DATA DI USCITA: 19 GIUGNO 2019

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Cristina Clarizia [email protected] - [email protected] Cell. +39. 340.2279379 ORION PICTURES Presenta

Una Produzione KATZSMITH

Un Film di LARS KLEVBERG LA BAMBOLA ASSASSINA

GABRIEL BATEMAN

AUBREY PLAZA

BRIAN TYREE HENRY

Casting CHELSEA ELLIS BLOCH

Supervisore degli Effetti Visivi REINA SPARKS

Costumista JORI WOODMAN

Supervisione Musiche RUDY CHUNG & JONATHAN CHRISTIANSEN

Musiche BEAR MCCREARY

Montaggio TOM ELKINS

Scenografie DAN HERMANSEN

Direttore della Fotografia BRENDAN UEGAMA

Produttori Esecutivi AARON SCHMIDT CHRIS FERGUSON

Prodotto da SETH GRAHAME-SMITH DAVID KATZENBERG

Sceneggiatura di TYLER BURTON SMITH

Regia di LARS KLEVBERG

Production Manager Tracey Nomura Supervisore di Produzione Jesse Savath Primo Assistente alla Regia David Klohn Secondo Assistente alla Regia Michelle Fitzpatrick

CAST Karen Barclay Aubrey Plaza Andy Barclay Gabriel Bateman Detective Mike Norris Brian Tyree Henry Henry Kaslan Tim Matheson Falyn Beatrice Kitsos Pugg Ty Consiglio Shane David Lewis Doreen Carlease Burke Omar Marlon Kazadi NOTE DI PRODUZIONE

LA BAMBOLA ASSASSINA è il reboot del classico dell’horror del 1988. Il film racconta la storia di Karen (Aubrey Plaza), una madre single, che regala a suo figlio Andy (Gabriel Bateman) una bambola Buddi, ignara della sua natura sinistra.

Orion Pictures presenta una produzione KatzSmith, un film di Lars Klevberg, con Aubrey Plaza (“Ingrid Goes West”, “Safety Not Guaran- teed”, “Legion”) nel ruolo di Karen Barclay; Gabriel Bateman (“Lights Out-Terrore nel Buio”, “Annabelle”, “American Gothic”) in quello di Andy Barclay; e Brian Tyree Henry (“Atlanta”, “Se La Strada Potesse Parlare”, “Widows-Eredità Criminale”) nella parte del Detective Mike Norris, un poliziotto che sta indagando su una serie di omicidi e la cui madre vive nello stesso edificio di Andy e Karen.

La Bambola Assassina è diretto da Lars Klevberg e prodotto da Seth Grahame-Smith e David Katzenberg, per conto della KatzSmith Productions (“It”, “It: Capitolo 2”). La sceneggiatura è stata scritta da Tyler Burton Smith (“Kung Fury”, il videogioco di “Quantum Break”), e si basa sui personaggi creati da Don Mancini. Aaron Schmidt e Chris Ferguson sono i produttori esecutivi del film. Nel team creativo del film figurano il direttore della fotografia Brendan Uegama (“Riverdale”, “Le Terrificanti Avventure di Sabrina”), lo scenografo Dan Hermansen (“Supernatural”, “Una Serie di Sfortunati Eventi”), Il montatore Tom Elkins (“Annabelle”, “The Prodigy - Il Figlio del Male”), il costumista Jori Woodman (“The Boy”, “Final Destination”), il compositore Bear McCreary (“Auguri per la Tua Morte”, “10 Cloverfield Lane”, “The Walking Dead”, “Battlestar Galactica”), e il gruppo di supervisori delle musiche ‘Hit The Ground Running’ (“La Prima Notte del Giudizio”, “Gotham”, “Rapture”).

LA PRODUZIONE Il produttore Seth Grahame-Smith aveva dodici anni quando La Bambola Assassina uscì al cinema, e rimase letteralmente sconvolto da questo film, che però in seguito ha rivisto moltissime volte: “Sono un fan di questo film da sempre”.

Perciò, quando la MGM e Orion Pictures gli hanno parlato dell’idea di fare un reboot del film, Grahame-Smith, e il suo amico e produtto- re David Katzenberg, inizialmente sono rimasti un po’ perplessi. “Non volevamo limitarci a fare un semplice remake del classico del 1988 che ha fatto conoscere al mondo uno dei cattivi horror più straordinari di tutti i tempi. Volevamo anche introdurre qualcosa di nuovo, qualcosa che potesse attrarre il pubblico di oggi”.

Perciò, hanno meditato a lungo su questa idea. Viviamo in un mondo in cui le videocamere e i microfoni sono ovunque, e ormai i dispositivi elettronici comunicano tra di loro. Ogni cosa è interconnessa. “Ci piaceva poter introdurre questa idea nel film, volevamo che fosse più di un semplice giocattolo, volevamo che fosse un prodotto dell’Intelligenza Artificiale ipertecnologi- co, una di quelle cose che ci si aspetterebbe di vedere in un negozio della Apple, su Amazon o su Google — un vero e proprio compagno di giochi per bambini. Che succederebbe se una bambola con una tale capacità di elaborazione e di connettività diventasse malvagia?” I pro- duttori erano impazienti di poter raccontare qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo erano consapevoli della responsabilità che avevano nei confronti dei fan del film originale.

“Guardando il film originale quello che mi attraeva di più era l’idea che un giocat- tolo, una cosa che ogni bambino possiede e ama, all’improvviso possa rivoltarsi contro di te”, dice Katzenberg, “Quest’idea mi spaventata moltissimo. Da quel giorno ho cominciato a guardare i giocattoli nella mia stanza in un modo diverso. Ancora oggi è un pensiero che mi terrorizza”. E con questa nuova reincarnazione avanzata di Chucky, il terrore è assicurato e sarà persino maggiore: “È spaventoso pensare che qualcosa che usiamo a fin di bene ogni giorno possa farci del male”.

