LA TOPONOMASTICA

DI

SAN NICOLA LA STRADA FRANCESCO NIGRO

LA TOPONOMASTICA DI SAN NICOLA LA STRADA

A cura di: Circolo ARCI NOVA "Il Giardino" di San Nicola la Strada Soc. AVERSANA PETROLI - Deposito Prodotti Petroliferi di Casa] di Principe

- 1990 - A MIA MADRE

IN SEGNO DI AFFE1TO PREFAZIONE

11 volume "La toponomastica di San Nicola La Strada" costituisce un altro lodevole contributo del dott. Francesco Nigro alla storia di San Nicola la Strada che egli aspira a far conoscere soprattutto ai giovani e a quanti di recente sono immigrati nel nostro comune.

Lo scopo principale che si prefigge lautore è quello di far compren- dere lorigine degli antichi nomi delle strade, dei vicoli di San Nico- la la Strada, come "I Perroni", " La Pagliara", ecc. che tuttora comu- nemente vengono usati e sostituiscono nel linguaggio corrente la nuova toponomastica.

Noi docenti apprezziamo la validità culturale del lavoro attento, preciso del Nigro che ci fornisce un utile strumento didattico per il- lustrare agli allievi la storia del proprio habitat.

Le notizie storiche sul significato dei toponimi raccolte dallautore facendo ricorso a fonti scritte e al vivo ricordo degli anziani" sono una prova dellamore che egli sente per il proprio paese e che vuo- le trasmettere ai lettori.

E una piacevole, interessante indagine che ci offre la possibilità di apprendere che spesso il passato è racchiuso in un nome di un vi- colo, di una piazza: di scoprire aspetti, tradizioni che credevamo scomparse, ma che resistono nel tempo persino ai nomi nuovi dati dalle autorità locali alle vie di San Nicola La Strada.

La presente ricerca storica è, anche, un invito a conservare e valo- rizzare gli antichi toponimi. Raffaella Torio Giuseppina Di Camillo Vera Della Ventura Docenti Scuola Media Statale "G. Mazzini" di San Nicola 1a Strada AL LETTORE

Il contenuto del presente volume concerne la toponomastica del nostro comune. Lo studio dei toponimi costituisce pur sempre un punto di partenza importante per indagini e ricerche storiche o cul- turali.

I toponimi indicanti le località di oltre due secoli fa, quali I Perro - ni, La Pagliara, Le Nunziatelle, La Sapienza, Il Trivio, La Croce, Santa Cumaia, ecc. sono stati tramandati oralmente dai nostri antenati fino a noi e sono tuttora usati il pi delle volte sen- za conoscerne il significato.

Lo sforzo di capire e spiegare lorigine di antichi toponimi rientra nel mio intento di contribuire a colmare il vuoto profondo di cono- scenze che avvolge le radici e la storia della nostra comunità.

Le proposte formulate per redigere un progetto toponomastico van- no pure nella direzione sopra indicata.

Nel caso in cui, nemmeno per un istante, non sia riuscito nel pre - detto intento, chiedo al lettore il suo perdono.

