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ELOGIO DELL’ARCHITETTURA Omaggio a Ernesto N. Rogers

CIAM – ma professore osteggiato significa ricordare la centralità della dall’”accademia italiana” nel consegui - Scuola nella vita di Rogers e dei BBPR, mento dell’ordinariato – Ernesto N. menzionando anche Lodovico Belgiojo- Rogers è certamente il docente che più so, che allo Iuav fu professore, ed Enrico ha attratto, segnato e indirizzato per Peressutti, che si dimise da Princeton molti anni gli architetti italiani, i suoi dove era visiting professor per il travi - diretti allievi e le successive generazio - samento dei suoi principi didattici nella ni. L’immenso impegno rogersiano nella nuova politica edilizia dell’ateneo: «le didattica scorre parallelo, e s’intreccia, opinioni architettoniche più moderne – alle direzioni di «Domus» e di «Casabella- scriveva in quella circostanza – dovreb - Continuità», che egli conduce per quin - bero mostrare alla generazione presen - dici anni – negli 1946 -’ 47 la prima, negli te e a quella futura la nostra preoccu - 1953 -’ 65 la seconda – attestazioni e stru - pazione di essere i leaders, in ogni set - menti della medesima interpretazione tore, del profondo amore per la qua - del proprio ruolo pedagogico, promo - lità». tore di una profonda e continua rifles - Problemi: arte e pubblico ; Conquista sione sul “mestiere” dell’architetto per della misura umana ; Programma: saldarne l’azione estetica ad una visio - Domus, la casa dell’uomo ; Arte, mate - ne etica nella volontà di una costante ria prima ; Architettura educatrice ; incidenza nella trasformazione della L’architetto non è una prima donna ; realtà, in un richiamo, incessantemente Pretesti per una critica non formalistica ; ribadito, alla responsabilità individua - La responsabilità verso la tradizione ; le, all’impegno di “cittadino-architetto”, Le preesistenze ambientali e i temi pra - alla necessità dell’architettura. tici contemporanei ; La tradizione del - «Non sono un filosofo, non sono un let - l’architettura moderna italiana ; Dibatti- terato, sono un architetto che legge i to su alcuni argomenti morali dell’ar - testi (ed i poeti), scrive ma essenzial - chitettura ; Discussione sulla valutazio -

Elogio dell’architettura Dedicato agli studenti ideali della bellezza senza rinunciare a mente progetta e si verifica in cantie - ne storica dell’architettura e sulla misu - giornale dedicato a Ernesto N. Rogers quelli di una fondamentale umanità». re. Le esperienze, tutte quante, ho ten - ra umana ; Professionisti o mestieranti nel centenario della nascita «Non mi pento, davvero, di una certa Bilancio provvisorio, mai successiva - tato di tradurre in architettura come la nelle nostre Scuole di Architettura? ; La Venezia, aprile 2009 carica di utopismo che mi ha spinto mente smentito, sono queste parole, parte più intrinseca della mia esisten - forza delle idee ; Architettura “... sostan - allora e continua a sostenermi; preferirò che Rogers scrive nel 1958 , qui poste a za», dice di sé. ; a cura di za di cose sperate” Non si può fare a Serena Maffioletti sempre d’essermi sbagliato, piuttosto premessa di un fascicolo composto per «In una società razionale c’è soltanto meno dell’architettura ; Utopia della per aver creduto di poter realizzare cose gli studenti dello Iuav e a loro dedica - una questione di priorità; e nessun ser - realtà ; Ridimensionamento dell’archi - Università Iuav di Venezia impossibili che per essere rimasto scet - to affinché meglio conoscano e ricor - vizio, salvo quelli che si riferiscono all’a - tetto ; Liberi professionisti e funzionari ; Santa Croce 191 Tolentini tico di fronte a qualche cosa che avrei dino, nel centenario della nascita, limentazione e alla protezione della ; 30135 Venezia Democrazia, non mediocrazia Costru- 041 257 1111 tel potuto facilmente ottenere. Ernesto N. Rogers. vita umana, deve avere priorità sull’e - zioni della mafia e contro ; Il diritto www.iuav.it Naturalmente, la grande questione è Docente in Svizzera durante l’interna - ducazione» scrive nel 1960 e nel 1961 : all’opposizione ... I titoli degli scritti e ©Iuav 2009 di fondare il cammino della propria vita mento causato dalla guerra, poi visiting «Non è più tempo di parole, il proble - delle conferenze che ritmano la vita di sopra un terreno solido affinché i passi professor in Sud America, in Inghilterra, ma della Scuola deve essere conside - Ernesto N. Rogers suonano come slo - Iuav giornale dell’università non vacillino nell’astratto; quanto alla negli Stati Uniti, conferenziere di pre - rato, come il pane e l’acqua, tra i gene - gan efficaci, come richiami incisivi alla iscritto al n 1391 del registro stampa tribunale di Venezia meta, può essere reale, anche se è lon - stigio internazionale, membro del ri di prima necessità; dal superamento riflessione sul valore del progetto e sul - a cura del servizio comunicazione tana, difficile da raggiungere e, perfino, Council dei Congressi di Architettura di questa angosciosa crisi dipende il l’impegno dell’architetto: ma soprat - [email protected] continuamente fuggente. Non ho nes - Moderna e responsabile di iniziative e destino della società italiana: il suo tutto, ci parlano ancor oggi per la loro sun’altra certezza della mia vita, se non di commissioni dai CIAM dedicate all’in - auspicabile e realizzabile progresso o incalzante attualità. stampa quella di aver sempre disperatamente segnamento del progetto, docente allo la sua irrimediabile decadenza». Grafiche Veneziane, Venezia creduto che si potessero tentare gli Iuav in occasione delle Scuole esti ve del Dedicare questo giornale agli studenti Serena Maffioletti Iuav : 65 2

Continuità e discontinuità po, con Banfi, Belgiojoso e Peressutti, forse con eccessiva umiltà. Tuttavia la memoria di alcuni archeti - zione CIAM, ma che anticipa le incon - alternativo a un’esperienza individuale. «[…] Io condurrò questo corso non tanto pi, la reminiscenza di alcuni segni mano cludenti istanze di un’architettura par - Luciano Semerani Su un altro versante Rogers eredita quel - basandolo sulla cronologia, cioè su un a mano assume importanza, dopo il ‘ 55 , tecipata. la che è stata la battaglia contro il typi - elenco di fatti secondo un certo filo sto - in quel gruppo di architetti che ho cita - Rogers, in parte, assegna alla storia Negli appunti per la prolusione al corso sierung di Muthesius condotta dal suo rico, ma secondo un processo metodo - to. La casa di Ignazio Gardella alle funzioni che più propriamente riguar - di Storia dell’architettura moderna, Maestro Van de Velde, primo direttore logico, che tenda ad approfondire i fatti Zattere non solo nell’apparato decora - dano la memoria, e la tradizione. Sul tenuto da Ernesto N. Rogers tra il ‘ 64 del Bauhaus di Weimar. Tanto Van de nella loro essenza specifica, nella loro tivo dei balconi, ma anche con le stes - valore della tradizione egli ritorna fre - e il ‘ 65 alla Facoltà di architettura del Velde quanto Rogers perseguono l’ele - emergenza più saliente […] Bisogna se asimmetrie bilanciate delle facciate quentemente. Ernesto è per diversi Politecnico di Milano, sono presenti i ganza, oltre che la bellezza, dell’oggetto, saper leggere, per capire quello che è indaga un linguaggio complesso molto motivi un autentico déraciné , di fami - temi principali del suo pensiero. ma mantengono viva un’istanza di scritto. Noi cerchiamo di farci una attento al contesto veneziano. glia ebrea ma non circonciso, alla nasci - Sono temi contraddittori, al limite del - appropriatezza della forma che ne rende coscienza critica storicizzando l’archi - Albini, con il suo Tesoro di S. Lorenzo, ta cittadino del Regno Unito ma per l’aporia, e tuttavia emblematici di una necessaria e utile la realizzazione. tettura moderna, cioè trasportando il opera un vero e proprio montaggio di scelta personale cittadino italiano, vive posizione che non è individuale, anche È di Rogers lo slogan ben noto «A = f passato a noi e radicando il nostro fare spazi micenei sotterranei. Ricordo, nella a Milano e, per la sua educazione alto- se così essa viene letta da molti, ma che (BU)», ripreso anche in questa lezione […] Compiremo questa operazione sto - visita alla Tomba di Atreo, Franca Helg borghese, è uno dei pochi architetti ita - è, invece, condivisa da un gruppo di di storia dell’architettura. rica, cosciente e fenomenologica per che ne misurava a passi il diametro per liani che può interloquire a livello inter - architetti italiani, appartenenti ad una «Monumento non è per noi, e non lo era poter capire l’inscindibilità di una storia poi confrontarlo, insieme a Franco nazionale, cittadino del mondo, ma medesima generazione che realizza una nemmeno per Palladio, soltanto la casa anche parziale dal passato, dal passa - Albini, con il “loro” mausoleo. considera Trieste la sua patria e qui pro - sua continuità tra le poetiche dell’an - di Dio, né soltanto la casa del princi - to prossimo, dal presente e ovviamen - Una sera, passeggiando per via del getta la sua tomba di famiglia. teguerra e del dopoguerra: Albini, pe, ma è qualunque organismo archi - te dal futuro». Senato, Ernesto si fermò improvvisa - Un tempo chi arrivasse a Trieste da BBPR, Gardella, Quaroni, Samonà. tettonico che, riassumendo nella sua In questo corso di storia svolge, come mente, come faceva spesso, per “leg - Venezia sulla strada costiera, qualche In primo luogo il rapporto con la storia struttura tridimensionale le qualità e i nei corsi di composizione, come nelle gere” il fronte tardo-necloassico di un chilometro dopo Miramare percorreva dell’architettura opposto a quello delle caratteri dell’utilità e della bellezza, conferenze, come sulla sua «Casabella» edificio. Disse: «Vedi, Ignazio discende un lungomare abbastanza prossimo avanguardie e del Bauhaus. Là il pas - tenda e pervenga alla sintesi: questa una critica di architettura “verso den - dal neoclassico milanese». alle acque, difeso solo da una scoglie - sato era considerato un pericoloso por - sintesi si chiama architettura». tro”, entrando in profondità nell’opera Era un’osservazione in privato, forse ra artificiale, ancor oggi usata per una tatore di stanchi stilemi e fossilizzati Rogers si riconosce in due Maestri che e nella disciplina, cercando nel “fatto non del tutto benevola, ma riandando balneazione selvaggia, senza stabili - accademismi, qui la ricerca figurativa ama, Henry van de Velde e Auguste architettonico” le sue ragioni, la sua alla composizione dei fronti di molti menti. Terminava questo lungomare su considera la presenza delle architetture Perret. Il secondo è in modo più serra - Zweckmässigkeit. È il testo che chiari - edifici di città progettati da Gardella una rotonda affiancata da un portic - e dei tessuti storici nelle città europee to un costruttore per il quale la tetto - sce il testo e non i paradigmi esterni a partire dalla Casa nel Parco non pote - ciolo. Al bordo esterno della rotonda contesto ineliminabile di un approccio nica classica e la memoria delle rego - alla disciplina (le scienze, le altre arti, vano sfuggire le analogie nell’uso dei terminava il capolinea della tramvia progettuale colto. le costituiscono la struttura del testo. la storia economica e politica, ecc.). È tamponamenti a guisa di paraste, nel suburbana, il numero 6, e al centro un Evidente è lo iato tra una eredità del Tuttavia l’ampiezza delle operazioni un uso della storia molto eterodosso, ritmo finissimo dei pieni e dei vuoti, giardino fungeva da isola spartitraffico, pensiero del Movimento Moderno, che retoriche che possono essere sviluppa - più vicino a un approccio fenomeno - nella soluzione del basamento e del ma soprattutto con i suoi vecchi alberi non si vuole tradire e che però assume te all’interno di questa tendenza appa - logico (Paci) o pragmatista (Dewey) che coronamento più a rappresentazione ed i suoi fiori e le sue panchine e la nella conquista di un linguaggio inter - rentemente castigata è evidente quan - non ad altre scuole di “storia operativa”. metaforica che non ad evidenziazione fontanella realizzava quell’angolo di nazionale la sua ragion d’essere e que - do vediamo di Perret la metamorfosi Ad esempio ha richiamato molto inte - di un procedimento costruttivo. natura artificiale che per la sua grazia sto sviluppo italiano nella ricerca che dei capitelli, nel foyer del Teatro agli resse, tra gli anni ‘ 50 e ‘ 60 , la ricerca Nelle scenografie al museo del Castello così gelosamente viene difeso dai cit - si propone, fra l’altro, il rinnovamento Champs-Elysées, in impronte circolari storica di Saverio Muratori, docente Sforzesco i BBPR avevano talmente tadini dei paesi civili. di un’identità. Non un’identità costrui - dorate stampate sul soffitto, o quan - prima a Venezia e poi a Roma, costrui - caricato di diverse “machine” d’esposi - Avvenne che una amministrazione piut - ta attraverso copie o stilizzazioni come do visitiamo la Casa-cigno di Van de ta sull’ipotesi di una permanenza tipo - zione ogni singola sala da evocare lo tosto insensibile alle esigenze di deco - pensavano Ojetti e Piacentini, ovvia - Velde, posata sull’ansa di un fiume e logica dei caratteri degli edifici e dei spirito di Leonardo, la cui Vigna, appe - ro urbano lasciasse costruire alle Forze mente, ma piuttosto a proseguire, nella bombata come una zuppiera di Bas- tessuti urbani e mirata all’individua - na restaurata, stupiva i visitatori pro - Armate del Governo Militare Alleato un linea di «Quadrante», un dialogo con sano, come un vero cigno, che muove zione dell’identità culturale, dalle ori - prio in una sala dello stesso Castello. grande residence a L per ospitare le la “mediterraneità”. In altri termini una solo le zampe palmate sott’acqua e gini alle fasi successive dello sviluppo, Rogers è tuttavia prudente nel procla - famiglie