Biodiversità in rete.

Studio di fattibilità della Rete Ecologica locale tra e Lambro passando per il Monte Barro.

Bando Fondazione Cariplo "Realizzare la connessione ecologica" (scadenza 14 giugno 2012)

Capofila: Parco del Monte Barro

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I partner di progetto

- Parco Monte Barro - LIPU ONLUS - Parco Regionale della Valle del Lambro - Parco Adda Nord - Parco del Lago del Segrino

L’area di intervento

Con questo progetto si vuole intervenire sulla porzione del territorio lombardo che si estende nella fascia di transizione tra le colline pedemontane, la pianura e le Prealpi; la zona di interesse è più precisamente delimitata a nord dal Lago del Segrino e dal Monte Barro; ad oriente dal corridoio ecologico del fiume Adda; a sud dalla Palude di e dalla porzione settentrionale della dorsale San Genesio-Colle ; ad occidente dal fiume Lambro. Nucleo fondamentale della proposta è l’inserimento nella rete ecologica locale del , con la realizzazione di un fondamentale corridoio ecologico interessante habitat di elevatissimo interesse scientifico-conservazionistico oggi totalmente privi di tutela e gestione. In prima approssimazione, pertanto, i territori su cui il progetto si propone di incidere sono rappresentati dai comuni elencati nella tabella seguente.

Comuni del Lago di Comuni del Lago di Comuni del Lago di Pusiano e del Lago del Annone e del Monte Barro e dell’Adda Segrino Pusiano (LC) (LC) (LC) (LC) (LC) Garlate (LC) (LC) (LC) (LC) (LC) (LC) Longone al Segrino (CO) (LC) Eupilio (CO)

La copertura territoriale del progetto si estende quindi su una superficie complessivamente pari a circa 8.000 ha (Immagine 1). Se durante il corso del progetto dovessero presentarsi ulteriori occasioni di collaborazioni con altre amministrazioni locali, lo studio potrebbe essere ulteriormente ampliato.

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IImmagine 1. Mappa di inquadramento dell’area di studio. Comuni interessati ed elementi della RER.

Nell’area di studio, si denota la presenza: 1. di molteplici Core areas incluse tra gli elementi di primo livello della RER. Si sottolinea anche che l’intera area di studio è quasi completamente compresa tra gli elementi di I livello della RER. In particolare sono inquadrati come elementi di I livello della RER o Il Monte Barro (interamente compreso nell’omonimo Parco Regionale e nell’omonimo SIC. Circa i 2/3 del monte sono anche ZPS) o Il Fiume Adda (strettamente compreso nel Parco Regionale dell’Adda Nord); lungo il suo corso, il Lago di Olginate e, più a sud, la Palude di Brivio sono stati riconosciuti Siti di Interesse Comunitario o Il Lago del Segrino (compreso negli omonimi PLIS e pSIC e prossimo al costituendo PLIS Monte di Brianza) o Il Lago di Pusiano (compreso nel Parco della Valle del Lambro, che a questa latitudine si espande ulteriormente ad ovest fino a tutto il Lago di Alserio. Il Parco della Valle del Lambro ha già in corso progetti di monitoraggio delle presenze faunistiche, con particolare riferimento all’ornitofauna, nei due laghi) o La dorsale di San Genesio- o Parte del Parco di e del Curone Le Core areas inoltre sono quindi: - quasi interamente1 già inquadrate tra le Aree Protette Regionali sopra elencate;

1 Con l’importante eccezione del Lago di Annone che è l’unico bacino pedemontano lombardo privo di qualsiasi forma di tutela e gestione. Fino al 2011 era attivo il Consorzio del Lago di Annone, decaduto a seguito dello scioglimento dei consorzi operato dallo Stato. I Comuni di Galbiate e di Oggiono, nei cui territori ricade una importante frazione del lago, sono enti aderenti al Parco del Monte Barro 3

