AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LODINE Provincia di

Aprile 2013 1 SOMMARIO

1 SOMMARIO ...... 1 2 INTRODUZIONE ...... 3 3 FASI PROCEDURALI DELLA VAS ...... 5 3.1 Fase 0 – Attivazione della procedura...... 5 3.2 Fase 1 – Orientamento (scoping) ...... 5 3.3 Fase 2 – Elaborazione e redazione del piano...... 5 3.4 Fase 3 – Adozione del piano...... 6 3.5 Fase 4 – Informazione...... 6 3.6 Fase 5 – Consultazione ...... 6 3.7 Fase 6 – Esame e valutazione ...... 6 3.8 Fase 7 – Parere ambientale articolato e motivato ...... 7 3.9 Fase 8 – Approvazione del piano...... 7 3.10 Fase 9 – Verifica di coerenza ...... 7 3.11 Fase 10 – Informazione sulla decisione ...... 7 3.12 Fase 11 – Attuazione e gestione...... 7 4 INQUADRAMENTO TERRITORIALE...... 9 4.1 Localizzazione ...... 9 4.2 Assetto Ambientale...... 10 4.3 Assetto Storico – Culturale...... 11 4.4 Assetto Insediativo...... 12 5 PIANI E PROGRAMMI DI RIFERIMENTO ...... 13 5.1 Piano Paesaggistico Regionale ...... 13 5.2 Piano di Assetto Idrogeologico...... 14 5.3 Piano Urbanistico Provinciale – Piano Territoriale di Coordinamento ...... 15 5.4 Piano Forestale Ambientale Regionale...... 16 5.5 Programma di Sviluppo Rurale...... 17 5.6 Piano di Tutela delle Acque...... 18 5.7 Piano Regionale Gestione Rifiuti ...... 18 5.8 Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile ...... 19 5.9 Piano Regionale dei Trasporti...... 20 5.10 Piano Energetico Ambientale Regionale...... 21 5.11 Piano comunale di classificazione acustica...... 21 6 METODOLOGIA DI ANALISI AMBIENTALE ...... 22

1 6.1 Scheda n.1 – Qualità dell’aria...... 23 6.2 Scheda n.2 – Acqua ...... 24 6.3 Scheda n.3 – Rifiuti ...... 26 6.4 Scheda n.4 – Suolo...... 27 6.5 Scheda n.5 – Flora, fauna e biodiversità...... 31 6.6 Scheda n.6 – Paesaggio e assetto storico culturale ...... 33 6.7 Scheda n.7 – Assetto insediativo demografico ...... 34 6.8 Scheda n.8 – Sistema economico e produttivo ...... 37 6.9 Scheda n.9 – Mobilità e trasporti ...... 39 6.10 Scheda n.10 – Energia...... 40 7 INDIRIZZI DI PIANO ...... 42 8 PROPOSTA DI CONTENUTO DEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 43 9 CONSULTAZIONE AUTORITA’ E PUBBLICO...... 45

Allegato 1 – Ortofoto del territorio comunale

2 2 INTRODUZIONE

Il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, recependo la Direttiva Europea n. 2001/42/CE del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, ha introdotto la Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La Legge Regionale 25 novembre 2004 n. 8, “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”, ha previsto all’art. 5 l’obbligo dello studio di compatibilità paesaggistico e al comma 4 prevede che tale studio di compatibilità paesistico- ambientale sia redatto nel rispetto degli obblighi e delle procedure di cui alla Direttiva 2001/42/CE (V.A.S.), concernente la valutazione degli effetti dei piani e dei programmi sull’ambiente. La procedura della Valutazione Ambientale Strategica è divenuta pertanto un passo obbligatorio nella redazione sia degli adeguamenti dei piani esistenti che della redazione dei nuovi piani. Tale procedura è oggi disciplinata dal D. Lgs 152/06 e s.s.m.m.i.i.. Il presente documento costituisce il risultato della prima fase della procedura di VAS. Il termine “scoping” può essere tradotto come “definizione dell’ambito di influenza del piano” ed ha l’obiettivo di porre in evidenza il contesto del piano, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, i rischi e le opportunità; in sintesi, tutti gli elementi fondamentali della base di conoscenza necessari per conseguire gli obiettivi generali del piano. A seguito della procedura di redazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC), è stata attivata la procedura di VAS per il PUC del Comune di Lodine, pertanto la finalità del presente documento di scoping è quella di definire i principali obiettivi del piano, la metodologia utilizzata per le procedure di valutazione, i piani e programmi di riferimento vigenti da considerare al fine di valutare la coerenza del PUC con gli stessi, le modalità di consultazione del pubblico e delle autorità competenti, e di fornire uno schema strutturale del rapporto ambientale e delle metodologie da adottare per la valutazione degli impatti. La redazione del documento di scoping segue la traccia delle linee guida redatte dalla Regione Sardegna, “Linee Guida per la valutazione ambientale strategica dei piani urbanistici comunali”. Le linee guida citate sono parte integrante di quelle relative all’adeguamento dei PUC al PPR, elaborate dall’Assessorato all’Urbanistica della Regione, e forniscono una metodologia operativa che si affianca a quella della redazioni del PUC stesso nello spirito di integrazione che la valutazione ambientale deve avere con le scelte di piano.

3 4 3 FASI PROCEDURALI DELLA VAS

Le fasi procedurali, in ottemperanza alle prescrizioni del D. Lgs 152/2006 e s.s.m.m.i.i., previste dalla VAS del PUC sono descritte di seguito.

3.1 Fase 0 – Attivazione della procedura In tale fase l’autorità procedente (il Comune di Lodine, di seguito Comune) conferisce gli incarichi professionali per la redazione del PUC e della VAS e comunica all’autorità Competente (ovvero la Provincia di Nuoro, di seguito Provincia) l’avvio della procedura. In questa fase sono anche individuati i soggetti competenti in materia ambientale.

3.2 Fase 1 – Orientamento (scoping) Lo scoping fa riferimento alla fase iniziale, in cui il Comune entra in consultazione con la Provincia e con gli altri soggetti competenti in materia ambientale, al fine di:  individuare l’ambito di influenza del PUC;  definire le informazioni da includere nel rapporto ambientale, la portata delle informazioni da inserire e il loro livello di dettaglio;  definire le modalità di svolgimento delle consultazioni con il pubblico e con i soggetti con competenze ambientali. Tali informazioni sono oggetto del presente documento, che viene trasmesso alla Provincia e agli altri soggetti competenti, individuati a seguito di una preventiva consultazione tra Comune e Provincia stessa.

3.3 Fase 2 – Elaborazione e redazione del piano La fase di elaborazione e redazione del piano prevede la definizione degli obiettivi che si intendono perseguire e delle linee d’azione attraverso cui dare attuazione al PUC. Successivamente si individueranno le azioni e gli interventi che permetteranno di raggiungere gli obiettivi prefissati, e la stima degli effetti che l’attuazione delle azioni e degli interventi potrà determinare sull’ambiente, in modo da poter adeguare le scelte sulla base dei risultati di tali valutazioni. Nell’ambito della valutazione del PUC verrà effettuata l’analisi della sua coerenza interna; finalizzata all’individuazione di eventuali fattori di contrasto tra gli obiettivi specifici del piano e le diverse azioni previste. Sarà altresì svolta la valutazione della coerenza esterna del PUC, finalizzata all’individuazione di eventuali fattori di contrasto tra gli obiettivi del PUC e quelli dei piani e programmi di interesse.

5 Sarà quindi definito un adeguato sistema di monitoraggio finalizzato a tenere sotto controllo gli effetti che l’attuazione del Piano potrà determinare sull’ambiente. Gli output di questa fase sono costituiti dai vari elaborati del PUC, comprensivi del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica.

3.4 Fase 3 – Adozione del piano I documenti costituiti dalla proposta del PUC, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica vengono portati in Consiglio Comunale, che provvede alla formale approvazione del PUC (adozione).

3.5 Fase 4 – Informazione Durante la fase successiva all’adozione del Piano, è compito del Comune provvedere alla pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC, del rapporto ambientale, compresa la sintesi non tecnica. Dell’avvenuto deposito sarà dunque data notizia mediante:  pubblicazione sull’Albo del comune;  pubblicazione sul sito internet del comune;  pubblicazione sul BURAS. L’avviso conterrà le seguenti informazioni:  titolo della proposta di piano;  proponente;  indicazione delle sedi ove può essere presa visione del piano, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica.

3.6 Fase 5 – Consultazione Il Piano e il rapporto ambientale saranno presentati al pubblico ed entro 60 giorni dalla pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito chiunque potrà prendere visione degli elaborati e presentare, in forma scritta, le proprie osservazioni. Durante tale fase sarà svolto un incontro pubblico per la presentazione del Piano e sarà compito del comune quello di provvedere alla raccolta delle osservazioni, dei pareri e dei suggerimenti presentati.