degli ufficiali e che “per rie - mediazione. avanza con le ali chiuse, gonfio della dei luoghi. mare la mutazione ormai chiaramente quilibrare la massa dell’albergo” si pro - «A volte il presente è una continuità, sua bellezza. Attento alle poetiche di figure rimaste ai avvenuta in Italia nell’architettura della cedesse all’interramento di tutta l’area senza scosse molto forti, del periodo che E ci è più chiara quella che Rogers defi - margini del Movimento Moderno, come sua generazione anche se è proprio con antistante la rotonda, il capolinea e il lo ha preceduto, a volte è evoluzione niva “l’ortodossia dell’eterodossia”, Gunnar Asplund, Muratori conduce in lui, con Sert e con Tyrwhitt che l’inven - giardinetto per una lunghezza all’in - normale, senza dramma del tempo. manifesta nella Torre Velasca soprat - porto con sapienza una contaminazione zione di un tema del CIAM diventerà un circa di 200 metri, allontanando il mare Altre volte è rottura del tempo, in senso tutto, dove nella potenza delle mem - architettonica molto interessante, nella libro, dedicato al “cuore della città”. ed alterando completamente il rappor - semantico ed etimologico che determi - brature, nell’altezza, nell’inversione dei costruzione della sede della Democrazia Sono ormai abbandonate le formule to scalare tra gli oggetti. Quando giun - na fatti nuovi non riscontrabili nel pas - pesi richiama più l’espressionismo tede - Cristiana all’EUR. La sua teoria entra lecorbusiane de La Ville radieuse e della se a Trieste, Ernesto, che arrivava, per sato, o presenti nel passato soltanto sco che non il razionalismo italiano, e però in crisi quando presenta al con - come momento opposto al nuovo». che tuttavia risponde con la sua orga - corso per un quartiere coordinato di edi - Ora benché Rogers evidenzi in questa nizzazione anomala a ben definite esi - lizia popolare da realizzare sulla bare - lezione la rottura, lo scarto avvenuto tra genze pratiche ed immobiliari. ne di San Giuliano due interpretazioni la fine del XIX e nel XX secolo rispetto Qui si colloca un altro tema rogersia - diverse del tessuto veneziano. al passato, contraddittoriamente sovra - no, rappresentativo di un approccio al La prima fa riferimento alla città del stamperà sulla testata della vecchia progetto che è comune al gruppo di Settecento e la seconda a quella del «Casabella» di Pagano il richiamo alla architetti italiani che all’inizio ho elen - Cinquecento. Una contestazione feroce “Continuità”, una scelta di politica cul - cato e che è la prosecuzione del rifiu - lo accoglierà alla Facoltà di Architet- turale, una scelta di posizione alla to del typisierung . Il fenomeno archi - tura di Roma quando assegnerà come quale però resterà sempre irremovibil - tettonico è il risultato individuo e spe - tema compositivo un edificio a pianta mente fedele. cifico, hic et nunc , caso per caso, di una centrale, coperto a cupola, omogeneo A sorreggere questa linea culturale è ricerca generalizzabile sul piano del nella scelta del mattone come unico il discorso sul metodo di Walter metodo ma del tutto autonoma nei elemento costruttivo. La miseria cultu - Gropius: «Gropius […] non parla più di risultati. Chiaramente è il preludio teo - rale dell’ambiente romano e la pregiu - nessuno stile – cioè non parla di “stile rico dell’attuale costellazione interna - diziale partitica mettono alla berlina il moderno” – ma parla di un modo di zionale di architetti-nomadi. vecchio professore un po’ maniaco. Il fare e di capire: “Ci vietiamo, per la con - Il disprezzo per l’imitazione, per la copia che non impedisce a Pierluigi Cervellati cezione che abbiamo dell’architettura, deriva innanzitutto dall’esaltazione di avventarsi sulla classificazione tipo - di copiare qualsiasi elemento già costi - della libertà creativa che rifiuta la logica come strumento per la redazio - tuito, di fare qualunque imitazione di modellistica, i repertori, gli stili ne del Piano per il centro storico di carattere formale”». dell’Accademia.Ma anche costituisce Bologna. La classificazione tipologica La battaglia contro il formalismo (che una presa d’atto della pluralità dei lin - riduce con Cervellati di molto la sua por - stessa Chandigarh e l’eredità delle i suoi lavori, ogni quindicina o una volta sarà proseguita così come l’ha impo - guaggi che dopo il cubismo, il futuri - tata ideale e diventa un banale positi - Siedlungen. Rogers intitola il suo con - al mese almeno e vide lo strazio si mise stata Rogers, cioè in termini molto smo, l’espressionismo e il costruttivi - vistico casellario di schemi abitativi tra tributo Il cuore: problema umano della quasi a piangere: «Hanno distrutto la vaghi, solo da Giancarlo De Carlo) è un smo ha frammentato il mondo dell’ar - loro distinti per la posizione delle scale città e sarà, come in altri interventi, una mia patria! La memoria di questo altro dei punti fermi del suo pensiero. te e dell’architettura. e per il numero di vani abitabili. rivalutazione della tradizione collettiva ingresso di città era la mia identità». Con il formalismo l’architetto impone Ammette Rogers ne Gli elementi del È con riferimento a queste operazioni della comunità, una riscoperta di forme Se il primo tema rogersiano è l’esigen - le logiche dell’originalità e l’attacca - fenomeno architettonico : «[…] non riu - riduttive che Rogers si richiama all’im - di comunicazione sociale, come la pas - za di tener il passo con le grandi tra - mento alla trovata, che non si trova più sciamo […] a trovare un’espressione lar - portanza dell’autonomia del progetto, seggiata, il piropeo , o forme di libertà sformazione sociali e ancor più con l’al - in un ambiente o con un utensile appro - gamente accettata e che serva da tra - alla necessaria formazione di una programmata come il bighellonare del largarsi progressivo degli orizzonti cul - priato alle sue necessità, al suo modo mite tra le distinte personalità e per - coscienza critica nello stesso architet - flâneur . Questo programma di restitu - turali, il rapporto con la tradizione fin di vivere, ma si trova schiacciato dalla ciò stesso tra i distinti fenomeni che to che non può trovare migliori para - zione del centro urbano a una dimen - dal periodo giovanile costituisce il tema dittatura del “creatore” di forme. ogni personalità produce». Poche sono metri di controllo che quelli intrinseci sione “umana” avvicina il lavoro urba - secondo, che fa da contrappunto. È un Contro questa presunzione pseudo-arti - le relazioni tra le architetture di Mies, Le all’uso della vita, al costume, come essi nistico-architettonico a problematiche tema che ricorda più Henri Focillon che stica Rogers si schiera fin dalla tesi di Corbusier, Wright, Gropius, i Maestri affiorano nell’intuizione dell’uomo, nel - sociologiche e di psicologia applicata, altri, per l’idea dell’arte come un siste - laurea e dalla scelta del lavoro di grup - che la generazione di Rogers ammira l’epoca in cui gli è dato di vivere. che peraltro erano parte di una tradi - ma mobile, in perpetuo sviluppo, di Iuav : 65 3

forme coerenti, dove avviene una suc - gio sornione e silenzioso, sta dentro i la grafite e la carta da disegno, non cessione, un concatenamento di rap - fatti di costume per annotarli un poco, siede ore e ore dietro il tecnigrafo, ma porti che si differenziano a seconda dei riportarli a caratteri di decoro e di piuttosto passeggia guardando le climi e degli ambienti culturali e che dignità, disegna degli oggetti utili, vetrine dei negozi, sfoglia libri delle si muovono in forza del grado di libertà anche case o barche, in cui si può star bancarelle degli usati, entra nei nego - che attribuiscono alla nostra storia. bene, confortati dalla pertinenza e dalla zi di antiquariato chiedendo i prezzi, Per quanto brillante sia il programma appropriatezza delle forme e dei mate - conversa con gli allievi al tavolo del di spersonalizzazione dell’artefice a favo - riali al loro fine. Non ho mai dimenti - caffè, non resiste alla vanità delle con - re della personalità dell’opera, che i cato una terza ipotesi che mi si sviluppò ferenze inutili e delle lezioni nelle più BBPR proclamano fin dalla tesi di laurea, dentro nel 1957 , camminando sulle lontane università. io non sono mai stato convinto, a diffe - impalcature del coronamento della Quando si è voluto rileggere i suoi scrit - renza dei suoi amici triestini, che Ernesto Torre Velasca: il Costruttore. Essere fatti ti, notazioni tra le più penetranti erano avesse trovato nel gruppo le condizioni di carne e di idee tra tavolati, casseri e contenute in una sua conversazione al ideali per esprimersi come architetto. ferri ritorti e pungenti e altri uomini di Rotary Club di Trieste! Ricordo che, in una delle opere meno mestieri consimili e coordinati, intenti Un dissipatore di intelligenza, un curio - riuscite, il padiglione del Canada alla a fabbricare la foresta dei muri e dei so, un intellettuale. Ricorda più Karl Biennale di Venezia, nato, anche come pilastri che salgono. Kraus e le sue settecento e più confe - incarico, dalla personalità di Enrico A Milano, in quella costruzione che non renze che non il manager e il busines - Peressutti, sulla capanna india a strut - è oggi più scorporabile dalla cartolina, sman. A questa genealogia importan - tura spiraliforme, ad un certo punto ho sentito chiaramente che la “machi - te di architetti determinanti apparte - Rogers propose, con dei piccoli schiz - na” costruita dall’architetto era insieme neva Adolf Loos, pessimo disegnatore. zi, alterazioni sostanziali. Sulla coper - l’apparizione di un personaggio, il E pochi altri. tura, sorretta da lunghe travi, che nella disvelamento di un simbolo, il mon - Come scrive Focillon: «C’est même la materializzazione tecnologica un po’ taggio di una rappresentazione, la rea - diversité et l’inégalité des courants qui volgare diventano putrelle a doppio T lizzazione di un’immagine. constituent proprement ce que nous inclinate, accatastate l’un sull’altra su Riflesso, rispecchiamento, riecheggia - appelons l’histoire. Il nous faudrait plutôt un pilone al centro, e appoggiate a rag - mento, non copia, non riproduzione, penser à une superposition de couches giera sul perimetro di un muro poligo - forse imitazione, ma, appunto, come il géologiques, diversement inclinées, nale, Rogers propose di far avanzare i figlio sul padre, come il marmo sulla parfois interrompues par des failles bru - lembi orizzontali della doppia T, arre - conchiglia fossile, concrezione, meta - sques, et qui, en un même lieu, en un standone prima l’anima centrale, e di morfosi, prosecuzione in tempi brevi o même moment, nous permettent de ripiegarli poi con torciglioni simili a lunghi del processo. saisir plusiers âges de la terre, si bien quelli che affiancano la cupola della Nei suoi scritti Rogers esorcizza, con la que chaque fraction du temps écoulé chiesa veneziana della Salute. Inoltre teoria delle preesistenze ambientali, l’in - est à la fois passé, présent et avenir» affacciò l’idea di interporre, tra tali ric - cidenza di tutta una serie di scelte for - (H. Focillon, L’an mil , pubblicato postu - cioli, spessi corpi vetrosi colorati, sfac - mali dirompenti e conquistate a fatica. mo nel 1952 ). cettati come finte pietre preziose, e rea - Ma la lettura dell’opera consente di È in questa geologia delle culture, che lizzati a Murano, grandi gocce di un cogliere caratteri originali ed eterodos - diventa genealogia materializzata nel lampadario disgregato. Un po’ Dalì e un si, l’omogeneità del rivestimento, con fatto concreto, che si inserisce la con - po’ Venturi. Si era nel ‘ 57 , un’idea diversi tipi di pietra artificiale colorata, tinuità rogersiana e la definizione loo - geniale. Venne subito cancellata. su pilastri, pilastrini e tamponamenti, siana di civiltà, e francamente non sono Questo senza voler dividere ciò che tra la modellazione nervosa delle membra - mai stato in grado di capire le accuse loro i BBPR avevano messo in comune, e ture verticali a ridosso della scatola di Persico a «Quadrante» e ai BBPR per cioè tutto, senza voler curiosamente muraria, la stampella completamente il tentativo di conciliare “classicità ridefinire la mano e la testa dell’uno, libera nello spazio nella zona di giu - mediterranea” e tendenze razionaliste la mano e la testa dell’altro. Però è così: stapposizione paratattica dei due volu - (Le Corbusier, Gropius, Mies van der è possibile incontrare tipi anche molto mi, la lotta tra linearità verticale (espres - Rohe). Probabilmente oggi vediamo diversi di architetto, non necessaria - sionista, gotica o Art Nouveau ormai ha che erano molto più fragili gli steccati mente tra loro complementari ed pochissima importanza tanto la Torre è ad arte costruiti tra modernità e tradi - Ernesto apparteneva a una specie rara, ora la Milano BBPR) e la dissonan za zione da Gropius e Le Corbusier e da non inutile e nemmeno in via di estin - dello sbalzo, la trascrizione “macro”, Persico e Bottoni che non i tentativi di

