Vescovati Della Toscana (Volterra) - Zecche Diverse (Volterra)
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Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Volterra - Vescovati della Toscana (Volterra) - Zecche Diverse (Volterra) ID: 4453 N. scheda: 56460 Volume: 5; 6S Pagina: 705, 799 - 835, 838 - 839; 277 ______________________________________Riferimenti: 19591 Toponimo IGM: Volterra Comune: VOLTERRA Provincia: PI Quadrante IGM: 112-2 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1650560, 4807127 WGS 1984: 10.86016, 43.40348 ______________________________________ UTM (32N): 650624, 4807302 Denominazione: Volterra - Vescovati della Toscana (Volterra) - Zecche Diverse (Volterra) Popolo: S. Maria a Volterra Piviere: S. Maria a Volterra Comunità: Volterra Giurisdizione: Volterra Diocesi: Volterra Compartimento: Firenze Stato: Granducato di Toscana ______________________________________ VOLTERRA (Volaterrae). - Città antichissima ed una delle 12 capitali dell' Etruria media, stata in seguito romano municipio, poscia colonia militare, più tardi sede di un vescovo cattolico e di un castaldo politico Longobardo, finalmente capoluogo di distretto e di Comunità con giurisdizione civile e politica nel Compartimento di Firenze. Fu Volterra la città più occidentale fra quelle dell'Etruria centrale, allorché Luni e Lucca erano de' Liguri, Pisa de' Greci; che conta un recinto di mura ciclopiche il più vasto ed il meglio conservalo che in tutte le altre città capitali dell'antica Etruria. Siede sulla cima pianeggiante alquanto curva di un monte che si alza sopra tutti i colli vicini fino a braccia 935 sul livello del mare Mediterraneo; di facile difesa; ma di difficile e tortuosissimo accesso cui si uniscono ne' suoi fianchi dal lato di settentrione, di maestrale e di levante poggi o colline marnose e frastagliale dalle acque della fiumana Era che le scorre sotto da settentrione a libeccio mentre dal lato di ostro e di scirocco la base del monte di Volterra è lambita dal fiume Cecina che gli bagna i piedi 5 in 6 miglia toscane più abbasso. Page 1/52 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Parlò della situazione di Volterra uno de' vecchi scrittori della Grecia, Strabone, nella sua geografia; e uno de' più giovani di Toscana, l' ingegnere Carlo Martelli, in una statistica agraria e industriale di detta città; alle opere dei quali rinvierò il lettore. Frattanto a maggior comodo repartirò il presente articolo in cinque periodi per consacrare il primo a Volterra Etrusca; il secondo a Volterra Romana; il terzo a Volterra sotto il Dominio straniero, il quarto a Volterra Repubblicana, ed il quinto a Volterra Granducale. I. Volterra Etrusca Quale fosse lo stato di Volterra innanzi che sorgesse Roma, in tanta distanza di secoli e fra molte opinioni contraddittorie difficile sarebbe a ben distinguere; e solo mi farò lecito asseverare, che Volterra dové precedere molte altre città della nostra Etruria. Contuttoché peraltro la sua origine sia incerta, la sua lingua ed i suoi libri siano da lunghi secoli perduti, l'epoca del di lei splendore non deve considerarsi anteriore ai tempi decisamente istorici. Il qual vero si manifesta nei suoi numerosi sepolcreti, nelle iscrizioni, statue, bassori-lievi, ornamenti, ed in molte divinità dette etrusche, per quanto comuni a quelle delle Grecia, divinità i di cui simulacri nella scoperta di quegli ipogei per avventura si ritrovano. Ma lasciando le oscurità delle induzioni ed attenendoci ai fatti più notorii, pochi senza dubbio negheranno a Volterra l-onoree di una delle 12 città capitali dell'Etruria media, e niuno io credo sarà per dubitare della sua potenza e popolazione antica quante volte si dia a contemplare il vasto recinto delle sue colossali mura ciclopiche, due terzi maggiore del cerchio attuale, e quante volte esaminare voglia l- antico suo contado, a partire cioè dalla Val di Merse sino a Meleto sull'Elsa, e dal fiume Fine sino a Populonia lungo il mare; senza dire dei nobili vetustissimi monumenti d'arte, senza rammentare i molti sepolcreti che ad ogni passo nei suburbii di Volterra si scavano, e senza aggiungerei che alla fatal giornata con tanto furore nell- anno 444 U. C fra i Romani e i Toscani presso il Lago Vadimone combattuta, è fama che gli Etruschi fossero comandati da un loro Lucumone Elio Volterno o Volterrano, per cui è dà concludere, che quella disfatta abbattè oltremodo la sua potenza ed antica grandezza, mutando l- usata prosperità dell'Etrusca fortuna. - (T. LIVII, Decad. I.Lib. IX) Quindi è che ogni altra azione bellicosa posteriore finì sempre con la peggio de' Toscani, comecché con sommo valore ed ostinatezza una giornata campale i Volterrani dodici anni dopo (456 U. C.) sostenessero. Il qual fatto conferma, che a quell'ora i Romani erano di già penetrati nelle parti più Occidentali dell'Etruria, talché la battaglia data nell'anno 47 o 474 di Roma dal console Tiberio Coruncanio dimostra abbastanza