Netanyahu E Il Fattore Religioso,Repressione Delle Proteste

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Netanyahu E Il Fattore Religioso,Repressione Delle Proteste Netanyahu e il fattore religioso Come Netanyahu sta utilizzando la religione per modellare le elezioni israeliane Fomentare controversie religiose fa sì che l’opposizione faccia quello che vuole il primo ministro Shir Hever 2 settembre 2019 – Middle East Eye Benché in Israele questioni relative all’imposizione alla popolazione nel suo complesso di leggi religiose siano sempre state parte del discorso politico, le elezioni del 17 settembre saranno le prime in cui esse figureranno al primo posto. Come mai gli altri problemi – prima di tutto l’occupazione della Palestina – sono stati messi in secondo piano? Avigdor Lieberman, una volta alleato di estrema destra di Benjamin Netanyahu, ha sparato il colpo d’inizio dopo le elezioni del 9 aprile, quando ha rifiutato di arrivare a un compromesso con i partiti ultraortodossi ed ha impedito a Netanyahu di formare un governo di coalizione. Lieberman ha lanciato una bomba evidenziando che l’alleanza decennale tra la destra religiosa e quella laica in Israele potrebbe essere arrivata al termine. Grande clamore Non sempre i partiti ultraortodossi sono stati alleati della destra, ma gli alloggi a buon mercato nelle colonie illegali in Cisgiordania li hanno attirati sempre più in quella direzione. La loro linea invalicabile, tuttavia, rimane l’insistenza sul fatto che gli studenti delle Yeshiva [scuole religiose, ndtr.] siano esentati dal servizio militare. Nei mesi successivi alle ultime elezioni una serie di dichiarazioni di rabbini molto noti ha provocato clamore tra l’opinione pubblica laica. La città di Afula ha organizzato un evento con il pubblico separato per genere di cui si è dibattuto dal punto di vista giudiziario in vari tribunali. L’importante personaggio di destra e ministro dei Trasporti Bezalel Smotrich ha chiesto l’imposizione della legge religiosa ebraica e il ministro dell’Educazione Rafi Peretz ha manifestato il suo sostegno per la “terapia della conversione” [che pretende di far diventare eterosessuali le persone LGBT, ndtr.]. Recentemente il giornalista Meron Rapoport ha scritto un interessante articolo in cui ha esaminato la prevalenza del dibattito religioso nell’attuale ciclo di elezioni. Egli ha notato che, poiché molti israeliani sentono che la questione palestinese non è più importante a causa della ridotta resistenza armata palestinese, si stanno interessando ad altre questioni controverse, e questo spostamento potrebbe implicare la caduta di Netanyahu, che non può più trarre vantaggio dalle sue credenziali relative alla sicurezza, ma deve tentare di ricostruire l’alleanza tra la destra religiosa e quella laica se avrà l’opportunità di vincere le elezioni. Non sono d’accordo con questa affermazione. In primo luogo penso che gli israeliani siano più minacciati da proteste non violente che da quelle violente, e che le idee dell’opinione pubblica israeliana siano tutt’altro che pacate e accondiscendenti quando si tratta della resistenza dei palestinesi all’occupazione. Le prime pagine dei giornali bombardano l’opinione pubblica con infiniti presagi di un disastro se dovesse scoppiare un’altra guerra con Gaza, o se il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) dovesse crescere con maggiore forza, o se l’Autorità Nazionale Palestinese dovesse collassare. Gli israeliani sono fin troppo consapevoli che non c’è più una maggioranza ebraica nelle zone sotto controllo israeliano. Estendere l’occupazione Tuttavia, tra Lieberman a destra e l’Unione Democratica a sinistra, nessun partito offre una soluzione pratica a queste minacce. I partiti di sinistra tendono a parlare della soluzione dei due Stati, ma borbottano sottovoce che alcune parti della Cisgiordania, e soprattutto Gerusalemme est, sarebbero annesse, precludendo quindi un accordo con i palestinesi. I partiti religiosi attendono un miracolo divino che garantisca la docilità dei palestinesi, e i partiti della destra laica nei loro progetti per estendere indefinitamente l’occupazione israeliana sostituiscono dio con il presidente USA Donald Trump. In più, l’idea che Netanyahu rischi di perdere a causa del spostamento del dibattito sottostima il suo controllo sul sistema politico israeliano. Le