Questa versione di Chucky è tec- nologicamente ancora più avanzata, ribadisce Grahame-Smith, “può ucci- derti in molti più modi rispetto a prima”. Ora ha la capacità di connettersi ad altri apparecchi e di guardare attraverso di essi, è in grado di controllare i termostati, i veicoli e persino i robot aspirapolvere. “È capace di usare qualsiasi cosa abbia a disposizione per terrorizzarti e ucciderti”. Ecco a voi la versione di Chucky 2.0! Dopo appena sei settimane da quella riunione iniziale con la MGM e la Orion, Tyler Burton Smith aveva già finito di scrivere la sceneg- giatura. “Dopo aver visto ogni singolo film della serie di Chucky, si è messo seduto e ha scritto una sceneggiatura straordinaria e in tem- pi record”, racconta Grahame-Smith.

Dopodiché, era cruciale trovare il regista adatto, e la scelta è ricaduta su Lars Klevberg. “Klevberg è entrato subito in sintonia con la sceneggiatura e aveva le idee giuste, le conoscenze giuste, e l’energia giusta”, spiega Grahame-Smith.

Katzenberg ricorda bene la sua prima ‘riunione’ con Lars. “Stavo tornando in macchina da una riunione con uno Studio e mi sono fer- mato al lato della strada per rispondere a una telefonata di Lars. Pensavo che sarebbe durata al massimo una decina di minuti, e invece siamo rimasti a parlare al telefono per due ore”. Durante questa telefonata epica, Lars è arrivato addirittura a fargli sentire una possibile colonna sonora per fargli capire il tono del film che aveva in mente. La sua passione era travolgente.“Abbiamo capito subito che era la persona giusta”.

Klevberg ritiene che sia Grahme-Smith che Katzenberg incarnino i produttori perfetti.“C’è una grossa differenza tra le persone che vo- gliono semplicemente produrre un film e i veri produttori che invece si impegnano creativamente e sostengono il regista. Loro mi hanno sostenuto e mi hanno aiutato molto, e allo stesso tempo mi hanno spronato e guidato. Hanno fatto in modo che rimanessi sempre con i piedi per terra, perché spesso tendo a esagerare”, racconta Klevberg ridendo.

Per Klevberg era importante che la storia creasse una connessione umana autentica e che avesse un aspetto emotivo che facesse presa sugli spet- tatori, al di là dell’aspetto horror. Il film doveva avere qualcosa di profondo da dire. “Ad essere onesto, quando ho letto la sceneggiatura l’ho trovata davvero eccellente. Era molto più ricca rispetto al film originale. La mente di Chucky e il modo in cui diventa il Chucky che noi tutti conosciamo è estre- mamente interessante. Questo film scava molto più a fondo nel contesto emotivo che esiste tra i personaggi di Andy e Chucky”.

Rispetto al film originale qui le motivazioni che lo spingono a diventare malvagio vengono spiegate molto meglio, ed è proprio questa la cosa che Klevberg trova particolarmente terrificante.“In questo film impariamo a conoscere Chucky molto bene, capiamo il motivo per cui diventa quello che è, e questa motivazione è plausibile e reale. L’espediente che innesca la trasformazione di Chucky è stato pensato molto bene e risulta davvero terrificante”.

Il film sfocia in un confronto molto realistico tra Chucky e Andy, nel quale si capiscono i punti di vista di entrambi, e dopo il quale si ar- riva a provare più che un semplice accenno di simpatia nei confronti di questa bambola assassina. “Chucky diventa malvagio perché interagisce con le persone e assimila i loro comportamenti. Vuole fare quello che lui ritiene il bene, ma il suo comportamento si basa solo sull’impulso e su una conoscenza limitata del mondo”. Ed è ciò che innesca la sua trasformazione.

Il motivo per cui Klevberg da piccolo si era spaventato molto guardando il primo Chucky è dovuto al fatto che aveva come protagonista una cosa che in teoria viene creata per portarti conforto. “Da piccoli pensiamo che le bambole siano vive, e spesso ci parliamo. Loro ci proteggono e ci intrattengono. Mentre Chucky ci aveva mostrato che potevano anche fare l’opposto. È questo che mi spaventava a morte da piccolo”.

Come Grahame-Smith e Katzenberg, Lars sente la responsabilità di rendere omaggio al Chucky originale. “Volevo rispettare le sue origini e, allo stesso tempo, desideravo realizzare la mia storia personale. Inoltre, avevo il compito di portare sullo schermo una sceneggiatura scritta da un brillante sceneggiatore. La mia prima responsabilità era nei confronti di quella sceneggiatura, e parallelamente dovevo riuscire a conservare ciò che ha reso l’originale così popolare”. Tra le fonti da cui ha tratto ispirazione per il film cita “E.T.”, la versione svedese di “Lasciami Entrare”, Frankenstein di Mary Shelley, e addirittura Pinocchio.

“Il pubblico si spaventerà molto guardando questo film”, insiste Grahame-Smith, “Per i momenti di terrore, per la bambola assassina, e anche per la plausibilità di questa storia. Quando torneranno a casa si renderanno conto che molta di questa tecnologia è già nelle loro case e che fa già parte delle loro vite. Che succederebbe se si rivoltasse contro di loro e decidesse di fare una carneficina? È questo l’aspetto divertente del film… Una cosa che non corrispondeva alla realtà nel 1988, e che invece è assolutamente plausibile in questa versione del 2019, è che il Chucky che abbiamo oggi può ucciderti veramente”.

Grahame-Smith spera che gli spettatori continueranno a riflettere su questa storia anche dopo essere usciti dalla sala, e che la paura li accompagnerà a lungo. “Vogliamo che questo film sia divertente, cupo, spaventoso, disgustoso, terrificante, e a volte anche sorpren- dentemente commovente. Ci auguriamo che sia un’esperienza cinematografica da vivere tutti insieme in una sala affollata”. UNA TECNOLOGIA SINISTRA “Ho una cosa per te”, dice Karen ad Andy in una scena del film, ma poi esce dal personaggio e aggiunge: “È una bambola malvagia che ci ucciderà”. Ma mentre il Chucky originale era un serial killer che ci terrorizzava attraverso il corpo di una bambola, il Chucky del 2019 gioca sulle nostre paure odierne.

