8 12 Il clima in prima pagina Dopo l’assegnazione del premio Nobel per la pace 2007 ad 2007 Al Gore e al Comitato intergovernativo per i cambiamenti 9 • climatici (Ipcc), e dopo aver visto alcuni dei fi lmati proposti dalla nota rassegna torinese Cinemambiente, appena con- clusa, non si può certo dire che il clima non continui a es- SOMMARIO sere sotto i rifl ettori. Abbiamo chiesto a Luca Mercalli, noto PARCHI PIEMONTESI climatologo, alcune rifl essioni su questo nuovo “eco-interes- La Benedicta, luogo di memoria se”. Interesse tutt’altro che recente, ci spiega. di Gianni Repetto 2 SCOPRIPARCO “È da una ventina d’anni che sui mezzi d’informazione si Capanne di Marcarolo di Toni Farina 6 parla di cambiamenti climatici. Io stesso scrivevo i miei primi articoli alla fi ne degli Anni ‘80 – inverni senza neve – e ogni PARCHI ITALIANI Parco del Beigua autunno facevo il punto sugli arretramenti dei ghiacciai: ven- di Maurizio Burlando 8 nero poi le alluvioni del settembre 1993, novembre 1994 e ECOSISTEMI MARINI ottobre 2000; e ancora la caldissima estate 2003 allorché i Abissi cambiamenti climatici fecero scorrere fi umi d’inchiostro, fi no di Emanuela Celona 12 alla recente ondata di interesse suscitata dall’inverno alpino ENTOMOLOGIA 2006-07, il più mite della storia nota, e dall’uscita del quarto Quel diavoletto di una Mantide Empusa di Francesco Tomasinelli 16 rapporto dell’Ipcc (www.ipcc.ch). Periodicamente il proble- FAUNA ma ‘clima’ emerge, e porta con sé ignoranza e luoghi comu- Quagga: la zebra estinta che torna in vita ni, contrapposizioni tra scettici e catastrofi sti, litigi e fazio- di Annalisa Losacco 18 sità, quasi mai fatti e soluzioni. Potrebbero, dunque, torna- BIODIVERSITA’ re utili pochi elementi guida. Primo: la climatologia, scienza Le Isole Falkland interdisciplinare fatta da fi sici, geologi, botanici, geochimi- di Renato Valterza 21 ci, oceanografi , glaciologi, geografi , biologi e perfi no storici, ARTE&NATURA Land Art: quando la natura diventa arte sebbene abbia ancora molta strada da fare ha però com- di Mariano Salvatore 24 preso molto del clima passato, e sta lavorando sulla simu- CULTURA MATERIALE lazione del clima futuro. Nuove evidenze si sono aggiunte di Quando a Bertolla c’erano i lavandai recente, tra tutte, l’analisi della carota di ghiaccio antartico di Eleonora Bellino Tripi 28 del progetto Epica, che sancisce come l’attuale concentra- CIBO&TERRITORIO zione di CO2 in atmosfera, pari a 384 parti per milione, sia Polenta d’autunno, sapori di una volta la massima da 700.000 anni. Secondo: l’Ipcc non è un co- di Aldo Molino 31 vo di ambientalisti o lobbisti dell’energia solare, bensì una TENDENZE Eco... moda! struttura consultiva dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, di Laura Ruffi natto 34 che ha il compito di raccogliere, valutare e sintetizzare l’in- TRADIZIONI tera ricerca scientifi ca mondiale sul clima. Terzo: in genere, Halloween, capodanno dei celti chi sminuisce il problema dei cambiamenti climatici non ha di Loredana Matonti 37 mai letto i rapporti Ipcc. Quarto: il punto critico, oggi, è non RUBRICHE tanto se sia in atto un cambiamento indotto dalle attività 40 umane, quanto come prevedere il clima del futuro per fare opportune scelte energetiche ed economiche. I modelli di simulazione del clima presentano ancora incertezze, tutta- via sono l’unico strumento per assumere decisioni in tem- po utile. Infi ne, il protocollo di Kyoto e la politica energetica dell’Unione Europea sono processi condivisi a livello inter- nazionale che hanno preso atto dell’esigenza di fronteggia- re la più grande crisi ambientale del futuro. Diffi cile attribui- re loro l’etichetta di semplici chiacchiere”.

Luca Mercalli – Società Meteorologica Italiana 21 31 www.nimbus.it PARCHI PIEMONTESI

LA BENEDICTA luogoluogo ddellaella mmemoriaemoria testo di Gianni Repetto poi il nome di Benedicta, è dovuta ai difendersi dalle pretese degli abitanti [email protected] monasteri cistercensi che nei secoli della Val Polcevera, sul versante ligure XII e XIII tentarono di introdurre una dell’Appennino, che vantano diritti l visitatore che sale verso Capanne gestione più produttiva del territorio sul bosco di Capanne di Marcarolo. di Marcarolo incontra, poco prima sulla montagna appenninica. In par- Mentre le monache di Banno si alleano Idi raggiungere la frazione che dà ticolare, l’impulso si deve alla prima con la comunità di Rossiglione per il nome all’omonimo Parco naturale, abbazia cistercense italiana, quella di contrastarne gli attacchi, i monaci il Sacrario dei Martiri della Benedicta Tiglieto, che favorì la fondazione del della Benedicta chiedono protezione e, subito dopo, i resti della cascina monastero femminile di Santa Maria direttamente al Comune di Genova e omonima, antica grangia cistercense. di Banno nel bosco del , nel 1279 danno in affi tto la proprietà a Ruderi recentemente restaurati che, lungo un’antica via “marenca” (per il Oberto Spinola, Capitano del Popolo come una colossale scultura, si sta- mare), e quella di Rivalta Scrivia, i e Signore di Casaleggio Boiro. gliano sulla montagna di Marcarolo a cui monaci ottennero nel 1188 dal Inizia allora il rapporto della grangia perenne ricordo di chi lasciò la vita su Marchese Guglielmo di Parodi il per- con gli Spinola genovesi, un ramo dei questi monti in difesa della libertà. messo di poter ricavare legname da quali ne diverrà in epoca moderna pro- costruzione dal bosco di Sommaripa. prietario a tutti gli effetti. E la Benedicta Il passato Gli stessi monaci ricevettero nel 1195 diventerà la residenza uffi ciale del Era la primavera del 1944, il secondo in dono dal marchese l’intera “Alpe fattore delle loro proprietà a Capanne. confl itto mondiale volgeva al termine di Palodio”, ovvero i territori che dal Insieme ai borghesi Pizzorno essi sa- con il suo strascico di sangue e distru- Gorzente salgono fi no a Marcarolo. ranno i grandi proprietari del sistema zione. La storia della Benedicta, però, In cambio, l’abate si impegnò a edi- di cascine sparse della montagna di inizia molti anni prima. L’origine della fi care una grangia e una chiesa e ad Marcarolo, sistema che durerà con le fondazione della Grangia di Bruvera assicurare alloggio ai pellegrini che sue caratteristiche organizzative fi no (o Riversa, da rovere), che prenderà percorrevano la via “cabanera”. al secondo dopoguerra. Nel 1206 la grangia risulta già edifi - A sinistra: il Monte Tobbio visto dalla Benedicta cata, ma la sua vita è subito diffi cile La storia di ieri (foto Toni Farina); in alto: La Benedicta intorno al 1930 come del resto quella di Santa Maria È in questo contesto socio-ambientale (foto Archivio Scalvini) di Banno. Entrambe devono infatti che, nel corso del secondo confl itto 2 3 canzone partigiana “Siamo i ribelli”, scritta e musicata proprio alla Grilla). Infine, l’11 aprile, ancora a Voltaggio, vennero fucilati 8 appartenenti alla Brigata Alessandria. A questi, occorre aggiungere un mese più tardi la fucilazione al Passo del Turchino di 17 partigiani insieme a 42 prigionieri politici. Senza contare il numero considerevole di deportati (207 secondo Manganelli-Mantelli) nel campo di concentramento di Mau- thausen, di cui soltanto una trentina fecero ritorno alle loro case. Un bilancio terribile per il movimento partigiano che faticò a riprendersi dal duro colpo. Tuttavia, già nell’estate del ’44, si era costituita la divisione “Mingo” che, pur avendo sede operativa nella Valle dell’Orba, disponeva di distac- camenti anche nella zona di Marca- rolo. Attorno al nucleo sopravvissuto, guidato dal Vicecomandante Merlo, si In alto: I ruderi della Benedicta In alto:Rappresentazione teatrale “E sia Benedica” (foto Toni Farina); ricostituì anche la Brigata Autonoma di Gianni Repetto (22 luglio 2007) A fianco: ruderi della Cascina Pizzo Alessandria. La prima partecipò atti- (foto Gian Piero Armano); (foto Gianni Repetto) vamente nella primavera del ’45 alla A fianco: il Sacrario (foto Toni Farina) liberazione di Ovada e della stessa mondiale, avvengono alla Benedicta Genova, la seconda fu protagonista percorso multimediale). Il secondo, i fatti tragici della settimana santa del della liberazione di Gavi. denominato “Benedicta, parco del- 1944. L’armistizio dell’8 settembre la pace”, prevede invece il recupero 1943 aveva dato avvio anche sulla Per non dimenticare di due cascine storiche dell’area, la montagna di Marcarolo ai primi mo- Una pagina tragica della storia d’Ita- Cascina Pizzo e il Mulino Vecchio, vimenti di partigiani per contrastare lia, gli avvenimenti della Benedicta. dovrebbe concludersi entro il 2008. l’occupazione nazifascista. Piccoli Per conservarli vivi nella memoria, La prima cascina diventerà un Cen- nuclei, stanziati in alcune cascine della nel 1999 è sorto il Comitato per il tro di documentazione sui temi della Valle del Gorzente come il Brignoleto recupero e la valorizzazione della pace e della guerra, con particolare e il Lombardo. Soltanto nel febbraio- Benedicta. Iniziativa lodevole, dovuta riferimento ai luoghi. La seconda verrà marzo del 1944 cominciarono a sa- al Consiglio Regionale del Piemonte, dotata di una sala espositiva che potrà lire in montagna gruppi sempre più alla Provincia di Alessandria, all’Asso- ospitare mostre di arte varia legate ai numerosi di giovani renitenti che non ciazione Nazionale Partigiani d’Italia, temi suddetti, e di una foresteria con volevano combattere per i fascisti. Si al Comune di Bosio, all’Istituto per la 25 posti letto per la ricezione e l’allog- ritiene che nella primavera del 1944, Storia della Resistenza e della So- gio dei visitatori. È inoltre prevista la al momento dell’eccidio, fossero pre- cietà Contemporanea in Provincia di sistemazione di vecchi sentieri in un senti tra Marcarolo e il Monte Tobbio Alessandria, alla città di Ovada, alla percorso ad anello che congiungerà circa 800 partigiani, raggruppati nella verso Campo Ligure (la Cascina Nuo- della GNR e bersaglieri. All’alba del Comunità montana Alta Val Lemme e la Benedicta alle diverse cascine e III Brigata Garibaldi “” e nella va). La Brigata Alessandria era invece giorno dopo, 98 giovani catturati alla Alto Ovadese, al Parco delle Capanne intersecherà con i cosiddetti “Sentieri Bibliografia Brigata Autonoma “Alessandria”. Un stanziata alla Cascina Roverno con Benedicta e nelle immediate vicinanze, di Marcarolo e all’Associazione Amici della libertà”, in corso di realizzazione Botta R. e Castelli F., Un luogo chiamato carico eccessivo per un territorio con tutti i suoi 200 effettivi. Va detto che vennero fucilati a gruppi di cinque da della Colma. nell’ambito del progetto intereuropeo Capanne, Regione Piemonte, Alessan- un’economia ai limiti della sopravvi- tutti i gruppi erano composti da gio- un plotone di esecuzione composto Nel novembre 2003 il Comitato si è “Memoria delle Alpi”. dria 1984 venza, caratterizzato da difficoltà di vani disarmati e privi dell’istruzione da bersaglieri italiani. trasformato in “Associazione Memoria Una volta realizzate, le strutture inte- AA.VV., Il Parco Naturale Capanne di Mar- comunicazione, tuttavia facilmente militare necessaria per affrontare un Il rastrellamento non ebbe però ter- della Benedicta” che si propone la ragiranno con il già attivo Ecomuseo carolo, Kosmos Edizioni, Torino 1993. raggiungibile da truppe che vi avessero qualsiasi fatto d’armi. Nonostante non mine con le fucilazioni: nella notte gestione e la promozione della zona di Cascina Moglioni, gestito dal Parco G. Pansa, Guerra partigiana tra Genova messo in atto un rastrellamento. La fosse adatta all’insediamento di gruppi tra il 7 e l’8 aprile trenta partigiani monumentale attraverso un centro di naturale delle Capanne di Marcarolo. Si e il Po, Ed. Laterza, Bari 1967 stessa Commissione Alleata dichiarò stabili di ribelli, la zona di Marcarolo garibaldini vennero catturati sul Monte documentazione e un museo. Un primo tratta di una scommessa, da “vincere” Cesare Manganelli – Brunello Mantelli, il territorio adatto a ospitare non più costituiva per il comando tedesco di delle Figne e quindi tradotti a Voltaggio progetto, già attuato, ha consentito il nel rispetto dell’ambiente e della tradi- Antifascisti, partigiani, ebrei. I deportati di 100 partigiani. Genova un sito strategico fondamen- per essere giudicati da un tribunale recupero dell’antica corte interna della zione. E nella piena consapevolezza alessandrini nei campi di sterminio na- Nonostante questo, i partigiani si or- tale: era infatti ritenuta assai probabile di guerra. Altri 14 furono trucidati a Benedicta. Altri due progetti doteranno che solo una società civile che dibatte zisti. 1943-1945, Aned-Franco Angeli, ganizzarono nel tentativo di gestire la l’eventualità di uno sbarco alleato sulla Passo Mezzano e 7 a Isoverde; l’8 la zona di strutture di accoglienza di vi- e si confronta, attingendo a piene mani Milano 1991. massa dei giovani affluiti, garantendo costa ligure. Ecco perché la mattina del aprile ne vennero fucilati 13 a Villa sitatori e studiosi sui temi della pace e dalla memoria, può far sopravvivere AA.VV., Benedicta 1944 l’evento la memo- loro un minimo di vitto e alloggio. La 6 aprile l’operazione di rastrellamento Bagnara a Masone e 8 a Voltaggio, della convivenza. Il primo, denominato le pratiche di convivenza che hanno ria, Associazione Memoria della Benedicta, Brigata Liguria stabilì proprio alla Be- scattò in tutta la sua efficienza con tra cui Emilio Casalini, comandante “Benedicta”, prevede la realizzazione segnato nei secoli la vita della nostra Storia e documenti 1, Alessandria 2004 nedicta la sua “intendenza”, mentre il l’impiego di circa duemila fanti della del V° distaccamento garibaldino di di una sala ipogea a scopo museale montagna. Evitando l’affievolirsi del- Bartolomeo Ferrari, Sulla montagana con comando era situato in una cascina 356esima divisione, appoggiata da stanza alla Cascina Grilla, sulla Col- sotto i ruderi della cascina (conterrà l’ideale di libertà per cui persero la i partigiani, Le Mani, Recco 2002. “segreta” nella valle della Pùnzema, alcune centinaia di italiani tra militi ma (Casalini è autore del testo della una sala polifunzionale con anesso vita i ragazzi della Benedicta. 4 5 SCOPRIPARCO A cura di Toni Farina [email protected] La salita più comune ha come base il Va- lico degli Eremiti. Assai più interessante è però la salita “integrale” con partenza dal Lago inferiore della Lavagnina, che com- pensa il maggior impegno con la grande varietà di ambienti. Il percorso raggiunge infatti il valico dapprima lungo la Valle del Gorzente e quindi lungo l’immissario Rio degli Eremiti, permettendo di cogliere gli aspetti più signifi cativi dell’area. La prima parte è comune al Sentiero natura “Laghi della Lavagnina”. Dalla casa del custode dell’invaso (ba- checa informativa) si percorre la strada che lo contorna sulla destra idrografi ca. Raggiunto il Lago superiore lo si costeg- gia arrivando così in prossimità del Lago Nel Parco informati delle Vergini. Trascurato il sentiero per Sede amministrativa a Bosio (AL), via Umberto I 32/a, tel. 0143 684777; il lago si va sinistra lungo il Gorzente, e-mail: [email protected]; sito web: www.parcocapanne.it fi no all’incontro con il Rio degli Eremiti. Sede Operativa a Lerma (AL), via G. B. Baldo, 29, tel. 0143 877825. A una ripida salita sulla destra orografi ca Centri Visita. In località Capanne di Marcarolo (Bosio), tel. 0143 684048. Apertura, del rio segue una discesa che conduce aprile - 15 ottobre: mercoledì, sabato, domenica e festività. Nella prima metà di sulla riva opposta, dove si prosegue con 15 agosto anche il martedì, giovedì e venerdì. Dove il Monferrato diventa Appennino percorso piacevole e panorama sempre A Voltaggio, Centro di documentazione per la cultura locale, tel. 010 9601512. più ampio. Ci si allontana quindi dal rio Apertura, metà aprile – fi ne giugno: giovedì, domenica e festività dalle 9 alla 13. in direzione della S.P. 165, che si utilizza Luglio – fi ne settembre: sabato e domenica dalle 9 alle 18 testo e foto di Toni Farina presentano un’assoluta affi nità ambien- sempreverde di incerta origine. per raggiungere in pochi minuti il Valico Ecomuseo di Cascina Moglioni, tel. 0143 684777, 0143 684066), visitabile tutto tale. Dalle alture del Beigua, a picco sul Estesi rimboschimenti a conifere hanno degli Eremiti (1 h 50’ dalla partenza). l’anno, su appuntamento. l suo estremo sud-est il Piemonte Golfo di Genova, giungono bianconi e favorito la comparsa di specie quali la Dal valico, possibilità di salita diretta non alza grandi barriere. Niente brezze di mare, arricchendo il Parco delle cincia dal ciuffo e il crociere che hanno lungo il dirupato versante nord della Come arrivare Amuri di roccia e ghiaccio a quota Capanne di varietà biologica. arricchito il già consistente elenco di montagna, oppure con percorso più Con mezzi propri 4000 che si elevano bruschi sulla pia- Come tutte le aree “al limite”, il territorio di volatili. Gli uccelli costituiscono in effetti vario passando dal Passo della Dagliola A Lerma. Da Torino e Genova con la A26 (Gravellona-Genova) uscita a Ovada; nura, ma un succedersi di colline che Marcarolo è segnato dalla diversità. Sin- uno degli elementi di spicco. Situato lungo (856 m) e salendo alla cima lungo il prosecuzione per Belforte, Tagliolo, Lerma. si inseguono come onde verso il mare. golari condizioni climatiche favoriscono le rotte migratorie, il Parco rappresenta, versante opposto. I due percorsi hanno A Capanne di Marcarolo. Diverse possibilità. Con la A7 (Milano-Genova) uscita Solo da ultimo i rilievi si fanno più alti, e le la coesistenza di specie fl oreali alpine e ad esempio, un sito di nidifi cazione pri- caratteristiche simili (pineta in basso Serravalle Scrivia e prosecuzione per Gavi, Bosio, Mornese. Prima di Mornese valli un più scavate, e la Natura reclama mediterranee. Emblematico è il caso di vilegiato di specie a rischio di estinzione e vegetazione rada in alto); soluzione deviazione per Capanne di Marcarolo (S.P. 165). Oppure, da Serravalle Scrivia maggior spazio e dignità. Scampoli di specie quali Erica carnea ed Erica arbo- come il biancone (Circäetus gallicus), che ideale, unirli con un anello e far ritorno prosecuzione per Gavi e Voltaggio, dove si devia per Capanne di Marcarolo (S.P. impensabile “wilderness”, prima che lo rea: la prima trova nelle Alpi l’ambiente nidifi ca nel Parco con diverse coppie e alla Lavagnina sulla via di andata. 166). Infi ne, con la A26 uscita a Masone (GE), prosecuzione per Campo Ligure sguardo si adagi a mezzogiorno in una d’elezione, mentre la seconda è tipica per questo è stato assunto a suo sim- In sintesi. Quota max: 1092 m; dislivello e deviazione per Capanne di Marcarolo (S.P. 69). distesa di luce liquida e abbacinante. della macchia mediterranea. Il Parco bolo. Notevole è la presenza di rettili e 750 m; tempo di salita: 3,5 h. Dal Valico Con mezzi pubblici Appennino di Piemonte, ai piemontesi ospita vere rarità, come il Cerastium anfi bi, così come ricchi di vita sono i corsi degli Eremiti: dislivello 530 m; tempo di Con il treno a Ovada e Serravalle Scrivia e Arquata Scrivia. A Lerma e Bosio con pressoché ignoto. Lasciate alle spalle utriense, o peverina di Voltri, presente d’acqua, che ospitano tra l’altro specie salita: 1,5 h. autobus linea. Non esistono purtroppo mezzi pubblici per arrivare a Capanne fughe di vigna, coltivi e borghi, si va al mondo solo su queste montagne. Tra rare come il gambero d’acqua dolce. Periodo: tutto l’anno, anche inverno con di Marcarolo. in una terra oggi quasi inabitata, dove le specie arboree si segnalano l’agrifo- Ben rappresentati i mammiferi, fra quali racchette da neve. l’ambiente è tornato a dettare regole glio, il tasso e la cerro sughera, latifoglia signifi cativa è la presenza del lupo. Vitto e alloggio importanti. Ambiente che la Regione Vera peculiarità del Parco è la ricchezza Avendo più giorni A Capanne di Marcarolo Locanda degli Olmi, tel. 0143 684010; Piemonte ha opportunamente deciso di idrografi ca, sfruttata tra l’altro per la co- Molteplici le possibilità. Gli estimatori Rifugio Nido del Biancone, tel. 393 9915484. tutelare istituendo nel 1979 il Parco na- struzione di invasi artifi ciali. Ne consegue della varietà botanica potranno andare A Lerma Albergo Cirimilla, Loc. Cirimilla, tel. 0143 877250; Agriturismo Il Burlino, turale delle Capanne di Marcarolo. Oltre un paesaggio oltremodo multiforme, a primavera sulla Costa della Lavezzara, Cascina Burlino, tel. 0143 877491; Agriturismo Le Miniere, via Masino 16/B, tel. 8200 ettari di territorio protetto compresi unico nel pur vario ambiente piemon- con partenza da Capanne di Marcarolo, 0143 877801. Agriturismo il Mulino, via Calderoni 39, tel. 0143 877140; B&B tra i 335 metri dei Laghi della Lavagnina, tese. Per verifi carlo, nulla di meglio che cogliendo così l’occasione per assag- Odicino Teresa, via Baldo 3, tel. 0143 877397 limite nord del parco, e i 1172 metri del incamminarsi su uno dei tanti sentieri giare la “formaggetta delle Capanne” A Mornese B&B Arecco Edilia, via Giovanni XXIII 15, tel. 0143 875333 , l’elevazione maggiore. segnalati. prodotta alla “Antica Locanda Salera” (tel. A Montaldeo Bed & Breakfast Cascina Arte Pozzo, tel. 0143 849235; e-mail: Un territorio segnato un tempo da una 0143 684037; info: http://www.regione. [email protected]. intensa attività agricola e pastorale, se- La proposta piemonte.it/parchi/ppweb/rubriche/an- A Tagliolo Agriturismo La Comuna, Cascina la Comuna, 21, tel. 0143 849228 guita tuttavia nel dopoguerra da un rapido Monte Tobbio. Pur non essendo la ci- goli/archivio/2006/53.htm). e-mail: [email protected]. Camping Panoramico Colma, Strada Colma, tel. dissolversi delle attività umane. ma più elevata, grazie alla collocazione Di grande attrattiva i percorsi lungo i 0143 89159 Piemonte, e Liguria insieme. Profondi e centrale e all’attraente forma piramidale, torrenti, come il citato Gorzente, con A Campo Ligure Agriturismo Bertin, via Valle Ponzema. Tel. 010 9271020, cell. indissolubili sono infatti i vincoli storici e rappresenta l’escursione top dell’area, partenza da Ponte Nespolo 347 4688390, e-mail [email protected] culturali che legano quest’area all’entro- come dimostra la presenza sulla cima A Tremolino Bed & Breakfast L’Alloro, via Belletti 53, tel. 0143-821026, cell 347- terra genovese, legami sanciti nel caso in della Chiesa dedicata a Nostra Signo- A sinistra in alto: salendo al Monte Tobbio; 1430149, e-mail [email protected] sullo sfondo i Laghi Badana; al di là dei crinali, questione anche dalla vicinanza al Parco ra di Caravaggio. Nelle giornate terse, il Mar Ligure; A Voltaggio Bed & Breakfast Cà de Prian, loc. Molini 34, tel. 010 9693998 naturale del Beigua. Purtroppo separate impareggiabile la vista a 360 gradi: dal in basso: lungo il Torrente Gorzente. A Trisobbio Bruce and Gill Miller Cascina Aie, via San Rocco 1, tel. 0143 831110, geografi camente, le due aree protette Monte Rosa al mare! In questa pagina: lungo il Torrente Gorzente cell. 348 4983051, e-mail: [email protected]. 6 7 PARCHI ITALIANI Parco del

