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11 - 14 - 1 6 - 18 - 20 - 23 - 25 - 30 novembre 1986 L'ORO DEL RENO di Richard Wagner Direttore ZOLTAN PESKO - Regia GIANFRANCO DE BpSIO Scene ATTILA KOVACS — Costumi SANTUZZA CALI Boris Bakov, Christer Bladin, Graham Clark, Hildegard Heichele, Horst Hiestermann, Oskar Hillebrandt, Peter Meven, Marga Schiml, Malcom Smith, Kartmut Welker, Ortrun Wenkel

9-11-12-14-16-18-21 dicembre 1986 ULISSE di Luigi Dallapiccola Direttore MILAN HORVAT — Regia, scene, costumi SYLVANO BUSSOTTI Walter Alberti, Maurizio Barbacini, Carla Basto, Oslavio Di Credico, Martin Egei, Francesco Memeo, Silvia Montanari, Gianni Pala Contini, Fiorella Pediconi, Giovanni Savoiardo, Stella Silva, Andrea Snarski

7-8-9-10-11-13 gennaio 1987 IL GATTO CON GLI STIVALI Balletto di Roland Petit su musiche di Piotr Mie Ciaicovski BALLET NATIONAL DE MARSEILLE ROLAND PETIT Scene JOSEF SVOBODA — Costumi FRANCA SQUARCIAPINO

10 - 13- 17-22 - 24 - 27 febbraio, 1 - 4- 7-10-12-14-17-19 marzo 1987 AIDA di Direttore NELLO SANTI — Regia GIANFRANCO DE BOSIO Scene ALDO DE LORENZO - Costumi ZAIRA de VINCENTIIS Bruna Baglioni, Maria Chiara, Fiorenza Cossotto, Carlo De Bortoli, Maurizio Frusoni, Veriano Luchetti, Mario Rinaudo, Antonio Salvadori, Roberto Scandiuzzi, Marion Vernette Moore

3-5-6-8-11-13-15-18 marzo 1987 SPETTACOLO DI BALLETTO

7-9 - 12 - 14-17 - 21 - 23 - 26 - 28 aprile, 3-6-9 maggio 1987 di Direttore YURI AHRONOVITCH — Regia LUIGI PROIETTI — Scene QUIRINO CONTI Ottavio Garaventa, Alfredo Giacomotti, Sophia Larson, Nicola Martinucci, Elena Mauti Nunziata, Orazio Mori, Nelson Portella

7-10-12-14-17-19-21 - 24 maggio 1987 LA WALKIRIA di Richard Wagner Direttore ZOLTAN PESKO — Regia GIANFRANCO DE BOSIO Scene ATTILA KOVACS — Costumi SANTUZZA CALI Livia Budai, Peter Hoffmann, Matthias.Holle, Sophia Larson, Janis Martin, Siegmund Nimsgern, Heribert Steinbach

3-5-7-9-11-13-17-19-21 giugno 1987 IL BARBIERE DI SIVIGLIA di Gioachino Rossini Direttore BRUNO CAMPANELLA - Regia MICHAEL HAMPE ripresa da MICHAEL ASHMANN Scene EZIO FRIGERIO — Costumi MAURO PAGANO Rockwell Blake, Enzo Dara, Paolo Montarsolo, Alberto Rinaldi, Luciana Serra

14-16-18-20-23 giugno 1987 NABUCCO di Giuseppe Verdi Direttore MAURIZIO ARENA — Regia e scene RENZO GIACCHIERI — Costumi TITATEGANO Bonaldo Giaiotti, Flaviano Labò, Matteo Manuguerra, Maria Parazzini, Stella Silva

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Informazioni, prenotazioni e vendita: Biglietteria Teatro Regio Piazza Castello 215 TORINO - Tel. 011/548.000 Per Gruppi, Associazioni, Circoli ecc. Ufficio Attività Promozionali Teatro Regio Tel. 011/549.126 HARD DISK CARD CDDowoGGO OD© 21,3 Mbytes utili per il vostro PC o L. 1.990.000

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SOMMARIO

3 L'Unioncamere del Piemonte. Bilancio di un anno Enrico Salza

9 Un'indagine sulle disponibilità e sui fabbisogni di risorse idriche in Piemonte (1° parte) Leonardo Albonico 23 La città commerciale Piemonte: un'occasione di sviluppo per il commercio all'ingrosso non alimentare Giovanna Fila

27 Il raccordo economico-finanziario-patrimoniale Giuseppe Tardivo

31 Cogenerazione e teleriscaldamento. Una realizzazione concreta a Torino Maurizio Virano

35 Come si evolve la suinicoltura italiana Adalberto IMascimbene

39 L'ECU Lucio Battistotti

43 Che fine farà la politica agricola della Cee? Bruno Pusterla 49 Realtà e prospettive d'affari con la Turchia • 57 Modelli di istituti di studi e formazione per il governo locale Carlo Beltrame

59 L'aeroporto di Torino verso il 2000 Giuseppe Iacopino

63 Più forte l'economia padana con un asse plurimodale dei trasporti lungo il Po Bruno Cerrato

67 La subfornitura nello sviluppo industriale Riccardo Ricotta

71 Cosa fanno gli uffici provinciali di statistica presso le Camere di commercio Sergio Serre

75 Torino e il Salone internazionale dell'auto Cesare Castellotti

79 Presente e futuro del porto di Imperia Beppe Previtera

83 I sentieri natura nel Parco nazionale del Gran Paradiso Walter Giuliano

87 Il teatro Regio di Torino. Una grande industria culturale Giovanni Paparo

93 Successo degli artisti ticinesi a Torino Piera Condulmer

97 Ricordo di Felice Vellan Aldo Pedussia 99 Economia torinese • 104 Tra i libri • 111 Dalle riviste •

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'ac- cettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati ri- specchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Ammini- strazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vieta- ta la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza Giunta: Franco Gheddo, Alfredo Penasso, Giovanni Perfumo, Carlo Pipino, Enrico Salza, Giuseppe Sca- letti, Cornelio Valetto. Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Redattore Capo: Bruno Cerrato Impaginazione: Studio Sogno Composizione e stampa: Pozzo Gros Monti S.p.A. - Moncalieri Pubblicità: Pianeta s.r.l. - Via Sismonda, 32 - 10145 Torino - Tel. (011) 747.600

Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino - Palazzo degli Affari - Via S. Francesco da Paola, 24 - Telefono 57161.

Aut. del Trib. di Torino in data 25-3-1949 - N. 430 D Corrispondenza: 10100 Torino - Casella postale 413 C Prezzo di vendita 1986: un numero L. 9.000 C estero: il doppio • Abbo- namento annuale 1986: L. 27.500 D estero: il doppio • Vers. sul c. c. p. Torino n. 00311100. Spedizione in abbonamento (4° Gruppo). Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e Ufficio Provinciale Industria Commercio e Artigianato

Sede: Palazzo degli Affari Via S. Francesco da Paola, 24. Corrispondenza: 10123 Torino Via S. Francesco da Paola, 24. 10100 Torino - Casella Postale 413. Telegrammi: Camcomm Torino. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 221247 CCIAA Torino. C/c postale: 00311100. Servizio Cassa: Cassa di Risparmio di Torino. Sede Centrale - C/c 53.

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10123 Torino Via San Francesco da Paola, 28. Telegrammi: Borsa. Telefoni: Uffici 54.77.04 Comitato Borsa 54.77.43 Commissario di Borsa 54.77.03.

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Laboratorio Chimico-Merceologico 10127 Torino Via Ventimiglia, 165. Telefono: 69.65.455/4. L'UNIONCAMERE DEL PIEMONTE. BILANCIO DI UN ANNO

Nelle pagine che seguono si pubblica la relazione tenuta dal presidente dell'organismo intercamerale piemontese, Enrico Salza, in occasione della XXIII Assemblea ordinaria.

zionale notarile funzione di conservazione UNO SGUARDO AL CENTRO di registri e anagrafi, un ruolo efficacemen- te moltiplicatore dello sviluppo produttivo il 1985 è stato un anno ricco di avveni- dei territori provinciali di competenza. menti per il sistema camerale. A livello Anche l'86 si apre con aspettative, a co- centrale l'evento più importante è stato il minciare dal nuovo contratto del personale varo del nuovo Statuto dell'Unioncamere, camerale, specie con riferimento all'istitu- che consente all'organismo un migliore zione della funzione dirigenziale per rime- svolgimento dei propri compiti mediante diare ai guasti arrecati a certe posizioni dai la razionalizzazione della struttura in un meccanismi di traslazione verso le qualifi- quadro di elasticità funzionale adattantesi che superiori sostenuti dai sindacati nel- da un lato all'esperienza compiuta nel l'ultimo decennio, che hanno gravemente trentennio decorso dal riconoscimento del- penalizzato tutti i dipendenti addetti a l'Unioncamere come ente, dall'altro alla compiti di maggior responsabilità e profes- valorizzazione delle potenzialità delle sionalità. Il presente anno può rivelarsi poi componenti associative insite nel mondo decisivo per l'istituzione del Registro delle camerale. imprese previsto dal Codice Civile, mai Lo scorso anno è stato anche quello del- realizzato, la cui tenuta potrebbe essere l'approvazione di quattro progetti speciali vantaggiosamente affidata alle Camere di per rendere sempre più rispondente alle commercio. Il 1986 può infine diventare nuove esigenze l'attività dell'Unione na- importantissimo pure per l'ampliamento zionale: la Fondazione per l'informazione delle attività dell'Unioncamere Immobilia- economica e la formazione, l'Osservatorio re: dal servizio consulenza esterna a quello dei prezzi e dei mercati, l'Istituto dell'in- amministrativo e gestionale, da quello tec- ternazionalizzazione dell'economia italia- nico (per la fornitura di prestazioni di tipo na, la struttura di servizio per il marketing progettuale ed edilizio per la costruzione service. e/o ristrutturazione di immobili di pro- C'è da augurarsi che l'istituzione di questi prietà delle singole CCIAA) ai servizi im- servizi contribuisca a rendere le Camere mobiliare, finanziario o di studio (per l'ef- un sistema sempre più integrato, elevando fettuazione di tutte le operazioni prelimi- cioè al massimo le capacità operative delle nari e d'assistenza nello sviluppo di attività singole unità periferiche. immobiliare promosse dalle Camere, per Dopo la costituzione della Cerved, diven- la negoziazione di prestiti, l'assunzione di tata proprio nel 1985 società interamente partecipazioni anche minori in iniziative delle Camere di commercio, gli istituti ca- che abbiano risvolti di tipo edilizio ed im- merali stanno in altri termini approntando mobiliare, per l'elaborazione di indagini nuovi strumenti per rafforzare il ruolo di specifiche sull'attività edilizia). osservatori economici, per aumentare le loro capacità di intervento mediante la for- mazione degli stessi quadri camerali, per razionalizzare e ampliare i servizi a favore del commercio estero; per l'adozione di L'ATTIVITÀ vere e proprie politiche di marketing per DELL'UNIONCAMERE comunicare le loro immagini e promuove- PIEMONTESE re le loro attività. Mettendo in condizione gli enti camerali di inserirsi sul mercato e Anche a livello piemontese il 1985 si è di competere validamente sul piano dei chiuso con un lusinghiero bilancio di risul- contenuti con quanto offerto dal mondo tati. privato nel settore dei servizi reali, soprat- Nel settore degli studi, l'Unione ha parte- tutto alle piccole e medie imprese, sarà si- cipato, come già negli scorsi anni, all'allar- curamente più facile rimettere in moto la gamento del campione dell'indagine stati- loro riforma istituzionale, attesa da più di stica ISTAT sulle forze di lavoro, curando 40 anni, influendo positivamente perché la pubblicazione di tali dati in un'apposita tramite essa si potenzi, accanto alla tradi- pubblicazione a cadenza trimestrale. Inol- Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e Ufficio Provinciale Industria Commercio e Artigianato

