Distretto del Legno e Mobili di - - Piandimeleto

Evoluzione storica

Le prime imprese mobiliere pesaresi sono nate nel dopoguerra, favorite da alcune condizioni: l’imprenditorialità e Ia laboriosità dell’area, Ia disponibilità di manodopera e di credito, una domanda in rapida crescita.

Seguendo il mercato, i produttori pesa resi sono aumentati in dimensioni e in numero, investendo prevalentemente in capacità produttiva. Già da allora comincia a presentarsi il percorso di sviluppo caratteristico dell’area pesarese a nascita per “fuoriuscita” - che trasforma dipendenti aziendal i in neo-imprenditori, creando numerose imprese di piccole dimensioni.

La crescita, dimensionale e in numero, è continuata fino ai primi anni ‘70. in corrispondenza della grande crisi internazionale. Di fronte aIl’incertezza del futuro gli imprenditor i pesaresi hanno imboccato Ia via del terzismo e della flessibilità. I terzisti portavano in quel momento diversi vantaggi ai produttori di mobili: erano poco costosi, riducevano i rischi imprenditoriali variabilizzando del costi e liberavano della nece ssità di costosi investimenti in impianti produttivi. GIi stessi produttori hanno spinto affinché nascessero nuove imprese terziste, o perché ex -dipendenti diventassero imprenditori - terzisti.

Il polo pesarese ha ottenuto molti benefici da un sistema produ ttivo così economico e flessibile. I produttori, liberi da problemi produttivi e do vincoli di gamma di prodotto (era sempre possibile trovare nella zona un terzista per ogni tipo di porte o di prodotto) hanno concentrato i loro sforzi verso I bisogni del mercato e sono diventati particolarmente bravi a rispondere velocemente alle variazioni di gusto del consumatori, con molti nuovi prodotti ad un prezzo competitivo. II sistema produttivo basato sul terzismo ha reso possibile un aumento generale della velo cità commerciale del pesaresi, pur inibendo gli investimenti, specie quelli produttivi.

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ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA

BREVE SCHEDA CON ALCUNI DATI ANNI ’90 – Fonti: dati Istat + brani estrapolati dalla ricerca Csil 1998

