Spedizione in abbonamento postale 70% - Milano - Editore APT “Riviera dei Fiori” - Largo Nuvoloni, 1 - 18038 (IM) Tel. 0184.59059 - Fax 0184.507649 - Taxe perçue/Economy/C e-mail: [email protected] www.rivieradeifiori.org - Direttore Responsabile: Italo Clementi - Stampa: TI.BE.R. s.r.l. - Via della Volta, 179 - 25124 (Brescia) - Autorizzazione Tribunale di Sanremo n.5 del 26 - 09 - 2001 Valle Argentina Mare e montagna due realtà così vicine

n Valle Argentina, dove il passaggio dall’arenile al rifugio montano è davvero breve, la salubre aria di montagna si spo- sa a quella ricca di iodio marino. Percorrendo le colline della valle, è facile impressionarsi nell’osservare le fasce coltiva- Ite ad olivo fino a quote impensabili, i verdi pascoli, i boschi di castagno, il tortuoso percorso dei torrenti. Il paesaggio, qui, è il risultato di un’evoluzione morfologica ad opera della natura, ma anche del duro e tenace lavoro del- l’uomo che ha piegato alle proprie esigenze, nel corso dei secoli, un territorio selvaggio ed ostile. In effetti, della valle primordiale oggigiorno non esiste più nulla. L’uomo ha modificato l’acclività dei versanti, realizzando terrazzamenti di muretti a secco per renderli coltivabili, mettendo a dimora alberi di castagno e ulivi, trasformando le cime in pascoli per le greggi. Nonostante l’ambiente sia stato modificato, anche in maniera radicale, dall’azione antropi- ca, la natura continua a dominare ed a proliferare in Valle Argentina, a testimonianza di come l’uomo possa convivere con essa in modo equilibrato. Nella relativa brevità di 40 chilometri, con la velocità di uno sguardo, si passa dalle celebrate località marine ai ripidi de- clivi delle Alpi Liguri con i 2200 metri del , tetto della regione. La roccia sedimentaria, che caratteriz- za gran parte del territorio, contribuisce anche a tipizzare le abitazioni perfettamente integrate nell’ambiente. È questa una terra in cui la pietra riveste un ruolo fondamentale. Gli antichi borghi arroccati sulle ripide colline, i santuari, le pievi e i numerosi ponti, sembrano emergere dal cuore roccioso della di Ponente, creando un unicum di armoniose forme. La pietra è essenza e sinonimo della valle, nel passato unico materiale utilizzato per realizzare murature, muraglioni, coperture, pa- vimenti, sedili, fioriere, macine da mulino, fontane, abbeveratoi, fino agli usi più impensabili e curiosi. Luoghi ricchi di storia e cultura animano e rendono affascinante la visita. Realdo e Verdeggia, villaggi montani in cui si re- spirano ancora forti i sentori della civiltà brigasca, ricon- ducibile alla transumanza ed alla migrazione stagionale; , antico e misterioso borgo medioevale, noto per le condanne di stregoneria che coinvolsero, nel 1558, un gruppo di donne innocenti; e Carpa- sio, emblematici esempi di architettura ligure con pietre a vista e tetti in ardesia; , con i ce- lebri fagioli secchi; , dove si posso- no ammirare antichi affreschi trecenteschi conser- vati nella chiesa romanica di San Giorgio; e che, con le rispettive torri di avvista- mento, evidenziano la chiara origine romana. Itinerario 1°automobilistico ARMA DI – TAGGIA – BADALUCCO – VIGNAI MONTE CEPPO –

A caccia di miti, leggende e storie vere

Arma di Taggia e le sue spiagge as- Sp 548, e dopo circa 8 km si raggiun- solate sono il punto di partenza di que- ge Badalucco, antico borgo rurale sto primo itinerario alla scoperta dei te- del 1245 con chiese romane e seicente- sori della Valle Argentina. Lasciamo la sche. Altrettanto belle le sue frazioni: costa e ci dirigiamo verso l’entroterra Ciabaudo, villaggio in posizione incan- seguendo la Sp 548 fino a Taggia. Da tevole, fondato nel 1701 da una fami- subito la valle sorprende per il verde glia di Realdo; Argallo e Zerni, carat- intenso della vegetazione e per l’au- teristici borghi collinari ai tentica atmosfera agreste che si respi- piedi del monte Pal- ra via via che la strada inizia a salire. laréa e circondati da In breve si arriva a Taggia, circonda- estesi castagneti. Il toponimo all’e- ta da uliveti e da tracce di coltivazioni tempo, poi, sem- sistenza – in floricole. bra essersi fer- passato – di Parcheggiata l’auto, inizia la visita a mato tra le case ben ventitré quello che è considerato uno dei borghi in pietra e le mulini ad medioevali più caratteristici della Rivie- stradine di acqua spar- ra dei Fiori. Vignai. si lungo le Cinque possenti torri cingono a di- Dopo Badalucco si sponde dei tor- fesa il nucleo storico della città, dove lascia la 548 girando renti Argentina e vagabondando fra vicoletti e piccole a sinistra per Vignai e ci Capriolo, attorno ai piazze si incontrano numerosi palazzi aspettano 15 km di salita e quali nel X secolo iniziò a patrizi e splendide chiese, come la tornanti per raggiungere la vetta del formarsi il primo nucleo abitato. Anco- Basilica Romanica della Ma- Monte Ceppo (m 1505): uno straor- ra oggi due permangono in ottime con- donna del Canneto. Merita una so- dinario itinerario panoramico, dizioni, mentre da una splendida fonta- sta il Convento di San Domenico in mezzo al silenzio dei boschi ed alla na all’ingresso del paese sgorga acqua e il suo Museo-Pinacoteca. Passeggian- natura. fresca e limpida. Luogo ricco di storia e do sotto la romantica porticata di Via Si continua, dopo il Monte Ceppo, per di leggende, a Molini come nella vicina Soleri, occorre ricordarsi che Taggia il Santuario di San Giovanni dei Triora, si svolsero alcuni dei fatti più tra- diede i natali a Giovanni Ruffini, auto- Prati, proseguendo, poi, per il Colle gici legati alla lotta contro la presunta re del romanzo Dottor Antonio, l’o- di Langan (m 1227). stregoneria. Da visitare la Chiesa del- COME ARRIVARE pera che consacrò per sempre la Rivie- Raggiunta la vetta, inizia una breve di- la Madonna della Bontà in stile In auto: Autostrada dei Fiori A10 Geno- ra dei Fiori come meta del turismo d’e- scesa che ci riconduce alla valle ed alla romanico; la Parrocchia di S. Lo- va – , uscita Arma di Taggia. lite a livello europeo. provinciale 548. La valle si restringe fi- renzo Martire; la Fonte delle In treno: linea ferroviaria Genova – Ven- L’itinerario prosegue seguendo le indi- no a raggiungere Molini di Triora Streghe; l’Oratorio di S. Rocco e timiglia, stazione ad Arma di Taggia. cazioni per Badalucco e Triora, lungo la (m 481), che deve il suo caratteristico quello di S. Bernardo.