- sono inoltre inquadrate come SIC e ZPS, in particolare: SIC IT2030003 Monte Barro – SIC IT2020010 Lago del Segrino – SIC IT2020006 Lago di Pusiano – SIC IT2030004 Lago di Olginate – SIC IT2030005 Palude di Brivio – SIC IT2020002 Sasso Malascarpa. Oltre che alle ZPS IT2020301 Triangolo Lariano e ZPS IT2030301 Monte Barro 2. di elementi di secondo livello della RER, soprattutto collocati in sul territorio del di Rogeno. 3. di due corridoi primari ad alta antropizzazione, con andamento prevalente Nord-Sud e coincidenti con gli andamenti di Lambro e Adda; in particolare il corridoio Ovest, ossia quello coincidente con l’andamento del fiume Lambro, giunto all’altezza del Lago di Pusiano devia verso Est, protendendosi fino al Lago di Annone. Da cui si evince il ruolo fondamentale che occupa in questa porzione di territorio il lago stesso. 4. di ulteriore significativo corridoio, non ancora formalmente riconosciuto e con andamento nord-sud, rappresentato dalla dorsale San Genesio-Colle Brianza, che si protende dal Monte Barro a sud verso il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone.

Il Monte Barro presenta un contesto di isolamento dovuto sia alla presenza di urbanizzazione densa che alle infrastrutture viarie e ferroviarie; estremamente ridotta e frammentata è la continuità ambientale e la connessione ecologica della valle dell’Adda con il Monte Barro, in direzione est-ovest, e più a sud con la dorsale del San Genesio- Colle Brianza. L’urbanizzazione consolidata e la presenza di infrastrutture viarie e ferroviarie parallele al fiume Adda rappresentano anche per esso come per il citato Monte Barro, limiti invalicabili per la fauna, se non per alcuni gruppi dotati di elevata mobilità, come uccelli e insetti. In questo contesto, oltre quindi a quanto sopra indicato sembra opportuna la valutazione della possibilità di sfruttare gli affluenti del fiume Adda, posti in sponda orografica destra, come percorsi preferenziale di connessione ecologica a servizio di differenti gruppi faunistici.

Motivi che hanno condotto alla redazione del progetto

Il progetto trae origine da una specifica proposta del Parco del Monte Barro, il cui ente gestore si è posto seriamente il problema della sopravvivenza sostanziale degli elementi tutelati. Il Barro, come è noto, racchiude e custodisce un contingente di biodiversità naturale di grande rilievo, internazionalmente conosciuto soprattutto a livello vegetazionale e floristico: basti accennare alla presenza di circa 1200 specie botaniche (comprensive di endemiti) in meno di 1000 ettari; come già accennato, tale inestimabile patrimonio è minacciato dal quasi perfetto isolamento degli habitat giustamente tutelati da altri contesti ad elevato significato naturalistico; l’isolamento è dato da una urbanizzazione particolarmente elevata (vedi Tavola 69 - gli abitati di Galbiate, , , Pescate, ), da infrastrutture sia ferroviarie che viarie (con particolare riferimento alla superstrada Milano-Lecco). Il lato orientale del M. Barro si trova comunque in prossimità del Parco dell’Adda, verso il quale sussiste la possibilità di mantenere e/o incrementare limitati varchi residui; alcune modestissime, ma sostanziali, possibilità di connessione permangono ancora in direzione sud, ai lati dell’abitato di Galbiate, e verso sud-ovest, in direzione del Lago di Annone. E’ verosimilmente grazie ai varchi meridionali, che aprono sulla dorsale San Genesio-Colle Brianza, che negli ultimi tre anni si è assistito alla ricomparsa dello Scoiattolo rosso sul Barro, da cui risultava estinto almeno dagli anni ’70.

