Parco del Lura

Parco locale d’interesse sovraccomunale

Piano Particolareggiato d’attuazione

Relazione tecnica

Comuni di: Consorzio Parco Lura sede (CO) Cadorago Saronno Caronno Pertusella

Progetto preliminare: Ing. Riccardo Colombo, Arch. Fabio Lopez Nunes, Consorzio Mitelwa

Progetto esecutivo: Arch. Fabio Lopez Nunes Arch. Francesco Occhiuto

Adottato dall’Assemblea consortile con deliberazione AC n. del

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Relazione tecnica

1 - Introduzione

Nel 1975, tra i Comuni di Guanzate, Cadorago, Cermenate, Lomazzo, Bregnano, Rovellasca, Rovello Porro, Saronno e Caronno Pertusella, si è costituito il Consorzio Interprovinciale per il risanamento idrico del bacino del Lura.

Una volta realizzato e attivato l'impianto di depurazione delle acque reflue provenienti dalle fognature dei territori comunali, il Consorzio, d'intesa con i Comuni consorziati, con lungimiranza ed accortezza, si è posto il problema della gestione del territorio del bacino del Lura, anche sotto il profilo ambientale e paesistico.

Ne è derivata la proposta di un parco sovraccomunale della Valle del torrente Lura: tale ambito è costituito da una vallata che si snoda, in un ambiente piuttosto antropizzato, tra gli insediamenti urbani e industriali di una zona densamente abitata e urbanizzata, per la quale la presenza di un'area boscata e agricola costituisce un valore primario da tutelare.

Il parco del torrente Lura costituisce inoltre un ponte tra il verde del parco regionale della Pineta d’ e Tradate, ad ovest, e quello del Parco della Groane, ad est.

A differenza d’altri casi in cui la popolazione locale ha osteggiato la costituzione di parchi, nell'ambito territoriale in oggetto, si è avuta, gradualmente, una generalizzata adesione da parte delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini.

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2 - Il riconoscimento del Parco locale d’interesse sovraccomunale

Sulla base di studi preliminari e di una specifica proposta elaborata dai tecnici dott. ing. Riccardo Colombo e dott. arch. Silvio Del Sante per conto del Consorzio, i Comuni hanno formalizzato l'adesione all'Istituendo Parco del Lura, con deliberazione dei Consigli comunali:

Guanzate C.C. n. 39 del 08.07.1986 Saronno C.C. n. 168 del 24.07.1986 Lomazzo C.C. n. 48 del 30.06.1988 Cadorago C.C. n. 52 del 07.08.1989 Bregnano C.C: n. 97 del 21.12.1989 Rovellasca C.C. n. 2 del 12.01.1990 Cermenate C.C. n. 13 del 27.02.1990 Rovello Porro C.C. n. 21 del 12.03.1990

Il Consorzio ha così potuto inoltrare alla Regione formale richiesta di riconoscimento del Parco locale d’interesse sovraccomunale, ai sensi della L.R. 30 novembre 1983 n. 86, con istanza prot. n. 1355 in data 19.11.1990.

Da allora si sono susseguite verifiche e adempimenti burocratici richiesti dalla Regione, con specifiche varianti agli strumenti urbanistici comunali, che hanno dilazionato sensibilmente i tempi per il riconoscimento del Parco.

Detto riconoscimento è finalmente avvenuto con delibera della Giunta regionale n. 5311 del 24.11.1995, avente per oggetto: Riconoscimento del parco locale d'interesse sovraccomunale " Valle del torrente Lura " nei Comuni di Bregnano, Cadorago, Cermenate, Guanzate, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro (Co), Saronno (Va) - L.R. 30 novembre 1983 n. 86.

L'allungamento dei tempi per il riconoscimento del Parco è stato in parte connesso anche alla emanazione d’appositi criteri e procedure da parte della Giunta regionale, con deliberazione 30.06.1992 n. 5/24483: dette disposizioni sono, infatti, intervenute mentre era già da tempo in corso la procedura per il parco Lura, avviata sin dal 1990.

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Il 14 luglio 1998, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale DPGR . 3775 (1° suppl. str. BURL n.3 del 19 gennaio 1999) è stato emanato il provvedimento che detta i criteri per la formazione del piano attuativo. La prima fase d’impostazione è stata esercitata dal Consorzio Interprovinciale per il risanamento idrico del bacino del Lura. Tale Consorzio è stato trasformato in Società per Azioni Lura Ambiente, per cui non ha potuto più emettere atti pubblici.

Per questo motivo, la formazione degli uffici e dei servizi è stata affidata, in una prima fase, al di Cadorago, fino a formare lo specifico Consorzio Parco Lura fra i nove comuni citati, il cui statuto è stato pubblicato sul BURL n. 11 bis del 15 marzo 2000.

3 - Il Piano particolareggiato

La sopra citata delibera della Giunta Regionale n. 5/24483 del 1992 fornisce anche disposizioni per le modalità di pianificazione e gestione dei parchi locali d’interesse sovraccomunale.