Regno della diversità geologica e biologica

C’è un’altra Liguria, nella quale il mare fa soltanto da sfondo. Una distesa liquida dove perdere lo sguardo senza fatiche e costrizioni, in attesa che uno sbuffo di maestrale giunga a svelare l’orizzonte e la Corsica al largo. Una Liguria dove il suono non è di risacca, ma di brezza che si infila fra valloni e fronde alla ricerca di una via di uscita: a mezzogiorno verso il mare, a tramontana verso la pianura piemontese. Una Liguria dove ambiente e paesaggio sono ancora importanti, meritevoli di essere preservati. È la Liguria dei parchi, come il Parco naturale del Beigua.

testo di Maurizio Burlando [email protected]

Scrigno di biodiversità per l’Avifauna” secondo la classificazione parco” internazionale nell’ambito della L’area protetta più vasta della regione, del Bird Life International). Rete Europea dei Geoparchi e della Rete 8700 ettari di forti contrasti e di natura In alto, lungo i percorsi più impervi e Globale dei Geoparchi dell’UNESCO. ricca e varia. A due passi dalla riviera, nascosti transita con regolarità il lupo. Il Geoparco del Beigua si estende su dal Colle del Giovo al Passo del Turchino, Nelle tre importanti Foreste Demaniali 39.230 ettari coinvolgendo i comuni di passando per le vette del Regionali presenti nel Parco (Deiva, Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, (1287 m, la cima più alta), della Cima Lerone e Tiglieto) vivono i tipici ungulati Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Frattin, del , del Monte Ar- dell’Appennino ligure quali cinghiali, ca- Stella, Tiglieto e Varazze. Al suo interno è gentea e del , 26 chilometri prioli e daini. Quindi la varietà vegetale: presente un ricco e variegato patrimonio di crinali che racchiudono una delle zone bastano pochi chilometri, una cambio geologico che ben rappresenta le diverse più ricche di biodiversità dell’intera Liguria. di versante, per passare dalle fioriture discipline delle Scienze della Terra e, Praterie e zone umide d’alta quota, fitte tipiche della macchia mediterranea a al contempo, risulta particolarmente foreste di faggi, roveri e castagni, pinete zone umide di alta quota, testimoni di significativo per quanto riguarda la rico- a pino marittimo e lembi di vegetazione epoche in cui ghiaccio e roccia combat- struzione della storia geologica dell’Italia mediterranea: un mosaico di ambienti tevano la loro battaglia quotidiana per e per la comprensione dell’evoluzione che ha valso al Parco l’individuazione modellare la superficie terrestre. Molte della catena alpina. di tre Siti di Importanza Comunitaria sono le specie floristiche endemiche: Il Geoparco del Beigua custodisce la (SIC) e una Zona di Protezione Speciale Viola Bertolonii, Cerastium utriense, storia geologica della Liguria, raccontata (ZPS.), quest’ultima in considerazione Asplenium cuneifolium, Daphne cneorum, attraverso affioramenti rocciosi, mineraliz- dell’importanza che la zona riveste per Cheilantes marantae. Preziosità osser- zazioni, giacimenti fossiliferi, spettacolari gli uccelli migratori. Il territorio del Beigua vabili dall’occhio esperto, mentre anche forme modellate senza sosta per effetto è infatti segnalato a livello internazionale all’occhio del profano non sfuggono, dai degli agenti esogeni. quale zona privilegiata di transito dei contrafforti affacciati sul mare, le sagome Nei vari siti (“geositi”) si possono apprez- rapaci diurni, biancone su tutti. Oltre delle balene sbuffare nelle acqueo di zare diverse tipologie di rocce, forme e In questa pagina: 80 sono le specie nidificanti nel Parco, fronte a Varazze. processi di notevole valore scientifico. cascata del Serpente (foto Monica Saettone). talune di grande pregio come l’aquila In particolare l’area è caratterizzata da A fianco: Torre di avvistamento di Bric Cravièu reale, il citato biancone, il codirossone, … e scrigno di geodiversità una grande estensione di ofioliti (rocce (foto Toni Farina). In alto: il succiacapre e l’averla piccola (l’area Dal Marzo 2005 l’intero Parco naturale verdi) con impronta metamorfica alpina Frosone (foto Roberto Malacrida) è riconosciuta come “Area Importante del Beigua è riconosciuto come “Geo- che rappresentano un frammento di un 8 9 un notevole patrimonio di emergenze Conoscere il parco storico-culturali, presenti sul territorio o Il visitatore e l’escursionista possono conservate nei musei, che raccontano usufruire di una fitta rete di sentieri che l’evoluzione degli insediamenti umani si sviluppa per circa 500 km su entrambi e l’utilizzo delle vie di commercio. Fin i versanti (tirrenico e padano) e lungo dall’antichità il comprensorio del Beigua la dorsale principale dove transita l’Alta ha registrato una presenza significativa Via dei Monti Liguri. Tra questi sono da dell’uomo quale presidio delle risorse am- segnalare i “sentieri natura” realizzati a bientali. Le incisioni rupestri testimoniano cura dell’Ente parco. Vari sono i percorsi come le selve fossero frequentate già in tematici attrezzati supportati da pannelli epoca preistorica da cacciatori e pastori. e materiali divulgativi che consentono Importante fu il ruolo assunto dalla zona al visitatore di conoscere a fondo e ap- quale crocevia di transiti commerciali tra prezzare gli elementi naturalistici, storici la costa e la Pianura Padana. e culturali presenti lungo il tracciato. Di particolare interesse sono le attività Negli ultimi anni l’Ente parco ha inoltre predisposto una rete di strutture divul- produttive e agro-alimentari. Molte di gative, dedicate ognuna a uno specifico queste sono tuttora vitali e costituiscono tema: motivo di attrazione per i visitatori. Assai • il Centro visite "Villa Bagnara" (in Co- praticata è la coltivazione del castagno, mune di Masone), dedicato alle risorse con tutti i piatti che derivano dai suoi agro-silvo-pastorali frutti. Di grande rilevanza è l’antichissi- • il Centro ornitologico ed Educazione originario bacino oceanico giurassico roccia intrusiva di colore verde scuro) in ma tradizione dell’industria dolciaria nel ambientale "Vaccà” (in Comune di Aren- (originatosi quindi circa 160 milioni di località Lago dei Gulli. territorio di Sassello, con gli amaretti e i zano), dedicato al tema dell’avifauna anni fa), raramente affiorante in maniera Il viaggio “geologico” ideale non può canestrelli ormai esportati in tutto il mon- • il Punto informativo "Prariondo" (in così diffusa nelle Alpi e in Europa. evitare un’escursione ai meandri della do. Completa il quadro odierno l’ampia Comune di Cogoleto), dove è allestita Non meno importante dell’interesse Piana della Badia di Tiglieto, dove sorge gamma di prodotti caseari (per i quali un’esposizione delle rocce del Bei- scientifico è l’importanza dell’area ai la prima abbazia cistercense costruita in Valle Stura è stato individuato anche gua fini divulgativi e didattici. Essenziale a fuori dai confini di Francia (anno 1120), un percorso culturale-gastronomico), la • il Punto informativo "Banilla" (in Comune tal fine è la possibilità di visitare i geo- o un’escursione agli affioramenti ofiolitici lavorazione delle carni bovine e ovine, di Tiglieto), dedicato al bosco. siti, alcuni dei quali caratterizzati da del Passo del Faiallo, severi custodi dei l’ambita raccolta e conservazione dei un elevato impatto visivo. Fra questi, “granati”, meravigliosi cristalli di colore funghi, nonché i deliziosi mieli, validi tra È infine in allestimento il Centro visite di gli spettacolari canyon modellati nella rosso caratterizzati da un’estrema lim- l’altro come indicatori ambientali delle Palazzo Gervino (Comune di Sassello), formazione conglomeratica della Valle pidezza. vallate del Parco. interamente dedicato al Geoparco. Gargassa, oppure l’area paleontologica Non può mancare, infine, una puntata nei Info: Ente parco del Beigua, via G. Mar- di Stella Santa Giustina, che ospita una settori di crinale del Parco, nelle località In alto: coni 165, 16011 Arenzano (GE). Tel. 010 Incisioni rupestri (foto Monica Saettone). 8590300; fax 0108590064. ricca flora fossile costituita da piante Torbiera del Laione, Prariondo, Pian Sotto: Sito web: www.parcobeigua.it; superiori terrestri in forma di tronchi e Fretto, dove osservare i “fiumi di pietre” Monte Sciguello (foto Roberto Malacrida). A fianco dall’alto: e-mail: [email protected] foglie. Sorprendente è poi la barriera (blockstream), notevoli testimonianze Sassello in abito autunnale con neve corallina fossile in località Ponte Prina dei processi geomorfologici avvenuti in (foto Monica Saettone); Versante meridionale del Parco La Rete europea dei Geoparchi – La Maddalena, caratterizzata da vistose ambiente periglaciale. (foto Monica Saettone); Un Geoparco europeo è un territorio colonie coralline impostate direttamente Castello di Campo Ligure che possiede un patrimonio geologico sul substrato ofiolitico. E non da meno Un parco a misura d’uomo (foto Maurizio Burlando); Geoturismo in Valle Gargassa particolare e una strategia di sviluppo sono le curiose sferoidi di lherzolite (una Il Parco del Beigua è caratterizzato da (foto Cristiano Queirolo). sostenibile supportata da un programma europeo idoneo a promuovere tale svilup- po. Deve comprendere un certo numero di siti geologici di particolare importanza nei termini di qualità scientifica, rarità, richiamo estetico o valore educativo. La gran parte dei siti presenti nel territorio di un Geoparco europeo deve apparte- nere al patrimonio geologico, ma il loro interesse può anche essere archeologico, ecologico, storico o culturale. L’intesa di collaborazione sottoscritta con l’Unesco (Divisione delle Scienze della Terra) nell’aprile 2001 ha successivamente posto la rete sotto gli auspici della pre- stigiosa Organizzazione internazionale. La rete ha registrato e possiede il logo “European Geopark” riconosciuto da tutti i Paesi della Comunità Europea. Oltre al Beigua, in Italia è riconosciuto come “Geoparco” internazionale nell’am- bito della Rete europea il Parco naturale delle Madonie in Sicilia. 10 11 ECOSISTEMI MARINI

“Colui che ha realmente visto questo universo ne serberà per sempre la visione nella sua memoria, per effetto di questo isolamento, di questo freddo cosmico, di questa oscurità eterna, e soprattutto dell’indescrivibile bellezza degli abitanti di questi luoghi”. W. Beebe, 1935

testo di Emanuela Celona un mondo sconosciuto è certamente una “curioso” lettore: un’opera che fosse in [email protected] delle principali motivazioni che ha infl uito grado di ricordare che apparteniamo a nella realizzazione di questo capolavoro una vasta catena vivente, incredibilmen- el 2001, mi immersi negli documentaristico: “Com’è possibile, si te bella e terribilmente fragile, e fi no a abissi per la prima volta gra- chiedeva, infatti, l’autrice, che la Terra prova contraria, miracolosamente unica “N zie a un fi lm di straordinaria comprenda simili meraviglie senza es- nell’Universo. bellezza proiettato all’Acquario di Monte- serne al corrente? Perché nessuno ha rey in California; nel giro di un minuto e mai fermato il mondo per un minuto, o Il più grande spazio di vita in Terra senza preavviso la mia vita cambiò dire- anche per un solo secondo, per rivelare Con una profondità media di 3.800 metri, zione”. Comincia così il racconto di Claire queste forme di vita, laggiù nel grembo gli oceani offrono il 99% dello spazio dove Nouvian nel suo libro, intitolato Abissi, del Pianeta?”. Alla ricerca di una possibile si può sviluppare la vita sulla Terra. Gli dove oltre a essere raccolti numerosi e risposta, Claire pensò di realizzare un Il sommergibili Alvin esplora i camini importanti interventi di scienziati e ocea- lavoro che le permettesse di esaminare dell’Atlantico, © The Stephen Low Company. nografi di fama mondiale, sono svelati gli incredibili esseri reclusi nelle tenebre Nella pagina a fi anco dall’alto: Tiburonia attraverso splendide immagini, esemplari più profonde degli abissi e che soddisfa- granrojo (il grande rosso), taglia 1 m di diametro, profondità 1.500 m; di fauna marina quasi “stravaganti”, e cer- cesse, nel contempo, il senso estetico Benthocodon sp. (piccola medusa); Riftia tamente ignoti agli occhi dei più. Svelare e la curiosità intellettuale di un ipotetico pachyptila (verme tubicolo gigante) © MBari. 12 abissi, immersi nell’oscurità totale dalla ta forti pressioni sulle risorse naturali notte dei tempi, occupano l’85% di questo di superfi cie, gli abissi rappresentano spazio, formando il più grande habitat un’appetibile posta in gioco che attira del Pianeta: habitat di cui ben poco sap- l’interesse di importanti attori politici ed piamo. Le esplorazioni delle dorsali (le economici. catene montuose che si articolano sui Lo sfruttamento delle risorse profonde fondali oceanici) cominciarono negli Anni è già una realtà che ha provocato danni ’70; le prime immersioni alla scoperta irreparabili: i banchi di corallo delle acque del mondo sommerso negli Anni ’80, e fredde, che tra i 200 e i 2.000 metri di poco prima gli studi sul fondale oceanico, profondità ospitano numerosi pesci, sono con le campagne di campionamento del le prime vittime di un disastro dovuto a XX secolo. interessi economici. Il declino degli stock A oggi, solo il 5% del fondale oceanico ittici tradizionali (come il tonno o il pesce è stato cartografato in modo dettagliato. spada diminuiti del 90% negli ultimi 50 Nelle recenti spedizioni scientifi che con- anni) ha spinto le fl otte pescherecce di ossigeno e la pressione crescente, dotte nel sud dell’Atlantico e a ridosso a rastrellare gli strati in profondità per miliardi sono gli individui che popolano dei monti sottomarini del Pacifi co, le cercare la “ricchezza” un tempo pre- il regno degli abissi, tutti impegnati a specie non identifi cate vanno dal 50 al sente in superfi cie. Una tecnica, quella sopravvivere in un ambiente dalle fron- 90% degli esemplari campionati nelle della pesca a strascico, che ha distrutto tiere incerte. Galleggiare, infatti, troppo reti. Da oltre 25 anni, una nuova specie le foreste di coralli profondi vecchie di vicini alla superfi cie, o troppo vicini ai viene descritta ogni due settimane, e almeno 4.000 anni, e ricche di specie fondali, equivale a una sicura condan- non ancora campionate e analizzate na a morte per esseri abituati a vivere in dettaglio. senza linee di confi ne. Certi organismi nuotano vorticosamente per mantenere la Vivere nella colonna d’acqua propria posizione; altri, come alcuni pesci Esiste un unico oceano. I grandi bacini dalle grosse dimensioni o zooplancton d’acqua sono, infatti, tutti connessi. All’in- gelatinoso, usano la vescica gassosa terno di quest’unica entità, il regno della per spostarsi nelle diverse direzioni. Gli colonna d’acqua si muove dalla superfi cie squali, invece, si affi dano al loro olio di al fondo, formando un ambiente fl uido fegato che, essendo più leggero del- immenso, a tre dimensioni, che riserva l’acqua, garantisce il galleggiamento ai suoi abitanti alcune sfi de estreme. del loro corpo. E anche nelle profondità Nonostante le gelide temperature (1-4 più abissali, la ricerca di cibo è essen- °C), la scarsità di luce, il basso tenore ziale ai fi ni delle sopravvivenza. Qui, più