3.7 Fase 6 – Esame e valutazione Il Comune, in collaborazione con la Provincia, valuterà tutti i pareri, le osservazioni e i suggerimenti pervenuti e, ove necessario, provvederà all’adeguamento del PUC e/o del Rapporto Ambientale.

6 3.8 Fase 7 – Parere ambientale articolato e motivato Entro 90 giorni dalla scadenza dell’ultimo termine utile per la presentazione delle osservazioni e dei pareri, la Provincia formulerà un parere ambientale articolato e motivato (giudizio di compatibilità ambientale) che costituisce presupposto per il proseguimento del procedimento di approvazione dei Piani. Tale parere può essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni, proposte al Comune.

3.9 Fase 8 – Approvazione del piano Il Consiglio Comunale approva il piano, eventualmente modificato ed integrato alla luce del parere ambientale, accompagnando la delibera di approvazione con una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali e i contenuti del Rapporto Ambientale sono stati integrati nei Piani e di come si è tenuto conto dei pareri espressi dai soggetti con competenza ambientale e dei risultati delle consultazioni, nonché del parere ambientale articolato e motivato.

3.10 Fase 9 – Verifica di coerenza Gli elaborati di Piano saranno inviati, unitamente al Rapporto Ambientale, alla Sintesi non tecnica e al parere ambientale, all’Assessorato agli Enti Locali, finanze e urbanistica per la verifica di coerenza finalizzata a valutare la legittimità e la conformità del Piano agli strumenti sovraordinati.

3.11 Fase 10 – Informazione sulla decisione La decisione in merito all’approvazione del PUC sarà resa pubblica mediante pubblicazione della notizia sul BURAS indicando le sedi ove è possibile prendere visione del PUC adottato e della documentazione oggetto dell’istruttoria. L’Amministrazione Comunale, inoltre, deve provvedere a rendere pubbliche:  il parere motivato espresso dall’autorità competente;  la dichiarazione di sintesi;  le misure adottate in merito al monitoraggio.

3.12 Fase 11 – Attuazione e gestione Contestualmente all’attuazione del PUC verrà avviato il monitoraggio sugli effetti ambientali derivanti dalla realizzazione degli interventi. I risultati delle verifiche e dei controlli effettuati saranno annotati su periodici rapporti di monitoraggio. L’integrazione della VAS nel processo di elaborazione del piano si può riassumere nello schema di Figura 1.

7 Figura 1. Schema di VAS: la sequenza di fasi in un processo integrato di pianificazione e valutazione (Linee Guida Enplan, 2004).

8 4 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Le seguenti informazioni relative all’inquadramento territoriale sono tratte dagli studi preliminari svolti dal gruppo di lavoro incaricato dal Comune di Lodine per la redazione del Piano Urbanistico Comunale.

4.1 Localizzazione Lodine è un comune del centro della Sardegna, situato in Provincia di Nuoro, nella Barbagia di ad un’altitudine di 884 m s.l.m, che si estende per una superficie di circa 7,65 kmq. Confina a Nord e ad Ovest con il comune di e a Sud e ad Est con il Comune di . Dista circa 20 km in linea d’aria da Nuoro ed è raggiungibile dalla S.P. n. 30 che collega il centro abitato comunale sia con il Capoluogo di Provincia sia con i centri abitati dei comuni limitrofi.

Figura 2. Localizzazione del Comune di Lodine. Cartograficamente è inquadrabile come segue:  Carta Topografica d’Italia in scala 1:25.000: Foglio n. 516 I N.E. – “Fonni;

9  Carta Tecnica Regionale in Scala 1:10.000: Fogli n. 516.030–“Gavoi”, 516.040 – “San Cosimo”, 516.070 – “Lago di Gusana” e 516.080 “Fonni”;  Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000: Foglio n. 207 – “Nuoro”.

4.2 Assetto Ambientale Per quanto riguarda i caratteri geologici generali dell’area in esame, si osserva che la struttura geologica è stata determinata dagli eventi succedutisi nel Paleozoico, ed è rappresentata dall’Unita' Intrusiva di Fonni che risulta costituita da granodioriti (Complesso granitoide del Nuorese del Carbonifero sup.) e dai depositi Quaternari. Questo complesso cristallino costituisce il cosiddetto altopiano granitico della Barbagia, che si estende su gran parte della Sardegna centrale e orientale. Il grosso affioramento di granodioriti tonalitiche è ben visibile anche nei terreni più a nord fino a , , Nuoro e , mentre a sud si rinvengono nei territori di , Teti e . Tutti i litotipi ercinici presenti nella zona, sono interessati dalla presenza di filoni, che si presentano varie dimensioni, da pochi centimetri a qualche metro e le direzioni principali sono NE/SO, talora anche in ammasso. I porfidi quarziferi sono i più frequenti, con potenza variabile da un metro a qualche metro. I depositi Quaternari si riscontrano in piccolissime aree lungo i fondovalle, e sono costituiti per lo più da ghiaie, limi, sabbie sciolte e ciottolame di varia composizione e raggiungono una potenza in genere molto ridotta. Detriti di versante si notano un po’ ovunque e in genere sono di spessore ridotto e poco estesi. Il quadro strutturale di questa area è stato condizionato dall’orogenesi ercinica, la quale ha prodotto piegamenti e una serie di intrusioni granitoidi. La messa in posto dei plutoni ercinici, in fasi successive, è stata seguita da un’intensa fatturazione che ha interessato il batolite, con fratture orientate prevalentemente Nord/Nord-Ovest e sud/Sud-Est. L’analisi del territorio ha posto in evidenza una morfologia per lo più aspra, specie a Sud Sud/Ovest dell’agro, condizionata dagli eventi geologici succedutisi nel tempo. Gli eventi tettonici dovuti all’azione meccanica hanno creato dei valloni a volte profondi, stretti e allungati, delimitati anche da dorsali dei filoni di porfido, la cui direzione prevalente Nord/Nord-Ovest Sud/Sud-Est costituisce un elemento caratterizzante del paesaggio granitico della Barbagia. I sistemi di frattura si estendono anche a grandi distanze dalle linee di disturbo, influenzando quindi la morfologia e determinando una serie di suddivisioni dell’ammasso granitico in blocchi giustapposti. Queste linee tettoniche, sicuramente di impostazione tardo e post-erciniche riprese alla fine del ciclo alpino, hanno influenzato anche la forma del reticolo idrografico, accentuato sia dall’asprezza del rilievo sia dai forti dislivelli, e

10 risultano impostati su valli profonde o mediamente profonde, e scorrono totalmente su rocce granitiche. L’effetto dovuto all’azione chimico-fisica, favorito dalla natura stessa della roccia cristallina, ha dato origine ad una diffusa alterazione, estesa in profondità ma maggiore alle quote più basse, con disfacimento della roccia e formazione di blocchi isolati ed arrotondati, con tutta una serie di fratture e caratteristiche forme (boules) o “pietre ballerine” spesso fratturate o erose, conche, ed incise dai tafoni. Il territorio presenta caratteri pedologici e vegetazionali abbastanza uniforme, questo carattere si riscontra anche nei riguardi della conformazione morfologica e della pedologia. Nel tratto centrale e settentrionale del territorio comunale è localizzata la parte più pianeggiante con presenza di seminativi, pascoli nudi e/o arborati a roverella. Le coltivazioni erbacee prevalenti sono ad erbaio, destinato all’allevamento del bestiame, principalmente ovino. Sono presenti alcune aree a frutteto, distribuite a caso e di estensione limitata, noceti e noccioleti, nonchè colture orticole all’aperto, più presenti a ridosso dell’abitato. Nella zona situata ad est ed ovest, morfologicamente più aspra, le coltivazioni del terreno si fanno più difficili per la presenza di abbondante pietrosità e roccia affiorante, i suoli vengono utilizzati esclusivamente per il pascolo del bestiame ovino. Nella parte a valle la conformazione del territorio si fa più varia con la presenza di canali e rilievi, nelle depressioni trovano spazio piccoli corsi d’acqua, generalmente a carattere torrentizio, che defluiscono l’acqua piovana, e o proveniente dalle sorgenti, verso il lago artificiale di Gusana. Caratteristica saliente del paesaggio è la formazione forestale monospecifica a roverella Quercus pubescens, largamente diffusa in tutto il territorio. La specie costituisce una formazione abbondantemente diffusa a bosco puro o più spesso a formare un pascolo arborato. Nella parte centro orientale, la specie si accompagna al leccio Quercus ilex, dando origine ad un bosco misto. Nel margine più orientale e meridionale del territorio e presente una formazione monospecifica a leccio, un tratto di macchia mediterranea, quale risultato della degradazione della originaria formazione a leccio. La macchia e specificamente composta da: Corbezzolo, Arbutus unedo; Fillirea sp. E matricine di leccio.