elezioni di aprile hanno diviso i partiti israeliani sulla questione della corruzione. Può Netanyahu ricoprire la carica di primo ministro essendo accusato di corruzione? I partiti di opposizione non ne parlano più tanto, concentrandosi invece sulle libertà religiose. Da più di un secolo nella classe media progressista e laica israeliana si è coltivato un forte sentimento antireligioso. I politici di opposizione hanno fatto definito “parassiti” gli ultra-ortodossi ed hanno evocato luoghi comuni antisemiti. Eppure queste opinioni sono sempre contraddittorie, in quanto è impossibile tracciare una linea tra essere contro la religione e l’antiebraismo, e non si può essere antiebraici e al contempo appoggiare uno Stato ebraico nel nome del sionismo. Netanyahu sa che, aizzando gli animi sulla controversia religiosa, sta dettando l’agenda dell’ opposizione. Quando rabbini ortodossi fanno dichiarazioni di odio, come il rabbino Eli Sadan, che recentemente ha detto che “il laicismo è un coltello nella schiena della Nazione”, essi suscitano risposte provocatorie da parte dell’opposizione, obbligando i partiti ortodossi a stare nel campo di Netanyahu. Mostrare un volto diverso Nel contempo Netanyahu ha nominato un ministro della Giustizia apertamente gay, Amir Ohana, per dimostrare che il Likud non è uguale ai partiti religiosi della sua coalizione. Mentre il Likud sta mostrando un volto diverso, tenendo insieme misoginia e tolleranza, ortodossia e neoliberismo, i partiti di opposizione formano un tutt’uno con un ridotto gruppo di progressisti laici di classe media, per lo più ebrei ashkenaziti [cioè originari dell’Europa centro- orientale, ndtr.], che sono favorevoli alla pace, ma al contempo molto militaristi. Questo campo è diviso in tre gruppi politici: l’alleanza “Blu e Bianco”, il partito Laburista e l’ “Unione Democratica”. “Blu e Bianco”, come il Likud, concorda con la decisione di escludere la “Lista Unitaria”, che rappresenta gli elettori palestinesi. Netanyahu sa che quasi sempre gli israeliani tendono a votare in base a modelli tribali. Gli ebrei ortodossi votano per partiti ortodossi, gli ashkenaziti di classe media di Tel Aviv votano per la sinistra, eccetera. Sa anche che non c’è mai stata veramente una tribù “laica” in Israele. C’è una piccola tribù antireligiosa, ed anche molti che non si ostinerebbero a favore di una separazione tra Stato e chiesa, ma vorrebbero comunque poter andare a un concerto senza che la famiglia sia divisa per genere o usare il trasporto pubblico nei fine settimana. Questa distribuzione dei votanti garantisce in pratica che i laici di centro-sinistra non saranno in grado di formare un governo. Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Eye. Shir Hever è un membro del direttivo di “Jewish Voice for a Just Peace in the Middle East” [Voci Ebraiche per una Giusta Pace in Medio Oriente, organizzazione di ebrei contrari all’occupazione attiva in Germania, ndtr.]. (traduzione di Amedeo Rossi) Repressione delle proteste in Israele La repressione delle proteste da parte di Israele sfida il concetto di “democrazia” Documenti da poco resi pubblici mostrano come la polizia israeliana si sia adoperata per eludere il diritto dei cittadini a protestare Shir Hever 22 agosto 2019 – Middle East Eye Un appello per la libertà d’informazione da parte di sostenitori israeliani dei diritti civili ha rivelato che la polizia israeliana ha segretamente elaborato una serie di politiche per reprimere i diritti dei cittadini di tenere manifestazioni e assemblee, evidenziando la falsa natura della “democrazia” di Israele. Due anni fa la Corte Suprema israeliana ha stabilito che i cittadini possono tenere manifestazioni senza permesso, dopo che la polizia aveva tentato di impedire proteste settimanali contro la corruzione a Petah Tikva. La sentenza non è stata una sorpresa, in quanto i manifestanti erano ebrei israeliani laici di classe medio- alta che probabilmente consideravano Israele una democrazia e davano per scontato il proprio diritto di protestare. Tuttavia il precedente creato dall’Alta Corte minacciava di pregiudicare la lunga tradizione israeliana di repressione delle proteste delle minoranze, compresi gli ebrei ultraortodossi, gli ebrei di colore, i mizrahim [ebrei di origine araba, ndtr.] e, più frequentemente, i cittadini palestinesi di Israele. Arresti