“Dedichiamo tutta la nostra vita a queste macchine, tutto viene salvato nel cloud e siamo letteralmente dominati della tecnologia”, dice Tyree Henry. “È questa la cosa affascinante di questo reboot de La Bambola Assassina. Anche gli adulti rimarranno impressionati da questo Chu- cky… perché ormai siamo tutti schiavi della tecnologia”.

Henry ricorda di aver letto una storia riguardo a un bambino, la cui prima parola era stata ‘Alexa’ perché l’aveva sentita dire molte volte dai genitori. “Probabilmente pensava che significasse ‘Ti voglio bene’”, racconta. “Mi spavento sempre quando sento un bambino dire ‘Ehi go- ogle fai questo’, o ‘Ok google accendi quello…’. Interagiscono più con queste macchine che con gli esseri umani”.

Una delle cose che avevano colpito molto Tyree Henry della sceneg- giatura è l’empatia che si prova nei confronti di Chucky alla fine del film.“In questo film mi sono affezionato molto a Chucky. Lui è un prodotto, ma è anche un prodotto della programmazione, ed è questa la cosa triste. È stato programmato per essere il miglior amico dei bambini. In un certo senso, è una storia d’amore”, dice ridendo, “Chucky prova molte emozioni ed è in grado di apprendere. E quando comincia ad apprendere cose nuove si trasforma in un essere terrificante”.

Il messaggio del film ha colpito molto anche Plaza.“Personalmente, provo un particolare disgusto nei confronti della tecnologia e degli apparecchi elettronici a cui ci siamo assuefatti”, dichiara, “non sappiamo ancora quali effetti potranno avere sulla società questi con- gegni, ma prima o poi ci guarderemo indietro e diremo, ‘Accidenti, ci sono sfuggiti di mano’. Quindi forse in un certo senso questo film predice il futuro”. CREARE IL MONDO DI CHUCKY Quando Klevberg è entrato a far parte del progetto, si è imposto come obiettivo di creare un mondo che per gran parte del tempo do- veva essere visto e vissuto attraverso gli occhi di un bambino. “Una delle prime direttive di Lars è stata che si trattava di un film per bambini e che voleva fare riferimento principalmente ai film della Amblin degli anni 80”, dice lo scenografo Dan Hermansen (“Deadpool 2”, “Una Serie di Sfortunati Eventi”), “Il film ha un look lievemente nostalgico, anche se abbiamo a che fare con un tipo di tecnologia contemporanea, o persino più avanzata”.

Hermansen ha creato un mondo vissuto, realistico, quasi decadente. “Il nostro mondo è un mondo più vecchio dove le cose sono più logore e romanticizzate. Non c’è mai niente di nuovo e lucido”, dice, “Ogni cosa ha un suo carattere e una sorta di patina”.

Il calore degli spazi compensa la tensione horror della storia. “Una delle cose più importanti per me è riu- scire a trovare i luoghi e i dettagli che conferiscano l’emozione giusta”, dice Hermansen, “Quindi sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi dia il tipo di emozione che cerco”.

Quando Andy e sua madre Karen si trasferiscono in un appartamento di un vecchio edificio, si capisce che una volta quel luogo doveva essere stato un palazzo sfarzoso, che poi con il tempo è caduto in disgrazia. La carta da parati si è staccata dalle pareti, i tappeti sono logori, le luci sono fioche, e ci si immagina che i vicini siano scontrosi.

Zed-Mart, il negozio che vende di tutto, dove Karen lavora di giorno, è ambientato in un edificio più vecchio, fatiscente, degli anni ’60, che ha lo stile architetto- nico di quel periodo. “È un edifico che ha visto tempi migliori. È in pessime condizioni, perché in fondo questo non è un mondo perfetto”. Nei grandi magazzini Zed-Mart, che sono uno dei set preferiti di Klevberg, Hermansen ha amplificato il fattore horror inserendo alcune bambole e giocattoli smembrati, tantissime zone in ombra, e moltissimo fumo. “È un ambiente che viene visto attraverso gli occhi di un bambino, quindi doveva apparire molto terrificante”, dice. “È un mondo sgangherato, e ci sono dei giocattoli sgangherati”.

È tutta una questione di piccoli tocchi qua e là, che aiutano a costruire un senso di inquietudine, come ad esempio le spaventose ma- schere che vediamo nella stanza di Andy. “Lars è molto attento ai dettagli. Sta sempre molto attento a tutto. Ha un’idea precisa di quello che vuole, quindi è più facile realizzare la sua visione”. IL LOOK DEL FILM Il Direttore della Fotografia Brendan Uegama non era estraneo allo stile di luce malinconico e cupo necessario per questo film, consi- derando che precedentemente aveva lavorato in serie televisive come “Le Terrificanti Avventure di Sabrina” e “Riverdale”. Sia lui che Klevberg volevano conferire al film un look naturale basato principalmente su dei toni cupi, ma con qualche tocco di colore.

I due hanno attinto da diverse fonti per prendere ispirazione, e hanno visio- nato migliaia di foto. Una delle fonti di ispirazione principali sono stati alcuni film di Spielberg degli anni ‘80, tra cui “E.T.”

“Nella camera di Andy c’è molto colore”, spiega Uegama, “Abbiamo illumi- nato la stanza dalla finestra, facendola apparire più sicura e conferendole un senso di magia. Mentre l’esterno e tutti gli altri posti che appaiono nel film risultano più grigi e malmessi”.

Da piccolo uno dei suoi posti preferiti era proprio la sua stanza. “Rendevo speciale la mia stanza riempendola di tutte le cose che mi piacevano, che facevano parte di me. Probabilmente volevo crearmi un posto dove potessi sentirmi al sicuro. Nel film la stanza di Andy è il posto per eccellenza in cui si crea un legame tra Chucky e Andy, e dove nasce la loro un’amicizia. È anche il posto dove Andy si rifugia sempre quando si sente a disagio con Shane, il fidanzato della madre”.

La magia nasce quando Chucky comincia ad ambientarsi nella vita quoti- diana del protagonista. “Quando questo bambolotto prende vita, comincia a fare amicizia con Andy”, spiega Uegama, “E quando la loro amicizia sboccia, la stanza di Andy prende letteralmente vita”.

