COMUNE DI IL GIORNALINO DEL SERVIZIO CIVILE N° 2

NOTIZIARIO DEI PROGETTI “HABITAT” E “MANITESE”

AMBIENTE ANTICHE TRADIZIONI

♦ IL PARCO FLUVIALE ♦LA VENDEMMIA DELL’ALCANTARA

♦CASTIGLIONE E IL SUO ♦ LA COLAZIONE NEI TERRITORIO GIORNI DI VENDEMMIA

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STORIA E TERRITORIO RICETTE DEL MESE

♦LA MOSTARDA ♦IL CASTELLO DI LAURIA

♦LA CUBA BIZANTINA

♦CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE

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EVENTI CULTURA E TRADIZIONI ♦ ♦I BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA I RIMEDI DELLA NONNA ♦I PROVERBI DEL MESE ♦LA CITTA’ DEL VINO pagina 9 ACCOGLIE I MAÎTRES DELLA SICILIA ORIENTALE ♦CANTI POPOLARI SULLA VENDEMMIA ♦RAID DELL’ETNA Pagina 10 ♦LA GUERRA, FERITA Pagina 4 — 5 INDELEBILE

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AMBIENTE

IL PARCO FLUVIALE DELL’ALCANTARA

Scrivendo di Castiglione non si può tralasciare la bellezza e la particolarità del Parco Flu- viale dell’Alcantara. L’Alcantara, uno dei fiumi più importanti della Sicilia, è lun- go 52 Km, nasce dal monte Feliciano nei pressi di Floresta a 1250 metri sul livello del mare e fa da limite tra la pro- vincia di Catania e quella di Messina sfociando nel Mar Ionio vicino Giardini . Il fiume ha assunto nei secoli, Il suo letto è costituito da un substrato roccioso di natura lavica derivata da eru- diversi nomi. I greci lo chia- zioni avvenute sulle pendici settentrionali dell’Etna, nella zona di Montedolce in mavano Akesine mentre i ro- territorio di Castiglione. La colata lavica raggiunse la costa ionica e, raffreddan- mani lo chiamavano Asines. Il dosi rapidamente produsse forme di rocce particolari, che con l’azione erosiva nome Alcantara risale invece dell’acqua portò alla formazione di voragini oggi note come Gole dell’Alcanta- agli Arabi che, conquistando ra. la Sicilia tra il IX e il X seco- lo, si imbatterono, lungo il tragitto tra Messina e Siracu- sa , in un ponte in pietra lavica robusto e resistente costruito dai Romani nei pressi di Cala- tabiano. I nuovi conquistatori, chiamarono il fiume al-Quantarah, cioè ponte.

CASTIGLIONE E IL SUO TERRITORIO

Castiglione di Sicilia è un Il Vino, un nettare ap- piccolo paese ubicato su prezzato per il suo gusto di una collina alle pendici e la sua qualità. dell’Etna. Il suo punto più L’area etnea che alto coincide con la comprende il paese, è sommità del cratere stata la prima in Sicilia Nord-est a 3348 mt, men- ad essere riconosciuta tre il punto più basso come area di produzione sfiora i 60 mt a pochi km Data la conformazione del territorio di vini D.O.C. e di fatti, da . Di anche il clima è piuttosto vario Castiglione è stata conseguenza grande è la passando da temperature miti che si denominata “Città del varietà di paesaggi: dal- riscontrano quasi tutto l’anno, a un Vino”. l’imponente Vulcano, clima alpino nella parte più alta, dove la Oltre a questo tesoro, alle profonde e affascinan- neve persiste fino ad estate avanzata Castiglione possiede una ti Gole dell’Alcantara; Il territorio castiglionese infatti, vasta agricoltura di dalle estese coltivazioni avvantaggiato dal clima mediterraneo, è nocciole, olive e agrumi di aranceti, vigneti e stato da sempre adatto a tutte le che ancora oggi manda- noccioleti alle lave che coltivazioni ed in particolar modo le no avanti l’economia. caratterizzano alcuni tratti piantagioni di vigneti; per questo del territorio. motivo, Castiglione conserva un tesoro molto prezioso: P a g i n a 3