La Valle Oxentina, culla ideale per il fagiolo di Badalucco, presidio Slow Food

erde... qesta è la qualità che meglio contraddistingue la Val- V le Oxentina, incredibilmente ricca di acqua. Basta ricordare che fi- no alla costruzione dell’acquedotto del L’oro nero Roja, erano le acque dell’Oxentina a rifornire gran parte della città di San- Le cave d’ardesia bucano numerose i versanti della Valle Argentina. Lun- remo. Terreni liberi, ben drenati, ricchi ghe gallerie scavate attraversano la roccia per estrarre la preziosa pietra di acqua sorgiva calcarea e di sali mi- nera, già conosciuta e apprezzata nel Medioevo. Oggi queste stesse cave, nerali, che i contadini della valle han- che in passato hanno creato problemi paesaggistici per le vaste discariche di no faticosamente terrazzato con mu- materiale di scarto, costituiscono un importante presidio paleoindustriale. retti a secco, rendendoli adatti alla col- Per capire quanto l’ardesia abbia contato nella storia dei paesi e dei borghi tivazione di ortaggi dalle qualità su- della valle, basta una semplice visita a Badalucco, Taggia o Triora. Scritta nei periori. Qui, infatti, nelle campagne di centri storici, si svela la storia del secolare utilizzo della pietra nera: dai Ciabaudo, Argallo e Ginestro, nasce il contadini che ne ricavano scandole per i tetti delle loro case o pietre per eri- famoso fagiolo bianco di Badalucco, gere muretti a secco, ai signori rinascimentali che la trasformano in scul- presidio Slow Food: carnoso, morbi- ture ornamentali per impreziosire i portali e le finestre dei loro palazzi do e delicato. I metodi di coltivazione patrizi. L’ardesia di questa valle ha inoltre qualità intrinseche, diverse rispetto sono ancora quelli di un tempo. A ma- ad altre ardesie liguri, come ad esempio quella ricavata dalle cave della Val no, con la zappa, si scavano i canali di Fontanabuona, in provincia di Genova. Resiste di più alla spontanea spacca- irrigazione che permettono all’acqua tura lamellare del mazzuolo o dello scalpello, risultando così più idonea ad usi dei ruscelli di scorrere nei solchi tra le artistici e scultorei, come il bassorilievo. Infatti, negli ultimi anni l’ardesia è piante, che vengono fertilizzate con sempre più ricercata da architetti e designer per la produzione di raffinati og- concime organico. getti d’arredo, oltre che da numerosi artisti contemporanei. Info: PRESIDIO DEI FAGIOLI DI BADALUCCO, CONIO E PIGNA Sez. Fagioli di Badalucco Tel. 0184 407008 c/o di Badalucco Taggia concentrato di cultura

urono i Celti ed i Liguri le prime po- vour. La piazza è stata ricavata dove un tem- polazioni che si stanziarono a Taggia. po sorgeva l’antico Palazzo Fornara, andato FPastori e guerrieri, ma anche commer- distrutto durante il terremoto del 1887. cianti, che si distinsero per fierezza e corag- Fulcro per secoli della vita culturale ed arti- gio, tanto che solo nel 192 a C. Caio V Mi- stica di Taggia, e dell’intera Liguria Occi- nucio riuscì a sconfiggerli e assoggettarli al- dentale, è stato il complesso monumenta- l’impero romano. Millenni di storia che, le di San Domenico. La chiesa gotica, dai oggi, hanno reso Taggia uno dei più impor- caratteristici conci bianchi e neri, affianca tanti centri storici della Liguria. Via Soleri l’antico convento, con le celle dei frati ar- è la Strada Aurea di Taggia: un’arteria cen- ticolate attorno ad un armonioso chiostro, trale che rappresenta un lungo prospetto di dove si aprono anche il refettorio e la sala dimore nobiliari ed edifici monumentali, capitolare. Il convento ospita, oggi, una pi- come Palazzo Curlo, poggiante su quattro nacoteca-museo, dove è possibile osservare arcate in pietra, e il cinquecentesco Palazzo importanti affreschi, quadri, sculture e pre- Asdente-Carrega, la cui facciata è ornata ziosi volumi antichi. da due portali scolpiti. Via San Dalmazzo, Appena fuori dal paese, tracce di possenti invece, sposta indietro le lancette dell’orolo- mura di cinta conducono all’Acropoli, do- Lavanda ed alambicchi gio ai secoli lontani del Medioevo, con i ve un torrione e altri ruderi testimoniano suoi voltoni ed archi di sostegno fra antiche l’esistenza dell’antica fortezza medievale. A case dai portali in ardesia scolpita a bassori- favorire la visita a questo centro storico ric- lievo. Numerosissime edicole votive, alcu- co di arte e cultura, anche il clima ad Agaggio ne delle quali di grande valore artistico, co- estremamente favorevole di Taggia: ronano gli angoli delle stradine del centro mite e soleggiato, soprattutto nel perio- storico, e sembrano segnare un percorso do invernale e primaverile, con scarse frazione del Comune di Molini di Triora privilegiato per raggiungere la Chiesa dei precipitazioni e leggera, costante venti- Santi Sebastiano e Fabiano in piazza Ca- lazione durante l’estate. e vi trovate nei dintorni di Molini di Triora, provate ad incamminarvi per uno dei tanti sentieri che si inerpicano verso le campagne, e scoprirete un universo vegetale Sunico in tutta la Liguria: erbe selvatiche ed aromatiche, circondate da campi colti- vati a lavanda, estese macchie pervinca che affascinano l’occhio e rilassano la mente. L’aiuto di una guida erboristica potrà insegnarvi a riconoscere e a raccogliere le erbe più utili ai fini della moderna farmaceutica naturale. Ad agosto i campi coltivati esplodono in tutto il loro splendore grazie alla lavanda, oggi coltivata soprattutto per fini ornamen- tali o per la fabbricazione di profumi, anche se in passato le erano riconosciute pro- prietà medicamentose per la cura dell’asma, di bronchiti, dei reumatismi, di tosse e ver- tigini. Ancor oggi, nella frazione Agaggio, le donne si tramandano i segreti ed i metodi per la raccolta dei fiori e per l’estrazione della preziosa essenza. I petali di lavanda sono raccolti, battuti, lavati e quindi versati in grossi alambicchi che, per la particolare forma, sono detti a testa di moro. Il profumo penetrante, e tuttavia gradevole, dell’essenza richiama alla memoria ricordi lontani e dolci, quando la nonna apriva i cassetti dei vecchi cassetti in legno, per riporre fra la bianche- ria inamidata piccoli sacchetti di petali di lavanda, efficace ri- medio contro le tarme. Oggi Ma- ria Rita e Patrizia Cugge di Agaggio continuano fe- delmente la tradi- zione delle loro antenate, realiz- zando, fra i tanti prodotti ricavati dalla lavanda, anche splen- dide e profumate candele La capitale dei in cera lavorata. mulini ad acqua hissà se a Don Chisciotte della Mancha sarebbe piaciuto questo piccolo paese così ric- co di mulini… Nei tempi passati a Molini di Triora erano ben 23 i mulini che fa- Ccevano girare le loro ruote nel torrente Argentina e nel rio Capriolo. Mulini ad ac- qua e non a vento, come quelli contro cui lottava l’antieroe di Cervantes, eppure altrettanto affascinanti, come dimostrano le due strutture rimaste ancora pressoché intatte nel centro del paese. Il borgo, che dipese dalla sovrastante Triora fino al 1903, si formò proprio in virtù del- la compresenza di così tanti mulini. Ai piedi del Monte Trono, letteralmente adagiato su di uno sperone roccioso, la conformazione urbanistica del centro storico ne denuncia l’antica funzione di luogo di incrocio e di scambio: una caratteristica inconsueta rispetto agli altri centri della Valle Argentina. Così anche per alcune delle sue numerose frazioni, tra cui si di- stinguono l’antico villaggio di Corte, che sorge in posizione incantevole su un promonto- rio, ed il borgo medievale di Glori, che conserva intatte le strutture urbane originarie. Da visitare a Molini la Chiesa di S. Lorenzo Martire, la cui costruzione iniziò nel 1484, e di cui si conserva ancora l’originale portale ed il campanile, sebbene abbia subito varie modifi- che e rifacimenti nel corso degli anni. All’interno è conservato un polittico di Emanuele Ma- cario da Pigna del 1540. Appena fuori dal centro, s’incontra il Santuario di Nostra Signo- ra della Montà in stile romanico con interessanti affreschi di Antonio Monregalese ed un’i- cona lignea dell’intagliatore Giuseppe Borgogno. Molini offre, oggi, ai suoi visitatori, arte, cultura, storia e quel pizzico di stregoneria che condivide con Triora, a cui si aggiunge a set- tembre l’appetitosa sagra della lumaca. Itinerario 2°automobilistico BADALUCCO – MONTALTO LIGURE – COLLA D’OGGIA – SAN BERNARDO DI CONIO – PASSO DI TEGLIA – DREGO – ANDAGNA – AGAGGIO – BADALUCCO