Il restauro dell’Aquila gioiello dell’architettura industriale, nascosto a Trieste. Il restauro ha La Stazione di Servizio della raffineria incontrato l’apprezzamento di chi è Aquila è stata progettata negli anni attento alla valorizzazione dei beni ‘60 da Rogers, del gruppo BBPR. culturali prodotti nel XX secolo. Negli anni ‘ 60 i BBPR costruiscono Massima l’accessibilità viabilistica opere ben più importanti, a New York, ed anche marittima, posizione a Barcellona, a Milano. strategica tra i poli della Stazione di La società Aquila, che verrà poi Campo Marzio, del Museo del Mare, assorbita dalla Total, decide di della Pescheria e del Museo Revoltella , valorizzare la propria immagine con delle sedi universitarie umanistiche una piccola opera d’architettura, posta e dei circoli sportivi nautici. “Semerani in riva al mare, e ricorre alla firma di e Tamaro Architetti Associati” hanno un figlio illustre della città. Un’officina firmato il progetto di restauro che ha ed un distributore di carburanti per vinto il concorso bandito automobili, per un architetto dall’Assessorato ai LL.PP. del Comune, “moderno” è un tema ricco di nobiltà, proprietario dell’edificio. È stato proprio perché nella storia breve del ottenuto il contributo della Camera Movimento Moderno la di Commercio e, con piccole rappresentazione della fabbrica, ed in sponsorizzazioni nelle forniture, generale di uno “strumento del Francesco Semerani, direttore dei lavori, zione, ma sicuramente anomala rispetto anticlassica, della figura “torre”, il ribal - sintesi e di compromesso dei più gio - lavoro”, di un “outil”, fa parte della è riuscito a portare a termine l’opera. agli stereotipi che dell’architetto vivo - tamento della prospettiva, con l’ingros - vani BBPR. poetica dell’architetto. Così nasce Senza modificare il carattere no nell’immaginario collettivo. samento del coronamento che sembra Sottratti alla loro funzione strumentale, l’idea di un’onda leggera che “essenziale ” della Stazione si sono L’architetto è un istrione insopportabi - scoppiare e che dà l’idea, a Giuseppe di carattere unicamente professionale, accompagna la curva delle Rive di realizzate diverse forme di le, a volte. Nella sua smania di travol - Samonà, come di un’esplosione del le polemiche e la difesa dei profeti spes - Trieste, sospesa su “pilotis” di color comunicazione: prima uno spazio gere e capovolgere la realtà, attraver - magma compatto di cui è composto il so finiscono con essere smentite dai turchino. Al di sotto un involucro di accoglienza completato da uno so una conoscenza superficiale e con tessuto della città, la simmetria bilate - profeti medesimi con le loro opere. sinuoso molto vetrato. Un “Spritz-point”; poi uno spazio per strumenti artigianali, emulo dei gran - rale, il disegno parigino del volume del Resta, pensiamo alle opere di Mies rivestimento di tesserine di ceramica proiezioni, conferenze, mostre, infine di maestri muratori costruttori di cat - tetto, la divaricazione delle stampelle soprattutto, l’appropriatezza e le neces - bianca, serramenti verniciati in nero, un terzo spazio con postazioni internet. tedrali ma in realtà personaggio da sull’angolo ad inglobare il parallelepi - sità della singola scelta, caso per caso, tiranti in rosso cinabro. L’interno delle “Stazione Rogers” è una lampada nella caffè e addobbatore di boutiques, l’ar - pedo superiore, prorompente. a stabilire la linea di demarcazione tra volte azzurro. Un movimento delle notte in cui l’informazione di alta cultura chitetto è talvolta un provinciale Torniamo alla Torre Velasca, ad Ernesto moralità e immoralità dell’opera rispet - parti vetrate che in qualche modo si integra con il cocktail, la performance demente che mai arriva nella grande N. Rogers. A volte appare, molto rara - to alle sue stesse leggi intrinseche. Ed segnala anche da lontano un disegno di un’artista o di una band. città degli affari. mente, quel tipo di architetto. è l’opera che alla fine si tira dietro la dinamico. “Stazione Rogers” è Altre volte l’architetto è un personag - Polemista più che filosofo, non ama poetica, e la tendenza culturale in cui l’occasione per valorizzare un piccolo Luciano Semerani Iuav : 65 4

questa è collocata, e le questioni gene - rimento (vedi a Barcellona gli anda - Il senso della storia riscontrabili nel passato, o presenti nel punto di vista creativo, delle forme, sia rali e teoriche del mestiere. menti sinuosi della pietrosa e wagne - passato soltanto come momento oppo - dal punto di vista critico e conoscitivo. Ma è soprattutto in momenti di tran - riana casa Milà tradotti dentro la gela - Ernesto N. Rogers sto al momento nuovo. In ogni caso, sia Ovviamente neppure Gropius esce da sizione, come quello in cui si è trovato tina trasparente dei volants sovrappo - Presentazione del corso di Storia del - che la storia si evolva secondo un per - nulla, ma proviene anch’egli dalla storia a vivere Rogers, che hanno un ruolo sti per l’edificio Olivetti) tutto ciò fa l’architettura moderna, Politecnico di manere di costumi, di contenuto, di e porta con sé il fardello di un certo determinante quegli intellettuali che pensare a quel concetto semperiano Milano, aa 1964 -’ 65 . forme, sia che nella storia avvenga un passato, anche se l’ha in gran parte rifiu - nel mondo dell’arte hanno proprio il di decorazione che nella tecnologia fatto drammatico, una rottura che deter - tato. Si può usare l’immagine del pul - compito di chiudere un ciclo linguisti - della lavorazione più che nell’ornato [...] La storia è permanente evoluzio - mina un’emergenza, in ogni caso, dice - cino che matura dentro l’uovo e crea co sperimentando, magari in modo trova la sua ragion d’essere. E sappia - ne; la storia è la vita degli uomini nella vo, vi è una relazione nel tempo fra il una vita fuori dall’uovo. Gropius ha ancora contradditorio, il linguaggio che mo che la tesi universitaria di Caratteri loro intuizione cosciente, cioè nel loro momento presente e i momenti che rotto il guscio nel quale si sviluppava sarà futuro. stilistici e costruttivi dei monumenti, uso della vita, quindi nel loro costume. l’hanno preceduto. Si tratterà di vedere l’attività architettonica e ha creato una Solo il facitore di forme, non l’artigiano, molto chiara ed ancora attuale, discus - L’architettura rappresenta questo uso il rapporto, la ragione di questo rappor - nuova architettura; ma in questo guscio, bensì l’intellettuale, sa del procedere sa con l’Annoni, verteva appunto sulla della vita, questo costume, in modo to, la sua qualità e le sue conseguenze. in questo uovo (usiamo pure l’immagi - sperimentale, della dialettica concen - decorazione. specifico e del tutto estrinseco, cioè Un caso tipico di evoluzione continua - ne del tutto naturalistica), era in qual - trata dentro l’atto inventivo, e legge, Ricordo, ancora a proposito di letture del tutto espresso, realizzato. tiva è l’architettura classica greca. Dal che modo presente la lunga fatica atti - dietro le figure e le forme, che si sono e riferimenti, che la proposta del tito - Se c’è un’arte nella quale non si può tempio di Paestum al Partenone vi sono va di uomini che hanno prodotto il feno - inverate, che restano, in apparenza, lo del suo primo e migliore libro, mentire né fingere, non si può fare il distanze secolari e diversità di millime - meno Gropius. Prima di Gropius vi fu il evocazione imperitura, le forme e le l’ Esperienza dell’architettura , che io gli falso nel senso concettuale, questa è tri o di centimetri: cioè poca differenza suo maestro, Van de Velde, il quale figure rimaste sottomesse, che la logi - feci, e che mutuava da Dewey il con - appunto l’architettura, dove si può dire lessicale, benché nella realtà dei fatti rifiutò lo stile del passato e creò lo stile ca strutturale, che ha dominato l’ope - tenuto e l’espressione, lo trovò subito che la storia si esprime grafologica - questa piccola differenza sia assai signi - Art Nouveau. Il fatto che Van de Velde ra che si è appena compiuta, non ha consenziente, anzi entusiasta per una mente secondo la sua entità intima e ficativa per l’espressione. parli ancora di stile (pur non parlando permesso affiorassero e che restano simpatia e, ancor più, un riconoscersi senza possibilità di evasione. In certi momenti invece vi è un tale scar - né di dorico, né di ionico, né di corin - potenziale inesplorato, su cui potrà nei problemi di una critica e di un’e - A volte il presente è una continuità, to, una tal rottura, che per comprende - zio, né di altri stili consacrati), fa vede - nascere l’opera futura. stetica democratica di tipo anglo-ame - senza scosse molto forti, del periodo re l’entità, il valore profondo delle opere re che la rottura di Van de Velde non è Sta all’architetto concettuale, all’intel - ricano, da Dewey, appunto, a Herbert che lo ha preceduto, a volte il presen - occorre immedesimarsi in esse con vero ancora così forte né significante come la lettuale architetto rivelare lo scarto, Read. te è evoluzione normale, senza dram - sforzo di critica. Nei tempi nostri que - rottura di Gropius, il quale non parla più mostrare come esista un non-detto che Ernesto N. Rogers, brillante e polemico ma, del tempo. Altre volte rottura del sta rottura, questa emergenza, può esse - di nessuno stile – cioè non parla di “stile questa volta, quella volta, ormai, non nell’ufficialità, era certo dotato di timi - tempo, in senso semantico ed etimo - re rappresentata emblematicamente da moderno”, ma parla di un “metodo”, di è stato detto. Nell’architettura e nella dezza più che di coraggio, di sensibilità logico – che determina fatti nuovi non Gropius che ha rotto col passato sia dal un modo di fare e di capire, di un pro - musica e nella pittura, per non dire umana e di allegria più che di cinismo. della letteratura, gli artisti-intellettua - Al di là della convinzione giovanile li, apparentemente senza mestiere, della indivisibilità dell’amicizia tra i lasciano eredità incalcolabili, anche BBPR, cui conseguiva sul piano cultu - perché veramente sembra che lascino rale l’indivisibilità dell’opera, restando il mondo intatto come l’hanno trovato in gruppo Ernesto forse fu meglio aiu - e invece hanno sommosso tali strati tato ad attraversare il mondo, investi - geologici ed evocato tali prodigi che to dall’onere di respingere anche per gli la vita è come rinata dopo di loro, ritor - altri gli attacchi e le incomprensioni. nando alle sorgenti primordiali. Che non mancarono certo a comincia - Loos, Satie e Rogers penso interessino re da Siegfried Giedion che, per colpi - ancora, molto più che Hoffmann, re, forse su mandato italiano, l’abbina - Strawinsky e Scarpa anche per l’aver loro mento, in vero un po’ opportunistico, rischiato di più in un’epoca vedova di BBPR-Portaluppi, stroncò l’eufemisti - misteri e di sacralità. Del resto proprio ca Casa del Sabato per gli sposi, pre - il tremendo avvento della banalità ha sentata alla Triennale; per finire con interessato questi più di altri artisti, Antonio Cederna che individuava nella costringendoli a giocare a tutto campo. Torre Velasca il cavallo di Troia della Ecco che Rogers mitizzava il valore delle grande speculazione a Milano, passan - masse, la loro domanda quantitativa do per Persico, Pane, Banham e tanti di qualità come un bene per il futuro. altri, che, con pretesti diversi e moti - L’interesse e la singolarità della condi - vazioni le più varie, ritennero di dover - zione contemporanea stanno nella con - si atteggiare a vergini vendicatrici. vivenza, nella nostra epoca, di un’arte Quanto al suo successo internaziona - che è profezia, messaggio, esoterismo, le, che pure fu indiscutibilmente il più religiosità con un’arte che è quotidiano, ampio tra gli architetti italiani della sua demistificazione, assurdo. generazione, è certo che oggi, per con - Il rapporto con il filosofo Antonio tare i nomi che, nelle generazioni dopo Banfi, suo professore al Parini, dive - di lui, tra i cinquantenni e i sessanten - nuto un autorevole esponente della ni hanno realizzato nel mondo opere cultura milanese di sinistra nel dopo - di grande prestigio e godono di un suc - guerra, è forse alla base delle affinità cesso superiore al suo, se non occorre con Valéry e Focillon. disporre di più di due mani, certamen - La formula matematica dove scherzo - te una non basta. samente, ma non tanto, Ernesto con - Ernesto e la sua generazione vissero, densava il rapporto tra utilità e bellez - io credo, con un eccessivo rispetto il za nell’architettura sembra prelevata rapporto con i protagonisti del Movi- dai quaderni di Valéry e da quella ambi - mento Moderno. Questione di educa - zione di ricondurre alla neutralità del zione o, forse, per Quaroni, Rogers e numero la logica dell’itinerario percet - Samonà la coscienza di essere stati tivo, nonché del procedimento cono - assenti, durante il ventennio fascista, na e in quella veneziana, che ne era il va darsi senza quel tipo di direttore, un singhiozzare continuo e irrefrena - scitivo, nonché dell’atto creativo. nel dibattito internazionale. riflesso. come, probabilmente non poteva darsi bile (scherzava Ernesto sul fatto che Solo la timidezza, e probabilmente Con lo stesso rispetto per l’intelligen - La rilettura di Loos, Behrens, Van de un corso di storia dell’architettura lo stesso singhiozzo avesse aggredito anche il costume dell’epoca, ci impe - za degli altri, insieme alla fiducia nella Velde, della scuola di Amsterdam o del moderna come quello tenuto da Rogers Pio XII) e terminò con l’afasia quasi disce per esempio di capire se, attra - lealtà dei comportamenti, Rogers si neoclassico triestino, del Sommaruga tra il ‘ 64 e il ‘ 65 . completa. verso o senza Banfi, se con Fiedler rivolse ai suoi più giovani collaborato - o dell’Antonelli, l’attenzione per In effetti ogni vita ed ogni persona Quando venne trasferito a Trieste per anche Gottfried Semper fosse in qual - ri. E da questo venne la forza del suo Kaufmann, Sedlmayer, per la geografia, (come ogni opera d’arte avrebbe detto essere sepolto nella tomba che egli che modo giunto sullo scrittoio di Erne- insegnamento nonché l’importanza di la sociologia e la storia urbana non Rogers) è una cosmogonia finita in se aveva disegnato, venne da Milano ad sto. Certamente l’importanza quasi «Casabella». Solo perché aveva un diret - furono sempre espressione degli inte - stessa, una combinazione unica di ele - accompagnarlo, in mezzo ad uno spa - erotica della materialità, della leviga - tore tollerante nei confronti delle diver - ressi di Rogers: all’opposto egli si sforzò menti che diversamente combinati ruto gruppetto, con la bandiera del tezza o della sabbiosità delle superfi - sità e nello stesso tempo capace di di ricondurre le curiosità, le passioni, sono presenti anche nei suoi simili. Ma Politecnico, il solo prof. Dodi. ci, la sontuosità dei marmi, la prezio - garantire, alla fin fine, un equilibrio, la le ambizioni dei suoi giovani collabo - taluni sono più unici e per quanto sia Un po’ come è successo pochi mesi or sità sardanapalesca del taglio dei bloc - vecchia testata tenne banco per alcu - ratori ad un dibattito interno prima che una buona regola dire dei Maestri che sono per Giorgio Strehler, un altro arti - chi di marmo (penso ai sostegni mono - ni anni, ospitando il dibattito sul neo- ad una serie di provocazioni verso l’e - le loro opere e il loro pensiero reste - sta milanese che rivendicava le sue ori - litici ed erotici, in rosso Levanto, del liberty, che pure Rogers avversava, e i sterno, che comunque resero «Casa- ranno vivi in noi di alcuni è difficile pen - gini triestine sino a chiedere di essere negozio di macchine per scrivere problemi di pianificazione e di urbani - bella» una rivista viva, criticamente pre - sare che avessero dato, nell’arco della sepolto qui, in una città che un filo - Olivetti a New York, penso ai calchi stica, che non erano in primo piano sente, che numero dopo numero veniva loro esistenza, tutto. sofo catalano definì “città inesisten - sabbiosi di Nivola sulle pareti), la meta - nell’interesse dei milanesi ma avevano attesa nel desiderio dai suoi lettori affe - Ernesto concluse il suo cammino con te”, dove decidono di vivere “persone morfosi delle forme assunte come rife - maggiore attenzione nella scuola roma - zionati. Una «Casabella» così non pote - una lunga malattia che cominciò con che non vogliono esistere”. Iuav : 65 5