L’area sistema del settore mobile -arredamento della provincia di Pesaro e Urbino risultava così articolata: 1370 imprese delle quali circa 500 sono unità produttive di tipo industriale, e più di 700 sono aziende artigiane. Gli occupati del Distretto erano circa 11.000. Più in dettaglio per quanto riguarda l’industria, il distretto era attualmente così suddiviso: • 400 aziende industriali producono mobili finiti di ogni tipo, semilavorati e componenti; • più di 30 aziende industriali producono macchinari per la lavorazione del legno; • più di 30 aziende della seconda lavorazione del vetro producono componenti per l’industria dell’arredamento e complementi in vetro; • oltre 20 industrie producono accessori per la costruzione di mobili; • oltre 20 sono speciali zzate nella produzione di arredo per uso commerciale. Collaboravano e facevano parte del distretto anche oltre 700 aziende artigiane che, oltre a dedicarsi alla creazione di prodotti finiti, svolgono una attività di servizio all’industria del mobile, produ cendo parti ed accessori di arredamento o coprendo alcune fasi del ciclo produttivo. Quanto alle tipologie di mobili per la casa prodotti a Pesaro era di particolare rilevanza lo sviluppo e la specializzazione che ha avuto la produzione di mobili per cucin a. Le aziende che producevano cucine erano circa l’8% del totale delle imprese d el sistema mobiliero, ma coprivano oltre il 25% del fatturato globale di tutto il comparto. Il 59% della produzione pesarese era dedicata ai mobili per tutti gli altri ambienti della abitazione (camere da letto, sale da pranzo, imbottiti, mobili per il bagno, mobili in vetro, mobili in giunco). Il 24% circa delle imprese (17% del fatturato) opera va invece nel settore dei prefabbricati e componenti per mobili. Non trascurabile ( il 9% delle imprese) infine la produzione di mobili per ufficio e di arredamenti per uso commerciale (negozi, bar e comunità). I principali mercati di esportazione, nell’anno 1997 sono stati per il 35% nell’Europa del Mercato Unico (fra cui prima la German ia), per il 28% nei paesi dell’est (prima la Russia), per il 21% nell’area del Medio Oriente (Arabia Saudita prima) e per l’8,5% negli Stati Uniti e Canada. Pesaro ha raggiunto una posizione di rilievo nell’ambito dell’industria italiana del mobile, grazie soprattutto agli sforzi dei produttori di cucine, che sono riusciti a raggiungere una quota di produzione italiana di cucine pari al 17% e ad aver una visibilità anche a livello europeo, con il 4,6%. Meno rilevante, anche se tutt’altro che trascurab ile, soprattutto sul piano nazionale e considerata l’elevata frammentazione che caratterizza il comparto, è il contributo di Pesaro alla produzioni italiana di mobili per la casa, con una quota di poco inferiore al 6%, quasi interamente dovuta a camere da letto e soggiorni. Se si considera il giro di affari complessivo del settore del mobile, Pesaro si colloca in terza posizione rispetto agli altr i maggiori distretti mobilieri pluriprodotto, dopo il distretto storico della Brianza e la più giovane industria mobiliera dell’asse Treviso-Pordenone, con una quota di produzione pari al 7,3% (7,9% inclusi i semilavorati e i componenti). Sempre nell’ambito del suo ruolo nel settore italiano, Pesaro ha una minore quota di esportazioni (5%) ed una maggiore quota del mercato interno (8%). La minore propensione ad esportare delle imprese locali rispetto alla media nazionale (30% contro il 45% del volume d’affari) è in gran parte da attribuirsi alla specializzazione in comparti, quali le cucine, le camere da letto ed i s oggiorni, che mostrano un minore grado di internazionalizzazione rispetto ad altri, quali gli imbottiti e le sedute. Va tuttavia osservato che, nonostante le difficoltà di esportazione tipiche del comparto, i cucinieri pesaresi riescono ad esportare una qu ota di produzione (13,8%) superiore, anche se di un solo punto percentuale, a quella degli altri cucinieri italiani, e non si discostano di molto neppure dalla performance dei cucinieri tedeschi (15,3%), segno che l’industria mobiliera pesarese presenta in dubbi vantaggi competitivi. Le imprese della provincia sono mediamente più grandi rispetto all’impresa italiana tipo del settore, ma più piccole dei concorrenti trevigiani e pordenonesi. Caratteristica di Pesaro è inoltre una concentrazione dell’occupazion e nelle dimensioni piccole e medio-piccole di impresa, cui si contrappone un’incidenza delle realtà di grandi dimensioni superiore che nel resto dell’Italia, fatta eccezione per Pordenone. Il distretto di Pesaro trae uno dei suoi maggiori punti di forza da un ricorso al decentramento produttivo in media più elevato che negli altri distretti italiani, come evidenziano un fatturato per addetto, duplicazioni escluse, quasi doppio rispetto a quello nazionale e un rapporto tra addetti esterni, come terzisti, e a ddetti interni decisamente più elevato.

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Oggi i l distretto sta assistendo, insieme agli altri distretti mobilieri italiani, ad una serie di cambiamenti del contesto competitivo: ingresso e affermazione sui mercati mondiali dei produttori presenti nei paesi a basso costo del lavoro, che erodono quote sulle fasce basse della gamma produttiva; maturità dei mercati dei paesi industrializzati, con la necessità di rivitalizzare la domanda attraverso un diverso rapporto con la clientela (personalizzazione, politich e di immagine e di marketing) e un innalzamento qualitativo e di design dei prodotti; modificazioni della struttura distributiva, indotte sia dall'entrata di nuovi soggetti che adottano nuove formule commerciali (negozi monomarca e grande distribuzione org anizzata), sia dalla necessità di presidiare maggiormente i mercati, perseguendo nuove politiche di marketing e coinvolgendo il settore a valle, caratterizzato in Italia da un’alta frammentazione.