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Nelle pagine che seguono si pubblica la relazione tenuta daI presidente dell'organismo intercamerale piemontese, Enrico Salza, in occasione della XXIII Assemblea ordinaria.

zionale notarile funzione di conservazione UNO SGUARDO AL CENTRO di registri e anagrafi, un ruolo efficacemen- te moltiplicatore dello sviluppo produttivo Il 1985 è stato un anno ricco di avveni- dei territori provinciali di competenza. menti per il sistema camerale. A livello Anche l'86 si apre con aspettative, a co- centrale l'evento più importante è stato il minciare dal nuovo contratto del personale varo del nuovo Statuto dell'Unioncamere, camerale, specie con riferimento all'istitu- che consente all'organismo un migliore zione della funzione dirigenziale per rime- svolgimento dei propri compiti mediante diare ai guasti arrecati a certe posizioni dai la razionalizzazione della struttura in un meccanismi di traslazione verso le qualifi- quadro di elasticità funzionale adattantesi che superiori sostenuti dai sindacati nel- da un lato all'esperienza compiuta nel l'ultimo decennio, che hanno gravemente trentennio decorso dal riconoscimento del- penalizzato tutti i dipendenti addetti a l'Unioncamere come ente, dall'altro alla compiti di maggior responsabilità e profes- valorizzazione delle potenzialità delle sionalità. Il presente anno può rivelarsi poi componenti associative insite nel mondo decisivo per l'istituzione del Registro delle camerale. imprese previsto dal Codice Civile, mai Lo scorso anno è stato anche quello del- realizzato, la cui tenuta potrebbe essere l'approvazione di quattro progetti speciali vantaggiosamente affidata alle Camere di per rendere sempre più rispondente alle commercio. Il 1986 può infine diventare nuove esigenze l'attività dell'Unione na- importantissimo pure per l'ampliamento zionale: la Fondazione per l'informazione delle attività dell'Unioncamere Immobilia- economica e la formazione, l'Osservatorio re: dal servizio consulenza esterna a quello dei prezzi e dei mercati, l'Istituto dell'in- amministrativo e gestionale, da quello tec- ternazionalizzazione dell'economia italia- nico (per la fornitura di prestazioni di tipo na, la struttura di servizio per il marketing progettuale ed edilizio per la costruzione service. e/o ristrutturazione di immobili di pro- C'è da augurarsi che l'istituzione di questi prietà delle singole CCIAA) ai servizi im- servizi contribuisca a rendere le Camere mobiliare, finanziario o di studio (per l'ef- un sistema sempre più integrato, elevando fettuazione di tutte le operazioni prelimi- cioè al massimo le capacità operative delle nari e d'assistenza nello sviluppo di attività singole unità periferiche. immobiliare promosse dalle Camere, per Dopo la costituzione della Cerved, diven- la negoziazione di prestiti, l'assunzione di tata proprio nel 1985 società interamente partecipazioni anche minori in iniziative delle Camere di commercio, gli istituti ca- che abbiano risvolti di tipo edilizio ed im- merali stanno in altri termini approntando mobiliare, per l'elaborazione di indagini nuovi strumenti per rafforzare il ruolo di specifiche sull'attività edilizia). osservatori economici, per aumentare le loro capacità di intervento mediante la for- mazione degli stessi quadri camerali, per razionalizzare e ampliare i servizi a favore del commercio estero; per l'adozione di L'ATTIVITÀ vere e proprie politiche di marketing per DELL'UNIONCAMERE comunicare le loro immagini e promuove- PIEMONTESE re le loro attività. Mettendo in condizione gli enti camerali di inserirsi sul mercato e Anche a livello piemontese il 1985 si è di competere validamente sul piano dei chiuso con un lusinghiero bilancio di risul- contenuti con quanto offerto dal mondo tati. privato nel settore dei servizi reali, soprat- Nel settore degli studi, l'Unione ha parte- tutto alle piccole e medie imprese, sarà si- cipato, come già negli scorsi anni, all'allar- curamente più facile rimettere in moto la gamento del campione dell'indagine stati- loro riforma istituzionale, attesa da più di stica ISTAT sulle forze di lavoro, curando 40 anni, influendo positivamente perché la pubblicazione di tali dati in un'apposita tramite essa si potenzi, accanto alla tradi- pubblicazione a cadenza trimestrale. Inol- tre sono state condotte quattro indagini congiunturali trimestrali sull'andamento

del settore industriale, che hanno dato luo- ottobre 1985 Economia Piemontese go alla stampa di specifici rapporti. Nel mese di giugno è uscito il volume 1984 «Economia piemontese 1984», con dati e informazioni sull'andamento dei principali settori del sistema produttivo locale nel corso del 1984. Ancora in giugno è stata edita la ricerca «I redditi dei comuni del Piemonte», che ha elaborato una originale metodologia per il calcolo del reddito di- sponibile per tutti i 1.209 comuni della re- gione. I dati riportati consistono in numeri indice esprimenti la ricchezza locale e aventi come base la media regionale. Nel corso dell'anno passato sono giunti a compimento anche due studi condotti dal- la Fiat Engineering per conto dell'URCC, l'una denominata «Indagine sui siti poten- zialmente idonei per discariche controllate per rifiuti industriali», l'altra «Indagine sulle disponibilità e sui fabbisogni di risor- se idriche in Piemonte». Nel primo caso si è provveduto ad aggiornare la situazione dei 14 siti già vincolati dalla Regione Pie- monte (è emerso che per solamente 8 di essi vi è tuttora una disponibilità reale), nonché ad esaminare altri 35 siti eventual- mente destinabili a tale finalità (8 di essi sono stati giudicati degni di interesse). Dal- i redditi la seconda indagine risulta invece che il Piemonte è mediamente ben fornito d'ac- dei comuni qua per usi industriali, salvo la necessità di un riordino delle utenze irrigue e di una del Piemonte migliore utilizzazione delle risorse anche attraverso la realizzazione di impianti di ravvenamento artificiale delle falde. Come da diversi anni l'Unione ha poi cu- rato la pubblicazione del volume di stati- stiche sui movimenti valutari connessi ad operazioni di importazione ed esportazio- ne del mondo produttivo delle diverse pro- vince della regione.

In merito al 1986, è in corso una serie di ricerche su alcune aree socio-economiche

piemontesi (Valle Belbo, Comprensorio di IW* CC*W«CK> MXJSM* MLAUM «IKOTMU DFL ««ONTT Alba-Bra, Val Vigezzo e Val Sesia) e su lustrati alcuni tentativi di perfezionamento comparti economici (autotrasporti ad Ales- degli strumenti di misurazione dell'anda- sandria e settori innovativi in provincia di mento economico di breve-medio periodo Torino), condotte dai singoli istituti came- volta ad un numero ristretto di giornalisti a livello locale. economici, qualificati e selezionati, si ri- rali. Il tutto si articolerà in sei pubblicazio- In altri campi, pieno successo ha avuto il ni che saranno realizzate tra il 1986 e i pri- promette di contribuire a quel processo di primo seminario della serie promossa dal- «studio continuo» del quale chi in un mi mesi del 1987. Inoltre tra pochissimi l'Unioncamere piemontese in memoria del giorni vedrà la luce il volume «Un'analisi mezzo di comunicazione si occupa di eco- prof. Giorgio Rota, giovane e brillante eco- nomia non può assolutamente fare a meno. sugli indicatori dell'economia del Piemon- nomista torinese, improvvisamente scom- te e delle sue province», nel quale sono il- Il primo incontro si è tenuto al Castello di parso nel dicembre 1984. L'iniziativa, ri- Grinzane Cavour in dicembre sul tema UNIONE CAMERE COMMERCIO INDUSTRIA UNIONE CAMERE COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA DEL PIEMONTE ARTIGIANATO AGRICOLTURA DEL PIEMONTE $

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!3 TORINO VIA SAN FRANCESCO OA PAOLA 24 - TEL 67 161 CF 800913

