il 2,5%. affrontare e risolvere nei periodi di cre- Né i primi due mesi del 2015 autorizzano scita tutte le contraddizioni e di problemi particolari slanci di ottimismo, con un che il settore si trascinava già da tempo: fatturato in ulteriore contrazione dell’8% un mercato pubblicitario squilibrato, un rispetto all’analogo bimestre del 2014. In network distributivo complicato e poco soli 5 anni, tra il 2009 e il 2014, il fattu- flessibile, un sistema di relazioni indu- rato pubblicitario dell’intera industria dei striali poco in sintonia con l’emergere di quotidiani si è esattamente dimezzato, da nuove esigenze di organizzazione del la- 1,5 miliardi a 750 milioni di euro. voro; e, sopra ogni cosa, la definitiva tra- Certo, non vanno taciuti i piccoli sformazione del digitale da complemento segnali di ottimismo che emergono pur del prodotto cartaceo a mezzo primario in un panorama così depresso: le otto so- di acquisizione delle informazioni, con cietà editoriali italiane quotate in Borsa tutto ciò che ne è conseguito in termini hanno chiuso il 2014 con dati sensibil- di ridefinizione del prodotto e della sua mente migliori rispetto al 2013: il margi- catena del valore. ne operativo lordo è tornato positivo per Non servono molte parole per dare un circa 200 milioni di euro (era negativo senso pieno della situazione del settore, per 65 milioni nel 2013), la perdita com- basta richiamare alcuni tra i dati dispo- plessiva si è ridotta a 140 milioni contro nibili nelle pagine che seguono. Nel solo gli oltre 500 milioni dell’anno precedente 2014, dati ADS, la diffusione cartacea e tre società su otto sono tornate a ge- complessiva è diminuita di oltre 400mila nerare utile. Risultati in miglioramento copie al giorno, da 3,6 a 3,2 milioni di quindi, ma accompagnati da un calo del copie, pari al 12%. Ciò si è tradotto in fatturato (-4%): segno chiaro del fatto che una contrazione complessiva da 1,9 a 1,7 il contributo positivo ai conti 2014 non è miliardi delle copie di giornale stampate. venuto dall’aumento dei ricavi, ma da un Certo, è fortemente cresciuta la diffusio- contenimento dei costi. ne delle copie digitali, passata in un solo * * * 3 Una situazione di così grave difficoltà prodotto ma anche il modo in cui esso non può non avere dirette conseguenze viene realizzato. Il contratto di lavoro sul prodotto e sull’organizzazione del poligrafico è un catalogo di mestieri e lavoro, ed anche in questo caso l’eviden- di processi produttivi che non esistono za dei dati ci permette di risparmiare più, soprattutto nella fase che un tempo inutili commenti. Il 2014 si chiude con un si definiva “prestampa”, e che sono stati bilancio negativo di 20 testate quotidiane interamente fagocitati dai sistemi infor- (123 contro le 143 dell’edizione 2014), matici oppure affidati a personale con 20 società editrici (85 contro le 105 del altri inquadramenti contrattuali, in virtù 2014), 12 concessionarie (68 contro 80), del fatto che nelle aziende editrici oggi 20 agenzie di informazione e servizi (119 sono richieste nell’area di preparazione contro 139). professionalità trasversali rispetto ai È in calo anche il numero degli stabi- vari canali di diffusione delle notizie, ed limenti di stampa, che in base alle nostre è ovvio che, potendo scegliere, l’azien- rilevazioni sono oggi 66, sei in meno da sceglierà sempre l’inquadramento rispetto all’edizione 2014, ed in discesa è meno costoso. Ma a chi riesce a guardare anche la capacità produttiva complessi- appena un po’ al di là dell’immediata va. Le linee di produzione in attività sono emergenza non sfugge che tutto il settore oggi 114, contro le 123 di un anno fa, con dell’informazione e della comunicazione una riduzione di capacità stimabile in è ingabbiato in regole e contratti nati in circa 100.000 giri/cilindro all’ora. un’altra epoca, con altri presupposti di Meno prodotti, meno stabilimenti di mercato. Oggi sembra che il poligrafico produzione, meno