Al punto 7 della stessa delibera è prevista la formazione del " Piano particolareggiato " relativo all'area del parco, il quale costituisce il vero e proprio " Piano del parco ".

L’elaborazione tecnica del Piano particolareggiato è affidata al Consorzio, affinché costituisca un progetto unitario, ma la competenza ad adottare il piano spetta ai singoli Comuni, per il rispettivo territorio.

A tale scopo il Consorzio si è attivato sin dal dicembre 1993 conferendo l'incarico per la redazione della prima fase (analisi) della proposta di Piano particolareggiato del parco ai tecnici dall'arch. Fabio Lopez Nunes e dott. ing. Riccardo Colombo, nonché al Consorzio Mitelwa (scuola di Minoprio).

L'incarico è stato successivamente integrato anche per la seconda fase (proposta progettuale di piano), con deliberazione n. 101 del 18.11.1994.

La stesura definitiva è stata affidata dalla Assemblea del nuovo Consorzio Parco Lura all’arch.Fabio Lopez Nunes nel 2001, nel quadro delle funzioni di direttore del Consorzio stesso.

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Il presente documento è frutto, pertanto, delle elaborazioni preliminari degli anni ’90, a cui si aggiungono le attività svolte dal Consorzio di gestione nella sua prima fase d’organizzazione, nonché le prescrizioni regionali del DPGR 3775/98, fra cui si cita:

“Il piano particolareggiato del parco: 1. articola i territorio in aree aventi diverso regime di tutela; 2. conserva gli ambienti naturali e seminaturali esistenti; 3. salvaguarda gli ambiti agricoli e il paesaggio agricolo tradizionale, definendo anche gli interventi atti al recupero conservativo e alla valorizzazione del patrimonio rurale, storico e architettonico comprensivo delle aree di pertinenza; 4. individua le emergenze geologiche , in particolare quelle geomorfologiche e idrologiche, rimandando a successive ricerche gli aspetti biologici (zoologici – microteriofauna, erpetofauna, ittiofauna, invertebrati -, floristici e vegetazionali) al fine di adottare appropriati strumenti di tutela e di orientare correttamente eventuali interventi di miglioramento ambientale; 5. recupera dal punto di vista ambientale e ricreativo le aree degradate o abbandonate; 6. stabilisce le modalità e i tempo per la cessazione d’eventuali attività incompatibili con gli interventi e gli utilizzi programmati; 7. rileva la rete idrica naturale e artificiale, con particolare riferimento alle sorgenti; 8. identifica la rete di viabilità a servizio dell’attività agricola; 9. identifica la rete di viabilità a servizio della fruizione, con i relativi punti di sosta e/od osservazione, da realizzarsi solo con materiali e manufatti a basso impatto ambientale; è comunque vietato l’allestimento d’impianti, percorsi e tracciati per attività sportive da esercitarsi con mezzi motorizzati.”

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4 - Le caratteristiche del territorio e le analisi effettuate

4.1 - Inquadramento territoriale

La vallata del torrente Lura è collocata prevalentemente nel territorio della provincia di , a partire dal territorio di - Uggiate Trevano, a nord, sino a Rovello Porro, per proseguire nel territorio della provincia di Varese su Saronno e Caronno Pertusella, sino a confluire nel fiume , in territorio di Rho, in provincia di Milano.

Il tratto oggetto di studio per il Parco in esame si estende per una lunghezza di circa 13 km. e interessa i territorio dei Comuni in provincia di Como: Guanzate, Cadorago, Lomazzo, Bregnano, Cermenate, Rovellasca, Rovello Porro, oltre alla parte nord del territorio di Saronno, in provincia di Varese.

L'ambito di parco, come riconosciuto dalla Regione Lombardia, ha un’estensione pari a circa 924 Ha ed è collocato nella zona intermedia tra il Parco regionale della Pineta d’Appiano Gentile - Tradate ad ovest (a circa 2 km.) ed il Parco delle Groane ad est (a circa 3 km.).

L'area del Parco è attraversata dalla linea ferroviaria F.N.M. Saronno-Como ed è raggiungibile attraverso l'autostrada Milano-Como (uscite di Saronno - - Lomazzo), la strada statale dei Giovi S.S. n. 35 Milano-Como e le strade provinciali S.P. n. 30 , S.P. n. 32 di , S.P. n. 23 Lomazzo-Bizzarone.

4.2 - I vincoli

L'area del Parco non è interessata da vincoli ambientali, artistici-monumentali, né idrogeologici, apposti con specifici provvedimenti.

Vi sono taluni vincoli determinati dall’ordinamento generale. Fra questi, quello derivante dalla Legge 8.8.1985, n. 431 come modificato dal decreto legislativo 490/99 corrispondente a: - fascia laterale al torrente - 150 m. dalle sponde (art. 152 D.L.vo 490/99, lettera c) - aree boscate (art. 152, lettera g) per cui detti ambiti sono sottoposti alla tutela ambientale del decreto stesso. Inoltre lungo il fiume Lura sussiste anche la fascia di rispetto assoluto di dieci metri, di cui al Testo Unico sulle acque del 1904.

