Magazine 382 2017.Qxp 0
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
n. 382 10 ottobre 2017 GP GIAPPONE Dopo l’ennesimo disastro Marchionne non molla e rilancia la sida alla Mercedes per gli ultimi quattro GP Apertura al buio FORMULA 1 Test a Barcellona Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 www.italiaracing.net A cura di: Massimo Costa Stefano Semeraro Marco Minghetti Fotografie: Photo4 Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 diBaffi Il graffio GP GIAPPONE Il dramma Ferrari Candeline spente Dopo la serie di sfighe capitate alla Ferrari in Asia, ultima e più dolorosa quella giapponese, la battuta viene spontanea: non è che per i 70 anni della Rossa si è soffiato troppo in fretta sulle candeline? Amara freddura 4 5 GP GIAPPONE Il dramma Ferrari Stefano Semeraro Il giorno dopo il tracollo di Suzuka è peraltro toccato farlo anche a Sergio Marchionne, in- vitato a Wall Street per celebrare il comple- anno del più glorioso marchio sportivo italiano e che sicuramente avrebbe preferito trovarsi da un’altra parte. Sulle ragioni di una disfatta impensabile anche solo all'indomani di Monza, dove pure la Mercedes aveva spadroneg- giato, nelle ultime tre settimane sono state spese molte parole, e lo si farà inevitabilmente anche nei prossimi giorni. Il nervosismo di Se- bastian Vettel a Singapore, il tubo della Male- sia, la candela di Suzuka. Poi l'addio di Lorenzo Sassi, il capo motorista della Scuderia passato, come ha sottolineato Alberto Sabba- tini, dalla squadra di F.1 al settore GT prima dell'estate (per dissidi sulla strada imboccata? perché era stato lui a imboccare quella sba- gliata?), e i luoghi comuni sul pezzo da due euro che si rompe in una macchina che ne costa milioni (ripresi come vedremo anche da Marchionne). Di certo c'è che, come per ironia crudele domenica è accaduto ad un'altra Fer- rari – la ginnasta Vanessa, che si è rotta il ten- dine nella finale dei Mondiali di Montreal – quelli di Maranello hanno provato a dare qual- cosa di più, a spingersi fino al limite alla ricerca della prestazione monstre. La Ferrari di carbo- nio ha provato ad aumentare la potenza, quella di carne a complicare un esercizio ri- schiando il tendine. Passione e coraggio Gli inutili controlli vanno applauditi sempre, ma – premettendo sulla Ferrari di Vettel che sono riflessioni che si fanno al comodo da- a cofano alzato vanti ad una tastiera - la domanda è: ne valeva sulla griglia la pena? di partenza 6 7 GP GIAPPONE Il dramma Ferrari 8 Marchionne proclama una superiorità che non c’è «Non mi piace parlare di sfortuna, perché non ci credo», ha detto giustamente Marchionne a New York. «Sono cose che capitano a tutti, a noi purtroppo spesso capita in gara. Non bisogna però, dimenticare la strada che abbiamo fatto, l'anno scorso nessuno avrebbe scommesso che ci saremmo ritrovati in questa posi- zione. Quindi l'importante è non perdere la fiducia che ci ha por- tato fin qui. La stagione non è persa, c'è il tempo per rifarsi, mi aspetto dalla squadra che nelle prossime quattro gare riesca a recuperare gran parte del divario che abbiamo dalla Mercedes». Marchionne ha ragione a fare mea culpa («la componentistica va riveduta, è un aspetto che abbiamo trascurato anche perché non dava problemi»), meno a proclamare una superiorità di Maranello su Stoccarda che nei fatti purtroppo non c’è. «Senza fare l’arro- gante credo che la Ferrari oggi sia allo stesso livello della Mer- cedes, se non superiore. Anche la Red Bull ha fatto dei passi in avanti, ma non credo comprometta la posizione dalla Ferrari in gara», ha chiosato il presidente. Tensione eccessiva e limite oltrepassato In F.1 purtroppo conta il famoso “pacchetto”, l’insieme di vet- tura-team-pilota, e invece proprio nel momento in cui alla Rossa sarebbe servito fare un salto di qualità, è mancata la… scintilla. Si è spenta la lucidità di Vettel, è rimasto al palo Raikkonen, e il famoso «pezzo da 49 euro» invocato anche dal presidente si è rotto.Forse perché davvero la componentistica non era all’al- tezza, ma allora parlare di superiorità di Maranello è fuori luogo. Forse, anche, perché la tensione era eccessiva. Forse, anche, per- ché Marchionne ha spinto troppo sulla necessità di ‘togliere il sorriso dalla faccia di quelli della Mercedes”. Gli uomini, come le macchine, possono reggere un certo carico, non di più, e saper raggiungere il limite senza oltrepassarlo è il compito di chi uomini Maurizio e macchine le gestisce. Una monoposto è migliore delle altre non Arrivabene solo perché va più veloce, ma anche perché non si rompe. Tor- impietrito nare al successo nell’anno dei 70 anni dalla fondazione sarebbe dopo stata, certo, la ciliegina sulla torta. Ma prima di soffiare sulle can- l’ennesimo deline è sempre bene accertarsi che la torta sia di ottima qualità. stop Tanto per non rovinarsi la festa. 