collana diretta da Antonio Paolucci 6

Museo d’arte sacra di Montespertoli Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio

a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani

Edizioni Polistampa Musei del Territorio: l’Anello d’oro Museums of the Territory: The Golden Ring

Museo d’arte sacra di Montespertoli

Ente promotore / Promoted by Ente Cassa di Risparmio di Firenze Regione Toscana

In collaborazione con / In collaboration with Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Firenze, Pistoia e Prato Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato Comune di Montespertoli

Progetto e coordinamento generale / Project and general coordination Marcella Antonini, Barbara Tosti

Comitato scientifico / Scientific committee Presidente: Antonio Paolucci Cristina Acidini Luchinat, Anna Bisceglia, Rosanna Caterina Proto Pisani, Ilaria Ciseri, Fernando Lombardi, Leonardo Rombai, Claudio Rosati, Bruno Santi, Maria Sframeli, Renato Stopani, Timothy Verdon

Cura scientifica / Scientific supervision Rosanna Caterina Proto Pisani

Testi di / Texts by Rosanna Caterina Proto Pisani, Ilaria Ciseri, Maria Pilar Lebole, Renato Stopani, Benedetta Zini

Itinerari a cura di / Itineraries by Maria Pilar Lebole, Benedetta Zini Glossario e indici a cura di / Glossary and indexes by Valentina Tiracorrendo

Coordinamento scientifico redazionale / Scientific editorial coordination Lucia Mannini

Traduzioni per l’inglese / English translation English Workshop

Immagine coordinata della copertina / Cover page by Rovaiweber design

Progetto grafico / Graphic project Polistampa

Referenze fotografiche / Photography George Tatge Archivio fotografico Renato Stopani Marcello Bertoni

Itinerario nel museo a cura di / Museum tour by Francesca Sborgi www.piccoligrandimusei.it

In copertina: Madonna col Bambino, particolare 1440-1445 ca. tempera su tavola, cm 8964

© 2006 EDIZIONI POLISTAMPA Sede legale: Via Santa Maria, 27/r - 50125 Firenze - Tel. 055.233.7702 Stabilimento: Via Livorno, 8/31 - 50142 Firenze Tel. 055.7326.272 - Fax 055.7377.428 http://www.polistampa.com

ISBN 88-596-0069-3

Presentazioni

Edoardo el 1986 si apriva a San Martino a Gangalandi il pri- Speranza N mo museo di arte sacra in cui la collaborazione tra Presidente enti locali, autorità ecclesiastiche e organi dello Stato pre- Ente Cassa di Risparmio posti alla tutela trovava quel prezioso punto di equilibrio di Firenze che sarebbe diventato il fattore saliente di una lunga serie di analoghe iniziative cui l’Ente Cassa di Risparmio di Fi- renze avrebbe unito il valore aggiunto del proprio soste- gno economico. Quella data rappresentava uno dei primi segnali di in- versione di una tendenza secondo la quale, vuoi per mo- tivi logistici, vuoi per una non ancor ben affinata perce- zione della ricchezza delle risorse del territorio, si preferi- va accentrare il patrimonio d’arte delle parrocchie foranee in luoghi considerati più sicuri e controllabili. L’idea oggi prevalente del “museo diffuso” ribalta quella vecchia impostazione per restituire al territorio – grazie al- l’introduzione delle nuove tecnologie che aiutano a mi- gliorare le esigenze della sicurezza – ciò che, spesso per mo- tivi di forza maggiore, era stato prudentemente sottratto all’attenzione del pubblico e alla pietas popolare. Il Museo d’arte sacra di Montespertoli, realizzato anche con il finanziamento dell’Ente Cassa, è stato inaugurato nel 1996. Esso fa parte di un circuito di centri espositivi che oggi può contare su uno strumento in più, voluto e promosso dal- l’Ente Cassa, ma realizzato con la partecipazione condi- visa degli altri soggetti interessati, ossia i Piccoli Grandi Musei, un sistema di comunicazione integrato che si av-

7 vale di un sito internet (www.piccoligrandimusei.it), di mostre organizzate periodicamente nelle località coperte dal progetto e di guide a stampa dei musei coinvolti. La presente guida del Museo d’arte sacra di Montesperto- li si inserisce in tale contesto ed è volta, nello spirito dei Pic- coli Grandi Musei, a far meglio conoscere ed apprezzare questa bella realtà del nostro territorio.

edoardo speranza 8 Antonio er capire le ragioni dell’iniziativa che anche que- Paolucci P st’anno l’Ente Cassa di Risparmio di Edoardo Spe- Soprintendente ranza promuove e finanzia (valorizzare, far conoscere, per il Polo Museale dare visibilità e splendore alla rete di musei piccoli e pre- fiorentino ziosi che a Firenze fanno corona e da Firenze si irradia- no come una rosa dei venti) bisogna andare agli Uffizi. Bisogna andare agli Uffizi e percorrere lentamente i cor- ridoi lasciandosi portare dai propri passi. Non vi preoc- cupate, per ora, dei Giotto e dei , dei Botticelli e dei Leonardo che popolano le sale. Agli Uffizi ci tornerete ancora. Avrete tempo e agio per guardare e ri- guardare i capolavori identitari della nostra civiltà. Li- mitatevi, adesso, a camminare e a guardare. Da una par- te le sculture antiche allineate lungo le pareti e, al di là di quelle, quadri che sono pagine irrinunciabili di qualsia- si manuale di storia dell’arte. Dall’altra, le finestre aper- te sulla città: la cupola di Santa Maria del Fiore, la Tor- re di Arnolfo, il colle di Belvedere fitto di ville e di chiese, il fiume con i ponti dai nomi famosi, il cielo con le sue nu- vole e con le sue rondini. Dalla passeggiata lungo i corri- doi degli Uffizi avrete capito una cosa fondamentale. Avre- te capito che in questa privilegiata parte del mondo la Bel- lezza insegue la Bellezza. Sta dentro il museo e fuori del museo, dilaga nella piazza e nelle strade, si fa profilo di colli, colore di intonaci, ordine rigoroso e melodioso del tessuto urbano. Avrete capito, in sostanza, la ubiquità, la pervasività italiana (e soprattutto fiorentina) della Bel- lezza.

9 Guardando dalla testata degli Uffizi il fiume e le colline modellate come un’opera d’arte (il Dio che ha fatto il pae- saggio di questa città «era uno scultore, era un orafo, era un fiorentino!» diceva miss Bell del Lys Rouge di Anato- le France) capirete anche che i tesori che stanno agli Uffi- zi li ritroverete a monte e a valle dell’Arno, laggiù fin do- ve vi conduce lo sguardo e oltre ancora, al di là del profi- lo del Belvedere, al di là della facciata di . Se Firenze è la città degli Uffizi anche la Regione lo è, per- ché sugli Uffizi si modella per riflesso e per riverbero. La bel- lezza e la grazia delle nostre valli e delle nostre montagne, delle città e dei villaggi, dalla bellezza e dalla grazia che abitano i musei fiorentini sono marcate e significate. I Fi- lippo Lippi e i Simone Martini sono nel museo maggiore ma anche nell’antica pieve che sta fra strade bianche e vi- gne compartite in prospettiva come nei dipinti di Paolo Uc- cello. Masaccio è accanto a Masolino nella pala di Sant’An- na Metterza, ma è anche in San Giovenale all’ombra gran- de del Pratomagno. I cipressi figurati in una certa tavola di Alessio Baldovinetti li ritroverete in uno scorcio di paesag- gio, girando per la Val d’Orcia o per la Val di Sieve. Questa è la Toscana. Tutto ciò vi permetterà di capire, per analogia e per evocazione, la passeggiata lungo i corridoi degli Uffizi. E perché tutto questo sia reso visibile e com- prensibile e diventi didatticamente esemplare, ha preso forma e viene replicata quest’anno, l’iniziativa dell’Ente Cassa di Risparmio. Gli Uffizi in Valdelsa; potremmo chiamare così l’impresa di quest’anno da Rosanna Caterina Proto Pisani guidata e coordinata d’intesa con i colleghi della Soprintendenza di Bruno Santi e con Marcella Antonimi e Barbara Tosti dell’Ente Cassa di Risparmio. Potremmo chiamarla così non solo perché l’Annunciazione di Botticelli in San Pier Scheraggio verrà a tener compagnia ai Botticini di Empo- li. Non solo perché la sala dei primitivi degli Uffizi la in- antonio paolucci 10 contrerete, in mirabile concentrazione, in quella tavoletta della pinacoteca di Santa Verdiana a Castelfiorentino do- ve si vede il giovane Giotto confrontarsi con Cimabue e dalla crisalide emergere la lingua figurativa degli italiani. E neanche perché la Madonna con il Bambino di Filip- po Lippi nella raccolta di arte sacra di Montespertoli ri- chiamerà alla mente l’Incoronazione della Vergine che agli Uffizi sta accanto a Piero della Francesca. Sarà lecito (e consolante) parlare di Uffizi in Valdelsa perché l’ordi- ne estetico e intellettuale che risplende nel museo maggio- re li troverete riverberati nel paesaggio, nell’architettura, nelle opere d’arte presenti in quella parte di Toscana. La circolarità, la pervasività, la ubiquità della Bellezza è il nostro stupefacente privilegio, quello che ci fa unici e in- vidiati nel mondo. Affermarlo in una mostra stellare di- slocata fra Castelfiorentino e Certaldo, fra Montespertoli ed Empoli, fra Fucecchio e San Vivaldo, è nostro dovere ma anche nostro orgoglio.

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Bruno Santi a valle del fiume Elsa e le sue vicinanze sono un luo- Soprintendente L go cruciale per la Toscana: un punto d’incontro tra le per il patrimonio civilizzazioni delle tre principali città che si sono contese storico, a lungo la supremazia politica e culturale della regione: artistico ed etnoantropolo- , Firenze e Siena. gico di Firenze, Pistoia e Prato Le stratificazioni delle vicende storiche hanno portato a una contaminazione quantomai felice di realizzazioni arti- stiche e di tendenze formali, dal Medioevo in poi: si pen- si – a esempio – alla presenza della testimonianza più oc- cidentale dell’architettura romanica di tipo fiorentino, os- sia la collegiata di Sant’Andrea a Empoli che convive – a pochi chilometri di distanza – con la struttura decisamente romanica pisana della pieve di Santa Maria a Chianni presso Gambassi. Ma anche all’incontro tra le espressioni figurative senesi e fiorentine nello stesso territorio, in par- ticolare a Certaldo, Castelfiorentino e Montaione, luoghi davvero di confine e di scambio di esperienze espressive: e ne è testimone la singolare Madonna col Bambino del Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino, dalla singo- lare vicenda attribuitiva, dove han fatto significativa- mente capolino i nomi – prestigiosi – di Cimabue, Duc- cio, Giotto, fino ad arrivare alla audace ipotesi di una stretta collaborazione (in pratica inscindibile nell’indivi- duazione delle “mani”) tra i fiorentini maestro e allievo. Ma gli esempî della cospicuità storica di questa terra po- trebbero utilmente continuare, coinvolgendo realtà reli- giose e politiche anche di largo respiro: confini tra diocesi antiche e prestigiose (Firenze, Pisa, Volterra); sedi vica-

13 riali del Sacro Romano Impero per la riottosa Toscana (a San Miniato detto appunto “al Tedesco”), episodî poi di grande rilevanza per la stessa vicenda regionale come la cre- scita e la distruzione di Semifonte, paventata rivale di Fi- renze (anche se ubicata in territorio non propriamente valdelsano, ne sfiorava tuttavia i confini e ne dominava l’estensione); realizzazioni singolari di devozione religio- sa come la “piccola Gerusalemme” di San Vivaldo. Presenza di vicende religiose e d’arte (come siamo ormai abituati a definire) attestati dai musei d’arte sacra locale, che arricchiscono in modo significativo il territorio pro- vinciale fiorentino, e che già l’anno scorso con l’iniziativa Piccoli grandi musei e la presentazione di immagini ma- riane (le Madonne del Chianti) dell’Impruneta, di Gre- ve, di Tavarnelle Valdipesa, fortemente e meritoriamente voluta e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio con la cooperazione – indispensabile e fruttuosa – delle Soprin- tendenze fiorentine al Polo museale e al Patrimonio stori- co-artistico, hanno ricevuto anche una rilevante atten- zione e un lusinghiero successo da parte di pubblico loca- le e visitatori forestieri. In questa occasione, sono i musei di Montespertoli, di Ca- stelfiorentino, di Certaldo, di Fucecchio, di Empoli e la Gerusalemme di San Vivaldo a ricevere insigni opere d’ar- te da confrontare con altre che fan parte delle loro raccol- te, a mettersi “allo specchio”, in definitiva, come indica il titolo dell’evento, suggerito da Antonio Paolucci, impa- reggiabile conoscitore del territorio toscano (e non solo), e raccolto di nuovo dall’Ente Cassa di Risparmio, che con la Presidenza, la Direzione generale, lo staff che con irre- prensibile impegno e con grande professionalità organiz- za queste imprese, e il coordinamento di Rosanna Cateri- na Proto Pisani, che tali realtà ha frequentato e curato da quando era funzionario di zona per la già Soprintenden- za per i Beni artistici e storici, nonché la partecipazione bruno santi 14 delle attuali funzionarie dell’erede legittima di quell’uffi- cio, ossia la neonata Soprintendenza per il patrimonio sto- rico artistico, Anna Bisceglia e Ilaria Ciseri, hanno illu- strato l’iniziativa che qui si presenta e aggiornato le sin- gole guide dei musei che si son ricordati. A tutti loro, e a tutti coloro che hanno partecipato al pro- getto, non può che andare la riconoscenza di chi ha la re- sponsabilità dell’ufficio di tutela del patrimonio artistico diffuso sul territorio e che – nonostante le condizioni pre- carie in cui esso talvolta si trova, a causa delle difficoltà di risorse finanziarie e umane delle amministrazioni pub- bliche – è ancora (e ci auguriamo che lo sia costantemen- te) il motivo di maggiore attrazione di questa nostra re- gione che in modo singolare e molto spesso, nonostante le dichiarazioni d’intenti e l’orgoglio di possedere una delle più cospicue testimonianze culturali del nostro Paese, pa- re dimenticarsi della sua presenza, che invece attesta una storia millenaria di ininterrotta creatività.

presentazioni 15 poche centinaia di metri dagli Uffizi, al di là del- Mariella A l’Arno, quasi a ridosso del Ponte Vecchio, nella chie- Zoppi sa di Santa Felicita, la Deposizione del Pontormo si pro- Assessore alla Cultura pone a un incontro appassionante. Non c’è alcuna fila. La della Regione scoperta del dipinto è immediata. Si può ammirare in Toscana condizioni di calma del tutto inedite. Prendiamo la pic- cola chiesa fiorentina come l’inizio di un filo ideale che, partendo all’esterno della vetta rappresentata dalla Gal- leria degli Uffizi, si dipana nel territorio circostante. Se- guendo questo filo si scoprono tesori, più o meno cono- sciuti, ma anche un paesaggio che spesso ha ancora evi- denti i legami con le opere che accoglie. Si tratta di un ca- rattere del nostro paese che è ancor più marcato in Tosca- na. Si può fare così un viaggio denso di emozioni e di sco- perte, nonostante la brevità degli spazi che si percorrono. Dai musei si passa al territorio e viceversa con continui rinvii di immagini e di manufatti, di stili e di tracce. Un dipinto ci rimanda a una chiesa e una pieve a un museo. La visita al museo può diventare così l’occasione per una conoscenza più approfondita della nostra eredità cultu- rale che non è depositata solo tra le mura dell’istituzione. Questa guida fa parte di una collana sui musei d’arte sa- cra della Valdelsa inferiore e della Valdelsa fiorentina ed è nata proprio nell’ambito di un progetto di valorizza- zione dei musei, ma anche di quello che, in modi diver- si, proiettano all’esterno. Un progetto che ha tenuto con- to della qualità della fruizione del pubblico, dal miglio- ramento degli apparati informativi ai restauri, dalla co-

16 struzione di un sito web all’edizione di questa guida. Ci sono, quindi, condizioni nuove per visitare questo e gli al- tri musei della Valdelsa e il contesto in cui sono inseriti. Per questo motivo ci auguriamo che il pubblico accolga ampiamente questa proposta. I musei hanno bisogno an- che del riconoscimento dei visitatori per sentire confer- mata la loro missione e poter dare un servizio sempre più qualificato. Musei d’arte sacra, ma non solo, perché la fi- losofia del progetto è quella dell’unitarietà della cultura. Accanto ai musei, ad esempio, e spesso anche fisicamente, le biblioteche non solo conservano libri sulla storia e l’ar- te del territorio, ma sono in grado di dare ogni assistenza utile a una conoscenza che risponde a interessi personali. La guida è quindi una leva per scoprire o incontrare nuo- vamente ancora un’altra Toscana attraverso i suoi musei. Per questo motivo il progetto Alla scoperta del territorio. Piccoli grandi musei ha il sostegno della Regione Tosca- na che per la sua natura istituzionale ha il dovere di es- sere garante dell’accesso più ampio ai musei e al patri- monio culturale.

presentazioni 17 utto il territorio di Montespertoli è costellato di nu- Don Roberto T merose testimonianze artistiche e architettoniche, tra Bartolini le quali spicca il Museo di Arte Sacra di Montespertoli, il Il Parroco quale nasce dalla convenzione tra il Comune e il Vicaria- Antonella to Foraneo di Montespertoli, con la collaborazione della Chiavacci Curia Arcivescovile di Firenze, la Regione Toscana, la Pro- Il Sindaco vincia di Firenze, la Soprintendenza dei Beni Ambienta- li e Architettonici, dei Beni Artistici e Storici e l’Ente Cas- sa di Risparmio di Firenze. La pieve di San Piero in Mercato, insieme al borgo di Lu- cardo, rappresenta il centro più antico del territorio di Montespertoli, di origine alto medioevale. Sede del Museo è appunto la bella e ampia canonica della pieve di San Piero in Mercato, attualmente arric- chita di preziosi dipinti, argenterie e parati che testimo- niano l’importanza storica e la vitalità artistica del ter- ritorio di Montespertoli. All’interno della canonica gli oggetti sono esposti raggruppando le opere delle chiese dello stesso piviere. Il Museo d’arte sacra di Montespertoli fa parte dei “picco- li musei” chiamati a raccogliere opere che hanno abban- donato la loro sede di origine e a testimoniare la produ- zione artistica locale e lo stretto rapporto con l’ambiente in cui sono state realizzate. Grazie alla collaborazione tra gli enti locali, le proprietà ec- clesiastiche, le soprintendenze e gli istituti finanziari, si è assistito a un rinnovamento e a una sempre maggiore valo- rizzazione del patrimonio presente all’interno del Museo.

18 La disponibilità offerta dall’Ente Cassa di Risparmio ha permesso che l’attenzione da parte delle istituzioni si ri- volgesse al nostro Museo d’arte sacra, in modo da attirare un pubblico sempre maggiore, interessato ad approfondi- re la conoscenza del territorio soffermandosi non solo sul- le grandi opere presenti nelle città d’arte, ma scoprendo i “patrimoni nascosti” e le vicende storiche ad essi connesse. Esprimiamo grande soddisfazione per gli sforzi che sono stati compiuti nell’obiettivo di salvaguardare e promuo- vere la conoscenza di un tessuto artistico, spesso di non fa- cile reperibilità, comunque testimone di creatività e inge- gno dell’arte toscana. È in questo spirito che esprimiamo i più sinceri ringra- ziamenti a tutti coloro che si sono attivamente adoperati in quest’azione di promozione e scoperta di un’opera cul- turale di grande rilievo.

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Museo d’arte sacra di Montespertoli

Museo d’arte sacra di Montespertoli

Rosanna l Museo d’arte sacra di Montespertoli è situato in un Caterina paesaggio collinare di incomparabile bellezza, con- Proto Pisani I notato dalle tipiche colture toscane. La sua sede è l’am- pia canonica della pieve di San Piero in Mercato, con due ingressi: uno dal giardino e l’altro da una corte in- terna adiacente al fianco destro della chiesa, dalla qua- le si gode una bella veduta del campanile romanico. La pieve di San Piero in Mercato è fra le più antiche del- la Toscana, certamente anteriore al Mille, dal momento che risulta citata in documenti della prima metà dell’xi secolo. Forse la sua prima organizzazione politica e reli- giosa risale addirittura all’epoca carolingia, anche se il di- ploma nel quale si enunciavano i beni dei singoli comi- tali della Toscana donati da Carlo Magno all’abbazia di Nonantola si è rivelato apocrifo, teso ad accreditare le- galmente i possedimenti dell’abbazia in Toscana, alla quale tuttavia doveva appartenere la nostra pieve, come risulta nelle decimazioni del xii secolo. La chiesa fu con- sacrata nel 1057: a quest’epoca di pieno fervore edilizio deve risalire la sua riedificazione, quando «Parea che la terra stessa, come scrollandosi e liberandosi della vec- chiaia, si rivestisse tutta di un candido manto di chiese», per riprendere le parole di Rodolfo il Glabro (Cronache dell’anno Mille, ed. 1989, p. 133). Allora tutte le chiese, i monasteri e anche i più piccoli oratori di campagna fu- rono sostituiti da edifici di maggiore dignità e bellezza. Pieve di San Piero La facciata della chiesa, restaurata alcuni anni fa, è un fal- in Mercato so novecentesco che ripropone nella dicromia bianco e

23 verde il carattere romanico fiorentino dei celeberrimi esemplari del Battistero e di San Miniato al Monte, espor- tati anche nella vicina collegiata di Empoli. L’impianto romanico a pianta basilicale con tre navate divise da pila- stri a sezione rettangolare e concluse in altrettante absidi, dichiara nella sua struttura architettonica l’antichità del- la pieve, dal momento che le chiese più tarde sono carat- terizzate da un’unica navata e da una sola abside (Moret- ti, Stopani 1974, p. 197). L’estrema regolarità, ma anche l’austerità e la semplicità dell’interno, privo di decorazio- ni, nella ripresa dello schema della basilica paleocristiana, mostrano di essere il riflesso – nella campagna – delle pri- me manifestazioni del romanico fiorentino, come Santa Reparata, alla quale sembra ispirarsi San Piero. La novità, invece, dei pilastri a sezione rettangolare in sostituzione delle colonne è derivata dalla cultura romanica lombar- da, diffusa in Toscana grazie alle maestranze attive nella regione, come testimonia l’architrave della vicina pieve di San Giovanni Battista a Monterappoli. All’interno, restaurato e ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli, si conservano alcune importanti testi- monianze romaniche, come il bel fonte battesimale di forma esagonale, dalle specchiature in marmo bianco, rosa e serpentino, decorate da una serie di formelle a motivi geometrici in verde e nero. L’estrema sempli- cità stilistica e strutturale ne denota l’antichità nel con- fronto con esemplari simili esistenti nelle pievi del ter- ritorio fiorentino (Santa Maria all’Impruneta, Santa Maria a Coeli Aula, Sant’Agata in Mugello, etc.), da- tandolo alla prima metà dell’xi secolo. Alcune testimonianze romaniche custodite nella pieve dimostrano che in essa, in origine, dovevano esserci al- tri arredi marmorei. Così, una formella rettangolare in marmo bianco e nero con disegni geometrici a scac- chiera nel perimetro e con al centro una stella inscritta museo d’arte sacra di montespertoli 24 in un cerchio, murata nel vano di accesso al campani- le, frammento di un altare o di un ambone romanico, suggerisce l’immagine di raffinata ed elegante decora- zione dell’interno della chiesa. Ancora romanica, anche se con probabilità da ascrivere al xiii secolo, è una pic- cola bifora murata a destra del portone della canonica, così come l’imponente torre campanaria, merlata. Fu proprio durante il Medioevo che la pieve di San Pie- ro in Mercato visse il periodo di maggiore splendore, non solo come il centro religioso più significativo di tutta la comunità, trattandosi della chiesa matrice del- l’omonimo piviere, dalla quale dipendevano ben ven- tisei suffraganee, ma anche come fulcro del sistema po- litico del territorio, centro delle assemblee cittadine e sede del podestà della Lega di San Piero in Mercato. Alla fine del Trecento, e precisamente nel 1393, con l’e- stinzione dei signori di Montespertoli, un ramo degli Canonica di San Piero, Alberti, il patronato della pieve insieme con i loro be- sede del Museo ni passò ai Machiavelli, che avevano già possedimenti

museo d’arte sacra di montespertoli 25 nella zona. Il testamento di Ciango d’Agnolo dei si- gnori di Montespertoli, ricorda il passaggio del patro- nato della pieve di San Piero in Mercato a Boninsegna e Lorenzo Machiavelli, mentre gli stemmi sulla faccia- ta della chiesa e sul portone di accesso alla canonica te- stimoniano più tardi la presenza dei Capitani di Parte Guelfa, che divisero con i Machiavelli il patronato, co- me risulta in una lettera datata 10 febbraio 1437, nella quale si impone la sistemazione «nella faccia di fuori della decta pieve et in luogo eminente et aperto» delle insegne della Parte Guelfa. Se la presenza dei Machiavelli, ancora nella prima metà del Cinquecento, è motivo di importanti commissioni di opere d’arte, ormai dalla fine del Quattrocento San Piero in Mercato comincia a perdere importanza poli- tica ed economica. Già trasferito nel Quattrocento l’im- portante mercato, per motivi di praticità e di controllo sulla via Volterrana a Montespertoli, che divenne anche sede della podesteria (M. Nardi Dei 1873, p. 29), tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento iniziò an- che la lenta decadenza ecclesiastica della pieve, con la ri- duzione delle chiese suffraganee. Nonostante la perdita dell’antico ruolo svolto, San Piero in Mercato continuò ad essere idealmente il simbolo politico e religioso di Montespertoli, tanto che fino alla fine del xviii secolo rimase l’usanza che il magistrato dei priori e il podestà si recassero nel giorno di san Pietro all’antica pieve, per portare un’offerta in cera, ma anche per fare la “tratta” dei priori e dei consiglieri. Il patrimonio del museo proviene dalla pieve, ma an- che dalle sue suffraganee, oltre che dalle chiese degli altri due pivieri. La felice coincidenza, che non si ri- trova altrove, tra il territorio dei pivieri che costituiva- no la Lega e quello attuale del Comune di Monte- spertoli, ha indotto a sistemare le opere sulla base dei museo d’arte sacra di montespertoli 26 pivieri, considerando gli antichi raggruppamenti ec- clesiastici come realtà storico-culturali autonome, in virtù del fatto che le chiese del piviere, ben più antico delle giurisdizioni civili, hanno vissuto per secoli in simbiosi, trasferendo spesso il patrimonio da una chie- sa suffraganea all’altra dello stesso piviere, se non ad- dirittura nella chiesa matrice. Le prime due sale del museo sono state interamente dedicate alle opere provenienti dalle chiese del piviere di San Piero in Mercato. Nella prima sala, il Salone, sulla porta, vi è il busto di un sacerdote, probabilmente il pievano Antonio Galli, che restaurò nel 1876 chiesa e canonica. Le pareti intonacate custodiscono, al di sot- to dello scialbo, modeste decorazioni novecentesche con vedute, stemmi di pievani e cardinali. Qui, accanto alle opere provenienti dalla pieve, alcune delle quali le- gate agli antichi patroni, i Machiavelli, (Madonna col Bambino tra i santi Pietro e Paolo con il committente, di un ignoto pittore fiorentino del xvi secolo; il bassori- lievo rappresentante San Gerolamo nel deserto di Giro- lamo della Robbia) e a quelle provenienti da San Lo- renzo a Montegufoni, legate agli Acciaioli (Madonna col Bambino dell’ambito di Lippo di Benivieni, argen- terie, etc.), vi sono opere provenienti da piccole chie- se come San Michele a Mogliano (Madonna col Bam- bino tra i santi Antonio abate a Giuliano di Neri di Bic- ci, arredi lignei), Santa Maria a Mensola o San Giusto a Montalbino. Il criterio espositivo di riunire le opere provenienti dalle chiese dello stesso piviere ha sugge- rito di esporre nel Salone accanto ai dipinti anche le preziose argenterie. La seconda sala del museo è battezzata Sala Verde per il colore delle sue pareti che si accompagna a un elegante bianco avorio con sfumature grigie nelle decorazioni del soffitto a raggiera, nel quale compare lo stemma del pie-

museo d’arte sacra di montespertoli 27 vano Antonio Galli. Motivi di foglie, conchiglie e fiori ricompaiono nei finti pennacchi dipinti, mentre sugli architravi delle porte sono ripresi nei medaglioni, arric- chiti da volute e riccioli, simboli iconografici delle Virtù teologali e il simbolo cristologico del pellicano. La Sala Verde è quasi interamente dedicata alle chiese di Santa Maria a Torre e di San Bartolomeo a Tresanti, suffraganee di San Piero in Mercato, presentando ac- canto a dipinti del Seicento (Assunta di Domenico Fril- li Croci, opere del Lupicini e della bottega del Curra- di) e del Settecento (l’Adorazione dei Magi di Niccolò Bambini, fino a qualche tempo fa considerata opera del fiorentino Sagrestani), le argenterie e gli arredi lignei appartenenti alle stesse chiese. La Sala Gialla, con le pareti ricoperte da una finta tap- pezzeria gialla, ospita le opere provenienti dai pivieri di Coeli Aula e di San Pancrazio, tra le quali eccelle la gemma del museo, la Madonna col Bambino della tar- da attività di fra Filippo Lippi, accompagnata da un raro fonte battesimale della metà del xii secolo, pro- veniente dalla chiesa di Santo Stefano a Lucignano. In questa sala si segnala anche un dipinto, la Flagellazio- ne di Cristo, di un artista fiorentino del Seicento, Do- menico Pugliani, autore anche della Gloria di sant’An- drea, esposto nella prima sala, che svolse un ruolo si- gnificativo nella realtà politica del nostro Comune, dal momento che fu podestà di Montespertoli nel 1646. Segue quindi la sala del museo dove hanno trovato la loro collocazione i parati sacri e i manoscritti, che per motivi di conservazione (luce e umidità) non poteva- no essere esposti accanto ai dipinti delle chiese di pro- venienza, ulteriori testimonianze di un passato ricco di storia e di arte del territorio di Montespertoli, ben do- San Piero in Mercato, cumentato anche da una serie di carte poderali con le interno piante di Uzzano, Le Fonti, Poggio Caroni e via Piana. della chiesa museo d’arte sacra di montespertoli 28 museo d’arte sacra di montespertoli 29 Dal Piviere alla Lega e al Comune: l’eredità del Museo di Montespertoli

ordinamento del Museo d’arte sacra di Montespertoli presenta l’e- L’ sposizione degli oggetti (dipinti, sculture, oreficerie, arredi) ap- partenenti a ciascuna chiesa, raggruppati sulla base dei pivieri, anti- che giurisdizioni ecclesiastiche alle quali afferivano diverse chiese det- te suffraganee, che facevano capo alla matrice, la pieve dotata di fonte battesimale. Per poter comprendere l’importanza del piviere nella storia del territorio fiorentino è necessario rivisitare sinteticamente il processo di autonomia delle comunità rurali che, iniziatosi fin dalla seconda metà dell’XI seco- lo con la formazione di nuovi ceti emergenti, la borghesia, cercarono di ingrandirsi a spese dell’aristocrazia territoriale, ridefinendo i rapporti con i proprietari per ottenere una compartecipazione al governo delle co- munità e patti meno onerosi nella lavorazione delle campagne. Un for- te appoggio nella lotta contro i grandi feudatari fu dato alle comunità locali dalla Repubblica fiorentina, che fin dall’inizio del XII secolo ave- va raggiunto la propria autonomia, sottraendosi al potere dei marchesi di Toscana. Man mano che le famiglie divenivano libere, si costituivano i popoli, raggruppamenti autonomi ma dipendenti civilmente da Firenze, che ave- vano il proprio punto di riferimento nelle chiese parrocchiali con il par- roco o i rettori, magistrati eletti dalle singole comunità. La pieve, ripren- dendo il suo ètimo da plebs (popolo), divenne allora il centro delle as- semblee cittadine, mentre il piviere rappresentò in un certo senso la pri- ma forma embrionale del comune rurale. Alla metà del XIII secolo, la Re- pubblica fiorentina organizzò le forze di questi popoli, dividendo il con-

museo d’arte sacra di montespertoli 30 tado in novantasei pivieri armati, sottoposti ad un capo che, in caso di necessità, doveva radunare le armi presso la chiesa e difendere Firenze (M. Nardi Dei 1873, pp. 188-189). Certamente la pieve di San Piero in Mercato, chiesa matrice dell’omonimo piviere, partecipò attivamente al- le vicende storiche del contado fiorentino, offrendo staia di grano per i rifor- nimenti durante le battaglie e gli assedi (C. Paoli 1889, p. 107). Nella seconda metà del XIV secolo i pivieri si riunirono tra loro forman- do le Leghe dei Popoli o del Podesterio, soggette a un magistrato, il pode- stà, secondo l’organizzazione del dominio fiorentino nel contado. Le le- ghe disponevano di propri statuti, svolgendo non solo compiti di tutela dell’ordine pubblico o di difesa dei diritti dei popolani, ma anche di mo- bilitazione dei contingenti militari a difesa di Firenze e della Parte Guel- fa. Il capitano della lega, cittadino fiorentino, era coadiuvato da gonfa- lonieri, pennonieri, consiglieri, sindaci, camerari eletti direttamente tra i propri cittadini dai popoli delle leghe. La Lega di San Piero in Mercato, che promulgò i propri statuti il 6 set- tembre del 1398 a cura del notaro fiorentino Biagio di Paolo di Matteo Catignano, così denominata in quanto sede del podestà, era formata dai tre pivieri di San Piero in Mercato, San Pancrazio e Coeli Aula e aveva come insegna le chiavi unite, riferite alla pieve di San Piero, rappresen- tate sopra il giglio, simbolo della dipendenza dalla Repubblica fiorenti- na e sormontate dalla stella, testimonianza dell’antica autorità dei con- ti Alberti sul territorio di Montespertoli. La Lega di San Piero in Mercato si può considerare l’antenata del Co- mune di Montespertoli, che ne ricalca in gran parte i confini territoriali riprendendone l’insegna nel proprio gonfalone. Il Museo d’arte sacra di Montespertoli, sorto con una convenzione tra l’autorità ecclesiastica e l’autorità civile, è l’erede morale e culturale del- l’antichissima storia del suo territorio.

Rosanna Caterina Proto Pisani

museo d’arte sacra di montespertoli 31 Piantadel museo

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4 3 2 1

Biglietteria / Bookshop Tickets / Bookshop

1 - Salone 1 1 -Large hall

2 - Sala Verde 2 2 - Green hall

3 - Sala Gialla 3 3- Yellow hall

4 - Sala dei parati 4 4 - Hall of vestments

5 - Saletta delle carte poderali 5 5 - Small hall of farm maps Visita al museo

Ilaria Ciseri Nel piccolo vano d’ingresso dove si trova la bigliette- ria è collocato un affresco staccato.

1. pittore fiorentino Sant’Antonio abate secolo xv affresco staccato; cm 180148 ospedale sulla via di Pulica

1 - Salone Il Salone d’ingresso ospita la maggior parte della rac- colta pittorica del museo e alcune vetrine contenenti arredi sacri, tutte opere provenienti dalla vicina pieve

33 di San Piero in Mercato o dalle chiese del suo piviere. L’esposizione dei dipinti offre un’ampia panoramica dell’arte toscana dal Trecento al Settecento, partendo da preziose tavole medievali attribuite a maestri fio- rentini e senesi, passando attraverso capolavori del Rinascimento fiorentino, per arrivare alle soglie del Rococò con una tela di Antonio Pucci, artista che volle ritrarre sullo sfondo del gruppo sacro la facciata dell’antica pieve di San Piero. Una particolarità sembra distinguere la collezione dei dipinti del museo, poiché ben tre di essi (uno dei quali è nella terza sala) sono arricchiti dagli affascinanti ritratti dei rispettivi com- mittenti, raffigurati di profilo e in ginocchio, come voleva la tradizione, ai piedi dei santi o della Madonna cui vollero esprimere la loro devozione. Nelle vetrine si possono invece ammirare esemplari di oreficeria sacra e arredi liturgici di estrema preziosità, anch’essi riferi- bili a un ampio arco cronologico, che dal Medioevo giunge fino al xix secolo. Tra i pezzi più rari si segnala il gémellion, larga coppa medievale di fabbricazione francese, il cui nome deriva dal fatto che era prodotto in coppia, “gemelli” appunto, per contenere l’acqua necessaria al lavacro delle mani.

museo d’arte sacra di montespertoli 34 Alla parete a destra Si presume realizzata intorno al 1480 della porta d’ingresso questa affascinante tavola attribuita a Neri di Bicci, uno dei pittori più rap- 2. neri di bicci (Firenze 1419-1491) presentativi del Rinascimento fioren- Madonna col Bambino in trono tino. Le sue opere, come dimostra que- e i santi Antonio abate sta pala d’altare, sono caratterizzate da e Giuliano martire colori accesi e di forte impatto, talora ottavo decennio del secolo xv perfino esaltati da tonalità contrastanti, tavola; cm 115132 il cui effetto era rafforzato dall’oro che iscrizioni: sul gradino in basso: scs.antonius.abbas. scs.iulianus.m. pieve di San Piero in Mercato, già * Il numero corrisponde a quello del cartelli- no, con riferimento al catalogo di Rosanna chiesa di San Michele a Mogliano Caterina Proto Pisani e Antonella Nesi, Il Mu- (inv. 7)* seo di Arte Sacra a Montespertoli, Firenze 1995.

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1 - salone 35 risplendeva sul fondo, qui oggi in gran parte perduto. Anche il trono su cui siede la Madonna è tipico della pro- duzione dell’artista, concepito come un elaborato elemento architettonico in marmo, ora decorato con intarsi co- lorati, ora abbellito da elementi prezio- si come i braccioli, e soprattutto scan- dito nel suo ricercato scorcio prospet- tico. Come indicano le scritte apposte sul gradino in primo piano, i due san- ti sono Antonio abate, riconoscibile anche per la presenza del porco ai suoi piedi, e san Giuliano martire, elegan- temente vestito in abiti quattrocente- schi, secondo il frequente uso rinasci- mentale di attualizzare l’aspetto delle figure sacre. Nel Settecento il san Giu- liano fu oggetto di una pesante ridi- pintura, che lo vide trasformare in san Michele, probabilmente per meglio integrare la tavola nella chiesa di San Michele a Mogliano. 2, particolare

2, particolare

2, particolare museo d’arte sacra di montespertoli 36 A sinistra della porta di ingresso pronta della pittura fiorentina del- l’ultimo Quattrocento, come indu- 3. pittore fiorentino cono a pensare la posa del Bambino Vergine col Bambino tra i santi e la staticità delle figure, e soprattut- Giorgio e Nicola di Bari to animato da una personalità estro- primi decenni del secolo xvi sa, certamente raffinata. È quanto tavola; cm 109125 emerge dalla scelta di una tavolozza chiesa di San Giorgio, poi chiesa dominata essenzialmente dal rosso e di San Lorenzo a Montalbino, dai toni scuri del manto della Vergi- quindi chiesa di san Giusto ne e dello sfondo e dalla resa sofisti- a Montalbino cata di alcuni dettagli, primo fra tut- (inv. 9) ti l’elmo del san Giorgio a sinistra, L’anonimo artista che eseguì questa ispirato ad uno dei preziosi e talora tavola mostra uno stile alquanto sin- stravaganti elmi da parata indossati golare, appena condizionato dall’im- in occasione di giostre e tornei.

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1 - salone 37 Procedendo in senso orario, ora pro nobis; alle pareti sul margine inferiore: s. martino s. bastiano 4. pittore fiorentino chiesa di San Martino a Manzano Vergine col Bambino (inv. 10) tra i santi Martino e Sebastiano La provenienza dalla chiesa di San primi decenni del secolo xvi Martino a Manzano è confermata tavola; cm 175162 dalla presenza nella tavola del san- iscrizioni: sulla base del trono: to dedicatario, il vescovo Martino

4 museo d’arte sacra di montespertoli 38 di Tours, che nel iv secolo diffuse il cristianesimo nella Francia occi- dentale: il ricco mantello che lo av- volge non è solo parte dell’abbi- gliamento vescovile, ma mira a ri- cordare il suo celebre gesto di carità. La tavola, da taluni riferita alla ma- no del pittore fiorentino Raffaelli- no del Garbo (1466 circa-1524), pre- senta una composizione tradizio- nale, con la Madonna col Bambino in trono affiancata dai due santi Martino e Sebastiano, all’interno della quale spiccano elementi come il pregiato tessuto del tendaggio che si apre sul baldacchino, il pavimen- to prospettico in piastrelle di cotto e soprattutto il suggestivo profilo del committente, ritratto qui nella sua fisionomia marcata e fortemen- te espressiva. 4, particolare

4, particolare

1 - salone 39 5. cenni di francesco Tipico esempio di trittico tardo me- (notizie 1369 ca.-1415 ca.) dievale, questo dipinto reca la pre- Madonna col Bambino ziosa documentazione della data e tra santa Lucia e san Giusto del nome del committente: l’anno datato 1400 è il 1400 e Bicci d’Andrea il cittadi- tavola; cm 155142 no che pagò l’opera per offrirla alla iscrizioni: in basso sotto ciascun chiesa di San Giusto a Montalbino. pannello: sca lucia / mcccc fe Il santo vescovo raffigurato a destra fare bicci d’andrea / scs è, non a caso, san Giusto, succes- giustinus; sore di sant’Agostino sul soglio chiesa di San Giusto vescovile inglese di Canter- a Montalbino bury. Nel pannello di sinistra (inv. 3) compare santa Lucia, men-

5 museo d’arte sacra di montespertoli 40 tre al centro è la Madonna in trono d’Alessandria. L’opera è oggi attri- in atto di allattare il Bambino. Nel- buita a Cenni di Francesco, artista le tre piccole formelle quadrilobate che fu particolarmente attivo nel delle cuspidi sono dipinti al centro contado fiorentino e che è un auto- un Cristo benedicente e ai lati l’An- revole esponente della pittura to- gelo annunciante e la Vergine an- scana nella fase che precede imme- nunziata; in basso la predella com- diatamente l’abbandono della tra- prende invece sant’Antonio abate, dizione tardogotica e il successivo san Lorenzo, Cristo in pietà, un al- affermarsi della nuova ottica rina- tro santo vescovo e santa Caterina scimentale.

5, particolare

1 - salone 41 6. andrea di giusto tico di San Michele a Mogliano, ove (notizie 1423-1450) si ripete per esempio la medesima Madonna col Bambino impostazione del trono. È probabi- quinto decennio del secolo xv le che anche il dipinto proveniente da tavola; cm 5038 Montalbino fosse parte di un insie- chiesa di Santa Maria a Mensola, me più ampio e certamente reca i se- poi chiesa di San Giusto gni di un’antica decurtazione. L’arti- a Montalbino sta dimostra qui con quanta sotti- (inv. 6) gliezza e rapidità abbia recepito i fon- Pittore la cui fama è stata oscurata damenti della nuova pittura dettati dai più altisonanti nomi del primo dai suoi contemporanei: se l’insi- Rinascimento fiorentino, Andrea di stenza sull’eleganza raffinata dei tes- Giusto Manzini fu ai suoi tempi ar- suti appartiene ancora al gusto goti- tista di alta levatura, vantando una co, l’impostazione del gruppo sacro giovanile collaborazione addirittura muove già verso una nuova consi- con Masaccio a Pisa nel 1426. Que- stenza volumetrica e al di là del drap- sta tavola è collocabile già in una fa- po che ricopre il trono si scorge un se avanzata della sua carriera, tra il fondo azzurro che annuncia l’ab- 1440 e il 1450, e mostra notevoli af- bandono dell’antico oro simbolico a finità con il pannello centrale del trit- favore del colore naturale del cielo.

6, particolare 6, particolare museo d’arte sacra di montespertoli 42 6

1 - salone 43 7. pittore senese dalmatica tipica dei diaconi, il libro Santo diacono dei salmi e la palma del martirio, ele- metà del secolo xiv menti che spesso identificano il san- tavola; cm 11342 to; manca però il più consueto attri- chiesa di San Lorenzo buto simbolico di san Lorenzo, la a Montalbino graticola che fu strumento del suo (inv. 2) martirio e la cui assenza meraviglia La tavola, da ascriversi probabilmente se il dipinto fosse stato eseguito pro- ad un artista senese, presenta un’i- prio per la chiesa intitolata al santo. conografia piuttosto insolita, che La posa di tre quarti della figura in- non consente di dare una precisa duce inoltre a ipotizzare che si tratti identità ai personaggi che vi com- di un pannello concepito come par- paiono, un santo e un bambino. La te di un insieme e non come tavola provenienza dalla chiesa di San Lo- singola. I due stemmi agli angoli in- renzo a Montalbino ha indotto al- feriori del dipinto rimandano alla cuni a riconoscervi l’immagine di san famiglia Castellani, che anticamen- Lorenzo: a sostegno di tale ipotesi te aveva il patronato sulla chiesa di concorrerebbero l’ampia tonsura, la San Lorenzo a Montalbino, ma l’in- serimento troppo ravvicinato all’or- lo della veste induce a ipotizzare che potrebbero essere stati aggiunti in un tempo successivo alla realizzazione dell’opera. L’immagine del bambino suscita non poche curiosità: l’abito che indossa è intonato alla moda del tempo e potrebbe riflettere l’appar- tenenza a un casato, data la presen- za della tipica ripartizione in due co- lori, che denotava una vera e propria “divisa”; la sua posa, con i piedi sol- levati da terra e le mani atteggiate ad afferrare qualcosa, è inoltre enigma- tica e certo non casuale, forse allusi- va a un salvataggio in extremis com- memorato come in un ex voto nel di- pinto. 7, particolare museo d’arte sacra di montespertoli 44 7 1 - salone 45 8, particolare 8. Cerchia di lippo di benivieni orientandosi verso un’intonazione Madonna col Bambino più umanizzata. Realizzata da lui o secondo-terzo decennio da un suo collaboratore, questa ta- del secolo xiv vola è collocabile nella fase tarda del- tavola; cm 8060 la sua produzione, intorno al 1320. iscrizioni: sulla cornice, in basso: Risulta infatti dominante un senso mater omnium di naturalezza nella realizzazione del- cappella della Madonna della le due figure, che rimanda senza dub- Neve a le Calvane, poi chiesa bio all’esempio della rivoluzione fi- di San Lorenzo a Montegufoni gurativa giottesca, dove i volti sono (inv. 1) ispirati a vere fisionomie e i corpi as- Questa Madonna col Bambino è sta- sumono una volumetria tridimen- ta riferita alla bottega di Lippo di Be- sionale sempre più consistente. La nivieni, artista fiorentino la cui atti- tavola ha subìto varie vicissitudini, vità è documentata dal 1296 al 1327: dall’evidente taglio lungo i margini sono anni cruciali per la pittura ita- superiori, che attesta l’originaria pre- liana, che subisce una rapida evolu- senza di una cuspide, consona al gu- zione grazie al grande rinnovamen- sto dell’arte gotica, alla grave frattu- to portato avanti da Giotto. Tale on- ra in due parti del supporto, verifi- data di novità deve avere certamen- catasi durante il furto avvenuto nel te influito sull’opera di Lippo, che 1985, che si è poi felicemente con- durante la sua carriera abbandonò cluso con il ritrovamento e con il suc- progressivamente i vecchi schemi cessivo restauro. museo d’arte sacra di montespertoli 46 8

1 - salone 47 Gli Acciaioli a Montegufoni

li Acciaioli, tra le più illustri e antiche famiglie fiorentine, i quali G fondarono a Firenze la Certosa di San Lorenzo al Galluzzo, furo- no strettamente legati al territorio di Montespertoli, essendo proprietari fin dal XII secolo del castello di Montegufoni, all’epoca un castrum co- stituito da sette edifici separati. Fu infatti proprio in una stanzetta del castello, poi trasformata in cappella, che nacque Niccolò Acciaioli, forse il personaggio di maggiore spicco della famiglia, che fu Gran Siniscalco del Regno di Napoli e tutore della regina Giovanna. Gli Acciaioli esercitarono il patronato sulla chiesa di San Lorenzo, vicina al castello: la bella Croce dipinta da Taddeo Gaddi circa alla metà del Tre- cento fu commissionata probabilmente da Niccolò, che aveva perso tragica- mente il primogenito Lorenzo. Legata agli Acciaioli è una piccola tavola pro- veniente dalla chiesa e rappresentante la Madonna col Bambino della cer- chia di Lippo di Benivieni – attualmente esposta nel Museo – che fu fatta trasferire nel 1709 dalla cappella della Madonna della Neve a Le Calvane, fatta costruire da Leone Acciaioli, al castello. Durante il trasferimento però i cavalli che la trasportavano si diressero alla chiesa, senza tener conto delle sollecitazioni impartite. Questo fatto venne ritenuto miracoloso, come ricorda una lapide apposta accanto all’altare dove era venerata l’immagine. L’attuale castello fu ristrutturato nel Seicento, prima da Ottaviano Ac- ciaioli su progetto di Gherardo Silvani e poi dal figlio Donato e dal fra- tello, il cardinale Niccolò, che vi aggiunse la facciata verso tramontana e la galleria. Alcuni argenti romani – attualmente nel Museo – sono doni documentati del cardinale Niccolò, il cui stemma domina al centro della facciata della chiesa: una raffinatissima coppetta per l’assaggio del vino eseguita da Antonio Moretti de Amicis, argentiere del Sacro Palazzo Apo- stolico, e un vasetto per l’olio santo eseguito da Simone Palmieri, donato

museo d’arte sacra di montespertoli 48 nel 1710. In seguito, il castello si trasformò in villa, corredata da un bellis- simo giardino degno di gareggiare con quelli delle ville medicee, sul quale si affacciavano sale decorate da fiori e frutta in un continuo rimando di spazi aperti e chiusi. Qui lavorarono per Donato (che ristrutturò la cap- pella gentilizia con una cospicua raccolta di reliquiari per la quale mostrò interesse anche il Granduca) gli artisti attivi per Cosimo III, Agnolo Gori e Alessandro Gherardini. Donato, definito nei documenti «architetto», re- staurò anche la torre, eretta nel 1386, che domina il castello, con la sua sa- goma richiamando la torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, simbolo dello scambio di potere e protezione fra centro e periferia, e la chiesa nel 1674. San Lorenzo a Montegufoni fu arricchita nel Settecento da altre opere d’ar- te, come il soffitto affrescato con la Gloria di san Lorenzo di Giovan Do- menico Ferretti, ma dotata anche di argenterie come la parure composta da navicella e turibolo di Gaetano Geri, datata 1763, forse da legare al cardinale Filippo d’Ottaviano, e la croce processionale in ottone argen- tato. Anche il patrimonio tessile, di grande interesse, custodito ancora in chiesa, fu arricchito nel corso dei secoli dalla munificenza degli Acciaio- li: su pianete in teletta e damasco compaiono le armi del cardinale Fi- lippo d’Ottaviano e del cavaliere Filippo e su un parato in terzo quelle di Donato Acciaioli e sua moglie Anna Maria Altoviti, principali artefici del restauro della chiesa. Nel secolo scorso, con l’estinzione della famiglia Acciaioli, il castello di Mon- tegufoni ha vissuto varie vicende: nello stato di abbandono in cui versa- va venne acquistato da Sir George Sitwell, di aristocratica e intellettua- le famiglia inglese, che l’abitò con i tre figli, Edith, Osbert, Sacherwell, facendolo decorare all’interno da Gino Severini con i celebri Arlecchini. Deposito per le opere d’arte degli Uffizi, tra le quali la celebre Primave- ra di Botticelli, durante la seconda guerra mondiale, il castello è stato lot- tizzato dall’attuale proprietà, che ha creato appartamenti destinati al soggiorno degli amanti della campagna. Rosanna Caterina Proto Pisani

1 - salone 49 9. Attibuito a girolamo della Il bassorilievo è di forma quasi qua- robbia (Firenze 1488-Parigi 1566) drata e raffigura un tema particolar- San Girolamo nel deserto mente diffuso in Toscana all’inizio del secondo decennio del secolo xvi Cinquecento. L’immagine di san Gi- terracotta invetriata; cm 34,629,5 rolamo nel deserto era infatti tra le pieve di San Piero in Mercato più amate da coloro che erano attrat- (inv. 23) ti dai soggetti penitenziali e divenne

9 museo d’arte sacra di montespertoli 50 non a caso tra i soggetti più cari alla devozione privata. Qui il santo appa- re in una grotta, in ginocchio di fron- te a un crocifisso: a terra in primo pia- no è posto il cappello cardinalizio, mentre il leone attende di farsi estrar- re la spina dalla zampa. Attribuito al più giovane dei figli di Andrea della Robbia, Girolamo, il rilievo mostra un eccellente trattamento dei piani prospettici, che inizia dai gradini alla base della formella per proseguire con un notevole effetto di sfondamento spaziale all’interno della grotta.

