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INDICE

1. PARTE PRIMA: INDICAZIONI GENERALI 3 1.1 PREMESSA 3 1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3 1.3 STRUTTURA E CARATTERI DEL PGT 3 1.3.1 VALENZA PAESISTICA DEL PGT ...... 4

2. PARTE SECONDA: IL DOCUMENTO DI PIANO - DDP 5 2.1 QUADRO CONOSCITIVO ED ORIENTATIVO 5 2.1.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 5 2.1.2 SINTESI DELLE PREVISIONI (RICOGNIZIONE DEGLI ATTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE) DI LIVELLO SOVRACOMUNALE E SETTORIALE ...... 7 2.1.3 IL SISTEMA DELLE INVARIANTI ...... 17 2.1.4 LE PREVISIONI DEI COMUNI CONTERMINI ...... 17 2.1.5 ANALISI SOCIO-ECONOMICHE ...... 17 2.1.6 STATO DI ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE ...... 26 2.1.7 LE ISTANZE E PROPOSTE PERVENUTE DALLA COLLETTIVITA’ LOCALE ...... 27 2.1.8 IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ ...... 28 2.1.9 IL SISTEMA URBANO ...... 28 2.1.10 IL SISTEMA DEI SERVIZI ...... 33 2.1.11 IL SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE ...... 37 2.1.12 ASSETTO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO ...... 43 2.2 LO SCENARIO DI PIANO 46 2.2.1 SINTESI DELLE CRITICITÀ, POTENZIALITÀ E OPPORTUNITÀ DEL TERRITORIO DI MARCIGNAGO ...... 47 2.2.2 OBIETTIVI STRATEGICI E POLITICHE TERRITORIALI ...... 50 2.3 LE DETERMINAZIONI DI PIANO 51 2.3.1 CONSIDERAZIONI GENERALI ...... 51 2.3.2 OBIETTIVI QUANTITATIVI DI SVILUPPO COMPLESSIVO DEL PGT (ART.8, COMMA 2, LETT. B) ...... 52 2.3.3 IL SISTEMA PRODUTTIVO ...... 54 2.3.4 IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ ...... 57 2.3.5 IL SISTEMA URBANO ...... 58 2.3.6 IL SISTEMA DEI SERVIZI ...... 61 2.3.7 IL SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE ...... 62 2.3.8 VERIFICA DELLE ESTERNALITÀ E DELLA SOVRACOMUNALITÀ DELLE PREVISIONI ...... 64 2.4 VERIFICA DI COERENZA DELLE SCELTE DI PIANO CON LE INDICAZIONI/VALUTAZIONI AMBIENTALE DEL PROCESSO VAS 67

3. PARTE TERZA: IL PIANO DEI SERVIZI 68 3.1 PREMESSA 68 3.2 METODOLOGIA PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEI SERVIZI 68 3.3 ELABORATI 69 3.4 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI NEL TERRITORIO COMUNALE 69 3.5 LA DETERMINAZIONE DEL NUMERO DEGLI UTENTI 70 3.6 VALUTAZIONE DELLA DOTAZIONE ALLO STATO ATTUALE 70 3.6.1 AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE – AMBITO A ...... 70 3.6.2 AREE ED ATTREZZATURE PER LA MOBILITÀ - AMBITO M ...... 74 3.7 DOTAZIONE ATTUALE DI AREE PER SERVIZI 77 3.8 LE PREVISIONI DI PIANO: AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE – AMBITO A 78 3.8.1 AI - ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE ...... 78 3.8.2 AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE ...... 78 3.8.3 AS - ATTREZZATURE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO ...... 79 3.8.4 AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE ...... 79 3.8.5 AP - AREE ED ATTREZZATURE PRIVATE DI USO PUBBLICO ...... 79 3.9 LE PREVISIONI DI PIANO: AREE E ATTREZZATURE PER LA MOBILITÀ – AMBITO M 80 3.9.1 M1 - PARCHEGGI A RASO ...... 80 3.9.2 M2 - VERDE DI ARREDO URBANO ...... 81 3.9.3 M3 – PISTE CICLOPEDONALI ...... 82 3.10 DOTAZIONE DI PIANO PREVISTA 82 3.11 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE NELL’AMBITO DEI PIANI ATTUATIVI E NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE. 84 3.12 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE IN RELAZIONE AI NUOVI INTERVENTI CONSENTITI ALL’INTERNO DEL TESSUTO CONSOLIDATO 84 3.13 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE IN RELAZIONE AI NUOVI INSEDIAMENTI COMMERCIALI 84 3.14 VARIAZIONE DEL FABBISOGNO DI AREE PER SERVIZI E ATTREZZATURE PUBBLICHE O DI INTERESSE PUBBLICO O GENERALE, CONSEGUENTE A MUTAMENTI DI DESTINAZIONE D’USO. 85 3.15 MONETIZZAZIONE DELLE AREE 86

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3.16 PREVISIONI PER IL SISTEMA DEI SERVIZI EROGATI ALLA PERSONA 86 3.17 IL PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI NEL SOTTOSUOLO (PUGSS) 86 3.18 SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DELLE PREVISIONI DEL PIANO DEI SERVIZI 87 3.18.1 LE RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI DALLE PREVISIONI DEL PGT ...... 87 3.18.2 RIEPILOGO RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI DALLE PREVISIONI DI PGT ...... 88 3.18.3 STIMA DEI COSTI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DEI SERVIZI ...... 88 3.18.4 ANALISI DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DEL PIANO DEI SERVIZI ...... 89

4. PARTE QUARTA: IL PIANO DELLE REGOLE 90 4.1 PREMESSA 90 4.2 CONTENUTI 90 4.3 ELABORATI 91 4.4 ELABORAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE 91 4.5 CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI 91 4.6 INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI E DELLE AREE DA ASSOGGETTARE A SPECIFICA DISCIPLINA 91 4.6.1 IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO DI RECENTE FORMAZIONE ...... 92 4.6.2 IL TESSUTO DI ANTICA FORMAZIONE ...... 93 4.6.3 CRITERI PER IL PRINCIPIO DI INCENTIVAZIONE EDILIZIA NEL PIANO DELLE REGOLE ...... 93 4.6.4 LE AREE DESTINATE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ AGRICOLA ...... 93 4.6.5 LE AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE URBANISTICA ...... 94 4.6.6 FASCE DI RISPETTO ...... 95 4.6.7 LE INFRASTRUTTURE ...... 95 4.6.8 DELIMITAZIONE PERIMETRO DEL CENTRO ABITATO E DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE ...... 95 4.7 ASPETTI PAESISTICO AMBIENTALI 96 4.8 CARTA DELLA SENSIBILITÀ PAESISTICA 96

ALLEGATO A - SCHEDE DESCRITTIVE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ...... 99

ALLEGATO B – ELENCO ELABORATI ...... 107

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1. PARTE PRIMA: INDICAZIONI GENERALI

1.1 PREMESSA Il Comune di Marcignago è dotato di un Piano Regolatore Generale approvato con DGR n. 1813 in data 20.11.90 e, nonostante le varianti apportate nel corso degli anni, non è più in grado di offrire al paese significative opportunità di sviluppo. L’evoluzione della cultura urbanistica, specie in Lombardia, e della normativa di settore ad essa connessa, hanno evidenziato tutti i limiti di questo strumento così datato, sia dal punto di vista dei contenuti che della metodologia, con ridottissime residualità edificatorie e vuoti normativi sempre più evidenti. L’entrata in vigore della legge regionale 11 marzo 2005 n° 12 sul governo del territorio, intervenuta in data 31 marzo 2005, ha inoltre introdotto precisi adempimenti anche temporali in ordine all’adeguamento dei PRG ai nuovi contenuti della pianificazione. Da qui l’esigenza di dotare il Comune di un nuovo strumento urbanistico con l’intento di promuovere il territorio e le sue ricchezze governandone nel contempo lo sviluppo.

1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI Il concetto di governo del territorio, ben più esteso di quello tradizionale della pianificazione comunale, è regolato dal capo II della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, dove si introduce (art.6) il Piano di governo del territorio (PGT) quale strumento che “definisce l’assetto dell’intero territorio comunale” (art. 7). Le recenti modifiche alla citata norma (LR n. 4/2008), hanno introdotto criteri di semplificazione per i Comuni con popolazione all’ultimo censimento inferiore a 2.000 abitanti.

Le fasi ed i contenuti che caratterizzeranno il PGT nelle sue diverse componenti (Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole), sono sviluppate coerentemente con quanto disposto dalla LR n. 12/2005 e con i successivi criteri attuativi.

1.3 STRUTTURA E CARATTERI DEL PGT Per rispondere nel modo più aderente possibile alla natura complessa del governo delle trasformazioni territoriali, l’articolazione dei contenuti della pianificazione comunale prevede nella legge una separazione degli strumenti che comunque operano in un quadro strategico unitario. Secondo questa concezione il PGT si articola in tre parti: “Il Documento di Piano”- DdP - con contenuti di carattere prevalentemente strategico, quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità, attraverso un sistema di relazioni fondato su meccanismi di reciproca coerenza (non a senso unico) e attenzione alle dinamiche della evoluzione dei sistemi urbani; “Il Piano dei Servizi”- PdS - al quale è affidato l’armonizzazione tra insediamenti e città pubblica e dei servizi; “Il Piano delle Regole”- PdR - al quale sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita.

Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole, sono articolazioni di un unico atto, le cui previsioni hanno validità a tempo indeterminato e sono sempre modificabili. Il Documento di Piano deve comunque essere verificato ed aggiornato almeno ogni cinque anni, anche al fine dell’adeguamento della programmazione attuativa.

In attuazione dell’Art. 4 della LR 12/2005, il percorso di formazione del nuovo PGT dovrà essere accompagnato da un processo valutativo circa la sostenibilità ambientale delle previsioni di trasformazione (Valutazione Ambientale Strategica), coerentemente con gli indirizzi generali di cui alla DGR n. 8/1563/2005.

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1.3.1 VALENZA PAESISTICA DEL PGT Secondo il “principio di maggior definizione”, previsto all'art. 6 della normativa del Piano Territoriale Paesistico Regionale e all’art. 20.4 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, in relazione alla coerenza delle proprie scelte con detti strumenti sovraordinati nonché, agli approfondimenti analitici, descrittivi ed alla cogenza normativa, il PGT può assumere “valenza paesistica” sostituendosi in tal senso ai previgenti atti di pianificazione a scala superiore. L’Amministrazione Comunale ha inteso cogliere tale opportunità di approfondimento sia conoscitivo che normativo, conscia del ruolo che l’Ente locale può e deve svolgere nell’interpretare la propria cultura, le proprie risorse (anche quelle paesistiche quindi) coniugandone la salvaguardia con le legittime esigenze ed aspirazioni della collettività locale. Questa scelta passa necessariamente attraverso un confronto sistematico con le diverse realtà locali (associazioni di categoria, ecc.). In quest’ottica, la tutela del paesaggio quale bene collettivo spesso irriproducibile nei propri valori intrinseci e simbolici, diventa un momento di condivisione fra i soggetti interessati, unico vero modo per una seria politica di sviluppo sostenibile.

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2. PARTE SECONDA: IL DOCUMENTO DI PIANO - DDP Il Documento di Piano è finalizzato a restituire un’impostazione strategica alle ipotesi di sviluppo locale e non contiene previsioni che producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli (art.8, comma 3). È lo strumento: nel quale sono messe a punto le strategie di breve e medio periodo finalizzate all’attuazione del Governo del Territorio del Comune e a coordinare ed indirizzare le politiche ed i Piani di Settore che concorrono ai processi di riqualificazione urbana; dove vengono sintetizzate e valutate le analisi svolte sul territorio grazie alle quali individuare le criticità, le potenzialità e le opportunità presenti e focalizzare gli obiettivi di governo che l’Amministrazione Comunale intende porsi per il breve e medio periodo; dove sono riportati gli obiettivi specifici e gli interventi di trasformazione urbana, da perseguire anche mediante il Piano dei Servizi, ed il Piano delle Regole

I contenuti del Documento di Piano sono di natura analitica e progettuale, e vengono di seguito illustrati in ordine rispettivamente a: quadro conoscitivo del territorio in esame: comprende una ricognizione delle previsioni di piani e programmi vigenti e di settore a livello sovracomunale, lo stato di fatto in merito all’assetto territoriale, socio-economico, paesistico-ambientale ed idrogeologico; sintesi valutativa: opera una sintesi degli argomenti affrontati nelle parti precedenti, individuando criticità e potenzialità del territorio e gli obiettivi specifici. politiche di piano e previsioni progettuali.

La L.R. attribuisce altresì a questa componente del PGT, la definizione degli eventuali criteri di compensazione, perequazione e incentivazione (articolo 8, lettera “g”).

2.1 QUADRO CONOSCITIVO ED ORIENTATIVO Il quadro conoscitivo comprende: Inquadramento territoriale e ricognizione delle programmazione territoriale. Oggetto di esame e studio sono gli atti della programmazione regionale e provinciale (con particolare riferimento alle prescrizioni ed alle direttive per la pianificazione comunale). Per gli aspetti connessi al sistema ambientale e paesistico le analisi tengono conto sia degli aspetti rilevati a scala territoriale e riportati nei piani e programmi regionali e provinciali, sia degli approfondimenti realizzati in sede locale. Il documento contiene l’individuazione delle aree a rischio archeologico, delle aree di interesse paesistico o storico monumentale e degli elementi del paesaggio agrario; Quadro conoscitivo del comune di Marcignago. Sono riconducibili a tale quadro le analisi di settore relative al sistema urbano, alle caratteristiche socio-economiche, al sistema della mobilità, dei servizi, delle aree a rischio archeologico, di interesse paesistico o storico monumentale, degli elementi del paesaggio agrario e delle aree verdi ed agricole, ecc. Per ognuna delle tematiche oggetto di indagine il Documento di Piano individua le caratteristiche (anche in relazione alle capacità di spesa dell’amministrazione comunale) allo scopo di individuare le tematiche che possono diventare oggetto delle politiche del Documento di Piano e far emergere le parti da affidare agli approfondimenti del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi.

2.1.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il comune di Marcignago è uno dei 190 Comuni della Provincia di e sorge nella Pianura tra il fiume Ticino e il Naviglio di Pavia, a 10 Km a nord-ovest del capoluogo. I confini amministrativi coincidono a nord con i comuni di , e , a est con il comune di , a sud con Pavia, sud-sud/ovest con il comune di Torre d’Isola che segna anche il limite nord del Parco del Ticino.

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Figura 1 Localizzazione del territorio comunale di Marcignago

Con una superficie complessiva di 10,13 km2 l’intero territorio comunale, di carattere prevalentemente agricolo, morfologicamente è caratterizzato da un andamento pianeggiante, attraversato da una fitta rete idrografica costituita da canali e rogge destinati allo scorrimento delle acque di irrigazione di cui la Roggia Marzo, la Roggia Cravenza o Campeggi e la Roggia Mischia sono quelle di maggiore sezione.

L’accessibilità al comune è garantita dalla S.P. n° 11 e n° 22 che collegano il comune rispettivamente a Nord con Trivolzio e Battuda, e a sud con Pavia. Un’ulteriore accesso al territorio comunale da est, può avvenire dalla Statale dei Giovi attraverso la S.P n° 24 nella frazione di Toriano di Certosa di Pavia e percorrendo la S.P. n° 173 nel comune di Vellezzo Bellini. E’ possibile accedere alla rete autostradale dal casello di sulla A7 Milano-Genova distante circa 5 km dal comune di Marcignago.

Lo sviluppo edilizio si è concentrato fin dalle origini principalmente intorno al nucleo storico del capoluogo, lungo la S.P. 22, espandendosi poi nelle diverse epoche, e in minima parte alla frazione Divisa che solo negli ultimi anni ha visto un’importante sviluppo tramite il recupero residenziale degli edifici di antica formazione. In ambito agricolo, sul territorio comunale sono presenti numerosi edifici rurali anche di particolare interesse storico-ambientale come Cascina Brusada, Cascina Remondò, Molino Vecchio e Calignago in cui è ancora ben riconoscibile l’impianto a corte chiusa, tipologia tipica della Cascina Lombarda.

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2.1.2 SINTESI DELLE PREVISIONI (RICOGNIZIONE DEGLI ATTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE) DI LIVELLO SOVRACOMUNALE E SETTORIALE

2.1.2.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Stato di attuazione Il Documento Strategico per il PTR (pubblicato il 24 marzo 2005 a cura della Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia) delinea le linee per lo sviluppo del territorio e si pone come strumento che deve fare da “collante” per l’integrazione delle politiche. Nel Documento si propone uno scenario di lavoro su cui costruire e attuare le politiche economiche e territoriali dei prossimi anni in Lombardia. Con la legge regionale 12/05 in materia di governo del territorio il Piano Territoriale Regionale ha acquisito un ruolo fortemente innovativo nell’insieme degli strumenti e atti di pianificazione La Giunta Regionale con dGR n. 3090 del 1.08.2006 ha dato formalmente avvio all’elaborazione del PTR e della relativa procedura di Valutazione Ambientale. Nella seduta del 18 aprile 2007 è stata presentata alla Giunta una prima versione degli elaborati di PTR che sono stati alla base delle attività di confronto e consultazione svolte da maggio a novembre 2007. Il 16 gennaio 2008 la Giunta Regionale (dGR del 16.1.08, n.6447) ha approvato la proposta di Piano Territoriale della Lombardia per la trasmissione al Consiglio Regionale.

Natura e finalità La LR 12/2005 Legge per il governo del territorio individua il Piano Territoriale Regionale (PTR) quale atto fondamentale di indirizzo agli effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione e di orientamento della programmazione e pianificazione dei comuni e delle province. Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico (art. 19), con questa sua valenza, il PTR persegue gli obiettivi, contiene le prescrizioni e detta gli indirizzi di cui all’art. 143 del D.Lgs. 42/2004. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione (art.76). Entro due anni dall’approvazione del PTR, i comuni, le province, le città metropolitane e gli enti gestori delle aree protette confermano e adeguano i loro strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica agli indirizzi e agli obiettivi contenuti nell’art. 76, introducendo, ove necessario, le ulteriori previsioni conformative di maggiore definizione che, alla luce delle caratteristiche specifiche del territorio, risultino utili ad assicurare l’ottimale salvaguardia dei valori paesaggistici individuati dal PTR (art. 77).

Macro-obiettivi Il PTR individua i seguenti macro-obiettivi: Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; Riequilibrare il territorio della Regione; Proteggere e valorizzare le risorse della Lombardia.

Obiettivi generali Gli obiettivi generali del PTR si possono così sintetizzare: 1) favorire l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione; 2) favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale con l’esterno , intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (fiere, università, ecc.); 3) assicurare a tutti i territori della Regione e a tutti i cittadini l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità; 4) perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità; 5) migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare; 6) porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero; 7) tutelare la salute del cittadino attraverso la prevenzione ed il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e atmosferico;

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8) perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione del rischio idrogeologico, pianificazione delle acque e utilizzo prudente del suolo; 9) assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10) promuovere un’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della Regione e diffondendo la cultura del turismo sostenibile; 11) promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione, ma anche come settore turistico; 12) valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione; 13) realizzare un sistema equilibrato di centralità urbane compatte e il riequilibrio territoriale con la ridefinizione del ruolo dei centri urbani e del rapporto con le aree meno dense, e valorizzare il ruolo dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio; 14) riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio e riqualificazione dei territori degradati; 15) supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale per garantire il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e progettazione a tutti i livelli di governo; 16) tutelare le risorse (acque, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo; 17) garantire la qualità delle risorse naturali ed ambientali, attraverso la progettazioni delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso e la gestione idrica integrata; 18) favorire la graduale trasformazione dei comportamenti e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile delle risorse; 19) valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, forestale e agroalimentare; 20) promuovere l’integrazione paesistica e ambientale degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 21) realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi con particolare attenzione alla mitigazione degli impatti; 22) responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sial legate alla produzione (attività agricola, industriale e commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo); 23) gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi trans regionali; 24) rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e territori forti;

Obiettivi territoriali specifici Il comune di Marcignago fa parte del Sistema Territoriale della Pianura Irrigua, secondo quando indicato nella Tav. 4 del Documento di Piano del PTR. Per ciascuno di essi il PTR esplicita una serie di obiettivi, di seguito riportati, ciascuno dei quali è posto in relazione con quelli generali del PTR e di cui qui di seguito se ne riportano i riferimenti in parentesi.

Sistema territoriale della pianura irrigua ST5.1. Garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promuovendo la produzione agricola e le tecniche di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale (8, 14, 16); ST5.2. Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l’agricolture, in accordo con le determinazioni assunte nell’ambito del Patto per l’Acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico (4, 7, 8, 14, 16, 18); ST5.3. Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo (14, 21);

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ST5.4. Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita e come opportunità per l’imprenditoria turistica locale (10, 18, 19); ST5.5. Migliorare l’accessibilità e ridurre l’impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti (2, 3, 4, 7, 8, 9, 13, 17); ST5.6. Evitare lo spopolamento delle aree rurali, migliorando le condizioni di lavoro e differenziando le opportunità lavorative (3, 5).

2.1.2.2 PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE

Stato di attuazione Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, adottato dalla Giunta regionale con D.G.R. n. 6/30195 del 25 luglio 1998, approvato nella seduta del 6 marzo 2001 (DCR VII/197), è uno strumento di indirizzo che indica azioni e misure di tutela e valorizzazione paesistica. Alla luce del nuovo quadro normativo nazionale e della l.r. 12/2005 di Governo del territorio, il Piano Territoriale Regionale (PTR) ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico, si è pertanto proceduto nel nuovo PTR ad integrare ed aggiornare il precedente Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, in linea con la convenzione Europea del paesaggio e con il D. Lgs. 42/2004. La Giunta regionale, con la d.g.r. 6447 del 16 gennaio 2008, ha però proceduto all’aggiornamento del piano territoriale pesistico su due livelli e in due tempi: - ha approvato le integrazioni, immediatamente operanti, e gli aggiornamenti del quadro di riferimento paesistico e degli indirizzi di tutela del PTPR del 2001, come primo ed immediato aggiornamento dello stesso di competenza della Giunta stessa; - ha inviato al Consiglio regionale la proposta complessiva di Piano Paesaggistico quale sezione specifica del PTR, comprensiva della revisione della disciplina paesaggistica regionale e correlati documenti e cartografie, per l’adozione.

Gli elaborati integrativi e sostitutivi, approvati dalla Giunta Regionale, costituiscono integrazione e aggiornamento del Piano Territoriale Paesistico Regionale. Per il quadro di riferimento paesistico riguardano: - Aggiornamento e integrazione degli elementi identificativi, dei percorsi di interesse paesaggistici, del quadro delle tutele della natura (cartografia e repertori); - L’Osservatorio dei paesaggi lombardi, quale integrazione delle descrizioni dei paesaggi di Lombardia e riferimento per il monitoraggio delle future trasformazioni (nuovo elaborato); - Descrizione dei principali fenomeni regionali di degrado e compromissione del paesaggio e delle situazioni a rischio di degrado (nuovo elaborato). Per gli Indirizzi di tutela: - Nuova Parte IV specificamente dedicata a Riqualificazione paesaggistica e contenimento dei potenziali fenomeni di degrado (nuovo elaborato al quale fanno riferimento nuove cartografie).

Natura e finalità Il PTPR disciplina ed indirizza la tutela e valorizzazione paesistica dell'intero territorio lombardo. Il PTPR ha duplice natura: 25) di quadro di riferimento per la costruzione del Piano del Paesaggio lombardo; 26) di strumento di disciplina paesistica attiva del territorio.

Il Piano, in quanto strumento di salvaguardia e disciplina è potenzialmente esteso all’intero territorio, ma opera effettivamente là dove e fino a quando non siano vigenti atti a valenza paesistica di maggior definizione; per esempio nei Parchi, l’atto a specifica valenza paesistica è costituito dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. Tuttavia a seguito di quanto introdotto all’art. 19 della LR 12/2005 Legge per il governo del territorio, il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico, perseguendo gli obiettivi, contenendo le prescrizioni e dettando gli indirizzi di cui all’art. 143 del D.Lgs. 42/2004. Pertanto lo strumento vigente verrà integrato dal nuovo PTR, che contiene anche gli elementi del PTPR. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono

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9 Comune di Marcignago immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione.

Obiettivi generali Il PTPR disciplina e indirizza la tutela e la valorizzazione paesaggistica dell'intero territorio lombardo, perseguendo le finalità di: 27) conservazione dei caratteri che definiscono l'identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia; 28) miglioramento della qualità paesaggistica ed architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; 29) diffusione della consapevolezza dei valori paesaggistici e loro fruizione da parte dei cittadini.

Obiettivi territoriali specifici Il territorio regionale è stato suddiviso in 6 fasce longitudinali corrispondenti alle grandi articolazioni dei rilievi, che partendo dalla bassa pianura a nord del Po, si svolgono attraverso l’alta pianura, la collina, la fascia prealpina fino alla catena alpina. Entro queste fasce sono identificati i caratteri tipologici del paesaggio lombardo. La fascia entro cui si trova il comune di Marcignago è quella della bassa pianura, mentre l’unità tipologica di paesaggio è la pianura irrigua. Per ogni unità tipologica di paesaggio il Piano segnala gli obiettivi generali di tutela paesistica, gli elementi e gli aspetti caratterizzanti l’ambito e i relativi specifici indirizzi di tutela. La pianura irrigua si estende, con caratteristiche diverse, dalla Sesia al Mincio. La pianura irrigua è costituita da tre grandi tipi di paesaggi configurati dai tipi di coltura: risicola, cerealicola, foraggera, L’indirizzo di tutela è volto a favorire l’evoluzione con il rispetto per l’originalità del paesaggio e gli obiettivi sono: Tutelare i paesaggi della bassa pianura irrigua, rispettandone la straordinaria tessitura storica e la condizione agricola altamente produttiva. Tale obiettivo si articola nei seguenti obiettivi specifici: Contrastare l’inquinamento della falda derivante dall’uso eccessivo di fertilizzanti chimici e diserbanti; indirizzi di tutela: - Ridurre e controllare l’uso di fertilizzanti chimici e diserbanti; - controllare e limitare degli allevamenti fortemente inquinanti. Riparare al crescente impoverimento del paesaggio agrario tradizionale; indirizzi di tutela: - Promuovere parchi agricoli; - tutelare integralmente e recuperare il sistema irriguo e nelle colture collegate a questo sistema (marcite, prati marcitori, prati irrigui); - mantenere e tutelare le partiture poderali e le quinte verdi che definiscono la tessitura territoriale; - sviluppare metodi biologici di coltivazione; - ricostituire stazioni di sosta e percorsi ecologici per la fauna e l’avifauna stanziale e di passo. Evitare la diffusione di modelli insediativi urbani nelle campagne; indirizzi di tutela: - Incentivare il recupero della dimora rurale; - sperimentare nuove tipologie costruttive per gli impianti al servizio dell’agricoltura migliorandone l’inserimento ambientale e paesaggistico; - incentivare la forestazione dei terreni agricoli dismessi (set-aside) o la restituzione delle zone marginali ad uno stato di naturalità. Evitare i processi di deruralizzazione o sottoutilizzazione del suolo; indirizzi di tutela: - Prevedere espansioni urbane che evitino lo spreco di territorio, attraverso una più accurata gestione della pianificazione urbanistica. Tutelare e valorizzare la cultura contadina; indirizzi di tutela: - Favorire la "museificazione" delle testimonianze e delle esperienze del mondo contadino ed una loro attiva riproposizione nel tempo.

Nella sezione dedicata al piano paesaggistico, il PTR classifica il comune di Marcignago come appartenente al sistema metropolitano lombardo, situandolo nella “fascia della bassa pianura”. Nella tavola H, Contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti individua i rischi di degrado come principalmente provocati da: processi di urbanizzazione e infrastrutturazione; trasformazione della produzione agricola e zootecnica; abbandono e dismissione

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Figura 2 Stralcio della tavola H del PTPR – Contenimento dei processi di degrado paesaggistico: tematiche rilevanti. . Analizzando la cartografia di piano con maggior dettaglio possiamo individuare sul territorio comunale di Marcignago soltanto un fattore di degrado, caratteristico della “fascia della bassa pianura”, appartenente alle “aree a colture intensive su piccola scala”. Si tratta delle aree agricole destinate alla coltivazione intensiva di prodotti orticoli e florovivaistici, connotate da una elevata densità di manufatti e strutture di scarsa qualità e di dimensioni tendenzialmente sempre più estese, che si trovano principalmente collocate in ambiti contigui alle zone urbanizzate e che spesso si trasformano in grandi strutture di vendita. Tale fenomeno risulta diffuso su diversi ambiti territoriali e in aumento soprattutto negli ambiti contigui all’urbanizzato.

Gli elementi di criticità caratteristici di queste aree sono: ingombro e frammentazione dello spazio aperto compromissione dei valori identitari riconosciuti omologazione del paesaggio agrario con perdita di qualità estetiche e percettive notevoli interferenze con gli aspetti ecologici

Il PTPR promuove l’integrazione degli aspetti paesistici nelle politiche e nelle azioni di Pianificazione urbanistica (PGT) e di realizzazione degli interventi tramite le seguenti azioni: Azioni : salvaguardia e valorizzazione dei manufatti tradizionali; interventi di mitigazione dei manufatti esistenti attenta ai caratteri percettivi rilevanti, all’uso di materiali, colori e tecniche costruttive coerenti agli aspetti costitutivi dei luoghi; particolare attenzione alla qualità progettuale dei manufatti e delle strutture negli interventi di manutenzione e adeguamento; riqualificazione, reinserimento, infittimento di elementi arborei o arbustivi, in coerenza con le trame del parcellario agricolo del contesto specifico; integrazioni normative ai fini del contenimento delle trasformazioni degli ambiti agricoli a maggiore rilevanza paesaggistica o ecologica e alla diffusione delle attività connesse;

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promozione di attività di progettazione per il miglioramento della qualità architettonica e paesistica di componenti e soluzioni tecniche dei manufatti; integrazione fra finalità produttive e sociali e finalità paesistico-ambientali.

2.1.2.3 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE DI PAVIA Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è lo strumento di pianificazione che definisce gli obiettivi generali relativi all'assetto e alla tutela del territorio provinciale, indirizza la programmazione socio-economica della Provincia, coordina le politiche settoriali di competenza provinciale, e la pianificazione urbanistica comunale. La Provincia di Pavia è dotata di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale predisposto secondo le direttive contenute nelle Leggi Regionali 18/1997 e 1/2000 ed approvato con DCP n. 53/33382 del 7 novembre 2003 e pubblicato sul BURL - serie inserzioni n° 53 del 31 dicembre 2003; con deliberazione di Giunta Provinciale n. 69 del 01.03.2006 ha avviato formalmente l'adeguamento del proprio PTCP alla L.R. 12/2005 e con la deliberazione della Giunta Provinciale n.385/19927, del 5 luglio 2007, ha definito le Linee guida per tale adeguamento. Il PTCP si articola in dispositivi di tre tipi “Direttive”, “Indirizzi” e “Prescrizioni” contenuti nelle Norme tecniche di Attuazione e negli elaborati grafici costituenti il Piano.

Per il territorio comunale di Marcignago il PTCP individua: - Ambito Territoriale n. 14 “Sistema urbano-insediativo dei comuni di Pavia e contermini ad est del Ticino” caratterizzato dai seguenti indirizzi: - tutela, salvaguardia e valorizzazione degli elementi residui del paesaggio agrario e degli spazi aperti; - riqualificazione urbanistica e morfologica degli insediamenti; - riqualificazione urbanistica ed ambientale dei margini urbani; - difesa e tutela degli spazi residui dedicati alle attività agricole; - contenimento delle espansioni degli insediamenti attraverso il recupero funzionale ed urbanistico; - riqualificazione del sistema dell'offerta di funzioni commerciali; - promuovere e favorire gli insediamenti universitari e per il diritto allo studio, nonché quelli del parco tecnologico; - promuovere e favorire l'insediamento di un polo integrato sanitario, in particolare riferito ai tre IRCCS; - completamento del sistema di impianti per la depurazione e il trattamento delle acque, con particolare riferimento ai Comuni di Battuda, , San Genesio, , , Certosa, , ; - monitoraggio delle trasformazioni urbanistiche in funzione della riqualificazione e del potenziamento degli assi di collegamento viabilistico con la Provincia di Milano; - attivazione di tavoli per la concertazione con il Parco Agricolo Sud Milano e la Provincia di Milano, d'interventi per la strutturazione di percorsi per la fruizione turistico-culturale e per la definizione d' ambiti di connessione ecologica. - Ambito Unitario C – Pianura Irrigua che prevede: - la tutela del paesaggio in questo ambito deve coniugare le esigenze di adattamento produttivo con quelle di salvaguardia dei caratteri connotativi principali; - la salvaguardia e valorizzazione degli elementi della trama organizzativa storicamente consolidata quali: gli elementi della centuriazioni, (specie nel Pavese centrosettentrionale, fra il Parco del Ticino e il Milanese), i sistemi irrigui e le pratiche colturali tradizionali connesse (marcite, prati irrigui); - la salvaguardia e il potenziamento della rete ecologica principale, e congiuntamente l’incentivazione della rinaturalizzazione delle aree agricole dismesse (misure agro-ambientali); - la tutela dell'insediamento rurale nella sua forma tipica (cascina) incentivandone il riuso in forme compatibili; - l’individuazione e la promozione di idonee tipologie costruttive per gli impianti a servizio dell'agricoltura, che si pongano in un corretto rapporto con le preesistenze.

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Figura 3 Stralcio della Tavola 3.1b “Sintesi delle proposte:scenario di Piano” del PTCP di Pavia

Figura 4 Stralcio della Tavola 3.2b “Previsioni di tutela e valorizzazione delle risorse paesistiche e ambientali” del PTCP di Pavia

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Figura 5 Stralcio della Tavola 3.3b “Quadro sinottico delle invarianti” del PTCP di Pavia

Per quanto concerne le prescrizioni sul territorio comunale il PTCP individua una sola “Area di Elevato Contenuto Naturalistico”, normata dall’art. 34 delle N.T.A., localizzata a nord-est e che si estende anche nei comuni di Battuta e Vellezzo Bellini.

Nella tavola 3.3b “Quadro sinottico delle invarianti” il PTCP riporta un’area soggetta a tutela D.Lgs. 42/2004 art. 146, comma 1, lettera g “Foreste e Boschi”. Dal sopraluogo effettuato l’area in oggetto, localizzata nell’immagine seguente, ricade all’interno di un giardino privato e non rappresenta le caratteristiche per essere inclusa nelle aree a vincolo sopracitate. Pertanto l’elaborazione del PGT non ha considerato tale vincolo e si richiede di prenderne atto nell’ambito di future revisioni dello strumento Provinciale.

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2.1.2.4 PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI PAVIA La Regione Lombardia con la legge regionale 8 agosto 1998 n. 14 che definisce le “Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava” ha delegato alle Province le funzioni ed i compiti in materia di cave. Il Piano Cave della Provincia di Pavia è stato approvato dalla Regione Lombardia in data 20 febbraio 2007 con D.C.R. VIII/344 e pubblicato sul B.U.R.L. in data 29 marzo sul 2° supplemento straordinario al numero 13. Tale strumento di pianificazione è stato progettato mantenendo come obiettivo prioritario la massima compatibilità ambientale/paesaggistica, raggiunta tramite l'individuazione di un consono programma di coltivazione dei molteplici ambiti territoriali e dei relativi recuperi ambientali. Sono state individuate le materie prime sfruttabili sul territorio provinciale: sabbie e ghiaie per l'edilizia e le opere pubbliche; argilla per la produzione di laterizi; marne silicee utilizzate quali ammendanti per la produzione di cemento; pietre ornamentali e da taglio per la ristrutturazione dei centri storici e dei monumenti; torba destinata al mercato florovivaistico. Per tali materie prime sono stati quindi individuati: i giacimenti dislocati sul territorio provinciale caratterizzati da una elevata qualità dell'inerte presente, il fabbisogno provinciale (comprese le eventuali grandi opere infrastrutturali) al fine di ridurre l'eventuale importazione di materie prime e gli interventi di recupero in aree degradate da promuovere congiuntamente con gli Enti locali interessati. Infine sono stati individuati: i nuovi ambiti Territoriali estrattivi; le cave già in attività da riconfermare; le cave da stralciare nel nuovo piano cave; i giacimenti di materie prime; le cave dimesse da avviare ad eventuale recupero ambientale. Il territorio del Comune di Marcignago non è interessato dagli ambiti soggetti ad attività estrattive.

2.1.2.5 PIANO COMUNALE DEL COMMERCIO Su incarico dell’Amministrazione comunale è stato predisposto uno studio di analisi a supporto delle scelte di PGT, sulla base di quanto previsto nella D.C.R. 13 marzo 2007, n. 8/352 “Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale (articolo 3, comma 1, della L.R. 23 luglio 1999, n. 14)” che regola il rapporto tra la programmazione in campo commerciale e il nuovo strumento urbanistico. Lo studio viene allegato al DdP e ne costituirà articolazione integrante per quanto attiene la disciplina relativa alle funzioni commerciali.

Dagli studi condotti sulla rete di vendita alimentare, non alimentare e mista la situazione di Marcignago non si discosta da quella della Provincia di Pavia presa nel suo complesso, dove, tra il 2003 e il 2006, si è registrata una crescita continua, ancorché molto modesta, seguita da una leggerissima contrazione tra il 2006 e il 2007. Per gli esercizi di vicinato si riscontra in Marcignago una dotazione di punti di vendita sensibilmente inferiore alla media regionale e a quella provinciale, per entrambi i settori merceologici; gli esercizi sono localizzati lungo la S.P. n. 22 e nel capoluogo, mentre la Frazione Divisa ne risulta sprovvista. Sul territorio comunale sono presenti solo esercizi di vicinato, mentre mancano completamente medie e grandi strutture di vendita, che rappresentano il sistema distributivo più “moderno”. Il rapporto tra domanda e offerta ha rivelato che l’offerta risulta sensibilmente inferiore alla domanda generata dai consumatori residenti, per entrambi i settori merceologici; è evidente che il sistema distributivo in essere non soddisfa pienamente le esigenze dei consumatori, che evaderanno verso i poli commerciali presenti nell’area, primo tra tutti Pavia, per completare i propri acquisti.