STORIA E TERRITORIO

IL CASTELLO DI LAURIA

Uno dei più grandi monumenti Nel Castello furono ospiti Quando non ne poteva più di Castiglione di Sicilia, è il dei nobili francesi, i quali, dal sonno, lasciava al suo Castello di Lauria. Esso risa- colpiti dall’incantevole fi- posto l‘ancella Franca di- le al periodo medievale, ma si glia, al loro ritorno in Fran- cendole: “Franca Vigghia, pensa che sia stato edificato cia, raccontarono la bellez- Franca Vigghia”. nel periodo normanno-svevo. za di Angelina al Delfino di Sulla torre del Castello l’- La sua posizione, è quella tipi- Francia il quale, a quanto ancella scrutava nel buio e ca di molti altri castelli medie- pare, si innamorò senza scoccata la mezzanotte, vali che, permettevano il con- averla vista e decise di an- vide accendersi i tre fuochi, trollo su vasti territori e garan- darla a trovare. Venuto in così scese e avvertì Angeli- tendo un opportuno isolamen- I quali avevano funzioni di- Sicilia, in incognito, i due si na. Intanto il Delfino si to, fattore essenziale per la verse: vi era la parte “nobile” conobbero e iniziarono una avvicinò alla torre in silen- difesa. Nel XII secolo, il ca- riservata al castellano, le scu- relazione segreta. Il Delfino zio e con una scala di seta stello fu chiamato derie, i fienili, le stalle e le di Francia, doveva tornare fece scendere Angelina e “Quastallum” ma con l’avve- abitazioni per i servi e per gli al suo paese ma promise Franca, prese i cavalli e nuta dei popoli Spagnoli e addetti alla manutenzione. che entro sei mesi sarebbe scapparono a galoppo verso Aragonesi, prese il nome di Inoltre vi erano le carceri, stato di ritorno. Alla bella Gaggi, arrivando a Capo “Casteglione”. Il termine ben nelle quali venivano rinchiusi Angelina e alla sua ancella Schisò, presso Giardini presto venne interpretato come gli avversari politici e i delin- Franca disse che quando dove vi era una barca con la Castello del Leone, ispirando- quenti. Per conservare l’acqua avrebbero visto la luce di quale fuggirono verso la si anche allo stemma: un ca- piovana o per nascondervi tre fuochi sul Monte Roton- Francia. La bella Angelina stello e due leoni accovacciati. dagli assedi all’interno del do, quello sarebbe stato il aveva lasciato per il padre Il castello, è collegato alla castello, erano presenti le segnale del suo ritorno. Il un biglietto, dove vi era roccaforte del Castelluccio e cisterne e nella parte più alta, 10 agosto, la notte di San scritto: “ se vuoi trovare alla Chiesa di San Pietro, che vi era un locale detto Lorenzo, tutte le ragazze, tua figlia Angelina vai in comunicavano attraverso dei Solecchia, che si ritiene fosse compresa Angelina, guarda- Francia e la troverai Regi- passaggi sotterranei che giun- la Zecca dove si coniavano le vano il cielo, sperando in na”. Si narra che il Delfino, gevano fino al Cannizzo. monete. una stella cadente a cui affi- grato per l’aiuto prestatogli Il castello era suddiviso in Il castello è noto anche per la dare i loro desideri. Da dalla ancella Franca fece quartieri. sua leggenda. Si narra infatti, quella notte Angelina si fondare davanti a Castiglio- che il Castello fu abitato mise a vedetta, nella spe- ne, nella Valle dell’Alcanta- dall‘Ammiraglio Ruggero di ranza che si accendessero i ra un paese che denominò Lauria che aveva una figlia tre fuochi, quasi senza dor- . bellissima, Angelina. mire.

