DESCRIZIONE GEOSITO 02: LAGO DI

A) DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO

Il geosito comprende il Lago di Bolsena che rientra nei territori comunali di Bolsena, , , , Capodimonte, Marta e . Lo specchio lacustre e il territorio del bacino circostante sono rappresentativi di una parte della storia evolutiva del Distretto Vulcanico Vulsino. Il Lago di Bolsena (305 m s.l.m.), il più grande lago vulcanico italiano, è caratterizzato da una forma ellittica di circa 114 km2 di superficie, da una profondità massima di circa 151 m e da un volume di invaso di circa 9.2 km3. Vi emergono due isole, Bisentina e Martana ed è dotato di un emissario a sud, il Fiume Marta, il cui flusso è regolato mediante paratoie (Foto 1).

Foto 1. Paratoie del Fiume Marta. 1 Il lago occupa il settore centrale del Distretto Vulcanico Vulsino, riconducibile ad una depressione di origine vulcano-tettonica. La formazione del bacino lacustre potrebbe risalire alle prime manifestazioni eruttive dei Vulsini, individuate nel Complesso del Paleobolsena e riconducibili a 0.6-0.5 Ma. Questa prima fase eruttiva, caratterizzata dall’emissione di ingenti volumi di prodotti piroclastici, anche mediante colonne eruttive alte fino a qualche decina di chilometri, provocò lo svuotamento delle camere magmatiche ed il successivo collasso della struttura. Successivamente, l’attività eruttiva proseguì nello stesso settore di Bolsena (intorno a 0.35 Ma), ma con volumi di materiali emessi inferiori rispetto alla fase precedente. Successivamente, anche a causa di fenomeni di subsidenza, si formò il primo bacino lacustre. L’eruzione successiva diede luogo alla messa in posto della estesa formazione dell’Ignimbrite di - ed allo sviluppo del bacino lacustre, o di più bacini, in relazione a fenomeni di subsidenza legati sia a collassi calderici sia agli effetti della neotettonica distensiva. Dal punto di vista morfologico, la depressione vulcano-tettonica si presenta di forma sub- circolare con versanti ripidi e sgradinamenti lungo le pareti del bacino, ed è influenzata in parte dalla forma del substrato dei terreni vulcanici. Dal belvedere di Montefiascone, centro abitato a sud del lago, si può osservare l’omonima caldera (Foto 2), aperta verso il lago ed interrotta da diversi coni di scorie, tra i quali quello del belvedere, postumi alla formazione della stessa caldera. Nel lago si osservano inoltre le isole Martana (0.10 km2) e Bisentina (0.17 km2), espressione delle fasi finali della storia del distretto vulcanico (Foto 3). Si tratta di eruzioni avvenute all’interno del lago, riconducibili quindi ad attività surtseyana. In particolare, l’Isola Martana rappresenta i resti di un tuff-cone surtseyano; mentre la Bisentina, anche se di origine simile, se ne differenzia per la presenza di fenomeni effusivi successivi. Questi ultimi prodotti mostrano la più giovane età in assoluto tra le vulcaniti dei Vulsini (circa 130 ka). Dal punto di vista idrogeologico, il Lago di Bolsena rappresenta uno sfioro della falda di base dell’acquifero vulcanico dei Vulsini. Le acque sotterranee alimentano il lago per gran parte del perimetro. Nella parte meridionale, esistono flussi dal bacino verso la falda, oltre che attraverso l’emissario, dove le portate in uscita sono molto variabili (da diverse a qualche centinaia di litri al secondo), in relazione all’apertura o alla chiusura delle paratoie presenti all’incile. La linea di costa è variata in tempi storici (dal 1500 a.C. all’attuale) in conseguenza di fenomeni naturali (le variazioni di precipitazioni e temperatura nel tempo) ed antropici; durante il 1000 a.C. è documentata una linea di costa posta a –10 m dal livello attuale. Questo è dimostrato anche dai resti sommersi di insediamenti dell’Età del Bronzo, che si trovano ancora oggi sommersi dalle acque. Il territorio intorno al Lago di Bolsena è ricoperto di boschi di querce e castagni che si alternano a coltivazioni di vite, olivo e ortaggi; i centri storici evidenziano la storia del luogo che comprende, oltre che i resti dell’Età del Bronzo, anche i centri villanoviani, in seguito etruschi (Bisenzio, l’antica città di Capodimonte e Velzna, che diventerà la città di Bolsena), fino alle antiche tradizioni legate alla pesca. Le isole sono ricche di vegetazione a macchia mediterranea e per l’assenza di impatto antropico e turistico sono meta stagionale di molte specie di volatili.