preventivi Documenti rivelati di recente mostrano che, per aggirare la decisione della Corte, la polizia si è concentrata su una parte marginale della sentenza che le consente di limitare gli assembramenti in casi estremi, quando vi sia un’alta probabilità di pericolo per l’ordine pubblico. La polizia ha inventato il nuovo termine giuridico di “evento di protesta”, quando più di 50 persone si riuniscono per diffondere un messaggio. In questo caso, la polizia può chiedere che gli organizzatori presentino preventivamente richiesta di un permesso. Nel 2009 venni invitato a testimoniare alla commissione Goldstone dell’ONU sull’invasione israeliana di Gaza nel 2008-09. Uno degli argomenti che mi fu chiesto di trattare fu la repressione delle proteste all’interno di Israele. Avevo solo pochi giorni per prepararmi, e feci un corso accelerato con l’aiuto di organizzazioni israeliane per la libertà di parola. Dissi alla commissione che, durante l’invasione,
Recommended publications
  • 1 Schlaglicht Israel Nr. 5/19 Aktuelles Aus Israelischen
    Schlaglicht Israel Nr. 5/19 Aktuelles aus israelischen Tageszeitungen 1.-15. März Die Themen dieser Ausgabe 1. Versehentlicher Raketenangriff ...................................................................................................................................... 1 2. Israelische Parlamentswahlen ....................................................................................................................................... 3 3. Unruhen am Tempelberg ................................................................................................................................................. 6 4. Medienquerschnitt ........................................................................................................................................................... 8 1. Versehentlicher Raketenangriff heftigen Ausschreitungen bei Protesten in Gaza Israels Armee geht inzwischen davon aus, dass die gegen die hohen Lebenshaltungskosten und die zwei Raketen des Typs M-75 Fajr, eine Langstre- hohen Steuergelder, die die Hamas den Palästinen- ckenrakete aus iranischen Werkstätten, die Tel Aviv sern abverlangt. Demonstrant_innen steckten Auto- für einige Minuten den Atem anhalten ließen, unbe- reifen in Brand und blockierten Straßenkreuzungen. absichtigt abgefeuert wurden. Das Militär reagierte Die Sicherheitsbeamten der Hamas reagierten mit mit rund 100 Luftangriffen auf zumeist militärische harter Hand. Mehrere Menschen mussten mit Ver- Anlagen der Hamas. Vier Menschen trugen bei den letzungen ins Krankenhaus eingeliefert
    [Show full text]
  • David Abrams, Attorney at Law August 21, 2019 To
    David Abrams, Attorney at Law P.O. Box 3353 Church Street Station, New York NY 10008 Tel. 212-897-5821 Fax 212-897-5811 August 21, 2019 To: Internal Revenue Service (by FedEx) Whistleblower Office - ICE 1973 N. Rulon White Blvd. M/S 4110 Ogden, UT 84404 Re: Whistleblower Complaint Against New Israel Fund Dear Sir / Madam: I am the whistleblower in connection with the above-referenced Complaint. Enclosed please find a completed IRS Form 211.. Further, I am respectfully submitting this memorandum to elaborate on the factual and legal aspects of the enclosed IRS whistleblower complaint. In addition, I am enclosing a CD which contains the full, unannotated versions of the documents attached as Exhibits hereto. 1. Who is New Israel Fund? New Israel Fund (“NIF”) is a District of Columbia non-profit 501(c)(3) corporation with its principal place of business in the State of New York, county of New York. NIF financially supports many companies that work to undermine the state of Israel. As set forth in more detail below, NIF has crossed the line from permissible advocacy to unlawful "electioneering." Put another way, NIF is violating the tax codes by attempting to influence the outcome of elections. As stated on its own web site, NIF works on its “concerted campaign to equip Israel’s pro-democracy and progressive forces with the tools to fight Israel’s regressive right-and win.” As set forth in more detail below, NIF's activities are flagrant and unlawful electioneering in violation of the tax code. 2. Who is the Whistleblower? I am a New York attorney and political activist who regularly engages in pro- Israel litigation in state and federal Court.