Nel film si ricorre spesso al fumo, perché se chiedeste a Lars, vi direbbe che il fumo non è mai abbastanza su un set.“Sono un grande fan dei vecchi pittori italiani e dei film noir”, spiega, “Adoro i contrasti. Il film sicuramente ha i suoi momenti cupi, ma ha anche un look colorato, ricco dei toni del rosso e dell’arancione, e a mio parere è molto interessante”.

Il fumo ha aiutato Uegama a creare una texture che ha reso il film più tridimensionale, più vivo, e anche più realistico. “Rende tutto più tangibile”, spiega, “Crea profondità e aggiunge complessità all’immagine”.

Bisognava creare diversi strati. Anche se significava fare disordine, avere dei muri non in condizioni perfette, o usare la luce per creare una miriade di ombre nelle quali potesse nascondersi qualsiasi cosa, in modo da aumentare la tensione.

C’è sempre qualcosa che si nasconde tra le ombre. “A volte abbiamo fatto maggiore affidamento sull’illuminazione, e il set veniva illuminato solo da alcune lampade di scena”, spiega lo scenografo Dan Hermansen, “In questo film c’è molta luce e c’è molto buio. E ci sono moltissime ombre”.

Anche la macchina da presa ha aiutato a creare la suspense. “Quando l’elemento horror prendeva il so- pravvento non facevamo altro che fare avanzare lentamente la macchina da presa per creare tensione, oppure aggiustavamo il ritmo degli attori”, racconta Uegama, “Lars li faceva muovere o parlare un po’ più lentamente…” Nelle scene in cui i bambini giocano, la macchina da presa si muoveva un po’ più rapidamente, compiendo delle panoramiche più agili.

Lavorare con la bambola di Chucky è stata una vera a propria sfida. Serviva molto tempo per farlo muovere, e la produzione ha dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo. “Ovviamente, non è un attore in grado di camminare e di muoversi”, spiega Uegama, “Deve essere posizionato e spostato continuamente, e per fare questo era necessario molto tempo”. Servivano diversi burattinai sotto alla bambola per far muovere le diverse parti del suo corpo, e questo spesso imponeva il modo in cui doveva essere inquadrata la scena. Nonostante tutto, dice Uegama, è stata un’esperienza speciale poter vedere Chucky prendere vita. E proprio come Pinocchio, che è stato una fonte d’ispirazione per Lars, man mano che le riprese sono andate avanti, Chucky si è evoluto ed è diventato più abile. “All’inizio è rigido e impacciato, ma poi piano piano prende vita, la sua personalità comincia a venire fuori, e diventa una persona a tutti gli effetti”.

“È un personaggio iconico, ma avevo voglia di aggiungere qualcosa di nuovo e allo stesso tempo volevo rispettare il Chucky originale”, racconta Grahame-Smith, “Cosa doveva avere di tanto speciale da far desiderare ai bambini di possederne uno? È stato questo il concetto da cui siamo partiti per creare il design di questa bambola”. La versione finale della bambola è stata alterata per mezzo degli Effetti Visivi, ma quando è stato possibile è sempre sta- to usato un animatronic.

Secondo Klevberg, visivamente questa pellicola ricorda i vecchi film di Hitchcock, di cui lui stesso è un grande ammiratore.“Ogni scena in cui c’è Chucky è interessante per me dal punto di vista della regia perché ho a che fare con un antagonista che lentamente passa al suo lato oscuro”. IL CAST ARTISTICO

AUBREY PLAZA (KAREN) ha recitato al fianco di Elizabeth Olsen in “Ingrid Goes West” di Matt Spicer, che è stato distribuito negli Stati Uniti da Neon nell’agosto del 2017. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival del 2017, dove ha ottenuto delle critiche entusiastiche, e ha vinto il Waldo Salt Screenwriting Award. La pellicola è stata proiettata anche al London Film Festival di quello stesso anno, ha vinto un Independent Spirit Award come “Miglior Opera Prima”, ed è stata candidata per la “Migliore Sceneggiatura Esordien- te”. Oltre a recitare nel film, Aubrey figura anche come produttrice.

Aubrey è apparsa come protagonista nel film “The Little Hours” di Jeff Baena, al fianco di Alison Brie, Dave Franco, Nick Offerman, e Molly Shannon. Questo film, di cui è anche produttrice, è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2017 ed è stato di- stribuito a giugno del 2017. Aubrey era già apparsa in due film precedenti di Baena, “Life After Beth - L’Amore ad Ogni Costo” e “Joshy”. Inoltre, ha recitato al fianco di Craig Robinson in “An Evening with Beverly Luff Linn” di Jim Hosking, che è stato proiettato in anteprima al Sundance Film Festival del 2018 ed è stato distribuito a ottobre del 2018.

Aubrey attualmente recita in “Legion”, la serie fantascientifica di Noah Hawley, in onda su FX, e basata sull’omonimo personaggio dei fumetti della Marvel. “Legion” di recente è stato premiato ai Peabody Awards. Inoltre, Aubrey ha ricevuto una nomination agli MTV Award, nella categoria “Miglior Cattivo”, e una nomination agli Imagen Award come “Migliore Attrice”. Precedentemente, Aubrey era apparsa nel film di Colin Trevorrow acclamato dalla critica, “Safety Not Guaranteed”, con Mark Du- plass e Jake Johnson. La pellicola, prodotta da Jay e Mark Duplass, è stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival del 2012, e nel 2013 ha ricevuto un Independent Spirit Award per la “Migliore Sceneggiatura Esordiente”, e una nomination come “Miglior Film d’Esordio”. Per la sua performance nel film, nel 2012, Aubrey ha vinto l’ALMA Award nella categoria “Attrice Preferita – Commedia/Musical” e il cast è stato candidato ai Gotham Independent Film Award nella categoria “Miglior Cast”.