Angusti vicoli e panorami d’ampio respiro Pronti e via. Punto di partenza dell’iti- leria permanente d’arte all’aperto stimonianze della guerra di Resistenza nerario è Badalucco, antico borgo di espone sculture, ceramiche, ardesie in questi luoghi, tra cui la documenta- fondovalle, già feudo dei conti di Venti- scolpite. Lasciandosi alle spalle il paese, zione della sanguinosa battaglia del miglia, caratterizzato dalle tipiche case si imbocca la strada che si stacca sulla Monte Grande. di pietra affacciate su stretti vicoli e pas- destra, guadagnando quota fino al Proseguendo verso Colla d’Oggia saggi coperti. borgo di Montalto Ligure. Vale la s’incontra, pochi chilometri oltre, il I motivi d’interesse sono molteplici: fuo- pena fare una sosta nel suggestivo bor- borgo di San Bernardo di Conio ri dal paese si può ammirare la Chie- go per visitare la Chiesa Romanica e, successivamente, si arriva al Passo sa di San Nicolò, eretta sui ruderi di San Giorgio, una delle più antiche di Teglia, fantastico punto pano- del primitivo castello. pievi paleocristiane della Liguria, sce- ramico a quasi 1400 metri di quota, Nel centro storico, si annidano impo- nograficamente immersa tra gli ulivi e dove bellissimi boschi si pongono alla nenti figure arcane su affreschi a tutto la Parrocchiale di San Giovanni soglia del piano montano. campo e, nei vicoli umidi e silenziosi, Battista in cui sono conservate il Po- Con un po’ di prudenza, visto che la una gal- littico di San Giorgio, opera di Lu- strada è stretta e a picco sulla valle – dovico Brea, e una Resurrezione di ma vale la pena percorrerla per gli Cristo di Luca Cambiaso. Da stupendi scorci panoramici e per il Montalto Ligure, si risale la paesaggio selvaggio e incontaminato valle laterale della – si oltrepassa il villaggio di Drego fi- Carpasina, e in pochi no a giungere ad Andagna, caratte- minuti si giunge a Car- ristica frazione di Molini di Triora, con pasio, antico borgo me- la sua spettacolare Rocca. dioevale degli onnipre- A questo punto bisogna rientrare sulla senti conti di Ventimiglia. Sp 548 e ridiscendere la valle sul ver- Interessante, oltre la bel- sante idrografico destro dell’Argenti- COME ARRIVARE lezza paesaggistica e na, lungo la vecchia strada di fondo- In auto: Autostrada dei Fiori A10 Geno- panoramica del paese, è valle che costeggia il torrente, viag- va – Ventimiglia, uscita Arma di Taggia, il Museo della Resisten- giando immersi in un paesaggio natu- segue un brevissimo tratto della SS1 Au- za: realizzato all’interno di rale e circondati da fitti boschi che si relia in direzione di . Si troveran- un’antica casa rurale, custodisce le te- alternano a prati. no subito le indicazioni da seguire per Taggia e successivamente per Badalucco. In treno: linea ferroviaria Genova – Ven- timiglia, stazione ad Arma di Taggia. Corriere di linea collegano la cittadina Domenico Giordano, costiera con i Comuni dell’entroterra creatore di pipe pipe a Badalucco

oche persone conoscono la straordinaria arte che sta dietro la realizzazione di una pipa artigianale. Probabilmente solo Pi veri fumatori sanno apprezzare le tecniche, l’ingegno, la creatività necessarie. Del resto il più intimo desiderio di ogni appas- sionato di pipa è costruirsene una con le proprie mani. Lo sa bene un artigiano come Domenico Giordano, che a Badalucco realizza splendide pipe in radica d’erica arborea. Il padre gli ha insegnato l’arte della lavora- zione del legno quando era ancora un bambino, portandolo a realizzare, oggi, og- Montalto Ligure getti unici e preziosi. Grazie ad un’esperienza e ad una capacità artigianale ormai ra- rissime, Mimmo Giordano parte dalle diverse varietà di fiamma e di disegno della ra- dica, per creare ogni volta esemplari unici e preziosi. La lucentezza della radica e le raf- finate forme dell’intaglio conquistano anche il fumatore più esigente, che non resterà de- luso accendendo una sua pipa. Presso il suo laboratorio artigianale inoltre è possibile tro- Sentinella della valle vare radica semilavorata per tutti coloro che cercano materiale di qualità per costruirsi autonomamente la loro pipa. La radica d’erica arborea è l’unico legno che sopporta al- isogna percorrere l’antica mulattiera che, nel passato, conduceva a Carpasio, attraversare il sugge- te temperature senza prendere fuoco. Giordano la acquista ancora grezza scegliendola stivo ponte medioevale a tre arcate della Madonna degli Angeli, ed ecco che davanti agli oc- personalmente in loco ed in alcune regioni della Francia. Dopo il taglio, che rispetta la Bchi si materializza la spettacolare veduta panoramica di Montalto Ligure. Il borgo sorge su naturale direzione della fiamma, ne segue tutto il processo di preparazione: bollitura un’altura e sembra proprio una sorta di guardiano della valle, punto d’incontro di antichi sentieri della (per eliminare impurità e sostanze nocive), asciugatura e stagionatura. Accorgimenti che transumanza e luogo strategico per il sistema difensivo del territorio circostante. Leggende fiabesche, segnano la qualità dell’oggetto realizzato. che pongono però le basi su aneddoti storici, attribuiscono la nascita di questo villaggio, un po’ fuori dal Info: Tel. e Fax 0184.408123 - [email protected] www.giordanopipe.it tempo, al bisogno di una coppia di giovani sposi di trovare un rifugio sufficientemente lontano da Ba- dalucco, dove un perfido conte pretendeva di esercitare lo jus primae noctis. Lo sviluppo urbanistico di Montalto sul versante orientale della vallata, richiama i classici esempi di stampo arcaico-medioeva- le: una armonica e complessa sovrapposizione di vicoli, volte e sottopassi evidenziano il suo fascino e lo elevano a centro di grande interesse a livello regionale e nazionale. Se ne può ancora intuire la ma- trice economica contadina, coniugata però all’esigenza di respingere eserciti invasori e incursioni sa- racene. Le abitazioni, rigorosamente realizzate in pietra locale e con i caratteristici tetti di ciap- pe, seguono il pendio del crinale, formando un unico, compatto sistema difensivo: gli stret- ti caruggi davano la possibilità ad un solo uomo armato di tener testa a numerosi assalitori. Tra le particolarità di rilievo, la Pieve di San Giorgio, all’interno del cimitero, è un prezioso esempio di ar- chitettura tardo-romanica. I piccoli portali e la bifora danno spazio al campanile cuspidato di gotico ri- chiamo. All’interno si possono ammirare interessanti affreschi trecenteschi. Nel centro storico del pae- se, invece, nei pressi della piazzetta antistante la Parrocchiale di San Giovanni Battista, i portali scol- piti richiamano gli emblemi familiari. Qui sono conservati un pregevole polittico di Ludovico Brea, de- dicato a San Giorgio, una Resurrezione di Luca Cambiaso ed altre importanti opere seicentesche. Carpasio ed il Museo della Resistenza