    [Show full text]
  • By Joseph Scutts
    Trump’s plan • Operation Embrace • Arboreal delights The Jerusalem R RFEBRUARY 10, 2020 eporCOVERING ISRAEL, THE MIDDLE EAST & THE JEWISHt WORLD Portrait of a sculptor Varda Yoran’s storied journey took her from China to the US via Israel 7415 המחיר בישראל: ₪21.00 באילת: ₪17.90 NY & North NJ $4.00 Elsewhere in US $5.50 New from Gefen The Longer, Shorter Path • By Moshe “Bogie” Ya’alon [A] must-read for anyone “interested in understanding Israel, Zionism, and the security establishment. —Maj. Gen. (Ret.) Amos Yadlin, Executive Director, Institute for National Security Studies, Tel Aviv University Navigates the paradox of Israel’s strategic predicament with the Palestinians by offering a practical approach that will preserve both Israel’s Jewish and democratic character and the faint but flickering hope for an eventual peace. —Robert Satloff, Executive Director, “ Washington Institute for Near East Policy HC | 536pp | 9789657023006 | $29.95 | 128 NIS Look for us on | Available at Amazon, Steimatzky, Pomeranz, selected bookstores, and Gefen Books NJ ([email protected]). The Jerusalem VIEWPOINTS 6 Planning for a (much) more crowded Israel R by Ben Dansker Report 7 The Wagner Syndrome by Jane Biran 25 All roads lead to Jerusalem by Shoshana Tita 37 Uniqueness and unity in Israel by Ynon Reiner ISRAEL COURTESY VARDA YORAN VARDA COURTESY 16 Leaps of faith by Amotz Asa-El 20 The Jewish journey to Hebron by Bradley Martin 26 Coming alive at the Dead Sea by Robert Hersowitz 28 On the trail by Wendy Blumfield 32 Hydroponic gardening in Baka
    [Show full text]
  • The Israeli Parliamentary Elections: a Splintering of the Arab Consensus?
    INFO PACK The Israeli Parliamentary Elections: A Splintering of the Arab Consensus? Fatih Şemsettin Işık INFO PACK The Israeli Parliamentary Elections: A Splintering of the Arab Consensus? Fatih Şemsettin Işık The Israeli Parliamentary Elections: A Splintering of the Arab Consensus? © TRT WORLD RESEARCH CENTRE ALL RIGHTS RESERVED PUBLISHER TRT WORLD RESEARCH CENTRE March 2021 WRITTEN BY Fatih Şemsettin Işık PHOTO CREDIT ANADOLU AGENCY TRT WORLD İSTANBUL AHMET ADNAN SAYGUN STREET NO:83 34347 ULUS, BEŞİKTAŞ İSTANBUL / TURKEY TRT WORLD LONDON 200 GRAYS INN ROAD, WC1X 8XZ LONDON / UNITED KINGDOM TRT WORLD WASHINGTON D.C. 1819 L STREET NW SUITE, 700 20036 WASHINGTON DC / UNITED STATES www.trtworld.com researchcentre.trtworld.com The opinions expressed in this Info Pack represent the views of the author(s) and do not necessarily reflect the views of the TRT World Research Centre. 4 The Israeli Parliamentary Elections: A Splintering of the Arab Consensus? Introduction n March 3, 2020, the leader of the alliance, it is clear that the representation of Arab Joint List, an alliance of four Arab citizens of Israel has been undermined by the latest parties in Israel, proudly declared departure. Moreover, Ra’am’s exit also revealed the that they had won a huge achieve- fragility and vulnerability of this alliance, a reality that O ment in the parliamentary elections reflects internal disputes between the parties. by winning 15 seats in the Knesset, a record for Arab parties in Israel. Ayman Odeh, the leader of Hadash This info pack presents the latest situation concern- (The Democratic Front for Peace and Equality) party, ing Arab political parties in Israel ahead of the March urged “actual equality between Arabs and Jews and 23 elections.