LA CUBA BIZANTINA CHIESA DELLA MADONNA DEL CARMINE

La Chiesa di Santa Domenica, detta “Cuba La chiesa della Madonna La chiesa, oggi completa- Bizantina” risale ad un del Carmine, ha origini mente ristrutturata, con- periodo che va dalla fine bizantine e si dice che un serva ancora pregevoli dell’ VIII secolo all’inizio tempo fosse la matrice del pitture attribuite a scuole del X secolo. paese. differenti, tra le quali spic- Si ipotizza, che una parte Nel 1659, col sorgere del cano gli affreschi della della struttura appartiene La copertura, è stata creata convento dei carmelitani volta con figure allegori- al periodo bizantino, pre - con tre sistemi diversi: l’absi- essa venne totalmente che del vecchio testamen- arabo. Una recente ipotesi de ha una volta a conca, le rifatta e consacrata alla to. basata su osservazioni due navate laterali una volta Madonna del Carmelo. Il strutturali e architettoni- a botte, quella centrale inve- convento fiorì fino alla che, sostiene che il monu- ce ha una cupola a superficie soppressione degli ordini mento sia stato costruito sferica. religiosi nel 1866 e il fab- nel primo periodo della La facciata dà l’impressione bricato, in seguito al dominazione normanna di una cappella basiliana, la terremoto del 1908, venne dopo il periodo pre-arabo, quale ha l’abside rivolta ver- abbandonato perché data la presenza di una so oriente e la porta centrale minacciava rovina. croce latina. La struttura verso occidente. della Cuba è a pianta qua- Di recente è stato effettuato drata e divisa da quattro un restauro conservati- pilastri in tre navate. vo,dopo l’acquisizione da Piazza San Martino, Chiesa Madonna del Carmine parte del Comune. P a g i n a 4

EVENTI

I BORGHI PIU’ BELLI D’ ITALIA CASTIGLIONE : LA CITTA’ DEL VINO ACCOGLIE I MAÎTRES DELLA SICILIA ORIENTALE

Venerdì 16 Ottobre 2015, il Comu- ne di Castiglione, ha ospitato l’As- sociazione dei Professionisti della Ristorazione in occasione del meeting “Re dei fornelli”. A fare da location ai lavori dell’annuale meeting, è stato proprio il Comu- Anche quest’anno si è inaugurata una ne, con la preziosa collaborazione nuova stagione de “I Borghi Più Belli dell’Enoteca Regionale, la cui L’A.M.I.R.A e l’Enoteca Regionale d’Italia”, che include 18 comuni siciliani, sede, il Castello di Lauria, è stata di Castiglione, sono entrate subito in tra cui Castiglione di Sicilia. Domenica generosamente messa a perfetta sintonia, i rispettivi disposizione dagli amministratori, 11 Ottobre 2015 il paese ha aderito all’e- presidenti hanno siglato un patto di per l’evento. vento, organizzando, presso il Castello di collaborazione per l’organizzazione di eventi ed iniziative varie. Lauria una serie di iniziative per valoriz- Al termine del meeting, la comitiva zare il grande patrimonio di storia, arte, di maîtres si è spostata presso l’a- cultura, ambiente e tradizioni del caratte- zienda “Alcantara Formaggi”, sita in ristico borgo siciliano. Durante la giornata Via Federico II, per una ricca degu- è stato possibile partecipare a concerti, stazione di prodotti caseari della degustazioni dei prodotti tipici locali, Associazione dei Maitres Italiani famiglia Camuglia, nota per l’attivi- tà imprenditoriale. incontri e tour delle cantine vitivinicole Ristoranti e Alberghi con il patrocinio dell’Assessorato regiona- le al turismo.

RAID DELL’ETNADELL’ETNA----AUTOAUTO STORICHE

Anche quest’anno, con il patroci- nio di Porsche Italia, ha avuto luogo il “Raid dell’Etna”; un iti- nerario di oltre 1000 chilometri alla scoperta delle residenze nobi- liari più esclusive e dei volti meno noti dell’intera isola che ha accolto tutte le Porsche (classiche e mo- derne) in una speciale categoria, denominata “Porsche Tribute”.