Tra gli altri film di cui è stata interprete vale la pena citare “Mike & Dave-Un Matrimonio da Sballo” di Jake Szymanski con Anna Kendrick, Zac Efron e Adam DeVine; “Nonno Scatenato” di Dan Mazer, con Zac Efron e Robert DeNiro; “Niente Cambia, Tutto Cambia” di Zachary Sluser, con John Hawkes; “Ned Rifle”, di Hal Hartley, terzo e ultimo capitolo della trilogia di culto; “About Alex” di Jessie Zwick, con Jason Ritter, Max Greenfield e Nate Parker; “The To Do List - L’Estate Prima del College” di Maggie Carey, con Bill Hader; “A Glimpse Inside the Mind of Charlie Swan III” di Roman Coppola, con Bill Murray, Charlie Sheen e Jason Schwartzman; “10 Years” di Jamie Linden, con Channing Tatum, Oscar Issacs e Max Minghella; “Damsels in Distress-Ragazze allo Sbando” di Whit Stillman, con Greta Gerwig; l’action-comedy di Edgar Wright, “Scott Pilgrim vs. the World”, con Mi- chael Cera; “Funny People” di Judd Apatow, con Adam Sandler, Seth Rogen, Jonah Hill e Jason Schwartzman; e “Mystery Team” di Dan Eckman, con Donald Glover. Aubrey, inoltre, ha prestato la voce a un personaggio del film di animazione diretto da Dan Scanlon, “Monsters University”, che ha incassato oltre 740 milioni di dollari in tutto il mondo. In ambito televisivo, Aubrey è apparsa nella serie comica candidata agli Emmy, “Parks and Recreation”, con Amy Poehler. La sua performance le è valsa la nomination agli American Comedy Award come “Migliore Attrice non Protagonista/Commedia” nel 2014, e il premio Imagen Foundation Award come “Migliore Attrice non Protagonista /Televisione” nel 2010, 2012, 2013 e 2014. La serie, che è stata creata da Greg Daniels e Michael Schur, è un mockumentary di mezz’ora, ed è andata avanti per sette stagioni. Aubrey si esibisce a teatro in alcuni sketch comici, presso l’Upright Citizens Brigade Theater, dal 2004. Inoltre, di recente ha cominciato a esibirsi in alcuni cabaret presso la Laugh Factory e il The Improv. È nata a Wilmington, nel Delaware, e si è laureata presso la Tisch School of the Arts di New York.

GABRIEL BATEMAN (ANDY) attualmente recita nel ruolo del protagonista nella serie comica di Amazon “The Dangerous Book for Boys”, creata da Bryan Cranston e diretta da Greg Mottola. Gabriel è anche uno dei protagonisti del reboot di “Benji”, il classico per famiglie del 1974, che è già disponibile su . Presto lo ve- dremo anche nei panni di Alex, al fianco di Michelle Monaghan, nel biopic indipendente “Saint Judy”; oltre che in “Robert the Bruce”, il seguito di “”. È noto soprattutto per aver interpretato il film horror di grande suc- cesso “Lights Out - Terrore nel Buio”, prodotto da ; inol- tre, è apparso nella serie poliziesca-mistery, “American Gothic” in onda su CBS. Lo abbiamo visto anche in “Outcast”, la serie trasmes- sa da . Quest’ultima è stata creata creata da (il creatore di “The Walking Dead”). Ha interpretato il ruolo di Ethan Taylor in “Stalker”, ed è apparso in “Annabelle” e “Band of Robbers”.

BRIAN TYREE HENRY (DETECTIVE MIKE NORRIS) È un attore particolarmente versatile che è stato candidato agli Emmy e ai Tony Award. È attivo sia in ambito cinematografico che televi- sivo e teatrale. Attualmente possiamo vederlo recitare al fianco di Donald Glover nella serie di Fx, “Atlanta”, vincitrice del Golden Globe e del Peabody Award e candidata agli Emmy, di cui è stata già annunciata la terza stagione. Per questo ruolo ha ricevuto le nomination agli Emmy e agli MTV Movie & TV Award. Nel 2017, è apparso nel ruolo di “Ricky” in “This Is Us”, nella NBC, per il quale ha ricevuto la candidatura agli Emmy. Henry ha interpretato il ruolo del Generale, nel musical di Broadway di grande successo, “The Book of Mormon”, per il quale ha ricevu- to critiche entusiastiche. Nella primavera del 2018, Henry è tornato a Broadway nella commedia di Kenneth Lonergan candidata ai Tony, “Lobby Hero”. Per questo ruolo ha ottenuto le nomination ai Tony, ai Drama Desk e ai Drama League Award. Il 2018 è stato un anno molto prolifico per Henry sul grande schermo, dove è apparso in una serie di film di generi diversi. Lo abbiamo visto nell’action thriller “Hotel Artemis”, accanto a Jodie Foster e Sterling K. Brown, nel dramma della Sony “Cocaine - La Vera Storia di White Boy Rick”, con Matthew McConaughey e nel thriller di Steve McQueen, “Widows-Eredità Criminale” con Viola Davis. Lo abbiamo visto anche nel film di animazione della Sony, “Spider-Man: Un Nuovo Universo”, e in “Se La Strada Potesse Parlare” di Barry Jenkins, dove la sua performance nel ruolo di Daniel Carty ha ricevuto ottime critiche. Più di recente Henry ha girato quattro film: “La Bambola Assassina”, “The Woman in the Window”, della FOX, con Amy Adams e Gary Oldman, “Superintelligence” della Warner Brothers, con Melissa McCarthy, e il dramma indipendente “The Outside Story”, dello sceneggiatore/regista Casimir Nozkowski. Attualmente, è impegnato nelle riprese del blockbuster “Godzilla vs. Kong” della Le- gendary. Nel 2019, lo vedremo nella commedia indipendente “Fam-i-ly”, al fianco di Taylor Schilling e Kate McKinnon, e nel thriller della Blumhouse, “Relive”, con David Oyelowo, quest’ultimo è stato presentato in anteprima al Sundance Film Fe- stival. Tra gli altri film di cui è stato interprete vale la pena ricordare le pellicole indipendenti “L’Unica”, “Puerto Ricans in Paris” e “Crown Heights”. In ambito televisivo è apparso in numerose serie, tra cui “Room 104”, “Drunk History”, “Le Regole del Delitto Perfetto”, “Vice Principals”, “Boardwalk Empire”, “The Knick”, “The Good Wife” e “Law & Order”. Si è laureato presso l’Atlanta Morehouse College, e ha conseguito un Master presso la Yale School of Dra- ma. Attualmente risiede a New York.