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Infatti, dopo un’unica segnalazione per la Pineta di Pian Sciresa2, non si è avuta ulteriore notizia della sopravvivenza di tale specie fino al 2009, poco dopo l’attuazione di una importante e riuscita iniziativa a vantaggio dello Scoiattolo nel Parco di Montevecchia: gli avvistamenti dello Scoiattolo sul Barro stanno diventando sempre maggiormente frequenti proprio a partire dal versante meridionale, l’area su cui si innestano i varchi residui in Comune di Galbiate. Occludere questi ultimi elementi, caratterizzati da presenza residuale di vegetazione naturaliforme, significa impedire ogni possibilità di connessione di rete al Monte Barro, eccezion fatta per i buoni volatori (soprattutto uccelli, chirotteri ed odonati). A breve distanza dal M. Barro è presente il Lago di Annone, che pure consente la sopravvivenza di elementi floristici, vegetazionali e faunistici di grande rilievo (dall’Airone rosso ad Utricularia australis, per citare solo due esempi di notevole e macroscopico interesse); l’area del Lago e le contermini rappresentano una estesa superficie in condizioni di buona naturalità ubicata a breve distanza dal Lago di Pusiano, dal Lago del Segrino e dalla Palude di Brivio ulteriori essenziali serbatoi di biodiversità. Osservazioni ripetutamente svolte in occasione di interventi di gestione delle praterie sommitali del Barro hanno portato alla conclusione che tali habitat non siano affatto isolati dagli ambiti planiziali: numerose specie mobili di insettivori (quali il Balestruccio tra gli uccelli o diverse specie di Odonati, soprattutto Aeschidae e Libellulidae) frequentano abitualmente a scopo trofico tali praterie, pur nidificando o espletando la maggior parte del proprio ciclo vitale in pianura e, quanto agli Odonati, con particolare riferimento all’ampia ricettività ad essi offerta proprio dal Lago di Annone. Per questi motivi, anche valutando criticamente e quindi raccogliendo sollecitazioni emerse dalla società e rappresentate sui mass-media locali, il Parco del Monte Barro nella Relazione al bilancio di previsione 2012 ha scritto tra l’altro, nel paragrafo “Prospettive”:

“Per quanto riguarda ulteriori interventi che potrebbero rivelarsi strategici per questa amministrazione, una interessante prospettiva si è dischiusa con quanto operato dal Consorzio del Lago di Annone. L’ente, recentemente disciolto, ha compiuto passi significativi per avviare una effettiva gestione del bacino (l’unico lago pedemontano lombardo ancora privo di qualsiasi forma di specifica tutela e gestione) ed ha raccolto interessante documentazione anche di tipo naturalistico. La collocazione del lago proprio al piede del Monte Barro, il suo inserimento in struttura di primo livello della RER (Rete Ecologica Regionale) e la necessità che il SIC del Monte Barro non sia del tutto isolato dal restante territorio sono semplici considerazioni che possono essere certo interpretate presupponendo una gestione tra Lago di Annone e Monte Barro che abbia per lo meno punti in comune. Sulla base di tali considerazioni, pare più che opportuno approfittare delle possibilità che offre un recente bando della Fondazione Cariplo, specificatamente volto al finanziamento di studi di fattibilità per la realizzazione della RER a livello locale; in particolare, questa prospettiva potrebbe essere perseguita coinvolgendo il più ampio numero di enti territoriali e valutando la possibilità di proporre una espansione al Lago di Annone del SIC Monte Barro.”

Questo progetto nasce pertanto da una precisa convinzione tecnicamente motivata e tradotta in strategia politico-gestionale, già discussa, assentita ed anzi sollecitata dagli organi del Parco Monte Barro (Consiglio di Gestione ma anche e soprattutto Comunità del Parco).

2 Ambiente antropogeno costituito da impianto di pino silvestre e pino nero risalente agli inizi del ‘900, collocato sul versante nordorientale del monte 5