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I vincoli urbanistici sono quelli dettati dalle fasce di rispetto stradale, ferroviario, elettrico, gasdotti e cimiteri. Vanno inoltre segnalati due nuovi vincoli in fase di determinazione (che pertanto non vengono riportati in cartografia):

Vincolo stradale del sistema Pedemontano che interessa in più punti il parco con attraversamenti stradali e autostradali (Intesa istituzionale maggio 2001)

Vincolo dal Piano d’assetto idrogeologico (PAI) previsto dalla legge 189/89 lungo il fondovalle del Lura (elaborazioni preliminari sono state effettuate dalla Regione Lombardia)

4.3 - Le analisi

Nella fase d’elaborazione del piano sono state effettuate analisi relative a:

- uso reale del suolo; - potenzialità forestale; - fisionomica forestale; - uso agricolo; - morfologia del paesaggio; - sistemazione idraulica del torrente Lura; - vincoli; - beni storici e ambientali; - percorsi e accessibilità; - attrezzature per il tempo libero e lo sport; - strumenti urbanistici comunali vigenti.

Gli elementi significativi di dette analisi sono rappresentati nelle schede e nelle tavole allegate agli studi citati.

Risultano tavole parte integrante del piano, le seguenti: • tavola 1 - corografia generale - sistema delle aree protette scala 1:50.000 • tavola 2 - perimetro del Parco - scala 1:10.000 • tavola 3.1 - carta dei beni storici ambientali e paesistici . scala 1:10.000 • tavola 3.2 - carta dei vincoli - scala 1:10.000 • tavola 3.3 - morfologia del paesaggio - scala 1:10.000 • tavola 4.0 – Piano particolareggiato d’attuazione - scala 1:10.000 • tavole 4.01 .. 4.10 – Piano particolareggiato d’attuazione – scala 1:2.000 • Analisi forestale - Uso reale del suolo - Potenzialità forestali - Fisionomica forestale - scala 1:10.000: inserite per stralci nella specifica relazione Parco del Lura Relazione - 8 -

5 - Il progetto di piano

Gli aspetti progettuali del piano particolareggiato sono sintetizzati negli elaborati grafici:

- tav. 2 Perimetro del parco - tav. 4 Azzonamento – nelle scale 1/10.000 e ½.000 e nelle Norme tecniche d’attuazione.

5.1 - Perimetro del parco

Il perimetro dell'ambito compreso nel parco è quello riconosciuto con delibera G.R. n. 5311 del 24.11.1995, con lievi modifiche di dettaglio, per prendere atto dello stato dei luoghi, e con proposta d’ampliamento ad aree adiacenti, omogenee e meritevoli di tutela ambientale, quali: a) Comune di Guanzate

area agricola tra la S.P. Lomazzo-Bizzarone (cimitero di Guanzate) e le aree boscate del Moncielo, in quanto trattasi d’aree fondamentali nell’equilibrio dell’ecosistema del parco. Ci si trova in area d’anfiteatro morenico, con lievi dossi forestati che si alternano a conche coltivate. Proprio nei pressi dell’abitato di Guanzate, alle spalle del cimitero, le acque alluvionali tendono a spagliarsi e a disperdersi al suolo, anche se sono stati effettuati interventi di drenaggio. Questa zona deve essere conservata nella sua integrità, in quanto rappresenta indubbiamente un punto importante di ricarica degli acquiferi, estremamente vulnerabile e delicato per la salute delle falde. Inoltre è necessario conservare la qualità del paesaggio agreste che si interclude nell’anfiteatro morenico. Superficie d’ampliamento ha 36,2

Collina agricola e forestale con la cascina Loco, di bell’aspetto paesaggistico, con il sottostante piano detto delle Fornaci, che presenta le stesse caratteristiche d’accumulo d’acqua e di vulnerabilità della succitata area. Superficie d’ampliamento ha 10,2

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b) Comune di Cermenate

estensione sino a comprendere le aree boscate del Roccolo e le adiacenti aree agricole della cascina Bressanella, quali parti integranti e indispensabili dell’ecosistema forestale. Superficie d’ampliamento ha 6,5

estensione alle aree agricole-boschive tra Bregnano e Cermenate, a nord della via Matteotti, per dare completezza alla conservazione del corridoio ambientale verso sud, a tutela contro eventuali espansioni edilizie a fianco della futura variante esterna all’abitato di Bregnano. Superficie d’ampliamento ha 10,3 c) Comune di Bregnano

inclusione della vallecola del cavo Murella sopra cascina Menegardo, quale area di naturale spagliamento del fosso, a tutela idrogeologica, e quale area d’interesse per la possibile propagazione d’interessante flora igrofila. Superficie d’ampliamento ha 1,6

estensione alle aree agricole a nord della loc. Palù, in quanto trattasi d’aree di spagliamento del fosso Murella, che durante gli eventi alluvionali del 2000 ha dato luogo ad inondazioni nelle aree abitate. L’inclusione nel parco è prodromica a successivi progetti di laminazione a basso impatto, a tutela degli abitati. Superficie d’ampliamento ha 5,2