4.3 Assetto Storico – Culturale Il patrimonio archeologico del territorio comunale, costituito da domus de janas, tomba di giganti e nuraghi, attesta che l’area fu interessata dall’insediamento umano a partire dal Neolitico Finale. Ciò è stato confermato dagli studi eseguiti in uno dei siti di maggiore interesse, Soroeni, durante i quali si è potuto desumere informazioni precise e scientificamente accertate sulla sua evoluzione storica.

11 Da un primo censimento dei beni archeologici presenti nel territorio comunale si riscontra la presenza di oltre 10 domus de janas, la Tomba dei Giganti di Su Gardosu e di 15 nuraghi. Di interesse storico-culturale è anche la chiesa cinquecentesca di San Giorgio Martire. Il centro storico dell’abitato di Lodine è stato perimetrato come tessuto di antica e prima formazione ai sensi dell’art. 51 delle Norme Tecniche di Attuazione del PPR.

4.4 Assetto Insediativo La popolazione residente nel Comune di Lodine è di poco superiore alle 400 unità. Il centro matrice è stato verificato in sede di coopianificazione congiuntamente con il Comune (Determinazione n. 220/DG del 12/02/2008), ed è in parte ricadente all’interno della Zona A dello strumento urbanistico vigente. Il Comune di Lodine è dotato di Piano Particolareggiato del Centro Storico, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 26 del 16/07/1996. Le zone di completamento e di espansione si sono sviluppate lungo i due tratti della SP n. 30 e, a seguito della tendenza all’abbandono del centro storico, risultano essere le aree di maggiore interesse per la residenza poiché ritenute più salubri e più agevoli per l’edificazione. Tuttavia, le zone di espansione, pur oggetto di interesse da parte dei proprietari, non sono state utilizzate in modo soddisfacente perdurando l’abitudine di costruire case unifamiliari su lotti di grandi dimensioni. Inserite nel contesto naturale sono alcune abitazioni, utilizzate come residenze o ad uso agricolo. Lo strumento urbanistico vigente è il Piano Urbanistico Comunale del 1991.

12 5 PIANI E PROGRAMMI DI RIFERIMENTO

Nel presente paragrafo si intendono individuare i piani e programmi che interessano il territorio comunale al fine di:  costruire un quadro di insieme strutturato contenente gli obiettivi ambientali già definiti e gli effetti ambientali attesi nell'ambito degli strumenti pianificatori esistenti;  riconoscere e includere nel processo pianificatorio le questioni già valutate negli altri piani e programmi di diverso ordine. Si riportano pertanto di seguito gli obiettivi generali dei piani che si intende comprendere nell’analisi di coerenza da effettuare nel processo di valutazione ambientale del PUC.

5.1 Piano Paesaggistico Regionale Il Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 36/7 del 5 settembre 2006, costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per gli atti di programmazione e di pianificazione regionale, provinciale e locale e per lo sviluppo sostenibile. Il Piano disciplina i processi di trasformazione fisica e l’uso del territorio con lo scopo di:  preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo;  proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità;  assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservarne e migliorarne le qualità. L’analisi territoriale svolta dal P.P.R. è articolata secondo tre assetti: ambientale, storico-culturale e insediativo, per ciascuno dei quali sono stati individuati i beni paesaggistici, i beni identitari e le componenti di paesaggio e la relativa disciplina generale, costituita da indirizzi e prescrizioni Oltre all’analisi del territorio finalizzata all’individuazione delle specifiche categorie di beni da tutelare in ossequio alla legislazione nazionale di tutela, è stata condotta un’analisi finalizzata a riconoscere le specificità paesaggistiche dei singoli contesti, limitata in sede di prima applicazione del P.P.R. alla sola fascia costiera. Sono stati pertanto individuati 27 ambiti di paesaggio, per ciascuno dei quali il P.P.R. detta specifici indirizzi volti a orientare la pianificazione sott’ordinata, soprattutto comunale e intercomunale, al raggiungimento di determinati obiettivi e alla promozione di determinate azioni.

13 Il territorio comunale ricade negli ambiti di paesaggio non costiero, all’interno della Regione Storica Interna identificata come “n.16 - Barbagia di Ollolai”. Poiché dunque il territorio comunale non ricade all’interno degli ambiti di paesaggio costiero, attualmente non è applicabile l’intera disciplina di tutela del PPR, ma solamente per quanto attiene all’art. 4 comma 5 delle Norme Tecniche di Attuazione, secondo cui “i beni paesaggistici ed i beni identitari individuati e tipizzati ai sensi degli articoli successivi sono comunque soggetti a disciplina del PPR, indipendentemente dalla loro localizzazione negli ambiti di paesaggio di cui all’art. 14”.

5.2 Piano di Assetto Idrogeologico Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) individua le aree a rischio idraulico e di frana e ha valore di piano stralcio ai sensi della L. n. 183/89. Il PAI è entrato in vigore con Decreto dell’Assessore ai Lavori Pubblici n. 3 del 21/02/2006 ed è stato adottato e approvato limitatamente alla perimetrazione delle aree a pericolosità H4, H3 e H2 e a rischio R4, R3 e R2. Il Piano ha lo scopo di individuare e perimetrare le aree a rischio idraulico e geomorfologico, definire le relative misure di salvaguardia sulla base di quanto espresso dalla Legge n. 267 del 3 agosto 1998 e programmare le misure di mitigazione del rischio. Gli ambiti di riferimento del Piano sono i sette Sub-Bacini individuati, all’interno del Bacino Unico Regionale, con deliberazione della Giunta Regionale n. 45/57 del 30 ottobre 1990, ognuno dei quali è caratterizzato in generale da un’omogeneità geomorfologica, geografica e idrologica: Sulcis, Tirso, Coghinas-Mannu-Temo, Liscia, Posada – Cedrino, Sud-Orientale, Flumendosa-Campidano-Cixerri. Il territorio comunale è compreso nel bacino n.2 “Tirso” ma non sono state individuate nel territorio comunale né aree a pericolosità di frana né aree a pericolosità idraulica. All’art. 4 comma 5 delle Norme di Attuazione del PAI si prescrive che i comuni provvedano a riportare alla scala grafica della strumentazione urbanistica vigente i perimetri delle aree a pericolosità idraulica e geomorfologica e delle aree a rischio idraulico e geomorfologico, e ad adeguare contestualmente le norme dello strumento urbanistico. Inoltre, il comma 2 dell’art. 8 prevede che i in sede di predisposizione dei propri strumenti urbanistici, i Comuni, indipendentemente dall’esistenza di aree perimetrale dal PAI, “tenuto conto delle prescrizioni contenute nei piani urbanistici provinciali e nel piano paesistico regionale relativamente a difesa del suolo, assetto idrogeologico, riduzione della pericolosità e del rischio idrogeologico, assumono e valutano le indicazioni di appositi studi di compatibilità idraulica e geologica e geotecnica” predisposti in osservanza degli artt. 24 e 25, e riferiti “a tutto il territorio comunale o alle sole aree interessate dagli atti proposti all’adozione”. Ai sensi del comma 5 del medesimo art. 8, ed in

14 osservanza alle disposizioni di cui al Titolo III Capo I, art. 26, inoltre, negli atti degli strumenti urbanistici devono essere adeguatamente individuate, delimitate e disciplinate le eventuali aree che possiedono significativa pericolosità idraulica o geomorfologica non perimetrale in precedenza nella cartografia del PAI, quali: reticolo idrografico minore gravante su centri edificati, foci fluviali, aree lagunari e stagni, etc..

5.3 Piano Urbanistico Provinciale – Piano Territoriale di Coordinamento Il Piano Urbanistico provinciale della Provincia di Nuoro, redatto ai sensi della L.R. 45/89, è stato adottato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 131 del 7 novembre 2003. Il piano si pone come uno strumento di pianificazione e programmazione economico-territoriale finalizzato al conseguimento dei seguenti obiettivi generali:  indirizzare il governo del territorio verso uno sviluppo sostenibile del territorio stesso, la riqualificazione dei centri urbani ed in particolare delle periferie, la tutela e l’uso sociale dei beni culturali, la valorizzazione delle identità locali;  tracciare le direttrici dello sviluppo socio-economico tramite una politica di assetto del territorio flessibile, da promuovere con il coinvolgimento delle Amministrazioni comunali.  individuare ed elaborare programmi pluriennali sia di carattere generale che settoriale, promuovendo il coordinamento dell’attività programmatoria dei Comuni.  attuare politiche di tutela delle risorse ambientali che siano il più possibile compatibili con le esigenze di sviluppo economico-produttivo della collettività provinciale. Tali obiettivi generali sono stati rielaborati in modo da proporre le seguenti specificità del PUP:  tracciare le direttrici dello sviluppo socio-economico del territorio amministrativo tramite una politica d’assetto del territorio flessibile e non invasiva delle competenze dei Comuni, da promuovere soprattutto attraverso i vari piani settoriali;  individuare soluzioni funzionali al riequilibrio anche “infrastrutturale e dei servizi” tra le diverse aree provinciali;  conseguire un ottimale assetto organizzativo del territorio che contribuisca ad ingenerare vantaggi economici ed ambientali di tipo diretto ed indiretto;  attuare politiche di tutela delle risorse ambientali, che siano il più possibile compatibili con le esigenze di sviluppo economico/produttivo della collettività provinciale; 15  ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili attraverso un’adeguata efficienza amministrativa da promuovere tramite azioni di governo del territorio programmate, coadiuvate dalla contestuale attivazione di un flusso di scambio di informazioni con i Comuni e la Regione.