Francesco Nigro NASCITA DI UN TOPONIMO

ASPETTO CULTURALE Il toponimo (composto del greco topos "luogo" e dnoma "nome") è nome proprio di luogo. La toponomastica studia i nomi dei luoghi. Per tale motivo essa si inserisce nella storia di un paese, porta alla luce il nesso esisten- te tra il luogo ed il nome, svela il significato del toponimo e risale alla sua origine. Attribuire un nome ad una strada anzichè un altro non comporta spese. La scelta del nome è dettata da motivi di ordine culturale, urbanistico, storico. Attraverso la denominazione si vuole creare un legame con il passato, si vuole comunicare con i posteri, si vuole razionalizzare toponomasticamente i quartieri, si vuole fis- sare un fatto di cronaca nera, un episodio politico o storico. Lesigenza culturale costituisce comunque, attualmente, il mo- vente principale nellattribuzione dei toponimi. Nei secoli scorsi non esisteva la denominazione ufficiale delle vie, delle piazze e delle località di campagna; era la voce popolare, non lautorità municipale, a dar loro il nome. In Italia la toponomastica fu introdotta alla fine del secolo XVIII. A Napoli fu introdotta nel 1792, in seguito ad un dispaccio di Ferdinando IV di Borbone. Il problema toponomastico trovò solu- zione nel XIX secolo. Oggi ogni strada ha un nome. Questo serve a tutti coloro che vo- gliono cercare una persona. Senza conoscere lindirizzo, ossia il nome della strada ed il numero della casa, è quasi impossibile trovare una persona in una città. Il nome di un luogo può nascere sia dal basso, ossia dal volgo, sia dallalto, ossia dallistituzione. Nel primo caso è il volgo che per motivi pratici, reali, di costume sceglie il nome e lo usa anche se non vi è lufficialità del provvedi- mento amministrativo. Nel secondo caso è listituzione (il comu- ne) che fa la scelta del toponimo e lo adotta con atti amministra- tivi. Molti vicoli e strade prendono il nome delle famiglie che vi hanno abitato o vi abitano (es. vicolo Tiscione). Altri toponimi sono da collegare al culto di santi o alla presenza di edifici sacri (es. Vico- lo S. Giuseppe). Altri ancora derivano il nome dalle caratteristiche ambientali (es.il Giardino) e dalla forma del luogo (es. Rotonda). Vi sono luoghi che sono denominati col nome dei mestieri che ivi si praticavano o si praticano (es. vicolo dei "funai"; vicolo dei "mannesi" ossia costruttori di carri e carrozze). Altri si riferiscono a personaggi del Risorgimento,ad uomini politi- ci, a scienziati, ad artisti, a date storiche. Ad esempio via XX Set- tembre è dedicata alla data delloccupazione di Roma da parte del re dItalia Vittorio Emanuele II (breccia di Porta Pia, 1870): Via IV

5 Novembre è dedicata alla data della fine della guerra contro lAu- stria, nel 1918.

Aspetto normativo (1)

Per poter intitolare strade, piazze e vicoli occorre una deliberazio- ne del consiglio comunale del comune nel cui ambito territoriale le arterie insistono. La procedura relativa alla denominazione delle vie e delle piazze fu regolata, allinizio, dallarticolo unico del RD.L. 10 maggio 1923, n. 1158. Successivamente dalla legge 23 giugno 1927, n. 1188. Secondo questa legge per poter attribuire una denomina- zione a nuove strade e piazze pubbliche occorre lautorizzazione del Prefetto, udito il parere della Deputazione di Storia Patria, o, dove questa manchi, dalla società storica del luogo o della Regio- ne. Di più, per poter intitolare una strada o piazza pubblica ad una persona, occorre che questa sia deceduta da almeno dieci anni, salva la facoltà di deroga concessa dal Ministero degli Inter- ni "in casi eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano be- nemeritato della Nazione". Le istanze di deroga, secondo una circolare del 13 dicembre 1954, n. 15300-10 del Ministero degli Interni, devono essere cor- redate da: 1) deliberazione del Consiglio Comunale; 2) parere espresso, circa la nuova denominazione, dalla Deputa- zione di Storia Patria o, dove questa manchi, dalla Società storica del luogo o della Regione; 3) breve relazione, vistata per conferma dai Prefetti, da cui risulti- no le più importanti notizie biografiche sul conto della persona di cui si intende onorare la memoria; 4) approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione rilasciata tramite le Sovrintendenze ai monumenti, nel caso in cui si voglia cambiare il nome di vecchie strade o piazze.

CONSIDERAZIONI

Negli ultimi anni notevole è stato lo sviluppo urbanistico del pae- se e di conseguenza sono sorte numerose nuove arterie di colle- gamento a cui si sono dovuti dare dei nomi. Quali? Si sono usati nomi di città, poeti, musicisti, pittori, patrioti, filosofi, uomini po- litici, cittadini caduti nelladempimento del loro dovere. Si è cer- cato di raggrupparli per zone-così come si va facendo un pò in

(1) Agenda dei Comuni, 1988, a cura di Mario Zoia, Editrice Caparrini s. r. L, Di Gasperi Edizioni s. r. L e C., Firenze.