Per evitare e limitare le evasioni dei residenti verso poli commerciali esterni al territorio comunale, risulta necessario riorganizzare e migliorare il sistema distributivo. Per il settore alimentare sembra opportuno pensare ad un incremento dell’offerta attraverso la realizzazione di una nuova media struttura di vendita, così da consentire anche ai soggetti anziani, o che comunque incontrano difficoltà di spostamento, di accedere a un’offerta più “moderna”, maggiormente articolata sia nel numero delle referenze sia nella gamma dei prezzi. Per il settore non alimentare, che si compone di un numero molto ampio di referenze, spesso articolate, difficilmente si raggiungerà la saturazione dell’offerta e pertanto si prevede la realizzazione di nuove medie strutture, anche con superficie di vendita fino a 1.500 mq. all’esterno del capoluogo.

I dati specifici, come già detto, sono ampiamente trattati nello studio sopraccitato e che conferma la necessità di ammodernamento del sistema distributivo attraverso l’insediamento di medie strutture di vendita per entrambi i generi e il potenziamento degli esercizi esistenti.

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2.1.2.6 PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI DEL SOTTOSUOLO L’Amministrazione non ha ancora affidato l’incarico per la redazione del P.U.G.S.S., ai sensi della l.r 11 marzo 2005, n.12. Tuttavia, con l’aiuto degli uffici comunali si è fatta una ricognizione dei principali servizi per verificare la situazione attuale degli impianti nel sottosuolo anche ai fini previsionali in riferimento allo scenario che si prospetterà nel nuovo PGT.

2.1.2.7 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA Il comune di Marcignago, nell’ambito della redazione del PGT, sta elaborando il Piano di Zonizzazione Acustica. Scopo del Piano è quello di classificare il territorio comunale in zone diverse ed acusticamente omogenee a cui corrispondono i limiti massimi dei livelli sonori equivalenti consentiti, secondo i criteri fissati dal D.P.C.M. 1.3.1991 e dal D.P.C.M. 14.11.1997. La zonizzazione del Comune di Marcignago è stata realizzata tenendo conto degli indirizzi della DGR n. VII/9776 Regione Lombardia “Criteri tecnici per la predisposizione della classificazione acustica del territorio comunale”, della realtà esistente sul territorio, delle analisi effettuate sul P.R.G. vigente, dei rilievi di rumorosità eseguiti sul campo e delle interazioni con i comuni limitrofi. Sulla base di queste analisi è stata predisposta la carta di zonizzazione acustica che ha individuato le seguenti classi connesse ad altrettanti valori limite e cioè: - CLASSE II - AREE DESTINATE AD USO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE - CLASSE III - AREE DI TIPO MISTO - CLASSE IV - AREE DI INTENSA ATTIVITÁ UMANA - CLASSE V - AREE PREVALENTEMENTE INDUSTRIALI Onde attenersi alla disposizione introdotta dalla legge 447/95, che prescrive il divieto di affiancare direttamente zone con più di 5 dB(A) di differenza (art.4, comma 1,lett. a), sono state previste diverse zone cuscinetto tra le aree residenziali e le strade di intenso traffico e le aree industriali. Gli assi viari costituiti dalle principali vie di attraversamento, Via Umberto I, Viale della Libertà e la SP 11 sono stati inseriti in classe IV, la zona è stata limitata alla sola sede stradale perché su di essa si affacciano in gran parte abitazioni a filo strada e dopo la prima fila di case i valori di rumorosità decadono. Tutte le altre vie interne del centro abitato che non presentano una circolazione veicolare significativa, sono state assimilate alla zona più grande, generalmente residenziale o mista, che le circonda.

2.1.2.8 PIANO REGOLATORE DELL’ILLUMINAZIONE PUBBLICA Secondo i dettami della Legge Regionale 27 marzo 2000 n.17 “Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all'inquinamento luminoso” il comune ha predisposto un “piano regolatore dell'illuminazione comunale”. Esso persegue l'obiettivo di razionalizzare i consumi energetici, ma anche di favorire un uso sicuro della città soprattutto nelle ore notturne, di potenziare l'estetica urbana e di evidenziare i simboli dell'appartenenza urbana( es. corte interna del Municipio, chiesa di Sant'Agata). L'analisi svolta nel 2003 aveva mostrato che Marcignago, come molti altri Comuni, è caratterizzata da un'illuminazione realizzata prevalentemente a vapori di mercurio con tubo fluorescente (77,8%), che la sopraccitata legge regionale non considera più a norma, imponendo l'uso di lampade a vapori di sodio ad alta pressione, caratterizzate da un' efficienza luminosa, una resa cromatica ed una durata superiori. Sono stati dunque individuate le sorgenti luminose più adatte a seconda degli ambiti rilevanti di Marcignago. In sintesi sono state previste le tecniche e le tipologie di intervento illuminotecnico da adottare nella progettazione: - assi viari: apparecchi cut-off dotati di vetro di sicurezza, fissati su palo o mensola, lampada a vapori di sodio ad alta pressione. Tale soluzione è stata inoltre proposta, per garantire una certa uniformità negli interventi, anche negli interventi di lottizzazione delle aree lungo via Moro, via Umberto I e nella frazione Divisa; - centro abitato e spazi di relazione: apparecchi con ottica stradale totalmente schermata, fissati su palo o mensola, lampada a vapori di sodio ad alta pressione con resa cromatica migliorata in modo da suggerire la riconoscibilità del nucleo abitato, proiettori ad alogenuri metallici per i due campi sportivi;

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- aree verdi, giardini e parchi pubblici: ad esempio per l'area di Vicolo Re è stato indicato un apparecchio decorativo totalmente schermato con sorgenti fluorescenti fredde (3000 K) al fine di favorire il grado di apprezzabilità del verde; illuminazione architettonica ed artistica: sorgenti ad alogenuri metallici con bruciatore ceramico al fine di restituire fedelmente i colori dei materiali lapidei e delle strutture murarie.

2.1.3 IL SISTEMA DELLE INVARIANTI Il comune di carattere prevalentemente agricolo è caratterizzato da un andamento pianeggiante, attraversato da una fitta rete idrografica costituita da canali e rogge, destinati allo scorrimento delle acque di irrigazione, di cui lo Studio Geologico, nella definizione dell’Reticolo Idrico Minore, ne definisce le relative fasce di rispetto. All’interno di questa rete la Roggia Marzo (con le relative sponde e argini per una fascia di 150 metri), che lambisce il territorio comunale segnando il confine con il comune di Torre d’Isola, risulta vincolata ai sensi dell’art. 142, comma 1, lett. c) "FIUMI, TORRENTI E CORSI D'ACQUA" del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

Marcignago è una località di antica formazione romana, ed è interessato da ampie aree di interesse archeologico, localizzate per lo più lungo la S.P. 11 e precisamente in località Cascina Brusada e Cascina Remondò. All’interno del territorio comunale risulta un vincolo di tutela monumentale (art. 10 D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) per l’”Oratorio con affreschi e bassorilievi marmorei” in località Cascina Brusada, con Notifica risalente al 22.10.1941. Ulteriori beni da considerare assoggettati “ope Legis” a tutela (art. 10, comma 1, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) sono: la chiesa parrocchiale di Sant’Agata e l’oratorio, il Municipio e le scuole elementari, parte del cimitero e gli spazi aperti che si relazionano direttamente con l’immobile oggetto di vincolo.

Si segnala la presenza a confine con il territorio comunale di Pavia e Torre d’Isola, anche se non ricadente all’interno del comune di Marcignago, del Parco del Ticino vincolato ai sensi dell’art. 142, comma 1, lett. f) "PARCHI NAZIONALI E/O REGIONALI" del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.

2.1.4 LE PREVISIONI DEI COMUNI CONTERMINI Il comune di Marcignago, confina a nord con i comuni di Trivolzio, Battuda e Vellezzo Bellini, a est con il comune di Certosa di Pavia, a sud con Pavia, sud-sud/ovest con il comune di Torre d’Isola che segna anche il limite nord del Parco del Ticino. Di questi nessuno si è già dotato di un PGT ai sensi della L.R. 12/05, e per alcuni questo nuovo strumento è in fase di elaborazione, per cui i documenti di pianificazione comunale di riferimento sono i PRG e relative varianti Anche il territorio dei comuni contermini è per la maggiore estensione vocato all’agricoltura, e gli strumenti urbanistici comunali, mantengono sui confini l’uso agricolo non prevedendo urbanizzazioni ai confini. Si segnala la presenza nel comune di Pavia di una stazione di stoccaggio temporaneo di R.S.U. gestita dall’ASM di Pavia, localizzata in località Montebellino lungo la S.P. 11 a confine con il comune di Marcignago, che però non influisce sulle previsioni di pianificazione comunale. (Fonte Misurc – Provincia Pavia)

2.1.5 ANALISI SOCIO-ECONOMICHE Per analizzare le caratteristiche socio economiche del comune è opportuno individuare un ambito amministrativo rispetto al quale valutare il peso relativo dei fenomeni locali. L’ambito di confronto più ristretto, è stato definito con il criterio della contiguità territoriale. E’ rispetto a tale ambito (quello evidenziato nella figura seguente) che si riporteranno i dati.

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Figura 6 Ambito di comparazione dei dati socio-economici.

2.1.5.1 ANALISI DEMOGRAFICA L’analisi demografica di un territorio rappresenta il pilastro fondamentale su cui poggiano le basi di ogni tipo di strategia programmatoria, gestionale e preventiva. La demografia studia infatti le caratteristiche delle popolazioni, sia di tipo strutturale (ammontare e struttura per sesso e per età), sia di tipo dinamico (nascite, decessi, migrazioni, ecc.) e permette di gettare luce sui comportamenti dell’uomo relativamente ai momenti comunemente definiti “fondamentali”: nascita, matrimonio, procreazione, morte.

BILANCIO DEMOGRAFICO

ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE INCREMENTO DELLA POPOLZIONE

COMUNE DI CRESCITA PROVINCIA DI CRESCITA REGIONE CRESCITA 70,00% ANNO MARCIGNAGO % PAVIA % LOMBARDIA % 65,74% 1991 1468 490925 8860344 60,00% 1992 1474 0,41% 490363 -0,11% 8874301 0,16% 1993 1499 1,70% 490054 -0,06% 8875392 0,01% 1994 1552 3,54% 488703 -0,28% 8876001 0,01% 50,00% 1995 1570 1,16% 488943 0,05% 8881351 0,06% 1996 1612 2,68% 489354 0,08% 8901561 0,23% 40,00% 1997 1661 3,04% 489807 0,09% 8922371 0,23% 1998 1755 5,66% 490662 0,17% 8944602 0,25% 30,00% 1999 1851 5,47% 491310 0,13% 8971154 0,30% 2000 1868 0,92% 492194 0,18% 9004084 0,37% 2001 1923 2,94% 493753 0,32% 9032554 0,32% 20,00% 2002 1950 1,40% 497233 0,70% 9108645 0,84% 8,16% 2003 2004 2,77% 504761 1,51% 9246796 1,52% 10,00% 8,83% 2004 2155 7,53% 510505 1,14% 9393092 1,58% 2005 2250 4,41% 515636 1,01% 9475202 0,87% 0,00% 2006 2347 4,31% 521296 1,10% 9545441 0,74% 2007 2433 3,66% 530969 1,86% 9642406 1,02% PERIODO 1991-2007

CRESCITA TOTALE 65,74% 8,16% 8,83% COMUNE DI MARCIGNAGO PROVINCIA DI PAVIA REGIONE LOMBARDIA CRESCITA MEDIA ANNUA 3,87% 0,48% 0,52% Tabella 1 Andamento demografico comunale: confronto con la situazione provinciale e regionale. La popolazione di Marcignago è sempre stata in graduale aumento; dalla seconda metà degli anni ’80 si rileva un incremento più spiccato, probabilmente dovuto alla costruzione di nuovi insediamenti

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18 Comune di Marcignago abitativi. Si osserva inoltre, negli ultimi anni in particolare, una buona progressione della popolazione, maschile e femminile, ricompresa nella fascia di età lavorativa e scolare. Le tabelle seguenti illustrano un andamento demografico nettamente superiore alla crescita media provinciale e regionale.

MOVIMENTI ANAGRAFICI Anno MARCIGNAGO - (PV) 2003 2004 2005 2006 2007 andamento Cancellati per estero 0 0 1 1 1 Cancellati per altro comune 66 79 94 106 112 Cancellati totali 71 84 95 107 113 ↑ Iscritti dall'estero 25 19 9 17 34 Iscritti da altro comune 87 198 178 177 153 Iscritti totali 123 219 187 194 187 ▬ Totale morti 1814151616▬ Totale nati 20 30 18 26 28 ↑ Tasso di mortalità 9,10 6,73 6,81 6,96 6,69 ▬ Tasso di natalità 10,12 14,43 8,17 11,31 11,72 ↑ Totale femmine al 31/12 993 1051 1087 1140 1182 ↑ Totale maschi al 31/12 10111104116312071251 ↑ Totale residenti al 31/12 2004 2155 2250 2347 2433 ↑ Saldo naturale per 1000 res. 1,00 7,42 1,36 4,35 5,02 ↑ Saldo migratorio per 1000 res. 25,95 62,65 41,77 37,85 30,96 ↓ Tabella 2 Movimenti anagrafici nel comune di Marcignago – Dati Sis.el

Dall’analisi dei movimenti anagrafici all’interno del comune di Marcignago, si può rilevare che nel quinquennio considerato: - il numero di immigrati ha sempre superato il numero di emigrati con positività del saldo migratorio; - il saldo migratorio presenta una tendenza negativa; - la maggior parte dei nuovi iscritti deriva da residenti in altri comuni e in minor parte da stranieri; - il numero dei nati è sempre a vantaggio sul numero dei morti e il saldo naturale risulta in forte crescita; - i tassi di natalità presentano una tendenza all’aumento.

STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE Anno MARCIGNAGO - (PV) 2003 2004 2005 2006 Popolazione 0 -14 anni 300 316 328 341 Popolazione 15 - 64 anni 1398 1509 1579 1654 Popolazione 65 - 80 anni 248 273 280 293 Popolazione > 80 anni 58 57 63 59 Totale 2004 2155 2250 2347 Indice di invecchiamento 102,00 104,43 104,57 103,23 Indice di invecchiamento 198,17 197,47 195,18 192,91 Provincia di Pavia Tabella 3 Struttura della Popolazione nel comune di Marcignago – Dati ISTAT

Dall’analisi dei movimenti anagrafici all’interno del comune di Marcignago e della struttura della popolazione, si può concludere che già dal 1991 la popolazione del comune di Marcignago ha avuto un costante aumento dovuto soprattutto alla natalità, con valori in aumento, e in gran parte all’immigrazione da altri comuni nonostante il saldo migratorio negli ultimi anni presenta una tendenza negativa.

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Rispetto al dato provinciale, l’indice di invecchiamento si attesta poco al di sopra del valore 100, ne consegue che il numero di anziani è di poco superiore al numero di giovani in età non lavorativa. Il risultato resta però ancora quello di una popolazione che tende ad invecchiare anche se è confortante prendere atto della positività del saldo naturale. E’ positivo comunque il fatto che l’indice di invecchiamento tende a diminuire con il concomitante aumento della natalità che presenta valori nettamente superiori alla mortalità. Si osserva infatti, negli ultimi anni in particolare, una buona progressione della popolazione, maschile e femminile, ricompresa nella fascia di età lavorativa e scolare.

Ulteriori considerazioni si possono ottenere analizzando i dati relativi all’ambito di indagine. Marcignago è un comune di prima fascia rispetto al capoluogo e collocato tra Pavia e il parco agricolo sud Milano. Proprio per la sua posizione periferica ma comunque interclusa tra i due poli accentratori di Pavia e Milano, il territorio di Marcignago è soggetto al noto fenomeno della delocalizzazione residenziale che vede parti di popolazione trasmigrare dai grandi centri verso i piccoli sia per motivi di ordine economico, sia per l’attenzione posta alla qualità dell’abitare. Come abbiamo visto, il bilancio demografico nell’ultimo quinquennio, riporta infatti i saldi naturale e migratorio entrambi positivi, ma con un contributo incrementale del secondo decisamente maggiore rispetto al primo. Nella tabella seguente viene confermata la tendenza generale all’aumento della popolazione nei comuni prossimi al capoluogo che offrono un mercato immobiliare più accessibile rispetto alle grandi città.

POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31/12

Comuni dell'ambito d'indagine 2005 2006 2007 incremento MARCIGNAGO 2.250 2.347 2.433 8,13% BATTUDA 342 357 413 20,76% VELLEZZO BELLINI 2.707 2.820 2.951 9,01% CERTOSA DI PAVIA 3.626 3.753 3.936 8,55% PAVIA 71.064 70.678 70.207 -1,21% TORRE D'ISOLA 2.131 2.200 2.242 5,21% TRIVOLZIO 1.412 1.485 1.637 15,93% Tabella 4 Andamento demografico dei comuni contermini a Marcignago – Dati Istat

PREVISIONI DELLLA POPOLAZIONE PREVISIONI DELLA POPOLAZIONE

popolazione residente popolazione prevista incremento Comuni dell'ambito d'indagine 2005 2006 2007 2011 2016 2021 MARCIGNAGO 2.250 2.347 2.433 2.355 2.460 2.546 13,16% BATTUDA 342 357 413 370 390 411 14,04% VELLEZZO BELLINI 2.707 2.820 2.951 2.809 2.944 3.070 8,76% CERTOSA DI PAVIA 3.626 3.753 3.936 3.823 3.939 4.026 8,63% PAVIA 71.064 70.678 70.207 72.989 73.511 73.888 3,44% TORRE D'ISOLA 2.131 2.200 2.242 2.160 2.188 2.213 2,67% TRIVOLZIO 1.412 1.485 1.637 1.388 1.415 1.436 0,21% Tabella 5 Previsioni della Popolazione nei comuni contermini a Marcignago – Dati Sis.el (2005). Le proiezioni della popolazione effettuate nel 2005 (Dati Sis.el) indicano un costante e progressivo aumento sia nel breve periodo (anno 2011) che a lungo termine (anni 2016, 2021). Di fatto se si legge la tabella comparandola con i dati già disponibili, si evince come la popolazione sia cresciuta maggiormente rispetto alle previsioni superando al 2007 le previsione nel breve periodo (anno 2011). La situazione della città di Pavia risulta in contrasto con le previsioni ma conferma una diminuzione della sua popolazione a favore dei comuni limitrofi.

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PREVISIONI DI CRESCITA DELLA POPOLAZIONE A 5 ANNI TREND TREND TREND ANNO COMUNALE PROVINCIALE REGIONALE 3,87% 0,48% 0,52% 1991 1468 1468 1468 1992 1474 1474 1474 1993 1499 1499 1499 1994 1552 1552 1552 1995 1570 1570 1570 1996 1612 1612 1612 1997 1661 1661 1661 1998 1755 1755 1755 1999 1851 1851 1851 2000 1868 1868 1868 2001 1923 1923 1923 2002 1950 1950 1950 2003 2004 2004 2004 2004 2155 2155 2155 2005 2250 2250 2250 2006 2347 2347 2347 2007 2433 2433 2433 2008 2527 2445 2446 2009 2625 2456 2458 2010 2726 2468 2471 2011 2832 2480 2484 2012 2941 2492 2497 2013 3055 2504 2510 Tabella 6 Previsioni di crescita della popolazione sulla base del tasso di crescita medio annuo.

Di fatto risulta più attendibile una previsione di crescita demografica calcolata con il tasso di crescita medio annua che mostra valori coerenti anche con la curva esponenziale della tendenza demografa calcolata sull’andamento della popolazione dal 1991 ad oggi, e che prevede valori che si attestano intorno ai 3000 abitanti nel prossimo quinquennio.

COMUNE DI MARCIGNAGO

5000

4000

3000

2000

1000

0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

POPOLAZIONE RESIDENTE TENDENZA DEMOGRAFICA

Grafico 1 Tendenza demografica della popolazione nel comune di Marcignago.

DENSITA’ ABITATIVE Con una superficie territoriale di 10.13 Km2 la densità di popolazione si attesta su valori di circa 240 ab/Km2 nel 2007, in conformità con l’andamento medio provinciale rappresentato nel grafico seguente dalla linea arancione.

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Grafico 2 Densità abitative dei comuni confinanti con Marcignago.

2.1.5.2 LA STRUTTURA PRODUTTIVA La connotazione produttiva del Comune presenta poli produttivi posizionati in apposite zone alla periferia del paese senza connessioni con il tessuto residenziale urbano; solo alcune aziende di modeste dimensioni, sono posizionate, ormai da tempo, nel tessuto urbano del Comune, a stretto contatto o direttamente inserite in zone residenziali. L’ultimo Censimento ha avuto per oggetto tutte le imprese (unità giuridico-economiche) operanti nel settore industriale e dei servizi iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio, gli artigiani, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, le istituzioni pubbliche, le istituzioni non profit (associazioni di volontariato, partiti politici, cooperative sociali,fondazioni,enti ecclesiastici). Come già nel 1991, nel campo di osservazione sono comprese le unità Locali operanti in tutti i settori di Attività economica, con esclusione dell’agricoltura, dei servizi domestici presso le famiglie e degli organismi extraterritoriali. Tra le unità locali delle istituzioni pubbliche continuano ed essere escluse quelle che fanno capo al Ministero della difesa, alla Polizia di Stato e alla Guardia di finanza. Il Comune risulta così sinteticamente strutturato:

Struttura Produttiva Comune Provincia Regione Anno Fonte Numero di aziende agricole 12 11.222 74.501 2000 Statistica - RL Superficie agricola utilizzata (Ha) 757 184.005 1.035.792 2000 Statistica - RL N. Unità Locali Industria 91 43.496 858.868 2001 ISTAT N. Addetti U.L. industria 182 164.046 3.898.336 2001 ISTAT Dipendenti comunali 6 3.474 67.074 2002 Ministero del Tesoro Commercio organizzato (grandi magazzini + supermercati alimentari) 0 78 1.466 2000 SIST Esercizi alberghieri 0 132 2.898 2005 Statistica - RL Tabella 7 Struttura produttiva.

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Anno 1991 1996 2001 Unità Unità Unità MARCIGNAGO - (PV) Locali Addetti Locali Addetti Locali Addetti Sezioni A - Agricoltura, caccia e silvicoltura ...... B - Pesca, piscicoltura e servizi conn...... C - Estrazione di minerali ...... D - Attivita' manifatturiere 10 19 11 21 6 12 E - Produzione e distribuzione energia elettrica, gas e acqua ...... F - Costruzioni 16 40 15 32 21 43 G - Commercio ingrosso e dettaglio; riparaz.autoveicoli, motocicli, beni personali, per la casa 17 31 22 31 21 26 H - Alberghi e ristoranti 382556 I - Trasporti, magazz. e comunicazioni 264548 J - Intermed. monetaria e finanziaria 242637 K - Attivita' immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e altre attivita' profess. ed imprenditoriali 0 0 11 13 14 19 L - Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 17 . .27 M - Istruzione 325. . 342 N - Sanita' e altri servizi sociali 11 . .55 O - Altri servizi pubblici, sociali e personali 11105877 P - Servizi domestici presso famiglie e convivenze ...... Q - Organizz. e organismi extraterrit. .. .. Tabella 8 Censimento dell’industria: serie storica.

A questi dati si devono aggiungere alcuni dei principali risultati del V Censimento generale dell’Agricoltura (data di riferimento 22 ottobre 2000) in grado di descrivere le caratteristiche strutturali del sistema agricolo locale. Nel campo di osservazione sono state considerate tutte le aziende agricole, forestali e zootecniche, di qualsiasi ampiezza e da chiunque condotte (ad es. anche da amministrazioni pubbliche). Le aziende agricole sono state individuate nel Comune, in cui ricade il centro aziendale (complesso dei fabbricati situati nei terreni dell’azienda agricola e connessi all’attività produttiva) o, in mancanza di esso, la maggior parte delle particelle catastali costituenti la superficie totale aziendale.

Anno MARCIGNAGO - (PV) 2000 Totale aziende 12 Num. az. con SAU 12 Superfice agraria utilizzata 757,26 Num. az. con superficie totale 12 Superfice totale 780,39 Num. az. con seminativi 12 Num. az. con almeno un giovane 5 Num. az. senza SAU . Num. az. senza superficie . Num. az. con allevamenti 8 Num. az. con almeno 1 trattrice 11 Tabella 9 Censimento dell’Agricoltura.

Non sono presenti esercizi alberghieri e strutture turistiche significative.

Indice di densità imprenditoriale (IDI)

L’indicatore permette di individuare aree di grande concentrazione produttiva potenzialmente associate a maggiori pressioni sull’ambiente (flussi di traffico, consumo e degrado di risorse). Esprime la densità imprenditoriale come rapporto tra il numero di addetti alle unità locali presenti in un dato Comune ed il numero di abitanti in esso residenti. L’indicatore è stato calcolato per il Comune di Marcignago e per gli altri Comuni vicini al fine di facilitarne la comprensione tramite un confronto numerico diretto. A questo proposito è utile avere come riferimento il valore relativo a tutta la Provincia di Pavia (IDI 0.33). I dati sono tratti dall'8° Censimento generale dell'Industria e dei servizi 2001.

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Tabella 10 Indice di densità imprenditoriale: comparazione con l’ambito d’indagine.

L’analisi dell’indicatore conferma una realtà locale poco organizzata alla produzione con la maggior parte dei comuni allineati su valori molto vicini e molto più bassi rispetto a Pavia. Marcignago si attesta su valori inferiori a quelli provinciali denunciando una concentrazione produttiva poco significativa in termini di addetti rispetto alla popolazione residente.

Modello territoriale della dimensione di impresa (MDI)

L’indicatore permette di individuare i Comuni nei quali sono presenti le Unità Locali di maggiori dimensioni in termini di addetti e di conseguenza è possibile ipotizzare di ricavare anche significative informazioni indirette su tematiche più strettamente ambientali quali: - contaminazione atmosferica, del suolo e del sottosuolo (individuazione delle aree di concentrazione delle sorgenti puntuali di maggiore rilevanza); - consumo di risorse; - tutela del patrimonio paesaggistico (l’indicatore non distingue tra i diversi settori produttivi ciononostante un alto valore dello stesso e soprattutto un trend in aumento negli anni, potrebbe essere imputabile alla realizzazione di poli industriali o di zone dedicate alla produzione su vaste superfici; - mobilità (individuazione di tratti stradali potenzialmente critici). Esprime la misura relativa della dimensione media di impresa valutata in base al numero di addetti sulle unità locali totali presenti.

Tabella 11 Modello territoriale della dimensione d’impresa: comparazione con l’ambito d’indagine.

L’indicatore è stato calcolato per il Comune di Marcignago e per i Comuni vicini al fine di facilitarne la comprensione tramite un confronto numerico diretto. A questo proposito è utile sapere, come riferimento, che il valore di MDI della Provincia di Pavia è uguale a 4.44. Il valore riferito al Comune di Marcignago è quasi la metà del valore Provinciale a dimostrazione del ridotto numero di addetti per unità locale. Nel Comune di Marcignago, sulla base dell'8 Censimento generale dell'Industria e dei servizi del 2001 (Istat) risulta che siano presenti 79 Imprese, di cui 37 artigiane per un totale di 187 dipendenti. Dai suddetti dati e da quelli forniti dal Comune si rileva che sono presenti sul territorio 8 aziende agricole 3 allevamenti (2 suini e 1 Mucche), ma la maggior parte delle imprese sono di tipo commerciale (20), del settore costruzioni (21) e manifatturiere (6). Il tessuto commerciale esistente è quindi finalizzato a soddisfare prevalentemente le esigenze dei residenti; infatti non ci sono esercizi commerciali che per caratteristiche e dimensioni abbiano interesse sovra comunale.

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2.1.5.3 IL TERRITORIO AGRICOLO Il comune di Marcignago ha un’economia legata all’agricoltura di tipo estensivo orientata alla produzione di riso, mais e coltivazioni arboree. I suoli agricoli, oltre che sostenere la produzione di alimenti e fibre, svolgono una varietà di importanti funzioni ecologiche: Le aziende agricole, presenti nel Comune, sono orientate all’allevamento di avicoli ed in parte maggiore di suini.

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2.1.6 STATO DI ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE Il Comune di Marcignago è dotato di P.R.G. approvato con delibera della Giunta Regionale della Lombardia n. 1813 in data 20.11.90. Successivamente all’approvazione sono state apportate allo strumento urbanistico alcune modifiche parziali e più precisamente: Variante 1995 – Approvata con DGR n. 34340 del 23.11.98; Variante integrativa 1995 - Approvata con DGR n. 30144 del 18.17.97 Variante 2000 - Approvata ai sensi della L.R. 23/97 con DCC n. 30 del 15.09.00 Variante 2001 - Approvata ai sensi della L.R. 23/97 con DCC n. 13 del 04.06.01 Variante 2002 - Approvata ai sensi della L. 1150/42 con DCC n. 31 del 30.09.02

Tali varianti hanno aggiornato solo aspetti specifici e limitati del Piano, lasciandone praticamente inalterate le linee generali e l’impostazione che, sia per effetto della progressiva saturazione rispetto alle previsioni insediative ma, soprattutto, in funzione delle nuove disposizioni normative sopraggiunte necessita di un sostanziale aggiornamento.

Figura 7 P.R.G. vigente del comune di Marcignago (restituzione digitalizzata).

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Sotto il profilo dell’occupazione dei suoli, la tabella seguente descrive la situazione attuale di Marcignago: Superficie Comunale 1013 Ha Superficie costruita 103 Ha Superficie non costruita 910 Ha Tabella 12 Sato di fatto dell’occupazione del suolo dell’intero territorio comunale.

Mentre per quanto attiene all’attuazione del vigente PRG si veda la descrizione contenuta nella Tav. 1.6 del Documento di Piano e che risulta la seguente1: STATO DI ATTUAZIONE N° PIANO ATTUATIVO St (mq) ATTUATO NON ATTUATO IN ATTO m2 m2 m2 m3 1 PII "Don Bosco" 35.203 35.203 43.125 2 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 - C2 33.513 33.513 3 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 21.357 32.527 4 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 11.719 11.719 5 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 6.823 6.823 6 PII "Cascina La Nuova" 19.958 19.858 30.490 7 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 13.416 13.416 8 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 11.840 11.840 9 P.E.E.P. 9.852 9.852 10 P.E.E.P. 9.662 9.662 11 PL RESIDENZIALE DI ZONA C1 19.331 19.331 12 PR 5.886 5.886 4.672 13 PR 7.484 7.484 14 PR 5.216 5.216 15 PR 6.615 6.615 5.520 16 PR 2.983 2.983 TOTALE P.A. RESIDENZIALI 220.858 147.691 16.675 67.562 83.807

17 PL INDUSTRIALE 111.845 111.845 TOTALE P.A. PRODUTTIVI 111.845 111.845

TOTALE 332.703 259.536 16.675 67.562 Tabella 13 Sato di attuazione dei Piani Attuativi previsti dal P.R.G. vigente.

2.1.7 LE ISTANZE E PROPOSTE PERVENUTE DALLA COLLETTIVITA’ LOCALE Con delibera n. 51 del 06.10.2006 la Giunta Comunale ha approvato l’avvio del procedimento di redazione degli atti costituenti il Piano di Governo del Territorio, ai sensi dell’art. 13 della L.R. 12/2005, e ne ha dato notizia alla cittadinanza con manifesti in cui si invitava chiunque avesse interesse, anche a tutela dell’interesse pubblico, ad inviare proposte entro il termine del 30 novembre 2006. Prendendo in considerazione anche le proposte pervenute prima dell’avvio al procedimento di redazione del nuovo strumento di pianificazione comunale nell’arco temporale 2003-2007 si sono raccolte n. 39 istanze di cui gran parte richieste di nuova edificazione residenziale. Le proposte dei cittadini sono state catalogate e rappresentate nella tavola A7 “P.R.G. vigente: proposte pervenute”.

Negli incontri dedicati alla partecipazione sono emerse una serie di problematiche e di richieste piuttosto omogenee. La percezione del territorio di Marcignago, da parte dei suoi abitanti e delle organizzazioni e associazioni di categoria è molto centrata sulla necessità di riqualificare ambientalmente ed economicamente il luogo che si abita. Marcignago, comune di prima cintura, direttamente connesso a Pavia sia come viabilità che come trasporto pubblico, ha trasmesso ai suoi abitanti un forte senso identitario e di appartenenza al luogo e che si traduce oggi in una richiesta di qualità dell’abitare, di valorizzazione territoriale, di crescita economica.

1 La quantificazione indicata nel DdP depositato in data 23.09.2008 per il processo di Valutazione Ambientale Strategica è stata modificata in seguito alla conclusione di piani attuativi.

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ISTANZE PERVENUTE

DESTINAZIONE N. RICHIESTE RESIDENZIALE 30 RICHIESTE PRODUTTIVO 3 RICHIESTE COMMERCIALE 1 ALTRO 5 TOTALE 39 Tabella 14 Istanze pervenute dal 2003 ad oggi.

2.1.8 IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ Come è possibile verificare dalla Tavola A2 “Inquadramento Territoriale”, la zona risulta ben servita da un punto di vista viabilistico.

Rete autostradale Autostrada A7 Milano-Genova. Si trova a Ovest del comune e il casello più vicino è quello di Bereguardo, a pochi chilometri, facilmente raggiungibile dalla s.p. n. 22.

Strade Statali Strada Statale n. 35 dei Giovi. A pochi chilometri è possibile raggiungere la statale dei Giovi attraversando i comuni di Certosa di Pavia e Vellezzo Bellini.

Rete viabilistica provinciale S.P. n° 11: percorre longitudinalmente il territorio comunale collegandolo a Nord con Trivolzio e a sud con Pavia; S.P. n. 22 che collegano il comune a nord con Battuda; S.P. n° 173: ad est, collega il capoluogo al comune di Vellezzo Bellini; S.P. n° 174: ad ovest, collega la Frazione della Divisa alla S.P. 526 “Bereguardina” nel territorio di Torre d’Isola per poi connettersi al raccordo autostradale PV-A7;

Rete ferroviaria Linea ferroviaria Pavia-Milano, passa a Est, con stazione nel comune di Certosa di Pavia. Di fatto Marcignago non è servito da nessuna linea ferroviaria.

Altre forme di mobilità Le alternative al mezzo privato e alla ferrovia, sono le Autolinee che collegano i Comuni tra loro e con Pavia-Milano, e offrono anche collegamenti interregionali. Sono gestiti dalla società Sila Pavia S.r.l., con due linee in andata e ritorno: Pavia – e Marcignago - Milano Famagosta M2.

2.1.9 IL SISTEMA URBANO

2.1.9.1 EVOLUZIONE STORICA Il toponimo è un derivato, con il suffisso aggettivale -acus a indicare appartenenza, dal personale latino Marcinius e non ha relazione con le vaste marcite e risaie, come vuole una tradizione locale. L’antichità del paese è testimoniata dall’abbondante materiale risalente all’”età del ferro” , che è stato ritrovato nella zona. Molto materiale di epoca romana è stato inoltre ritrovato, tra cui armille, anelli, punte di lancia e monete. Il più antico documento di sicura autenticità che citi Marcignago è un diploma del Vescovo di Pavia Rainaldo, che nel 1045 concesse alla chiesa pavese di San Giovanni Domnarum un terreno incolto posto tra la scomparsa località di Agnello, Trivolzio e Marcignago. Nel 1132 nei pressi di Marcignago si scontrarono milanesi e pavesi e dalla sconfitta di questi ultimi prese il nome il comune di Battuda. Il paese era anticamente attraversato da due strade, denominate “ad Cerrum” e “di Quinto”, che mettevano in comunicazione il pavese col contado di Milano.

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Nel medioevo il feudo di Marcignago, di cui facevano parte anche molti paesi limitrofi come Giovenzano, Trivolzio, , Vellezzo Bellini, passò ai Mezzabarba, poi ai Beccaria, ai Pallavicino da Scipione e ad un ramo della famiglia Visconti che lo ebbe al 1786. Presenti dal 1300 sono i nobili Re, i quali, oltre a possedere in paese un palazzo signorile, si prodigarono per la ricostruzione della chiesa parrocchiale nel 1800.

Per quanto riguarda alle frazioni facenti parte del comune di Marcignago, Calignago e la Divisa risalgono all’epoca romana o pre-romana, mentre un consistente parte del territorio di Marcignago, comprendente la scascina Brusada, fu donata da Gian Galeazzo Visconti alla Certosa di Pavia nel 1397. Anche altri enti religiosi possedevano beni a Marcignago: in particolare i monasteri pavesi del Leano, di san Pietro in Ciel d’Oro, della Misericordia.

Nella mappa catastale del ‘700 di Marcignago sono riconoscibili la pianta della chiesa parrocchiale e il palazzo Re, la cascina Podere Maggiore e la cascina di Mezzo, ora scomparsa. Possiamo notare come l’impianto urbano del paese è rimasto immutato fino ad oggi: sono riconoscibili infatti la via Principale (via Umberto I), lungo la quale si è sviluppato il centro storico e sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale (con l’antistante piazza dove un tempo sorgeva il cimitero), il palazzo del feudatario (Palazzo Re), le vie Borgo, Calignago (ora via Roma), della Gatta e la strada per Torradello che nel ‘700 era totalmente circondata da campi. Nel 1869 appare sulla mappa di catasto il cimitero, costruito nel 1854 che ha sostituito quello adiacente alla chiesa parrocchiale.

Figura 8 Dall’Atlante topografico del Principato di Pavia: nucleo abitato nel 1700. Dalle mappe del catasto Teresiano inerenti Marcignago e le sue frazioni, conservate presso l’archivio storico di Pavia, si può risalire al tipo di coltivazioni effettuata nei vari terreni. Esse dimostrano come nel ‘700 a Marcignago, e in gran parte del pavese, le risaie non fossero le coltivazioni prevalenti, mentre la maggior parte dei terreni era adibita ad aratorio semplice (frumento, mais, ecc.). Vi erano poi, campi con vigne e piante di gelso morone per l’alimentazione dei bachi da seta e i terreni incolti erano di scarsa estensione.

2.1.9.2 LE FRAZIONI Calignago Feudo dell’abbazia di san Lanfranco, la proprietà si estendeva per 2500 pertiche. In un visita pastorale del 1686 viene citata la chiesa dedicata all’Assunzione che possedeva un piccolo campanile e un

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29 Comune di Marcignago altare in legno ornato da un’immagine rappresentate l’Assunta. La casa padronale presenta un soffitto affrescato di particolare valore storico risalente agli inizi del ‘900.