Proseguendo lungo la parete adiacente, sopra la vetrina a muro 10. maniera cretese Madonna col Bambino e santi secoli xvi-xvii tavola; cm 5040 chiesa di Sant’Ilario a Lungagnana (inv. 12) 9, particolare Nella vetrina a muro sono esposti, nel ripiano superiore 11. manifattura toscana Statua reliquiario della Madonna del Carmine prima metà del secolo xviii legno intagliato, argentato e dorato; cm 68 (h) pieve di San Piero in Mercato (inv. 109) 9, particolare

1 - salone 51 12. manifattura toscana Serie di due candelieri secolo xvii legno intagliato, laccato e dorato; cm 39 (h) pieve di San Piero in Mercato (inv. 124)

i3a

12 Nel ripiano inferiore 13. manifattura toscana Angeli reggicandelabro seconda metà del secolo xix terracotta dipinta e dorata; cm 49,527 pieve di San Piero in Mercato (inv. 26) i3b museo d’arte sacra di montespertoli 52 Proseguendo lungo la parete le abito, divenne poi, in dimensioni molto ridotte, un oggetto dal valore 14. antonio pucci devozionale, costituito da due buste (Firenze 1677-1739) di tessuto benedetto unite da un cor- Madonna col Bambino e i santi done o da un nastro per poter essere Antonio da Padova, Simone Stock, portato al collo, sulla schiena o sul Maddalena dei Pazzi e Filippo Neri petto sotto la veste. Gli altri santi del datato 1720 dipinto sono: a sinistra sant’Antonio tela; cm 265206 da Padova, a destra santa Maddale- iscrizioni: in basso al centro, coperto na dei Pazzi e san Filippo Neri. dalla cornice: plebanust s.f.c. ap 1720 Antonio Pucci, come dimostra il to- pieve di San Piero in Mercato no vivace e maestoso della tela, fu un (inv. 21) notevole interprete della pittura fio- Questa grande tela contiene un’im- rentina tra Sei e Settecento, unendo portante testimonianza figurativa, all’impostazione devozionale una fre- poiché l’immagine della chiesa con schezza cromatica che gli conferì una il campanile che si intravede in bas- discreta fama soprattutto nelle terre so al centro offre un’antica “istanta- del granducato. nea” della pieve di San Piero in Mer- cato. Lo stemma in primo piano è quello del pievano Filippo Farsi. Il dipinto fu eseguito per la Confra- ternita dello Scapolare che lì ebbe se- de e che era stata istituita nel 1719, l’anno precedente alla data che si in- travede sulla tela. Non a caso tra i santi che affiancano la Madonna col Bambino è raffigurato, inginocchia- to a sinistra, san Simone Stock, na- to in Inghilterra nel 1165 e noto per aver avuto l’apparizione della Vergi- ne in atto di porgergli lo scapolare, divenuto da quel momento simbo- lo dell’Ordine Carmelitano. Lo sca- polare, in origine un grembiule in- dossato dai monaci sopra il norma- i4, particolare

1 - salone 53 14

museo d’arte sacra di montespertoli 54 Sopra una vetrina, alla parete sta tela. Vi appare sant’Andrea, rico- noscibile dalla tipica croce decussata, 15. domenico pugliani in gloria su una nube illuminata dal- (Vaglia, Firenze 1589-Firenze 1658) l’alto con un suggestivo effetto di con- Sant’Andrea in gloria e due angeli trasto; il santo è affiancato da due an- 1646 ca.; tavola; cm 121109 giolini che sorreggono a sinistra una pieve di San Piero in Mercato corona, a destra la palma del martirio. (inv. 18) È nel 1646 che il pittore Domenico Pugliani si trasferì a Montespertoli con l’incarico di podestà conferitogli dal granduca Ferdinando ii dei Me- dici ed è appunto attorno a tale data che si presume sia stata realizzata que- 15, particolare

15 15 1 - salone 55 Nella vetrina addossata alla bronzo fuso e tornito; cm 26 (h) parete sono esposte le argenterie chiesa di San Giusto provenienti dalla chiesa di San a Montalbino Giusto a Montalbino. (inv. 68) Partendo dall’alto, al centro 19. manifattura toscana 16. manifattura toscana Due candelieri Calice fine del secolo xvii inizi del secolo xx bronzo fuso e tornito; cm 21 (h) argento sbalzato e cesellato; chiesa di San Giusto cm 24,515,5 a Montalbino chiesa di San Giusto (inv. 66) a Montalbino (inv. 69) Realizzato in epoca moderna, il ca- Nella fila centrale, da sinistra lice ripete formule decorative di gu- verso destra sto antico: sul nodo spiccano i sim- boli della Passione e teste di angeli, 20. manifattura toscana mentre sotto la coppa e sulla base ri- Navicella salta una sfarzosa commistione di fre- secolo xvi gi vegetali e di teste di santi. ottone; cm 8,56,514,7 chiesa di San Giusto a Montalbino (inv. 59) Simmetricamente al calice, dalle estremità verso il centro, 21. manifattura toscana sono esposti Turibolo metà del secolo xvii 17. manifattura toscana bronzo e ottone (catene); Due candelieri cm 21,5711,5 (diam. braciere) fine del secolo xvii punzoni: stella a sei punte, c bronzo fuso e tornito; cm 31 (h) chiesa di San Giusto chiesa di San Giusto a Montalbino a Montalbino (inv. 64) (inv. 67) 22. manifattura toscana 18. manifattura toscana Calice Due candelieri fine del secolo xvi seconda metà del secolo xvii bronzo argentato, argento museo d’arte sacra di montespertoli 56 (coppa e sottocoppa); cm 20,811 chiesa di San Giusto chiesa di San Giusto a Montalbino a Montalbino (inv. 60) (inv. 61)

23. manifattura toscana Nella fila anteriore, al centro Calice prima metà del secolo xvii 27. manifattura toscana argento sbalzato e cesellato; Pisside cm 2210,3 secolo xvii chiesa di San Giusto a Montalbino rame sbalzato; cm 185,6 (inv. 63) chiesa di San Giusto a Montalbino (inv. 62) 24. manifattura toscana Calice datato 1653 Alla parete bronzo argentato, fuso e inciso; ar- gento (coppa); cm 22,7710,3 28. pittore fiorentino iscrizioni: sotto il piede: s.se.bno Vergine in trono col Bambino dato dal bienio l’anno 1653 tra i santi Pietro e Paolo chiesa di San Giusto a Montalbino secondo decennio del secolo xvi (inv. 65) tavola; cm 189198 pieve di San Piero in Mercato 25. manifattura toscana (inv. 11) Turibolo Di formato quasi quadrato, la tavola secolo xiv riassume in sé elementi che apparten- bronzo traforato; cm 23,5 7,5 12,8 gono sia al primo che al secondo Ri- (diam. braciere) nascimento. In linea con i nuovi ca- chiesa di San Giusto noni compositivi affermatisi all’inizio a Montalbino del Cinquecento, la Madonna appare (inv. 58) tra i due santi, ma sollevata da terra, a ribadire quindi la sua divinità; siede 26. manifattura toscana su una sorta di nube attraversata da tre Navicella potenti raggi luminosi che sembrano secolo xvi confluire nell’aureola e il suo manto ottone; cm 75,516 si staglia con notevole contrasto con-

1 - salone 57 tro il fondo. San Pietro e san Paolo, tradizionale è invece la figura del com- ben identificabili rispettivamente dal- mittente: inginocchiato in basso a si- le chiavi e dalla spada, mostrano una nistra, presenta ancora la volumetria sorta di dinamicità interiore, riflessa semplice e del tutto statica che con- dalla posa e dal trattamento delle ve- nota i dipinti del Quattrocento; l’uo- sti, il cui panneggio articolato offre mo costituisce un vero e proprio ri- piani assai diversi alla rifrangenza del- tratto, come denota la precisione del- la luce. Alle spalle del gruppo si sten- la sua acconciatura, il suo profilo rea- de un paesaggio segnato dai profili listico e il bell’anello evidenziato al pol- quasi astratti di montagne lontane. Più lice della mano destra.

28 museo d’arte sacra di montespertoli 58 Si torna quindi alla porta a Montegufoni di ingresso, dove (inv. 57) in una vetrina centrale sono esposte le argenterie provenienti dalle chiese Da destra a sinistra di San Lorenzo a Montegufoni, San Martino a Manzano, 30. arte toscana Santa Maria a Bagnolo. Calice primi decenni del secolo xv Con le spalle alla porta rame dorato, sbalzato e inciso, di ingresso, al centro tracce di smalti; cm 2115 chiesa di San Lorenzo 29. manifattura toscana a Montegufoni Croce processionale (inv. 49) terzo quarto del secolo xviii Le placchette che decoravano il no- ottone argentato, sbalzato e fuso; do di questo raffinato esemplare han- cm 7535,5 no purtroppo perduto la decorazio- chiesa di San Lorenzo ne originaria; resta invece uno stem-

29 30

1 - salone 59 ma con tre stelle d’oro, certamente più recente, da alcuni accostato in via ipotetica a quello del casato dei Mi- nucci, cui appartenne l’arcivescovo di Firenze dal 1828 al 1856, un tempo visibile su una parete della canonica di San Piero in Mercato.

31. arte toscana Calice primi decenni del secolo xv rame dorato, sbalzato e inciso; cm 18,512,7 chiesa di Santa Maria a Bagnolo (inv. 47) Questo raro esemplare di calice quat- trocentesco reca in sé i simboli della storia ecclesiastica di Montespertoli. 31 La lavorazione del nodo mostra in- 32. arte toscana fatti sei placchette incise con figure Calice emblematiche: Cristo in pietà, ai cui primi decenni del secolo xv lati sono san Giovanni evangelista e rame dorato, sbalzato e inciso; san Pietro, titolare della pieve di San cm 2013,2 Piero in Mercato, da cui la chiesa di iscrizioni: sul piede: a. hia. mon Santa Maria a Bagnolo dipendeva; la chiesa di San Martino a Manzano Vergine, san Giovanni Battista, pa- (inv. 48) trono di Firenze, sotto la cui prote- La forma polilobata del piede riman- zione politica Montespertoli si era po- da alla foggia caratteristica del gusto sta già da tempo, e infine l’aquila con tardogotico che prosegue nei primi il libro, simbolo dell’evangelista Gio- decenni del Quattrocento a siglare vanni, ma da alcuni critici interpre- tanti generi artistici. La decorazione di tata qui come emblema dei Capitani tutto il calice è estremamente leggera di Parte Guelfa, che nel 1437 assun- e raffinata, con gli smalti rossi e blu al sero insieme alla famiglia Machiavel- di sopra e al di sotto del nodo e le plac- li il patronato della chiesa. chette che avvolgono quest’ultimo, museo d’arte sacra di montespertoli 60 Questo genere di coppa era usato in antico per il lavacro delle mani e non necessariamente in ambito religioso, ma anche laico. Il gémellion era rea- lizzato generalmente a gruppi di due pezzi uguali, gemelli appunto, da cui scaturì il nome che ne connota la ti- pologia: uno serviva per versare l’ac- qua e l’altro, tenuto al di sotto, per raccoglierla. In questo straordinario esemplare, che costituisce una delle grandi attrattive del museo, si ha inol- tre una testimonianza degli scambi tra Italia e Francia in età medievale, poiché gli stemmi dipinti sulla sua su- perficie sono stati individuati come le armi dei casati di Bar, Francia-Ca- stiglia e Dreux-Bretagna. Le imprese 32 araldiche sono intervallate da figure un tempo ricoperte di smalti trasluci- femminili stilizzate, mentre una pro- di di cui oggi restano solo poche trac- tome leonina laterale decora l’ele- ce. Vi sono raffigurati Cristo crocifis- mento che funge da scolatoio. so tra la Vergine e san Giovanni evan- gelista e inoltre san Pietro martire, san- ta Barbara e san Martino, santo dedi- catario della chiesa di Manzano per la quale il calice venne eseguito.

33. manifattura francese (Limoges) Gémellion 1240-1260 circa rame e smalti; cm 22,5 (diam.) chiesa di San Lorenzo a Montegufoni (inv. 50) 33

1 - salone 61 Una preziosa testimonianza delle relazioni culturali ed economiche della Valdelsa

a via Volterrana, partendo da Firenze, prima di raggiungere Mon- L tespertoli dove (proprio a motivo del suo passaggio, si sviluppò un im- portante mercato nei pressi della pieve di San Piero, detta perciò di San Piero in Mercato) passava per Montegufoni, raggiungendo poi Castel- fiorentino, dove si collegava con la via Francigena, fondamentale veico- lo di commercio, ma anche di fermenti culturali e religiosi e di correnti artistiche. Una delle opere più antiche custodite nel Museo d’Arte Sacra di Monte- spertoli è testimonianza preziosa di queste relazioni culturali di respiro europeo, che caratterizzarono la Valdelsa nel Medioevo. Si tratta di un piatto in rame smaltato, di manifattura limosina del XIII secolo, appar- tenente al tipo dei cosiddetti gémellions, in quanto parte di una coppia di piatti usati per la lavanda delle mani durante le funzioni liturgiche, soprattutto oltralpe. Tali piatti, simili per forma, dimensioni e decorazioni, si potevano incastrare: il bacile inferiore era destinato a ricevere l’acqua da quello superiore. L’esemplare di Montegufoni costituiva la calotta su- periore, per la presenza di una protome leonina al centro, che fungeva da scolatoio, mentre il suo pendant (bacile inferiore) è stato rintracciato dal Vasselot, autore di un repertorio sui gémellions limosini, nel Castello Sforzesco di Milano (Lascito Sessa). Il piatto, nei toni predominanti scuri (verde, rosso, marrone, azzurro), presenta una calotta sferica, depressa al centro, con una superficie deco- rata a smalto a motivi geometrici, fogliacei e araldici. Il rovescio è deco- rato a incisione, con al centro un rosone circondato da archeggiature. Nel- la parte centrale del recto domina uno scudo triangolare con motivi di

museo d’arte sacra di montespertoli 62 gigli circondato da tre animali fantastici interpretato come lo stemma dell’antica Francia. Nella calotta esterna, su un fondo azzurro, si sta- gliano sei eleganti e stilizzate figure femminili a braccia aperte che sor- reggono altrettanti medaglioni, in ciascuno dei quali è inserito uno stem- ma diverso con vari simboli (croce, leone rampante, castelli, a scacchie- ra, a pali, etc.), per alcuni dei quali si è tentata un’identificazione con antichi casati francesi (Bar, Francia-Castiglia, Dreux-Bretagna). Il bor- do esterno è decorato da un motivo a festone a dente di sega. La raffinatezza dell’esecuzione, la perfezione tecnica dell’oggetto, ma an- che i motivi decorativi e stilistici delle figurette femminili e degli anima- li fantastici estranei alla tradizione dell’arte italiana, lo dichiarano un manufatto eseguito a Limoges nel Duecento, inducendoci a riflettere su- gli scambi culturali che fin da epoche così antiche si intrattenevano tra i paesi d’oltralpe e chiese e borghi della Valdelsa, attualmente considerati periferici. Rosanna Caterina Proto Pisani

1 - salone 63 34. gaetano geri ritenersi valida anche per il turibolo. (Firenze, notizie 1726-1767) La decorazione a sbalzo è ricca ma con Turibolo forme tradizionali, connotata da un’o- 1763 (?) pulenta baccellatura che richiama i argento sbalzato inciso modelli rinascimentali. e cesellato; cm 248 (base)10 (diam. braciere) 35. gaetano geri chiesa di San Lorenzo (Firenze, notizie 1726-1767) a Montegufoni Navicella (inv. 56) datata 1763 Autore sia di questo turibolo che del- argento sbalzato, cesellato e inciso; la relativa navicella (cat. 53), Gaetano cm 97,617 Geri è un argentiere tra i più quotati punzoni: sul bordo esterno in Toscana nei decenni centrali del del coperchio: marchio di Firenze, Settecento. Queste due opere appar- fiore in campo ovale, tengono alla sua produzione tarda, co- le iniziali g.g. intrecciate me rivela la data 1763 leggibile su una iscrizioni: sulla valva: 1763 valva della navicella – in pendant sul- chiesa di San Lorenzo a Montegufoni l’altra valva, con un leone rampante (inv. 55) riferibile al casato degli Acciaioli – da Vedi cat. 54

35 e 34 museo d’arte sacra di montespertoli 64 36. simone palmieri (Monte Gilberto, Ascoli Piceno 1639-Roma 1716) Vasetto per l’olio santo 1696-1700 ca.; argento inciso, cm 9,54 punzoni: sotto la base all’interno: bollo camerale e croce di Malta; saggio di prova iscrizioni: sul coperchio: o s chiesa di San Lorenzo a Montegufoni (inv. 53) La scritta abbreviata sul coperchio, o s, indica che il vasetto è un conteni- 36 tore per l’olio santo. Il grande stemma 607 iscritto in un rettangolo che lo decora è quello della famiglia chiesa di San Lorenzo a Montegufoni degli Acciaioli, antico casato fiorenti- (inv. 52) no cui appartenne il cardinale Niccolò L’oggetto entrò nel patrimonio della Acciaioli (1630-1719), che sul finire del chiesa di Montegufoni quasi certa- Seicento fece sosta al castello di Mon- mente a seguito di un dono fatto da tegufoni durante un viaggio. Come esponenti della famiglia Acciaiuoli, narra una cronaca della chiesa di San che risiedevano a Roma ma tornava- Lorenzo, il prelato lasciò in dono due no periodicamente in visita nei vasetti d’argento con il pro- loro antichi possedi- prio stemma, uno dei menti. Come indi- quali è appunto questo. ca il punzone raf- figurante 37. antonio due teste moretti di moro de amicis affrontate, (Roma, l’argentiere che ne notizie 1652-1687) fu autore è il romano Coppetta Antonio Moretti de datata 1670-1671 37 Amicis e l’anno di esecuzione è da argento sbalzato; cm 2,5118 (diam.) ritenersi il 1670, data riportata muti- punzoni: sul bordo: bollo camera- la entro il rettangolo che accompa- le, due teste di moro affrontate, gna gli altri marchi.

1 - salone 65 38. cosimo mari se, il calice è un esempio della raffi- (Firenze, notizie 1703-1743 ca.) nata eleganza con cui le botteghe ora- Calice fe fiorentine siglavano i loro prodot- datato 1742 ti. La presenza di tre punzoni con- agento sbalzato, fuso e inciso, sente di risalire anche all’autore del cm 23,613 pezzo, individuabile grazie al mar- punzoni: sotto la base: marchio chio con la torre fuori campo, l’ar- di Firenze, ape fuori campo, gentiere Cosimo Mari. torre fuori campo iscrizioni: sotto la base: r.d. 39. manifattura toscana silvanus mariani anno 1742 Croce astile chiesa di San Lorenzo a Montegufoni ultimi decenni del secolo xv (inv. 54) rame dorato inciso; Datato 1742 e probabilmente com- cm 4123,5 missionato da Silvano Mariani, co- chiesa di San Lorenzo a Montegufoni me indica la scritta incisa sotto la ba- (inv. 51)

38 39 museo d’arte sacra di montespertoli 66 Seguono due vetrine punzoni: l.s. in campo ovale; poste al centro del salone stemmi: sul piede: dove sono esposti scudo caricato oggetti liturgici da elmo piumato provenienti dalla pieve iscrizioni: sotto la base: di San Piero in Mercato. caietanus marmorarius Nella prima vetrina aedir s.p. dono procedendo in senso orario in mercato a.d. 1793 pieve di San Piero in Mercato 40. luigi salvadori (inv. 38) (Firenze, notizie 1745-1799) Calice 41. gaetano guadagni (?) datato 1793 (Firenze 1778-1836) argento sbalzato, cesellato, Pisside inciso e fuso, parzialmente dorato; ante 1834 cm 26 12 argento sbalzato; cm 2410 punzoni: guadagni (non perfettamente leggibile) iscrizioni: sulla base: g. b. m pieve di San Piero in Mercato (inv. 40)

42. giovan battista navarri (Firenze, notizie 1737-1780) Calice ottavo decennio del secolo xviii argento sbalzato e dorato; cm 25,513,5 punzoni: sul bordo esterno della base: n.g. in campo ovale iscrizioni: sulla base: a.g. pieve di San Piero in Mercato (inv. 37) 40

1 - salone 67 Al centro in alto 45. manifattura toscana Calice 43. manifattura toscana inizi del secolo xvii Serie di cartegloria rame dorato; cm 2010 prima metà del secolo xix pieve di San Piero in Mercato lamina d’argento sbalzato; cm 3840 (grande); 46. manifattura toscana cm 2923 (piccole) Serie di tre vasetti per gli oli santi pieve di San Piero in Mercato inizi del secolo xix (inv. 43) argento, cm 82 (chr); cm 82,7 (san); cm 82,5 (cat) iscrizioni: sul corpo di ciascuno: Continuando il giro della o.san; o.cat; o.chr; vetrina sul vasetto più largo: g.b.m. pieve di San Piero in Mercato 44. manifattura toscana (inv. 39) Ostensorio La serie comprende due vasetti ugua- prima metà del secolo xix li e un altro di forma e dimensione un argento e lamina di rame dorato; po’ diverse, recante peraltro le inizia- cm 4711,5 (base)24 (raggiera) li g b m, che lo hanno ricondotto a pieve di San Piero in Mercato Giovan Battista Monaldi, pievano di (inv. 45) San Piero in Mercato dal 1774 al 1834.

43 museo d’arte sacra di montespertoli 68 46 I vasetti presentano scritte che iden- 48. manifattura toscana tificano il tipo di contenuto: quello Campanello grande e uno dei due più piccoli, sui fine del secolo xix-inizi quali si legge o. san. e o. cat., servi- del secolo xx vano entrambi per l’olio per i catecu- argento; cm 148 (diam.) meni, detto anche olio santo, usato punzoni: all’interno: 800 per il battesimo o per la consacrazio- pieve di San Piero in Mercato ne di altari e chiese, mentre il terzo, (inv. 46) contrassegnato dalle lettere o. chr. era il recipiente per il crisma, l’olio utilizzato anche per altri sacramenti Al centro, in alto quali la cresima o l’ordinazione dei sa- cerdoti e dei vescovi, come pure per 49. manifattura toscana la benedizione delle campane. Serie di cartegloria prima metà del secolo xix 47. manifattura toscana lamina in ottone argentata terzo-quarto decennio del secolo xix e sbalzata; Calice cm 4454 (grande); ottone dorato; cm 24,511 cm 3836 (piccole) pieve di San Piero in Mercato pieve di San Piero in Mercato (inv. 41) (inv. 44)

1 - salone 69 Lateralmente

50. manifattura toscana Ostensorio metà del secolo xix rame sbalzato e argentato, pietre incolori; cm 6513 (base)27 (raggiera) pieve di San Piero in Mercato (inv. 42)

Nell’ultima vetrina, al centro

51. manifattura toscana Reliquiario fine del secolo xvi bronzo sbalzato, cesellato e dorato; cm 5014 pieve di San Piero in Mercato 51 (inv. 105) 52. manifattura toscana La datazione alla fine del Cinque- Croce astile cento si deve non solo al tipo di la- fine del secolo xviii vorazione dell’opera, ma anche alla bronzo argentato e dorato; tipologia della sua forma, che evoca cm 6735,7 soluzioni architettoniche del secon- pieve di San Piero in Mercato do Rinascimento e in particolare (inv. 36) opere progettate o realizzate da Ber- nardo Buontalenti. La struttura è in- 53. manifattura toscana fatti a tempietto a pianta circolare, Ostensorio sormontato da una cupoletta con co- secolo xvii pertura cosiddetta “a squame”, al di bronzo e lamina d’argento sotto della quale è la teca circolare sbalzata e dorata; contenente reliquie dei santi Jacopo, cm 481222 (diam. raggiera) Andrea, Pietro e Paolo, come si ap- pieve di San Piero in Mercato prende dai piccoli cartigli. (inv. 32) museo d’arte sacra di montespertoli 70 A sinistra

54. manifattura toscana Secchiello con aspersorio secolo xviii bronzo; cm 1120 pieve di San Piero in Mercato (inv. 28)

A destra

55. manifattura toscana Brocca metà del secolo xvii bronzo; cm 297,5 pieve di San Piero in Mercato (inv. 29) La tipologia di questa brocca può ri- ferirsi sia all’ambito ecclesiastico sia a 55 quello privato, corrispondendo a un in dipinti dell’epoca, come per esem- genere di uso quotidiano assai comu- pio la tela realizzata nel 1614 da Jaco- ne nel Rinascimento. La datazione al- po da Empoli, l’Onestà di sant’Eligio la metà del Seicento è infatti alquan- (Firenze, Galleria degli Uffizi), dove to indicativa, poiché la produzione di su un ripiano carico di suppellettili e questo genere di manufatti è attestata oggetti preziosi appare anche una almeno per due secoli a partire dal se- brocca dalla forma del tutto simile a condo Cinquecento. La testa di Gor- questa. gone che decora elegantemente l’at- tacco del manico è per esempio un ele- 56. manifattura toscana mento tipico del gusto del xvi secolo, Elemosiniere fortemente suggestionato dalle im- metà del secolo xvii magini della classicità. La foggia poi ottone sbalzato e inciso; della brocca è per lo più universale e cm 36 (diam.) tuttora diffusa, ma comunque coinci- pieve di San Piero in Mercato dente con alcuni esempi riscontrabili (inv. 31)

1 - salone 71 56 58 Nel ripiano inferiore 59. manifattura toscana Calice 57. manifattura toscana metà del secolo xviii Calice argento sbalzato, cesellato, tornito, prima metà del secolo xvii inciso e parzialmente dorato; rame argentato e cesellato; cm 3115,5 cm 2411 punzoni: tre punzoni di cui iscrizioni: sotto il nodo: due illeggibili e il terzo della compagnia della s.ma stella a cinque punte annunziata di san piero pieve di San Piero in Mercato in mercato (inv. 33) pieve di San Piero in Mercato Vero e proprio oggetto di oreficeria, (inv. 30) questo calice presenta una straordi- naria lavorazione nel piede, con tre te- 58. manifattura toscana ste di angeli lavorate in parte a tutto Pisside tondo e dorate, che vengono a ripe- databile dal 1577 al 1600 tersi nel nodo e nel sottocoppa; sulla rame sbalzato, dorato; cm 209 base gli angeli si alternano a elabora- pieve di San Piero in Mercato ti scomparti comprendenti i simboli (inv. 27) della Passione. museo d’arte sacra di montespertoli 72 Nella faccia posteriore della vetrina

60. michele magni (Firenze, notizie 1741-1780) e gaspero arnetoli (Firenze, notizie 1758-1780) Navicella sesto decennio del secolo xviii, ante 1773 argento sbalzato, inciso, cesellato, bulinato e tornito; cm 8,5128 punzoni: marchio di Firenze; ma in campo rettangolare, ms in campo rettangolare stondato iscrizioni: nella cartella della valva fissa: antons.fran.monaldius pleb.ec. pieve di San Piero in Mercato (inv. 34) 59

60 e 61

1 - salone 73 Realizzata insieme al turibolo accan- 61. michele magni to al quale è esposta (cat. 49), questa (Firenze, notizie 1741-1780) navicella reca il nome e lo stemma del e gaspero arnetoli casato del committente, il pievano (Firenze, notizie 1758-1780) Antonio Francesco Monaldi, la cui Turibolo data di morte, l’anno 1773, costituisce sesto decennio del secolo xviii, un utile riferimento cronologico oltre ante 1773 il quale non è collocabile l’esecuzio- argento sbalzato, inciso, ne delle due opere. Un’iscrizione qua- tornito e traforato, cm 26812 si uguale compare infatti sul piede del punzoni: marchio di Firenze; turibolo. I due pezzi presentano una ma in campo ovale, ms lavorazione raffinata che si avvale di in campo rettangolare stondato forme e decorazioni tradizionali, ap- iscrizioni: sul piede: anton. partenente a un repertorio ornamen- franc. monaldius p.l.f.r.c. tale fiorentino che definisce una tra- pieve di San Piero in Mercato dizione ben radicata nel settore. (inv. 35)

museo d’arte sacra di montespertoli 74 2 - Sala Verde La seconda sala, detta anche Sala Verde dalla tonalità delle pareti, comprende opere per lo più provenienti dalle chiese di Santa Maria alla Torre e San Bartolomeo a Tresanti. Alle pareti sono esposti alcuni dipinti del Seicento, in gran parte riferibili ad esponenti della cor- rente artistica fiorentina del tempo; nelle vetrine pro- segue la collezione di arredi liturgici, mentre di parti- colare curiosità è il gruppo comprendente una poltro- na con sgabelli, contraddistinto da un intaglio raffina- to ed elegante, tipico del gusto settecentesco toscano.

75 Sopra la porta di ingresso pieve di San Piero in Mercato (inv. 126) 62. pittore fiorentino L’altezza dei due candelieri consente San Michele arcangelo di ipotizzare che siano nati come can- metà del secolo xvii delabri da coro. La lavorazione e l’in- tela; cm 87 72 taglio del legno denotano la prove- chiesa di Santa Maria a Torre nienza da una bottega altamente spe- (inv. 19) cializzata, che per motivi stilistici è da considerarsi di ambito toscano. Proseguendo verso sinistra, in senso orario, ai lati delle finestre 64. manifattura toscana Angeli reggicandelabro 63. manifattura toscana seconda metà del secolo xix Due candelieri legno intagliato, dorato e laccato; secolo xviii cm 116 (h) legno intagliato, laccato e dorato; pieve di San Piero in Mercato cm 150 (h)3636 (base) (inv. 129)

63 64 museo d’arte sacra di montespertoli 76 Tra le due finestre si trova cm 2814 una vetrina dove sono esposte iscrizioni: sotto il piede: le argenterie provenienti da l’antico calice della chiesa Sant’Andrea a Montespertoli, quasi inservibile dall’uso San Bartolomeo a Tresanti, e dal tempo con proprio Santa Maria a Torre. di questa forma il priore michele benelli l’anno 1838 chiesa di Sant’Andrea Da sinistra verso destra a Montespertoli (inv. 71) sul ripiano superiore

65. bottega ceccherelli Nel ripiano inferiore Calice post 1935 68. manifattura toscana argento fuso, sbalzato e cesellato; Secchiello con aspersorio cm 24,512,5 secolo xvii punzoni: Ceccherelli 800 ottone; cm 206,57,5 (diam. bocca) in campo ovale chiesa di San Bartolomeo a Tresanti iscrizioni: sotto la base: (inv. 73) il can.mario guasti chiesa di San Bartolomeo a Tresanti 69. manifattura toscana (inv. 80) Pisside inizi del secolo xix 66. manifattura toscana argento e bronzo argentato; Ostensorio-calice cm 209,5 seconda metà del secolo xviii chiesa di Sant’Andrea argento sbalzato e cesellato; a Montespertoli ostensorio cm 51,513,526 (inv. 70) (diam. raggiera); calice cm 3813,5 chiesa di San Bartolomeo a Tresanti 70. manifattura toscana (inv. 75) Pisside secolo xviii 67. manifattura toscana rame dorato; cm 17,56 Calice chiesa di San Bartolomeo datato 1838 a Tresanti ottone argentato e sbalzato; (inv. 76)

2 - sala verde 77 71. manifattura fiorentina prima metà del secolo xv Calice rame argentato e inciso (croce), secolo xviii bronzo fuso e dorato (Cristo); bronzo argentato; cm 4436 argento (sottocoppa); chiesa di Santa Maria a Torre argento dorato (coppa); (inv. 72) cm 2211,5 L’accostamento di materiali diversi chiesa di San Bartolomeo come il bronzo dorato del Cristo e a Tresanti il rame argentato della croce confe- (inv. 74) risce a questo esemplare una pre- ziosità non comune. L’esecuzione 72. manifattura toscana del Crocifisso è raccordabile stilisti- Campanello camente ai modelli toscani usciti datato 1929 dalle botteghe di Andrea e Nino Pi- argento; cm 10,55,3 (diam.) sano, che all’inizio del Quattrocen- punzoni: 800 in campo ovale to preludevano alla nuova ottica del- iscrizioni: sul corpo: la concezione rinascimentale del a mons.guasti l’amico corpo umano. Le figure che circon- gino giani 19.5.29 dano il Cristo nelle formelle alle chiesa di San Bartolomeo estremità della croce non sono stret- a Tresanti tamente tradizionali: ai lati non (inv. 79) compaiono i dolenti quali la Vergi- ne e san Giovanni, ma san Lorenzo 73. manifattura toscana e san Leonardo, mentre la Madon- Campanello na è posta alla sommità e in basso si secolo xix trova sant’Agnese. La decorazione bronzo; cm 12 (h)8,7 (diam.) continua con abbondanza orna- chiesa di San Bartolomeo mentale sul retro, con il Cristo be- a Tresanti nedicente al centro, l’agnello misti- (inv. 78) co in alto, san Luca in basso, indi- viduato dal simbolo del toro, men- tre a sinistra è un altro santo evan- Sul lato sinistro della vetrina gelista, con un libro quale unico se- gno di distinzione, e a destra san 74. manifattura toscana Paolo, riconoscibile per la spada ed Croce astile il libro. museo d’arte sacra di montespertoli 78 Sul lato destro della vetrina

75. manifattura toscana Ostensorio secolo xix rame sbalzato e argentato; cm 311014,5 (diam. raggiera) chiesa di San Bartolomeo a Tresanti (inv. 77)

La visita prosegue lungo la parete adiacente. Appoggiate sopra il camino

76. manifattura toscana 74a Serie di cartegloria secolo xix legno intagliato e dorato; cm 3536 (grande), 3117 (piccole) pieve di San Piero in Mercato (inv. 128)

Alla parete sopra il camino

77. Bottega di francesco curradi San Pietro metà del secolo xviii tela; cm 8974 chiesa di San Bartolomeo a Tresanti (inv. 15) 74b

2 - sala verde 79 78. Attribuito a francesco lupicini legno dipinto e dorato; cm 55 (h) (Firenze 1588-Saragozza 1652?) pieve di San Piero in Mercato San Lorenzo (inv. 120) prima metà del secolo xvii Di effetto particolarmente prezioso, tela; cm 8974 questo reliquiario riflette per tipolo- chiesa di San Bartolomeo gia e gusto ornamentale lo stile del a Tresanti secondo Settecento, con una decora- (inv. 14) zione semplice dal punto di vista fi- gurativo, ma fastosa nell’insieme.

Ai lati del camino

79. manifattura toscana Due candelabri a vite metà del secolo xviii legno intagliato e dorato; cm 164 (h) pieve di San Piero in Mercato (inv. 125)

La visita prosegue lungo la parete adiacente, oltre la porta, dove si trova, addossata alla parete, una vetrina in cui sono esposti reliquiari provenienti dalle chiese di San Piero in Mercato e Sant’Andrea a Montespertoli. 80 81. manifattura toscana Nella fila superiore Reliquiario multiplo secolo xix 80. manifattura toscana legno intagliato e dorato; Reliquiario a ostensorio di san cm 4836 Pietro chiesa di San Piero in Mercato seconda metà del secolo xviii (inv. 122) museo d’arte sacra di montespertoli 80 Lo stemma al centro della cornice in alto è stato individuato come appar- tenente all’arcivescovo Pier Francesco Morali, in carica dal 1815 al 1826, che potrebbe essere il committente del re- liquiario. Si tratta di un esemplare dal- la forma abbastanza semplice, con una incorniciatura ornamentale quasi contrastante con lo schema geome- trico che chiude la mostra. All’inter- no sono contenute reliquie di vari san- ti, corredate da pergamene che ne in- dicano i rispettivi nomi.

82. manifattura toscana Reliquiario seconda metà del secolo xvii legno dipinto e ottone dorato; 82 cm 552624 (diam. raggiera) chiesa di Sant’Andrea Nella fila inferiore, lateralmente a Montespertoli verso il centro, sono esposti (inv. 112) 83. manifattura toscana Realizzato in legno dipinto e in otto- Serie di due reliquiari ne dorato, questo esemplare riflette secolo xviii una tipologia alquanto diffusa nella lamina in ottone argentato seconda metà del Seicento, con la re- e sbalzato; cm 56 (h) liquia – in questo caso di sant’An- pieve di San Piero in Mercato drea – esposta in un ostensorio di for- (inv. 113) ma ottagonale sorretto da un elabo- rato piedistallo. La parte decorativa è 84. manifattura toscana distribuita lungo le due incorniciatu- Serie di due reliquiari re concentriche, che si raccordano al- secolo xviii la base mediante una parte metallica lamina in ottone argentato ornata da un cherubino; in basso al e sbalzato; cm 41 (h) centro è invece raffigurata la Veroni- pieve di San Piero in Mercato ca, cioè il velo con il volto di Cristo. (inv. 114)

2 - sala verde 81 85. manifattura toscana a Montespertoli Reliquiario a ostensorio di santa (inv. 121) Cristina secolo xviii 89. manifattura toscana lamina in ottone argentato e Reliquiario sbalzato; cm 35 (h) datato 1877 pieve di San Piero in Mercato legno intagliato e dorato; (inv. 116) cm 27,5 (h) iscrizioni: sul retro: il nobil uomo cav. ugolino de 86. manifattura toscana saint-seigne donò l’anno 1877 Reliquiario a ostensorio pieve di San Piero in Mercato secolo xviii (inv. 123) lamina in ottone argentato e sbalzato; cm 35 (h) pieve di San Piero in Mercato Sul lato destro della vetrina (inv. 115) 90. manifattura toscana Reliquiario dei santi Pietro e Paolo Al centro della fila inferiore secolo xviii legno intagliato e dorato; 87. manifattura toscana cm 45,5 (h) Urna-reliquiario pieve di San Piero in Mercato secolo xviii (inv. 117) legno intagliato, laccato e dorato; cm 3538 91. manifattura toscana pieve di San Piero in Mercato Reliquiario della Santa Croce prima metà del secolo xviii (inv. 118) legno intagliato e dorato; cm 44 (h) chiesa di Sant’Andrea a Montespertoli Sul lato sinistro della vetrina (inv. 119) 88. manifattura toscana Reliquiario di san Donato Dopo la vetrina, alla parete prima metà del secolo xix legno intagliato e dorato; cm 63 (h) 92. domenico frilli croci chiesa di sant’Andrea (attivo a Firenze nella prima metà museo d’arte sacra di montespertoli 82 del secolo xvii) 93. Attribuito a niccolò bambini Vergine Assunta fra san Francesco (Venezia 1651-1736) e san Carlo Borromeo Adorazione dei Magi datato 1614 fine primo-inizio del secondo tela; cm 219 157 decennio del secolo xviii iscrizioni: in basso al centro: tela; cm 220155 dom.co frilli croci. f. 1614 iscrizioni: sulla traversa, sul retro chiesa di Santa a Maria a Torre (inv. 13) della tela: gio. batta ariani Canonizzato il primo novembre 1610, e gaetano priore suo figlio Carlo Borromeo (1538-1584) appare donarono a questa chiesa sotto qui in una delle prime immagini che il titolo di s. maria lo raffigurano come santo. Il dipinto alla torre la presente tavola del è infatti datato 1614 e firmato dall’ar- pittore sagrestani nell’anno 1802 tista, Domenico Frilli Croci, attivo in in cui prese possesso in qualità di area fiorentina nella prima metà del rettore della sopra il Seicento e caratterizzato da una pit- soprannominato gaetano ariani tura che evoca per certi aspetti lo sti- chiesa di Santa Maria a Torre le di Jacopo da Empoli. (inv. 20)

92 93

2 - sala verde 83 Attribuito un tempo al fiorentino la chiesa di San Michele a Mogliano Giovanni Camillo Sagrestani (1660- da cui provengono gli arredi. Come 1731) sulla base della scritta rinvenu- appare dal tipo di lavorazione che li ta sul retro della tela, il dipinto è con- accomuna, questo è un insieme uni- siderato ora assegnabile alla mano di tario, stilisticamente riferibile alla metà Niccolò Bambini, pittore che tra Sei del Settecento o ai decenni successivi. e Settecento fece da tramite fra la cul- L’intaglio raffinato ed elegante è stato tura artistica veneziana e quella del- posto a confronto con opere realizza- l’Italia centrale. te in quel periodo da maestranze fio- rentine per la corte granducale medi- cea, talora su disegno di artisti come Sotto le due tele sono collocati Diacinto Maria Marmi. L’alto livello qualitativo dei pezzi viene a riassumersi 94. manifattura toscana nei due angeli dorati che sormontano Poltrona con tre sgabelli ai lati lo schienale della poltrona e nel- fine del secolo xviii le teste di cherubini – anch’esse dora- legno di noce, intagliato, laccato te – che sporgono a tutto tondo dalla e dorato; cm 15777 (poltrona); struttura di ogni sgabello. cm 574531 (sgabelli) iscrizioni: sulle facce degli sgabelli e sullo schienale della poltrona: s.m.o. pieve di San Piero in Mercato, già chiesa di San Michele a Mogliano (inv. 127) Poltrona e sgabelli costituiscono par- te degli arredi utilizzati durante la ce- lebrazione della messa. Lo stemma comprendente le iniziali s.m.o., che compare sullo schienale della poltro- na, tra una corona e una testa di an- gelo, e sui tabelloni laterali, come pu- re sui sedili degli sgabelli, è stato rico- nosciuto come quello della Confra- ternita di Santa Maria d’Orsanmi- chele, che si presume avesse sede nel- 94 museo d’arte sacra di montespertoli 84 3 - Sala Gialla È questa la sala che fa da scrigno al capolavoro più im- portante della collezione, la Madonna col Bambino di- pinta da fra’ Filippo Lippi verso la metà del Quattro- cento per la chiesa di Sant’Andrea a Botinaccio. In- sieme a questa celebre tavola è esposto, al centro del- la sala, un altro esemplare di eccezionale fascino, la vasca battesimale in marmo di epoca romanica, che reca ancora sul bordo tracce di una scritta in caratteri gotici e presenta sulla superficie tre bellissime teste d’uomo scolpite quasi a tutto tondo. Oltre a un im- portante trittico attribuito alla bottega di Bicci di Lo- renzo, sono qui raccolti anche due affreschi rinasci- mentali staccati dalla chiesa di Santa Maria a Coeli Aula e si può inoltre ammirare un antico badalone li- gneo con aperto sul leggio un Graduale stampato a Torino nel 1524.

85 Entrando nella sala a sinistra e procedendo in senso orario

95. artigianato toscano Badalone secoli xvii / xviii legno di noce tornito e intagliato; cm 184 (h) chiesa di Santo Stefano a Lucignano (inv. 130) Il badalone è un leggio di grandi di- mensioni, usato nei cori. La foggia di questo esemplare, alquanto semplice e privo di decorazioni specifiche, già riscontrabile nel Cinquecento, non consente una datazione precisa ed è 97, particolare probabile che si tratti di un arredo affreschi staccati; cm 19091 eseguito nel corso dei secoli successi- (Madonna); cm 19091 (Santi) vi su un modello tradizionale. pieve di Santa Maria a Coeli Aula (inv. 8) 96. ignoto incisore I due affreschi sono stati staccati per Graduale motivi di conservazione negli anni 1524 Settanta del secolo scorso. Non è cer- Carta; xilografie; assi in cuoio to il nome dell’autore, la cui manie- con borchie in bronzo (coperta); ra lo pone certamente vicino allo sti- cm 2842 (coperta); le di Domenico Ghirlandaio e po- cm 2740 (carta) trebbe rivelare l’identità di Filippo di chiesa di Santo Stefano a Lucignano Antonio Filippelli. Artista fiorentino (inv. 138) non molto famoso, ma contempora- neo e forse collaboratore di maestri 97. Attribuito a filippo più noti, quali Cosimo Rosselli, egli di antonio filippelli è stato riconosciuto come l’autore di (notizie 1460 ca.-1502) importanti affreschi in vari centri del Madonna col Bambino; I santi contado fiorentino, dalla Badia di Pas- Antonio abate e Lucia signano all’antica pieve di Sant’Ap- ultimi decenni del secolo xv piano presso Barberino Val d’Elsa. museo d’arte sacra di montespertoli 86 97a

3 - sala gialla 87 97b museo d’arte sacra di montespertoli 88 98. filippo lippi (Firenze 1406?- 1469) Madonna col Bambino 1440-1445 ca. tempera su tavola; cm 8964 chiesa di Sant’Andrea a Botinaccio (inv. 5) La tavola è il capolavoro più celebre di questa raccolta d’arte sacra. Si trat- ta infatti di un dipinto realizzato da fra’ Filippo Lippi verso la metà del Quattrocento, altamente rappresen- tativo del suo stile e dei nuovi cano- ni dell’arte rinascimentale. Il dipin- to deve il suo fascino alla grande sem- 98, particolare plicità compositiva e ai dettagli che riflette la moda fiorentina del tempo. consentono di percepire l’atmosfera È però il piccolo Gesù a offrire l’im- quotidiana dell’epoca, pur senza an- magine più commovente, reso com’è nientare la sacralità dell’immagine. in un atteggiamento di naturalezza La Madonna è seduta all’interno di tutta infantile e avvolto nelle tipiche una nicchia estremamente lineare, fasce usate comunemente per i neo- con pannelli riquadrati ai due lati, nati, delle quali il dipinto ci offre una una semplice volta a botte e una sor- straordinaria testimonianza docu- ta di piccola abside a forma di con- mentaria, essendo raffigurate in ogni chiglia, simbolo di resurrezione; in minimo dettaglio, dal bordo rosso primo piano la nicchia pare chiusa da che circonda le spalle, al tessuto pie- una sorta di parapetto che si ricolle- ghettato che fuoriesce a coprire i pie- ga senza interruzione di continuità dini. Alcuni critici hanno espresso alle paraste verticali. La Vergine ha lo perplessità sull’autografia del dipin- sguardo assorto e lievemente malin- to, suggerendo solo un intervento conico, quasi distaccato dal Bambi- marginale del maestro su una realiz- no, che sorregge sulle ginocchia so- zazione affidata ai suoi collaboratori stenendogli la testa su un prezioso cu- di bottega; tutti concordi invece nel scino di stoffa. Un velo di ecceziona- datare la tavola tra il 1440 e il 1445, le trasparenza copre i lunghi capelli comunque nella fase centrale della biondi, ornati da una fascia rossa che carriera del celebre frate pittore.