9 GP GIAPPONE Il vincitore Soltanto il pilota inglese della Mercedes potrebbe incrinare la rincorsa al quarto titolo. La troppa sicurezza potrebbe giocargli un brutto scherzo e Vettel, più forte mentalmente, è pronto ad attaccarlo Lewis, attento ad Hamilton 10 11 GP GIAPPONE Il vincitore Stefano Semeraro Ora che ha ottenuto quasi tutto quello che voleva, con il Mondiale a un passo, Sebastian Vettel quasi nella polvere e Valtteri Bottas ridotto anche ufficialmente allo status di scudiero cui era destinato fin dall'inizio («mi hanno chiesto di far passare Lewis che era più veloce di me e io ho subito capito la situazione»), Hamilton può perdere il titolo solo per eccesso di arroganza. Quello che lo ha tradito a volte anche in passato, quando era convinto di essere immune da errori e che di Mondiali ne avrebbe vinti a mazzetto per diritto sovrano. Il mister Hamilton che appariva a tratti a rovinare la festa al dottor Lewis. Se oggi, con quattro GP ancora da correre, i punti di vantaggio sul rivale tedesco sono diventati 59 è solo in parte merito suo, e molto de- merito della Ferrari. E fra l'altro anche in Mercedes a Su- zuka qualche brivido sul versante affidabilità l'hanno provato. Proprio Hamilton durante la gara ha avvertito una vibrazione anomala che proveniva dalla power unit. «E' qualcosa che dovremo analizzare», ha ammesso Toto Wolff, che si trova ora con due motori da utilizzare a partire da Austin che hanno alle spalle tre GP e che farebbe carte false pur di non ricorrere alla quinta power unit della sta- gione e dover così subìre una penalizzazione. I quasi 60 punti di distacco sono tanti, ma come in passato lo stesso Wolff ha riconosciuto bastano un paio di episodi contrari per far mutare completamente lo scenario: «E quello che è successo agli altri domani potrebbe capitare a noi». Hamilton: “Ho tirato fuori il massimo dalla W08” La Mercedes e Hamilton stesso, pubblicamente si sono detti dispiaciuti per quanto accaduto a Vettel, il pericolo è che Hamilton dentro di sé si senta già campione. Risarcito dall'alto per i problemi incontrati l'anno scorso quando do- vette inchinarsi a Nico Rosberg, tutelato non solo da un ta- lento, ma anche da una resistenza superiore. «In F.1 chi sopravvive è il più adatto a vincere», ha detto in Giappone, novello Darwin, aggiungendo che «mi piace pensare che anche se i nostri avversari hanno commesso degli errori io sono riuscito a tirare fuori il massimo dalla nostra mac- china». Sul podio poi - anche se poi ha specificato di non sentirsi ancora “con una mano sul trofeo” e promesso che “non smetterò ora di essere aggressivo” - è sembrato fare il gesto del numero quattro. «Ma no, indicavo solo l’anello di Takuma», ha provato a minimizzare accennando a Ta- kuma Sato, ex pilota di F.1 e vincitore della 500 Miglia di Indianapolis 2017, che era salito lassù per intervistarlo. 12 13 GP GIAPPONE Il vincitore 14 Rosberg: “Vettel è più forte mentalmente” Rosberg, che l'ex collega lo conosce fin da bambino, è però convinto che nella corazza apparentemente impenetrabile di Hamilton ci sia una crepa. E che su quella Vettel dovrebbe puntare. «Sebastian è più solido di Lewis, e al momento ha un vantaggio anche se piccolo in quanto a velocità. Lewis non è perfetto al 100 per cento, ha ancora degli alti e bassi. L'anno scorso a Suzuka ci fu quel baccano attorno al fatto che durante la confe- renza stampa lui era impegnato sui social media, Lewis si innervosì, in gara commise qualche errore qui e là, e io finii per vincere la gara e poi aggiudicarmi il Mondiale. Noi piloti mentalmente siamo sempre al limite, a volte bastano fatti minimi per favorire uno e sfavorire l'altro». Oltre a quello dell'affidabilità meccanica, insomma, secondo Rosberg resta aperto anche il fronte dell'affidabilità mentale. Chissà se Vettel prima di Austin andrà a chiedere consiglio al suo connazionale... 15 GP GIAPPONE La terza forza I 7 giorni che hanno trasformato la Red Bull Le gare di Sepang e Suzuka hanno riportato il team diretto da Horner tra i grandi protagonisti del Mondiale. Merito degli sviluppi che hanno reso la RB13 più performante, del motore Renault e ovviamente di Verstappen, finalmente pulito nella guida, e Ricciardo 16 17 GP GIAPPONE La terza forza Jacopo Rubino Tra Malesia e Giappone Sono scoppiati i sorrisi in casa Red Bull. Fra Sepang e Suzuka stagione raddrizzata la squadra anglo-austriaca ha vissuto sette giorni memorabili, portando entrambe le macchine sul podio per due volte con- Va bene così, comunque, perché in un batter d'occhio Verstap- secutive: non accadeva dal 2013, dai tempi del dominio di Se- pen ha rimesso in piedi una stagione che si stava rivelando de- bastian Vettel in coppia con Mark Webber.