cesso per giungere a uno stile provvi - razionale, esprime con questa frase il Nel caso nostro, parliamo di vita, di cose Dovremo, per poter formulare un giu - storico e di senso critico. sorio. Non quindi di un processo stabi - senso proprio del moto della storia: di cui siamo partecipi e in parte anche dizio obiettivo, o per lo meno consape - Non possiamo permetterci di essere lito a priori da leggi, da trattati, da codi - «L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima artefici. vole e chiaro, imparare prima di tutto antistorici, di non capire che cosa vuol ci antecedenti che già contengono, di quella che andò e la prima di quel - L’architettura moderna è un fatto nuovo, a leggere questa architettura. Io cer - dire storicizzare. Noi dobbiamo studia - almeno da un punto di vista lessicale, la che viene: così il tempo presente». è questo fiume che ha dovuto superare cherò di farvi una lezione, per esempio re il passato per portarlo a noi: è molto alcuni aspetti dell’architettura che egli Come vedete vi è, in una splendida una vorticosa cateratta, cioè un inciam - sulla Chapelle de Ronchamp e di farvi utile, è indispensabile fare questa fati - produce. immagine, il senso di questo scorrere po storico: ha dovuto cambiare non dico capire che cosa sia, o meglio il modo in ca per arricchire la nostra coscienza. I cambiamenti della Storia avvengono della storia, in cui non vi è soluzione la sua direzione, ma certamente la sua cui l’ho vista; cercherò di far questo Acquistare il senso della storia darà per un fenomeno di consumazione, per di continuità, ma vi è un presente che velocità di andatura, perché ha acqui - anche per darvi l’esempio, per quanto significato a noi e alle nostre opere; un fatto direi quasi economico della cul - viene da un passato e un passato che stato un’energia potenziale e l’ha scari - possa essere valido, del mio modo di sapremo capir meglio i motivi per i quali tura; quando una certa cultura è com - è ancora collegato al presente. Esiste cata negli oggetti che ha prodotto. averla letta. dobbiamo essere diversi, per i quali dob - pletamente consumata e non è più utile una continuità senza soluzione nel caso Noi studieremo i momenti chiave di Bisogna infatti saper leggere, per capi - biamo essere ciascuno noi stessi. all’umanità, l’umanità crea, come con - di Leonardo, nel suo tempo, ma anche questo fenomeno che chiamiamo archi - re quello che è scritto. Noi cerchiamo La conoscenza del passato e l’interpre - seguenza, una nuova cultura di cui fa quando vi sono salti perdura questo tettura moderna, il suo processo gene - di farci una coscienza critica storiciz - tazione fattane dall’artista caratteriz - uso. (Invece quando questa vecchia cul - fluire, questo continuare della espe - tico, la ragione e il modo come è avve - zando l’architettura moderna, cioè tra - zano la sua relazione con la stessa sto - tura è ancora fruibile, essa perdura nella rienza umana, che poi si traduce nel - nuto, la sua attuale realtà, cioè la sua sportando il passato a noi e radicando ria presente. Perciò il conoscere questo vita degli uomini, o meglio, valorizza la l’esperienza dell’arte, nel nostro caso, attuale consistenza, la sua presenza, la il nostro fare, quello che è stato fatto passato è come conoscere i nostri padri, vita degli uomini all’interno di un pro - dell’architettura. sua convivenza con noi, e le sue fina - di recente, nel passato, nella storia, nel è capir meglio perché siamo così, perché cesso che è da lungo iniziato). Il nuovo L’architettura moderna, l’architettura lità, cioè l’intenzionalità recondita che tempo. Compiremo questa operazione essendo figli, siamo diversi, siamo simi - oggetto è in ogni caso sempre relazio - presente, è proprio questa testimo - l’architettura moderna, nei molti e diver - storica, cosciente e fenomenologica, per li per essere diversi. L’elemento cono - nato alla storia che è comunque il sog - nianza, questo fenomeno, che noi pos - sissimi aspetti in cui si presenta, può poter capire l’inscindibilità di una sto - scitivo-creativo è inerente alla profes - getto del problema di cui trattiamo. siamo esaminare con più precisione; noi offrire al nostro esame. ria anche parziale dal passato, dal pas - sione dell’artista moderno, e per con - C’è un rapporto tra oggetto e sogget - vediamo il presente con più possibilità Di questo processo dell’architettura sato prossimo, dal presente e ovvia - seguenza questa conoscenza e questa to, tra prodotto architettonico e storia di penetrarne il carattere, che non moderna, di questa sua genetica, di que - mente anche dal futuro. capacità di intendere è inerente alla che è il paradigma di questo oggetto vediamo il passato, il quale, ovviamen - sta sua presenza, di questa sua finalità Anche qui si può usare un paragone capacità di creare. La conoscenza si affi - che va approfondito e motivato. te, essendo lontano, sfugge al nostro dovremo farci una convinzione critica, molto chiaro, offertoci da Marco da alla memoria, dalla memoria viene Leonardo da Vinci, il quale ci può ser - sguardo e diventa conoscenza delle dovremo stabilire, secondo il nostro Aurelio; nei suoi Ricordi troviamo questa influenzata ogni creazione, anche la più vire sempre per fissare un pensiero parti più ascose solo nell’esperienza di modo di sentire e di capire, certi ele - frase che vi leggo e che mi pare vera - originale, quella che sembra o crede di profondamente poetico e altamente certi specialisti. menti che ci servono per il giudizio. mente indice molto profondo per le essere completamente staccata dall’e - nostre lezioni: «Chi vede le cose presen - sperienza e crede di essere sorta, come ti vede tutte quelle che sono state sin Minerva, dal cervello di Giove. Ogni dall’origine dei tempi e tutte quelle che opera, anche la più staccata e origina - saranno per tutta l’eternità perché tutte le, se non è una stramberia, è legata a sono di una stessa natura e di una stes - questo filone da cui traiamo alimento. sa specie». Cioè tutte le cose del pre - È chiaro che non basta conoscere la sto - sente, del passato e del futuro appar - ria, bisogna meditarla con una finalità tengono a uno stesso procedere della ben precisa, meditarla per essere capa - storia, a uno stesso procedere della vita, ci di creare opere inedite, cioè opere o meglio dell’esistenza, per cui cono - autentiche. Io parlo per gli architetti: scendo un oggetto a fondo, noi possia - se parlassi in un’altra scuola potrei mo conoscere tutto. Ovviamente la con - usare anche altre parole, ma qui ripe - cezione naturalistica, per quanto imma - to che ha senso soltanto ciò che ci nente, di Leonardo, qui diventa tra - porta, in tutti i settori e in tutte le disci - scendente, diventa un modo di conce - pline, a essere maggiormente noi stes - pire la vita religioso e trascendentale. si, cioè a essere meglio architetti. A questo punto mi arresto, perché non La memoria conferisce alle cose dello è nostro compito discutere di filosofia spazio la dimensione del tempo, per - e di teologia. tanto la memoria, cioè la conoscenza Dopo aver detto questo, mi pare sorga e il ricordo di questa conoscenza, con - spontanea la domanda:«Perché noi feriscono alla nostra capacità creativa architetti studiamo la storia? Perchè noi la sua dimensione temporale; in altre architetti moderni, che abbiamo fatto parole, la sua dimensione specifica nel - questa rottura, che non crediamo agli l’ambito della società in cui viviamo. stili, e che li abbiamo superati concet - Ammonire e ricordare, moneo e memi - tualmente nel modo di vedere e di con - ni , vengono dalla stessa radice, e quan - cepire il nostro dovere creativo, perchè do di intende questo, si intende meglio noi vogliamo sapere le cose che sono la parola “monumento”, che nasce da state fatte?» Questo interrogativo è essa con il duplice significato di rivolto, ovviamente, non solo allo studio “ammonire” e di “ricordare”, di essere del Palladio e di Ictino, ma anche allo cosa rappresentativa di un certo even - studio di qualunque fatto che sia già to affinché questa gloria si ripeta o que - stato, anche solo l’altro ieri: per esem - sto danno non si ripeta. pio di Le Corbusier, o di Van de Velde Monumento non è per noi, e non lo era che ho citato prima. nemmeno per Palladio, soltanto la casa Se noi ci vietiamo, per la concezione che di Dio, né soltanto la casa del princi - abbiamo dell’architettura, di copiare pe, ma è qualunque organismo archi - qualsiasi elemento già costituito, di tettonico che, riassumendo nella sua fare qualunque imitazione di carattere struttura tridimensionale le qualità e i formale verso le opere del passato, per - caratteri della utilità e della bellezza, La tomba disegnata da Ernesto è costi - padre non ricordo se è stato trasferito di venire al lavoro. Così occhieggiavano ché studiamo il passato prossimo, oltre tenda e pervenga alla sintesi: questa tuita da un piano inclinato molto qui o meno. tra gli spaghi della borsa l’insalata, i che quello lontano? sintesi si chiama architettura. basso, staccato da terra su di un basa - Tutti i suoi parenti, il fratello, gli zii, i pomodori, la bottiglia di latte, il gior - Ovviamente noi non lo studiamo per Noi dunque dovremo studiare tutti i mento arretrato. Il piano è in marmo, cugini, sono ormai scomparsi. Solo un nale. Richard era nato a Firenze. imitare le forme del passato, né quelle monumenti, tutti quei fatti esemplari anzi due marmi, uno è il Rosa Can- secondo cugino, , archi - Ernesto lo aveva sistemato dietro l’ul - del passato prossimo, né quelle del pas - che hanno voluto, e a volte raggiunto, doglia e l’altro un verde molto tenero tetto, vive e lavora a Londra con note - timo tecnigrafo dello studio, nella sato lontano. Noi non studiamo la storia la perfezione di sintesi tra le antino - e marezzato che non so in questo vole successo. lunga stanza dove lavoravano in fila, per confrontare le opere attuali con mie dell’utilità, che appartiene al momento nominare. Incassate nel Ero a mia volta, per un breve periodo, uno dopo l’altro, i collaboratori diplo - quelle di un tempo, né denigriamo il mondo economico, e della bellezza, che piano, una accanto all’altra, sono dise - nello studio dei BBPR quando anche mati, e non mancava di meravigliarsi, passato a vantaggio delle opere nostre, appartiene al mondo estetico. gnate due croci latine, a misura d’uo - Richard venne a far pratica, accompa - quotidianamente, dell’aspetto di que - come fece F.L. Wright, nella sua biogra - Perciò non sarete architetti se non fare - mo, quella rosa è incassata di pochi gnato da una fidanzatina. Come tutti sto giovane architetto che, dopo tutto, fia, esaminando la cupola di San Pietro te vostro questo significato della sto - centimetri nella lastra verde, quella i giovani inglesi benestanti allora usa - era anche figlio del direttore sanitario con dispregio, con ironia, addirittura ria, e non soltanto come conoscenza, verde sta dentro il fondo rosa. vano, soprattutto se erano artisti, por - del St. Thomas Hospital, uno dei pre - demolendola teoricamente. Noi non come ricordo, come atto passivo, ma Sulla tomba sono scritti tre nomi, quel - tava i capelli un po’ lunghi, indossava sidi più importanti della capitale del abbiamo questa presunzione perché se non tradurrete questo atto della sto - lo di Ernesto e quelli dei suoi genito - un impermeabile lercio che lasciava Regno Unito. non ci serve, e perché non siamo così ria in un atto positivo, nel vostro fare, ri. Ma non sono certo che in questa intendere un interesse molto scarso per Nonostante tutto Richard fece un grandi come F.L. Wright, che può per - nel vostro operare, nella vostra inven - tomba Ernesto non sia solo, perché la l’igiene ed inoltre ostentava una borsa magnifico matrimonio, sposando una mettersi un errore, essendo un uomo di zione; cioè nel fatto nuovo, inedito che madre è sicuramente scomparsa in un in rete di spago nella quale stavano le Guinness, quelli della birra. eccezionali capacità creative, anche se dipende da voi – perchè ogni uomo è campo di concentramento nazista e il spese quotidiane, che usava fare prima Trieste, aprile 1988 non è dotato sufficientemente di senso inedito [...]. Iuav : 65 6