6 tuttItalia - al fine di creare omogeneità e al fine di rendere più fa- cilmente individuabili abitazioni e negozi commerciali nella fitta selva di cemento. Lo scopo di una simile operazione non sempre ha trovato compiuta realizzazione, atteso anche le preesistenze. E così che in una zona del paese sono stati accorpati i nomi di città: Via Roma, Via Napoli, Via Trieste, Via Firenze, Via Venezia, ecc.. Mentre in unaltra zona sono stati deliberati i nomi di musi- cisti: Via Bellini, Via Rossini, Via Donizetti. Se il ricorso a nomi che non hanno alcun nesso con il luogo può trovare giustificazione, tra laltro, nella esigenza di omogeneizzare e razionalizzare toponomasticamente il tessuto urbano, nessuna giustificazione trova la soppressione di toponimi originari e la loro sostituzione con nomi nuovi. Anzi, tale sostituzione costituisce, a mio avviso, un errore. Si fa violenza alla tradizione quando si de- cide di cambiare i nomi di località, vicoli e vie che resistono nel tempo e nella parlata. E la conclusione a cui spesso si perviene quando si sostituisce il toponimo dallalto, ricorrendo ad un no- me che non ha alcun nesso con il luogo, è che la popolazione non usa il nuovo nome, bensì il vecchio. E quanto è avvenuto anche per le antiche strade del comune di San Nicola la Strada. Diversi toponimi originari sono stati sop- pressi e sostituiti con altri nuovi. I cittadini continuano, però, a chiamare con lantico nome "I Perroni " la strada che, invece, oggi porta il nome di Pilade Bronzetti. Si continua a dire "a via a Ma- ronna", lattuale Via XX Settembre, -e Nunziatelle", lattuale Via Appia, "e Pagaiare", lattuale Corso Alcide De Gasperi. Sulla scorta di quanto detto è bene, perciò, deliberare i nomi nuovi solo per le vie create di recente o per quelle che non ne hanno nella parlata. Mantenere i nomi antichi delle strade è im- portante se si vuole rispettare la storia e la cultura locali.

7 NOTIZIE SUI TOPONIMI

Le notizie qui di seguito fornite sono state raccolte facendo ricor- so a fonti scritte e al vivo ricordo degli anziani. Esse concernono, in gran parte, il significato dei nomi delle strade, delle località rurali e dei vicoli antichi di San Nicola La Strada. Sono stati tralasciati i toponimi deliberati di recente che non han- no alcun legame con la storia locale, che non fanno alcun riferi- mento alla vita sociale del passato e che non hanno sostituito i toponimi originari. Un lungo elenco di notizie concernenti strade intitolate a città o a personaggi notissimi avrebbe soltanto reso pesante e noiosa la lettura.

Partiamo dalle due piazze centrali e dalle strade che in esse con- fluiscono. PIAllA PARROCCHIA Il toponimo è da collegare alla presenza della chiesa parrocchiale, i cui lavori di costruzione, iniziati nel secolo XVIII, furono diretti da Pietro Bernasconi, capomastro milanese, chiamato a per impiantare il cantiere per la costruzione della reggia, e, in se- guito alla sua morte, dallarchitetto Carlo Patturelli. Nel 1700 il luogo in questione era detto "La Parrocchia". In esso era sito an- che il palazzo in cui erano ubicate le curie notarili dei notai della Peruta. PIAllA MUNICIPIO Questa piazza prende il nome dalla presenza del palazzo sede del Municipio. IL TRIVIO (U TRIVECE) Dallincrocio delle seguenti strade: Via XX Settembre, Via Santa Croce, Corso Alcide De Gasperi. La parola Trivio deriva da "trivium" ed indica il luogo in cui con- fluiscono tre vie. Il termine dialettale è "trivice". Nel luogo detto "il Trivio" è sita la " casa palaziata" in cui nel XVIII secolo abitava la ricca famiglia de Piccolellis, di Napoli, la quale occupava uno dei primi posti, se non addirittura il primo, nella scala sociale locale. Nello stesso luogo, nella sua casa, un tale Nicola Motta faceva la "dogana della farina". VIA SANTA CROCE (A VIA A ROCE) Da una cappella, ora distrutta, detta della Santa Croce, ius patro- nato della famiglia Santoro del secolo XVIII. VIA XX SETTEMBRE (A VIA A MARONNA) Intitolata ad una data storica è la strada che porla alla chiesa