    [Show full text]
  • I Registi Boicottano Il Tlvfest Del Pinkwashing Israeliano,Un Tempo
    I registi boicottano il TLVFest del pinkwashing israeliano Tamara Nassar 14 novembre 2020 – The Electronic Intifada La schermata del sito web del TLVFest del 2 novembre mostra il ministero degli Affari Strategici israeliano elencato come uno dei principali sponsor del Festival internazionale del film LGBTQ di Tel Aviv, sostenuto dal governo. Più di una decina di registi hanno seguito l’invito palestinese a boicottare il TLVFest, il Festival Internazionale del Film LGBTQ di Tel Aviv, sostenuto dal governo. Sei di questi si sono anche uniti ad altri 170 artisti da tutto il mondo i quali hanno firmato un impegno lanciato all’inizio di quest’anno per boicottare il festival. Il TLVFest, che si terrà questo mese, ha rafforzato quest’anno la sua intesa col governo israeliano di estrema destra, in particolare col ministero degli Affari Strategici. Il ministero è l’organismo che guida l’impegno globale di Israele nel diffamare e sabotare in tutto il mondo il movimento per i diritti dei palestinesi. TLVFest è una pietra miliare della strategia di propaganda israeliana nota come pinkwashing [copertura di atteggiamenti e pratiche impopolari o illegali conla tolleranza e ospitalità nei confronti degli omosessuali, ndtr.]. Ciò spiega il presunto atteggiamento di disponibilità di Israele verso le questioni LGBTQ coll’intento di deviare le critiche dai suoi abusi riguardo i diritti umani e dai crimini di guerra contro i palestinesi. Il pinkwashing mira anche a presentare falsamente Tel Aviv come un luogo sicuro per i palestinesi alla ricerca di relazioni omosessuali, mentre si esagera o si mente sui pericoli che essi affronterebbero all’interno della propria comunità.
    [Show full text]
  • Boycott Israel (BDS), a Moral Duty
    Boycott Israel (BDS), A Moral Duty Part 2: Boycott Herman De Ley Belgian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (BACBI) 2018 “Boycott Israel (BDS), A Moral Duty” (2) 1 “It would be a perversion of [the rich history of political boycotts] to reduce boycotts of Britain, South Africa, Myanmar, or Israel to forms of national origin discrimination rather than appreciating how they are a time-honored form of political protest against human rights violations” (Katherine Franke: “Boycotts are an essential form of democratic protest — don’t ban them”, Boston Globe, July 18). Summary Part 2: 6. Boycott a Moral Duty: p. 2 7. “Why Israel and not...?”, p. 30 8. PS Israel’s “Exceptionalism”, p. 38 Epilogue, p. 48 Addenda: Addendum 1: “The Balfour Declaration”, p. 49 Addendum 2: “Israel”, p. 55 Addendum 3: “Apartheid”, p. 56 Addendum 4: “The Right to Self-determination”, p. 58 Addendum 5: “The Jewish Nation-State Bill”, p. 61 Addendum 6: “IHRA’s Antisemitism Definition”, p. 63 Literature, p. 70 First Part: http://www.bacbi.be/pdf/boycott_EN1.pdf “Boycott Israel (BDS), A Moral Duty” (2) 2 5. Boycott, a moral duty “The question of Palestine was created by the world — mostly the western part of it — and it is the world that must rise to its moral responsibility to resolve it” (Omar Barghouti).1 5.1. According to Larry Derfner, a prominent American-turned-Israeli journalist and publicist, in his new memoir, “No Country for Jewish Liberals”, the occupation is not just a flaw “but a morally fatal flaw.” The only solution to put an end to
    [Show full text]
  • Netanyahu and Erdogan Agree: Their Political Foes Are Traitors and Terrorists
    1/26/2021 Haaretz.Com Netanyahu and Erdogan agree: Their political foes are traitors and terrorists Both Turkey and Israel face elections, and both leaders are playing from the same ethno-nationalist political playbook. But in Turkey, the leftist opposition is still alive and kicking - even from jail Louis Fishman | Mar. 27, 2019 | 3:21 PM | 3 It was a rare occasion: Prime Minister Benjamin Netanyahu - famously averse to being grilled by Israeli reporters – late last week made a surprise visit to the country’s most popular TV news outlet for an impromptu interview. The channel’s two political reporters seized the rare moment and interrogated him about yet more accusations of corruption and other campaign queries. But they certainly didn’t ask him to justify his calling the Arab parties in the Knesset supporters of terrorism. And they certainly didn’t challenge his recent remark that, "Israel is not a state of all its citizens. According to the Nation-State Law that we passed, Israel is the nation-state of the Jewish People - and them alone." >> For Turkey, All Kurds Are Terrorists >> For Netanyahu and His Ilk, Hatred Is Essential That comment sparked international condemnation, not least from Turkey. President Recep Tayyip Erdogan’s top aide, Ibrahim Kalin, tweeted: "I strongly condemn this blatant racism and discrimination. 1.6 million Arabs/Muslims live in Israel. Will Western governments react, or keep silent, under pressure, again?" Both Israel and Turkey are deep in election season, with Turkey’s municipal elections coming up on March 31, and Israel’s national elections on April 9.