La Mostra del Mare a Trieste immagini, e pareti, di colori e luci. Ma orizzonti, colori dei nostri sentimenti; Inattualità di E.N. Rogers era sempre un necessario schierarsi, la curiosità stimola, la fantasia corre e perchè tutto nella Mostra ha un lin - un’escludere o un’interdire che non Enrico Peressutti le pareti, le fotografie, gli oggetti esposti, guaggio che si capisce senza il bisogno Giovanni Fraziano conciliava molto con la “e” di Rogers: «Rassegna d’architettura», prendono vita, si muovono, s’ingiganti - di nessun vocabolario, tutto si rivolge non quella di Ernesto, ma quella di settembre 1935 scono e quasi quasi, a voler ascoltare alla fantasia, la eccita, le dà forme con - I miei ricordi degli anni ‘ 70 , a Venezia, architettura/e… che avrei finito per bene, si ode il loro respiro, la loro voce, crete nello spazio, la trasporta nel tempo allo Iuav, sono ricordi in bianco e nero. apprezzare. Iniziando la visita delle sale della per molti ormai lontana, per altri tutt’o - lontano e vicino. E lo scopo della Mostra Poco colorati erano gli abiti delle fan - Con «Casabella» già assimilata al rango Mostra del Mare a Trieste, si ha una ra vibrante sotto l’impulso della volontà è raggiunto, se all’uscita, il visitatore ciulle, i film al cinema Moderno di di reliquia, Rogers era fuori dal nostro sensazione di misteriosa ma piacevole umana. Le pareti, tutte le pareti hanno sente il bisogno di rivolgersi al mare campo Santa Margherita e poco colo - orizzonte che comprendeva, parados - accoglienza, così come con piacere e qualcosa da dire al visitatore, anche se come ad un amico più intimo, ad un rate le immagini dei libri di architettu - salmente, tutti i suoi migliori allievi: con interesse si vede e si riconosce una una sola fotografia, un solo oggetto, una amico al quale si è confidata una piccola ra, densi, come si diceva allora, di valen - visti non come tali, ma come primi atto - cosa che si era intuita e conosciuta solo sola bandierina o disegno, completi il ignoranza, si è chiesto un perchè ed il ze critiche. ri sulla scena dell’architettura italiana. attraverso la nostra immaginazione. loro colore, la loro plasticità. Anzi, direi quale ci ha fatto participi anche di uno Tra mille saggi di sociologia urbana, Attraverso la Triennale del ‘ 73 con la Passo, passo, i diversi aspetti della che solo in questo caso l’oggetto esposto solo dei suoi infiniti segreti e misteri. ingegneria sociale, pratiche economi - “tendenza” guardavamo all’America dei Mostra ricostruiscono ai nostri occhi, nel ha un valore rappresentativo che esor - Una mostra è completamente tale, se che, edili ed urbanistiche, fondamen - Five e con la liberazione sessuale già tempo e nello spazio. Anche per un visi - bita dalla forma e dalla materia, per pas - essa riesce a portarsi al livello spiritua - tali erano per noi L’architettura della verso il femminismo, non sembrava tatore passivo, al quale l’occhio funzio - sare in un campo del tutto spirituale. Si le del visitatore, se riesce ad infonder - città e Progetto e utopia , oggetto di adeguato indulgere a troppi sentimen - ni solo da arido apparecchio fotografi - rivivono in quegli istanti momenti della gli uno stato d’animo conseguente coi inesauribili discussioni, di dispute, di talismi. Questo per dire che struttura - co, la visita è uno scorrere gradito di nostra stessa vita, immagini dei nostri fini pe r i quali è stata creata [...] contrapposizioni, alla base delle quali lismo e fenomenologia, Althusser e Iuav : 65 7

Merleau-Ponty, Lévinas e De Saussure do il bandolo di una matassa che fini - tativo di coniugare metodo e libertà richiamano il senso di un’inattualità cienza numerico-burocratica che ha … non si conciliavano troppo bene in va per legare e confondere tra loro con - poetica, Melotti e Gropius, Loos, Van de tutta basata su un rapporto con il con - sostituito le ragioni del senso e del signi - quegli anni e che alla fine Esperienza temporaneità, attualità e inattualità . Velde e Calder, la dice lunga su una temporaneo di prossimità e lontanan - ficato. Per questo, solo per questo, senza dell’architettura poteva, in tutta sere - C’è stato tutto il tempo, persino un certa intempestività del personaggio, za, di adesione e insieme di distanza, nostalgie per lo stile e senza pretese di nità, essere considerato un libro inat - cambio di secolo, per sciogliere i dubbi sulla sua capacità, come direbbe che non è difficile assimilare a coloro, continuità, nel rendere omaggio a tuale, dove per inattuale si intendeva giovanili in altri dubbi, e per compren - Agamben, «di essere puntuale ad un direi pochi, in grado non solo di per - Rogers, non possiamo che rivolgerci alla semplicemente qualcosa di superato, dere come la perfetta adesione al pro - appuntamento che si può solo manca - cepire ma anche di afferrare il proprio sua “umanissima” inattualità. di non più praticabile: come la fami - prio tempo finisca poi per distrarre da re». Così come l’amorevole considerare tempo. Un’afferrare, la cui misura fatta Nel centenario della nascita a Trieste, glia, la coppia, i valori borghesi e infi - esso, annullando, per eccesso di luce la città e i passaggi arditi tra Velasca per Rogers di “grandi orizzonti e molte il minimo che potesse fare l’Università nite altre cose di cui era d’obbligo libe - – parliamo di luce del mondo – qual - e Guggenheim, Hispano-Olivetti e vie” sembra divenuta del tutto incom - degli Studi era dedicare a Ernesto N. rarsi, per non perdere la presa diretta siasi possibilità di visione. E tempo c’è tomba Scotellaro, lasciano affiorare un mensurabile, perduta! Nell’architettura Rogers la facoltà di Architettura. con la realtà, col mondo, con la rivo - stato per ritornare su Rogers, di cui stra - senso della storia, un’interpolare il e nelle Scuole di architettura, che in Il minimo che potesse fare la facoltà luzione, del costume e non solo. da facendo mi ha sempre più colpito tempo che certo non discende da arbi - un presente senza inizio e senza fine, di Architettura era riconsiderare, in Malgrado tutto, amavo quel libro e la singolare relazione con il suo di trio ma da un’urgenza, anche etica, cui cercano un improbabile dominio, un virtù di ciò, il proprio progetto cultu - pensare l’architettura come “fenome - tempo, la capacità di coglierne, insieme non è dato sottrarsi, «cui egli non può possibile campo di esistenza. rale, il proprio paradigma, il senso della no” complesso, viva messa in opera di alla luce, l’intima oscurità e con il non rispondere». Ecco che le discronie «Palestre del post-umano» definisce le sua azione nella contemporaneità. energia decorativa e costruttiva. segno, la prossimità all’origine. di una vita, gli scarti, certe sfasature scuole, “la scuola”, il solito lungimiran - Dal 16 marzo ultimo scorso la facoltà Mi domandavo quali fossero le ragioni Il ritrovarsi ebreo da fascista e anoni - nella biografia intellettuale come nel - te, cui fa da pendant l’esegeta del cre - di Architettura: Scuola Internazionale di una deposizione affrettata, cercan - mo e comunque diverso poi, nel ten - l’opera scritta, costruita, irrealizzata, dito formativo e con questo di un’effi - di Architettura Ernesto Nathan Rogers. Iuav : 65 8

Ernesto Nathan Rogers dell’epoca non sottrassero Rogers dal Programma: Domus, la casa rità di costumi, talché, nelle epoche Domus non era la casa dell’uomo, bensì direttore di «Domus» ( 1946-1947 ) confrontarsi nei suoi famosi editoriali dell’uomo più religiose o in quelle più ansiose di quella d’una famiglia socialmente pri - con alcune delle questioni sociali più affermare i valori immanenti della vilegiata; tutti gli altri vocaboli latini Flavio Albanese urgenti dell’epoca. Ernesto N. Rogers società, molti credono – sia pure muo - indicano piuttosto determinate costru - In uno fra i più importanti, Uomini Editoriale del fascicolo di apertura della vendo per opposte direzioni – di dover zioni che non quella tipica, risponden - Nella sua breve esperienza da diretto - senza casa (febbraio 1947 ), Rogers, direzione di Ernesto N. Rogers, n. 205 , volgere le spalle all’arte. te al concetto, apparentemente più re di «Domus», Ernesto Nathan Rogers facendo i conti con il disastro edilizio gennaio 1946 Questi sono da un lato gli asceti, dal - astratto, ma in realtà molto più vitale, ha segnato per la rivista un punto di dei bombardamenti e con il dramma l’altro i materialisti. E gli uni e gli altri, dell’abitazione umana. non ritorno verso il quale ancora oggi, delle famiglie rimaste prive d’abitazio - Da ogni parte la casa dell’uomo è incri - quando non diventano addirittura ico - Pensate, invece, agli inglesi: home (mi per la sferzante attualità, possiamo ne, focalizzò i punti salienti del suo nata (fosse un vascello diremmo che noclasti, finiscono col ridurre l’arte a un piacerebbe dimostrare contro il parere guardare. Rogers venne chiamato a discorso sull’architettura: «Noi vorrem - fa acqua). puro mezzo che soddisfi alle mete del dei filologi che home e homo hanno la prendersi cura di una «Domus» rima - mo che, senza aggettivi discriminatori, Da ogni parte entrano le voci del vento loro filosofare: a uno instrumentum stessa origine); ma pensate, perché no? sta orfana del suo artefice principale, sorgesse la casa tutta sostantivi, la casa e n’escono pianti di donne e di bimbi. regni , aiuto, appoggio, sussidio di quel anche ai tedeschi: Heim ; i due bellissi - Gio Ponti, che abbandonò la sua crea - dell’uomo, la casa». Dovremmo accorrere con un mattone, regno che per i primi è negazione della mi aggettivi homely e heimlich , che noi tura nel 1941 (in quello che in realtà La casa dell’uomo, appunto: tutta una trave, una lastra di vetro e, invece, materia e, per i secondi, dello spirito. traduciamo così male in “casalingo” e in sarebbe stato un interregno) a causa di sostantivi, ma supportata dagli agget - eccoci qui con una rivista. All’affamato D’altra parte c’è chi, con maggior pre - “domestico”, esprimono le esigenze profonde divergenze con l’editore tivi di un progetto culturale ad ampio non diamo pane, al naufrago non una sunzione dei religiosi e minor altrui - materiali e spirituali di ogni uomo nella Giovanni Mazzocchi. spettro di eterogeneità disciplinare. La zattera, ma parole. smo degli umanitari, facendo perno sol - sua casa. La rivista visse anni faticosi in una situa - «Domus» di Rogers manifestava l’idea Se il sentimento di solidarietà non ci è tanto sulla propria persona, avulsa da Ancor più significativo è il francese zione storica particolarmente gravosa che l’architettura, e tutto il sapere con venuto meno e tuttavia siamo coscienti ogni altra comunione o comunità, si quando dice: chez moi , chez toi , chez per via della guerra e delle difficoltà di cui essa è implicata, dovesse avere una dei nostri atti, anche questo nostro offri - trastulla con l’arte come se fosse oppio, soi ; pare proprio che gli elementi pubblicazione: alla sua direzione si suc - missione politica, una missione per la re parole, per quanto possa parere fuor di che appaghi il suo mondo edonistico. costruttivi assumano le sembianze del - cedettero in breve tempo Bontempelli, polis : non solo estetica, ma est- etica del luogo, deve avere nelle intenzioni un Questi sono gli estetisti, giocatori senza l’abitante. Bega e Pagano Pogatsching (in trium - progetto. significato concreto, che si giustifichi. innocenza. Io voglio avere una casa che mi asso - virato), Ulrich, Bo Bardi e Pagani . Nel 1948 tornerà a «Domus» Gio Ponti, Chi fa un viaggio per l’Italia, lungo Lontano dagli asceti, come dai mate - migli (in bello): una casa che assomi - Alla fine della guerra, nel gennaio del portando con sé quella ventata di otti - l’Aurelia o la via Emilia o nelle Puglie rialisti e dagli estetisti, e tuttavia rico - gli alla mia umanità. 