Inclusione integrale di una vallecola profondamente incisa a Puginate, dove il confine è stato indicato in modo non identificabile sul territorio. Superficie d’ampliamento ha 1,6

Riduzione per esclusione dell’area relativa alla piattaforma ecologica. Superficie di riduzione ha 0,2

Riduzione per esclusione di un lotto edificato di margine a Puginate. Superficie di riduzione ha 0,2 d) Comune di Cadorago.

Ampliamento all’alveo del fiume e relative fasce di rispetto, in loc. Bombix, in funzione di una riapertura e recupero fluviale da effettuarsi in sede del previsto piano attuativo sull’area omonima; Superficie d’ampliamento ha 0,3, nonché di un piccolo bosco alle spalle dello stabilimento per ha 0,8

Eliminazione di un lotto edificato di margine a Bulgorello. Superficie di riduzione ha 0,16

Eliminazione di un lotto urbanizzato da lungo tempo a Cadorago ha 0,33

Eliminazione, su richiesta dell’amministrazione, di due lotti attorno all’insediamento produttivo “Cofibox”, con contestuale allargamento a fianco, per un saldo complessivo di circa – 1,5 ha Parco del Lura Relazione - 10 -

Eliminazione, su richiesta dell’amministrazione, del valloncello a fianco allo stabilimento “Spumador” in vista della risistemazione degli accessi e della necessità di realizzare un sottopassaggio ferroviario – ha 0,8

Riduzione dell’area a Parco, su richiesta dell’amministrazione, e spostamento del perimetro del parco in allineamento con la fascia di rispetto della viabilità esterna prevista e con il prolungamento della zona industriale della ditta Cofibox – ha 6,6

Riduzione dell’area a parco in zona Cimitero di Cadorago, su richiesta dell’amministrazione, in conseguenza dell’acquisizione di nuove aree comunali per l’ampliamento del cimitero, edificio accessorio da destinare a magazzino comunale e area per impianti tecnologici (siti radio – base) – ha 0,5

Riduzione dell’area a parco in zona Laghetto Pasquè, su richiesta dell’amministrazione, in quanto la zona sarà oggetto di ampliamento dell’attrezzatura comunale già esistente – ha ha 0,9 e) Comune di Rovellasca

Esclusione di un’area a sud, su richiesta del Comune, per la seguente motivazione “Si tratta dell’ultima area rimasta libera, adiacente a preesistenti insediamenti tecnico- produttivi. Oggettivamente ne vediamo la naturale destinazione, visto anche il veramente scarso interesse, sia naturalistico che agrituristico, come zona asservita ai suddetti insediamenti.” Superficie di riduzione ha 3,9 circa.

Esclusione di un lotto interno ad un giardino, sul margine del parco, per circa mq 380.

Inclusione dell’area agricola a nord di Via Como, lungo la pista ciclabile, per rispetto ambientale alla vicina valle del Lura; Superficie d’ampliamento ha 2,4 f) Comune di Rovello Porro

Inclusione dell’area agricola fra il Lura e la Via Mazzini per dare organicità e compattezza al parco in questa zona, dove altrimenti avrebbe un dimensionamento solo interstiziale., e di terreni di servitù cimiteriale, quasi tutti di proprietà comunale. Superficie d’ampliamento ha 5,45

Esclusione di un lotto interstiziale urbano ha 0,08

Per effetto delle suddette modifiche al perimetro, pari a ha 82 d’ampliamento e ha 15 di riduzione, la superficie del Parco passa da ha 924 a ha 1.000 circa.

5.2 - L'Azzonamento

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Il territorio del parco è stato articolato in zone omogenee ai fini della classificazione urbanistica e relative norme di tutela e regolamentazione delle attività ammesse.

Le zone sono le seguenti:

zona dei boschi, destinata alla conservazione e miglioramento dell'ambiente naturale e forestale;

zona delle colture agricole, destinata alla conservazione del paesaggio agrario ed alle attività agricole;

zona degli insediamenti rurali, destinata alle strutture esistenti connesse allo svolgimento dell'attività agricola ed al loro sviluppo;

zona per parco urbano e territoriale, destinata alla formazione d’aree di parco pubblico urbano e territoriale ed al recupero ambientale degli esigui spazi per il rispetto del torrente, tra gli insediamenti urbani ed industriali (in Saronno, Rovello Porro e Rovellasca);

zona per servizi, destinata alle attrezzature d’interesse generale, standard comunali per parcheggi e aree d’interscambio, attrezzature ricreative, culturali e per il tempo libero connesse con la fruizione del parco, nonché per attrezzature e impianti connessi alla depurazione delle acque, all'acquedotto e ai cimiteri.

zona edificata, destinata alla manutenzione degli insediamenti edilizi esistenti.