8 della Madonna della Pietà. La gente continua a dire "a via a Ma- ronna". CORSO A. DE GASPERI (A VIA E PAGLIARE) Tratto di strada dellAntica Via Appia che va da Viale Carlo III fi- no a Piazza Municipio. Prima di diventare corso era denominata Via Municipio; prima ancora era chiamata "a via e Pagliare" perchè menava al luo- godetto "La Pagliara", in tenimento di San Nicola la Strada, ove nel 1813 la Reale Amministrazione acquistò moggia 11, passi 15 e passitelli 2 di terreno, al fine di costruire lo "Stradone" e i "Pas- seggiatoi" davanti alla Reggia di Caserta. Questultima denominazione è ancora molto diffusa tra i cittadi- ni. VIA SANTI COSMA E DAMIANO Via intitolata ai santi Cosma e Damiano, i due fratelli medici che subirono il martirio sotto Diocleziano. In gergo popolare Via Santa Cumaia. VIA APPIA (A VIA E NUNZIATELLE) Tratto di strada dellAntica Via Appia che da Piazza Parrocchia va al Cimitero. In gergo popolare è denominato "a via e Nunziatel- le". Tale toponimo deriva dalla chiesa della Santissima Annunzia- ta volgarmente detta "La Nunziatella". La predetta chiesa, non più esistente, già nel 1717 risultava•-"diruta". VIA PILADE BRONZETTI (A VIA E PERRONI) Dal nome di un soldato garibaldino caduto in uno scontro darmi contro lesercito borbonico. Tale toponimo ha sostituito quello originario di "Perroni", tuttora in voga. I Perroni probabilmente erano una famiglia di grandi possidenti da cui traeva il nome una vasta zona del Casale delle "Massarie" (attuale ) che si estendeva fino al nostro comune. Le "Massarie" erano sottoposte a due giurisdizioni. Quelle che si trovavano nelle pertinenze di erano de- nominate le "Massarie di S. Marco", mentre quelle sottoposte alla giurisdizione della città di prendevano il nome di "Massa- rie delli Perroni".

Proseguiamo poi con le altre strade e località facenti parte dello antico tessuto urbano. VIA DOMENICO GENTILE Dal nome e cognome di un soldato nativo del luogo, caduto du- rante la la guerra mondiale. A tal uopo voglio riportare la parte- cipazione di decesso, datata 5 luglio 1915, del comando del 10 reggimento artiglieria da campagna al sindaco di San Nicola la Strada.

9 "Questo Comando compie il doloroso compito di partecipare alla S.V. che il 24 giugno 1915 nel quadrivio di Trevisan mancava ai vivi alle ore 17 in età di anni 20 il Sergente Gentile Domenico, fi- glio di Francesco e di Paolella Maria, in seguito a ferite alla tempia sinistra. Si prega la S.V. partecipare, con i dovuti riguardi, la do- lorosa nuova ai genitori dellestinto". VIA CAIROLI (A VIA O TURCO) Prende il nome dai fratelli Cairoli, patrioti del Risorgimento italia- no. Il volgo lha sempre chiamata e continua a chiamarla "a via o Turco". Il significato di tale denominazione deriva dal fatto che nel passato risiedeva in quel luogo un turco. E da scartare lipotesi dellorigine del toponimo dalla coltivazione del granturco che ivi si praticava. LARGO ROTONDA (FORE O TUORNO) Dalla forma circolare della piazza. In gergo popolare è detto "o tuorno" ossia intorno, rotondo, cerchio. VIA APPIA ANTICA - LOCALITA PONTESELICE (A VIA A POL- VERIERA) Tratto dellAntica Via Appia che portava anche alla "polveriera", deposito di armi belliche, sul cui suolo sorge oggi la sede dellUffi- cio Provinciale della Motorizzazione Civile di Caserta. PIZZO DELLA BUFALA Località in cui anticamente vi era un allevamento bufalino. Non è male ricordare che nel secolo XVIII la ricca famiglia de Pic- colellis possedeva moltissime bufale; numero 152 animali bufalini erano tenuti nella difesa denominata" lIncogna", sita in tenimento di , ed altri nella palude "dellOlmo Cupo", in tenimento delle "Massarie" di Maddaloni. Colgo loccasione per riferire dello svolgimento, nella città di Mad- daloni, nellanno 1757, di una caccia alla bufala, presa nella pa- lude "dellOlmo Cupo", da alcuni "Asciartajoli" ed un soldato di cavalleria del reggimento di Russiglione con sciabola e cornetta. La caccia fu fatta nella piazza di Maddaloni. La bufala fu trapaz- zata talmente da cani e da ferretti che fu tenuta per due giorni nel Monastero di S. Domenico di detta città. Non essendo in condizio- ne di andar via, la bufala fu trasportata con un carro in San Nico- la la Strada per ordine di Maria Grazia Benito, vedova di don Ot- tavio de Piccolellis. I ferretti usati durante lo svolgimento della caccia alla bufala ser- vivano per aizzare lanimale. La scena ci porta alla mente la corrida spagnola.