3 - sala gialla 89 98

museo d’arte sacra di montespertoli 90 Procedendo lungo la parete mente in preghiera ai piedi della Ver- adiacente gine. Il trittico è riconducibile per motivi stilistici alla bottega di un im- 99. artigianato toscano portante pittore, Bicci di Lorenzo, Madonna col Bambino appartenente a una dinastia afferma- secolo xviii tasi per almeno tre generazioni sulla legno intagliato e dipinto; scena artistica fiorentina tra la fine cm 124 (h), cm 3239 (base) del Medioevo e l’avvento del Rina- chiesa di San Biagio a Poppiano scimento. La posa delle figure sacre e (inv. 25) il trattamento raffinato delle loro ve- sti denotano infatti ancora forti le- 100. bottega di bicci di lorenzo gami con le linee sinuose del gusto Vergine col Bambino tardogotico, ribadito dal fondo oro tra i santi Taddeo e Simone quarto decennio del secolo xv tavola; cm 163143 Iscrizioni: nel pannello di sinistra: scs taddeus; nel pannello centrale: questa tavola a fata far/e simone di nicholo da quarantola; nel pannello di destra: scs simon chiesa di San Michele a Quarantola, poi chiesa di Sant’Andrea a Botinaccio (inv. 4) Le scritte che accompagnano il di- pinto sono una preziosa testimo- nianza della sua storia, poiché con- tengono il nome e la provenienza del committente, Simone di Niccolò da Quarantola, che fece realizzare l’o- pera per un altare della chiesa di San Michele a Quarantola, di cui era mol- to probabilmente un parrocchiano, e che volle essere ritratto personal- 100, particolare

3 - sala gialla 91 100 oggi consunto: ai lati della Madonna sant’Antonio abate, un gruppo cen- col Bambino sono san Taddeo e san trale con il Cristo in pietà tra la Ma- Simone, omonimo del committen- donna addolorata e san Giovanni te; i tre scomparti sono sormontati evangelista, seguito da san Michele e dall’Angelo annunciante, dal Cristo santa Caterina d’Alessandria. La cor- benedicente e dalla Vergine annun- nice originale è, come nella maggio- ziata. Nei sette tondini della predel- ranza dei casi, andata perduta e so- la sottostante compaiono invece, da stituita oggi da una semplice struttu- sinistra a destra: san Giuliano, ra di contenimento. museo d’arte sacra di montespertoli 92 Nella vetrina che segue sono 104. manifattura toscana esposte le argenterie dalle chiese Calice di San Jacopo a Fezzana e San secolo xvii Biagio a Poppiano bronzo argentato; argento dorato (coppa); cm 2111,3 Nel ripiano superiore, chiesa di San Biagio a Poppiano da sinistra verso destra (inv. 93) 101. argentiere toscano Ostensorio 105. giovacchino mangani metà del secolo xviii (Firenze 1730-1772) argento sbalzato dorato (piede); Calice bronzo (fusto); rame dorato e ante 1772 argentato (raggiera); argento sbalzato, cesellato, cm 511424 (diam. raggiera) parzialmente dorato; cm 25,513 chiesa di San Biagio a Poppiano punzoni: sul primo gradino del (inv. 100) piede: g.m. in campo circolare 102. manifattura toscana chiesa di San Biagio a Poppiano Calice (inv. 101) prima metà del secolo xviii bronzo argentato e argento (sottocoppa); argento dorato (coppa); cm 2211 chiesa di San Biagio a Poppiano (inv. 97) 103. argentiere fiorentino Ostensorio primo-secondo decennio del secolo xviii argento sbalzato e inciso, in parte dorato (raggiera); cm 651632 (diam. raggiera) punzoni: sotto la base: marchio di Firenze, pesce fuori campo, illeggibile fuori campo chiesa di San Biagio a Poppiano (inv. 98) 105

3 - sala gialla 93 Nel ripiano inferiore, da sinistra verso destra

106. manifattura toscana Pisside prima metà del secolo xvii bronzo dorato; argento in parte dorato (coppa); rame (coperchio); cm 207,2 chiesa di San Biagio a Poppiano (inv. 92)

107. argentiere toscano Pace 1730-1740 ca. lamina in argento sbalzata e incisa applicata 107 su lamina in ottone; 108. manifattura toscana cm 1814 Vassoio per la Comunione chiesa di San Biagio a Poppiano terzo quarto del secolo xviii (inv. 99) rame dorato e sbalzato; cm 3217,5 Minuta ma preziosa, come tutte le chiesa di San Biagio a Poppiano paci, anche questo esemplare riesce (inv. 102) a comprendere su una piccola su- perficie una ricca decorazione a sbal- 109. manifattura toscana zo. Al centro è una Pietà contrasse- Calice gnata da una forte componente metà del secolo xvii drammatica, con il corpo del Cristo rame dorato sbalzato, inciso morto che a malapena viene sorret- e cesellato; argento dorato to tra la braccia della Madre; sul fon- (sottocoppa); argento (coppa); do, una tenue incisione delinea il cm 2310,5 profilo di un paesaggio. La scena è chiesa di Sant’Jacopo a Fezzana, contenuta in una cornice chiusa in poi chiesa di San Biagio alto da una testa di angelo, a sua vol- a Poppiano ta sormontata dalla croce. (inv. 94) museo d’arte sacra di montespertoli 94 110. giovanni francesco bertini spondenza del Crocifisso, è circonda- (notizie 1664-1709) to dai simboli dei quattro evangelisti. Pisside datata 1687 rame argentato e dorato, sbalzato; Sul lato destro della vetrina argento (coppa e sottocoppa); cm 2410 112. argentiere toscano chiesa di San Biagio a Poppiano Croce astile (inv. 95) 1689 ca.? lamina d’argento sbalzato, inciso e cesellato (croce); argento fuso Sul lato sinistro della vetrina (Cristo); cm 4838 (croce); cm 12,513 (Cristo) 111. manifattura toscana iscrizioni: sopra il Cristo: inri; Croce astile al di sotto dei piedi del Cristo: secoli xiv-xv q.c.e.d.ppa nel rigo superiore rame dorato inciso; cm 41,822,5 e dersc nel rigo inferiore. (croce); cm 12,811,8 (Cristo) chiesa di San Biagio a Poppiano chiesa di Sant’Jacopo a Fezzana, (inv. 96) poi chiesa di San Biagio a Poppiano (inv. 91) Opera tra le più antiche conservate nel museo, questa croce in rame un tem- po dorato è databile tra la fine del Tre- cento e l’inizio del Quattrocento. Lo stile che connota il Cristo richiama certe sculture fiorentine del periodo, opere in cui la semplicità della forma si carica di un’intensa potenza espres- siva. L’iconografia delle formelle alle estremità della croce è tradizionale: in alto l’Eterno benedicente, in basso il simbolico teschio allusivo al Golgota e ai lati i due dolenti, cioè la Vergine e san Giovanni. Sul retro l’agnello mi- stico che compare al centro, in corri- 112

3 - sala gialla 95 Nella seconda vetrina sono 116. manifattura toscana esposti argenterie e oggetti Calice liturgici delle chiese prima metà del secolo xvii di San Martino a Montagnana, rame dorato; cm 2110 Santo Stefano a Lucignano chiesa di Santo Stefano a Lucignano e Santa Maria a Coeli Aula (inv. 86)

Nel ripiano superiore, da 117. manifattura toscana sinistra verso destra Calice ultimi decenni del secolo xvii 113. vittorio querci rame dorato, argento (coppa (notizie 1755-1804) e sottocoppa); cm 23,211,8 Calice chiesa di Santo Stefano a Lucignano ottavo decennio del secolo xviii (inv. 88) argento sbalzato; cm 2412,5 punzoni: sul bordo esterno del piede:marchio di Firenze, Nel ripiano inferiore le iniziali l.b. in campo ovale 118. manifattura toscana e v.q. in campo ovale Pisside chiesa di San Martino a Montagnana secolo xvii (inv. 83) bronzo argentato; argento (coppa); rame argentato (coperchio); 114. manifattura toscana Calice cm 22 7,2 datato 1600 chiesa di Santo Stefano a Lucignano bronzo argentato; argento inciso (inv. 87) (sottocoppa) e dorato (coppa); cm 20,510,7 119. antonio mazzi iscrizioni: sulla base: b.m; mdc (attivo a Firenze 1706-1747) pieve di Santa Maria a Coeli Aula Pisside (inv. 103) 1712-1713 ca. argento sbalzato, cesellato e inciso; 115. manifattura toscana cm 188,5 Croce punzoni: sul bordo interno della fine secolo xvi-inizi secolo xvii base: marchio di Firenze, ape fuori bronzo; cm 49,536 campo, gallo in campo ovale chiesa di Santo Stefano a Lucignano chiesa di San Martino a Montagnana (inv. 85) (inv. 81) museo d’arte sacra di montespertoli 96 Sia questa, che la pisside (cat. 121) questo ruolo di revisore finale dei sono state riferite alla bottega fio- pezzi che uscivano da una bottega. rentina dell’argentiere Antonio Mazzi, il cui punzone raffigura un 120. manifattura toscana gallo in campo ovale ed è visibile Ampolle sul bordo interno della base. Altri prima metà del secolo xix due punzoni, corrispondenti al argento sbalzato e vetro; cm 176 marchio apposto dal saggiatore chiesa di Santo Stefano a Lucignano consentono di delimitare la data- (inv. 90) zione delle due opere: quello con l’ape fuori campo rimanda a Ba- 121. antonio mazzi stiano Tofanelli, che fu saggiatore (Firenze, notizie 1706-1747) tra il 1712 e il 1713 e che in tali an- Pisside ni supervisionò questa prima pissi- 1716-1730 de; la torre fuori campo, marchio argento sbalzato; cm 18,57,5 dell’orafo Cosimo Mari, compare punzoni: sotto la base: marchio invece nell’altra (cat. 120), stabi- di Firenze, torre fuori campo, lendone una cronologia tra il 1716 gallo in campo ovale e il 1730, arco di tempo durante il chiesa di San Martino a Montagnana quale il Mari svolse a più riprese (inv. 82)

119 e 121

3 - sala gialla 97 122. manifattura toscana Alla parete, tra la prima Pisside e la seconda vetrina secondo-terzo decennio del sec. xviii argento sbalzato, cesellato e 126. cerchia di jacopo vignali parzialmente dorato (Giovanni Montini?) (coppa e coperchio); cm 247,2 Vergine col Bambino; Angioletti iscrizioni: sulla coppa: p.m quinto decennio del secolo xvii pieve di Santa Maria a Coeli Aula tela; cm 56 48 (Vergine); (inv. 104) cm 68,5 33 (angioletti) chiesa di Santo Stefano 123. manifattura toscana a Lucignano Corona (inv. 16) secolo xix argento sbalzato; cm 1710,5 chiesa di San Martino a Montagnana Alla parete adiacente (inv. 84) 127. domenico pugliani (Vaglia, Firenze 1589-Firenze 1658) Sul lato sinistro della vetrina Flagellazione di Cristo 1642? 124. pittore fiorentino tela; cm 115 141 Sportello di ciborio con l’immagine chiesa di San Martino di santo Stefano a Montagnana, fine del secolo xvi-inizi del secolo xvii già villa La Cipressaia a San Quirico tavola; cm 23,816,2 (inv. 17) chiesa di Santo Stefano a Lucignano

Sul lato destro della vetrina

125. manifattura toscana Libro dei Capitoli datato 1792 velluto e bronzo argentato; cm 2520 chiesa di Santo Stefano a Lucignano (inv. 89) 127 museo d’arte sacra di montespertoli 98 Al centro Montespertoli. Dalla superficie della sala esterna della piccola vasca emergo- no tre suggestive teste d’uomo scol- 128. maestranze toscane pite, una in posizione frontale – che Vasca battesimale si presume destinata a segnare il cen- metà del secolo xii tro – e due laterali, volte di tre quar- marmo; ti verso la stessa direzione: i tratti fi- cm 46 (h)44 (diam.) siognomici sono quelli incerti ed iscrizioni: sul bordo: elementari, ma non per questo pri- hic lapis gesta[?] vi di potenza espressiva, che con- undam que crimina tegat: notano la mano degli artisti medie- ego […] bo vali nella prima metà del xii secolo. chiesa di Santo Stefano A conferma dell’originaria destina- a Lucignano zione battesimale del pezzo sareb- (inv. 22) bero l’iscrizione che corre lungo il La lavorazione del marmo e dei ri- bordo superiore e la presenza di un lievi rende questa opera un eccezio- foro per lo scolo delle acque suc- nale esempio di scultura romanica, cessivamente otturato. Le dimen- non rara peraltro nel territorio di sioni alquanto contenute dell’ope- ra portarono infatti a trasformarla in un secondo momento in acquasan- tiera: come tale si presentava anco- ra negli anni Settanta del secolo scorso, quando venne smurata dal- la controfacciata della chiesa di San- to Stefano a Lucignano e quindi musealizzata nel 1995.

128 128, particolare

3 - sala gialla 99 4 - Sala dei parati La quarta sala è riservata a una sezione di parati eccle- siastici, con pianete databili tra il xvi e il xviii secolo, cui si aggiungono una serie di statuette in alabastro e alcuni codici membranacei: tra di essi è esposta, dal- l’anno 2000, l’ultima importantissima acquisizione del museo, il Rituale per la benedizione del fonte battesima- le di San Piero in Mercato, un codice manoscritto del 1456, che reca la descrizione della cerimonia inaugura- le del fonte battesimale dell’antica chiesa, all’epoca in cui era pievano Francesco Machiavelli, parente del ce- lebre Niccolò.

museo d’arte sacra di montespertoli 100 Per la visita alla sala si inizia entrando a sinistra e si procede in senso orario Appesa alla parete

129. manifattura toscana Crocebanda seconda metà del secolo xviii broccatello, cm 24057 chiesa di San Giusto a Montalbino (inv. 154)

Nella vetrina sulla parete di fronte all’ingresso

130. manifattura fiorentina Pianeta inizi del secolo xvii broccatello; cm 11473 pieve di San Piero in Mercato (inv. 146)

131. manifattura francese o italiana Pianeta primo quarto del secolo xviii lampasso; cm 11572 chiesa di San Martino 129 a Montagnana (inv. 148)

4 - sala dei parati 101 San Piero in Mercato, poiché con- tiene una dettagliata descrizione della cerimonia di benedizione del fonte battesimale della pieve, avve- nuta – come si legge nell’incipit, al- la carta 1 – il 20 maggio 1456; il te- sto è inoltre corredato dalla parti- tura musicale che accompagnava il rito. Di particolare rilievo è il fatto che la pagina iniziale del resoconto contiene anche il nome del com- mittente, il «venerabilis vir domi- nus Franciscus de Machiavellis et plebanus dicte plebis». Non è an- cora stata fatta piena luce sul profi- lo biografico di tale esponente del- la famiglia Machiavelli. Sappiamo che nel Quattrocento questo casa- to fiorentino era suddiviso in nu- 131 merosi rami, circa una quindicina; In una piccola vetrina il pievano in questione dovrebbe addossata alla parete identificarsi con un Francesco figlio di Francesco di Lorenzo Machia- 132. bottega toscana velli, «dottore di ragione chalonica» Rituale per la benedizione già nel 1427, nonché cugino del del fonte battesimale di San Piero in Mercato nonno paterno del celebre Niccolò. 1456 In fondo alla stessa pagina appare Codice membranaceo, cc. 21; lo stemma gentilizio dei Machia- mm 21,214 (coperta); velli, raffigurante una croce con mm 20,513,5 (carta) quattro chiodi negli spazi esterni ai Il manoscritto è stato acquistato sul bracci, allusivi all’etimologia latina mercato antiquario nell’anno 2000. del nome, «mali clavelli» (da malus Si tratta di un’importante testimo- = cattivo e clavus = chiodo, cioè nianza storica relativa alla pieve di chiodi cattivi per i nemici). museo d’arte sacra di montespertoli 102 132

4 - sala dei parati 103 Un magnifico committente: Baldassarre Machiavelli

arme della famiglia Machiavelli fa bella mostra sulla gola del poz- L’ zo della piazza del Mercato di Montespertoli, oggi piazza Machia- velli, a memoria del beneficio di alcuni superstiti diritti feudali dei qua- li godeva. I Machiavelli possedevano ab antiquo molti beni in questo territorio. Al- la fine del XIV secolo, con l’estinzione dei signori di Montespertoli, un ra- mo degli Alberti, l’ultimo discendente, Ciango d’Agnolo, nominò suoi ere- di Lorenzo e Boninsegna, figli di Filippo Machiavelli, il trisavolo del ce- lebre Niccolò. In tal modo, i Machiavelli acquistarono il castello di Mon- tespertoli e il patronato su San Piero in Mercato e altre chiese dello stesso piviere (Santa Maria alla Torre, Sant’Andrea a Montespertoli, San Mi- chele a Mogliano, San Quirico alle Sodere), apponendo a suggello del pro- prio potere le armi del casato. Molti pievani di San Piero provenivano dall’illustre famiglia. Abbia- mo notizie documentate nel 1456 di Francesco Machiavelli: il suo no- me, con la data e l’arme della famiglia, compare infatti sul frontespi- zio di un piccolo manoscritto, acquistato nel 2000 sul mercato anti- quariale dal Comune di Montespertoli (con la collaborazione della Coop) e dalla Curia fiorentina, dimostrando la vitalità del Museo di arte sacra a pochi anni dall’apertura. Il manoscritto, in pergamena e inchiostro nero, blu e rosso, è il Rituale per la benedizione del fonte battesimale del sabato santo per la Pieve di San Piero in Mercato e custodisce all’interno un disegno a penna di un fonte battesimale esa- gonale simile a quello posto in chiesa.

museo d’arte sacra di montespertoli 104 Nel 1493 fu eletto pievano di San Piero in Mercato Baldassarre Ma- chiavelli, che si curò lungo tutto l’arco della sua vita, fino alla morte av- venuta nel 1547, della sua pieve, donandole tutti i suoi beni (M. Nardi Dei, 1873). Baldassarre è ritratto in preghiera, nei panni del commit- tente in ginocchio, ai piedi della Madonna col Bambino tra i santi Pie- tro e Paolo, intrigante dipinto, un tempo in chiesa e attualmente nella prima sala del museo, di scuola fiorentina, che non ha ancora trovato il suo autore. Lo stesso pievano fece affrescare, all’incirca negli stessi anni, due grandi nicchie accanto al portone d’ingresso. Degli affreschi scial- bati e riscoperti nella seconda metà dell’Ottocento, uno rappresenta il Bat- tesimo di Cristo, opera di buona qualità di un pittore stilisticamente vicino alle esperienze del Ghirlandaio (Raffaellino del Garbo?). Probabilmente allo stesso Baldassarre è da legare un’altra opera interes- sante del museo, un piccolo bassorilievo in terracotta invetriata rappre- sentante San Gerolamo nel deserto. L’opera, per l’altissima qualità sti- listica, è stata attribuita dalla critica a Girolamo della Robbia, l’ultimo dei figli maschi di Andrea e l’unico capace di mantenere viva la grande tradizione di Luca della Robbia, diffondendo le capacità espressive della grande arte robbiana su uno scenario internazionale, dal momento che nel 1517 partì per la Francia per lavorare alla corte di Francesco I. Le di- mensioni assai contenute del bassorilievo, ancora inserito nella sua cor- nice originale in noce, suggeriscono la committenza al fine di devozione privata di una personalità colta, quale lo stesso Baldassarre. Le argenterie esposte nel museo della pieve di San Piero in Mercato, risa- lenti in gran parte al XVIII secolo, non recano tracce di committenze di al- tri membri della famiglia Machiavelli, che è senza dubbio tra quelle che hanno maggiormente lasciato un forte segno della propria presenza nel ter- ritorio di Montespertoli.

Rosanna Caterina Proto Pisani

4 - sala dei parati 105 Sopra la seconda vetrina pergamena manoscritta; assi e cuoio con angolari 133. manifattura toscana e borchie in bronzo (coperta); Statua reliquiario della Madonna cm 3123 (coperta); del Rosario cm 28,420,4 (carta) seconda metà del secolo xviii chiesa di San Lorenzo legno intagliato, dipinto e dorato; a Montegufoni cm 11 10 (base), cm 62,5 (h) iscrizioni: sulla carta di guardia, chiesa di San Martino a in alto: deiparae virgini; Montagnana in basso: andr[e]a de verrazano (inv. 110) eq.; a c. 1, in corsivo: Antifonarium comprato da me 134. manifattura toscana Priore Gaspero Papini Tabernacolo-reliquiario chiesa di San Lorenzo fine del secolo xviii a Montegufoni legno intagliato, dipinto e dorato; (inv. 137) cm 50 32 9 Il codice è stato riferito dalla critica pieve di Santa Maria a Coeli Aula alla prima metà del Quattrocento. La (inv. 108) sua particolarità è quella di recare nel- l’unica grande pagina miniata – che costituisce la carta di guardia – il no- Sulla stessa parete me dell’antico proprietario, forse il in una vetrina committente dell’opera, un Andrea 135. manifattura toscana da Verrazzano che si fregiava del titolo Piviale di cavaliere e del quale non è ad oggi terzo quarto del secolo xviii stato possibile individuare gli estre- moiré di seta; cm 133170 mi cronologici. È solo in via ipoteti- pieve di San Piero in Mercato ca che lo si può ritenere come uno degli antenati dell’esploratore Gio- vanni da Verrazzano, nato nel 1485 e Sulla parete adiacente, il cui padre si chiamava proprio An- nella vetrina drea. Tale nome era infatti all’epoca alquanto ricorrente all’interno di que- 136. miniatore toscano sto casato. Come indica la scritta mol- Antifonario to più tarda leggibile sulla prima pa- prima metà del secolo xv gina, l’antifonario fu acquistato dal museo d’arte sacra di montespertoli 106 parroco della chiesa di San Lorenzo cm 10 (h) a Montegufoni, che sappiamo essere punzoni: nel verso: stato priore tra il 1795 e il 1838. punzone illeggibile iscrizioni: intorno alla figura della Vergine: b.virgo sine Al centro della vetrina p.e.cc.orig.conc. nel recto partendo dal basso a sinistra, della medaglia; nel verso: in senso antiorario sia l.il ss.sacra pieve di San Piero in Mercato 137. zecca fiorentina (?) (inv. 133) Moneta Questo tipo di oggetto consiste nel datata 1756 dono che veniva fatto ai neonati in argento; cm 4 (diam.) occasione del battesimo, secondo un iscrizioni: sul recto: uso ancora oggi esistente. Il meda- m.ther.d.g.r.imp.ge.hgbo.- glione è concepito come un elabora- r.a.d.b.c.t.; sul verso: ptrona to ricamo in filigrana d’argento, hung 1756 s.maria mater dei comprendente un fiocco al di sopra pieve di San Piero in Mercato del pendente e una parte ottagonale (inv. 131) al centro sulla quale compaiono l’im- La moneta è un tallero di Maria Te- magine della Vergine circondata da resa d’Austria, regina d’Ungheria e di Boemia, imperatrice e sposa di Francesco iii di Lorena, che fu gran- duca di Toscana dal 1737 al 1745.

138. zecca bolognese Moneta datata 1795 argento; cm 4 (diam.) pieve di San Piero in Mercato (inv. 132)

139. manifattura italiana Medaglione battesimale inizi del secolo xx argento, filigrana d’argento; 139

4 - sala dei parati 107 una scritta allusiva all’Immacolata pieve di San Piero in Mercato Concezione e sul verso un ostenso- (inv. 135) rio e teste di cherubini con lettere ri- feribili al sacramento del battesimo. Sullo scaffale 140. manifattura fiorentina 143. manifattura toscana Sigillo di monsignor Antonio Busto reliquiario di san Biagio Martini seconda metà del secolo xvii datato 1790 legno intagliato, dipinto e dorato; ceralacca e metallo; cm 6 (diam.) cm 69 (h) iscrizioni: intorno al sigillo: chiesa di San Biagio a Poppiano archiepiscopus fiorentino (inv. 107) antonius mar… Eponimo della piccola chiesa da cui pieve di San Piero in Mercato proviene il reliquiario, san Biagio fu (inv. 134) vescovo di Sebaste, in Armenia, al tempo di Costantino e qui morì al- 141. ignoto miniatore toscano l’incirca nel 316. Questo busto reli- Antifonario prima metà del secolo xv cartapecora manoscritta; assi in cuoio con borchie in ottone (coperta); cm 4635 (coperta); cm 43,732 (carta) pieve di San Piero in Mercato (inv. 136)

Appesa alla parete sopra la vetrina

142. johann heinrich störchlin (Stadtli 1687-Augsburg 1737) Bolla dei frati cappuccini datata 1767 incisione; cm 4432 iscrizioni: in basso a sinistra: joh. heinc.storchlin sculp.aug.vin. 143 museo d’arte sacra di montespertoli 108 quiario che lo raffigura è alquanto velluto broccato e allucciolato; singolare per l’impronta curiosa- cm 10070 mente realistica che connota il volto chiesa di San Martino a Manzano del santo: la solennità devozionale è (inv. 151) infatti relegata alla pur semplice mi- tra vescovile e al busto entro il quale 147. manifattura fiorentina è racchiusa la reliquia, ma la fisiono- Fusciacco mia di san Biagio riflette un realismo metà del secolo xix insolito, quasi l’artista avesse realiz- velluto, ricamo, lamina di argento zato quel volto ritraendo un vecchio sbalzato; cm 19059 dalla barba bianca assorto nei suoi pieve di San Piero in Mercato pensieri. (inv. 153)

144. manifattura toscana Statua reliquiario della Madonna del Rosario inizi del secolo xix legno intagliato, policromato, dorato; cm 58 (h) chiesa di San Giusto a Montalbino (inv. 111)

145. manifattura toscana Busto reliquiario di santa Teodora metà del secolo xvii legno intagliato, policromo e dorato; cm 5716 pieve di Santa Maria a Coeli Aula (inv. 106)

Alla parete sono addossate altre due vetrine 146. manifattura fiorentina Pianeta prima metà del secolo xviii 147 4 - sala dei parati 109 Dopo gli scalini che portano ta dai tre simboli eucaristici che ap- ad una piccola saletta, paiono nella fascia verticale centrale, la parete è ricoperta alternati con teste di cherubini o se- da un armadio-vetrina rafini, che rivelano un tratto grafico pienamente rinascimentale. I bordi 148. manifattura toscana figurati sono databili alla prima metà Pianeta del secolo xvi mentre il tessuto della prima metà del secolo xvi e prima pianeta è del secolo successivo. metà del secolo xviii broccatello (croce e colonna), 149. manifattura fiorentina damasco (laterali); cm 11471 Paliotto chiesa di San Martino a Manzano prima metà del secolo xviii (inv. 145) velluto broccato e allucciolato; Sobria ed elegante, questa pianeta in cm 97213 broccatello e damasco rosa è decora- pieve di San Piero in Mercato (inv. 152)

150. manifattura italiana Pianeta secoli xvii e xviii lampasso; cm 11673 chiesa di San Giusto a Montalbino (inv. 147)

151. manifattura toscana Sant’Anna e la Vergine bambina, santa Maria Maddalena, santa Barbara, san Francesco di Sales (?), san Filippo Neri, santa Teresa d’Avila primi decenni del secolo xviii alabastro scolpito: sant’Anna e la Vergine, cm 42 (h), cm 188,5 (base); santa Maria Maddalena, cm 44 (h), cm 188,5 (base); santa Barbara, 148 museo d’arte sacra di montespertoli 110 cm 40 (h), cm 158,4 (base); per mano Maria bambina, rimanda- san Francesco di Sales, cm 41 (h), no ad una destinazione originaria for- cm 169 (base); san Filippo Neri, se non prettamente ecclesiastica, ma cm 41 (h), cm 188 (base); privata: la serie giunse infatti in do- santa Teresa d’Avila, cm 41,7 (h), no alla Confraternita della Miseri- cm 158,4 (base) cordia di Montespertoli nel 1829, an- oratorio della Confraternita no della sua fondazione. di Santa Maria della Misericordia a Montespertoli (inv. 24) Nella vetrina al centro Questo gruppo di statuette in alaba- della sala stro, nonostante l’innegabile destina- zione religiosa, presenta un taglio di 152. manifattura toscana notevole vivacità rappresentativa che Pianeta attenua quasi l’effetto devozionale. La terzo-quarto decennio gestualità e l’abito della Maddalena, del secolo xvi (laterale), tali da assimilare la santa a una dama metà del secolo xvi (centrale) in posa durante una danza, come pu- broccatello; cm 11173 re la naturalezza quotidiana suggeri- pieve di San Piero in Mercato ta dal modo in cui sant’Anna tiene (inv. 144)

151

4 - sala dei parati 111 153. manifattura toscana to da varie testimonianze figurative Pianeta offerte dalla pittura del tempo. Il mo- terzo quarto del secolo xviii tivo cosiddetto “a maglie ogivali con teletta d’oro marezzata; cm 11872 due tipi di fiore di cardo” è infatti tra pieve di San Piero in Mercato i più diffusi nel repertorio dell’arte tes- (inv. 150) sile fiorentina e il genere del velluto ce- sellato fu tra i più pregiati per la rea- 154. manifattura toscana lizzazione dei parati ecclesiastici. Pianeta fine del secolo xvi 155. manifattura francese velluto cesellato; cm 11673 o italiana chiesa di San Bartolomeo a Tresanti Pianeta (inv. 143) metà del secolo xviii Databile alla fine del Cinquecento per lampasso; cm 11168 la tipologia del tessuto, questa piane- chiesa di San Bartolomeo a Tresanti ta è altamente rappresentativa di un (inv. 149) gusto radicatosi in Toscana per alme- no due secoli, come viene conferma- 5 - Saletta delle carte poderali In questa piccola sala si trovano do- cumenti cartacei del xix secolo rea- lizzati probabilmente da tecnici lo- cali come rilievi illustrativi dei vari poderi della zona.

Alla parete sinistra

156. giovacchino (?) cigheri Pianta del nuovo podere di Uzzano datata 1882 carta acquerellata; cm 4362 iscrizioni: in alto: pianta geometrica / del nuovo podere di uzzano ii formato dal disfacimento di alcune particelle boschive attinenti ai poderi detti di uzzano i 154 museo d’arte sacra di montespertoli 112 e piana in sezione m; in basso a a ritenere che si trattasse di un citta- destra: proporzione da 1 a 2500; dino locale, incaricato forse in modo sotto: g. cigheri fece 1882 informale di redigere la mappa. pieve di San Piero in Mercato (inv. 142) Alla parete destra 157. enrico bastianoni 158. giuseppe niccoli Pianta dei poderi di Uzzano, Pianta del podere di Uzzano Poggio Caroni e via Piana datata 1852 datata 1857 carta acquerellata; cm 5968 carta acquerellata; cm 47 57 iscrizioni: in alto: pianta iscrizioni: in alto: pianta geometrica /dei poderi geometrica / del podere di uzzano, poggio caroni di uzzano attinente alla chiesa e via piana attinenti alla pieve pievania di / s. Piero in mercato di s. piero in mercato comune situato nella comunità di montespertoli. – sezione i-m; di montespertoli nelle / sezioni in basso a sinistra: scala da v a i.m.; in basso a sinistra: scala 2500; a destra: enrico bastianoni da 1 a 2500; a destra: fece l’anno 1857 fece gius.niccoli l’anno 1852 pieve di San Piero in Mercato pieve di San Piero in Mercato (inv. 141) Mancano al momento notizie bio- (inv. 139) grafiche sull’autore di questa pianta, Enrico Bastianoni: sappiamo solo che 159. giuseppe niccoli vi appose la propria firma nel 1857 e Pianta del podere delle Fonti che il suo cognome è tuttora alquan- datata 1852 to diffuso nella zona. Tale dato porta carta acquerellata; cm 4657 iscrizioni: in alto: pianta geometrica / del podere delle fonti attinente alla chiesa di s. piero in mercato situato in comunità di montespertoli – sezione m; in basso: scala da 1 a 2500; in basso a destra: fece gius. Piccoli ing. l’anno 1852 pieve di San Piero in Mercato (inv. 140) 157

5 - saletta delle carte poderali 113

Itinerari ltopascio Lamporecchio Pontorme Sammontana Spianate GiogoliFornello Tavarnuzze Ginestra Fiorentina Cerbaia Orbignano Villanuova San Michele Borgano Scopeti Querce a Torri Chiesanuova Padule di Romola Fucecchio La Stella Bagnolo Anselmo San Vincenzo Apparita Botinaccio a Torri Vinci Ponte di CerbaiaLazzeretto Massarella Masino Sant'Andrea Pinete in Percussina Talente Vitolini GallenoMartignana Cavallaia Spedaletto Coeli Aula Montagnana Toiano FalcianiSant'Ansano

Spedaletto Torre .G.C. FI-SI Baccaiano Cerreto Guidi SS 2 S Le Vedute San Casciano in Val di Pesa San Zio Limite sull'Arno Calcinaia Le Botteghe Anselmo Poppiano S. Quirico in Tinaia Ponte a Collina Spicchio Cappiano Mercatale Ortimino Montespertoli CalzaioloSovigliana Avane Cortenuova Cambiano FUCECCHIO LLucignano Vitiana San Piero Bassa in Mercato San PancrazioMarcignana Le QuattroPontorme Strade San Pierino Isola EMPOLI Santa Croce Bargino SS sull'Arno 43 -LI San Donato 6 I-PI CerbaiolaMontefiridolfi S.G.C. F S.G.C. FI-SI Pozzale 7 CASTELFIORENTINO 6 Pianezzoli Case Nuove Castelfranco Lucardo SS Santa Maria di Sotto San Genesio Osteria Bianca a Monte Brusciana San Romano Fiano Ponte calvoli SS 42 San Gaudenzio SAN MINIATO a Elsa Monterappoli Case Nuove SS 42 a Ruballa Romita San Donato 9 Petrazzi Passignano 9 Il Pino Molin Nuovo I dintorni del Museo di MontespertoliMarcialla Sambuca Montopoli Parrino Varna in Val d'Arno LaPillo Rotta Tavarnelle Sant'Andrea Catignano Canonica Cusignano in Val di Pesa Fontanella Marti Meleto

La Serra Castelnuovo Cambiano d'Elsa Montecastello San Gervasio Coiano Dogana CASTELFIORENT Palaia

Case Nuove

Alberi Mura Sughera Va Pillo Tonda Montaione Castelfalfi Peccioli Gambassi Terme

San Vivaldo Montecchio Iano

Fabbrica

Palagio Carmignano Ponte all'Asse Fiesole Lecore Serra Comeana

San Salvatore Artimino SIGNA a Settimo

Poggio alla Malva Badia a Settimo FIRENZE Camaioni Brucianesi LASTRA A SCANDICCI

67 SIGNA San Gaggio SS San Martino alla Palma Malmantile Due Strade Ponte a Ema Cascine Capraia Samminiatello I Mosciano Galluzzo del Riccio FI-PI-L A 11 Certosa Fibbiana S.G.C. Bottai Montelupo Pozzolatico Grassina Fiorentino Giogoli Sammontana Tavarnuzze Ginestra Fiorentina Chiesanuova Villanuova San Michele Scopeti a Torri Romola L'ugolino Bagnolo Anselmo San Vincenzo Botinaccio a Torri Cerbaia Sant'Andrea Impruneta in Percussina Talente Spedaletto Martignana Coeli Aula Montagnana Falciani

.G.C. FI-SI SS 2 S Baccaiano Il Ferrone San Casciano in Val di Pesa Calcinaia Anselmo S. Quirico in Poppiano Collina Mercatale Ortimino Montespertoli Calzaiolo o Lucignano San Piero Passo dei in Mercato Le Quattro Pecorai San Pancrazio Strade Fornacette Bargino Montefiridolfi

S.G.C. FI-SI TINO Lucardo

Fiano SS 42 San Gaudenzio a Ruballa Romita 9 Petrazzi Noce Il Pino Sambuca Marcialla arna Canonica Catignano Santa Maria Tavarnelle a Bagnano in Val di Pesa CERTALDO Semifonte Tignano Badia Cerreto Le Case di Sciano

Sant'Andrea a Gavinalla Da Firenze al Museo di Montespertoli Piazza SS 42

9

Vico d'Elsa SS 2

Pancole Ulignano

Da Firenze al Museo di Montespertoli

Renato l percorso da fare per giungere a Montespertoli, par- Stopani I tendo da Firenze, ricalca a grandi linee l’itinerario del- la strada più antica dell’area fiorentina, quella che ori- ginariamente metteva in comunicazione la lucumonia etrusca di Volterra con Fiesole. Si tratta della cosiddet- ta via Volterrana, un percorso che si svolge per lo più fra crinali di colline di natura argillosa che danno testimo- nianza dell’antichità del tracciato nella frequenza dei ri- trovamenti archeologici di età etrusca e romana e nella toponomastica, ricca di nomi di luogo ascrivibili alla stratificazione linguistica latina (i numerosi prediali in -ano). Nel Medioevo il percorso rientrava tra le «strate et vie mastre» del contado di Firenze, trovandosi indi- cata nello Statuto del Capitano del Popolo della repub- blica fiorentina, del 1322-1325, come «strata de Giogho- lis que summitur a porta seu Burgho Sancti Petri in Gat- tolino». Il nostro itinerario ha infatti inizio dall’antica porta cittadina di San Pier Gattolini (l’attuale Porta Ro- mana), risale la collina di San Gaggio per poi dar luo- go, in località Due strade, a due percorsi che convergo- no sulla borgata del Galluzzo, il più antico dei quali (la via del Podestà) tocca la chiesa di Santa Lucia a Massa- pagani. Attraversato il Galluzzo la via risale, a tornanti, la tortuosa valle del fiume Greve, rasentando la collina su cui sorge il complesso della Certosa di Firenze. Al ter- Il castello mine della salita giunge alla pieve che nel Medioevo da- e villa di Sonnino alle porte va nome alla strada: Sant’Alessandro a Giogoli. Si trat- di Montespertoli ta di una chiesa che, nonostante le trasformazioni con-

119 seguenti a un ammodernamento settecentesco (peraltro in buona parte annullate da un restauro di alcuni decenni fa) presenta ancora gli originali caratteri romanici. Ha una struttura basilicale, a tre navate divise da pilastri e concluse da un’abside, e una piccola cripta sotto il pre- sbiterio. Originale è anche il campanile, una torre a tre ordini di finestre che ebbe però aggiunto, nel xviii se- colo, un ulteriore piano con la cella campanaria. All’in- terno della chiesa sono alcune tele settecentesche e una serie di affreschi risalenti anch’essi all’epoca del rinno- vamento architettonico della pieve. Il paesaggio all’intorno è dominato dalla presenza del- l’olivo, un tempo coltivato promiscuamente con il gra- no e la vite nel quadro di quell’economia agraria im- perniata sul sistema poderile, della quale danno ancora testimonianza le case coloniche disseminate per i pog- gi, nonché le grandi ville-fattorie, come quella cinque- seicentesca chiamata La Sfacciata, che fu già dei Vespucci e poi dei Capponi, la rinascimentale villa de Il Mela- rancio, che si affaccia sulla strada, il grandioso edificio cinquecentesco della villa I Collazzi. Di quest’ultima si sa che fu realizzata su disegno di Santi di Tito, al quale è da riferire anche la pala d’altare, datata 1593, che si tro- va nella cappella padronale all’interno della villa. Oltre I Collazzi la via si biforca: l’itinerario più antico ri- sale sino a raggiungere il villaggio de La Romola, transi- tando per il Poggio della Tavernaccia, toponimo che ha tramandato il ricordo dell’esistenza di una struttura di ristoro per i viandanti. Il tracciato più recente transita invece per l’abitato di Chiesanuova, nella cui parroc- chiale sono state trasferite due preziose tavole: un Sant’An- drea di Jacopo di Cione e Giovanni Del Biondo e una Madonna col Bambino e santi del Maestro di Marradi. Fig. 1. Pieve di La strada, che sinora si è snodata sul crinale dei poggi Sant’Alessandro che fanno da spartiacque tra val di Greve e val di Pesa, a Giogoli, abside museo d’arte sacra di montespertoli 120 da firenze al museo di montespertoli 121 Fig. 2. Villa I Collazzi inizia a digradare verso il fondo valle del torrente Suga- na, che viene raggiunto a Cerbaia, grosso borgo forma- tosi in corrispondenza della confluenza del Sugana nel torrente Pesa, per valicare il quale la Signoria fiorentina sin dal 1295 aveva provveduto a far costruire un ponte. A Cerbaia la via Volterrana s’incrocia con un antico percorso trasversale di collegamento tra la val di Pesa e il Valdar- no inferiore: di qui l’importanza della località in quan- to nodo viario, come prova la documentata esistenza, sin dal Medioevo, di strutture ricettive e assistenziali, tra cui un ospedale dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, ri- cordato già nel 1300. Le colline che fanno corona all’a- bitato sono intensamente coltivate con estesi vigneti che si alternano a campi rivestiti di olivi. Brevi diramazioni consentono di raggiungere la villa-fattoria de I Tattoli e la pieve di San Giovanni in Sugana. La villa I Tattoli è un’elegante costruzione cinquecentesca dotata di un bel museo d’arte sacra di montespertoli 122 Fig. 3. Villa-fattoria I Tattoli giardino all’italiana, cui si arriva per un lungo viale di ci- pressi che si diparte dalla via Volterrana poco prima di Cerbaia. La pieve di Sugana è un edificio tardo romani- co a una sola navata, internamente rinnovato e abbelli- to nel Cinquecento, epoca a cui risale la maggior parte delle opere d’arte che vi conservano: una Pietà in terra- cotta invetriata attribuita a Giovanni Della Robbia, un Presepe in terracotta dell’inizio del Cinquecento, un Cri- sto Crocifisso di Pier Dandini. Dal vicino oratorio di Pie- vecchia proviene un cippo marmoreo adibito a suppor- to di acquasantiera, nel cui fusto è scolpito a spirale un ciclo della Natività. Attribuito dal Salmi alla corrente pi- sana di seguaci del Biduino e quindi al Maestro di Ca- bestany, scultore attivo nel Rossiglione, in Spagna e in Toscana, il cippo è datato intorno alla seconda metà del xii secolo ed è attualmente nel Museo d’arte sacra di San Casciano Val di Pesa.

da firenze al museo di montespertoli 123 Fig. 4. Il giardino della Villa I Tattoli Dal fondo valle della Pesa la strada risale i dolci decli- vi delle colline che fungono da spartiacque con la val- lata del torrente Virginio, un corso d’acqua che corre parallelamente alla Pesa, nella quale poi confluisce. Su- perato il crinale, approssimandosi al fondo valle del Vir- ginio, s’incontra la villa di Montegufoni con l’annessa chiesa di san Lorenzo, che fu già castello degli Acciauoli, come ancora denunzia la caratteristica torre con balla- toio, eretta nel 1386 da Donato di Jacopo Acciaiuoli in forme che riecheggiano quelle di Palazzo Vecchio a Fi- renze. La torre, che rappresenta il più consistente resi- duo dell’antico castello, si affaccia nell’elegante cortile che si apre all’ interno della sontuosa villa eretta nel xvii secolo nell’area già occupata dal fortilizio. Poco disco- sto, ai piedi della villa, sorge la chiesa di San Lorenzo, già di patronato degli Acciaiuoli, anch’essa con carat- teri seicenteschi di sobria e misurata eleganza. Già ric- museo d’arte sacra di montespertoli 124 camente dotata di opere d’arte, la chiesa conserva oggi una bella Croce dipinta di Taddeo Gaddi. Da Montegufoni, procedendo per la vallata del Virgi- nio, seguendone il corso, si può raggiungere la chiesa di San Michele a Castiglione, una piccola costruzione tardo-romanica (una lapide in facciata ricorda la sua costruzione nel 1221), che possiede ancora l’originario impianto a una navata conclusa da una scarsella qua- drangolare. Esternamente appare ben conservato il pa- ramento murario a filaretti di grosse bozze di arenaria, mentre nella scarsella è un’apertura a forma di rombo gradonato con modanature in cotto, esempio dell’in- flusso nell’area fiorentina della cultura architettonica di Pisa. La via Volterrana raggiunge il fondo valle del Virginio a Baccaiano, borgo formatosi attorno al ponte che va- lica il torrente e che con il suo toponimo si richiama a un antico punto di ristoro lungo la via. Le dolci e sinuose colline al- l’intorno sono coperte da vigneti e oliveti che ovunque si sono sosti- tuiti alle tradizionali coltivazioni promiscue della mezzadria, l’ordi- namento produttivo ancora in au- ge nel passato recente e che ha la- sciato traccia di sé nelle persisten- ti sistemazioni poderili, oltre che nelle case coloniche isolate che punteggiano il territorio e nelle vil- le-fattorie. Notevoli, tra queste ul- time, quella di Poppiano, che fu già dei Guicciardini, raggiungibi- le con una breve diversione dalla

Fig. 5. Villa di Montegufoni

da firenze al museo di montespertoli 125 via Volterrana, l’altra villa Guic- ciardini, più all’interno, a Luci- gnano, e, ormai alle porte di Mon- tespertoli, la turrita villa Sonnino. La strada guadagna il crinale del- le colline che fanno da spartiacque tra val di Pesa e Valdelsa, e qui in- contra l’abitato di Montespertoli, affacciato sulle vallate del Virgi- nio e della Pesa. Antico castello, di cui si ha memoria sin dall’xi se- colo, Montespertoli fu di perti- nenza di una famiglia di piccoli feudatari consorti degli Alberti. Nel xiii secolo venne assorbito dalla repubblica fiorentina e in se- guito crebbe d’importanza, specie dopo che vi fu trasferito il mercatale, che si svolgeva Fig. 6. Chiesa di San Lorenzo «ab immemorabili» presso la vicina pieve di San Pie- a Montegufoni ro, detta appunto “in Mercato”. La parte più antica di Montespertoli, centro che ne- gli ultimi decenni ha avuto un ragguardevole accre- scimento urbanistico, è raccolta attorno alla piazza dei Machiavelli, su cui prospetta un singolare palagetto seicentesco stretto fra due torri che ospitano, rispet- tivamente, un orologio e un anemometro. Sulla piaz- za si affaccia anche la parrocchiale di Sant’Andrea, ri- costruita dopo le distruzioni dell’ultima guerra, nella quale sono state trasferite alcune notevoli opere d’ar- te già conservate in vicine chiese della campagna: le tarsie marmoree di un fonte battesimale del xii seco- lo, proveniente dalla pieve di Coeli Aula (Cilicciavo- la), un trittico attribuito al Maestro della Misericor- dia e Niccolò di Pietro Gerini, un quattrocentesco Crocifisso ligneo e un altro più antico Crocifisso che museo d’arte sacra di montespertoli 126 la tradizione vuole sia stato quello dinanzi al quale pregava santa Verdiana.

I dintorni di Montespertoli Vicinissima a Montespertoli, lungo la strada di crina- le diretta a Lucardo, sorge la pieve di San Piero in Mer- cato. Consacrata nel 1057, la chiesa fu successivamen- te trasformata, ma di recente è stata riportata, almeno in parte, alle forme originali, avendo sostanzialmente conservato l’impianto romanico dell’xi secolo, nella sua struttura basilicale a tre navate, divise da disegua- li archeggiature nascenti da grossi pilastri rettangolari e concluse da tre absidi. La chiesa, che già possedeva numerose opere d’arte, tra cui un fonte battesimale a immersione di forma esagonale decorato con motivi geometrici a intarsio (xii secolo), è divenuta sede del museo territoriale, che ha raccolto le opere già con-

Fig. 7. Pieve di San Piero in Mercato

da firenze al museo di montespertoli 127 servate nelle chiese soppresse del territorio all’intorno ospi- tato nella canonica. Oltre San Piero in Mercato, procedendo sulla strada che si snoda sullo spartiacque tra la valle del Virginio e quella del torrente Pesciola, subaffluente dell’Elsa, si raggiunge il castel- lo di Lucardo, di cui si ha me- moria sin dal x secolo. Posto sul- la sommità di un colle che do- mina le due vallate, l’insedia- mento possiede ancora i carat- teri del borgo fortificato, aven- do conservato parte delle mura castellane e l’antica porta di ac- cesso. Ai piedi del castello tro- viamo la chiesa di San Donato a Lucardo, anch’essa documen- tata dal x secolo. Seppur rima- neggiata nella parte terminale, la chiesa, ad unica navata con Fig. 8. Castello di Lucardo pianta a croce latina, presenta ancora in parte gli originari caratteri romanici, con un tratto del coronamento dei muri ad arcatelle pensili. Al- tre piccole chiese, facenti capo ai villaggetti rurali che sorgono all’intorno, mostrano ancora elementi più o meno consistenti del primitivo impianto romanico: San Jacopo a Trecento, San Giorgio a Montalbino, San Lo- renzo a Montalbino. Da Lucardo, scendendo verso il fondo valle del Virgi- nio e risalendo dall’opposto versante, s’incontra l’abi- tato di Lucignano, già sede di un castello di cui si ha documentazione sin dall’xi secolo. Solo una torre sca- museo d’arte sacra di montespertoli 128 pezzata e pochi ruderi stanno oggi a ricordare l’antico insediamento castellano, che si elevava su uno sprone sovrastante il corso del Virginio. In prossimità dei resti del castello è la chiesa di Santo Stefano a Lucignano, anch’essa ricordata sin dall’xi secolo ma notevolmente trasformata in età moderna. Al suo interno si conser- vava un’acquasantiera romanica dai bordi del cui inva- so si protendono, plasticamente rilevate, tre teste uma- ne dalle acconciature “barbariche” attualmente nel Mu- seo d’Arte Sacra di Montespertoli. Tornati a Montespertoli, riprendendo la via Volterra- na in direzione di Castelfiorentino, dopo pochi chilo- metri una strada sulla destra conduce alla pieve di Coe- li Aula, come è stata modernamente ribattezzata la chie- sa plebana, documentata sin dal ix secolo, che nel Me- dioevo era denominata Santa Maria a Cilicciavola. Dal- la pieve, che non conserva tracce dell’antica costruzio- ne, provengono i resti del romanico fonte battesimale a immersione, attualmente conservati nella chiesa di Sant’Andrea a Montespertoli. Procedendo oltre Coeli Aula si giunge alla frazione di Botinaccio, dove ha termine il nostro itinerario nei din- torni di Montespertoli. Qui troviamo l’oratorio di San- ta Maria della Pace, il cui titolo, con significato be- neaugurante, si riferiva alla «Pax medicea» conseguita dal Granducato nella seconda metà del xvi secolo. La costruzione risale infatti al 1585 e possiede la conforma- zione tipica dei santuari mariani del tardo Cinquecen- to, con un loggiato che circonda la chiesa da tre lati.

da firenze al museo di montespertoli 129 Artimino SIGNA San Salvatore a Settimo Poggio alla Malva Badia a Settimo FIRENZE Castra Camaioni Brucianesi LASTRA A SCANDICCI

67 SIGNA San Gaggio SS San Martino alla Palma Malmantile Limite sull'Arno Due Strade

Tinaia Samminiatello I Galluzzo Cascine Capraia Mosciano del Riccio FI-PI-L A 1 Certosa .C. 1 Cortenuova S.G Bottai Montelupo Pozzolatico Fibbiana Fiorentino Giogoli Pontorme Sammontana Tavarnuzze Ginestra Fiorentina Chiesanuova Villanuova San Michele Scopeti a Torri Romola Anselmo San Vincenzo Bagnolo Botinaccio a Torri Sant'Andrea Impruneta Cerbaia in Percussina Talente Martignana Spedaletto Coeli Aula Montagnana Falciani

.G.C. FI-SI S S Baccaiano S 2 Il Ferrone San Casciano in Val di Pesa Poppiano Calcinaia Anselmo S. Quirico in Collina Mercatale Ortimino Montespertoli Calzaiolo Lucignano San Pancrazio San Piero in Mercato Le Quattro Bargino Strade Artigianato artistico ed enogastronomia nel comprensorio Empolese-Valdelsa

Maria Pilar n affascinante paesaggio naturale di colline rigo- Lebole gliose, intriso di storia, di risorse naturali e di tra- e Benedetta U Zini dizioni, di musei, di eleganti ville, di borghi medieva- li, ma anche di campi coltivati, filari di viti e oliveti che lasciano il posto talvolta a vedute più aspre, quelle di moderni insediamenti industriali. È il territorio del- l’Empolese-Valdelsa, nel cuore della Toscana, strategi- camente sviluppato intorno alle città di Firenze, Pisa e Siena e un tempo itinerario obbligato di antichi pelle- grinaggi lungo la via Francigena, che attraversa per al- cuni tratti la Valdelsa e che fu storico crocevia di traf- fici e di commerci lungo la valle dell’Arno, naturale collegamento tra Firenze e Pisa. Lasciato il medio corso dell’Arno, le colline del Mon- talbano a nord e la Valdelsa a sud racchiudono un ter- ritorio ancora lontano dai flussi del turismo di massa, molto interessante dal punto di vista storico-artistico e paesaggistico. In questo ricco comprensorio tante so- no le aziende artigianali che hanno contribuito alla ric- chezza degli undici comuni del territorio e che oggi, sono divenute vere e proprie piccole “industrie”. Co- me alcune attività tradizionali dell’artigianato artisti- co così anche i prodotti enogastronomici conservano ancora tutto il sapore della storia e della tradizione po- polare, grazie a ingredienti semplici, naturali e prove- nienti dalla cultura contadina. In queste campagne il cibo ha seguito da sempre il rit- mo delle stagioni, il ritmo del lavoro da svolgere nei