5.4 Piano Forestale Ambientale Regionale Il Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR) è stato approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 53/9 del 27/12/2007. Il PFAR si propone quale strumento strategico di pianificazione e gestione del territorio al fine di perseguire gli obiettivi di salvaguardia ambientale, di conservazione, valorizzazione e incremento del patrimonio boschivo, di tutela della biodiversità, di miglioramento delle economie locali, attraverso un processo inquadrato all’interno della cornice dello sviluppo territoriale sostenibile. Tra gli obiettivi del piano si annoverano la soluzione di varie problematiche più o meno direttamente connesse con il comparto forestale, come la difesa del suolo, la prevenzione incendi, la regolamentazione del pascolo in foresta, la tutela della biodiversità degli ecosistemi, la compatibilità delle pratiche agricole e la tutela dei compendi costieri. I macro-obiettivi individuati sono i seguenti:  tutela dell’ambiente, da attuarsi mediante il contenimento dei processi di dissesto del suolo e di desertificazione, tutela della biodiversità, incremento del patrimonio boschivo, prevenzione degli incendi ecc;  potenziamento del comparto produttivo, mediante il consolidamento del ruolo del settore forestale nello sviluppo rurale, la valorizzazione del comparto sughericolo ecc;  sviluppo di una pianificazione forestale integrata, che preveda un coordinamento con gli obiettivi di altri piani e programmi regionali e in particolare mediante la strutturazione della pianificazione forestale secondo tre differenti gradi: il livello regionale (definito dal PFAR stesso), il livello territoriale di distretto e il livello particolareggiato aziendale;  valorizzazione della formazione professionale e della educazione ambientale e ricerca scientifica. Il territorio regionale è stato inoltre compartimentato dal PFAR in 25 distretti territoriali, la cui delimitazione si basa sul concetto di indivisibilità delle unità fisiografiche, espressione dei caratteri fisici, geomorfologici, pedologico- vegetazionali e paesaggistici. I distretti accolgono una varietà di ambiti di paesaggio caratterizzati da connotazioni omogenee nella loro peculiarità. I distretti così individuati costituiscono delle unità di pianificazione territoriale a ciascuno dei quali viene attribuita una destinazione funzionale

16 propria, il cui riconoscimento consente la proposizione di modelli gestionali differenti. Per ogni distretto il PFAR riporta una scheda descrittiva del quadro conoscitivo di contesto preliminare, il quale analizza i dati amministrativi, il paesaggio, analisi morfometrica, inquadramento vegetazionale, uso del suolo, quadro della gestione forestale, analisi delle aree di tutela naturalistica istituite e delle aree di tutela idrogeologica. Il Comune di Lodine ricade all’interno del distretto n. 14 “Gennargentu”. Le azioni proposte dal PFAR si articolano in cinque linee di intervento e rappresentano il riferimento per la programmazione degli interventi di settore:  linea protettiva, orientata alla conservazione e al miglioramento del livello di stabilità delle terre e dell’efficienza funzionale dei sistemi forestali mediterranei;  linea naturalistico-paesaggistica, orientata alla preservazione e conservazione della qualità dei sistemi ecologici in tutte le loro componenti fisiche e biologiche, all’accrescimento della complessità e della funzionalità dei popolamenti, al mantenimento e miglioramento del valore paesaggistico dei contesti forestali;  linea produttiva, per la crescita economica e il benessere sociale del territorio agroforestale attraverso la valorizzazione economica delle foreste e la promozione dell’impresa forestale;  linea informazione ed educazione ambientale, per la promozione dell’attività di informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale applicata al settore forestale;  linea ricerca applicata e sperimentazione, per il potenziamento delle conoscenze sull’entità, distribuzione e stato della vegetazione forestale regionale, e per la regolamentazione di particolari aspetti della materia forestale. Le linee sono articolate in Misure, Azioni e Sottoazioni; le Misure rappresentano tipologie d’intervento a carattere generale che, a fronte di una varietà di contesti territoriali di dettaglio, si particolarizzano in interventi più specifici. Di conseguenza viene riconosciuta per ogni macroambito territoriali una misura generale di riferimento e una molteplicità di azioni e sottoazioni d’intervento, per i quali il piano indica gli orientamenti gestionali e standard di riferimento di buona gestione forestale.

5.5 Programma di Sviluppo Rurale Il Piano di Sviluppo Rurale riferito al periodo di programmazione 2007-2013 (Reg. CE 1698/2005) basa la sua azione di programmazione sui seguenti assi:  miglioramento della competitività dell’attività agricola e silvicola;  ambiente, gestione del territorio e miglioramento della qualità della vita;

17  diversificazione dell’economia nelle zone rurali;  sviluppo locale secondo l’approccio Leader. Tra gli orientamenti previsti è presente l’integrazione della dimensione ambientale nella politica agricola comune, intesa ad affermare il peso delle tematiche ambientali in relazione soprattutto alla gestione sostenibile delle risorse naturali, cambiamento climatico, salvaguardia del suolo, conservazione della biodiversità, tutela degli ecosistemi dall’inquinamento.

5.6 Piano di Tutela delle Acque Il Piano di Tutela delle Acque è finalizzato all’utilizzo sostenibile della risorsa idrica, attraverso interventi, misure, vincoli, volti alla tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi, suddivide il territorio Regionale in Unità Idrografiche Omogenee (UIO) costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi. Il Comune di Lodine è compreso nella UIO n.4 “Tirso”, di estensione pari a circa 3366 km2, costituita solo dall’omonimo bacino idrografico. Il territorio comunale è attraversato da uno dei principali affluenti del Tirso, il Fiume Taloro (superficie bacino di 505 km2), le cui acque sono raccolte in alcuni invasi artificiali prima di confluire al Tirso, tra cui il Lago di Gusana che interessa anche il territorio comunale. Nel Piano sono state individuate le “criticità” presenti nella UIO, mediante l’individuazione dei fattori causali che portano al degrado degli aspetti qualitativi della risorsa idrica a partire dall’analisi complessiva dei fenomeni che determinano lo stato quali-quantitivo delle acque superficiali e sotterranee. La criticità rappresenta quantitativamente una misura della distanza dello stato qualitativo attuale dagli obiettivi di qualità definiti dalla normativa nazionale vigente. A seguito dell’individuazione delle criticità, si definiscono gli obiettivi di qualità. Gli obiettivi generali sono stati introdotti dal D.Lgs 152/99, secondo il quale entro il 31 dicembre 2016 deve essere mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”, come definito dall’Allegato 1 dello stesso decreto. Inoltre, a seconda del giudizio espresso sul corpo idrico nell’ambito del Piano di Tutela delle Acque, viene definito un obiettivo generale da raggiungere entro il 2008, i cui livelli sono definiti dal medesimo allegato. Gli obiettivi specifici invece sono definiti in funzione dei “macrodescrittori critici”, intendendo per macrodescrittori i parametri utilizzati dal D. Lgs 152/99 per definire lo stato qualitativo dei corpi idrici.

5.7 Piano Regionale Gestione Rifiuti Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, redatto ai sensi del D. Lgs. n. 22/97 e approvato con DGR n.21/59 del 8/4/2008, si occupa della gestione integrata dei rifiuti e si articola su quattro livelli di interesse: interventi intesi alla riduzione della produzione dei rifiuti, attività di recupero e di allontanamento 18 delle frazioni pericolose, trattamento per il recupero energetico e stoccaggio definitivo delle frazioni residue. La linea guida cardine del piano è la necessità di organizzare una raccolta differenziata, soprattutto per ciò che riguarda il rifiuto in ambito urbano, modificando gli atteggiamenti da passivi a propositivi, ispirati dalla consapevolezza che una differenziazione ed un buon recupero possono portare a ricadute ambientali positive. Il piano fissa criteri ed obiettivi di base all’interno di macro ambiti territoriali da tradurre a livello comunale con azioni specifiche di raccolta differenziata e prevede opportuni centri comunali di conferimento dei rifiuti. Il Comune di Lodine rientra nel Sub Ambito B1, Nuoro–.