    [Show full text]
  • March 4 2020 the Losers’ Virtual Reality
    Israel and the Middle East News Update Wednesday, March 4 Headlines: • With 93% of Votes Counted, Right-wing Bloc Loses Strength • Rivlin Likely to Task Netanyahu with Forming Govt’ on First Day of Trial • Awaiting Final Results, Netanyahu Eyes a Government with Only 60 • Joint List Head Claims 'Huge Success' with Historic 15-Seat Win • IDF General Met with Netanyahu After Visit to Coronavirus-Stricken Italy • Health Ministry Denies Israel to Quarantine American Tourists • UN's Nuclear Chief to Iran: Cooperate or Face New Crisis • Pro-Palestinian LGBT+ Artists Boycott Tel Aviv Film Festival Commentary: • Ha’aretz: “‘An Earthquake’: How Israel’s Arabs Achieved Their Historic Election Win” - By Judy Maltz, commentator at Ha’aretz • Israel Hayom: “The Losers’ Virtual Reality” - By Amnon Lord, political commentator at Israel Hayom S. Daniel Abraham Center for Middle East Peace 633 Pennsylvania Ave. NW, 5th Floor, Washington, DC 20004 www.centerpeace.org ● Yoni Komorov, Editor News Excerpts March 4, 2020 Ha’arezt With 93% of Votes Counted, Right-wing Bloc Loses Strength With over 93 percent of the votes counted in Israel's third and unprecedented election in one year, Netanyahu's Likud is currently the country's largest party. However, neither the premier nor his chief rival Benny Gantz are projected to get a clear Knesset majority behind them. Netanyahu is currently three seats shy of a 61-seat majority in the Knesset. The Joint List, an Arab-majority alliance of factions, maintained its position as the Israeli parliament’s third-largest party, according to the latest count, whereas Avigdor Lieberman’s Yisrael Beiteinu and left-wing alliance Labor-Gesher-Meretz lost ground.
    [Show full text]
  • Generic Petition in Favor of Recognition
    Israeli petition in favor of recognition of a Palestinian state “We the undersigned citizens of Israel, who wish for it to be a safe and thriving country, are worried by the continued political stalemate, the occupation, and the settlement activities that lead to further confrontations with Palestinians and quash any chances for compromise. It is clear that the prospects for Israel's security and existence depend on the existence of a Palestinian state alongside Israel. Israel should recognize the state of Palestine and Palestine should recognize the state of Israel, based on the June 4, 1967 borders. Your initiative for recognition of the state of Palestine will advance prospects for peace and will encourage Israelis and Palestinians alike to bring an end to their conflict.” Abd Elkader Kanani Research Student Abed Kaboub Jurist Ada Ravon Lawyer Adam Keller Journalist Adam Uriel Visual Artist Adeeb Awad CEO, Advertising & Media Adi Rosenthal Tourism Advisor Adina Aviram Dr. Head of Molecular Laboratory in Hematology Ady Yarkon Retired Ahuva Bar'am Alex Levac ! Photographer, Israel Prize Recipient Alex Massis Film Producer Ali Alasad Advocate, PhD Alice Krieger Public Relations Alina Edmonds Teacher Aliya Strauss BA English Teacher Aliza Dror Psychotherapist Alla Shainskaya PhD Allen Minitzer Executive Alon Confino Professor of History Alon Harel Professor of Law Alon Liel Former Director General, Ministry of !!!!!!Foreign Affairs, Former Ambassador Amana Cohen Amatzya Ido Translator Amatzia Weisel Professor of Special Education Ami Weinstein
    [Show full text]
  • A Mechanism Against Extremism? Who Gets to Run in Israel's Elections | Institute for Global Change
    A Mechanism Against Extremism? Who Gets to Run in Israel’s Elections ALONA FERBER KAREN KAUFMAN MIDDLE EAST Contents Introduction 3 Background 5 The 2019 Election and the Battleground for Disqualification 9 A Politicised Process? 19 Conclusion 20 Published at https://institute.global/insight/ middle-east/mechanism-extremism-israel- elections on March 28 2019 INTRODUCTION INTRODUCTION The decision by the Israeli Supreme Court on 18 March to disqualify a far-right candidate from April’s parliamentary election exposes the fine line that the srI aeli system must tread between allowing free speech and acting against those deemed extremist. Only two parties have ever been disqualified from standing for elections in Israel’s history: the far-left Arab Socialist List, in 1965; and the Jewish extremist party Kach, in 1988. The Central Elections Committee (CEC)—the body charged with approving candidates for election to the Knesset (the Israeli parliament)—has frequently debated who should and should not be allowed to stand. The committee has banned candidates and lists, but the supreme court has repeatedly overturned these rulings. The Israeli Supreme Court’s recent decision to bar an extremist candidate from running in the country’s 2019 general election shows that the court is still the ultimate check on the political system. But the ruling also raises important questions about definitions of extremism and freedom of expression. The supreme court’s decision to bar Michael Ben-Ari of the extremist Otzma Yehudit (Jewish Power) party, however, marks the first time that the ourtc has overruled a decision by the CEC to allow someone to stand and banned a candidate approved by the committee, on the grounds of incitement to racism.