131 campi, e per ogni occasione di festa o ricorrenza le fa- miglie si riunivano e preparavano semplici ma preli- bate pietanze. Così il “companatico” era sicuramente accompagnato da pane fatto in casa una volta alla set- timana, con lunghi tempi di preparazione per esser conservato anche per oltre dieci giorni. La merenda era la classica “fettunta”, pane e pomodoro o pane ba- gnato con poco vino rosso e zucchero. I legumi erano molto usati e tutti i giorni si cuocevano per arricchi- re minestre e zuppe, insieme a patate e cipolle (quel- le provenienti da Certaldo), cotte sotto la cenere: la carne era infatti rara e consumata soltanto durante le feste; tranne il coniglio, che era il piatto della dome- nica. I sapori di questa zona ancora oggi sono quelli di un tempo: le produzioni tipiche sono ancora la ci- polla a Certaldo e parzialmente anche a Montesper- toli, Gambassi Terme e Castelfiorentino. Il carciofo, che per la concorrenza sul mercato oggi vede la colti- vazione solo su piccola scala; e ancora asparagi, ceci e fagioli e fichi verdini, da gustare con gli ottimi salu- mi locali. Ma il piatto forte è sicuramente la trippa in umido e al pomodoro tipica della zona di Castelfio- rentino. Questo breve excursus gastronomico lascia ora il posto alle attività artigianali più tipiche della zona. Ad Em- poli la lavorazione vetraria ha visto il maggior svilup- po nel periodo tra la prima e la seconda guerra mon- diale e dagli anni Cinquanta in poi ha intensificato la produzione con la nascita di piccole e medie imprese e con una conseguente diversificazione produttiva che ha aggiunto al più classico vetro verde dei fiaschi, del- le bottiglie e delle damigiane, anche articoli da tavola in vetro bianco e cristallo. La produzione di abbiglia- mento e di calzature rappresenta inoltre un importante polo produttivo di carattere industriale. Accanto a museo d’arte sacra di montespertoli 132 questa, alcune attività artigianali conferiscono alla città e agli altri comuni dell’Empolese una tipizzazio- ne di produzioni artistiche di notevole rilievo. A co- minciare da Montelupo Fiorentino, che nel suo cen- tro storico si presenta come un piccolo nucleo, stori- camente conosciuto per la ceramica. La ceramica ar- tistica infatti, sviluppatasi intorno al xv secolo, è an- cora oggi una produzione molto attiva e nel territorio rimangono tuttora antiche fornaci. Di grande rilievo anche la produzione di terracotta e vetro. Nel paese di Capraia si può ancora visitare la sede di una fornace e scoprirne i vecchi ambienti, mentre nella vicina Li- mite, situata sulle pendici meridionali del Montalba- no, continua la produzione destinata alla cantieristica navale, nonostante la ridotta navigabilità dell’Arno. Una storia dal sapore antico è offerta da Cerreto Gui- di, dove a settembre si svolge il “Palio del Cerro”, una manifestazione con costumi rinascimentali e giochi popolari che si riallaccia a un’antica tradizione di cor- se a cavallo, documentata da secoli. Fucecchio, nota per il Padule, la riserva naturale della più grande pa- lude interna italiana, si distingue nel settore conciario e per le calzature, che hanno assunto dimensioni in- dustriali dal dopoguerra, quando si è affermata anche la produzione di cappelli di paglia e di fiammiferi. Og- gi il suo territorio si annovera tra i sei comuni del di- stretto conciario del cuoio toscano – distribuiti fra la provincia di Firenze e quella di Pisa comprendente Montopoli in val d’Arno, San Miniato, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte – impegnati nella pro- gettazione, produzione e commercio di pelli. Tra le concerie sono da considerare quelle di “rifinizione”, che operano per conto terzi. Il paese di Vinci, famoso per aver dato i natali al grande Leonardo, concentra nel territorio fuori le mura la maggior parte delle bot-

artigianato artistico ed enogastronomia 133 teghe e dei laboratori impegnati in un artigianato tra- dizionale e in oggetti d’uso, con lavorazioni semplici. Una produzione vetraria di grande interesse è con- centrata invece a Gambassi Terme, nota anche per le famose acque rigeneranti per la salute. Qui la tradi- zione del vetro risale al Duecento e ancora oggi si pro- ducono manufatti artistici su modelli tradizionali. Una mostra permanente testimonia la produzione ve- traria in Italia dalla protostoria fino al xvi secolo ed espone oggetti della vita quotidiana di Gambassi tra il xiv e xvi secolo. Montaione è un paese collinare com- preso tra l’Egola e l’Elsa, dove si può apprezzare il gran- de sviluppo delle attività agrituristiche che offrono ot- tima ospitalità oltre a prestigiosi gourmet a base del più pregiato tartufo. Montespertoli accoglie un famoso centro per la Cultura del Vino e ha dato il nome an- che a una Strada del Vino dove si producono due docg: il Chianti Montespertoli e il Chianti Colli fio- rentini. Nel nucleo originario di Certaldo, quello al- to e racchiuso tra le mura medievali, le lavorazioni ar- tigianali tradizionali affiancano attività di creazione ar- tistica più varia e una volta all’anno, nel mese di lu- glio, si svolgono spettacoli di mangiafuoco e buratti- ni durante il festival “Mercantia”: sei giorni di festa. Castelfiorentino è situato in un asse strategico viario attraversato anche dall’antica via Francigena e pertan- to snodo di commerci sui vicini mercati di Empoli e Poggibonsi. È oggi un distretto produttivo di natura industriale: piccole e medie industrie d’abbigliamen- to di mobili, di materiali da costruzione, di calzature e di metalmeccanica. Tantissime dunque le peculiarità riscontrabili in un ter- ritorio tutto sommato poco esteso e fondamentalmen- te ancora poco conosciuto dal turismo nazionale e in- ternazionale. museo d’arte sacra di montespertoli 134 Montespertoli: artigianato ed enogastronomia lungo la via Volterrana Montespertoli è situato nell’area collinare fra la Val di Pesa e la Val d’Elsa. Si può facilmente raggiungere per- correndo la superstrada del Palio Firenze-Siena, uscen- do a San Casciano Sud o Bargino, oppure dalla Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, al- l’uscita di Ginestra Fiorentina. Un’altra interessante al- ternativa è rappresentata dalla via Volterrana (strada provinciale 4), che si raggiunge dal Galluzzo. L’assetto viario di Montespertoli ebbe già in epoca etrusca un ruolo di rilievo perché permetteva a Firenze di svolge- re i suoi commerci in direzione di Volterra e Siena tra- mite questa via che attraversava praticamente da nord a sud il territorio e si collegava con la via Francigena al- l’altezza di Castelfiorentino. Ci immettiamo dunque nella via Volterrana, un paesaggio collinare coltivato per la maggior parte a vigneti e oliveti e costella- to da imponenti ville e castelli e da antiche pievi. La zona di Montespertoli è da sem- pre votata alla coltivazione della vite e dato il clima e l’esposizione del terreno è divenuta la Strada del vino. Il Chianti docg destinato all’invecchiamento è adatto a di- venire riserva e insieme all’olio ex- travergine d’oliva è richiesto anche dal mercato estero. Questo itine- rario sulla via Volterrana consen-

Fig. 1. Veduta del Castello di Montegufoni

artigianato artistico ed enogastronomia 135 te di apprezzare un incantevole connubio tra il verde delle coltivazioni e alcuni luoghi di eccellente valore storico-artistico: la prima tappa è la pieve di Sant’Ales- sandro a Giogoli e subito dopo la cinquecentesca villa I Collazzi (proprietà privata). Proseguendo oltre l’abi- tato di Chiesanuova, la fattoria La Fonticina precede di poco l’imponente villa I Tattoli (proprietà privata) che conserva tutte le caratteristiche della casa signorile del xv secolo con al piano interrato le cantine per il vino, la stanza del grano, i magazzini e l’orciaia per la con- servazione dell’olio extravergine d’oliva. In questo tratto di strada purtroppo non si possono se- gnalare aziende artigianali di rilievo. Qui l’armonia del paesaggio si fonde con le imponenti architetture e sem- bra che non lasci spazio all’artigianato più tradiziona- le, che si è ormai organizzato in capannoni industriali privando il territorio di tutta l’ar- monia e l’equilibrio naturale. Su- bito dopo l’abitato di Cerbaia, svoltiamo a sinistra e ci troviamo nella zona industriale di via del- l’artigianato che ospita tra i vari capannoni anche un laboratorio per il restauro dei mobili. A Montagnana una breve sosta per ammirare il castello di Mon- tegufoni, dove restiamo affascina- ti dalla grande corte centrale e da- gli ampi saloni. Il ristorante del castello offre una cucina toscana semplice ma gustosa accompa-

Fig. 2. Cortile del castello di Montegufoni Fig. 3. Insegna del ristorante del castello di Montegufoni museo d’arte sacra di montespertoli 136 gnata dall’ottimo vino Chianti. Sempre a Montagna- na il ristorante Il Focolare offre la più tradizionale bi- stecca alla fiorentina, oltre al tipico lesso rifatto con le cipolle comunemente chiamato “francesina” e l’ottimo fritto misto. Una breve variante di itinerario, per coloro che volesse- ro acquistare vini e oli pregiati, è rappresentata dal ca- stello di Poppiano. Per raggiungerlo, una volta arrivati a Montagnana, un bivio a sinistra immette nella strada provinciale 81 per San Quirico. Oltrepassato l’abitato, si svolta a destra. I vini pregiati Chianti Colli Fiorentini de- rivano da vigne impiantate su terreni argillosi e ben dre- nati chiamati “alberese”. L’esposizione a sud delle vigne permette una perfetta maturazione dell’uva da cui deri- va un vino pregiato. Anche l’olio extravergine d’oliva di questa azienda agricola è di eccellente qualità: la pro- duttività è molto bassa e corri- sponde a circa una bottiglia a pian- ta ma l’aroma dell’olio è superbo. Ritornando sulla via Volterrana, la zona artigianale di Molino del Ponte in località Baccaiano ci ri- porta all’antica produzione vetra- ria della Val d’Elsa. Qui infatti la Fig. 4. Azienda Cristal Vetri Cristal Vetri, produce vetri di ogni tipo, a piombo con disegni déco e anche su specifiche richieste del cliente. Dopo un tradizionale piatto tipico toscano gustato al- l’Osteria del Molino, una sosta nel centro di Montesper- toli, nella piazza dei Machiavelli, ci fa riscoprire ancora qualche elemento di tradizione popolare. Anche se non propriamente artigianale, ma riconducibile ad una tra- dizione di tipo storico, è l’insegna di una rivendita di sa- le e tabacchi, ma anche qui non possiamo segnalare bot- teghe di artigianato artistico. Nella piazza del Popolo di Montespertoli alla Bottega del Vino si possono acquista-

artigianato artistico ed enogastronomia 137 re le produzioni tipiche vitivinico- le della zona. Fermandosi nel pae- se non possiamo che assaggiare l’ot- timo pane, famoso per la sua fra- granza, prodotto con farina di pri- ma scelta, acqua e lievitazione na- turale che lo rendono molto dige- ribile. Un altro tipico prodotto di gastronomia d’eccellenza che si può gustare nei migliori ristoranti della zona, è il tartufo bianco (Tu- ber Magnatum Pico) che si racco- glie da settembre a dicembre. Nel territorio di Montespertoli le tar- tufaie si trovano in abbondanza tanto che il Comune è entrato a far parte dell’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”. Sulla via Lucardese, merita una visita il Museo della Vi- Fig. 5. te e del Vino di Montespertoli, centro di diffusione del- Piazza dei Machiavelli la cultura enologica, che offre un prezioso connubio a Montespertoli fra ricerca storica e impegno scientifico. Il museo del Fig. 6. vino, uno dei pochissimi in tutta Italia, ricostruisce le Insegna di una rivendita di sale vicende della produzione vinicola di Montespertoli, e tabacchi con una notevole raccolta di immagini, oggetti e do- in piazza dei Machiavelli cumenti compresi tra la fine del xviii a la metà del xx a Montespertoli secolo. Annessa al museo troviamo l’enoteca I Lecci, na- ta grazie al Comune di Montespertoli e al Consorzio Turistico con la collaborazione dei produttori vitivi- nicoli per contribuire a promuovere il vino del terri- torio. Qui si fa vendita diretta di vino, di vinsanto co- me uno dei vini di più antica tradizione enologica to- scana che accompagna i dolci detti “cantuccini”e alcuni formaggi stagionati e inoltre la grappa e lo spumante delle cantine di Montespertoli. Una volta al mese si museo d’arte sacra di montespertoli 138 organizzano degustazioni dei vini locali con la presen- za di un enologo, mentre tutti i giorni si può assapo- rare un piatto unico, zuppe toscane, la speciale fon- duta di pecorino oltre a salumi e a squisiti dolci fatti in casa. Oltrepassato l’abitato di Montespertoli, a Ortimino tro- viamo Arte e legno di Carmelo Cannizzaro, una ditta con più di trent’anni di esperienza nella lavorazione del legno massello per mobili, cucine e librerie su misura. Sempre a Ortimino le Fattorie Parri producono Chian- ti, Chardonnay, vinsanto e l’olio extravergine d’oliva, secondo il tradizionale metodo di raccolta a mano. Per le specialità tipiche toscane si consigliano i ristoranti la Nuova Villamagna, Lo Staccio e Il Battibecco. Come in tutto il territorio della Valdelsa numerose so- no le opportunità proposte dalle aziende artigianali pro- duttrici di oggetti in vetro e cristallo, che offrono an- che la possibilità di conoscere dal vivo la lavorazione. Proseguiamo dopo il paese di Montespertoli, in loca- lità Martignana dove la bellezza del paesaggio è anco- ra prorompente come in tutta la Volterrana che stiamo percorrendo, e in via delle Orme si trova la zona indu- striale che ospita l’azienda Cre.art srl. Nata a metà de- gli anni Sessanta l’azienda produce articoli di cristalle- ria da tavola e da regalo; i prodotti vengono incisi e de- corati a mano e combinati con montature metalliche in ottone dorato o argentato non deteriorabile. Nelle immediate vicinanze è l’azienda Art-Decò, che na- sce negli anni Settanta dall’esperienza dell’arte vetraria muranese e produce articoli soffiati a bocca e lavorati a mano. Proseguendo sulla stessa strada, la decorazione del vetro si pratica da generazioni anche alla Gipar,do- ve si producono articoli da regalo, vasi, centri tavola, posacenere, bomboniere, che vengono decorati dalle abili mani di esperte pittrici di scuola d’arte.

artigianato artistico ed enogastronomia 139 Una piccola realtà artigiana ancora legata all’estro e alla manualità per l’utilizzo di materiali innovativi è la ditta Riccardo Marzi. Qui, l’artigia- nato d’arte è una prerogativa della fa- miglia: nipote di uno scultore di ala- bastro e figlio di un intagliatore di le- gno, Riccardo Marzi ha iniziato la propria formazione in una bottega ceramica dove realizzava sculture, pannelli e decorazioni e contempo- raneamente si diplomava all’Istituto d’Arte di Firenze. L’incontro con ma- teriali innovativi e la scoperta di nuove tecniche di Fig. 7. Vasi e coppa realizzazione di oggetti, ha portato il figlio Andrea, ti- della cristalleria tolare dell’azienda, a inventarsi un mestiere lontano Gipar a da tecniche e soluzioni consolidate. La lavorazione Martignana della resina trasparente per realizzare vassoi, cornici, oggettistica con sassi, semi, fiori colorati, foglie e con- chiglie ha dato vita ad una vera e propria attività ar- tigianale. La ceramica, la cui tradizione storica si rintraccia nel vicino comune di Montelupo Fiorentino, presenta an- che a Montespertoli alcuni esempi: Le Ceramiche Vir- ginia si caratterizzano per la produzione di ceramica artistica che si richiama a quella di Montelupo e per un’ampia varietà di articoli propri della tradizione ce- ramica toscana, sia per l’arredo (candelieri, specchie- re, statuine, piatti da muro), sia per l’uso domestico (piatti, vasi e brocche): un’infinità di oggetti realizza- ti con fantasia, estro artistico e professionalità artigia- na, sia in forme tradizionali che innovative e origina- li, impiegando smalti e colori appositamente studiati e prodotti. La sede dell’azienda si trova in via Virgi- nio, in località Anselmo. L’azienda ha inoltre allesti- museo d’arte sacra di montespertoli 140 to una showroom nella zona in- dustriale di Montelupo Fio- rentino, dove si organizzano iniziative rivolte alle scuole e ai turisti: visite guidate, un la- boratorio di argilla e dimostra- zioni dal vivo. Per il ritorno verso Firenze, un percorso alternativo permette di passare per San Michele a Torri in direzione di Scandic- ci e arrivare in città tramite la via Pisana. Consigliamo una Fig. 8. Alzata visita alla fattoria il Castello Sonnino, dove si posso- portafrutta in resina. no prenotare anche degustazioni dei prodotti della fat- Riccardo Marzi toria accompagnati da formaggi e da olio extravergi- a Martignana ne di oliva.

La selezione delle aziende è stata realizzata a discrezione degli autori e non può considerarsi in alcun modo esaustiva rispetto alle aziende presenti nel- l’area citata. Si ringraziano le aziende artigiane ed enogastronomiche per la disponibilità a collaborare durante la fase di ricerca. Grazie a tutti i re- sponsabili dei Comuni dell’Empolese e al Consorzio Centro Vetro Empo- li, in particolare a Lucia Ceccanti.

artigianato artistico ed enogastronomia 141 Aziende artigianali

ceramiche virginia art deco Via Virginio, 378 di L. Lazzarini Località Anselmo Via Tevere, 10 50025 - Montespertoli Località Martignana Tel. 0571 671156 50025 - Montespertoli Fax 0571 671462 Tel. 0571 676276 www.ceramichevirginia.it Fax 0571 676144 [email protected] www.artdecoitaly.it Showroom: [email protected] Via Della Pratella, 18/20 (zona industriale) cre.art s.r.l. 50056 - Montelupo Fiorentino Via Orme, 315 Tel. 0571 671156 Località Martignana Fax 0571 671462 50025 - Montespertoli Orario di apertura: Tel. 0571 676058 dal Lunedì al Venerdì Fax 0571 676275 dalle 9.00 alle 12.00 www.creart.it e dalle 14.00 alle 18.00; [email protected] sabato e domenica solo per gruppi e scolaresche, gipar s.r.l su appuntamento. Via Adige, 2 www.ceramichevirginia.it Località Martignana [email protected] 50053 - Montespertoli Tel. 0571 676013 cristal vetri Fax 0571 676226 Via delle Gora, 13/5 www.gipar.it Località Baccaiano [email protected] 50025 - Montespertoli Tel. 0571 675075 riccardo marzi Fax 0571 675863 di Marzi Andrea [email protected] Via Orme, 309 Località Martignana arte e legno 50025 - Montespertoli di Carmelo Cannizzaro Tel. e Fax 0571 676215 Via Volterrana Sud www.marzi.it 50025 - Montespertoli [email protected]

museo d’arte sacra di montespertoli 142 Aziende enogastronomiche

castello di montegufoni lecci wine shop and bar Via Montegufoni, 18 Via Lucardese, 74 Località Montagnana 50025 - Montespertoli 50020 - Montespertoli Tel. 0571 657641 Tel. 0571 671131 Fax 0571 671514 fattorie parri (tenuta il [email protected] monte, tenuta ribaldaccio, fattoria corfecciano urbana) il focolare Via Vallone, 4 Via Volterrana Nord, 145 Località Urbana Località Montagnana 50025 - Montespertoli 50025 - Montespertoli Tel. 0571 674057-609154 Tel. 0571 671132 Fax 0571 674057-608694 [email protected] castello di poppiano- Con preavviso si organizzano guicciardini visite guidate Via Mezzana, 45 - Poppiano 50025 - Montespertoli ristorante Tel. 055 82315 la nuova villamagna Via Montelupo, 105 Fax 055 82368 50025 - Montespertoli www.conteguicciardini.it Tel. 0571 675052 [email protected] trattoria lo staccio osteria del molino Via T. Taddeini, 74 Via Volterrana Nord, 40 50025 - Montespertoli 50025 - Montespertoli Tel. 0571 608405 Tel. 0571 671117 ristorante il battibecco la bottega del vino Via T. Taddeini, 146 Piazza del Popolo, 10 50025 - Montespertoli 50025 - Montespertoli Tel. 0571 608215 fattoria castello di sonnino Fax 0571 657278 Barone De Renzis Sonnino [email protected] Via Volterrana Nord, 10 50025 - Montespertoli museo della vite e del vino Tel. 0571 609198 del centro per la cultura Fax 0571 657027 del vino i lecci [email protected] Via Lucardese, 74 www.castellosonnino.it 50025 - Montespertoli Per degustazioni: Tel. 0571 608185 [email protected]

artigianato artistico ed enogastronomia 143

Glossario Valentina Tiracorrendo

Abside corna e sette occhi, e con ferite al col- Struttura a pianta semicircolare di una lo e ai piedi, prende dalla mano di co- parete, posta al termine della navata lui che siede al centro un libro conte- centrale e talvolta di quelle laterali, co- nente i segreti del destino umano. perta comunemente da una calotta a quarto di sfera. Ambone Tribuna rialzata, chiusa su tre lati da Adorazione dei Magi un parapetto e aperta nel quarto, sul- L’episodio compare solo nel Vangelo la scalinata d’accesso, dove il sacerdo- di Matteo: tre saggi, venuti da Orien- te saliva per leggervi l’Epistola e il Van- te a Gerusalemme seguendo una stel- gelo. la, giunti al cospetto del re dei giudei, annunciato dall’astro, lo adorano e gli Ampolla/ampollina offrono tre doni: l’oro, l’incenso e la Suppellettile sacra, solitamente ha cor- mirra. Nelle prime rappresentazioni po globulare e imboccatura strozzata; cristiane figurano con le vesti dei sa- si intende sia i due contenitori, l’uno cerdoti di Mitra, un culto orientale per il vino e l’altro per l’acqua, ado- diffuso nell’Impero romano; a partire perati nell’eucarestia, sia i tre per gli dal primo Rinascimento sono invece olii sacri. spesso rappresentati con abiti di cor- te. Nel tardo Medioevo il tema assu- Andrea di Giusto Manzini meva talvolta il significato della sot- (attivo a Firenze, prima metà del xv tomissione del potere temporale al- secolo) l’autorità della Chiesa. Garzone nel 1424 nella bottega di Bic- ci di Lorenzo e aiuto di Masaccio du- Affresco rante il soggiorno pisano dell’artista Tecnica di pittura su supporto mura- (1426), è autore di un cospicuo nu- le che utilizza come legante la calce mero di opere nelle quali rivela l’in- dell’intonaco con la quale il muro è fluenza di Beato Angelico e Paolo Uc- preparato. cello. La più antica tra le sue opere da- tate è il polittico della Pinacoteca di Agnello mistico Prato (1435), sicuramente precedente L’importanza simbolica dell’agnello a molti dipinti dell’autore ancora da nell’iconografia cristiana deriva dal- identificare. Il trittico di Sant’Andrea l’antica consuetudine di sacrificare un a Ripalta (1436) e la Madonna della capro alla divinità, che fu interpretata Cintola (1437) presso l’Accademia di dai cristiani come una prefigurazione Firenze palesano uno stile già maturo, del sacrificio di Cristo. Il tema icono- che si esprime attraverso una inter- grafico dell’adorazione dell’agnello de- pretazione vivace e a tratti un po’ gof- riva dall’Apocalisse di Giovanni, dove fa dei modelli rinascimentali, riscon- l’autore descrive la visione in cui, at- trabile, ad esempio, nel completa- traverso una porta spalancata nel cielo, mento degli affreschi della cappella appare un trono su cui è seduta una dell’Assunta del Duomo di Prato, ini- persona (Cristo). Un agnello con sette ziati probabilmente da Paolo Uccello

glossario 147 negli anni 1435-1440. Nelle opere più Baccellatura tarde dell’artista emerge anche l’in- Motivo ornamentale a rilievo costi- fluenza di Filippo Lippi. tuito da serie di elementi convessi si- mili a baccelli di legumi, tipico del- Antifonario l’arte classica e rinascimentale. Testo parziale del Messale che raccoglie le antifone (canti alternati) le quali, Bacile secondo la tradizione, sarebbero state Piatto fondo utilizzato nelle liturgie raccolte da san Gregorio Magno (vi solenni, per la lavanda delle mani, in- secolo). Contiene l’incipit, più rara- sieme a un recipiente con beccuccio, mente l’intero testo dei canti con le detto mesciacqua, impiegato per ver- relative notazioni musicali. sarvi dentro il liquido. Argentatura Badalone V. doratura. Grande piedistallo in legno destinato a custodire i libri corali, con ampio Arme corpo dotato di sportelli e sormonta- L’insieme costituito dallo scudo, dagli to dal leggìo girevole. Assume solita- ornamenti e dai contrassegni onorifi- mente forme monumentali; la sua ci di una famiglia o di un ente. consueta collocazione è al centro del coro nelle chiese. Arnetoli, Gaspero (notizie 1758-1780) Sebbene mai immatricolato, risulta a Bambini, Niccolò (Venezia 1651-1736) lungo documentato presso la Com- Allievo del maestro Mazzone e cono- pagnia di sant’Eligio degli orefici scitore della produzione artistica ve- (1758-1780). Lavora anche per la cor- neziana del Cinquecento, nello stile te granducale fiorentina. Non ha pro- maturo dell’artista si riscontra l’in- babilmente mai avuto una propria fluenza dei modi di Giordano e Pao- bottega, poiché è documentato in lo Veronese; anticipatore del Rococò quella di Adriano Haffner fino alla veneto, è debitore anche alla tradizio- morte di quest’ultimo (1768), quindi ne pittorica dell’Italia centrale e risul- in quella del maestro Michele Magni, ta aggiornato sulle novità pittoriche già suo compagno presso l’Haffner. Le di Sebastiano Ricci. Allievo a Roma iniziali M. A. (Magni Arnetoli) in del Maratta, elaborò uno stile ecletti- campo ovale, con accanto un fiore, il co e accademico. Tra le sue opere mi- vecchio punzone di Haffner, cifrano i gliori si ricordano l’Adorazione dei Ma- suoi lavori, nei quali è difficile distin- gi (Venezia, chiesa di San Zaccaria), la guere le mani dei due collaboratori. Pietà nella chiesa del Carmine e la de- corazione della biblioteca del palazzo Aspersorio vescovile di Udine. V. secchiello. Bicci di Lorenzo Aula (Firenze 1368 ca.-Arezzo 1452) Nell’architettura cristiana indica la na- Pittore membro di una famiglia di ar- vata unica di una chiesa. tisti-artigiani fu verosimilmente edu- museo d’arte sacra di montespertoli 148 cato all’arte presso la bottega paterna. Candelabro Legato alla cultura del tardo Trecento Grande candeliere, dotato di più bracci. fiorentino, ispirato ai modi di Loren- zo Monaco e Gentile da Fabriano, si Candeliere attarda sui modi del Gotico fiorito in- Sostegno in legno, metallo, ceramica terpretati con la grazia propria alla pit- o altro materiale, destinato a reggere tura cortese. Dell’autore, che lavorò una sola fiamma o, quando sia collo- presso una committenza sia pubblica cato sull’altare, anche più fiamme di che privata di alto livello, si ricordano piccole dimensioni. il ciclo di Uomini Illustri affrescato nel palazzo Medici di via Larga a Firenze e il ciclo di affreschi con gli Apostoli Cartegloria realizzato per la consacrazione del Nome indicante ciascuna delle tre for- Duomo, nel 1434. mule delle parti fisse della celebrazio- ne eucaristica. Si intende anche la car- Broccato tella che, dal xvi secolo, viene usata Tessuto a grandi disegni operati, di se- sull’altare durante la messa, come pro- ta, lino, canapa, talvolta con fili d’oro memoria delle formule. e d’argento, i cui intrecci mostrano un caratteristico effetto in rilievo. Cenni di Francesco Bulino (notizie 1369 ca.-1415 ca.) Utensile costituito da una piccola asta Pittore fiorentino, già nel 1395 aveva d’acciaio, con punta a becco, e da eseguito gli affreschi nel palazzo co- un’impugnatura di legno; produce un munale di San Miniato e nel 1410 ave- taglio acuto, mentre quello della ciap- va decorato l’oratorio della Croce a pola, strumento analogo, può essere Volterra riprendendo lo stesso sog- di varie forme (tondo, piano, rigato). getto (la Leggenda della Croce) e lo stes- V. incisione; sbalzo. so schema adottato qualche anno pri- Calice ma da Agnolo Gaddi nell’abside di Suppellettile ecclesiastica costituita da Santa Croce a Firenze. Fu particolar- una coppa sostenuta da uno stelo e mente attivo nel contado fiorentino e provvista di base. Viene usato per il loquace esponente della pittura tosca- vino che, durante la celebrazione eu- na e fiorentina derivata da Nardo di caristica, diviene il sangue di Cristo. Cione e Agnolo Gaddi. Le esigenze liturgiche richiedono che la coppa sia costituita d’oro o d’ar- Cesellatura gento e dorata internamente, mentre Operazione di modellatura della su- per il fusto possono essere usati altri perficie di oggetti in metallo, esegui- materiali, esclusi il vetro e l’avorio, ta mediante cesello. perché non incorruttibili. Campanello Cesello Piccola campana portatile provvista di Strumento non tagliente e di fogge impugnatura. Serve da segnale du- differenziate che, battuto con un mar- rante le celebrazioni. telletto su una lastra metallica, abbas-

glossario 149 sa la sua superficie senza asportarne la lizzata per appendere alla croce (ban- materia. da da croce), per coprire il leggìo (ban- V. anche cesellatura, sbalzo e fusione. da coprileggìo); oppure tesa su un’a- sta per portare in processione (banda Cherubino processionale); se di colore nero viene Essere angelico con l’incarico di vigila- usata per i servizi funebri. re l’ingresso dell’Eden; due di essi, in forma dorata e con le ali, venivano po- Curradi, Francesco sti sull’Arca dell’Alleanza. Alcune figu- (Firenze 1570-1661) re colossali rappresentati i cherubini Figlio del battiloro Taddeo e allievo del erano presenti nel Sanctum Sanctorum pittore Giovanni Battista Naldini, fu (luogo più santo e segreto) del Tempio tra gli esponenti più rappresentativi di Salomone. Generalmente vengono della pittura devozionale fiorentina rappresentati da una figura composta della prima metà del Seicento. L’atti- di quattro facce raffiguranti: l’uomo, vità giovanile dell’autore, della quale l’aquila, il leone e il toro alato. ricordiamo la Natività della Vergine (cattedrale di Volterra, 1598), testimo- Cristo in Pietà nia analogie stilistiche con la pittura Con tale denominazione si indica l’im- fiorentina del Tardo Manierismo per magine iconografica dell’Uomo di do- avvicinarsi successivamente ai modi lori, ovvero di Cristo che mostra le pia- del Cigoli e del Passignano. Fra le nu- ghe delle mani, del costato e dei piedi; merose opere della maturità ricordia- talvolta ha accanto a sé gli strumenti mo la monumentale Assunzione della della Passione. Rappresentazione ispi- Vergine eseguita per la pieve di Santa rata dalla tradizione devozionale, l’e- Maria a Dicomano (1613) e la Predica pisodio non è narrato nei Vangeli. del Battista per la cappella Rondoni in Santa Trinita a Firenze (1649). Croce Formata da due assi, verticale e oriz- Cuspide zontale, intersecantesi fra loro, e di- Elemento architettonico di forma pi- venuta, con o senza il Crocifisso, il sim- ramidale posto a coronamento di una bolo principale del cristiano. struttura (porte, facciate, pannelli, etc.), C. d’altare: posta su piedistallo e ap- con funzione decorativa e portante. poggiata all’altare, con Cristo in rilievo. C. astile: sorretta da una lunga asta, è Damasco portatile e viene utilizzata per aprire le Tessuto operato di seta con ordito e tra- processioni. Ha due lati figurati: in ma dello stesso colore, che danno for- quello anteriore è solitamente rappre- ma a disegni lucidi su fondo opaco. sentato il Cristo, in quello posteriore Di antichissima origine tale arte rag- i simboli evangelici. giunge l’eccellenza, verso il xii secolo, nella città di Damasco. Crocebanda Termine impiegato genericamente per Della Robbia, Giovanni denominare una striscia di stoffa che, (Firenze 1400 ca.-1482) a seconda delle dimensioni, viene uti- V. Della Robbia, Girolamo. museo d’arte sacra di montespertoli 150 Della Robbia, Girolamo leone perché esordisce con la figura del (Firenze 1488 ca.-Parigi 1566) Battista che «grida nel deserto» con vo- Insieme al fratello Giovanni (Firenze, ce potente come quella del leone; Gio- 1469-1529) fu tra i più noti figli di An- vanni è rappresentato dall’l’aquila, l’uc- drea, collaboratore e continuatore del- cello che vola più in alto nel cielo, per- lo zio Luca Della Robbia nella botte- ché la sua visione di Dio è la più diret- ga fiorentina di terrecotte invetriate. ta; Luca infine con il toro, animale sa- Giovanni trascorse la sua vita in To- crificale, perché il suo Vangelo inizia scana, collaborando per vari anni con con il sacrificio del sacerdote Zaccaria. il padre; di lui si ricordano i lavori, pre- Con il Rinascimento gli animali e l’an- valentemente fregi e cornici, presso le gelo continuarono ad essere rappre- chiese fiorentine (Santa Maria Novel- sentati soltanto come semplici attribu- la) ed il fregio nella loggia dell’Ospe- ti. Attributi secondari di tutti e quattro dale del Ceppo a Pistoia con le Opere i santi sono il libro ed il cartiglio. della Misericordia. Girolamo invece la- sciò la bottega paterna nel 1517 e si tra- Festone sferì in Francia al servizio di Francesco Motivo decorativo apparso nell’arte 1, diffondendo le possibilità espressive greca (iii secolo a.C.), poi largamente dell’arte robbiana su uno scenario in- impiegato nell’arte romana e nel Ri- ternazionale. nascimento, consistente in una fascia di fiori, frutti e foglie, sospesa per i due Doratura capi. Tecnica usata per l’applicazione del- l’oro a diversi supporti: su legno, per- Flagellazione di Cristo gamena, cuoio, carta, pareti etc. L’o- La Flagellazione identifica un preciso ro è applicato in lamina o in polvere, momento della Passione di Cristo, de- secondo diverse procedure; per la do- scritto in tutti i Vangeli canonici, che ratura di superfici in metallo, analo- ebbe larga diffusione a partire dal Ri- gamente alla tecnica dell’argentatura, nascimento, anche in immagini isola- si procede con l’amalgama: lega di oro te. Nelle Sacre Scritture si narra che in puro, o argento, e mercurio che, ste- occasione della Pasqua ebraica ogni an- sa sul metallo opportunamente pre- no era concessa la liberazione di un pri- parato e riscaldato, comporta l’eva- gioniero. La folla, istigata dai sacerdo- porazione del mercurio e l’adesione ti, scelse il ribelle Barabba condannan- del metallo prezioso al supporto. do Gesù alla crocifissione con l’assen- so di Ponzio Pilato, il quale ne ordinò Evangelici, simboli la pubblica fustigazione. In pittura gli Nell’iconografia cristiana primitiva i sgherri assumono espressioni di estre- quattro evangelisti sono raffigurati co- ma ferocia e crudeltà, mentre l’imma- me creature alate e con protomi ani- gine di Cristo è raffigurata in pose che mali. San Girolamo (fine iv secolo) giu- ne esaltano la statuaria bellezza, con la stifica l’accostamento degli animali agli testa coronata di spine. Talvolta com- autori dei Vangeli: Matteo è rappresen- paiono anche rappresentati degli an- tato da un angelo perché il suo Vange- geli misericordiosi che ne raccolgono lo inizia con l’Incarnazione; Marco è un il sangue e ne detergono il sudore.

glossario 151 Frilli Croci, Domenico costruzione del Ponte Vecchio a Fi- (attivo a Firenze nella prima metà renze, distrutto dall’alluvione del 1333. del secolo xvii) Pittore poco noto, fu iscritto all’Ac- Geri, Gaetano cademia di San Luca, tranne alcune (Firenze, notizie 1726-1767) interruzioni, dal 1598 al 1629. Le po- Come molti orefici e argentieri fio- che opere firmate hanno permesso di rentini, anche Gaetano Geri risulta in- ampliare il corpus ancora esiguo del- terpellato da committenti di altre città. l’autore. Formatosi sui modi del Ci- Negli anni Trenta del Settecento ese- goli, nelle opere mature palesa l’in- gue molti lavori ad Arezzo, poi per- fluenza anche di Cristofano Allori e duti, tra i quali il candeliere per l’al- Matteo Rosselli. Dell’autore si ricor- tare maggiore della cattedrale (1737). dano la pala d’altare con Sant’Anto- Nel 1759 il suo nome risulta tra quel- nio mostra il Cingolo di Maria, nel li dei maestri che sottoscrissero il di- Duomo di Prato (1608) e l’Assunzio- vieto dell’Arte affinché gli orefici e gli ne di Maria tra i santi Francesco e Car- argentieri non ricoprissero più di una lo nella chiesa di Santa Maria a Tor- volta la carica di veditore, marchiato- re (Montespertoli), firmata e datata re o taratore. Attivo, dal 1761, presso 1614. una bottega di Borgo San Jacopo, l’ul- timo lavoro a noi noto dell’artista ri- Fusione sulta datato 1763. È il processo per ottenere sculture o Immacolata Concezione rilievi mediante una colata di metallo Il soggetto si riferisce al concepimen- fuso in uno stampo, ma comporta to di Maria nel grembo della madre sempre una fase successiva di rifinitu- Anna: scelta come tramite per l’incar- ra, con cesello o altri strumenti. Si di- nazione di Cristo, ella doveva essere stingue una “fusione a pieno”, quan- purissima, cioè immacolata, senza la do lo stampo è aperto e il metallo li- macchia del peccato originale. Il te- quido lo riempie completamente, e ma, al centro di numerose dispute teo- una “fusione in cavo”, che si avvale di logiche durante i secoli xii e xiii e le- forme chiuse e richiede uno spessore gittimato definitivamente dal papato molto sottile del metallo. nel 1854, appare nell’arte sacra solo in- torno al xvi secolo: in una prima fase Gaddi, Taddeo si diffonde sotto forma di disputa, (Firenze 1290 ca.-1366) quindi si afferma con l’immagine del- Uno tra i principali allievi di Giotto, la Vergine in piedi, che calpesta un ser- del maestro ripropose, con minore pente o un drago, simbolo di Satana. maestria e con pregevoli effetti di lu- minosità, l’intensa plasticità ed ener- Incisione gia figurativa. Affrescò in santa Croce Disegno eseguito sopra una superficie la cappella Baroncelli e dipinse molti dura, detta matrice, sia a mano, me- polittici e tavole custoditi in chiese e diante uno strumento a punta (buli- musei fiorentini. Come architetto gli no, ciappola), sia chimicamente, me- è attribuita, non unanimemente, la ri- diante sostanze corrosive, a scopo de- museo d’arte sacra di montespertoli 152 corativo o per riproduzione a stampa. Lippo di Benivieni Per estensione si intende sia il com- (documentato a Firenze 1296-1327) plesso dei mezzi tecnici usati per la ri- Pittore e miniatore fiorentino, la sua produzione a stampa, sia il prodotto bottega è documentata a partire dal ottenuto. 1296; la sua attività è riconosciuta tra le maggiori e più originali espressioni Intaglio della tendenza dissidente dal linguag- Tecnica di lavorazione a scavo. Si ot- gio giottesco e incline al recupero de- tiene incidendo con strumenti metal- gli stilemi gotici e del patetismo lici legno, marmo, avorio, etc. se- espressivo duecenteschi. Il Compian- guendo un disegno prestabilito. to sul Cristo morto del Museo Civico di Pistoia è riconosciuto quale apice Invetriatura della sua qualità espressiva. Detta anche “vetrina”: involucro ve- troso. Liturgici, libri V. Smalto. Contengono i testi e le prescrizioni per i gesti in uso nelle celebrazioni cat- Lampasso toliche. (Messale, Breviario, Pontifi- Tessuto operato, in filati di seta di gran- cale, Rituale, Martirologio, Cerimo- de pregio, molte volte arricchito con niale e Memoriale dei riti). trame d’oro e d’argento, dall’aspetto pe- sante; è costituito da una trama di fon- do, solitamente in taffetà, con effetti di Madonna Addolorata trame supplementari che formano sul- Il tema iconografico, diffuso soprat- la stoffa un particolare disegno. tutto nell’arte tedesca, trova origine nelle Fiandre verso la fine del xv se- Lippi, Filippo colo (un’incisione dedicata a Carlo v, (Firenze 1406 ca.-Spoleto 1469) pubblicata ad Anversa nel 1509, raffi- Pittore fiorentino, conosce Masaccio gura la Madonna con le sette spade di- presso il convento del Carmine a Fi- sposte a ventaglio, allusive ai sette do- renze divenendo seguace del plastici- lori da lei patiti); esso si diffuse rapi- smo prospettico proprio del maestro damente nelle regioni renane, quindi (Conferma della Regola) e subendo più nell’occidente cristiano. tardi l’influenza di Donatello (Ma- donna ti Tarquinia, 1437, Museo di Madonna col Bambino Palazzo Barberini, Roma). Dell’auto- L’iconografia bizantina della Madon- re si ricordano gli affreschi della cap- na ieratica e frontale, con in braccio il pella maggiore del duomo di Prato Bambino vestito e benedicente, in pie- (1452-1464), capolavoro di equilibrio di e di spalle alla Madre, è presente in e freschezza cromatica. Attraverso la Occidente già dall’vii secolo. Intorno sua opera seppe tradurre la maniera di al xiv secolo si affermano invece ti- Masaccio e dell’Angelico in accenti pologie che sottolineano l’aspetto ter- più profani, pur preludendo alla liri- reno e intimo del rapporto tra la Ma- ca spiritualissima del suo scolaro San- dre e il Figlio, i cui vari atteggiamen- dro Botticelli. ti e attributi identificano differenti ti-

glossario 153 pi iconografici. Uno di questi è quel- golare. Ricoprì la carica di saggiato- lo della Madonna del latte. I primi re negli anni 1773-1774. esempi, di derivazione orientale, si af- fermano intorno al xii secolo, ma ta- Marezzatura le rappresentazione conosce ampia dif- Lavorazione del tessuto ad onda che fusione in Occidente soprattutto fra il ne comporta l’effetto marezzato, ov- Quattro e il Cinquecento: la Madre è vero cangiante, proprio dei broccati. in posizione eretta, con il capo recli- V. tessuto; broccato. nato verso il Figlio, che tiene in brac- cio; il Figlio succhia il latte dal seno Mari, Cosimo che pudicamente fa capolino dalla tu- (Firenze, notizie 1703-1743 ca.) nica della Madre. La ripresa della de- Fu a capo di un’operosa bottega fio- vozione alla Vergine ad opera soprat- rentina sul Ponte Vecchio nella quale tutto degli ordini mendicanti ha fa- lavorarono, tra i tanti, anche il figlio vorito la produzione di molte tavole Gaspero, Angiolo Labardi, Giuseppe con questo soggetto. di Andrea Navarri. È ricordato per aver ripulito il reliquiario di San Do- Madonna del latte menico nella chiesa fiorentina di San- V. Madonna col Bambino. ta Maria Novella, nel 1709; per la stes- sa chiesa eseguì molti lavori tra il 1720 Madonna del rosario ed il 1739. Derivato dal tema della Madonna del- la Misericordia, quello della Madonna Mazzi, Antonio del R. appare per la prima volta in un (Firenze, notizie 1706-1747) trittico a Colonia, dove san Domeni- Argentiere presso la bottega di Pietro co e san Pietro Martire sorreggono il Ligi, quindi a capo della bottega fio- manto della Vergine mentre gli angeli rentina all’insegna del Gallo, una del- la inghirlandano di rose. L’iconografia le più attive del suo tempo, dell’inten- del soggetto, di origine domenicana, sa e documentata attività dell’autore ri- ebbe grande diffusione nel xvii sec. cordiamo un raffinato ostensorio in ar- gento, con raggiera e cherubini dorati, Magni, Michele del 1727, eseguito in collaborazione con (notizie 1741-1780) Domenico Cianfogni, con il quale, tra Immatricolatosi come argentiere nel 1734 e 1747, anno della morte del No- 1768, già dal 1741 e fino al 1780 è do- stro, realizzarono anche un turibolo e cumentato nella Compagnia di una navicella per l’Opera della pieve di sant’Eligio degli orafi. Eredita pro- San Pietro a Figline di Prato. babilmente la bottega di Adriano Haffner alla morte di quest’ultimo Messale (1768), prendendo a lavorare con sé Uno dei sei libri liturgici che contie- Gaspero Arnetoli, già suo collabora- ne tutti i testi necessari per la celebra- tore presso l’Haffner. Il sodalizio tra zione delle liturgie e delle celebrazio- i due artisti li portò ad adottare il ni dell’anno; contiene le orazioni del punzone con le lettere m. a., iniziali sacerdote, sia quelle fisse che quelle dei loro cognomi, in campo rettan- variabili. museo d’arte sacra di montespertoli 154 Navata giante, entro il quale l’ostia consacrata La parte di una chiesa delimitata da è esposta all’adorazione dei fedeli. due file longitudinali di colonne o pi- lastri. Quando la chiesa non è scom- Pace partita in più navate si dice ad aula. Tavoletta spesso in metalli preziosi e decorata, raffigurante un’immagine Navicella sacra, utilizzata per la preghiera per- È il contenitore dell’incenso destina- sonale o presentata al bacio dei fedeli to a essere deposto sui carboni arden- per il perdono. ti del turibolo, mediante un cucchiai- no di metallo. Pala d’altare Neri di Bicci (Firenze 1419-1491 ca.) Grande tavola, dipinta o scolpita, si- Pittore fiorentino nipote di Lorenzo di tuata sull’altare; talvolta si compone Bicci, eredita la bottega del padre Bic- di più pannelli. Si trova spesso inse- ci di Lorenzo nel 1452. Pur mante- rita in una ricca cornice, oppure nel- nendo uno stretto legame con il gusto la struttura architettonica dell’altare gotico della bottega paterna, elabora stesso. un personale stile eclettico che palesa la rivisitazione dei grandi artisti del se- Paliotto condo Quattrocento fiorentino. Del- Paramento anteriore dell’altare posto la sua vasta produzione ricordiamo la sotto la mensa, generalmente di mar- Madonna col Bambino in trono fra mo; può anche essere in avorio, ar- quattro santi, del 1452 (Museo Dioce- gento, o anche in tessuti ornati e rica- sano di San Miniato, Pisa). mati. Nicchia Palmieri, Simone (Monte Giberto, Cavità aperta nel vivo di un muro che Ascoli Piceno 1639-Roma 1716) contiene il più delle volte una statua: Famoso orafo e argentiere, effettuò può avere pianta semicircolare, ret- l’apprendistato presso Antonio Mo- tangolare o poligonale. retti De Amicis e Balduino Balavier, Olio (pittura a -) artisti attivi a Roma. Nel 1666, all’età Tecnica di pittura su tela o tavola che di 27 anni, divenne maestro e tenne utilizza pigmenti impastati con olii bottega a Roma all’insegna della Ma- grassi, ai quali vengono aggiunti olii donna di Loreto, che campeggiava essenziali al fine di rendere i colori più dall’alto della porta d’ingresso. La- trasparenti e meno vischiosi. L’impie- vorò per il Sacro Palazzo Apostolico go dell’olio come emulsionante con- e dal 1707 al 1714 ricevette la qualifi- sente di ottenere un’ampia gamma di ca di argentiere di palazzo. Il suo mar- pigmenti e gradazioni cromatiche do- chio conteneva l’effige di una Croce vute anche alle diverse modalità di ap- di Malta. plicazione possibili del colore. Parato Ostensorio Il termine indica l’insieme dei para- Arredo sacro, a forma di tempietto o, menti liturgici usati nella celebrazio- in tempi più recenti, di disco solare rag- ne della Messa. Esso è composto dal-

glossario 155 la pianeta e dalla stola indossate dal ce- è divenuto oggetto di venerazione per lebrante, dalla tonacella e dalla stola i cristiani. indossate dal diacono, e dal piviale in- dossato dall’assistente; in questo caso Pellicano si definisce parato in terzo; se a que- L’animale, citato una sola volta nel- sto viene aggiunta una tonacella si de- l’Antico Testamento, deriva la sua sim- finisce parato in quarto. Il colore li- bologia a partire da testi paleocristia- turgico dei paramenti sacri è deter- ni, nei quali si individua un emblema minato dal calendario liturgico. Il del sacrificio del Cristo: il p. infatti bianco è usato nelle feste del Signore, conserva il pesce nella pelle del becco della Madonna, dei Santi non marti- e sembra squarciarsi il petto per dare ri, nel tempo di Natale e di Pasqua, il pesce alla prole. nella solenne adorazione e processio- ne Eucaristica, nel rito del Battesimo. Pianeta Indica gioia maestà, purezza, vita eter- Ampia veste liturgica con un’apertu- na. Il rosso, usato nel giorno di Pen- ra tonda per la testa, indossata dal sa- tecoste, nella domenica delle Palme e cerdote durante la Messa, deriva dal nel Venerdì Santo, nella festa della mantello da viaggio di antico uso ro- Croce, nelle celebrazioni dei martiri, mano. nelle messe votive dello Spirito Santo, indica martirio, amore eroico, effu- Pisside sione del sangue per Cristo. Il verde è Coppa di argento o di altro metallo usato nelle domeniche e nei giorni fe- prezioso, dorato all’interno e chiuso da riali infrasettimanali del tempo ordi- un coperchio, nella quale si conserva- nario, indica la speranza della vita eter- no le ostie consacrate. Si custodisce nel na. Il viola è usato in avvento e in qua- tabernacolo dell’altare. La tipologia più resima, nelle messe e nei riti a caratte- frequente è a forma di croce. re penitenziale, indica l’umiltà il pen- timento e la purificazione; viene inol- Polittico tre usato nei riti di suffragio. Il nero Dipinto o rilievo formato di tre o più può essere usato nelle messe da re- pannelli uniti tra loro sia material- quiem e nei riti di esequie e di suffra- mente, da cerniere, o cornici, che con- gio; indica la caducità della vita terre- cettualmente, attraverso i soggetti rap- na e del mondo. presentati. Predella Passione, simboli La parte inferiore di una pala d’alta- Nella simbologia cristiana gli stru- re, generalmente divisa in scomparti, menti della Passione sono gli oggetti dipinti o scolpiti. attinenti la Passione, la crocifissione e la morte di Gesù: il cartiglio, le tena- Protome glie, il martello, il calice, i chiodi, la Dal greco, letteralmente «testa di ani- lancia, la corona di spine, la colonna, male decapitato», nelle arti plastiche il i flagelli, la veronica. Ognuno di essi, termine indica un elemento decorati- raffigurato o conservato come reliquia, vo a forma di testa, animale o umana. museo d’arte sacra di montespertoli 156 Pucci, Antonio (Firenze 1677-1739) di Filippino Lippi (Resurrezione, Fi- Pittore allievo di Simone Pignoni, renze, Galleria dell’Accademia; Sibil- quindi di Gabbiani che lo invia a per- le, Roma, Santa Maria sopra Miner- fezionarsi a Roma, esordisce nel 1714 va). La collaborazione con Piermatteo a Firenze con la Presentazione al Tem- d’Amelia e la sua compagnia darebbe pio nella chiesa di Santa Felicita (1714- ragione dell’influenza dei modi del 1715). La sua maniera risulta debitrice Pinturicchio. Alla fase matura del- tanto del chiaro classicismo del mae- l’autore appartengono la Resurrezione stro che dell’ambiente accademico ro- per la cappella Capponi in San Bar- mano. Riceve numerose commissio- tolomeo a Monteoliveto, ora all’Ac- ni a Firenze, Prato e altre città tosca- cademia di Firenze, e la Madonna in ne. Dell’autore si ricorda il Transito di trono e santi del 1500 (Cenacolo di San san Giuseppe, firmato e datato 1736, Salvi, Firenze). nella Prioria dell’Annunziata alla Cro- cetta in San Miniato. Reliquia Parte rimanente del corpo di Santi o Pugliani, Domenico oggetto appartenente o legato alla per- (Vaglia, Firenze 1589-Firenze 1658) sona di Cristo (la Croce), della Ma- Allievo di Matteo Rosselli, si differen- donna o di Santi. zia notevolmente dai modi del mae- stro manifestando uno stile bizzarro. Reliquiario La produzione tarda dell’artista palesa Custodia, di varie forme e materiali, un adeguamento ai gusti della com- per la conservazione delle reliquie. Può mittenza nell’esecuzione di soggetti di avere diverse forme, spesso pensate per carattere religioso. Tra le opere del- l’esposizione ai devoti. l’autore si ricorda l’affresco di una lu- netta nella Villa di Poggio Imperiale a San Biagio Firenze, dove è rappresentata Sant’Ele- Martire cristiano fu vescovo di Seba- na ritrova la croce e l’affresco con San ste, in Armenia. Venne condannato a Francesco in Gloria nel soffitto dell’o- morte al tempo dell’imperatore Lici- ratorio di San Francesco presso la Con- nio, all’inizio del iv secolo. Si narra fraternita dei Vanchetoni (1640). che prima di subire la decapitazione il santo sia stato martirizzato con i car- Punzonatura di da lana, suo attributo iconografico. Impressione di un marchio o cifra di riconoscimento mediante punzone. San Carlo Borromeo Nato nel 1538 nel castello di Arona sul Punzone lago Maggiore da una potente famiglia Utensile di acciaio che porta incisa ad dell’aristocrazia, venne educato a Mi- una estremità una lettera, un numero, lano e a Pavia. Grazie allo zio, già car- o una cifra da incidere su materiali. dinale dei Medici e poi papa con il no- me di Pio iv, ricevette l’amministra- Raffaellino del Garbo (1466 ca.-1524) zione della diocesi di Milano e la no- Identificato con il pittore italiano Raf- mina a cardinale e Segretario di stato. faellino de’ Carli, uscito dalla scuola Fu uno dei protagonisti del Concilio

glossario 157 di Trento. Venne consacrato vescovo no la sua iconografia: solitamente vie- nel 1564. Nel 1576 si prodigò nel soc- ne raffigurato vestito con la pianeta, corso ai malati durante l’epidemia di inginocchiato dinanzi a una visione peste che colpì Milano. Canonizzato della Vergine col Bambino; spesso ai nel 1610, è raffigurato con i tratti so- suoi piedi compare un giglio. Altri at- matici caratteristici: fronte alta, naso tributi sono: il bastone, la ghirlanda aquilino e carnagione scura, spesso di rose, un angelo e un libro aperto. colto nell’atto di prodigarsi per la cu- Può essere raffigurato accanto a san ra degli ammalati. Carlo Borromeo, del quale fu amico e consigliere San Donato Originario di Nicomedia, ancora fan- San Francesco ciullo si trasferì a Roma dove, dive- Nato nel 1181 o nel 1182 ad Assisi, fi- nuto chierico, cadde vittima delle per- glio di un ricco mercante sceglie una secuzioni romane di Giuliano l’Apo- vita di assoluta povertà dedita all’aiu- stata. Fuggì ad Arezzo dove venne ac- to degli altri e alla preghiera. Ad Assi- colto dal monaco Ilariano con il qua- si raccoglie una piccola comunità. La le operò tra il popolo conversioni e Regula prima dell’ordine fondato da prodigi. Ordinato vescovo da papa Francesco viene approvata a Roma da Giulio I, la leggenda tramanda che il Innocenzo iii nel 1210. Ritiratosi a vi- numero di interventi prodigiosi che ta solitaria, intorno al 1224 compone avrebbe compiuto indusse le autorità il Cantico delle creature e riceve, in esta- ad accusarlo della pratica di arti ma- si, le stimmate e la Verna. Muore alla giche. Fu quindi arrestato e decapita- Porziuncola nel 1226 e viene canoniz- to il 7 agosto 362. Protettore di Arez- zato due anni dopo da papa Gregorio zo; la cattedrale di questa città custo- ix. Patrono d’Italia, viene abitual- disce il suo corpo in una ricca arca mente rappresentato con il saio bru- marmorea. no o grigio dei francescani con alla vi- ta un cordone a tre nodi, simbolo dei San Filippo Neri voti di povertà, castità, obbedienza. È Nato nel 1515, figlio di un giurista fio- raffigurato come un uomo minuto, rentino, studiò presso il convento di con la barba o senza, le stimmate alle San Marco, quindi si recò a Monte- mani, ai piedi e nel costato. Altri at- cassino e di qui a Roma, dove studiò tributi sono il crocifisso, il giglio, sim- teologia, prese i voti e si dedicò alle bolo di purezza e, dalla Controrifor- opere di carità presso i malati e gli ma, il teschio; comune è la sua rap- emarginati. Nel 1548 fondò la Con- presentazione in estasi, mentre riceve fraternita della Trinità per il soccorso le stimmate o mentre prega. dei bisognosi e, poco dopo, gli Ora- toriani, il cui nome deriva dall’orato- San Francesco di Sales rio dove i membri si incontravano. Fondatore e primo Preposto dell’O- Morì nel 1595. La devozione per la Ver- ratorio di Thonon, fatto vescovo di gine e la credenza che egli avesse spe- Ginevra nel 1602; fondò insieme a rimentato stati di estasi influenzaro- santa Francesca Fremiot de Chantal museo d’arte sacra di montespertoli 158 l’Ordine della Visitazione, che diffu- lo), avrebbe salvato dalla morte una se in tutta la Chiesa la spiritualità del principessa, sorteggiata per essere of- Sacro Cuore di Gesù. Concluse a Lio- ferta in sacrificio ad un drago che da ne i suoi giorni, al termine di un fer- lungo tempo terrorizzava una città vente apostolato nella regione del orientale, estorcendo ai suoi abitanti il Chablais, dominata dal Calvinismo. pegno di animali e persone. In cam- Fu canonizzato nel 1665 e proclama- bio dell’uccisione del mostro san Gior- to dottore della Chiesa nel 1887 da gio avrebbe chiesto che tutti i cittadi- Leone xiii. ni si fossero fatti battezzare. Il tema nell’iconografia medievale rappresen- San Gerolamo tava la lotta contro il male e in parti- Nato a Stridone in Dalmazia (341 ca.- colare contro il paganesimo, attraver- 420), è uno dei quattro padri della so la conversione dei popoli, simbo- Chiesa occidentale. Retore ed erudi- leggiata dall’uccisione del mostro da to nelle lettere e nella filosofia diven- parte del guerriero. Rara è la raffigu- ne eremita nel deserto siriano. A lui si razione del martirio del santo e degli deve l’edizione latina della Bibbia det- attributi ad esso connessi: veleno, ruo- ta Vulgata. Si dedicò alla lotta contro ta, olio bollente e infine decapitazio- gli eretici e fondò dei monasteri, ra- ne. Più spesso è raffigurato in armatu- gione per la quale è detto abate. La sua ra, su un cavallo bianco con in mano iconografia, divenuta molto comune la spada, mentre giunge sul luogo del soprattutto tra il xv e il xvii secolo, lo sacrificio del drago, un mostro alato presenta con barba e capelli bianchi, ricoperto di squame. Nelle immagini con accanto il cappello cardinalizio. È devozionali impugna lo stendardo con spesso accompagnato dal leone al qua- la croce rossa o lo scudo crociato, e cal- le, secondo il racconto popolare, il san- pesta il drago. to avrebbe estratto una spina dalla zampa. Oltre che in specifici momenti San Giovanni Battista della sua vita il santo viene rappre- Ultimo profeta, primo santo e pre- sentato in tre modalità principali: co- cursore di Gesù Cristo. Istituì sulle ri- me penitente vestito di pelli, inginoc- ve del Giordano il sacramento del bat- chiato davanti a un crocifisso mentre tesimo; battezzò anche Cristo e rico- si percuote il petto con un sasso; co- nobbe in lui il Messia. Suoi attributi me erudito, nel suo studio, circonda- sono l’agnello e la veste di pelli. Può to dagli strumenti del sapere; come anche reggere la ciotola per l’acqua del dottore della Chiesa raffigurato in pie- battesimo o un favo di miele. Comu- di, con vesti da cardinale. ne è la rappresentazione della sua te- sta mozzata portata su un vassoio da San Giorgio un’ancella o da Salomè che la aveva Ufficiale romano al tempo dell’impe- voluta in pegno. Diffusa è l’icono- ratore Diocleziano (284-305), fu mar- grafia del Battista bambino, detto san tirizzato in Palestina. Secondo la tra- Giovannino, raffigurato con la Vergi- dizione, di origine orientale, riportata ne e Gesù Bambino, soprattutto a par- anche dalla Legenda Aurea (xiii seco- tire dal xvi secolo.