quelle ancora da scoprire si stimano essere tra i 10 e i 30 milioni. In un’epoca di grandi esplorazioni come quella contemporanea, è stato grande lo stupore nello scoprire che le scoper- te più straordinarie del XX secolo, non sono avvenute nello spazio, ma bensì nel cuore degli oceani. Ora siamo certi che laggiù, nelle profondità oceaniche, esistano innumerevoli risorse: pesci dalla carne fi ne e ricercata, giacimenti di mi- nerali, di diamanti, di idrocarburi, nonché specie promettenti per la ricerca medica e industriale. In un mondo globalizzato che eserci- 13 punto da rendersi invisibili. Se, infatti, diventano viaggiatori indefessi che per- gli animali hanno strumenti adeguati corrono distanze giornaliere di decine e di difesa possono permettersi di farsi centinaia di metri. Viaggi intrapresi per vedere; altrimenti la strategia migliore è trovare cibo, o un proprio simile con cui fondersi con lo sfondo. La trasparenza accoppiarsi. dei tessuti è la primaria tecnica utilizzata: Il movimento massiccio che avviene negli molto diffusa tra gli organismi pelagici, abissi ha importanti infl uenze sulla vita questi organismi di gelatina traslucida degli altri organismi del mare, e anche diventano impercettibili anche a pochi sulla vita degli esseri umani. La migrazio- centimetri di distanza. ne verticale di miliardi di animali su scala planetaria provoca il consumo di quantità Il balletto notturno negli abissi impressionati di piante e animali delle Nei giorni di mare calmo, l’infi nita distesa acque superfi ciali, trasportate dai migranti d’acqua sembra un mondo impenetrabile degli abissi, nelle acque più profonde. e immobile. Eppure, ogni sera e ogni Eppure si ignora ancora tutto di questo mattina, gli oceani di tutto il mondo di- fenomeno. Malgrado un’accelerazione ventano teatro di immensi spostamenti: delle esplorazioni senza precedenti, il miliardi di creature risalgono dalle acque regno di Nettuno custodisce ancora tanti che altrove, man mano che si scende in profonde verso la superfi cie. Un grande misteri. E ogni nuova specie identifi cata ci profondità, il cibo scarseggia. Sebbene movimento sincronizzato di animali, il più ricorda che ne restano ancora centinaia alcuni organismi possiedano una struttura grande esistente sulla Terra, e defi nito e centinaia da scoprire. in grado di digiunare per lunghi periodi, “migrazione verticale”. Organismi di ogni esistono molti metodi per procurarsi il genere, grandi e piccoli, migrano verti- Per saperne di più: Claire Nouvian, pasto: alcuni predatori possono conta- calmente in tutti gli oceani, alla ricerca Abissi, 2006, ed. Ippocampo, Genova, re sulla lentezza di alcune prede; altri della zona “fotica”, abbondante di cibo, per l’edizione italiana, € 29,90. tendono trappole, come un’esca biolu- dove la luce penetra appena. Qui, grazie Dal volume Abissi sono tratte tutte le minescente (la bioluminescenza è un all’energia solare, alghe microscopiche immagini dell’articolo. processo chimico diffuso tra gli abitanti trasformano materia inorganica (presente degli abissi in grado di produrre luce di in anidride carbonica) in zuccheri, attività In questa pagina dall’alto, Grimpoteuthis sp. (polpo origine animale che illumina l’oscurità alla base dell’intera catena alimentare dumbo), taglia sconosciuta, abissale e che funge, a volte, da esca, oceanica. profondità da 300 a 5.000 m; Careproctus longifi lis (limaccia altre da arma di difesa, oppure diventa Come tutti gli animali selvatici, la fauna a pinne affi late, taglia 15 cm, luce per cercare cibo, o ancora segnale di abissale migra in caso di necessità, e profondità da 1.900 a 2.997 m, © MBari; foreste di coralli, accoppiamento); altri, invece, inghiottono in condizioni di sicurezza. Per questo il © Les Watling. acqua mentre la setacciano per fi ltrare segnale che fa scattare questo rituale le particelle commestibili. è il calare e il sorgere del sole: protetti Evitare i predatori è un’altra delle sfi de dal crepuscolo o dalle tenebre, il viaggio degli esseri oceanici. La zona pelagica di questi animali inizia al tramonto e offre pochi ripari per nascondersi, e allora fi nisce all’alba, per un breve soggiorno entrano in gioco altre tecniche, come nelle acque superfi ciali. Così, piccoli il mimetismo, anche esasperato al tal crostacei, meduse, krill, calamari e pesci

14 do che le luci artifi ciali li fanno scappare le reti a strascico è uno dei metodi più La fotografa all’istante, o li bloccano. In ogni caso, il distruttivi per i fondali). Inoltre, c’è anche loro comportamento naturale, cambia. È un mancato rispetto per la natura e per anche interessante la prospettiva che solo la biodiversità. degli Abissi certi animali vengono catturati dalle reti. Credo ci siano due modi per affrontare Giornalista, produttrice e regista, Claire Qualcuno dice che solo quelli più lenti e queste questioni. O pensiamo solo in Nouvian da oltre dieci anni gira il mondo stupidi sono catturati, e che certamente termini di sostenibilità, continuando a per realizzare documentari naturalistici ci sarà un modo per far cadere in trappola mettere l’uomo al centro dell’universo, per la televisione francese ed emittenti gli animali più furbi. Il calamaro gigante, chiedendo alla natura di fornire “sostenta- televisive internazionali. Ha girato il do- ad esempio, è stato catturato pochissime menti” al genere umano, oppure proviamo cumentario scientifi co Expedition dans volte. E il calamaro dalla pinna gigante, a muoverci in direzione della protezione les abysses (Science Channel 2004), Magnapinna sp, si è potuto osservare solo della natura, per il piacere di farlo. Abbia- vincitore nel 2005 del premio per il miglior in immersione, a una profondità immensa mo bisogno di smettere di considerare documentarlo di avventura al Festival di (5.000 metri!). C’è da immaginarsi cos’altro l’ambiente come il mondo attorno a noi, Amazonas di Manaus, in Brasile. Inoltre vive lontano dalle reti… in una visione antropocentrica, e comin- è autrice di Océanautes, fi lmato sulla ciare a usare il termine “natura” in modo conquista delle profondità, che ha vinto È d’accordo con chi sostiene che ogni diverso. Adesso sappiamo che l’uomo è il primo premio al festival Pariscience immersione è utile per rinnovare i nostri legato indissolubilmente al destino del nel 2005. legami con la catena della vita? Mondo. L’uomo deve mettere se stesso Il suo primo libro, Abissi, ha conseguito il Certamente. Quando ho avuto l’incredibile al centro di questo meccanismo, ma al premio internazionale per il miglior libro opportunità di immergermi, sono stata sba- pari di ogni altra forma di vita esistente di fotografi a subacquea - menzione spe- lordita dalla vita che ho incontrato. In teoria, sulla Terra. ciale al 33° Festival mondiale dell’imma- a ciascuno di noi è data l’opportunità di fare ginesottomarina di Antibes-Juan le Pen un tuffo nel mondo sottomarino, e stabilire Nel suo libro c’è scritto che 1,5 milioni (Francia). interazioni “vere” con questi animali, oltre di balene sono scomparse nell’arco Per proporle questa intervista, l’abbiamo a quelle “virtuali” attraverso i media (libri, di 200 anni, e l’uomo sembrerebbe raggiunta durante una missione oceano- poster, fi lmati..). Piuttosto che avere una il principale responsabile. È davvero grafi ca in Nuova Zelanda. visione basata sulle impressioni di queste così? creature, bisognerebbe vedere che vivo- Prima di tutto 1,5 milioni di balene è una In base alla sua esperienza, qual è se- no ed esistono, esattamente incredibili e stima ottimistica: la verità potrebbe essere condo lei l’aspetto più entusiasmante improbabili come sembrano… tristemente più alta. Rimuovere gli animali di questo mondo sommerso? dalle acque poco profonde non infl uisce Credo sia la quantità straordinaria di for- Anche le creature degli abissi sono solo sulla catena alimentare delle acque me di vita che si possono trovare nelle impegnate a sopravvivere: cercano cibo, di superfi cie ma elimina una fauna che profondità degli abissi. Sebbene siano scappano dai predatori, si riproducono. vive grazie alla morte delle balene deposte stati classifi cati e nominati, attraverso Il mondo degli abissi sembrerebbe sul fondo. Sappiamo che le carcasse di un approccio tassonomico, sappiamo dunque molto simile al nostro… cetacei, quando giungono sul pavimento ancora ben poco sul comportamento di Le condizioni di vita nel mondo sommerso dell’oceano, forniscono un habitat ideale queste creature. Questo è un aspetto sono più ostili, e molto differenti rispetto a per gli animali oceanici che può durare della scienza che deve ancora essere quello di superfi cie. È buio, molto freddo, i anche per 100 anni. Perciò non è solo una compreso. Oltre all’approccio tassonomico, livelli di ossigeno sono bassi, c’è poco cibo, pratica barbara ammazzare un mammifero esiste una visione ecologica (che riguarda e non ci sono luoghi dove nascondersi. così grosso per nessun motivo razionale, l’adattamento di queste creature al mondo Ciononostante, i fondamenti della vita ma risulta anche dannoso per l’intero circostante) che sta scomparendo con rimangono gli stessi. È interessante notare ecosistema. Ritengo, dunque, comple- questi animali. Quando vengono pescati che, sebbene assomiglino a dei fossili che tamente irresponsabili quegli uomini che dalle reti, noi non li vediamo nel loro am- si sono faticosamente evoluti dall’alba dei compiono ancora un tale scempio nel XXI biente, dunque non possiamo conoscere tempi, possono essere considerati, in realtà secolo. Cosa che va oltre la mia umana le interazioni tra di loro e con l’ecosistema animali piuttosto recenti da un interessante comprensione… (e.c.) di cui sono parte. Attraverso un approccio punto di vista evolutivo. Come altri animali ecologico, si moltiplicano gli aspetti da del Pianeta, sono stati sottoposti a fasi di conoscere su queste creature viventi che estinzioni di massa dove più del 90% della vivono nell’oscurità più completa e che, biodiversità è andata perduta. E le loro per osservare, bisogna illuminare, sapen- fantastiche caratteristiche in realtà sono dovute all’ostilità del loro ambiente.

Cosa pensa della depredazione delle risorse oceaniche a causa di interessi Claire Nouvian in economici? un ritratto di Magalì De Maistre Senza dubbio è stato catastrofi co imma- ginare che gli oceani avessero risorse illimitate. Ora sappiamo che dal 1960, e in modo particolare dal 1980, le riserve di pesce hanno raggiunto un picco e sono drammaticamente scese. È un enorme problema di amministrazione delle ri- sorse. Ci sono questioni che riguardano i metodi di pesca adottati (la pesca con

15 ENTOMOLOGIA

testo e foto di Francesco Tomasinelli contribuiscono a nascondere la sago- un incontro decisamente inusuale che [email protected] ma dell’animale. Negli adulti, invece, genera sempre un certa sorpresa nei che arrivano a 6-7 cm di lunghezza, naturalisti. Inoltre, l’aspetto anomalo, n Italia si contano ben dodici spe- il corpo è caratterizzato da grandi ali, con quel corpo esile e scheletrico, le cie di mantidi religiose anche se nei maschi più lunghe dell’addome. braccia irte di spine e il capo indaga- I la maggior parte delle persone ha Determinare il sesso negli esemplari tore, hanno attribuito a questa specie familiarità solo con la Mantis religiosa. un po’ cresciuti è facile: i maschi hanno un nome comune, “diavoletto”, che Alcuni generi sono abbastanza sin- lunghe antenne pettinate che nelle ben le si addice. Il genere Empusa golari, ma nessuna vanta un aspetto femmine risultano essere corte e cilin- è presente in tutta l’area mediterra- curioso come le Empusa. Anzi, non driche. Si tratta di un accorgimento per nea: in Italia la specie più comune, E. è raro che, incontrando per la prima consentire al maschio di fi utare i fero- pennata, si trova normalmente lungo volta questo insetto, lo si scambi per moni (l’odore) della femmina durante le coste e, in alcune aree interne, in un animale tropicale arrivato in Italia i suoi spostamenti notturni. Sempre il quasi tutta l’Italia Centro Meridionale, per errore. Colpisce, prima di tutto, il maschio, infatti, pur avendo una lun- isole comprese. corpo esile, gracile simile a un ramet- ghezza complessiva pari a quella della Nel nostro Paese si trova anche un’altra to. Sul capo, che sembra riprendere compagna è meno corpulento e vanta specie, la E. fasciata, quasi identica il disegno di un elmo medioevale, si superiore agilità, oltre alla capacità di alla precedente ma presente solo sulle trovano grandi occhi composti, sormon- spiccare brevi voli. Ma come accade coste del Friuli Venezia Giulia e ben tati da una cresta appuntita. Il torace con molte altre specie di mantidi non più comune nei Balcani che si distin- è sottile e collegato a zampe lunghe è un grande aviatore… gue dall’altra per i femori delle braccia ed eleganti. Sull’addome, infi ne, che Le caratteristiche della Empusa, unite raptatorie più larghi. nei giovani è parzialmente arricciato, si a una certa rarità e a una distribuzione Queste mantidi frequentano ambienti trovano una serie di escrescenze che puntiforme, fanno di questa mantide poco perturbati, lontani dall’uomo, ca- 16 Nelle foto Empusa pennata

ratterizzati da una forte insolazione e sono il più delle volte troppo forti ed svernano nelle ooteche, gli involucri una certa aridità: tale specie è stata energici per essere catturati e nella spugnosi colmi di uova caratteristici di segnalata, per esempio, sulle spiagge maggior parte dei casi attirano appena mantidi e blatte, ma come giovani. Si della Maremma nei pressi delle dune l’attenzione della mantide. Ancora me- nascondono nella fi tta vegetazione o sabbiose ricche di arbusti, nella mac- no adatti ragni e coleotteri che invece in zone riparate ma possono uscire al chia costiera del Gargano, o nelle aree fi gurano sul menù della più massiccia sole per nutrirsi nelle giornate invernali a calanchi dell’Emilia Romagna, come Mantis religiosa. I piccoli si nutrono di più calde, quando qualche mosca può il Parco naturale dell’Abbazia di Mon- mosche e moscerini che attendono compiere un raro volo. Gli esemplari teveglio o dei Sassi di Roccamalatina. vicino ai fi ori. La rapidità di azione è maturano all’inizio dell’estate e pro- Vederne una, tuttavia, richiede non tale che le piccole mantidi sono in grado ducono le prime uova in luglio. Dopo poco impegno: bisogna cercare con di catturare gli insetti in volo. qualche settimana, ancora in agosto, calma tra gli arbusti, sapendo che le Una menzione particolare merita il ciclo nascono i piccoli, che a settembre Empusa prediligono posizioni esposte, vitale di questa specie. Nella maggior misurano meno di un paio di cm di ma che il perfetto camuffamento le parte delle mantidi mediterranee i pic- lunghezza complessiva. rende quasi introvabili. coli nascono all’inizio della primavera da Vista la rarità e il valore come indica- Empusa pennata, la specie italiana ooteche deposte l’autunno preceden- tore di ambienti rari e vulnerabili, quali tipica di questo gruppo, ha le stesse te. Le ninfe possono così accrescersi spiagge e zone a calanchi, Empusa abitudini alimentari delle altre mantidi durante la buona stagione e accop- non dovrebbe essere mai raccolta. Al ma caccia sempre sulla vegetazione, piarsi sul fi nire dell’estate quando la momento la specie non è tutelata ma catturando piccoli insetti volanti che disponibilità delle prede è massima. si spera che, a breve, rientri nelle liste si avvicinano alle infi orescenze. Tra le Nelle Empusa, invece, il ciclo vitale regionali degli organismi da proteggere, prede fi gurano mosche, piccole farfalle, è sfasato rispetto a quello delle altre come già accaduto per altre specie di insetti impollinatori. Grilli e cavallette mantidi nostrane: i piccoli, infatti, non Artropodi. 17 FAUNA

passi riecheggiano nelle sale immense metà addome, su un manto fulvo; zampe un proprietario terriero, il quale, dopo del Museo regionale di Scienze natu- chiare e senza strisce. averlo ucciso, si “premurò” di inviarlo Irali di Torino. Lascio correre veloci da- al museo, perché, aveva l’impressione, vanti ai miei occhi orsi bruni, ippopotami, Andando verso il Capo che la specie fosse diventata rara... Si ornitorinchi, uccelli. E fi nalmente, isolato Con questa immagine impressa nel- trattava di un cucciolo. L’ultimo esemplare in una singola vetrina, ciò che stavo la memoria, sono partita insieme al scomparve defi nitivamente nello zoo di cercando: il quagga, termine onomato- documentarista Eugenio Manghi per Amsterdam nel 1883. peico della lingua boscimane Khoi, che il Sudafrica, dove, da vent’anni, si sta Nel 1969, l’appassionato tassidermista si pronuncia aspirando la doppia g. sviluppando un progetto ambizioso che tedesco Reinhold Rau, incaricato dal Si tratta di uno dei soli 23 esemplari mira a riportare in vita il quagga, la zebra Museo di Storia naturale di Città del Capo presenti nei musei a livello mondiale. estinta, denominato “Quagga Breeding di rimontare il cucciolo imbalsamato, In Italia, oltre a quello di Torino, se ne Project”. Destinazione è la regione del iniziò a concepire l’idea di riportare in conserva un altro nel Museo civico di Capo, il cuore della Wineland, terra dei vita il quagga. Ma cosa spingeva Rau Storia naturale di Milano. ricercatissimi vini sudafricani. Proprio qui, a pensare che questo progetto fosse Non posso fare a meno di chiedermi fi no alle pianure semidesertiche della possibile? se il noto negoziante di oggetti di storia regione del Karoo, ancora all’inizio XIX Rau era convinto che il quagga fosse naturale, signor Leadbeater, nel 1827 secolo, correvano abbondanti i branchi di solo una sottospecie della zebra comune, sapesse già di vendere allo storico Mu- quagga. Bastarono pochi decenni perché semplicemente adattata nel colore un po’ seo di Zoologia dell’Università di Torino l’uomo sterminasse questa specie per bruno all’ambiente arido delle pianure una specie pressoché estinta. scopi alimentari, per eliminare i com- del Karoo. A una prima veloce occhiata si direbbe petitori naturali delle mandrie di bovini D’altronde, già nel 1908, negli Atti della una normale zebra; osservandolo meglio, domestici, e per sport. Dell’esemplare Reale Accademia delle Scienze di Tori- però,però, sisi notanonotano alcunealcune differenze:differenze: striestrie presentepresente nelnel MuseoMuseo didi CapeCape Town,Town, sisi nono sisi leggelegge lala teoriateoria deldel sociosocio LorenzoLorenzo chiarechiare lungolungo lala testatesta e ilil collo,collo, fi nono a raccontaracconta cheche lala pellepelle appartenesseappartenesse a CameranoCamerano cche,he, ssposandoposando llaa ttesiesi ddelel

LALA ZEBRAZEBRA ESTINTAESTINTA TORNATORNA ININ VITAVITA

In Sudafrica, un appassionato tassidermista avvia un progetto per riportare in vita una specie estinta a causa dell’uomo testo e foto di Annalisa Losacco [email protected]