Brusada Di proprietà prima dell’abbazia di san Lanfranco e in seguito donata ai Certosini, possiede una splendida chiesetta dedicata ai Tre Re. La facciata intonacata scandita da alte paraste, presenta sopra la porta d’ingresso in pietra una piccola nicchia in cui è posta la statua di san Brunone fondatore dell’Ordine dei Certosini. L’interno, ricostruito nella seconda metà del cinquecento, a tre campate in volta, presenta un acquasantiera in marmo, numerosi affreschi di beati e santi Certosini e un altare con colonne marmoree dipinte. Dopo la soppressione della Certosa, Brusada passò ai privati tra cui gli attuali proprietari.

Divisa Nel medioevo è indicata come Taberna Divisiones, così chiamata perché da sempre segna il confine (Divisa) tra il comune di Pavia e Marcignago. In parte Divisa era feudo del monastero di san Lanfranco e del Leano fino alla loro soppressione quando divenne definitivamente di proprietà di alcune famiglie. Nel centro della Frazione sorge tuttora una chiesa dedicata all’Immacolata che recenti restauri hanno riportato all’originaria bellezza.

Figura 9 Mappa del Catasto Teresiano tratta dall’Atlante topografico del Principato di Pavia.

Molino Vecchio Di proprietà dei Frati Certosini era chiamato Molino di Quinto per l’antica strada romana che partiva da Pavia per giungere al confine col milanese. Poco distante dalla cascina sorge il Vecchio Mulino cinquecentesco che diede il nome alla frazione. Nella facciata della cascina sono ancora riconoscibili gli stemmi del penultimo e ultimo abate commendatario dell’Abbazia di San Lanfranco, gli affreschi,e alcune finestre ad arco ribassato tipiche del cinque-seicento e la cornice a dente di sega sotto gronda sul lato est.

Montagnola Piccola cascina il cui nome deriva da un dosso, tipico elemento che un tempo caratterizzava la pianura pavese.

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Remondò Cascina che deve il suo nome al terreno dissodato (remondato) anticamente di proprietà dell’ormai scomparsa chiesa pavese di san Patrizio.

Agostera Anch’essa era di proprietà dell’ormai scomparsa chiesa pavese di san Patrizio.

Cascina di Mezzo Ora non più esistente, era situata nei pressi della cascina Agostera ed era di proprietà dei Certosini.

2.1.9.3 CARTOGRAFIA STORICA Altra efficace documentazione nello studio dello sviluppo urbano è rappresentata dal confronto dei rilievi cartografici disponibili, a partire dalla carta al 25.000 dell’Istituto Geografico Militare dal 1889, che si può dire consente l’individuazione del nucleo di partenza dei nuclei storici e cascine presenti sul territorio comunale.

Figura 10 La tavoletta 1:25.000 IGM (1889).

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Lo sviluppo edilizio di Marcignago, ha evidenziato una crescita significativa negli ultimi dieci anni (vedi di Stato di Attuazione del PRG). Sostanzialmente il nuovo edificato si è concentrato nel capoluogo andando a saturare le zone di completamento “B2” e individuando le aree per le nuove espansioni (zone “C”) lungo le direttrici viarie principali. Marcignago è un comune di vecchio impianto, all’interno del centro storico del capoluogo e delle frazioni, sono state mantenute praticamente inalterate le tipologie sui fronti strada, escluso un paio di interventi “moderni” come il PII di Cascina. Le nuove edificazioni che si sono succedute nei decenni, hanno privilegiato spesso una tipologia bassa, villette uni e bi famigliari costruendo una maglia dalle caratteristiche tutto sommato ordinata e regolare.

I nuclei residenziali e produttivi agricoli rappresentano la memoria dell’organizzazione agricola con aspetti di particolare interesse storico ed architettonico. Le frazioni di Calignago, Brusada, e Molino vecchio mantengono ancora oggi forti aspetti di ruralità, mentre per quanto riguarda Divisa, la vocazione rurale del nucleo storico, è cambiata in residenziale - artigianale. Divisa, così chiamata perché da sempre segna il confine tra il comitato (Comune) di Pavia e Marcignago, oggi ben rappresenta la potenzialità produttiva del Comune.

Figura 11 L’espansione del suolo edificato a varie soglie temporali.

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Tuttavia, nell’ultimo decennio, grazie ad interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente anche la frazione Divisa a vissuto uno sviluppo residenziale ragguardevole. Il comune di Marcignago inoltre, è interessato da elementi che testimoniano la sua antichità: tracciati di centuriazione romana, individuabili anche e soprattutto nella maglia del reticolo idrografico, ed aree a rischio di ritrovamento archeologico in località C.na Brusada e C.na Remondò. In C.na Brusada inoltre, troviamo il provvedimento di tutela monumentale (ai sensi della Parte seconda del DLgs 42/2004) riferita all’Oratorio con affreschi e bassorilievi marmorei (notifica del 22.10.1941).

2.1.10 IL SISTEMA DEI SERVIZI Il vigente P.R.G. contiene la previsione di una dotazione di aree per servizi articolata in alcune categorie:

Figura 12 Stralcio della legenda del P.R.G. vigente.

Il rilievo effettuato sullo stato di fatto dei servizi esistenti e sulle aree di proprietà comunale ha evidenziato come gran parte delle aree previste dal P.R.G. vigente siano state attuate. Una trattazione più completa di questo argomento sarà contenuta nella Relazione e nelle Tavole grafiche del Piano dei Servizi.

La tabella seguente illustra, sotto il profilo quantitativo, le dotazioni dei servizi presenti sul territorio comunale.

DOTAZIONE DI AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI

ABITANTI RESIDENTI CAPOLUOGO DIVISA 2.433 private di uso private di uso AL 31-12-2007 pubbliche pubbliche pubblico pubblico TOTALE m 2 /ab. attrezzature per l'istruzione 15.960 15.960 6,56 attrezzature di interesse comune 16.767 11.641 28.408 11,68 verde pubblico, attrezzato e 26.067 14.239 40.306 16,57 parcheggi 18.970 5.208 1.762 25.939 10,66 tecnologici 3.282 532 3.815 1,57 TOTALE 81.045 11.641 19.979 1.762 114.427 47,03 Tabella 15 Dotazione di aree ed attrezzature per servizi.

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2.1.10.1 SERVIZI PER L’ISTRUZIONE Il complesso scolastico di Marcignago comprende la Scuola dell’Infanzia, con sede in via F.lli Capelli, la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado collocate nell’edificio dell’ex municipio con sede in Pizza Rovida. La Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado sono frequentate anche da alunni provenienti da , Castrate Primo e da Vellezzo Bellini. Nello stesso lotto in Piazza Rovida sono collocati la mensa e la palestra a servizio del plesso scolastico. Il servizio mensa viene erogato dietro presentazione al personale delle scuole di apposito "buono mensa" con possibilità per le famiglie che versano in condizioni di difficoltà economica di esenzione totale o parziale dal pagamento della mensa.

Per l’anno 2008-09 gli alunni iscritti sono: Scuola dell’infanzia: n° 52 iscritti di cui n° 4 alunni non residenti Scuola primaria: n° 115 iscritti di cui n° 9 alunni non residenti Scuola secondaria di 1°grado: n° 93 iscritti di cui n° 37 alunni non residenti Il numero delle aule è così distribuito: Scuola dell’infanzia: n° 2 classi Scuola primaria: n° 2 sezioni per un totale di 6 classi (sono attive n° 2 classi 1ª) Scuola secondaria di 1° grado: 2 sezioni per un totale di 5 classi (sono attive n° 2 classi 1ª e n° 2 classi 2ª). Biblioteca: è collocata all’interno dell’edificio scolastico.

Servizio prescuola Il servizio, a tariffa mensile, è rivolto ai bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, e viene erogato per venire incontro alle esigenze delle famiglie con orario di lavoro che inizia prima delle ore 08,00. Il servizio inizia alle ore 07,30 e si svolge presso la scuola materna dove il personale addetto si occuperà dei bambini fino all’inizio delle lezioni.

Trasporto alunni (scuolabus) Il comune di Marcignago ha attivato un servizio gratuito di trasporto degli alunni della scuola primaria e secondaria, da casa a scuola e viceversa sia nel caso di tempo pieno, sia nel caso di tempo parziale.

Attualmente nell’ambito e grazie all’esecuzione di due P.I.I. sono in corso di realizzazione una nuova Scuola Materna, la Scuola Primaria ed una nuova Palestra nella zona Nord del Paese, e, con l’intento di creare un complesso scolastico organico, si prevede in futuro la realizzazione nello stesso ambito anche della Scuola Secondaria di primo grado. A breve si prevede l’inaugurazione del nuovo polo scolastico che comporterà lo spostamento delle sedi della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, e consentirà di liberare spazi a vantaggio della scuola secondaria di primo grado che manterrà la sede attuali in Piazza Rovida, garantendo alla stessa maggiori standard strutturali e qualitativi.

2.1.10.2 SERVIZI DI INTERESSE COMUNE Il municipio, con sede in via Umberto I, risulta dotato adeguatamente di tutti gli spazi funzionali all’attività e la loro organizzazione risulta adeguata alle necessità del Paese. Di recente costruzione (2003) i nuovi Ambulatori medici, collocati nell’edificio comunale, garantiscono la presenza di medici convenzionati oltre che di specialisti. Nel Comune è presente una R.S.A. di recente costruzione (2002) che ospita 50 pazienti oltre a fornire servizi socio-assistenziali. La R.S.A. è convenzionata con il Comune di Marcignago per l’erogazione di servizi ai cittadini. Sul territorio sono presenti l’ufficio postale e una farmacia. Il recente recupero di una cascina dismessa nel centro del Paese ha consentito la realizzazione (2004) di una ampia Piazza con porticato in stile lombardo dove, oltre ad alcuni negozi, ha trovato collocazione il mercato ambulante. La Piazza è diventata il baricentro, oltre che geografico, delle attività commerciali e culturali del Paese.

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Una realtà che ha un ruolo fondamentale nella vita sociale della nostra comunità è quella data dalla presenza di strutture parrocchiali: ricreative, sportive e di aggregazione. Per il valore sociale, storico e culturale che esse rappresentano e per il positivo impatto sulla realtà locale, l’Amministrazione comunale aveva stipulato una convenzione per la realizzazione e l’utilizzo di una tensostruttura nell’ambito dell’Oratorio per la pallavolo tuttora funzionante. Appartiene a questa realtà anche un attrezzato impianto sportivo che ospita un campo di calcio regolamentare.

In seguito alla conclusione del nuovo polo scolastico si prevede di adeguare l’attuale edificio della palestra scolastica per ricavarne un “centro civico” e di aggregazione, della quale si sente l’esigenza in paese. In futuro, quando anche la scuola secondaria di primo grado troverà collocazione nel nuovo polo scolastico si prevede lai trasformazione dell’attuale sede in edificio per attività polifunzionali mentre l’edificio della mensa scolastica a struttura destinata a micro-nido.

2.1.10.3 VERDE PUBBLICO, ATTREZZATO E SPORTIVO Nel complesso il territorio comunale di Marcignago risulta ben dotato di aree a verde. La tipologia di arredo stradale, che risulta ben organizzata e in discreto stato di conservazione, è il frutto di una buona qualità progettuale degli interventi di sviluppo residenziale degli ultimi anni e contribuisce a qualificare la percezione spaziale di strade e quartieri. La fruizione di questo servizio appare più diretta se si considera la presenza puntuale di giardini pubblici che costituiscono spazi di ritrovo collettivo con funzione di aggregazione sociale.

Non meno importante risulta la dotazione di verde sportivo che a Marcignago è costituita dal campo sportivo comunale, localizzato a nord del capoluogo, e dal campetto da calcio dell’oratorio parrocchiale.

2.1.10.4 SERVIZI ALLA MOBILITA’ Il sistema di parcheggi non presenta particolari criticità. Gli interventi attuati negli ultimi anni all’interno dell’abitato (PdR C.na Podere; PII Cascina La Nuova; sistemazione P.zza F.lli Cervi) hanno contribuito a migliorare notevolmente la dotazione nel centro storico.

Sul territorio comunale di Marcignago sono presenti anche tratti di pista ciclopedonale che contribuiscono a migliorare l’accessibilità e l’interconnessione di vari servizi. Un tratto è presente su Viale Caduti di Nassirya dall’incrocio con via De Gasperi fino al rondò in direzione capoluogo, un’ulteriore tratto è presente su viale della Libertà all’incrocio circa con via Re fino al rondò con l’intersezione di via Umberto I.

2.1.10.5 SERVIZI TECNOLOGICI E DI IGIENE PUBBLICA Servizi di raccolta rifiuti La raccolta dei r.s.u. avviene il lunedì, mercoledì e venerdì, con sistema misto dai cassonetti oppure porta – porta, mentre la raccolta materiali ingombranti ogni primo giovedì del mese a cura dell’ASM di Pavia. Presso gli ambulatori comunali è situato il raccoglitore di medicinali scaduti, mentre per batterie e pile i raccoglitori sono collocati davanti al municipio, di fronte al circolo a.c.l.i e presso il parco portalupi. Per la raccolta di sfalci verdi, carta, vetro e plastica sono presenti diversi contenitori in varie zone del territorio comunale. E’ possibile il conferimento diretto alla piattaforma di raccolta di Montebellino dei seguenti materiali, senza oneri diretti da parte di privati cittadini residenti in Marcignago: sfalci, oli, grassi animali e vegetali, imballaggi in plastica, macerie edili, accumulatori al piombo, tubi catodici, rifiuti domestici pericolosi etichettati t-f-x, materiali ingombranti.

Strade, giardini e cimitero La manutenzione delle strade e del cimitero (intesa anche come pulizia, verde e giardini, tumulazione,ecc. ecc.) è gestita in economia dal Comune.

Gestione Metano

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A cura di Metano Pavese S.p.a. con sede in via dell'Industria, 4 a Torre d'Isola.

Illuminazione pubblica Affidata a ENEL-SOLE

Servizio idrico integrato Il servizio idrico integrato che comprende acquedotto, fognatura e depurazione, è stato affidato in gestione alla ASM Pavia S.p.a. con sede in via di Donegani, 21 a Pavia.

2.1.10.6 SERVIZI ALLA PERSONA I servizi, nello spirito della nuova normativa Regionale, vanno pianificati in base alle reali esigenze della collettività e non più su base parametrica astratta, in modo che la loro localizzazione ed il loro dimensionamento devono rispondere a criteri di funzionalità urbana, facile accessibilità, complementarietà e sinergia con eventuali strutture già esistenti. In quest’ottica non sono da meno quel settore dei servizi definiti “servizi alla persona”, non quantificabili parametricamente ma di indubbia importanza per la qualità della vita di una comunità.

Servizio di assistenza domiciliare Il servizio, svolto dalla COOPERATIVA SOCIALE C.R.M. S.C.A R.L. DI MILANO con la quale il comune ha attivato apposita convenzione, consiste nel fornire assistenza alle famiglie con anziani, disabili o comunque persone che necessitano di aiuto nelle normali attività di ogni giorno (Igiene Personale, Pulizie Domestiche, etc.). Il costo del servizio è a totale o parziale carico del Comune in base alla situazione reddituale della famiglia.

Servizio di trasporto cittadini in strutture socio-sanitarie Il comune di Marcignago ha attivato una convenzione con la cooperativa sociale aiutiamoci di Pavia per fornire servizi di trasporto cittadini presso strutture socio-sanitari con costi a totale o parziale carico dell'utente in base alla situazione reddituale della famiglia.

Segretariato sociale Nell’ambito della Lg. 328/2000 il comune di Marcignago ha aderito alla costituzione del segretariato sociale insieme ai comuni compresi nel distretto sanitario di Certosa di Pavia. Il segretariato sociale è un servizio informativo, di orientamento, di ascolto e di consulenza per tutto ciò che attiene la sfera del sociale. Le sedi operative del segretariato sociale sono ubicate presso i Comuni di Casorate Primo, Certosa di Pavia, e ove l’utente troverà a propria disposizione un assistente sociale che fornirà tutte le informazioni e gli ausili necessari e indirizzerà verso i servizi più idonei a risolvere i problemi dell’utenza.

Associazioni Locali Le Associazioni per la vita di ogni paese hanno un ruolo di importanza rilevante, in quanto costituiscono un elemento fondamentale per l'organizzazione di momenti culturali e di vita insieme. Marcignago si vanta di molte di queste Associazioni, le quali grazie all'impegno costante delle persone che ci ruotano attorno contribuiscono a costruire e organizzare momenti piacevoli della vita del Paese. Attualmente le associazioni attive sono: - A.C.L.I. MARCIGNAGO - BIBLIOTECA COMUNALE - CORALE JUBILATE DEO - CORPO BANDISTICO O.S.G.B - GRUPPO DONATORI AVIS - ASD POLISPORTIVA AUDAX MARCIGNAGO - SEZIONE CACCIATORI DI MARCIGNAGO

Servizi di informazione pubblica In collaborazione con le amministrazioni comunali di Bereguardo, Bornasco, Lardirago, Sant’Alessio, e Trovo è stato attivato un servizio di informazione pubblica con la pubblicazione di un periodico “L’Eco dei Comuni” di informazione di vita cittadina.

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2.1.11 IL SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE La tematica paesistica è stata affrontata in modo integrato, verificandone i diversi aspetti/tematismi (evoluzione storica, struttura morfologica e naturalistica, percezione sociale).

Il quadro conoscitivo è stato elaborato incrociando fonti ed informazioni di diversi livelli, con riferimento sia agli atti di pianificazione sovraordinata che agli studi specifici riguardanti il territorio comunale. Per quanto riguarda l’utilizzo dei dati derivanti dalla pianificazione paesistica vigente, non si è trattato di una semplice trasposizione di previsioni già in essere, ma di un lavoro di verifica e di implementazione delle conoscenze rapportata agli obiettivi ed alla cogenza che la pianificazione locale deve assumere nell’ottica di una sua valenza paesistica. In particolare la fase di analisi si è articolata come segue: a) Ricognizione dei dati già a corredo del P.T.P.R. e del P.T.C.P. Questa fase, atta a ricostruire gli elementi e i sistemi individuati dalla strumentazione paesistica vigente, è servita quale base di riferimento per i successivi approfondimenti. b) Verifica dei dati rispetto alla scala ed alla data di elaborazione, con rettifica delle imprecisioni riscontrate; a tal fine si sono utilizzati materiali informativi di base (Supporto cartografico per il PGT derivante da Volo aerofotogrammetrico - scala 1:2000 e 1:5000; ortofoto; mappe catastali); c) Approfondimenti settoriali con ricognizione dei diversi materiali di studio disponibili (geologici, d) ambientali, storici) e riguardanti in modo specifico il territorio interessato; e) Approfondimenti e verifiche attraverso vari sopralluoghi e rilievi (anche fotografici) atti ad individuare e verificare lo stato di fatto del territorio, specie rispetto ad alcune tematiche particolari quali: - nuclei e centri storici: permanenza dei caratteri connotativi degli insediamenti, al fine della perimetrazione secondo quanto previsto dal PTPR Art. 19; - insediamenti rurali: caratteri tipologici, architettonici e relazionali con l’intorno paesistico; - relazioni percettive

L’insieme delle conoscenze e degli approfondimenti, è riportato in modo comparato nella Tavola n. A17 “Carta del Paesaggio: quadro conoscitivo”.

Al fine di conferire valenza paesistica al Piano, e di affrontare le scelte e la successiva fase di gestione delle trasformazioni in modo corretto, alla fase conoscitiva (Carta del Paesaggio) ha fatto seguito una “Fase Valutativa” dei contenuti paesistici del territorio, con attribuzione di un giudizio di rilevanza e di integrità alle diverse componenti e/o sistemi territoriali. I criteri adottati per formulare il giudizio di rilevanza sono sostanzialmente riconducibili a tre filoni: - giuridico-amministrativo: basato essenzialmente sui provvedimenti di tutela che interessano il territorio (criterio insufficiente ma imprescindibile), mettendo in evidenza le eventuali incongruenze e/o criticità; - tecnico-disciplinare: che tiene conto di valutazioni già effettuata a livello sovraordinato per i sistemi di rilevanza sovracomunale, ma anche degli approfondimenti metodologici forniti dalla regione con DGR. N. 7/II045-2002 per l’esame paesistico dei progetti, ecc. - sociale-partecipativo: che ha portato a condividere attraverso approcci partecipativi, letture e valori del paesaggio con la collettività locale.

Le risultanze della fase valutativa sono sintetizzate nella Tavola n. B2 allegata al DdP – “Carta del Paesaggio: sintesi valutativa”, propedeutica alla elaborazione della “Carta della sensibilità Paesistica” (Tavola n. B3) che costituisce il riferimento per qualsiasi trasformazione territoriale e specificatamente per le “Valutazioni paesistiche dei progetti” secondo quanto previsto nel vigente PTCP – Art. 37.

2.1.11.1 CONSIDERAZIONI GENERALI Il Comune di Marcignago è parte delle unità di paesaggio della Pianura irrigua pavese e nel PTCP è completamente ricompreso, nelle Aree di consolidamento delle attività agricole e dei caratteri connotativi. Fa parte dell’Ambito territoriale del Sistema urbano-insediativo dei Comuni di Pavia e contermini ad Est del Ticino, essendo un Comune di prima fascia. Confina con il Parco del Ticino. L’antichità del paese è testimoniata dall’abbondante materiale risalente alla età del ferro ritrovato in zona, ed il più antico documento che cita Marcignago è datato 1045. Il paese era attraversato da due importanti strade che lo mettevano in comunicazione con il contado di Milano.

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Allo stato attuale il territorio risulta essere modificato dall’attività dell’uomo, che nel corso del tempo ha mutato alcuni aspetti naturali (copertura e morfologia del suolo, reticolo idrografico principale e secondario).

2.1.11.2 IL SISTEMA NATURALISTICO Il Comune di Marcignago è situato a ridosso del Parco Naturale del Ticino, a confine con il territorio comunale di Pavia e Torre d’Isola. Il fiume Ticino rappresenta un residuo di naturalità in un’area di forte antropizzazione e industrializzazione ed è un importante corridoio ecologico che collega, per un centinaio di chilometri, il Lago Maggiore al Po. L’ampia fascia boscata che per lunghi tratti accompagna il suo corso consente a numerose specie di trovare il proprio habitat e di utilizzarlo per i propri spostamenti. Il corso del fiume è in costante evoluzione, con aree in erosione e aree di sedimentazione che si alternano, in equilibrio dinamico che è elemento fondamentale per il mantenimento del valore ecologico del fiume e della sua vallata. Di fatto il Parco del Ticino non ricade all’interno del territorio comunale, e il comune di Marcignago confina direttamente con una fascia di preparco che costituisce una zona cuscinetto tra l’area naturalistica preservata dal parco e aree a maggior impatto. In quest’area si possono ritrovare delle specie animali che vivono nell’area parco e utilizzano questa zona per spostamenti o per cibarsi.

Vegetazione potenziale Attualmente in gran parte dell’Europa poco rimane della vegetazione naturale a causa delle attività dell’uomo e del suo bestiame. Soltanto in siti remoti o particolari, come montagne, laghi o paludi possiamo trovare qualcosa di simile alla vegetazione naturale che un tempo ricopriva l’Europa. L’influenza dell’uomo inizia già nel Neolitico, circa 5000 anni fa quando l’uomo inventò l’ascia di pietra levigata che gli consentì di abbattere foreste e ricavare aree da coltivare. Il tipo che costituisce la vegetazione potenziale della Pianura Padana è il Querco-carpineto planiziale che può essere inquadrato nell’Associazione Polygonato multiflori-Quecetum roboris che ha come specie caratteristiche Quercus robur e Polygonatum multiflorum. Nelle zone più umide questa associazione veniva poi sostituita da quella a Carici elongatae-Alnetum glutinosae caratterizzata dall’Alnus glutinosa.

Vegetazione reale del sito L’inquadramento generale dell’area è avvenuto mediante foto-interpretazione, con successiva integrazione di sopralluoghi mirati nei punti risultati di maggior interesse. Il lavoro è stato svolto integrando i dati raccolti in campo con quelli relativi alle informazioni già esistenti, essenzialmente desunti da studi floristico-vegetazionali per aree prossime a quella in esame. Tale lavoro ha permesso di evidenziare essenzialmente la presenza dei seguenti ambienti: - Aree urbanizzate e infrastrutture. In questo ambiente si insedia una vegetazione tipica delle aree fortemente antropizzate (residenziale ed industriale), dove sono favorite le specie caratteristiche dei tappeti erbacei calpestati, appartenenti alla classe Plantaginetea majoris, quali Plantago major, Polygonum aviculare, ecc..Lungo i bordi delle strade sono facilmente riscontrabili formazioni ruderali con specie della classe Artemisietea vulgaris (Artemisia vulgaris, Senecio vulgaris, …..). - Coltivazioni erbacee. La tipologia colturale principale riscontrata nel territorio esaminato è costituita dal mais. Tale coltivazione è accompagnata da una vegetazione infestante costituita da specie in gran parte annuali ed avventizie: tra le più importanti si annoverano Amaranthus retroflexus, Chenopodium album, Chenopodium polyspermum, Portulaca oleracea, Galinsoga parviflora, Galinsoga ciliata a cui si aggiungono le graminacee Echinochloa crus-galli e Panicum dichotomiflorum, oltre alle solite piante con apparato radicale profondo, quali Rumex obtusifolius e Sorghum halepense. Alcune delle associazioni di riferimento di questa vegetazione sarebbero: Panico-Polygonetum persicarie ed Amarantheto-panicetum sanguinalis; in ogni caso la classe di riferimento è quella delle Stellarietea (ex Secalietea). In entrambe le associazioni, siamo di fronte a vegetazione infestante di scarso valore naturalistico con forte presenza di flora avventizia. - Filari arborei. I filari sono stati rilevati soprattutto come formazioni lineari arboree/arbustive lungo strade e canali o di separazione tra coltivi. In generale sono state riscontrate formazioni poco sviluppate in

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estensione e copertura, costituite principalmente da Robinia pseudoacacia, Populus nigra, Platanus hybrida, Sambucus nigra, Crataegus monogyna ed Ulmus minor. L’analisi vegetazionale denota una consistente antropizzazione dell’area che determina la scomparsa di molti degli aspetti complessi della vegetazione spontanea. Accanto al reticolo idrografico si sviluppa un reticolo ecologico “verde” contenuto e frammentato, costituito da siepi e filari. Anche se non naturali e con composizione specifica spesso alloctona (robinia, ailanto, ecc.) questi costituiscono una importante possibilità di interconnessione e di rifugio per la fauna. Non è raro trovare poi in tali formazioni specie pregiate, da un punto di vista naturalistico, quali: acero campestre (Acer campestre), gelsi (Morus alba, M. nigra), olmo campestre (Ulmus minor), farnia (Quercus robur). Da segnalare un filare a prevalenza di Alnus glutinosa che borda la roggia che costeggia la strada sterrata che collega il concentrico con cascina Fornace. - Aree umide. Le zone umide sono aree ad elevata biodiversità la cui tutela è fondamentale per un territorio. Le uniche zone umide presenti all’interno del comune di Marcignago sono artificiali e sono costituite dai canali irrigui e dalle risaie nei periodi di allagamento. Le risaie in particolare, se gestite in modo oculato possono diventare una risorsa per uccelli quali limicoli e trampolieri che le frequentano per la nidificazioni e per l’alimentazione. - Boschi di latifoglie. Boschi e foreste di latifoglie, costituiscono un importante ambiente, un tempo molto frequente nella pianura padana e ormai relegato a lembi residui, spesso dominati dalla Robinia pseudoacacia, pianta alloctona importata dal nord America nella fine del 1700. Nel comune di Marcignago è presente un lembo di boschi residui nella parte settentrionale, che va tutelata e possibilmente incrementata in estensione al fine da offrire un valido rifugio per le specie forestali.

Fauna Caratteristica di questa zona è la fauna tipica della Valle del Ticino. La valle del Ticino è una delle principali aree di svernamento di uccelli acquatici in Italia. Alcune delle aree boschive sono sede di colonie di Ardeidi.

2.1.11.3 IL PAESAGGIO AGRARIO L’elemento connotativo primario di questo ambito è determinato dall’assetto agricolo (risaie, seminativi misti a risaie e legnose agrarie) con la sua tipica organizzazione colturale ed aziendale, e più in particolare dal reticolo idrografico, carattere dominante della trama paesistica. L’impianto irriguo a volte ricalca la trama della centuriazione.

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Figura 13 Paesaggio agrario della campagna di Marcignago: sullo sfondo C.na Agostera.

In questo paesaggio la cascina costituisce l’elemento insediativo caratterizzante ed in Marcignago ve ne sono alcune di particolare interesse storico-tipologico, come la Cascina in frazione di Calignago, o la Cascina Brusada. Il paesaggio agrario risulta impoverito sia nei suoi contenuti percettivi che eco sistemici dalla evoluzione del sistema colturale (riduzione della trama poderale, eliminazione della vegetazione sparsa e dei filari arborati).

2.1.11.4 IL SISTEMA INSEDIATIVO Il sistema insediativo ha registrato negli anni una lenta ma progressiva trasformazione non tanto nella sua gerarchia, tuttora in essere (il capoluogo e le sue frazioni), quanto nella struttura e nelle connotazioni, frutto di un recente sviluppo che, nella sua maglia regolare, ha cambiato l’assetto tipico del nucleo di antica formazione caratterizzato da tipologia a cortina lungo le vie principali, con presenze puntuali di tipologie a corte. Ancora leggibili permangono le strutture storiche di alcuni nuclei. Marcignago è un comune di vecchio impianto, all’interno del centro storico del capoluogo e delle frazioni, sono state mantenute praticamente inalterate le tipologie sui fronti strada, escluso un paio di interventi “moderni” come il recente recupero di una cascina dismessa nel centro del Paese che ha consentito la realizzazione (2004) di una ampia Piazza con porticato in stile lombardo dove, oltre ad alcuni negozi, ha trovato collocazione il mercato ambulante.

2.1.11.5 ELEMENTI CONNOTATIVI DEL PAESAGGIO LOCALE La Carta del Paesaggio individua una serie di elementi connotativi la cui valenza paesistica è connessa a fattori intrinseci e/o relazionali a livello più locale, ma pur sempre significativi per l’identità storico-testimoniale del territorio. In particolare: a) I canali irrigui Sono ritenuti significativi, laddove presenti, per la partizione che conferiscono al paesaggio specie quando sottolineati da vegetazione di ripa; b) La viabilità secondaria di interesse storico e paesistico

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Questi tracciati costituiscono elementi di organizzazione sia funzionale che spaziale del territorio, e di connotazione/percezione paesistica. Il quadro di riferimento riporta tutti i tracciati derivati dalla Cartografia IGM di 1° impianto, ancora presente fisicamente sul territorio. c) La vegetazione sparsa Si tratta di elementi a carattere quasi residuale, e assumono rilievo paesistico per l’articolazione spaziale e percettiva che determinano specie in un ambito paesistico estremamente semplificato quale quello in argomento.

Altri elementi individuati e riportati nel quadro di riferimento sono infine: - fontanili; - specchi d’acqua naturalizzati; - boschi; - architettura rurale; - gli areali di rischio archeologico.

2.1.11.6 SISTEMI DI PARTICOLARE RILEVANZA PAESISTICO-AMBIENTALE Sono considerati di particolare interesse paesistico-ambientale, per le loro caratteristiche intrinseche, la complessità degli ecosistemi, la rilevanza ed integrità delle loro componenti, ecc., i seguenti elementi/sistemi (vedasi Tav. B2 “Carta del Paesaggio: Sintesi valutativa”): - le aree di elevato contenuto naturalistico (boschi e l’area ad elevato contenuto naturalistico localizzato a ridosso della Roggia Mischia, sul confine nord del Comune. Tale area rappresenta la frangia meridionale di un ambito più esteso che si sviluppa in comune di Battuta) - i corsi d’acqua naturali e/o naturalizzati con funzione di connessione ecologica: Roggia Mischia, Roggia Cantana, Roggia Vecchia e Roggia Marzo. - il sistema insediativo storico (nuclei e viabilità storica principale), cosi come evidenziato nella Tavola A13 - il Vecchio Mulino

A – Corsi d’acqua naturali e/o naturalizzati Questi elementi lineari, allo stato attuale poco valorizzati e impoveriti nei loro contenuti paesistici (vegetazione spondale ecc.), rivestono una primaria importanza per la caratterizzazione del paesaggio agrario e per la loro funzionalità ala rete ecologica locale. Sono cosi individuati i principali corsi d’acqua, naturali e/o naturalizzati, e le relative aree di rispetto, al fine di garantirne la funzione idraulica e di salvaguardarne i contenuti naturalistici e paesistici quali elementi lineari di connessione ecologica.

B - Struttura storico - insediativa La struttura storico – insediativa di interesse paesistico, è costituita dalla viabilità primaria e dai centri/nuclei urbani. In relazione a quanto disposto all’art. 19 delle N.T.A. del PTPR, per l’individuazione di tale struttura si è assunta quale base di riferimento la cartografia IGM di prima levata 1:25000. E’ stata integrata l’analisi che ha portato alla delimitazione delle Zone “A” nel vigente PRG, estendendola a quelle parti che risultava già esistente alla fine dell’’800, con le dovute verifiche e rettifiche in relazione allo stato attuale degli insediamenti. I centri storici riportati riguardano, oltre al capoluogo, le frazioni della Divisa, di Calignago, di Molino Vecchio, C.na Remondò, C.na Brusada. Altri nuclei minori, ancorché di origine storica, sono stati tralasciati essendo stati oggetto, nel tempo, di profonde trasformazioni che ne hanno modificato i contenuti tipologici e architettonici.

C - Viabilità di interesse paesistico Nell’ambito del territorio Comunale sono individuati relitti di Centuriazione Romana

2.1.11.7 AREE E BENI DI PARTICOLARE RILEVANZA All’interno del nucleo antico del capoluogo troviamo quali elementi di particolare rilevanza storico- monumentale, la chiesa parrocchiale di Sant’Agata. Sono presenti ulteriori edifici storici religiosi, anche a carattere privato, alla Frazione Divisa, a C.na Brusada e a Frazione Calignago.

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Da un punto di vista naturalistico si trova in Marcignago un ambito ad elevato contenuto naturalistico (vedi tavola B2 Carta del Paesaggio: Sintesi Valutativa) localizzato a ridosso della Roggia Mischia - confine nord del Comune. Tale area rappresenta la frangia meridionale di un ambito più esteso che si sviluppa in comune di Battuta, individuato nel vigente PTCP quale “Area di elevato contenuto naturalistico” per la quale trovano applicazione le norme prescrittive di tutela di cui all’Art. 34 delle NTA del PTCP stesso.

2.1.11.8 CARTA DELLA SENSIBILITA’ PAESISTICA - TAVOLA B3 L’articolazione del territorio in classi di sensibilità è stata effettuata in base a tre differenti chiavi di lettura: quella strutturale o sistemica, quella vedutistica e quella simbolica, sulla base delle conoscenze acquisite sia a livello documentale che mediante verifiche in loco.

Dal punto di vista strutturale, la valutazione ha tenuto conto: - della peculiarità dei diversi ambiti in relazione agli elementi che li caratterizzano (sia naturalistici che antropici); - della valenza sistemica anche in base a ricorrenze formali, funzionali, relazionali; - della integrità del territorio rispetto alle sue componenti naturali o alle forme tradizionali di elaborazione antropica. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha costituito un forte indicatore di sensibilità; è opinione largamente condivisa infatti, che il paesaggio è tanto più sensibile quanto più conserva elementi di identità rispetto alla sua organizzazione storica.

L’aspetto vedutistico ha influito sulla valutazione di sensibilità sia rispetto all’ampiezza ed alla profondità di veduta che ai fattori di relazione visiva da e verso i percorsi ed i punti di maggior fruizione. Trattandosi di paesaggio, quindi di qualcosa fortemente connesso alla percezione visiva, questa componente valutativa assume un ruolo importante ancorché non sufficiente, di per sé, a conferire valore intrinseco allo scenario interessato.

L’aspetto simbolico è stato infine utilizzato quale chiave interpretativa di aspetti non percepibili fisicamente e anche poco noti, ma che possono ritrovarsi nell’immaginario collettivo per il ruolo o il significato che una collettività assegna ai medesimi associandoli ad un determinato luogo.

Con questi criteri, il territorio extraurbano è stato suddiviso in tre classi di sensibilità paesistica con valore da medio a molto alto. Per le aree urbane consolidate e quelle di trasformazione, la classe di sensibilità è stata associata alle diverse destinazioni assegnando valori alti ai tessuti storici, valori bassi ai tessuti di recente edificazione privi di caratterizzazione urbana e architettonica. Per i lotti che si interfacciano direttamente con ambiti a sensibilità più elevata, si è ritenuto di applicare la classe di sensibilità a questi corrispondente. Ciò al fine di salvaguardare o ripristinare un corretto rapporto relazionale fra ambiti ad elevata sensibilità (es. contesti agricoli e/o storico-ambientali) ed ambiti ad essi limitrofi.

2.1.11.9 AREE E BENI TUTELATI – TAVOLA A18 Questo elaborato evidenzia i beni culturali e i beni paesaggistici soggette a vincolo di tutela ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004 e successive modifiche/integrazioni, per le quali valgono le procedure autorizzative di cui allo stesso D. Lgs. Artt. 146, 147, 148, 149, 159.

I riferimenti adottati sono i seguenti: Tav. 3.3 del PTCP: “Tavola delle invarianti” a sua volta derivata dal SIBA Regionale; R.D. n. 1775 del 11/12/33 D.G.R. n. 12028 del 25/07/86 D.G.R. n. 6/30194 del 25/07/97

Il territorio di Marcignago è interessato dai seguenti provvedimenti di vincolo (diretti o indiretti): Beni culturali – D.Lgs. 42/04 Art. 10: Oratorio con affreschi e bassorilievi marmorei – località C.na Brusada, con notifica del 22.10.1941. Sono altresì soggetti a tutela fino a quando non sia espletata la procedura di verifica di interesse ai sensi del D.Lgs. 42/04 art. 12, gli immobili di proprietà pubblica e/o di Enti/Persone giuridiche anche

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42 Comune di Marcignago private senza fini di lucro, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre 50 anni. In particolare si evidenziano: - Chiesa Parrocchiale di Sant’Agata – località Capoluogo - Edificio comunale – località Capoluogo - Edificio Scuole di Piazza Rovida – località Capoluogo Beni paesaggistici – D.Lgs. 42/04 Art. 142: lettera c - corsi d’acqua pubblici (e relative sponde per una profondità di 150 m) nei tratti non derubricati ai sensi dello stesso provvedimento – Art. 142 - 3° comma e successiva D.G.R. n. 12028/86 – Roggia Marzo lettera g - i boschi lettera m - le aree di interesse archeologico individuate alla data del 22.01.2004

2.1.12 ASSETTO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO In base a quanto stabilito dall’art. 57 della L.R. n. 12/05, i comuni devono dotarsi di uno studio geologico dell’intero territorio in sede di redazione del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.), al fine di verificare la compatibilità fra le previsioni urbanistiche e la situazione geologica presente nel territorio stesso. Questo elaborato è stato preparato con lo scopo di predisporre lo studio geologico generale e particolare riguardante l’intero territorio del Comune di MARCIGNAGO, nonché di fornire gli strumenti idrogeologici e geomorfologici per l’adeguamento del Piano Regolatore Generale vigente alle Norme del PGT nel campo geologico sismico ed ambientale. Contemporaneamente a questo studio, in attuazione della D.G.R. 7/7868 e sue successive modifiche ed integrazioni, si è rivisto e corretto il reticolo idrico minore di competenza comunale.