In un vecchio casolare sorge il Mu- seo della Resistenza, a ricordo dell’eroica e drammatica battaglia che tra il 4 ed il 5 settembre 1944 i partigiani combatterono sul Monte Grande, vicino a Carpasio. Qui si possono trovare reperti, cimeli, docu- mentazioni fotografiche del periodo storico e della lotta partigiana. Inau- gurato nel 1990, si è oltremodo svi- luppato negli ultimi anni ed è ancora in fase di evoluzione, grazie ad un piano di ristrutturazione ed amplia- mento. Le visite guidate vengono nor- malmente affidate a testimoni dell’e- poca ed esperti conoscitori della sto- ria locale. Carpasio, gradevole borgo di montagna che si raggiunge superando incantevoli zone boschi- ve, fu storicamente conteso grazie alla sua posizione di frontiera e per il controllo degli ampi pascoli circo- stanti. All’ingresso del borgo fa bel- la mostra di se la Parrocchiale di Sant’Antonio, risalente al 1404, Museo in cui coglie nel segno il campanile all’aperto a curiosamente inclinato. Badalucco

a storia di questo paese fascinoso si racconta percorrendolo, perché è scritta nei suoi monumenti: i palazzi antichi raccontano il passato e Lnutrono la memoria della comunità, quelli del presente, destinati a cre- scere anno dopo anno, sono la tela su cui dipingere la modernità. Da qual- che anno, infatti, le case di Badalucco, tanto amate dallo scrittore Bachelli, si sono popolate di nuovi colori e nuove immagini che hanno reso il piccolo co- mune una galleria d’arte contemporanea a cielo aperto. Uno stuzzicante atelier cittadino per tutti gli artisti che desiderino lasciare un se- gno della loro opera con pitture murali, ceramiche e sculture, da realizzare di- rettamente sui muri e nei caruggi del centro. Una convergenza di tecniche e stili espressivi che si manifesta ogni estate nel corso di mostre e performances tenute da- gli stessi artisti, che lavorano en plen air sotto gli occhi dei visitatori e dei cittadini in- curiositi. La visita a questo straordinario museo vivo continua, poi, all’interno del palazzo municipale, dove nelle sale del seminterrato è stato allestito uno spazio espositivo che pro- lunga le mostre e le rassegne anche nel periodo invernale.

Sapori e magia: il pane diTriora

affascinante borgo di Triora è noto non solo per le streghe, ma anche per il celebre pane, di antiche origini. L’importanza di questo prodotto tipico travalica il signifi- L’ cato gastronomico in favore di un più profondo concetto culturale. Nella tradizio- ne locale era il pane di pastori e contadini, i quali lo cuocevano una sola volta alla settima- na, dal momento che si conservava per diversi giorni. Gli ingredienti sono i più semplici e genuini: farina (di tipo 1), acqua, sale e lievito. Dopo aver a lungo impastato, si fa lievi- tare su un velo di cru- sca, su tavole di le- gno e si inforna ad una tempe- ratura di 200 gradi circa per 70-80 mi- nuti. La forma è tonda e legger- mente irregolare, il gusto deciso e rustico è meri- to sia della farina di tipo 1, sia del- l’ottima acqua della zona. Itinerario 3°automobilistico TRIORA – CREPPO – REALDO – VERDEGGIA – PASSO DI SANSON PASSO DI COLLARDENTE – PASSO DELLA GUARDIA – TRIORA

Sempre più in alto, verso il tetto della Liguria

Percorrendo questo itinerario si riesce a zione: l’Oratorio di San Giovanni capire appieno quanto la Liguria sia una Battista ed i santuari di San Gio- regione indissolubilmente legata alla vanni dei Prati e della Madonna montagna, allo stesso modo di come lo è del Loreto, quest’ultimo in splendida al mare. I paesaggi e i borghi che si at- posizione panoramica. traversano hanno tutte le caratteristi- Bregalla e Creppo sono gli avamposti che tipiche delle zone alpine. Ci di paesaggi sempre più selvaggi, integri e troviamo a Triora, il paese più importan- alpestri, che segnalano l’avvicinarsi di te dell’alta valle e si respira un’aria dav- Realdo, il tipico villaggio alpino a quota vero particolare e piena di fascino. Il m 1000, in bilico su una parete di roccia paese delle streghe deve la sua fama calcarea. Verdeggia, a 1092 metri al processo che nel 1588 vide protagoni- s.l.m., custodisce, insieme a Realdo, le ste alcune donne accusate di stregoneria memorie di un vissuto antico, nella salva- e per questo torturate e, in alcuni casi, an- guardia e nella tradizione dell’antica par- che giustiziate. I motivi d’interesse, qui, so- lata occitana. L’architettura delle antiche no molteplici: il Museo Etnografico e dimore dei due borghi è tipicamente alpi- della Stregoneria salvaguardia il ri- na: case in pietra dai lunghi balla- cordo dell’antica civiltà contadina ma rie- toi in legno e mensole scolpite. Da COME ARRIVARE voca anche, grazie alle sale dedicate alla Realdo è possibile salire in automobile fi- In auto: Autostrada dei Fiori A10 stregoneria, i tragici eventi del 1588. Il no alla Colla di Sanson (base di par- Genova – Ventimiglia, uscita Arma quartiere della Cabotina, dove usa- tenza per belle ed interessanti escursioni a di Taggia, segue un brevissimo tratto vano ritrovarsi le fattucchiere, regala oggi piedi), transitando su una strada recente- della SS1 Aurelia in direzione di Im- splendidi panorami sul fondovalle e sul mente asfaltata. Qui, il turista si trova esat- peria. Si troveranno subito le indica- sottostante Molini di Triora, paese sorto al- tamente sul confine italo-francese, in un zioni da seguire per Taggia lungo la l’incrocio di antichi percorsi. Dal punto di territorio dove la natura incontaminata SP. 548, segue la SP.52 fino a Triora vista artistico, sarebbe imperdonabile non può far sfoggio di flora e fauna sempre (dista 30 Km dalla costa). vedere il Battesimo di Cristo, capola- protagoniste. Proseguendo lungo la ster- In treno: linea ferroviaria Genova – voro di Taddeo di Bartoli, conservato nel- rata che transita alle pendici del Monte Ventimiglia, stazione ad Arma di la chiesa parrocchiale; da non perdere Saccarello, si supera prima il Passo di Taggia. Corriere di linea collegano anche il ciclo di affreschi medievali della Collardente, e poi quello della Guar- la cittadina costiera con i Comuni Chiesa di San Bernardino, risalente dia. Da qui, dopo circa 8 km, si rientra a dell’entroterra. al XIV secolo. Meritano, inoltre, una cita- Triora. Triora, un gioiello medioevale Triora da non perdere