glossario 159 San Giovanni Evangelista Magno nel v secolo, vede giungere Il più giovane tra gli apostoli, figlio di nell’isola due monaci italiani: il mo- Zebedeo e Maria Salomè, è conside- naco benedettino Agostino e, nel 601, rato l’autore di uno dei quattro Vangeli san Giusto, che ne fu l’immediato canonici e dell’Apocalisse, che avrebbe successore come vescovo di Canter- redatta, durante l’esilio, nell’isola di bury. Il Papa gli inviò il pallio, ovve- Patmos, dove si recò scampato alle per- ro la bianca stola riservata ai pontefi- secuzioni dell’imperatore Domiziano ci e ai vescovi metropoliti, conferen- (81-96). L’agiografia lo indica autore dogli autorità sugli altri vescovi in- del miracolo della resurrezione di Dru- glesi. Al termine della vita del santo, siana e di quello, altrettanto diffuso, avvenuta nel 627, la seconda evange- del veleno, al quale egli sopravvisse tra- lizzazione dell’isola era ormai com- mutandolo in un serpente, frequente pletata. Attributo specifico di san attributo del santo. Il simbolo che lo Giusto, raffigurato in abiti vescovili, contraddistingue è l’aquila. è il bastone pastorale. V. evangelici, simboli. San Leonardo San Giuliano Personaggio di un romanzo medieva- Nato in Gallia sotto Atanasio, Impe- le, apparteneva a una nobile famiglia. ratore d’Oriente (v-vi secolo), appar- Poiché si avverò la profezia secondo la teneva ad una famiglia di nobili Fran- quale avrebbe ucciso per errore i pro- chi amici del re Clodoveo, da poco pri genitori, per espiare la propria col- convertito al Cattolicesimo. Questi pa aprì un ospizio presso il guado di un gli conferì il diritto di liberare tutti i fiume allo scopo di offrire riparo ai prigionieri che avesse incontrato sul- viandanti. Un giorno traghettò un leb- la strada. Rifiutati gli onori vescovili broso che stava morendo di freddo e si occupò degli umili e dei carcerati, gli cedette il proprio letto; il giorno mentre cresceva la fama della sua san- successivo il lebbroso si rivelò essere tità. Costruì un oratorio dedicato al- un angelo e gli annunciò che la sua pe- la Madonna e un altare in onore di nitenza era sufficiente a farsi perdona- san Remigio. Viene solitamente raf- re il suo peccato. Giuliano è diventa- figurato in abiti monastici, bianchi o to il patrono dei viaggiatori e dei lo- scuri, oppure con le sembianze di un candieri e a lui vengono dedicati gli giovane diacono in dalmatica e, solo ospedali e le locande. Nella pittura ita- raramente, in paramenti vescovili. liana e francese del primo Rinasci- Consueti attributi del santo sono le mento sono raffigurati, come scene in- catene o i ceppi dei prigionieri libe- dipendenti, gli episodi dell’uccisione rati e spesso il libro, la croce e la ban- dei genitori e del trasporto del lebbro- diera. so. Attributi del santo sono il falcone, la spada e, più raramente, il remo. San Lorenzo La graticola è il suo attributo e me- San Giusto moria del suo martirio; viene rappre- La seconda evangelizzazione dell’In- sentato giovane, tonsurato e vestito ghilterra, intrapresa da san Gregorio con la dalmatica. Primo diacono e museo d’arte sacra di montespertoli 160 martire della Chiesa romana, è raffi- San Michele arcangelo gurato spesso in coppia con Santo Ste- Il suo nome significa «chi è come Dio». fano, primo diacono della comunità Intorno ai passi biblici del Libro di Da- cristiana di Gerusalemme al tempo niele, dove compare come principe ce- degli apostoli. leste e protettore di Israele, si è forma- ta una folta letteratura che lo ha de- San Luca scritto come una figura maestosa che Autore del terzo Vangelo e degli Atti ha il potere di riscattare le anime dan- degli apostoli, fu, verosimilmente, un nate dell’inferno. Nell’Apocalisse è l’ar- greco convertitosi al cristianesimo. tefice della caduta degli angeli ribelli e Viene solitamente rappresentato in- vincitore della battaglia contro il dia- tento alla scrittura del Vangelo e con volo. Il suo culto, di probabile origine un toro, animale sacrificale, perché il orientale, si diffuse in Occidente nel suo Vangelo inizia con il sacrificio del tardo v secolo. È raffigurato solita- sacerdote Zaccaria. La tradizione mente vestito di un’armatura, con in vuole che egli abbia eseguito un qua- mano una lancia o una spada; sotto i dro che rappresentava la Madonna e piedi calpesta Satana in sembianze di per questo è considerato protettore drago. Nel Giudizio Universale può degli artisti e raffigurato con tavo- essere solitamente raffigurato intento lozza e pennelli. Non molto chiare a pesare le anime dei morti; suo con- sono le notizie sulla sua morte: forse sueto attributo è perciò la bilancia. martirizzato, oppure morto in pace a 84 anni in Bitinia, i suoi resti venne- San Paolo ro successivamente portati a Costan- Spesso accompagnato all’immagine di tinopoli. san Pietro apostolo, fondatore insie- V. evangelici, simboli. me a lui della Chiesa, e simbolo della sua componente ebraica, Paolo ne rap- San Martino presenta quella pagana. Tra i suoi at- Ufficiale romano, nato intorno al 316- tributi è la spada, strumento del suo 317 in Ungheria, ancora giovane si ri- martirio; il libro o il cartiglio, che al- tira dall’esercito e diviene eremita; nel ludono alla stesura delle Epistole. 371 fu eletto vescovo di Tours. Viene rappresentato come soldato a caval- San Pietro lo, con mantello e spada, o come ve- Rappresentato nella tipologia dell’apo- scovo, con pastorale e libro, con un’o- stolo, talvolta indossa mitria e piviale, ca e talvolta con una coppa, simboli poiché fu il primo papa della Chiesa che richiamano avvenimenti della sua cattolica. L’attributo che lo identifica è leggenda. Si racconta infatti che, non quello delle chiavi, simbolo dell’inca- volendo accettare per modestia e rico conferitogli da Gesù di custodire umiltà la carica di vescovo, si sarebbe le porte del cielo; altri attributi sono: il nascosto in una stia per le oche, ma gallo; la croce capovolta, strumento del tradito dagli schiamazzi degli anima- suo martirio; più raramente la barca, a li, venne riportato in città per l’inve- ricordo della sua antica professione e stitura. quale simbolo di salvezza.

glossario 161 San Sebastiano te, lo avesse indossato sarebbe stato sal- È tradizionalmente raffigurato legato vo. Il culto verso san Simone Stock e a una colonna o a un albero, trafitto la devozione allo scapolare si diffuse- da numerose frecce, in ricordo dell’e- ro rapidamente nel corso dei secoli xvi secuzione della condanna a morte cui e xvii, insieme alla raffigurazione del- riuscì a sopravvivere; ai suoi piedi può la visione dello scapolare da parte del essere raffigurata l’armatura da solda- santo. Lo scapolare è rimasto per tut- to. È considerato il protettore degli ti i Carmelitani un segno della prote- atleti, degli arcieri, dei tappezzieri e zione materna di Maria. dei vigili urbani, ed è invocato contro la peste, il cui morbo è rappresentato San Taddeo dalle frecce. La Legenda Aurea e la Passione di Si- mone e Giuda riportano la storia del- San Simone l’apostolo Giuda Taddeo insieme a Venne soprannominato Simone “lo quella del fratello Simone Zelota. Ico- Zelota” poiché, prima di diventare nograficamente si identifica con vari uno dei dodici apostoli di Gesù, fu attributi: oltre al tradizionale volume membro del movimento ebreo nazio- o libro, compaiono la spada e le pie- nalista e antiromano degli zeloti che, tre, solitamente raffigurate poggiate nel 66 d.C. scatenò una rivolta con- in grembo, che furono gli strumenti tro gli oppressori; è stato anche con- del suo martirio. Secondo la leggenda, siderato fratello di Giuda Taddeo con al tempo di Gesù avrebbe risanato il il quale fu unito anche nella morte per re Abgar di Edessa, in Mesopotamia, martirio. L’attributo della sega da tron- malato di lebbra, passandogli sul vol- chi (oltre a quello tradizionale del li- to un’immagine di Gesù impressa su bro) ricorda lo strumento con il qua- un panno per tergere il sudore, la co- le venne ucciso dai sacerdoti pagani. siddetta “immagine di Abgar”. In Mesopotamia, dove avvenne il mar- tirio, Giuda Taddeo e Simone Zelota Sant’Agnese avrebbero convertito molte persone, Vergine e Martire del iv secolo il no- tra le quali il re Abgar. me di Agnese, dal greco «casta», è si- mile al nome di agnus, cioè agnello. San Simone Stock Secondo la tradizione all’età di dodi- Fu Priore Generale inglese. È morto ci anni la fanciulla avrebbe respinto il verso il 1265 a Bordeaux in Francia. La figlio di un Prefetto di Roma che la figura storica di questo personaggio, desiderava; venne quindi denunciata venerato per la sua santità, si è sovrap- come cristiana. Costretta a prostituir- posta a quella tramandata da una leg- si rimase intatta e subì il martirio; non genda nata verso il xv secolo, nei Pae- univoche sono le tradizioni a questo si Bassi, che racconta di un certo san proposito: quella greca vuole che sia Simone che aveva avuto una visione stata arsa viva; la tradizione latina che della Madonna, nella quale ella appa- sia stata decapitata; nell’inno in ono- riva con lo scapolare promettendo al re di Agnes Beatae Virginis, che si ri- santo che chiunque, in punto di mor- tiene di sant’Ambrogio, il poeta im- museo d’arte sacra di montespertoli 162 magina la fanciulla sgozzata. Attribu- Bambino e la Madonna, in una sorta ti ricorrenti della santa sono lunghe di legame trinitario che, anche dal chiome, utilizzate per coprirsi le nu- punto di vista figurativo, tende ad av- dità quando venne costretta all’espo- vicinarsi alla rappresentazione delle sizione in un postribolo; le fiamme del Tre Persone della Trinità (Il Padre, il rogo; la spada, con cui viene sgozzata Figlio e lo Spirito Santo). L’immagi- o decapitata. ne si diffuse inizialmente soprattutto nell’arte toscana, poiché la santa era Sant’Andrea stata eletta protettrice del Comune fio- Pescatore della Galilea, fratello di Pie- rentino, in ricordo della cacciata del tro, fu il primo discepolo di Cristo, duca di Atene che tiranneggiava la quindi apostolo e martire. Nel Nuovo città, avvenuta il 26 luglio, giorno di Testamento è citato negli episodi della sant’Anna, del 1343. pesca miracolosa e della moltiplica- zione dei pani. Per il suo apostolato fu Sant’Antonio abate condannato ad essere flagellato e cro- L’appellativo di abate gli deriva dal- cifisso a due pali incrociati, la cosid- l’essere considerato il patriarca del mo- detta croce di sant’Andrea. L’icono- nachesimo orientale. Nato a Coma, grafia lo ritrae anziano con una folta in Egitto, verso la metà del iii secolo, barba bianca e l’attributo della croce intorno ai vent’anni si ritirò nel de- o, più raramente, con un pesce, a ri- serto dove successivamente si insediò cordare il suo antico mestiere. una comunità monastica; morì, ul- tracentenario, nel 356. Rappresentato Sant’Anna con la veste da eremita, suo ricorren- Il culto di sant’Anna, madre della Ver- te attributo è un bastone con la ter- gine Maria, canonizzata definitiva- minazione a t (“tau”), antico simbo- mente dalla Chiesa cattolica nel 1584, lo egizio d’immortalità che allude però risale alla Chiesa orientale delle origi- anche alla croce, divenuto nel Me- ni. Uniche fonti per i racconti del- dioevo simbolo distintivo dell’ordine l’infanzia di Maria sono raccolte nei degli ospitalieri di sant’Antonio; il dia- Vangeli apocrifi. Raffigurata nell’arte volo spesso presente ai suoi piedi è bizantina sin dall’alto Medioevo, la simbolo della vittoria sulle tentazioni sua fortuna iconografica si diffonde in che costantemente minarono il suo Occidente a partire dal xiii secolo so- eremitaggio, il maiale che lo accom- prattutto in seguito alle Crociate e in pagna richiama la consuetudine dei stretta connessione con il dibattito monaci medievali di allevare un por- teologico intorno all’Immacolata cellino per i poveri. Concezione. Rare sono tuttavia le im- magini isolate della santa, con in brac- Sant’Antonio da Padova cio la Madonna col Bambino. Tale Al secolo Fernando Bullone, nato a particolare iconografia è detta anche Lisbona nel 1195, prese i voti nell’or- Sant’Anna Metterza, allusione alla po- dine dei Canonici Agostiniani di sizione occupata dalla santa, letteral- Coimbra, dove svolse studi di teolo- mente “messa terza”, dopo Cristo gia. Quindi divenne il più valente pre-

glossario 163 dicatore francescano. Insegnante di ta chiodata, strumento dl suo marti- teologia nelle università di Bologna, rio, la spada, la corona, la palma, l’a- Tolosa e Montpellier, visse gli ultimi nello e il libro; frequente anche la raf- anni della sua vita a Padova, dove figurazione del suo matrimonio mi- morì, a soli trentasei anni, nel 1231; un stico con Cristo. anno dopo fu canonizzato e venerato come santo patrono della città. L’a- Santa Cristina giografia del santo è ricca di miracoli, Martire vissuta durante le persecuzio- guarigioni ed episodi di carità, dai ni dell’imperatore Diocleziano (284- quali l’iconografia ha attinto nel cor- 305), è patrona di Bolsena, città dove so dei secoli, privilegiando i racconti già sul finire del iv secolo sorse una aneddotici ed esemplari: la predica ai basilica dedicata al suo culto, nei pres- pesci, il cuore dell’avaro, il miracolo si della primitiva comunità cristiana. dell’asino o quello del neonato. Ton- In età medievale nasce e si sviluppa il surato e vestito dell’umile saio marro- patrocinio di Cristina su mugnai, ar- ne, i suoi attributi più comuni sono il cieri, balestrieri e marinai; la martire giglio, il Sacro cuore di Gesù, il libro veniva invocata per scacciare dèmoni o l’ostensorio. e impetrare la fecondità degli uomini e della terra. La sua immagine si di- Santa Barbara stingue per gli attributi iconografici Una delle Quattuor Virgines Capitales della macina da mulino e delle frecce. insieme a Caterina d’Alessandria, Do- rotea e Margherita, la sua leggenda de- Santa Lucia riva da una Passio del vii secolo, poi ri- Vergine e martire, visse a Siracusa al presa dalla Legenda Aurea (xiii secolo), tempo dell’imperatore Diocleziano ambientata in Asia minore. A causa (284-305). In seguito a un voto fatto della sua fede fu flagellata nuda, ma le per la guarigione della madre, la no- verghe divennero delle penne di pa- bile fanciulla rifiutò di sposarsi e donò vone, le furono recisi i seni e infine la sua dote ai poveri. Denunciata co- venne decapitata. È raffigurata giova- me cristiana, fu condannata ad anda- ne e di nobile aspetto, con in mano re in un postribolo. La leggenda rac- una torre dalle tre aperture, che sim- conta che nessuno riuscì a trascinare boleggiano la Trinità; a volte ella reg- Lucia, investita di una forza divina, ge un calice, simbolo della fede, o una verso quel luogo. Coperta di pece e penna di pavone. olio bollente rimase intatta e soltanto la spada che le trafisse la gola la con- Santa Caterina d’Alessandria dusse in breve alla morte. Suo tradi- La sua leggenda, che ha inizio nell’al- zionale attributo sono gli occhi, di to Medioevo, la ricorda donna nobi- norma mostrati su un piattino tenu- le, erudita e bella che convinse della to in mano dalla santa: secondo il rac- verità del Cristianesimo i filosofi ales- conto agiografico le furono cavati dai sandrini fatti venire a Roma dall’im- suoi persecutori, mentre secondo una peratore Massenzio (iv secolo), per più tarda leggenda se li sarebbe strap- confutarla. Tipici attributi sono la ruo- pati lei stessa per farli recapitare al suo museo d’arte sacra di montespertoli 164 innamorato respinto che non si rasse- Sbalzo gnava alla sua scelta di penitenza e ca- Arte e tecnica di decorazione usata per stità. A volte reca in mano una lam- i materiali preziosi, quali l’oro e l’ar- pada a olio accesa, riferimento al suo gento, ma praticata anche per il rame nome che significa luce. È universal- e il bronzo. Consiste nel ridurre il me- mente nota quale protettrice della vi- tallo in lamina sottile per ricavarne la sta. Altri attributi generici possono es- raffigurazione voluta a rilievo, mo- sere il ramo di palma, prerogativa dei dellandola in negativo, e operando martiri, o la spada. quindi la rifinitura, dal davanti, con il cesello e il bulino. Santa Maria Maddalena Fin dal Medioevo e soprattutto dopo Secchiello la Controriforma, è una delle sante Piccolo recipiente che contiene l’ac- più venerate della cristianità e l’esem- qua benedetta. È usato insieme all’a- pio della penitente, per la sua doppia spersorio che è lo strumento con cui natura di peccatrice e di donna re- si asperge l’acqua, a forma di sferetta denta. Tra i suoi attributi compare cava e bucherellata con spugna inter- sempre il vaso di unguento usato per na e manico. cospargere i piedi di Gesù dopo la la- vanda; raffigurata con lunghi capelli Smaltatura rossi, è rappresentata principalmente Tecnica di decorazione applicata a ce- in due modi: prima della conversione ramica e metallo. I più diffusi proce- riccamente vestita e acconciata, dopo, dimenti per la s. dei metalli sono il cloi- in abiti stracciati, con un mantello ai sonné, che prevede la stesura dello suoi piedi e/o avvolta nei suoi stessi smalto entro zone delimitate da sotti- capelli. Altri attributi di questa se- li fili metallici e il champievé, che pre- conda versione sono il teschio, il cro- vede l’inserimento dello smalto entro cifisso, una frusta, la corona di spine, piccoli alveoli praticati su una lastra gli occhi pieni di lacrime. metallica. Il termine indica anche il processo di Santa Teodora impermeabilizzazione della terracot- Imperatrice d’Oriente, fu sposa del- ta che diviene di grande uso a partire l’imperatore Teofilo l’Iconoclasta, che dal xv secolo. si era opposto alla venerazione delle icone, ma alla sua morte, nell’842, Smalto Teodora divenne reggente per il figlio Vernice vetrosa cui sono aggiunte Michele iii e l’anno seguente con- componenti coloranti, che ha la pro- dannò ufficialmente l’iconoclastia, prietà di diventare una superficie lu- sancendo così la vittoria dell’ortodos- cida e compatta grazie alla cottura ad sia. Proseguì la lotta contro Arabi e alte temperature. Bulgari, ma al raggiungimento della V. smaltatura. maggiore età del figlio si ritirò nel mo- nastero di Santa Eufrosina, dove tra- Tabernacolo scorse gli ultimi otto anni della sua vi- Edicola chiusa da uno sportello, po- ta, dedita all’ascesi. sta sull’altare, in cui è conservata la

glossario 165 pisside. Si intende anche una nicchia o po e poi cotta al sole o in forni speciali una piccola cappella, posta lungo una ad alta temperatura; la qualità e la strada o inserita nello spessore di un quantità dei minerali contenuti ne de- muro, contenente un’immagine sacra. terminano il maggiore o minore gra- do di porosità e la tonalità del colore; Tela generalmente si intende anche ciascun Costituisce una delle superfici più usa- oggetto (vaso, piatto, formella etc.) te per la pittura ad olio; di lino o di ca- che se ne ottiene napa, talvolta anche in cotone, juta, seta o altre fibre; la sua tipologia varia Tessuto di grossezza e intreccio a seconda del- Tecnica e arte che consiste nell’intrec- le epoche, dei luoghi e delle esigenze cio di una serie di fili, chiamati ordito espressive. Prima incollata su tavola, in e mantenuti paralleli e in tensione, con seguito fu tesa su telaio per favorire il un’altra serie che vi si inserisce tra- trasporto dei dipinti; quest’ultimo uti- sversalmente, chiamata trama, otte- lizzo si diffonde dalla seconda metà nuto mediante il telaio. I tessuti si di- del xv secolo, sostituendosi definiti- cono uniti quando l’intreccio non pre- vamente a quello su tavola a partire senta disegni speciali, operati in caso dal xvii secolo. Il termine indica an- contrario. Si distinguono tre tipi base che l’opera pittorica eseguita su tela. di tessuto: la tela o taffetas, con 2 fili di ordito e 2 di trama, con uguale ef- Telaio fetto al diritto e al rovescio; la saia, che Nell’arte della tessitura è il congegno sortisce un effetto diagonale inclina- che serve ad intrecciare i fili dell’ordi- to, a destra o sinistra; il raso (o satin): to con quelli della trama. Si intende a seconda che sia più evidente l’ordito anche l’inquadratura, in genere lignea, o la trama, si hanno rasi ad effetto di sulla quale viene tesa la tela per di- ordito o rasi ad effetto di trama. pingere. Tofanelli, Bastiano Tempera (Firenze, notizie 1672-1742?) Tecnica pittorica che utilizza una mi- Immatricolato come orefice a Firenze scela di colore in polvere sciolto in ac- nel 1672, è stato possibile identificar- qua con l’impiego di vari agglutinan- ne il marchio, raffigurante un’ape, poi- ti (emulsioni di uovo, latte, gomme, ché le date di donazione degli argen- cere, etc.) non oleosi. Il supporto dei ti recanti tale simbolo corrispondeva- dipinti a tempera è generalmente quel- no agli anni nei quali ha ricoperto la lo di pioppo. Le modalità del suo uti- carica di saggiatore (1712-1713). lizzo si sono differenziate nel tempo con il variare degli stili e della cultura Tornitura artistica. Di largo impiego fino al Processo di arrotondamento e leviga- diffondersi della pittura a olio. zione di una superficie comprensivo dell’asportazione dei trucioli prodotti Terracotta da tale lavorazione. La t. del legno, in Modellazione di un impasto di argil- particolare, è eseguita da un ferro che le eseguita a mano, al tornio, o a stam- incide e scanala un pezzo di legno, che museo d’arte sacra di montespertoli 166 ruota velocemente sul proprio asse. In pa con coperchio, sollevabile me- uso fin dal xvi secolo per la lavorazio- diante tre catenelle, che contiene un ne di pezzi cilindrici, conici e sferici, a piccolo braciere (navicella), nel qua- differenza del tornio per ceramica, le vengono fatti bruciare grani di in- quello per legno è costruito in modo censo. che il legno rimanga orizzontale. Velluto Trittico Tessuto con superficie coperta di pe- Polittico costituito di tre pannelli uni- lo, costituito da due orditi, uno per ti fra loro. il tessuto di base (grosso taffetas o ra- so) e l’altro per il pelo, ottenuto me- Turibolo diante l’inserimento di un filo di cui Suppellettile sacra, spesso preziosa- si possono tagliare le sporgenze anel- mente argentata, formata da una cop- liformi.

glossario 167

English Version

The Montespertoli Museum l’anno Mille, ed. 1989, p. 133). At that of Sacred Art time, all the churches, monasteries and even the smallest oratories in the coun- by Rosanna Caterina Proto Pisani tryside were being replaced by build- ings of greater dignity and beauty. The façade of the church, restored The Montespertoli Museum of Sacred some years ago, is a 20th century fake Art is situated in a hilly landscape of that suggests, with its green and white incomparable beauty, characterized by dichromy, the Florentine Romanesque typical Tuscan crops. Its home is the character of such very famous exem- large rectory of the Parish Church of plars as the Baptistery and San Minia- San Piero in Mercato, with two en- to al Monte, even adopted at the near- trances: one from the garden and the by Collegiate Church of Empoli. The other from an internal court adjacent Romanesque basilican plan, with three to the right side of the church, from aisles divided by rectangular pillars and where a beautiful view of the Ro- ending in three apses, indicates, by its manesque bell tower can be enjoyed. architectural structure, the parish’s an- The Parish Church of San Piero in tiquity, as later churches are character- Mercato is among the most ancient in ized by a single nave and by a single , certainly from before 1000 apse (Moretti, Stopani 1974, p. 197). A.D., since it is cited in documents The extreme regularity, but also the in- from the first half of the 11th century. Its terior’s austerity and simplicity, devoid early political and religious organiza- of decoration, in its paleo-Christian tion probably dates back to the Car- basilican plan, are a reflection – in the olingian period, even if the diploma, countryside – of the early examples of listing the individual properties of the Florentine Romanesque, like Santa Tuscan counts given by Charlemagne Reparata, which seems to have inspired to the Abbey of Nonantola, has been San Piero. The novelty, instead, of the shown to be apocryphal, being in- rectangular pillars substituting the tended to legally confirm the abbey’s columns is derived from the Lombard possessions in Tuscany. Our parish Romanesque culture, that was spread must have belonged to the abbey, as in Tuscany thanks to the skilled work- seen from the 12th century tithe ac- ers active in the region, as is witnessed counts. The church was consecrated in by the architrave of the nearby Parish 1057: to this time filled with a building Church of San Giovanni Battista in fervor, its reconstruction must date Monterappoli. back when «It seemed that the earth it- Restored and extensively reorganized self, as if shaking and freeing itself from over the centuries, the interior preserves old age, dressed itself with a spotless some important Romanesque features, mantle of churches», to use the words such as the beautiful hexagonal bap- of Rodolfo il Glabro (Cronache del- tismal font, with white, pink and ser-

english version 171 pentine marble panels, decorated with ing out of the Montespertoli Lords, a a series of marble tiles in green and branch of the Albertis, the patronage black geometric motifs. The extreme of the parish, together with their as- stylistic and structural simplicity re- sets, passed to the Machiavellis, who veals its antiquity in comparison with already had properties in the area. The similar existing examplars in the parish will of Ciango d’Agnolo, of the Mon- churches of the Florentine territory tespertoli Lords, records the passage of (Santa Maria all’Impruneta, Santa the patronage of the Parish Church of Maria a Coeli Aula, Sant’Agata in Mu- San Piero in Mercato to Boninsegna gello, etc.), dating it back to the first and Lorenzo Machiavelli, while the half of the 11th century. coats-of-arms on the church’s façade Some of the Romanesque remnants and on the rectory’s main access door preserved in the parish church show later establish the presence of the Cap- that there must originally have been tains of the Guelph Party, who would other marble furnishings. Thus, a rec- share the patronage with the Machi- tangular tile in white and black marble avellis, as recorded in a letter dated 10 with a geometric checkerboard design February 1437, where, «on the outside along the perimeter and, in the center, face of said parish church and in a a star inscribed in a circle, immured in prominent and open place», the plac- the bell tower’s access room, a fragment ing of the Guelph Party insignias is im- of an altar or a Romanesque ambo, posed. evokes the refined and elegant decora- If the presence of the Machiavellis, still tion inside the church. Still Ro- in the first half of the 16th century, is the manesque, although probably dating reason for the commissioning of im- back to the 13th century, is a small dou- portant works of art, already from the ble lancet window in the wall to the end of the 15th century San Piero in Mer- right of the rectory’s main door, as well cato had begun to lose political and eco- as the imposing crenellated bell tower. nomic importance. After the transfer It was precisely during the Middle Ages already occurred in the 15th century, for that the Parish Church of San Piero in reasons of practicality and control, of Mercato had its moment of greatest the important market to Via Volterrana splendor, not only as the most signifi- in Montespertoli, that also became the cant religious center for the whole com- seat of the podestà (M. Nardi Dei 1873, munity, being the mother church of p. 29), also the slow ecclesiastical deca- the parish, with a good twenty-six suf- dence of the parish, between the first fragans, but also as the fulcrum of the and second decades of the 16th century, territory’s political system, the center begun with a reduction of the suffra- of civic meetings and the seat of the gan churches. Despite the loss of its an- podestà of the League of San Piero in cient role, San Piero in Mercato con- Mercato. At the end of the 14th centu- tinued to be, ideally, the political and ry, and specifically in 1393, with the dy- religious symbol of Montespertoli, so museo d’arte sacra di montespertoli 172 much so, that up to the end of the 18th with Child between Saints Peter and century, it remained the custom for the Paul with The Purchaser, by an un- priors’ magistrate and the podestà to go known Florentine painter of the 16th to the ancient parish on Saint Peter’s century; a Della Robbia bas-relief rep- Day, to bring a wax offering, but also resentating St. Jerome in the Desert by to choose the priors and advisers. Girolamo Della Robbia) and to those The museum’s patrimony comes from coming from San Lorenzo a Mon- the parish church, but also from its suf- tegufoni, tied to the Acciaiolis (Madon- fragans as well as from the churches of na with Child from the circle of Lippo two other parishes. This happy coinci- di Benivieni, silver works, etc.), there dence, not found elsewhere, of a cer- are works coming from small church- tain correspondence between the es like San Michele a Mogliano parishes’ territory that made up the (Madonna with Child between Saints League and that of the current munic- Anthony the Abbot and Julian by Neri ipality of Montespertoli, has led to or- di Bicci, wooden furnishings) or San- ganizing the works on the basis of the ta Maria a Mensola and San Giusto a individual parishes, considering these Montalbino. The expository criterion ancient ecclesiastical groupings as au- of grouping the works coming from tonomous historical-cultural realities, churches in the same parish, has for the fact that the churches in the brought to exhibiting the precious sil- parish jurisdictions, much more an- ver works next to the paintings in the cient than the civil ones, have lived for Large Hall. centuries in symbiosis, often transfer- The museum’s second room is called ring the patrimony of a suffragan the Green Room for the color of its church to another in the same parish, walls that match an elegant ivory white if not even to the mother church. with shades of gray in the radiating ceil- The first two rooms of the museum ing decorations, where the coat-of- have been devoted entirely to works arms of the parish priest Antonio Gal- coming from churches in the parish of li appears. Leaf, shell and flower mo- San Piero in Mercato. In the first room, tifs reappear in the artificial painted the large hall, over the door there is the pendentives, while, on the architraves bust of a priest, probably the parish of the doors, in the medallions, en- priest Antonio Galli, who restored the riched with volutes and curls, icono- church and rectory in 1876. The plas- graphic symbols of the theological tered walls preserve, below the plaster, Virtues and the Christological symbol modest 20th century decorations with of the pelican are taken up. landscapes, coats-of-arms of parish The Green Room is devoted almost priests and cardinals. Here, next to the entirely to the Churches of Santa works coming from the parish church, Maria a Torre and of San Bartolomeo some of which are tied to its ancient a Tresanti, suffragans of San Piero in patrons, the Machiavellis, (Madonna Mercato, exhibiting next to paintings

english version 173 from the 17th century (Our Lady of the From the Parish to the League and Assumption by Domenico Frilli Cro- the Commune: the Inheritance of ci, works by Lupicini and the Curra- the Museum of Montespertoli di workshop) and the 18th century, like the Adoration Of The Magis by Nic- The Montespertoli Museum of Sacred Art colò Bambini, up to some time ago collection has objects (paintings, sculp- considered a work by the Florentine tures, silver works, and furnishings) on Sagrestani, the silver works and wood- display that come from all the churches en furnishings belonging to the same of the same parish, arranged on a parish churches. basis, the ancient ecclesiastical jurisdic- The Yellow Room, its walls covered by tions to which various churches, known a fake yellow tapestry, houses works as suffragans, belonged and that were from the parishes of Coeli Aula and headed by a mother church, the parish San Pancrazio, among which there church with a baptismal font. stands out as the museum’s gem, the To be able to understand the importance Madonna with Child from fra Filippo of the parish in the history of the Floren- Lippi’s late work, accompanied by a tine territory, it is necessary to briefly re- rare baptismal font from the mid-12th visit the history of the rural communities’ century, coming from the Church of autonomy, beginning in the second half Santo Stefano a Lucignano. In this of the 11th century with the formation of room another painting is to be noted, new emergent classes, the middle class, the Flagellation of Christ, by a Floren- that sought to expand at the expense of the tine artist of the 17th century, Domeni- territorial aristocracy by redefining the co Pugliani, also the artist of the Glory relationships with the owners in order to of Saint Andrew, displayed in the first have a share in the community govern- room, who had an important role in ment and less onerous terms for land cul- the political life of the Municipality, tivation. Strong support in the struggle since he was the podestà of Montes- against the great vassals was given to the pertoli in 1646. local communities by the Florentine Re- Sacred hangings and manuscripts are public that, from the beginning of the 12th found in the last room of the museum century, had achieved autonomy, escap- that, for conservation reasons (light and ing from the power of the marquises of humidity), could not be displayed next Tuscany. to the paintings from their churches of As soon as families became free, the pop- origin They are further evidence of the uli were established, autonomous group- Montespertoli area’s past, rich in his- ings, but civilly dependent on , tory and art, well documented also by which had their own point of reference in a series of estate papers with the maps the parish churches with the parish priest of Uzzano, Le Fonti, Poggio Caroni or the rectors, that is magistrates elected and Via Piana. by the individual communities. The parish derived its name from the Latin museo d’arte sacra di montespertoli 174 word plebs (people). It became the center San Piero in Mercato, San Pancrazio and for civic meetings, while, in a certain Coeli Aula and its insignia was the unit- sense, the parish represented an early em- ed keys, referring to the Parish Church of bryonic form of the rural Commune. In San Piero, with a lily depicted below, as the middle of the 13th century, the Flo- the symbol of their dependence on the Flo- rentine Republic organized the forces of rentine Republic, and surmounted by a these populi, dividing the countryside in- star, proof of the Alberti counts’ ancient to 96 armed parishes, under a leader who, authority over the Montespertoli area. if necessary, would have to assemble the The League of San Piero in Mercato can forces at the church and defend Florence be considered the precursor to the Mu- (M. Nardi Dei 1873, pp. 188-189). Cer- nicipality of Montespertoli that, to a large tainly the Parish Church of San Piero in extent, follows the territorial borders close- Mercato, the mother church of the ly, and took up the League’s insignia on homonymous parish, actively participat- its own banner. ed in the historical events of the Floren- The Montespertoli Museum of Sacred tine countryside, offering bushels of wheat Art, which came out of an agreement be- as provisions during battles and sieges tween the ecclesiastical and the civil au- (Paoli 1889, p. 107). thorities, is the moral and cultural heir In the second half of the 14th century the of the area’s ancient history. parishes united to form the Leagues of the People, or of the Podesterio, subject to a Rosanna Caterina Proto Pisani magistrate, the podestà, according to the organization of the Florentine dominion in the countryside. The leagues had their own statutes, not only performing duties of maintenance of the public order or of defense of common people’s rights, but they also mobilized the military contingents in defense of Florence and of the Guelph Party. The captain of the League, a Flo- rentine citizen, was assisted by gon- faloniers, standard bearers, advisers, may- ors, chamberlains elected directly among the citizens themselves by the peoples of the leagues. The League of San Piero in Mercato, named for the seat of the podestà, that promulgated its own statutes on 6 Sep- tember 1398, written by the Florentine notary, Biagio di Paolo di Matteo Catig- nano, was formed by the three parishes of

english version 175 A Visit to the Museum file, as tradition dictated, at the feet of saints or the Madonna to whom they by Ilaria Ciseri would express their devotion. In the display cases, instead, one can admire very precious exemplars of sacred silver In the small entry room where the tick- works and liturgical furnishings, also et office is, there is a detached fresco. stretching over a long period of time, from the Middle Ages to the 19th cen- 1. florentine painter tury. The gémellion is one of the rarest Saint Anthony the Abbot pieces, a large Medieval basin of French 15th century production, whose name is derived detached fresco; 180148 cm from the fact that they were produced hospital in via di Pulico in pairs, ergo “twins” (gemelli), to hold the water needed for the washing of hands. 1 - Large Hall

The large entrance Hall houses the On the wall entering to the right greater part of the museum’s painting collection and some display cases con- 2. neri di bicci (Florence 1419-1491) taining sacred furnishings, all works Madonna with Child Enthroned and that come from the nearby parish Saints Anthony the Abbot and Julian church of San Piero in Mercato or from the Martyr churches of its parish. The painting ex- eighth decade of the 15th century hibition offers a broad survey of Tus- wooden panel; 115132 cm can art from the 14th to the 18th cen- inscriptions: on the lower step: turies, starting with the precious Me- scs.antonius.abbas. dieval wooden panels attributed to Flo- scs.iulianus.m. rentine and Sienese masters, passing parish church of San Piero in through the Florentine Renaissance Mercato, formerly in the church of masterpieces, arriving at the threshold San Michele a Mogliano of the Rococo with a painting by An- (inv. 7) tonio Pucci, who portrayed the façade This fascinating wooden panel attrib- of the ancient parish church of San uted to Neri di Bicci, one of the most Piero on the background of the paint- representative painters of the Floren- ing. One characteristic seems to dis- tine Renaissance, is assumed to have tinguish the museum’s collection of been made around 1480. His works, as paintings, as three of them (one of this altarpiece demonstrates, are char- which is in the third Hall) are enriched acterized by very vivid colors with a by the fascinating portraits of their re- strong impact, at times enhanced by spective clients, shown kneeling in pro- contrasting tonalities, whose effect was museo d’arte sacra di montespertoli 176 reinforced by the gold that shone in Child’s position and the figures’ im- the background, today largely lost. mobility lead one to think, and, above Even the throne on which the Madon- all, animated by an imaginative, cer- na sits is typical of the artist’s work, tainly refined, personality. It is what conceived as an elaborate architectur- emerges from the choice of a palette es- al element in marble, sometimes dec- sentially dominated by red and by the orated with colored inlays, sometimes dark tones of the Virgin’s mantle and embellished with precious items like the background, and by the sophisti- the chair arms and especially articulat- cated rendering of some details, espe- ed in his refined foreshortened per- cially, Saint George’s headpiece on the spective. As the writings on the step in left, inspired by one of the precious the foreground indicate, the two saints and, at times, extravagant, headpieces are Anthony the Abbot, also recogniz- worn at tournaments and jousts. able by the pig at his feet, and Saint Ju- lian the Martyr, elegantly dressed in 15th century clothes, according to the fre- Proceeding in a clockwise direction, quent Renaissance custom of giving along the walls holy figures a contemporary aspect. In the 18th century, Saint Julian suffered a 4. florentine painter severe re-painting, that transformed Virgin and Child with Saints Martin him into Saint Michael, probably to and Sebastian integrate the wooden panel in the early decades of the 16th century Church of San Michele a Mogliano. wooden panel; 175162 cm inscriptions: on the base of the throne: ora pro nobis; on the lower To the left of the entrance door edge: s. martino s. bastiano church of San Martino a Manzano 3. florentine painter (inv. 10) Virgin with Child with Saints George The work’s provenance from the and Nicholas of Bari Church of San Martino a Manzano is early decades of the 16th century confirmed by the presence on the pan- wooden panel; 109125 cm el of the dedicatee saint, Bishop Mar- church of San Giorgio, later in the tin of Tours, who, in 4th century, spread church of San Lorenzo a Christianity in western France: the rich Montalbino, afterward in the church mantle that enwraps him is not only of San Giusto a Montalbino part of the bishop’s clothing, but is (inv. 9) meant to recall his famous charitable The anonymous artist who made this deed. The panel, related by some crit- panel exhibits a rather unusual style, ics to the work of the Florentine barely touched by the imprint of late painter, Raffaellino del Garbo (1466 15th century Florentine painting, as the circa-1524), offers a traditional com-

english version 177 position of the enthroned Madonna are Saint Anthony the Abbot, Saint and Child flanked by the two saints, Lawrence, Christ in pietà, another holy Martin and Sebastian, inside of which bishop and Saint Catherine of Alexan- such elements stand out as the precious dria. Today the work is attributed to fabric of the curtain that is opened on Cenni di Francesco, an artist who was the canopy, the terracotta tiled floor particularly active in the Florentine perspective and, especially, the striking countryside and was an influential ex- profile of the client portrayed here in ponent of Tuscan painting in the phase his marked and strongly expressive that immediately preceded the aban- physiognomy. donment of the late Gothic tradition and the successive affirmation of the 5. cenni di francesco new Renaissance perspective. (documented 1369 ca.-1415 ca.) Madonna with Child between Saint 6. andrea di giusto Lucy and Saint Justus (documented 1423-1450) dated 1400 Madonna with Child wooden panel; 155142 cm fifth decade of the 15th century inscriptions: in the lower part of wooden panel; 5038 cm each panel: sca lucia/ mcccc fe church of Santa Maria a Mensola, fare bicci d’andrea scs giustinus later in the church of San Giusto a church of San Giusto a Montalbino Montalbino (inv. 3) (inv. 6) A typical example of a late Medieval A painter whose fame was obscured by triptych, this painting contains the pre- the more magniloquent names of the cious record of the date and the client’s early Florentine Renaissance, Andrea name: the year is 1400 and Bicci d’An- di Giusto Manzini was an artist of high drea is the citizen who paid for the stature in his time, even boasting of a work in order to offer it to the church youthful collaboration with Masaccio of San Giusto a Montalbino. It is no ac- in Pisa in 1426. This panel has been cident that the holy bishop depicted linked to an already advanced stage of on the right is Saint Justus, Saint Au- his career, between 1440 and 1450, and gustine’s successor to the English bish- shows remarkable affinity to the cen- op’s throne in Canterbury. Instead, tral panel of the triptych in San Michele Saint Lucy appears in the left panel, a Mogliano, where, for example, the while the Madonna enthroned is in the same setting of the throne is repeated. center one, nursing the Child. In the It is likely that also the painting from three small, quatre-foiled panels in the Montalbino was part of a larger set and cusps, a benedictory Christ and, to the certainly appears to have been made sides, the Announcing Angel and the smaller at some time in the past. Here Virgin of the Annunciation are paint- the artist demonstrates the subtlety and ed; while on the predella below there speed with which he acknowledged the museo d’arte sacra di montespertoli 178 foundations of the new painting dic- ceived as part of a set and not as an in- tated by his contemporaries: if the in- dividual one. The two coats-of-arms in sistence on the refined elegance of fab- the painting’s lower corners refer to the rics is still part of the Gothic style, the Castellani family that formerly had the positioning of the holy group is already patronage of the Church of San Loren- changing towards a new volumetric so- zo a Montalbino, but its insertion so lidity and beyond the drapery that cov- close to the gown’s hem indicates that ers the throne a blue background is seen they may have been added some time that foretells the abandonment of the after the work was carried out. The ancient symbolic gold in favor of the Child’s image provokes considerable sky’s natural color. curiosity: the gown that he is wearing is consistent with the fashion of the 7. sienese painter time and could reflect membership in Holy Deacon a noble family, given the presence of middle of the 14th century the typical two-colored division that wooden panel; 11342 cm indicated a real “uniform”. His pose, church of San Lorenzo a with his feet in the air above the Montalbino ground, in the act of getting hold of (inv. 2) something, is moreover enigmatic and The panel, probably attributed to a certainly not accidental, probably al- Sienese artist, presents a rather unusu- luding to an in extremis rescue com- al iconography that does not permit a memorated as an ex voto offering in the precise identification of the personages, painting. a saint and a child, who appear in it. Its provenance from the church of San 8. Circle of lippo di benivieni Lorenzo a Montalbino has led some to Madonna with Child identify the image as that of Saint second-third decades of the 14th Lawrence: the large tonsure, the typi- century cal deacon’s dalmatic, the book of wooden panel; 8060 cm Psalms and the palm of martyrdom inscriptions: on the lower part would go along with supporting such of the frame: mater omnium a hypothesis as they are all elements chapel of the Madonna della Neve that often identify him; however, it in Le Calvane, later in the church lacks Saint Lawrence’s more usual sym- of San Lorenzo a Montegufoni bolic attribute of the gridiron, the in- (inv. 1) strument of his martyrdom, and its ab- This Madonna with Child has been sence is astonishing if the painting had linked to the workshop of Lippo di been executed specifically for a church Benivieni, a Florentine artist whose ac- dedicated to the saint. In addition, the tivity is documented from 1296 to 1327: figure’s three-quarter position leads to they were crucial years for the art of a hypothesis that the panel was con- Italian painting that was undergoing a

english version 179 rapid evolution thanks to the great re- The Acciaiolis of Montegufoni newal brought forward by Giotto. This wave of originality certainly must have The Acciaiolis, one of the most illustrious influenced Lippo’s work, as he pro- and ancient of Florentine families, who gressively abandoned old models dur- founded the Certosa of San Lorenzo al ing his career, moving towards a more Galluzzo in Florence, had been closely humanized harmony. Carried out by connected to the Montespertoli area. They him or one of his collaborators, this were the owners since the 12th century of panel is placed around 1320, part of his Montegufoni Castle, at that time, a cas- late production. In fact, a sense of nat- trum made up of seven separate build- uralness is dominant in the execution ings. Later, Niccolò Acciaioli was born of the two figures, that doubtlessly in a small room in the castle that became refers to the example of the Giottesque a chapel. Probably the greatest member figurative revolution, where the faces of his family, Niccolo’ was the Grand were inspired by real faces and bodies Seneschal of the Kingdom of Naples and assumed an increasingly solid three-di- Queen Giovanna’s guardian. mensional aspect. The panel has un- The Acciaiolis had the patronage of the dergone various vicissitudes, from the church of San Lorenzo, near the castle. obvious cut along the upper edges con- The beautiful Cross painted by Taddeo firming the original presence of a cusp, Gaddi around the middle of the 14th cen- consistent with the Gothic art style, to tury was probably commissioned by Nic- the support having been split into two colò who had tragically lost his first-born, parts when it was stolen in 1985 – an Lorenzo. A small panel coming from the event that came to a happy end with its church, associated with the Acciaiolis, de- recovery and subsequent restoration. picts the Madonna with Child from Lip- po di Benivieni’s circle and is currently displayed in the Museum. In 1709, while it was being transferred from the Chapel of the Madonna della Neve a Le Cal- vane, built by the will of Leone Acciaioli, to the castle, the horses changed direction and headed towards the church, disre- garding the commands given by the dri- vers. Seen as a miraculous event, it was recorded on a plaque placed next to the altar where the image was revered. The current castle was renovated in the 17th century, first by Ottaviano Acciaioli, according to Gherardo Silvani’s plan, and later by his son Donato and his brother, Cardinal Niccolò, who added the north- museo d’arte sacra di montespertoli 180 facing façade and the gallery. Some Ro- still kept in the church, which was en- man silver works – currently in the Mu- riched over the centuries by the Acciaioli seum – are documented gifts from Car- family’s munificence: on chasubles made dinal Niccolò, whose coat-of-arms dom- of a fine cloth interwoven with gold inates the center of the church’s façade. and/or silver and damask are the armo- They are an extremely refined wine tast- rial bearings of Cardinal Filippo d’Ot- ing cup made by Antonio Moretti de Am- taviano and of the knight Phillip. And icis, a silversmith from the Sacro Palaz- those of Donato Acciaioli and his wife zo Apostolico, and a small holy oil jar cre- Anna Maria Altoviti, the principal pro- ated by Simone Palmieri and donated in moters of the church’s restoration, appear 1710. Subsequently, the castle became a on a three-piece set of vestments. villa, with a beautiful garden equal to In last century, after the Acciaioli fami- those of the Medici villas, overlooked by ly died out, the castle of Montegufoni suf- rooms decorated with fruit and flowers fered various ups and downs: after a pe- in a rhythmic continuity of open and riod of abandonment it was purchased closed spaces. Here Agnolo Gori and by Sir George Sitwell, a member of an Alessandro Gherardini, artists working aristocratic and intellectual English fam- for Cosimo III, labored for Donato (who ily, who lived there with his three chil- renovated the family chapel with a re- dren, Edith, Osbert, Sacherwell, and had markable collection of reliquaries in Gino Severini decorate the interior with which the Grand Duke also showed in- the famous Harlequins. During the sec- terest). Donato, named as the «architect» ond world war, it served as a storage fa- in historical documents, also renovated cility for the works of art of the Uffizi, the tower, erected in 1386, that dominates including the famous Primavera of Bot- the castle, its outline recalling the Palaz- ticelli. The current owners have subdi- zo Vecchio’s tower designed by Arnolfo, vided the castle, creating apartments for symbolic of the exchange of power and visitors who love the countryside. protection between the city and the coun- tryside, and the church in 1674. Rosanna Caterina Proto Pisani San Lorenzo a Montegufoni was enriched in the 18th century by other works of art, such as the ceiling with the Glory Of Saint Lawrence frescoed by Giovan Domenico Ferretti, but also endowed with works of silver like the set composed of an incense boat and a thurible by Gae- tano Geri, dated 1763 (cat. no. 53), per- haps linked to Cardinal Filippo d’Otta- viano and the processional cross in silver- plated brass (cat. no. 57). Also, of great interest is the church’s textile patrimony,

english version 181 9. Attributed to girolamo della Displayed in the wall display case on robbia the upper shelf (Florence 1488-Paris 1566) Saint Jerome in the Desert 11. tuscan production second decade of the 16th century Reliquary statue of the Madonna del glazed terracotta; 34.629.5 cm Carmine parish church of San Piero in first half of the 18th century Mercato gilded, silver-plated and carved (inv. 23) wood; 68 cm (h) The bas-relief is almost square and de- parish church of San Piero in picts a particularly widespread theme Mercato in Tuscany at the beginning of the 16th (inv. 109) century. The image of Saint Jerome in the desert was, in fact, one of the most 12. tuscan production beloved by those who were attracted Series of two candlesticks by penitential themes and it is no ac- 17th century cident that he became one of the best gilded, lacquered and carved wood; loved saints for private devotion. Here 39 cm (h) the saint appears in a cave, kneeling in parish church of San Piero in front of a crucifix: in the foreground, Mercato there is the cardinal’s cap on the (inv. 124) ground, while the lion is waiting for the thorn to be removed from its paw. Attributed to the youngest of Andrea On the lower shelf della Robbia’s children, Girolamo, the relief displays an excellent treatment of 13. tuscan production prospective planes that starts from the Angel candleholders steps at the base of the tile so as to con- second half of the 19th century tinue, with notable effect, the spatial painted and gilded terracotta; break inside the cave. 49.527 cm parish church of San Piero in Mercato Continuing along the adjacent wall, (inv. 26) above the wall display case.