18 dottor Trouessart affermava, in maniera scienziati ed esperti, nel 1987 Rau avviò La memoria richiama subito l’immagine del tutto avveniristica, che il quagga pre- dunque il Quagga Breeding Project, per del museo: in effetti le zampe e i quarti sente a Torino - come quello del Museo riportare in vita l’animale estinto. posteriori sono quasi del tutto privi delle di Parigi - fosse una sottospecie della caratteristiche strie e anche sulla pancia zebra, proponendo di chiamarlo: Equus Dopo vent’anni le strisce si fermano a metà, mentre la quagga Trouessarti. Frank e Tom Turner, i proprietari della zebra comune ne è completamente fa- Quando Reinhold Rau, rimontando il cuc- Bontebok Ridge Reserve, una delle sciata. Nel frattempo Tom racconta come ciolo imbalsamato, trovò ancora attaccati riserve che hanno aderito al progetto, ci è iniziato il Quagga Breeding Project, alla pelle resti di tessuto muscolare e guidano alla ricerca dei nuovi quagga. privo di esperimenti di natura genetica, sangue, li conservò preziosamente. Non è ancora arrivato il grande caldo e ma con un programma di riproduzione Nel 1984 ebbe fi nalmente la possibilità la giacca a vento ci aiuta a sopportare i selettiva. E così, nel 1994, vennero tra- di effettuare le analisi del DNA dei resti forti venti che arrivano dal mare, da Città sferite otto zebre dall’Etosha National di otto quagga imbalsamati (le prime del Capo. Davanti a noi una cascata di Park, in Namibia, scelte per il colore condotte su una specie animale estinta) nuvole si riversa dalla catena montuosa un po’ fulvo del manto, e altri esemplari e di quello di una zebra comune. Ciò che delle Table Mountains dentro il cuore dalla regione sudafricana del Kwazulu aveva sempre sostenuto trovò conferma: della valle, punteggiata da una miriade Natal, per il caratteristico colore chiaro il quagga (Equus quagga quagga) era di coloratissimi fynbos, i fi ori endemici dei quarti posteriori. Al progetto aderirono effettivamente una sottospecie della di questa regione. Sopra di noi, il cielo prontamente diverse riserve di questa zebra (Equus quagga burchelli). Questo che alcune ricerche dicono il più azzurro regione. “Questo progetto viene condotto rinforzò la convinzione di Reinhold Rau del Mondo. con maggior successo nelle piccole ri- che i tipici caratteri del colore bruno Tom Turner indica un branco di animali: serve, dove è possibile monitorare come e della scarsità di strisce nei quagga fra antilopi alcine e gnu, si distinguono questi individui evolvano e controllarne fosserofossero aancorancora ppresentiresenti nneiei ggenieni ddelleelle quellequelle cchehe a uunana pprimarima oocchiatacchiata ssem-em- lele sstrie”,trie”, raccontaracconta FrankFrank Turner.Turner. DopoDopo zebrezebre ccomuni.omuni. FFrara llee pperplessitàerplessità ddii ttantianti brerebberobrerebbero delledelle normalissimenormalissime zebre.zebre. solosolo tredicitredici anni,anni, moltomolto primaprima deidei varivari

LALA ZEBRAZEBRA ESTINTAESTINTA TORNATORNA ININ VITAVITA

19 decenni previsti, questi incroci hanno ga, che preferiscono le pianure. “Così, questi esperimenti non doveva rendere dato i primi successi: gli ultimi puledri spiega Frank Turner, non si corre il rischio meno seria l’estinzione: quando una sono molto simili al quagga. Natural- che i nuovi quagga possano mescolarsi specie è estinta, l’intero patrimonio ge- mente, non tutti i nuovi nati presentano alle zebre di montagna, vanifi cando gli netico è sparito per sempre dal Pianeta le giuste caratteristiche: “Gli esemplari sforzi del progetto”. e niente o nessuno potrà effi cacemente che negli anni non hanno assunto le Nonostante la perplessità iniziale, il ripristinarlo. sembianze del quagga, prosegue Frank progetto gode adesso del supporto di Turner, vengono venduti come zebre, gran parte della comunità scientifi ca, Info così riusciamo a fi nanziare il progetto. tanto che ogni anno studiosi di tutto Quagga Breeding Project: http://media1. Ora si può dire di aver ottenuto individui il mondo si recano nella regione del mweb.co.za/quaggaproject/index.html. che al 90% assomigliano al quagga. Capo, per verifi carne gli effettivi pro- Per prenotare una visita alla Bontebok Purtroppo, questi esemplari presentano gressi. È anche vero però che molti altri Ridge Reserve, in prossimità della cit- ancora strie sulle zampe e sui quarti scienziati non lo vedono di buon occhio: tà di Wellington: www.bontebokridge. posteriori. Quando si otterranno animali l’eventuale successo di simili progetti com oppure Il Tucano Viaggi Ricerca privi di queste strie, allora potremo dire potrebbe fomentare nell’essere umano (a Torino, tel. 011 5617061, Email: di aver ottenuto il vero quagga. E sarà una pericolosa illusione di onnipotenza. [email protected], www.tucano- la prima volta che un animale estinto Inoltre, si sminuirebbero gli sforzi di quanti viaggi.com) organizza viaggi persona- viene riportato in vita.” lottano per conservare la biodiversità lizzati in Sudafrica. Reinhold Rau riteneva che il proget- e, ovviamente, le specie a rischio di to potesse ritenersi di pieno successo estinzione. allorché si fosse ottenuto un animale In realtà, lo stesso Reinhold Rau era che rappresentasse almeno una via di consapevole del fatto che il successo di mezzo tra il meno striato e il più striato dei quagga imbalsamati, conservati nei 23 musei del Mondo. “Attualmente ci sono circa 200 quagga nelle varie riserve e stiamo lavorando molto per ottenere un più marcato colore fulvo, che parta dal collo fi no a metà del corpo”, precisa Tom Turner. Nel 2000, il South Africa National Parks, l’ente che gestisce i In apertura: branco di Quagga. parchi sudafricani, ha dato un crisma In questa pagina, di fattibilità al Quagga Breeding Project, in alto a sinistra: Bontebok; aderendo uffi cialmente a questo pro- a destra : getto: sia avviando un proprio progetto Quagga di riproduzione, sia reintroducendo nel in basso: esemplare di Quagga Parco nazionale Karoo gli esemplari in esposto al Museo di esubero delle riserve private. Cape Town (Sudafrica) “La reintroduzione nel Karoo National Park è stata possibile perché questo parco è attraversato da montagne, che separano le zebre di montagna dai quag- 20 BIODIVERSITÀ Le Isole Falkland testo e foto di Renato Valterza di esemplari di specie che si possono colline che raggiungono pressapoco i [email protected] incontrare, e di cui restare meravigliati. 700 metri, sono coperte da pietrisco, Camminare attraverso colonie di migliaia torba, erica e cespugli bassi, a causa olti, forse, ricordano le isole di pinguini è un’esperienza indimentica- del clima che scoraggia la crescita di Falkland per la guerra avvenu- bile, così come, non meno esaltante per altra vegetazione. Mta negli Anni ’80 tra Argentina e un “birdwatcher”, può essere la visita Tra le più interessanti caratteristiche Inghilterra per il possesso di quelle terre: alle grandi colonie di albatross che si geologiche, sono unici “i fi umi di pietre” il Regno Unito ne rivendica la sovranità sviluppano per chilometri lungo le coste che Charles Darwin, durante alcune da quando, nel 1833, vi aveva edifi cato di Saunders Island. sue visite alle isole nel 1833 e nel 1834, una base navale mentre l’Argentina le Inoltre, la fruizione di queste bellezze chiamò “ruscelli pietrosi”. Si pensa che considera parte integrante del proprio naturali e di questa “wildlife” ancora i fi umi di pietre siano i resti dell’ultima territorio nazionale, chiamandole Isole intatta è quanto mai libera, e affi data età del ghiaccio quando, cicli di gelo e malvine (in spagnolo: Islas Malvinas). alle responsabilità dei singoli che pos- disgelo fessurarono blocchi di quarzite Ma vicende storiche a parte, le Falkland sono avvicinare gli animali come ormai fi nché si ruppero e scivolarono lungo i rappresentano, per i naturalisti appas- è possibile soltanto in pochi luoghi al pendii collinari. Questi fi umi di pietre si sionati e ben documentati, uno dei siti di Mondo. Le Falkland, un arcipelago di trovano soprattutto sugli altipiani e l’uni- maggior interesse e attrazione al Mondo. circa 420 isole, si trovano 500 chilome- cità di questa caratteristica topografi ca Ciò che attira l’appassionato di natu- tri circa a est dell’America del Sud, e è costituita dall’elevato numero di pietre ra, non è tanto la varietà delle specie coprono una superfi cie di 12.173 km² e dalle loro notevoli dimensioni. presenti, ma il numero impressionante quasi disabitata. Le isole costituite da Le numerose baie, insenature, estuari e

21 Le Falkland ospitano una quantità enor- marzo/aprile, hanno cresciuto i piccoli, si in acque fredde. Si muovono in branchi pinguini “Rockhopper” e di albatros dalle me di pinguini che crescono in colonie di spostano. Nidificano sovente in cunicoli che raggiungono fino a 50 unità. Lungo sopracciglia nere; le procellarie “Southern migliaia di esemplari; i tipi “Rockhopper” e scavati nel suolo. le coste di altre isole, come ad esempio giant petrel” (Macronectes giganteus) “Magellanic” trascorrono la maggior parte La specie “Gentoo” (Pygoscelis pa- Sea Lion Island, si possono avvicina- e “Northern giant petrel” (Macronectes dell’anno in mare e si avvicinano a riva pua) è caratterizzata da una striscia re colonie di elefanti marini (Mirounga halli) che potrebbero essere confuse solo in primavera solo per riprodursi. Per arancione e bianca posizionata sotto e leonina) e leoni di mare (Otaria flave- con l’albatros, ma sono privi della sua contro, i “King” e “Gentoo” permangono dietro l’occhio delimitato da una stretta scens) che sonnecchiano pigramente eleganza. L’albatros dalle sopracciglia sulle isole per l’intero anno. Il pinguino linea bianca a forma di anello; il petto è sulle spiagge. Ma i leoni di mare sono in nere (Diomedea melanophris) con la sua “Rockhopper” (Endyptes chrysocome) bianco argentato. Alcuni nidificano negli grado di muoversi molto velocemente e apertura alare di 2,5 metri può essere ha piccole dimensioni: fra i 33 e i 35 stessi luoghi mentre altri si spostano di essere sorprendentemente aggressivi identificato, a distanza, dalla forma e centimetri in altezza. Nella sua versione formando nuove colonie. Il piumaggio sulla terra. Gli elefanti marini, specialmen- dal colore delle sue ali e dall’ampiezza giovanile, il piumaggio è tra il blu scuro giallo oro ai lati del capo e del collo del te gli esemplari maschi, furono preda delle medesime. e il nero, per passare al grigio cupo- pinguino “King” (Aptenodytes patagoni- dei cacciatori di foche durante il XIX e Ai visitatori particolarmente sensibili, le marrone nell’età adulta; il petto è bianco, cus) lo rende il tipo più appariscente. Il l’inizio del XX secolo, soprattutto per il Falkland evocano diversi stati d’animo: il capo blu scuro ricoperto da un folto blu metallico delle pinne si mescola al loro olio. Questi animali, che possono talora allegria e vivacità, talvolta austerità, ciuffo di peli giallo sulfureo. grigio scuro del dorso; raggiunge i 76 raggiungere un peso di 3,5 tonnellate tutto nel volgere di poche ore. È possibile, Il “Magellanic” (Spheniscus magellani- centimetri in altezza. Al largo di alcune e una lunghezza di 5 metri, si nutrono infatti, percepire qualcosa di magico tra cus) presenta strisce bianche e nere sul isole è possibile ammirare orche (Or- in prevalenza di calamari che catturano le falesie rocciose e la veemenza del- spiagge presentano una costa spesso capo, sul collo e sul petto. Prende nome cinus orca) che possono raggiungere immergendosi fino a un chilometro di le onde del mare che flagellano aspre spettacolare ed estremamente lunga con dall’esploratore spagnolo Magellano i nove metri di lunghezza (i maschi e profondità. Tra gli uccelli marini si anno- scogliere minacciose, che creano alcuni molti punti di ancoraggio. I fiumi e i laghi che per primo notò questa specie nel oltre otto le femmine); il loro peso può verano il cormorano reale (Palacrocorax degli scenari più drammatici esistenti sono pochi, e parte delle isole soffre di 1520. Questi pinguini ritornano alle loro aggirarsi addirittura sulle 9 tonnellate. atriceps) che è presente in circa 60.000 al Mondo. mancanza di acqua dolce. colonie in settembre e quando, entro Questi mammiferi sono più abbondanti coppie. Talora si mescola con colonie di

Isole Falkland

22 23 Land art: quando la natura diventa arte ARTE E NATURA N D A T L AQUANDO LA NATURA DIVENTAR ARTE testo e foto di Salvatore Mariano primordi della storia creativa dell’uomo e museo e della galleria d’arte. Inizia una [email protected] che spazia, per quanto riguarda le forme fase nuova nel settore della produzione prodotte, dal clamoroso al sussurrato, dal artistica contemporanea in cui si assiste and art, ovvero: arte del territorio. mastodontico al minimale. Le cronache al ribaltamento del rapporto tra opera e Questa è una delle defi nizioni che attribuiscono la paternità del nome del spettatore. Quest’ultimo, non più chiamato Ldescrivono il movimento artistico movimento a una mostra, tenutasi a a osservare passivamente l’installazione sorto in America sul fi nire degli anni Colonia nella primavera del 1969, dal e assumendo come dogmi inconfutabili Sessanta in piena beat generation. titolo Land art. Da quel momento i teorici i giudizi di valore attribuiti ai manufatti Sarebbe riduttivo costringere all’interno dell’arte nella natura si staccano dalle artistici da una ristretta élite di critici au- di una defi nizione il concetto di Land correnti minimaliste e concettuali da cui toritari, è spinto, al contrario, a divenirne art che, al contrario, è molto ampio e erano partiti anni prima per sviluppare parte attiva, capace di attribuire, con la contiene implicazioni afferenti a mol- una linea artistica che ancora oggi con- propria personale sensibilità, nuovi piani teplici campi della vita e della storia tinua a sperimentare nuove declinazioni di lettura alla creazione dell’artista. dell’uomo. La Land art, che ha come con cui interpretare l’ambiente. Spinti Gli anni Sessanta, e poi quelli dei decenni scopo l’unione di natura e arte, diviene, dal desiderio di sottrarre la propria arte successivi, sono anche un periodo di da subito, un’area di ricerca artistica ai meccanismi utilitaristici del mercato forte riscoperta dei valori ambientalisti- in contrapposizione ai canoni culturali alcuni artisti americani ed europei ca- ci. Gli eccessi distruttivi del progresso uffi ciali e un veicolo di divulgazione del peggiati da Robert Smithson decidono avvicinano l’opinione pubblica dei Paesi sentimento ecologista sessantottino. di slegare l’opera artistica dal concetto industrializzati verso la riscoperta di Nasce, così, una corrente “natur-artista” di estetica tradizionale e, in modo par- una dimensione naturale e spingono che affonda le sue radici espressive nei ticolare, dalla spazialità precostituita del all’elaborazione di nuovi strumenti di