« La struttura produttiva < che cambia: il Tra le iniziative finalizzate alla valorizza- rizzare il riso e i migliori vini e formaggi caso di Torino e del Piemonte»: sei i gior- zione delle produzioni tipiche piemontesi, della regione; l'allestimento di una vasta nalisti presenti in rappresentanza di altret- quattro le più significative: la partecipazio- area espositiva al Vinitaly '85 di Verona, tante importanti testate nazionali dei vari ne alla sponsorizzazione del 1° VIPI, Borsa cui hanno partecipato oltre 100 ditte viti- media; docenti Sergio Ricossa, Pietro Ter- dei vini del Piemonte svoltasi in gennaio a vinicole delle diverse province regionali; na e Giovanni Zanetti; operatori/esperti Torino Esposizioni; l'organizzazione della l'adesione alla giornata «Benvenuto Pie- testimoni Marco Rivetti, Bruno Lambor- manifestazione enogastronomica Piemonte monte», svoltasi a Milano in settembre in ghini, Bruno Rambaudi e Franco Gheddo. d.o.c. tenutasi in aprile a Vercelli per valo- occasione dell'inaugurazione del Centro Navigli, struttura polifunzionale, dotata di dagli «indirizzi politico-programmatori» no con l'esperienza recente e meno recente spazi per incontri, mostre e promozione che contraddistinguono il documento pre- dell'Ente Regione, che spesso non ha e non del macie in Piedmont. sentato di recente dalla Regione Piemonte. ha avuto né le capacità professionali per Sempre nell'interesse delle categorie pro- In sintesi, gli autori di tale documento han- presentarsi come un 'super centro studi', duttive piace segnalare l'impegno assunto no posto alla nostra attenzione tre elemen- né i gradi di discrezionalità economica ne- dagli amministratori camerali, attraverso ti fondamentali che passano, rispettiva- cessari per un'attività di 'indirizzo econo- incontri con la Regione Piemonte, per tro- mente, attraverso: 1) l'affermazione della mico generale' (sono ancora troppe le spe- vare le migliori forme di collaborazione, in necessità di ridare slancio all'attività di se fisse che gravano nei bilanci regionali). generale e anche in conseguenza dell'uscita programmazione; 2) l'affermazione della Da anni si discute su quanto la Regione delle due nuove leggi nazionali per l'arti- opportunità di interagire più intensamente potrebbe fare per l'economia piemontese e, gianato e per gli agenti e rappresentanti. Al con il mondo privato (imprese) e parasta- più in generale, per la nostra qualità di fine di informare le forze economiche sui tale (università e centri di ricerca); 3) l'e- vita. Le pagine che contengono gli «indi- lineamenti della politica dei trasporti na- nunciazione dell'importanza di un maggio- rizzi programmatori» ci stimolano ora a zionale in corso di elaborazione e perfezio- re conferimento di poteri — da parte del- compiere un passo in più e a porci l'inter- namento, si è organizzata in ottobre una l'amministrazione centrale dello Stato — rogativo di fondo sul ruolo della Regione specifica conferenza, nel corso della quale all'Ente Regione. nei prossimi anni, interrogativo che non ri- guarda ciò che è auspicabile che la Regio- sono state illustrate le indicazioni presen- Quanto rilevato dagli amministratori re- ne faccia, bensì ciò che la Regione può nei tate alla Segreteria tecnica del Piano dalla gionali merita sicuramente un commento. fatti aspirare a fare. stessa Unione regionale camerale. Per il Ovvie esigenze di brevità mi impediscono settore agricolo si è preso posizione in or- di analizzare nei dettagli i problemi che Ora, gli autori del documento negano non dine alla proposta di modificazione della «gli indirizzi programmatori» sottolineano tanto una eventuale propria vocazione legge base sulla disciplina della denomina- con efficacia e sui quali non possiamo che operativa, quanto la capacità finanziaria e zione d'origine dei vini per un'ulteriore va- essere sostanzialmente d'accordo. Ciono- burocratica indispensabile perché questa lorizzazione delle competenze esercitate in nostante, mi si consenta di soffermarmi vocazione sia posta in essere. In altri ter- materia con molta professionalità dalle con rapidità su due punti: essi mi paiono mini, la Regione chiede più poteri e più ri- Camere di commercio. Ed è proprio per infatti emblematici della situazione forse sorse finanziarie allo Stato, ma non solo adeguare costantemente la propria profes- contraddittoria in cui versa attualmente allo Stato. sionalità che l'Unione ha investito risorse l'Autorità regionale. Mi domando e vi domando allora: sono per la realizzazione di seminari di aggior- In primo luogo, mi pare opportuno sottoli- queste richieste da condividere? In partico- namento per i dipendenti delle sei Camere neare la presenza di una sorta di 'scolla- lare, in quale misura, e a quali condizioni, provinciali. mento' fra programmazione (che viene cal- ha senso sostenere l'opportunità di delega- Per il futuro si tiene ad anticipare che, ol- deggiata) e pianificazione (alla quale si fa re più risorse e più poteri alle Regioni? tre alla ripetizione delle iniziative che han- cenno per denunciarne l'impossibilità). Di Di certo, e su questo siamo in assoluto ac- no riscontrato il consenso del mondo im- per sé, l'attività di programmazione è in- cordo con le autorità locali, l'attuale posi- prenditoriale, sono allo studio nuovi inter- fatti solo l'ambito all'interno del quale zione delle Regioni non è giustificabile: i venti, come quello di dar vita ad una pub- vengono definite le priorità e gli indirizzi a poteri degli amministratori sono troppo li- blicazione periodica dell'offerta internazio- cui ispirare e uniformare l'azione pubblica mitati e comunque eccessivamente costret- nale di lavoro qualificato per giovani lau- in campo economico; tale attività non ha ti da pastoie burocratiche perché la capaci- reati e la possibilità di assumere iniziative però molto significato se ad essa non si ac- tà di governo possa esplicarsi in modo sod- pilota, d'intesa con altri organismi pubblici compagna una capacità di pianificazione. disfacente, e ciò anche se le 'professionali- e privati, nell'ambito culturale. Come sem- In questo senso, non c'è dubbio che — a tà' fossero presenti. E siamo altrettanto pre continuerà il supporto alla Conferenza prescindere dal giudizio di merito sul ruolo d'accordo sul fatto che la possibilità di permanente delle Camere di commercio e sull'opportunità dell'intervento pubblico uscire da questa sorta di vicolo cieco si ri- italiane e francesi delle zone di frontiera e in economia — vada riconosciuto al docu- solve in una scelta fra: a) l'espansione del l'impegno attivo nei vari organismi (ripor- mento che ci è stato proposto il coraggio di ruolo esecutivo della Regione unitamente tati nel prospetto sinottico) in cui l'Union- avere denunciato il vicolo cieco in cui alla desclerotizzazione della sua struttura camere piemontese è a vario titolo parte l'Ente Regione si trova oggi costretto: in burocratico-amministrativa da un lato e, attiva. particolare, alle condizioni attuali, gli indi- dall'altro, b) la riduzione di tale Ente a rizzi politico-programmatici proposti ri- quello di qualificato 'pensatoio', con di- schiano in effetti di ridursi a poco più che mensioni (in termini di addetti e di bilan- ANALISI DEGLI INDIRIZZI una dichiarazione di buone intenzioni, cio) pari a quelle di un attrezzato centro POLITICO-PROGRAMMATORI vuota di quella capacità politica — o forse studi. DELLA REGIONE PIEMONTE soltanto finanziaria — necessaria per per- Non spetta certamente al sistema camerale seguire con coerenza gli obiettivi prefissati. pronunciarsi sul futuro istituzionale del- A fronte di ciò, è tuttavia altrettanto dove- Per quanto riguarda il panorama economi- l'Ente Regione. Come rappresentante di roso riconoscere che questi desideri e aspi- co regionale, mi pare opportuno attribuire tale sistema, mi sembra tuttavia doveroso razioni di programmazione mal si concilia- notevole importanza a quanto scaturisce prendere atto con soddisfazione della vo- l>