riora sorge arroccata su uno spero- del vino, del latte, nonché una cucina con l’ingresso del paese, si raggiungono i resti del ne, a 780 metri nella parte alta del- utensili originali. All’esterno, un piccolo castello (XII – XIII sec.) e, proseguendo Tla valle. Il borgo, interamente co- giardino botanico illustra le particolarità verso est, la Chiesa di San Dalmazio struito in pietra, conquista i suoi visitato- dell’ambiente naturale. Oggi Triora è uno (XIII sec.), dove un tempo esisteva ri anche grazie al fascino vagamente sinistro dei borghi medioevali meglio conservati l’omonima fortezza. Il sagrato è un di oscuri anfratti in muratura, che sembra- dell’intera Liguria di Ponente. La sua storia incredibile punto panoramico no accennare ai fatti di stregoneria per cui è inizia in epoche remote, come testimoniano i sull’intera valle. La Collegiata, comunemente noto. Tra il 1587 ed il 1589, ritrovamenti archeologici vicini di Loreto, sorta su di un Fanum pagano, è un pubblico processo condannò 12 donne e Realdo, Creppo e Borniga. Dopo la conqui- ricca di opere d’arte, fra le quali la un uomo, accusati di praticare arti magiche, sta romana, nel Medioevo fu feudo dei Con- tavola firmata dal senese Taddeo di a crudeli supplizi ed infine al rogo. Nelle an- ti di Ventimiglia, prima di diventare fortezza Bartolo nel 1397, raffigurante il tiche prigioni dell’epoca è stata allestita un’e- inespugnabile della Repubblica di Genova, Battesimo di Cristo. Da visitare an- sposizione permanente con documenti d’ar- di cui ha condiviso sorti e splendori fino all’e- che il ricco Oratorio di San Giovanni chivio, verbali e strumenti di tortura, all’in- poca napoleonica. Il tessuto urbano medioe- Battista, pinacoteca ricca di quadri del Ga- terno del Museo Regionale Etnografico e vale è tuttora ben conservato, con vicoli co- staldi e del Cambiaso e custode di una pre- della Stregoneria (Info: 0184.94049 c/o perti, portali in ardesia scolpiti con sogget- ziosa statua del Maragliano, e la piccola Comune di Triora). Il museo ricostruisce, ti religiosi, nobili o allegorici e pregevoli stem- chiesa campestre di San Bernardino, giusta- inoltre, l’ambiente agricolo della zona, arti- mi, alcuni dei quali in parte cancellati all’ini- mente famosa per i suoi affreschi attribuiti al- colando nelle varie sale il ciclo del castagno, zio del XIX secolo. Percorrendo via Roma, al- la scuola del Canavesio. Tome di pecora brigasca Tome La Brigue, un piccolo paese francese della Val Roya, è stato in passato il più in queste valli sono ancora lavorati con tecniche e attrezzi legati alla tradi- importante centro di pastorizia dell’area di confine tra Liguria, Piemonte e zione millenaria della transumanza. Primo fra tutti, la toma di pecora bri- Provenza e ancora oggi vi si parla un dialetto derivato dall’antica e nobile gasca, prodotta con latte crudo di pecora, con la possibile aggiunta di una lingua d’Oc. Da qui deriva il nome brigasca per indicare la razza ovina piccola parte di latte caprino. La forma è ottenuta mediante tradizionali fa- autoctona tradizionalmente allevata fra queste montagne. La brigasca è scere, e dopo un breve periodo di stagionatura (70-80 giorni), il formaggio una pecora di taglia medio-grande a duplice attitudine: carne e latte. acquista un sapore pieno e intenso. Il peso di ogni singola toma varia da 6 a È un animale particolarmente adatto a pascolare nelle zone impervie, perché 12 kg e il ciclo di produzione si conclude a fine febbraio, dopo di robusto e resistente al freddo. L’ allevamento tradizionale preve- che risulta ancora disponibile, anche se raro. Attualmente in Liguria pascola- de un periodo di sette-otto mesi in alpeggio e di circa quattro mesi in ban- no ancora circa 1800 capi di pecora brigasca. Per valorizzare e salvaguar- dia, la zona costiera dove il clima mite permette il pascolo all’aperto anche dare la produzione delle tome a latte crudo fatte nei pochi alpeggi rimasti, è nei mesi invernali. Con il suo latte si producono formaggi squisiti, che nato un apposito Presidio, sostenuto dalla Regione Liguria. Le streghe tra storia e leggenda Streghe

ulla figura della strega, nei secoli, è stato scritto tutto ed il contrario di tutto, anche se, lungi dal diradare ogni nebbia che circonda l’argomento, spesso sono Sstati prodotti fantasmi e assecondate fantasiose visioni dell’immaginario colletti- vo. Qualcuno sostiene che le streghe derivino da una religione antichissima che ri- sale al culto della Grande Madre, cui erano dedite alcune popolazioni durante il periodo Neolitico. Altri identificano questa misteriosa figura con un antico culto pagano, diffuso nell’Europa Occidentale presso le popolazioni più povere. La raffigurazione di questa divinità come dotata di corna, ne avrebbe favorito nel- l’Età Media la demonizzazione. Altri, ancora, hanno pensato alla stregoneria come ad una pratica codificatasi nel tem- po, frutto di una serie differente di pratiche coltivate presso sette eretiche. È indubbio, però, che da molte testimonianze storiche e dalle fonti più antiche, viene disegnata una figura dedita a pratiche tutt’altro che malefiche o folli. Purtroppo, nel periodo tra il XIV ed il XV secolo, quando il fenomeno della caccia alle streghe ebbe il suo culmine, l’opi- nione più diffusa era quella che alcune donne, al calar delle tenebre, si riunissero in con- gresso, operando malefici, trasformandosi ed assumendo aspetto animale o forme mo- struose. La maggior parte di queste donne, ingiustamente accusate, finiva per confes- sare e ammettere colpe inesistenti, pur di sfuggire alle insopportabili torture.

Ponti in valle n arco di pietra dove si manifestano tuttora i due volti di una co- munità, di una regione, di una cultura. La montagna e il mare, il bo- «Usco e il sole, la solitudine introversa e la socialità operosa». Così Fran- cesco Biamonti descriveva il Ponte di S. Lucia di Badalucco, a due arcate asimmetriche, co- gliendo al contempo le caratteristiche comuni dei numerosi ponti, spesso in pietra, visibili in val- le. Ponti aerei ed arditi, antichi e moderni, che assicurano il collegamento con le frazioni più lon- tane e con i percorsi diretti in Piemonte. A Taggia un grandioso ponte medievale a 16 arca- te, perfettamente conservato, attraversa il torrente Argentina per una lunghezza di 260 metri; a Triora un vertiginoso ponte sulla valle è contornato dalle caratteristiche coltivazioni a terrazze, con le quali si è riusciti a strappare quel poco che questi mondi in salita concedono; a Montal- to, il ponte del Mulino cavalca, con tre arcate in pietra, il fiume. a tavola! Torta di patate La coltivazione della patata venne introdotta in Valle Argentina nei secoli pas- sati e contribuì a salvare la popolazione da fame e carestie. Oggi quei piatti sem- plici e nutrienti appartengono alla vasta offerta gastronomica di questi borghi. Così la tradizionale torta di patate di Verdeggia e Realdo è un irresistibile in- vito a conoscere i sapori autentici della valle. Per assaggiarla l’occasione miglio- re è capitare nelle borgate di Borniga, Carmeli, Pin e Abenin in un giorno di fe- sta, quando è consuetudine preparare la torta salata. La ricetta è facile, ma per prepararla al meglio occorre conoscere alcuni segreti delle cuoche del posto. Al- l’interno di una sfoglia di pasta tirata molto sottile, viene disposto un ripieno composto da patate crude a pezzi con l’aggiunta di erbe di campo, raccolte appositamente nelle campagne, e il borbogion: un ciuffo di giovani foglie di zucca e piccoli zucchini. Tre tuorli d'uovo, una manciata di formaggio, aglio ed olio completano l’impasto che va cotto in forno, preferibilmente a legna. La tor- ta di patate va poi servita e gustata ancora fumante. Itinerario 4°automobilistico ARMA DI TAGGIA – POMPEIANA – CASTELLARO – TERZORIO

Respirando aria ricca di iodio

Da Arma di Taggia si sale dapprima Terzorio, borgo d’altura allungato sul- a Pompeiana, antico borgo me- l’estremità pianeggiante di un colle. La dievale che conserva quasi inalterate zona, sotto il costante pericolo di incur- le caratteristiche del suo centro storico sioni saracene, fu indotta a costruire un grazie ad un’accorta opera di conser- sistema di torri di avvistamento, vazione e di restauro. Guadagnando visivamente collegate tra loro, cui parte- quota, si raggiunge Castellaro, paese cipò anche Terzorio. A monte del paese, che sorge sulle colline che si affacciano la torre a pianta quadrata, aperta da fe- sul mare di Riva Ligure ed Arma di Tag- ritoie e dall’ingresso con arco in pietra, gia. A 1 Km da Castellano, si percorre non fu mai espugnata dai pirati; due ca- una strada fiancheggiata da 15 cappel- se-torri nell’abitato indicano altri punti lette che rappresentano i misteri del Ro- di difesa. La parrocchiale è dedicata al- sario e che termina al Santuario del- la natività di San Giovanni Battista la N. S. di Lampedusa. Scesi nuo- e fu costruita nel 1444, in seguito riedi- COME ARRIVARE vamente al borgo di Castellano, si cala ficata in stile barocco osservabile anche In auto: Autostrada dei Fiori A10 di quota immettendosi nuovamente sul- nell’interno, dove sono conservati un Genova – Ventimiglia, uscita Arma di l’Aurelia, presso Riva Ligure. Il tor- crocefisso ligneo nordico da Munstes e Taggia, segue la SS1 Aurelia in dire- rente Santa Caterina divide Riva da la tela delle anime purganti di Leonardo zione di Riva Ligure e Santo Stefano Santo Stefano al Mare, ma i due paesi Massabò datato 1875. Pure barocco è al Mare. sono praticamente uno la continuazione il vicino Oratorio di Santa Maria In treno: linea ferroviaria Genova – dell’altro. A Santo Stefano una de- Maddalena, ornato in facciata da Ventimiglia, stazione ad Arma di viazione porta il turista a scoprire due affreschi. Taggia.