2.1.12.1 INQUADRAMENTO METEOROLOGICO – CLIMATICO Le condizioni climatiche del territorio comunale di MARCIGNAGO, sono sostanzialmente di tipo continentale; in inverno l’area presenta sovente uno strato di aria fredda in vicinanza del suolo che, in assenza di vento, determina la formazioni di gelate e di nebbie spesso persistenti che tendono a diradarsi solo nelle ore pomeridiane. É raro che in questo periodo le perturbazioni influenzino la zona se non in qualche caso in cui si verificano precipitazioni che possono essere nevose in presenza di apporti di aria fredda siberiana. Il passaggio alla stagione primaverile risulta di norma brusco e caratterizzato da perturbazioni che determinano periodi piovosi di una certa entità man mano che la stagione avanza. L’attività temporalesca vede il suo apice nel periodo estivo quando si registrano elevati accumuli di energia utile per innescarla e sostenerla. Essa risulta relativamente intensa con precipitazioni quantitativamente superiori a quelle invernali. In autunno il tempo è caratterizzato dal frequente ingresso di perturbazioni atlantiche, che possono dare luogo a precipitazioni di entità rilevante. Secondo la classificazione di Köppen si può inquadrare il clima di questa zona come temperato caldo, piovoso con estate fresca (Cfb). Ottone e Rossetti (1980) parlano di clima temperato subcontinentale individuando la presenza di sei mesi temperati, da marzo a giugno e settembre ottobre, quattro mesi freddi e umidi, da novembre a febbraio, e di due mesi caldi e umidi luglio e agosto; va notato che luglio è molto prossimo alla definizione di mese arido. L'andamento della evapotraspirazione mostra un massimo molto netto nel periodo estivo.

2.1.12.2 TERMOMETRIA Sulla base delle temperature medie disponibili è stato determinato il regime termico annuo medio. La temperatura dell’aria ha un valore medio annuo di circa 16,3°C. Nell’ambito dell’intervallo di misurazioni considerato, il mese più caldo risulta essere luglio con temperature medie dell’ordine di circa 24,4°C; le temperature medie mensili più basse sono state registrate nel mese di dicembre, con valori dell’ordine di – 2,3°C. L’escursione termica media annua raggiunge quindi valori di circa 22,1 °C: pertanto il clima, dal punto di vista termico, va senz’altro inquadrato come continentale.

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2.1.12.3 PLUVIOMETRIA Le precipitazioni non sono molto abbondanti: la media annua è di circa 800 mm. I mesi in assoluto più piovosi sono quelli autunnali e primaverili. Il regime pluviometrico è classificabile come sublitoraneo, intermedio fra il tipo padano e quello appenninico (Ottone e Rossetti 1980).

2.1.12.4 ACQUE SUPERFICIALI La rete idrografica del Comune di Marcignago, riportata dalla Carta dei vincoli e di sintesi, è costituita da canali e rogge destinati allo scorrimento delle acque di irrigazione: quelle di maggiore sezione sono la Roggia Marzo, la Roggia Cravenza o Campeggi e la Roggia Mischia. Le caratteristiche chimico fisiche e organolettiche delle acque di questi canali e rogge ad uso irriguo sono ormai compromesse infatti queste rogge sono oggetto di scarichi indiscriminati e probabilmente anche abusivi. La rete idraulica di Marcignago è costituita essenzialmente da corsi d’acqua per l’irrigazione, a carattere strettamente antropico e non naturale. Questi sono principalmente dei colatori e pertanto fungono da raccoglitori delle acque di surplus meteorico. A parte questi corsi d’acqua gli altri si presentano con fondo prevalentemente in terra ma sempre pulito dai gestori, al fine di mantenerne la continuità idraulica. Le sezioni di deflusso variano mediamente tra 2 e 10 metri quadrati. Allo stato attuale tali tipi di opere presenti sul territorio si presentano in discreto stato di conservazione, si consiglia però di provvedere regolarmente alla pulizia degli alvei dei corsi d’acqua, con particolare riguardo alle opere di attraversamento, che hanno la tendenza ad intasarsi con ramaglie e rifiuti.

2.1.12.5 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO Geograficamente il territorio comunale di Marcignago, rispetto al territorio provinciale, è posto nella zona nord del pavese e trova locazione sulla tavoletta IGM BINASCO fg 59 IV° quadrante tavoletta NE e IGM PAVIA fg 59 IV°quadrante tavoletta SE e nella Carta Tecnica Regionale sui fogli B7a2, B7a3, B7b2 e B7b3. Il territorio del Comune di Marcignago si colloca nella superficie principale della Pianura Padana o media pianura, a Nord del Po ed a Nord-Est del Ticino, tra le quote di circa 85 e 93 metri s.l.m.. Come si desume dall'analisi della carta geologica F°59 PAVIA, il territorio comunale è costituito in superficie interamente da terreni alluvionali quaternari noti come “Diluvium recente” che rappresentano il cosiddetto “Livello Principale della Pianura Padana” (cfr TAV 1, “INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO GENERALE, IN SCALA 1:50.000 - STUDIO GEOLOGICO DEL 2004), tali terreni sono costituiti da sabbie ghiaiose e sabbie limose in profondità mentre in superficie prevalgono i limi sabbiosi alterati nella parte più superficiale. Sono poi presenti, nell’alveo attivo dei corsi d’acqua, le alluvioni attuali ghiaioso sabbiose frammiste a materiali e a rifiuti di qualsiasi tipo e natura. La morfologia naturale dell’area è stata in gran parte modificata dalle attività antropiche. Il territorio della media pianura pavese e di Marcignago in particolare è pianeggiante, con una debole inclinazione del 1–1,5 per mille verso Sud Sud-Est, presenta caratteristiche estremamente uniformi tipiche delle zone di pianura, interrotto da un reticolo idrografico naturale ampiamente antropizzato o artificiale ad uso irriguo. Gli elementi geomorfologici di maggiore importanza, sono i terrazzamenti di origine fluviale che si sono formati a seguito dell’attività erosiva e deposizionale dei corsi d’acqua che scorrevano nella Pianura Padana. Tali terrazzamenti non sono rappresentati sul territorio di Marcignago ma laddove presenti, a Sud Est di Marcignago, sono rappresentati da orli orientati circa NW – SE.

Capacità d’uso dei suoli La porzione preponderante dei suoli che appartengono al territorio in esame, come si evince dalla cartografia pedologica ERSAL, rientrano nelle Classi IIIs e IIIws. Queste classi presentano limitazioni sensibili, che riducono la scelta delle colture impiegabili e/o richiedono speciali pratiche di conservazione. Le caratteristiche pedologiche di queste classi riguardano lo spessore del suolo compreso tra 40 e 100 cm e drenaggio lento o mediocre.

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Attualmente, le aree agricole del Comune di MARCIGNAGO ricoprono la quasi totalità del territorio comunale e le coltivazioni agricole più diffuse nella zona, sono quelle a mais da granella, a riso, a grano tenero e orzo e ad erbai stabili o stagionali.

Attitudine allo spandimento dei liquami zootecnici I suoli nella zona di MARCIGNAGO presentano condizioni di drenaggio e tessitura tali da renderli da non adatti a suoli adatti allo spandimento dei liquami zootecnici.

Capacità protettiva nei confronti delle acque profonde Il territorio, come si può osservare dalla carta riportata, presenta nel complesso capacità protettiva da bassa a moderata a conseguenza della presenza di suoli moderatamente permeabili su substrato limoso.

2.1.12.6 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO La falda freatica è costituita dall'acquifero superficiale insaturo che è sostenuto, nella zona di Marcignago, da un orizzonte argilloso impermeabile, che si intercetta circa a 10 – 12 metri di profondità. Le acque risultano di scadente qualità e vengono impiegate esclusivamente per usi non potabili. La ricca alternanza di livelli sabbioso-ghiaiosi porosi e permeabili e livelli argillosi impermeabili, favorisce la presenza di alcuni orizzonti acquiferi nei primi cento metri di profondità dal sottosuolo. I parametri idrogeologici medi caratteristici della falda superficiale desunti da indagini eseguite in territori limitrofi sono dati da trasmissività (T) dell'ordine di 10-2 m2/s, coefficiente di permeabilità (K) dell'ordine di 10-3 m/s, portata specifica di 10-20 l/s/m e porosità efficace (ne) con valori elevati, attorno a 0,15. Nel caso del secondo acquifero, non vengono superati valori di T di 5*10-3 m2/s, conducibilità idrica di circa 5*10-4 m/s e portata specifica con valori intorno a qualche unità.

Dai dati a disposizione sui terreni superficiali del comune di Marcignago risulta che questi presentano una capacità protettiva da bassa a moderata nei confronti delle acque freatiche sotterrane, d’altra parte la situazione conferma la compromissione qualitativa di queste acque, non più utilizzabili ad uso potabile. Una conferma viene dall’utilizzo del metodo DRASTIC, che assegna ai territori di Marcignago valori di vulnerabilità elevata con valore di 176. La conseguenza diretta di questa situazione è quella di prevedere azioni o porre limitazioni alle attività antropiche di trasformazione del territorio che tendano a proteggere le falde sotterranee. Tutto ciò sembra particolarmente assurdo se consideriamo di voler proteggere le falde sotterranee e poi si autorizzano cave sotto falda, che sono una chiara via di penetrazione dei contaminanti in profondità. Nonostante i risultati ottenuti con il programma DRASTIC e sopra esposti secondo la normativa vigente il territorio comunale di MARCIGNAGO non risulta, né completamente né parzialmente, individuato tra le aree vulnerabili ai sensi del D.lgs 152/2006 e esplicitati dalla Ragione Lombardia con d.g.r. 8/3297 del 11 ottobre 2006.

2.1.12.7 AMBITI DI PERICOLOSITA’ Nel territorio comunale di Marcignago non si hanno aree che presentano instabilità di versanti, essendo un comune completamente sito nella Pianura Padana. Su tutto il territorio è presente una falda freatica vulnerabile che è possibile definire superficiale perché presenta unna soggiacenza estiva che si attesta tra 1,5 – 2,0 metri da piano campagna, questi valori sono pressoché statici e non influenzati da prelievi d’acqua. Sul territorio sono presenti con abbondanza fossi, rogge coli e cavi di irrigazione che solo per la loro esistenza possono anche essere considerati fonte di qualche rischio, ma la buona manutenzione e pulizia dell’alveo esercitate dal Comune per i propri corsi d’acqua e dagli agricoltori e utilizzatori, per i restanti garantiscono un regolare deflusso delle acque. Sono inoltre in buono stato di manutenzione i anche i manufatti idraulici quali chiuse, deviatori, tombe e tombotti, ponti canali e sottopassi. Nel complesso non vi sono fenomeni geomorfologicamente attivi preoccupanti.

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Come già precedentemente detto il territorio in esame è abbastanza omogeneo da un punto di vista geotecnico ed è possibile stimare su tutto l’ambito la presenza di terreni a scarse caratteristiche geotecniche, soprattutto a causa della presenza di una falda freatica superficiale. Nel territorio di MARCIGNAGO i valori di portanza dei terreni superficiali sono di poco inferiori al Kg/cm2, questo permette comunque di poter adottare normalissime fondazioni di tipo continuo o eventualmente a travi rovesce per risolvere il problema dell’interazione tra terreno e struttura.

2.1.12.8 CARATTERISTICHE SISMICHE DEL SITO Il comune di MARCIGNAGO è censito nella Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3274 del 20 marzo 2003 come appartenente alla zona 4, cioè inserito nella classe di minima sismicità e con una accelerazione di ancoraggio dello spettro di risposta elastico con probabilità di superamento pari al 10% in 50 inferiore al valore di ag/g < a 0,05.

Per le scarse caratteristiche geotecniche e per la presenza di falda superficiale tutti i terreni del territorio comunale rientrano nello scenario Z2 della tabella 1 contenuta nell’allegato 5 del DGR 8/1566, ossia zone con terreni di fondazione scadenti in quanto si rinviene la presenza di terreni granulari fini e di falda superficiale.

2.1.12.9 NORME GEOLOGICHE DI PIANO Gli interventi per mitigare e ridurre i potenziali dissesti sono essenzialmente di carattere legislativo con l’adozione di perimetrazioni delle fasce fluviali. Alla stessa stregua l’istituzione di fasce di rispetto fluviale larghe 4 metri per i corsi d’acqua rientranti nel reticolo minore e di 10 metri per i corsi d’acqua del reticolo principale pongono limitazioni alle attività antropiche riducendo di fatto i possibili rischi. Analogamente per i pozzi pubblici ad uso potabile l’adozione della perimetrazione geometrica e le limitazioni conseguenti permette di ridurre i potenziali dissesti legati alla qualità delle acque sotterranee. Altri interventi per mitigare i possibili dissesti e per prevedere soluzioni progettuali atte a prevenire o annullare squilibri idrogeomorfologici legati alle attività antropiche saranno definite nelle norme di attuazione delle singole classi di fattibilità. La valutazione incrociata degli elementi a disposizione, sia dell’Amministrazione Comunale che reperiti da altre fonti indicate in bibliografia, e l’esito di questo studio esteso a tutto il territorio comunale, ha consentito di classificare il territorio in base alla presenza di elementi che comportano limitazioni d'uso, non solo puramente geologiche, ma anche limitazioni derivanti da altri vincoli quali corpi idrici del reticolo idrico principale e minore nonché dei pozzi per uso potabile. Come richiesto dalla Legge Regionale 11/03/05 n°12 e dalle Delibere di attuazione, è stata redatta una Carta della Fattibilità dell’intero territorio comunale alla scala 1:5.000. Il giudizio di compatibilità sopra espresso parte dalla considerazione che alcune limitazioni sono legate ad aspetti naturali, mentre altre derivano da vincoli normativi finalizzati alla tutela del territorio e dell’integrità ambientale. Per questo ad ogni classe di fattibilità sono associati elementi definiti discriminanti in quanto partecipano a definire il grado di limitazione della fattibilità stessa. Infine, ad ogni elemento vengono fatte corrispondere prescrizioni tecniche e linee guida di intervento, che saranno recepite di fatto nel PIANO DELLE REGOLE oltre che nel DOCUMENTO DI PIANO DEL P.G.T.. Le indicazioni prescrittive, presenti al suo interno, rappresentano vincoli all’utilizzo del territorio, e dovranno pertanto essere presi in esame per ogni intervento pianificatorio ed edilizio che vorrà essere attuato sul territorio comunale.

2.2 LO SCENARIO DI PIANO Le elaborazioni e le ricognizioni condotte e organicamente inserite nel quadro conoscitivo, consentono di interpretare la realtà locale mettendo in luce le dinamiche in atto, le criticità, le potenzialità del territorio e le opportunità che si possono sviluppare. In tal senso, lo scenario di Piano costituisce il riferimento per arrivare alla successiva elaborazione e definizione della proposta di pianificazione.

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2.2.1 SINTESI DELLE CRITICITÀ, POTENZIALITÀ E OPPORTUNITÀ DEL TERRITORIO DI MARCIGNAGO Il comune di Marcignago, pur confinando con il capoluogo provinciale e nonostante la ridotta distanza dall’aggregato urbano e da alcuni poli di eccellenza del medesimo (ospedali, università ecc.), è rimasto sostanzialmente indifferente alle sollecitazioni che questi fattori generalmente inducono, e che hanno invece caratterizzato altre realtà. Le ragioni di tale “inerzia” potrebbero essere ricercate proprio nel rapporto di forza che il capoluogo ha esercitato nei confronti dei territori contermini (fattore polarizzante), ma che non ha tuttavia impedito ad altre realtà (vedasi ad es. S. Genesio, Certosa e Borgarello, Torre d’Isola ecc.) di ritagliarsi uno spazio e di rafforzare talune specificità che hanno attratto residenti ed attività anche dal capoluogo. La maggior debolezza di Marcignago rispetto a tali realtà va allora imputata ad altri fattori quali ad esempio l’assetto viabilistico, che vede questa parte della Provincia, insieme ad alcuni altri comuni (Battuta, Trovo..) in posizione “marginale” rispetto ai principali assi di comunicazione (A7, Raccordo autostradale, S.S 35 dei Giovi). Questa marginalità ha certamente limitato, nonostante la vicinanza a Pavia, le opportunità insediative e di “sviluppo” favorendo altre località più dotate in termini di posizione e di infrastrutture. Solo negli anni più recenti si è avviato un significativo fenomeno edilizio, che tuttavia non risponde a logiche sinergiche con la vicina realtà Pavese (o quantomeno vi risponde solo in parte) ma è determinato principalmente da un mercato residenziale esterno all’ambito provinciale e connesso al trasferimento “forzato” di taluni target dal contesto Milanese sempre più selettivo (soprattutto per i costi) nell’offerta di abitazioni. L’inversione di tendenza è dovuta sostanzialmente a due elementi: a) la crescita smisurata di talune realtà ed il conseguente incremento dei prezzi immobiliari che ha indotto gli operatori a cercare nuove soluzioni (anche se magari meno appetibili dal punto di vista della posizione), per far fronte alla crescente domanda di residenze a costo contenuto; b) il potenziamento (anche se parziale) della strada provinciale che collega la Frazione Divisa al raccordo autostradale. Tale opera ha favorito in particolare la realizzazione di un nuovo polo produttivo con insediamento di attività provenienti da altri territori.

La realtà oggi tangibile, è certamente più dinamica e diversificata rispetto a quella riscontrabile anche solo dieci anni fa. Le trasformazioni avvenute e quelle in corso sono tuttavia circostanziate e territorialmente sostenibili, grazie anche ad un’attenta valutazione dei nuovi carichi insediativi ed al parallelo potenziamento dei servizi necessari. Si può anzi affermare che la limitata espansione di Marcignago rispetto ad altri comuni della provincia, ha consentito il mantenimento di taluni equilibri socioeconomici e, soprattutto, di un’identità urbana e territoriale ancora riconoscibile e punto di forza per individuare nuove strategie di sviluppo.

All’interno di questo scenario, sostanzialmente privo di particolari squilibri o problematicità, si possono evidenziare i seguenti punti di debolezza e/o di criticità’, di forza, di potenzialità/opportunità:

2.2.1.1 CRITICITÀ – PUNTI DI DEBOLEZZA I punti di debolezza e/o di criticità sono sostanzialmente riconducibili a due filoni: a) il sistema delle connessioni urbane e dei collegamenti extraurbani; b) l’alta vulnerabilità della falda freatica b) la semplificazione e banalizzazione del paesaggio agrario connessa allo sfruttamento intensivo del suolo agricolo. In particolare:

1. il sistema delle connessioni urbane

L’impianto viario del capoluogo, come già spiegato nel quadro conoscitivo, è strutturato sull’asse storico che attraversa l’abitato in direzione Nord-Sud, (via Umberto I° - via Caduti di Nassirya), e sulla bretella che corre parallela al medesimo (S.P. 22), circoscrivendo l’edificato sul lato ovest per riconnettersi sia a sud che a nord in corrispondenza delle due rotatorie di recente realizzazione. Proprio su quest’ultima direttrice, prospetta una parte significativa dei recenti aggregati insediativi, che non hanno un razionale collegamento con il centro cittadino e con i servizi ivi insediati. In altri termini l’organizzazione dei collegamenti urbani risulta carente in direzione est – ovest ossia in senso trasversale all’abitato.

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2. Il sistema dei collegamenti extraurbani

Si è già detto come Marcignago sia sostanzialmente defilato rispetto al sistema delle principali connessioni a livello Provinciale ed anche Regionale, e come questa realtà sia stata si un limite alla crescita ma anche un deterrente rispetto a certe pressioni insediative spesso generatrici di criticità. Appaiono tuttavia evidenti alcune carenze il cui superamento risulta indispensabile nell’ottica di un equilibrato consolidamento della realtà territoriale e socioeconomica interessata. In primo luogo occorre evidenziare l’inadeguatezza di alcuni tratti della S.P. n. 22 sia in ambito comunale, (a sud dell’abitato fino alla C.na Brusada), che fuori comune (dalla S.P. n. 143 all’intersezione con la S.P. ex S.S. n. 526 “ Bereguardina”) ed ancora la SP n. 11 fino all’ingresso di Pavia. Si tratta del collegamento diretto con il Capoluogo provinciale, arteria di primaria importanza e di percorrenza ordinaria (lavoro, studio, tempo libero ecc.) anche con i mezzi del trasporto pubblico.

In un’ottica sovralocale sarebbe altresì interessante un generale miglioramento della viabilità a Nord di Marcignago, per costituire un itinerario alternativo alla S.P. n. 173 verso Certosa e l’area Milanese, alternativa non certo di competenza Comunale ma da inserire e promuovere negli atti di pianificazione provinciale (PTCP).

Altro fattore di criticità è costituito dalla bretella che dalla Frazione Divisa si immette sulla Bereguardina nel territorio di Torre d’Isola per poi connettersi al raccordo autostradale PV-A7. A fronte del primo tratto realizzato nei primi anni 2000 nel territorio di Marcignago, non ha ancora fatto seguito il completamento programmato d’intesa con l’Amm.ne Provinciale. Tale opera risulta imprescindibile soprattutto in relazione all’insediamento produttivo esistente ed ai i suoi eventuali sviluppi.

3. Attraversamento della Frazione Divisa

Rientra fra le specifiche criticità che interessano la S.P. n. 11. Nell’attraversamento della Frazione Divisa le carenze sono di assoluta evidenza (sezione inadeguata) e di difficile soluzione dato l’assetto dell’abitato, se non attraverso una variante di tracciato che bypassi l’abitato stesso.

4. Alta vulnerabilità della falda freatica

Dallo studio geologico allegato al PGT, in particolare da quanto emerge in merito alle caratteristiche dei terreni superficiali, si evince che i suoli di Marcignago presentano una capacità protettiva mediamente bassa (da bassa a moderata) nei confronti delle acque freatiche sotterranee. D’altra parte questa affermazione è confermata dalla compromissione qualitativa di queste acque, non più utilizzabili ad uso potabile. La conseguenza diretta di questa situazione, è quella di individuare azioni o porre limitazioni alle attività antropiche che risultino incompatibili con la salvaguardia della risorsa idrica.

5. Semplificazione e banalizzazione del paesaggio agrario connessa allo sfruttamento intensivo del suolo agricolo La pressione agricola ha semplificato ed a tratti impoverito l’assetto paesistico ed ecosistemico del territorio. Sono pressoché scomparsi gli elementi vegetazionali tipici del paesaggio padano associati al reticolo irriguo (vegetazione ripariale) e/o alla partizione poderale (filari). La progressiva riduzione di tali elementi connotativi non solo ha appiattito l’immagine del paesaggio agrario, ma ha anche importanti ripercussioni sulla qualità ecologica dell’area, (habitat per la fauna selvatica e connessioni fra aree ecologicamente diverse). Va inoltre evidenziata la totale rimozione (le ultime risalgono a pochi mesi fa) delle “marcite” che un tempo caratterizzavano fortemente questa parte di pianura lombarda.

2.2.1.2 POTENZIALITÀ 1. Posizione geografica, dotazione infrastrutturale indiretta (autostrada ecc.).

Come già detto, Marcignago è un comune di prima cintura, direttamente connesso a Pavia sia come viabilità che come trasporto pubblico. Tale fattore di posizione, superate le criticità

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evidenziate al precedente paragrafo, può costituire un’indubbia potenzialità specie se valutata in relazione a talune eccellenze (istituti universitari e ospedalieri) posizionati a nord della città e pertanto facilmente relazionabili con il territorio interessato. Il completamento della bretella stradale dalla frazione Divisa alla s.p. n. 526 (Bereguardina), faciliterà il collegamento con il raccordo autostradale e quindi con la A7 – GE-MI, con tempi di percorrenza decisamente favorevoli per raggiungere i principali centri provinciali e regionali (Milano a soli 15 minuti!).

2. Struttura urbana e servizi

Il sistema dei servizi è elemento sostanziale per un’adeguata qualità dell’abitare. Marcignago pur potendosi annoverare fra le realtà urbane medio-piccole della provincia, ha dotazioni più che adeguate sia in termini qualitativi che quantitativi (considerato anche il nuovo polo scolastico in costruzione), competendo in tal senso con realtà anche più grandi ma meno attrezzate. La dislocazione dei vari servizi rispetto ad un aggregato urbano compatto, li rende peraltro facilmente raggiungibili e fruibili (unica realtà decentrata e quella della frazione Divisa).

3. Qualità dell’ambiente

Una corretta politica ambientale attraverso gli strumenti oggi disponibili, in primis il PGT, volta a riequilibrare taluni squilibri nell’utilizzo del suolo agricolo, ed a recuperare l’immagine paesistica del territorio attraverso il recupero delle sue componenti antropiche (cascine, nuclei storici percorsi rurali ecc.) ma anche mediante il controllo dei nuovi interventi, può costituire un forte potenziale (residenza di qualità, ricreazione, tempo libero ecc.) per questo territorio posto come detto a ridosso del capoluogo provinciale. La popolazione residente e le sue espressioni in ambito amministrativo hanno del resto dimostrato consapevolezza di questi valori, ed un forte senso di appartenenza al proprio territorio, fattori questi che sono forieri di un’oculata gestione di queste potenzialità.

4. Il vicino Parco del Ticino

Il territorio di Marcignago e’ adiacente al Parco del Ticino, generatore di qualità ambientale e di flussi turistici settoriali ma significativi.

2.2.1.3 OPPORTUNITÀ 1. Perseguire uno sviluppo equilibrato, rafforzando gli elementi identitari del territorio pur senza rinunciare ai vantaggi derivanti dalla posizione e dai vicini centri di eccellenza

Oggigiorno diventa sempre più importante progettare lo sviluppo in un’ottica che tenga nel debito conto le realtà locali, le loro risorse e la loro identità (quando non ancora irrimediabilmente perse). Valorizzare queste risorse ed identità attraverso uno sviluppo rispettoso delle medesime, è certamente un fattore di qualità destinato a rappresentare un valore aggiunto rispetto a realtà che si sono invece fatte “aggredire” da processi conturbativi snaturanti. Marcignago nonostante la crescita urbanistica degli ultimi anni, mantiene chiaramente leggibile il suo impianto storico e le sue relazioni con il contesto di appartenenza. Il territorio rurale, ancorché impoverito in alcuni suoi contenuti paesaggistici da un’agricoltura intensiva, rappresenta la componente primaria del comune e una risorsa da salvaguardare anche limitandone il consumo. La previsione di nuovi insediamenti residenziali di qualità a completamento dell’urbanizzato, l’incremento della zona industriale anche in funzione del previsto raccordo viario verso l’autostrada, l’insediamento di nuove attività produttive, la riconversione di taluni insediamenti agricoli dimessi, dovranno rispettare queste logiche. Anche i vantaggi derivanti dalla posizione (rispetto a Milano ed ai centri di eccellenza del capoluogo Provinciale), andranno coniugati in tal senso. E’ infatti pensabile ed auspicabile lo sviluppo di sinergie rispetto a queste potenzialità che potranno portare allo sviluppo di Marcignago non solo dal punto di vista residenziale, ma anche di altre funzioni quali: alloggi per studenti, attività ricettive (a servizio di Pavia e Milano) altre destinazioni complementari (ludiche e ricreative).

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2.2.2 OBIETTIVI STRATEGICI E POLITICHE TERRITORIALI Alla luce di quanto emerso in fase di analisi e di una lettura comparata dei fenomeni nella loro evoluzione temporale, preso atto delle criticità e delle potenzialità emerse per il territorio in esame, il DdP definisce i seguenti macro-obiettivi strategici entro i quali dovranno essere contestualizzate sia le politiche territoriali che i successivi obiettivi specifici della pianificazione comunale:

A - COMPETITIVITÀ TERRITORIALE, ALL’INSEGNA DELLA QUALITÀ E DELLA SOSTENIBILITÀ;

B - VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO, DELLA SUA CULTURA, DEL PAESAGGIO, QUALE VOLANO PER NUOVE FORME DI SVILUPPO

Rispetto a tali obiettivi, il DdP individua una serie di azioni strategiche da porre in atto attraverso gli strumenti di pianificazione e di governo del territorio, e finalizzate al raggiungimento degli obiettivi stessi.

Rispetto al primo macro-obiettivo, sono evidenziate le seguenti azioni strategiche: Consolidamento e potenziamento di funzioni attrattive a scala sovralocale - Es.: servizi alla persona; attività economiche, ludiche e ricreative; terziario (mercati, fiere ecc.); Miglioramento delle connessioni viarie da e verso i Comuni limitrofi; Razionalizzazione e finalizzazione del trasporto pubblico; Sviluppo controllato di nuovi insediamenti produttivi, con incentivo per le attività a basso impatto ambientale (e tenuto conto delle limitazioni derivanti dagli atti di pianificazione sovracomunale e dalle caratteristiche intrinseche del territorio: es. qualità geologico-tecnica dei suoli ecc.); Energia: risparmio e individuazione di nuove fonti rinnovabili; Promozione di un’agricoltura di qualità, della multifunzionalità e della filiera corta per l’agricoltura di domani; Salvaguardia della destinazione agricola dei suoli e delle cascine ancora attive (incentivandone il recupero edilizio); Incentivo al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio edilizio rurale; Promozione di una nuova qualità dell’abitare (sia attraverso la riqualificazione del tessuto consolidato che nelle nuove aree di trasformazione). Tale strategia si articola in una serie di azioni specifiche quali: - incentivi per il recupero e la valorizzazione dei nuclei di antica formazione e della microeconomia in essi presenti; - alleggerimento del traffico interno al centro storico del capoluogo e creazione di una viabilità alternativa in località Divisa; - riqualificazione e ricucitura dell’abitato consolidato, con particolare riferimento alle aree di frangia; - miglioramento delle connessioni urbane e del livello di percorribilità interna; - sviluppo della mobilità sostenibile – percorsi ciclopedonali ed escursionistici; - interventi di mitigazione fra le aree residenziali e le attività produttive. - controllo delle trasformazioni (nuovi ambiti) in un’ottica urbanisticamente equilibrata (densità, infrastrutture, servizi, morfologie, tipologie ecc..) e paesisticamente coerente; - incentivo della qualità edilizia sia dal punto di vista progettuale che prestazionale (risparmio energetico; limitazione delle emissioni; utilizzo di energia rinnovabile); - Consolidamento ed adeguamento dei servizi alla realtà territoriale e socioeconomica prevista.

Rispetto al secondo macro-obiettivo, sono evidenziate le seguenti azioni strategiche: tutela e valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità; incentivi per lo sviluppo e/o l’integrazione degli equipaggiamenti vegetali nelle aree agricole (filari; siepi; vegetazione di ripa ecc.); conservazione dei caratteri paesaggistici qualificanti; gestione delle trasformazioni in un’ottica paesisticamente compatibile; avvio di processi di riqualificazione paesistica e di rifunzionalizzazione (es. edifici agricoli dimessi); sviluppo di una rete di percorsi (anche attrezzati ) e di accessi alle aree agricole di maggior pregio ambientale.

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Gli obiettivi di cui sopra e le politiche territoriali individuate per il raggiungimento dei medesimi, si inquadrano, con alcune necessarie puntualizzazioni, nelle più ampie previsioni e direttive desumibili dagli atti a valenza sovracomunale (PTR e PTCP), in una logica di sussidiarietà e di reciprocità. Il passaggio di scala determina una duplice necessità di verifica: quella di coerenza con i grandi temi ed obiettivi del livello sovralocale ma anche, quella di lettura e di interpretazione delle necessità e delle legittime aspettative della collettività locale. Rispetto a tale passaggio l’Amministrazione Comunale, attraverso il DdP ha svolto si un lavoro di contestualizzazione delle scelte, senza tuttavia rinunciare ad esercitare il proprio ruolo di lettura e di governo dei fenomeni alla scala locale, ed assumendo compiutamente la responsabilità di governo attribuita all’Ente locale dalla nuova disciplina urbanistica.

Per il settore commerciale, gli obiettivi devono inquadrarsi nei seguenti obiettivi generali della politica Regionale: - disincentivazione all’apertura di grandi s.v. mediante la creazione di superficie di vendita aggiuntiva; - riqualificazione di parte del tessuto urbano e di situazioni di degrado, in sinergia con le politiche di altri settori economici; - rivitalizzazione e sostegno della funzione commerciale dei centri storici e dei nuclei urbani centrali, nonché di quella dei piccoli comuni e dei comuni montani; - corretta distribuzione urbana delle attività commerciali.

Coerentemente con quanto previsto dalla legge, gli obiettivi e le azioni individuate, sono stati verificati in termini di sostenibilità ambientale, e si sono esplicitati i “limiti” e le “condizioni” perché tale sostenibilità assuma una chiara e condivisibile esplicitazione (vedasi in proposito il successivo Cap. 4) Funzionale alla dimostrazione di sostenibilità la legge ha previsto, nell’ambito della formazione del Documento di Piano, l’utilizzo dello strumento della Valutazione Ambientale Strategica (alla quale si rinvia tali aspetti), che ha il compito precipuo di valutare la congruità, dal punto di vista della sostenibilità ambientale, delle scelte operate rispetto agli obiettivi dichiarati, oltreché evidenziare le possibili sinergie con altri atti di pianificazione e programmazione, valutare le alternative individuate, gli impatti potenziali generati, le eventuali misure di mitigazione / compensazione ritenute necessarie e le coerenze paesaggistiche. Rispetto a quest’ultimo aspetto la Carta delle sensibilità paesaggistiche costituisce il riferimento per l’individuazione delle criticità e potenzialità locali del paesaggio nonché per l’individuazione delle opportunità di valorizzazione dello stesso in relazione alle previsioni di sviluppo e al governo delle dinamiche in atto.

2.3 LE DETERMINAZIONI DI PIANO

2.3.1 CONSIDERAZIONI GENERALI Il percorso sequenziale e logico introdotto dalla L. Regionale assegna al DdP contenuti propositivi, i un’ottica strategica, basata cioè sulla conoscenza dei fenomeni, sulla individuazione di chiari obiettivi ed assetti, nonché delle politiche e degli strumenti per il raggiungimento dei medesimi. Le previsioni di Piano sono di seguito declinate con riferimento alle seguenti tematiche: Definizione degli obiettivi quantitativi del PGT; Politiche d’intervento per i diversi sistemi funzionali: - Il sistema socio-economico - Il sistema produttivo: primario, secondario e terziario - Il sistema delle infrastrutture e della mobilità - Il sistema urbano - Il sistema dei servizi - Il sistema paesistico ambientale Recepimento delle eventuali previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale; Dimostrazione della compatibilità delle politiche d’intervento individuate, con le risorse economiche attivabili dall’Amm.ne Comunale; Definizione di eventuali criteri di compensazione, perequazione e di incentivazione;

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2.3.2 OBIETTIVI QUANTITATIVI DI SVILUPPO COMPLESSIVO DEL PGT (ART.8, COMMA 2, LETT. B) Nel definire le previsioni quantitative complessive del PGT, si è tenuto conto sostanzialmente dei seguenti aspetti: a) coerenza delle previsioni con i macro-obiettivi individuati (vedasi in proposito il precedente Cap. 3); b) utilizzo ottimale delle risorse territoriali, con particolare attenzione alle situazioni in atto e consolidate; c) uso prioritario delle aree urbane con potenzialità edificatorie residue, anche in un’ottica di riqualificazione ambientale dell’abitato; d) interventi di trasformazione già programmati/approvati e non ancora attuati; e) istanze evidenziate da parte della collettività locale e delle realtà socio-economiche presenti sul territorio; f) fattibilità degli interventi e coerenza dei medesimi rispetto al sistema delle infrastrutture esistenti e previste; g) sostenibilità rispetto al sistema dei servizi (attuale e in progetto) ed agli obiettivi qualitativi posti; h) compatibilità paesistico-ambientale delle scelte.

In base ai criteri di cui sopra, si sono definiti i seguenti limiti quantitativi di Piano: a. Capacità insediativa max. teorica: 3.318 abitanti ricavati come segue: ƒ abitanti residenti al 31.12.2007 = 2.433 ƒ incremento della potenzialità edificatoria relativa a parti del tessuto urbano consolidato caratterizzato da sottoutilizzo insediativo: mq. 356.187x5%x1:150 mc/ab. = ab. 128 ƒ interventi di trasformazione già programmati/approvati e in fase di attuazione: - PII Don Bosco – mc (39.075x70% + 4.050):150mc/ab. = 210 ab.2 - PII Cascina “La nuova” – mc 30.490:150 mc/ab. = 203 ab. - P.A. in atto – mc 10.182:150 mc/ab. = 68 ab.3 ƒ nuove aree di trasformazione residenziale: mq 19.015x0,8mc/mq:150mc/ab. = 101 ab. teorici ƒ incremento della potenzialità edificatoria negli ambiti di trasformazione per standard qualitativi: mq 19.015x0,8mc/mqx10%:150mc/ab. = 10 ab. teorici ƒ incremento della potenzialità edificatoria relativa a incentivi per riqualificazione centro storico: mq63.478x20%x2mc/mqx10%:150mc/ab. = 17 ab. teorici ƒ incremento della potenzialità edificatoria per interventi di recupero di nuclei agricoli dismessi: mc20.230+(20.230*10%)mc:150mc/ab. = 148 ab. teorici

Totale incrementi: 277 abitanti, pari al 8,22% degli attuali.

2 Solo una parte dell’incremento dovuto ai PII “Don Bosco” (70% del comparto 1) è programmato per il prossimo quinquennio (come previsto nella relativa convenzione). 3 La quantificazione indicata nel DdP depositato in data 23.09.2008 per il processo di Valutazione Ambientale Strategica è stata modificata in seguito alla conclusione di alcuni piani attuativi (in atto solo per la conclusione degli atti formali, al momento delle prime analisi) e le cui unità abitative risultano definitivamente occupate. Pertanto i relativi abitanti teorici risultano già compresi nel dato “abitanti residenti” .