La regolamentazione delle zone suddette, le attività ammesse, i divieti e le modalità d'intervento, ecc. sono specificate nelle Norme tecniche d’attuazione.

5.3 - Modalità tecniche d’attuazione - N.T.A.

Le Norme tecniche d’attuazione del piano particolareggiato comprendono norme di carattere generale, per le procedure e per la regolamentazione d'uso, nonché norme specifiche per le singole zone.

Il piano è organizzato in coerenza con il quadro normativo esistente, che assegna ai comuni solo alcune fra le competenze occorrenti per una corretta gestione dell’ambiente naturale; negli altri casi è stato indicato lo specifico riferimento all'autorità competente e alle leggi che disciplinano la materia.

Poiché trattasi di un parco con caratteristiche forestali, sono state previste norme d’inquadramento per una corretta gestione del bosco. Esse hanno un carattere precettivo in Parco del Lura Relazione - 12 -

materia d’esercizio, da parte del Sindaco, con la subdelega paesaggistica ex L.R. n. 18/97, mentre hanno un carattere di regolamento comunale in materia taglio, in assenza di norme più restrittive emesse dall'Autorità forestale, anche in base alle vigenti Prescrizioni di Massima di Polizia Forestale.

E' inoltre opportuna un’intesa con la Provincia di Como, nella cui competenza ricade la maggior parte del territorio a parco, per una miglior gestione del Parco ed un coordinamento delle specifiche competenze. Parco del Lura Relazione - 13 -

5.3.1 - Disposizioni generali

Il primo titolo delle N.T.A. è dedicato alle normative d’inquadramento e procedurali. Come sopra ricordato il Parco del Lura nasce per libera determinazione dei Comuni, e ad essi è interamente affidato: il Piano particolareggiato, sotto un profilo strettamente giuridico-urbanistico, è infatti l'insieme coordinato di tanti piani, uno per ciascun Comune, ma la scelta di formare un parco sovraccomunale impone il coordinamento logico e una gestione unitaria, che il presente progetto ha cercato di definire.

La previsione di un Ente gestore unico si rende necessaria per dare attuazione coordinata agli interventi. Il piano non specifica quale debba essere il suddetto ente, poiché esso dovrà essere determinato in modo disgiunto, al fine di poterlo adeguare ad eventuali normative sopravvenute o a nuove determinazioni dei soggetti partecipanti.

In particolare si fa riferimento alla fase di revisione, promossa dalla Giunta Regionale della Lombardia, della legge quadro sulle aree protette (LR 86/83), che sicuramente darà maggiori contenuti normativi, gestionali e propulsivi a queste forme d’aree protette nate dall’autonoma determinazione degli enti locali.

Ecco perché l'ente ha, come si può notare, un ruolo di supporto al Comune e alla Provincia, ma non assume sostanziali poteri d’esternazione, agendo per conto di essi, mediante espressione di pareri tecnici, formulazione di programmi di gestione, esecuzione d’opere e gestione di servizi (art.3).

All'art. 4 si prevedono quali strumenti e provvedimenti attuativi del piano particolareggiato: a. il piano di gestione: ovvero il programma delle opere e degli interventi, che i Comuni potranno poi trasferire nei loro programmi, ai sensi delle leggi sulla contabilità e sui lavori pubblici; b. i regolamenti d'esecuzione: per alcuni aspetti di dettaglio, potranno essere normati ulteriormente alcuni settori; c. gli interventi esecutivi d’iniziativa pubblica dell’Ente gestore e degli enti consociati d. gli interventi esecutivi convenzionati: il ricorso alla convenzione consente di attivare in modo propulsivo l'iniziativa privata a fianco di quella pubblica; f. i pareri obbligatori, per valorizzare il ruolo tecnico dell'ente; Parco del Lura Relazione - 14 -

5.3.2 - Norme di salvaguardia generale

Le norme di salvaguardia generale interessano la globalità del territorio protetto, a prescindere dall'azzonamento individuato. Si tratta di norme in gran parte intuitive ed evidenti, che tuttavia merita di sottolineare per alcuni aspetti:

a. Tutela dell’alveo del Lura: una delle caratteristiche del parco è proprio la naturalità del corso del torrente, almeno fuori dagli abitati. La norma pertanto è assai rigorosa nell'imporre ai soggetti pubblici un approccio attento e coerente con le esigenze di tutela del paesaggio, privilegiando, per la manutenzione delle sponde, le tecniche di bioingegneria rispetto all'uso smodato del cemento; inoltre il fondovalle è considerato cassa naturale d’espansione del fiume. Partendo dalle analisi già effettuate dalla Regione e dagli studi in corso da parte dell’Autorità di Bacino, il Consorzio ha approfondito taluni dettagli sulle condizioni del bacino fluviale, con una particolare attenzione all’individuazione delle aree di spagliamento naturale e di quelle potenziali, nonché ai problemi di dissesto geomorfologico (non ravvisando, ovviamente, peculiari problematiche strutturali). Tale lavoro (condotto in particolare con la consulenza della d.ssa Francesca Oggionni) ha portato alla redazione di una specifica carta, con annesso studio tecnico, che è fondamentale supporto conoscitivo al piano. La ricaduta di tale analisi in termini regolamentari è stata l’individuazione di un’area di competenza fluviale indeficabile e preordinata agli interventi idraulici secondo tecnica d’ingegneria naturalistica; il perimetro di tale ambito è assai più vasto di quello individuato nello studio regionale (sett. Ll.Pp. - Zampaglione e Bernabei, 1997), poiché include anche vallecole e bacini laterali che interagiscono visibilmente con il sistema principali: come nel caso del fosso Murella in Bregnano, protagonista nel 2000 di un pesante evento alluvionale.

b. E' vietata l'introduzione di specie esotiche, poiché non è dato di conoscere quale impatto esse potrebbero avere sull'ecosistema: l'introduzione, avvenuta alcuni decenni or sono, del ciliegio tardivo nordamericano nei boschi di pianura, ha, per esempio, creato un dissesto inaspettato, poiché tale pianta, a diffusione velocissima, emette tossine che impediscono la rinnovazione del bosco autoctono; il bosco di ciliegio tardivo si è dimostrato essere di cattiva qualità tecnica, ecosistema troppo semplificato e vulnerabile, non consono alla conservazione della biodiversità. Sradicarlo è molto difficile, anche se necessario. A Bulgorello si osserva inoltre una particella forestale occupata da un impianto di lauroceraso, che sta invadendo progressivamente le delicate aree vicine, nei pressi dalla “Zocca dei buschitt”, interessante area umida, con rilevanti problemi d’invadenza e semplificazione dell’ecosistema.

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c. E' vietata la circolazione dei veicoli a motore, nella consapevolezza che un parco è accessibile solo ai pedoni, ai ciclisti, o ai cavalieri. Logicamente i suddetti divieti e limiti non si applicano ai mezzi agricoli, di servizio e a quelli dei legittimi proprietari o affittuari dei fondi, ai quali l'Ente gestore rilascerà uno specifico "pass" di riconoscimento.

d. In tutto il territorio del parco è vietato danneggiare, disturbare catturare o uccidere fauna vertebrata selvatica, raccogliere o distruggere i loro nidi, le loro covate od ovodepositure, appropriarsi d’animali selvatici o di parti di essi, fatto salvo l'esercizio dell’attività venatoria e alieutica, ove consentito dalle vigenti norme di settore. Va ricordato che il Comune non ha poteri in materia venatoria e alieutica, ma tale indicazione serve ad evitare inutili polemiche su quest’argomento, che troppe volte ha messo inutilmente in difficoltà l'istituzione di parchi "ricreativi", aventi quale primario obiettivo la tutela di tipo urbanistico. L’ammissibilità della pesca già presente nei laghetti di Caslino e Bregnano, deve servire inoltre come stimolo al completo risanamento del fiume, cui si deve puntare.

e. In materia edilizia e paesaggistica ogni intervento deve essere effettuato nel massimo rispetto dell'ambiente del parco e dei caratteri specifici dell'area in cui s’inserisce, sia nella scelta delle attrezzature e delle attività da insediare, sia nella scelta delle soluzioni morfologiche e dei materiali da costruzione, sia nella progettazione ed utilizzazione del verde e degli spazi aperti.

Il piano individua le aree con elementi di paesaggistici di pregio da proteggere; la norma fornisce anche indicazioni ordinatorie nei confronti della qualità dell'insediamento che si relaziona morfologicamente con il paesaggio del Parco.

I progetti devono essere sensibili alla compatibilità paesistica e le Commissioni edilizie devono svolgere il loro ruolo appieno, nella valutazione del contesto in cui essi s’inseriscono. Quanto sopra per evitare di proteggere una fascia boscata (la valle) lasciando che essa sia circondata da brutture, e per di più in grand’evidenza, perché edificate sull'altopiano, a margine degli insediamenti urbani.

f. Il Piano individua elementi di conflittualità paesaggistica, anche esterni al Parco; nei progetti d’intervento sui suddetti beni deve essere data priorità all’eliminazione o alla mitigazione dei fattori di disturbo o degrado paesaggistico. Sono indicati i manufatti di particolare degrado paesaggistico, per i quali sono ammessi solo interventi di risanamento ambientale, se legittimi, oppure le opere di demolizione e recupero ambientale del sito.

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5.3.3 - Azzonamento

Il territorio del Parco è suddiviso nelle zone omogenee elencate al precedente paragrafo, per le quali si applicano le seguenti norme.