Il “Raid dell’Etna” con partenza da Palermo ha fatto tappa a Castiglione di Sicilia, dove si è tenu- Il Raid dell’Etna è to un Coffee Break con un’esposizione delle auto stato inserito da anni in Piazza Lauria. I piloti, hanno effettuato anche dall’assessorato al un breve tour caratteristico del borgo, alla scoperta turismo della Regione del ricco patrimonio artistico. Terminata la sosta Siciliana, nel calenda- nel borgo, i piloti hanno proseguito verso rio degli eventi di Catania, dove ha avuto luogo la premiazione con grande richiamo la Coppa delle Dame Eberhardh & Co, in Piazza turistico. Università. P a g i n a 5

Alcuni dei temi principali che ruotano attorno all’Expo sono:

∗ rafforzare la qualità e la sicurezza dell’alimentazione; ∗ assicurare un’alimentazione sana e di qualità a tutti gli esseri umani per eliminare fame, sete, mortalità infantile e malnutrizione; ∗ prevenire le nuove grandi malattie sociali della nostra epoca tra cui obesità, patologie cardiovascolari, tumori ed epidemie; ∗ innovare con la ricerca, la tecnologia e l’impresa, l’intera filiera alimentare; ∗ educare ad una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita, in par- L’Expo (ufficialmente Esposizione ticolare per i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili e gli anziani. Universale) è l’esposizione univer- sale che l’Italia ospita dal 1 Maggio al 31 Ottobre, ed è il più grande evento mai realizzato sull’alimenta- zione e la nutrizione. Originaria- mente l’Expo nasce il 28 aprile 190- 6, giorno in cui si inaugurava a Mi- lano l’Esposizione Internazionale dedicata ai trasporti. Per l’occasio- ne, l’area alle spalle del Castello sforzesco, l’attuale Parco Sempione, ospitava oltre 200 padiglioni. L’in- teresse verso i progressi attuati nel Per sei mesi Milano, si trasforma in una vetrina mondiale in cui i Paesi mostrano il campo dei trasporti terrestri e ma- meglio delle proprie tecnologie per dare risposta concreta ad un’esigenza vitale. rittimi era alto. Tutto il mondo si Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e aspettava la fine dei lavori del Tra- Organizzazioni internazionali coinvolti ed oltre 20 milioni di visitatori attesi. foro del Sempione. La manifestazio- L’Italia, candidando Milano per ospitare l’Esposizione Universale, ha scelto i te- ne permise a Milano di guadagnar- ma Nutrire il Pianeta - Energia per la vita. si un ruolo di protagonista sulla sce- na internazionale per questo moti- vo l’Expo coglie l’urgenza di descri- L’anno 2015 ha rappresentato una Un secondo appuntamento, insieme ai vere e confrontarsi anche sulla storia crescita anche per la Sicilia, in funzionari della SOAT, si è tenuto dal dell’uomo e sulla produzione di particolar modo per i paesi etnei. In 16/10/2015 al 18/10/2015 con la Setti- cibo, nella sua doppia accezione di occasione dell’EXPO, sei comuni sici- mana della Biodiversità Viticola. valorizzazione delle tradizioni cultu- liani, facenti parte de I Borghi più Questa volta, però, a partecipare sono rale e di ricerca di nuove applicazio- belli d’Italia, Cefalù, Ferla, Castel- stati i comuni di e di Casti- ni tecnologiche. Lo fa attraverso una mola, Savoca, Sutera e Castiglione glione di Sicilia. La giornata del 16 forma aperta e collaborativa perfet- di Sicilia, hanno avuto l’opportunità Ottobre è stata interamente dedicata tamente in linea con il nuovo signi- di partecipare alla grande esposizione, alla presentazione e descrizione nello ficato, che l’Esposizione Universale dal 28/09/2015 al 04/10/2015. I temi specifico del territorio castiglionese ha assunto nel corso del tempo. principali che i rappresentanti si sono attraverso la proiezione di video e foto proposti di esporre, sono stati numero- accuratamente scelte per questo even- si, tra i quali, promozione del to. Gli enti che hanno preso parte al- territorio, patrimonio storico- l’incontro hanno messo in risalto quel- architettonico ed eccellenze enoga- la che è stata riconosciuta come area stronomiche. Le giornate si sono con- di produzione di vini D.O.C e quindi cluse con tante soddisfazioni, la più le varie aziende vitivinicole hanno pro- importante, quella di far conoscere e seguito con la degustazione e presenta- di diffondere il nostro grande tesoro: zione dei rinomati vitigni di Nerello la Sicilia. Mascalese, Nerello Cappuccio e No- cera. P a g i n a 6