5.8 Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile Il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile è stato approvato con DGR n. 19/1 del 9/05/2007, quale strumento teorico e operativo imprescindibile per la tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell’isola, di sviluppo sostenibile del territorio e di relativa coesione, finalizzato all’incremento della competitività di lungo periodo del sistema turistico sardo, con la realizzazione e l’individuazione, anche a regime, di una serie di strumenti di valutazione dei fenomeni in grado di supportare il decisore pubblico nelle scelte di governo. Obiettivo generale del piano è quello di incrementare la quota diretta e indiretta di prodotto delle attività turistiche rispetto al complesso delle attività economiche, attraverso scelte di governo volte alla soluzione dei problemi che limitano le possibilità di sviluppo turistico della Regione e al rafforzamento della competitività di medio-lungo periodo del sistema turistico sardo, nel rispetto della sostenibilità ambientale. Obiettivi specifici del piano sono:  costruire un sistema informativo integrato;  definire gli strumenti di valutazione;  ridurre la concentrazione temporale e territoriale della domanda;  incrementare la spesa e gli effetti moltiplicativi. Obiettivi trasversali:  qualità: una qualità diffusa, volta al miglioramento dell’offerta turistica in senso esteso, riferita oltre che alla ricettività, alla ristorazione, ai servizi pubblici e privati, ai trasporti e ai sistemi di gestione del territorio da percepire come parte di un sistema di accoglienza integrato;  integrazione: di tipo territoriale, per ridurre le pressioni antropiche sulla fascia costiera e permettere un maggiore sviluppo delle zone

19 interne, ma anche di tipo settoriale, tra il settore turistico ricettivo e gli altri settori produttivi (in particolare l’agroalimentare e i servizi al turismo);  informazione e comunicazione: più raffinati strumenti conoscitivi del fenomeno e azioni di comunicazione rivolte a residenti e turisti, in chiave di qualità diffusa, di promozione esterna e di marketing interno ed esterno.

5.9 Piano Regionale dei Trasporti Il Piano regionale dei trasporti (PRT), approvato con DGR n. 66/23 del 27/11/2008, rappresenta il documento programmatico generale della Regione Sardegna rivolto a realizzare sul proprio territorio, in armonia con gli obiettivi del Piano Generale dei Trasporti (PGT) e degli altri documenti programmatici interregionali, un sistema equilibrato del trasporto delle persone e delle merci conformemente ai piani di assetto territoriale e di sviluppo socio-economico. Gli obiettivi del Piano regionale dei trasporti sono di seguito elencati:  garantire elevati livelli di accessibilità per le persone e per le merci che intendono spostarsi sulle relazioni sia interregionali (Sardegna/Continente) che intraregionali (all’interno della Sardegna) al fine di conseguire ricadute anche di natura economica (migliorare la competitività delle imprese), territoriale (attrattività insediativa, riequilibrio verso l’interno, integrazione aree interne e versante costiero) e sociale (coesione, superamento dell’isolamento geografico dovuto all’insularità e dello spopolamento delle aree interne);  rendere più accessibile il sistema a tutte le categorie fisiche e sociali, ed in particolare alle fasce più deboli e marginali in qualsiasi parte del territorio siano localizzate;  assicurare elevata affidabilità e sicurezza al sistema;  assicurare lo sviluppo sostenibile del trasporto riducendo il consumo energetico, le emissioni inquinanti, gli impatti sul territorio specie in quei contesti di particolare pregio, paesistico ed ambientale e storicoarchitettonico (aree costiere e aree montane interne), in coerenza con il Piano energetico ambientale regionale. La caratterizzazione paesistico/ambientale della Sardegna deve riconoscersi anche nella capacità di coniugare sviluppo (nuovi interventi, cultura del progetto sostenibile) con salvaguardia e valorizzazione ambientale come previsto nel Piano Paesaggistico Regionale e nel Piano Regionale del Turistico Sostenibile;  contribuire a governare le trasformazioni volute dai piani economico sociali e di riassetto territoriale intervenendo, in combinazione con altre iniziative, per garantire l’unitarietà funzionale tra fenomeni di migrazione insediativa (spopolamento aree interne – deurbanizzazione delle due

20 concentrazioni urbane di Cagliari e Sassari verso aree esterne economicamente ed ambientalmente più appetibili) e modelli mediativi a bassa densità e diffusi su ampi territori.

5.10 Piano Energetico Ambientale Regionale Il Piano Energetico Ambientale regionale è stato adottato dalla Giunta Regionale con delibera n. 34/13 del 2 agosto 2006. Gli obiettivi di piano sono riassumibili nei seguenti punti:  autonomia energetica;  diversificazione delle fonti energetiche;  rispetto dei vincoli internazionali per la tutela dell’ambiente. Le azioni con cui si prevede di perseguire gli obiettivi suddetti sono:  programma di metanizzazione;  riattivazione della miniera-centrale nel polo del Sulcis;  azioni di risparmio energetico, sviluppo FER ecc.

5.11 Piano comunale di classificazione acustica Le direttive regionali in materia di inquinamento acustico ambientale sono date dalla DGR n. 62/9 del 14/11/2008 che disciplina le procedure per la redazione e approvazione dei Piani comunali di classificazione acustica e inoltre fornisce i criteri per la redazione del regolamento comunale in merito al rispetto dei requisiti acustici passivi degli edifici. Il piano comunale di classificazione acustica del comune di Lodine è attualmente in fase di redazione.

21 6 METODOLOGIA DI ANALISI AMBIENTALE

Gli aspetti del territorio che costituiscono il quadro conoscitivo verranno approfonditi durante la conduzione dell’analisi ambientale prevista e le componenti che verranno descritte e analizzate in tale ambito sono le seguenti:  aria;  acqua;  rifiuti;  suolo;  flora, fauna e biodiversità;  paesaggio e assetto storico culturale;  assetto insediativo e demografico;  sistema economico produttivo;  mobilità e trasporti;  energia. Di seguito si descrivono gli indicatori ambientali che, sulla base delle indicazioni fornite dalle linee guida regionali, si prevede di utilizzare per la definizione dello stato dell’ambiente.

22 6.1 Scheda n.1 – Qualità dell’aria

SCHEDA N. 1 - QUALITÀ DELL’ARIA

ASPETTI DA ESAMINARE Le informazioni richieste nella presente scheda devono consentire di esaminare lo stato della qualità dell’aria ad una scala locale, quale quella del territorio comunale. Poiché il territorio comunale non dispone di una rete di rilevamento della qualità dell’aria, sarà svolta una valutazione indiretta condotta mediante il censimento e l’analisi delle attività produttive che comportino emissioni in atmosfera e degli inquinanti emessi dalle stesse. Inoltre, poiché la qualità dell’aria risulta notevolmente influenzata dalle condizioni anemologiche del territorio, sarà svolta un’analisi circa direzione e intensità dei venti dominanti. Da tali parametri, infatti, dipenderà la dispersione degli inquinanti in atmosfera e, pertanto, la conoscenza delle caratteristiche dei venti dominanti consentirà di effettuare adeguate considerazioni circa eventuali future localizzazioni di nuove aree produttive.

ASPETTI CLIMATICI

Direzione del vento Gradi (°) Servizio Agrometeorologico Condizioni anemometriche Intensità m/s Regionale Frequenza n. giorni/anno

23 6.2 Scheda n.2 – Acqua

SCHEDA N. 2 - ACQUA

ASPETTI DA ESAMINARE L’analisi sulla componente acqua deve consentire di esaminare sia gli aspetti relativi al consumo della risorsa sia quelli relativi all’inquinamento dei corpi idrici. Saranno valutati il fabbisogno idrico, i potenziali carichi inquinanti derivanti dalle attività civili e da attività industriali e, infine, l’efficienza del sistema di gestione delle acque reflue, sia in termini di tipologie di trattamento disponibili sia in termini di potenzialità degli impianti, anche in relazione alle fluttuazioni della popolazione nei periodi di maggiore affluenza turistica. Il territorio comunale ricade all’interno del bacino denominato dal Piano di Assetto Idrogeologico “n.1 Tirso”. Il corso d’acqua principale che attraversa il territorio comunale è dato dal Fiume di Taloro, il quale dopo aver costeggiato il confine comunale con il territorio di Fonni, affluisce al lago di Gusana, a Sud-Ovest del centro abitato di Lodine. Anche gli altri corsi d’acqua secondari che costituiscono il reticolo idrografico secondario del territorio comunale affluiscono al medesimo lago. Il lago di Gusana, il cui invaso interessa il territorio comunale sebbene lo sbarramento sia localizzato in comune di Gavoi, è gestito dall’ENEL per usi idroelettrici. L’approvvigionamento idrico del centro urbano avviene mediante l’acquedotto consortile Govossai con portate di circa 11 l/s (fonte: Nuovo Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, adottato in via definitiva con DGR 32/2 del 21/07/2006). Le acque reflue del centro abitato sono collettate al depuratore consortile situato nei pressi dell’invaso di Cucchinadorza e gestito dal consorzio B.I.M. Taloro. TUTELA DELLA RISORSA IDRICA

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Consumo idrico Fabbisogno idrico per uso civile Mm3/a Comune

Fabbisogno idrico per uso irriguo Mm3/a

24 Fabbisogno idrico per uso industriale Mm3/a

INQUINAMENTO DELLE ACQUE

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Carichi potenziali di BOD da attività civili t/a

Carichi potenziali di BOD da attività t/a industriali

Carichi potenziali di COD da attività civili t/a

Carichi potenziali di COD da attività t/a Carico inquinante potenziale industriali PTA/Comune Carichi potenziali di azoto da attività civili t/a Carichi potenziali di azoto da attività t/a industriali Carichi potenziali di fosforo da attività civili t/a Carichi potenziali di fosforo da attività t/a industriali SISTEMA DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte Trattamento delle acque Tipologie di trattamenti previsti degli impianti - reflue di depurazione Popolazione servita dall’impianto di % depurazione

Popolazione servita dalla rete fognaria % Efficienza del sistema di PTA/Comune Capacità di trattamento dell’impianto di gestione delle acque reflue depurazione: potenzialità impianto (in ab. equivalenti) rispetto a popolazione servita (in % ab. Equivalenti) della zona servita, compresa la popolazione fluttuante.