Sintesi degli interventi previsti

Il progetto ha come obiettivo la redazione di uno Studio di fattibilità per lo sviluppo della Rete ecologica di connessione delle Core areas sopra identificate, permettendo così l’instaurarsi della connettività ecologica tra le aree naturali ad elevata biodiversità presenti nell’area studio. In particolare si vuole: 1. da un lato identificare tutti i possibili interventi di riqualificazione ambientale, deframmentazione e costituzione di varchi di connessione per la costituzione della rete ecologica locale con andamento prevalente Est-Ovest garantendo così: · la connessione territoriale delle aree protette contigue; · la connessione funzionale delle aree umide presenti sul territorio di studio; · la connessione tra gli elementi di I livello della Pianura Padana con quelli delle Prealpi; 2. dall’altro porre le premesse per la concreta tutela e gestione del Lago di Annone e delle altre aree di varco o corridoio; Lo Studio di fattibilità avrà l’obiettivo di analizzare sia dal punto di vista tecnico (naturalistico ed urbanistico), che sul piano amministrativo-politico e finanziario la reale possibilità di connettere sul territorio le aree ad elevata biodiversità identificate. Due saranno quindi i passaggi fondamentali da affrontare. · La redazione del piano dal punto di vista tecnico comporterà: - da un lato la stesura di un documento di sintesi per l’inquadramento conoscitivo dell’area di intervento, azione in cui convergeranno gli interventi di analisi e revisione critica dell’esistente e dei dati derivati da nuove analisi di campo integrative, oltre alla più generale analisi effettuata il più possibile di concerto con la Provincia di Lecco della cartografia e dei documenti di programmazione esistenti, a partire dal PTCP; - dall’altro lato la proposta di fattibilità tecnica degli interventi attraverso l’individuazione delle operazioni di connessione e la loro descrizione (e relativa cartografia), con precise indicazioni anche sugli enti che gestiranno i collegamenti ecologici al termine del progetto esecutivo. · Le attività di coinvolgimento delle comunità locali e degli enti di gestione comporteranno: - il coinvolgimento di tutti gli stakeholder presenti sul territorio con l’obiettivo di predisporre e sottoscrivere un Contratto di Rete o un documento analogo per la salvaguardia della connessione (es. Piano Naturalistico); - l’organizzazione di tavoli di lavoro periodici tra i diversi Enti gestori; - la divulgazione al vasto pubblico attraverso i mass-media, l’impiego di supporti cartacei e internet.

Sulla base di quanto sin qui esposto, si sottolinea nuovamente che il raggiungimento degli obiettivi prefissi e la realizzazione di una rete ecologica entro strutture di primo livello della RER che ha come zone fonte il Barro, l’Adda, il Lago di Annone, il Lago del Segrino, i Laghi di Pusiano e Alserio ed il Lambro appare concretamente attuabile. La realizzazione di tale rete deve risolvere in prima approssimazione il problema della gestione/tutela del Lago di Annone, del mantenimento di corridoi ecologici Adda-Barro e Barro-dorsale San Genesio-Colle Brianza, della formazione di un nuovo varco che attenui la cesura ecologica imposta a nord del Lago di Annone dalla presenza della superstrada Milano- Lecco e dalla deframmentazione del corridoio Annone-Lambro.

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Quale ulteriore istanza, in futuro, si potrà ulteriormente sviluppare il progetto prendendo in considerazione azioni tali da garantire la connessione ecologica tra il Monte Barro ed il Parco di Montevecchia-Valle del Curone. Circa il problema della gestione del Lago di Annone, punto nodale del progetto, occorre sottolineare un interessante sottoprodotto del progetto stesso: sviluppando ed approfondendo un dibattito già in corso, si intende approfittare dell’occasione della costruzione della RER locale per l’estensione all’area del Lago di Annone del SIC del Monte Barro, il tutto accogliendo sollecitazioni più volte comparse sulla stampa locale o in atti pubblici a partire dagli anni ’80.

Dettaglio delle fasi di progetto

Fase 1 – Inquadramento naturalistico ed individuazione degli interventi di connessione.

Elemento essenziale per la redazione dello Studio di fattibilità è la produzione di un documento di sintesi degli aspetti naturalistici ed ecologici del territorio. L’analisi della vegetazione e degli habitat esistenti, rappresenterà la base del suddetto studio, essa è infatti elemento indispensabile sia allo studio faunistico che paesaggistico, essendo la vegetazione la matrice su cui si innestano le dinamiche di popolazione delle specie animali. Per prima cosa occorrerà eseguire le indagini propedeutiche necessarie alla raccolta ed analisi di tutta la documentazione tecnica disponibile sull’area di studio. È nota ad oggi l’esistenza di diverso materiale disponibile, sia di tipo naturalistico che tecnico- urbanistico, in particolar modo per quanto riguarda la zona del Monte Barro e del Lago di Annone, per le quali esistono già degli studi di sintesi su vasta scala. L’inquadramento naturalistico avrà luogo quindi innanzitutto attraverso la raccolta, la catalogazione e l’uniformazione degli studi esistenti di tipo naturalistico-ambientale, e successivamente, laddove richiesto, attraverso ulteriori indagini di campo specifiche e necessarie a dettagliare localmente aree di interesse.