occupazione. Il 2014 si sia diventato inutile, almeno prima della chiude per il settore poligrafico con un fase di produzione industriale, ma siamo bilancio occupazionale negativo per ben sicuri che le attività oggi svolte nelle 540 unità, pari al 12% del totale. Tra il redazioni multimediali da personale con 2008 e il 2014 il numero complessivo di contratto giornalistico non siano invece ore lavorate è sceso da 13 a 8 milioni, e di natura più tecnica, anche se non anco- il monte retributivo da 263 a 177 milioni ra previste da nessun contratto di lavoro? di euro. Un settore che, grazie alla legge La tradizionale distinzione tra lavoro sui prepensionamenti, è riuscito ad ac- giornalistico e poligrafico regge ancora compagnare in maniera non traumatica alla luce delle trasformazioni tecnologi- le trasformazioni tecnologiche che han- che e di mercato? E per finire, l’attuale no decimato la popolazione poligrafica contratto giornalistico risponde piena- nell’arco dell’ultimo trentennio, oggi sta mente alle esigenze dell’industria edito- iniziando a conoscere le ristrutturazioni riale di oggi, dove sono totalmente cam- dure, le chiusure delle aziende, con il biati i parametri di mercato e i margini ricorso ad ammortizzatori sociali come la economici sono drasticamente inferiori solidarietà e la mobilità che sino a pochi rispetto anche solo a quattro-cinque anni anni or sono erano quasi sconosciuti. fa? Siamo certi che la deregulation con- * * * trattuale che oggi sta vivendo il settore Si diceva sopra della rivoluzione poligrafico non sia destinata a ripetersi a digitale che ha investito il settore, e che breve, ammesso che non sia già iniziata, ovviamente non ha impattato soltanto il anche nelle redazioni? premessa 4 Rapporto 2015 sull’industria italiana dei quotidiani * * * ma una prospettiva concreta – e tutt’altro Tornando alle aree di nostra com- che indolore – con la quale tutti dovremo petenza, va sottolineato che la fuga dal fare i conti. contratto alla quale abbiamo iniziato ad In questo caso, sulla base dei carichi assistere negli ultimi anni, se pur motiva- produttivi attuali e prevedibili nei pros- ta da considerazioni comprensibili, avrà simi anni, non rimarrebbero che 1.500- due effetti collegati tra di loro. In primo 2.000 addetti nel settore poligrafico; luogo, le aziende stampatrici, le uniche decisamente troppo pochi per costituire che svolgono ancora lavorazioni “tipi- un settore a se stante: è tempo quindi di che” interamente descritte dal contratto pensare ad un accorpamento all’interno di lavoro poligrafico, rimarranno con il di una filiera più ampia. cerino acceso in mano: da un lato avran- * * * no infatti editori ormai interessati soltan- Il settore dei quotidiani ha affronta- to al massimo sconto sulle commesse di to nel dopoguerra tante difficoltà, ma il stampa, dall’altro rimarrà sul loro capo realismo ci impone di riconoscere che la l’obbligo di applicare un contratto con situazione è oggi diversa e ancora più un onere previdenziale ormai insoste- critica: quella in cui ci troviamo immersi nibile. I dati ci raccontano di come, nel non è più soltanto la crisi di un settore panorama del nostro settore, le società produttivo che non ha saputo riorganiz- stampatrici pure, quelle che vivono cioè zarsi, ma è una vera e propria crisi del di commesse di editori terzi, siano quelle prodotto. Nell’edizione 2011 di questo in maggior sofferenza: il loro numero è Rapporto pubblicammo una “mappa passato da 33 nel 2008 a 19 nel 2014, i dell’estinzione dei quotidiani”, realizzata dipendenti si sono più che dimezzati, e la da un centro di consulenza australiano, loro retribuzione media è oggi inferiore di che indicava nazione per nazione la data oltre il 20% rispetto a quella dei loro col- di scomparsa dei giornali quotidiani: leghi che fanno lo stesso lavoro nei centri per l’Italia, l’anno x era stato fissato nel stampa di proprietà delle società editrici.