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SUPERFICIE TERRITORIALE EDIFICABILITA' PREVISTA CAPACITA' INSEDIATIVA PARZIALE TOTALE Capacità edificatoria Volume V pro-capite Abitanti PREVISIONI DI DdP m 2 Localizzazione m 2 Indice m 3 m 3 /ab n ABITANTI RESIDENTI AL 31-12-2007 2.433

AMBITI PREVISTI DAL P.R.G. VIGENTE E RICONFERMATI 63.478 CAPOLUOGO 11.123 FRAZ. DIVISA NUCLEI STORICI 12.192 FRAZ. CALIGNAGO 109.013 Esistente Esistente ESISTENTE 9.691 MOLINO VECCHIO 12.529 C.NA BRUSADA 354.505 CAPOLUOGO TESSUTO URBANO CONSOLIDATO 384.145 Esistente Esistente ESISTENTE 29.640 FRAZ. DIVISA COMPLETAMENTO DEL TESSUTO URBANO 5% di 339.247 CAPOLUOGO 19.207 1,00 m3/m2 19.207 150 128 CONSOLIDATO (5% della St) 5% di 16.940 FRAZ. DIVISA 6.615 FRAZ. DIVISA PIANI ATTUATIVI IN ATTO 12.501 V convenzionato10.192 150 68 5.886 FRAZ. CALIGNAGO PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO IN ATTO 55.161 CAPOLUOGO 55.161 V convenzionato 61.893 150 413

NUOVI AMBITI PREVISTI

AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALI 19.015 FRAZ. DIVISA 19.015 0,80 15.212 150 101 ATR - INCREMENTO DELLA POTENZIALITA' 19.015 FRAZ. DIVISA 19.015 10% di V 1.521 150 10 EDIFICATORIA CONNESSA A STANDARD INCENTIVI PER RIQUALIFICAZIONE CENTRO 20% di 63.478 CAPOLUOGO 12.696 10% di V esistente 2.539 150 17 STORICO 4.508 C.NA REMONDO' 12.998 RECUPERO NUCLEI AGRICOLI DISMESSI2.173 FRAZ. CALIGNAGO 13.131 V esistente + 10% 3.111 150 148 6.450 MOLINO VECCHIO 6.145 CAPACITA INSEDIATIVA DI DdP 3.318 Tabella 16 Dimensionamento del DdP. b. Nuovi insediamenti produttivi: ƒ superficie territoriale: mq. 71.419 ƒ superficie lorda di pavimento mq. 28.568 c. Nuovi insediamenti commerciali/terziari: L’eventuale insediamento di nuove attività commerciali è previsto all’interno delle zone residenziali e/o produttive esistenti e/o negli ambiti di trasformazione. Non sono previste aree a destinazione specifica.

I dati dimensionali di cui sopra, oltre a rispondere a precise scelte dell’Amministrazione Comunale (contenere l’incremento demografico ed il consumo di suolo), sono coerenti con i criteri della pianificazione sovralocale (PTR e PTCP). L’incremento della popolazione teorica di Piano (n° 277 unità) proiettato nel quinquennio, è pari al 1,60 % annuo, decisamente compatibile con il trend degli ultimi dieci anni (+ 3,87% annuo). La crescita dei comuni contermini (se si esclude Pavia capoluogo) di fatto risulta superiore a quella prevista nel comune di Marcignago.

PREVISIONI DI DOCUMENTO DI PIANO

CAPACITA' EDIFICATORIA

DESTINAZIONE SUPERFICIE (mq) PREVISTAINCREMENTI TOTALE LOCALIZZAZIONE x trasferimento x opere x standard V - SLP V - SLP diritti aggiuntive qualitativi S1 7.103 Campo sportivo, capoluogo SERVIZI 15.192 S2 8.089 Cimitero ATR1 5.520 TRASFORMAZIONI RESIDENZIALI 19.015 15.212 15%2.282 10% 1.749 19.243 Fraz. Divisa ATR2 13.495

TRASFORMAZIONI PRODUTTIVE 71.419 ATP1 71.419 28.568 15% 4.285 5% 1.643 34.495 Fraz. Divisa

Tabella 17 Nuove superfici previste dal DdP.

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2.3.3 IL SISTEMA PRODUTTIVO 2.3.3.1 SETTORE PRIMARIO Macroobiettivi di riferimento: A – B

L’agricoltura è e resta per il territorio di Marcignago un’attività strategica, sia in senso economico che ambientale. Il raggiungimento degli obiettivi assegnati al Piano dipende in larga misura dalla capacità di attivare nuovi interessi e nuove politiche per questo settore, tese a riequilibrare le esigenze di competitività con quelle di conservazione e di valorizzazione del territorio e delle sue componenti paesistico – ambientali.

A questo proposito si richiamano i contenuti del nuovo P.S.R. che, in linea con le Politiche Agricole Comunitarie, pone un accento particolare sulla sinergia tra la competitività e la condizionalità, intendendo con questo termine il rispetto di precise norme ambientali, agronomiche e di gestione, e sulla qualità delle produzioni, e riconfigurarsi secondo la nuova Politica Agricola, la cui tendenza è quella di ridurre sempre di più gli aiuti diretti e non, ad un settore abituato a fare affidamento su di essi. Il nuovo P.S.R. ha il compito principalmente di accompagnare il sistema agricolo lombardo verso nuovi modelli di sviluppo, e quindi di incrementare la competitività del sistema produttivo agricolo per dare un ruolo ed un’identità alle aree rurali, affinché siano adeguatamente valorizzate, promuovendo tutela e valorizzazione dell’ambiente. Le linee strategiche del PSR, individuano delle priorità per ogni asse che declinate a scala locale si riassumono in: 1. Asse I Miglioramento della competitività del settore agricolo: rafforzare e sviluppare l’integrazione di filiera; razionalizzare l’uso della risorsa acqua; sviluppare e consolidare la filiera corta; 2. Asse II Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale: gestione dei nitrati in agricoltura; 3. Asse III Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale: pluriattività agricola (diversificazione orientata alla produzione di servizi di ricettività e turistici, produzione di bioenergie); sostegno generalizzato alle aree deboli; 4. Asse IV (Leader) conservazione e avviamento di attività rurali ed agroforestali storiche ed innovative il cui perno sia individuato nell’attività agricola.

Di fondamentale importanza per la definizione dello scenario di riferimento del PGT sono anche le future previsioni del PTCP in materia di aree agricole. Nell’adeguamento normativo del PTCP dovrà infatti essere introdotto un articolo specifico sul tema degli “Ambiti destinati all’attività agricola”, regolati dalla L.R. 12/05. All’interno di tali ambiti saranno stabiliti indirizzi e prescrizioni per indirizzare verso la multifunzionalità e la qualità della produzione agricola. Dal punto di vista quantitativo, le previsioni di Piano dovuta a nuove aree di trasformazione ed infrastrutture, incidono in modo limitato sulla superficie agricola, che passa dagli attuali 918,62 Ha a 910,01 HA con una riduzione del 0,95%

In relazione all’ubicazione ed alle caratteristiche intrinseche delle diverse aree, il territorio agricolo è articolato in sub ambiti con valenze e funzioni diverse. In particolare è prevista la seguente classificazione: a) Aree agricole di salvaguardia dell’abitato b) Aree agricole di interesse ambientale c) Aree agricole di rispetto degli insediamenti rurali di interesse storico-ambientale d) Aree agricole generiche

Le aree agricola di salvaguardia sono individuate nella Tavola delle Previsioni di Piano, e rappresentano il “filtro” fra la zona urbanizzata (comprese le future aree di trasformazione) ed il territorio agricolo produttivo. Questi ambiti, destinati anche a garantire corretti sviluppi futuri

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54 Comune di Marcignago dell’abitato, non potranno essere soggetti ad alcun tipo di edificazione, neanche di tipo agricolo, ma semplicemente allo svolgimento dell’attività produttiva.

Gli ambiti agricoli di interesse ambientale riguardano rispettivamente l’area posta a sud-ovest della s.p. n. 11, e l’area a nord della s.p. n. 173, caratterizzate da particolari connotazioni morfologiche e strutturali. (Per approfondimenti sulle caratteristiche delle aree e sulle strategie di valorizzazione ambientale si rinvia al paragrafo 3.2). In questi ambiti sono previste politiche di incentivo per il raggiungimento di standard qualitativi connessi alla produzione ed alle trasformazioni territoriali ad essa associate.

Le aree agricole di rispetto delle cascine storiche sono finalizzate alla tutela ed alla valorizzazione di alcuni insediamenti rurali (Cascina Brusada; Cascina Calignago; Mulino vecchio), sia dal punto di vista della loro relazione con il diretto contesto che della percezione rispetto alla viabilità ordinaria. Anche queste aree non potranno essere assoggettate ad alcun tipo di edificazione (neanche di tipo agricolo), ma semplicemente allo svolgimento dell’attività produttiva.

Le politiche di Piano, attraverso il Piano delle Regole, puntano ad incentivare una generale riqualificazione del territorio anche nelle zone agricole generiche, attraverso interventi di ricostruzione dell’equipaggiamento vegetale (siepi, filari, aree boscate) da attuarsi con adesione volontaria da parte dei proprietari e l’attribuzione di incentivi. Tali politiche dovranno trovare particolare applicazione nelle aree di interesse ambientale. Sono inoltre previste le seguenti regole/azioni: salvaguardia del reticolo idrico minore, del sistema irriguo e delle vegetazioni riparali, quali elementi di caratterizzazione del territorio rurale e di mantenimento dell’ecosistema (corridoi ecologici); salvaguardia del sistema della viabilità storica; incentivazione del recupero edilizio prioritario rispetto alla nuova edificazione; individuazione di criteri tipologici ed architettonici per la nuova edificazione individuazione di criteri per riconvertire ad altre funzioni le parti degli edifici agricoli (cascine) diffusi sul territorio e non più funzionali alla conduzione delle aziende. Incentivo di forme di riuso coerenti con il contesto agricolo (es. agriturismo, B&B ecc) e con gli “oggetti” edilizi da riconvertire. Per la promozione di un’agricoltura di qualità il PGT prevede: la salvaguarda della destinazione agricola dei suoli e delle strutture edificate connesse alla loro conduzione; la possibilità di creare funzioni di ospitalità (agriturismo) e commerciali nelle cascine o nelle parti di esse da riqualificare (quelle non più direttamente funzionali alla produzione agricola) associata alla commercializzazione dei prodotti agricoli; L’aumento delle dotazioni arboree ed arbustive lungo i bordi degli appezzamenti e le sponde del reticolo idrico; La riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari, fertilizzanti, e riduzione degli spandimenti; L’incentivo delle pratiche agricole con minor impatto ambientale.

2.3.3.2 SETTORE SECONDARIO Macroobiettivo di riferimento: A

L’attività secondaria (industriale ed assimilabile), ha assunto una dimensione significativa (anche dal punto di vista occupazionale) con la realizzazione del nuovo insediamento in località Divisa (a partire dagli anni 2000). Prima di tale intervento non esisteva un comparto produttivo secondario in comune di Marcignago (territorio prettamente agricolo). Le uniche attività extra agricole erano incentrate sull’artigianato di servizio, sul commercio di vicinato e sul terziario (servizi e pubblica amm.ne). Oggi il polo produttivo della fraz. Divisa è praticamente saturo, con imprese non particolarmente impattanti, e si ravvisa l’esigenza di un suo potenziamento per far fronte a nuove richieste insediative, ponendosi di fatto come obiettivo importante e strategico del PGT. Si tratta di consolidare una realtà che, per collocazione, accessibilità e grado di infrastrutturazione, bene si presta ad uno sviluppo in tal senso. Tali prerogative si pongono peraltro in coerenza con i criteri insediativi di cui al vigente PTCP, Art. 22 comma 24.a) e 28 comma 3.

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La modalità di attribuzione degli incentivi sarà definita nel Piano delle Regole, che potrà altresì prevedere ulteriori incentivi (max.5%) da riferire alla qualità architettonica degli interventi ed alle misure di mitigazione previste.

Dal punto di vista quantitativo le nuove aree produttive per le attività secondarie sono così sintetizzabili:

PRODUTTIVO 71.419 P1 TOTALE 71.419

DIMENSIONAMENTO PRODUTTIVO

SUPERFICIE SUPERFICIE TERRITORIALE TERRITORIALE TATOLE INCREMENTO ESISTENTE PREVISTA SCENARIO DI PROGETTO m2 m2 m2 % AMBITI PRODUTTIVI 98.000 71.419 169.419 73%

Per le previsioni insediative (indici e parametri) e per le modalità d’intervento relative a quest’ultime, ivi compresi i criteri di perequazione e gli interventi di mitigazione, si rinvia al paragrafo sugli “Ambiti di trasformazione”.

Per entità e tipologia degli insediamenti previsti, la previsione di Piano assume rilevanza sovraccomunale, e sarà soggetta alle procedure di concertazione secondo quanto previsto dal vigente PTCP – Art. 19. Delle N.T.A.

2.3.3.3 SETTORE TERZIARIO Macroobiettivi di riferimento: A – B

Gli obiettivi strategici per il settore commerciale individuati dal DdP si inquadrano nel più ampio scenario e negli obiettivi generali dettati dal PTSSC 2006-2008, e possono essere cosi riassunti: Razionalizzare e qualificare il servizio commerciale, sia sostenendo il commercio di prossimità (U. di vicinato) che incentivando nuove forme insediative, con elevato standard qualitativo (progetto) e prestazionale; Favorire una presenza equilibrata del servizio commerciale sul territorio; favorire accordi di filiera per la promozione e la vendita di prodotti locali; favorire positive ricadute occupazionali sul piano qualitativo e quantitativo favorire operazioni di marketing e di animazione territoriale.

Le analisi allegate al PGT e gli studi specifici finalizzati alla redazione del Piano comunale del Commercio hanno evidenziato una sostanziale “gracilità” della struttura distributiva comunale nella sua attuale configurazione, che non soddisfa pienamente la richiesta di mercato generata dai consumatori residenti, che evadono verso i poli commerciali presenti nell’area (primo tra tutti, Pavia) per completare i propri acquisti. D’altro canto gli stessi studi hanno mostrato uno scenario aperto a nuovi sviluppi del settore (vedasi in proposito l’analisi allegata al DdP). In particolare hanno evidenziato l’opportunità di un incremento dell’offerta sia nel settore alimentare che non (seppure contenuta e razionalmente inserita nel tessuto socioeconomico esistente).

In ragione della situazione sopra esposta, e coerentemente con i criteri indicati dal “Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006-2008” il DdP articola le proprie politiche per il settore commerciale in due filoni strategici:

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56 Comune di Marcignago a) sostegno alle attività commerciali e paracommerciali “attualmente presenti sul territorio, con particolare attenzione a quelle “di vicinato” che costituiscono un determinante fattore di caratterizzazione e di animazione per il tessuto urbano consolidato (area del centro storico soprattutto); b) incremento dell’offerta con possibilità di realizzare medie strutture di vendita (limitando quelle del settore alimentare ad una sola unità), da insediare Le due linee strategiche dovranno avere un percorso parallelo e sinergico, onde evitare ricadute negative sul sistema economicamente più fragile.

Non sono previste nuove aree a destinazione specifica. Le eventuali nuove unità commerciali di media distribuzione potranno pertanto essere insediate sia in ambito urbano (LSP max. 600 mq) che nelle aree di trasformazione con altra destinazione prevalente (compresa l’area produttiva in località Divisa) secondo i criteri meglio esplicitati nel successivo paragrafo relativo agli “Ambiti di trasformazione” e nel Piano delle regole.

I vantaggi derivanti dalla posizione (rispetto a Milano ed ai centri di eccellenza del capoluogo Provinciale), non escludono (anzi favoriscono) lo sviluppo di sinergie rispetto a queste potenzialità che potranno determinare interesse per l’insediamento di funzioni quali: alloggi per studenti, attività ricettive (a servizio di Pavia e Milano) altre destinazioni complementari (ludiche e ricreative). Allo stato attuale il Piano non prevede aree specifiche per queste funzioni che potranno pertanto insediarsi in ambito urbano o nelle aree di trasformazione residenziale trattandosi di funzioni compatibili. Un’eventuale struttura ricettiva potrebbe trovare collocazione nella località Divisa (posizione strategica sia rispetto a Pavia che al raccordo autostradale). La localizzazione all’esterno delle aree di trasformazione attualmente previste potrà essere valutata attraverso strumenti di programmazione negoziata (in variante al Piano).

2.3.4 IL SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ Macroobiettivi di riferimento: A – B

Come si è evidenziato nella sintesi valutativa, una delle criticità del sistema territoriale di Marcignago è rappresentata dal sistema della mobilità e delle connessioni, specie di quelle extraurbane. La problematica viene affrontata nell’ambito del DdP a due differenti livelli, cui corrispondono altrettanti obiettivi specifici: a) migliorare le caratteristiche della viabilità urbana esistente, compatibilmente con lo stato di fatto dell’edificazione. In alcuni casi si tratta di adeguare la sezione stradale, in altri di razionalizzare le connessioni fra parti dell’aggregato urbano. Il Documento di piano individua le criticità demandando al piano delle regole la verifica puntuale di fattibilità delle azioni previste. In particolare sono individuati i seguenti punti di verifica ed approfondimento: a1) urbanizzato del capoluogo: - strada vicinale “Della Gatta” (il miglioramento in corrispondenza della “Cascina Nuova è già previsto nell’ambito del PII approvato); - collegamento di strada “Della Gatta” con Vicolo Re, attraverso la nuova strada prevista nel PII della Cascina Nuova; - collegamento di via A. Moro con Via Borgo a ridosso della Cascina Capelli. b) alleggerire il traffico veicolare all’interno dell’abitato, con particolare riferimento alla frazione Divisa, per la quale il PGT prevede la realizzazione di una variante di tracciato da attuarsi anche nell’ambito delle previsioni insediative individuate dal Piano; c) migliorare le connessioni extraurbane (adeguamento della sezione) con particolare riferimento ai seguenti tratti: c1) s.p. n. 22 dall’abitato del capoluogo alla Cascina Brusada; c2) s.p. n. 174 completamento dell’intervento già realizzato, fino al confine comunale. Ambedue le previsioni sono di competenza della Provincia di Pavia con la quale si dovranno concertare sia la programmazione che l’attuazione degli interventi, da estendersi auspicabilmente anche nei tratti esterni al territorio comunale sia verso Pavia città che verso la s.p. ex s.s. n. 526 “Bereguardina”.

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Il sistema di parcheggi non presenta particolari criticità. Gli interventi attuati negli ultimi anni all’interno dell’abitato (PdR C.na Podere; PII Cascina La Nuova; sistemazione P.zza F.lli Cervi) hanno contribuito a migliorare notevolmente la dotazione nel centro storico. Unico settore dell’aggregato urbano sottodimensionato dal punto di vista del parcheggio risulta essere quello che si sviluppa da via Nenni a via A. Moro, ove è presente un'unica area di sosta (all’estremità’ di via Don Minzioni). Il Piano delle Regole opererà gli opportuni approfondimenti per verificare la fattibilità di soluzioni integrative. Il Piano delle Regole dovrà altresì garantire adeguate dotazioni connesse ai diversi interventi edilizi, con particolare riguardo a quelli che prevedono significative trasformazioni nel tessuto edilizio e nelle destinazioni d’uso (ad es. eventuali strutture commerciali e/o terziarie in genere). Analogamente saranno previste adeguate superfici di parcheggio negli ambiti di trasformazione esterni all’abitato consolidato, rapportate all’entità dell’intervento ed alla destinazione d’uso prevista (vedasi il Piano dei Servizi).

A completamento del sistema della mobilità veicolare urbana ed extraurbana, sono previsti percorsi ciclabili da affiancare alla viabilità ordinaria negli ambiti di trasformazione e, ove possibile, all’interno dell’abitato consolidato. In particolare è prevista la realizzazione di un nuovo percorso che collegherà la frazione Divisa con il capoluogo. Anche questa previsione, nella parte esterna agli abitati, dovrà essere concertata con L’Amm.ne Provinciale e con i relativi programmi di investimento sulla viabilità ordinaria di cui si e’ detto in precedenza. Il collegamento ciclopedonale della Frazione Divisa con il capoluogo assume carattere qualificante delle politiche di piano e dei suoi obiettivi di qualità, tenendo conto della crescente vocazione residenziale che questo borgo va assumendo e della dislocazione dei servizi (concentrati nel capoluogo).

Per quanto concerne le infrastrutture di rete (servizi canalizzati e linee tecnologiche), è previsto il potenziamento e l’estensione di ciò che esiste, con tempi e modalità attuative direttamente connesse agli sviluppi edificatori individuati dal PGT. Per quanto riguarda il sistema fognario e di depurazione, anche alla luce delle sue caratteristiche tipologiche e prestazionali rispetto alla crescita urbanistica degli ultimi anni, è previsto il collettamento dell’intero comune agli impianti del Capoluogo provinciale (vedasi in proposito il documento inviato ad ASM Pavia in data 25.11.04 – prot. 5915). In ogni caso, attraverso gli strumenti operativi del PGT (PdR e PdS), dovrà essere garantita per ogni nuovo insediamento, la realizzazione di adeguate opere di urbanizzazione, o la loro previsione nei programmi degli Enti competenti. Per quanto riguarda in particolare i nuovi insediamenti produttivi previsti in località Divisa (non collegata all’impianto di depurazione comunale), in assenza del collettamento al sistema depurativo di Pavia (di cui sopra), dovrà essere adottato un efficiente sistema di depurazione, con recapito finale delle acque reflue in corso d’acqua superficiale avente portata sufficiente a garantire un’adeguata diluizione delle stesse.

2.3.5 IL SISTEMA URBANO Macroobiettivi di riferimento: A – B

Le determinazioni del DdP rispetto al sistema urbano, tendono a configurare un disegno organico dello stesso, qualificato dal punto di vista funzionale ed ambientale, con una corretta integrazione fra il vecchio nucleo, le restanti parti del tessuto urbano consolidato, e gli ambiti di trasformazione previsti. Le azioni di Piano sono declinate: a) su base territoriale (rispetto ad ambiti definiti) b) su base prestazionale (trasversale a tutti gli ambiti territoriali). Ambedue le linee di azione puntano alla promozione di una nuova qualità dell’abitare. a1) Azioni relative all’ambito di antica formazione - Centro storico

In linea con i criteri indicati dalla Legge 12/2005 e dal vigente PTCP (Art. 32 comma 67-68), Sulla base di verifiche in loco e documentali, si e’ rettificata la delimitazione derivante dalla cartografia IGM – 1^ levata, escludendo le aree ormai compromesse o interessate da edificazioni recenti (quindi ormai prive di interesse storico – ambientale), quando periferiche ai nuclei stessi. Oltre a quello del capoluogo, e’ stato individuata e perimetrata la parte storica della frazione Divisa. I nuclei rurali di origine storica sono trattati in apposito paragrafo riguardante le aree agricole.

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Negli agglomerati cosi definiti saranno applicate (attraverso il PdR) specifiche modalità di intervento sia sugli edifici che sugli spazi aperti (pubblici e privati) tenuto conto delle analisi storiche, morfologiche, tipologiche e sullo stato di conservazione condotte. Obiettivi da perseguire sono: la conservazione dei contenuti di riconoscibile rilevanza storico - ambientale (spazi pubblici quali piazze, vie storiche ecc.; edifici, parchi e giardini, sia pubblici che privati, di rilevanza storico- ambientale, altri elementi di particolare interesse storico – tipologico); il controllo delle trasformazioni, al fine di tutelare i caratteri connotativi del centro storico, in particolare quelli che prospettano sugli spazi pubblici e/o aperti; la riqualificazione delle parti di agglomerato soggette a particolare degrado fisico ed ambientale, anche mediante incentivazione volumetrica e/o economica (abbattimento sugli oneri di urbanizzazione). I comparti oggetto di incentivo volumetrico sono individuati puntualmente nella tavola delle modalità d’intervento (PdR). In questi comparti il PdR potrà prevedere alternativamente: a) un incremento della capacità edificatoria non superiore al 10% della volumetria esistente, da utilizzare all’interno del comparto stesso; b) un diritto volumetrico non superiore al 15% dell’esistente, da trasferire in ambiti di intervento esterni al centro storico. In ambedue i casi l’incentivo è subordinato all’attuazione dell’intervento di recupero sulla singola unità edilizia o sull’intera unità urbanistica in base a quanto stabilito dal PdR. Gli incentivi economici (riduzione o esenzione degli oneri) e quelli volumetrici non sono comunque cumulabili.

Particolare forme di incentivazione saranno rivolte agli esercizi di vicinato presenti nel contesto storico o alle nuove attività che si andranno ad insediare, per la funzione sociale che le stesse svolgono. a2) Azioni relative all’abitato consolidato L’abitato consolidato presenta aspetti funzionali, morfologici ed ambientali diversificati, con necessità quindi di prevedere altrettante linee di azione la cui attuazione e’ demandata al PdR.

Dal punto di vista funzionale, il DdP conferma le destinazioni prevalenti attualmente in atto sia per gli ambiti residenziali che per quelli produttivi e/o commerciali. Il Piano delle Regole andrà a specificare per ogni ambito le destinazioni d’uso non ammesse (intendendosi ammesse quelle non esplicitamente escluse).

Dal punto di vista morfologico sono previste azioni diversificate in base alle caratteristiche delle diverse parti urbane, azioni che ricercano comunque la coerenza con il contesto di riferimento. Gli indici ed i parametri delle diverse zone saranno quindi definiti in sede di PdR, avendo riguardo a quanto sopra riportato. Gli obiettivi da perseguire in questi ambiti sono i seguenti: compattazione delle frange e degli spazi interclusi (vuoti urbani); razionalizzazione e qualificazione degli spazi pubblici e degli affacci su detti spazi; soddisfacimento di specifiche esigenze espresse dalla collettività locale; qualità progettuale (tipologica ed architettonica)

Gli obiettivi di cui sopra sono da perseguire anche negli interventi che interesseranno i lotti liberi interni all’abitato. Tali interventi, quando la dimensione e/o la necessità di definire preventivamente un corretto assetto urbanistico e/o un adeguata contestualizzazione rispetto all’intorno, saranno assoggettati a piano attuativo o a progetto planivolumetrico convenzionato. Sia nel capoluogo che nella frazione Divisa, sono presenti alcune realtà agricole tuttora attive. Non essendo prevista la delocalizzazione di tali realtà (anche per non aumentare ulteriormente il dimensionamento di Piano), le stesse sono soggette a specifica regolamentazione nel Piano delle Regole al fine di controllare e razionalizzare eventuali fattori di criticità con le vicine aree residenziali. Eventuali dismissioni dovute a trasferimento delle attività in argomento, potranno dare luogo a trasformazioni urbanistiche ed edilizie attraverso varianti al PGT (anche mediante strumenti di programmazione negoziata), ferme restando tutte le valutazioni politiche e l’iter procedurale previsto dalla vigente normativa.

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Per i piani attuativi in corso (o comunque già convenzionati) restano valide le previsioni approvate e convenzionate. a3) Ambiti di trasformazione Come già evidenziato nel paragrafo relativo al “Dimensionamento del Piano”, è frutto di una precisa scelta di governo del territorio contenere le espansioni (in particolare di quelle residenziali), per limitare il consumo di suolo, e per salvaguardare un certo equilibrio socioeconomico e ciò che residua dell’identità territoriale e culturale di Marcignago. D’altro canto non si può trascurare l’entità di alcuni interventi programmati e non ancora realizzati (PII Don Bosco e Cascina La Nuova) che già di per sé comporteranno un incremento insediativo pari a 413 abitanti programmati per il periodo 2006-2013 e ulteriori 78 abitanti solo dopo il 2013. Gli unici ambiti di trasformazione individuati dal DdP (vedasi Tav. C1 Progetto: Previsioni di Piano), sono localizzati nella frazione Divisa, e rispondono a specifiche istanze ma anche a criteri di razionalità urbana e di compatibilità paesistica.

Le indicazioni grafiche riportate sulla Tavola delle Previsioni di Piano non hanno valore conformativo, e non producono effetti diretti sul regime giuridico delle aree.

Gli ambiti di trasformazione sono suddivisi in base alla loro vocazione prevalente, rispettivamente in: a) Ambiti a destinazione prevalentemente residenziale b) “ “ “ produttiva

Le nuove aree residenziali oltre a soddisfare le richieste pervenute, risponde ai seguenti criteri: Coerenza morfologica e funzionale con gli ambiti limitrofi; Compatibilità con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed ambientali delle aree interessate; Compatibilità con l’assetto dei servizi e delle infrastrutture esistenti e/o programmate.

I Piani attuativi vigenti (approvati e convenzionati) sono esclusi dagli ambiti di trasformazione e sono regolati direttamente dall’atto convenzionale e dalle norme del PRG vigente cui fanno riferimento.

Le nuove aree produttive sono allocate in adiacenza alla zona industriale esistente (lato nord). L’ambito di trasformazione P1, per una superficie complessiva di mq. 71.419, completa di fatto l’insediamento già in essere, ed è ben servito da servizi e viabilità. Il comparto avrà accesso direttamente dalla via Einaudi per Mulino Vecchio e/o dalla realizzanda variante alla s.p. n. 11 con innesto sulla esistente rotatoria (opera a carico dei lottizzanti). Nell’individuazione dei requisiti per l’insediamento nei suddetti ambiti, saranno privilegiate le aziende che aderiranno a strumenti di gestione ambientale volontaria (es. ISO 14001 o EMAS). Come esplicitato nelle “schede d’ambito” allegate in calce al presente documento, nelle aree produttive sono ammesse anche attività commerciali di media struttura sia alimentare (max. 1500 mq. per l’intero Comune) sia non alimentare.

Per quanto riguarda i limiti quantitativi di ogni ambito, le relative vocazioni funzionali, l’impostazione tipo-morfologica le eventuali esigenze specifiche di dotazioni infrastrutturale, si rimanda alle Schede d’Ambito allegate in calce alla presente – ALL. “A”. Dette schede riportano altresì i criteri per: individuare la tipologia dello strumento attuativo adeguata per connettere direttamente l’intervento con l’azione di sviluppo prevista; assicurare l’ottenimento, in fase realizzativa, di corretto inserimento ambientale e paesaggistico ed elevata qualità progettuale; il rispetto di specifici vincoli ovvero la tutela di aspetti ambientali, paesaggistici, storico monumentali, ecologici, geologici, idrogeologici e sismici, qualora la documentazione conoscitiva segnali situazioni di diretta interferenza o comunque le analisi di contesto evidenzino la necessità di sviluppare particolari attenzioni. incentivi per standard qualitativi legati al risparmio energetico degli edifici ed alla riduzione delle loro emissioni; b) Azioni di Piano su base prestazionale

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Il PGT attraverso il Piano delle Regole, punta a conseguire un adeguato livello qualitativo sia dal punto di vista urbanistico (attraverso i piani attuativi) sia dal punto di vista architettonico e paesistico, attraverso lo studio delle tipologie e dei materiali, e con il controllo paesistico dei progetti. E’ inoltre prevista una griglia di selezione rispetto ai contenuti energetici dei nuovi interventi prevedendo elementi di valutazione legati al risparmio energetico degli edifici ed alla riduzione delle loro emissioni (criteri da definire con apposito regolamento che il Comune approverà entro sei mesi dall’entrata in vigore del PGT). La normativa di Piano terrà conto delle esigenze di qualità disciplinando ed incentivando, fra l’altro, i seguenti aspetti: Dotazioni minime di superfici alberate in tutte le nuove edificazioni, per favorire azioni di “filtro” rispetto alle aree a diversa destinazione e/o alla viabilità, e creare corridoi ecologici anche in ambito urbano; Adozione di misure di risparmio energetico nelle nuove edificazioni e nelle ristrutturazioni, in linea con le vigenti disposizioni nazionali e Regionali; Adozione di soluzioni impiantistiche innovative, anche con l’utilizzo di fonti energetiche alternative; Adozione di misure di risparmio idrico; Adozione di idonee soluzioni drenanti nelle pavimentazioni dei parcheggi a raso, oltre ad un’adeguata dotazione arboreo-arbustiva;

2.3.6 IL SISTEMA DEI SERVIZI Macroobiettivo di riferimento: A

Come evidenziato nel quadro conoscitivo l’attuale sistema dei servizi risulta sufficientemente dotato in relazione alla domanda locale e, per talune funzioni (scuola e assistenza agli anziani) anche per far fronte ad un’utenza proveniente dai comuni limitrofi. L’offerta risulta idonea a soddisfare anche la richiesta dei nuovi insediamenti programmati e/o in corso di attuazione (PII), tenuto conto naturalmente delle strutture in fase realizzativa da parte del Comune (nuovo plesso scolastico).

Gli obiettivi da perseguire per questo settore di intervento si possono riassumere come segue: a) completamento del nuovo plesso scolastico b) razionalizzazione e adeguamento funzionale dei servizi esistenti, in modo da creare sinergie gestionali anche con gli operatori privati e/o con gli enti istituzionalmente competenti ed ottimizzare la fruizione da parte dei residenti; c) dotazione di adeguati servizi di quartiere nei nuovi insediamenti previsti (parcheggi e verde attrezzato).

Le strutture scolastiche in corso di realizzazione riguardano la scuola per l’infanzia e la primaria, oltre ad una palestra di caratteristiche tali da poter essere utilizzata non solo dall’utenza scolastica ma dall’intera collettività. I programmi dell’Amm.ne prevedono, compatibilmente con il reperimento delle necessarie risorse,il completamento del plesso scolastico con la costruzione di una nuova scuola media e definitiva sistemazione degli spazi esterni con aree a verde e attrezzature sportive all’aperto (opere già indicate nel progetto preliminare approvato).

Il trasferimento della scuola primaria dall’attuale sede (l’edificio che ospita attualmente la scuola per l’infanzia e’ stato alienato), consentirà di liberare spazi a vantaggio della scuola secondaria, garantendo alla stessa maggiori standard strutturali e qualitativi, in attesa di attuare le previsioni di ricollocazione nel nuovo polo. In seguito alla conclusione del nuovo polo scolastico si prevede di adeguare l’attuale edificio della mensa scolastica a struttura destinata a micro-nido, mentre per l’edificio attualmente adibito a palestra scolastica, è prevista la ristrutturazione per la realizzazione di un “centro civico” e di aggregazione, della quale si sente l’esigenza in paese. Una realtà che ha un ruolo fondamentale nella vita sociale della comunità è quella data dalla presenza di strutture parrocchiali: ricreative, sportive e di aggregazione. Per il valore sociale, storico e culturale che esse rappresentano e per il positivo impatto sulla realtà locale, l’Amministrazione comunale ha stipulato una convenzione per la realizzazione e l’utilizzo di una tensostruttura nell’ambito dell’Oratorio per la pallavolo tuttora funzionante. Appartiene a questa realtà anche

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61 Comune di Marcignago l’impianto sportivo (campo di calcio) a nord dell’abitato, in adiacenza al quale è stata individuata un’area da destinare ad eventuali futuri ampliamenti. Anche attraverso i più recenti strumenti normativi nazionali e regionali in materia è opportuno ed utile che quelle strutture e quegli ambienti vengano valorizzati con la collaborazione del Comune.

Al Piano dei Servizi è comunque demandata l’analisi più approfondita delle strutture esistenti e più in generale dell’offerta attualmente presente sul territorio, verificandone l’adeguatezza anche in base al nuovo dimensionamento del PGT. Indicherà altresì le eventuali integrazioni necessarie, sulla base delle risultanze dell’analisi quantitativa e qualitativa che definisce la risposta alle esigenze dei cittadini in termini di soddisfazione della domanda e di qualità della risposta.

Sotto il profilo quantitativo il Piano prevede la seguente dotazione di aree destinate a nuovi servizi:

SERVIZI 7.103 S1 AREA PER AMPLIAMENTO CENTRO SPORTIVO SERVIZI 8.089 S2 AREA PARCO ATTREZZATO TOTALE 15.192

La tabella che segue riporta la situazione pro-capite (mq/ab.) allo stato attuale e prevista dal Piano calcolata sulla base della capacità insediativa del DdP (3.677 abitanti).

DOTAZIONE DI AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI

STATO DI FATTO PREVISIONI DI DdP AMBITO m 2 m 2 /ab. m 2 m 2 /ab. CAPOLUOGO 92.686,26 107.878,26 DIVISA 21.740,68 21.740,68 TOTALE 114.426,94 31,42 129.618,94 35,59 Tabella 18 Dotazione di aree e attrezzature per servizi di DdP.

Le suddette quantità saranno integrate con le aree da reperire nei nuovi ambiti di trasformazione, sulla base dei criteri localizzativi, tipologici e quantitativi definiti dal Piano dei servizi.

2.3.7 IL SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE Macroobiettivi di riferimento: B

Lo scenario paesistico definito nel precedente Par. 3, evidenzia risorse e potenzialità che, in una visione di sviluppo sempre più attuale e condivisa, quella dello sviluppo “sostenibile” appunto, rappresentano opportunità significative per il territorio di Marcignago, comunque coerenti con gli obiettivi strategici individuati. Tali macroobiettivi, alla luce degli approfondimenti conoscitivi e delle valutazioni effettuate, vengono declinati nelle seguenti politiche e azioni: a) tutela degli elementi e/o dei sistemi di particolare interesse paesistico-ambientale. b) controllo paesistico delle trasformazioni c) progetti di valorizzazione e di fruizione del paesaggio d) riqualificazione paesistica di ambiti degradati

Sono considerati di particolare interesse paesistico-ambientale, per le loro caratteristiche intrinseche, la complessità degli ecosistemi, la rilevanza e/o integrità delle loro componenti, ecc., i seguenti elementi/sistemi (vedasi Tav. B2 Sintesi valutativa – Aspetti paesistico ambientali): L’area boschiva a ridosso della Roggia Mischia - confine nord del Comune. Tale area rappresenta la frangia meridionale di un ambito più esteso che si sviluppa in comune di Battuta, individuato nel vigente PTCP quale “Area di elevato contenuto naturalistico” per la quale trovano applicazione le norme prescrittive di tutela di cui all’Art. 34 delle NTA del PTCP stesso. i corsi d’acqua naturali e/o naturalizzati con funzione di connessione ecologica (Roggia Mischia, Roggia Cantana, Roggia Vecchia e Roggia Marzo). Questi elementi lineari, allo stato attuale poco valorizzati e impoveriti nei loro contenuti paesistici (vegetazione spondale ecc.), rivestono una

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primaria importanza per la caratterizzazione del paesaggio agrario e per la loro funzionalità ala rete ecologica locale. il sistema insediativo storico, cosi come evidenziato nella Tav. A4 Quadro conoscitivo – Struttura storico insediativa (nuclei storici, cascine, viabilità storica, edifici di particolare valenza storico- tipologica).