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Passiamo ora ad esaminare i vicoli e Ie strade che si affacciano sulle vie sin qui citate.

10 I VICOLI DI VIA PILADE BRONZETTI

A VENELLA E SANTU NICOLE Il toponimo deriva dallomonima chiesetta di San Nicola di Bari, adiacente al vicolo. Sopra la porta di ingresso della chiesetta è scritto: Confraternita di S. Nicola di Bari - 1719. La "vinella" è una via piccola e stretta, generalmente senza sboc- co, collegata con unarteria principale. La parola "vinella" potreb- be derivare da "viella " o "viarella". VICOLO VANVITELLI (A VENELLA LONGA) Dal cognome dellarchitetto progettista della Reggia di Caserta.I1 volgo chiama, però, il vicolo "a venella longa". Il significato è evi- dente. Il toponimo originario deriva dalla forma lunga del vicolo. VICOLO PERRECA A conferire il toponimo è un casato. Adiacente al vicolo vi è le- norme ed antico palazzo dei Perreca. VICOLO DEI FUNAI (A VENELLA RI FUNARI) Il toponimo deriva dal mestiere dei "funari" che in quel luogo era svolto. Si facevano corde intrecciando la canapa intorno ad una grande ruota di legno. I "funari" lavoravano camminando allin- dietro e tenendo in mano la canapa che veniva trasformata in corda. E rimasto il detto "vai indietro come il funaro" per dire a uno che regredisce anzichè progredire. VIA GROTTA (NCOPPE A ROTTA) Lantica strada di campagna, oggi municipalizzata, che porta alle due piccole grotte in muratura di cui non si conosce con preci- sione lepoca e lo scopo della costruzione. Anni fa si raccontava ai piccini che in esse si nascondeva un ornino cattivo, chiamato "Mazzammauriello", al quale si minacciava di fare ricorso per spaventarli e tenerli buoni. La gente chiamava le grotte con lespressione "a tana e Mazzam- mauriello".

LOCALITA E STRADE DI VIA DOMENICO GENTILE

LA SAPIENZA Località che ha assunto il nome da una masseria denominata "Massaria della Sapienza" data in affitto nel secolo XVIII dal Mo- nastero delle Monache della Sapienza della città di Napoli. Tutto- ra le mura del fabbricato dimostrano che si trattava di una mas- seria non certo piccola. U CENTIMOLO Strada vicinale di campagna che trae il nome dal "centimolo", larnese con cui si tirava lacqua su dal pozzo della benestante fa- miglia Como. Il "centimolo", installato nel pozzo, era composto di

11 recipienti ("catose") che, ruotando intorno ad un ingranaggio, portavano in superficie lacqua che veniva utilizzata per irrigare lorto della predetta famiglia, oltre che per uso domestico. Lattingitoio era fatto funzionare dal tiro di un asino, che girava bendato intorno al pozzo. La benda sugli occhi dellasino aveva lo scopo di impedire che allanimale, a furia di girare, si annebbias- se la vista. I VICOLI DI VIA APPIA