BEATRICE KITSOS (FALYN) ha cominciato a lavorare come modella sin da piccola per la marca di abbigliamento Redfish Kids, di proprietà di sua madre. Ha capito subito di essere a suo agio davanti alla macchina da presa, e a 10 anni si è sentita pronta per intraprendere la carriera di attrice cinematografica e televisiva. Nel 2015, Beatrice ha ottenuto il suo primo ingaggio nello spot acclamato dalla critica della Hershey intitolato “My Dad”. In ambito televisivo è apparsa in un ruolo ricorrente in “The Exorcist”, della Fox, dove interpretava il ruolo di Grace, una tranquilla, timida ragazzina segnata da un trauma profondo e presa di mira da una potente forza malvagia. L’abbiamo vista anche in “iZombie”, nel ruolo di Annie, una ragazzina che viene data in affidamento e che cerca disperatamente di fuggire dalla famiglia affidataria. Inoltre, ha recitato in “Blue Book” ed è la prota- gonista di “Tempting Fate” di Lifetime. TY CONSIGLIO (PUGG) è apparso nelle serie Tv “Fast Layne” “iZombie”, “Frequency” e “Riggle Picks”, in onda su NFL FOX Sports; inoltre, lo abbiamo visto nei film “Fuga dalla Biblioteca di Mr. Lemoncello”, “Aliens Ate My Homework” e nel film di animazione “Woody Woodpecker”. Il film che ha segnato il suo debutto cinematografico è stato “Wonder”. Consiglio è un attore canadese e ha cominciato a recitare a otto anni dopo essersi esibito presso una compagnia teatrale locale. Dal 2010 al 2015 ha recitato in sei musical teatrali, e nel 2015 ha cominciato a lavorare in ambito cinematografico e televisivo. Ty è nato a Vancouver ma ha fatto le scuole elementari a Kelowna. A Kelowna, Ty ha studiato Teatro presso l’Actors Studio. In seguito si è ritrasferito a Vancouver per perseguire la carriera di attore cinematografico e televisivo. Ty vive insieme alla sua famiglia a Vancouver. Suo fratello e sua sorella praticano entrambi il Pattinaggio su Rotelle a livello professionale.

DAVID LEWIS (SHANE) è nato e cresciuto a Vancouver. Ha capito sin da piccolo di voler diventare un attore. All’inizio della sua carriera David si è fatto le ossa nel settore pubblicitario, nell’ambito indipendente e in numerosi cortometraggi, tra cui “Shoes Off”, vin- citore nella categoria Miglior Cortometraggio al Festival del Cinema di Cannes. David ha lavorato al fianco di attori come Ashton Kutcher e Michelle Pfeiffer in “Personal Effects”, con Keanu Reeves in “Ultimatum Dalla Terra” e con Jennifer Connelly e William H. Macy nella pluripremiata pellicola “Il Venditore dell’Anno”. In ambito televisivo è apparso in “Dead Like Me”, “The L Word” “X-Files” “Supernatural” e in “Fringe”. David inoltre ha interpretato di- versi ruoli ricorrenti in “Girlfriends Guide to Divorce” “Rogue” “Motive” “Intruders” e “Dirk Gently Agenzia di Investigazione Olistica”. È anche uno scrittore: è uno degli autori della serie web “Parked”, e ha scritto numerosi cortometraggi, tra cui “Stalled”, che è stato proiettato in occasione di 23 festival cinematografici in giro per il mondo.

CARLEASE BURKE (DOREEN) da trent’anni ormai è un volto molto noto nell’ambito del settore pubblicitario, dei film e della te- levisione. È stata una madre schizofrenica in “Touch”. La preside di una scuola per non udenti in “Switched at Birth-Al Posto Tuo”. La mamma di un calciatore che si gode i soldi del figlio in “Ballers”. E una camionista lesbica sboccata in “Shameless”. Questi sono solo alcuni dei 100 e più film elencati sulla pagina che IMDb le ha dedicato. Uno dei progetti più emozionanti a cui ha partecipato è stata la serie “Crowded”, in onda su NBC, la sitcom creata da Suzanne Martin e prodotta dalla Hazy Mills Productions. Il leggendario James Burrows ha diretto 9 dei 13 episodi che sono andati in onda nel 2016. Carlease Burke è cresciuta a Hollis, nel Queens, ha frequentato il City College di New York dove si è laureata in Legge, e in seguito si trasferita a Los Angeles per dedicarsi alla sua passione per la recitazione. Tra i film più memorabili di cui è stata interprete ricordiamo “The Terminal”, il film diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Hanks; “Piacere sono un po’ Incinta”, con Jennifer Lopez; “In Her Shoes-Se Fossi Lei” con Toni Collette e Cameron Diaz, per la regia di Curtis Hanson, e “Jumanji: Benvenuti nella Giungla”. Paralle- lamente ha anche proseguito la sua carriera teatrale e ha conseguito il diploma come Interprete di Lingua dei Segni. Questa abilità le è tornata molto utile per il film “Sweet Nothing in My Ear”, di Marlee Matlin, e per “Switched at Birth-Al Posto Tuo”. Nel tempo libero la Burke ama viaggiare, cucinare, andare in bicicletta e prendere lezioni di qualsiasi cosa, dai Tamburi Africani al Lindy Hop. Adora la musica e sostiene numerose cause benefiche, tra cui The Felix Organization, The SAG-AFTRA Foundation e il Motion Te- levision Fund.