    [Show full text]
  • Israel's Arab Minority and the Second 2019 Elections: Outcomes and Discourse on Political Participation September 25, 2019
    Inter-Agency Task Force on Israeli Arab Issues Israel’s Arab Minority and the Second 2019 Elections: Outcomes and Discourse on Political Participation September 25, 2019 Israel’s second national elections of 2019 drew 10% more Arab voters than the April elections, earning the Joint List 13 seats (up from 10) and making it once again the third largest party in the Knesset. In contrast to 2015, when the Joint List first formed and also won 13 seats, the highly polarized campaign cycles along with the lack of decisive results in both 2019 races have contributed to rapidly changing discourse about Arab political participation in national government, both within Arab society and in the Israeli mainstream. In recent years, Arab citizens have increasingly indicated greater interest in real influence in national government, as well as frustration about sensing a lack of efficacy in voting. After historically low Arab voter turnout of 49.2% in April, September’s higher turnout of 59.2% is attributed to a number of factors: the reunification of the Joint List, statements by Joint List Chair MK Ayman Odeh about his willingness to be part of a ruling coalition, get-out-the-vote efforts, and the backlash against negative campaigning and voter suppression efforts by Likud. Following election results, the Joint List is continuing to take a lead in advancing a discourse of greater participation. With a lack of clear path to a governing coalition, the party formally recommended MK Benny Gantz, Chair of Kahol Lavan, as Prime Minister, a move seen by many as “crossing the Rubicon” in terms of Arab leadership’s willingness to become a full player in Israeli politics.
    [Show full text]
  • 17 Policemen, 200 Palestinians Hurt As Hundreds Riot on Temple Mount
    17 policemen, 200 Palestinians hurt as hundreds riot on Temple Mount One officer moderately wounded in intense clashes after Ramadan prayers; police use stun grenades, rubber-coated bullets after Palestinians throw rocks and bottles. Palestinian protesters look on during clashes with Israeli security forces at the Temple Mount compound in Jerusalem, on May 7, 2021. (Photo by Ahmad GHARABLI / AFP) Israeli police burst into the Temple Mount compound on Friday evening after Palestinians threw rocks and bottles at officers, as widespread clashes in Jerusalem spread to the holy site following prayers held there on the last Friday of the Muslim holy month of Ramadan. Police said 17 police officers were hurt and around half of those hospitalized, with one in moderate condition after taking a rock to the head. Meanwhile, the Palestinian Red Crescent reported that at least 205 Palestinians were wounded in clashes throughout Jerusalem, mostly around the Temple Mount and by Damascus Gate. Eighty-eight Palestinians were hospitalized, mostly for injuries with rubber- coated steel bullets, it said. By midnight the violence — some of the worst in Jerusalem for years — seemed to have subsided, with most protesters dispersing. Police said Friday evening that force used “riot dispersal means following violent disturbances on the Temple Mount, during which hundreds of suspects began throwing stone, bottles, and objects at police officers.” Video from the scene showed pitched battles, with Palestinians throwing chairs, shoes, rocks, and bottles, and shooting fireworks, and police responding with stun grenades, tear gas, and rubber bullets. Protesters chanted “Allahu Akbar,” or “God is great.” Several wounded demonstrators could be seen being carried away on stretchers.
    [Show full text]