lontà, espressa dalle autorità regionali, di perseguire una più intensa e proficua colla- i borazione sia con il mondo produttivo pri- vato, sia con il mondo della cultura. Non è IN PIEMONTE del resto una proposta nuova, questa, per chi conosce l'attività svolta dalle Camere CI SONO 1 di commercio, le quali, non soltanto in questi anni, si sono sforzate di fungere da SEI CAMERE DI COMMERCIO punto di incontro fra pubblico e privato, fra il mondo della produzione e quello del ' consumo. Spesso abbiamo avuto successo; CAMERA DI COMMERCIO CAMERA DI COMMERCIO CAMERA DI COMMERCIO talvolta abbiamo incontrato difficoltà. DI ALESSANDRIA DI ASTI DI CUNEO Sempre abbiamo imparato, abbiamo cer- Via San Lorenzo, 21 Piazza Medici, 8 Via Emanuele Filiberto, 3 cato di migliorare, di accrescere la nostra Tel. (01311 54001 Tel. (0141) 353905 Tel. (0171) 55981 Telex 211834 Telex 215030 Telex 215111 credibilità. A questo proposito giova rilevare che se la Regione intraprenderà questa strada, an- t ch'essa sarà chiamata a misurarsi sul terre- CAMERA DI COMMERCIO CAMERA DI COMMERCIO CAMERA DI COMMERCIO no dell'efficienza e della credibilità. Il pri- DI NOVARA DI TORINO DI VERCELLI vato conosce bene il valore delle risorse e Via degli Avogadro, 4 Via S. Frane, da Paola, 24 Piazza Risorgimento, 12 nessun operatore serio è disposto ad accet- Tel. (03211 20671 Tel. (011) 57161 Tel. (0161) 55201 Telex 200662 Telex 221247 Telex 200236 tare sprechi o avventure. Oggi, forse per la prima volta, un operatore pubblico impor- tante come la Regione intende sottoporsi a un esame di efficienza e di efficacia gestio- PER FORNIRE UN'AMPIA GAMMA nale; forse per la prima volta un operatore politico intravede negli obiettivi di razio- DI SERVIZI DI ASSISTENZA, CONSULENZA nalità socio-economica la motivazione principale della propria esistenza. Sono se- INFORMAZIONE E PROMOTION gnali incoraggianti, ma non sarebbe che il primo passo; fra i principali presupposti di ALLE IMPRESE una collaborazione fattiva vi è la credibili- tà e questa, come è noto, va guadagnata trollato, non cessa di introdurre nel siste- con i fatti, non con la carta stampata. Ci NOTE SULLA SITUAZIONE ma continui elementi di distorsione; quello auguriamo tutti che le nostre attese non ECONOMICA esterno invece, che nel 1985 si è concretiz- vadano deluse. zato in un disavanzo commerciale record In questo senso, l'Unioncamere piemonte- Del resto i tempi stringono; e il Piemonte di oltre 23.000 miliardi, rischia di essere se offre tutta la propria disponibilità, in ha bisogno di tutte le risorse disponibili una bomba a tempo la cui detonazione è qualunque sede, per stimolare e avviare su per sfruttare al meglio i margini di mano- stata forse solo rinviata dai recenti e noti basi serie e concrete le collaborazioni che vra che si prospetteranno dinanzi a noi nei sviluppi che hanno caratterizzato i mercati la Regione auspica; così come saremo ben prossimi mesi. delle materie prime. lieti di offrire a tutti le idee che ci appre- A tale proposito, mi si consenta di conclu- Comunque vadano le cose, e indipendente- stiamo a realizzare, nel rispetto di quel dere questo intervento con alcune note sul- mente da quella che potrà essere l'azione o ruolo-ponte fra le diverse componenti del la situazione congiunturale, un argomento la non-azione dei responsabili della politi- nostro sistema sociale. Si tratta di un ruolo del quale si sente parlare in questi giorni in ca economica nel nostro Paese, ho l'im- che ci siamo sempre sforzati di coprire con termini forse eccessivamente trionfalistici. pressione che il 1986 non ci riserverà gran- la massima professionalità e attraverso il In particolare, benché il 1986 sia ormai in- di sorprese o radicali mutamenti di tenden- quale ci siamo resi credibili. cominciato da non poche settimane, ho za. Ci sarà certamente un miglioramento Ed è speranza di tutti che anche la Regione l'impressione che per quanto riguarda l'an- nella bilancia commerciale; si potrà conse- ' possa diventare un organo super partes, un damento dell'economia italiana i punti in- guire anche qualche successo sul fronte organo che si occupi meno di attacchi al terrogativi siano ancora molto numerosi. dell'inflazione, specie se sapremo accon- 'consumismo' e più di effettivo benessere Di certo, l'eredità del 1985 è stata pesante. tentarci di poco; se saremo fortunati, avre- per la collettività, meno di pianificazione e I due vincoli che ci hanno caratterizzato mo inoltre qualche speranza di beneficiare 1 più di collaborazione con il cittadino, nel corso dell'ultimo decennio sono diven- degli andamenti favorevoli propri delle meno di assistenzialismo e più di produ- tati ancora più stringenti: quello interno, economie a cui siamo maggiormente legati, zione, meno di scatole senza contenuto e costituito da un disavanzo pubblico che le quali potranno fungere da 'locomotive' più di contenuti senza scatole. continua a essere sostanzialmente incon- nei nostri confronti. > Al tempo stesso, tuttavia, non sarà il caso fittarne 'meglio' della concorrenza, cioè di farsi troppe illusioni. La congiuntura fi- meglio degli altri Paesi industrializzati e di nanziaria rimarrà pesante in termini di tas- qualche Paese di nuova industrializzazio- si di interesse, la dinamica dei prezzi ri- ne. Ora, poiché tale ipotesi non troverà marrà sostenuta; anzi, non è improbabile sempre e necessariamente riscontro nella che il differenziale inflazionistico fra noi e realtà, è possibile che si verifichino i se- il resto dei Paesi industrializzati si ampli guenti fenomeni, anche congiuntamente: 1) ulteriormente. aumento dell'incentivo a concentrarsi sul Fin qui, dunque, niente di nuovo. Piutto- mercato interno, che presenterà comunque sto, sembra che l'economia italiana abbia un andamento della domanda soddisfacen- ricevuto, con il 'regalo petrolifero', una te (con l'effetto di sguarnire l'export senza sorta di 'aiuto esterno' che le permette di tamponare l'import); 2) crescita delle pres- continuare a sostenersi in uno stato di par- sioni protezionistiche necessarie per stimo- ziale incoscienza e irresponsabilità, peral- lare ulteriormente la crescita di un merca- tro debitamente espresso da gran parte del- to interno 'riservato', più facile di quelli la nostra classe politica, di maggioranza esteri (con le ovvie inefficienze microeco- come di minoranza, si tratti di governo nomiche del caso); 3) penalizzazione 'per- centrale o di governo locale. versa' delle imprese operanti sull'estero, le Eppure, non credo neppure che ci trovia- quali invece presentano garanzie di mag- mo di fronte a un periodo di transizione giore efficienza rispetto a quelle che hanno più o meno tranquilla, in cui i danni pro- di fronte una concorrenza più debole e co- vocati dall'incapacità di decidere sarebbero munque meno vasta (o del tutto inesisten- più o meno compensati da una congiuntu- te). ra internazionale che per il momento si È forse azzardato affermare che nei prossi- presenta come straordinariamente favore- mi mesi si porranno le premesse perché vole. questo dualismo si manifesti con maggiore Più precisamente, ritengo che il sistema- chiarezza (e con conseguenze di ben più Italia stia avviandosi verso una duplice vasta portata); sono tuttavia convinto che spaccatura all'interno della propria strut- si tratti di una minaccia quanto mai reale, tura produttiva; spaccatura che nel prossi- nel contesto nazionale come nell'ambito mo futuro potrà diventare ancora più acu- della nostra regione, certamente più espo- ta e profonda proprio perché la congiuntu- sta di altre ai pericoli di una progressiva ra favorevole ci impedirà di individuare penalizzazione dell'attività di esportazione con la dovuta chiarezza i termini del pro- e quindi, in prospettiva, di una progressiva blema. riduzione della propria base produttiva. Vediamone brevemente insieme i contorni essenziali. In sintesi, le imprese italiane possono essere suddivise in due grandi gruppi, non senza — beninteso — qualche area di difficile definizione. Da un lato vi sono i produttori orientati prevalentemen- te verso il mercato interno, senza problemi particolari di concorrenza da parte di eventuali esportatori stranieri; dall'altro invece le imprese che si misurano con le produzioni estere, vuoi sullo stesso merca- to interno, vuoi sui mercati esteri. E ciò a • prescindere dall'ulteriore suddivisione fra le imprese che traggono benefici dal com- portamento dell'operatore pubblico e quel- le che invece ne subiscono le conseguenze. Con riferimento alla prima spaccatura, l'e- voluzione (positiva) del clima economico favorirà soprattutto le imprese che non si confrontano con l'estero; le altre si giove- ranno invece dell'andamento congiuntura- le solo nella misura in cui sapranno appro- UN'INDAGINE SULLE DISPONIBILITÀ E SUI FABBISOGNI DI RISORSE IDRICHE IN PIEMONTE (1° parte)

Un problema di particolare importanza per le attività produttive industriali è senza dub- delle risorse idriche disponibili possono es- bio quello legato alle proprie necessità di acqua ad uso interno ed alle loro effettive pos- sere così sintetizzate: sibilità di reperimento sia quantitative che temporali. È evidente che il problema si in- — aumento delle capacità complessive di quadra in un ambito più generale e complesso, concernente da un lato le effettive risorse invaso; idriche complessivamente disponibili a livello locale e dall'altro i contemporanei fabbiso- — riduzione dei consumi per unità di su- gni di acqua, oltreché per uso industriale, anche per impiego civile, irriguo, per produ- perficie irrigata e contemporaneo riordino zione di energia idro-termoelettrica. delle utenze esistenti; Senza voler affrontare in modo puntuale ed approfondito tutte queste questioni l'Unione — depurazione delle acque inquinate, al delle Camere dì commercio del Piemonte ha ritenuto utile promuovere lo svolgimento di fine di renderne possibile un successivo una specifica ricerca (affidata alla Fiat Engineering e condotta dall'ing. Leonardo Albo- riutilizzo; nìco) con lo scopo principale di giungere ad una prima individuazione di eventuali aree — adozione di provvedimenti in grado di critiche dal punto di vista disponibilità/fabbisogni idrici, in particolar modo industriali, e permettere un riciclo delle acque all'inter- pertanto più meritevoli di essere oggetto di successivi approfondimenti di indagine. Nelle no delle singole aziende; pagine che seguono è presentata la prima parte dello studio, riguardante l'analisi e l'ela- — realizzazione di eventuali impianti di borazione delle notizie e delle informazioni già esistenti in merito a disponibilità/utiliz- ravvenamento artificiale delle falde, utiliz- zo delle risorse esistenti. Nel prossimo fascicolo della rivista sarà ospitata la seconda zando l'acquifero sotterraneo come invaso parte dello studio, relativa all'individuazione delle aree più critiche come disponibilità/ nel quale immagazzinare acque meteoriche fabbisogni per uso industriale. altrimenti defluenti inutilizzate in superfi- cie. In particolare, per quanto riguarda le risor- In definitiva, da quanto precedentemente 1. PREMESSA se idriche, le conclusioni della Conferenza esposto risulta evidente come il livello di hanno portato alla stima di: aggregazione delle stime effettuate nell'am- AI fine di reperire ogni utile informazione — bilancio idrico globale medio annuo del bito della Conferenza Nazionale delle Ac- in merito a disponibilità/impiego delle ri- territorio nazionale; que non consenta di trarre indicazioni se sorse idriche piemontesi, è stata innanzi- — afflussi meteorici e deflussi superficiali non di larga massima con riferimento alla tutto condotta un'indagine su quanto esi- naturali e potenziali valutati sia a livello di situazione piemontese. stente in merito presso i principali Enti ripartizioni che di compartimenti idrogra- L'unica valutazione puntuale che può ri- pubblici ed istituzioni private interessati fici; sultare di specifico interesse è quella ripor- all'argomento ed in particolare presso Re- — risorse sotterranee potenziali e relative tata nella tabella 6 relativa alle disponibili- gione, Province, Università, CNR, ESAP, utilizzazioni al momento dell'indagine, a tà potenziali delle risorse idriche sotterra- IRES, ENEL, Camere di Commercio, Fe- livello di singolo compartimento o sezione nee per la sezione idrografica di Torino, derpiemonte, Associazioni settoriali e di idrografica. comprendente tutta la zona del Piemonte a monte del Sesia e dello Scrivia. categoria. L'esame dei precedenti valori, riportati Conclusioni analoghe valgono per le infor- Le notizie principali relative agli studi che nella tabelle più oltre allegate, mette in mazioni contenute negli altri studi svolti a è stato possibile consultare, vedi bibliogra- evidenza come degli afflussi meteorici livello nazionale che è stato possibile con- fia essenziale più oltre riportata, risultano medi annui pari a 296 miliardi di m3 il sultare sull'argomento. essere quelle di seguito illustrate. 43,6% si perda per evaporazione/evapotra- spirazione, il 52,3% si ritrovi nei deflussi superficiali ed il 4,1% in quelli sotterranei. Le risorse idriche superficiali potenziali, intese come quelle che possono essere teo- 2. ESAME DEGLI STUDI SVOLTI ricamente rese disponibili facendo ricorso 3. ESAME DEGLI STUDI SVOLTI A LIVELLO NAZIONALE a mezzi artificiali, quali ad esempio bacini A LIVELLO REGIONALE di regolazione prescindendo da valutazioni La Conferenza Nazionale delle Acque, i di tipo economico-sociali, sono state sti- Fra le varie ricerche svolte a livello regio- 3 cui lavori si sono svolti nel periodo mate in 110 miliardi di m pari al 71% di nale nell'ambito delle quali sono stati esa- 16.12.1968 - 31.7.1971, ha senza dubbio quelle naturali. minati uno o più degli aspetti relativi a di- costituito il primo tentativo di esaminare Le risorse idriche effettivamente utilizzabi- sponibilità/utilizzo delle risorse idriche, le in modo organico a livello nazionale i pro- li, tenendo conto dei serbatoi di regolazio- più significative al fine del presente studio blemi connessi con la disponibilità, la re- ne esistenti all'atto della Conferenza, sono sono: golazione e l'utilizzazione delle acque in state valutate in 40 miliardi di m3, pari al 1) «Piano regionale per la Qualità delle Italia. 26% circa dei deflussi superficiali naturali. Acque - PRQA», elaborato nel periodo Due dei sei temi di ricerca svolti in tale Per quanto riguarda invece i fabbisogni 1979-1980 dall'Assessorato ambiente ed ambito, ed i cui risultati sono stati pubbli- idrici, le conclusioni dell'apposita ricerca energia della Regione Piemonte; cati nel 1972 dal Senato della Repubblica, in merito sono riportate nella tabella 1. 2) «Progetto per la pianificazione delle ri- hanno riguardato specificatamente le risor- Le indicazioni formulate nell'ambito della sorse idriche del territorio piemontese», se idriche ed i fabbisogni idrici. Conferenza per conseguire un incremento svolto negli anni 1976-1980 sempre del- •

