Il Grande Libro Dei Misteri Irrisolti

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Il Grande Libro Dei Misteri Irrisolti eolin Wilson & Damon Wilson Il grande libro dei misteri irrisolti Una straordinaria antologia, una storia affascinante che spazia sui più grandi misteri dell'umanità VOLUME PRIMO Newton & Compton editori Nota deSli autori Questo libro è un collage composto da capitoli estratti da due lavori precedenti: An En­ ciclopedia oJ Unsolved Mysteries e Unsolved Mysteries Past and Presento Questo spiega come mai alcuni capitoli contengono informazioni che si ritrovano anche in altri: sono frammenti appartenenti in origine a due libri diversi. Tuttavia, abbiamo preferito non ri­ muovere le ripetizioni, dal momento che, comunque e sempre, le abbiamo ritenute rile­ vanti. Per di più, può darsi che anche il lettore più attento non se ne avveda, visto come, a nostro avviso, ben si integrano nel contesto generale di ogni singolo capitolo e del li­ bro nel suo insieme. Jndice p. 7 Introduzione 23 1. Atlantide 38 2. Omero e la caduta di Troia 59 3. Il poltergeist 69 4. Re Artù e Merlino 81 5. La Santa Sindone di Torino 98 6. Robin Hood è veramente esistito? 105 7. Giovanna d'Arco ha fatto ritorno dall'aldilà? 111 8. Chi era, in realtà, Shakespeare? 125 9. Esistono i vampiri? 152 lO. Il diamante Hope 156 11. J oan N orkot 161 12. La maschera di ferro 171 13. I miracoli di Saint-Médard 176 14. Il mostro di Loch Ness 196 15. Junius 213 16. Saint-Germain, l'immortale 220 17. La cripta delle Barbados 223 18. Kaspar Hauser 230 19. Fedor Kuzmich 240 20. Vortici 251 21. La misteriosa morte di Mary Rogers 257 22. I mostri del mare 267 23. Le impronte del diavolo 271 24. Il mistero della Mary Celeste 277 25. Il Libro di Oera Linda 283 26. Il mistero di Glozel 289 27. Il "popolo del segreto" 304 28. Rennes-le-Chateau 326 29. Jack lo squartatore Jntroduzione Nel 1957 lo scienziato e scrittore francese Jacques Bergier tenne una tra­ smissione alla. televisione francese che fece scalpore. Il tema della serata era uno dei grandi misteri della Preistoria: la scomparsa pressoché improvvisa dei dinosauri, avvenuta circa 65 milioni di anni or sono. Secondo Bergier la catastrofe era stata causata dall' esplosione di una stella - una supernova - che in quei tempi si trovava troppo vicina alla Terra. In questa sua fantasia si era spinto ben oltre: l'apocalittica deflagrazione non era avvenuta in modo naturale, ma innescata da esseri superiori, desiderosi di lasciare libero il cam­ po del nostro pianeta al sorgere e all' imporsi di animali intelligenti, del tutto diversi: i mammiferi. Se già la prima parte della teoria venne bollata dagli scienziati come il de­ lirio di un visionario, possiamo immaginare cosa si disse in merito alla se­ conda; né ci fu miglior reazione quando nel 1970 Bergier tornò sull'argo­ mento con un libro intitolato Extra-Terrestrial in History, che iniziava con un capitolo intitolato La stella che cancellò i dinosauri. Tuttavia, cinque anni dopo un geologo americano di nome Walter Alvarez, intento a studiare un sottile strato di argilla sul fianco di una collina in Italia - per l'esattezza pro­ prio in corrispondenza di quello strato geologico che fa da spartiacque fra l'era dei grandi rettili (Mesozoico) e quella immediatamente successiva che vide l'avvento dei mammiferi - non poté fare a meno di riportare in primo piano la questione, domandandosi quale strepitosa energia quale misterioso fenomeno avesse spazzato via in un sol colpo intere specie animali. Decise di portarsi dietro in California un frammento di quello strato geologico per consegnarlo al padre, l'eminente fisico Luis Alvarez, accompagnato dal se­ guente commento: «Papà, eccoti un residuo dello strato geologico, spesso non più di pochi millimetri, corrispondente al periodo in cui i dinosauri, e con loro almeno il 75% delle restanti specie animali, scomparvero dalla fac­ cia della Terra». Il padre ne restò così affascinato da sottoporre il campione ad attenti e ap­ profonditi test di laboratorio. Tra le molte risultanze, scoprì che nel campio­ ne abbondava l'iridio, un elemento pesante e raro, comune nell'amalgama che compone la massa dei pianeti e che solo un'esplosione aveva potuto por­ tare in evidenza. Poco ~ poco anche papà Alvarez venne conquistato dall'idea della stella esplosa e dedicò non poche energie a dimostrarla, recedendo dal proposito solo quando scoprì la totale assenza del platino radioattivo, sostan- 8 INTRODUZIONE za che invece avrebbe dovuto necessariamente esserci se si fosse davvero trattato del collasso di una supernova. Esisteva però un'altra possibilità, una più che valida alternativa: la Terra si era scontrata con un gigantesco meteo­ rite, che aveva saturato l'atmosfera di fumo e gas con il conseguente innesco di un potentissimo "effetto serra", capace in breve tempo di innalzare la tem- peratura di parecchi gradi. Sappiamo che gli attuali coccodrilli e gli alligatori