10. cretan style Continuing along the wall Madonna with Child and Saints 16th and 17th centuries 14. antonio pucci (Florence 1677-1739) wooden panel; 5040 cm Madonna with Child and Saints church of Sant’Ilario a Lungagnana Anthony of Padua, Simon Stock, (inv. 12) Maddalena dei Pazzi and Philip Neri museo d’arte sacra di montespertoli 182 dated 1720 As shown by the painting’s vivid and canvas; 265206 cm majestic tone, Antonio Pucci was a no- inscriptions: in the lower center, table interpreter of Florentine paint- covered by the frame: plebanust ing between the 17th and the 18th cen- s.f.c. ap 1720 turies, uniting a devotional structure parish church of San Piero in with a chromatic freshness that gave Mercato him a discreet fame especially in the (inv. 21) lands of the grand duchy. This large painting contains some im- portant figurative evidence since the image of the church with the bell tow- Above the display case, on the wall er that is glimpsed in the lower center is an ancient “snapshot” of the Parish 15. domenico pugliani (Vaglia, Church of San Piero in Mercato. The Florence 1589-Florence 1658) coat-of-arms in the foreground is that Saint Andrew in glory and two angels of the parish priest Filippo Farsi. The datable to 1646 painting was carried out for the Con- wooden panel; 121109 cm fraternity of the Scapular that had its parish church of San Piero in seat there and that had been established Mercato in 1719, the year preceding the date that (inv. 18) can be seen on the canvas. It is not by In 1646, the painter Domenico chance that Saint Simon Stock is de- Pugliani moved to Montespertoli with picted, kneeling on the left, among the the appointment as podestà conferred saints that are beside the Madonna on him by Grand Duke Ferdinando ii with Child. He was born in England dei Medici. It is precisely around this in 1165 and was known for having had date that he is presumed to have made a vision of the Virgin offering him a this painting. Recognizable by the typ- scapular that, from that moment, be- ical decussate cross, Saint Andrew ap- came the symbol of the Carmelite Or- pears in glory on a cloud illuminated der. The scapular, originally a smock from above with a striking effect of worn by monks over their normal contrast; the saint is flanked by two lit- habit, later became, in a much smaller tle angels who support a crown on the version, an object of devotional use, left and the palm of his martyrdom on made of two pieces of consecrated fab- the right. ric joined by a rope or a ribbon that could be worn around the neck, on the back or on the chest under clothing. Exhibited in the display case along the The other saints in the painting are: wall are the silver works coming from Saint Anthony of Padua on the left, the church of San Giusto a and Saint Maddalena dei Pazzi and Montalbino Saint Philip Neri, on the right. Starting from above, in the center

english version 183 16. tuscan production In the center row, from left to right Chalice beginning of the 20th century 20. tuscan production chiseled and embossed silver; Incense boat 24.515.5 cm 16th century church of San Giusto a Montalbino brass; 8.5 6.5 14.7 cm (inv. 69) church of San Giusto a Montalbino Made in modern times, the chalice re- (inv. 59) peats ancient decorative formulas: the symbols of the Passion and angels heads 21. tuscan production Thurible stand out on the node, while a mag- th nificent decorative mixture of plants middle of the 17 century bronze and brass (chains); and saints’ heads stands out underneath the cup and on its base 21.5 7 11.5 cm (diam. brazier) stamps: six-pointed stars, c church of San Giusto a Montalbino (inv. 64) Displayed symmetrically to the chalice from the ends towards the center 22. tuscan production Chalice 17. tuscan production end of the 16th century Two candlesticks silver-plated bronze, silver (cup and end of the 17th century saucer); 20.811 cm turned cast bronze; 31 cm (h) church of San Giusto a Montalbino church of San Giusto a Montalbino (inv.61) (inv. 67) 23. tuscan production 18. tuscan production Chalice th Two candlesticks first half of the 17 century th chiseled and embossed silver; second half of the 17 century turned cast bronze; 26 cm (h) 22 10.3 cm church of San Giusto a Montalbino church of San Giusto a Montalbino (inv. 63) (inv. 68) 24. tuscan production 19. tuscan production Chalice Two candlesticks dated 1653 end of the 17th century incised, silver-plated cast bronze; turned cast bronze; 21 cm (h) silver (cup); 22.7710.3 cm church of San Giusto a Montalbino inscriptions: under the foot: (inv. 66) s.se.bno dato dal bienio museo d’arte sacra di montespertoli 184 l’anno 1653 elements that belong to both the early church of San Giusto a Montalbino and the middle Renaissance. In line (inv. 65) with the new compositional canons es- tablished at the beginning of the 16th 25. tuscan production century, the Madonna appears between Thurible two saints, but is lifted above the earth, 14th century thereby confirming her divinity; she is fretworked bronze; 23.57.512.8 cm sitting on a sort of cloud pierced by (diam. brazier) three strong rays of light that seem to church of San Giusto a Montalbino converge in her halo while her mantle (inv. 58) stands out with great contrast against the background. Saint Peter and Saint 26. tuscan production Paul, easily identifiable respectively by Incense boat keys and a sword, show a kind of inte- 16th century rior dynamism, reflected by their pos- brass; 75.516 cm es and by the treatment of their cloth- church of San Giusto a Montalbino ing, whose flowing drapery offers very (inv. 60) diverse planes of light refraction. A landscape stretches out behind the group, marked by the almost abstract In the fore row, in the center profiles of the faraway mountains. In contrast, the client’s figure is more tra- 27. tuscan production ditional: kneeling in the lower left, it Pyx still has the simple and wholly static 17th century volume that connotes paintings from embossed copper; 185.6 the 15th century. It is a true portrait of church of San Giusto a Montalbino the man as seen by his hairstyle, his re- (inv. 62) alistic profile and the beautiful ring highlighted on his right thumb. on the wall

28. florentine painter We get back to the entrance door, Virgin with Child enthroned with where the silver works from Saints Peter and Paul the churches of San Lorenzo second decade of the 16th century a Montegufoni, San Martino wooden panel; 189198 cm a Manzano, Santa Maria a Bagnolo parish church of San Piero in are displayed in a central display case. Mercato (inv. 11) With the entrance door behind, The almost square panel summarizes displayed in the center is:

english version 185 29. tuscan production This rare exemplar of a 15th century Processional cross chalice bears the symbols of the eccle- third quarter of the 18th century siastical history of Montespertoli. The silver-plated, embossed and cast node’s workmanship shows, in fact, six brass; 7535.5 cm plates incised with emblematic figures: church of San Lorenzo a Christ in pietà, at whose sides are Saint Montegufoni John the Evangelist and Saint Peter, the (inv. 57) titular saint of the parish church of San Piero in Mercato, to which the church of Santa Maria a Bagnolo was subor- from the right to the left dinate; the Virgin and, Saint John the Baptist, the patron saint of Florence, 30. tuscan art the city under whose political protec- Chalice tion Montespertoli had already placed early decades of the 15th century itself for some time. Finally there is an gilded, embossed and incised eagle with a book, the symbol of the copper, traces of enamel; 2115 cm evangelist John, but interpreted by church of San Lorenzo a some critics here as an emblem of the Montegufoni Captains of the Guelph Party, who as- (inv. 49) sumed the church’s patronage, togeth- The small plates that decorate the node er with the Machiavelli family, in 1437. of this refined exemplar have unfortu- nately lost their original decoration; in- 32. tuscan art stead, a certainly more recent coat-of- Chalice arms with three gold stars remains, early decades of the 15th century maybe connected to the Minucci fam- gilded, embossed and incised ily, to which the Archbishop of Flo- copper; 2013.2 cm rence from 1828 to 1856 belonged. The church of San Martino a Manzano same coat-of-arms was once visible on inscriptions: on the foot: a wall of the rectory of San Piero in a. hia. mon Mercato. (inv. 48) The foot’s polylobed shape recalls the 31. tuscan art characteristic form of a late Gothic style Chalice that continued to mark so many artis- early decades of the 15th century tic genres into the early decades of the gilded, embossed and incised 15th century. The entire chalice has an copper; 18.512.7 cm extremely light and refined decoration, church of Santa Maria a Bagnolo, with blue and red enamels above and later in the church of San Piero in below the node and small plates that Mercato envelop it, at one time covered by (inv. 47) translucent enamels of which only a museo d’arte sacra di montespertoli 186 few traces remain today. The crucified A precious testimony of the cultural Christ is portrayed between the Virgin and economic relationships of the and Saint John the Evangelist as well as Valdelsa Saint Peter the Martyr, Saint Barbara and Saint Martin, the dedicatee saint The Via Volterrana, starting from Flo- of the Manzano church for which this rence, before reaching Montespertoli chalice was made. (where an important market, thanks to its passing through, grew near the Parish 33. french production (Limoges) Church of San Piero, for this reason called Gémellion San Piero in Mercato), passed by Mon- 1240-1260 circa tegufoni, reaching then Castelfiorentino, copper and enamels; 22.5 cm(diam.) where it connected with the Via Franci- church of San Lorenzo a gena, a fundamental means of commerce, Montegufoni but also of cultural and religious ferment (inv. 50) and of artistic trends. This kind of basin was used in ancient One of the most ancient works in the times for the bathing of hands and not Montespertoli Museum of Sacred Art, is necessarily for a religious function, but an invaluable indication of an acquain- also for a secular one. The gémellion tance with a broader European culture was generally made of two equal pieces, that characterized the Valdelsa in the that is, twins (gemelli), from which the Middle Ages. It is an enameled copper name that connotes its typology orig- basin of 13th century Limoges production, inated: one was used to pour water and of a type known as gemellion, that is, the other, held below, to collect it. This one of a pair of basins used for the hand extraordinary exemplar that constitutes washing during liturgical functions, es- one of the museum’s great attractions, pecially on the other side of the Alps. Such is, in addition, evidence of the ex- basins, similar in form, size and decora- changes between and France in tion, could be fit together: the lower basin the Middle Ages, as the coats-of-arms was meant to receive water from the up- painted on its surface have been iden- per one. The Montegufoni example was tified as the armorial bearings of the the upper basin, because of the presence families of Bar, France-Castile and of a leonine protomé in the center, that Dreux-Brittany. The armorial bearings acted as a drain, while its pendant (the are spaced out by stylized feminine fig- lower basin) has been traced to the Sforza ures; while a lateral leonine protomé Castle in Milan (Lascito Sessa) by Vas- adorns the element that acts as a drain. selot, author of a catalogue of Limoges gemellions. The basin, in predominantly dark tones (green, red, brown, blue), has a spheri- cal cap, central depression, and a deco- rated enamel surface with geometric, leaf

english version 187 and heraldic motifs. The reverse has an 34. gaetano geri incised decoration, with a rosette in the (Florence, documented 1726-1767) center surrounded by a series of arch-like Thurible patterns. A triangular shield with lily mo- 1763 (?) tifs surrounded by three fantastic ani- chiseled, incised and embossed mals, interpreted as the coat-of-arms of silver; 248 cm (base)10 cm ancient France, dominates the central (diam. brazier) part of the recto. On the external part, church of San Lorenzo there are six elegant and stylized female a Montegufoni figures with open arms, on a blue back- (inv. 56) ground, that support as many medallions; The artist of both this thurible and the each has a different coat-of-arms with related incense boat (cat. 53), Gaetano various symbols (cross, lion rampant, cas- Geri, was one of the most famous sil- tles, checkerboard, poles, etc.), some of versmiths in Tuscany during the mid- which have been tentatively identified dle decades of the 18th century. These with ancient French families (Bar, two works belong to his late produc- France-Castile, Dreux-Brittany). The tion, as seen by the 1763 date legible on outer edge is decorated with a saw-toothed one of the incense boat’s valves swag motif. – matched on the other valve, with a li- The refined execution, the technical per- on rampant that refers to the Acciaioli fection of the object, but also the decora- family – also valid for the thurible. The tive and stylistic motifs of the small female embossed decoration is rich but with figures and fantastic animals unrelated to traditional forms such as the opulent the Italian art tradition, reveal it as an ob- baccellatura that recalls Renaissance ject from 13th century Limoges, leading us models. to consider the cultural exchanges that, since ancient times, existed between the 35. gaetano geri countries on the other side of the Alps and (Florence, documented 1726-1767) the, now considered marginal, churches Incense boat and villages of the Valdelsa. dated 1763 embossed, chiseled and incised Rosanna Caterina Proto Pisani silver; 97.617 cm stamps: on the external edge of the cover: the mark of Florence, a flower in an oval field, the interwoven initials g.g. inscriptions: on the valve: 1763 church of San Lorenzo a Montegufoni (inv. 55) See cat. 54 museo d’arte sacra di montespertoli 188 36. simone palmieri The object entered into the patrimo- (Monte Gilberto, ny of the Montegufoni church almost Ascoli Piceno 1639-Roma 1716) certainly as a gift from representatives Small jar for holy oil of the Acciaiuoli family, who lived in 1696-1700 ca. Rome but returned periodically to vis- Incised silver, 9.54 cm it their ancient holdings. As indicated stamps: inside under the base: by the stamp portraying the heads of treasure stamp and Maltese cross; two Moors facing each other, its sil- assay test versmith-artist was the Roman Anto- Inscriptions: on the cover: o s nio Moretti de Amicis, and the year of church of San Lorenzo a execution is probably 1670, date which Montegufoni is reported incomplete inside the rec- (inv. 53) tangle that accompanies the other The abbreviated inscription on the cov- marks. er, o s, indicates that the small jar is a container for holy oil. The large coat- 38. cosimo mari (documented of-arms decorating it is that of the Ac- Florence 1703-1743 ca.) ciaioli family, an ancient Florentine Chalice family to which Cardinal Niccolò Ac- dated 1742 ciaioli (1630-1719) belonged, and who, embossed, incised and cast silver during a journey, stopped at the castle 23.613 cm of Montegufoni at the end of the 17th stamps: under the base: mark of century. As a chronicle of the Church Florence, a bee outside the field, of San Lorenzo recounts, the prelate tower outside the field donated two small silver jars with his inscriptions: under the base: r.d. family’s coat-of-arms; one of which is silvanus mariani anno 1742 the one displayed here. church of San Lorenzo a Montegufoni 37. antonio moretti de amicis (inv. 54) (Rome 1652-1687) Dated 1742 and probably commis- Cup sioned by Silvano Mariani, as indicat- dated 1670-1671 ed by the incised inscription under the embossed silver; base, the chalice is an example of the 2.5118 cm (diam.) refined elegance with which the Flo- stamps: on the edge: the treasury rentine goldsmiths’ workshops initialed stamp, heads of two Moors facing their products. The presence of three each other, 607 written in a stamps also permits the identification rectangle of the artist of the piece, recognizable church of San Lorenzo thanks to the mark with the tower out- a Montegufoni side the field, the silversmith Cosimo (inv. 52) Mari.

english version 189 39. tuscan production (not perfectly legible) Processional cross inscriptions: on the base: g. b. m last decades of the 15th century parish church of San Piero in incised gilded copper; 4123.5 cm Mercato church of San Lorenzo a (inv. 40) Montegufoni (inv. 51) 42. giovan battista navarri (Florence, documented 1737-1780) Chalice There are two display cases placed eighth decade of the 18th century in the center of the large hall where embossed and gilded silver; liturgical objects from the parish church of San Piero in Mercato 25.5 13.5 cm are displayed. stamps: n.g. in oval field (on the external edge of the base) Exhibited in the first of the two inscriptions: on the base: a.g. display cases, in a clockwise direction parish church of San Piero in are: Mercato (inv. 37) 40. luigi salvadori (Florence, documented 1745-1799) Chalice In the center, above dated 1793 embossed, chiseled, incised and cast 43. tuscan production silver, partially gilded; 26 12 cm Series of cartegloria stamps: l.s. in oval field; coat-of- first half of the 19th century arms: on the foot: feathered helmet embossed silver lamina; 3840 cm on the shield (large one); 2923 cm (small ones) inscriptions: under the base: parish church of San Piero in caietanus marmorarius aedir s.p. Mercato dono in mercato a.d. 1793 (inv. 43) parish church of San Piero in Mercato (inv. 38) 44. tuscan production Monstrance 41. gaetano guadagni (?) first half of the 19th century (Florence 1778-1836) silver and gilded copper lamina; Pyx 4711.5 cm (base)24 cm (rays) ante 1834 parish church of San Piero in embossed silver; 2410 cm Mercato stamps: guadagni (inv. 45) museo d’arte sacra di montespertoli 190 45. tuscan production gilded brass; 24.511 cm Chalice parish church of San Piero in beginning of the 17th century Mercato gilded copper; 2010 cm (inv. 41) parish church of San Piero in Mercato 48. tuscan production 46. tuscan production Bell Set of three small jars for holy oils end of the 19th century-beginning of beginning of the 19th century the 20th century silver, 8 2 cm (chr); silver; 148 cm (diam.) 8 2.7 cm (san); 8 25 cm (cat) stamps: 800 (inside) inscriptions: on the body of each: parish church of San Piero in o.san; o.cat; o.chr; on the widest Mercato container: g.b.m. (inv. 46) parish church of San Piero in Mercato (inv. 39) In the center, above The set includes two identical jars and another of a slightly different form and 49. tuscan production size which, moreover, bears the initials Series of cartegloria g b m, that relate it to Giovan Battista th Monaldi, the parish priest of San Piero first half of the 19 century silver-plated and embossed brass in Mercato from 1774 to 1834. The jars have inscriptions that identify the con- lamina; 44 54 cm (large); 38 36 cm tents: the large one and one of the two (small ones) small ones, on which are read o. san. parish church of San Piero in and o. cat., were both used for the oil Mercato for the catechumens, also known as (inv. 44) holy oil, used for baptisms or for the consecration of altars and churches, while the third one, marked by the let- At the sides ters o. chr. was the container for the chrism, the oil used also for other sacra- 50. tuscan production ments such as the confirmation or the Monstrance ordination of priests and bishops as middle of the 19th century well as for the blessing of bells. embossed and silver-plated copper, colorless stones; 6513 cm (base)27 47. tuscan production cm (rays) Chalice parish church of San Piero in third-fourth decades of the 19th Mercato century (inv. 42)

english version 191 In the last showcase, in the center On the left

51. tuscan production 54. tuscan production Reliquary Holy water pot with aspergillum end of the 16th century 18th century embossed, chiseled and gilded bronze; 1120 cm bronze; 5014 cm parish church of San Piero in parish church of San Piero in Mercato Mercato (inv. 105) (inv. 28) The dating of the work to the end of 16th century is due not only to the type of workmanship, but also to the ty- On the right pology of its form that evokes various architectural solutions of the second 55. tuscan production Renaissance and, in particular, works Ewer planned or carried out by Bernardo middle of the 17th century Buontalenti. The structure is, in fact, bronze; 297.5 cm a circular plan aedicule, surmounted parish church of San Piero in by a small dome with a so-called Mercato “scaled” roof, below which there is the (inv. 29) circular shrine containing the relics of The typology of this ewer can refer Saints Jacob, Andrew, Peter and Paul, both to an ecclesiastical use as well as as is learned from the small scrolls. a private one, corresponding to a rather common type used daily in the Re- 52. tuscan production naissance. The mid-17th century dating Processional cross is, in fact, rather indicative since the end of the 18th century production of this type of object has gilded and silver-plated bronze; been documented for at least two cen- 6735.7 cm turies beginning in the mid-16th cen- parish church of San Piero in Mercato tury. For example, the elegant Gorgon’s (inv. 36) head that decorates the bottom of the handle is an element typical of 16th cen- 53. tuscan production tury taste, strongly influenced by clas- Monstrance sical images. The ewer’s shape is basi- 17th century cally universal and is still widespread; bronze and embossed and gilded however, it corresponds to some ex- silver lamina; amples that may be found in paintings 481222 cm (rays diam.) of the period, as for example the paint- parish church of San Piero in ing realized in 1614 by Jacopo da Em- Mercato poli, The Integrity of Saint Eligius (Flo- (inv. 32) rence, Uffizi Gallery), where a ewer museo d’arte sacra di montespertoli 192 similar to this one appears on a shelf and partially gilded silver; 3115.5 cm filled with furnishings and precious ob- stamps: three stamps of which two jects. are illegible and the third is a five-pointed star 56. tuscan production parish church of San Piero in Almoner Mercato middle of the 17th century (inv. 33) Incised and embossed brass; 36 cm A true object of the goldsmith’s art, the (diam.) foot of this chalice displays an extraor- parish church of San Piero in dinary workmanship in the foot, with Mercato three angel’s heads partly worked in full (inv. 31) relief and gilded, which are repeated on the node and under the cup; on the base the angels alternate with elaborate On the lower shelf panels that include the symbols of the Passion. 57. tuscan production Chalice first half of the 17th century On the back side of the display case chiseled and silver-plated copper; 2411 cm 60. michele magni inscriptions: under the node: (Florence, documented 1741-1780) della compagnia della s.ma and gaspero arnetoli annunziata di san piero in (Florence, documented 1758-1780) mercato Incense boat parish church of San Piero in sixth decade of the 18th century - Mercato before 1773 (inv. 30) embossed, incised, chiseled, engraved and turned silver; 58. tuscan production 8.5128 cm Pyx stamps: Florence mark; ma in a datable from 1577 to 1600 rectangular field, ms in a rounded embossed, gilded copper; 209 cm rectangular field parish church of San Piero in inscriptions: on the fixed valve Mercato tablet: antons.fran.monaldius (inv. 27) pleb.ec. parish church of San Piero in Mercato 59. tuscan production (inv. 34) Chalice Made together with the thurible dis- middle of the 18th century played next to it (cat. 49), this incense embossed, chiseled, turned, incised boat bears the name and the coat-of-

english version 193 arms of the client’s family, the parish 2 - Green Hall priest Antonio Francesco Monaldi, whose date of death, the year 1773, pro- The second hall, known also as the vides a useful chronological reference Green Hall because of the wall color, beyond which the execution of the two houses works coming mainly from the works cannot be placed. An almost churches of Santa Maria alla Torre and identical inscription appears, in fact, San Bartolomeo a Tresanti. There are on the foot of the thurible. The two some 17th century paintings displayed pieces display a refined workmanship on the walls, mainly related to expo- that uses traditional forms and deco- nents of the Florentine artistic current rations, coming from a Florentine or- of the time; the collection of liturgical namental repertory that defines a well- furnishings continues in the display rooted tradition in this sector. cases, while a particular curiosity is a suite that includes an armchair with 61. michele magni stools, distinguished by a refined and (Florence, documented 1741-1780) elegant intaglio, typical of 18th century and gaspero arnetoli Tuscan taste. (Florence, documented 1758-1780) Thurible sixth decade of the 18th century, Above the entrance door before 1773 embossed, incised, turned and 62. florentine painter fretworked silver, 26812 cm Saint Michael the Archangel stamps: mark of Florence; middle of the 17th century ma in an oval field, ms in a rounded canvas; 8772 cm rectangular field church of Santa Maria a Torre Inscriptions: on the foot: anton. (inv. 19) franc. monaldius p.l.f.r.c. parish church of San Piero in Mercato Continuing towards the left in a (inv. 35) clockwise direction to the sides of the windows

63. tuscan production Two candelabra 18th century carved, lacquered and gilded wood; 150 cm (h)3636 cm (base) parish church of San Piero in Mercato (inv. 126) museo d’arte sacra di montespertoli 194 The height of the two candelabra in- 66. tuscan production dicates that they may have been made Monstrance-Chalice as choir candlesticks. The workman- second half of the 18th century ship and the intaglio indicate their chiseled and embossed silver; provenance from a highly specialized monstrance 51.513.526 cm workshop that, because of the stylistic (rays diam.); chalice 3813.5 cm motifs, is thought to have been Tus- church of San Bartolomeo a Tresanti can. (inv. 75)

64. tuscan production 67. tuscan production Angel candleholders Chalice second half of the 19th century Dated 1838 carved, gilded and lacquered wood; embossed and silver-plated brass; 116 cm (h) 28 14 cm parish church of San Piero in inscriptions: under the foot: Mercato l’antico chalice della chiesa (inv. 129) quasi inservibile dall’uso e dal tempo con proprio di questa forma il priore michele benelli l’anno 1838 A display case is found between the church of Sant’Andrea a two windows where silver works that Montespertoli come from the Churches of (inv. 71) Sant’Andrea a Montespertoli, San Bartolomeo a Tresanti, Santa Maria a Torre are displayed. on the lower shelf 68. tuscan production Displayed from the left to the right on Holy water pot with aspergillum the upper shelf 17th century brass; 206.57.5 cm (mouth diam.) 65. ceccherelli workshop church of San Bartolomeo a Tresanti Chalice (inv. 73) post 1935 chiseled, embossed and cast silver; 69. tuscan production 24.512.5 cm Pyx stamps: Ceccherelli 800 in an oval beginning of the 19th century field Silver and silver-plated bronze; inscriptions: under the base: il 209.5 cm can.mario guasti church of Sant’Andrea a church of San Bartolomeo a Tresanti Montespertoli (inv. 80) (inv. 70)

english version 195 70. tuscan production (Christ); 4436 Pyx church of Santa Maria a Torre 18th century (inv. 72) Gilded copper 17.56 cm The combination of different materi- church of San Bartolomeo a Tresanti als such as the gilded bronze of the (inv. 76) Christ and the silver-plated copper of the cross confers this exemplar an un- 71. florentine production common preciousness. The Crucifix’s Chalice execution is stylistically reminiscent of 18th century Tuscan models from the workshops of silver-plated bronze; silver (saucer); Andrea and Nino Pisano, who fore- gilded silver (cup); 2211.5 cm shadowed the new Renaissance view of church of San Bartolomeo a Tresanti the human body at the beginning of (inv. 74) the 15th century. The figures that sur- round Christ in the panels at the ends 72. tuscan production of the cross are not strictly traditional. Bell The mourners, like the Virgin and Dated 1929 Saint John, do not appear at the sides silver; 10.55.3 cm (diam.) but, instead, Saint Lawrence and Saint stamps: 800 in an oval field Leonard are there; while the Madonna inscriptions: on the body: a is placed at the top and Saint Agnes be- mons.guasti l’amico gino giani low. The abundant decoration contin- 19.5.29 ues on the back, with the benedictory church of San Bartolomeo a Tresanti Christ in the center, the mystical lamb (inv. 79) above, and Saint Luke below, who is identified by the symbol of a bull. An- 73. tuscan production other evangelist saint is to the left, with Bell a book as the only sign of distinction 19th century and Saint Paul is to the right, recog- bronze; 12 cm (h)8,7 cm (diam.) nizable by the sword and the book. church of San Bartolomeo a Tresanti (inv. 78) On the right side of the display case

On the left side of the display case 75. tuscan production Monstrance 74. tuscan production 19th century Processional cross silver-plated and embossed copper; first half of the 15th century 311014.5 cm (rays diam.) incised and silver-plated copper church of San Bartolomeo a Tresanti (cross), cast and gilded bronze (inv. 77) museo d’arte sacra di montespertoli 196 The visit continues along the next The visit continues along the adjacent wall. wall, beyond the door where there Placed above the mantelpiece is a display case against the wall in which reliquaries from the churches of 76. tuscan production San Piero in Mercato e Sant’Andrea a Series of cartegloria Montespertoli are displayed. 19th century carved and gilded wood 3536 cm In the upper row (large one), 3117 cm (small ones) parish church of San Piero in 80. tuscan production Mercato Monstrance Reliquary of Saint Peter (inv. 128) second half of the 18th century gilded and painted wood; 55 cm (h) parish church of San Piero in On the wall above the fireplace Mercato 77. workshop of francesco (inv. 120) curradi Having a particularly precious effect, Saint Peter this reliquary reflects the style of the middle of the 18th century late 18th century, through its typology canvas; 8974 cm and ornamentation, with a simple dec- church of San Bartolomeo a Tresanti oration from a figurative point of view (inv. 15) but sumptuous as a whole.

78. Attributed to francesco 81. tuscan production lupicini Multiple Reliquary (Florence 1588-Zaragoza 1652?) 19th century Saint Lawrence carved and gilded wood 4836 cm first half of the 17th century church of San Piero in Mercato canvas; 8974 cm (inv. 122) church of San Bartolomeo a Tresanti The coat-of-arms in the upper center (inv. 14) of the frame has been identified as be- longing to Archbishop Pier Francesco Morali, in office from 1815 to 1826, who At the sides of the fireplace might have been the reliquary’s pur- 79. tuscan production chaser. It is a rather simple exemplar, Two candelabra with an ornamental framing almost middle of the 18th century conflicting with the geometrical pat- carved and gilded wood 164 cm (h) tern that encloses the showcase. Inside parish church of San Piero in are the relics of various saints, accom- Mercato panied by parchments that indicate the (inv. 125) names of the saints.

english version 197 82. tuscan production 85. tuscan production Reliquary Monstrance reliquary of Saint second half of the 17th century Christine Painted wood and gilded brass; 18th century 552624 cm (rays diam.) embossed and silver-plated brass church of Sant’Andrea a lamina; 35 cm (h) Montespertoli parish church of San Piero in (inv. 112) Mercato Made of painted wood and gilded (inv. 116) brass, this exemplar reflects a typology rather widespread in the second half of 86. tuscan production the 17th century, with the relic – in this Monstrance reliquary case of Saint Andrew – displayed in an 18th century octagonally-shaped monstrance sup- embossed and silver-plated brass ported by an elaborate pedestal. The lamina; 35 cm (h) decorative part is distributed along the parish church of San Piero in two concentric frames, that are con- Mercato nected at the base by a metal part (inv. 115) adorned with a cherub; in the lower center, Veronica is depicted, or rather, the veil with the face of Christ. In the center of the lower row

87. tuscan production Displayed in the lower row, at the Urn- reliquary sides, towards the center 18th century carved, lacquered and gilded wood; 83. tuscan production 3538 cm Series of two reliquaries parish church of San Piero in 18th century Mercato embossed and silver-plated brass (inv. 118) lamina; 56 cm (h) parish church of San Piero in Mercato (inv. 113) On the left side of the display case

84. tuscan production 88. tuscan production Series of two reliquaries Reliquary of Saint Donatus 18th century first half of the 19th century embossed and silver-plated brass carved and gilded wood; 63 cm (h) lamina; 41 cm (h) church of Sant’Andrea a parish church of San Piero in Mercato Montespertoli (inv. 114) (inv. 121) museo d’arte sacra di montespertoli 198 89. tuscan production inscriptions: in the lower center: Reliquary dom.co frilli croci. f. 1614 dated 1877 church of Santa a Maria a Torre carved and gilded wood; 27.5 cm (h) (inv. 13) inscriptions: on the back: il nobil Canonized on the first of November, uomo cav. ugolino de saint- 1610, Charles Borromeo (1538-1584) ap- seigne dono’ l’anno 1877 pears here in one of the first images to parish church of San Piero in portray him as a saint. In fact, the Mercato painting is dated 1614 and signed by (inv. 123) the artist, Domenico Frilli Croci, who was active in the Florentine area in the first half of the 17th century and who On the right side of the display case was characterized by a painting that evokes certain stylistic aspects of Ja- 90. tuscan production copo da Empoli. Reliquary of Saints Peter and Paul 18th century 93. Attributed to niccolò bambini carved and gilded wood; 45.5 cm (h) ( 1651-1736) parish church of San Piero in Adoration of the Magi Mercato end of the first-beginning of the (inv. 117) second decade of the 18th century canvas; 220155 cm 91. tuscan production church of Santa Maria a Torre Reliquary of the Holy Cross inscriptions: on the crossbar, on the first half of the 18th century back of the painting: gio. batta carved and gilded wood; 44 cm (h) ariani e gaetano priore suo church of Sant’Andrea a figlio donarono a questa chiesa Montespertoli sotto il titolo di s. maria alla (inv. 119) torre la presente tavola del pittore sagrestani nell’anno 1802 in cui prese possesso in On the wall after the display case qualità di rettore della sopra il soprannominato gaetano ariani 92. domenico frilli croci (inv. 20) (active in Florence in the first half At one time attributed to the Floren- of the 17th century) tine Giovanni Camillo Sagrestani The Virgin of the Assumption with (1660-1731), on the basis of the in- Saint Francis and Saint Charles scription discovered on the back of the Borromeo canvas, the painting is now considered dated 1614 to be attributable to Niccolò Bambi- canvas; 219157 cm ni, a painter who, between the 17th and

english version 199 18th centuries, acted as an intermediary from designs by artists like Diacinto between the Venetian artistic culture Maria Marmi. The pieces’ high level of and that of central Italy. quality is summarized by the two gild- ed angels that surmount the armchair’s back at the sides and by the cherub Below the two paintings, there are: heads in full relief – also gilded – that project from each stool’s structure. 94. tuscan production Armchair with three stools end of the 18th century carved, lacquered, and gilded walnut; 15777 cm (armchair); 574531 cm (stools) inscriptions: on the seats of the stools and on the back of the armchair: s.m.o. parish church of San Piero in Mercato, formerly church of San Michele a Mogliano (inv. 127) The armchair and stools are part of the furnishings used during the celebra- tion of mass. The coat-of-arms, in- cluding the initials s.m.o., which ap- pears on the back of the armchair be- tween a crown and an angel’s head, and on the side boards as well as on the stool seats, has been recognized as that of the Confraternity of Santa Maria d’Or- sanmichele, which is presumed to have had its seat in the church of San Michele a Mogliano from where the furnishings come. As it appears from the type of workmanship that they share, this is a single set, related stylis- tically to the mid-18th century or to the successive decades. The refined and el- egant carving has been compared to works that were carried out in that pe- riod by skilled Florentine workers for the Medici grand ducal court, at times museo d’arte sacra di montespertoli 200 3 - Yellow Hall 16th century, does not allow its precise dating. It is probably a piece of furni- This hall is the jewel case for the most ture carried out over the subsequent important masterpiece of the collec- centuries based on a traditional model. tion, the Madonna with Child painted by Fra’ Filippo Lippi towards the mid- 96. unknown engraver 15th century for the church of Sant’An- Gradual drea a Botinaccio. Displayed together 1524 with this famous wooden panel, in the paper; xylographies; leather boards center of the hall, is another excep- with bronze studs (cover); 2842 cm tionally charming exemplar, the mar- (cover); 2740 cm (paper) ble Baptismal Font from the Ro- church of Santo Stefano a Lucignano manesque period that still bears traces (inv. 138) of an inscription in Gothic characters on the edge and has three beautiful men’s heads sculpted on the sides, al- 97. Attributed to filippo di most in full relief. In addition to an im- antonio filippelli portant triptych attributed to Bicci di (documented 1460 ca.-1502) Lorenzo’s workshop, there are also two Madonna with Child; Saints Anthony detached Renaissance frescoes from the the Abbot and Lucy th church of Santa Maria a Coeli Aula, as last decades of the 15 century well as an ancient wooden lectern with detached frescoes; 190 91 cm a Gradual, printed in Turin in 1524, (Madonna); 190 91 cm (Saints) open on the bookstand. Parish church of Santa Maria a Coeli Aula (inv. 8) Entering the hall on the left and The two frescoes were detached for proceeding in a clockwise direction conservation reasons in the 1970’s. The artist, whose name is not certain, has a 95. tuscan handicraft style that is similar to that of Domeni- Lectern co Ghirlandaio and might be Filippo 17th or 18th century di Antonio Filippelli. A not very fa- turned and carved walnut; mous Florentine artist but a contem- 184 cm (h) porary and possibly a collaborator of church of Santo Stefano a more famous masters, such as Cosimo Lucignano Rosselli, he has been recognized as the (inv. 130) artist of important frescoes in various The lectern is a large-scale book stand centers of the Florentine countryside, used in choirs. The shape of this exem- from Badia di Passignano to the an- plar, rather simple and devoid of spe- cient parish church of Sant’Appiano cific decorations, already found in the near Barberino Val d’Elsa.

english version 201 98. filippo lippi fers us extraordinary documentary ev- (Florence 1406?- 1469) idence as it depicts them in each Madonna with Child minute detail, from the red edging that 1440-1445 ca. encircles His shoulders to the pleated tempera on a wooden panel; fabric that comes out to cover His feet. 8964 cm Some critics have expressed doubt church of Sant’Andrea a Botinaccio about the painting’s paternity, sug- (inv. 5) gesting only a marginal intervention This panel is the most famous master- by the master in a work entrusted to piece in this collection of sacred art. In his workshop collaborators. Everyone fact, it is a painting by Fra Filippo Lip- agrees, however, on dating the panel pi from around the middle of the 15th between 1440 and 1445, a central peri- century, highly representative of his od in the famous friar-painter’s career. style and the new canons of Renais- sance art. The painting owes its charm to a great compositional simplicity and Proceeding along the adjacent wall to the details that allow the daily life of the period to be perceived, without de- 99. tuscan handicraft stroying the image’s holiness. The Madonna with Child Madonna is seated inside an extreme- 18th century ly linear niche, with squared panels at carved and painted wood; 124 cm h, the two sides, a simple barrel vault and 3239 cm base a sort of small apse in the shape of a church of San Biagio a Poppiano shell, a symbol of the Resurrection. The (inv. 25) foreground of the niche seems to be enclosed by a kind of parapet that con- 100. workshop of bicci di tinues without interruption to the pi- lorenzo lasters. The Virgin has an absorbed and Virgin and Child with Saints slightly melancholic look, almost de- Thaddeus and Simon tached from the Child that she is hold- fourth decade of the 15th century ing on her lap, supporting His head on wooden panel; 163143 cm a precious cloth pillow. An exception- inscriptions: on the left panel: scs ally transparent veil covers her long taddeus; on the center panel: blonde hair, adorned by a red stripe questa tavola a fata far/e simone that reflects the Florentine fashion of di nicholo da quarantola; on the the times. However, it is the little Jesus right panel: scs simon who offers the most touching image, church of San Michele a rendered in a completely childlike nat- Quarantola, later in the church of uralness and wrapped in the typical Sant’Andrea a Botinaccio swaddlingclothes commonly used for (inv. 4) newborns, of which this painting of- The inscriptions that accompany the museo d’arte sacra di montespertoli 202 painting bear precious witness to its In the following display case, there are history, as they include the name and the silver works from the churches of provenance of its purchaser, Simone di San Jacopo a Fezzana and San Biagio Niccolò da Quarantola, who had the a Poppiano. work made for an altar in the church of San Michele a Quarantola, where he On the upper shelf, from left to right was very likely a parishioner, and who had himself portrayed in prayer at the 101. tuscan silversmith feet of the Virgin. For stylistic motifs, Monstrance the triptych can be attributed to the middle of the 18th century workshop of an important painter, Bic- gilded embossed silver (foot); ci di Lorenzo, a member of a well- bronze (stem); silver-plated and known dynasty of painters that, for at gilded copper (rays); least three generations, was on the Flo- 511424 cm (rays diam.) rentine artistic scene between the end church of San Biagio a Poppiano of the Middle Ages and the advent of (inv. 100) the Renaissance. In fact, the poses of the holy figures and the refined treat- 102. tuscan production ment of their clothes indicate the still Chalice strong ties to the sinuous lines of the first half of the 18th century late Gothic style, also evident in the silver-plated bronze and silver now-worn gold background: to the (saucer); gilded silver (cup); sides of the Madonna with Child are 2211 cm Saint Thaddeus and Saint Simon, the church of San Biagio a Poppiano purchaser’s namesake; the three sec- (inv. 97) tions are surmounted by the An- nouncing Angel, the benedictory 103. florentine silversmith Christ and the Virgin of the Annunci- Monstrance ation. In the seven small tondos of the first-second decade of the 18th predella below, there appear, from left century to right: Saint Julian, Saint Anthony incised and embossed silver, partly the Abbot, a central group with Christ gilded (rays); 651632 cm (rays diam.) in pietà between the Madonna of Sor- stamps: under the base, mark of rows and Saint John the Evangelist, fol- Florence, a fish outside the field, lowed by Saint Michael and Saint illegible outside the field Catherine of Alexandria. The original church of San Biagio a Poppiano frame, as in most cases, has been lost (inv. 98) and replaced today by a simple con- tainment structure. 104. tuscan production Chalice 17th century

english version 203 silver-plated bronze; gilded silver in the background, a light engraving (cup); 2111.3 cm outlines a landscape’s profile. The scene church of San Biagio a Poppiano is contained in a frame closed above by (inv. 93) an angel’s head, which is surmounted by a cross. 105. giovacchino mangani (Florence 1730-1772) 108. tuscan production Chalice Communion Plate before 1772 third quarter of the 18th century chiseled, embossed, partially gilded embossed and gilded copper; silver; 25.513 cm 32 17.5 cm stamps: on the first step of the foot church of San Biagio a Poppiano g.m. in a circular field (inv. 102) church of San Biagio a Poppiano (inv. 101) 109. tuscan production Chalice middle of the 17th century On the lower shelf, from left to right chiseled, incised, embossed and gilded copper; gilded silver (saucer); 106. tuscan production silver (cup); 23 10.5 Pyx church of Sant’Jacopo a Fezzana, first half of the 17th century later in the church of San Biagio a Poppiano gilded bronze; partly gilded silver (cup); copper (lid); 207.2 cm (inv. 94) church of San Biagio a Poppiano 110. giovanni francesco bertini (inv. 92) (documented 1664-1709) Pyx 107. tuscan silversmith dated 1687 Pax board gilded and silver-plated embossed 1730-1740 ca. copper; silver (cup and saucer); incised and embossed silver lamina 24 10 cm applied to a brass lamina; 18 14 cm church of San Biagio a Poppiano church of San Biagio a Poppiano (inv. 95) (inv. 99) Like all pax boards, this tiny but pre- cious exemplar also manages to con- On the left side of the display case tain a rich embossed decoration on a small surface. In the center is a Pietà 111. tuscan production marked by the strong dramatic com- Processional cross th th ponent of the dead Christ’s body that 14 -15 century Mary holds with difficulty in her arms; incised gilded copper; 41.8 22.5 cm museo d’arte sacra di montespertoli 204 (cross); 12.811.8 cm (Christ) Exhibited in the second display case church of Sant’Jacopo a Fezzana, are the silver works and liturgical later in the church of San Biagio a objects from the churches of San Poppiano Martino a Montagnana, Santo (inv. 91) Stefano a Lucignano and Santa Maria Among the most ancient works kept a Coeli Aula. in the museum, this, once gilded, cop- per cross is datable between the end of On the upper shelf, from left to right the 14th century and the beginning of the 15th century. The style that connotes 113. vittorio querci (documented Christ recalls certain Florentine sculp- 1755-1804) tures of the period, works in which sim- Chalice plicity of form is charged with an in- eighth decade of the 18th century tense expressive power. The panels on embossed silver; 2412.5 cm the cross ends display a traditional stamps: on the external edge of the iconography: above is the Benedicto- foot: mark of Florence, the initials ry Father, below the symbolic skull al- l.b. in an oval field and v.q. in an luding to Golgotha and, at the sides, oval field two mourners, namely the Virgin and church of San Martino a Saint John. On the back, the mystical Montagnana lamb that appears in the center, in cor- (inv. 83) respondence with the Crucifix, is sur- rounded by the symbols of the four 114. tuscan production evangelists. Chalice dated 1600 silver-plated bronze; incised silver On the right side of the display case (saucer) and gilded (cup); 20.510.7 cm 112. tuscan silversmith inscriptions: on the base: b.m; mdc Processional cross parish Church of Santa Maria a 1689 ca.? Coeli Aula chiseled, embossed, incised silver (inv. 103) lamina (cross); cast silver (Christ); 4838 cm (cross); 115. tuscan production 12.513 cm (Christ) Cross inscriptions: above Christ inri; end of the 16th century - beginning below Christ’s feet: q.c.e.d.ppa on of the 17th century the upper line and dersc on the bronze; 49.536 cm lower line. church of Santo Stefano a church of San Biagio a Poppiano Lucignano (inv. 96) (inv. 85)

english version 205 116. tuscan production Both this and the pyx in cat. 121 have Chalice been related to the Florentine work- first half of the 17th century shop of the silversmith Antonio Mazzi, gilded copper 2110 cm whose stamp portrays a rooster in an church of Santo Stefano a oval field and is visible on the inside Lucignano edge of the base. The other two stamps, (inv. 86) corresponding to the assayer’s mark, al- low the dates of the two works to be es- 117. tuscan production tablished: the one with a bee outside Chalice the field refers to Bastiano Tofanelli, final decades of the 17th century who was the assayer between 1712 and gilded copper, silver (cup and 1713 and who, in those years, super- saucer); 23.211.8 cm vised the first pyx; a tower outside the church of Santo Stefano a field is the mark of the goldsmith Cosi- Lucignano mo Mari, which appears on the other (inv. 88) pyx (cat. 120), placing the chronology between 1716 and 1730, a period of time during which Mari often held the po- On the lower shelf sition of assayer of the works that came out of workshop. 118. tuscan production Pyx 120. tuscan production 17th century Ampullae silver-plated bronze; silver (cup); first half of the 19th century silver-plated copper (lid); 22 7.2 cm embossed silver and glass; 176 cm church of Santo Stefano a church of Santo Stefano a Lucignano Lucignano (inv. 87) (inv. 90) 119. antonio mazzi (active in Florence 1706-1747) 121. antonio mazzi Pyx (Florence, documented 1706-1747) 1712-1713 ca. Pyx embossed, chiseled and incised 1716-1730 sliver; 188.5 cm embossed silver; 18.57.5 cm stamps: on the inside edge of the stamps: under the base, mark of base, mark of Florence, a bee outside Florence, a tower outside the field, a the field, a rooster in an oval field rooster in an oval field church of San Martino a church of San Martino a Montagnana Montagnana (inv. 81) (inv. 82) museo d’arte sacra di montespertoli 206 122. tuscan production On the wall, between the first and Pyx second display cases second-third decades of the 18th century 126. circle of jacopo vignali partially gilded, chiseled and (Giovanni Montini?) embossed silver (cup and lid); Virgin with Child; Little Angels 247.2 cm fifth decade of the 17th century inscriptions: on the cup: p.m canvas; 5648 cm (Virgin); 68.533 parish church of Santa Maria a Coeli cm (little angels) Aula church of Santo Stefano a Lucignano (inv. 104) (inv. 16)

123. tuscan production Crown On the adjacent wall 19th century embossed silver; 1710.5 cm 127. domenico pugliani church of San Martino a (Vaglia, Florence 1589-Florence 1658) Montagnana Flagellation of Christ (inv. 84) 1642? canvas; 115141 cm church of San Martino a On the left side of the display case Montagnana, formerly in the Villa La Cipressaia in San Quirico 124. florentine painter (inv. 17) Ciborium door with the image of Saint Stephen end of the 16th century-beginning of In the center of the hall the 17th century wooden panel, 23.816.2 cm 128. skilled tuscan workers church of Santo Stefano a Lucignano Baptismal font middle of the 12th century marble; 46 (h)44 cm (diam.) On the right side of the display case inscriptions: on the edge: hic lapis gesta[?] undam que crimina 125. tuscan production tegat: ego […] bo Book of Chapters church of Santo Stefano a Lucignano dated 1792 (inv. 22) velvet and silver-plated bronze; The workmanship of the marble and 2520 cm the relief makes this work an excep- church of Santo Stefano a Lucignano tional example of Romanesque sculp- (inv. 89) ture, not rare in the Montespertoli area.

english version 207 Three striking sculptured heads emerge 4 - Hall of hangings and from the small basin’s external surface. vestments One is looking forward – presumably to mark the center – and the two on the The fourth hall is reserved particular- sides, are turned three-quarters towards ly for a section of ecclesiastical vest- the same direction: the physiognomic ments, with chasubles that date be- features are simple and elementary, but tween the 16th and the 18th centuries, not devoid of an expressive power, that and to which a series of alabaster stat- define the style of medieval artists in uettes and some parchment codices the first half of the 12th century. The in- have been added. Among the objects scription that runs along the upper on display since the year 2000 is the edge and the presence of an opening, museum’s latest and extremely impor- later plugged, to drain the water con- tant acquisition, the Rituale per la firm its original baptismal function. benedizione del fonte battesimale di San The work’s rather small size, in fact, led Piero in Mercato, [Ritual for the con- to its later use as a holy water stoup: as secration of the baptismal font in San such it continued to be used into the Piero in Mercato], a handwritten codex 1970’s, when it was taken down from from 1456 that describes the inaugural the counter-façade of the church of ceremony for the baptismal font in the Santo Stefano a Lucignano, and later ancient church, at a time when the placed in the museum in 1995. parish priest was Francesco Machi- avelli, a relative of the famous Niccolò.