Rispetto a questi elementi/sistemi, anche in relazione alle previsioni degli strumenti sovraordinati (PTPR e PTCP), il DdP propone azioni di conservazione e di valorizzazione, demandando al PdR la regolamentazione. Altri elementi costitutivi sono evidenziati nella “Carta del Paesaggio”; la relativa regolamentazione sarà affrontata sempre nell’ambito del PdR.

Il controllo paesistico delle trasformazioni, dovrà interessare l’intero territorio comunale e sarà attuato attraverso la “valutazione paesistica dei progetti” come previsto dal vigente PTCP – Art. 37 NTA e secondo i criteri di cui alla DGR n. 7/II045 dell’8.11.2002. A tale scopo e’ stata elaborata la “Carta della sensibilità paesistica” – Tav. B3, che suddivide l’intero territorio in ambiti aventi differenti peculiarità, integrità, valenza percettiva o sociale, e che rappresenta il riferimento per qualsiasi trasformazione fisica dei luoghi (vedasi in proposito il precedente Par. 2) Tale classificazione, vincolante ai fini del percorso di valutazione dell’impatto paesistico, costituisce, da un lato, un importante supporto alla fase progettuale, fornendo agli operatori del settore informazioni oggettive e riscontrabili sui diversi ambiti paesistici e sugli elementi che li connotano, evitando così dispendiose quanto improbabili e comunque soggettive ricerche a supporto del progetto stesso, dall’altro, uno strumento essenziale e altrettanto oggettivo di valutazione per i settori comunali preposti al controllo della documentazione dimostrativa del livello di impatto.

Il criterio generale che sottende la valutazione paesistica, è quello di una corretta contestualizzazione dell’intervento, avvalendosi dei riferimenti conoscitivi e delle valutazioni già effettuate in sede di PGT (Carta del Paesaggio), integrate da ulteriori analisi che la scala progettuale rende più appropriate e coerenti. Un’attenzione particolare è riservata agli ambiti di trasformazione, la cui valutazione in chiave paesistica dovrà avvenire già in sede di piano attuativo (specie per l’ambito produttivo in fraz. Divisa), secondo specifici indirizzi che sono esplicitati nelle schede d’ambito riportate in calce al presente documento.

Per quanto concerne la valorizzazione e la fruizione del paesaggio, il DdP individua azioni e progetti da porre in atto, anche in un’ottica di promozione turistica del territorio, in collaborazione con i competenti Enti istituzionali e/o con soggetti privati attraverso forme di programmazione negoziata. In particolare si prevedono le seguenti azioni di Piano: promozione di una nuova qualità ambientale connessa sia all’attività agricola che ai nuovi interventi di trasformazione territoriale. In particolare saranno definiti ed incentivati attraverso il Piano delle regole, interventi sulle aree agricole per la ricostituzione o l’integrazione degli equipaggiamenti vegetali (siepi, filari di alberi) lungo i perimetri dei campi, le strade campestri, i corsi d’acqua naturali ed artificiali. Tale azione avrà applicazione prioritaria: a) nelle aree definite di “interesse ambientale” e più precisamente: - area posta a nord della s.p. n. 173, fino al confine con il territorio di Battuta; - area posta a sud/sud-ovest della strada provinciale n. 11, per le sue caratteristiche intrinseche e anche in relazione alla sua posizione in adiacenza al Parco del Ticino. b) nelle aree agricole di salvaguardia delle cascine; c) lungo i corsi d’acqua individuati come elementi di connessione ecologica.

In ambito urbano, il PdR dovrà prevedere specifica regolamentazione per la dotazione vegetazionale nei nuovi interventi, al fine di migliorarne la qualità ambientale e di favorire connessioni ecologiche fra le diverse parti del territorio. valorizzazione dell’edilizia rurale dismessa, favorendone il recupero con destinazioni d’uso compatibili (residenza; ricettività agrituristica e di Bred&Brekfast …) nel rispetto dei caratteri architettonici, tipologici ed ambientali degli edifici interessati. Tale azione riguarderà in particolare i seguenti compendi:

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- Cascina Remondò; - La Cassinetta; - Il Vecchio Mulino; - Fraz. Calignago. Altri eventuali edifici non più funzionali all’attività agricola. promozione di un sistema di percorsi di fruizione paesistica, finalizzato alla messa in rete dei diversi sistemi urbani, agricoli, ambientali, presenti sul territorio. Il sistema sarà costituito dal nuovo percorso ciclopedonale che connetterà il Capoluogo alla fraz. Divisa, e da una serie di strade campestri per le quali e’ previsto un programma di miglioramento/adeguamento e di segnaletica specifica. Il sistema dei percorsi dovrà trovare continuità in ambito urbano, con nuovi tracciati protetti da affiancarsi alla viabilità ordinaria negli ambiti di trasformazione e anche, ove possibile all’interno dell’abitato consolidato.

Rispetto ad alcune situazioni che rappresentano fattori di criticità paesistica (ad es. edifici accessori antistanti la Cascina Brusada; edificio produttivo posto in adiacenza alla cascina Mulino Vecchio), il DdP individua interventi di reinserimento ambientale e di mitigazione da attuare mediante specifici incentivi previsti nel Piano delle Regole.

2.3.8 VERIFICA DELLE ESTERNALITÀ E DELLA SOVRACOMUNALITÀ DELLE PREVISIONI

Alla luce delle definizioni introdotte dalla pianificazione provinciale, sono da considerarsi di “Rilevanza sovracomunale” e quindi soggette a “concertazione” (Artt. 17-18-19 NTA PTCP), le seguenti previsioni: Localizzazione di nuove aree produttive in località Divisa (> a mq. 20.000 di slp.) Nessun’altra previsione di Piano assume valenza sovracomunale da concertare con gli enti territoriali confinanti.

2.3.8.1 DIMOSTRAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ DELLE POLITICHE DI INTERVENTO INDIVIDUATE CON LE RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Le previsioni del DdP vanno riferite ad un arco temporale di medio periodo (non inferiore a cinque anni). Anche le ricadute economiche di dette previsioni sul bilancio pubblico vanno pertanto diluite in questo senso. In linea generale, e dalle verifiche effettuate anche sui recenti bilanci comunali, si può senz’altro ritenere che gli interventi migliorativi sui servizi e sulle infrastrutture esistenti (intesi a risolvere talune criticità evidenziate) sono compatibili con le risorse attivabili.

Per quanto concerne invece le nuove previsioni (estensione rete viaria e relativi servizi, nuove aree attrezzate, parcheggi, ampliamento dei servizi ecc.), si considera irrinunciabile l’apporto dei privati e l’attuazione quindi di dette previsioni nell’ambito delle nuove trasformazioni di PGT (sia come opere interne agli ambiti che come standard qualitativi esterni agli ambiti stessi.)

Tuttavia le previsioni del PGT, se completamente attuate, prevedono l’attivazione di svariate risorse economiche derivanti dal rilascio del titolo abilitativo a costruire, sia per l’edilizia residenziale che per l’edilizia produttiva. Di seguito si fornisce una stima convenzionale distinta per tipologia di interventi e non comprensiva delle risorse che potrebbero derivare da ristrutturazioni negli ambiti urbanizzati (ex zone A e B del PRG previgente), valutata con gli oneri attualmente in vigore (Determina del Responsabile del Servizio n. 510 del 18/12/2007).

Risorse economiche attivabili dalle previsioni di PGT - Risorse derivanti da interventi residenziali a completamento del tessuto urbano consolidato Volumetria disponibile m3 19.207 Oneri di urbanizzazione primaria €/m3 8,00 Risorse reperibili dagli oneri di urb. primaria m3 19.207 x €/m3 8,00 = € 253.656 - Risorse derivanti da incentivi riqualificazione centro storico

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Volumetria prevista m3 2.539 Oneri di urbanizzazione primaria €/m3 5,00 Risorse reperibili dagli oneri di urb. primaria m3 2.539 x €/m3 5,00 = € 12.695 - Risorse derivanti da recupero nuclei agricoli dismessi Volumetria prevista m3 22.253 Oneri di urbanizzazione primaria €/m3 7,00 Risorse reperibili dagli oneri di urb. primaria m3 22.253 x €/m3 7,00 = € 155.771

Riepilogo risorse economiche attivabili dalle previsioni di PGT Risorse derivanti da interventi residenziali a completamento del tessuto urbano consolidato € 253.656 Risorse derivanti da incentivi riqualificazione centro storico € 12.695 Risorse derivanti da recupero nuclei agricoli dismessi € 155.771 TOTALE € 422.122

Gli interventi previsti per l’attuazione delle previsioni di piano in merito alla viabilità per l’ambito extraurbano riguardano tratti di viabilità provinciali, pertanto la loro attuazione dovrà avvenire in accordo e con risorse da concordare con l’Ente Gestore. In ambito urbano, gli interventi previsti riguardano i seguenti tratti: Collegamento Via Capelli con V.le Libertà/Vicolo Re/Vicolo Miradolo m 235 Collegamento Via Borgo Via Moro m 100 Allargamento via dei Boschi m 83

Stima dei costi per l’attuazione delle infrastrutture della viabilità4 Nuova viabilità in progetto m 335 x €/m 550 = € 184.250 Adeguamento viabilità esistente m 83 x €/m 450 = € 37.350

ANALISI DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DEL PIANO DEI SERVIZI risorse economiche attivabili dalle previsioni del PGT € 422.122 stima dei costi per l’attuazione delle infrastrutture per la viabilità - € 221.600 TOTALE € 200.522

2.3.8.2 DEFINIZIONE DI EVENTUALI CRITERI DI COMPENSAZIONE, DI PEREQUAZIONE E DI INCENTIVAZIONE

Gli ambiti di trasformazione individuati dal DdP, troveranno attuazione attraverso strumenti urbanistici di dettaglio (Piani attuativi o PdC convenzionati) la cui tipologia e’ riportata nelle schede d’ambito allegate. Per ogni ambito di trasformazione sono esplicitate le potenzialità edificatorie di base, ottenute applicando alla St (superficie territoriale) il relativo indice di edificabilità, oltre ai possibili incrementi (espressi in termini percentuali) applicabili attraverso il trasferimento di “diritti edificatori” connessi a misure di incentivo o di compensazione da altri ambiti. Tali “bonus” sono indicati nei paragrafi precedenti (Es. tessuto storico di riqualificazione ecc.) e il relativo trasferimento sarà regolato dal PdR. L’applicazione dell’incremento non e’ misura obbligatoria e non condiziona l’attuazione degli interventi previsti.

Al fine di favorire una corretta e razionale individuazione delle aree per i servizi pubblici, per le infrastrutture e più in generale per garantire il raggiungimento degli obiettivi di Piano, agli ambiti di trasformazione vengono associati meccanismi perequativi e/o compensativi che si articolano secondo i seguenti criteri: a) Perequazione di comparto b) Compensazione urbanistica

4 Il costo per l’acquisizione del sedime per la realizzazione dell’opera è considerato “a costo zero” grazie all’attivazione di meccanismi compensativi (vedi Art. delle N.T.A. del PGT).

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65 Comune di Marcignago c) Incentivazione urbanistica a) Perequazione di comparto La perequazione di comparto si applica all’interno degli ambiti d’intervento individuati dal DDP, ed è ottenuta attribuendo lo stesso indice territoriale all’intera area inclusa nella perimetrazione, indipendentemente dalla destinazione d’uso da realizzarsi effettivamente all’interno dello strumento attuativo; le volumetrie consentite in applicazione di tale indice saranno poi realizzate sulle aree effettivamente edificabili, definite in sede di pianificazione attuativa o di progetto definitivo. Quando il comparto è interessato da più proprietà, alla perequazione è associata la trasferibilità dei diritti edificatori tra i proprietari. b) Compensazione urbanistica L’istituto della compensazione urbanistica risponde anch’esso ad una finalità perequativa, e diventa strumento prezioso per favorire gli interventi di interesse pubblico non ricompresi all’interno di piani attuativi o di ambiti convenzionati. E’ stato altresì introdotto per incentivare processi di riqualificazione, anche di aree storiche, in quanto consente la delocalizzazione di volumi in aree con minori problematiche di tipo morfologico ed ambientale. La compensazione urbanistica è ottenuta attribuendo alle aree private specificamente individuate dalle previsioni di cui sopra, una capacità volumetrica teorica o un surplus edificatorio (nel caso dei ambiti di riqualificazione) da trasferire all’interno degli ambiti di trasformazione nei limiti espressi per ogni singolo ambito (vedasi schede allegate). In particolare, vengono identificati i seguenti diritti edificatori: per le aree destinate a servizi pubblici (ed esterne a piani attuativi): It = 0,60 mc/mq. Come alternativa, il proprietario può realizzare direttamente gli interventi di interesse pubblico o generale mediante accreditamento o stipula di convenzione con il Comune per la gestione del servizio e, in questo senso; per le aree di mitigazione ambientale (esterne a piani attuativi): It = 0,30 mc/mq c) Incentivazione urbanistica L’incentivazione urbanistica consiste nel riconoscimento di “bonus edificatori” ossia di una maggior capacità edificatoria rispetto a quella già prevista nei rispettivi ambiti, ed è finalizzata all’ottenimento di specifici obiettivi di qualità urbanistica e/o edilizia. I criteri di applicazione sono stati esplicitati unitamente alle politiche settoriali di intervento al precedente Paragrafo 4.5.

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2.4 VERIFICA DI COERENZA DELLE SCELTE DI PIANO CON LE INDICAZIONI/VALUTAZIONI AMBIENTALE DEL PROCESSO VAS

PREVISIONI DdP MISURE DI MITIGAZIONE PREVISTE DAL RA ADEGUAMENTI Promuovere l’adozione di misure di risparmio energetico (tecniche di edilizia passiva, installazione di impianti solari, termico e fotovoltaico, e/o di pompe di I relativi criteri saranno introdotti nel R.E. calore, ecc.) per gli interventi che necessitano del rilascio di concessione edilizia comunale o di den Promuovere l’adozione di misure di risparmio idrico (aeratori rompigetto, riduttori di flusso, impianti di recupero dell’acqua meteorica, etc.) per gli interventi che " " " necessitano del rilascio della concessione edilizia o di denuncia di inizio attività per Predisporre l’adeguamento del depuratore ed il collettamento dell’intera rete fognaria al depuratore di Pavia o in alternativa completamento del sistema di Vedasi le indicazioni gia' contenute nel DdP depurazione degli scarichi civili e miglioramento del processo depurativo di quello esistente media Predisporre un regolamento per la qualità paesaggistica e architettonica degli interventi nel settore dell’edilizia (ristrutturazione e nuova edificazione), di cui Sviluppo insediamenti Vedasi NTA - Aspetti paesistico-ambientali imporre il rispetto in fase di rilascio della concessione edilizia o di denuncia di residenziali, riqualificazione e inizio completamento del tessuto Favorire, sia per gli insediamenti di nuova edificazione che per quelli oggetto di edilizio recupero, il ricorso a parcheggi a raso, caratterizzati da pavimentazioni Da recepire nel R.E. semipermeabili e da alta dotazione arboreo-arbustiva. Potenziare il servizio della raccolta differenziata dei rifiuti a domicilio, Di competenza delle politiche di settore dimensionandolo sulla base dei nuovi residenti insediati. Promuovere il ricorso a tecniche di compostaggio “domestico” della frazione Di competenza delle politiche di settore umida dei rifiuti nell’ambito delle cascine recuperate. Realizzazione di tratti viari a scorrimento veloce esterni al tessuto urbano consolidato e alla frazione di Divisa; individuazione di una zona 30 all’interno Previsti nel DdP della frazione stessa. Impianto di siepi tra le infrastrutture viarie e le zone residenziali per Nel caso dell'espansione dell'area produttiva e residenziale in fraz. Divisa dovranno essere previste barriere alberate ed eventualmente antirumore, a Vedasi scheda di ambito ATP1 seconda della tipologia produttiva insediata, al fine di limitare l'immissione di rumore sui recettori s

Si predisponga un regolamento per la qualità paesaggistica e architettonica degli insediamenti industriali da rispettare in fase di rilascio della concessione Vedasi NTA - Aspetti paesistico-ambientali edilizia. Si promuova l’adozione del sistema di gestione ambientale EMAS per le attività Previsto nel DdP produttive esistenti e quelle che saranno insediate in futuro. Si accompagnino e si sostengano le nuove iniziative nel settore turistico-ricettivo attraverso l’attivazione di incentivi, ad esempio nella forma di riduzione degli Di competenza delle politiche di settore oneri di urbanizzazione all’atto del rilascio delle concessioni edilizie per interventi di Si promuova il marchio di sostenibilità Ecolabel per le nuove attività ricettive. Di competenza delle politiche di settore Collettamento dell’intera rete fognaria al depuratore di Pavia; miglioramento del Sviluppo insediamenti processo depurativo mediante un affinamento della depurazione, classificazione Previsto nel DdP produttivi delle attività produttive in base all’uso di sostanze pericolose.

Promuovere l’adozione di misure di risparmio idrico (impianti di recupero Da recepire nel R.E. dell’acqua meteorica, etc.). Favorire, sia per gli insediamenti di nuova edificazione che per quelli oggetto di recupero, il ricorso a parcheggi a raso, caratterizzati da pavimentazioni Da recepire nel R.E. semipermeabili e da alta dotazione arboreo-arbustiva. Nel caso dell'espansione dell'area produttiva e residenziale in fraz. Divisa dovranno essere previste barriere alberate ed eventualmente antirumore, a Adeguato seconda della tipologia produttiva insediata, al fine di limitare l'immissione di rumore sui recettori s In generale, realizzazione di fasce tampone arborate tra le aree residenziali e le Adeguato infrastrutture o le zone produttive.

Riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e riduzione degli spandimenti, aumento delle pratiche agricole con minor impatto ambientale. Di competenza delle politiche di settore Sviluppo di coltivazioni legate alla produzione di energia verde (bio-carburanti). Riduzione dell’ Salvaguardia della Aumento delle siepi (filari arborei ed arbustivi monoplani o pluriplani composti da destinazione agricola dei suoli vegetazione autoctona) lungo i bordi degli appezzamenti coltivati o come fascia Di competenza delle politiche di settore tampone tra le aree residenziali e le aree produttive. Ripristino di vegetazione riparia lungo il reticolo di acque superficiali come fascia Previsto nelle strategie del DdP tampone.

Promuovere il mantenimento/ripristino di parte delle funzioni agricole nelle Cascine ancora attive: cascine recuperate, o almeno il mantenimento del sistema di alberi, filari e siepi Previsto incentivazione al recupero ad esse afferenti. edilizio Incentivazione al riutilizzo del patrimonio edilizio dismesso, anche con funzioni Adeguato compatibili. Salvaguardia del patrimonio storico e archeologico.

Ripristino di vegetazione ripariale lungo il reticolo di acque superficiali. Previsto nelle strategie del DdP Aumento delle siepi (filari arborei ed arbustivi monoplani o pluriplani composti da vegetazione autoctona) lungo i bordi degli appezzamenti coltivati o come fascia Di competenza delle politiche di settore Sistema paesistico ambientale tampone tra le aree residenziali e le aree produttive. Utilizzo di pratiche colturali orientate alla salvaguardia di specie ornitiche, anfibie " " " " " e entomologiche nelle risaie.

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3. PARTE TERZA: IL PIANO DEI SERVIZI 3.1 PREMESSA Con la Legge Regionale 12/05 il Piano dei Servizi acquista valore di atto autonomo, a riconoscimento della creatività delle politiche ed azioni di governo riguardanti la promozione dei servizi pubblici e la dotazione di aree e immobili ad essi dedicati, in previsione del raggiungimento degli obiettivi che si riconoscono decisivi per la comunità di Marcignago. Per comprendere l’importanza della attuale fase, che rappresenta una ulteriore evoluzione del rapporto tra trasformazione territoriale e bisogni espressi di un territorio, è necessario fare un breve passo indietro e ricordare le motivazioni che hanno portato, nel 2001, alla istituzione di questo tipo di strumento. Nelle intenzioni della Legge Regionale 1/2001, infatti, che lo introduce nella legislazione, il Piano dei Servizi deve rappresentare lo strumento che attua la “transizione” dallo standard “quantitativo” a quello “prestazionale”: si intende cioè che si realizzi uno sforzo di tipo amministrativo ed urbanistico che faccia rientrare l’individuazione dello standard in un processo programmatorio diretto a fornire una soluzione razionale e complessiva alle esigenze di qualità e, in generale, al fabbisogno infrastrutturale del Comune, indirizzato a costruire risposte articolate a fabbisogni differenziati per ogni singola realtà locale. Con questo si intende anche riaffermare, nelle intenzioni della Legge, la centralità dell’Amministrazione Pubblica Locale nelle scelte urbanistiche di programmazione del proprio territorio; oltre che rispondere all’esigenza di adeguare alle mutate condizioni di qualità della vita e, più in generale, alle mutate condizioni socio-economiche le modalità quantitative e qualitative di individuazione e reperimento degli standard previste dalla Legge Regionale 51/75, dopo più di 25 anni dalla sua entrata in vigore. Nel corso del tempo, infatti, si sono evidenziati nella realtà applicativa alcuni limiti relativi ad una impostazione fissata e rigidamente applicata ad una realtà come quella Lombarda che ha notevoli differenze al suo interno e che soprattutto, in questo quarto di secolo, si è modificata ed evoluta, a partire dalla realtà sociale e demografica e dalle forme di sviluppo urbano. Nel corso del tempo, infatti, si sono evidenziate differenze soprattutto riguardo la diversità delle forme di sviluppo territoriale ed urbano in rapporto alle diversità presenti in Regione e ciò anche rispetto la diversità delle tipologie e delle modalità nella gestione dei servizi. L’intento della nuova normativa quindi è quello di privilegiare gli aspetti qualitativi, attuativi e gestionali dei servizi, rispetto a quelli quantitativi dello standard tradizionalmente inteso, anche dando spazio a modalità previsionali più attente al complesso dei requisiti che possono determinare l’appropriata localizzazione e qualità del servizio stesso. Questa concezione porta a privilegiare le caratteristiche della reale fruizione ed efficacia dei servizi ai cittadini sulla base di uno specifico esame della situazione locale considerata, invece di limitarsi alla verifica formale delle quantità mese in gioco. Se accanto a ciò si considera anche l’evoluzione del concetto dello standard, da identificarsi in quello “reale”, che privilegia quindi la prestazione reale del servizio e quindi la funzione degli spazi e delle aree a ciò destinati, invece di riferirsi al tipo di proprietà degli stessi (la politica dei servizi si riferisce cioè anche ai servizi di uso e di interesse pubblico erogati dall’iniziativa privata oltre che dall’iniziativa pubblica); oltre che l’effetto degli indirizzi giurisprudenziali in materia di vincoli, ne deriva un indubbio quadro “rivoluzionato” rispetto alle dinamiche e ai riferimenti che sono stati alla base delle attività di programmazione urbanistica degli Enti Locali fino a poco tempo fa. Il Piano dei Servizi oggi rappresenta quindi uno strumento fondamentale per il raggiungimento dei requisiti di vivibilità e di qualità urbana che il governo del territorio deve perseguire. Il concetto di servizio pubblico e di interesse pubblico si estende, e comprende perciò tutti i servizi e le attrezzature e diventa elemento centrale nell’organizzazione e nella configurazione della struttura territoriale.

3.2 METODOLOGIA PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEI SERVIZI Il Piano dei servizi sancisce il passaggio nel governo del territorio dal tradizionale concetto di standard parametrico allo standard qualitativo, spostando quindi la valutazione da una mera quantificazione pro-capite alla effettiva capacità dello standard di assicurare una regolamentazione degli usi del suolo e della gestione delle risorse, capaci di tradursi in efficienza strutturale.

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Ai sensi di legge, la stesura del piano dei servizi prende quindi avvio da un accurato rilievo dello stato di fatto. La dotazione a servizi presente sul territorio comunale è pertanto operata sia sotto il profilo quantitativo sia sotto il profilo qualitativo, con riferimento alle diverse tipologie di attrezzature. In prima analisi si verificano le dotazioni a servizi identificabili altresì come standard urbanistico, cui si affianca la rilettura attenta dei diversi servizi erogati al territorio. Per ogni attrezzatura è stata prodotta una scheda che ne descrive le caratteristiche fisico-tecniche ed urbanistiche e valuta le condizioni di accessibilità e fruibilità in relazione alle condizioni del fabbricato e del suo intorno. A partire da questo lavoro è stato possibile effettuare alcune valutazioni ulteriori sul patrimonio di servizi esistente e quindi di ricostruire il quadro del fabbisogno futuro. Su questa base è stato possibile individuare lo scenario di progetto e valutarne la sostenibilità economica. La metodologia utilizzata per 'elaborazione del Piano dei Servizi è riconducibile alle seguenti fasi: mappatura dei servizi esistenti sul territorio; valutazione qualitativa e funzionale dei servizi esistenti; analisi della domanda di servizi; confronto tra domanda e offerta dei servizi; determinazione delle previsioni di Piano; analisi della sostenibilità dei costi.

3.3 ELABORATI Il Piano dei Servizi è costituito dai seguenti elaborati grafici: N. 1 Il sistema dei servizi a livello comunale: inquadramento territoriale - scala 1:5.000 N. 2.1 Mappatura dei servizi: Capoluogo – scala 1:2.000 N. 2.2 Mappatura dei servizi: Frazione Divisa – scala 1:2.000

3.4 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI NEL TERRITORIO COMUNALE Nelle tavole di progetto del PdS vengono individuati gli ambiti destinati a servizi nel territorio comunale, ai sensi dell’art. 9 della l.r. n 12/2005 e successive modifiche.

Sono considerati “Aree e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale” di ambito A quelli: realizzati con interventi diretti di iniziativa pubblica, anche tramite Ente delegato all’uopo, nelle zone destinate dal PdS ai seguenti ambiti: AI - ATTREZZATURE PER L'ISTRUZIONE; AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE; AS - ATTREZZATURE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO; AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE; ceduti alla Pubblica Amministrazione nel corso dell’attuazione di piani esecutivi comunque denominati o di permesso di costruire convenzionato; realizzati dai privati nelle zone destinate dal PdS ad ambito: AP - ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLIO e regolati da convenzione, atto di asservimento o da regolamento d’uso, che garantisca l’uso del servizio e/o dell’attrezzatura da parte della comunità locale in base alla specifica destinazione dell’area assegnata dal PdS.

Sono considerati “Aree e attrezzature per la mobilità” di ambito M quelli: realizzati con interventi diretti di iniziativa pubblica, anche tramite Ente delegato all’uopo, nonchè ceduti alla Pubblica Amministrazione nel corso dell’attuazione di piani esecutivi comunque denominati o di permesso di costruire convenzionato, nonché realizzati dai privati e regolati da convenzione, atto di asservimento o da regolamento d’uso, che garantisca l’uso del servizio e/o dell’attrezzatura da parte della comunità locale, nelle zone destinate dal PdS ai seguenti ambiti: M1 - PARCHEGGI A RASO; M2 - VERDE DI ARREDO URBANO; M3 - PISTA CICLOPEDONALE;

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3.5 LA DETERMINAZIONE DEL NUMERO DEGLI UTENTI Per la determinazione del numero degli utenti dei servizi si è quantificato l’aumento prevedibile della popolazione per il quinquennio a venire, che è stimabile dalla relazione del Documento di Piano in 3.644 abitanti.

La popolazione stimata nel quinquennio e nel decennio a venire, corrispondente al numero degli utenti dei servizi è il seguente: Stima popolazione: - abitanti residenti al 31.12.2007 2.433 - incremento abitanti 885 ABITANTI TEORICI 3.318

L’incremento stimato della popolazione residente è il solo dato per determinare il fabbisogno futuro di aree ed attrezzature di interesse comune, in quanto, come già ampiamente illustrato nei vari elaborati del PGT, la situazione socio – economica del Comune di Marcignago non è tale da far prevedere, con i dati al momento disponibili, un fabbisogno di aree e strutture dovuto ad una popolazione gravitante sul territorio comunale per motivi di lavoro, di studio, di turismo o di servizi sovracomunali.

3.6 VALUTAZIONE DELLA DOTAZIONE ALLO STATO ATTUALE I servizi pubblici esistenti rappresentano la dotazione di base necessaria per la costruzione di un sistema dei servizi propriamente detto, sulla quale innestare le ulteriori valutazioni circa i servizi esistenti di interesse generale ancorché realizzati o gestiti da soggetti diversi dall’Ente Pubblico. Il Piano dei Servizi parte dal sostanziale riconoscimento di una buona dotazione di servizi esistenti nel territorio comunale, rapportata alla sua dimensione territoriale e demografica. La valutazione della dotazione attuale si è basata su un accurato rilievo dei servizi esistenti effettuato e riportato sotto forma di schede negli elaborati del Quadri Conoscitivo del Documento di Piano.

3.6.1 AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE – AMBITO A Il Piano dei Servizi individua, con apposita simbologia nelle tavole di piano “Mappatura dei servizi”, le aree ed attrezzature pubbliche di interesse pubblico e generale distinte nei seguenti sub-ambiti: AI - Attrezzature per l’istruzione: aree e strutture destinate ad ospitare le scuole materne e le scuole dell’obbligo. Il sub-ambito AI è stato classificato nelle seguenti categorie presenti sul territorio comunale: ● AI1 Scuola dell’infanzia ● AI2 Scuola primaria ● AI3 Scuola secondaria ● AI4 Attrezzature di servizio all’istruzione AC – Attrezzature di interesse comune: sono quelle destinate ad ospitare le attrezzature religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (ufficio delle Poste e Telefoni, protezione civile, ecc.) ed altre. Il sub-ambito AC è stato classificato nelle seguenti categorie presenti sul territorio comunale: ● AC1 Amministrazioni Istituzionali ● AC2 Attrezzature religiose ● AC3 Attrezzature cimiteriale AS – Attrezzature per lo sport e il tempo libero: sono quelle destinate ad ospitare i parchi e giardini urbani, i campi gioco e gli impianti sportivi comunali, con le relative attrezzature di servizio. Il sub-ambito AS è stato classificato nelle seguenti categorie presenti sul territorio comunale: ● AS1 Attrezzature sportive all’aperto ● AS2 Verde attrezzato AT – Attrezzature tecnologiche: sono quelle destinate alla realizzazione degli impianti di depurazione, dell’isola ecologica, con relative strutture, centrali telefoniche, cabine e stazioni

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dei servizi a rete e relative strutture per la manutenzione. Il sub-ambito AT è stato classificato nelle seguenti categorie presenti sul territorio comunale: ● AT1 Pozzi ● AT2 Impianti di depurazione

3.6.1.1 AI - ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE Come rilevato nell’inventario delle attrezzature pubbliche, elaborato del Quadro Conoscitivo del Documento di Piano “A9-Analisi dei servizi esistenti”, il Comune di Marcignago è dotato delle strutture scolastiche di base: materna, elementare e media. Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree e attrezzature:

AI - ATTREZZATURE SCOLASTICHE STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AI 1 SCUOLA DELL'INFANZIA 1.1 Scuola materna di via Caduti di Nassirya 3.777 AI 2 SCUOLA PRIMARIA 2.1 Scuola elementare di via Caduti di Nassirya 2.804 AI 3 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO 3.1 Scuola media di P.zza Rovida 1.113 AI 4 ATTREZZATURE DI SERVIZIO ALL'ISTRUZIONE 4.1 Palestra di via De Gasperi 7.416 4.2 Edificio mensa scolastica e palestra 1.595 TOTALE 16.705

Attualmente il complesso scolastico di Marcignago comprende la Scuola dell’Infanzia, con sede in via F.lli Capelli, la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado collocate nell’edificio dell’ex municipio con sede in Pizza Rovida. La Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado sono frequentate anche da alunni provenienti da Zinasco, Castrate Primo e da Vellezzo Bellini. Nello stesso lotto in Piazza Rovida sono collocati la mensa e la palestra a servizio del plesso scolastico.

Per l’anno 2008-09 gli alunni iscritti sono: Scuola dell’infanzia: n° 52 iscritti di cui n° 4 alunni non residenti Scuola primaria: n° 115 iscritti di cui n° 9 alunni non residenti Scuola secondaria di 1°grado: n° 93 iscritti di cui n° 37 alunni non residenti Il numero delle aule è così distribuito: Scuola dell’infanzia: n° 2 classi Scuola primaria: n° 2 sezioni per un totale di 6 classi (sono attive n° 2 classi 1ª) Scuola secondaria di 1° grado: 2 sezioni per un totale di 5 classi (sono attive n° 2 classi 1ª e n° 2 classi 2ª). Biblioteca: è collocata all’interno dell’edificio scolastico.

La realizzazione del nuovo polo scolastico di viale Caduti di Nassirya, operativo da gennaio 2009, ha permesso la riorganizzazione del sistema scolastico di Marcignago che sarà strutturato principalmente in due poli: nuovo polo scolastico di viale Caduti di Nassirya che comprende la scuola materna, la scuola elementare e la palestra di caratteristiche tali da poter essere utilizzata non solo dall’utenza scolastica ma dall’intera collettività che a breve sarà inaugurato; polo di Piazza Rovida che comprende la scuola media e l’edificio per la mensa.

Il trasferimento della scuola primaria dall’attuale sede, consentirà di liberare spazi a vantaggio della scuola secondaria, garantendo alla stessa maggiori standard strutturali e qualitativi, in attesa di attuare le previsioni di ricollocazione nel nuovo polo. Inoltre la nuova sede della scuola materna (l’edificio che ospita attualmente la scuola per l’infanzia è stato alienato in quanto non più funzionale alle esigenze normative) garantirà caratteristiche prestazionali e funzionali in conformità con gli attuali standard normativi.

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La dotazione degli spazi aperti annessi alle scuole appare soddisfacente e risulta qualificato anche dalla presenza della palestra che ha duplice utilizzo sia per attività scolastiche che per attività sportive organizzate a servizio della comunità.

I futuri programmi dell’Amm.ne prevedono, compatibilmente con il reperimento delle necessarie risorse, il definitivo completamento del plesso scolastico con la costruzione di una nuova scuola media e definitiva sistemazione degli spazi esterni con aree a verde e attrezzature sportive all’aperto (opere già indicate nel progetto preliminare approvato).

Per le scuole superiori gli studenti di Marcignago fanno riferimento ad una pluralità di sedi, in relazione all’indirizzo scelto, perlopiù dislocate nel capoluogo di provincia. Per le università si fa naturale riferimento ai poli regionali, in particolare Milano e Pavia.

Il giudizio complessivo sull’idoneità del complesso di queste strutture a consentire lo svolgimento dell’obbiettivo di perseguire un offerta formativa completa è quindi buono, sia per quanto concerne gli spazi a disposizione, sia per la qualità del servizio offerto.

Importante, inoltre, sono le condizioni di accessibilità e la capacità di assicurare un trasporto pubblico adeguato. In questo senso diventa fondamentale le azioni di miglioramento della viabilità urbana previste in questo ambito. Il trasporto pubblico è assicurato dal servizio di scuolabus che assicura agli utenti delle strutture scolastiche di primo e secondo livello, una modalità di trasporto efficiente ed assistita e realizzata direttamente dal Comune. 3.6.1.2 AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE Il Comune presenta una discreta dotazione di strutture di interesse comune destinate a diverse funzioni. Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree e attrezzature:

AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AC 1 AMMINISTRAZIONI ISTITUZIONALI 1.1 Municipio 886 AC 2 ATTREZZATURE RELIGIOSE 2.1 Oratorio di via Umberto I 5.002 2.2 Chiesa di S. Agata Vergine e Martire 1.345 AC 3 ATTREZZATURE CIMITERIALI 3.1 Cimitero 8.535 TOTALE 15.768

Una realtà che ha un ruolo fondamentale nella vita sociale della comunità è quella data dalla presenza di strutture parrocchiali: ricreative, sportive e di aggregazione. Per il valore sociale, storico e culturale che esse rappresentano e per il positivo impatto sulla realtà locale, l’Amministrazione comunale ha stipulato una convenzione per la realizzazione e l’utilizzo di una tensostruttura nell’ambito dell’Oratorio per la pallavolo tuttora funzionante E’ da ricordare inoltre la recente ristrutturazione della sede municipale che ha consentito la creazione degli ambulatori medici al piano terra, perfettamente funzionali alle esigenze prestazionali richieste dalla normativa specifica. Per quanto l’adeguatezza della dotazione di tali strutture sia difficile da misurare, si può ritenere che, per il futuro, non si porranno problemi di carenza di spazi se non per rispondere all’insorgere di esigenze specifiche, che per la loro particolarità non possono trovare collocazione nei fabbricati già di proprietà o di uso pubblico.

3.6.1.3 AS - ATTREZZATURE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO Gli spazi verdi destinati all’uso pubblico e le attrezzature dedicate a pratiche ludiche e sportive costituiscono la quota parte più consistente della dotazione totale di servizi a livello comunale.

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Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree e attrezzature: AS - VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AS 1 ATTREZZATURE SPORTIVE ALL'APERTO 1.1 Campo sportivo comunale 11.434 AS 2 VERDE ATTREZZATO 2.1 Verde attrezzato di vicolo Re 1.449 2.2 Verde attrezzato Municipio 425 2.3 Verde attrezzato ex P.E.E.P. 1.563 2.4 Verde attrezzato cimitero 3.624 TOTALE 18.495

La dotazione di spazi verdi destinati alle pratiche sportive è rimarchevole e consente fin d’ora di considerare tale dotazione adeguata per il futuro. Inoltre va considerato anche l’apporto della palestra scolastica di caratteristiche tali da poter essere utilizzata non solo per l’attività didattica ma anche dall’intera collettività che a breve sarà inaugurato

I giardini di quartiere sono relativamente carenti anche se quelli attualmente utilizzati dalla comunità locale risultano efficienti e in un buono stato di conservazione sia dell’arredo che delle essenze costituenti.

Tuttavia la dotazione può essere considerata nel complesso sufficiente se si considera l’apporto dato dalla presenza delle attrezzature parrocchiali e soprattutto la condizione di comune agricolo, circondato dall’aperta campagna, nella quale sono già potenzialmente fruibili una serie di spazi e di itinerari che costituiscono un mezzo di connessione tra il centro abitato, la campagna e il vicino Parco del Ticino.

La qualità complessiva dell’ambiente urbano risulta ulteriormente migliorabile attraverso l’acquisizione, la manutenzione e il completamento di quelle aree a verde ancora non attuate.