sono in grado di resiste­ re anche a temperature che toccano quasi i 100° C, ma basta uno sbalzo di due o tre soli gradi in più per condannarli a morte. Ebbene, questo è quello che, quasi certamente, accadde ai dinosauri circa 65 milioni di anni fa. Ecco perché in questo libro non troverete un capitolo intitolato Che cosa capitò ai dinosauri?; semplicemente perché conosciamo la risposta. Dopo tutto, la tan­ to bistrattata ipotesi "da pazzo scriteriato" di Bergier non è poi andata cosÌ lontana dalla verità. Questo è il messaggio di fondo che sottende tutte le pagine di questo lavo­ ro. Voglio mettere in evidenza che è sempre incauto e pericoloso tentare di tracciare una netta linea di separazione fra ciò che può essere classificato co­ me una ipotesi "stravagante" e la scienza ortodossa. Nel capitolo dedicato al fenomeno dell' autocombustione umana spontanea abbiamo citato un moder­ no testo medico in cui si afferma che il fenomeno è letteralmente impossibi­ le sotto il profilo sia medico che scientificò. Coloro che ne portano testimo­ nianza, mentono o si sono ingannati. Chissà. Ci è voluto più di mezzo seco­ lo, da quando la scienza incominciò a studiarlo, prima che il concetto delle meteoriti che cadevano dal cielo venisse accettato come verità sacrosanta. Il poltergeist, detto anche fenomeno degli "spiriti burloni" è senz'altro un evento assai più comune e diffuso che non quello, assai raro, della autocom­ bustione spontanea. C'è stato un momento in cui casi di poltergeist venivano segnalati in ogni angolo del mondo. Eppure, proprio in questo periodo in America nasceva il CSICOP (Comitato per la investigazione scientifica dei co­ siddetti fenomeni paranormali), il cui scopo prioritario era quello di dimo­ strare che il "paranormale" non esiste, ma è soltanto un'invenzione di truffa­ tori e imbroglioni. Chiunque abbia, anche solo alla lontana, avuto a che fare con questo mondo straordinario, sa benissimo che le cose non stanno affatto in questo modo e che negare l'evidenza è un comportamento di cecità scien­ tifica inutile e persino ridicolo. Due parole sulla questione, per non essere fraintesi. Sia chiaro: non sto di­ cendo che essere scettici e diffidenti sia qualcosa di sciocco. Tutt'altro. La ra­ zionalità, la ragione sono gli strumenti più raffinati che l'uomo ha a disposi­ zione e ogni istante della nostra vita ci costringe a sviluppare continue valu­ tazioni probabilistiche. Anche un'azione semplice come quella di attraversa­ re una strada trafficata richiede questo genere di operazione. Se non sono in grado di valutare distanze e velocità, sarà difficile che approdi sano e salvo dall'altra parte della strada. Lo stesso, e ancor più, vale per uno scienziato, chiamato a valutare le prestazioni di un paragnosta israeliano che si dice ca­ pace di piegare chiavi metalliche soltanto sfregandole dolcemente. Per farlo, lo studioso non può far altro che passare in rassegna tutto ciò che conosce e INTRODUZIONE 9 sa sulle chiavi e da qui partire per una valutazione delle probabilità che il fe­ nomeno sia reale. Non dovrà però - ed è questo che tengo a sottolineare - as­ sumere un atteggiamento aprioristico, decidendo che la questione non valga la pena di essere investigata solo e soltanto perché non la capisce o lo scon­ volge. Se è una persona onesta si ritira senza commento, oppure decide di ap­ profondire lo studio per arrivare a svelare il mistero. La maggior parte degli scienziati risponde che è esattamente quello che lo­ ro fanno. All'inizio, di norma, succede così, poi le cose cambiano. Infatti, proprio come noi, anche gli scienziati sono esseri umani e come tutti sono or­ gogliosi, impazienti, imprudenti, insensibili. Insomma, anche loro sono tutt'altro che infallibili e sovente non sanno più discernere dove si trovi il sot­ tile confine che separa un corretto approccio scientifico da un atteggiamento in cui il criterio scientifico dà luogo a un coinvolgimento emotivo. Uno dei membri più brillanti e meno dogmatici del CSICOP è il celebre mate­ matico Martin Gardner, il cui libro Fads and Fallacies in the Name oJ Science è uno dei testi più intriganti e divertenti dedicati a quello che lui definisce il "culto dell'irrazionale". Nelle sue pagine leggiamo del profeta Voliva, che cre­ deva che la Terra fosse piatta; del capitano Symmes, che la credeva vuota; di Cyrus Tedd, che invece la immaginava a forma di uovo, con l'umanità ospita­ ta nel suo guscio interno. Gardner se la prende con le sette religiose, come i Testimoni di Geova, oppure con tutti quei creduloni che sostengono che la Grande Piramide di Giza nasconde al suo interno la chiave simbolica che preannuncia il secondo ritorno di Cristo. E così via. Il libro scorre fra amenità di questo genere. Peccato che dopo un po' di capitoli chi legge viene assalito da una strana sensazione di fastidio al cospetto di uno sfoggio di sapienza tan­ to devastante.
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