senza titolo, di Mauro Staccioli Arborescenza, La città che sale, di Luigi Vollaro Parco Castello di Agliè di Flavia Lanfredini Parco Castello di Agliè rassegna internazionale di scultura 2004. Accademia di Belle Arti di Carrara, 2007. rassegna internazionale di scultura 2004. 24 25 tutela del patrimonio naturale con la corretti i valori che attribuiamo a quello o nelle residenze della mitica Timbuktu costituzione di aree protette e trattati che ci circonda? È possibile considerare nell’odierno Mali. internazionali. Sotto il profilo tecnico la eterna qualsivoglia opera umana? In questi antichi esempi l’intento artistico Land art si può, per semplicità, dividere in Domande fortemente presenti nella non era sempre esplicito poiché preva- due filoni principali. Il primo crea oggetti produzione di uno dei nomi più celebri leva l’aspetto funzionale, ma in essi si d’arte impiegando i materiali più diversi: della Land art mondiale, ovvero Christo, percepisce come l’uomo si sia prodigato dal marmo al ferro, dall’argilla al cemento, l’artista che ha realizzato nel corso degli nel prolungare l’opera della natura per etc. L’opera viene concepita in funzione ultimi trent’anni imprese macroscopiche affermare il proprio desiderio di esistere. del contesto in cui si andrà a inserire e di temporaneo intervento estetico sul In questo atteggiamento atavico risiede una volta terminata lo scopo sarà duplice: territorio (esemplare è: Running Fence, la forza espressiva della Land art: inter- creare una relazione dialettica tra l’og- 1972-1976, lunga linea di teli svolta per rogarsi sulla precarietà dell’esistenza getto artistico e l’ambiente circostante e circa 40 chilometri sul territorio califor- per ricondurre alle giuste proporzioni il spingere l’osservatore a ridefinire il suo niano, fino al mare). lacerato rapporto tra uomo e natura. personale rapporto con la natura. Questo crescente coinvolgimento si sta Il secondo, più estremo, impone l’im- manifestando anche nel nostro Paese Land art alla piemontese piego per la creazione dei manufatti di dove la corrente in questione deriva, Oltre all’iniziativa dell’Ente parco Lame materiali reperiti esclusivamente in loco. più marcatamente che in altri luoghi, del Sesia che, la prossima primavera, Non vengono utilizzate né sostanze, né dall’esperienza dell’arte povera di autori ripeterà l’esperienza del laboratorio ar- colorazioni che possano arrecare danno quali Mario Merz, Gilberto Zorio, Giu- tistico e che conserva al centro della all’ambiente. Le fasi di realizzazione seppe Penone, che orientano la propria sua sede storica la scultura in argilla e della scultura dovranno essere realizzate ricerca sulle suggestioni prodotte dai bambù di G. Crippa e dei partecipanti nello stesso luogo dove l’opera verrà materiali e sul valore simbolico delle al workshop, molte sono le iniziative esposta e, cosa ancor più innovativa, forme. Nell’ultimo periodo diversi Parchi all’interno delle aree protette del circuito la creazione, una volta ultimata, dovrà italiani e aree naturali stanno sperimen- piemontese. Tra queste, la terza edizione essere lasciata nell’habitat naturale pre- tando esperienze vicine alla Land art, della biennale di scultura internazionale scelto, abbandonandola alla progressiva proponendo ai visitatori nuove forme di riproposta dal Castello di Agliè, nel corso e costante degradazione causata dagli fruizione e di lettura del territorio. della prossima estate. Nello splendido agenti atmosferici. L’opera d’arte, sorta Perfettamente rodata è l’esposizione scenario del parco del castello verranno grazie al prestito di materiali vivi come biennale di Arte Sella in Valle Sella (val- presentate opere ideate per dialogare Bronze dreaming stone, di Peter RandallPage Giovanni Crippa, fasi di lavorazione dell’opera astratta di Land Art (argilla argilla, cortecce, foglie, rami, pietre, frut- lata situata a nord del piccolo comune di con gli alberi e le architetture del castello, Parco Castello di Agliè e materiale vegetale), Laboratorio di Land Art tenutosi all’interno della ti... restituirà a poco a poco la propria Borgo Valsugana, in provincia di Trento). utilizzando le singole creazioni come rassegna internazionale di scultura 2004. sede del Parco delle Lame del Sesia il 16 e 17 giugno 2007. corporeità, dissolvendosi nel paesaggio La kermesse, nata nel 1986 e ricono- lenti attraverso cui osservare in modo che la ha generata. sciuta internazionalmente, ha lo scopo di diverso il paesaggio. Nascono, così, opere di grande forza dar voce agli artisti delle regioni dell’arco Nei restaurati giardini della Reggia di espressiva, quali: Spiral Jetty, di Robert alpino e di proporre opere inedite che Venaria, l’artista Giuseppe Penone Smithson, una spirale che si sviluppa sappiano esprimere un rapporto stretto propone, invece, una sua personale per quattrocentocinquanta metri sulla con la natura. Rapporto che diviene es- interpretazione del giardino barocco superficie del Lago Great Sant nell’Utah, senziale nel concepimento delle singole con una serie di sculture dal titolo: Il realizzata con terra e sassi in una località opere, in quanto realizzate seguendo i giardino delle sculture fluide. A Racco- inaccessibile; Le case arboree di P. Dou- dettami più rigidi di questo stile: impiego nigi, ancora una volta, è il parco di una gherty, costruite all’interno di un bosco esclusivo di materiali naturali raccolti residenza nobiliare a prestarsi in quali- servendosi esclusivamente di materiale sul posto e assenza di manutenzione tà di scenario per gli interventi artistici vegetale o, ancora, le Zattere migranti al termine del processo creativo. raccolti all’interno dell’iniziativa Genius dell’italiano Giuliano Mauri, poste su uno Sugli stessi principi si fonda il labora- loci, realizzata in collaborazione con gli specchio d’acqua vicino a Gallo matese torio di Land art organizzato dal Parco allievi dell’Accademia Albertina e in cui in provincia di Caserta e destinate a Lame del Sesia ad Albano Vercellese. è il parco a essere considerato opera diventare isole man mano che le piante Riprodurre e reinterpretare il ciclo della d’arte mutevole soggetta all’evoluzione che le compongono metteranno radici. natura è stato il tema proposto (nella naturale e ai cicli delle stagioni. L’intento di queste creazioni è quello di prima edizione tenutasi quest’anno) dal Infine, la città di Torino sta ultimando i ricucire il legame tra l’uomo e la natu- maestro Giovanni Crippa che ha mostrato lavori per l’inaugurazione definitiva del ra: per la prima volta con la Land art agli allievi pervenuti come lavorare argilla, Parco di arte vivente in via Giordano si agisce sulla natura senza tentare di fibre di cellulosa, paglia, rami e pietre Bruno che costituirà un luogo di spe- rappresentarla e rinunciando all’idea di per realizzare un opera astratta dal forte rimentazione di nuove forme artistiche creare una forma nuova. Queste instal- valore evocativo. legate alla natura e ai suoi contenuti. lazioni, quasi sempre temporanee, non In Crippa, come in altri Land artist, la sono oggetto di compravendita e sono, vocazione a queste tecniche di lavora- Per saperne di più in tal modo, svincolate dalle regole del zione nasce dalla passione per antiche www.lamedelsesia.vc.it; gioarte@libero. mercato artistico. La decomposizione tecniche costruttive, in particolare quelle it (per i corsi e i laboratori di Land art in tempi relativamente brevi dell’opera delle abitazioni in argilla – vere opere di organizzati da Giovanni Crippa); www. è voluta, e quasi mai contrastata perché Land art ante litteram. Costruzioni ancora parcoartevivente.it; [email protected]; costituisce parte fondamentale del pro- molto diffuse nel continente africano e Arte ambientale, Umberto Allemandi cesso di creazione artistica asiatico e che in passato hanno raggiunto & C, 1993; Land art, concettuale, arte La caducità delle ideazioni della Land art esempi di mirabile perizia negli splendidi povera, a cura di Flaminio Gualdoni, Il giardino fluido, di Giuseppe Penone installazioni di Land Art create per la manifestazione pone un interrogativo fondamentale: sono palazzi della città di Shibam in Yemen Skira Editore, 2007. Giardini della Venaria Reale, agosto ’07. Genius Loci all’interno del Parco del Castello di Racconigi. 26 27 CULTURACULTURA MATERIALEMATERIALE biancheria: lenzuola, tovaglie, indumenti, e quant’altro... La zona di Bertolla, ca- ratterizzata da molti canali (bealere) che servivano d’acqua i vasti campi coltivati a mais o a foraggio per il bestiame, divenne il quartiere dei lavandai: qui si sfruttava la ricchezza d’acqua e la possibilità di usare gli spazi di campagna come asciugatoi naturali, per sviluppare la redditizia ma faticosissima attività di lavanderia. La settimana per i lavandai iniziava il lunedì, quando si recavano in città per ritirare i panni sporchi e consegnare la biancheria pulita. Partivano con il carro (il cartun) tirato dai cavalli, sul quale si trasportavano i sacchi: erano stabilite delle tappe fi sse (poste) nelle vie della città e i clienti che dovevano ritirare o con- segnare, si trovavano a queste fermate in orari stabiliti e fi ssi nel tempo. Questo lavoro veniva svolto da donne e uomini e solitamente il carro era seguito da qual- cuno in bicicletta che faceva consegne a domicilio in luoghi limitrofi alle fermate principali. Era inoltre abitudine portare dei bambini che facevano la guardia al carro, mentre gli adulti si occupavano delle consegne: il rischio che venissero rubati gli indumenti lavati era, infatti, da non sottovalutare. Durante la giornata di martedì, avveniva la suddivisione della biancheria per tipologia, quindi veni- va disposto l’ammollo, iniziando dalle Quando a Bertolla lenzuola, in grossi tini di cemento che contenevano prima acqua fredda, poi ricambiata con acqua calda. Questa era riscaldata in una caldaia, il fuoco c’erano i lavandai necessario era prodotto con i trucioli di legno delle segherie e dei falegnami: testo di Eleonora Bellino delle mura dell’antica Torino, nasce dal quando l’acqua bolliva veniva trasportata Tripi fotografi e Archivio Pian della Mussa, è sempre stato un a mano, tramite appositi contenitori dotati museo dei lavandai di Bertolla corso d’acqua dalle vigorose correnti e, di un lungo manico, all’interno dei tini e [email protected] nel tratto limitrofo, la città si divide in molti la biancheria veniva lasciata in ammol- bracci che si ricongiungono e si separano lo con aggiunta di detersivo (la fenice) orino, “città dei due fi umi”. Ecco più volte, soprattutto nei quartieri di Barca contenuto in barattoli forati. Il mercoledì come spesso si ricorda la prima e Bertolla; infi ne, il Sangone, il fi ume si iniziava a lavare. Questa operazione Tcapitale d’Italia. La città però è degli orti, meta di svago per i cittadini veniva svolta sia dagli uomini che dalle attraversata da quattro importanti corsi torinesi durante i fi ne settimana, luogo donne, di solito i primi si occupavano d’acqua che condizionano, o comunque di divertimento e di merende durante la dei capi più voluminosi e pesanti. Ini- infl uenzano, lo sviluppo, le attività e le bella stagione. zialmente tutto veniva lavato a mano, i abitudini degli abitanti di un territorio. Borgata Bertolla, situata nel tratto di con- lavatoi erano collocati all’aperto e costituiti Il Po, senza dubbio, è il fi ume più fl uenza tra la Stura e il Po, è luogo noto da una tavola di legno con due pioli (lo noto, nonché il più lungo d’Ita- per la caratteristica attività dei lavandai scagn), immersa in una vasca ricavata lia: importante via di co- che, dalla fi ne dell’Ottocento e in modo dalla deviazione dell’acqua dei canali dei municazione, è il fi ume organizzato dai primi del Novecento, si campi. Queste vasche dovevano essere della pesca, dell’eco- occupavano di lavare i panni per tutti gli suffi cientemente profonde da non far toc- nomia, degli scam- abitanti di Torino. Chi viveva, infatti, in care il fondo alle lenzuola che altrimenti bi; la Dora è il fi ume città, non aveva la comodità dell’acqua potevano sporcarsi e macchiarsi con il della produzione: a all’interno delle abitazioni, e un’ordinanza contatto con la terra. L’attività di lavaggio essa erano collegati comunale del 1934 vietava lo sciorinare iniziava al mattino molto presto, anche il funzionamento dei dei panni nei rivi cittadini e l’asciugatura intorno alle tre, e durante l’inverno era mulini e delle macine, degli stessi per le vie della città al fi ne addirittura necessario rompere il ghiaccio nonché le annesse atti- di evitare che questa assumesse un che ricopriva l’acqua per poter lavorare: vità produttive; la Stura, aspetto poco decoroso. Così le famiglie immaginiamo la fatica e la sofferenza di fi ume posto al di fuori erano costrette a dare da lavare tutta la coloro che svolgevano questo mestiere! 28 29 Con il passare del tempo anche il pro- che percorrevano i capannoni. Il venerdì lavaggio secondo metodi e la legislazione cedimento di lavaggio e strizzatura della e il sabato, quando la biancheria era vigente. Ma per ricordare e non perdere biancheria si evolse richiedendo sempre asciutta, si procedeva alla divisione dei la memoria di questo passato, il gruppo meno lavoro manuale e necessariamente capi per famiglia: ognuna di queste aveva personaggi storici “La lavandera ed ij fatica fi sica. Il giovedì si procedeva con la un contrassegno cucito che era costituito lavandè ‘d Bertula” dal 1997 promuove e stenditura. Durante la bella stagione e le da fi li di colore diverso combinati tra loro porta in giro in carnevali, feste di paese e giornate più soleggiate anche in inverno, in forme differenti, poi si procedeva con iniziative anche oltre il territorio nazionale, la biancheria veniva stesa nei campi che la piegatura e infi ne alla stiratura, solo le tradizioni, i costumi e le usanze del venivano utilizzati per la coltivazione. I fi li per le famiglie più altolocate. quartiere Bertolla di Torino. Inoltre, è stato di ferro (i vir) erano tirati tra pali solitamen- Era spettacolare, durante la bella stagio- allestito un museo, in Strada Bertolla 113, te di acacia (gaggia), ma si utilizzavano ne, affacciarsi dalla collina di Superga e vicino alla Parrocchia di S. Grato, in cui anche altri tipi di legno in relazione alla ammirare, sulla sponda sinistra del Po, sono raccolte testimonianze fotografi che disponibilità. I fi li erano tirati su tre fi le distese di panni stesi che danzavano al e materiale dell’epoca che raccontano parallele: la più alta (anche un metro e ritmo dettato dal vento, e chissà quale l’attività dei lavandai. Ogni anno, nella ottanta) serviva a stendere le lenzuola, fragranza poteva portare quel bucato prima quindicina di settembre, il gruppo quella di mezzo la biancheria di media che il lunedì rientrava nelle case dei personaggi storici sfi la in costume per lunghezza, e la più bassa per fazzoletti, torinesi! le vie del quartiere Bertolla per tenere biancheria intima, indumenti o pannolini Dopo gli anni Sessanta il mestiere dei vivo il ricordo della storia della borgata dei bambini. Durante l’inverno spesso si lavandai scomparve, la lavatrice e il e per far assaporare agli appassionati e stendeva in capannoni: questi ambienti processo di industrializzazione fecero ai nostalgici un po’ di passato. inizialmente venivano scaldati da stufe diminuire la richiesta, rendendo sempre dotate di rotelle che si accendevano al- più autonome le famiglie. Il mestiere è Info: Museo del gruppo Personaggi Storici l’esterno e portate all’interno per i locali oggi sopravvissuto a livello industriale: “La Lavandera ed ij Lavandè ‘d Bertula” quando smettevano di esalare fumo. In il servizio viene svolto per ristoranti e strada Bertolla 113, sig. Prina Battistino seguito le stufe vennero sostituite da alberghi, fornendo biancheria di pro- tel. 349 8722649. Il museo è visitabile in tubazioni che trasportavano calore e prietà delle lavanderie che procedono al giorni e orari da concordare.

30 CIBO&TERRITORIO

sapori di una volta… testo di Aldo Molino l ppaioloaiolo fumante,fumante, sulsul fuocofuoco didi legna;legna; raramente si mangia in casa ma che [email protected]@regione.piemonte.it unun lungolungo bastonebastone e manimani sapientisapienti fa festa e convivialità e che rimanda a Iche pazientemente rimescolano. tempi passati, quando le famiglie erano Poco più in la, nel pentolone, le salsic- numerose e il desco un momento di “Una buona polenta non deve ce, e il sugo. Non c’è sagra paesana, gioia molto diverso dalle parche cene essere come un semolino festa di carnevale o raduno degli al- a base di pacchettini preconfezionati deve avere il tempo di maturare pini, che non mandi in scena questa comprati alla gastronomia cinese più in pentola simpatica rappresentazione. Una folla vicina… e devi poterne sentire la di bambini curiosi e di adulti, tornati Fortunatamente, sono lontani quei rusticità, bambini, attendono con impazienza tempi in cui per insaporire le calde e bisogna starci dietro anche che venga scodellata. dorate fette, si appendeva al centro un’ora” Ovviamente parliamo di polenta, il del tavolo un’acciuga, e con parsimo- piatto povero, il piatto dei poveri, che nia la si strofi nava per avere un po’ Anonimo montatese 31 (Montà d’Alba) di sapore… Un’acciuga che avrebbe spiovere nel paiolo di rame (che condu- puls e più tardi polenta. A partire dal insaporito più pranzi. Qualcuno dice ce meglio il calore) dove bolle l’acqua Medioevo si diffuse il grano saraceno, che questa è una leggenda metro- salata (con eventuale aggiunta di poco una poligonacea, ancora oggi coltivato politana, altri, invece, asseriscono olio o latte) in proporzione di un litro in qualche valle alpina e che rientra il contrario. Forse la povertà non si d’acqua per 3 etti di farina, facendo nella cosiddetta polenta taragna. Con spingeva a tanto, ma certo è che un attenzione a non formare grumi. la scoperta delle americhe arrivò il tempo, l’intingolo di accompagnamento La cottura dura almeno 45 minuti ri- granoturco, così chiamato probabil- non era così abbondante. Con un uovo mestando con un bastone di legno e mente per la sua esoticità. Il mais sodo e il “bagnetto verde” si mangiava perché non si attacchi bisogna girare (che è termine araucano, colombia), in quattro, e la “bagna dell’inferno” sempre nello stesso senso. Quando quando vi giunsero i conquistadores era un lusso non da tutti i giorni. Il l’impasto si stacca dai bordi, la po- era già coltivato da migliaia di anni nel parco “Poca roba”, protagonista di lenta è pronta per essere versata sul centro e nel sud America, e non si una bella conta monferrina, la po- tagliere; se è della densità giusta che conosceva più la progenie selvatica. I lenta, la mangiava sempre, pranzo e mantiene corpo e non è “cappotta” moderni studi di genetica, ma non tutti cena, condita soltanto con sale e pepe: come semolino, va tagliata con un fi lo sono d’accordo, individuano il precur- “Pulenta e peiver, pulenta e sal …”, sottile, dal basso verso l’alto. Al più, sore di Zea mais nel theosinte. Pianta benché avesse un’intera stanza piena si può utilizzare una spatola di legno, sacra per i maya e per gli aztechi, era di denari, frutto delle sue diaboliche ma non di metallo che ne muterebbe però prevalentemente trasformata in contrattazioni con Lucifero, almeno il sapore e il carattere. tortillas. In Europa si diffuse soltanto così narra la storia… Per fare la “polenta concia”, invece, il a partire dal XVI secolo all’inizio come Un’osservazione più attenta ci permet- condimento è essenziale: formaggio curiosità e poi come cultura agraria te di defi nire meglio dove ci troviamo: tagliato a tocchetti e burro devono vera e propria. In Italia è nell’ambito se ad accompagnare il nostro “pastic- essere aggiunti a fi ne cottura e amal- padano che ha trovato la sua maggiore cio di mais” è la “luganega”, siamo in gamati con la polenta stessa. estensione soprattutto in campo zoo- Trentino, o sulle montagne venete; se Se poi non tutta la polenta è stata tecnico ma anche per l’alimentazione invece annegati nel “tocho” ci sono consumata, può benissimo essere umana. Nel mondo contadino (Veneto, tocchetti di “anguila” fritta, la nostra conservata dentro una pezza di cotone ma non solo) sostituiva anche il pane scena è ambientata nel Delta del Po. per poi essere abbrustolita nel forno, o rappresentando l’alimento principale. Tapulon, ricetta tipica della zona di Bor- sulla stufa, oppure fritta in padella con Dieteticamente il granturco pone però gomanero nel novarese, il nome deriva poco burro o olio, e condita con toma, dei problemi: non contiene lisina e da “tapulè” (tritare con il coltello) si fa ancora burro e formaggio grattugiato vitamine PP per cui può provocare con la carne d’asino, ma anche con la o anche con “bagnacauda” (“polenta una malattia nota come Pellagra. In polpa di vitellone. Burro e formaggio cumudà”). Nelle Langhe, ad esempio, compenso, essendo privo di glutine, (fontina), ed eccoci in Val d’Aosta. era un classico la polenta rafferma con rientra nelle preparazioni adatte per E ancora, se ad accompagnarci è il un poco di “brus” (formaggio piccante i celiaci. merluzzo, potremmo essere a Ivrea fermentato) e un grappolino d’uva Il moderno mais ibrido enormemente alla fi ne del carnevale. La “cugnà”, moscatello o dolcetto. produttivo è molto diverso dalle varietà mosto d’uva, fi chi, nocciole e mele Piatto autunnale e piatto della monta- più antiche che per questo hanno cotogne ci trasportano, invece, sulle gna, la polenta è grande amica della rischiato di scomparire. Il crescente colline delle Langhe dove il granturco fauna selvatica: caprioli, cervi, cinghiali, successo dei cosiddetti prodotti di è la “meliga”. lepri, camosci sono classici animali nicchia ha fatto si che, qua e là, si Quanto poi a Lei, la polenta, è una abbinati al nostro pastone, ma anche sia ripresa la coltivazione di queste e molteplice: polenta bianca, gialla, altre improbabili specie fi niscono o varietà di minore resa ma più ruspanti grigia, taragna. Naturalmente tutti fi nivano, ahinoi (!), negli intingoli e e soprattutto non manipolate geneti- asseriscono essere la propria la mi- nei “civet”: scoiattoli, ricci, tassi, pas- camente. Con le vecchie coltivazioni è gliore, ma attenzione ad affrontare seri (“polenta e useletti”) e perfi no stato recuperato anche il ricordo della l’argomento perché la discussione le cornacchie, amare e disgustose, sfogliatura del granoturco, attività che rischierebbe di andare per le lunghe ma apprezzate in qualche paesino permetteva di liberare le pannocchie infervorando le parti, tanto che la pie- Veneto. Non la scampavano nean- dalle brattee a consistenza cartacea tanza rischierebbe così di raffreddarsi. che i gatti, randagi, selvatici e pure che le ricoprivano. Operazione che ve- Su di un fatto sono tutti d’accordo, la domestici (spesso il gatto del vicino), deva impegnata nelle sere di autunno polenta precotta del supermercato soprattutto se maschi e in polpa, che tutta la famiglia compresi i bambini, che si prepara in 30 secondi non è nel periodo natalizio erano molto ricer- e anche gli amici e i vicini, essendo vera polenta, poi sottovoce e con un cati nelle campagne piemontesi per occasione per stare assieme a raccon- po’ di vergogna, si scopre, però, che essere trasformati, dopo una adeguata tarsi vecchie storie. A Cunico, che già in mancanza di meglio (e di tempo) frollatura sotto la neve, in succedanei ha salvato dall’oblio l’“orso di sfuias”, la si può anche ricorrere al pratico pac- di lepri e conigli. Soltanto cani e topi comunità locale in collaborazione con chetto confezionato. non pare non si accompagnavano l’Ecomuseo del Basso Monferrato Una buona polenta si prepara con con il nostro pasticcio di mais, salvo Astigiano, tutti gli anni, a fi ne farina di mais rigorosamente macinata possibili smentite. settembre, si ripropone “Sfuje a pietra che resti un po’ grossolana, Il mais appunto. Ma in principio era e cuntè”, sfogliare e raccon- possibilmente proveniente da varietà prevalentemente orzo. La polenta, tare, momento di lavoro e di autoctone e non ibride, tra cui il mitico più del pane, era il vitto quotidiano festa legato al vecchio rito mais a otto fi le. La farina viene fatta del legionario. I romani la chiamavano del granoturco. 32 33 TENDENZE ECO... MODA testo di Laura Ruffi natto terraplana.com, compagnia internazio- laura.ruffi [email protected] nale che raggruppa designer, grossisti e dettaglianti, con sede in London Bridge, uò la moda essere sostenibile? Londra), che ha realizzato un marchio Certo. Scarpe, abiti, componen- di prodotti on line, ha votato la sua poli- Pti di arredo stanno vivendo una tica alla ricerca e all’applicazione di eco rivoluzione “verde”: stilisti, architetti, materiali. Offre pellami liberi dal cromo, designer sono alla continua ricerca di pelli vegetali e l’E-leather, un tessuto materiali, mezzi di produzione e mercati eco-rivoluzionario fatto di pelle e fi bre sempre più “eco”. Prendiamo il cuoio, per tessili, la cui produzione prevede un ri- esempio. I vecchi sistemi di produzione dotto consumo di acqua e l’applicazione che prevedevano un uso spropositato dei migliori metodi di prevenzione contro di solventi organici, fungicidi, coloranti l’inquinamento ambientale. Terra Plana azoici, enormi quantità di acqua prelevata ha inoltre avviato un’impegnativa politica da preziose falde e cromo, sono stati a favore della difesa dei propri lavoratori. banditi dall’Europa e dal Nordamerica. I Gran parte della sua produzione si svolge produttori hanno sperimentato soluzioni in Cina (uno di quei Paesi dove è ancora alternative, e tanti, seguendo la logica possibile ovviare certe norme a tutela dei del progresso, o forse solo la moda del lavoratori), nella provincia di Guangzhou, momento, hanno concentrato sforzi e idee dove sono stati aperti numerosi studi di per realizzare prodotti che si ispirano ai design e uffi ci le cui attività sono stretta- principi dettati dalla sostenibilità. Alcune mente regolamentate. Per questo grosso aziende, ad esempio Terra Plana (www. impegno rivolto all’ambiente e al lavoro