ANTICHE TRADIZIONI

LA VENDEMMIA

Castiglione di Sicilia oltre ad essere un luogo La vendemmia era una festa. di tradizioni è anche città del vino, infatti, il mese di Settembre apre le porte ad una delle Le donne lavoravano cantando allegramente e attività economiche più importanti della nostra raccontando storie o barzellette. Quando i reci- cultura territoriale. Sul territorio sono presenti pienti erano ricolmi d’uva, venivano svuotati 47 cantine che permettono a tutto il mondo di dentro le “cufine”, antiche ceste di vimini, che conoscere il nostro vino. Per venivano caricate sulle spalle del più forte e molti aspetti la vendemmia assume ancora oggi svuotate nel palmento in cui due o più giovani a un momento rituale ed ha un significato sociale piedi nudi erano pronti per la pigiatura. e di comunione piuttosto forte. Le giornate del- la vendemmia erano le più attese dai contadini, era il momento di tirare le somme di un’intera annata di lavoro e di fatiche (non sempre giu- stamente ripagate a causa di una improvvisa grandinata, di inverni troppo rigidi o del perdu- rare della siccità).

Il lavoro nella vigna comprende numerose atti- vità: il verderame ogni settimana, togliere le erbacce tra i filari e assicurarsi che la cenere (la malattia dell’uva) non attacchi gli acini. Una volta pulite e preparate le botti e gli attrezzi necessari, si poteva iniziare la vendemmia. I tini, le tinozze e i cesti venivano caricati su car- ri e carretti trainati dai buoi e alle prime luci dell’alba ogni famiglia contadina, si avviava verso la campagna per iniziare il lavoro. Un Il mosto fuoriusciva da volta la maggior parte dei contadini e delle con- un foro del tino tenuto tadine andavano a piedi eccetto chi guidava il chiuso con un bastone, carro con il tino. Nei cesti ancora vuoti ripone- invece le “vinacce” ve- vano i fagotti con il pane e il formaggio, da nivano lasciate a fer- mangiare la mattina, una brocca d'acqua per mentare per una notte, bere e per lavarsi le mani e un bel fiasco di vi- questa operazione veni- no. Arrivati nei campi si scaricavano tutti gli va chiamata “’u conzu”. attrezzi necessari, le ceste venivano sistemate L’indomani le vinacce sotto il pergolato, pronti per essere riempiti di venivano tolte dal tino e schiacciate con il tor- grappoli che i vendemmiatori staccavano dai chio, per far fuoriuscire le ultime gocce del pere- tralci della vite con un colpo netto di forbice o zioso nettare, il cosiddetto “culaconzu”. Con la con una lama di un coltello. sansa, invece l'ultimo prodotto di scarto della vendemmia veniva prodotta l'acquavite. Questo non era soltanto un lavoro ma anche condivisio- ne, un rito annuale fatto di fatica e di soddisfa- zione.

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LA COLAZIONE NEI GIORNI DI VENDEMMIA

Diversa dalla colazione a cui siamo abituati oggi, particolare era la tipica colazione che facevano i vendemmiatori. Durante il periodo della vendemmia il lavoro iniziava molto presto, infatti nei vigneti si arrivava alle prime luci dell’alba. Il lavoro prose- guiva per diverse ore e poi verso le nove si sospendeva per rifocillarsi tra una battuta e l’altra. Trovato un luogo fresco ci si se- deva e ognuno apriva la cosiddetta “truscia” ovvero una tovaglia di lino all’interno della quale erano state avvolte le proprie pietanze preparate amorevolmente la sera prima dalle donne di casa. La suddetta colazione consisteva nel consumare prodotti tipici della cucina siciliana, facili da cucinare, trasportare e conservare.