Il Santuario di N. S. di Lampedusa Nei pressi di Castellaro, sorge uno dei luoghi di preghiera più importanti della provincia, inserito anche nell’iti- nerario giubilare dell’Anno Santo del 2000: il Santuario di N. S. di Lampedusa. Era la notte del 25 giugno 1561 quando Andrea Anfossi venne catturato dai pi- rati e tenuto prigioniero per ben 40 anni. Andrea, detto il Ga- gliardo, non perse mai la fede. I saraceni lo condus- sero a Lampe- dusa dove il suo La floreale Pompeiana compi- to era all’alto della collina, appena a ridos- quello so del mare, alle spalle di Riva Ligu- di pro- re, lo spettacolo è davvero entusia- curare D la legna smante. Siamo a Pompeiana, un antico borgo medioevale che conserva perfetta- per l’ac- mente le sue remote valenze architettoni- campamen- che. Tutt’attorno all’abitato lo sguardo corre to. Il desiderio alle fasce contraddistinte da coltivazioni flo- di fuggire non l’a- ricole ed uliveti. Si possono ancora ammira- veva mai abbandonato, re le due splendide torri d’avvistamento cin- così rivolse le sue preghiere quecentesche, oltre alla Parrocchiale di San- alla Vergine. Un giorno, dentro al ta Maria Assunta, risalente al 1600, e all’O- bosco, egli trovò un’immagine di- ratorio di Santa Maria Maddalena, dove si pinta della Madonna. Il marinaio conserva una scultura attribuita al Maraglia- abbatté un grande albero ricavando- no. A Pompeiana, a testimonianza della si- ne uno scafo per la fuga ed usò la te- gnificativa importanza raggiunta in passato la dipinta come vela. I turchi lo inse- dall’olivicoltura, i frantoi si contavano a deci- guirono, ma la sua imbarcazione si di- ne tra quelli ad acqua e quelli a sangue (fun- mostrò velocissima. Era il 1602 quan- zionanti ad energia animale o umana). Resi- do riuscì a tornare in Liguria. ste ancora oggi, in via Giuseppe Conio, uno Raccontò a tutti il miracolo e decise, di questi suggestivi frantoi storici, recente- insieme ai suoi compaesani, di edifi- mente ristrutturato e valorizzato da un facile care il santuario. Nell’abside è conser- accesso, lungo la mulattiera, che sottolinea vata ancora oggi la prodigiosa tela l’importanza e la valenza turistica di Pom- che la domenica dopo l’8 settembre peiana, anche dal punto di vista didattico. viene portata in processione. Arma di Taggia sbocco al mare rma di Taggia è una stazione bal- rile. Il suo nome deriva da una grotta (ar- dalla Repubblica di Genova, preoccupata neare caratterizzata da una bellissi- ma) che, abitata in tempi preistorici, ven- dell’abbandono dei campi litoranei, trop- ven- Ama spiaggia piana e sabbiosa e da ne trasformata nel ‘500 in una cappella po esposti alle incursioni dei pirati. ne co- una soleggiata passeggiata a mare. Sorge contenente l’altare della Madonna dell’Ar- L’odierno abitato di Arma sorge dove i struito un pon- nella piana originata dalla foce del torren- ma. In questo luogo sono stati rinvenuti romani fondarono l’antica Tabia alla foce tile di ferro per l’attracco di te Argentina, ed è perciò il naturale sboc- resti umani e di animali, tra cui iene, ele- del Tavia fluvius (il torrente Argentina), grossi velieri. Il declino delle attività ma- co al mare dell’intera valle. Gode di un fanti, ippopotami, orsi. dopo la definitiva sconfitta delle popola- rittime avvenne all’inizio del XX secolo clima particolarmente mite e soleggiato, La caverna si apre nello scoglio dell’An- zioni locali celtiche-liguri nel 192 a.C. con la costruzione della ferrovia. Oggi Ar- soprattutto nel periodo nunziata, nei pressi di una torre All’inizio del Medioevo, l’invasione dei ma è diventata un importante centro invernale e quadrangolare di avvi- longobardi di re Rotari (641), spinse alcu- balneare, con un piccolo centro storico prima- stamento e difesa ni abitanti a spostarsi verso l’interno, dove ricco di gioielli da scoprire. Le case, tipi- ve- del 1564, diedero vita al primo nucleo dell’attuale camente marinare, colpiscono per i colori fatta co- Taggia. Arma continuò a crescere fino ad accesi delle facciate e per i caratteristici strui- acquisire nel XVIII secolo una notevole voltini dei piani terreni. Al centro del re importanza marittima: una fiorente can- quartiere si incontra la Chiesetta di San tieristica navale, unita al commercio di Giuseppe, detta la chiesa dei pescatori, olio, vino, agrumi, legname, laterizi, ed al- dove è conservata la statua di Sant’Era- l’importazione di materie prime e cereali. smo, loro patrono. Merita una visita anche Dalla seconda metà dell’800 fino al 1900 Villa Boselli, lungo l’omonima via nei poteva vantare una flotta di 64 unità, e pressi della ex stazione ferroviaria.

Riva Ligure elogio del passato

i respira il passato in ogni angolo del sta, modificato nel Seicento e in cui è con- centro storico di Riva Ligure. Qui, an- servata una statua lignea del Santo della Sche il mare e le spiagge, protette da tor- Scuola del Maragliano, e la Parrocchiale di ri e fortilizi, conservano intatto il profumo ed San Maurizio, che si deve quasi scoprire al- il fascino antico dei piccoli borghi liguri l’interno del suo spiazzo dal suggestivo sa- abitati da pescatori e navigatori. Nelle vici- grato in ciottoli di mare. La chiesa è in stile nanze del porticciolo è situata una torre barocco ligure del Settecento, con un’unica d’avvistamento e difesa, risalente al XVI se- navata dove si aprono le otto cappelle. Di- colo. Nella pedonale via Nino Bixio, si affac- pinti di pregio adornano cappelle e presbite- ciano il Comune, già Palazzo dei Marchesi rio e sull’altare maggiore troneggia il trionfo Carrega, l’Oratorio di San Giovanni Batti- di San Maurizio del Morgari.