Fase 2 – Inquadramento amministrativo e territoriale – Studio urbanistico

Parte essenziale dello studio di fattibilità è l’analisi della fattibilità politico - amministrativa degli interventi di connessione ecologica. Infatti una volta elaborato il progetto di connessione delle Core areas in funzione dei soli aspetti naturalistici è indispensabile il confronto con l’assetto urbanistico del territorio per verificarne l’effettiva realizzabilità. Come chiarito nell’ Allegato alla DGR 8/8515 del 26 novembre 2008 “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali” la Rete Ecologica Comunale (REC) trova la sue condizioni di realizzazione nel Piano di Governo del Territorio (PGT) previsto dalla l.r. 12/2005, inoltre la realizzazione di un progetto di rete ecologica a livello locale deve prevedere: § il recepimento delle indicazioni di livello regionale e di quelle, ove presenti, di livello provinciale, nonché il loro adattamento alla scala comunale; § il riconoscimento degli ambiti e degli habitat di valore (presenti e di progetto) che dovrà essere sottoposto a un regime di tutela o comunque ad una destinazione d’uso dei suoli specifica al fine di garantirne la sua conservazione e una corretta trasformazione nel tempo anche sotto il profilo della funzionalità dell’ecosistema;

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§ la definizione delle concrete azioni per attuare del progetto della rete ecologica, la loro localizzazione, le soluzioni che ne consentono la realizzazione (ad esempio attraverso l’acquisizione delle aree, o accordi mirati con i proprietari), la quantificandone dei costi necessari per le differenti opzioni; § la precisazione degli strumenti per garantirne la sostenibilità economica (introducendo quindi i meccanismi di perequazione, compensazione, possibili forme di convezioni per la realizzazione di interventi).

Come già sottolineato, viste le competenze acquisite dall’associazione, LIPU farà da supporto ai Parchi in questa fase di analisi e coordinerà le azioni di governance che verranno concordate nel corso del progetto; il parco Valle Lambro coordinerà le analisi urbanistiche necessarie, supportato dal proprio ufficio competente. Il risultato finale sarà l’inquadramento degli ambiti socio-economici dei comuni indagati con la definizione finale degli obiettivi di rete ecologica e l’individuazione strumenti giuridico-amministrativi idonei per le diverse aree ai fini della sua realizzazione.

Fase 3 – Redazione dello Studio di fattibilità

Sulla base di quanto emerso dalle analisi naturalistiche e dal loro incrocio con gli assetti urbanistici dei comuni interessati e con le previsioni di PTCP, si provvederà alla stesura definitiva degli strumenti necessari a garantire/creare le connessioni utili al mantenimento della vitalità delle Core areas come centri di diffusione per la biodiversità. Per ogni elemento della Rete Ecologica Locale verranno fornite indicazioni utili alla definizione di moduli di intervento volti alla conservazione ed al potenziamento delle strutture “di collegamento”, in riferimento naturalmente alle specifiche esigenze biologiche ed ecologiche delle “specie focali” precedentemente individuate. Nelle indicazioni relative alle azioni da intraprendere sul territorio si porrà l’attenzione sul fatto che gli interventi dovranno essere tali da favorire la naturale successione biocenotica degli ecosistemi presenti. Data la natura del territorio particolare attenzione verrà posta alle aree umide, ai laghi ed ai corsi d’acqua, che tra l’altro conservano spesso, lungo le sponde, lembi di vegetazione a struttura lineare costituendo potenzialmente gli assi portanti della rete ecologica. In tal senso interventi emergenti nello studio potrebbero riguardare azioni mirate a: § aggirare gli ostacoli presenti in punti critici: in prima approssimazione, si tratta soprattutto di infrastrutture lineari quali la Provinciale del lago di Annone e la SS36, oltre alla ferrovia Oggiono-Lecco; § garantire il mantenimento e la deframmentazione di varchi in contesti più o meno urbanizzati, soprattutto in riferimento al collegamento tra i laghi di Annone e Pusiano e al collegamento tra Monte Barro e dorsale San Genesio-Monte di Brianza; § migliorare gli habitat (ad esempio attraverso oculata e riqualificazione floristico- vegetazionale) necessari per garantire la sopravvivenza e la prosperità delle specie di interesse soprattutto in prossimità o entro i varchi.