pulito, Terra Plana è stata insignita del perativa, l’hanno recuperata e destinata vegani convinti e che si occupa esclusiva- premio Observer Ethical Fashion Pro- alla produzione organizzandosi in forma mente di eco moda è Bourgeois Boheme duct nell’anno 2007. Quindi non solo il autogestita. Anche il confezionamento (www.bboheme.com), una casa di moda prodotto fi nito è oggetto di tanta impor- avviene nella periferia di Buenos Aires, inglese che dichiara di voler educare tanza. L’attenzione si è spostata anche dove uomini e donne collaborano all’in- la coscienza dei consumatori dirottan- sui sistemi di produzione, sulla fi liera segna di un’esperienza comunitaria di do le loro scelte su proposte realizzate che oggi dovrebbe essere sempre più lavoro. Qui sono nate le magliette con “la con materiali naturali fatti di elementi equa e solidale. CTM Altromercato (www. stoffa giusta!” lanciate nel corso di eventi biodegradabili e poliuretano. La fi losofi a altromercato.it) è un consorzio no-profi t di piazza in tutta Italia, diventate veicolo di Bourgeois Boheme si basa sull’idea di Botteghe del Mondo formato da 130 per diffondere e fi nanziare il progetto del che un prodotto eticamente corretto è cooperative o associazioni attive nel consorzio. una scelta ottimale per se stessi e per commercio equo e solidale, impegnate Altre soluzioni alternative della moda l’ambiente. Bourgeois Boheme accontenta nella lotta alle disuguaglianze tra Nord verde sono state proposte da un eco- donne e uomini offrendo oggetti liberi da e Sud del Mondo. Tessere il futuro è la genio, la stilista Natalie Dean che ha ingredienti animali, tra cui scarpe, borse, campagna di sensibilizzazione promossa creato il marchio beyondskins (www. portafogli, cinture, cosmetici…. dal consorzio Altromercato nel 2006/2007 beyondskin.co.uk) e, attraverso la vetrina E in Italia? Come viene recepita questa dedicata alla coltivazione e produzione del virtuale dell’on line, ha esposto il suo ondata verde? Nella nostra Penisola cotone e dei tessili. La fi liera, oggetto del caleidoscopico mondo di scarpe fatte in un’azienda pugliese, la Eco Leather (a progetto di Altromercato, si trova in Argen- semplice stoffa e tessuto. Beyond Skin capo dell’Italian Leather Group, tre sta- tina, ed è gestita da gruppi di produttori, è un esclusivo, eco friendly label che bilimenti, due in Italia e uno in Argenti- tutti organizzati democraticamente al loro produce bellissime scarpe, fatte a mano na) ha brevettato una pelle non trattata interno, che controllano la lavorazione e in Inghilterra, utilizzando materiali che con cromo, per ora solo utilizzata per garantiscono un prodotto pulito a livello non sono dannosi per l’uomo, gli animali selleria d’auto e arredamento, ma che ambientale e sociale. Innanzitutto per la e l’ambiente. Lo slogan di questa vetrina prevede una prossima applicazione nel coltivazione del cotone si utilizzano solo virtuale è assolutamente importante: campo della moda. Cinque anni fa Eco sementi tradizionali, no OGM o prodotti “Be the change you wish to see in the Leather ha avviato un progetto di ricerca chimici. La tessitura del cotone avviene world” Ghandi. con l’obiettivo di realizzare una pelle per in una fabbrica abbandonata dopo la crisi Un altro marchio rintracciabile su internet, arredamento che presentasse un impat- argentina: gli operai, costituendosi in coo- decisamente più esasperato, destinato ai to minimo sull’ambiente sia a livello di 34 35 processo produttivo che di smaltimento pea di bandire le sostanze più pericolose tuttavia la norma del comprare di meno fi nale. Il risultato fi nale è stato Arborea, impiegate nella produzione tessile. Nome e in modo più mirato, poiché anche la la prima collezione di pelle ecologica per dell’iniziativa “Moda sin Toxicos”, e perse- montagna di abiti vecchi rappresenta un arredamento prodotta su scala industriale. gue con impegno l’intento di sostituire le problema per l’ecosistema. Si tratta non solo di un prodotto “free of sostanze (come piombo, nickel, cromo IV, Ma l’improvviso interesse delle maggiori chrome” ma anche di un tessuto innova- formaldeide…) che possono danneggiare etichette a produrre abiti nel rispetto tivo per il processo di smaltimento non il sistema nervoso, causare tumori e dell’ambiente ha sollevato parecchie inquinante per l’ambiente al termine del danni allo sviluppo degli organi produttivi critiche tra gli ambientalisti: le aziende suo ciclo di vita. Sempre in Italia, dove con materiali senza composti tossici. hanno davvero intenzione di rinnovare i sembrava che lo stile ecologico fosse Sempre in questa direzione, alcune im- propri mezzi per avviare una produzione a inconciliabile con l’immagine di lusso portanti imprese internazionali presenti basso impatto ambientale? In Italia esiste dell’Alta Moda, le grandi fi rme hanno sul mercato italiano si sono orientate alla un mercato per la moda ecologica? E i deciso di sposare la politica della so- ricerca di soluzioni non tossiche. Levi consumatori sono disposti a pagare di stenibilità. Giorgio Armani, ad esempio, Strauss, Gap, Nike e Marks & Spencer più per l’abbigliamento “verde”? ma so- per le sue collezioni utilizza in misura presentano nelle loro collezioni poncho prattutto: parliamo di moda ecologica, o è crescente poliestere riciclato, canapa e intessuti con fi bre di soia, abiti fabbri- semplicemente l’ecologia è di moda? cotone ecologico. E dalla sua sartoria è cati con i cartoni delle uova, pantaloni in fase di realizzazione un jeans �biolo- prodotti con le alghe, idee che combi- gicamente corretto, prodotto con cotone nano creatività con materiali originali. Parchi alla moda proveniente da coltivazione biologica. Come azione dimostrativa, l’Istituto euro- Addirittura le manifestazioni di moda, si peo di design di Milano riutilizza diversi La cooperativa Raggio Verde (www. sono colorate di verde: nel 2006 l’Eco materiali e ha persino fabbricato ma- raggioverde.com) lavora con diversi Fashion Exhibition presso il Crafts Coun- gliette con fogli di alluminio, abiti con fi lo parchi italiani, fornendo maglie, borse, cil a Londra, l’Ethnical Fashion Show a elettrico o carta da imballaggio, o anche cappelli e felpe personalizzati prove- Parigi e la sfi lata Weltgewänder a Berlino pantaloni con il metallo delle biciclette. nienti dal circuito del commercio equo hanno dimostrato che lo stile ecologico Ma se i nostri maestri della moda si sono e solidale e/o in cotone biologico. ha trovato la propria piattaforma nel bu- votati al verde, ora tocca ai consumatori In particolare, fanno da capofi la nei siness della moda. essere più ecologisti negli acquisti. Indu- collaboratori, il Parco delle 5 terre In Spagna, nella scorsa stagione estiva, menti come biancheria intima, magliette e e il Parco Adamello/Brenta oltre a 16 stilisti del prét à porter hanno presen- gran parte dell’abbigliamento per bambini Greenpeace. Ma Raggio Verde ha tato le loro esclusive collezioni “verdi”, si possono già acquistare a buon prezzo anche rifornito il Parco della Madda- prodotte senza l’impiego di materiali tossi- nella versione ecologica. lena, il Parco piemontese Valgrande ci, secondo le indicazioni di Greenpeace Anche il compro/vendo indumenti di se- e il WWF, e sta avviando contatti con attualmente impegnata in una campagna conda mano è un’azione ritenuta effi cace altri parchi per future forniture. di protesta per chiedere all’Unione Euro- dal punto di vista ambientale. Basilare è

36 16 stilisti del prét à porter hanno presen- Anche il compro/vendo indumenti di se- tato le loro esclusive collezioni “verdi”, conda mano è un’azione ritenuta effi cace prodotte senza l’impiego di materiali tossi- dal punto di vista ambientale. Basilare è ci, secondo le indicazioni di Greenpeace tuttavia la norma del comprare di meno attualmente impegnata in una campagna e in modo più mirato, poiché anche la di protesta per chiedere all’Unione Euro- montagna di abiti vecchi rappresenta un pea di bandire le sostanze più pericolose problema per l’ecosistema. impiegate nella produzione tessile. Nome Ma l’improvviso interesse delle maggiori dell’iniziativa “Moda sin Toxicos”, e perse- etichette a produrre abiti nel rispetto minimo sull’ambiente sia a livello di pro- gue con impegno l’intento di sostituire le dell’ambiente ha sollevato parecchie cesso produttivo che di smaltimento fi nale. sostanze (come piombo, nickel, cromo IV, critiche tra gli ambientalisti: le aziende Il risultato è stato Arborea, la prima colle- formaldeide…) che possono danneggiare hanno davvero intenzione di rinnovare i zione di pelle ecologica per arredamento il sistema nervoso, causare tumori e propri mezzi per avviare una produzione a prodotta su scala industriale. Si tratta danni allo sviluppo degli organi produttivi basso impatto ambientale? In Italia esiste non solo di un prodotto “free of chrome” con materiali senza composti tossici. un mercato per la moda ecologica? E i ma anche di un tessuto innovativo per il Sempre in questa direzione, alcune im- consumatori sono disposti a pagare di processo di smaltimento non inquinante portanti imprese internazionali presenti più per l’abbigliamento “verde”? ma so- per l’ambiente al termine del suo ciclo sul mercato italiano si sono orientate alla prattutto: parliamo di moda ecologica, o di vita. Sempre in Italia, dove sembrava ricerca di soluzioni non tossiche. Levi semplicemente l’ecologia è di moda? che lo stile ecologico fosse inconciliabile Strauss, Gap, Nike e Marks & Spencer con l’immagine di lusso dell’Alta Moda, le presentano nelle loro collezioni poncho grandi fi rme hanno deciso di sposare la intessuti con fi bre di soia, abiti fabbri- Parchi alla moda politica della sostenibilità. Giorgio Armani, cati con i cartoni delle uova, pantaloni ad esempio, per le sue collezioni utilizza prodotti con le alghe, idee che combi- La cooperativa Raggio Verde (www. in misura crescente poliestere riciclato, nano creatività con materiali originali. raggioverde.com) lavora con diversi canapa e cotone ecologico. E dalla sua Come azione dimostrativa, l’Istituto euro- parchi italiani, fornendo maglie, borse, sartoria è in fase di realizzazione un peo di design di Milano riutilizza diversi cappelli e felpe personalizzati prove- jeans “corretto”, prodotto con cotone materiali e ha persino fabbricato ma- nienti dal circuito del commercio equo proveniente da coltivazione biologica. gliette con fogli di alluminio, abiti con fi lo e solidale e/o in cotone biologico. Addirittura le manifestazioni di moda, si elettrico o carta da imballaggio, o anche In particolare, fanno da capofi la nei sono colorate di verde: nel 2006 l’Eco pantaloni con il metallo delle biciclette. collaboratori, il Parco delle 5 terre Fashion Exhibition presso il Crafts Coun- Ma se i nostri maestri della moda si sono e il Parco Adamello/Brenta oltre a cil a Londra, l’Ethnical Fashion Show a votati al verde, ora tocca ai consumatori Greenpeace. Ma Raggio Verde ha Parigi e la sfi lata Weltgewänder a Berlino essere più ecologisti negli acquisti. Indu- anche rifornito il Parco della Madda- hanno dimostrato che lo stile ecologico menti come biancheria intima, magliette e lena, il Parco piemontese Valgrande ha trovato la propria piattaforma nel bu- gran parte dell’abbigliamento per bambini e il WWF, e sta avviando contatti con siness della moda. si possono già acquistare a buon prezzo altri parchi per future forniture. In Spagna, nella scorsa stagione estiva, nella versione ecologica.

Nelle pagine precedenti: cigno di carta reciclata (creazione Artigiani della Carta di Torino, foto E. Celona) e bambini del Chaco (pgc Altromercato - campagna Tessere il futuro). In questa pagina dall’alto: sfi lata di abiti di carta (foto E. Celona); fi liera in Argentina (pgc Altromercato/foto S. Bergamo). Prodotti in pelle ecologica Bourgeois Bhoeme. 36 CURIOSITÀ ik e Jon N

il Capodanno dei celti testo di Loredana Matonti nel tentativo di una generica riscoperta della loro �benevolenza�; è l’usanza del [email protected] delle origini dove molti traggono spunto “Trick-or-treat” in italiano interpretato foto di Aldo Molino per rievocare usanze nostrane, altrimenti come “dolcetto o scherzetto”. dimenticate, e scoprendo così somi- Da dove deriva la leggenda di Jack a festa di Halloween, di impor- glianze con la novella Halloween, in cui O’Lantern? In Irlanda si narra di un gio- tazione americana, ha avuto un divertimento e scherzo si mescolano al catore d’azzardo senza scrupoli che, L grande successo da noi in Euro- tema della morte esorcizzandolo. nella notte di Halloween, riuscì a farsi pa, conquistandosi il suo posto tra le In inglese “Halloween”, è in realtà la beffe del Diavolo ingannandolo con uno ricorrenze nostrane. Così tra zucche, forma contratta dell’espressione “All strategemma a non reclamare più la sua scherzi e travestimenti macabri molti Hallows’Eve day” che letteralmente si- anima. Quando Jack morì le porte del si apprestano a festeggiare la notte del gnifi ca vigilia d’ognissanti. paradiso gli furono negate a cause dei 31 ottobre. Vista da alcuni solo come I bambini americani si travestono da suoi vizi, ma anche quelle dell’Inferno, una speculazione economica, seconda fantasmi e fanno visita alle famiglie dove il diavolo, per vendicarsi, gli impedì per introiti solo al Natale, è per altri un guidati dalla lanterna-zucca detta Jack l’accesso, regalandogli però un tizzone fenomeno culturale di massa, adottato O’Lantern, ottenendo dolci in cambio ardente per illuminare il suo cammino

37 nell’oscurità. Jack mise il tizzone in una Beltane e Lughnasadh. Le due festività rapa svuotata per farlo durare più a lun- maggiori erano quelle che segnavano go, e prese a vagare senza meta. Ogni rispettivamente l’inizio dell’estate, Bel- notte di Halloween, quando le porte taine, e l’inizio dell’inverno, Samhain. In dell’Oltretomba si aprono, Jack torna queste due ricorrenze si pensava che le a passeggiare in questo mondo con la porte del “annwn” (regno degli spiriti) e sua brace ardente. Quando agli inizi del “sidhe” (regno delle fate) fossero aperte. secolo ci fu la carestia delle patate in Samahin era considerata la festa sacra Irlanda, molti Irlandesi immigrarono in per eccellenza, il Capodanno celtico, il cui America, dove, al posto delle rape, tro- inizio coincideva approssimativamente varono le zucche, facilmente intagliabili. col 31 ottobre, secondo il loro sistema di Da quel momento è nata la tradizionale computo lunisolare del tempo, e durava Zucca di Halloween, o appunto Jack O’ alcuni giorni. Inoltre coincideva col sor- Lantern. gere delle Pleiadi, le stelle dell’inverno, che segnavano la supremazia della notte Il Capodanno dei Celti sul giorno. Le origini antiche di Halloween risalgono Era il periodo più magico dell’anno: il ai Celti, antiche popolazioni di orgine indo giorno che non esisteva, un momento europea, stanziate in Europa nel corso di assenza di tempo. Durante la not- del I millennio a.C.. Essi dividevano l’anno te il grande scudo di Skathach veniva nella parte chiara e nella parte scura. abbassato, eliminando le barriere fra All’interno di questi due periodi (porte), i mondi e permettendo alle forze del seguendo il ciclo della Natura, quattro caos di invadere i reami dell’ordine e al date segnavano il passaggio delle sta- mondo dei morti di entrare in contatto gioni (energie) e venivano celebrate con con quello dei vivi. Nella notte in cui i quattro grandi festività: Samhain, Imbolc, morti e gli spiriti tornavano sulla Terra, nessuno osava avventurarsi fuori dalla altrove completamente abbandonate. propria abitazione, solo i druidi si riuni- Ecco qualche esempio: in Romagna vano nelle antiche radure delle Selve una volta tutti si alzavano di buon’ora Sacre o fra i megaliti sparsi lungo i �ley�, e i letti, erano lasciati liberi per il riposo le linee in cui scorreva l’energia della degli antenati. Anche nel Cremasco ci Terra, e lì celebravano solennemente si alzava per tempo e si sprimacciavano l’inizio del nuovo anno. In questa notte bene i letti, perché i trapassati potessero ogni fuoco veniva spento e riacceso trovarvi riposo. Quasi ovunque si ripre- solo il giorno successivo da parte dei senta l’uso di offrire del cibo ai defunti druidi. Spegnere il fuoco simboleggiava che una volta ritornati dovevano trova- che la metà oscura dell’anno, quindi la re cibo e ristoro, così la mensa non si morte, stava sopraggiungendo, mentre sparecchiava e si lasciava tutto pulito e l’atto di riaccenderlo simbolizzava l’arrivo ordinato. Comune anche l’usanza della del nuovo anno, speranza di nuova vita. questua, spesso fatta casa per casa Al mattino i druidi portavano le ceneri proprio dai bambini: si diceva “andare ardenti del fuoco presso ogni famiglia a raccogliere i morti” e ai gruppi di bim- che provvedeva a riaccendere il focolare bi, casa dopo casa, venivano donate domestico. All’incirca nel VII secolo a.C., castagne, pane, fi chi secchi, legumi o la Chiesa spostò il giorno di Ognissanti qualche spicciolo, esattamente come ai da maggio al primo novembre, nel ten- ragazzini americani che bussano alle tativo di detronizzare il culto di Samhain. porte del quartiere chiedendo “dolcetto Nonostante ciò ancor oggi in Irlanda e o scherzetto”. Scozia rimangono residui antichissimi di Nel nord Italia, fi no alla fi ne degli anni tale festa: si compiono pratiche divinatorie ’50, si usava mettere lumini in zucche e si proteggono con semplici riti i bambini svuotate, raccontare storie di fantasmi dal pericolo di essere rapiti dalle fate, ed accendere falò. Tale usanza è rintrac- raccomandando loro di non mangiare i ciabile in Piemonte, Lombardia, Valle frutti selvatici perché in quella notte gli d’Aosta, Veneto, Friuli, Toscana, Emi- spiriti vi urinano o sputano sopra. lia-Romagna e Calabria dove venivano chiamate lumazze, o teste da mort, o Le radici “nostrane” di Halloween mortesecche o lümere. In Piemonte Un tema fondamentale della Festa dei infatti, tale notte era nota come la “not- Morti era il rispetto e l’ospitalità nei con- te delle lumere”. In Liguria l’usanza di fronti dei defunti. Da noi, come nel resto intagliare le zucche è tuttora praticata dell’Europa, la tradizionale accoglien- a Rezzo, in alta valle Arroscia, men- za agli spiriti si ritrova in varie usanze, tre a Biassa, in provincia di Imperia, le ancora vive in parte nei piccoli centri, “zucche che ridono”, illuminate con una 38 Disegni di Chiara Spadetti Disegni di Chiara

candela all’interno, venivano portate in Il cibo che predice la sorte erano il simbolo della resurrezione, il se- processione dai giovani. Piatti particolari, Cibo tradizionalissimo per la ricorrenza gno che le anime dei morti non perivano preparati per l’occasione, onoravano tale dei Morti sono le fave: secondo gli antichi con il corpo. Anche oggi, in occasione ricorrenza. Il rito religioso più affascinante contenevano le anime dei loro trapassati delle festività dei primi di novembre, le è la “chiamata”, la riunione con la quale ed erano sacre ai morti. Antichi ingre- “favette” o “fave dei morti” ci ricordano gli aderenti alle confraternite ricordano i dienti dei fi ltri delle fattucchiere, a cui questo arcaico e nobile signifi cato. confratelli scomparsi. Nome dopo nome, erano attribuiti virtù magiche, erano atte a i confratelli danno lettura dell’elenco dei predire la sorte. Le fave inoltre, sbucando Per saperne di più: loro predecessori, basandosi su registri per prime dal terreno primaverile dopo De Paoli E., 2005, Il Capodanno e Hal- talvolta secolari. che il seme era stato sepolto nella terra, loween, Regione Piemonte Carr-Gomm, 1999, Riti e Misteri dei Druidi, Mondadori. Baldini E., Bellosi G., 2006, Halloween. Nei giorni dei morti, Edizioni Einaudi.