l'Assessorato tutela ambiente della Regio- Tabella 1 - Fabbisogni idrici ne Piemonte; 3) «Censimento consorzi irrigui», eseguito Fabbisogni 1970 1980 9 3 essenzialmente nel periodo 1980-1982 10 m % 109m3 % dall'Ente Sviluppo Agricolo del Piemonte, Usi civili 7 17 8 15 ESAP. Agricoltura 25,6 61 32,2 59 I punti più interessanti di tali ricerche al Industria 9 21 13 24 fine del presente studio risultano essere Navigazione 0,3 1 1 2 quelli di seguito illustrati. TOTALE 41,9 100 54,2 100

Tabella 2 - Bilancio idrico globale annuo del territorio nazionale

COMPONENTI VOLUME ALTEZZA CONTRIBUTO RAGGUAGLIATA (litri al secondo 3 miliardi di m (mm) per km2) Evaporazione/Evapotraspirazione (perdite) 129 43 6 440 Deflussi (risorse idriche naturali) 167 56 4 550 I7 fi

-superficiali , 55 52;3 510

— sotterranei 12 4 1 40 Totale = Afflussi meteorici 296 100Ì0 990 31 3 Fonte: Conferenza nazionale delle acque

Tabella 3 - Afflussi meteorici e deflussi superficiali per ripartizione geografica1"' (valori medi annui normali)

AFFLUSSI DEFLUSSI 0 RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Naturali Potenziali Miliardi Miliardi Miliardi 3 3 di m % di m % di m3 Italia settentrionale 121,0 40,8 81,8 52.8 65,2 59,1 Italia centrale 65,6 22,2 30,1 19,4 19,8 17,9 Italia meridionale 72,3 24,4 32,1 20,7 20,4 18,5 Italia peninsulare 258,9 87.4 144.0 92.9 Sicilia 105.4 95.5 18,8 6,4 4,9 3,2 1,6 Sardegna 1,8 18,3 6,2 6,1 3,9 3,2 2,9 Italia insulare 37.1 12.6 11.0 7.1 5.0 4,5 Italia 296,0 100,0 155,0 100,0 110,4 100,0 poli! Bari rCa8tanzaro.le: C°mpartimenti di Venezia' Milano' Torino' Parma e Genova ltalia cen"ale: Compartimenti di Bologna, Pisa e Roma. Italia meridionale: Compartimenti di Pescara. Na- Fonte: Conferenza nazionale delle acque

Tabella 4 - Afflussi meteorici e deflussi .superficiali per compartimento idrografico (valori medi annui normali)

AFFLUSSI (A) DEFLUSSO (B) 0 RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI NATURALI Coeffic. COMPARTIMENTO Altezza Contributo Altezza Contributo di IDROGRAFICO Volume raggua- (litri al raggua- (litri al Volume deflusso gliata (mm) 3 (B : A) secondo Miliardi gliata (mm) secondo Miliardi % m per 2 3 2 per km ) di m per km ) di m3 abitante Venezia 1 160 36,8 42,8 14,4 810 25,8 30,0 19,4 4.720 0,70 Milano, Torino, Parma 1070 33,9 71.8 24,2 670 21.3 47.0 30,3 3.062 Genova 1340 42,5 0,62 6,4 2,2 990 31.4 4.8 3.1 2.703 0,74 Bologna 940 29,8 20,6 7.0 460 14,6 10.1 6.5 2.709 0,49 Pisa 1010 32,0 20.9 7.1 470 14,8 9.7 6,3 2.810 0,47 Roma 1020 32,3 24.1 8,1 440 13.8 10,3 1.962 0,43 Pescara 900 28,5 6.6 1 1,9 4,0 490 15.5 6,5 4.2 4.819 0,54 Napoli 1200 38^1 23.2 7,8 670 21,3 12,9 8.3 2.064 0,56 Bari 660 20,9 13.2 4,5 150 4,6 2.9 1,9 735 0,23 Catanzaro (Basilicata) 800 25,4 7,9 2,7 200 6,5 2,0 1.3 0,25 3.823 Catanzaro (Calabria) 1 170 37,1 16,1 5,4 560 17.9 7.8 5,0 0,48 Palermo 730 23J 18,8 6,4 190 6,0 4.9 3,2 999 Cagliari 780 24,1 0,26 18.3 6.2 250 8,0 6,1 3,9 3.826 0,33 TERRIT. NAZIONALE 990 31,3 296,0 100,0 510 16,3 155,0 100,0 2.741 0,52 Fonte: Conferenza nazionale delle acque sorse idriche da parte degli insediamenti civili, industriali, agricolo-zootecnici. L'esame del sistema dei corpi idrici super- ficiali è stato condotto in base ad un'anali- si delle notizie esistenti a seguito della qua- le, mediante utilizzo di un modello mate- matico opportunamente tarato, sono state definite le caratteristiche idrogeologiche mèdie di 57 sezioni prive di osservazioni dirette, con particolare riferimento ai rela- tivi valori teorici dei deflussi superficiali medi mensili (47 sezioni localizzate su cor- si d'acqua superficiali, IO su laghi). Parallelamente, in base ad una campagna di misure eseguite in simultanea nelle pre- cedenti 47 sezioni fluviali ed all'analisi di dati preesistenti, è stata effettuata una va- lutazione dello stato di qualità delle acque superficiali. Tale indagine ha evidenziato la presenza di situazioni di compromissione ambientale particolarmente in alcuni tratti di pianura e/o collinari del Po, Bormida, Tanaro. Per il sistema idrico sotterraneo, l'indagine condotta ha riscontrato una carenza di in- formazioni utili per una esauriente valuta- zione qualitativa e quantitativa dello stes- so. In definitiva dal punto di vista delle risorse idriche e loro quantitativi disponibili, da tale studio non sembrano potersi ottenere utili informazioni oltre a quelle relative ai deflussi superficiali nelle 57 sezioni esami- nate. Peraltro la validità di tali notizie, senza dubbio elevata se riferita al momento del- l'indagine parallelamente condotta sullo stato di qualità dei corpi idrici superficiali, sembra ridursi sensibilmente volendola estrapolare nel lungo periodo. Per quanto riguarda invece l'esame del si- stema socio-economico, nell'ambito del PRQA il territorio regionale è stato innan- zitutto suddiviso nelle 13 circoscrizioni idrografiche graficamente evidenziate nella relative prescrizioni a carattere normativo 3.1. Piano Regionale per la Qualità delle cartina allegata, ognuna delle quali risulta e di regolamentazione. Acque - PRQA essere relativa a: Al fine di conseguire gli obiettivi sopracita- Tale piano è stato redatto dalla Regione ti, nell'ambito dello.studio è stata condotta 1) Bacino del fiume Toce e lago Maggio- Piemonte in ottemperanza a quanto dispo- un'approfondita indagine preliminare in re; sto dalla legge statale n° 3 i9/76 e successi- merito a: 2) Bacino montano Sesia e zona pede- ve modifiche, concernente le «Norme per — sistema dei corpi idrici naturali, con ri- montana biellese; la tutela delle acque dall'inquinamento», ferimento alle loro caratteristiche idrologi- 3) Bacini montani fra torrente Soana e ed ha pertanto avuto le finalità specifiche che principali ed al relativo stato qualitati- fiume Dora Riparia; di definire: i programmi di intervento ne- vo; 4) Bacini montani fra torrenti Chisone e cessari per il risanamento e la conservazio- — sistema socio-economico, analizzato in Grana; ne delle risorse idriche, i possibili sistemi particolare negli aspetti legati all'utilizza- 5) Bacini montani fra torrenti Stura di organizzativi per l'attuazione del piano, le zione ed al successivo smaltimento di ri- Demonte e Vermenagna; 6) Bacini montani fra torrente Ellero e medi annui complessivi contenute nella ta- 3.2. Progetto per la pianificazione delle ri- fiume Tanaro; bella 7. sorse idriche del territorio piemontese 7) Bacini montani fra torrenti Belbo ed Per quanto riguarda i fabbisogni idrici per Orba; usi agricoli-zootecnici, nel PRQA non ne Il Piano regionale delle Risorse Idriche, 8) Bacino torrente Scrivia; vengono riportate delle stime complessive concepito come una componente del Piano 9) Bacino di pianura del fiume Tanaro (a a livello di circoscrizione idrografica ma Nazionale delle Acque e realizzato nel pe- monte di Alba); sono unicamente evidenziate le principali riodo 1976-1979 con il concorso di un IO) Bacino di pianura del fiume Tanaro (a derivazioni realizzate a tale scopo sui corsi gruppo di lavoro altamente qualificato, valle di Alba); d'acqua superficiali rappresenta tuttora il documento più com- Tabella 5 - Tentativo di valutazione delle utilizzazioni attuali di acque sotterranee nei sing^ofT^artim^tiydTograficT" POZZI CENSITI POZZI PRESUMIBILMENTE ESISTENTI