Zona dei boschi

La zona dei boschi è destinata alla conservazione e al miglioramento dell’ambiente naturale e forestale, anche d’origine artificiale. Essa riguarda tutti i sistemi forestali e anche i campi interclusi.

In essa è sempre ammesso proseguire le attività di coltivazione: per quanto attiene alle cure colturali del bosco sono operate le seguenti distinzioni:

• nei boschi di pregio forestale, composti da specie autoctone, deve darsi priorità alle tecniche selvicolturali naturalistiche, per favorire la conservazione delle biocenosi; • devono essere conservati gli aggruppamenti e i soggetti isolati di farnie e altre specie naturali sopravvissuti nel ceduo di robinia; • la ceduazione della robinia continua ad essere ammessa, anche se, per conservare la stabilità delle scarpate, tale pratica può essere effettuata solo per fasce orizzontali.

E' ammesso sradicare il ciliegio tardivo, per impedirne la propagazione. In effetti, tale specie, d’origine nord-americana, è estremamente infestante, e tende a soppiantare l’ecosistema naturale, semplificandolo, con rilevante impatto ambientale e produttivo. Purtroppo i tecnici forestali non hanno ancora individuato una terapia efficace contro quest’alterazione d’origina antropica, se non quella dello sradicamento. Per questo motivo viene ammessa tale attività, in apparente contrasto con le normali metodiche colturali del bosco.

Norme tecniche disciplinano le modalità di taglio e forniscono gli indirizzi per l'ufficiale incaricato della martellata forestale. Una particolare tutela è stata dedicata all'impianto di Quercia rossa di Moncielo (Guanzate), che viene considerato come bosco d’alto fusto, anche per l'elevato valore paesaggistico.

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Zona delle colture agricole

Le aree comprese in questa zona sono destinate alla conservazione del paesaggio agrario tradizionale.

La continuazione delle attività agricole costituisce destinazione principale, unitamente al perseguimento degli interessi pubblici di ricostituzione ambientale e di fruizione del Parco. La norma disciplina le attività agricole ammesse senza particolari limitazioni, ma, di norma, non ammette l'edificazione delle strutture, che viceversa devono primariamente concentrarsi fuori parco, o nelle specifiche aree a ciò destinate.

Data la modesta dimensione delle aree agricole del parco, e la loro insistenza su aree particolarmente vulnerabili (sotto il profilo idraulico, geomorfologico, forestale e paesaggistico) si ritiene opportuno disincentivare edificazioni di sorta. In area di competenza fluviale ciò risulta in particolare dovuto, in conformità con le normative di tutela idraulica. Gli agricoltori potranno realizzare le strutture ai margini del parco, nelle aree agricole di P.R.G., eventualmente computando i terreni interni al parco al fine dell'indice territoriale agrario ai sensi della LR n. 93/80. Qualora ciò non risultasse possibile, gli agricoltori potranno tuttavia utilizzare talune aree a ciò predisposte (individuate all’articolo successivo); e, se neanche questo fosse possibile, allora, e solo in quel caso, si potrà anche valutare la fattibilità di un intervento in questa zona, pur tuttavia escludendo sempre le aree boscate, di pregio paesaggistico o d’interesse fluviale. Il Consorzio, in altre parole, indica nel piano la gerarchia dei valori e le priorità, indirizzando gli operatori agricoli affinché programmino i loro interventi in armonia con l’ambiente, secondo i principi della sostenibilità, di recente confermati al summit di Johannesburg e sottoscritti dall’Italia fin dal summit di Rio de Janeiro, nel 1992.

Il rapporto con gli imprenditori agricoli è comunque ritenuto primario nel contesto del Parco. A loro compete, di fatto, la gestione di una buona metà del territorio protetto, e con loro il Consorzio intende mantenere un rapporto improntato al rispetto e alla valorizzazione dei reciproci interessi. Per questo la normativa inserisce, quale metodo di governo dei rapporti, la convenzione prevista dal Decreto legislativo 228/01, che innova sostanzialmente il rapporto fra P.A. e agricoltori, proprio nel governo della sostenibilità ambientale. La convenzione quindi, nel formulare un processo di sviluppo aziendale, consentirà, da un lato, la realizzazione equilibrata d’eventuali infrastrutturazioni necessarie all’imprenditore, e dall’altro gestirà le manutenzioni del parco, l’accessibilità, l’incentivazione dei prodotti tradizionali, biologici o comunque a basso impatto. Parco del Lura Relazione - 18 -

Zona degli insediamenti rurali

La zona è destinata alle strutture ed attrezzature per l'agricoltura e dei relativi edifici di servizio.

L’edificazione è ammessa solo da parte delle aziende agricole o dei coltivatori diretti, ed è subordinata agli accertamenti del Sindaco e alla presentazione di un atto unilaterale d’impegno che preveda il mantenimento della destinazione dell'immobile a servizio dell’attività agricola, da trascriversi nel pubblico registro della proprietà immobiliare, a cura e spese del concessionario; tale vincolo decade a seguito di variazione di destinazione di zona. Per le nuove opere, è prevista la convenzione di cui all’articolo precedente.