25 6.3 Scheda n.3 – Rifiuti

SCHEDA N. 3 - RIFIUTI

ASPETTI DA ESAMINARE Per l’analisi di questa componente sono richieste fondamentalmente informazioni che consentano di valutare l’efficienza del sistema di raccolta e trattamento a livello locale, al fine di poter valutare in un secondo momento se l’attuazione del PUC potrà comportare un aggravio sul sistema di gestione dei rifiuti. In particolare quindi saranno esaminati aspetti relativi alla quantità dei rifiuti prodotti, alle modalità di raccolta differenziata adottate dal comune e alla disponibilità di impianti di recupero e/o smaltimento. Il sistema di raccolta rifiuti è gestito dall’Unione dei Comuni “Barbagia”, comprendente, oltre a Lodine, anche Gavoi, Ollolai, , , e . Il servizio prevede la raccolta dei rifiuti urbani e assimilati mediante il sistema integrato secco-umido del tipo domiciliare “porta a porta”, con separazione della frazione umida da quella secca non riciclabile, e la raccolta differenziata dei materiali a valorizzazione specifica quali carta/cartone, plastica, vetro, imballaggi metallici di piccole dimensioni. E’ compresa inoltre la raccolta domiciliare dei rifiuti ingombrati e durevoli ed ex RUP. GESTIONE DEI RIFIUTI

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Produzione di Produzione rifiuti urbani t/a RAS rifiuti (su base mensile) Porta a Comune Sistema di raccolta porta/cassonetti

Presenza di isole SI/NO Comune Raccolta dei rifiuti ecologiche Quantità di rifiuti differenziati per frazione t/a merceologica Rifiuti destinati a impianti t/a di recupero

Rifiuti destinati a impianti Trattamento dei t/a rifiuti di smaltimento Impianti di trattamento/smaltimento n. e t/a dei rifiuti

26 6.4 Scheda n.4 – Suolo

SCHEDA N. 4 - SUOLO

ASPETTI DA ESAMINARE Nella presente scheda, coerentemente anche con le informazioni richieste per l’adeguamento dei PUC al PPR, saranno approfonditi alcuni tematismi di base, quali la geologia, la pedologia, l’idrogeologia, la geomorfologia e l’uso del suolo, necessari per la lettura delle vocazioni del territorio, e altri tematismi derivati, come le emergenze ambientali, le valenze ambientali, la capacità d’uso dei suoli, l’attitudine dei suoli ad usi diversi e la sostenibilità d’uso del paesaggio agrario. Saranno dunque approfonditi gli aspetti relativi alla capacità d’uso del suolo, all’uso del suolo, al consumo di suolo, al rischio di desertificazione, al rischio idrogeologico e alla contaminazione del suolo.

USO DEL SUOLO

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte Rapporto tra la superficie appartenente alla classe I CARTA DEI (secondo la classificazione della capacità d’uso dei Capacità d’uso dei suoli % SUOLI suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie DELLA comunale SARDEGNA 1:250.000 Rapporto tra la superficie appartenente alla classe II (secondo la classificazione della capacità d’uso dei RAS – % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie UNIVERSIT A’ DI comunale CAGLIARI Rapporto tra la superficie appartenente alla classe III (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe IV (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe V (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VI (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale

27 Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VII (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VIII (secondo la classificazione della capacità d’uso dei % suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Superficie urbanizzata: rapporto tra la superficie appartenente alla classe 1 (aree artificiali) e la % Comune superficie comunale Superficie destinata a uso agricolo: rapporto tra la superficie appartenente alla classe 2 (aree agricole) e la % Comune superficie comunale Uso del suolo Superficie occupata da boschi e aree seminaturali: rapporto tra la superficie appartenente alla classe 3 % Comune (aree boschive e seminaturali) e la superficie comunale

Superficie destinata a verde urbano: rapporto tra la Comune superficie a verde urbano esistente e la popolazione m2/ab residente

Consumo di suolo: suolo Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a occupato nell’espansione oggi appartenente alla classe I: rapporto tra la % Comune dagli anni ’50 a oggi superficie interessata dall’espansione e appartenente relativamente alle diverse alla classe I e la superficie comunale classi d’uso dei suoli Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe II: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe II e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe III: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe III e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe IV: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe IV e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe V: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe V e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe VI: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe VI e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe VII: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe VII e la superficie comunale

28 Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe VIII: rapporto tra la % superficie interessata dall’espansione e appartenente alla classe VIII e la superficie comunale

EROSIONE E DESERTIFICAZIONE

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Aree potenziali (Indice ESAs = 1.17 – 1.22) km2

Rischio di desertificazione Aree fragili (Indice ESAs = 1.23 – 1.37) km2

Aree critiche (Indice ESAs = 1.38 – 1.41) km2

2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hg1 Km

2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hg2 Km Pericolosità da frana 2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hg3 Km

2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hg4 Km

2 Aree a pericolosità idraulica ricadenti in classe Hi1 Km

2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hi2 Km Pericolosità idraulica 2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hi3 Km

2 Aree a pericolosità da frana ricadenti in classe Hi4 Km

PRESENZA DI CAVE E MINIERE

Tipologia di cave/miniere Numero

Cave e miniere Aree occupate da cave/miniere attive Km2

Aree occupate da cave/miniere dimesse Km2

CONTAMINAZIONE DEL SUOLO Numero Siti contaminati Siti contaminati da discariche non controllate m2

29 Numero Siti contaminati da attività industriali m2 Numero Siti contaminati da amianto m2

Progetti di bonifica Numero

Interventi di bonifica avviati Numero Bonifica dei siti contaminati Interventi di messa in sicurezza d’emergenza Numero

Siti bonificati Numero

30 6.5 Scheda n.5 – Flora, fauna e biodiversità

SCHEDA N. 5 - FLORA FAUNA E BIODIVERSITA’

ASPETTI DA ESAMINARE Nell’ottica di promuovere una pianificazione territoriale che salvaguardi la biodiversità, sarà svolta una valutazione del patrimonio floro-faunistico locale. In particolare, nell’ambito dell’analisi ambientale dovranno essere esaminati gli seguenti aspetti legati ai caratteri vegetazionali del territorio e ai livelli di tutela previsti. Il territorio comunale ricade interamente all’interno dell’istituendo Parco Nazionale del Golfo di e del Gennargentu. Non risultano presenti nel territorio comunale aree appartenenti alla Rete Natura né altre aree di tutela. Per gli approfondimenti relativi alla componente floro-faunistica sarà utilizza la cartografia sulla componente vegetazionale da predisporre nell’ambito del PUC e la documentazione tecnico-scientifica relativa al Parco. ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte Numero Aree protette nazionali Km2 Numero Aree protette regionali Km2 Numero Aree SIC Km2 Aree sottoposte a tutela Numero Aree ZPS Km2 Zone umide d’importanza Numero internazionale (Ramsar) Km2 Numero Oasi di protezione faunistica Km2 Fornire una descrizione degli interventi Comune Misure di gestione per la tutela previsti nei piani di gestione delle aree (in quanto promotore dei di flora fauna e habitat sottoposte a tutela (es. Piano gestione SIC piani di gestione) o Piano dei Parchi)

Presenza di specie floro- faunistiche Analisi della composizione floro-faunistica Studi in possesso del e di habitat presenti nel territorio comunale comune oppure da (se il comune ricade in una zona di tutela affidare ad un 31 integrare tali informazioni con quelle consulente (esperto di previste dai Piani gestionali di tali aree) settore) Vicinanza ad aree di tutela naturalistica (distanza dalla più vicina area naturalistica rispetto ai confini del territorio comunale) Foreste Superficie forestale Km2 Numero Comune Specie di fauna minacciate Tipologia (informazioni deducibili Minaccia delle specie animali e Numero dai piani di gestione o, vegetali (per i comuni Specie di flora minacciate tipologia in assenza dei piani, all’interno dei quali ricadano dalle schede esistenti aree sottoposte a tutela) Presenza di habitat Tipologia presso il servizio particolarmente sensibili conservazione natura) Indice di frammentazione Dato deducibile dalla da strade (km di strada che Km/ha cartografia dell’area attraversano le superfici sottoposta a tutela sottoposte a tutela) Dato deducibile dalla Accessibilità relativa alle zone Livello di cartografia relativa protette impermeabilizzazione (% di all’area sottoposta a strade impermeabilizzate tutela e dalle % rispetto al totale delle strade informazioni in possesso presenti all’interno della del comune zona protetta) relativamente allo stato delle strade

32 6.6 Scheda n.6 – Paesaggio e assetto storico culturale

SCHEDA N. 6 - PAESAGGIO E ASSETTO STORICO CULTURALE

ASPETTI DA ESAMINARE

In questa scheda saranno approfondite le caratteristiche del paesaggio comunale, comprendendo un’analisi dei beni storico culturali che hanno caratterizzato l’antropizzazione del territorio nel corso dei processi storici di lunga durata.