Tra questi tipici erano:

• Peperoni e melanzane alla griglia : condite con sale, olio d’oliva, prezzemolo e aglio;

• Olive schiacciate : le olive ancora verdi vengono schiacciate e lasciate in acqua per 10 giorni circa cambiando l’acqua giornalmente fino a quando le olive hanno perso il sapore amarognolo. Una volta scolate si mettono a riposare con l’aceto per 30 minuti circa. Si servono poi condite con sale, olio d’oliva, aglio, prezzemolo e origano.

• Acciughe salate : le acciughe prima di tutto vengono dissalate più volte per poterle gustare e in seguito condite con sale, olio d’oliva e prezzemolo. A piacere si può aggiungere succo di limone.

• Formaggi misti tra i quali il pepato fresco, il pecorino stagionato, la ricotta fresca o infornata;

• Salumi : salsiccia essiccata, salame stagionato.

• Pomodori secchi conservati in barattoli di vetro con olio d’oliva;

• Pane preparato con maestria ed arte dalle forti braccia delle massaie.

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RICETTE DEL MESE

LA MOSTARDA

La mostarda è un dolce tipico siciliano del periodo della vendemmia fin dai tempi antichi. Veniva consumata subito dopo la preparazione oppure dopo essere stata essiccata al sole si conservava per essere mangiata durante le feste natalizie.

INGRENDIENTI:

• Mosto • Cenere ( un pugno per ogni litro di mosto) • 100 g. di farina bianca o amido (per ogni litro di mosto bollito) • Frutta secca tostata

PROCEDIMENTO:

Versare il mosto in una pentola ed aggiungere la cenere di “sciammenti” (tralci raccolti durante la potatura), far bollire per circa mezz’ora e lasciare riposare per una notte. L’indomani filtrare il mosto cotto utilizzando un colino e delle garze sterili; aggiungere la farina e porre il tutto sul fuoco, mescolando in continuazione, con un cucchiaio di legno, fino a quando il composto non si addensa (dovrà avere la consistenza di una crema). Una volta cotta è pronta da gustare. Se servita calda, aggiungere a piacere delle nocciole o delle mandorle tostate e tritate.

Oltre alla tradizionale mostarda calda, esiste un altro modo di gustarla, utilizzato molto nei tempi passati la cosiddetta mostarda essiccata. Ancora calda si versava in forme di terracotta, una volta sformate si mettevano ad essiccare al sole. Poi venivano conservate in scatole di latta e mangiate nel periodo natalizio.

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CULTURA E TRADIZIONI

I RIMEDI DELLA NONNA I PROVERBI DEL MESE

Fino a qualche decennio fa, non si ricorreva alle medicine in Gli anziani è risaputo che quando parlano (soprattutto con noi caso di malanni o fastidi ma si usavano dei rimedi naturali. giovani) si esprimono spesso usando dei proverbi. Ad esempio: Noi, in quest’ultimo periodo, abbiamo avuto il piacere di a- • Per contrastare il vomito: preparare un infuso con la scoltarne diversi; di seguito ne riportiamo alcuni: radice di zenzero. Questa pianta fa bene all’intestino e allo stomaco, favorisce la digestione ed è un buon rimedio • Cu zappa ‘a so vigna cu bona ‘a zappa bona s’a vinni- contro l’acidità. Far bollire l’acqua, aggiungere lo zenzero gna a fettine e bollire ancora per alcuni minuti per far sprigio- “Chi zappa bene la sua vigna fa una buona vendemmia: nare l’aroma dello zenzero, versare in una tazza e addolci- ognuno raccoglie ciò che semina” ; re con zucchero o miele; • Per le labbra screpolate: mettere più volte al giorno un po’ di miele (un ottimo idratante con proprietà lenitive e • Megghiu ’u tintu canusciutu ca ’u bonu a canusciri antibatteriche), oppure si mette a riscaldare sul fuoco un “Meglio il cattivo conosciuto che il buono da conoscere: pò di olio per poi passarlo sulle labbra; • meglio non cambiare le cose conosciute che altre nuove Per la tosse secca: fare dei suffumigi con bicarbonato e sconosciute migliori per sentito dire” ; sale grosso. Portare ad ebollizione una pentola d’ac- qua,quando l’acqua bolle togliere dal fuoco e versare gli • A casa capi quantu voli ‘u patruni ingredienti. Coprire la testa con un asciugamano e si respi- “La casa è capiente quanto vuole il padrone: l’ospitalità rano i vapori sia con il naso che con la bocca per almeno 5 dipende dalla volontà del padrone di casa” ; minuti. L’utilizzo dell’asciugamano aiuta a non lasciar