Occorrerà certamente operare in questa fase costruendo una griglia di valutazione dell’importanza di ciascun intervento, che tenga conto degli effetti potenziali sulle popolazioni delle specie di interesse, della difficoltà amministrativa di intervento e del costo presunto. Occorrerà inoltre presentare una definizione preliminare del quadro delle risorse finanziarie attivabili attraverso provvedimenti e misure di diversi soggetti (Regione, Provincia, Comuni, Parchi, UE, associazioni, privati, ecc.). Di questi aspetti sarà 8

coordinatore LIPU ed il Parco Barro provvederà ad attivare un apposito contratto con un professionista relativamente alla valutazione dei costi. Gli interventi di connessione individuati (come anche la descrizione delle Core areas) verranno pertanto sintetizzati in apposite schede contenenti la descrizione, la localizzazione, la rilevanza e la priorità degli stessi. Su questo documento verranno studiati gli interventi successivi di raccordo con gli strumenti urbanistici dei Comuni interessati e di condivisione socio-politica con le amministrazioni pubbliche e la cittadinanza. L’attività sopra descritta si concluderà con la redazione di un rapporto (relazione tecnica) indicante l’aggiornamento dello stato degli ostacoli lungo i varchi, la classifica di priorità degli interventi, l’elenco dei potenziali soggetti attuatori, i costi di massima degli interventi. Tale relazione presenterà i risultati ad un livello tecnico. Essa dovrà inoltre evidenziare gli elementi fondamentali, positivi e negativi, della effettiva realizzabilità tecnica, economica e giuridico-amministrativa e la relativa tempistica delle azioni previste per la futura fase di realizzazione.

Fase 4 – Partecipazione degli attori del territorio (verifica del consenso e dell’adesione da parte dei soggetti pubblici e privati alla realizzazione e gestione del progetto)

Al fine di garantire una reale protezione al corridoio in oggetto occorre che tutti gli attori locali, Parchi, Amministrazioni Comunali, Provincia ecc. siano coinvolti e partecipino attivamente alla definizione di un possibile strumento giuridico/amministrativo che permetterà di tutelare i corridoi come ad esempio il l’Accordo di rete o il Piano Naturalistico. Per questo si prevede l’attivazione di un Tavolo Partecipativo a cui saranno invitati tutti i possibili portatori di interesse ed in particolare le amministrazioni comunali interessate ai corridoi ecologici. Il secondo aspetto, che tra l’altro rientrerà pienamente nel testo dello Studio di fattibilità, consisterà nella realizzazione di un vero e proprio “Piano della comunicazione” il cui intento sarà individuare (al fine della realizzazione concreta degli interventi) i soggetti coinvolti, l’orientamento relativo al progetto, il livello di coinvolgimento e gli eventuali impegni operativi, giungendo se possibile fino sottoscrizione di uno strumento di condivisione dei contenuti, delle modalità applicative della proposta e delle modalità di intervento per la compensazione di manomissioni ambientali entro la RER.

Fase 5 – Azioni di divulgazione al pubblico

Questa azione mira sostanzialmente a divulgare il progetto stesso al vasto pubblico ed alla cittadinanza delle aree coinvolte il capofila provvederà alla pubblicazione sul proprio sito web di una sezione dedicata al progetto. Ciascun partner provvederà ad avere un link di rimando alla suddetta sezione all’interno del proprio sito ufficiale. La sezione conterrà una sintesi del progetto iniziale, il PDF scaricabile dello Studio redatto, l’accesso alla cartografia. Verranno inoltre assunte ulteriori iniziative di divulgazione dello studio. La divulgazione alla cittadinanza ed al vasto pubblico del progetto avverrà anche attraverso i canali usuali, usando i contatti dell’Ufficio Stampa dei partner, quali: - conferenze stampa e divulgazione sui mass media; - pubblicazione su riviste specializzate. 9