Santo Stefano essenza di mare

n paradiso per gli amanti del ma- Parrocchiale dedicata a Santo Stefano re che può offrire al turista anche Protomartire, dove si possono ammirare Uangoli di notevole interesse storico ancora elementi dell’originale architettura ed artistico. Già feudo di Villaregia, Santo romanica, e l’ Oratorio del Santo Cristo, Stefano è protetto da un fortilizio a pian- di fine Seicento, ristrutturato perfettamente ta ottagonale del XVI secolo, come la vici- nel 1984, tanto che oggi si può contempla- na Torre degli Aregai. Alle spalle dell’am- re uno splendido crocifisso ligneo, ritenu- pia spiaggia, la passeggiata a mare è lunga to miracoloso, forse appartenuto ai bene- e ben curata. A Marina degli Aregai è sta- dettini. Sul portale della bella facciata si tro- to realizzato un moderno porticciolo turi- vano un bassorilievo in pietra di Vicenza stico, dove gli appassionati della nautica che rappresenta la Madonna della Miseri- da diporto possono trovare confortevole ac- cordia, due Angeli con i simboli della Pas- coglienza e servizi su misura. Nel centro sto- sione nelle nicchie laterali e, in quelle più in rico, in piazza Scovazzi, si trovano la bella alto, l’Annunziata e l’Angelo Annunziante. Il Saccarello, tetto della Liguria tetto on i suoi 2200 metri, è la montagna più alta della Ligu- ria. La sua importanza non si limita a questo primato: dal Cpunto di vista geomorfologico, infatti, da origine alle linee di spartiacque che separano le valli Argentina, Roja e . La vetta, da cui si può godere di una vista grandiosa, è il punto d’in- contro delle province di Imperia e Cuneo, oltre che del diparti- mento francese delle Alpi Marittime. Di non secondaria rilevanza è la ricchezza naturalistica: in pros- simità del Colle del Frontè si trova in abbondaza la Fritillaria, dal- le curiose campane gialle ricurve punteggiate di bourdeaux, pe- raltro soggetta a protezione assoluta. Merita una citazione anche l’imponente Monumento al Reden- tore, in ghisa dorata, posto su un artistico piedistallo in pietra la- vorata. La statua, alta 14 metri, mostra il proprio cuore a tutta la valle in segno di protezione. Trasportato sulla vetta nel 1901, do- po un avventuroso viaggio da Parigi – dove era stato fuso in due blocchi – prima con il treno e successivamente con un carro, ven- ne innalzato sul piedistallo soltanto l’anno successivo grazie all’in- tervento dell’esercito. Dalla prima festa d’inaugurazione, alla qua- le parteciparono alcune migliaia di persone, sono trascorsi ormai cento anni; eppure il raduno si ripete ogni anno con il concorso di ARCHITETTURA montanari, pastori e turisti provenienti da tutte le valli sottostan- RURALE ti, oltre che dalla costa. costruire muretti a secco

I muretti a secco fanno parte del- l’immenso patrimonio ambientale e umano della Liguria oltre che, natu- ralmente, della stessa Valle Argenti- na. Le colline che digradano ripi- damente verso il mare, non avreb- bero certamente lo stesso fascino se l’uomo non le avesse rese coltiva- bili grazie alle fasce. Purtroppo, questa pratica è in disuso e, spesso, gli antichi terrazzamenti vengono Tante piccole borgate abbandonati, oppure i muretti sosti- tuiti con i molto più invasivi muri in cemento. Per fortuna c’è ancora chi, nell’Alta Valle animato da una forte passione, tenta di far sopravvivere questa pra- tica alle nuove tecnologie e all’in- combere del tempo. Ed è colui che ci svela alcuni segreti per riparare un muretto a secco: il primo passo consiste nel ripulire il vuoto che si crea dopo la frana (sbalanca), se- parando le pietre dalla terra. Suc- cessivamente, si preparano le fon- damenta con uno scavo di circa mezzo metro, disponendo le pietre in modo che non scivolino in avanti e che possano sostenere il peso del- la parte in elevazione. Si procede, quindi, selezionando le pietre mi- gliori, ossia quelle ben squadrate e di dimensioni maggiori, che costitui- ranno il primo piano del muro; le altre, di qualità e dimensione infe- riore, sono sistemate sul retro, come riempimento degli interstizi, pressa- te bene col martello. Livellato il pri- ell’alta tra le po- mo piano, si passa a quelli superio- Valle Ar- che case ad- ri, facendo attenzione a posare i N gentina, in parti- dossate sulle rocce massi due o tre centimetri più indie- colare nel comune di Triora, il strapiombanti regna sovrana tro rispetto alla fila sottostante in più esteso della provincia, si trovano diverse la pace. Creppo è un suggestivo e ordi- modo da dare la corretta incli- e caratteristiche frazioni. nato gruppo di case, addossato su una scoscesa rupe; la vista del nazione al muro, diminuendone lo Bregalla deve il suo nome al fatto che nel passato bregallavano piccolo villaggio, suscita ammirazione per una sapienza costrut- spessore man mano che il muro cre- (cioè belavano) greggi di pecore e capre; le terre, date a mezzadria tiva assolutamente fedele all’origine storica. Dal piazzale della sce in altezza, tenendo sempre pre- dalle famiglie trioresi, erano ricche di grano e vigneti. Se si visi- chiesa, si può godere una splendida vista. Goina è un altro pic- sente che è importante poggiare ta durante il periodo delle festività natalizie, si può assistere ad colo gruppo di case, immerso nel verde di castagneti secolari, fra una pietra grande su almeno due una miriade di luci che disegnano un gigantesco presepe. Cet- i verdissimi e ricchi pascoli. Infine, le più famose frazioni sono sottostanti, perché il muro risulti più ta è un gradevole villaggio dall’arcaico aspetto, dove alcuni probabilmente Realdo, situata su uno spettacolare strapiombo, resistente. gruppetti di case dai nomi curiosi sono uniti da una stretta stra- e Verdeggia, anch’essa di origini brigasche, adagiata proprio ai dina. Nelle vicinanze si trova la piccola borgata di Loreto, dove piedi del Saccarello. Trekking bike in Valle Argentina