The visit to the hall begins from the left proceeding in a clockwise direction Hung on the wall

129. tuscan production Cross Band second half of the 18th century brocatelle, 24057 cm church of San Giusto a Montalbino (inv. 154)

In the display case against the wall opposite the entrance

130. florentine production Chasuble museo d’arte sacra di montespertoli 208 beginning of the 17th century also contains the purchaser’s name, the brocatelle; 11473 cm «venerabilis vir dominus Franciscus de parish church of San Piero in Machiavellis et plebanus dicte plebis». Mercato A biographical sketch of this represen- (inv. 146) tative of the Machiavelli family has not come fully to light. We know that, in 131. french or italiana the 15th century, this Florentine family production was subdivided into numerous branch- Chasuble es, about 15; the above mentioned first quarter of the 18th century parish priest would be identified with lampas a Francesco, the son of Francesco di 11572 cm Lorenzo Machiavelli, «dottore di ra- church of San Martino a gione chalonica» already in 1427, as well Montagnana as a cousin of the paternal grandfather (inv. 148) of the famous Niccolò. At the bottom of the same page, the Machiavelli fam- ily’s coat-of-arms appears, depicting a In a small display case against the wall cross with four nails outside the arms, alluding to the name’s Latin etymolo- 132. tuscan workshop gy «mali clavelli» (from malus = bad Rituale per la benedizione del fonte and clavus = nail, that is, bad nails for battesimale di San Piero in Mercato enemies). [Ritual for the consecration of the baptismal font in San Piero in Mercato] 1456 parchment codex, cc. 21; 21.214 mm (cover); 20.513.5 mm (paper) The manuscript was acquired on the antiques market in the year 2000. It is an important historical record related to the parish church of San Piero in Mercato since it contains a detailed de- scription of the consecration ceremo- ny for the parish church’s baptismal font, that took place – as is read in the incipit, on page 1 – on 20 May, 1456; in addition, the musical score that ac- companied the rite is enclosed in the text. Of particular importance is the fact that the initial page of the account

english version 209 A magnificent client: Baldassarre santo per la Pieve di San Piero in Machiavelli Mercato (Ritual for the consecration of the baptismal font on holy Saturday for The armorial bearings of the Machiavelli the parish church of San Piero in Mer- family is beautifully shown on the façade cato) and inside it has a pen-and-ink of the well in Montespertoli’s Market drawing of an exagonal baptismal font Square, nowadays called Machiavelli similar to the one in the church. Square, in the memory of the feudal rights In 1493 Baldassarre Machiavelli was cho- which the family enjoyed. sen as the parish priest of San Piero in The Machiavellis possessed ab antiquo Mercato, and he looked after the parish many assets in this area. At the end of the church for the rest of his life, until his 14th century, when the Montespertoli death in 1547, leaving it all his worldly Lords, a branch of the Albertis, died out, goods (M. Nardi Dei, 1873). Baldassarre the last descendant, Ciango d’Agnolo, is portrayed in prayer, as the client kneel- named as his heirs Lorenzo and Bonin- ing at the foot of the Madonna with segna, the children of Filippo Machi- Child with Saints Peter and Paul. It is avelli, the famous Niccolò’s great-great- an intriguing painting formerly in the grandfather. Thus, the Machiavellis ac- church and currently in the museum’s first quired the castle of Montespertoli and the hall. It is from the Florentine school and patronage of San Piero in Mercato as well the artist is still unknown. At about the as other churches in the same parish (San- same time, he commissioned the frescoes ta Maria alla Torre, Sant’Andrea a Mon- in the two large niches next to the front tespertoli, San Michele a Mogliano, San entry door of the church. Of the frescos Quirico alle Sodere), affixing the fami- hidden under the plaster and re-discov- ly’s armorial bearings to seal their power. ered in the second half of the 19th centu- Many of San Piero’s parish priests came ry, one depicts the Baptism of Christ and from this illustrious family. In 1456, his- it is a good quality work by a painter styl- torical documentation mentions Fran- istically close to Ghirlandaio (Raffaelli- cesco Machiavelli: his name, with the no del Garbo?). date and the family’s armorial bearings, Another interesting work of the museum in fact, appear on the frontispiece of a can also probably be linked to the same small manuscript, purchased in 2000 on Baldassarre. It is a small glazed terracot- the antiques market by the Municipali- ta bas-relief depicting St. Jerome in the ty of Montespertoli (with the Coop su- Desert. Because of its high stylistic qual- permarket’s collaboration) and by the Flo- ity, the work, has been attributed by crit- rentine Curia, demonstrating the Mon- ics to Girolamo Della Robbia, the last of tespertoli Museum’s great vitality some Andrea’s male children and the only one years after its opening. The manuscript, able to have kept alive the great tradition on parchment with blue, black and red of Luca Della Robbia. He spread the ex- ink, is the Rituale per la benedizione pressive abilities of the great Della Rob- del fonte battesimale del sabato bian art on the international scene, when, museo d’arte sacra di montespertoli 210 in 1517, he departed for France to work Above the second display case at the court of Francis I. The small di- mensions of the bas-relief, still in its orig- 133. tuscan production inal walnut frame, suggest that it was Reliquary statue of the Madonna of commissioned for the purpose of private the Rosary devotion by a learned personality, like second half of the 18th century Baldassarre himself. carved, painted and gilded wood; The silver works displayed in the muse- 1110 cm (base), 62.5 cm (h) um of the Parish Church of San Piero in church of San Martino a Mercato, mostly dating back to the 18th Montagnana century, do not show evidence of com- (inv. 110) missions by other members of the Machi- avelli family, which is among those fam- 134. tuscan production ilies that have left a strong mark of their Tabernacle-Reliquary presence in the Montespertoli area. end of the 18th century carved, painted and gilded wood; Rosanna Caterina Proto Pisani 50329 cm parish church of Santa Maria a Coeli Aula (inv. 108)

On the same wall in a display case

135. tuscan production Cope third quarter of the 18th century watered silk 133170 cm parish church of San Piero in Mercato (inv. 157)

On the adjacent wall in the display case

136. tuscan illuminator Antiphonary first half of the 15th century manuscript parchment; leather

english version 211 boards with bronze studs (cover); 137. florentine mint (?) 3123 cm (cover); 28.420.4 cm Coin (paper) dated 1756 church of San Lorenzo a silver; 4 cm (diam.) Montegufoni inscriptions: on the front: inscriptions: on the flyleaf, above: m.ther.d.g.r.imp.ge.hgbo.- deiparae virgini; below: andr[e]a r.a.d.b.c.t.; on the back: ptrona de verrazano eq.; on c. 1, in hung 1756 s.maria mater dei italics: Antifonarium comprato da parish church of San Piero in me Priore Gaspero Papini Mercato church of San Lorenzo a (inv. 131) Montegufoni The coin is a taler with Maria Teresa of Austria, the queen of Hungary and Bo- (inv. 137) hemia, empress and wife of Francesco The codex has been placed by critics th iii of Lorraine, who was the grand duke in the first half of the 15 century. Its of Tuscany from 1737 to 1745. particularity is that, on the only large illuminated page – that acts as the fly- 138. bolognese mint leaf – it bears the name of its ancient Coin owner, perhaps the work’s purchaser, dated 1795 an Andrea da Verrazzano who called silver; 4 cm (diam.) himself a knight and for whom, up to parish church of San Piero in today, it has not been possible to find Mercato other chronological data. Only in a hy- (inv. 132) pothetical way can he be considered an ancestor of the explorer, Giovanni da 139. italian production Verazzano, born in 1485 and whose fa- Baptismal medallion ther was called Andrea like him. This beginning of the 20th century name was, in fact, rather common in silver, silver filigree, h 10 cm this family at that time. As the much stamps: illegible stamp on the back later inscription on the first page indi- Inscriptions: around the figure of cates, the antiphonary was acquired by the Virgin: b.virgo sine the parish priest of the church of San p.e.cc.orig.conc. on the front of Lorenzo a Montegufoni, who we know, the medal; on the back: sia l.il was the prior there between 1795 and ss.sacra 1838. parish church of San Piero in Mercato (inv. 133) In the center of the display case This type of object is a gift that was giv- starting from the lower left, in a en to newborns at their baptism, ac- counter-clockwise direction cording to a custom that still exists to- museo d’arte sacra di montespertoli 212 day. The medallion was conceived as inscriptions: in the lower left: joh. an elaborate silver filigree lacework, in- heinc.storchlin sculp.aug.vin. cluding a bow above the pendent and parish church of San Piero in an octagonal part in the center on Mercato which the Virgin’s image appears, sur- (inv. 135) rounded by an inscription alluding to the Immaculate Conception and with a monstrance and little cherub heads On the shelf with letters related to the baptismal sacrament on the back. 143. tuscan production Reliquary Bust of Saint Blaise 140. florentine production second half of the 17th century Seal of Monsignor Antonio Martini carved, painted and gilded wood; 69 dated 1790 cm(h) sealing wax and metal; 6 cm (diam.) church of San Biagio a Poppiano parish church of San Piero in (inv. 107) Mercato Eponym of the small church from inscriptions: around the seal: which the reliquary comes, Saint Blaise archiepiscopus fiorentino was the bishop of Sebaste in Armenia antonius mar… in Constantine’s time, and died there (inv. 134) about 316. This reliquary bust that por- trays him is rather unique because of 141. unknown tuscan illuminator the curiously realistic appearance of the Antiphonary saint’s face: in fact, the devotional first half of the 15th century solemnity is relegated to the simple parchment manuscript; leather bishop’s miter and the bust in which boards with brass studs (cover); the relic is contained, but Saint Blaise’s 4635 cm(cover); 43.732 cm (paper) physiognomy reflects an unusual real- parish church of San Piero in ism, almost as if the artist had made Mercato that face by portraying an old man with (inv. 136) a white beard absorbed in his own thoughts.

Hung on the wall above the display 144. tuscan production case Reliquary Statue of the Madonna of the Rosary 142. johann heinrich störchlin beginning of the 19th century (Stadtli 1687-Augsburg 1737) carved, polychrome, gilded wood; 58 Bull of the Capuchin friars cm(h) dated 1767 church of San Giusto a Montalbino engraving; 4432 cm (inv. 111)

english version 213 145. tuscan production Sober and elegant, this pink brocatelle Reliquary Bust of Saint Theodora and damask chasuble is decorated by middle of the 17th century three Eucharistic symbols that appear carved, polychrome and gilded on the vertical center band, alternat- wood; 5716 cm ing with cherub or seraphim heads, parish church of Santa Maria a Coeli which reveal a fully Renaissance graph- Aula ic feature. The patterned edges are dat- (inv. 106) able to the first half of the 16th centu- ry, while the fabric of the chasuble dates to the following century. There are two other display cases against the wall 149. florentine production Frontal 146. florentine production first half of the 18th century Chasuble brocaded velvet; 97213 cm first half of the 18th century parish church of San Piero in Mercato brocaded and glitter velvet; 10070 (inv. 152) cm church of San Martino a Manzano 150. italian production (inv. 151) Chasuble 17th and 18th centuries 147. florentine production Processional Canopy lampas; 116 73 cm middle of the 19th century church of San Giusto a Montalbino velvet, embroidery, embossed silver (inv. 147) lamina; 19059 cm parish church of San Piero in Mercato 151. tuscan production (inv. 153) Saint Anne and the Virgin as a child, Saint Mary Magdalene, Saint Barbara, Saint Francis de Sales (?), After the steps that lead to a small Saint Philip Neri, Saint Teresa of Avila hall, there is a display case cupboard early decades of the 18th century against the wall sculpted alabaster: Saint Anne and the Virgin, 42 cm (h) 148. tuscan production and 188.5 cm (base); Chasuble Saint Mary Magdalene 44 cm (h), first half of the 16th century-first half 188.5 cm (base); of the 18th century Saint Barbara 40 cm (h), brocatelle (cross and column), 158,4 cm (base); damask (sides); 11471 cm Saint Francis de Sales 41 cm (h), church of San Martino a Manzano 169 cm (base); Saint Philip Neri (inv. 145) 41 cm (h), 188 cm (base); museo d’arte sacra di montespertoli 214 Saint Teresa of Avila 41,7 cm (h), 154. tuscan production 158,4 cm (base) Chasuble Oratory of the Confraternity of end of the 16th century Santa Maria della Misericordia a Chiseled velvet; 11673 cm Montespertoli church of San Bartolomeo a Tresanti (inv. 24) (inv. 143) Despite the undeniable religious pur- Datable to the end of the 16th century pose, this group of alabaster statuettes for the typology of fabric, this chasuble has a notable liveliness that almost min- is highly representative of a style that imizes the devotional aspect. The Mag- was deeply-rooted in Tuscany for at dalene’s gestural expressiveness and least two centuries, as confirmed by dress, such that the saint resembles a la- various figurative evidence offered by dy posing during a dance, as even the the painting of the time. The motif quotidian naturalness suggested by the known as “ogival stitched frame with way in which Saint Anne holds the child two types of thistle flowers” is, in fact, Mary by the hand, refer to an original, among the most widespread in the Flo- perhaps not ecclesiastical, function but rentine textile repertory and the chis- rather to a private one: the group, in eled velvet type was among the most fact, was donated to the Montespertoli precious for the realization of ecclesi- Confraternity of the Misericordia in astical vestments. 1829, the year of its foundation. 155. italian or french production In the display case in the center of the Chasuble hall middle of the 18th century lampas; 11168 cm 152. tuscan production church of San Bartolomeo a Tresanti Chasuble (inv. 149) third-fourth decades of the 16th century (side), middle of the 16th century (center) brocatelle; 11173 cm parish church of San Piero in Mercato (inv. 144)

153. tuscan production Chasuble third quarter of the 18th century watered gold tissue; 11872 cm parish church of San Piero in Mercato (inv. 150)

english version 215 5 - Small hall of farm maps At the moment, biographical informa- tion on the author of this map, Enrico In this small hall, there are paper doc- Bastianoni, is missing: we only know uments from the 19th century that were that he signed this map in 1857 and that probably carried out by local techni- his surname is still rather widespread in cians as illustrative maps of the various the area. This date leads to thinking that farms in the area. he was a local citizen, perhaps informally given the job of drawing up the map. On the left wall 156. giovacchino (?) cigheri On the right wall Map of the new Uzzano farm dated 1882 158. giuseppe niccoli watercolored paper; 4362 cm Map of the Uzzano farm inscriptions: above: pianta dated 1852 geometrica / del nuovo podere watercolored paper; 4757 cm di uzzano ii formato dal inscriptions: above: pianta disfacimento di alcune geometrica / del podere di particelle boschive attinenti ai uzzano attinente alla chiesa poderi detti di uzzano i e piana pievania di / s. piero in mercato in sezione m; in lower right: situato nella comunità di proporzione da 1 a 2500; below: montespertoli nelle / sezioni g. cigheri fece 1882 i.m.; in lower left: scala da 1 a 2500; parish church of San Piero in Mercato to the right: fece gius.niccoli (inv. 142) l’anno 1852 parish church of San Piero in Mercato 157. enrico bastianoni (inv. 139) Map of the farms of Uzzano, Poggio Caroni and Via Piana 159. giuseppe niccoli dated 1857 Map of the Le Fonti farm watercolored paper, 5968 cm dated 1852 Inscriptions: above: pianta watercolored paper; 4657 cm geometrica / dei poderi uzzano, inscriptions: above: pianta poggio caroni e via piana geometrica / del podere delle attinenti alla pieve di s. piero in fonti attinente alla chiesa di mercato comune di s. piero in mercato situato in montespertoli. – sezione i-m; in comunità di montespertoli – lower left scala da v a 2500; to the sezione m; below: scala da 1 a right: enrico bastianoni fece 2500; in lower right: fece gius. l’anno 1857 piccoli ing. l’anno 1852 parish church of San Piero in Mercato parish church of San Piero in Mercato (inv. 141) (inv. 140) museo d’arte sacra di montespertoli 216 from florence to the winding valley of the Greve River, bor- museum of montespertoli dering the hill on which the Certosa di Firenze complex towers. At the end of by Renato Stopani the slope we will reach the parish church that in the Middle Ages also named the street: Sant’Alessandro a The route to Castelfiorentino, leaving Giogoli. It is a church that still today from Florence, roughly follows the itin- presents its original Romanesque char- erary of the most antique road in the acters, even after the transformations Florentine area, the one that original- due to the 18th century modernization ly connected the important Etruscan (as most of these were cancelled by a town of Volterra with Fiesole. It is the restoration occurring a few decades so-called Via Volterrana, a road that ago). The church has a basilican struc- unwinds mostly through the ridges of ture, three aisles divided by pillars hills of argillaceous nature. The which end up in an apse, and a small amount of archaeological findings crypt under the presbytery. The bell from Etruscan and Roman periods, as tower is also original, a tower with three well as the toponymy, rich with names orders of windows to which however an of places ascribable to the Latin lin- additional floor with a belfry was added guistic stratification (the numerous in the 18th century. Inside the church names of the “poderi”, small farms, there are several paintings from the 18th ending in –ano), demonstrate the an- century and a series of frescos also dat- tiquity of the route. In the Middle Ages ing back to the time of the architec- the route was one of the «strate et vie tural renovation of the parish church. mastre» (i.e., roads and main roads) of The surrounding landscape is domi- Florence’s countryside. It was described nated by the presence of olive trees, in the Statuto del Capitano del Popolo where once the cultivation of olive of 1322-1325 of the Florentine Repub- trees, wheat and grapevines was inter- lic as «strata de Giogholis que summi- mingled, typical of the agricultural tur a porta seu Burgho Sancti Petri in economy based on the sharecropping Gattolino». Our itinerary in fact be- system. Still reminiscent of this system gins at the ancient city gate of San Pier today are the farmhouses scattered on Gattolini (presently Porta Romana). the knolls and large farm-villas, for ex- The itinerary then proceeds up the hill ample La Sfacciata, dating back to the of San Gaggio to Due Strade, where it 16th-17th centuries, which first belonged divides into two routes that converge to the Vespuccis and then to the Cap- in the village of Galluzzo. The more ponis, or the Renaissance Villa of Il ancient route (via del Podestà) passes by Melarancio, which faces on the street, the church of Santa Lucia a Massapa- or the grandiose I Collazzi villa dating gani. After Galluzzo the street goes up, back to the 16th century. The latter was in hairpin bends, running along the based on a project by Santi di Tito.

english version 217 The altar-piece, dated 1593 and found the farm-villa of I Tattoli and the parish in the master’s chapel inside the villa, church of San Giovanni in Sugana. The is also attributable to him. I Tattoli villa is an elegant 16th centu- Beyond the I Collazzi villa, the street ry building with a beautiful Italian style forks: the more ancient itinerary con- garden. A road from Via Volterrana just tinues uphill until it reaches a village before Cerbaia, lined with cypresses, called La Romola, passing by Poggio leads you to the villa. The parish della Tavernaccia, a toponym that pass- church of Sugana is a building from es down the memory of a refreshment the late Romanesque age, with a single stage for wayfarers. The more recent nave, internally renovated and embell- route passes through the town of Chie- ished in the 16th century. The majority sanuova, where two precious wooden of the works of art housed in the parish panels were transferred into the parish church are also from that same period: church: Saint Andrew by Jacopo di a Pietà in glazed terracotta attributed Cione and Giovanni Del Biondo, and to Giovanni Della Robbia, a Presepe Madonna with Child and Saints by the (i.e., crib) in terracotta from the be- Master of Marradi. ginning of the 16th century, a Christ The street, that winds along the ridge Crucified by Pier Dandini. of the knolls dividing Val di Greve and A marmoreal cippus used as a stand for Val di Pesa, begins to gradually de- the holy water stoup comes from the scend toward the valley floor of the nearby oratory of Pievecchia. A cycle Sugana stream, which is reached in of Nativity is spirally sculpted into its Cerbaia, a large village formed at the shaft. Attributed by Salmi to the Pisan confluence of the Sugana stream into current of Biduino ’s disciples, and the Pesa stream. To cross it, the Flo- then to the Master of Cabestany, a rentine Seigniory already in 1295 had sculptor active in Roussillon, Spain and a bridge built over it. In Cerbaia, Via Tuscany the cippus dates back to the Volterrana intersects an ancient trans- second half of the 12th century and it is versal route, the road connecting Val currently housed in the Museum of Sa- di Pesa with the lower part of Valdarno: cred Art in S. Casciano Val di Pesa. hence the importance of this location From the Pesa valley floor the street as a road junction, as witnessed by the goes up the slight slopes of the hills documented presence, since the Mid- that act as a watershed between the val- dle Ages, of rest stops and assistance ley of the Virginio stream, a water- centers including a hospital dedicated course that runs parallel to the Pesa to Saint Catherine of Alexandria, al- and eventually flows into it. After pass- ready mentioned in 1300. ing the ridge, nearing the Virginio val- The hills that surround the town are ley floor, we will encounter the Mon- intensely cultivated with vast vineyards tegufoni villa with the annexeo church that alternate with fields covered with of San Lorenzo. This villa used to be olive trees. Two short detours lead to the castle of the Acciaiuoli; built in museo d’arte sacra di montespertoli 218 1386 by Donato di Jacopo Acciaiuoli, and gentle hills all around are covered its characteristic tower with a balcony with vineyards and olive groves, which still shows a structure similar to that of have everywhere substituted the tra- Palazzo Vecchio in Florence. The tow- ditional mixed cultivations typical of er, which represents the most consis- sharecropping, a productive system tent remains of the ancient castle, over- used until recently which has left its looks the elegant courtyard that opens mark in the still existing farm appor- to the inside of the sumptuous villa tionments, as well as in the isolated built in the 17th century in the area al- farmhouses strewn throughout the ter- ready occupied by the fortalice. Not ritory and in farm-villas. Noteworthy far, at the foot of the villa, is the church among the latter is a farm-villa in Pop- of San Lorenzo, already patronage of piano, which belonged to the Guic- the Acciaiuoli. The church also pre- ciardini family. It can be reached by sents 17th century characteristics of taking a short deviation from Via simplicity and measured elegance. Al- Volterrana. The other Guicciardini ready richly endowed with works of farm-villa, the turreted Villa Sonnino, art, the church today houses a beauti- is further inland in Lucignano, very ful painted Cross by Taddeo Gaddi. close to Montespertoli. From Montegufoni, proceeding to- The road winds along the ridge of the wards the valley of the Virginio and hills dividing the val di Pesa and Valdel- following its course, we will reach the sa and arrives in the small town of church of San Michele a Castiglione, Montespertoli, facing the Pesa and a late Romanesque small building (a Virginio valleys. The ancient castle of plaque on the façade recalls its con- Montespertoli, which is documented struction in 1221). This church still already in the 11th century, belonged to possesses its original structure with a a family of small feudatories tied to the single nave ending up in a quadran- Alberti family. In the 13th century it be- gular apse. Externally the façade wall came part of the Florentine Republic made of big sandstone ashlars perfectly and successively grew in importance, aligned appears well preserved, while especially after the market was trans- in the quadrangular apse there is a ferred there, which took place ab im- rhomboidal corbie-stepped opening memorabili in the nearby parish of San with terracotta mouldings, an example Piero, for this reason called “in Mer- of the influence of the architectural cato”. The most ancient part of Mon- culture of Pisa in the Florentine area. tespertoli, which has undergone con- Via Volterrana reaches the valley floor siderable urban expansion in the last of the Virginio in Baccaiano, a village few decades, is built around piazza dei formed around the bridge that cross- Machiavelli. On the same square is a es the stream and whose toponym tes- singular 17th century small mansion, tifies to its role as an ancient refresh- situated between two towers, one with ment stage along that road. The rolling a clock and the other with an anemome-

english version 219 ter. Also facing the square is the parish housed in churches that were decon- church of Sant’Andrea, which was re- secrated in the nearby territory. Be- built after the Second World War de- yond San Piero in Mercato, following structions. Several noteworthy works the road that winds through the divide of art, which were previously housed in between the valleys of the Virginio and nearby churches in the countryside, the Pesciola streams (the latter sub- have been transferred to this parish tributary to the Elsa), you will reach church: the marble marquetries of a the castle of Lucardo, documented at christening font from the 12th century least from the 10th century. Situated at coming from the parish church of the summit of a hill that dominates Coeli Aula (Cilicciavola); a triptych at- the two valleys, the settlement still pos- tributed to Niccolò of Pietro Gerini or sesses characteristics of a fortified vil- to Master of the Misericordia a wood- lage, having preserved a part of the en Crucifix from the 15th century as well walls enclosing the castle and the an- as another more ancient Crucifix, cient city access gate. At the foot of the which, according to tradition, was the castle we will find the church of San one in front of which Saint Veridiana Donato a Lucardo, also mentioned used to pray. from the 10th century. Although re- modeled in its back part, the church, with a single nave and Latin-cross- The surroundings of Montespertoli shaped plan, still presents, in part, the Very close to Montespertoli, along the original Romanesque characteristics, road that leads to Lucardo, you will having a stretch of the wall crowning find the parish church of San Piero in with small hanging arches. A few oth- Mercato. Consecrated in 1057, the er small churches, central to the small church was successively transformed, rural villages in the area, also show and recently restored, at least in part, more or less substantial elements of to its original form, having substan- their original Romanesque structure: tially preserved the Romanesque struc- San Jacopo a Trecento, San Giorgio a ture of the 11th century, in its basilican Montalbino, San Lorenzo a Montal- structure with a nave and two aisles, bino. divided by irregular arches stemming From Lucardo, going down towards from large rectangular pillars, ending the valley floor of the Virginio and then up in three apses. Already possessing going up the opposite side, you will numerous works of art, among which find the village of Lucignano, previ- an hexagonal font for baptism by im- ously the site of a castle that was first mersion decorated with geometrical documented in the 11th century. Only inlaid motifs (12th century), the church a tower without the upper part and has become home to the territorial some ruins are left to remember the an- museum, whose seat is the rectory, cient castle settlement, rising on a hill- which has collected works previously side overlooking the course of the Vir- museo d’arte sacra di montespertoli 220 ginio stream. Near the remains of the artistic handicrafts castle is the church of Santo Stefano a and oenogastronomy Lucignano, also mentioned beginning in the empolese-valdelsa from the 11th century, but considerably territory transformed during modern times. In- side, the church housed a Romanesque by Maria Pilar Lebole holy water stoup from whose basin rim and Benedetta Zini three human heads with “barbarian” headdresses jut out currently at the Mu- seum of Sacred Art in Montespertoli. A fascinating natural landscape of lux- Back in Montespertoli, and once again uriant hills, rich in history, natural re- taking Via Volterrana in the direction sources and traditions, museums, ele- of Castelfiorentino, after a few kilo- gant villas, medieval villages, as well as meters there is a road on the right that cultivated fields, rows of vines and leads to the parish church of Coeli olive groves that sometimes make way Aula, as in modern times the rural for more unsightly views, those of church was renamed. During the Mid- modern industrial establishments. dle Ages this church, documented be- This is the Empolese-Valdelsa territo- ginning from the 9th century, was in- ry, in the heart of Tuscany, strategical- stead denominated Santa Maria a Cil- ly developed around the cities of Flo- icciavola. Originally from this parish rence, Pisa, and Siena and once a church, which shows no traces of its mandatory itinerary for ancient pil- ancient structure, are the remains of a grimages along Via Francigena, which font for baptism by immersion ro- in some stretches crosses Valdelsa, as manesque, currently housed in the well as an important crossroad for traf- church of Montespertoli. fic and goods through the valley of the After passing Coeli Aula you will reach Arno, the natural connection between the hamlet of Botinaccio, where our Florence and Pisa. itinerary of the Montespertoli area Beyond the mid-course of the Arno, ends. Here we will find the oratory of the Montalbano hills to the north and Santa Maria della Pace. The auspicious Valdelsa to the south, enclose a terri- title of the church refers to the «Pax tory that is still far from massive flows medicea» obtained by the Grand duchy of tourists and very interesting from in the second half of the 16th century. the point of view of its history, art and In fact the building dates back to 1585 landscape. In this rich territory there and possesses the typical conformation, are a lot of artisan businesses that have with an open gallery that encloses the contributed to the wealth of the eleven church on three sides, of the Marian communes of the territory and that to- sanctuaries from the late 16th century. day have become small “industries”. Just like some traditional artistic arti- san businesses, also oenogastronomic

english version 221 products still preserve the taste of pop- businesses in the area. In Empoli glass ular history and tradition, thanks to manufacturing had its major growth simple and natural ingredients coming during the period between World War from the farmers’ culture. I and World War II. Since the 1950’s In this country area food has always production has intensified with the followed the rhythm of the seasons, the founding of small and medium sized rhythm of work to do in the fields, and businesses and with a consequent pro- for every festive occasion or holiday ductive diversification that has added families reunited and prepared simple table pieces in white glass and crystal but delicious dishes. In this way, the to the more classic green glass for flasks, “companatico” (food) was always ac- bottles and demijohns. companied by homemade bread pre- The production of clothes and shoes pared once a week, with long prepara- constitutes another important pro- tion times so that it could keep for ductive pole of an industrial nature. more than ten days. The snack was ei- Next to this, some artisan businesses ther the typical “fettunta”, or bread give the city and the other communes with tomatoes or bread wet with a lit- of the Empoli area, a characterization tle bit of red wine and sugar. Pulses of artistic products of notable impor- were often used and everyday they were tance, beginning with Montelupo cooked to add them to soups and veg- Fiorentino, which in its historic cen- etable soups, together with potatoes ter, seems a small town historically and onions (coming from Certaldo), known for its ceramics. cooked under the embers: in fact meat In fact, artistic ceramics developed was rare and it was only eaten during around the 15th century and even today festivities; except for rabbit which was production is very active and in the area the typical Sunday dish. The tastes in there are still ancient kilns. The pro- this area are still what they once were: duction of terracotta and glass is also of typical products are still onions from great importance. In the town of Capra- Certaldo and in part also from Mon- ia you can still visit the site of a kiln and tespertoli, Gambassi Terme and discover its ancient premises, while in Castelfiorentino; artichokes, which to- the nearby town of Limite, situated on day due to market competition are cul- the southern slopes of the Montalbano tivated on a smaller scale; and aspara- hills, production for the shipbuilding gus, chickpeas, beans, as well as verdi- industry continues, despite the reduced ni figs, to be tasted alongside delicious navigability of the Arno. salamis. But the most typical and deli- A taste of ancient history is offered in cious dish is stewed tripe or tripe in Cerreto Guidi, where in September tomato sauce, typical of the area of the “Palio del Cerro” takes place. It is Castelfiorentino. a manifestation with renaissance cos- This brief gastronomical excursus gives tumes and popular games that draws now way to the most typical artisan on to an ancient tradition of horse museo d’arte sacra di montespertoli 222 races, documented for centuries. and the Elsa, where you can appreci- Fucecchio, known for its Padule, the ate the great development of holiday- natural reserve of one of the largest farms that offer excellent hospitality wetlands in all of Italy, also stands out in addition to prestigious delicacies for its shoe and tan sector, which as- based on the finest truffles. sumed industrial dimensions after the Montespertoli is home to a famous war. It was in that same period that the center for the Cultura del Vino (wine production of straw hats and matches culture) and has also named a Strada del began. Vino (wine itinerary) where two docg Today Fucecchio’s territory is counted wines are produced: Chianti Montes- among the six communes forming the pertoli and Chianti Colli Fiorentini. industrial tan district of Tuscany – dis- In the original core of Certaldo, the tributed in the provinces of Florence one that is high up and enclosed by and Pisa including Montopoli in Val medieval walls, traditional artisan pro- d’Arno, San Miniato, Santa Croce sul- ductions are manufactured alongside l’Arno, Santa Maria a Monte – en- various artistic activities. Once a year gaged in designing, producing and sell- during the month of July, there is a ing leather goods. Within the tan in- show with fire-eaters and puppeteers dustry we must also consider the “fin- occurring during the “Mercantia” fes- ishing ones”, which operate on behalf tival, which lasts six days. Castelfioren- of others. tino is situated at a strategic crossroad The town of Vinci, famous for being where the ancient road called Via Fran- the birthplace of the great Leonardo, is cigena also intersects. It is therefore a also known for its traditional artisan commercial intersection for the near- workshops mostly situated just outside by markets of Empoli and Poggibon- the city walls, where useful objects are si. Today it is an industrial production made with simplicity. Conversely, a district: small and medium sized in- glass industry of great interest is con- dustries manufacturing clothes and fur- centrated in Gambassi Terme, noted niture, materials for construction, also for its famous regenerating thermal shoes, and engineering industries. waters. There are, therefore, many distinctive Here the tradition of glass dates back features that can be found in a territo- to the 13th century and still today artis- ry that is not so big and essentially still tic pieces based on traditional models unknown to national and internation- are produced. A permanent show is ev- al tourism. idence to the production of glass in Italy from protohistory to the 16th cen- tury, exhibiting objects for the daily life from Gambassi between the 14th and 16th centuries. Montaione is a town in the hills between the Egola

english version 223 Montespertoli: handicrafts, fine food and a Giogoli and right after the 16th cen- wine along the Via Volterrana tury villa I Collazzi (a private proper- ty). Continuing on our way, past Montespertoli is set on the hills that lie Chiesanuova, we drive by La Fontici- between the Val di Pesa and the Val d’El- na farm; shortly after we come across sa. It can easily be reached following the the imposing I Tattoli villa (also a pri- Florence-Siena Palio highway and exit- vate property) which has maintained ing at San Casciano Sud or Bargino; or all the features of a stately home from else using the Florence-Pisa-Livorno the 15th century. In the basement are highway and exiting at Ginestra the wine cellars and granary, the store- Fiorentina. An interesting alternative is rooms and the “oil room” where the via Volterrana (Provincial road number extra virgin olive oil is kept. 4) that can be entered from Galluzzo. Unfortunately, there are no significant The road network through Montes- artisan workshops along this stretch of pertoli already played a major role in road. Here the harmonious landscape Etruscan times; as a matter of fact, it merges with imposing buildings to cut an entire territory from roughly form a whole which seems to have left north to south, and linked up with via no space to the practice of traditional Francigena in Certaldo, thus allowing trades; indeed, these have all migrat- Florence to carry out trading activities ed to factory sheds, depriving the ter- as far as Volterra and Siena. And so we ritory of its original harmony and bal- turn into via Volterrana, entering a ance. Immediately past Cerbaia, we realm of rolling hills mostly covered take a left turn and enter the industri- with vineyards and olive groves, and al zone set along via dell’artigianato; dotted with majestic villas and castles, here, among a number of industrial as well as ancient parish churches. warehouses, can also be found a work- The Montespertoli area has always shop specialized in the restoration of been devoted to the cultivation of old furniture. grapevines, and given the climate and We make a brief stop in Montagnana the perfect exposure to sunlight, it has to admire the castle of Montegufoni, become the famous Strada del vino, the with its fascinating central courtyard Chianti wine road. Chianti wine la- and spacious halls. The castle’s restau- beled docg (literally of guaranteed ori- rant offers simple but delicious Tuscan gin) and intended for ageing is a high food served with excellent Chianti wine. quality wine in great demand even on Still in Montagnana, Il Focolare restau- the foreign market, just as the local ex- rant offers bistecca alla fiorentina in the tra virgin olive oil. Via Volterrana of- purest tradition, as well as the typical fers an enchanting combination of lesso rifatto (a meat stew) with onions green fields and places of high artistic commonly called “francesina”, not to and historical interest: our first stop is mention an exquisite fritto misto (a plate the parish church of Sant’Alessandro of mixed fried vegetables and meat). museo d’arte sacra di montespertoli 224 For those who would like to buy vin- flour, water and starter dough which tage wines and fine olive oil, a short make it easy to digest. Another regional deviation from our route will bring gastronomical product, a delicacy to you to the castle of Poppiano: on be tasted in the area’s finest restaurants, reaching Montagnana, make a left turn is white truffle (Tuber Magnatum Pico) on provincial road 81 towards San which is gathered from September to Quirico; past the village, turn right. December. In the territory of Montes- The Chianti Colli Fiorentini vintage pertoli, truffle-grounds are so abun- wines are made from grapes grown in dant that the city has become part of well-drained clayey ground called al- the nationwide Association of “Truffle berese. South exposure allows perfect Cities”. ripening of the fruit and accounts for On Via Lucardese, the Montespertoli the high quality of the wine. Also the Museum of Grapes and Wine, (Museo extra virgin olive oil produced on this della vite e del Vino) is worth a visit. farm is of excellent quality. The out- Aimed at popularizing wine culture, put is low (about one bottle per olive it offers an interesting combination of tree) but the aroma is overwhelming. historical and scientific research. The Back on via Volterrana, the artisan museum, one of the very few wine mu- quarter of Molino del Ponte set in Bac- seums in Italy, reconstructs the histo- caiano brings us back to the age-old ry of wine production around Mon- glass production of the val d’Elsa. Here tespertoli through a considerable col- indeed the firm Cristal Vetri produces lection of images, objects and docu- glass pieces of every kind, from lead ments from the end of the 18th centu- glass reproducing art deco designs to ry to the mid-20th century. Part of the custom-made pieces. museum is the I Lecci wine shop, After enjoying a typical Tuscan dish at founded by the City of Montespertoli Osteria del Molino, a stroll in the cen- and the local Association for Tourism tre of Montespertoli around piazza dei in collaboration with local wine pro- Machiavelli brings us an echo of folk ducers, with the aim of promoting lo- culture. Though not exactly referring cal wine. Here one can buy wine and to a craft, the “salt and tobacco” shop vinsanto (i.e., a sweet white raisin sign (sale e tabacchi) reminds us of by- wine), a product that has come down gone times; unfortunately there are no from the oldest wine tradition in Tus- artistic workshops to indicate in the cany, typically served with cantuccini immediate surroundings. In Piazza del biscuits and certain varieties of mature Popolo, still in Montespertoli, one can cheese; the shop also sells grappa and buy typical local wines at the Bottega del champagne-type wine (“spumante”) Vino. A visit to the town would not be from the Montespertoli cellars. Once complete without tasting the delicious a month they organize a wine-tasting local bread – famous for its wonderful event with a wine specialist, while aroma – a combination of top quality every day it is possible to taste a typi-

english version 225 cal main dish, a variety of Tuscan same road another enterprise, i.e., Gi- hearty soups, the special pecorino par,has been producing artistic glass cheese fondue, not to mention deli- pieces for generations; they produce cious salami and home-made desserts. gift items, vases, table centerpieces, Outside Montespertoli, in Ortimino, ashtrays and bonbonnières decorated can be found Carmelo Cannizzaro’s by the skillful hands of qualified Arte e legno, a firm that has produced painters. solid wood furniture including kitchen Another small artisan enterprise in- units and custom-built libraries for spired by creativity and the skillful use over 30 years. Still in Ortimino, Fat- of new materials is the firm Riccardo torie Parri produce Chianti wine, Marzi. Here artistic craftsmanship Chardonnay and vinsanto, as well as runs in the family: grandson of an al- extra virgin olive oil respecting tradi- abaster sculptor and son of a wood- tional hand-picking methods. To en- carver, Riccardo Marzi did his ap- joy typical Tuscan dishes we recom- prenticeship in a ceramics workshop mend the restaurants la Nuova Villa- where he made sculptures, panels and magna, Lo Staccio and Il Battibecco. decorations, while completing his As in the rest of the Valdelsa territory, studies at the Florence Art Institute. numerous glassworks and crystalworks, His son Andrea, owner of the business, besides selling their products, also of- attracted by new materials and innov- fer the opportunity to visit the work- ative techniques for producing objects, shops and watch the craftspeople at has created a trade of his own, away work. Continuing our road past Mon- from long-established methods. In- tespertoli we reach Martignana around deed, the use of transparent resins for which, as throughout the rest of via making trays, decorative frames and Volterrana, the landscape has preserved various objects, using pebbles, seeds, its striking beauty. In the industrial colorful flowers, leaves and shells, has zone set along via delle Orme stands given life to a genuine new craft. the Cre.art enterprise. Founded in the Also ceramics, which has historical mid-1960s it produces crystal ware and roots in nearby Montelupo Fiorenti- crystal gift items. The pieces are en- no, has a place in Montespertoli. Le graved and decorated by hand, then Ceramiche Virginia specialize in artis- fixed to metallic mountings in gilded tic ceramics which echo those made in or silver-plated brass resistant to dete- Montelupo, but also produce a vast rioration. range of traditional Tuscan ceramics Located in the immediate vicinity, the with their own designs: decorative ob- Art-Deco enterprise was founded in the jects (candle-holders, mirrors, stat- 1970s taking advantage of artistic tech- uettes, wall plate decorations) and niques of glassmaking from Murano; everyday utensils (dishes, pots and they produce blown glass articles jugs) – an infinite number of items moulded by hand. Further down the that reveal imagination, creativity and museo d’arte sacra di montespertoli 226 craftsmanship. They produce items of handicraft businesses both traditional and innovative, orig- inal shapes, using enamel coatings and ceramiche virginia colors especially made for the purpose. Via Virginio, 378 The premises are on via Virginio in at Anselmo Anselmo, but the firm has also a show- 50025 - Montespertoli room in the industrial zone of Mon- Tel. 0571 671156 telupo, where they organize special Fax 0571 671462 events for schools and visitors: guided www.ceramichevirginia.it tours, clay workshops and live demon- [email protected] strations. Showroom: On the way back to Florence, an al- Via Della Pratella, 18/20 ternative route allows to go through (industrial area) San Michele a Torri (in the direction 50056 - Montelupo Fiorentino of Scandicci), thus entering Florence Tel. 0571 671156 through via Pisana. We recommend a Fax 0571 671462 visit at Castello Sonnino farm where Business hours: one can book a tasting of the farm Monday to Friday from 9:00 a.m. products served with cheese and extra to 12:00 p.m. and from 2:00 p.m. to virgin olive oil. 6.00 p.m.; on Saturdays and Sundays open only for groups and school groups, The selection of the businesses has been made upon request at the discretion of the authors and is by no www.ceramichevirginia.it means exhaustive as regards the businesses pre- sent in the area. We would like to thank the ar- [email protected] tisan concerns, the wine and oil producers and the restaurants for their helpful collaboration cristal vetri during the research phase. Thanks to all the per- Via delle Gora, 13/5 sonnel of the Communes of the Empoli area and to the Consorzio Centro Vetro Empoli, espe- at Baccaiano cially to Lucia Ceccanti. 50025 - Montespertoli Tel. 0571 675075 Fax 0571 675863 [email protected]

arte e legno of Carmelo Cannizzaro Via Volterrana Sud 50025 - Montespertoli

english version 227 art decò Oenogastronomic businesses di L. Lazzarini Via Tevere, 10 montegufoni castle At Martignana Via Montegufoni, 18 50025 - Montespertoli at Montagnana Tel. 0571 676276 50020 - Montespertoli Fax 0571 676144 Tel. 0571 671131 www.artdecoitaly.it Fax 0571 671514 [email protected] [email protected] cre.art s.r.l. il focolare Via Orme, 315 Via Volterrana Nord, 145 at Martignana at Montagnana 50025 - Montespertoli 50025 - Montespertoli Tel. 0571 676058 Tel. 0571 671132 Fax 0571 676275 www.creart.it poppiano-guicciardini castle [email protected] Via Mezzana, 45 - Poppiano 50025 - Montespertoli gipar s.r.l Tel. 055 82315 Via Adige, 2 Fax 055 82368 at Martignana www.conteguicciardini.it 50053 - Montespertoli [email protected] Tel. 0571 676013 osteria del molino Fax 0571 676226 Via Volterrana Nord, 40 www.gipar.it 50025 - Montespertoli [email protected] Tel. 0571 671117 riccardo marzi la bottega del vino di Marzi Andrea Piazza del Popolo, 10 Via Orme, 309 50025 - Montespertoli at Martignana Tel. 0571 608215 50025 - Montespertoli Fax 0571 657278 Tel. and Fax 0571 676215 [email protected] www.marzi.it [email protected] museo della vite e del vino del centro per la cultura del vino i lecci Via Lucardese, 74 50025 - Montespertoli Tel. 0571 608185 museo d’arte sacra di montespertoli 228 lecci wine shop and bar Glossary Via Lucardese, 74 50025 - Montespertoli Tel. 0571 657641 Adoration of the Magi This episode is narrated only in the parri farms (tenuta il monte, Gospel according to Saint Matthew. tenuta ribaldaccio, fattoria Three wise men, who, following a star corfecciano urbana) from the Orient, reached Jerusalem, Via Vallone, 4 arrived in the presence of the King of at Urbana the Jews, as announced by the star, 50025 - Montespertoli adored him and offered him three Tel. 0571 674057-609154 gifts: gold, incense and myrrh. Early Fax 0571 674057-608694 Christian representations depict the [email protected] Magi wearing the vestments of Guided tours are organized upon Mithraic priests, an oriental religion request widespread in the Roman Empire. Whereas, beginning from the early ristorante la nuova villamagna Renaissance they are often represent- Via Montelupo, 105 ed in regal clothes. In the late Middle 50025 - Montespertoli Ages this theme sometimes symbol- Tel. 0571 675052 ized the submission of the temporal power to the Church’s authority. trattoria lo staccio Altar-piece Via T. Taddeini, 74 Large panel, either painted or sculpt- 50025 - Montespertoli ed, situated on the altar; sometimes Tel. 0571 608405 it is composed of more than one pan- el. It is often inserted in a rich frame, ristorante il battibecco or in the architectural structure of Via T. Taddeini, 146 the altar itself. 50025 - Montespertoli Ambo A raised tribune, closed on three sides castello di sonnino farm by a parapet and which in the fourth Barone De Renzis Sonnino opens onto the access staircase. It was Via Volterrana Nord, 10 the place where the priest went to 50025 - Montespertoli read the Epistle and the Gospel. Tel. 0571 609198 Ampulla / ampullina Fax 0571 657027 A piece of holy furnishings. It usu- [email protected] ally has a globular body and a narrow www.castellosonnino.it neck. The term refers to the two con- For wine tasting: tainers, one for the wine and the oth- [email protected] er for the water, used during the Eu-

english version 229 charist, as well as to the three con- Apse tainers for holy oils. A semicircular structure on one wall Andrea di Giusto Manzini of a church, placed at the end of the (active in Florence, first half of the 15th central nave and sometimes at the century) end of the aisles, usually covered by In 1424 he was an apprentice in Bic- a half-dome. ci di Lorenzo’s workshop and in 1426 Armorial Bearings he was an assistant of Masaccio dur- A group of items made up of a shield, ing the artist’s stay in Pisa. He exe- ornaments and honorific marks of a cuted a considerable number of family or an organization. works which show the influence of Arnetoli, Gaspero Fra’ Angelico and Paolo Uccello. The (documented 1758-1780) oldest among his dated works is the Even though he never enrolled in the polyptych at the Picture Gallery of goldsmiths’ Company of Sant’Eli- Prato (1435), which is certainly prior gio, he is documented to have to many paintings by this artist which worked for this company for a long have not been identified, yet. The time. He also worked for the grand- triptych in the church of Sant’Andrea ducal court of Florence. He proba- a Ripalta (1436), as well as the Madon- bly never had a workshop of his own, na of the Girdle (1437) at the Accade- since he is documented: first, in Adri- mia Gallery in Florence, already re- ano Haffner’s until the death of the veal a mature style. This style is ex- latter (1768), and then in the work- pressed through a lively, though at shop of the master Michele Magni, times awkward, rendering of Renais- who had worked with him for sance models, also visible, for in- Haffner. The initials M.A. (which stance, in the frescoes of the Assunta stand for Magni Arnetoli) in an oval Chapel in the Cathedral of Prato field, side by side with a flower, that which were probably begun by Pao- was Haffner’s old stamp, mark Ar- lo Uccello between 1435 and 1440 and netoli’s works where it is indeed very then completed by Andrea di Gius- difficult to establish which part of to Manzini. This artist’s later works the object was executed by Arnetoli reveal the influence of Filippo Lip- and which by Magni. pi’s style. Aspergillum or Sprinkler Antiphonary See holy water pot. Incomplete text of the Missal that Baccellatura (i.e., embossed decora- contains the antiphonies (alternating tion in the shape of legume pods, chants) that tradition says were col- baccelli in Italian) lected by Saint Gregory the Great (6th Ornamental relief motif made up of century). It contains the incipit – at a series of convex elements similar to times the entire text – of the chants legume pods, typical of classical and with the pertinent musical notations. Renaissance art. museo d’arte sacra di montespertoli 230 Bambini, Niccolò (Venice 1651-1736) tion the cycle of Illustrious Men, He was a pupil of master Mazzone’s which he frescoed in the Medici and a connoisseur of the Venetian palace on Via Larga in Florence, and artistic production from the 16th cen- the fresco cycle with the Apostles tury. His mature works show the in- which he painted on the occasion of fluence of the styles of Giordano and the consecration of the Duomo of Paolo Veronese. He was a forerun- Florence, in 1434. ner of Venetian Rococo. He also Brocade drew on the pictorial tradition of A damask fabric with large patterns, central Italy and kept up with Se- in silk, linen, hemp, sometimes with bastiano Ricci’s pictorial innovations. gold and silver threads, woven so as In Rome he was a disciple of Marat- to show a characteristic effect in re- ta’s and he elaborated an eclectic and lief. academic style. Among his best Burin works let us mention the Adoration Implement made up of a small steel of the Magi (in the church of San Za- rod with a beaked point and a wood- ccaria in Venice), the Pietà in the en handle; it produces a sharp cut, Carmine church and the decoration while that of the graver, a similar tool, of the library in the bishop’s palace may have various shapes (round, flat, of Udine. ruled). Basin See engraving; embossing. Bowl used in solemn liturgies for the Candelabrum washing of hands together with a re- Large branched candlestick. ceptacle with a lip, called Eucharist Candlestick flagon that is used to pour the liquid A support in wood, metal, ceramic into it. or other materials, used to hold a sin- Bicci di Lorenzo gle candle or, when it is placed on (Florence 1368 ca.-Arezzo 1452) the altar, even several candles also A painter who belonged to a family small-sized. of artisan-artists. Most likely he was Canvas trained in his father’s workshop. He It is one of the most used surfaces for was an exponent of the Florentine oil painting; usually made of linen late 14th century culture who drew or hemp but sometimes also of cot- on the styles of Lorenzo Monaco and ton, jute, silk or other fibers; its ty- Gentile da Fabriano. He also con- pology varies by weight and weave tinued to use the flamboyant gothic according to the different eras, places style which he rendered with the and expressive needs. At first glued grace typical of courtly pictorial art. to a wooden panel, it was then Among the works of this artist, who stretched on stretcher bars to make worked both for public and high- the transportation of paintings easi- ranking private clients, let us men- er; the latter procedure began to