COMPARTIMENTO 0 SEZIONE Portata Area Altezza Volume Portata Contri- IDROGRAFICA massima interes- raggua- annuo media sata buto Numero com- Numero annua gliata estratto dai utiliz- utiliz- plessiva estratta pozzi zato zata 3 3 3 (m ) (hm (m /s) (km2) (l/s • km2) (mm) Torino 7560 202,8 8250 1400 44,4 10.300 4,3 Milano 6190 136 133,8 730Q 2522 79,9 11.970 6,7 211 Parma 4880 109,3 7560 1225 38,8 6.970 5,6 177 Bologna 7100 42,0 11300 375 1 1,9 4.810 2,5 79 Venezia 8860 12860 26,0 1211 38,4 1 1.000 3.2 101 Genova 870 600 1 1,1 200 6,3 410 15,5 489 Pisa 3180 5900 13,7 350 11,1 2.000 5.5 174 Roma 500 5000 5,0 100 3.2 1.100 2.9 92 Pescara 1000 1300 3,4 100 3,2 800 4,0 126 Napoli 4270 25050 13,7 446 14,1 3.500 4,0 126 Bari 9620 15120 410 13,0 50,4 8.385 1.6 50 Catanzaro 2780 3650 300 9,5 9,4 1.300 7.3 230 Palermo 10170 15180 740 23,4 77,2 6.810 3,5 110 Cagliari 3700 4550 67 9,0 2,1 3.000 0,7 22 Italia 70410 706,8 124190 9446 299,3 72.355 4,1 129 11) Bacino di pianura del fiume Po (a monte di Moncalieri); Tabella 6 - Tentativo di stima delle risorse sotterranee potenziali dei singoli compartimenti 12) Bacino di pianura del fiume Po (tra idrografici Moncalieri e confluenza Dora Baltea); COMPARTIMENTO 0 Contri- Altezza Volume Portata SEZIONE 13) Bacino di pianura del fiume Po (tratto buto ragguagliata annuo media 2 terminale a valle confluenza Dora Baltea). 3 3 (l/s • km ) (mm) (hm ) (m /s) Per ognuna delle precedenti circoscrizioni Torino 6.3 199 2040 64,6 idrografiche sono state quindi eseguite del- Milano 8.4 965 3170 100,4 le elaborazioni relative a diversi parametri Parma 6,6 208 1450 45,9 Bologna socio-economici ed in particolare a: 4.5 142 680 21,5 Venezia 1) Consumi e fabbisogni idropotabili medi 5,1 161 1760 55,8 Genova 15,5 489 6,3 annui riferiti alla popolazione residente e Pisa 200 7,8 262 490 15,5 fluttuante al 1979; Roma 8,1 256 280 8,9 Pescara 2) Fabbisogni idropotabili prevedibili al 7,0 221 175 5,5 Napoli 1991; 5,0 158 550 17,4 Bari 2,8 88 760 24.1 3) Prelievi idrici per utenze industriali al Catanzaro 8,5 268 350 11,1 1979, ripartiti per fonte di approvvigiona- Palermo 4,0 126 860 27.2 mento — acquedotto, acque sotterranee, Cagliari 2,0 63 190 6,0 acque superficiali; ITALIA Totale 5,7 180 12955 410,2 4) Fabbisogni idrici industriali per gli anni Fonte: Conferenza nazionale delle acque 2000 e 2020. L'esame dei precedenti valori, evidenziati Tabella 7 - Fabbisogni idrici medi annui complessivi del Piemonte graficamente a livello di singola circoscri- Fabbisogni 1979 i zione idrografica nelle cartine riportate, 991 2000 2020 permette di trarre per la regione Piemonte 3 Usi idropotabili (milioni di m ) 512 623 le stime relativamente ai fabbisogni idrici Usi industriali (milioni di m3) 2602 3280 4163 rie storica di rilevazioni si estende al perio- do Ì921 - 1970; — 41 stazioni idrometriche, con dati pub- blicati relativamente agli anni 1921 - 1970; — 18 stazioni.di rilevamento dati freati- metrici, in funzione sino al 1960 e ridottesi solo ad 8 nel 1970. Nei vari casi in cui sono stati riscontrati dei periodi di non funzionamento delle sta- zioni di misura, i dati mancanti sono stati stimati mediante l'impiego di opportune correlazioni matematiche. In base all'elaborazione delle informazioni così ottenute, per ogni capoluogo comuna- le del Piemonte sono stati valutati i valori medi mensili ed annui di: — témperatura; — altezza di precipitazioni; — evapotraspirazione potenziale; — deficit idrico. Le notizie relative alle acque sotterranee, per le quali è stata rilevata una sistematica mancanza di dati quantitativi che ne per- mettano una quantificazione certa a livello regionale, si riferiscono essenzialmente a quanto dedotto dall'esame dei dati specifici di circa 5.000 pozzi ubicati esclusivamente nei settori di pianura. In particolare ne sono state catalogate, ed in parte evidenziate anche sotto forma gra- fica, informazioni relative a: ubicazione, tipo di utilizzo — irriguo, industriale, po- tabile — profondità, livello statico della falda, livello dinamico, portata di esercizio denunciata, portata specifica, caratteristi- che litologiche. Successivamente, facendo essenzialmente riferimento ai dati di afflusso meteorico e di evapotraspirazione ed a quelli derivanti da uno studio delle caratteristiche geologi- che generali, per il territorio piemontese suddiviso secondo quanto indicato nella cartina sono stati definiti: a) per la zona di pianura, ripartita in 9 sottobacini: valori medi mensili ed annui dei deflussi superficiali e sotterranei a li- pleto relativamente ai dati conoscitivi di logici ed alle utilizzazioni idropotabili, in- vello di singolo nodo comprendente in tut- carattere geografico, idrologico, demografi- dustriali, irrigue ed idroelettriche. to od in parte uno o più comuni; co ed economico alla base di ogni successi- Per quanto riguarda i dati idrometeorologi- b) per la zona montana, ripartita in 29 ba- va valutazione in merito a disponibilità/u- ci di base, è stato fatto riferimento a quelli cini principali: valori medi mensili ed an- tilizzo delle risorse idriche piemontesi. rilevati dalle stazioni del Servizio Idrogra- nui unicamente dei deflussi superficiali. Senza voler entrare nel dettaglio del Piano, fico Italiano, ed in particolare sono state Pur con le limitazioni dovute principal- i cui elaborati finali sono costituiti da una considerate: mente al notevole utilizzo di estrapolazioni relazione generale, quattro volumi di tabu- — 55 stazioni termometriche, con serie matematiche teoriche per la definizione dei lati ed un atlante delle carte tematiche, si storica di dati compresa negli anni 1926 - dati base non disponibili, le informazioni ritiene utile sintetizzare le principali noti- 1970; sopracitate possono senza dubbio contri- zie in esso riportate in merito ai dati idro- — 247 stazioni pluviometriche, la cui se- buire ad una prima valutazione della di- I

sponibilità di risorse idriche nel territorio pre in base a quanto emerso dall'indagine condotta unicamente per i Comuni di pia- piemontese. sopra citata, sono stati valutati eventuali nura e di collina la cui superficie irrigabile Per quanto riguarda le varie utenze idri- deficit/eccedenze giornaliere e mensili per i è stata valutata in base ai dati riportati nel- che, i principali dati considerati e le relati- vari Comuni; la «Carta delle Irrigazioni d'Italia» (INEA, ve elaborazioni eseguite possono essere b) utilizzazioni industriali: in base ad in- 1965) opportunamente aggiornati. così sintetizzate: formazioni derivanti da una ricerca biblio- In base ad una preventiva stima dei deficit a) utilizzazioni idro-potabili-, in base ai va- grafica e dall'esame di circa 200 questiona- idrici potenziali netti, definiti per ogni lori della popolazione residente e fluttuan- ri appositi, sono stati innanzitutto definiti mese del semestre estivo con riferimento te al 1974, all'eventuale presenza di alleva- dei consumi idrici specifici per le industrie sia ai valori medi normali sia a quelli pre- menti zootecnici, ed ai risultati di un'ap- idroesigenti. Successivamente, facendo ri- vedibili con frequenza quinquennale e de- posita indagine presso le principali struttu- ferimento al censimento 1STAT 1971, cennale, sono stati definiti i relativi fabbi- re acquedottistiche, sono stati determinati sono stati valutati i fabbisogni idrici indu- sogni lordi di acqua irrigua a livello di sin- per ogni singolo Comune i relativi fabbiso- striali medi annui a livello di singolo Co- golo Comune, tenendo conto dei diversi gni idropotabili sia medi mensili che nel mune; metodi di irrigazione adottati (a scorrimen- giorno di massimo consumo. Inoltre, sem- c) utilizzazioni irrigue: l'indagine è stata to, per infiltrazione e a pioggia, per som-