3.6.1.4 AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE Sono considerate aree per gli impianti tecnologici quelle destinate alla realizzazione degli impianti di depurazione, dell’isola ecologica, con relative strutture, centrali telefoniche, cabine e stazioni dei servizi a rete e relative strutture per la manutenzione. Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree per attrezzature tecnologiche:

AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AT 1 POZZI 1.1 Pozzo dell'acquedotto comunale di viale Caduti di Nassirya 858 AT 2 IMPIANTI DI DEPURAZIONE 2.1 Depuratore comunale 2.418 TOTALE 3.276

Le aree delle attrezzature tecnologiche, pure rientrando nelle urbanizzazioni primarie, sono considerate aree a standard urbanistico, in quanto l’esistenza di tali strutture comporta effetti di qualificazione urbanistica ed ambientale significati per la qualità della vita della comunità locale.

3.6.1.5 AP - ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO Sono considerate aree ed attrezzature private di interesse pubblico quei servizi realizzati dai privati e regolati da convenzione, atto di asservimento o da regolamento d’uso, che garantisca l’uso del servizio e/o dell’attrezzatura da parte della comunità locale in base alla specifica destinazione

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73 Comune di Marcignago dell’area assegnata dal PdS. Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree ed attrezzature private di interesse pubblico:

AP - ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AP 1 ATTREZZATURE SOCIO-ASSISTENZIALI 1.1 Casa di riposo 7.648 AP 2 STRUTTURE POLIFUNZIONALI RICREATIVE 2.1 Attrezzatura ricreativa 3.993 TOTALE 11.641

Tali attrezzature sono considerate a tutti gli effetti servizi in quanto permettono di incrementare e diversificare l’offerta pubblica con lo scopo di aumentare la qualità della vita dell’intera collettività.

3.6.2 AREE ED ATTREZZATURE PER LA MOBILITÀ - AMBITO M Il Piano dei Servizi individua, con apposita simbologia nelle tavole di piano “Mappatura dei servizi”, le Aree ed attrezzature per la mobilità distinte nei seguenti sub-ambiti: M1 - Parcheggi a raso: comprendono aree ed attrezzature destinate ad ospitare e consentire la sosta temporanea dei veicoli in sede propria; M2 - Verde di arredo urbano: comprendono aree a verde realizzate a servizio delle attrezzature per la mobilità; M3 - Piste ciclabili: aree ed attrezzature atte a consentire lo spostamento attraverso forme alternative al traffico veicolare.

3.6.2.1 M1 - PARCHEGGI A RASO Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree a parcheggio pubblico:

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M - ATTREZZATURE PER LA MOBILITA' STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 M 1 PARCHEGGI A RASO 1.1 Parcheggio via Adenauer 175 1.2 Parcheggio via Adenauer 286 1.3 Parcheggio via Adenauer 49 1.4 Parcheggio via Spaak 49 1.5 Parcheggio via Spaak 47 1.6 Parcheggio Piazza San Benedetto 820 1.7 Parcheggio via De Gasperi 187 1.8 Parcheggio via De Gasperi 232 1.9 Parcheggio via De Gasperi 131 1.10 Parcheggio via De Gasperi 782 1.11 Parcheggio via Monet 141 1.12 Parcheggio via Monet 562 1.13 Parcheggio via Schuman 88 1.14 Parcheggio cimitero 1.750 1.16 Parcheggio s.p. n. 143 515 1.17 Parcheggio s.p. n. 143 1.738 1.18 Parcheggio via Dei Boschi 271 1.19 Parcheggio via Dei Boschi 327 1.20 Parcheggio via Dei Boschi 117 1.21 Parcheggio via Dei Boschi 127 1.22 Parcheggio via Dei Boschi 36 1.23 Parcheggio via Dei Boschi 26 1.24 Parcheggio via Dei Boschi 88 1.25 Parcheggio vicolo Re 93 1.26 Parcheggio vicolo Re 113 1.27 Parcheggio vicolo Re 111 1.28 Parcheggio vicolo Re 111 1.29 Parcheggio Piazza F.lli Cervi 812 1.30 Parcheggio via Umberto I 238 1.31 Parcheggio Piazza Giovanni Paolo II 906 1.32 Parcheggio via Aldo Moro 108 1.34 Parcheggio via Dei Pioppi 151 1.35 Parcheggio via Umberto I 409 1.36 Parcheggio Piazza Rovida 524 1.37 Parcheggio Viale della Libertà 618 1.38 Parcheggio Viale della Libertà 138 1.39 Parcheggio Viale della Libertà 143 1.40 Parcheggio Viale della Libertà 160 1.41 Parcheggio Piazza Don Minzoni 1.218 1.42 Parcheggio vicolo Re 1.310 1.43 Parcheggio via Degli Aceri 52 1.44 Parcheggio via Delle Betulle 39 1.45 Parcheggio via Delle Betulle 72 1.46 Parcheggio via Delle Betulle 43 1.47 Parcheggio via Delle Betulle 20 1.48 Parcheggio via Delle Betulle 146 1.49 Parcheggio via Delle Betulle 75 1.50 Parcheggio via Delle Betulle 183 1.51 Parcheggio via Degli Olmi 43 1.52 Parcheggio via Enrico Mattei 1.037 1.53 Parcheggio via Enrico Mattei 2.587 1.54 Parcheggio via Einauudi 678 1.55 Parcheggio via Einauudi 838 1.56 Parcheggio via Einauudi 279 TOTALE 21.799

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La dotazione di spazi per parcheggio appare quantitativamente decorosa, soprattutto in considerazione della situazione viaria e di traffico e della diffusa possibilità di parcheggio offerta dalle stesse carreggiate stradali, sia nel nucleo storico sia nelle sue immediate vicinanze. Attualmente non si segnalano particolari problemi relativi alla sosta, dato che la distanza tra gli spazi a parcheggio esistenti e i luoghi di maggiore affluenza è sopportabile e considerando che l’utenza di riferimento di questi è perlopiù comunale. In effetti i principali servizi e punti di riferimento dei cittadini, municipio, posta, cimitero, hanno una dotazione sufficiente di posti auto. Più che per l’esistente, è necessario concentrare l’attenzione per il futuro, dato atto che uno degli obiettivi del PGT, cioè il completamento dell’ambito urbanizzato e il riuso di vecchi nuclei potrà produrre un aumento di fabbisogno di aree a parcheggio. Pertanto è necessario porre particolare attenzione alle future attività di trasformazione urbanistica affinché vengano rispettati i dettati normativi di individuazione di parcheggi per gli interventi programmati, in modo che gli aumenti di peso insediativo trovino, per quanto possibile, immediata soddisfazione nell’ambito dello stesso intervento e perché si mantenga come obiettivo di incrementare la dotazione di parcheggi a servizio dell’esistente.

3.6.2.2 M2 – VERDE DI ARREDO URBANO Comprende aree a verde realizzate a servizio e completamento delle attrezzature per la mobilità. Nel territorio comunale sono state rilevate le seguenti aree a parcheggio pubblico:

STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 M 2 VERDE DI ARREDO URBANO 2.1 Verde di via Adenauer 878 2.2 Verde di viale Dei Caduti di Nassirya 1.477 2.3 Verde campo sportivo 471 2.4 Verde campo sportivo 1.079 2.5 Verde di Piazza F.lli Cervi 605 2.6 Verde di via Degli Olmi 391 2.7 Verde di via Delle Betulle 320 2.8 Verde s.p. n. 11 4.552 2.9 Verde s.p. n. 11 707 2.10 Verde s.p. n. 11 7.536 2.11 Verde campo sportivo 1.861 TOTALE 19.877

La dotazione di aree per arredo urbano risulta adeguata ma tuttavia, il loro stato di conservazione non sempre risulta essere soddisfacente.

3.6.2.3 M3 – PISTE CICLOPEDONALE Una particolare attenzione va dedicata nell’ambito del Piano dei Servizi alla rete dei percorsi ciclo pedonali. In una realtà territoriale quale quella di Marcignago infatti, in cui il territorio comunale si estende a sud, con il nucleo della frazione Divisa particolarmente distante dal capoluogo, essi costituiscono una rete di mobilità che consente una efficiente forma di comunicazione tra i nuclei abitati e tra questi e la rete dei servizi localizzati sul territorio.

Attualmente nel capoluogo di Marcignago sono presenti 975 m di pista ciclopedonale che dal nuovo polo scolastico, purtroppo con un tracciato non continuo, si estendono fino a viale della Libertà.

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3.7 DOTAZIONE ATTUALE DI AREE PER SERVIZI Complessivamente la dotazione attuale di aree e attrezzature pubbliche e di interesse pubbliche e generale si può considerare soddisfacente come dimostrano le quantificazioni riportate di seguito.

AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE STATO DI FATTO pro-capite CAT. TIPOLOGIA m 2 m 2 /ab AI ATTREZZATURE SCOLASTICHE 16.705 5,03 AC ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE 15.768 4,75 AS VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO 18.495 5,57 AT ATTREZZATURE TECNOLOGICHE 3.276 0,99 AP ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO 11.641 3,51 TOTALE 65.885 19,86 3.318 UTENTI TEORICI

ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE

18% 25% 5% ATTREZZATURE SCOLASTICHE

ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE 28% 24% VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO

ATTREZZATURE TECNOLOGICHE

ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO

La dotazione aumenta notevolmente considerando anche le attrezzature per la mobilità, che vengono considerate servizi in quanto la loro presenza sul territorio comunale comporta effetti di qualificazione urbanistica ed ambientale significati per la qualità della vita della comunità e qualifica l’accessibilità e la fruibilità delle servizi stessi. La tabella seguente illustra la dotazione complessiva di servizi presenti sul territorio, compresa anche la quota derivante dai Programmi Integrati di Intervento tuttora in atto.

STATO DI FATTO pro-capite CAT. TIPOLOGIA m 2 m 2 /ab A AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE 65.885 19,86 M ATTREZZATURE PER LA MOBILITA' 41.676 12,56 PII PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO 9.356 2,82 TOTALE 116.917 35,24 3.318 UTENTI TEORICI

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DOTAZIONE PRO‐CAPITE DI AREE E ATTREZZATURE PER SERVIZI

PROGRAMMI INTEGRATI DI 2,82 INTERVENTO

ATTREZZATURE PER LA MOBILITA' 12,56

AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E 19,86 DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE

0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00

3.8 LE PREVISIONI DI PIANO: AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE – AMBITO A

Per questi ambiti il Piano dei Servizi in generale riconferma la dotazione attuale di aree e le attrezzature attuate, per le quali non definisce indici da rispettare per gli interventi edilizi ad eccezione di indici e parametri ambientali in quanto la superficie minima a corredo, l’edificabilità e le prescrizioni funzionali e/o tipologiche sono disciplinate dalle leggi e decreti in materia, e prevede alcuni nuovi ambiti a completamento della dotazione esistente e la riconversione di altri.

3.8.1 AI - ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE Il Piano dei Servizi riconferma la dotazione attuale. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

AI - ATTREZZATURE SCOLASTICHE DOTAZIONE PROGETTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento AI 1 SCUOLA DELL'INFANZIA 1.1 Scuola materna di via Caduti di Nassirya 3.777 Manutenzione ordinaria AI 2 SCUOLA PRIMARIA 2.1 Scuola elementare di via Caduti di Nassirya 2.804 Manutenzione ordinaria AI 3 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO 3.1 Scuola media di P.zza Rovida 1.113 Adeguamento funzionale AI 4 ATTREZZATURE DI SERVIZIO ALL'ISTRUZIONE 4.1 Palestra di via De Gasperi 7.416 Manutenzione ordinaria 4.2 Edificio mensa scolastica 218 Manutenzione ordinaria TOTALE 15.328 La realizzazione del nuovo polo scolastico di viale Caduti di Nassirya ha permesso la riorganizzazione del sistema scolastico, così come descritto nel quadro ricognitivo, con disponibilità di nuovi locali da destinare all’attività didattica. Pertanto, anche in base alle proiezioni sulla popolazione in età scolastica dei prossimi anni, le previsioni di piano in merito a questo settore sembrano poter soddisfare pienamente esigenze future dovute a possibili incrementi della popolazione scolastica.

3.8.2 AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE Il Piano dei Servizi riconferma la dotazione attuale e individua un nuovo ambito tra le attrezzature delle amministrazioni istituzionali. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

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AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE DOTAZIONE PROGETTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento AC 1 AMMINISTRAZIONI ISTITUZIONALI 1.1 Municipio 886 Manutenzione ordinaria 1.2 Centro civico 1.377 Riconversione da edificio sportivo AC 2 ATTREZZATURE RELIGIOSE 2.1 Oratorio di via Umberto I 5.002 Manutenzione ordinaria 2.2 Chiesa di S. Agata Vergine e Martire 1.345 Manutenzione ordinaria AC 3 ATTREZZATURE CIMITERIALI 3.1 Cimitero 8.535 Manutenzione ordinaria TOTALE 17.145 In seguito alla realizzazione del nuovo polo scolastico di viale Caduti di Nassirya, l’attuale palestra scolastica di Piazza Rovida sarà riconvertita a favore della realizzazione di un centro polifunzionale civico e di aggregazione.

3.8.3 AS - ATTREZZATURE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO Il Piano dei Servizi per questi ambiti, prevede la conferma delle attuali aree e l’incremento della dotazione attraverso l’individuazione e la realizzazione di nuove aree. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

AS - VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO DOTAZIONE PROGETTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento AS 1 ATTREZZATURE SPORTIVE ALL'APERTO 1.1 Campo sportivo comunale 11.434 Manutenzione ordinaria 1.2 Area per espansione campo sportivo comunale 7.104 Acquisizione area AS 2 VERDE ATTREZZATO 2.1 Verde attrezzato di vicolo Re 1.449 Manutenzione ordinaria 2.2 Verde attrezzato Municipio 425 Manutenzione ordinaria 2.3 Verde attrezzato ex P.E.E.P. 1.563 Manutenzione ordinaria 2.4 Verde attrezzato cimitero 3.624 Manutenzione ordinaria 2.5 Nuovo parco urbano cimitero 8.098 Acquisizione area e realizzazione parco urbano TOTALE 33.697 Viene individuata un’area ad ovest dell’attuale polo sportivo al fine di salvaguardare futuri ampliamenti o la realizzazione di nuove attrezzature sportive a completamento del polo stesso.

Un’ulteriore scelta di piano è rivolta a favore del verde pubblico attrezzato con l’individuazione di una nuova area ad ovest del cimitero al fine di realizzare un parco urbano anche a completamento del nuovo polo scolastico.

3.8.4 AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE Il Piano dei Servizi prevede per questi ambiti la riconferma della dotazione attuale. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

AT - ATTREZZATURE TECNOLOGICHE DOTAZIONE PROGETTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento AT 1 POZZI 1.1 Pozzo dell'acquedotto comunale di viale Caduti di Nassirya 858 Manutenzione ordinaria AT 2 IMPIANTI DI DEPURAZIONE 2.1 Depuratore comunale 2.418 Manutenzione ordinaria TOTALE 3.276

3.8.5 AP - AREE ED ATTREZZATURE PRIVATE DI USO PUBBLICO Il Piano dei Servizi prevede per questi ambiti la riconferma della dotazione attuale. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

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AP - ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO DOTAZIONE CAT. N. TIPOLOGIA m 2 AP 1 ATTREZZATURE SOCIO-ASSISTENZIALI 1.1 Casa di riposo 7.648 AP 2 STRUTTURE POLIFUNZIONALI RICREATIVE 2.1 Attrezzatura ricreativa 3.993 TOTALE 11.641

3.9 LE PREVISIONI DI PIANO: AREE E ATTREZZATURE PER LA MOBILITÀ – AMBITO M Il Piano dei Servizi pone particolare attenzione al tema della mobilità e in generale riconferma la dotazione attuale di aree e le attrezzature attuate, e prevede alcuni nuovi ambiti a completamento della dotazione esistente e la riconversione di altri.

3.9.1 M1 - PARCHEGGI A RASO Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

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M - ATTREZZATURE PER LA MOBILITA' DOTAZIONE PROGETTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento M 1 PARCHEGGI A RASO 1.1 Parcheggio via Adenauer 175 Manutenzione ordinaria 1.2 Parcheggio via Adenauer 286 Manutenzione ordinaria 1.3 Parcheggio via Adenauer 49 Manutenzione ordinaria 1.4 Parcheggio via Spaak 49 Manutenzione ordinaria 1.5 Parcheggio via Spaak 47 Manutenzione ordinaria 1.6 Parcheggio Piazza San Benedetto 820 Manutenzione ordinaria 1.7 Parcheggio via De Gasperi 187 Manutenzione ordinaria 1.8 Parcheggio via De Gasperi 232 Manutenzione ordinaria 1.9 Parcheggio via De Gasperi 131 Manutenzione ordinaria 1.10 Parcheggio via De Gasperi 782 Manutenzione ordinaria 1.11 Parcheggio via Monet 141 Manutenzione ordinaria 1.12 Parcheggio via Monet 562 Manutenzione ordinaria 1.13 Parcheggio via Schuman 88 Manutenzione ordinaria 1.14 Parcheggio cimitero 1.750 Manutenzione ordinaria 1.15 Nuovo parcheggio campo sportivo 1.861 Riconversione da verde pubblico 1.16 Parcheggio s.p. n. 143 515 Manutenzione ordinaria 1.17 Parcheggio s.p. n. 143 1.738 Manutenzione ordinaria 1.18 Parcheggio via Dei Boschi 271 Manutenzione ordinaria 1.19 Parcheggio via Dei Boschi 327 Manutenzione ordinaria 1.20 Parcheggio via Dei Boschi 117 Manutenzione ordinaria 1.21 Parcheggio via Dei Boschi 127 Manutenzione ordinaria 1.22 Parcheggio via Dei Boschi 36 Manutenzione ordinaria 1.23 Parcheggio via Dei Boschi 26 Manutenzione ordinaria 1.24 Parcheggio via Dei Boschi 88 Manutenzione ordinaria 1.25 Parcheggio vicolo Re 93 Manutenzione ordinaria 1.26 Parcheggio vicolo Re 113 Manutenzione ordinaria 1.27 Parcheggio vicolo Re 111 Manutenzione ordinaria 1.28 Parcheggio vicolo Re 111 Manutenzione ordinaria 1.29 Parcheggio Piazza F.lli Cervi 812 Manutenzione ordinaria 1.30 Parcheggio via Umberto I 238 Manutenzione ordinaria 1.31 Parcheggio Piazza Giovanni Paolo II 906 Manutenzione ordinaria 1.32 Parcheggio via Aldo Moro 108 Manutenzione ordinaria 1.33 Nuovo parcheggio via Poderi 193 Riconversione da viabilità 1.34 Parcheggio via Dei Pioppi 151 Manutenzione ordinaria 1.35 Parcheggio via Umberto I 409 Manutenzione ordinaria 1.36 Parcheggio Piazza Rovida 524 Manutenzione ordinaria 1.37 Parcheggio Viale della Libertà 618 Manutenzione ordinaria 1.38 Parcheggio Viale della Libertà 138 Manutenzione ordinaria 1.39 Parcheggio Viale della Libertà 143 Manutenzione ordinaria 1.40 Parcheggio Viale della Libertà 160 Manutenzione ordinaria 1.41 Parcheggio Piazza Don Minzoni 1.218 Manutenzione ordinaria 1.42 Parcheggio vicolo Re 1.310 Manutenzione ordinaria 1.43 Parcheggio via Degli Aceri 52 Manutenzione ordinaria 1.44 Parcheggio via Delle Betulle 39 Manutenzione ordinaria 1.45 Parcheggio via Delle Betulle 72 Manutenzione ordinaria 1.46 Parcheggio via Delle Betulle 43 Manutenzione ordinaria 1.47 Parcheggio via Delle Betulle 20 Manutenzione ordinaria 1.48 Parcheggio via Delle Betulle 146 Manutenzione ordinaria 1.49 Parcheggio via Delle Betulle 75 Manutenzione ordinaria 1.50 Parcheggio via Delle Betulle 183 Manutenzione ordinaria 1.51 Parcheggio via Degli Olmi 43 Manutenzione ordinaria 1.52 Parcheggio via Enrico Mattei 1.037 Manutenzione ordinaria 1.53 Parcheggio via Enrico Mattei 2.587 Manutenzione ordinaria 1.54 Parcheggio via Einauudi 678 Manutenzione ordinaria 1.55 Parcheggio via Einauudi 838 Manutenzione ordinaria 1.56 Parcheggio via Einauudi 279 Manutenzione ordinaria TOTALE 23.853 In merito al tema dei parcheggi è previsto un’importante ambito destinato al potenziamento della dotazione di parcheggi a servizio del polo sportivo da attuare attraverso la riconversione di un’area di proprietà comunale non ancora attuata. Si prevede inoltre adattamenti delle aree di alcuni parcheggi dovuti ai lavori per il miglioramento delle sedi viarie. Le restanti aree attualmente destinate a parcheggio pubblico vengono riconfermate.

3.9.2 M2 - VERDE DI ARREDO URBANO Il Piano dei Servizi prevede per questi ambiti la riconferma della dotazione attuale. Le previsioni di piano per queste attrezzature sono sintetizzate nella tabella seguente:

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STATO DI FATTO CAT. N. TIPOLOGIA m 2 descrizione dell'intervento M 2 VERDE DI ARREDO URBANO 2.1 Verde di via Adenauer 878 Manutenzione ordinaria 2.2 Verde di viale Dei Caduti di Nassirya 1.477 Manutenzione ordinaria 2.3 Verde campo sportivo 471 Manutenzione ordinaria 2.4 Verde campo sportivo 1.079 Manutenzione ordinaria 2.5 Verde di Piazza F.lli Cervi 605 Manutenzione ordinaria 2.6 Verde di via Degli Olmi 391 Manutenzione ordinaria 2.7 Verde di via Delle Betulle 320 Manutenzione ordinaria 2.8 Verde s.p. n. 11 4.552 Manutenzione ordinaria 2.9 Verde s.p. n. 11 707 Manutenzione ordinaria 2.10 Verde s.p. n. 11 7.536 Manutenzione ordinaria TOTALE 18.016

3.9.3 M3 – PISTE CICLOPEDONALI Una particolare attenzione va dedicata nell’ambito del Piano dei Servizi alla rete dei percorsi ciclo pedonali. In una realtà territoriale quale quella di Marcignago, in cui il territorio comunale si estende da nord a sud, con il nucleo della Frazione Divisa particolarmente distante dal capoluogo, essi costituiscono una rete di mobilità che consente una efficiente forma di comunicazione tra i nuclei abitati e tra questi e la rete dei servizi localizzati sul territorio e, se si considerano le potenzialità di fruizione paesistica derivanti dalla condizione di comune agricolo, circondato dall’aperta campagna, forniscono un importante collegamento con i percorsi e gli itinerari già potenzialmente fruibili in ambito agricolo.

Il Piano dei Servizi individua nuovi tratti di pista ciclopedonale a completamento di quella esistente, e prevede il collegamento tra il capoluogo e la Frazione Divisa: tratti a completamento della pista esistente in ambito urbano: 622 m tratto di collegamento tra il capoluogo e la Frazione Divisa: 1814 m

3.10 DOTAZIONE DI PIANO PREVISTA Complessivamente la dotazione prevista dal Piano dei Servizi di aree e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale si può considerare soddisfacente come dimostrano le quantificazioni riportate di seguito.

AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE DOTAZIONE DI PIANO pro-capite CAT. TIPOLOGIA m 2 m 2 /ab AI ATTREZZATURE SCOLASTICHE 15.328 4,62 AC ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE 17.145 5,17 AS VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO 33.697 10,16 AT ATTREZZATURE TECNOLOGICHE 3.276 0,99 AP ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO 11.641 3,51 TOTALE 81.087 24,44 3.318 UTENTI TEORICI

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AREE ED ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE

14% 19% 4%

ATTREZZATURE SCOLASTICHE

42% ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE 21% VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO

ATTREZZATURE TECNOLOGICHE

ATTREZZATURE PRIVATE DI INTERESSE PUBBLICO

La dotazione aumenta notevolmente considerando anche le attrezzature per la mobilità, che vengono considerate servizi in quanto la loro presenza sul territorio comunale comporta effetti di qualificazione urbanistica ed ambientale significati per la qualità della vita della comunità e qualifica l’accessibilità e la fruibilità delle servizi stessi. La tabella seguente illustra la dotazione complessiva di servizi presenti sul territorio, compresa anche la quota derivante dai Programmi Integrati di Intervento tuttora in atto.

DOTAZIONE DI PIANO pro-capite CAT. TIPOLOGIA m 2 m 2 /ab A AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO E GENERALE 81.087 24,44 M ATTREZZATURE PER LA MOBILITA' 41.869 12,62 PII PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO 9.356 2,82 TOTALE 132.312 39,88 3.318 UTENTI TEORICI

Con la completa attuazione delle previsioni del Piano dei Servizi, la dotazione pro-capite calcolata sull’utenza teorica di piano, passa dal 35,24 m2/ab. al 39,88 m2/ab.

Il confronto delle previsioni di piano con la dotazione allo stato di fatto risulta positiva con un incremento totale del 11,64%.

IL SISTEMA DEI SERVIZI 150.000

120.000

90.000

+11,64% 60.000

30.000

0 DOTAZIONE DI PIANO STATO DI FATTO

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Alla dotazione complessiva di aree e attrezzature per servizi, concorrono sia quelle esistenti e censite alla data di adozione del PGT (comprese quelle di pertinenza dei piani attuativi in atto), che quelle da reperire in relazione alle trasformazioni territoriali previste dal PGT stesso, secondo i criteri di seguito riportati.

3.11 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE NELL’AMBITO DEI PIANI ATTUATIVI E NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE. In aggiunta alla dotazione di Piano, nell’ambito dei Piani attuativi o degli interventi soggetti a PCC dovrà essere assicurata la seguente dotazione minima di aree per servizi: 9 AMBITO A – AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE PUBBICO E GENERALE Interventi a destinazione residenziale 18 m2 per abitante 150 m3/ab. Interventi a destinazione produttiva 10% della SLP Interventi a destinazione terziario/direzionale 50% della SLP 9 AMBITO M1 – PARCHEGGI A RASO Interventi a destinazione residenziale 7,5 m2 per abitante Interventi a destinazione produttiva 5% della SLP Interventi a destinazione terziario/direzionale 50% della SLP

3.12 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE IN RELAZIONE AI NUOVI INTERVENTI CONSENTITI ALL’INTERNO DEL TESSUTO CONSOLIDATO In relazione alle politiche individuate dal PdS, anche gli interventi ubicati all’interno del tessuto urbano consolidato, quando comportano un significativo incremento del “carico urbanistico”, contribuiscono alla dotazione di nuove aree e infrastrutture per servizi, nella misura indicata al precedente punto. In relazione a quanto detto, un intervento comporta incremento del carico urbanistico quando: prevede la realizzazione di una o più unità abitative, ottenute anche mediante il riuso di rustici e/o accessori. Non rientrano in questa casistica i lotti liberi derivanti da PUA convenzionati, per i quali sono stati adempiuti gli obblighi di cessione/monetizzazione previsti in convenzione. L’onere della dimostrazione e’ a carico del richiedente. Per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, all’interno dei nuclei di antica formazione (Capoluogo e fraz. Divisa) non sono soggetti alla cessione/monetizzazione le nuove unità abitative ottenute mediante il riuso di rustici e/o di altri edifici dimessi, di volumetria complessiva inferiore a mc. 300,00. prevede cambi di destinazione d’uso per l’insediamento di nuove attività, terziarie e/o commerciali, se ammesse, nei seguenti casi: - da produttivo a terziario; - da residenziale a terziario. Non determina incremento del peso urbanistico l’ampliamento di unità abitative o di attività esistenti e compatibili con quelle ammesse, purché compreso entro il limite del 50% della SLP esistente alla data di adozione del PGT, e con un massimo di: - mq. 70 per unità residenziali - mq. 100 per edifici a destinazione terziaria/commerciali

3.13 DOTAZIONI MINIME DA PREVEDERE IN RELAZIONE AI NUOVI INSEDIAMENTI COMMERCIALI Le nuove strutture edilizie destinate ad insediamenti ad uso commerciale o paracommerciale dovranno concorrere alla dotazione di aree per servizi e attrezzature pubbliche/di uso pubblico secondo quanto indicato nella seguente tabella:

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TABELLA DI QUANTIFICAZIONE DELLE CESSIONI COMMERCIALI

AREE E ATTREZZATURE PUBBLICHEE DI TIPO SIGLA AREE PER PARCHEGGIO MONETIZZAZIONE INTERESSE PUBBLICO O GENERALE VA Si consente la monetizzazione: totale per i NUCLEI DI ANTICA VN - VICINATO 50% Slp 50% Slp FORMAZIONE e TR1 - della quota eccedente il parcheggio per VP i restanti ambiti M1A M1N M1P Si consente la monetizzazione MEDIE STRUTTUREMCC1 50% Slp 100% Slp1 della quota eccedente il M2N parcheggio M2P MCC2 1 Riducibile a 75% della SLP per interventi all'interno del tessuto urbano consolidato

3.14 VARIAZIONE DEL FABBISOGNO DI AREE PER SERVIZI E ATTREZZATURE PUBBLICHE O DI INTERESSE PUBBLICO O GENERALE, CONSEGUENTE A MUTAMENTI DI DESTINAZIONE D’USO. Ai sensi della LR. N. 12/2005 Artt. 51 comma 2 e 52 comma 4, il PGT individua i mutamenti di destinazione d’uso che comportano un incremento del fabbisogno di aree per servizi e attrezzature pubbliche quando: sono connessi alla realizzazione di opere edilizie non comportanti la realizzazione di opere edilizie e riguardano nuove attività commerciali non costituenti unita di vicinato. Detti interventi riguardano: a) La trasformazione di edifici residenziali in edifici da destinare a nuove attività commerciali/ terziarie/direzionali; b) La trasformazione di edifici produttivi in edifici da destinare a nuove attività commerciali/ terziarie/direzionali.

I mutamenti di destinazione d’uso come sopra individuati, oltre al versamento del contributo di costruzione determinato nelle misure di legge, sono soggetti al conguaglio delle aree per servizi e attrezzature pubbliche/di suo pubblico, secondo il seguente schema:

DESTINAZIONE CESSIONE da a RESIDENZIALE TERZIARIO/COMMERCIALE m2/m2 Slp 0,14 PRODUTTIVO TERZIARIO/COMMERCIALE m2/m2 Slp 0,40

La cessione a conguaglio dovrà essere soddisfatta all’interno dell’area interessata dal cambio d’uso, oppure in altra area ritenuta idonea dal Comune. Qualora la cessione come sopra quantificata non risulti pienamente attuabile in relazione alle caratteristiche dell’area o dell’immobile interessate dal cambio di destinazione, oppure non sia considerata funzionalmente idonea da parte del Comune, è facoltà di quest’ultimo consentirne in alternativa la parziale o totale monetizzazione. Devono comunque essere garantiti i parcheggi pubblici o ad uso pubblico nelle quantità minime previste.

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3.15 MONETIZZAZIONE DELLE AREE Il Piano dei Servizi ammette la monetizzazione delle aree per servizi. E’ facoltà del Comune ammettere la monetizzazione parziale o totale delle aree per servizi e attrezzature pubbliche/di uso pubblico, che dovrà avvenire contestualmente alla stipula della convenzione nel caso di Piani attuativi o di PCC, oppure prima del rilascio del titolo abilitativo nel caso di interventi diretti.

I proventi derivanti dalle monetizzazioni delle aree per servizi saranno utilizzati dal Comune per il miglioramento dei servizi esistenti, compresa anche l’acquisizione di altre aree a destinazione pubblica. Parte di tali proventi possono altresì essere impiegati per l’attuazione di interventi di miglioramento sulla rete ecologica di livello locale, cosi come esplicitate nella tavola 1.22 “Previsioni di Piano”.

3.16 PREVISIONI PER IL SISTEMA DEI SERVIZI EROGATI ALLA PERSONA I servizi, nello spirito della nuova normativa Regionale, vanno pianificati in base alle reali esigenze della collettività e non più su base parametrica astratta, in modo che la loro localizzazione ed il loro dimensionamento devono rispondere a criteri di funzionalità urbana, facile accessibilità, complementarietà e sinergia con eventuali strutture già esistenti. In quest’ottica non sono da meno quel settore dei servizi definiti “servizi alla persona”, non quantificabili parametricamente ma di indubbia importanza per la qualità della vita di una comunità. L’Amministrazione Comunale ritiene essenziale che il sistema di sicurezza sociale avviato a Marcignago vada non solo mantenuto ma anche rafforzato. Si ritiene prioritario sviluppare vere e proprie “azioni mirate”, in particolare nei confronti delle famiglie, dei minori, degli anziani, dei giovani, delle persone bisognose e in difficoltà. L’ente locale, avvalendosi della collaborazione delle Associazioni di Volontari e delle agenzie educative, diventa il centro delle decisioni finalizzate allo sviluppo di servizi adeguati ai bisogni emergenti. Per il sistema dei servizi erogati alla persona o servizi aspaziali il Piano dei Servizi prevede: aiuto alle famiglie al cui interno vi siano presenti minori diversamente abili, anziani, invalidi; progetti di integrazione sociale per soggetti diversamente abili; progetti che si occupano della famiglia e dei genitori visti nel ruolo specifico educativo e genitoriale sostegno alla maternità; realizzazione, con le associazioni del volontariato, di progetti di aiuto alla persona, di gestione del tempo libero, di aggregazione sociale anche con la predisposizione e attrezzatura di un apposito spazio; servizio di assistenza domiciliare nelle forme già sperimentate; interventi specifici a favore di servizi di rilevanza sociale (ambulatorio, farmacia, posta etc.)

3.17 IL PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI NEL SOTTOSUOLO (PUGSS) La L.R. 12/2005 all’articolo 9 comma 8 individua il PUGSS quale parte integrante del Piano dei Servizi per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo. Il Comune di Marcignago è tenuto a dotarsi del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS) di cui all’art. 38 della legge regionale n° 26 del 12 dicembre 2003 entro il termine fissato dall’art. 3 primo comma lettera c) del regolamento regionale n° 3 del 28 febbraio 2005.

La redazione ed approvazione del PUGSS è vincolante per la attivazione degli interventi negli ambiti di trasformazione individuati dal Documento di Piano, pertanto fino alla approvazione del PUGSS ogni intervento comportante la realizzazione di interventi nel sottosuolo dovrà essere preceduto da idonea conferenza dei servizi promossa dal Comune e con la partecipazione degli Enti e Società cui compete la gestione delle reti.

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3.18 SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DELLE PREVISIONI DEL PIANO DEI SERVIZI Ai sensi del comma 3, dell’art. 9 (Piano dei servizi) della l.r. n 12/2005 e successive modifiche, il Piano dei Servizi oltre ad indicare le modalità di attuazione delle previsioni per l’adeguamento dei servizi esistenti e/o nuovi servizi aggiuntivi, deve quantificarne i costi. Inoltre, ai sensi del comma 4, dell’art. 9 della citata legge, il Piano dei Servizi deve dimostrare la sostenibilità dei costi nell’ambito delle risorse economiche comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione diretta degli interventi da parte dei privati, cioè dalle risorse attivabili dall’attuazione delle previsioni del PGT.

3.18.1 LE RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI DALLE PREVISIONI DEL PGT Le previsioni del PGT, se completamente attuate, prevedono l’attivazione di svariate risorse economiche derivanti dal rilascio dei Permessi di Costruire, sia per l’edilizia residenziale che per l’edilizia produttiva, e dalla monetizzazione delle aree a standard degli ambiti di trasformazione. Di seguito si fornisce la stima convenzionale distinta per tipologia di interventi e non comprensiva delle risorse che potrebbero derivare da ristrutturazioni negli ambiti urbanizzati (ex zone A e B del PRG previgente), valutata con gli oneri attualmente in vigore (Determina del Responsabile del Servizio n. 510 del 18/12/2007). La stima non considera il possibile l’incremento derivante dalle monetizzazioni.

3.18.1.1 RISORSE DERIVANTI DA INTERVENTI RESIDENZIALI A COMPLETAMENTO DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO Volumetria disponibile m3 19.207 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m3 10,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m3 19.207 x €/m3 10,00 = € 192.070

3.18.1.2 RISORSE DERIVANTI DA PIANI ATTUATIVI VIGENTI RESIDENZIALI Volumetria convenzionata m3 12.501 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m3 5,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m3 12.501 x €/m3 5,00 = € 62.505

3.18.1.3 RISORSE DERIVANTI DA INCENTIVI RIQUALIFICAZIONE CENTRO STORICO Volumetria prevista m3 2.539 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m3 3,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m3 2.539 x €/m3 3,00 = € 7.617

3.18.1.4 RISORSE DERIVANTI DA RECUPERO NUCLEI AGRICOLI DISMESSI Volumetria prevista m3 22.253 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m3 5,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m3 22.253 x €/m3 5,00 = € 111.265

3.18.1.5 RISORSE DERIVANTI DA INTERVENTI NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE Volumetria prevista m3 15.212 Volumetria aggiuntiva per incentivi m3 4.031

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Volumetria totale prevista m3 19.243 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m3 12,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m3 19.243 x €/m3 12,00 = € 230.916

3.18.1.6 RISORSE DERIVANTI DA INTERVENTI NEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVI Slp prevista m2 27.996 Slp aggiuntiva per incentivi m2 5.809 Slp totale prevista m2 33.805 Oneri di urbanizzazione secondaria €/m2 16,00

Risorse reperibili dagli oneri di urb. secondaria m2 33.805 x €/m2 16,00 = € 540.880

3.18.2 RIEPILOGO RISORSE ECONOMICHE ATTIVABILI DALLE PREVISIONI DI PGT Risorse derivanti da interventi residenziali a completamento del tessuto urbano consolidato € 192.070 Risorse derivanti da piani attuativi vigenti residenziali € 62.505 Risorse derivanti da incentivi riqualificazione centro storico € 7.617 Risorse derivanti da recupero nuclei agricoli dismessi € 111.265 Risorse derivanti da interventi negli ambiti di trasformazione residenziale € 230.916 Risorse derivanti da interventi negli ambiti di trasformazione produttivi € 540.880 TOTALE € 1.145.253

3.18.3 STIMA DEI COSTI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DEI SERVIZI 3.18.3.1 AI - ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE AI 3.1 Lavori di adeguamento normativo-funzionale fabbricato Scuola Media di Piazza Rovida m3 4.874 x €/m3 40 = € 194.960

3.18.3.2 AC - ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE AC 1.2 Riconversione edificio sportivo in centro civico m3 2.595 x €/m3 40 = € 103.800

3.18.3.3 AS – VERDE PUBBLICO ATTREZZATO E SPORTIVO AS 2.5 Acquisizione area e realizzazione parco urbano5 m2 1.500 x €/m2 10 = € 15.000 m2 8.098 x €/m2 10 = € 80.980

3.18.3.4 M – ATTREZZATURE PER LA MOBILITÀ M 1.15 Realizzazione parcheggio campo sportivo m2 1.861 x €/m2 50 = € 93.050 M 1.33 Realizzazione parcheggio via Poderi m2 193 x €/m2 35 = € 6.755

M 3 Acquisizione sedime e realizzazione nuovi percorsi ciclabili per metri lineare 2.4366 m 2.436 x €/m 110 = € 267.960

5 Parte dell’area in oggetto, per un’estensione di circa 7.500 m2, viene acquisita in permuta con un’area di proprietà comunale attualmente ad uso agricolo, localizzata tra il l’area del pozzo comunale e il cimitero. 6 Il costo per l’acquisizione del sedime per la realizzazione dell’opera è considerato “a costo zero” grazie all’attivazione di meccanismi compensativi (vedi Art. delle N.T.A. del PGT).