Il ricorso alla convenzione si rende necessario per governare lo sviluppo dell’infrastrutturazione agraria in un’area particolarmente pregiata e vulnerabile, dove un intervento mal fatto può creare un impatto ambientale irreversibile, come purtroppo è già avvenuto anche in quest’area.

Zona per parco urbano e territoriale

Individua tre aree legate intrinsecamente all'insediamento urbano; le prime due hanno un carattere interstiziale fra porzioni insediative (Rovellasca e Rovello P.), la terza riguarda la porzione di parco urbano in Saronno.

Per quest'ultima vige la facoltà di computo quale area standard sovraccomunale, mentre negli altri casi è possibile il computo quale standard per parco urbano.

Per tutte queste aree è richiesta un’elevata progettualità, poiché solo attraverso un rilevante intervento di "landscaping" è possibile immaginare un recupero e una fruizione di tali parti del parco, che, in alcuni punti, raggiunge pochi metri di larghezza, fra le due sponde interessate da insediamenti urbani e industriali.

Zona per servizi

La zona per servizi è destinata ad accogliere attrezzature d’interesse generale, quali standard comunali per parcheggi, aree d’interscambio alle porte del parco, attrezzature ricreative, culturali e per il tempo libero connesse con la fruizione del parco.

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Edificazione esistente

I fabbricati ricadenti in zona agricola, ma non adibiti a tale attività, sono fatti salvi nella consistenza e destinazione esistente alla data d’adozione del piano: per tali fabbricati sono ammessi interventi di manutenzione, risanamento e ristrutturazione edilizia di cui all'art. 31, Legge n. 457/78, lettere a-b-c-d.

5.3.4 - Norme particolari di settore

Un insieme d’articoli disciplina gli interventi relativi alle Ferrovie Nord, le modalità di realizzazione della viabilità e dei percorsi, al fine di mitigare gli effetti barriera e meglio inserire i manufatti nel territorio. Una particolare attenzione è prestata alla tutela della viabilità minore, intesa come reticolo primario della fruizione del parco. Viene ribadito l'obbligo, da parte dell'ente gestore delle strade, di curarsi dei margini delle stesse e il divieto d’apposizione di cartelloni pubblicitari. Una norma disciplina la facoltà di realizzare idonei parcheggi per l’accessibilità all'area protetta. La realizzazione di nuove opere pubbliche è ammessa solo in quanto si dimostri la non praticabilità di soluzioni alternative. Una tutela speciale è stata attribuita ad un sito in frazione di Bulgorello in Comune di Cadorago, dove sono stati trovati reperti d’interesse archeologico; la norma è cautelativa, in attesa di sondaggi più accurati.

5.3.5 - Norme finali e transitorie

E' stata prevista una norma rituale, per riconoscere l'equo ristoro ai soggetti i cui terreni vengono sottratti ad ogni utilizzo in base al piano. Va tuttavia precisato che il vincolo d’inedificabilità sulle aree boschive non deve essere inteso come totale inutilizzo. Innanzitutto perché l'utilizzazione forestale è comunque ammessa, inoltre perché, come riconosciuto dalla stessa Corte Costituzionale, la presenza di un valore ambientale come quello boschivo è intrinseca nel bene, e non è frutto di una scelta del pianificatore, a differenza del vincolo urbanistico imposto a titolo di standard o per altre funzioni. In altre parole il bosco è di per sé un valore immanente che il proprietario è conscio di possedere fin dalla sua acquisizione e non è dovuto dall'Ente pubblico alcun indennizzo per la sua tutela. Al contrario, egli deve provvedere alla sua conservazione con Parco del Lura Relazione - 20 -

cura e diligenza, così come deve provvedere alla conservazione d’ogni altro bene, sia esso un campo coltivato, una casa o un fabbricato storico.

La vigilanza è effettuata dal Sindaco, con il personale a ciò preposto; l'Ente gestore del parco può attivare convenzioni con altri soggetti pubblici competenti, al fine di costituire appositi nuclei di guardie fornite dei necessari poteri (comprese le Guardie Ecologiche Volontarie). Al Sindaco è stato inoltre assicurato il potere di sospensione cautelare degli interventi, per evitare il perpetuarsi di comportamenti dannosi per l'ambiente.

6. Indicazioni puntuali

Nelle schede allegate sono descritte le situazioni puntuali, sia d’eccellenza che di degrado, per le quali sono indicate le motivazioni e gli interventi da attuare in via ordinatoria. Tali schede riguardano le aree di particolare pregio naturalistico (art.18 n.t.a.), le aree d’interesse paesaggistico (art.14 comma 2), le are che richiedono mitigazione paesaggistica (art.14 comma 5), le aree degradate da recuperare (art.15 comma 2) e segni del paesaggio particolare da tutelare.