MARLON KAZADI (OMAR) di recente è apparso in un ruolo da comprimario nel film di Hallmark, “Christmas in Evergreen 2”, e in un episodio della serie della ABC “The Whispers”. Marlon parla fluentemente sia l’inglese che il francese e nel suo tempo libero gioca a basket e a baseball. A soli quattordici anni, grazie alla sua forte presenza scenica, è considerato già uno dei volti da tenere d’occhio. CAST TECNICO LARS KLEVBERG (REGISTA) È nato in Norvegia, e fin da piccolo ha sempre amato il cinema e la fotografia. È autore di alcuni cortometraggi pluripremiati, tra cui il dramma post-apocalittico, “The Wall”, e il film horror, “Polaroid”. Quest’ultimo ruota attorno a una macchina fotografica Polaroid che ha delle conseguenze mortali per coloro che hanno la sfortuna di farsi scattare una foto. Da giovane, Klevberg ha studiato Cinema e successiva- mente ha arricchito le sue conoscenze cinematografiche da solo, leggendo centinaia di libri. Tra i cineasti che più lo hanno influenzato cita Ingmar Bergman, ma è anche un appassionato di anime giapponesi. Prima di girare i suoi primi cortometraggi ha lavorato su molti set, sia come assistente di produzione che come Terzo Assistente alla Regia. Klevberg ha trascorso sei anni nella fanteria norvegese come comandante di plotone e tenente, e ancora oggi mette a frutto le capacità che ha acquisito nell’esercito sul set. È conosciuto per il suo stupefacente stile visivo, per la sua meticolosa attenzione ai dettagli e per il suo spirito Vichingo.

TYLER BURTON SMITH (SCENEGGIATORE) è uno sceneggiatore origina- rio della città canadese di Peachland. Da bambino Tyler esprimeva il suo amore per la narrazione attraverso gli innumerevoli e imbarazzanti spettacolini di pupazzetti e cortometraggi in stop-motion ai quali solo sua sorella aveva la pazienza di assistere. Smith si è laureato presso l’Università della Columbia Britannica, ma poi ha scelto di seguire la sua passione per il cinema e di dedicarsi alla carriera di sceneggiatore.

Dopo aver frequentato la scuola di Cinema di Vancouver, Smith ha cominciato a lavorare come sceneggiatore nel mondo dei video game, dove ha scritto le storie di giochi come “Sleeping Dogs” e “Quantum Break”. Ha vissuto in Finlandia per diversi anni mentre lavorava per la Remedy Entertainment. Poi nel 2015, quando la Sony Animation ha acquistato i diritti di un suo soggetto originale di fan- tascienza, si è trasferito a Los Angeles. Tyler Burton Smith ha scritto insieme a Gil Kenan, per conto della Warner Bros, la sceneggiatura del film horror in animatronic “Five Nights at Freddy”. In seguito ha venduto la commedia horror “Spooked” alla 20th Century Fox, che attualmente sta sviluppando il proget- to, il cui produttore è Dan Lin. Ha scritto l’adattamento cinematografico del film d’azione “Kung Fury”, che è attualmente in fase di pre- produzione, nel cast ricordiamo Michael Fassbender e Arnold Schwarzenegger. Nel suo ultimo progetto in ordine di tempo, “La Bambola Assassina”, Smith ha potuto fondere il suo amore per l’horror, per le dark comedy e per i burattini.

SETH GRAHAME-SMITH E DAVID KATZENBERG (PRODUTTORI) sono i fondatori della KatzSmith Productions, insie- me ad Aaron Schmidt (Produttore Esecutivo), che attualmente è il vice presidente senior della società. La KatzSmith di recente ha pro- dotto “It”, tratto dal romanzo di Stephen King, che ha incassato oltre 700 milioni di dollari ed è diventato il film horror che ha incassato di più nella storia del cinema. Attualmente, stanno lavorando insieme a Tim Burton al sequel di “Beetlejuice”, il classico di culto del 1988, e stanno producendo il film “Kung Fury”, di David Sandberg. Inoltre, hanno stretto un accordo biennale con la 20th Century Fox TV. David ha diretto la maggior parte degli episodi di “Hard Times – Tempi Duri per RJ Berger” di MTV, (creati e prodotti da David e Seth). È un regista televisivo molto prolifico, ha diretto diversi episodi di “Awkward-Diario di Una Nerd Superstar”, “Ben and Kate”, “New Girl”, “Aiutami Hope”, solo per citarne alcuni. Di recente, ha diretto “Riverdale” della CW, e “Ballers” della HBO. È anche il regista di “The Goldbergs” della ABC e dello spinoff, dal titolo “Schooled”. Nel 2009, Seth ha scritto il fenomeno letterario “Orgoglio e Pregiudizio e Zombie”, che ha raggiunto il terzo posto della classifica dei libri più venduti del New York Times. A questo ha fatto seguito, “La Leggenda Del Cacciatore di Vampiri-Il Diario Segreto del Presidente”, che ha debuttato al quarto posto della stessa classifica, ed è stato uno dei best-seller del 2010. Tim Burton ha acquistato i diritti del libro e ha ingaggiato Seth per scrivere l’adattamento cinematografico. Burton in seguito ha ingaggiato di nuovo Seth per scrivere “Dark Shadows”, con Johnny Depp. Più recentemente Seth ha scritto la sceneggiatura di “Lego Batman-Il Film”, e per conto della Disney ha scritto l’adattamento del libro di Neil Gaiman, “Il Figlio del Cimitero”. Il regista del film sarà Ron Howard. Dopo essersi laureato presso l’Università di Berkeley, Aaron ha lavorato sia nella produzione, nel settore pubblicitario, che in quello del cinema e della televisione. In seguito è stato assunto alla Marc Platt Productions, presso gli Universal Studios. Successivamente, ha ottenuto un posto alla Langley Park Pictures, presso la Warner Bros, dove ha lavorato per Kevin McCormick, poi con il passare degli anni ha scalato i ranghi arrivando a diventare Vice Presidente della società. Dopodiché, è stato ingaggiato come capo dello sviluppo dei progetti alla Jason Bateman Aggregate Films, presso gli Universal Studios, dove ha lavorato a numerosi progetti televisivi e cinemato- grafici. Si è unito alla KatzSmith Productions nel 2017.