1946 , l’incarico di ricostruire la nuova mismo che anticiperà gli anni d’oro del o in Sicilia, vede un immenso sfacelo: noscendo che ognuna di queste ten - Gli estremi del nostro ragionamento «Domus» postbellica viene affidato pro - design e del boom economico. Rogers rovine e rovine. Certo, lo stesso è in denze contiene una parte della verità, il possono portarci all’utopia o al luogo prio a Rogers. proseguirà in «Casabella» il lavoro inau - Provenza o in Bretagna. Lo stesso è per nostro ideale si pone in mezzo ad esse, comune, perché, se chiediamo troppo, Della guerra Rogers recò con sé l’idea di gurato con «Domus» , lasciando tuttavia ogni strada d’Europa. nel baricentro del triangolo. miriamo all’irraggiungibile e, se invece un rigoroso impegno politico e civile l’eredità di quella vocazione all’inter - Di fronte a tante sciagure il nostro La verità è nel rapporto; la parola che guardiamo solo a ciò che ci attornia, in ogni campo della società. nazionalità e alla multifocalità dello impulso vorrebbe tradurre il sentimen - offriamo è dunque lì, in quel rappor - rischiamo di accontentarci di ben poco. Con l’arrivo di Rogers il sottotitolo di sguardo che ancora oggi appartiene to morale nella precisione di un fatto to: vogliamo definirci funzionalisti? La casa è un problema di limiti (come «Domus» mutò, significativamente, da alla rivista. economico: quante famiglie sono senza Vogliamo essere tra coloro che cerca - del resto quasi ogni altro dell’esistenza). “l’arte nella casa” a “la casa dell’uomo”. Poter pensare che la «Domus» attuale casa? quanto materiale occorre? quan - no affannosamente di riunire i fili di Ma la definizione dei limiti è un pro - La lucidità del Movimento Moderno si possa vantare una certa affinità filo - to tempo? un nodo sintetico dove ogni parte sia blema di cultura e proprio ad esso si innestò sulla macchina editoriale di sofica con il lavoro di Rogers alla “sua” Si pensa che ora viene l’inverno e ugualmente necessaria alla consisten - riconduce la casa (come, infatti, gli altri «Domus» producendo esiti di livello «Domus» è un’affermazione che può avranno freddo. za del tutto. dell’esistenza). internazionale e di profonda serietà renderla orgogliosa: il progetto di cros - Non si può pensare ad altro. Che valo - Perché rinunciare agli uomini? perché Se così è, anche le parole sono mate - intellettuale, come si può intuire chia - sing dei saperi e la necessità di inter - re ha per questa gente la bellezza? agli dei? perché alla bellezza, che spes - riale da costruzione. E anche una rivi - ramente già sin dalla linea grafica delle connettere prospettive diverse allo Poesia, musica, pittura, proporzione mi- so sostituisce le virtù nel fare da tra - sta può aspirare ad esserlo. copertine del ‘ 46 e del ‘ 47 , molto diver - scopo di produrre nuovi concetti per la nacciano di diventare vuote ambizioni mite? Nessun problema è risolto se non Si tratta di trovare nel proprio spirito se da quelle che le avevano precedute. polis sono elementi che oggi connota - del nostro egoismo di intellettuali: risponde all’utilità, alla morale e all’e - l’antica natura (e fin qui può aver ragio - L’umanesimo illuminista, il pensiero cri - no fortemente la rivista, ma che devono oggetti di lusso, strumenti di peccato. stetica nello stesso tempo. ne Rousseau) percorrendo, tuttavia, la tico fortemente influenzato dalla feno - molto, nel loro spirito, al progetto edi - Mentre ascoltavo l’altro giorno nella Una casa non è casa se non è calda d’in - fertile via dell’esperienza (che è il gene - menologia e dal pragmatismo ameri - toriale e alla figura intellettuale di casa di un amico un concerto che ripor - verno, fresca d’estate, serena in ogni roso compenso alla perduta verginità). cano, la necessità di aspirare ad un’ar - Ernesto Nathan Rogers. tava a noi le ampie cadenze d’un secen - stagione per accogliere in armoniosi Vi sono tante cose inutili che solleci - chitettura della rinascita che prendes - tista, mi sentii d’un tratto avvampare spazi la famiglia. tano le vanità borghesi, ma anche tante se le distanze dai volontarismi prece - il viso d’intima vergogna (quale accen - Una casa non è casa se non racchiude meravigliose di cui i più non possono denti e, soprattutto, la grande apertu - deva la terribile coscienza di Sant’Ago- un angolo per leggere poesie, un’alco - ancora usufruire. Una rivista può esse - ra alle espressioni della contempora - stino) e i dubbi mi assalirono, che diven - va, una vasca da bagno, una cucina. re uno strumento, uno staccio per sta - neità furono i punti di forza della sua tarono fitta folla di spettri minacciosi. Questa è la casa dell’uomo. bilire il criterio della scelta. direzione: Rogers, aiutato in questo Cosa stai a fare qui? E un uomo non è veramente uomo fin - Da quanto abbiamo detto, si può dedur - compito da Marco Zanuso, trasformò Ma quando il solista tolse l’archetto ché non possiede una simile casa. re quali siano i nostri intendimenti, anzi «Domus» in una rivista sperimentale dalla viola d’amore e l’ultima nota libra - Esiste questa casa? è mai esistita? le speranze che poniamo come mete straordinariamente interdisciplinare, ta si confuse con gli applausi, io non Mi dicono che originariamente la irraggiungibili alle nostre sole forze. che dava spazio alle voci e ai pensieri potei a meno di battere le mani con gli parola greca domos , da cui la latina Si tratta di formare un gusto, una tec - della migliore intellighentsia post-bel - altri del pubblico (ed erano, vi assicu - domus deriva, significasse la più ele - nica e una morale, come termini di una lica, con rubriche dedicate alla musi - ro, persone dabbene che non dedica - mentare abitazione umana: recinto, stessa funzione. Si tratta di costruire ca, alla letteratura, al cinema e all’ar - no la vita agli ozi). ciò che protegge. una società. te, curate da firme eccellenti come Risi, Il contrasto tra arte e morale diventa Ma d omus è un’espressione dotta, che Non c’è tempo da perdere a illustrare Malipiero, Alfonso Gatto e Max Bill. sensibile proprio ogni volta che si è sul i romani hanno preso nell’accezione già cianfrusaglie. Aiutiamoci tutti a trova - Ma l’attenzione ai differenti aspetti punto di affrontare i problemi dell’esi - in uso per definire il complesso degli re l’armonia tra la misura umana e la della produzione culturale più raffinata stenza sopra un piano di maggior seve - elementi della casa padronale cittadina. divina proporzione. Iuav : 65 9

Ortodossia dell’eterodossia è Alfred Roth, legato da amicizia a tazione da parte di Rogers del milieu tetto, in Esperienza dell’architettura , Nel primo editoriale, Programma: Rogers e ai BBPR: essi sono tra i pochis - che gravita attorno al castello di La Einaudi, Torino 1958 ). Domus, la casa dell’uomo («Domus», Serena Maffioletti simi ospiti italiani del Castello di La Sarraz si rinsalda durante il conflitto e Il personale coivolgimento di Rogers 205, 1946 ) il neodirettore fissa il cen - Sarraz, dove Hélène de Mandrot riuni - l’esilio svizzero, tanto che nel 1949 nel CIAM del dopoguerra ha radici tro problematico della rivista: «Lontano «Siamo pervenuti a questa decisione sce artisti di nazionalità diverse, che lì Rogers scrive un breve testo intitolato dunque nell’esilio svizzero e si sviluppa dagli asceti, come dai materialisti e non solo a causa della qualità archi - stabiliscono rapporti interdisciplinari La mamma dell’architettura moderna: nel dialogo con Roth, che gli chiede dagli estetisti, e tuttavia riconoscen - tettonica di questa opera, ma anche per essenziali per la trasformazione della appunti per un articolo su Madame de di proporre riflessioni finalizzate alla do che ognuna di queste tendenze il suo interesse sociale» (A. Roth, Lettera Maison des Artistes nella struttura che Mandrot. riorganizzazione postbellica dei contiene una parte della verità, il ai BBPR , 11.4.1939 ): la motivazione promuove i CIAM e ne accoglie il primo Profugo in Svizzera dopo l’ 8 settembre, Congressi di Architettura Moderna e di nostro ideale si pone in mezzo ad esse, addotta da Alfred Roth di includere, congresso. Dopo una settimana tra - nel dicembre 1943 Rogers diviene assi - collaborare a Civitas –The human city nel baricentro del triangolo. La verità sola opera italiana, la Colonia eliote - scorsa, nell’estate del 1939 , al castello stente alla Scuola di Architettura di collection , la collana che Roth pro - è nel rapporto; la parola che offriamo rapica dei BBPR tra le venti seleziona - su proposta di Max Bill e Roth, que - Ginevra, il cui direttore è Jean Tschumi, gramma e dirige con l’intento di riu - è dunque lì, in quel rapporto: voglia - te per essere pubblicate in La nouvel - st’ultimo scrive a Rogers: «da questo e quindi docente di Teoria dell’archi - nire e divulgare contributi per la rico - mo definirci funzionalisti? le architecture del 1939 , sintetizza il momento cammineremo insieme verso tettura e dell’urbanismo alla Facoltà di struzione europea secondo una visione Vogliamo essere tra coloro che cerca - discorso sull’architettura che unisce i tempi nuovi». (A. Roth, Lettera a Architettura del Champ d’Internement che integri urbanistica, architettura, no affannosamente di riunire i fili di Rogers e Roth. Tramite del rapporto con E.N.R. , 26.7.1939 ). Universitaire dell’Università di Losan- storia, arti, sociologia, economia, psi - un nodo sintetico dove ogni parte sia l’ambiente CIAM, soprattutto svizzero, Iniziata prima della guerra, la frequen - na, dove insegnano Luigi Einaudi, cologia e ambiente. ugualmente necessaria alla consistenza Amintore Fanfani, Adriano Olivetti. Tra Rientrato in Italia nel maggio 1945 , del tutto. Perché rinunciare agli uomini? gli allievi: Chessa, Magistretti, Mangia- Rogers già in settembre contatta il Perché agli dei? Perché alla bellezza, rotti, Rosselli, Minoletti... direttore di «Werk», Alfred Roth, per che spesso sostituisce le virtù nel fare In questo contesto internazionale si comunicargli di aver assunto la dire - da tramite? Nessun problema è risolto svolge dunque per Rogers la prima zione di «Domus» e proporgli la colla - se non risponde all’utilità, alla morale esperienza di docente, intensa al punto borazione tra le due riviste: gli chiede e all’estetica nello stesso tempo». da proporsi di pubblicare le proprie inoltre una vasta documentazione sul - Le parole di questo editoriale, ribadi - lezioni svizzere e da divenire docente l’abitazione in Svizzera. Dopo soli otto te in molti dei successivi – contempo - al corso di perfezionamento per lau - mesi dal rientro in Italia, Rogers, nel ranei a un gruppo di conferenze e scrit - reati svizzeri alla Haute Ecole d’Archi- gennaio 1946 , riprende la pubblica - ti editi in Italia e all’estero ricomponi - tecture di Ginevra. zione «Domus», da lui sottotitolata La bili in una sorta di ciclo dedicato alla Durante i quasi due anni di esilio casa dell’uomo , per segnare la distan - casa dell’uomo – incardinano le com - Rogers collabora al Centro di studi in za dalla precedente: Le arti nella casa . ponenti della rivista sull’ampiezza del Svizzera per la ricostruzione italiana e La redazione è composta da Marco tema e ne tracciano il percorso verso dal gennaio 1945 , per volontà di Zanuso redattore-capo, Paolo Chessa e il suo stesso rinnovamento attraverso il Colonnetti e Einaudi in procinto di rien - Nelo Risi; segretaria è Julia Banfi. concorso delle diverse discipline del trare in Italia, ne diviene direttore e con - Nel quadro, devastato dal fascismo e progetto e delle arti visive entro il con - direttore del giornale, il «Bulletin du dalla guerra, della ricostruzione del- testo della ricostruzione: l’approccio Centre d’Etudes pour le bâtiment», l’Italia (e dei suoi architetti, come all’abitare e alla città riverbera il por - dalle cui pagine affronta i temi del rin - molte volte il direttore ribadirà) la tato e i legami CIAM , soprattutto con novamento dell’architettura attraverso rifondazione della rivista e, attraverso Bill, Giedion, Roth, Jane Drew… l’innovazione delle tecniche edilizie e di essa, la volontà di incidere nell’e - La rivista è intesa come trama dialet - dell’insegnamento del progetto alla voluzione dell’architettura italiana svi - tica intessuta dai contributi, come dia - luce del confronto con le esperienze luppano il programma di “quantifica - logo che, voluto molto aperto e dina - europee. Membri del CIAM dal 1935 e re i valori qualitativi”, poiché – indica il mico, Rogers più volte confessa diffi - presenti al 5° Congresso, svoltosi a direttore – “quantificare la qualità” cile e teme inefficace: nel nuovo con - Parigi e dedicato al tema “Logis et significa “qualificare la quantità”: «Nei testo postbellico «Domus» intende Loisir”, con l’intervento Urbanisme moti dialettici e contraddittori della tanto reinventare il ruolo, la figura del - rural , i BBPR rivendicano le proprie radi - storia – motiverà dieci anni dopo in l’architetto italiano e gli strumenti del ci nell’architettura moderna, italiana ed Tradizione e attualità nel disegno – se suo mestiere quanto costruire i linea - europea, che Rogers, nella prefazione in un primo tempo avviene che, pur menti culturali di una committenza a Esperienza dell’architettura , scritta nel con l’intento di affrontare il problema nuova, svolgendo numero dopo nume - 1958 , precisa: «Anche durante gli anni della quantità, ci si limitò a realizzare ro il complesso intreccio dei materiali oscuri, avevamo sempre sentito che il poche opere selezionate, subentrò un necessari a questo processo, ipotizza - nostro compito culturale era duplice: da secondo momento in cui si cercò di to condiviso e convergente. un lato dovevamo affrontare i proble - affrontare con più energia il proble - Il progetto della casa dell’uomo, non mi della cultura nazionale, dall’altro ma di quantificare gli esempi qualifi - più casa per tutti, ora per ognuno, dovevamo nutrirci alle miglior fonti di cati che avevano dato al Movimento costituisce l’orizzonte della rivista, quella straniera. Il nostro compito era di Moderno la prova delle sue profonde orchestrata dalla generazione razio - tramite. Fummo i più giovani membri possibilità. Da un movimento che, mal - nalista, soprattutto lombarda: Albini, CIAM, l’associazione internazionale – gré soi , era stato di élite, ecco svilup - Asnago e Vender, Bottoni, Caccia tanto mal vista dai gerarchi – che ha parsi un’operazione culturale che ripro - Dominioni, Gardella, Latis, Lingeri, avuto un’influenza fondamentale nel pone i problemi alla loro radice, lad - Michelucci, Magistretti, Sottsass jr… e formarsi della coscienza architettonica dove è più nutritiva la linfa dai quali dalla nuova generazione, di nuovo dei nostri tempi. E in essa siamo stati attingono la loro vitalità». (E.N.R., essenzialmente lombarda: De Carlo, i attivi, sempre fino alla sua attuale con - Tradizione e attualità nel disegno , Castiglioni, Viganò, Zanuso… Il rap - sumazione». (E.N.R., Il mestiere di archi - «Zodiac», 1, 1957 ). porto tra le arti – non solo visive – si Iuav : 65 10