MOUNTAIN BIKE 2° ITINERARIO TREKKING A tutto raggio nella Bassa Valle: POMPEIANA – CASTELLARO 1° SANTUARIO N. S. MADONNA DI ITINERARIO LAMPEDUSA – TAGGIA – ARMA DI TAGGIA Dalla piazza centrale del paese di curve, dove occorre prestare attenzione, Pompeiana proseguiamo per circa 1 segue un allungo e quindi nuovamente Un percorso ad anello km su strada asfaltata, e dopo altri 600 sconnessioni e tornanti, fino ad uscire su metri la strada inizia a scendere. Sul la- una strada consorziale che in breve fra storia ed arte: to sinistro della traccia, di fronte ad una conduce alla città vecchia di Taggia. Ol- panchina, inizia una mulattiera che trepassato l’antico ponte si raggiun- va intrapresa per i primi 300 metri bici ge il nuovo, che consente di spostarsi sul BADALUCCO – MONTALTO – BADALUCCO in spalla, quindi inizia il rampichi- lato ovest del torrente. Da qui uno ster- no. Si continua in salita per 1 km, fino rato conduce fino alla superstrada, che L’itinerario, che lega i monumenti di Piazza Risorgimento è un imperdi- a raggiungere una stretta strada sterra- attraversiamo per imboccare le stradine Badalucco e Montalto, consente di bile punto panoramico sulla valle. ta che percorre tutta la costa della mon- in terra fra le serre e le case. Raggiun- raggiungere e apprezzare in poche ore Percorsi 20/30 metri sulla statale in dire- tagna ed arriva sopra Castellaro. Rag- to l’incrocio quadrivio Rossat, scen- tutte le suggestioni artistiche e storiche dei zione Carpasio, si imbocca uno qual- giunto un incrocio, si sale a destra verso diamo velocemente sul lungomare di due borghi della valle. Il percorso inizia siasi dei vicoli che segnano verticalmente il secolare Santuario di N. S. della Arma di Taggia. dal Ponte di Santa Lucia, monumen- la struttura urbana del paese, raggiun- Madonna di Lampedusa. Attra- tale porta d’ingresso a Badalucco, e pro- gendo la Parrocchiale e l’Oratorio versato il portico si prende la strada che Località di partenza: Bivio Pompeiana / segue, poi, per Via Ponte. Si svolta, quin- di San Vincenzo Ferrer. Vale la pena scende a sinistra e dopo il tornantino Località di arrivo: Arma di Taggia / Dif- di, a destra in Via Bianchi Marco, e si rag- di salire ancora un poco per arrivare alla che gira a destra, si prosegue con pru- ficoltà: T percorso con brevi tratti tecnici, giunge così in pochi minuti Piazza Duo- vetta del paese, da cui si gode uno denza fino ad arrivare a Castellaro. ma praticabile dalla maggioranza dei mo, il cuore del Borgo, dove si affaccia- splendido panorama della media valle (2 Entrati nel paese, subito si riconosce la bikers / Dislivello: 450 metri / Lunghez- no la Chiesa di Santa Maria As- h). Il Santuario della Madonna mulattiera che porterà a Taggia; i primi za: 18 km / Tempo di percorrenza: 2 sunta e l’Oratorio di San France- dell’Acqua Santa, circondato da un 300 metri sono caratterizzati da ripidi ore / Periodo consigliato: tutto l’anno sco. Riprendendo a ritroso Via Bianchi si incantevole bosco, si staglia perfetta- arriva all’incrocio con via Fontana, dove mente riconoscibile. Si raggiunge attra- occorre proseguire dritti, incontrando la verso un tracciato (percorribile sia a pie- bella facciata dell’Oratorio della Mi- di che in auto), che partendo da Piaz- ITINERARIO sericordia e poco più avanti una fonta- za Risorgimento conduce in trenta na all’angolo con via Vezzargo. Da qui si minuti al luogo di culto. Per il ritorno a TREKKING va avanti seguendo le frecce del percorso Badalucco, si segue il percorso 3° murales e si sale alla sommità del a ritroso fino a Isolalunga paese, dove sorge la Chiesa di San dove, passato il ponte, non Monte Saccarello Nicolò, edificata sui ruderi dell’antico si sale a San Nicolò, Dalla piazza di Verdeggia un ripido sentiero (segnavia bianco-giallo) sale velocemente di quo- Castello (0,30 h). Dal balcone panora- ma si prosegue per ta fino ad arrivare a Grangie Colombera (m. 1133) e a Cime Cabanne (m. 1274). Passate le ca- mico alle spalle della chiesa sono segnati l’antica via Napo- se di Vesignana (m. 1476), il sentiero si unisce alla pista sterrata che, dopo circa 1 Km, giunge al Passo del due percorsi che salgono verso San Ber- leonica e si rag- Collardente (m. 1586). Dal colle il sentiero si inerpica in un ambiente alpestre su per il versante occidentale nardo e N. S. Signora della Neve. giunge il centro del Saccarello. A pochi passi dalla vetta si erge l’alta statua in bronzo del Redentore, eretta all’inizio del 1900. Dalla Il nostro itinerario artistico prosegue, inve- del paese (1 h). cima si inizia a scendere lungo il crinale, si oltrepassano la Valletta della Punta, il rifugio Sanremo (m. 2078), il monte Ci- ce, in direzione monti. Una bella stra- monasso (m. 2085) fino a giungere al Passo di Garlenda (m. 2016). Da qui un sentiero (segnavia rombo rosso) scen- da acciottolata e poi lastricata in lieve di- Località di par- de fino al Passo della Guardia (m. 1463). Arrivati sulla S.p.76 si continua in direzione di Triora e dopo un centinaio di scesa conduce al Ponte della Madon- tenza: Badaluc- metri, si prende una strada forestale (segnavia rosso-giallo) sulla destra che, attraversando le case diroccate di Ca’ del Prato, na degli Angeli e alla chiesa omoni- co (m. 179) / Case Barbone e Case Quin, arriva a Verdeggia. ma. Si prosegue, poi, fino alla frazione Località di arri- Isolalunga, attraversando il Torrente vo: Montalto Li- Località di partenza e arrivo: Verdeggia (m. 1092) / Difficoltà: E / Dislivello: 1200 metri / Tempo di per- Argentina (1 h). Imboccata la statale si gure (m. 315) / correnza: 8 ore / Periodo consigliato: tutto l’anno raggiungono i campi da tennis, ed alle lo- Difficoltà: T / Disli- ro spalle una piccola cappella campe- vello: 100 metri circa / SUL SENTIERO: LA MARMOTTA - Sui sentieri della valle, in estate, con un po’ di fortuna, stre. Un cartello segnaletico indica la Tempo di percorrenza: è possibile fare incontri ravvicinati con questo simpatico mammifero. La marmotta è un strada per Montalto, e dopo una deci- 3 ore / Periodo consiglia- roditore dagli arti corti, dotato però di straordinaria agilità, tanto che riesce a cor- na di minuti di salita si arriva al paese: to: tutto l’anno rere, saltare ed arrampicarsi tra le rocce sfuggendo agli sguardi curiosi (per non spaventarla è importante evitare rumori e gesti bruschi). Tradizioni, feste e folclore feste

n questa terra ricca di storia e cultu- costume e manifestazioni folcloristiche visamente mor- ra permangono feste tradizionali le- (Info: 0184.475421 c/o Comune). ta, viene ripor- Igate alla vita pastorale, all’attività Le antiche usanze di un mondo pastora- tata alla vita ri- agricola, alla religione, e spesso alla rie- le, ormai dissolto, si rinnovano nell’an- coprendone il vocazione di eventi storici. La Festa di nuale raduno al Santuario di San Gio- corpo con spi- Santa Maria Maddalena del Bosco, che vanni dei Prati a Molini di Triora, nel ghe di lavanda si svolge a Taggia in luglio, ha profonde giorno della tradizionale salita delle (Info: radici che vanno oltre la già antica tradi- mandrie all’alpeggio (24 giugno). 0184.475421 c/o zione cristiana: la festa è nominata negli (Info: 0184.94014 c/o Comune) Comune). so- statuti di Taggia, i quali sancivano l’abo- A Taggia, la domenica più vicina al 22 A Montalto Ligure, a no la lizione del dazio sui vini per il giorno luglio (festa della Maddalena), ha luogo luglio, la festa, tra Me- Festa della ricorrenza, già nel 1381. la festa contadina, di evidenti origini dioevo ed Eros, ricorda Patronale A Taggia, invece, in occasione della Fe- pagane, dedicata alla rievocazione del ci- l’antica usanza dello jus pri- di San Gior- sta Patronale di San Benedetto (a feb- clo della morte e della rinascita della na- mae noctis che il conte Oberto di gio, la Madonna braio), si accendono grandi falo’, ac- tura: l’emozionante danza della morte Ventimiglia pretendeva di esercitare in della Neve e, a settembre, compagnati dallo sparo di particolari viene eseguita da uomini in costume, al tutta la zona. (Info: 0184.407004 – 340 la gustosissima Sagra dello Stocafisso a fuochi di artificio chiamati furgari. La suono di una tarantella, mimando il cor- 8418184). Baucogna (Info: 0184.4407007 c/o Co- domenica seguente, corteo storico in teggiamento di una giovane che, improv- A Badalucco, le feste più caratteristiche mune).

Stoccafisso un piatto nato dalla leggenda

adalucco e Montalto Ligure, dopo la conquista da parte della Repubblica di Genova nel 1259, diventano punti di passaggio obbligati sulla via di fondovalle. Lungo le an- Btiche strade del sale, si sviluppa così anche il commercio di stoccafisso, acciughe e prodotti agricoli. Lo stoccafisso raggiungeva via mare Porto Maurizio, quindi i mulattieri si occupavano di recapitarlo a Badalucco che fungeva da centro mercantile per tutta la media Valle Argentina. A Badalucco, quindi, lo stoccafisso abbondava, e gli abitanti del luogo decisero di servirsi di questa ricchezza in maniera particolare. Nel XVI secolo orga- nizzarono la difesa e resistettero all’assedio dei Saraceni servendosi delle scorte di stocca- fisso (un alimento allora quasi sconosciuto altrove) e raggiunti, infi- ne, dai rinforzi, addirittura contrattaccarono, costringendo il nemico a riprendere il mare. La storia continua oggi con l’annuale edizione del Fe- stival dello Stoccafisso, un affollatissimo appunta- mento settembrino a cui partecipano illustri perso- naggi italiani e stranieri, che prevede, oltre ad una se- rie di manifestazioni collaterali, la degustazione del- la storica ed antichissima ricetta dello stoccafisso alla baucogna.

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