PAESAGGIO

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE % di area antropizzata rispetto all’estensione totale del territorio % PPR/Comune comunale % di aree naturali e subnaturali rispetto all’estensione totale del territorio % PPR/Comune comunale Caratteristiche del paesaggio % di aree seminaturali rispetto all’estensione totale del territorio % PPR/Comune comunale % di area ad uso agroforestale rispetto all’estensione totale del territorio % PPR/Comune comunale BENI DI INTERESSE STORICO-CULTURALE Beni paesaggistici e Da individuare ed analizzare identitari Viabilità storica Da individuare ed analizzare Centri di antica e prima Da individuare ed analizzare formazione Insediamenti sparsi Da individuare ed analizzare

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE

Qualità del patrimonio Volumi non utilizzati negli % Istat abitativo esistente insediamenti storici

Edifici in stato di conservazione buono % Comune

Stato di degrado degli edifici Edifici in stato di conservazione medio % Comune

Edifici in stato di conservazione scarso % Comune

33 6.7 Scheda n.7 – Assetto insediativo demografico

SCHEDA N. 7 - ASSETTO INSEDIATIVO DEMOGRAFICO

L’assetto insediativo rappresenta l’insieme degli elementi risultanti dai processi di organizzazione del territorio funzionali all’insediamento degli uomini e delle attività. In tal senso occorre esaminare l’evoluzione della struttura insediativa del territorio al fine di evitare fenomeni di urbanizzazione incoerenti con le precedenti dinamiche insediative, caratteristiche del territorio. A tal fine, nell’ambito della presente scheda saranno esaminate le informazioni relative all’evoluzione degli insediamenti nell’ambito del territorio comunale e alla composizione della popolazione comunale. Attualmente lo strumento urbanistico vigente per il territorio comunale è il Piano Urbanistico Comunale del 1991. La popolazione residente è di circa 400 abitanti per una superficie del territorio comunale pari a 7,65 kmq.

ASSETTO INSEDIATIVO

ASPETTO DA INFORMAZIONI DA REPERIRE ESAMINARE

Individuare i centri di antica e prima formazione Individuare le aree edificate relative all’espansione fino agli anni ‘50 Edificato urbano Individuare le aree edificate relative a espansioni recenti (successive agli anni ’50)

Edificato diffuso Individuare le aree relative all’edificato urbano diffuso

34 Edificato in zona extra Individuare le aree relative all’edificato urbano diffuso urbana Individuare le aree relative all’edificato in zona agricola (edificato sparso)

DEMOGRAFIA

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE ISTAT – Popolazione appartenete alla % SardegnaStatistiche fascia di età “meno di 1 anno” (Sito internet Regione) Popolazione femminile ISTAT – appartenete alla fascia di età 1 % SardegnaStatistiche – 4 anni (Sito internet Regione) Popolazione maschile ISTAT – appartenete alla fascia di età 5 % SardegnaStatistiche – 9 anni (Sito internet Regione) Popolazione femminile ISTAT – appartenete alla fascia di età 10 % SardegnaStatistiche - 14 (Sito internet Regione) Popolazione maschile ISTAT – Struttura demografica appartenete alla fascia di età 15 % SardegnaStatistiche - 24 (Sito internet Regione) Popolazione femminile ISTAT – appartenete alla fascia di età 25 % SardegnaStatistiche - 44 (Sito internet Regione) Popolazione femminile ISTAT – appartenete alla fascia di età 45 % SardegnaStatistiche - 64 (Sito internet Regione) Popolazione femminile ISTAT – appartenete alla fascia di età % SardegnaStatistiche “65 e più” (Sito internet Regione) ISTAT – Densità demografica n. ab./m2 SardegnaStatistiche (Sito internet Regione) Rapporto tra anziani (popolazione appartenente alla ISTAT – Tasso di dipendenza degli fascia di età “65 e più”) e % SardegnaStatistiche anziani popolazione attiva (Sito internet Regione) (popolazione appartenente alla fascia di età 15 – 64 anni) Rapporto popolazione inattiva (popolazione appartenente alla ISTAT – Tasso di dipendenza fascia di età “65 e più” + % SardegnaStatistiche strutturale popolazione appartenente alla (Sito internet Regione) fascia di età “fino a 14 anni)

35 rispetto alla popolazione attiva (popolazione appartenente alla fascia 15 – 64 anni)

36 6.8 Scheda n.8 – Sistema economico e produttivo

SCHEDA N. 8 - SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO

ASPETTI DA ESAMINARE L’analisi del tessuto economico-produttivo caratterizzante il territorio comunale ha la finalità di individuare eventuali fattori di pressione ambientale presenti nel territorio, ovvero fattori da cui possono derivare una serie di potenziali impatti ambientali rappresentati da emissioni in atmosfera, scarichi idrici, produzione di rifiuti, rischio di contaminazione del suolo ecc.. A seguito dell’analisi preliminare svolta, non si rileva la presenza di aree produttive nel territorio comunale. Saranno pertanto oggetto di analisi nella presente scheda le attività agro- pastorali e le strutture ricettive. Da un’analisi preliminare svolta risulta che il settore trainante risulta essere quello agricolo, seguito dall’edilizia artigiana. ATTIVITA’ TURISTICHE

ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

n. di esercizi ricettivi per tipologia di numero Comune esercizio Infrastrutture turistiche capacità degli esercizi ricettivi per Posti letto Comune tipologia di esercizio Popolazione fluttuante Abitanti ATTIVITA’ RPDOUTTIVE E INDUSTRIALI ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

PIP: Tipologia di attività presenti Numero

Comune Presenza di aree produttive NI: Tipologia di attività presenti Numero RAS (PIP, NI, ASI, ZIR) ASI: Tipologia di attività presenti Numero Ass.to Industria

ZIR: Tipologia di attività presenti Numero ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Impianti a rischio di incidente rilevante APAT - Annuario (stabilimenti soggetti agli obblighi previsti Numero dei dati dagli artt. 6/7 e 8 del D. Lgs 334/99 ambientali 2005 suddivisi per tipologia di attività) Rischio industriale Autorizzazione Integrata Ambientale (impianti soggetti ad autorizzazione Numero RAS integrata ambientale (D.Lgs. 59/05), suddivisi per tipologia di attività)

n. imprese dotate di sistema di gestione APAT, Sincert Gestione ambientale Numero ambientale certificato (EMAS e/o ISO (siti internet)

37 14001)

38 6.9 Scheda n.9 – Mobilità e trasporti

SCHEDA N. 9 - MOBILITÀ E TRASPORTI

La struttura del sistema urbano dei trasporti condiziona la pianificazione urbana sia per quanto riguarda la previsione di spazi per il traffico privato (strade e aree di parcheggio), sia per l’individuazione di adeguate risposte finalizzate a disincentivare l’uso del mezzo privato a favore del mezzo pubblico e della mobilità non motorizzata. Nella presente scheda sarà analizzata la struttura urbana dei trasporti; oltre agli aspetti relativi all’utilizzo del mezzo privato, saranno valutati anche quelli relativi alle alternative disponibili: infrastrutture per l’utilizzo di mezzi alternativi (es. piste ciclabili), presenza di aree chiuse al traffico, efficienza del trasporto pubblico. INDICATORI ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte ISTAT, Utilizzo del mezzo privato Tasso di motorizzazione n. vetture/100 ab. ACI

Sviluppo di piste ciclabili km Comune

2 Alternative all’utilizzo del mezzo Aree chiuse al traffico m Comune pubblico Azienda Tasso di utilizzo del mezzo pubblico Passeggeri/anno locale di trasporto Strumenti di Pianificazione dei Piano urbano del traffico e/o della SI/NO Comune trasporti mobilità