disperdere i vapori troppo in fretta, vengono fatti 2-3 volte • Cù vicini e cù parenti n’aviri a chi fari nenti al giorno; “Con i vicini e con i parenti non avere a che fare niente: • Per la tosse grassa: bere una tisana con un cucchiaio di non intrattenere rapporti d’affari con i vicini e i parenti” ; miele. Spremiamo il succo di due limoni e lo filtria-

mo,versiamo l’acqua in una pentola insieme al succo di • “Comu t’à ‘mpani t’à spani” limone e il miele,portiamo ad ebollizione aggiungere la “Come imbrogli,sbrogli : se da solo combini guai, da solo cannella e beviamo la tisana calda; te la sbrighi” • Come antibatterico: bere una tazza di brodo di pollo con l’aggiunta di un po’ peperoncino che aiuta la sudorazione e quindi a sfebbrare, oppure bere un bicchiere di vino cal- do con il miele perché ha lo stesso effetto; • Per disinfettare l’organismo: mesticare l’aglio crudo. Ha degli effetti benefici sulla salute perché funge da antibatte- rico, antibiotico e fluidificante del sangue naturale, sebbe- ne l’alito non sia dei migliori; • In caso di mal di testa: tagliare una patata a fette metter- la sulla fronte tenendola ferma con un foulard. Prendete due patate belle grosse e pulitele (senza lavarle) con uno strofinaccio, sbucciatele e tagliatele a fette di circa mezzo centimetro. A questo punto stendetevi sul letto e ponete sulla fronte sulle tempie e sugli occhi le fette di patate per circa trenta minuti. Vi sentirete gli occhi più leggeri e met- terete apposto la vostra testa, • In caso di scottatura: utilizzare l’aloe vera. Ha proprietà astringenti, antidolorifica e calmanti. Aiuta la pelle a gua- rire in fretta in caso di piccole scottature. Risciacquare la zona interessata con acqua fredda e applicare un pò di gel d’aloe direttamente sulla scottatura estraendolo dalle fo- glie della pianta dopo averle incise. P a g i n a 1 0

USI E COSTUMI DEI TEMPI ANTICHI

CANTI POPOLARI SULLA VENDEMMIA

La vendemmia era (ed è) un momento di svago e di divertimento. Nei tempi passati, tra i vigneti si intonavano dei canti popolari che rendevano le giornate lavorative più festose, uno dei più cantati, il cui autore è sconosciuto, ve lo proponiamo di seguito con la relativa traduzione letteraria.

Traduzione letterale Testo Originale :

La vendemmi di una volta La vinnigna di ‘na vota

E' arrivata la vendemmia, E' arrivata la vinnigna la stagione dell'amore la stagiuni di l'amuri, mentre spogliano la vigna mentri spogghiunu la vigna nel mio cuore nasce un fiore. 'nto me cori nasci 'n ciuri.

Questo fiore piccolo, piccolo, Stu ciuriddu nicu nicu, man mano s'ingrandisce manu manu s'ingrannisci ma questo cuore non capisce ma stu cori non capisci se è amore oppure no. sudd'è amuri oppuri no.

E come devo fare, e come devo fare E comu haiu a fà, e comu haiu a fà che notte e giorno non posso più stare, ca notti e ghiornu nun pozzu chiù stà, la testa mi gira e rigira la testa gira, mi vota e furria come girava una volta a mia mamma. comu girava na vota a mammà.

C'è un giovane che mi guarda C'è 'mpicciottu ca mi vadda fisso negli occhi e poi mi sorride, 'ntrignu 'ntrignu e poi m'arriri, mentre riempio i cesti mentri jncu li panara mi dà un pizzicotto. mi lu duna 'mpizzuluni.