che gli Etruschi non erano più in grado di misurarsi con i vincitori. II. VOLTERRA ROMANA Dopo che la città di Volterra fu costretta di aprire le porte ai vittoriosi conquistatori, il governo di Roma per un tratto di quella politica che lo fece signore della maggior parte del mondo allora conosciuto, concedè ai Volterrani il diritto di cittadinanza ascrivendoli ad una delle romane tribù (la Sabatina) con facoltà di darsi leggi statutarie e magistrature proprie. Page 2/52 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Infatti Volterra era un municipio romano quando i suoi abitanti nella guerra civile fra Mario e Silla seguitavano le parli dei primo, sicché nella rovina di lui furono accolti dentro la loro città gli avanzi del vinto e disperso partito Mariano. Il generoso coraggio in quella circostanza dai Volterrani mostrato col tentare di far fronte essi soli in Toscana felice dittatore, ed il costante ardire di arrestare per due anni sotto le loro mura le vittoriose falangi Sillane indica bastantemente quanto i Volterrani antichi tenessero in pregio il diritto dell' ospitalità, e quanto poco paventassero le vendette di chi allora fu assoluto padrone di Roma e di quella Repubblica. Che se al compire di 24 lune gli assediali dovettero capitolare nell' accettare una militare colonia; se poco dopo si andò pubblicando la legge agraria che doveva togliere ai Volterrani ed agli antichi Aretini gran parte dei loro beni per darli a de' furibondi soldati, con tuttociò le colonie Sillane non li ottennero, stantechè la divisione de' possessi fu prolungata in guisa che 30 anni dopo, appena nominato dittatore G. Cesare, in grazia del sommo oratore romano, fu dato ordine di liberare l'agro volterrano e quello aretino dell'obbligo di repartire i predj degli abitanti indigeni ai Sillani coloni. Avvegnaché non solamente fa fallo conoscere ciò da Cicerone nelle sue lettere ad Attico (Lib. I. Epist. 16), ed in quelle Familiari (Lib. XIII. Epist. 4. e 5) dirette a Q. Valerio Orca legato e propretore in Toscana per Giulio Cesare, ma più di tutto onorevole per i Volterrani fu quel passo dell' Orazione pro Domo sua ad Pontifices, allorché Cicerone qualificava i Volterrani non solo cittadini, ma ottimi cittadini: hodieque Volaterrani, non modo cives, sed optimi cives fruuntur nobiscum simul hac civitate. - Se però gli ottimi cittadini di Volterra in grazia di cotanto eloquente patrocinatore ed in vigore degli ordini da G. Cesare dati ad Orca suo legato, furono esentati dall' obbligo di suddividere con gente straniera e poco amica i loro possessi; se il senatore C. Cursio di Volterra per l'amicizia e le cure di Cicerone (Famil. Lib. XIII) ottenne dal legalo stesso la restituzione intiera de' suoi beni nella propria patria, i Volterrani però dovettero vedere taglieggiati e divisi i loro effetti, quando a 28 colonie militari furono assegnati in Italia a danno degli antichi possessori tanti terreni che potessero saziare l'avidità di 32 legioni, onde ricompensare il valore e la fedeltà dei vincitori nei campi di Azio. Fu allora che l'agro Volterrano al pari del Lunense e del Fiesolano (ora Fiorentino) ecc, venne assegnato loro secondo la legge Giulia. Il qual fatto dové accadere fra l'anno 724 ed il 728 di Roma, corrispondente agli anni 30 e 26 avanti G. C. Infatti al 726 U. C. ci richiama un'iscrizione votiva ad Ottaviano Triumviro posta dai coloni militari di Luni. Arroge a ciò il Marmo Anciriano da cui si scuopre, che nell' anno 724 di Roma sotto il quarto consolato di Ottaviano, e nel 740, sotto i consoli Gneo Cornelio Lentulo e M. Licinio Crasso, a più di 200,000 legionarj furono assegnati moltissimi predj, o pubblici o tolti ai municipj d'Italia. Donde ne conseguita, che la deduzione della seconda colonia Volterrana, ossia Triumvirale, fosse tra quelle designate dal governo di Ottaviano Augusto fra l'anno 724 ed il 740 di Roma. - Vedere Luni, Volume II, pag. 939 e 940. Sul qual proposito, aggiunge Balbo nel libro de Coloniis, etc. che quei predj erano stati consegnati molto tempo innanzi ai soldati romani con diritto ereditario. Dalla stessa opera abbiamo la notizia, che dal divo Augusto (con la legge Giulia) fu repartita ai legionarj una gran parte dei campi e delle selve lungo la Via Aurelia(vecchia e nuova), dove si determinarono i confini di ciascuna Centuria con appositi termini di legno, finché, sotto l'impero di Trajano (governando la Toscana Adriano) ai termini di legno furono sostituiti quelli di pietra. - Vedere Pisa, Volume IV. pag. 303. Peraltro Volterra con tulio che dovesse concedere una parte del suo territorio verso il littorale alle legioni dei Triumviri, non cessò essa di perdere il diritto di municipio. In prova di che, oltre le iscrizioni superstiti di cittadini volterrani addetti alta tribù Sabatina dopo la deduzione delle due colonie, sillana e triumvirale, infiniti esempi potrei citare, senza stare a Page 3/52 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E.