Tabella 8 - Deflussi e volumi utilizzati totali annui suddivisi per sottobaqino del modello di simulazione

- Deflussi oOttO- Utilizzazioni (m3/anno x 106) 3 6 Utilizzazioni bacino (m /anno x 10 ) Deflussi superficiali sotterranei totali idropotabili industriali irrigue totali 1 2.526 572 3.098 209 133 545 887 28,6 (56,6) (10) (14,4) (16,2) 2 5.302 965 6.267 42 406 200 648 10,3 (11,4) (30,6) (5,3) (11,8) 3 5.168 1.493 6.661 28 38 482 548 8,3 (7,6) (2,9) (12,7) (10) 4 2.508 1.784 4.291 18 254 1.397 1.669 38,9 (4,9) (19,2) (36,9) (30,5) 5 1 1.843 4.833 16.676 4 1 89 94 0,6 (1,1) (0,1) (2,4) (1,7) 6 3.936 1.467 5.403 40 230 497 767 14,2 (10,8) (17,3) (13,1) (14) 7 650 46 696 6 11 15 32 4,6 (1,6) (0,8) (0,4) (0,6) 8 430 171 601 17 243 375 635 105,6 (4,6) (18,3) (9.9) (11,6) 9 286 91 377 5 10 185 200 52,8 (1,4) (0,8) (4.9) (3,6) TOTALE — — — 369 1326 3785 5480 (100) (100) (100) (100) N.B. - Fra parentesi si sono riportati i valori percentuali nei 9 sottobacini per tipo di utilizzazione. Fonte: Piano regionale Risorse Idriche

Tabella 9 - Portate normalmente derivate da consorzi elementari e distretti piemontesi (Fonte: ESAP)

MEDIE PER DA FIUME DA CANALE DALLA FALDA DA LAGO TOTALE ORGANISMO CONSORTILE RISORGENZA SOLLEVAMENTO CONSORZI PORTATA l/s % l/s % l/s % l/s % l/s % l/s % % N. l/s RIGA RIGA RIGA RIGA RIGA RIGA COLON. G. AREA 1 1 1.099 16 52.942 79 3.106 5 / / / / 67.147 100 15.6 108 622 G. AREA 2 27.800 17 101.853 62 31.992 20 / 7 850 1 162.495 100 37.5 108 1.504 G. AREA 3 20.422 79 4.679 18 150 1 453 2 / 7 25.704 100 5.9 35 734 G. AREA 4 36.764 77 5.940 12 230 1 4.941 10 / 7 47.875 100 11.1 84 570 G. AREA 5 44.355 59 9.221 12 4.089 6 17.083 23 / 7 74.748 100 17.3 260 287 G. AREA 6 15.210 53 9.218 32 1.000 4 1.452 5 1.864 6 28.744 100 6.6 71 405 G. AREA 7 2.000 55 1.555 42 / 7 95 3 / 7 3.650 100 0.8 9 406 G. AREA 8 9.232 90 175 2 192 2 671 6 / 7 10.270 100 2.4 21 489 G. AREA 9 / 7 / 7 135 13 821 81 57 6 1.013 100 0.2 17 59 G. AREA 0 3.220 28 7.730 68 / 7 424 4 / 7 1 1.374 100 2.6 17 669 PIEMONTE 170.102 39 193.313 45 40.894 9 25.940 6 2.771 1 433.020 100 100 730 593 NOTE: Non sono considerate le portate derivate da Tenimenti isolati lo assimilabili), né le portate derivate in Piemonte e utilizzate in Lombardia; non si è tenuto conto di fenomeni di acaue di riproduzione interne ali organismo elementare. Vedi il testo per maggiori dettagli. u. acque ai Le acque derivate dal Lago Maggiore sono conteggiate come derivazioni da canale (Grande Area 1).

14 A »

— usi industriali = 1.326 milioni di mVanno; — usi irrigui = 3.785 milioni di mVanno. Infine l'ultima parte della relazione gene- rale del Piano delle Risorse Ìdriche illustra il modello di simulazione impiegato per la stima dei volumi idrici di afflusso, di uti- lizzazione e di deflusso eseguita con riferi- mento ai valori medi mensili ed annui a li- vello dei singoli nodi in cui sono stati sud- divisi i nove sottobacini di pianura e di collina considerati. Va messo in evidenza come in tali bilanci vengano tenute presenti eventuali modifi- che ai deflussi idrici naturali dovute in par- ticolare alla presenza di opere di derivazio- ne da corsi d'acqua superficiali, ed agli ef- fettivi consumi idrici conseguenti agli uti- I lizzi civili, industriali, irrigui. Da una prima analisi dei valori dei deflussi e dei volumi utilizzati totali annui stimati tramite il modello di simulazione prece- dentemente citato, vedi tabella, le zone più critiche come disponibilità/fabbisogni complessivi risulterebbero essere quelle re- lative ai sottobacini 8, 9, 4 ed 1 corrispon- denti in particolare alle zone irrigue delle province di Novara e Vercelli, ed alla pia- nura del Cuneese.

3.3. Censimento Consorzi Irrigui Tale ricerca è stata eseguita nel periodo 1980-1982 dall'ESAP, Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte, al fine di approfon- dire le conoscenze relative agli Enti irrigui esistenti in Piemonte. Il Censimento ha riguardato circa 800 or- ganismi gestori di irrigazioni collettive operanti nelle zone agricole di pianura e di collina, la cui attività interessa complessi- vamente una superficie irrigabile di 390.000 ha, pari all'85% circa di quella to- tale regionale. I principali aspetti oggetto di rilevazione diretta possono essere così sintetizzati: mersione); gna, e come le acque, una volta utilizzate, — denominazione e localizzazione dei d) utilizzazioni idroelettriche: per quanto vengano generalmente restituite in corsi Consorzi; riguarda tali utilizzi, oltre all'elenco delle d'acqua superficiali. — aspetti istituzionali, organizzativi ed centrali idro-elettriche esistenti e delle re- In sintesi, in base alle stime effettuate se- amministrativi; lative opere di presa, invas^, opere di resti- condo quanto precedentemente descritto, i — superfici, loro caratteristiche agronomi- 1 tuzione, nel Piano- in esame vengono in fabbisogni idrici medi annui per la zona di che e ripartizione colturale; particolare riportati i dati relativi alle por- pianura e di collina del territorio piemon- — fonti idriche e qualità delle acque. tate medie mensili utilizzate presso ciascun tese risulterebbero essere complessivamen- Per motivi di uniformità di confronto, tutti impianto. ter pari a circa 5,5 miliardi di m3/anno i dati rilevati sono stati rapportati all'anno Va peraltro messo in evidenza come la così ripartiti: 1982, mentre per le successive elaborazio- maggior parte di tali impianti sia localizza- — usi idropotabili = 369 milioni di m3/an- ni si è fatto riferimento ad una suddivisio- ta lungo l'arco alpino, in zona di monta- no; ne della zona non montana del Piemonte Tabella 10 - Portate normalmente derivate. Dati complessivi per il Piemonte (Fonte ESAP)

DA FIUME DA CANALE DALLA FALDA DA LAGO RISORGENZA SOLLEVAMENTO TOTALE l/s % l/s % l/s % l/s % l/s % l/s % % RIGA RIGA RIGA RIGA RIGA RIGA COLON.

C. Cavour 223.213 60.4 1.425 0.4 100.000 27.0 / 45.000 AREE Altri 12.2 369.638 100 59.6 1 e 2 Consorzi 20.021 41.7 26.829 55.8 346 0.7 / / 850 1.8 48.046 100 7.7 G. AREA 3 20.422 4.679 79.4 18.2 150 0.6 453 1.8 / 7 25.704 100 4.1 G. AREA 4 36.764 5.940 76.8 12.4 230 0.5 4.941 10.3 7 47.875 100 7.7 G. AREA 5 44.355 9.221 59,3 12.3 4.089 5.5 17.083 22.9 ; 7 74.748 100 G. AREA 6 15.210 9.218 12.0 52.9 32.1 1.000 3.5 1.452 5.0 1.864 6.5 28.744 G. AREA 7 100 4.6 2.000 54.8 1.555 42.6 / 7 95 2.6 3.650 / 7 100 0.6 G. AREA 8 9.232 89.9 175 1.7 671 192 1.9 6.5 / 7 10.270 100 1.7 G. AREA 9 / / 7 7 135 13.3 821 81.1 57 5.6 1.013 G. AREA 0 100 0.2 3.220 28.3 7.730 68.0 / 7 424 3.7 11.374 / 7 100 1.8 PIEMONTE 374.437 60.3 66.772 10.7 106.142 17.1 25.940 4.2 47.771 7.7 621.062 100 100,0 NOTE: La Coutenza Canali Cavour è l'associazione tra A.I.E.S. e A.I.O.S. per la gestione dei canali ex demaniali nelle Grandi Aree 1 e 2: le acque derivate dalla Coutenza sono utilizzate anche in territorio lombardo (Lomellina).

Tabella 11 - Dati vari sulle fonti idriche (Fonte: ESAP)

SOLLEVAMENTI IDRAULICI COLATURE E SUPERI D'ACQUA RESTITUITI DAL CONSORZIO

PORTATA POTENZIALE DI POMPAGGIO PROFONDITÀ MEDIA POZZI CAPACITÀ UTILE DI INVASO CONSORZI PORTATA COMPLESSIVA CONSORZI PROFONDITÀ CONSORZI PORTATA COMPLESSIVA me N. l/s % N. m N. l/s % G. AREA 1 3 900 2.0 1 25 62 6.165 26.5 G. AREA 2 70.500.000 1 300 0.7 1 65 52 15.105 65.1 G. AREA 3 / 2 580 1.3 3 76 / / 7 G. AREA 4 4.000.000 43 8.877 20.1 43 79 1 1 534 2.3 G. AREA 5 / 160 23.753 53.9 162 58 9 964 4.1 G. AREA 6 540.000 9 1.865 4.2 10 63 36 0.2 G. AREA 7 1 / 3 105 0.2 3 152 1 90 0.4 G. AREA 8 / 4 451 1.0 4 27 0.9 G. AREA 9 1 200 1.530.000 16 3.317 7.5 17 107 3 11 G. AREA 0 / 0.1 1 4.000 9.1 4 20 1 100 0.4 PIEMONTE 76.570.000 242 44.148 248 100.0 65 141 23.205 100,0 NOTE: I dati relativi a capacità di invaso e sollevamenti idraulici sono riferiti anche a Tenimenti isolati e assimilabili. Il dato sulla capacità utile d'invaso è complessivo per le Grandi Aree 1 e 2, dove la Coutenza Canali Cavour 163 milioni di me di invaso complessivi, quota parte della derivazione dal Ugo Maggiore). I dati relativi alle colature escludono i Tenimenti isolati e assimilabili.