pone a fondamento del laboratorio che il lavoro accanito che ho compiuto al cultura, alla civiltà di cui ogni epoca pera nostra, oltre che la vita contin - zione d’una tendenza che, per Pagano e «Domus» intende essere, ospitando meglio possibile, è per me molto duro ha saputo impossessarsi […] bisogna gente, il pensiero e il carattere dell’e - per Persico, come per noi, è nell’eter - saggi di letteratura, musica, fotogra - rinunciare a questo luogo di battaglia […] liberare lo spirito dalla schiavitù di poca attuale. […] La personalità indi - na varietà dello spirito avversa ad ogni fia, cinema, arte… non solo strumenti (soprattutto perché è alla reazione che certe forme per tendere liberamente a viduale non ci interessa tanto, ci preoc - formalismo passato o presente. culturali per un pubblico auspicato ete - si cede): reazione dappertutto», antici - quelle nuove che, con maggior since - cupa assai più la personalità dell’ope - Dinamico proseguimento e non passiva rogeneo, ma anche eredi di quella sin - pa a Roth nell’aprile del 1947 (E.N.R., rità, rappresentano le attuali aspirazio - ra» (BBPR, Presentazione ai progetti di ricopiatura: non maniera, non dogma, tesi delle arti, propulsore e meta del Lettera a A.R. , 10.4.1947 ). ni degli uomini», avevano scritto nel laurea di BBPR , 1932 , in Esperienza del - ma libera ricerca spregiudicata con Movimento Moderno e uno tra i temi L’amara chiusura di «Domus» coincide 1936 i BBPR in Stile (Editoriale Domus, l’architettura , cit.). costanza di metodo». (E.N.R., Conti- dei CIAM coevi e delle Triennali di que - con l’aprirsi di una stagione ricchissi - Milano 1936 ), la pubblicazione che «Permane il principio della coerenza – nuità , «C-C», 199, 1953 ). gli anni: oltre alla presenza costante di ma di contatti internazionali, come della storia umana traccia paralleli tra ribadisce Rogers nel 1953 , nell’edito - L’editoriale è seguito da uno scritto di Gillo Dorfles, Dino e Nelo Risi, Riccardo docente, professionista, conferenziere, civiltà ed espressioni artistiche, pre - riale di apertura del numero 199 di Gropius e dalla presentazione, da parte Malipiero, Guido Ballo, Rogers chiama in Europa, negli Stati Uniti e in America sentandoli in un impaginato eccezio - «Casabella-Continuità», il primo della Argan, di Due opere recenti degli Ragghianti, Vittorini, Read, Gatto, del Sud. Rogers trasmette il senso della nalmente elaborato di testi, fotogra - sua direzione – con il momento stori - Architects Collaborative ; quindi Gian- Solmi, De Micheli, Grassi, De Grada, ricerca dell’architettura italiana razio - fie, disegni sovrapposti. co di cui siamo partecipi, ed è, per ciò carlo De Carlo con Architetture italia - Campigli, Guttuso, Munari, Starobinski, nalista e contemporanea, stringe o rin - La pubblicazione è commentata da stesso, nell’essere coerenti che noi cer - ne introduce le case in viale Etiopia di Venturi, Sereni… salda contatti con i Maestri e con le Moholy-Nagy: «È, penso, la più bella cheremo di stabilire la nostra origina - Ridolfi e quelle ad Alessandria di Gar- Attestazione che il dialogo fra le arti nuove realtà mondiali e i suoi emer - pubblicazione di questo tipo che abbia lità […]. Anche noi amiamo l’architet - della; la costante attenzione di Rogers fosse per Rogers essenziale nell’evolu - genti protagonisti alla luce della mai visto» che, come Le Corbusier, invia tura, non come un’idea astratta, ma alla Scuola si conferma sin dal primo zione del linguaggio dell’architettura e volontà di porre il fenomeno architet - ai BBPR una lettera di plauso. Già testi - come un atto che esprime compiuta - numero, dove sono presentati i proget - della casa dell’uomo è l’intenzione di tonico nella dinamica della realtà e moniato nelle Sale delle Priorità Italiche mente la nostra voglia di vivere, per - ti della seconda Scuola estiva del CIAM. dedicare al tema un fascicolo della rivi - delle sue trasformazioni. Acquisisce così e della Coerenza, il progetto di com - ché siamo ancora tra coloro che credo - Come l’editoriale preannunciava, que - sta e di chiedere a Le Corbusier di col - quel ruolo di protagonista internazio - porre in unità le espressioni sociali, no nell’unità dell’esistenza, o meglio, sti contributi all’architettura contem - laborarvi, cosa che il Maestro si prefis - nale che lo porterà alla proposta di can - scientifiche e artistiche di un’epoca era nella fondamentale responsabilità che poranea, che nella loro diversità il se di fare. Nell’urgenza di concludere didatura alla direzione di Harvard, a stato proposto con maggior ampiezza incombe sopra ognuno di fronte alle numero giustappone, si fissano come la propria direzione, Rogers riunisce nel - essere membro del Council del CIAM, nella Mostra della Civiltà Italiana del opere. Noi crediamo nel fecondo ciclo segnali e come introduzione al cammi - l’ultimo numero i materiali raccolti a cui dedicherà passione ed attività, col - 1937 , che, delineata con Bontempelli e uomo–architettura–uomo e vogliamo no che la rivista intende compiere nella questo proposito: dopo l’ultimo edito - laborando a tutti i CIAM – in partico - Bompiani, ipotizza la collaborazione di rappresentarne il drammatico svolgi - formazione di una tradizione, il cui riale, Alvar Aalto, allora protagonista lare al 7° congresso a Bergamo, curan - scrittori, storici, scenografi, pittori e mento: le crisi; le poche, indispensabi - senso Rogers precisa: «Non è opera vera - del dibattito architettonico, apre la rivi - do con Sert la pubblicazione dell’ 8°, Il architetti per rappresentare la civiltà ita - li certezze e i molti dubbi, ancor più mente moderna quella che non abbia sta con l’articolo Architettura e arte con - cuore della città: per una vita più liana mediante un allestimento che necessari; siccome pensiamo che esse - autentiche fondamenta nella tradizio - creta , così introdotto dal direttore: «La umana delle comunità – essendo nomi - dispone le immagini in modo da svi - re vivi significhi, soprattutto, accetta - ne, epperò le opere antiche hanno signi - caratteristica di Aalto è vigore di fan - nato da ambienti CIAM come membro, luppare un’azione didattica verso il pub - re la fatica del quotidiano rinnova - ficato odierno finchè siano capaci di tasia nella più rigorosa interpretazione con Le Corbusier, Gropius, Markelius e blico che si muove entro quegli spazi. mento, col rifiuto delle posizioni acqui - risuonare per la nostra voce; così fuori razionale: ai confini dell’Europa […] l’or - Costa, del comitato di indirizzo della Pubblicando Esperienza dell’architet - site, nell’ansia fino all’angoscia, nel dalla cronologia e da un idealismo non ganico e il funzionale stanno fonden - progettazione di quello che può esse - tura , Rogers ritorna al testo posto a pre - perpetuarsi dell’agone, nell’allargare meno astratto, rotti gli argini conven - dosi in una più compiuta armonia. Dove re considerato l’ultimo edificio-mani - messa delle tesi di laurea da ciascuno il campo dell’umana “simpatia”. zionale, potremo esaminare il fenomeno sono evidenti i risultati dell’arte con - festo CIAM, la costruzione della sede dei BBPR, confermando, nel 1958 , la sua L’indice, il motto di questo nostro modo architettonico nell’attualità dell’essere: creta» («Domus», 223/225, 1947 ). dell’UNESCO a Parigi, peraltro coeva fedeltà alle dichiarazioni formulate nel di sentire è nella parola Continuità, nella sua storica concretezza» ( Ibidem ). La breve stagione della direzione roger - della Torre Velasca. 1932 : «Noi crediamo – allora avevano che abbiamo impresso sopra al vecchio La rivista dispiega progressivamente siana si chiude dopo soli due anni, nel scritto – che non basti all’architetto il titolo […]. Continuità […] significa una compresenza, la cui interazione si dicembre 1947 . Con profondo dolore «Bisogna assolutamente ricollegare il costruire, ma sentiamo il bisogno di coscienza storica; cioè la vera essenza conferma nello svolgersi dei numeri: al del direttore, ritorna Gio Ponti: «Dopo fenomeno dell’arte alla sostanza della dire, di esprimere, con la sintesi dell’o - della tradizione nella precisa accetta - costante sguardo rivolto ai Maestri del - Iuav : 65 11

l’architettura moderna e in particolare no di Gregotti, Tentori diviene capore - «Due, almeno, sono i passi avanti che («L’architettura. Cronache e storia», 22 , dizione Gregotti, dialogando con a Le Corbusier, la cui opera è puntual - dattore e Rossi redattore, affiancato da l’architettura contemporanea può fare 1957 ), scandendo la sequenza dei Gabetti e Isola, scrive: «preoccupati di mente nonchè vastamente documen - Baffa, Canella, Cortesi, Grassi, Semerani; in coerenza con le proprie premesse numeri di «Casabella-Continuità» e gli organizzare una politica della cultura tata, viene accostata la ricerca degli Tintori: ad essi si unisce Aymonino, dal teoriche; l’uno riguarda l’affermazione interventi su altre testate, svolgono il architettonica, abbiamo voluto pubbli - architetti internazionali, di cui è soprat - gennaio 1964 . più precisa dei suoi strumenti pratici filo complesso della riflessione intorno care questa vostra opera […] per ciò tutto esplorato il contributo al rinno - Le forti personalità di coloro che è ridut - nell’ordine di un perfezionamento delle al tema – centrale in quegli anni non che in essa è più chiaramente motivo vamento del linguaggio: sistematica - tivo chiamare “redattori” contribuisco - tecniche atte a fissare nella realtà fisi - solo in Italia – della tradizione, dei luo - di dubbio, di individuazione di una mente, e con frequente attenzione no a definire il complesso progetto di ca il suo linguaggio figurativo. L’altro ghi e delle culture. Ed è illuminante posizione-limite. Aprendo, credo, la all’housing, ogni numero presenta «Casabella-Continuità», che forse rin - riguarda il maggior approfondimento delineare questo percorso, sul quale discussione intorno a vicini pericoli che architetture di Aalto, Markelius, Bake- nova l’intenzione per la quale Rogers di questo linguaggio nel senso che esso Rogers molte volte riflette, riportando accompagnano questi nostri momenti ma/van der Broek, Jacobsen, Rudolph, aveva concorso a costruire i BBPR, di cui sia sempre più comprensivo dei valori le chiarificazioni che egli offre circa la di revisione, in cui alle screpolature che Saarinen, Neutra, Tange... ha sempre difeso e custodito l’unità: il culturali nei quali le nuove forme s’in - propria posizione sul tema e sul rap - da più parti si formano nel metodo che La rivista amplia al massimo grado il gruppo inteso come moltiplicatore di seriscono storicamente […] – scrive in porto con la storia, di fronte all’attac - ci ha finora sostenuti si accompagna campo di riflessione sull’architettura a energie, come dilatatore delle capacità uno tra i primi editoriali –. Essere co che viene mosso a lui e alla rivista, l’incertezza intorno al cammino futuro fronte dei nuovi contesti problematici dialettiche, ma anche come decanta - moderni significa semplicemente sen - negli anni conclusivi dei Congressi di che ci pare di leggere segnato dalla del progetto, indagando insieme le zione dell’individualità nella pluralità. E tire la storia contemporanea nell’ordine Architettura Moderna. difficoltà di una comune comprensione risposte della generazione del direttore tale intento s’esplicita ancor più nei di tutta la storia e cioè sentire la respon - Nell’aprile 1957 Rogers pone nell’edi - e, insieme, da una profonda differen - (gli amici lombardi Gardella, Albini, numeri della rivista costruiti come sabilità dei propri atti non nella chiu - toriale («C-C», 215 ) l’interrogativo: za nella valutazione dell’ordine dei Magistretti, Caccia Dominioni, ma anche inchieste e negli editoriali sostituiti da sa barricata di una manifestazione ego - «L’architettura può sviluppare le pre - valori» («C-C», 215 ). Cosenza, Samonà…), e quelle della gene - scambi epistolari con Rogers, così come tistica, ma come una collaborazione messe del Movimento Moderno o sta Voce dialogante tra quelle attivate razione a lui successiva, i giovani lom - nelle appendici molto ricche, a partire che, con il nostro contributo spiritua - cambiando rotta? Ecco il problema: dalla sua stessa rivista, Rogers scrive bardo-piemontesi e l’emergenza di altri, dalle Lettere al Direttore. le, aumenta ed arricchisce la perenne continuità o crisi?». nell’editoriale: «Il grande equivoco spesso romani, accostando la rubrica Per Rogers la rivista è «tribuna di libertà attualità delle possibili combinazioni Lo scritto apre un numero essenziale sorge quando si persiste a considerare dedicata alla tecnica affidata a Pierluigi attiva», «colloquio che da una prima formali di relazione universale […] E nella lettura che la rivista conduce sul - lo “stile” del Movimento Moderno dalle Nervi alle “inchieste edilizie” sulle città parola altre ne porti ancor più costrut - bisogna che il nostro linguaggio sia l’architettura contemporanea e ne svi - apparenze figurative e non secondo le italiane, a saggi critici e storici, italiani tive: una pietra che si disponga a rice - capace di rispondere agli interrogativi luppa l’articolazione presentando espressioni di un metodo che ha ten - e internazionali. Negli undici anni della verne delle altre e, una sull’altra, costi - del tempo presente, senza reticenze, opere di Ridolfi e i bilanci sul Tiburtino tato di stabilire nuove e più chiare rela - rivista, la redazione sviluppa successive tuiscano a poco a poco un edificio», esplicitamente. Inserire i bisogni della tracciati da Aymonino e Quaroni. Come zioni tra i contenuti e le forme entro la configurazioni, la prima formata da De come scrive in Ortodossia dell’etero - vita nella cultura e – ciò che è recipro - di consueto, il numero non si rinchiu - fenomenologia di un processo storico- Carlo, Gregotti, Zanuso; dopo l’uscita dossia , l’editoriale («C-C», 216, 1957 ) camente simile – inserire la cultura de in una risposta, piuttosto sollecita pragmatico, sempre aperto, che, come polemica di De Carlo, dal 214 (febbraio- dove analizza la ricerca italiana della nella vita quotidiana: questo è il com - domande, di cui delinea l’ampiezza, esclude ogni apriorismo nella determi - marzo 1957 ) il solo Gregotti è affianca - generazione a lui seguente. pito dell’architetto» («C-C», 204, 1955 ). disponendo dialetticamente i contri - nazione di quelle relazioni, così non to da un Comitato di redazione costi - Perfezionando e aggiornando il pro - Gli scritti Le responsabilità verso la tra - buti: il saggio di Canella L’epopea bor - può essere giudicato per schemi. Ogni tuito da Argan, Guiducci, Nervi, Paci, getto dialettico di «Domus», Rogers pla - dizione («C-C», 202 ), Le preesistenze ghese della Scuola di Amsterdam , la approfondimento e ogni allargamento Quaroni, Samonà, Sacchi e Zanuso; gra - sma «Casabella» come ambito di con - ambientali e i temi pratici contempo - recensione di Rossi a Sources of Art dell’esperienza architettonica che non fico è . A questa struttura si fronto, non meno che tra il direttore e ranei («C-C», 204 ), La tradizione dell’ar - Nouveau di Tschudi Madsen, la presen - neghi i fondamenti del metodo intra - affianca dal 221 (1958 ) un Centro studi i suoi redattori, nel continuo sforzo di chitettura moderna («Umana», 7-8 , tazione dell’opera di Perret a Le Havre, preso, devono considerarsi come deri - formato da Rossi, Semerani, Tentori e aggiornare il mestiere dell’architetto 1955 ), La tradizione dell’architettura la relazione di Aulenti, Buzzi, Canella, vati dalla normale evoluzione di esso, Tintori. Dal 1961 caporedattore resta dinanzi alle trasformazioni della socie- moderna italiana («C-C», 206 ), Dibat- Gregotti, Rossi e Tintori che indica il sia che le forme risultanti assomiglino Gregotti, redattori divengono Rossi e tà, del territorio e delle città italiane, tito sugli inserimenti nelle preesistenze percorso del Movimento Moderno in sia che si discostino dagli esempi pre - Tentori, nel Centro studi sono ora Cortesi spesso da lui commentate con preoc - ambientali («C-C», 214 ), Il problema del Italia come indipendente dal Movi- cedenti. […] L’approfondimento della e Grassi; dal luglio 1962 con l’abbando - cupazione e amarezza. costruire nelle preesistenze ambientali mento Moderno. In L’impegno della tra - coscienza storicistica è servito a stabi - Iuav : 65 12