39 Torino, Via Giolitti 36 Tel. 011 432 6354 – 6338 - 6307 – 6337 Numero verde 800 333 444 www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali a cura di Elena Giacobino ([email protected])

Momenti di vita selvatica Foliage: gli alberi e i colori dell’autunno Nella stagione fredda le foglie che pubblicherà le più signifi - non possono produrre cibo cative sul suo sito Internet e le per la pianta, quindi diventano esporrà presso il Giardino Bo- costose “bocche da sfamare...” tanico Rea. e gli alberi le eliminano come Informazioni: www.regione. inutile zavorra. piemonte.it/museoscienzena- Le osservazioni periodiche e turali/rea/index.htm la segnalazione delle anoma- lie contribuiscono allo studio dei cambiamenti climatici. Ma osservare e fotografare le inten- se sfumature delle foglie in au- tunno è anche una gioia per gli occhi e un sano sport all’aria aperta: così uno spirito natu- ralistico ha l’occasione di uni- re l’utile al dilettevole! Gli ap- passionati possono esplorare l’intero Piemonte, e poi invia- re le loro immagini al Museo Situazione e linee programmatiche del Museo Il Museo regionale di Scienze naturali di Torino ha intenzio- Dal 13 novembre 2007 al 2 marzo 2008 è visitabile presso le ne, nei prossimi anni, di con- sale del Museo la mostra itinerante Momenti di vita selvatica, solidare la sua immagine e di- già allestita al Museo di Storia Naturale di Vienna, al Lande- ventare punto di riferimen- smuseum Ferdinandeum di Innsbruck e al Museo Tridentino to importante non solo per la di Scienze naturali. ricchezza delle sue collezioni, L’esposizione propone una selezione di “capolavori” di tassider- ma per le attività di formazio- mia (tecnica usata per la conservazione di animali morti) rea- ne e di divulgazione. lizzati dall’austriaco Peter Morass. Si tratta di istantanee tridi- Nel programma di investimenti mensionali di mammiferi e uccelli “fermati” dalla mano e dal della Regione, la ricerca e l’at- sapiente occhio naturalistico del preparatore in posture e at- tenzione al mondo scientifi co, teggiamenti che sono caratteristici dei rispettivi schemi com- inteso nel più ampio signifi ca- portamentali. to del termine, hanno un ruolo Animali in fuga, in gioco, in riposo, che si accoppiano o che si signifi cativo. In questo conte- dedicano alla cura della prole, animali che si rassettano la pel- stosto ggeneraleenerale iill MMuseouseo ccostituirostituirà uno dei punti di eccellenza in liccia o che si riordinano vicendevolmente il piumaggio, anima- grado di far conoscere e apprezzare il ricco patrimonio attra- li fortemente vivi, colti in atteggiamenti propri della loro quo- verso una molteplicità di azioni. Azioni che, per il 2007-2008, tidianità in natura. il lettore potrà conoscere leggendo il vlume delle linee pro- Tra i reperti in esposizione, originari di diverse aree del mondo, grammatiche del Museo, frutto di un attento lavoro congiun- troviamo l’espressiva testa del macaco del Giappone (Macaca to del Comitato scientifi co e della Direzione. fuscata) con il quale Peter Morass conquistava nel 2004 a Dort- Il programma, visitabile all’indirizzo www.regione.piemonte. mund il titolo di campione europeo di tassidermia. it/museoscienzenaturali, prevede azioni volte, da un lato alla Le opere di Morass, al di là dell’innegabile bellezza delle creature conservazione e all’accessibilità delle collezioni e dall’altro, alla preparate, va percorsa come una serie di inquadrature etologi- predisposizione di percorsi da rinnovare periodicamente con che, di “citazioni” sul comportamento degli animali che, tramite l’obiettivo di far conoscere l’affascinante mondo della natura. specie diverse, toccano tutti gli aspetti del ciclo biologico. Infi ne, ma non ultimo, si prevede il potenziamento delle atti- Una sezione della mostra, curata del Museo torinese, sarà de- vità didattiche mirate sia a integrare e approfondire il lavoro di dicata all’arte della tassidermia, tecnica nata nei primi del ‘600 apprendimento svolto presso le istituzioni scolastiche (un’im- con la necessità di conservare gli esemplari zoologici raccolti nel portante percentuale di visitatori è rappresentata da studenti e corso delle prime spedizioni scientifi che in terre lontane e per- professori), sia a coinvolgere un pubblico di adulti. fezionatasi nei Musei di Zoologia dell’800. 40 DAL MONDO DELLA RICERCA a cura di Claudia Bordese ([email protected]) Novembre, andiamo. È tempo di migrar…

Macchiano il cielo della sera come lunghe pennellate nere. Sono gli stormi di uccel- li migratori che in primavera e in autun- no inseguono la loro sopravvivenza lun- go i cieli del Pianeta. Quello che sembra un volo in uno spazio infi nito è in realtà un viaggio programmato con cura e con estrema attenzione alle variabili ecologi- che, ed è anche un’interessante pagina del libro della natura da leggere e interpretare per meglio conoscere, proteggere e con- servare gli ambienti intorno a noi. Sono numerosissime le specie di uccel- li che due volte all’anno affrontano viag- gi di centinaia, a volte migliaia, di chilo- metri per trovare le condizioni adatte a riprodursi o a superare l’inverno. E so- no molti i volontari, i dilettanti e i pro- fessionisti, che dedicano il loro tempo a osservare e registrare i periodi e le rot- te delle migrazioni dell’avifauna nei cie- li d’Italia e d’Europa. Grazie al notevole aumento d’interesse registrato negli ul- Storni in volo (foto A. Maffi otti/arc. Cedrap). timi dieci anni, è cresciuto il numero di siti dedicati all’osservazione, e questo ha permesso l’individuazione di nuove rot- tunno, in direzione nord-est in primave- so dati ormai pluridecennali, ha aiutato a te migratorie. Segnalazioni e catture so- ra. Di estremo interesse è risultata la loca- individuare le aree di sosta e di transito no oggi riportate con cadenza semestrale lizzazione dei cosiddetti colli di bottiglia, maggiormente preferite lungo i percorsi sul periodico Infomigrans edito dal Par- aree strategiche in cui, per motivi geogra- migratori, la cui conservazione diventa co naturale Alpi Marittime, che mantie- fi ci e meteorologici, convergono più rot- quindi di importanza prioritaria. ne in tal modo aggiornati tutti gli opera- te migratorie, e nel confronto delle quali Lo studio delle migrazioni si rivela così uno tori coinvolti. è quindi particolarmente importante la strumento, oltre che per la conservazione Queste osservazioni hanno ormai rag- gestione oculata del territorio. delle specie in esame, per programmare e giunto i connotati di vera e propria ri- Parimenti interessante anche la nuova let- pianifi care la gestione del territorio. cerca scientifi ca delle caratteristiche com- tura dei dati relativi agli uccelli di com- portamentali, della composizione nume- parsa accidentale, non comuni frequenta- Per saperne di più: www.regione.pie- rica e della condizione sanitaria ed ecolo- tori cioè delle rotte su cui vengono segna- monte.it/agri/osserv_faun/convegno6_ gica delle specie in esame, ma anche de- lati. La loro presenza, analizzata attraver- 07/index.htm gli ambienti scelti per il loro passaggio. È proprio per fare il punto sugli studi più recenti sulle migrazioni italiane ed euro- pee che lo scorso giugno è stato indetto a Torino il convegno: “Le autostrade del cielo: rotte di migrazione dell’avifauna attraverso le Alpi”. Gli argomenti esposti hanno riguardato sia le osservazioni del- le migrazioni, che le attività di inanella- mento e ricattura, interna ed esterna alla regione in esame. I risultati hanno portato a individuare lun- go le valli alpine delle vere e proprie rotte preferenziali (particolarmente gettonata in Piemonte la Valle Stura di Demonte), in- visibili tracciati percorsi preferenzialmente in direzione sud-ovest all’arrivo dell’au- Phylloscopus (foto T. Farina) 41 NOTIZIE a cura di Emanuela Celona ([email protected])

IN BICI NEI PARCHI DEL PIEMONTE Hai già inviato la tua foto? C’è ancora tempo per partecipare al concorso fotografi co che invita a visitare i parchi piemontesi in bicicletta. Il concorso è organizzato con il Patroci- nio di FIAF - Federazione Italiana delle Associazioni Fotografi che. Le immagini dovranno privilegiare non tanto l’approccio “sportivo” alla bicicletta quanto un utilizzo tranquillo, pacato, in sintonia e nel rispetto dell’ambiente. Saranno validi anche gli scatti effettuati nel circondario dei territori tutelati, purché riconoscibili. Il concorso è aperto a tutti, sen- za limiti di età. Ai partecipanti è richiesto di inviare, entro il 30 novembre 2007, una serie (portfolio) di 5 immagini su supporto cartaceo o digitale (seguendo le modalità di par- tecipazione specifi cate nel Bando). È UN VIRUS LA CAUSA Info: Segreteria organizzativa Concorso fotografi co c/o Regione Piemonte - Setto- DELLA MORÌA DELLE re Pianifi cazione Aree Protette, Via Nizza 18 - 10125 Torino, tel. 011 4325977; Email: API Imazio [email protected] Foto A. Foto La misteriosa moria di milioni di api nelle colonie di tutto il mondo, riportata anche da Piemonte Parchi n° 168, ha interessa- to numerosi centri di ricerca e Universi- tà di molti paesi. La soluzione al mistero è ancora lontana dall’essere raggiunta, ma un importante risultato è già stato raggiunto. Un gruppo di ricercatori appartenenti a diversi enti e istituti di ricerca statunitensi ha trovato una forte associazione tra colonie di api affette da CCD (Colony Collapse Disor- der) e un virus di origine israeliana, chia- Foto T. Farina T. Foto mato Israeli acute paralysis virus (IAPV) che presumibilmente viene trasmesso at- UNO “STRANIERO” se le sue segnalazioni vanno aumentando, traverso l’acaro della Varroa. IN ITALIA con oltre 20 osservazioni effettuate negli I ricercatori hanno analizzato il genoma Non è il primo anno che si vede un Airone ultimi 10 anni. di api provenienti da tutti gli Stati Uni- schistaceo (Egretta gularis gularis) presso il Risulta diffusa lungo le coste atlantiche del- ti, precisamente sono state campiona- Parco del Delta del Po. In particolare quest’ l’Africa, dal Gabon al Banc d’Arguin in Mau- te 30 colonie affette da CCD e da 21 co- anno è il terzo anno consecutivo in cui un ritania. Il suo nome deriva dalla caratteristica lonie sane. individuo è rimasto lungo gli argini del fi u- colorazione grigio-scura dell’animale e signi- L’analisi delle sequenze genetiche hanno me Reno nei pressi di Volta Scirocco (Ra- fi ca “del colore dell’Ardesia” pietra utilizzata permesso di identifi care 8 diversi tipi di venna). La presenza di questo raro airone nella produzione delle lavagne. batteri, 81 funghi, parassiti e 7 virus, pre- è stata osservata da aprile fi no a settembre L’individuo fotografato potrebbe provenire senti in tutti i campioni esaminati, men- rendendo felici i birdwatcher alla ricerca di dalla costa atlantica dell’Africa occidentale, tre il 96,1% delle api, in colonie affette da “rarità” e lasciando increduli i meni esperti, con l’intenzione di eludere le acque fredde CCD, erano state infettate dal virus della che avevano osservato questa “strana garzet- dell’Atlantico settentrionale errando ver- paralisi acuta. Il virus identifi cato per la ta grigia”. La presenza di questo airone nel so nord e raggiungendo il mediterraneo. È prima volta in Israele nel 2002, ha fatto la nostro Paese è del tutto occasionale anche possibile altresì che si tratti di un individuo sua comparsa negli Stati Uniti nel 2004, sfuggito alla cattività. probabilmente arrivato insieme ad un ca- Un interessante studio è stato realizzato dal rico di api proveniti dall’Australia. “Wild-bird centre”del Yarmouth, dove si va- I risultati dello studio potrebbero far pen- luta il contributo, in termini economici, dato sare alla risoluzione del mistero, ma a dalla presenza di un Airone schistaceo presso spegnere gli entusiasmi sono gli stessi ri- la città di Kittery rimasto dal 18 al 24 Ago- cercatori. È stata solo dimostrata solo un sto 2006. La sua presenza ha infatti attirato correlazione fortemente positiva, ma per circa 350 birdwatchers dando un contribu- una soluzione defi nitiva si dovrà aspettare to economico stimato in circa 9.300 dolla- i risultati di ulteriori ricerche, come quella ri, ciò conferma la potenzialità economica che prevede di infettare colonie sane. legata alla presenza di specie ornitologiche Nonostante i progressi compiuti i ricerca- particolarmente rare. (Davide Gaglio) tori sono convinti che oltre al virus, altri fattori debbano contribuire alla CCD. Gli indiziati sono i soliti noti, cioè parassiti, virus, funghi oltre a pesticidi e alimenti modifi cati geneticamente.

Foto D. Gaglio D. Foto (Luca Ghiraldi) 42 LA TERZA SCIMMIA a cura di Gianni Boscolo ([email protected])

Foto A. Bee Memento mori testo di Claudia Bordese sfuggire a un predatore, lo di- stri cugini prossimi, scimpan- Homo sapiens e che ne giustifi ca [email protected] mostra. Ma è un atto istintivo, zè, gorilla e bonobo. L’attenta l’inquietudine e l’irrazionalità: la scomparsa di un cospecifi co osservazione delle loro espres- la consapevolezza della propria Novembre è il mese dei morti. non li tocca, perché ai loro oc- sioni facciali di fronte al decesso morte. Ne nasciamo privi, ne Non perché è triste e brumo- chi la morte individuale non di fi gli e parenti stretti in studi siamo totalmente ignari fi no al- so, ma perché da quando l’uo- rappresenta una tragedia. In na- etologici sul campo, ha rivela- l’infanzia, e ancora irresponsa- mo ha imparato a coltivare la tura deve sopravvivere il grup- to in molte situazioni intenso bilmente incoscienti nell’ado- terra, l’inizio di novembre se- po, la specie, non l’individuo. dolore e tristezza. Straziante è lescenza, ma la coscienza del- gna la fi ne dei lavori agricoli: E la mancanza di coscienza di la testimonianza della gorilla la nostra dipartita fi nisce con la raccolta, la conservazione di sé aiuta a traghettare i propri Koko, in grado di comunica- il pervadere la nostra esistenza. frutti e sementi, la pulizia de- geni da una generazione all’al- re con la sua addestratrice at- Da quando i nostri progenitori gli attrezzi. Il buio dell’inver- tra, insensibili all’inevitabilità traverso un linguaggio di se- hanno tratto la conclusione: se no è il buio della morte, po- della morte. gni e simboli: alla notizia del- tutti gli altri muoiono, prima o polato degli spiriti dei trapas- Ma alcuni animali si distinguo- la morte del suo gattino, Koko poi muoio anch’io, la consape- sati, da blandire e ingraziarsi no. Evolutivamente lontani da ha espresso il suo disagio uti- volezza della fi ne ha stravolto per proteggere i raccolti e con noi, taluni elefanti mostrano lizzando più volte il termine la nostra vita, impregnandola essi la possibilità di una nuova una struggente consapevolezza angoscia. Tale consapevolezza di tutti quei valori irrazionali stagione fruttifera. E allora in- della morte altrui, testimonia- della morte altrui nei prima- che tanto ci differenziano da- ni, danze e lanterne hanno co- ta da dolorose veglie dei propri ti superiori documenta l’evol- gli altri animali, quali riti, co- stellato gli autunni dell’uomo, cuccioli defunti. Impossibile co- versi e l’arricchimento della stumi, religioni e superstizio- consapevole di morire, terro- munque stabilire quanto effet- coscienza di sé lungo la scala ni, e spingendoci a costruire e rizzato dalla morte. tivamente essi provino, e quan- dell’evoluzione. Nel salire lo accumulare instancabilmente, La grande maggioranza degli to gli osservatori umani abbia- scalino che ha portato all’uo- per lasciare scientemente me- animali sa distinguere tra vivo no antropomorfi zzato ciò che mo, questa percezione è stata morie e beni che ci sopravvi- e morto, e il sotterfugio della osservavano. Più evidente è la incrementata da un sentimento vano. Memento mori, la diffe- tanatosi, fi ngersi esanime per coscienza della morte nei no- unico ed esclusivo della specie renza è tutta lì. 43 SENTIERI PROVATI a cura di Aldo Molino ([email protected])

testo e foto di Aldo Molino prattutto per la sua pietra “bargiolina”, usa- nonché l’anello escursionistico denomina- ta in edilizia da tempi immemorabili.Pietra to “La montagna di Leonardo”. A realizzarla Ci sono luoghi che, stranamente, o per me- che ha suscitato l’interesse nientemeno che l’Associazione Vesulus, il Cai sezione di Bar- glio dire casualmente, sfuggono alla rappre- di Leonardo. E le pareti di liscio granito che ge, l’Ufficio turistico della Comunità mon- sentazione cartografica così che, dal punto guardano versa la piana cuneese sono il ter- tana con l’editore Fusta di Saluzzo, e il car- di vista escursionistico, finiscono con l’es- reno di gioco dei free-climber. Poco sotto la tografo Aurelio Fassino. sere dimenticati. vetta, dove finisce la strada asfaltata e dove La cartoguida, leggiamo nella presentazio- È il caso di Monte Bracco, massiccio cri- inizia il dominio dei cavatori (oggi per lo ne, si propone di far conoscere un ambiente stallino che si alza dalla pianura tra Barge e più cinesi) vi è l’antica Trappa che, dopo ricco di peculiarità naturalistiche e di sto- Saluzzo. Lo stesso Po è assai indeciso se te- decenni di quasi abbandono, è ora oggetto ria sia agli appassionati di escursionismo e nerselo alla sua sinistra e contornarlo, op- di nuovo interesse e di progetti di restauro. mountain bike, sia alle famiglie e alle scuole, pure tagliare decisamente corto e da Paesa- I trappisti (monaci cistercensi di stretta os- grazie ad alcuni percorsi pensati per essere na raggiungere direttamente Barge, lascian- servanza) che quassù non pare producesse- affrontati da gruppi con bambini. do il Monbracco sulla destra. In effetti il sa- ro birra, sono tra i più rigorosi tra gli ordi- Le descrizioni degli itinerari sono voluta- liente tra il fiume e la Colletta di Paesana è ni monastici votati a una vita estremamente mente dettagliate, perché gli itinerari pro- di poche decine di metri, mentre molto più ascetica: lavoro, silenzio e preghiera. posti sono privi di una segnaletica speci- pronunciato è il dislivello dal versante del- A colmare la lacuna, ecco fresco di stampa, fica, incontrando sul territorio sia segna- l’Infernotto per cui un fenomeno di cattu- il Monbracco, Le Vie 14 (+1) itinerari disco- via riconducibili a segnalazioni comuna- ra, prima o poi, non è da escludersi. Mon- perta di territorio. Si tratta di una cartoguida li, sia quelli relative al progetto “Montagna te Bracco: montagna di pietra per via delle ricca di informazioni e di spunti corredata di Leonardo. molte incisioni rupestri e per gli insediamen- da una dettagliata cartina in scala 1:20.000 I percorsi si sviluppano in un territorio com- ti tipo “Anasazi” come Balma Boves, ma so- che riporta i tracciati dei percorsi proposti preso tra i 400 e i 1300 metri di altitudine Su e giù attorno al Monbracco

44 e hanno tempi di percorrenza molto vari: abitanti sbizzarrirsi nel proporre gli omini ta stradina asfaltata che termina in prossi- da un minimo di 20 minuti a un massimo di stracci e paglia più fantasiosi e originali: mità di un pannello esplicativo e di alcuni di 8 ore. Oltre alle classiche gite a piedi so- un’altra occasione per visitare il piccolo pae- tavoli. Da qui inizia il percorso che condu- no proposte anche itinerari in mountain- se (200 abitanti) e divertirsi. Fuori stagione ce alla Cappella di San Bernardo a 1.419 m bike e di fitwalking-cross disciplina spor- può ancora capitare di incontrarli qua o là, di quota sullo spartiacque con la Val Varai- tiva questa promossa tra gli altri dai fratel- ai margini di una vigna, di un orto o di un ta L’itinerario segue una pista forestale lar- li Da Milano. vecchio cascinale. ga ma dissestata. Poco oltre San Bernardo, “Castellar: il giro degli spaventapasseri” è Martiniana Po, situato pochi chilometri più un ampio pianoro attrezzato con tavole e una breve passeggiata che si sviluppa at- a monte, è il paese dei Piropi: curiose pie- panche costituisce un ottimo punto di so- torno alla collina sulla quale sorge l’antico tre arrotondate che presentano caratteri- sta. Dall’inizio sono poco più di due ore di castello dei marchesi di Saluzzo risalente al stiche eccezionali. Si tratta di una varietà cammino. Martiniana, l’ultima domenica XIV secolo. Percorrendo stradine asfaltate, di granato contenente magnesio, cristalliz- di agosto, in occasione della festa patrona- acciottolati e un largo sentiero in poco meno zato in forma rombododecaedrico o icosi- le, brucia un gigantesco falò alto più di 8 di un’ora si attraversano il parco del castel- tetraedrico. Solamente nel 1984 il profes- metri e formato da centinaia di fascine. La lo, il paese, i frutteti e i vigneti del famoso sor Chopen ne identificò la natura e l’ori- tradizione sarebbe nata nel 1630 a segui- e raro Pelaverga, la cui bottega di vendita e gine. Pare si siano formati ad oltre 100 km to dell’epidemia di peste. Quello stesso po- degustazione la si trova nei pressi del muni- di profondità, per poi emergere a causa dei meriggio viene recitato il “sounet”, compo- cipio. In alternativa a quanto proposto nella movimenti tettonici. Il colore è rosato, e al sizione poetica in onore della Madonna. E guida, si può comodamente iniziare l’escur- loro interno sono inclusi altri rari minera- il Monbracco? È dall’altra parte della valle, sione dalla parrocchiale di Santa Caterina. li quali ellebergite, magnesiodumortierite, in paziente attesa che, guida alla mano, se Gli spaventapasseri, da metà degli Anni ‘90, bearthite, coesite e rutilo. Il geosito si tro- ne risalgano le pendici. nei primi giorni di maggio vanno in scena in va nei boschi a monte del paese. Lo si rag- una simpatica manifestazione che vede gli giunge seguendo le indicazioni e una stret- Su e giù attorno al Monbracco