english version 231 spread from the second half of the itative exponent of the Tuscan and 15th century definitively substituting Florentine painting derived from the one on wooden panel beginning Nardo di Cione and Agnolo Gaddi. from the 17th century. The term also Central and side aisles refers to the pictorial work executed The part of a church delimited by on canvas. two longitudinal rows of columns or Cartegloria or Altar Cards pillars. When the church has only Term which refers to each of the one broad aisle it is called hall or sin- three formulas for the fixed parts of gle nave church. the Eucharistic celebration. It also Chalice refers to the card that since the 16th A piece of ecclesiastical furnishings century has been used on the altar made up of a cup supported by a stem during the mass as a memorandum ending in a base. It is used for the of the formulas. wine that, during the Eucharistic cel- Casting ebration, becomes the blood of It is a process used to create sculp- Christ. The liturgy requires the cup tures or reliefs through the pouring to be made either of gold or silver and of molten metal into a mold; it al- gilded inside, while the stem can be ways involves a subsequent finishing made of other materials, except glass phase with a chisel or other imple- and ivory, as they are corruptible. ments. It is called “full relief casting” Chasuble when the mold is open and the liq- See Planet. uid metal fills it completely; where- Cherub as a “hollow casting” makes use of Angelic being entrusted with the task closed molds and requires a very thin of watching over the entry into Eden: layer of metal. two of them, winged, were placed on Cenni di Francesco the Ark of Covenant. Some colossal (documented 1369 ca.-1415 ca.) figures representing the cherubs were A Florentine painter who enrolled in present in the Holy of Holies (the the Company of San Luca in 1415. In holiest and most secret place) in 1395 he had already executed some Solomon’s Temple. Generally the frescoes in the town hall of San Mini- cherub is depicted as a figure made up ato and in 1410 he had decorated the of four faces representing: a man, an Croce Oratory in Volterra reiterat- eagle, a lion and a winged bull. ing both the subject (The Legend of Chisel the Cross) and the scheme which had Non-cutting implement in different been used by Agnolo Gaddi in the shapes that, hit with a small hammer apse of the church of Santa Croce in on a metal plate, lowers its surface Florence a few years before. He was without taking away the material. particularly active in the towns See also chiseling, embossing and cast- around Florence. He was an author- ing. museo d’arte sacra di montespertoli 232 Chiseling most important exponents of Flo- Modeling the surfaces of metal ob- rentine devotional painting during jects, carried out by means of a chisel. the first half of the 1600’s. His early Christ in Pietà works, which include a Nativity of Such a denomination refers to the the Virgin (Volterra’s cathedral, 1598) iconographic image of the Man of reveal stylistic similarities with Late sorrows, that is of Christ, showing Mannerism Florentine painting; he the wounds in His hands, chest and later adopted a style close to Cigoli’s feet; sometimes the instruments of and Passignano’s. His numerous ma- the Passion are next to Him. Such a ture works include the monumen- representation is inspired by devo- tal Assumption of the Virgin (1613) tional tradition; the episode is not created for the parish church of San- narrated in the Gospels. ta Maria in Dicomano and the Ser- Cross mon of John the Baptist (1649) for the Formed by two intersecting axes, one Rondoni Chapel inside Santa Trini- vertical and one horizontal, it became ta in Florence. with or without the Christ Crucified, Cusp: see spire. Christianity’s principal symbol. Al- Damask tar cross: standing on a pedestal and Fabric made of silk with warp and placed on the altar, with Christ in re- weft of the same color that create lief. Processional cross: supported by glossy patterns on an opaque back- a long staff, it is portable and used to ground. Of a very ancient origin, lead a procession. It has figures on such an art reached a level of excel- both sides: Christ is usually portrayed lence towards the 12th century in the on the front one, while evangelical city of Damascus. symbols are represented on the back. Della Robbia, Giovanni See evangelists. See Della Robbia, Girolamo. Cross-band Della Robbia, Girolamo This term generally refers to a strip (Florence, 1488 ca.-Paris 1566) of cloth which, according to its size, Together with his brother Giovanni is used to hang on a cross (band for (Florence, 1469-1529) he was among the cross), to cover the bookstand the best known sons of Andrea, col- (bookstand-cover) or put on a staff laborating and carrying on his uncle as a banner for processions (proces- Luca Della Robbia’s work in the Flo- sional band). If it is black it is used rentine workshop of glazed terracot- for funeral services. ta. Unlike Giovanni, who spent his Curradi, Francesco life in Tuscany collaborating with his (Florence 1570-1661) father for many years and whose Son of the gold-beater Taddeo and works were mainly friezes and frames pupil of the painter Giovanni Bat- in the florentine churches (Santa Ma- tista Naldini, he figures among the ria Novella), and the frieze in the log-

english version 233 gia of the Ceppo Hospital in Pistoia using a pointed instrument (burin, with theWorks of Mercy, Girolamo left graving tool), or chemically, using his father’s workshop in 1517 and corrosive substances, for decoration moved to France in the service of or printing reproduction. By exten- Francis 1, spreading the expressive po- sion, this term is used for the tech- tential of the Della Robbia art on an nical process used for printing re- international level. production as well as for the result- Embossing ing product itself. Art and technique of decoration used Evangelical symbols for precious materials such as gold In early Christian iconography, the and silver, but performed also on cop- four evangelists are portrayed as per and bronze. It consists in reduc- winged creatures with animal heads. ing the metal to a very thin lamina in Saint Jerome, at the end of the 4th order to obtain the desired represen- century, first justified the association tation in relief, modeling it from the of the animals with the authors of verso (i.e. the back) and then giving the Gospels: Matthew is represented the finishing touch from the recto (i.e. by an angel because his Gospel be- the front) with a chisel and a burin. gins with the Incarnation; Mark by Enamel a lion because he starts his with the Vitreous paint to which coloring figure of John the Baptist who “cries components are added, which has in the desert” with a voice as power- the property to become a shiny com- ful as a lion’s roar; John is represent- pact surface thanks to the high tem- ed by an eagle, the bird that flies the perature firing. highest in the sky, because his vision See enameling. of God is the most direct; and final- Enameling ly Luke by a bull, a sacrificial animal, Decorative technique used both for because his Gospel commences with ceramics and metals. The most wide- the sacrifice of the priest Zachariah. spread procedures for metal enam- During the Renaissance the animals eling are cloisonné, that consists in and the angel continued to be por- spreading the enamel within areas trayed only as simple attributes of bordered by fine metal wires and the four Evangelists. Secondary at- champievé that consists in inserting tributes for all four saints are a book the enamel in small alveoli made on and a scroll. a metal plate. The term also refers to Fabric the process of terracotta waterproof- Technique and art that consists in ing that became widely used begin- weaving a series of yarns called warp, ning from the 15th century. kept parallel and taut, with another Engraving series that is inserted crosswise called Drawing carried out on a hard sur- weft, carried out by means of a loom. face, called matrix, either by hand, The fabrics are called plain when the museo d’arte sacra di montespertoli 234 weave does not present any special A painter, not very well-known, who pattern, damask otherwise. There are was a member of the Academy of San three basic types of fabric: cloth or Luca, apart from a few interruptions, taffeta with two warp yarns and two from 1598 to 1629. His few signed weft ones, with the same effect both works have enabled the scholars to on the right side and the reverse side; enlarge his still scanty body of works. twill, that achieves a diagonal effect Trained in the style of Cigoli, his ma- slanting either right or left; satin: de- ture works reveal also the influence pending on whether the warp or the of Cristofano Allori and Matteo weft is more evident, satin may have Rosselli. Among this artist’s works either a weft or a warp effect. let us mention the altar-piece with Flagellation of Christ Saint Anthony Shows Mary’s Girdle in The Flagellation is a precise moment the Cathedral of Prato (1608) and the of the Passion of Christ which is de- Assumption of Mary between Saints scribed in all the canonical Gospels Francis and Charles in the church of and spread widely, also as isolated Santa Maria a Torre (near Montes- images, beginning from the Renais- pertoli), which is signed and dated sance. The Holy Scriptures narrate 1614. that, every year, on the occasion of Frontal Passover a prisoner was set free. The The front parament of the altar crowd, incited by the priests, chose placed under the mensa, generally the rebel Barabbas, hence con- made of marble; it can also be made demning Jesus to crucifixion with of ivory, silver or even of ornate em- the assent of Pontius Pilate, who or- broidered fabrics. dered he should be publicly flogged. In pictorial works the thugs are rep- Gaddi, Taddeo resented with extremely ferocious (Florence 1290 ca.-1366) and cruel expressions, while Jesus is One of Giotto’s most important depicted in poses which emphasize pupils and an architect as well, he his statuary handsomeness, and with drew on the intense plasticity and the crown of thorns. Sometimes al- figurative energy of Giotto, with a so some merciful angels are repre- remarkable luminosity, even if with sented in the act of collecting Jesus’ less mastery. In the Church of San- blood or wiping away his sweat. ta Croce he frescoed the Baroncelli Fresco Chapel and he painted many polyp- Painting technique on a wall support tychs and panels housed in Floren- that makes use of the lime of the wall tine churches and museums. The re- plaster as a binder. construction of the Old Bridge in Frilli Croci, Domenico Florence, destroyed by the 1333 (active in Florence during the first half flood, is attributed, even if not unan- of the 17th century) imously, to him.

english version 235 Geri, Gaetano Hall (Florence, documented 1726-1767) In Christian architecture, it indicates Likewise many other Florentine a single nave church. goldsmiths and silversmiths, also (Hand) bell Gaetano Geri was commissioned A small portable bell with a handle works by clients from other towns. that is used as a signal during cele- In the 1730’s he executed many bration of the mass. works in Arezzo, which then got lost, Holy water pot among which the candlestick for the A small receptacle that contains holy main altar of the cathedral (1737). water. It is used together with the as- In 1759 he was one of the masters pergillum, which is the implement, who undersigned the document of in the form of a hollow perforated the Guild which stated that gold- spherule with an internal sponge and smiths and silversmiths would not handle, with which the water is be allowed to hold, more than once, sprinkled. the office of quality control inspec- Immaculate Conception tor, stamper or the one who tared The subject refers to Mary’s concep- the gold and silver. Active, begin- tion in her mother’s womb. Chosen ning from 1761, in a workshop of for Christ’s incarnation Mary had to Borgo San Jacopo (a street in Flo- be utterly pure, namely immaculate, rence), his last known work is dat- without the stain of original sin. This ed 1763. theme, which was the subject of Gilding many theological disputations in the A technique used to apply gold on 12th and 13th centuries, was defini- various supports such as wood, tively made legitimate by the papa- parchment, leather, paper, walls, etc. cy in 1854. It appeared in sacred art The gold can be applied in leaves or only around the 16th century: at first in dust, according to different pro- the theme spread as a disputation, cedures; for gilding metal surfaces, then it imposed itself through the similarly to the silvering technique, image of the standing Virgin who one begins with an amalgam: an al- crushes underfoot a serpent or a loy of pure gold, or silver, and mer- dragon, the symbols of Satan. cury that, when spread on a suitably Incense-boat prepared and heated metal, causes It holds the incense that is eventual- the mercury to evaporate and the ly placed on the burning coals of the precious metal to adhere to the sup- thurible, by means of a small metal port. spoon. Glazing Intaglio Also called “ceramic glaze”: vitreous Technique of working by removing finishing a part of the material. Wood, marble, See Enamel. ivory etc. are carved by using metal museo d’arte sacra di montespertoli 236 instruments following a pre-estab- Florentine painter and illuminator, lished design. his workshop is recorded beginning Lampas from 1296; his work is recognized as A damask fabric of great value made among the greatest and most origi- with yarns of silk, embellished very nal expression of the tendency dis- often with wefts of gold and silver, senting from Giotto’s language and which looks heavy; it is made up of inclined towards the recovery of both a background weft, usually in taffe- Gothic stylistic methods and the ex- ta, with supplementary weft effects pressive pathos of the 13th century. that create a particular pattern on the His Mourning over the Dead Christ material. in the Pistoia City Museum is ac- Lectern knowledged as the climax of his ex- Large wooden pedestal for keeping pressive quality. the books of anthems, with a large Liturgical books body provided with doors and sur- They contain the texts and prescrip- mounted by a revolving bookstand. It tions of the acts used in Catholic cel- usually has monumental size; its ha- ebrations: Missal, Breviary, Pontifi- bitual location is at the center of the cal, Ritual, Martyrology, Ceremoni- choir in churches. al and Memorial of the rites. Lippi, Filippo Loom (Florence 1406 ca.-Spoleto 1469) In the art of weaving, it is the ma- Florentine painter who met Masac- chine that is used to weave the warp cio at the Carmine convent in Flo- yarns with those of the weft. rence and became a follower of his Madonna of the Rosary perspective plasticism (Confirmation The theme is derived from that of of the Rule) and then was influenced the Madonna of Mercy and it ap- by Donatello (Madonna of Tar- peared in Cologne for the first time quinia, 1437, Museum of Palazzo in a triptych which represents Saints Barberini, Rome). Among this Dominic and Peter the Martyr hold- artist’s works we would like to men- ing the Virgin’s mantle while angels tion the frescoes of the main chapel wreathe her head with roses. The in the cathedral of Prato (1452-1464), Madonna of the Rosary’s iconogra- a masterpiece of balance and chro- phy, of Dominican origin, was very matic freshness. In his works he widespread in the 17th century. translated Masaccio and Fra’ An- Madonna with Child gelico styles into a more profane The Byzantine iconography of the tone. He was a forerunner of the lyri- hieratic and frontal Madonna, with cal spirituality of his disciple Sandro the dressed and benedictory Child, Botticelli. standing and turning His back to His Lippo di Benivieni (documented in mother, is already present in the West Florence from 1296 to 1327) beginning from the 7th century. In-

english version 237 stead, around the 14th century, ty- He was at the head of a busy Floren- pologies underlining the earthly and tine workshop situated on the Old intimate aspects of the relationship Bridge, where, among the others, al- between Mother and Child pre- so his own son Gaspero, Angiolo vailed, and their various attitudes and Labardi and Giuseppe di Andrea attributes identify different icono- Navarri worked. He is remembered graphic types. One of them is the for having polished Saint Dominic’s breast-feeding Madonna. The first reliquary in the Florentine church of examples, of Oriental derivation, es- Santa Maria Novella, in 1709; for the tablished themselves around the 12th same church he executed many century, but such a representation works between 1720 and 1739. spread widely in the Western world Mazzi, Antonio especially between the 15th and the (Florence, documented 1706-1747) 16th centuries: the Mother is stand- A goldsmith in the workshop of ing, with her head bent towards her Pietro Ligi, he then ran the Floren- Son, whom she holds in her arms; tine workshop All’insegna del Gallo her Son is sucking milk from her which was among the most produc- breast which demurely peeks out tive of the time. Of this author’s vast from under her tunic. The resump- and documented production let us tion of the devotion to the Virgin es- mention a refined silver monstrance, pecially through the mendicant or- with gilded rays and cherubs, dating ders encouraged the production of to 1727, which he executed together many panels depicting this subject. with Domenico Cianfogni, with Magni, Michele whom between 1734 and 1747, the (documented 1741-1780) year of Mazzi’s death, he also exe- He registered as a silversmith in 1768. cuted a thurible and an incense-boat Already from 1741 and until 1780 he for the Opera della Pieve di San Pie- is documented as a member of the tro a Figline in Prato. goldsmiths’ Company of Sant’Eligio. Missal He probably inherited Adriano One of the six liturgical books that Haffner’s workshop when the latter contains all the texts necessary for died (1768) and he employed Gaspe- the celebration of the liturgies and ro Arnetoli, who had already been his the celebrations through the year; it collaborator at Haffner’s. The fellow- contains the priest’s prayers, both the ship between the two artists led them settled and the unsettled ones. to adopt a stamp with the letters m.a., Monstrance the initials of their surnames, in a rec- A piece of sacred furnishings, in the tangular field. He held the office of shape of an aedicule or, in more recent assayer in the years 1773-1774. times, of a radiant sun’s disc, in which Mari, Cosimo (Florence, historical the consecrated host is exposed to the information 1703-1743 ca.) adoration of the faithful. museo d’arte sacra di montespertoli 238 Mystical Lamb mixed with thick oils, to which es- The symbolic significance of the sential oils are added so as to make lamb in Christian iconography de- the colors more transparent and less rives from the ancient custom of sac- viscous. The use of oil as an emul- rificing an animal to the gods, which sion makes it possible to have a wide was interpreted by Christians as a pre- range of pigments and chromatic gra- figuration of Christ’s sacrifice. The dations also due to the different ways iconographic theme of the adoration in which the color can be applied. of the lamb derives from the Apoca- Our Lady of Sorrows lypse by Saint John; the author de- This iconographic theme, which was scribes the vision where, through a common especially in German art, wide open heavenly door, a person originated in Flanders towards the (Christ) seated on a throne appears. end of the 15th century. An engrav- A lamb, with seven horns and seven ing dedicated to Charles V, published eyes, wounded in its neck and hooves, in Antwerp in 1509, represents the takes, from the hand of the man sit- Madonna with seven fanned swords, ting in the center, a book which con- alluding to the seven sorrows that she tains the secrets of man’s destiny. experienced. This theme spread Neri di Bicci, (Florence, 1419-1491 ca.) rapidly first in the Rhine regions and Florentine painter and the grandson then in the Christian Western world. of Lorenzo di Bicci, he inherited the Palmieri, Simone (Monte Giberto, workshop from his father, Bicci di Ascoli Piceno 1639-Roma 1716) Lorenzo, in 1452. Though main- A famous goldsmith and silversmith, taining a tight link to the Gothic he served his apprenticeship with style of the paternal workshop, he Antonio Moretto De Amicis and devised a personally eclectic style Balduino Balavier, two artists active that reveals a re-examination of the in Rome. In 1666, at the age of 27, great artists of the second half of the he became master and had his own Florentine 15th century. From his vast workshop in Rome with the insignia production, we would like to men- of the Loreto Madonna whose image tion the Madonna with Child En- towered from over the front door. throned Among Four Saints, from He worked for the Sacro Palazzo 1452 (Diocesan Museum of San Mi- Apostolico and from 1707 till 1714 niato, Pisa). he was appointed to the office of sil- Niche versmith of the palace. His stamp A cavity made in a wall, usually con- bore the effigy of a Maltese Cross. taining a statue: it can be semi-cir- Passion, symbols cular, rectangular or polygonal. In Christian symbology the instru- Oil painting ments of the Passions are the objects A technique of painting on canvas or related to the Passion, the crucifixion wooden panels using pigments and the death of Jesus: the scroll, the

english version 239 tongs, the hammer, the chalice, the tic arts the term refers to a decorative nails, the spear, the crown of thorns, element in the shape of a head, ei- the column, the scourges, the veron- ther human or of an animal. ica. Each of them, either represent- Pucci, Antonio (Florence 1677-1739) ed or as a relic, has become object of A painter who was first a pupil of Si- worship by Christians. mone Pignoni and then of Gabbiani Pax Board who sent him to Rome to complete A small decorated board or plate, of- his training. He made his debut in ten made of precious metals, depict- 1714 in Florence with the Presenta- ing a holy image, used for personal tion at the Temple in the church of prayer or presented to the faithful for Santa Felicita (1714-1715). His style the “holy kiss” of forgiveness. is reminiscent of the clear classicism Pelican of his master and was also influenced This animal, mentioned only once by the Roman academic milieu. He in the Old Testament, derives its sym- was commissioned many works in bology from early Christian texts, Florence, Prato and other Tuscan where it is the emblem of the sacri- towns. Of this artist we would like to fice of Christ; as a matter of fact the mention the Journey of Saint Joseph, pelican keeps the fish in the pouch a work signed and dated 1736, which of its beak and, when it gives the fish is in the Priory of the Annunziata al- to its brood to feed them, it seems to la Crocetta in San Miniato. be ripping up its chest. Pugliani, Domenico Planet or Chasuble (Vaglia, Florence 1589-Florence 1658) Loose liturgical vestment with a Even though a disciple of Matteo round opening for the head, worn Rosselli, his peculiar style greatly dif- by the priest during the Mass. It is de- fered from his master’s. His late rived from the ancient Roman trav- works reveal an adjustment to the eling cloak. tastes of his clients in the choice of Polyptych religious subjects. Among the artist’s A painting or relief formed by three works let us mention the fresco in a or more panels joined together both lunette of Poggio Imperiale Villa in materially, by hinges or frames, and Florence, which depicts Saint Helen conceptually, through the subjects Finds the Cross and a fresco portray- represented. ing Saint Francis in Glory on the ceil- Predella ing of the oratory of San Francesco The lower part of an altar-piece, gen- at the Confraternita dei Vanchetoni erally divided into painted or sculpt- (1640). ed sections. Punch Protome Steel utensil that has a letter, a num- A Greek term which literally means ber or a cipher engraved on one end “head of a beheaded animal”. In plas- to be impressed on the materials. museo d’arte sacra di montespertoli 240 Pyx ilar to the Latin word agnus (i.e., A cup made either of silver or of an- lamb). Tradition has it that, at the other precious metal, gilded on the age of twelve, she turned down the inside and closed by a cover, in which advances of the son of the Prefect of the consecrated particles are kept. It Rome who desired her; for this rea- is kept in the altar’s tabernacle. It is son she was denounced as Christian. frequently in the shape of a cross. Obliged to be a prostitute she re- Raffaellino del Garbo mained pure and she suffered mar- (1466 circa-1524 ?) tyrdom. There are different versions Identified with the Italian painter of her end: the Greek one has it that Raffaellino de’ Carli, who was a dis- she was sent to the stake; according ciple of Filippino Lippi as in the Res- to the Latin version she was behead- urrection (Accademia Gallery of Flo- ed and finally in the hymn in honor rence) and in the Sibyls (church of of Agnes Beatae Virginis, supposedly Santa Maria sopra Minerva in Rome). by Saint Ambrose, the poet imagines His collaboration with Piermatteo she had her throat slit. Her recurrent d’Amelia and his company would ac- attributes are: her long hair, which count for the influence of Pinturic- she used to cover her body when she chio’s style. The Resurrection for the was obliged to undress in a brothel; Capponi Chapel in the church of San the flames of the stake and the sword Bartolomeo a Monteoliveto, now at which slit her throat or beheaded her. the Accademia Gallery in Florence Saint Andrew and the Madonna Enthroned with A fisherman from Galilee and the Saints from 1500 (at the Cenacolo di brother of Peter. He was the first dis- San Salvi in Florence) belong to the ciple of Christ and later on an apos- mature phase of his career. tle and a martyr. In the New Testa- Relic ment he is mentioned in the episode Part of the body of a saint or object of the miraculous catch and in the belonging to or linked to the figure miracle of the loaves and fishes. For of Christ (the Cross), the Madonna his apostolate he was condemned to or the saints. be flagellated and crucified on two Reliquary cross–poles, the so-called cross of A receptacle, in various shapes and Saint Andrew. The iconography rep- materials, used to hold relics. It can resents him as an old man with a have different shapes, which are of- thick white beard and his attribute: ten conceived for displaying the relics the cross; more rarely he is depicted to the devotees. with a fish as a symbol of his old job. Saint Agnes Saint Anne She was a virgin and a martyr in the The cult of Saint Anne, the mother 4th century. Her name Agnes which of the Virgin Mary, definitively can- in Greek means “chaste” is also sim- onized by the Catholic Church in

english version 241 1584, goes back to the early eastern died in 1231 at the age of only thirty- Church. The only sources for tales six; one year later he was canonized about Mary’s childhood are the and venerated as the patron saint of Apocryphal Gospels. Depicted in the city. The saint’s hagiography Byzantine art since the early Middle abounds in miracles, miraculous Ages, her iconographic success healings and charitable episodes, spread in the West beginning from from which his iconography drew the 13th century, especially in conse- over the centuries, favoring anecdo- quence of the Crusades and closely tal and exemplary tales: the sermon connected to the theological debate to the fish, the heart of the stingy upon the Immaculate Conception. man, the miracle of the donkey or Isolated images of the saint together that of the newborn baby. Tonsured with the Madonna holding the Ba- and dressed in a humble brown by Jesus in her arms are nevertheless habit, his most common attributes rare. Such a particular iconography are a lily, the Sacred Heart of Jesus, is also known as Saint Anne Met- a book or a monstrance. terza, an allusion to the position oc- Saint Anthony the Abbot cupied by the saint (literally messa The appellation of abbot derives terza means “placed third”) after the from his being considered the patri- Christ Child and the Madonna, in a arch of eastern monasticism. He was sort of trinity bond that, even from born in Coma, Egypt, towards the a figurative point of view, evokes of middle of the 3rd century. When he the Trinity (Father, Son and Holy was about twenty he retired to the Ghost). Initially the image spread desert where later a monastic com- mainly in Tuscan art, since the saint munity was established; he died in had been made the patroness of Flo- 356 when he was over a hundred rence, in memory of the expulsion years old. Represented in hermit’s of the Duke of Athens who had tyr- clothes, his recurrent attribute is a annized the city, which took place pilgrim’s stick with a T (“tau”)shaped on 26th July 1343, Saint Anne’s day. ending which was an ancient Egypt- Saint Anthony of Padua ian symbol of immortality but hints Fernando Bullone, the saint’s real also at the cross and which became name, was born in Lisbon in 1195 and in the Middle Ages a distinctive sym- took his vows in the order of the Au- bol of the Hospital order of Saint An- gustinian canons of Coimbra, where thony; the devil, often depicted at he studied theology. Afterwards, he his feet, is the symbol of his victory became the most valiant Franciscan over the temptations that constant- preacher. A teacher of theology at the ly undermined his retreat; the pig Universities of Bologna, Toulouse that accompanies him recalls the and Montpellier, he lived the last habit of medieval monks to raise pigs years of his life in Padua, where he for the poor. museo d’arte sacra di montespertoli 242 Saint Barbara Saint Charles Borromeo One of the Quattuor Virgines Capi- He was born in 1538 in the castle of tales together with Catherine of Arona on Lake Maggiore from a Alexandria, Dorothea and Margaret. powerful aristocratic family and he Her legend derives from a Passio of was educated in Milan and Pavia. the 7th century, narrated again in the Thanks to his uncle, who was, be- Golden Legend (13th century), set in fore, a cardinal of the Medici and Asia Minor. Because of her creed then, pope under the name of Pius they flagellated her while naked, but iv, he was granted the administra- the canes became peacock’s feathers, tion of the diocese of Milan and he then they cut off her breasts and fi- was appointed cardinal and Secre- nally she was beheaded. She is por- tary of State. He was one of the chief trayed as a young woman of noble protagonists of the Council of Trent. appearance, holding a tower with He was consecrated bishop in 1564. three entrances which symbolize the In 1576 he did all he could to help Trinity; sometimes she holds either the sick during the plague epidemic a chalice, symbol of faith, or a pea- which broke out in Milan. He was cock’s feather. canonized in 1610. He is portrayed Saint Blaise with his own somatic features: a high A Christian martyr who was the forehead, an aquiline nose and a dark bishop of Sebaste in Armenia. He complexion; he is often depicted in was sentenced to death at the time of the act of taking unremittingly care the Emperor Licinius, at the begin- of the sick. ning of the 4th century. Before his be- Saint Christine heading, he is said to have been mar- A martyr, she lived during the peri- tyred with wool cards, his icono- od of the Emperor Diocletian’s per- graphic attribute. secutions (284-305). She is the patron Saint Catherine of Alexandria saint of Bolsena where already in the Her legend that began in the early 4th century a basilica dedicated to her Middle Ages records a beautiful, eru- was built near the early Christian dite noblewoman who convinced of community. In the Middle Ages she Christianity’s truth the Alexandrian became the protectress of millers, philosophers who had been sum- bowmen, crossbowmen and sailors. moned to Rome by the Emperor She was invoked to drive demons Maxentius (4th century) to prove her away and beseech man’s and earth’s wrong. Her typical attributes are a fertility. His iconographic attributes spiked wheel – the instrument of her are the millstone and the arrows. martyrdom – a sword, a crown, a Saint Donatus palm, a ring and a book; her mystic Coming from Nicomedia, when he marriage with Christ is frequently was still a child he moved to Rome depicted, too. where he became a clergyman and

english version 243 he fell victim to the Roman perse- in Rome by Innocent iii in 1210. cutions of Julian the Apostate. He Once retired to solitary life, around fled to Arezzo where the monk Hi- 1224 he wrote the Cantico delle crea- larianus gave him hospitality and to- ture and he received, in ecstasy, the gether they converted common peo- stigmata at La Verna. He died in ple to Christianity. He also per- Porziuncola in 1226 and was canon- formed miracles. He was ordained ized two years later by Pope Grego- bishop by Pope Julius I and then the ry ix. The patron saint of Italy, he is legend has it that, owing to the great usually represented with a brown or number of miracles he supposedly grey habit, tied at the waist by a string performed, the authorities accused with three knots which are the sym- him of magic practices. Hence he bols of the vows of poverty, chastity was arrested and beheaded on Au- and obedience. He is portrayed as a gust 7th 362. He is the patron saint of small man, either with or without a Arezzo and his body lies inside a rich beard and the stigmata on his hands, marble sarcophagus in Arezzo’s feet and chest. Other attributes of cathedral. his are a crucifix, a lily, symbol of pu- Saint Francis of Sales rity and, from the Counter-Refor- He was the founder and the first mation on, a skull; his depiction in Provost of the Oratory of Thonon. ecstasy while he is receiving the stig- He became the bishop of Geneva in mata or praying is quite common. 1602. Together with Saint Frances Saint George Fremiot de Chantal, he founded the He was a Roman officer at the time Order of the Visitation which spread of Emperor Diocletian (284-305) and throughout the Church the spiritu- was martyred in Palestine. Accord- ality of the Sacred Heart of Jesus. He ing to the eastern tradition, also re- ended his days in Lyons, after a fer- ported in the Golden Legend (13th cen- vent apostleship in the region of tury), he saved from death a princess Chablais, where Calvinism was pre- who had been chosen by lot to be dominant. He was canonized in 1665 sacrificed to a dragon that had been and then proclaimed doctor of the terrorizing an eastern town for a long Church in 1887 by Leo xiii. time, extorting animals and people Saint Francis from its inhabitants. In exchange for Born in 1181 or 1182 in Assisi, son of killing the monster Saint George a rich merchant, after having re- asked all the inhabitants to be bap- ceived the divine call, he began a life tised. The theme of the medieval of absolute poverty dedicated to iconography was the battle against helping others and to praying. In As- evil and especially against paganism, sisi he gathered a small community. through the conversion of the peo- The first Regula (i.e., Rule) of the or- ples, symbolized by the killing of the der founded by Francis was approved monster by the knight. Rare is the museo d’arte sacra di montespertoli 244 depiction of the saint’s martyrdom Church, standing and dressed in car- with the relevant attributes: poison, dinal’s vestments. wheel, boiling oil, and finally be- Saint John the Baptist heading. He is more often depicted The last prophet, the first saint and wearing his armour, on a white horse the forerunner of Jesus Christ. He with a sword in his hand while he is instituted the sacrament of baptism getting to the place where he kills the on the banks of the Jordan; he also dragon, a winged monster covered baptized Christ and recognized him in scales. In the devotional images he as the Messiah. His attributes are a brandishes a banner with a red cross lamb and a hide garment. He may al- or a shield with a cross and he crush- so hold a bowl for the baptismal wa- es the dragon underfoot. ter or a honeycomb. Another com- Saint Jerome mon depiction of his is the one of his Born in Stridone, in Dalmatia (341 cut-off head being carried on a tray ca.-420), he is one of the four fathers by a maidservant or by Salome who of the Roman Church. He was a had wanted it out of revenge. The rhetorician and a scholar of letters iconography of Saint John the Bap- and philosophy who became a her- tist as a child, called Saint John as a mit in the Syrian desert. We owe him Child (in Italian San Giovannino) is the Latin edition of the Bible, called also widespread; he is represented Vulgata. He devoted himself to the with the Virgin and Baby Jesus, es- fight against the heretics and he also pecially beginning from the 16th cen- founded a few monasteries, that is tury. the reason why he is called Saint Saint John the Evangelist Jerome the abbot. His iconography, The youngest among the apostles, which became very common espe- the son of Zebedee and Mary Sa- cially between the 15th and the 16th lome, he is considered the author of centuries, presents him white-beard- one of the four canonical Gospels and ed and white- haired, with a cardi- of the Apocalypse, which he probably nal’s hat at his side. He is often rep- wrote during his exile on the Isle of resented with a lion as, according to Patmos where he had gone after sur- the popular legend, he pulled a thorn viving the emperor Domitian’s per- out of its paw. Besides other specif- secution (81-96). According to his ic moments of his life, the saint is hagiography he carried out the mir- represented in three principal ways: acles of Drusiana’s resurrection and as a penitent dressed in hide gar- the equally well-known one of the ments, kneeling before a crucifix in venom, which he survived by trans- the act of beating his chest with a forming it into a snake, a common stone; as a scholar, in his study, sur- attribute of his. The symbol which rounded by all the instruments of indicates him is the eagle. knowledge; as a Doctor of the See also evangelical symbols.

english version 245 Saint Julian Saint Lawrence He belonged to a noble family. As The gridiron is his attribute as well as the prophecy, which said that he a symbol of his martyrdom; he is de- would kill his parents by mistake, picted as a young tonsured man came true, to expiate his sin he dressed in a dalmatic. The first dea- opened a hospice near a river ford to con and martyr of the Roman give shelter to wayfarers. One day he Church, he is often represented to- ferried a leper who was dying of cold gether with Saint Stephen, the first dea- and he let him have his bed; the next con of the Christian community in day the leper turned out to be an an- Jerusalem at the time of the apostles. gel and announced him that his Saint Leonard penance had been sufficient to have Born in Gaul under Athanasius, his sin forgiven. Julian has thus be- Eastern Emperor (5th -6th centuries), come the patron saint of travellers he belonged to a Frankish noble fam- and innkeepers and for this reason ily, friends of King Clovis, who had hospices and inns are dedicated to recently been converted to Catholi- him. In the early Renaissance Italian cism. The king granted him the right and French painting the episodes of to set free all the prisoners he met on the murder of his parents and the fer- his way. He refused to become a bish- rying of the leper are depicted as two op, and devoted himself to helping independent scenes. The saint’s at- the humble and the prisoners, hence tributes are: the falcon, the sword the fame of his saintliness grew big- and, less frequently, the oar. ger and bigger. He built both an or- Saint Justus atory dedicated to the Madonna and During the second evangelization of an altar in honour of Saint Remigius. England, led by Saint Gregory the He is usually represented wearing a Great in the 5th century, two Italian monk habit, either white or dark, or monks reached the island: the Bene- as a young deacon wearing a dalmatic dictine monk Augustine and, in 601, and, only rarely, in bishop’s para- Saint Justus, who was his successor as ments. His habitual attributes are the bishop of Canterbury. The Pope sent freed prisoners’ chains or shackles him the gallium, namely the white and often a book, a cross and a flag. stole privilege of pontiffs and metro- Saint Lucy politan bishops, conferring on him Virgin and martyr, she lived in Syra- the authority over the other English cuse at the time of the Emperor Dio- bishops. When the saint died in 627 cletian (284-305). To keep a vow made the second evangelization of the is- for her mother’s recovery, the noble land had already been accomplished. maiden refused to wed and gave her The specific attribute of Saint Justus, dowry to the poor. Denounced as a who is always portrayed in bishop’s Christian, she was condemned to go vestments, is the pastoral staff. to a brothel. The legend recounts that museo d’arte sacra di montespertoli 246 no one could move her towards that young he retired from the army and place because she had been given a became a hermit. In 371 he became divine strength. The saint’s traditional the bishop of Tours. He is repre- attribute are her eyes, normally shown sented either as a soldier on horse- on a small plate that she holds in her back, with a cloak and a sword, or as hands: according to the hagiograph- a bishop, with the pastoral staff and ic tale, they were pulled out by her a book, with a goose and at times persecutors, while a later legend says with a cup, symbols which all refer that she herself tore them out in or- to episodes of his legend. Tradition der to have them delivered to her re- has it that as he did not want to ac- jected boyfriend who could not re- cept, out of modesty and humble- sign himself to her choice of peni- ness, the office of bishop, he hid in tence and chastity. At times, she car- a goose-pen but, betrayed by the ries a lighted oil lamp in her hand, a geese’s gaggling, he was taken back to reference to her name which means town for his investiture. light. She is universally known as the Saint Mary Magdalene protectress of eyesight. Other gener- Beginning from the Middle Ages, al attributes of hers are the palm and especially after the Counter-Re- frond, a feature of martyrs, or a sword. formation, she is one of the most Saint Luke worshipped saints of Christianity The author of the third Gospel and of and the model of a penitent for her the Acts of the Apostles, he probably dual nature as a sinner and a re- was a Greek who converted to Chris- deemed woman. Among her attrib- tianity. He is usually depicted while utes there is always a jar of unguent writing the Gospel and with a bull, a used to smear Jesus’ feet after wash- sacrificial animal, because his Gospel ing them. Portrayed with long red begins with the sacrifice of the priest hair, she is principally depicted in Zachariah. Tradition has it that he two ways: richly dressed and carried out a painting portraying the adorned, before her conversion, Virgin and, for this reason he is con- whereas after it, in ragged clothes, sidered the patron of artists and is de- with a cloak at her feet and/or picted with a palette and brushes. wrapped in her own hair. Other at- The information about his death is tributes of the latter version are a not very clear: maybe he was mar- skull, a crucifix, a whip, a crown of tyred or he died peacefully when he thorns, her eyes full of tears. was 84 in Bytinia, his remains were Saint Michael the Archangel later brought to Constantinople. His name means “he who is like See also evangelical symbols. God”. A vast literature has been pro- Saint Martin duced about the biblical passages of A Roman officer, born around 316- the Book of Daniel, where he is por- 317 in Hungary. When he was still trayed as a celestial prince and pro-

english version 247 tector of Israel, and in all those writ- to his previous occupation and as a ings he is described as a grand figure symbol of salvation. with the power to redeem the Saint Philip Neri damned souls of hell. In the Apoca- Born in 1515, he was the son of a Flo- lypse he is the one responsible for the rentine jurist. He studied at the con- fall of the rebellious angels and the vent of San Marco, then he moved winner of the fight against the dev- to Montecassino and finally to Rome; il. His cult, which was probably born there he studied theology, took the in the Orient, began to spread in the vows and devoted himself to charita- Western world in the late 5th centu- ble works: helping the poor and tak- ry. He is habitually represented with ing care of the sick. In 1548 he found- a suit of armour, and holding either ed both the Confraternity of the Trin- a spear or a sword; he crushes Satan, ity to assist the needy, and, soon af- represented as a dragon, underfoot. ter, the order of the Oratorians whose In the Last Judgement he can be name derives from the oratory, the generally portrayed while he is busy place where its members used to weighing the souls of the dead; meet. He died in 1595. His devotion therefore scales are his usual at- for the Virgin and the popular belief tribute. that he had experienced ecstasy in- Saint Paul fluenced his iconography. As a mat- Often accompanied by the figure of ter of fact he is portrayed as wearing Saint Peter the Apostle, cofounder a chasuble and kneeling before a vi- with him of the Church and symbol sion of the Virgin with Child; at his of its Hebrew component, while Paul feet is often a lily. Other attributes of represents the pagan one. Among his his are: a stick, a garland of roses, an attributes are a sword, the instrument angel and an open book. Sometimes of his martyrdom, and a book or a he may be depicted next to Saint scroll that allude to the draft of the Charles Borromeo, of whom he was Epistles. a friend and advisor. Saint Peter Saint Sebastian Usually depicted as an apostle, he He is traditionally portrayed tied to sometimes wears a miter and a plu- a column or a tree, pierced with nu- vial, since he was the first pope of the merous arrows, in remembrance of Catholic church. The attribute that his execution following a death sen- identifies him is that of the keys, a tence which he succeeded in surviv- symbol of the task conferred on him ing; he can be portrayed with a suit by Jesus to guard the gates of Heav- of armor at his feet. He is considered en; other attributes of his are: the the protector of athletes, archers, up- rooster, the upside down cross, in- holsterers and traffic policemen, and strument of his martyrdom, and, less is invoked against the plague, a dis- frequently, a boat, both as a reference ease represented by arrows. museo d’arte sacra di montespertoli 248 Saint Simon Stock Zealot are said to have converted He was an English General Prior. many people and among them also He died around 1265 in Bordeaux King Abgar. in France. The historical figure of Saint Thaddeus this personage, worshipped for his The Golden Legend and the Passion saintliness, has substituted the one of Simon and Jude both narrate the handed down by a legend born story of the apostle Jude Thaddeus around the 15th century, in the Low together with Simon the Zealot’s. He Countries. The legend narrates of a has various attributes: besides the tra- Saint Simon who had seen in a vi- ditional volume or book, there are sion the Madonna dressed with a the sword and the stones which were scapular; she promised the saint that the instruments of his martyrdom whoever wore it at the point of and are usually depicted in his lap. death, would be saved. The cult of According to the legend, in Jesus’ Saint Simon Stock as well as the de- time he cured King Abgar of Edessa, votion to the scapular spread rapid- in Mesopotamia, of leprosy, just wip- ly during the 16th and the 17th cen- ing his face with a cloth, used to wipe turies and so did the representation away the sweat, where Jesus’ image of the saint’s vision of the scapular. was imprinted, the so-called “image The scapular is still today for of Abgar”. Carmelites a sign of Mary’s mater- Saint Theodora nal protection. Byzantine Empress, she was the bride Saint Simon of the Emperor Theophilus the Icon- He was called Simon “the Zealot” oclast, called so because he opposed because, before becoming one of the the veneration of icons. When her twelve apostles of Jesus, he was a husband died in 842, Theodora be- member of the Jewish national and came the regent for her son Michael anti-Roman movement of the III and the following year she offi- Zealots, which in 66 A.D. started a cially condemned iconoclasm, thus revolt against the oppressors. He was confirming the victory of orthodoxy. also presumed to be the brother of She continued the fight against the Jude Thaddeus with whom he was Arabs and Bulgarians, but when her united also by a tragic end as they son came of age she retired to the were both martyred to death. Besides nunnery of Santa Eufrosina where his traditional attribute (the book) she spent the last eight years of her he is sometimes represented with a life, devoting herself to ascesis. handsaw which is a reference to the Silvering instrument that the pagan priests See gilding. used to kill him. In Mesopotamia, Spire or Cusp or Steeple where his martyrdom took place, Pyramidally-shaped architectural el- Jude Thaddeus and Simon the ement placed at the crowning of a

english version 249 structure (door, façade, panels, etc.), ovens at a high temperature; the with a decorative and supporting quality and the quantity of the min- function. erals contained in the mixture de- Stamping termine the major or minor degree Impression of an identifying mark or of porosity and the colour tones; gen- number through the use of a punch. erally the term is used also for each Stretcher Bars object (vase, plate, tile, etc) that is It refers to the framing, generally made of it. made of wood, on which a canvas is Thurible stretched to be able to paint. A piece of holy furnishings, often Suckling Madonna embellished with silver-plating, See Madonna with Child. formed by a cup with cover, which Swag can be raised by means of three small Decorative motif that consists of a chains and containing a small bra- garland of flowers, fruits and leaves, zier (incense boat), in which grains of suspended by the two ends. It first incense are burnt. appeared in Greek art (3rd century Tofanelli, Bastiano b.c.), and then it was largely used in (Florence, documented 1672-1742?) Roman and Renaissance art. He registered as a goldsmith in Flo- Tabernacle rence in 1672. It was possible to iden- An aedicule closed by a door placed tify his stamp, representing a bee, be- on the altar, in which the pyx is kept. cause the dates of the donation of the It also means niche or small chapel, silverworks coincided with the years placed along a road or inserted into when he held the office of assayer a wall and containing a holy image. (1712- 1713). Tempera Triptych A painting technique that uses a mix A polyptych made up of three panels of powdered color dissolved in wa- joined together. ter with the utilization of various Turning non-oily agglutinants (egg emulsion, The process of making a surface milk, rubbers, waxes, etc.) Tempera round and smooth including the re- painting supports are generally made moval of the shavings produced by of poplar wood. The methods for its such a working. Wood turning, in use have differentiated over time particular, is made by a tool which re- with the varying in styles and artis- volves quickly on its spindle. It has tic culture. Widely used until the been used since the 16th century for spread of oil painting. making cylindrical, conical and Terracotta spherical pieces. Unlike the potter’s A mixture of clays modelled by hand, wheel, the wood-turning lathe is potter’s wheel, or mould and then made so that the piece of wood stays baked in the sun or fired in special horizontal. museo d’arte sacra di montespertoli 250 Velvet majesty, purity and eternal life. Red Fabric with a pile-covered surface is used: on Whitsunday, Palm Sun- constituted of two warps, one for the day and Good Friday; in the feast of base cloth (thick taffeta or satin) and the Cross; in the celebrations of mar- another for the pile which is created tyrs and in the votive masses of the by looped threads that can be cut. Holy Spirit. It indicates martyrdom, Vestments heroic love, blood effusion for The term refers to the set of liturgi- Christ. Green is used on Sundays and cal paraments used during the cele- weekdays in ordinary periods; it in- bration of Mass. It is made up of: a dicates hope for an eternal life. Pur- chasuble and a stole, worn by the cel- ple is used: during Advent and Lent; ebrant; a frock and a stole worn by the in penitential masses and rites. It in- deacon, and a pluvial worn by the as- dicates humility, repentance and pu- sistant. In the latter case it is called rification. The same colour is also three-piece set of vestments; in case used in rites of suffrage. Black can be a frock is added it is defined four- worn in requiems as well as in fu- piece set of vestments. The liturgical neral and suffrage rites; it indicates colour of the sacred paraments is due the transience of life on earth and of to the liturgical calendar. White is the world itself. used: in feasts celebrating God, the Watering Madonna, the non-martyr Saints; at Special weaving technique to obtain Christmas and Easter time; in the a wavy pattern which results in a wa- solemn Eucharistic adoration and tered fabric with a changing colour procession and in the rite of Chris- effect typical of brocades. tening. This colour indicates joy, See also fabric; brocade.

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Apparati / Apparatus

Bibliografia essenziale / Short bibliography

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256 Indice dei luoghi / Index of places

Bagnolo Villa I Collazzi 120, 122, 136; 217, 218, 224 Chiesa di Santa Maria 59, 60; 185, 186 Villa de Il Melarancio 120; 217 Villa La Sfacciata 120; 217 Barberino Val d’Elsa Pieve di sant’Appiano 86; 201 Impruneta Pieve di Santa Maria 24; 172 Botinaccio Chiesa di Sant’Andrea 85; 201 Lucardo Oratorio di Santa Maria della Pace 129; Castello di Lucardo 128; 220 221 Chiesa di San Donato 128; 220 Cerbaia Museo territoriale, vedi anche Pieve di San Pietro in Mercato 127; 220 Oratorio di Pievecchia 123; 218 Pieve di San Giovanni in Sugana 123; 218 Pieve di San Pietro in Mercato 18, 23, 25, 26, 27, 28, 31, 34, 53, 60, 62, 67, Villa de I Tattoli 122, 124, 136; 218, 224 68, 80, 100, 102, 104, 126, 127; 171, 172, 173, 175, 176, 183, 186, 187, 190, Coeli Aula 191, 197, 208, 209, 210, 219, 220 Pieve di Santa Maria a Coeli Aula 24, 28, 31, 96, 126, 129; 172, 174, 201, 205, Lucignano 220 Castello di Lucignano 128; 220 Chiesa di Santo Stefano 28, 96, 99, 129; Firenze 174, 205, 208, 221 Chiesa di Santa Lucia a Massapagani 119; 217 Villa Guicciardini 126; 219 Porta di San Pier Gattolini (attuale Porta Romana) 119; 217 Montagnana Chiesa di San Martino 96, 97; 205, 206 Galluzzo Certosa di San Lorenzo al Galluzzo 48; Montalbino 180 Chiesa di San Giorgio 128; 220

Giogoli Chiesa di San Giusto 27, 40, 56; 173, Chiesa di Sant’Alessandro 119, 120, 136; 178, 183 217, 224 Chiesa di San Lorenzo 44, 128; 179, 220

257 Montegufoni Poppiano Cappella delle Calvane o della Castello di Poppiano vedi anche villa di Madonna della Neve 48; 180 Poppiano 137; 225 Castello degli Acciauoli, già villa di Chiesa di San Biagio 93; 203 Montegufoni 48, 65, 124, 135, 136; 180, Villa di Poppiano, vedi anche castello di 181, 189, 218, 224 Poppiano 125, 219 Chiesa di San Lorenzo v. anche castello degli Acciauoli 27, 49, 59, 107, 124, Quarantola 126; 173, 180, 181, 185, 189, 218 Chiesa di San Michele 91; 203 Villa di Montegufoni, v. anche castello degli Acciauoli 124, 125; 218 Sant’Agata (Mugello) Pieve di Sant’Agata 24; 172 Monterappoli (Empoli) Pieve di San Giovanni Battista 24; 171 Torre Chiesa di Santa a Maria a Torre 28, 74, Montespertoli 77, 104; 173, 194, 195, 210, 235 Chiesa di San Michele a Mogliano 27, 35, 36, 42, 84, 104; 173, 176, 177, 178, Trecento 200, 210 Chiesa di San Jacopo 128; 220 Chiesa di Sant’Andrea 76, 80, 104, 126, 129; 194, 197, 210, 220 Tresanti Museo d’Arte Sacra 7, 11, 18, 104; 210 Chiesa di San Bartolomeo a Tresanti 28, 75, 77; 173, 194, 195 Museo della vite e del Vino 138; 225 Oratorio della Confraternita di Santa Maria della Misericordia 111; 215

258 Indice degli artisti / Index of artists

Arnetoli Gaspero (orafo) 73, 74, 148, Lippi Filippo 10, 11, 28, 85, 89, 148, 153; 158; 193, 194, 230, 238 174, 201, 202, 230, 237 Bambini Niccolò 28, 83, 148; 174, 199, 231 Lippo di Benivieni (bottega) 27, 46, 48, Bicci di Lorenzo (bottega) 85, 91, 147, 153; 173, 179; 180, 237 148, 155; 201, 202, 203, 230, 231, 239 Lupicini Francesco 28, 80; 174, 196 Biduino (scuola di) 123; 218 Maestro della Misericordia 126; 220 Cenni di Francesco 40, 149; 178, 232 Maestro di Marradi 120; 218 Curradi Francesco (bottega) 28, 79, 150; Magni Michele (orafo) 73, 74, 148, 154; 174, 197, 233 193, 194, 230, 238 Dandini Piero 123; 218 Manzini Andrea di Giusto 42, 147; 178, Della Robbia Giovanni 123; 218 230 Della Robbia Girolamo 27, 50, 51, 105, Montini Giovanni 98; 207 151; 173, 182, 210, 233 Navarri Giovan Battista (orafo) 67; 190 Filippelli Filippo di Antonio 86; 201 Neri di Bicci 27, 35, 155; 173, 176; 239 Frilli Croci Domenico 28, 83, 152; 174, Pucci Antonio 34, 53, 157; 176, 182, 240 199, 235 Pugliani Domenico 28, 55, 98, 157; 174, Gaddi Taddeo 48, 125, 152; 180, 219, 235 183, 207, 240 Gerini Niccolò di Pietro 126; 220 Raffaellino del Garbo 39, 105, 157; 177, Giovanni Del Biondo 120; 218 210, 241 Guadagni Gaetano (orafo) 67; 190 Santi di Tito 120; 217 Jacopo di Cione 120; 218 Vignali Jacopo (cerchia di) 98; 207

259

Indice

Presentazioni 7 di Edoardo Speranza 9 di Antonio Paolucci 13 di Bruno Santi 16 di Mariella Zoppi 18 di Don Roberto Bartolini e Antonella Chiavacci Museo d’arte sacra di Montespertoli 23 Museo d’arte sacra di Montespertoli di Rosanna Caterina Proto Pisani

Visita al museo di Ilaria Ciseri 33 • 1- Salone 75 • 2- Sala Verde 85 • 3- Sala Gialla 100 • 4- Sala dei parati 112 • 5- Saletta delle carte poderali

Itinerari 119 Da Firenze al Museo di Montespertoli di Renato Stopani 131 Artigianato artistico ed enogastronomia nel comprensorio Empolese-Valdelsa di Maria Pilar Lebole e Benedetta Zini

147 Glossario 171 English Version Apparati / Apparatus 255 Bibliografia essenziale / Short bibliography 257 Indice dei luoghi / Index of places 259 Indice degli artisti / Index of artists

Finito di stampare in Firenze presso la tipografia editrice Polistampa Luglio 2006