lire una più precisa relazione tra i con - linguaggio estetico e, infine, in forma ripensa al significato etimologico della a questo edificio l’intimo valore della Una mostra e un giornale tenuti e le forme della fenomenologia artistica creativa e operante. Un nuovo parola tradizione – scrive Rogers – essa nostra cultura – l’essenza della sua sto - artistica, consentendoci di localizzare tipo di architettura, una nuova cultura perde ogni valore qualora venga svuo - ria – […] che respirasse l’atmosfera del Nel centenario della nascita di i prodotti dell’arte in ogni momento in architettonica si sono formate in que - tata dell’intensa vitalità che le deriva luogo e perfino la intensificasse». Ernesto N. Rogers e dei membri del cui si sono manifestati e, per conse - sta maniera» (E.N.R., I settanta anni di dalla sua nozione di moto: prendere e Il precedente dibattito, dedicato alla gruppo BBPR, la mostra Elogio guenza, di definire le coordinate delle Walter Gropius , Lezione tenuta al Corso portare oltre, dunque, continuità nel discussione del London Roads Study dell’architettura: omaggio a Ernesto nostre azioni in rapporto con quei di Caratteri stilistici e costruttivi dei dialettico scambio di rapporti, conto progettato da Alison e Peter Smithson, N. Rogers , curata da Serena momenti e con il nostro: il rispetto del monumenti, Politecnico di Milano, aperto, senza alcuna possibilità di cri - aveva già visto i due inglesi incrociare Maffioletti e Luciano Semerani, (Iuav passato, nelle sue espressioni conge - 1953 ). «Quando si parla di coerenza, di stallizzazione di un qualsiasi bilancio le armi con Rogers: gli inglesi accusan - marzo-aprile 2009 ), che precede niali, comporta il rispetto del presente unità, di continuità nell’opera di Le consuntivo. dolo di storicismo, Rogers criticandoli: questa pubblicazione e la illustra, ne nelle sue proprie espressioni». Corbusier, si deve intendere che le dif - Due forze essenziali compongono la «voi accettate le strade solo come dire - ricorda l’insegnamento, presentando Preceduto da un polemico scambio con ferenze e persino le opposizioni formali tradizione: una è il verticale, perma - zione […] Se distruggete il contesto, il alcuni momenti e temi, scelti entro la «L’Architecture d’Aujourd’hui» sul diver - tra i diversi periodi non stabiliscono nente radicarsi dei fenomeni ai luoghi, contesto di Soho, perché vi preoccupa - loro vasta ricerca, per suggerire gere di «Casabella» dalla tradizione del affatto degli scatti o, peggio, delle rot - la loro ragione oggettiva di consisten - te di conservare le direzioni? […] non alcune riflessioni. La ricerca di Rogers Movimento Moderno, Reyner Banham ture, ma anzi rappresentano un modo, za; la seconda è il circolare, dinamico capisco che cosa rimarrà del carattere e dei BBPR è richiamata dai montaggi interviene su «The Architectural Review» sempre inedito, di essere intimamente connettersi di un fenomeno all’altro, di Londra». realizzati da Luciano Semerani in (747 ) nel 1959 con l’articolo The Italian coerente ai diversi problemi e di dare a tramite il mutevole scambio intellet - Dopo la presentazione della Velasca, occasione dell’inaugurazione della Retreat from Modern Architecture : «Lo ciascuno un’espressione appropriata. tuale fra gli uomini […] Ogni artista e, le posizioni si contrappongono con cre - Stazione Rogers (Trieste, 2008 , pp. 2-3 ) sconcertante indirizzo preso dall’archi - Che cos’è il denominatore comune lecor - anzi, ogni opera d’arte, sono all’incrocio scente forza, Peter Smithson accusando e dedicati a: Ernesto N. Rogers (pp. 1, tettura milanese e torinese probabil - busiano […]? Il primo atto del Maestro di queste due forze che collaborano al «Per me questo edificio non dimostra 3); Mostra del Mare, Trieste 1935 (p. 4), mente appare ancora più stupefacente è sempre stato un rifiuto totale contro processo storico e ne sono la vera un metodo per giungere a un edificio, Torre Velasca, Milano 1958 (p. 5); a noi che lo vediamo dal lato sbaglia - i modi già acquisiti e non solo nella essenza». (E.N.R., Le responsabilità ma rappresenta un vocabolario forma - Labirinto dei Ragazzi, X Triennale di to delle Alpi, a causa delle sproposita - forma, ma bensì anche nei contenuti che verso la tradizione , «C-C», 202, 1954 .) le», Bakema non ravvisandovi l’espres - Milano 1954 (p. 12 ). te speranze […] che abbiamo proietta - li determinano». E conclude: «Nessuna sione di un funzionalità e un’estetica Altro tema sono i progetti che il solo to sull’architettura italiana dopo la attività è stata mai affrontata con tanta Nell’editoriale I CIAM al Museo , del - contemporanea. Rogers, triestino, dedica alla sua città, guerra. Senza comprendere ciò che sta - libertà, e, nello stesso tempo, con tanta l’ottobre 1959 («C-C», 232 ) Rogers svol - A Rogers, che identifica nel progetto testimoniando, pur attraverso le vamo facendo, abbiamo costruito un’ar - aderenza alla sua specifica realtà», affer - ge il racconto del CIAM di Otterlo, l’as - per la prefettura presentato da Kenzo peregrinazioni in tutto il mondo e il chitettura mitica, quella che avremmo ma durante la commemorazione del sise che, svoltasi un mese prima al Tange un’anticipazione del “second suo risiedere a Milano, il perdurare di voluto vedere nel nostro paese, un’ar - Maestro nel 1966 (E.N.R., Le Corbusier museo Kröller-Müller di Van de Velde, CIAM”, poiché ne propone l’evoluzio - un’attenzione che lo radica a quella chitettura di responsabilità sociali […] tra noi , Scheiwiller, Milano 1966 ). porta a conclusione i Congressi di ne basandola sull’identità di ogni terra per tutta la vita, fin da una delle e di purezza formale». La nozione di tradizione che Rogers svi - Architettura Moderna. Benché nelle paese, di nuovo Smithson rivolge un’i - prime mostre, la Mostra del Mare, Nell’editoriale L’evoluzione dell’archi - 1935 , qui documentata dalle fotografie tettura. Risposta al custode dei frigi - dell’allestimento (per gentile daires («C-C», 228, 1959 ) Rogers, che concessione dei Civici Musei di aveva rivolto e continuerà a rivolgere Trieste, pp. 6-7 ) e alla quale sono uno sguardo molto attento ai protago - dedicate le riletture compiute nisti inglesi dell’architettura e dell’ur - attraverso i modelli ideati da banistica, soprattutto all’esperienza Giovanni Fraziano, Peppe Rocco e delle New Towns, articola la secca rispo - Stefano Simionati (Dipartimento di sta: «Per noi il Movimento Moderno non Progettazione architettonica e urbana , è morto affatto: la nostra modernità è Facoltà di Architettura, Università proprio nel portare avanti la tradizio - degli Studi di Trieste, pp. 6-7 ). ne dei Maestri […] Ma di essere sensi - Entro il percorso scientifico e umano bili al bello (e non solo al valore docu - eccezionalmente ricco e incisivo di mentario) in alcune manifestazioni che Ernesto N. Rogers e dei BBPR si è non si apprezzavano più abbastanza, scelto di presentare le opere degli anni è certo cosa che ci fa onore. E così ci 1945-’50 per riflettere su una stagione fa onore di aver storicizzato e attualiz - di speranze per l’architettura italiana zato certi valori che erano stati lasciati nella ricchezza degli apporti in sospeso dalla necessità di altre lotte disciplinari e nell’apertura a scambi […]. Tante volte ho ripetuto che “for - internazionali. malismo è qualsiasi uso di forme non Durante l’ultimo anno della guerra assimilate: le antiche, le contempora - Rogers, ebreo, espatria in Svizzera, nee, le colte o le spontanee”». mentre i tre soci BBPR sono impegnat i Accanto a Ridolfi, Gardella, Albini, nella lotta antifascista, che porterà Samonà, Michelucci, Piccinato menzio - Gianluigi Banfi e Lodovico Belgiojoso na i Maestri, nella scia della cui opera alla deportazione nel campo di pone se stesso: se nella riflessione sul - sterminio di Gusen II (Mauthausen), l’architettura moderna ne aveva este - dove Banfi muore. Al rientro in Italia so gli orizzonti, attraverso sia la dire - di Rogers e Belgiojoso, il gruppo BBPR zione della collana “Architetti del svolge un ruolo essenziale nel Movimento Moderno” (dove include - dibattito sulla ricostruzione, attraverso va Perret, Boito, Hoffmann…) sia, progetti e realizzazioni, scritti e soprattutto, la direzione di «Casabella» conferenze finalizzati alla qualificazione e il suo Centro studi, sono Gropius e delle realizzazioni architettoniche e Le Corbusier a innescare per lui la dina - urbanistiche. Le opere dei BBPR qui mica tradizione del moderno. presentate individuano i temi di Lo scambio epistolare con Gropius e le quegli anni di fervore (pp. 10-11 ): pubblicazioni a lui dedicate consento - Monumento in ricordo dei caduti nei no tanto di indagare la distanza sul campi di concentramento in Germania, tema della storia sviluppata da Rogers Milano 1946 ; Quartiere INA-Casa con nei confronti di Gropius e del predeces - lupp a include in una sola azione, conferenze, nelle lezioni e negli scritti nappellabile condanna. F. Albini, G. Albricci, I. Gardella, Cesate sore di questi a Weimar Van de Velde, costantemente dinamica, il portato sia siano frequenti le riflessioni dedicate Nel dibattito conclusivo Rogers dichia - (Milano) 1951 ; Sala Architettura, quanto di identificare le ragioni per cui dell’architettura moderna sia delle tra - alla fine di questo capitolo dell’archi - ra: «ciò che io sto compiendo è conti - misura dell’uomo, 1951 ; Restauro e lo riconosce come proprio Maestro: dizioni culturali locali, affinchè la ricer - tettura moderna, in rare occasioni nuità, ma in una visione più profonda sopralzo di Palazzo Ponti, Milano 1950 ; «Riportare l’arte alla vita, […] – scrive – ca di «quantificare la qualità» si pla - Rogers ne descrive la vicenda. e ampia all’interno della medesima Restauro e sopralzo di Palazzo Venier ridarle validità […] coll’imprimere perfi - smi ora nell’obiettivo di «essere più Presentando la Torre Velasca, Rogers metodologia che abbiamo utilizzato dei Leoni per la Galleria Guggenheim, no nei più modesti oggetti d’uso il cor - comunicativi, cioè più popolari, perché precisa: «Concludendo, vorrei dire che per molti anni […]. Stiamo seguendo Venezia 1951 . L’intervento dell’attuale roborante segno dell’intelligenza e del - ciò significa essere più vastamente quando parlo di passato e di tradizio - la stessa linea e cerchiamo sempre di direttore di «Domus», Flavio Albanese, l’immaginazione: questo è l’ideale cui attuali», affinchè l’architettura si rin - ne e quando parlo che la vita di un edi - più di essere in armonia con la cultura introduce la riflessione sulla rivista che Gropius aspira come artefice e come novi per essere, sempre e ovunque, “lin - ficio sia connessa con il passato, non e le necessità pratiche del nostro paese. diretta da Rogers negli anni 1946-’47 insegnante. Da Ruskin a Morris, a Van gua parlata”, meta della ricerca roger - intendo che questo sia un’imitazione Cerchiamo anche di costruire un più indicò in soli 19 numeri un possibile de Velde, Gropius raccoglie un pensie - siana e meta dell’opera dei BBPR, dai delle forme del passato. Se questo edi - chiaro simbolo – un’immagine – della percorso di sviluppo per l’architettura ro chiaritosi lungo un costante svilup - primi allestimenti triestini e da quelli ficio, per caso, ha preso una forma che nostra architettura per porla in maggior italiana (copertine di «Domus», pp. 8- po di critiche, di intuizioni, di aggiusta - alla Triennale di Milano fino alla Torre ci ricorda il passato, questo fatto non contatto con le persone. In nessun 9; pagine di «Domus», pp. 10-11 ). menti, finché dalle posizioni letterarie, Velasca, al restauto e allestimento dei è il dato principale e io non sono preoc - modo io vedo il nostro ultimo lavoro alle moralistiche si sofferma nel campo Musei al Castello Sforzesco di Milano. cupato per la forma che esso ha preso. come rivoluzionario» (Cfr. CIAM ‘ 59 in Immagini: p. 1, BBPR; p. 9, E. N. Rogers: tecnico più specifico, traducendosi in un «Al di fuori di ogni nominalismo, se si Il nostro principale obiettivo era di dare Otterlo , 1961) . Archivio BBPR/Archivio Progetti-Sbd.