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3.18.3.5 RIEPILOGO STIMA DEI COSTI PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DEI SERVIZI AI - Attrezzature per l’istruzione € 194.960 AC - Attrezzature di interesse comune € 103.800 AS – Verde pubblico attrezzato e sportivo € 95.980 M – Attrezzature per la mobilità € 367.765 TOTALE € 762.505

3.18.4 ANALISI DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DEL PIANO DEI SERVIZI risorse economiche attivabili dalle previsioni del PGT € 1.137.636 stima dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi - € 762.505 TOTALE € 375.131

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4. PARTE QUARTA: IL PIANO DELLE REGOLE

4.1 PREMESSA L’entrata in vigore della Legge Regionale 11 marzo 2005 n° 12 “Legge per il Governo del Territorio” modifica radicalmente lo scenario di riferimento per la pianificazione territoriale; viene abrogato tutto il quadro legislativo previgente (dalla L.r. 51/75 fino alle recenti leggi di riforma di settore, quali la L.r. 1/2001, la L.r. 9/1999), e per conseguenza viene revocata l’intera prassi applicativa della vecchia disciplina. Tale legge, per i fini della pianificazione comunale, istituisce il Piano di Governo del Territorio, il quale si compone di tre distinti strumenti: - Documento di Piano - Piano dei Servizi - Piano delle Regole

Il Piano delle Regole costituisce la terza componente del Piano del Governo del Territorio e rappresenta lo strumento operativo di riferimento per la disciplina dell'uso del suolo e specificatamente per la gestione dei tessuti urbani consolidati.

4.2 CONTENUTI Il Piano delle Regole (PdR) costituisce lo strumento del Piano di Governo del Territorio (PGT) a cui compete la disciplina urbanistica dell’intero territorio comunale, ad eccezione degli Ambiti di Trasformazione individuati nel Documento di Piano (DdP) le quali si attuano tramite piani attuativi e/o permesso di costruire convenzionato, secondo i criteri, anche insediativi e morfologici, dettati dal Documento di Piano medesimo, così come indicato dagli articoli 8 e 10 della LR 12/2005. Esso definisce le scelte operative che attuano le strategie dettate dal Documento di Piano e, facendo riferimento al quadro conoscitivo del territorio comunale definito nel DdP, al fine di promuovere un miglioramento della qualità paesaggistica e una coerente pianificazione sotto l’aspetto insediativo, tipologico e morfologico, individua gli ambiti e le aree da assoggettare a specifica disciplina, detta le regole prestazionali, i requisiti e i riferimenti per la progettazione delle opere edilizie, definisce i parametri di tipo quantitativo, morfologico, e funzionale da rispettare negli interventi edilizi; inoltre indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale con particolare riferimento al patrimonio culturale e alle aree regionali protette.

I contenuti specifici del piano delle Regole sono chiariti nell’articolo 10 della LR 12/2005:

LR 12/2005, art. 10 comma 1 1. Il piano delle regole: a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento; b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante; d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica, quanto previsto dall’articolo 57, comma 1, lettera b); e) individua: 1) le aree destinate all’agricoltura; 2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica.

I Criteri Regionali esplicativi della LR 12/2005 prescrivono di predisporre il Piano delle Regole in stretta relazione con la definizione dell’assetto programmatorio complessivo contenuto del DdP e con le strategie in materia di servizi definite dall’apposito Piano dei Servizi (PdS). In materia di tutela del territorio e delle sue risorse, con particolare riferimento agli elementi di naturalità presenti e alle aree meritevoli di tutela, il Piano delle Regole deve recepire le indicazioni contenute nella VAS, nello studio geologico, nel piano di azzonamento acustico e nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP. L’integrazione con questi documenti determina la

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90 Comune di Marcignago definizione di un’apposita sezione normativa di tutela e di valorizzazione degli elementi di interesse paesaggistico, naturalistico, ambientale, geologico e morfologico.

Le indicazioni contenute nel Piano delle Regole hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.

4.3 ELABORATI Il Piano delle Regole è costituito dai seguenti elaborati grafici: N. 3.1 Quadro di riferimento normativo: Vincoli e prescrizioni di livello sovraordinato scala 1:5.000 N. 3.2 Quadro di riferimento normativo: Aree di trasformazione e ambiti extraurbani scala 1:5.000 N. 3.3 Quadro di riferimento normativo: Capoluogo scala 1:2.000 N. 3.4 Quadro di riferimento normativo: Frazioni scala 1:2.000 N. 3.5 Quadro di riferimento normativo: Nuclei di antica formazione: Capoluogo – Frazione Divisa scala 1:1.000 N. 3.6 Quadro di riferimento normativo: Nuclei rurali di interesse storico-ambientale scala 1:1.000 N. 3.7 Quadro di riferimento normativo: Elementi e sistemi di interesse paesistico – ambientale scala 1:5.000 N. 3.8 Quadro di riferimento normativo: Carta della sensibilità paesistica scala 1:5.000 N. 3.9 Quadro di riferimento normativo: Vincoli e classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica scala 1:5.000

4.4 ELABORAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE I risultati delle analisi sul territorio comunale di Marcignago hanno portato ad una stesura del Regime dei Suoli che agisce direttamente sulla pianificazione del tessuto urbano consolidato e contiene inoltre le prescrizioni specifiche di tutela del paesaggio e dei nuclei storici. Lo scenario strategico definito dal Documento di Piano, ha costituito il riferimento per le fasi successive di elaborazione del Piano delle Regole per arrivare alla determinazione della normativa specifica di pianificazione. Nella stesura delle Norme del Piano delle Regole si è optato per una revisione generale dello strumento urbanistico previgente in quanto di impostazione obsoleta, al fine di organizzare una struttura di facile lettura e più consona alla nuova filosofia urbanistica. E stata inoltre redatta una analisi dettagliata dei nuclei di antica formazione con modalità e documentazione fotografica degli elementi architettonici dei beni costitutivi dell’identità del paesaggio, con le finalità di mantenimento, conservazione e giusta riqualificazione della dimensione demografica, per il mantenimento della struttura sociale esistente.

4.5 CONTENUTI PRESCRITTIVI SOVRAORDINATI Sulla scorta di quanto indicato nel Quadro conoscitivo del Documento di Piano, il PdR individua nella parte cartografica: - i beni culturali e del paesaggio ai sensi del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 - le aree di elevato contenuto naturalistico così come indicato dall’art. 34 delle NTA del PTCP di Pavia.

4.6 INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI E DELLE AREE DA ASSOGGETTARE A SPECIFICA DISCIPLINA Sulla scorta di quanto indicato nel Quadro conoscitivo del territorio comunale del Documento di Piano, il PdR individua: a) nella parte cartografica: - gli ambiti del tessuto urbano consolidato, indicando al loro interno i nuclei di antica formazione con i beni storico-artistico-monumentali, le caratteristiche fisico – morfologiche che connotano l’esistente, lo stato di conservazione di ogni immobile e le zone di recupero edilizio; - le aree destinate all’esercizio dell’attività agricola; - le aree non soggette ad interventi di trasformazione urbanistica. - le aree di rispetto; - il sistema delle infrastrutture; b) nella parte normativa:

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- le modalità di intervento con le destinazioni d’uso vietate ed i relativi parametri edilizi per i nuclei di antica formazione; - le modalità di intervento con le destinazioni d’uso vietate ed i relativi parametri edilizi per il tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione residenziale esterno ai nuclei di antica formazione; - le modalità di intervento con le destinazioni d’uso vietate ed i relativi parametri edilizi per il tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione produttiva; - le modalità di intervento con le destinazioni d’uso vietate ed i relativi parametri edilizi per le zone destinate all’attività agricola; - le modalità di intervento con le destinazioni d’uso vietate ed i relativi parametri edilizi per gli immobili e i nuclei esistenti nelle zone agricole e non più adibiti all’attività agricola; - le norme di salvaguardia per le aree non soggette a trasformazione urbanistica;

4.6.1 IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO DI RECENTE FORMAZIONE Per l’individuazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato in cui si suddivide il Comune di Marcignago si è proceduto individuando il territorio urbanizzato, comprendendo anche le aree di pertinenza dei fabbricati, i lotti liberi interclusi e i lotti liberi di ricucitura delle frange urbane, le aree dei Piani Attuativi in esecuzione e/o in itinere, sia a fini residenziali che produttivi. L’analisi è stata condotta per quartiere omogeneo in cui è suddiviso il tessuto urbano consolidato sia del capoluogo che della Frazione e, con l’esclusione dei nuclei di antica formazione, è stato calcolato l’indice medio di utilizzo fondiario esistente a cui ci si è attenuti per normare le trasformazioni edilizie sia nei lotti liberi che nelle eventuali sostituzioni edilizie dei manufatti esistenti.

Dalle analisi dettagliate del tessuto consolidato residenziale, si evince una realtà del territorio di Marcignago che può ritenersi omogenea per tre classi di densità edilizia, con particolare evidenza nelle caratteristiche delle tipologie di edifici contraddistinti dallo stesso indice di edificabilità e pertanto di aree prevalentemente sature, in cui non sono individuabili nuove potenzialità edificatorie se non di minima entità, ad eccezione di sporadici ambiti di lotti interclusi ed inedificati localizzabili in piccole aree sparse nel territorio comunale per il quale è prevista comunque la stessa classificazione urbanistica e la stessa prescrizione edificatoria caratteristica del relativo ambito del tessuto consolidato residenziale. Al fine di ricompattare le frange urbane sono stati inclusi lotti ancora liberi ma non edificati, a forte vocazione residenziale che si prestano all’edificazione come naturale sviluppo del paese. Sulle citate considerazioni, il nuovo PGT ha determinato tre ambiti residenziali, definiti “a bassa”, “a media” ed “ad alta densità” con indice di edificazione fondiaria rispettivamente di 1.20 m3/m2, 1.50 m3/m2 e 2.00 m3/m2 anche riconfermando le previsioni dello strumento urbanistico previgente.

Approfondendo ulteriormente lo studio del tessuto consolidato, si pone particolare interesse sulla realtà produttiva del territorio che ci porta ad una sistematizzazione delle zone previste dallo strumento urbanistico previgente con l’individuazione di un unico ambito produttivo, localizzato alla Frazione Divisa, e l’introduzione di un ambito specifico per i distributori di carburante derivato dall’esigenza di normare un’attività esistente. L’analisi territoriale ha individuato aree interne o adiacenti all’edificato consolidato, sistemate a verde o a coltivo (giardini e orti), parchi di proprietà privata, che rivestono una particolare valenza ecologica nell’equilibrio dell’ambiente urbano. In queste aree non e' ammesso alcun tipo di edificazione, ad eccezione di manufatti accessori, quali autorimesse e locali per attrezzi, o elementi di arredo, in tali ambiti si favoriscono interventi conservativi e migliorativi sulla vegetazione esistente e per le nuove piantumazioni si suggerisce l’impiego di specie autoctone, assicurando la massima permeabilità possibile degli spazi aperti. Il Piano delle Regole ha disciplinato le attività agricole esistenti all’interno del tessuto consolidato consentendo il regolare esercizio fino alla cessione dell’attività e incentivando il loro trasferimento all’esterno del tessuto consolidato.

La parte normativa indica i parametri per l’utilizzo a fini edificatori sia dei fabbricati esistenti che dei lotti liberi, con la precisazione che l’altezza massima raggiungibile sarà riferita a quella degli edifici dell’intorno di più remota edificazione e la posizione del fabbricato nel lotto dovrà tener conto delle

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92 Comune di Marcignago posizioni di visuale sulle emergenze (Chiese, campanili, palazzo Capelli) del nucleo di antica formazione limitrofo. E’ sempre possibile richiedere l’applicazione di bonus urbanistici a fronte di una maggiore qualità ambientale o incremento delle aree per servizi pubblici, secondo quanto disposto dalle NTA.

4.6.2 IL TESSUTO DI ANTICA FORMAZIONE All’interno del tessuto urbano consolidato si sono individuati i nuclei di antica formazione ed i beni storici e monumentali, con le loro aree di pertinenza, utilizzando la Carta d’Italia dell’IGM di prima levatura, i catasti storici, le indicazione del PTCP, con verifica in base ai rilievi sul posto. Il Piano delle Regole identifica pertanto quale tessuto di antica formazione le aree che hanno mantenuto sostanzialmente inalterato l'impianto storico urbano con significativi caratteri architettonici, da conservare e da recuperare per motivazioni di valore ambientale e di memoria storica

L’analisi di approfondimento degli edifici effettuata nell’ambito del Quadro Conoscitivo del Documento di Piano, basata su un rilievo accurato dello stato di fatto funzionale, morfo-tipologico, stato di conservazione, presenza si superfetazioni, piccoli edifici accessori aggiunti al corpo principale, in genere fuori scala ed avulsi dal contesto nel quale sono stati inseriti, ecc., ha portato alla definizione di modalità di intervento di ogni singolo manufatto, rappresentate in forma cartografica con tavole a scala 1:1000. La parte normativa indica le modalità a cui attenersi per le opere di rimaneggiamento dei manufatti esistenti in funzione della categoria di loro assegnata.

Per i nuclei di antica formazione non si prevedono alterazioni della volumetria esistente ne modifiche alle altezze esistenti se non per raffronto con edifici in allineamento. Tuttavia viene incentivato il recupero dei manufatti dei nuclei storici attraverso incrementi edificatori premiali da utilizzare o cedere per interventi esterni al tessuto di antica formazione. E’ consentito il recupero dei sottotetti con limitazione morfo-tipologiche nell’ottica di tutela e di recupero dei caratteri connotativi di tali ambiti ad eccezione degli Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali – ATR, ai nuclei di antica formazione, limitatamente agli edifici soggetti a “Restauro e Risanamento conservativo” e agli edifici di interesse storico e/o tipologico esterni ai nuclei di antica formazione.

Ad integrazione delle tavole grafiche, sono stati documentati tutti gli elementi significativi dell’identità storica dei nuclei di antica formazione, che vanno conservati e recuperati per motivazioni di valore ambientale e di memoria storica. La loro documentazione fotografica, parte integrante delle schede di rilievo, è finalizzata alla gestione delle modalità di intervento previste dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole.

4.6.3 CRITERI PER IL PRINCIPIO DI INCENTIVAZIONE EDILIZIA NEL PIANO DELLE REGOLE

L’Amministrazione comunale, sulla base dei criteri definiti dall’art. 11, comma 5 della L. 12/05, ha inoltre previsto di attivare incentivi, stabiliti con regolamenti specifici, volti alla promozione della qualità edilizia, al risparmio e al miglioramento dell’ambiente, contribuendo alla sostenibilità ambientale del territorio comunale. La promozione potrà opere nella qualità delle dotazioni impiantistiche, strutturali e nell’uso di materiali dell’edilizia residenziale e produttiva, e verrà applicata a tutti gli edifici che, per la loro qualità controllata e dotazione di dispositivi per l’utilizzazione di energie alternative, verranno promossi con il possibile recupero di parte degli oneri di urbanizzazione secondaria, o con incrementi della possibilità edificatoria.

4.6.4 LE AREE DESTINATE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ AGRICOLA Il comune di Marcignago ha un’economia legata all’agricoltura di tipo estensivo, non comprende colture specializzate ma è orientata verso la produzione di seminativi a rotazione, mais e coltivazioni arboree.

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La pratica agronomica utilizza una fitta rete di rogge e fossati per l’irrigazione dei campi coltivati. Ultimamente, nella rotazione agricola, sono comparsi anche i terreni a “riposo”. Ai margini dei campi coltivati ed a riposo resiste ancora qualche residuo filare di quella che un tempo era la ricca vegetazione ripariale delle rogge e dei fossati utilizzati per l’irrigazione.

Il Piano delle Regole, seguendo i criteri e le indicazioni desunte dal PTCP di Pavia, ha individuo le aree destinate all’esercizio dell’attività agricola nel seguente modo: - Aree agricole produttive. Rappresentano le aree della produzione agricola. In questi ambiti sono consentite edificazioni di tipo agricolo. - Aree agricole di interesse ambientale. Comprendono l’area ad ovest della s.p. n. 11, e l’area localizzata a nord-est sul confine comunale lambito dalla Roggia Mischia, caratterizzate da particolari connotazioni morfologiche e strutturali. In questo ambito è consentita la medesima attività agricola delle aree agricole produttive, mentre gli interventi sono normati da specifici indirizzi al fine del loro coerente inserimento nel paesaggio agrario locale.

All’interno delle aree destinate all’esercizio dell’attività agricola vengono individuati gli edifici e i nuclei esistenti non più adibiti ad usi agricoli per i quali la normativa prevede la possibilità di ampliamento e adeguamento dei manufatti promuovendo la qualità edilizia e detta gli indirizzi per tali interventi al fine del loro coerente inserimento nel paesaggio agrario locale.

Nella parte normativa, in ottemperanza al disposto del punto 4. lettera a) dell’art. 10 – Piano delle Regole, della l.r. 12/2005 e successive modifiche ed integrazioni, vengono indicate le norme di salvaguardia e di valorizzazione del patrimonio dell’edilizia rurale storica indicato con la sigla “IRS” nella tavola n. 3.4 del PdR “Quadro di riferimento normativo: Frazioni”, i cui interventi sono normati dalla tavola 3.6 del PdR “Quadro di riferimento normativo: Nuclei rurali di interesse storico- ambientale”, incentivandone il loro recupero. La parte normativa del PdR è stata elaborata nel rispetto del titolo III “Norme in materia di edificazione nelle aree destinate all’agricoltura” della l.r. 12/2005 e successive modifiche ed integrazioni.

4.6.5 LE AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE URBANISTICA Per “aree non soggette a trasformazione urbanistica” si intendono tutte quelle parti del territorio comunale esterne al tessuto urbano consolidato ed alle aree destinate all’agricoltura, che, per ragioni oggettive, sono sottratte a qualunque forma di utilizzazione che comporti uno scostamento urbanisticamente significativo rispetto allo stato di fatto. Tuttavia la non trasformabilità urbanistica non deve pertanto tradursi in assenza di interventi di valorizzazione ambientale e paesaggistica. Sono state individuate sul territorio comunale le seguenti aree non soggette a trasformazione urbanistica: - Aree agricole di salvaguardia. Rappresentano il “filtro” fra la zona urbanizzata (comprese le future aree di trasformazione) ed il territorio agricolo produttivo. Queste aree giocano un ruolo strategico per le future revisioni del PGT, per il mantenimento della cortina edificata di frangia. Questi ambiti non potranno essere soggetti ad alcun tipo di edificazione, neanche di tipo agricolo, ad eccezione delle sole coperture stagionali, ma semplicemente allo svolgimento dell’attività agricola in atto. - Aree di rispetto delle cascine di interesse storico-tipologico. Le aree cosi individuate sono finalizzate alla salvaguardia di alcuni insediamenti rurali di particolare interesse tipologico, e del loro rapporto relazionale con l’intorno paesistico. In queste aree non è ammesso alcun tipo di edificazione ad eccezione di eventuali interventi di ristrutturazione se finalizzati a ripristinare un corretto rapporto planivolumetrico e tipologico con l’insediamento rurale tutelato, rispettando tutti i criteri morfologici ed estetici generali ivi prescritti. - Aree a elevato contenuto naturalistico. Sono state individuate coerentemente con le indicazioni del vigente PTCP. In tali ambiti, si dovranno attuare forme di valorizzazione attraverso turismo sostenibile, si dovranno perseguire obiettivi di conservazione dei valori che caratterizzano l'area e degli equilibri ecologici esistenti, favorendo l'evoluzione dei dinamismi naturali in corso. Le attività agricole sono confermate nelle forme compatibili con la tutela dei caratteri ambientali, quali elementi di presidio e di salvaguardia del territorio. - Aree con gravi limiti dal punto di vista della fattibilità geologica. Fanno parte tutte quelle zone nelle quali sono state riscontrate gravi limitazioni alla modifica delle destinazioni d’uso per le

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condizioni di pericolosità e vulnerabilità individuate e nelle quali, per le attività permesse dovrà essere applicato sempre ed in qualsiasi caso il D.M. 11.03.88 e la successiva C.M. 30483 del 24.09.88 e dal D.M. 14.09.05.

4.6.6 FASCE DI RISPETTO Il Piano delle Regole recepisce le fasce di rispetto prescritte dalla legislazione vigente di seguito riportata e a cui si fa riferimento per le specifiche disposizioni da rispettare nei casi di intervento edilizio: D.P.R. 495/1992 Fasce di rispetto stradale D.Lgs. 152/2006 Fasce di rispetto dei pozzi R.D. 1265/1934, R.R. 6/2004 Fascia di rispetto cimiteriale L. n.3/97, D. R.ER 4.2.97 Fascia di rispetto depuratore Il Piano delle Regole è integrato dallo Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica, dallo Studio per l’individuazione del Reticolo Idrico Minore e dal Piano comunale di Azzonamento Acustico, per quanto concerne la materia di specifica competenza dei singoli strumenti correlati e concorrenti. Tali studi sono di fatto separati dal PGT ma costituiscono, insieme ad esso, i riferimenti necessari ed obbligatori per l’attuazione delle previsioni urbanistiche.

4.6.7 LE INFRASTRUTTURE Uno degli obiettivi che si è posto il PGT è il miglioramento della sicurezza per la viabilità e la risoluzione di criticità presenti quali in particolare quello del collegamento del capoluogo con la Frazione Divisa. Si è quindi individuato il potenziamento della s.p. 11 nel tratto di collegamento con la Frazione Divisa che verrà realizzata attraverso accordi e risorse con l’Ente di Competenza. Al fine di garantire un miglior assetto viabilistico si sono programmati anche interventi di miglioramento delle attuali sedi viarie quali l’allargamento di alcuni tratti interni al capoluogo.

Una particolare attenzione va dedicata nell’ambito del Piano dei Servizi alla rete dei percorsi ciclo pedonali. In una realtà territoriale quale quella di Marcignago infatti, in cui il territorio comunale si estende da nord a sud, con il nucleo della Divisa particolarmente distante dal capoluogo, essi costituiscono una rete di mobilità che consente una efficiente forma di comunicazione tra i nuclei abitati e tra questi e la rete dei servizi localizzati sul territorio. Questa rete possiede essa stessa, con le dotazioni arboree, le siepi, gli spazi di sosta, le caratteristiche oggettive per essere annoverata tra le aree verdi destinate a servizio pubblico e, rispetto ad una normale infrastruttura viaria, esercita un impatto ambientale e territoriale minimo.

4.6.8 DELIMITAZIONE PERIMETRO DEL CENTRO ABITATO E DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE Con Delibera di Consiglio Comunale n. 35 del 18.07.1994, l’Amministrazione Comunale di Marcignago ha approvato la classificazione delle strade redatta ai sensi dell’art. 42, comma 3, D.L.vo 28.12.1993 n. 566. L’elaborato riporta pertanto la classificazione delle strade comunali in tre categorie: A – Strade Comunali Extra-Urbane B – Strade Comunali Urbane C – Strade Vicinali

Per la delimitazione del centro abitato, così come definita dall’art. 4 D.L. 30 aprile 1992, n. 285. - "Nuovo Codice della Strada" è stato necessario un aggiornamento della classificazione delle strade conformemente all'art. 2 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n° 285 e successive modificazioni ed integrazioni, al regolamento di esecuzione e successivi provvedimenti attuativi che prevede la seguente classificazione: A Autostrade B Strade extraurbane principali

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C Strade extraurbane secondarie D Strade urbane di scorrimento E Strade urbane di quartiere F Strade locali

La delimitazione del centro abitato è stata effettuata in funzione della situazione edificatoria esistente o in costruzione, e non di quella ipotizzata dallo strumento urbanistico, tenendo presente che il numero di almeno venticinque fabbricati, con accesso veicolare o pedonale diretto sulla strada, previsti dall'art. 3, comma 1, punto 8, del codice della strada, è comunque subordinato alla caratteristica principale di “raggruppamento continuo” e pertanto i fabbricati possono essere intervallati solo da “strade, piazze, giardini o simili, ed aree di uso pubblico” con esclusione quindi di terreni agricoli, aree fabbricabili, etc.

Sulla base di tale perimetrazione sono state individuate le fasce di rispetto stradale ai sensi all'artt. 16- 18 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n° 285 e successive modificazioni ed integrazioni e al relativo regolamento di esecuzione e successivi provvedimenti attuativi.

4.7 ASPETTI PAESISTICO AMBIENTALI Secondo il “principio di maggior definizione”, previsto all'art. 6 della normativa del Piano Territoriale Paesistico Regionale e all’art. 20.4 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, in relazione alla coerenza delle proprie scelte con detti strumenti sovraordinati nonché, agli approfondimenti analitici, descrittivi ed alla cogenza normativa, il PGT può assumere “valenza paesistica” sostituendosi in tal senso ai previgenti atti di pianificazione a scala superiore. L’Amministrazione Comunale ha inteso cogliere tale opportunità di approfondimento sia conoscitivo che normativo, conscia del ruolo che l’Ente locale può e deve svolgere nell’interpretare la propria cultura, le proprie risorse (anche quelle paesistiche quindi) coniugandone la salvaguardia con le legittime esigenze ed aspirazioni della collettività locale. Questa scelta passa necessariamente attraverso un confronto sistematico con le diverse realtà locali (associazioni di categoria, ecc.). In quest’ottica, la tutela del paesaggio quale bene collettivo spesso irriproducibile nei propri valori intrinseci e simbolici, diventa un momento di condivisione fra i soggetti interessati, unico vero modo per una seria politica di sviluppo sostenibile.

4.8 CARTA DELLA SENSIBILITÀ PAESISTICA L’articolazione del territorio in classi di sensibilità, è stata effettuata in base a tre differenti chiavi di lettura: quella strutturale o sistemica, quella vedutistica e quella simbolica, sulla base delle conoscenze acquisite sia a livello documentale che mediante verifiche in loco.

Dal punto di vista strutturale, la valutazione ha tenuto conto: - della peculiarità dei diversi ambiti in relazione agli elementi che li caratterizzano (sia naturalistici che antropici); - della valenza sistemica anche in base a ricorrenze formali, funzionali, relazionali; - della integrità del territorio rispetto alle sue componenti naturali o alle forme tradizionali di elaborazione antropica. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha costituito un forte indicatore di sensibilità; e’ opinione largamente condivisa infatti, che il paesaggio e’ tanto più sensibile quanto più conserva elementi di identità rispetto alla sua organizzazione storica.

L’aspetto vedutistico ha influito sulla valutazione di sensibilità sia rispetto all’ampiezza ed alla profondità di veduta che ai fattori di relazione visiva da e verso i percorsi ed i punti di maggior fruizione. Trattandosi di paesaggio, quindi di qualcosa fortemente connesso alla percezione visiva, questa componente valutativa assume un ruolo importante ancorché non sufficiente, di per sé, a conferire valore intrinseco allo scenario interessato.

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L’aspetto simbolico è stato infine utilizzato quale chiave interpretativa di aspetti non percepibili fisicamente e anche poco noti, ma che possono ritrovarsi nell’immaginario collettivo per il ruolo o il significato che una collettività assegna ai medesimi associandoli ad un determinato luogo.

Con questi criteri, il territorio extraurbano e’ stato suddiviso in tre classi di sensibilità paesistica con valore da medio a molto alto. Per le aree urbane consolidate e quelle di trasformazione, la classe di sensibilità è stata associata alle diverse destinazioni assegnando valori alti ai tessuti storici, valori bassi ai tessuti di recente edificazione privi di caratterizzazione urbana e architettonica. Per i lotti che si interfacciano direttamente con ambiti a sensibilità più elevata, si e’ ritenuto di applicare la classe di sensibilità a questi corrispondente. Ciò al fine di salvaguardare o ripristinare un corretto rapporto relazionale fra ambiti ad elevata sensibilità (es. contesti agricoli e/o storico-ambientali) ed ambiti ad essi limitrofi.

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ALLEGATO A - SCHEDE DESCRITTIVE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

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AMBITO DI TRASFORMAZIONE N° ATP1

Superficie territoriale Mq. 71.419 Destinazione prevalente produttivo Indice di utilizzazione territoriale - UT Mq/mq 0,4 Edificabilità prevista - SLP Mq. 28.568 Incremento della potenzialità edificatoria - ART. 11 comma 5 L.R. 12/05 - connessa a: 15% - assunzione di impegno per la realizzazione di opere di interesse pubblico aggiuntive esterne all’ambito

Incremento della potenzialità edificatoria connessa a standard qualitativi

ART. 11 comma 5 L.R. 12/05: 5% - per particolare qualità architettonica

Impostazione tipo/morfologica: Mt. 7,50 - H. max. (esclusi elementi tecnologici) Tipologia di strumento attuativo da prevedere nel P.d.R.: - Piano di Lottizzazione PL - PCC - Permesso di costruire convenzionato Soggetto attuativo privato Esigenze specifiche di dotazioni infrastrutturali: - parcheggio pubblico - nuova viabilità di comparto e di raccordo con la s.p. n. 11 NB – la soluzione individuata nelle planimetrie dell’ATP (DdP e PdR) è da considerarsi indicativa. Soluzioni alternative possono essere adottate in sede di PUA, a condizione che sia garantito il collegamento fra la SP 11 e la strada per Molino Vecchio Indirizzi da recepire nei PUA - Qualità progettuale - Mitigazione degli interventi da prevedere all’interno dell’area di pertinenza, con particolare attenzione ai lati verso gli spazi pubblici e verso le aree con diversa destinazione (agricola, residenziale ecc.). Le aree di mitigazione dovranno avere la profondità prevista negli elaborati grafici del Piano ed essere piantumate con alberature di specie autoctona, in ragione di almeno un albero/40 mq. di superficie. Nelle aree di mitigazione, ferma restando la piantumazione c.s. indicata, è considerata compatibile la realizzazione di parcheggi privati a servizio

degli insediamenti, purché sia garantita una superficie permeabile complessiva non inferiore al 60% del totale (anche mediante impiego di soluzioni di grigliati erbosi carrabili). - I reflui di tipo civile (residenze e/o uffici), prima del recapito finale dovranno essere trattati in fossa chiarificatrice di tipo Imhoff. - In assenza del previsto collettamento al sistema depurativo di Pavia, per gli eventuali reflui derivanti dai processi produttivi, dovrà essere adottato un efficiente sistema di depurazione, con recapito finale in corso d’acqua superficiale avente portata sufficiente a garantire un’adeguata diluizione delle stesse. Meccanismi perequativi e/o compensativi si Note: Nell’individuazione dei requisiti per l’insediamento nei suddetti ambiti, saranno privilegiate le aziende che aderiranno a strumenti di gestione ambientale volontaria (es. ISO 14001 o EMAS).

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AMBITO DI TRASFORMAZIONE N° ATR1

Superficie territoriale Mq. 5.520

Destinazione prevalente residenziale Indice di edificabilità territoriale - IT Mc/mq 0,80 Edificabilità prevista - V Mc. 4.416 Incremento della potenzialità edificatoria - ART. 11 comma 5 L.R. 12/05 - connessa a: - trasferimento di diritti da altri ambiti Max. 15% - assunzione di impegno per la realizzazione di opere di interesse pubblico aggiuntive

Incremento della potenzialità edificatoria connessa a standard qualitativi – ART. 11 comma 5 L.R. 12/05 max. 10%

Impostazione tipo/morfologica: - edifici uni e bifamiliari; edifici in linea - edificato aperto - H. max. (esclusi elementi tecnologici) Mt. 7,50 Tipologia di strumento attuativo da prevedere nel P.d.R.: - Piano di Lottizzazione PL - PCC - Permesso di costruire convenzionato Soggetto attuativo privato Esigenze specifiche di dotazioni infrastrutturali: ------

Indirizzi da recepire nei PUA - Corretto rapporto morfologico e architettonico con il contesto di riferimento - I reflui di tipo civile (residenze e/o uffici), prima del recapito finale dovranno essere trattati in fossa chiarificatrice di tipo Imhoff.

Meccanismi perequativi e/o compensativi si

Note:

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AMBITO DI TRASFORMAZIONE N° ATR2

Superficie territoriale Mq. 13.495

Destinazione prevalente residenziale Indice di edificabilità territoriale - IT Mc/mq 0,80 Edificabilità prevista - V Mc. 10.796 Incremento della potenzialità edificatoria - ART. 11 comma 5 L.R. 12/05 - connessa a: - trasferimento di diritti da altri ambiti Max. 15% - assunzione di impegno per la realizzazione di opere di interesse pubblico aggiuntive

Incremento della potenzialità edificatoria connessa a standard qualitativi – ART. 11 comma 5 L.R. 12/05 max. 10%

Impostazione tipo/morfologica: - edifici uni e bifamiliari; edifici in linea - edificato aperto - H. max. (esclusi elementi tecnologici) Mt. 7,50 Tipologia di strumento attuativo da prevedere nel P.d.R.: - Piano di Lottizzazione PL - PCC - Permesso di costruire convenzionato Soggetto attuativo privato Esigenze specifiche di dotazioni infrastrutturali: ------

Indirizzi da recepire nei PUA - Corretto rapporto morfologico e architettonico con il contesto di riferimento - I reflui di tipo civile (residenze e/o uffici), prima del recapito finale dovranno essere trattati in fossa chiarificatrice di tipo Imhoff.

Meccanismi perequativi e/o compensativi si

Note:

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ALLEGATO B – elenco elaborati

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

1. Il Documento di Piano: Quadro conoscitivo: 1.1 Sintesi delle previsioni di livello sovraordinato:PTCP scala 1:25.000 1.2 Inquadramento territoriale scala 1:25.000 1.3 Mosaico PRG Comuni contermini scala 1:25.000 1.4 Struttura storico - insediativa scala 1:25.000 1.5 Uso dei suoli scala 1:10.000 1.6 PRG Vigente: stato di attuazione scala 1:5.000 1.7 PRG Vigente: proposte pervenute scala 1:5.000 1.8 Aree a standard e regime di proprietà scala 1:5.000 1.9 Analisi dei servizi esistenti 1.10 Stato di fatto della rete commerciale (localizzazione esercizi commerciali) scala 1:2.000 1.11 Struttura urbana: Analisi funzionale e morfologica scala 1:5.000 1.12 Centri e/o nuclei di interesse storico-ambientale: determinanti urbane scala 1:5.000 1.13 Centri e/o nuclei di interesse storico-ambientale: individuazione del perimetro scala 1:5.000 1.14 Centri e/o nuclei di interesse storico-ambientale: analisi per unità edilizie 1.15 Nuclei esistenti in zona agricola: analisi 1.16 Individuazione della rete ecologica scala 1:5.000 1.17 Carta del Paesaggio: Quadro conoscitivo scala 1:5.000 1.18 Quadro conoscitivo: Aree e/o beni tutelati scala 1:5.000 Sintesi valutativa: 1.19 Aspetti urbanistico-territoriali scala 1:5.000 1.20 Carta del Paesaggio: Sintesi valutativa scala 1:5.000 1.21 Carta del Paesaggio: Carta della sensibilità paesistica scala 1:5.000 Progetto: 1.22 Previsioni di piano scala 1:5.000 1.23 Previsioni di Piano: vincoli e classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica delle azioni strategiche scala 1:5.000

2. Il Piano dei Servizi: 2.1 Il sistema dei servizi a livello comunale: inquadramento territoriale scala 1:5.000 2.2 Mappatura dei servizi: Capoluogo scala 1:2.000 2.3 Mappatura dei servizi: Frazione Divisa scala 1:2.000

3. Il Piano delle Regole: 3.1 Quadro di riferimento normativo: Vincoli e prescrizioni di livello sovraordinato scala 1:5.000 3.2 Quadro di riferimento normativo: Aree di trasformazione e ambiti extraurbani scala 1:5.000 3.3 Quadro di riferimento normativo: Capoluogo scala 1:2.000 3.4 Quadro di riferimento normativo: Frazioni scala 1:2.000 3.5 Quadro di riferimento normativo: Nuclei di antica formazione: Capoluogo – Frazione Divisa scala 1:1.000 3.6 Quadro di riferimento normativo: Nuclei rurali di interesse storico-ambientale scala 1:1.000 3.7 Quadro di riferimento normativo: Elementi e sistemi di interesse paesistico – ambientale scala 1:5.000 3.8 Quadro di riferimento normativo: Carta della sensibilità paesistica scala 1:5.000 3.9 Quadro di riferimento normativo: Vincoli e classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica scala 1:5.000

4. Relazione generale

5. Norme tecniche di attuazione

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ALLEGATI:

A - Studio Geologico, Idrogeologico e sismico. - Relazione geologica generale - Carta della fattibilità geologica, Tav. Nord scala 1:5.000 - Carta della fattibilità geologica, Tav. Sud scala 1:5.000 - Carta della pericolosità sismica locale scala 1:10.000 - Carta dei vincoli e di sintesi, Tav. Nord scala 1:5.000 - Carta dei vincoli e di sintesi, Tav. Sud scala 1:5.000 - All. 9: Schede dei pozzi

B - Individuazione del Reticolo Idrico minore - Norme regolamentari in materia di polizia idraulica e procedure tecnico-amministrative per il rilascio delle concessioni in materia di demanio idrico appartenente al reticolo idrico minore - Recepimento del reticolo idrico principale e individuazione del reticolo idrico minore di competenza del comune, Tav. Nord scala 1:5.000 - Recepimento del reticolo idrico principale e individuazione del reticolo idrico minore di competenza del comune, Tav. Sud scala 1:5.000

C - Analisi e proposte per la programmazione urbanistica del settore commerciale

D - Classificazione acustica del territorio comunale - Relazione - Classificazione acustica del territorio comunale scala 1:5000 - Classificazione acustica del territorio comunale scala 1:2000 - Classificazione acustica del territorio comunale – Frazione Divisa scala 1:2000

E - Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT - Rapporto Ambientale - Parere Motivato - Dichiarazione di Sintesi

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