VICOLO TISCIONE Il toponimo è dovuto al cognome della famiglia Tiscione, la quale ancora oggi abita nel vicolo. VICOLO STELLATO Nome patronimico. VICOLO MOLINELLO Dallesistenza negli anni passati di un mulino a palmento di piccole dimensioni dove si sfarinava grano, granone, orzo e ave- na. VICOLO MAROTTA Il toponimo è stato originato dal cognome della famiglia Marotta che negli anni passati abitava in quel vicolo. LOCALITA LE TAGLIE (NCOPPE E TAGLIE) Con il nome "Le Taglie" erano definite le località in cui si effettua- va il taglio delle pietre dolci per uso delle reali fabbriche e delle "reali delizie". Le cave di tufo erano denominate "monti". Di qui il termine di "tagliamonti" per indicare gli addetti al taglio delle pie- tre di tufo nelle cave. Per riunire gli animali addetti al trasporto delle pietre fu costruito, poco distante dalle "taglie", un locale cui si diede il nome di boveria. Terminato il trasporto delle pietre, quegli edifici furono ingranditi per uso del seguito della Reale Corte. Posteriormente furono destinati per canetteria.

I VICOLI DI VIA SANTA CROCE

VICOLO SANTORO (A CUNCIARIA) La denominazione si riferisce alla famiglia Santoro che abitava nel vicolo. Tuttora, però, molti continuano a chiamarlo "a cuncia- ria" dallesistenza nel vicolo, nei secoli passati, di una conceria per la concia delle pelli. VICOLO MIRRI (ENTE A FUNTANA) Nome patronimico. Il volgo chiama il luogo "inte a funtana" per la presenza di unartistica fontana.

I VICOLI DI CORSO DE GASPERI

VICOLO SAN GIUSEPPE Vicolo intitolato a san Giuseppe. 12 I VICOLI E LE LOCALITA DI VIA XX SETTEMBRE E ROTONDA

A CUPA E Antica strada di campagna che unisce Recale e San Nicola la Strada e che ha luscita su Largo Rotonda. La "cupa" è di nonna una strada campestre stretta e con il fondo sottostante ai terreni adiacenti. A dare luogo ad una cupa è gene- ralmente lo scolo delle acque piovane. VIALE CARLO III (LO STRADONE) Nel progetto del Vanvitelli il viale in questione, per lenorme am- piezza, era denominato "Lo Stradone" (volgarmente "u stradone"). Solo successivamente ha assunto il nome di viale Carlo III, dal nome del re Carlo di Borbone. Per costruire lampio e grandioso "Stradone", che doveva condur- re a Napoli, la Reale Amministrazione nel 1813 iniziò gli acquisti di diversi terreni e nel 1814 acquistò alcuni "casamenti", al fine di demolirli ed avere così "libero lingresso dello stradone che me- na a questa Reggia". Lo Stradone doveva annunziare agli osserva- tori la magnificenza della Reggia. I GALOPPATOI (I "PASSEGGIATOI" OSSIA "GROTTONI") Le due strade laterali e parallele allo "Stradone", nel progetto van- vitelliano erano dette "passeggiatoi" ossia "grottoni". Anche per costruire i due "passeggiatoi" , che dovevano fiancheggiare a dritta e sinistra lo Stradone, furono acquistati diversi terreni. Lidea del Vanvitelli, secondo quanto afferma larchitetto Ferdinando Pattu- relli, era quella di destinare la strada centrale, più spaziosa, per andare in carrozza, e le due laterali, per passeggio ossia per an- dare a piedi. I due passeggiatoi erano detti "passeggiatoio ad oriente" e "passeggiatoio ad occidente". VICOLO GIANTURCO Dal nome del famoso giurista. A MASSARIA A SIGNORA Località che trae il nome da una masseria che era nei secoli scor- si di proprietà della signora donna Maria Grazia Bonito, vedova dellillustre don Ottavio de Piccolellis.