Sullo sfondo la Colletta di Barge e il Monte Bracco. Qui sotto da sinistra, spaventapasseri a Castellar; falò a Martiniana; castello di Castellar

45 UN ALBERO AL MESE a cura di Milena Ortalda ([email protected])

testo di Milena Ortalda La grande famiglia delle Cupressacee com- ([email protected]) prende, accanto al genere Cupressus, anche disegni di Cristina Girard il vasto genere delle Chamaeciparys, o fal- si cipressi, principalmente originarie del- I cipressi che a Bòlgheri alti e schietti l’America del Nord e del Giappone, e pu- Van da San Guido in duplice fi lar, re l’affi ne genere Thuja, di cui vi sono spe- Quasi in corsa giganti giovinetti cie provenienti da Cina e Corea. Alla stes- Mi balzarono incontro e mi guardar. sa famiglia appartengono poi le specie del genere Juniperus, o ginepro: il ginepro co- Mi riconobbero, e “Ben torni omai” mune (J. communis) in particolare si di- Bisbigliaron vèr me co ‘l capo chino stingue per le infruttescenze dette «cocco- “Perché non scendi? Perché non ristai? le», assai celebri in cucina, simili a bacche Fresca è la sera e a te noto il cammi- nero-bluastre e tondeggianti ma in realtà no” ... pseudo-strobili (minuscole pigne) con po- che squame strettamente saldate tra loro. A Giosuè Carducci complicare ulteriormente il quadro, è poi Davanti a San Guido denominato «cipresso delle paludi» il Ta- xodium distichum, che appartiene però al- la famiglia delle Taxodiacee ed è caratteriz- zato da particolarissime radici respiratorie sporgenti dall’acqua (o dalla terra) in for- ma di colonne legnose, dette «pneumatofo- ri». Tornando al nostro Cupressus, la specie italiana (C. sempervirens) ci mostra la sua forma più classica nei lunghi e suggestivi fi lari che si stagliano come neri festoni sui crinali delle colline toscane – in particola- re della Val d’Orcia, che l’Unesco ha rico- nosciuto tra i siti patrimonio dell’umanità proprio per la straordinaria peculiarità dei tratti paesaggistici, di cui i cipressi costitui- scono elemento inscindibile – o come soli- tarie sentinelle svettanti tra il blu del cielo, il verde delle vigne e dei campi, il rosso delle crete senesi. Dalla tradizione paesaggistica toscana i cipressi sono passati a identifi care, ovunque in Italia, territori e insediamenti rurali di pregio, oggi quanto mai ricercati e valorizzati con la diffusione degli agritu- rismi aperti al pubblico.

Leggende Cadono in questo segno due tra le più im- portanti feste tradizionali celtiche, che ini- ziavano sempre la sera della vigilia: Imbolc (inizio di febbraio, corrispondente alla Can- delora cristiana), sacra alla potente dea Bri- gid (non a caso cristianizzata nella fi gura di Santa Bridget, patrona d’Irlanda insieme a San Patrizio), festa della purifi cazione con 46 l’acqua e col fuoco e di preparazione all’ar- rivo della primavera, segnata dalla nascita degli agnelli, che portavano fi nalmente lat- te, burro, formaggi con cui sopravvivere; e Lughnasadh (inizio di agosto), festa del sole e del grano, dedicata alla divinità maschi- le Lugh ed evoluta nel nostro Ferragosto, importante occasione sociale in cui le tri- bù si riunivano per festeggiare il raccolto, sfi darsi in giochi di abilità guerriera, scam- biare merci e bestiame, imbastire traffi ci e combinare matrimoni. in decotto e in infuso è inoltre antisettico, Simbolo come tutti i sempreverdi di im- cicatrizzante, antidiarroico e se ne posso- mortalità e vita eterna, il cipresso era as- no fare impacchi per ridurre gli antieste- sociato nella mitologia greca e romana al tici rossori della couperose. culto di Plutone, benevolo dio degli Inferi: Gli si attribuisce anche un’azione tonifi - si riteneva che profumati falò allestiti con cante per la muscolatura della vescica, che * Cupressus sempervirens - Cipresso ita- i resinosi rami di questa pianta avessero il potrebbe contrastare il fastidioso fenome- liano, Cupressus macrocarpa - Cipresso potere di accompagnare favorevolmente no della pipì a letto. A fronte di tante virtù, della California, Cupressus arizonica - Ci- l’anima nel suo trapasso verso l’Ade. An- il polline del cipresso (liberato nell’aria tra presso dell’Arizona che in molte credenze orientali e soprat- febbraio-marzo e maggio) risulta per i sog- tutto cinesi il cipresso è associato a pote- getti sensibili fortemente allergenico. ri particolari connessi con la stimolazione delle energie vitali e spirituali e la capacità Aspetto di entrare in comunicazione con il mon- Originario dell’Oriente mediterraneo e ca- do dei defunti. ratteristico dell’isola di Cipro (come indi- cherebbe l’etimologia, legata però anche al Usi giovane suicida Ciparisso, amato da Apol- Il legno di cipresso, duro e aromatico al lo e da lui mutato proprio in questa pianta, Oroscopo celtico punto da scoraggiare le tarme, è da sem- la cui resina corrisponderebbe alle lacrime ModiModi ffranchiranchi e sspontanei,pontanei, fforseorse uunn pre ritenuto ideale per realizzare bauli, ar- del ragazzo), il cipresso è un sempreverde po’ troppo schietti ma istintivamente madi e mobili di pregio, mentre la ric- dal tronco colonnare che raggiunge i tren- attraenti, generosità e passione per la chezza di resina, che ne accentua la resi- ta metri di altezza, fi ttamente ramifi cato a buona compagnia, amore per la vita stenza all’umidità, ne ha fatto un’essenza partire dalla base e originante una chioma semplice e capacità di entrare in em- storicamente prescelta per la fabbricazio- più o meno compatta a seconda delle va- patia con tutte le manifestazioni del- ne di importanti costruzioni nautiche, a rietà stricta (svettante e lanceolata) o hori- la natura si fondono armoniosamente cominciare forse dall’Arca di Noè, ma an- zontalis (più irregolare e allargata). nel bel carattere del Cipresso (25 gen- che (più semplicemente) di infi ssi esposti Storicamente diffuso in Italia, dalle zone naio/3 febbraio - 26 luglio/4 agosto), alle intemperie. mediterranee e collinari sino ai 700 me- persona sostanzialmente ottimista e Grazie al portamento particolarmente ele- tri circa di altitudine, si trova a suo agio in capace di adattarsi ai molteplici ca- gante, non solo il cipresso italico, apprezza- piena luce e mal sopporta temperature di si della vita conservandone il meglio. to sin dai tempi dei Fenici e degli Etruschi molti gradi inferiori allo zero: in compen- Piuttosto autonomo fi n dall’età gio- per il valore tanto estetico quanto simbo- so, teme il vento solo come pianta giovane, vanile, dotato di intelligenza analiti- lico, ma tutte le numerose specie - tra cui quando necessita di un tutore per radica- ca e intuito penetrante, non ricerca in particolare C. macrocarpa e C. arizoni- re al meglio. Ben si presta inoltre a simbo- ossessivamente il successo in quanto ca come pure, nelle diverse cultivar, l’ibri- leggiare la durata nel tempo, potendo rag- per indole tenderebbe ad evitare con- do Cupressocyparis Leylandii - sono molto giungere e superare il migliaio di anni di trasti e complessità: sa comunque di- utilizzate come piante ornamentali. età. Le foglie sono ridotte a piccole squa- mostrare fermezza di ideali e forza di me embricate (disposte come tegole) che carattere, senza per questo rinnega- Farmacopea ricoprono interamente i rametti, da molto re una costante attitudine alla bene- I giovani rametti ricoperti dalle piccole fo- scure nel cipresso italico a verde-azzurro in volenza. Apparentemente agevolato glie e le “galbule” o pignette tondeggianti, altre specie. Le infi orescenze maschili sono nella ricerca del partner ideale, sfug- ricche di tannini, esprimono diverse pro- amenti apicali giallo-rossastri posti sullo ge invece ai rapporti che ritiene trop- prietà curative, ben note da secoli. L’olio stesso albero ma su rametti diversi rispetto po soffocanti o vincolanti, attribuen- essenziale di cipresso, dal gradevole pro- a quelle femminili, che una volta fecondate do in ogni caso valore all’amicizia - fumo di resina, è espettorante e balsamico, si evolvono in piccoli strobili tondeggianti fondata però sulla sincerità reciproca mentre applicato direttamente in massaggio detti «galbule»: dapprima verdi poi legno- - assai più che all’amore sentimentale, può costituire un rimedio per la fragilità ca- si e marroni, aprono a maturità le scaglie nei confronti del quale può mostrarsi pillare e il senso di pesantezza alle gambe; compatte liberando i piccoli semi. noncurante. Non si accompagna vo- così pure l’estratto, che va invece assunto. La scorza, o corteccia, è fi brosa e tende a lentieri con personalità troppo ambi- Vasocostrittore e astringente, il cipresso è sfaldarsi in sottili liste longitudinali; bru- ziose o prevaricatrici mentre può tro- ritenuto sin dai tempi di Ippocrate specifi - no-verdastra nelle piante giovani, diviene vare l’accordo perfetto con un solido camente curativo per varici ed emorroidi; bruno-cinerina con i decenni. Olivo o una raffi nata Betulla. 47 LIBRI a cura di Enrico Massone ([email protected])

angustirostris) di A. Andreotti, Dominio pelagico, Laghi vul- 4) la moretta tabaccata (Aytha canici, I boschi montani di co- nyroca) di L. Melega. Pubblica- nifere, sono le ultime interes- to inoltre La beccaccia (Scolo- santissime novità edite dal Mu- pax rusticola) nella Tenuta pre- seo friulano di Storia naturale sidenziale di Castel Porziano, di (tel. 0432 584711) nella collana A. Aradis-G. Landucci-P. Ru- ‘Quaderni habitat’, realizzate in da-S. Taddei-F.Spina. collaborazione con il Ministe- ro dell’Ambiente.

La collana ‘Quaderni di conser- vazione della natura’ edita dal- l’Istituto nazionale per la fauna selvatica ([email protected]), si arricchisce di quattro volumi specialistici: Piano d’azione na- zionale per: 1) il falco della regi- Scoprire i pipistrelli del Parco di na (Falco eleonorae) di F. Spina- Roberto Toffoli, edito dall’Alpe G. Leonardi, 2) il lanario (Falco Veglia-Alpe Devero (tel. 0324 Un viaggio nell’Italia delle “pie- biarmicus feldeggii) di A. An- 72572) € 10: una guida indi- tre verdi” (tel. 010 564567) rac- dreotti-G. Leonardi, 3) l’anatra spensabile per individuare le coglie gli atti della V Confe- marmorizzata (Marmaronetta specie di chirotteri presenti nel renza internazionale sull’eco- parco delle Alpi Lepontine, la logia delle serpentine, svoltosi SiSi leggelegge ttuttoutto d’un fi ato l’ultimoultimo llibroibro ddii GGiulioiulio loro biologia ed ecologia. a Siena nel maggio 2006, a cui IelardiIelardi Uomini e lupi – Il cammino dei parchi partecipò il Parco piemontese italianiitaliani nnelel rraccontoacconto ddeiei pprotagonistirotagonisti, ed. ETS Capanne di Marcarolo (testi in (tel.(tel. 050050 20158,20158, € 18). Una storia che, dice italiano e inglese). l’autore, non è che “una tra quelle possibili, anzianzi megliomeglio è un insieme di storie raccontate dalladalla vvivaiva vvoceoce ddeiei pprotagonisti”.rotagonisti”. UndiciUndici in-in- terviste,terviste, undiciundici protagonistiprotagonisti (che(che arrivanoarrivano a tredicitredici cconon gglili iinterventinterventi ddii MMaurilioaurilio CCippa-ippa- ronerone e ddii LLuigiuigi BBertone)ertone) sscelticelti ddall’autoreall’autore cconon l’intentol’intento didi offrireoffrire alal lettorelettore unouno spaccatospaccato deldel mondomondo sfaccettatosfaccettato dei parchi che è cresciuto anche grazie all’apporto di persone di- verse. E, raggiungendo lo scopo, in queste pagine si incontrano le storie (personali e professionali) di personaggi come: Boitani, Ceruti, Fusilli, Meschini, Pratesi, Renzi, Ronchi, Rossi, Tallone, Tassi, Tozzi. Una raccolta di rifl essioni che, orchestrate sapiente- mente dalla regia di Ielardi, toccano temi importanti: dalla rifor- ma della Legge 394 al ruolo di Federparchi; dalla storia del Parco nazionale d’Abruzzo a quella delle Associazioni ambientaliste; dal Animali pericolosi del centro ruolo della politica di ieri, alla previsione del destino delle Aree Europa di N. Bressi, A, Colla, Parco… in gioco, un mixer di- protette italiane di oggi. Un libro che, per sensibilità e valore, ci S. Dolce, ed. Museo Civico di vertente e didattico per scopri- si augura possa fi nire nelle mani dei giovani studenti delle facol- Storia naturale di Trieste (tel. re in 24 modi diversi i segreti tà scientifi che perché, proprio pensando a quei giovani non pro- 040 6758658) € 10, è un va- del Parco, e Sentieri nel Parco, priamente integrati con il mondo dei parchi, si può immaginare demecum pensato per conser- interessante proposta di itine- la distanza che potrebbe generarsi tra la realtà e le loro aspettative. vare la salute fi sica e aumenta- rari molto a vari da percorrere Ma è proprio attraverso le testimoniane raccolte nel volume che re la sicurezza dei fruitori de- a piedi, in mtb e a cavallo nel si può trovare uno “slancio” per condividere impegno e passioni gli spazi naturali. Un libro con Parco: entrambi i libri sono che hanno reso “possibile” l’Italia dei parchi di oggi. utili informazioni pratiche che editi dal Parco naturale Alta Unico rammarico, l’assenza, fra gli intervistati, di personaggi fem- suggerisce come comportarsi Valle Pesio e Tanaro (tel. 0171 minili: “Speriamo di recuperare nella prossima edizione”, scrive quando s’incontrano animali 734021). CastelBici, edito dal Ielardi durante un’intervista. Per tutte le donne dei parchi, ormai, che possono rappresentare un Parco naturale Lame del Sesia questa è una promessa (!). ec pericolo per l’uomo e cosa fare (tel. 0161 73112) invita invece per ridurre gli eventuali danni a conoscere i dintorni di San ERRATA CORRIGE arrecati da tafani, vespe e cala- Nazzaro, tra il fi ume Sesia e le Nel numero scorso la foto in copertina di Manuel Presti non è broni a ratti, vipere, cinghia- colline, sulle strade delle terra quella vincitrice del premio Wildlife Photographer 2005, attribuito li e sanguisughe, ricci di mare d’aqua, tra natura, arte e tra- al fotografo, ma non per lo scatto da noi pubblicato. Ci scusiamo e meduse. dizione. con l’autore e con i lettori per l’errata didascalia. 48 LIBRI ERBE IN CUCINA a cura di Enrico Massone ([email protected]) a cura di Gianna Tuninetti ([email protected]) Nato sotto un cavolo testo e acquerelli di Gianna Tuninetti

Nato sotto un cavolo. Ma che fortunato! La Brassica oleracea ha tante qualità da lasciar stupiti: Plinio il Vecchio asseriva che i romani avevano fatto a meno dei medici per sei secoli grazie alle virtù del cavolo, e Cato- ne scriveva nel De re rustica: “Perché tante complicazioni se basta il ca- volo per mantenersi sani?”. Per lui erano utili addirittura per curare i tu- mori maligni. I cavoli sarebbero toccasana per piaghe, lussazioni, ulcere, ascessi. La medicina popolare ritiene che siano rimedio contro la tosse, curativi per l’ulcera gastrica, rinfrescanti, emollienti e cicatrizzanti; vir- tù in gran parte confermate dalla farmacopea contemporanea che rico- nosce al cavolo in generale, proprietà depurative, rimineralizzanti, anti- scorbutiche, vermifughe. La Brassi ca oleracea ha probabilmente avuto origine come antico ibri- do tra due o più specie selvatiche mediterranee. Si trova in coltivazione nelle sue diverse forme orticole eduli di cui si utilizzano le radici (cavo- lo-rapa), le foglie (cavolo, verza), i germogli (cavolini di Bruxelles), e i boccioli fi orali (cavolfi ore, broccoli), e sono state selezionate anche del- le varietà ornamentali dalle foglie spesso vivacemente colorate. Si tratta di migliaia di cultivar divise in diversi gruppi. Il gruppo Botrytis com- prende i comuni cavolfi ore bianchi dai minuscoli boccioli fi orali abor- titi, densamente ammassati, con i peduncoli ingrossati bianchi e teneri. Sono inoltre conosciute anche cultivar con teste color verde pallido, rosa e porpora. Il gruppo Cymosa include tutti i broccoli che, come i cavolfi o- ri, sono coltivati per i loro boccioli fi orali che formano masse dense, con peduncoli grossi e carnosi. Sono verdi, purpurei o giallo-verdi.Tipici or- taggi meridionali sono largamente utilizzati in abbinamento alla pasta. Al gruppo Capitata appartengono i cavoli comuni, con fusto breve o as- sente e foglie riunite a formare una testa più o meno sferica. Le cultivar, di diverse forme e colorazioni, sono innumerevoli. Le varietà sottogrup- po Sabauda (cavolo verza) comprende varietà dalle caratteristiche foglie increspate, bollose, e vistosamente venate. Sono estremamente rustiche e crescono bene in condizioni molto fredde. Tendono a essere più grandi e più intensamente odorose rispetto agli altri cavoli. Il sottogruppo Ca- pitata (cavolo cappuccio), riunisce invece le cultivar che formano teste compatte di foglie lisce, sono le più indicate per la conservazione, e sono tipicamente usate nella preparazione dei crauti. Il cavolo rosso, ricchis- simo di vitamine e sostanze minerali “fa miracoli” nelle diete di conva- lescenti, anemici, debilitati in genere. Ottimo crudo in insalata, tagliato sottilissimo. Si potrà condire in maniera semplicissima: aceto, sale e olio extravergine d’oliva oppure con una salsina più saporita ottenuta facen- do bollire per pochi minuti aceto rosso, acciughe diliscate, uno spicchio d’aglio, un po’ di peperoncino piccante, ottimo extravergine. Roba da far risuscitare anche i morti. Al gruppo Gemmifera.appartengono i cavolini di Bruxelles, vengono col- tivati come piante biennali per le piccole teste simili a cavoli in miniatu- ra che si sviluppano sui fusti allungati, sotto le grandi foglie. Tipico della cucina Toscana è il cavolo nero (var. acephala) così chiamato per le sue foglie, più o meno arricciate, color verde scuro. È indispensabile per pre- parare una delle più caratteristiche zuppe invernali: la ribollita. Il cavolo appartiene alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere che dir si voglia, i fi ori a quattro petali sono disposti a croce su un’infi orescenza a racemo, solitamente gialli. Il frutto è una siliqua che contiene semi oleo- si utilizzati, in alcune specie, per estrarre oli non particolarmente pre- giati (colza, ravizzone). 49