39 6.10 Scheda n.10 – Energia

SCHEDA N. 10 - ENERGIA

Gli aspetti legati alla tematica energia sono strettamente connessi con la questione dei cambiamenti climatici. Come noto, infatti, il consumo di energia “tradizionale”, ovvero da fonti combustibili, è il principale responsabile delle emissioni di anidride carbonica, uno dei principali “gas serra”. I consumi derivanti dal settore civile, in particolare, hanno un forte peso sulle emissioni di anidride carbonica e in tal senso molto può essere fatto attraverso gli strumenti urbanistici; nell’ambito dei regolamenti edilizi, infatti, è possibile introdurre l’adozione di specifici criteri costruttivi finalizzati al risparmio energetico. A tale proposito si ricorda che l’art. 9 del D. Lgs. 192/2005, come modificato dal D. Lgs. 311/2006, stabilisce al comma 5-bis, che gli Enti Locali, nella predisposizione dei propri strumenti urbanistici, devono tenere conto delle norme contenute nello stesso decreto “ponendo particolare attenzione alle soluzioni tipologiche e tecnologiche volte all’uso razionale dell’energia e all’uso di fonti energetiche rinnovabili, con indicazioni anche in ordine all’orientamento e alla conformazione degli edifici da realizzare per massimizzare lo sfruttamento della radiazione solare e con particolare cura nel non penalizzare, in termine di volume edificabile, le scelte conseguenti”. Nella predisposizione del PUC, inoltre, sarebbe opportuno provvedere alla definizione di appositi regolamenti per l’installazione degli impianti solari termici e/o fotovoltaici, specie se ubicati all’interno dei centri storici, al fine di conciliare le esigenze di tutela paesaggistica e dei beni storico-culturali con quelle di incentivazione all’utilizzo di fonti rinnovabili. INDICATORI ASPETTO INDICATORE U.M. Fonte

Consumo energetico Consumi finali di energia elettrica nel kWh/anno Enel kWh/anno settore civile Enel Consumi finali di energia elettrica nel kWh/anno Enel settore industriale Consumi finali di energia elettrica nel kWh/anno Enel settore agricolo Consumi finali di energia elettrica nel kWh/anno Enel settore dei trasporti

40 Consumo pro capite di energia elettrica kWh/ab anno Elaborazione (settore civile) da dati Enel

Produzione di energia elettrica da Potenza installata da fonti rinnovabili kW Comune fonti rinnovabili (settore civile e PMI) Impianti solari installati N° Comune

Superficie comunale destinata a impianti 2 per la produzione di energia da fonti m Comune rinnovabili Risparmio energetico Edifici pubblici che si sono dotati di N° Comune impianti fotovoltaici Piano di illuminazione pubblica Comune (conforme alle linee guida regionali SI/NO Strumenti di pianificazione (DGR 60/23 DEL 5/4/2008) comunale % di tratti di impianto adeguate alle Comune Linee guida regionali (DGR 60/23 DEL % 5/4/2008)

41 7 INDIRIZZI DI PIANO

Nella presente fase sono proposti i macro-obiettivi di piano, i quali verranno ridefiniti nel dettaglio nella fase successiva alla definizione e completamento del quadro conoscitivo:  progetto urbanistico che miri a ridurre il consumo di suolo, stimolando l’edificazione delle aree residue e intercluse del centro abitato;  verifica del dimensionamento del Piano, sulla base degli attuali fabbisogni, sia per le aree residenziali che per quelle destinate ad attività produttive;  valorizzazione turistica delle attrattività territoriali tipiche dell’ambito comunale, finalizzata ad una fruizione ambientale-naturalistica e archeologica del territorio, da attuare mediante il potenziamento dell’offerta ricettiva locale;  potenziamento della viabilità di collegamento urbano ed interno, sia veicolare sia pedonale;  adeguamento della struttura dei servizi, identificazione di aree da destinare a spazi pubblici o riservati ad attività collettive, verde pubblico parcheggi;  incentivazione, regolamentazione e uso sostenibile del suolo agricolo;  tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e naturalistico;  sostenibilità ambientale. Gli obiettivi e le priorità ambientali riconosciuti a livello internazionale per conseguire uno sviluppo sostenibile prevedono di contrastare i cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità, ottenere una qualità dell’ambiente che garantisca la salute umana, utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile e ridurre la produzione di rifiuti.

42 8 PROPOSTA DI CONTENUTO DEL RAPPORTO AMBIENTALE

Il Rapporto ambientale racchiude al suo interno le fasi di valutazione: il riordino delle conoscenze, l’interpretazione dei dati e l’elaborazione delle risposte. La prima parte del rapporto è dedicata al riordino delle conoscenze, vale a dire alla raccolta dei dati che guideranno le scelte di piano, integrate con i dati ambientali che servono alla valutazione delle scelte del piano. L’interpretazione dei dati è la fase che prende in esame più soluzioni o alternative, tutte rispondenti in maniera coerente con la domanda ambientale emersa dalle fasi precedenti. La metodologia di valutazione prevede l’analisi della coerenza programmatica, cioè l’analisi delle soluzioni in accordo con il contesto programmatico vigente, in modo da chiarire se le linee di sviluppo previsionale siano in accordo con gli indirizzi previsti dai piani sovraordinati vigenti. La fase finale, quella in cui si producono risposte, è quella in cui vengono esaminati tutti gli effetti che il piano ha sul territorio attraverso l’analisi di tutte le componenti ambientali emerse dalle fasi precedenti in relazione con ogni linea d’azione del piano. Il modello di riferimento che si intende adottare è l’analisi DPSIR (Determinanti – Pressioni – Stato – Impatto – Risposta) che fornisce la logica di sistema entro la quale vanno collocate le relazioni casuali che intercorrono tra attività umane ed ambiente. Secondo il modello DPSIR, gli sviluppi di natura economica e sociale sono i fattori di fondo (D) che esercitano le pressioni (P) sull’ambiente, le cui condizioni (S), tipo la disponibilità di risorse, il livello di biodiversità o la qualità dell’aria, cambiano di conseguenza. Questo ha degli impatti (I) sulla salute umana, gli ecosistemi ed i materiali, per cui vengono richieste risposte da parte della società. L’atto finale del processo di VAS è l’indicazione del sistema di monitoraggio che individua gli elementi da monitorare, i dati e gli indicatori da utilizzare e la periodicità del controllo, in maniera tale che siano individuate le soglie critiche oltre le quali intervenire sul piano. Di seguito si propone uno schema dell’indice del rapporto ambientale. 1. Introduzione 2. Impostazione metodologica 3. Sintesi di scoping

43 4. Analisi ambientale: . Aria . Acqua . Suolo . Rifiuti . Biodiversita’ . Paesaggio e assetto storico-culturale . Assetto insediativo . Sistema economico-produttivo . Mobilita’ e trasporti . Energia 5. Obiettivi del Piano 6. Analisi di coerenza esterna 7. Definizione delle alternative 8. Valutazione degli effetti 9. Misure di mitigazione 10. Misure previste per il monitoraggio

44 9 CONSULTAZIONE AUTORITA’ E PUBBLICO

La Legislazione Comunitaria fornisce un quadro normativo che regola la partecipazione pubblica ai processi decisionali (Convenzione AARHUS sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia; Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo; Direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo), del quale tiene conto la Direttiva 2001/42/CE prevedendo la partecipazione del pubblico nel processo di pianificazione e programmazione. La partecipazione dei cittadini e degli altri attori coinvolti permette di evidenziare gli interessi ed i valori di tutti i soggetti interessati dalle ricadute delle scelte del piano e offre l’opportunità di richiamare l’attenzione su problematiche che possono passare in secondo piano. Le autorità competenti in materia ambientale che si intende consultare sono:  Provincia di Nuoro – Direzione Generale – Ufficio di Piano  Assessorato regionale per la Difesa dell’Ambiente – Servizio della sostenibilità ambientale e valutazione impatti (SAVI);  Assessorato regionale per la Difesa dell’Ambiente – Servizio territoriale dell’Ispettorato ripartimentale di Nuoro;  Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – Servizio Tutela della Natura;  Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – Servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio;  Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – Servizio Tutela del suolo e politiche forestali;  Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica – Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia;  Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica - Servizio Governo del Territorio e Tutela Paesaggistica per le Province di Nuoro e dell’Ogliastra;  Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna;  Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici – Servizio del Genio Civile di Nuoro;  Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici – Soprintendenza per i beni archeologici;  Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici – Soprintendenza per i beni architettonici;  ARPAS – Dipartimento Provinciale di Nuoro;  Comuni confinanti;  ASL. Il pubblico interessato comprende:

45  Persone fisiche o giuridiche, organizzazioni che promuovono la protezione dell’ambiente, nonché eventuali organizzazioni sindacali;  Associazioni ambientaliste;  Associazioni di categoria;  Compagnie Barracellari.

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ALLEGATO 1 - Ortofoto del territorio comunale