Per adeguare i processi ai mutati ritmi del mercato, le azi ende del distretto stanno puntando soprattutto sulla flessibilità sia gestionale che produttiva.

Le principali azioni intraprese sono:

• Razionalizzazione dei costi sia con il taglio di attività non strategiche che con la selezione della propria rete di intermediazione • Perseguimento dell’efficienza gestionale con l’adozione di sistemi di produzione just in time per limitare l e scorte di magazzino, introduzione di nuovi strumenti di software gestionali, potenziamento dell’area logistica e esua integrazion e con il sistema informativo aziendale; • Sviluppo di alleanze strategiche intersettoriali per la diffusione dei brand.

I tentativi di incrementare il valore del servizio e di spostare la competizione su variabili “non price” consistono prevalentemente nelle seguenti azioni:

• ampliamento della gamma, che permette da un lato di acquisire un maggiore numero di clienti da fidelizzare, rispondendo a tutte le sue esigenze di prodotto, dall’altro di fronteggiare andamenti settoriali negativi; • miglioramento del servizio pre e post -vendita.

In generale, tutte le imprese stanno rivedendo la gamma offerta, producendo arredi dai prezzi più accessibili, benché funzionali e di design, rivolgendo l’attenzione non solo al mercato residenziale ma anche a l contract.

Le aziende di maggiori dimensioni cercano inoltre di presidiare più canali distributivi e di incrementare le vendite all’estero, soprattutto nei nuovi mercati emergenti.

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Specializzazione produttiva

Le imprese del Distretto sono specializzate nella costruzione di mobili in legno (soggiorni e camere da letto, ecc.). Il secondo comparto per importanza è quello delle cucine, da molti autori considerato la specializzazione del distretto, in virtù della presenza di diverse imprese leader sui mercati nazionali e internazionali. A sostegno e complemento delle attività della filiera principale, si sono sviluppate negli anni alcune specializzazioni produttive correlate quali il comparto meccanico, quello della lavorazione del vetro, così come alcuni serv izi commerciali.

Caratteristiche del distretto

La provincia di Pesaro-Urbino rappresenta il terzo polo italiano del mobile, dopo quello della Brianza e di Treviso -Pordenone e, come essi, copre un’ampia gamma di produzioni mobiliere (dai mobili per la casa all’arredamento per ufficio), pur presentando una forte specializzazione sulle cucine; si caratterizza, però, per imprese di dimensioni medie più piccole e per una minore propensione all’internazionalizzazione. L’organizzazione della produzione prevede u’a ccentuata scomposizione verticale del ciclo produttivo, che si accompagna però ad una maggiore intensità dei legami tra imprese lungo la filiera: si consolidano rapporti che configurano una gerarchia di fatto, imperniata sull’impresa capofila che svolge le funzioni strategiche (progettazione, assemblaggio, commercializzazione dei prodotti), si confronta con il mercato finale e coordina in modo sequenziale la produzione dei diversi componenti del prodotto finito, instaurando legami di fornitura, subfornitur a e terzismo. Tale strategia è stata perseguita soprattutto dai grandi cucinieri, che realizzano prodotti di qualità medio -alta, puntando sulla varietà di gamma, sull’immagine, sul marchio, oltre che sul controllo della fase distributiva.

Sede del Distretto

Dal punto di vista territoriale, il Distretto è composto da 30 com uni appartenenti alla provincia di Pesaro Urbino: Belforte all’Isauro, , , , , , Fossombrone, Frontino, , , , Lombaroccio, Montecalvo in , Monteciccardo, Montegrimano, , Montemaggiore al Metauro, Pesaro, , Piandimeleto, Saltara, , Sant’Angelo in Zizzola, Sant’Ippolito, , Serrungarina, Tavolato, Tavulli a, Urbino.

La Regione ha riconosciuto 26 distretti industriali. Tra questi 3 sono specializzati nel settore Legno – Mobili: si tratta dei distretti di Piandimeleto, Fossombrone e Pesaro. Tali Distretti sono stati riconosciuti con la Delibera del Con siglio Regionale n. 259 del 29.07.1999.

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