Un cenno meritano anche le strade vicinali, che grande importan- za hanno avuto nel tempo andato, cioè quando la società era agricola. Alcune di queste strade sono state cancellate o modifi- cate dai mutamenti subiti dal territorio comunale, altre sono an- cora li senza però più svolgere un ruolo importante ai fini delle comunicazioni, altre sono state municipalizzate. Nei fogli catastali (levata anno 1895) riprodotti nel 1971 figurano le seguenti strade vicinali: Ponticello, Pozzillo, Trivicello, S. Lu-

13 ciella, Censo, Gaudio Grande, Gaudio Piccolo o Cuparella, Censo o Pizzo Pilato.

PROPOSTE

Dopo aver svolto brevi considerazioni e dopo aver fornito alcune notizie circa i toponimi, ritengo di dovere avanzare precise propo- ste allAmministrazione comunale al fine di revisionare lattuale toponomastica e di elaborare un vero e proprio progetto concer- nente i toponimi cittadini. 1) Bisogna evitare, a mio avviso, di fare eccessivo ricorso a nomi di personalità eminenti che immancabilmente vengono usati per le vie e le piazze di quasi tuttItalia. 2) E doveroso citare anche nomi "minori", ma significativi, che puntualmente sono schiacciati dai "grandi". 3) Occorre valutare se vi sono nativi del luogo a cui possono esse- re intitolate strade, perchè distintisi in campo artistico, religioso, sportivo, etc. Non esistono solo i morti ammazzati, nativi del luo- go. Di recente sono state intitolate due vie a due cittadini delle forze dellordine caduti nelladempimento del loro dovere. Si tratta di Luigi DAndrea, ucciso dalla banda Vallanzasca mentre svolge- va compiti di controllo su di unautostrada del Nord, e di France- sco Evangelista, caduto mentre svolgeva servizio davanti ad una scuola romana. 4) Aggiungere, dove è possibile, ai nomi di persona la qualifica o la professione o il titolo e la data di nascita e di morte (es. Gaeta- no Donizetti, musicista 1797-1848; Guglielmo Marconi, scienzia- to 1874-1937; Torquato Tasso, poeta 1544-1595; Carlo Pisacane, patriota 1818-1857). 5) E importante inserire nello stradario comunale quei toponimi originari, tramandati oralmente, che non sono stati valorizzati nel corso degli anni e che rischiano di cadere nel dimenticatoio. Lin- serimento nella toponomastica cittadina di quegli antichi nomi dei luoghi che sono tuttora in voga nel linguaggio orale è un mo- do per ricollegarsi al passato. Far morire i toponimi popolari vuoi dire cancellare lidentità di una comunità. "Le Taglie", ad esempio, che indicano il luogo in cui si tagliavano le pietre di tufo che servivano per la costruzione della reggia van- vitelliana e per civili abitazioni, è un nome quasi caduto in disu- so, mentre, nel passato, è stato molto in voga. 6) Non bisogna omettere di attribuire le denominazioni che ven- gono alla luce in seguito a ricerche storiche o culturali. Ad esem- pio "LArbusto" è il nome di una località usato nel secolo XVIII. Esso deriva da una masseria denominata "LArbusto", di pro- prietà dellillustre signore don Filippo de Piccolellis. 7) Occorre dare precedenza ai nomi delle donne, se si vuole sal-

14 dare il pesantissimo debito contratto verso il mondo femminile. Le donne, infatti, sono state fortemente discriminate, dato che, su oltre cento toponimi, nello stradario comunale figurano appe- na due nomi di donne. La lotta per lemancipazione e la liberazio- ne della donna passa anche attraverso lindicazione dei luoghi con nomi femminili. 8) Le variazioni delle denominazioni delle vie e delle piazze com- portano conseguenze per i cittadini e per gli uffici pubblici. I cit- tadini, infatti, devono provvedere ad aggiornare i loro documenti (le carte di circolazione, le patenti di guida, i libretti di assistenza e di pensione etc.), mentre gli uffici pubblici i loro schedari, i regi- stri, le cartografie etc.. Di qui la necessità di fare ricorso alle var- iazioni predette nei casi di effettiva importanza storica. 9) Per ovviare agli inconvenienti di cui sopra si può ripristinare, in aggiunta al vigente, il toponimo originario. Ad esempio: Via P. Bronzetti, già Via dei Perroni.

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