CHRIS FERGUSON (PRODUTTORE ESECUTIVO) è il Presidente della Oddfellows Pictures, che è stata fondata nel 2012 e ha prodotto già diversi film originali. Tra i film che la società ha prodotto nel 2018 vale la pena ricordare “Sweet Virginia”, che è stato presentato al Festival di Tribeca del 2017, e che è interpretato da Jon Bernthal, Chris Abbott, Imogen Poots e Rosemarie DeWitt; L’action fantascientifico “First Light” con Stefanie Scott; e “Un Viaggio Stupefacente”, la commedia interpretata da Vera Farmiga e Christopher Plummer. La Oddfellows di recente ha inaugurato anche un suo studio di animazione, l’Oddfellows Labs, che si occupa di sviluppare progetti sia in ambito televisivo che online.

BRENDAN UEGAMA (DIRETTORE DELLA FOTOGAFIA) è un direttore della fotografia molto apprezzato principal- mente per il lavoro che ha svolto nella serie “Riverdale” di Cw, e in “Le Terrificanti Avventure di Sabrina”, in onda su Netflix. Ha vinto molti premi e ricevuto numerose candidature, e i suoi lavori sono apparsi in tutto il mondo sia in ambito teatrale che tele- visivo, e nel circuito dei più prestigiosi festival cinematografici internazionali. Uegama ha girato la puntata pilota e le prime due stagioni della serie di successo di SyFy, “Van Helsing”, e la serie di spionaggio, “The Romeo Section”. Inoltre ha lavorato nel reboot di Legendary Pictures, di “Electra Woman & Dyna Girl”. Brendan Uegama vive a Malibu, in California ed è rappresentato dalla Dattner Dispoto & Associates.

DAN HERMANSEN (SCENOGRAFO) Dan Hermansen è nato a Los Angeles ed è cresciuto a Vancouver. È un vero cittadino del Nord America. Dopo aver girato in lungo e in largo tutto il mondo, Dan ha deciso di dedicarsi al cinema. È un Art Director di grande esperienza, che ha avuto l’opportunità di lavorare con numerosi filmmaker visionari, in un vasto numero di progetti televisivi e cinematografici, tra cui “De- adpool 2”, “Una Serie di Sfortunati Eventi”, “L’Uomo D’Acciaio”, e “Parnassus-L’Uomo che Voleva Ingannare il Diavolo”, solo per citarne alcuni.

JORI WOODMAN (COSTUMISTA) ha creato un repertorio incredi- bile di costumi per il cinema, la televisione e la pubblicità. All’università ha studiato l’arte visiva, la storia del cinema e la storia dell’arte. Ai tempi dell’università si occupava di creare i costumi per le produ- zioni teatrali e per i film indipendenti. Ha lavorato in film di generi molto diversi: nei drammi in costume, come il recente “Cocaine Godmother”; nella miniserie “The Titanic” (che le ha valso una nomination agli Emmy), entrambi interpretati da Catherine Zeta Jones; nei polizieschi televisivi, come “The Killing” (stagioni 3 e 4) con Mireille Enos, Joel Kinnaman e Joan Allen; e ha anche fatto incursione nel genere paranormale con “Beyond”, inter- pretato da Barkley Duffield e Romy Rosemont, e “The Whispers”, con Lily Rabe e Barry Sloane. In ambito televisivo di recente ha lavora- to nella famosa Black Comedy di Lifetime, dal titolo “UnREAL”, con Constance Zimmer e Shiri Appleby. Tra i primi film in cui ha lavorato vale la pena ricordare tre degli episodi della franchise paranormale di “Final Destination”, a cui ha fatto seguito il thriller/horror “The Boy”. Jori ha creato i costumi di diversi progetti della Disney, il più soddisfacente e impegnativo dei quali è stato il film “8 Amici da Salvare”, con Paul Walker, Bruce Greenwood e Jason Biggs. Il suo background nelle arti visive e nel teatro le permette di creare dei costumi molto dinamici a livello visivo. I costumi che ha creato per “Doctor Who”, con Paul McGann e Eric Roberts, sono conservati presso il Museo della BBC, dedicato alla lunga storia della serie del “Doctor Who”. Ha collaborato con il comico Leslie Neilson in “Mr. Magoo” e in “Il Fuggitivo della Missione Impossibile”, dove ha avuto piena libertà artistica in merito ai colori, ai tessuti e allo sviluppo dei personaggi. Il suo amore per il design dei costumi dei film comici può essere apprezzato in due film di Keenan Ivory Wayans, ”White Chicks” e “Quel Nano Infame”.

TOM ELKINS (MONTATORE) da bambino ha realizzato decine di film in 8mm, alcuni dei quali di genere horror, tra cui “The Killer Trike”. La sua carriera professionale ha avuto inizio quando venne ingaggiato da Herman Cain, allora presidente della catena nazionale di pizza Godfather Pizza, per realizzare dei video di formazione umoristici e delle pubblicità televisive. In seguito ha cominciato a lavorare nel cinema, inizialmente come assistente di produzione, e poi come coordinatore di produzione, lavorando in film come “Payback - La Rivincita di Porter” di Mel Gibson, e “Il Grande Lebowski” dei Fratelli Coen. Elkins successivamente ha iniziato a lavorare come assistente montatore, e ha avuto la fortuna di collaborare con montatori vincitori dell’Oscar, come Mike Hill e Dan Hanley (“Il Codice DaVinci”, “The Missing”) e David Brenner (“Wanted - Scegli il tuo Destino”). Poi è entrato a far parte del team di Wes Craven, dove ha lavorato con il montatore Patrick Lussier nei film “Cursed - Il Maleficio” e “Red Eye”, continuando poi a scalare i ranghi del montaggio. Lussier in seguito ha diretto “White Noise II” per Gold Circle Films, e ha dato a Elkins la sua prima opportunità come montatore. Tra gli altri film in cui ha lavorato, ricordiamo il thriller del 2009, “Il Messaggero - The Haunting in Connecticut”, il cui grande successo gli ha dato l’opportunità di dirigere (e montare) il sequel, distribuito dalla Lionsgate nel 2012. Più recentemente, è stato il montatore di tre film di grande successo al box-office: “Annabelle”, “Inferno” diretto da Ron Howard, e “Flatliners - Linea Mortale” della Sony Pictures. Nel 2018, Tom è stato uno dei due montatori del thriller/horror della Orion Pictures, “The Prodigy - Il Figlio del Male”.