Io mi sposto e lui s'avvicina Iu m'arrassu e iddu 'ncugna tremo tutta e cambio fila tremu tutta e canciu fila il mio cuore batte forte na stu cori tanti pugna mi martella, ma perché.? mi mattedda ma pirchì.?

E come devo fare, e come devo fare E comu haiu a fà, e comu haiu a fà che notte e giorno non posso più stare, ca notti e ghiornu nun pozzu chiù stà, la testa mi gira e rigira la testa gira, mi vota e furria come girava una volta a mia mamma. comu girava na vota a mammà.

Se ci penso bene, bene, Su ci pensu bona bona, ora fingo di cadere ora fingiu di cascari mentre la ciurma canta e suona mentri a ciurma canta e sona io lo faccio avvicinare. iu lu fazzu avvicinari.

E gli dò un tale bacio E ci dugnu na vasata che lo faccio diventare scemo ca lu fazzu scimuniri perché sono innamorata pirchì sugnu 'nnamurata e non sò più cosa fare. e non sacciu chiu chi fari.

E come devo fare, e come devo fare E comu haiu a fà, e comu haiu a fà che notte e giorno non posso più stare, ca notti e ghiornu nun pozzu chiù stà, la testa mi gira e rigira la testa gira, mi vota e furria come girava una volta a mia mamma comu girava na vota a mammà Pagina 11

LA GUERRA: FERITA INDELEBILE

Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate

Il 4 Novembre 1918 aveva termine il 1° conflitto mondiale. sindaco ha depositato una corona di alloro al monumento Questa data è diventata così la giornata dedicata all’Unità dei caduti sito in Piazza XII Agosto. Noi vogliamo ricordare Nazionale e alla forza Armate, con l’intento di ricordare questo giorno con un passo tratto dal libro “ Vi racconto la soprattutto tutti coloro che hanno sacrificato il bene della mia guerra”, del nostro concittadino Giuseppe Treffiletti vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere. In- dove racconta la sua indimenticabile esperienza nella cosid- fatti, proprio come gesto commemorativo, mercoledì 4 No- detta “Campagna di Russia”, ovvero il capitolo più cruento vembre 2015 c’è stata la consueta manifestazione in cui il della Seconda Guerra Mondiale.

VI RACCONTO LA MIA GUERRA

«Perché – sostiene l’autore – dimenticare l’esperienza della guerra: è, ovviamente impossibile, un qualcosa di tremendamente negativo ci mette l’uno contro l’altro, ma non dimenticandola si riescono, poi, ad assaporare ed apprezzare i valori ritrovati e la “normalità” della vita quotidiana».

Il 12 Agosto rappresenta per i Castiglionesi una ricorrenza importante: l’assassinio di molti compaesani:

[...] << I tedeschi all’alba del 12 agosto -raccontava un compaesano che li aveva visti arrivare – hanno fatto irruzione nel paese armati di tutto punto, proceduti da un carro armato. Tutti pensavano fosse una normale perlustrazione, come il custode del cimitero sordo come una campana,ucciso per non aver capi- to gli ordini dei tedeschi. La tragedia si era consumata in un manciata di secondi: i mitra spianati, la porta sbattuta in faccia ai tedeschi, una raffica di proiettili che, attraverso la porta chiusa, aveva colpito in pieno l’appuntato. E tanti altri ancora erano stati uccisi così, a bruciapelo, morti per niente, vittime di una crudeltà effera- ta.>>

Il signor Treffiletti racconta ancora:

[...] <>

[...] <>

[...]<> COMUNE DI CASTIGLIONE DI SICILIA

LE VOLONTARIE DEL SERVIZIO CIVILE

PROGETTO HABITAT: PROGETTO MANITESE:

CERAULO ALESSIA CAVALLARO LUCREZIA GRILLO ALICE PAPA MARIAGRAZIA GUARDALÀ MARIANGELA TRAZZERA LOREDANA PAPPALARDO GRAZIELLA ZUMBO NICOLETTA PONTICELLO MICHAELA URSU DANIELA

www.comune.castiglionedisicilia.ct.it