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Foto 2. Foto aerea della caldera di Montefiascone.

Foto 3. Vista dal Belvedere di Montefiascone.

B) DESCRIZIONE DEL RISCHIO DI DEGRADO

Il geosito è in parte compreso nelle aree protette ZPS (IT6010055) “Lago di Bolsena e Isole Bisentina e Martana” e nei SIC (IT6010007) “Lago di Bolsena” e (IT6010041) “Isole Bisentina e Martana”. Sono presenti fenomeni di degrado in atto e potenziali di origine naturale e antropici. Fenomeni di erosione diffusa e lineare caratterizzano i depositi piroclastici, quale conseguenza del dilavamento delle pendici più acclivi dei versanti interni della depressione vulcano-tettonica ospitante il bacino lacustre. Laddove sono presenti scarpate sub-verticali in vulcaniti litoidi sono possibili fenomeni di instabilità, quali crolli e ribaltamenti. Le pratiche agricole, ed in generale l’assetto territoriale, possono avere conseguenze sulla qualità dei suoli e delle acque superficiali e sotterranee. La regolazione degli efflussi idrici dal lago mediante le paratoie all’incile e la captazione delle acque sotterranee mediante pozzi all’interno e nell’intorno della depressione 3 vulcano-tettonica possono avere influenza sul bilancio idrologico del lago, allorché non praticate secondo i principi dell’uso sostenibile delle risorse idriche.

C) DESCRIZIONE DEL GRADO DI INTERESSE

Il geosito offre caratteri di interesse vulcanologico, idrogeologico e geomorfologico. La depressione vulcano-tettonica è testimonianza della complessa storia vulcanologica del Distretto Vulcanico Vulsino. Hanno certamente carattere di unicità e rarità le forme dei tuff-cone delle isole Martana e Bisentina, legati all’attività surtseyana finale del distretto vulcanico. Il Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico italiano, è esempio unico di forma idrografica, oltre ad essere significativo per le relazioni di interscambio tra acque superficiali e sotterranee in un ambiente idrogeologico vulcanico. Inoltre, il lago come tale riveste un ruolo turistico-culturale di rilevanza nella Provincia di , insieme all’alto valore naturalistico-paesaggistico che rappresenta.

D) RIFERIMENTI DOCUMENTALI BIBLIOGRAFICI

Carollo A., Barbanti L., Gerletti M., Chiaudani G., Ferrari I., Nocentini A. M., Bonomi G., Ruggiu D., Tonolli L. (1974) – Indagini limnologiche sui laghi di Bolsena, Bracciano, Vico e Trasimeno. CNR, IRSA, 17, 1-179. Dragoni W., Evangelisti C., Gnucci L., Valigi D. (2002) – Impact of Climatic variations on Bolsena Lake (Central ). In “Proc. International Conference Residence Time in Lakes: Science, Management, Education”, Bolsena (Viterbo-Italy) Sept 29th – Oct 3rd 2002, Bolsena, 182-185. Marini A., Nappi G. (1986) – Origin and evolution of the Montefiascone caldera (Vulsini Volcanoes). Mem. Soc. Geol. I., 36, 657-665. Nappi G., Renzulli A., Santi P., Gillot. P. Y. (1995) – Geological evolution and geochronology of the Vulsinian Volcanic District (Central Italy). Boll. Soc. Geol. It., 114, 599-613. Nappi G. (2002) - I laghi vulcanici dell’Italia centrale: origine ed evoluzione strutturale. In “Proc. International Conference Residence Time in Lakes: Science, Management, Education”, Bolsena (Viterbo-Italy) Sept 29th – Oct 3rd 2002, Bolsena, 116-128. Nappi G., Valentini L., Mattioli M. (2004) – Ignimbritic deposits in central Italy: pyroclastic products of the quaternary age and Etruscan footpaths. Field Trip Guide Book, P09 32° IGC, Florence (Italy), 20 – 28 August 2004, pp. 32. Pagano G., Menghini A., Floris S. (2000) – Bilancio idrogeologico del Bacino Vulsino. Geologia Tecnica & Ambientale, 3, 31-42. Società Geologica Italiana (1993) – Guide Geologiche Regionali, 5, . BE-MA editrice.

E) EVENTUALI COMMENTI E ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE

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