Tabella 12 - Principali parametri irrigui (Fonte: ESAP)

METODO IRRIGUO (RAPPORTATO ALLA SUPERFICIE IRRIGABILE)

ORARIO SPECIFICO PORTATA SPECIFICA TURNO MEDIO DERIVATA ADACQUAMENTI PER ADACQUAMENTO SCORRIMENTO SOMMERSIONE ALTRI (PER IRRIGAZIONI PER STAGIONE (PER IRRIGAZIONI (PER ha IRRIGATO) E INFILTRAZIONE PERMANENTE METODI BASE A SCORRIMENTO) IRRIGUA l/s ha % PER SCORRIMENTO) % % % giorni numero ore/ha G. AREA 1 2.7 54 43 2 ( 37) 13.6 6,3 4.1 1 G. AREA 2 2,6 38 61 1 ( 48) 10,5 4,9 G. AREA 3 3,44 1.8 99 7 1 ( 96) 8,7 6,2 G. AREA 4 3.02 1,8 99 7 1 < 98) 14.2 5,3 G. AREA 5 4,23 1,1 99 7 1 ( 96) 11,0 G. AREA 6 6,5 2,43 0,8 99 7 1 ( 98) 12.7 G. AREA 7 8,3 2.56 1.4 100 7 7 13,0 G. AREA 8 1 83) 10,0 3,30 2,2 78 / 22 G. AREA 9 < 95) 14,0 5,0 3,51 0,9 58 / 42 G. AREA 0 ( 57) 16.3 3.0 5,10 2.5 82 18 7 (100) 17.8 6.1 5.57 PIEMONTE 1,8 78 20 2 < 80) 12,1 6,2 / NOTE: La Tabella si riferisce ai soli Consorzi elementari e Distretti irrigui (sono esclusi Tenimenti isolati e assimilabili nelle Grandi Aree 1 e 2) Si intendono per « BASE » la percentuale della superficie irrigabile per cui è stato effettivamente rilevato il dato (metodo irriguo).

16 «I te potenziali di pompaggio, profondità me- dia dei pozzi; — principali parametri irrigui, riguardanti ad esempio la portata specifica derivata per ha irrigato, i metodi irrigui utilizzati, il numero di adacquamenti per stagione irri- gua. Dall'esame dei valori riportati nelle tabelle sopra citate risulta in particolare che le portate normalmente derivate da utenze ir- rigue nelle zone esaminate del Piemonte ammontano complessivamente a 433 m-Vs, e sono derivate per il 39% da fiumi, per il 45% da canali, ivi compreso il Canale Ca- vour, e per il 15% dalla falda sotterranea. La capacità utile complessiva d'invaso ri- sulta pari a 76,5 milioni di m3, mentre la profondità dei pozzi passa da valori medi di 20-27 m nelle aree del casalese, novare- se, alessandrino a quelli di oltre 100 m nel- l'astigiano. Da una prima analisi dei valori delle por- tate specifiche derivate sembra inoltre pos- sibile ipotizzare l'esistenza di particolari problemi di insufficienza idrica in partico- lar modo nel Cuneese, Grandi Aree 5 e 6, e nelle colline fra Torino ed Asti, Grande area 9. Nell'ambito dell'elaborazione dei dati del Censimento non si è infine ritenuto possi- bile eseguire delle stime relativamente alle necessità irrigue che richiederebbero il re- perimento di nuove risorse per essere sod- disfatte. Per quanto riguarda eventuali altre pubbli- cazioni a livello regionale sull'argomento disponibilità/risorse idriche, si ritiene infi- ne utile segnalare quelle edite dal Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pub- blici, dal quale vengono in particolare ge- stite le stazioni di rilevamento dei dati idrometrici. Va peraltro messo in evidenza come per la sempre maggior carenza di personale e di in 10 «Grandi Aree», vedi cartina, ognuna — portate normalmente derivate da Con- mezzi a disposizione, il funzionamento di delle quali corrispondente in prima ap- sorzi elementari e Distretti Piemontesi, questo pur valido ed importante Servizio prossimazione alle seguenti zone: espresse in l/s medi continui nella stagione vada sempre più riducendosi nel tempo. 1 - Novarese; 2 - Vercellese; 3 - Canavese; 4 estiva e suddivise per fonte di approvvigio- Ciò risulta ad esempio evidente dall'esame delle due cartine riportate nelle quali sono - Torinese; 5 - Cuneese in sinistra Stura di namento; evidenziate le stazioni idrometriche gestite Demonte; 6 - Cuneese in destra Stura di — portate normalmente derivate, dati dall'Ufficio Idrografico del Po in funzione Demonte; 7 - Astigiano; 8 - Alessandrino; 9 complessivi per il Piemonte, che si diffe- rispettivamente negli anni 1960 e 1970: in - Colline fra Torino ed Asti; 10 - Casalese. renziano dalle precedenti in quanto tengo- tale periodo di tempo il loro numero, inve- Per quanto riguarda più da vicino le infor- no anche conto delle portate derivate in ce di aumentare in modo da incrementare mazioni attinenti a disponibilità/impiego Piemonte ma utilizzate in territorio lom- il quantitativo di informazioni disponibili, delle risorse idriche, nell'ambito di tale la- bardo; si è complessivamente ridotto da 47 a 33 voro sono state elaborate delle tabelle, re- — dati vari sulle fonti idriche, relativi in unità. lative a: particolare a capacità utile d'invaso, porta- 4. ESAME DEGLI STUDI SVOLTI A LIVELLO PROVINCIALE

Al fine di verificare l'eventuale esistenza di studi sistematici relativi a disponibilità/u- tilizzo delle risorse idriche a livello provin- ciale, sono stati contattati i relativi Enti competenti ottenendo le informazioni di seguito riportate.

4.1. Provincia di Torino Da parte dell'Assessorato all'Ecologia Ser- vizio Protezione Ambiente della provincia di Torino sono state promosse in partico- lare tre ricerche essenzialmente finalizzate all'esame dei diversi aspetti legati alle ca- ratteristiche qualitative delle risorse idri- che. La prima di queste, pubblicata nel 1978 e concernente il «Programma di rilevamen- to delle caratteristiche qualitative e quanti- tative dei corpi idrici della provincia di To- rino», ha avuto come obiettivi principali quelli di: — conseguire un quadro indiretto, me- diante elaborazioni statistiche, dell'entità del possibile inquinamento nei vari corpi idrici superficiali; — individuare i punti più significativi dei corpi idrici superficiali nei quali eseguire rilevazioni qualitative/quantitative dirette; — stabilire la frequenza ottimale dei pre- lievi ed i parametri principali da analizza- re; — elaborare un sistema per la raccolta e l'elaborazione dei risultati analitici conse- guiti. Nella relazione finale di tale studio vengo- no fra l'altro riportati dei dati idrologici derivanti dalle stazioni di misura del Servi- zio Idrografico, una valutazione in 107.997 ha della superficie irrigabile provinciale per la cui irrigazione sarebbero usate per il 77% acque prelevate da corpi idrici super- quello di eseguire un censimento ed una — la carta della densità dei pozzi della ficiali, un elenco dei principali canali di ir- fotografia della situazione di fatto delle ac- pianura torinese alla scala 1 : 100.000; rigazione e ad uso di produzione di energia que sotterranee, con particolare riguardo — la carta del rendimento delle falde idri- elettrica derivati da corpi idrici superficiali alla zona della pianura piemontese. che della pianura torinese alla scala nella zona di pianura e collina della pro- In base all'elaborazione di informazioni 1 : 100.000; vincia. già disponibili, nella relazione finale di tale — le indicazioni sullo stato idrogeochimi- La seconda ricerca promossa dal Servizio lavoro vengono in particolare riportati e co delle acque sotterranee. Protezione Ambiente, pubblicata nel 1980, commentati: Pur con le limitazioni derivanti da una ca- ha riguardato i «Lineamenti geoidrologici — la carta geoidrologica della provincia di renza di informazioni sistematiche sull'ac- della provincia di Torino con riferimento Torino alla scala 1 : 250.000; quifero sotterraneo, come evidenziato nel- allo stato idrogeochimico delle falde del — l'assetto geoidrologico del settore di lo studio stesso, utili indicazioni per indi- sottosuolo dell'area ecologica torinese». pianura compreso fra i torrenti Chisola e viduare seppur in prima approssimazione Scopo principale di tale ricerca è stato Stura di Lanzo; le zone migliori come disponibilità e rendi- La terza ed ultima ricerca in ordine di tem- po promossa dal Servizio Protezione Am- biente della Provincia di Torino, e pubbli- cata nel 1985, ha riguardato le « Interazio- ni fra attività antropiche e risorse idriche sotterranee nella Provincia di Torino». Nell'ambito di tale studio, nel corso del quale sono stati evidenziati i problemi che possono derivare alle falde sotterranee dal- la presenza di discariche, cave, pozzi per- denti, per quanto riguarda l'attuale utilizzo delle risorse idriche sotterranee nella pia- nura torinese vengono riportate le seguenti valutazioni: — 5 mVs per prelievi idropotabili da parte dell'Azienda Acquedotto Municipale di Torino; — 5 m3/s per prelievi ad uso industriale nel Comune di Torino ed in altri 10 Co- muni limitrofi; — 5 mVs per le altre utenze idropotabili, industriali ed irrigue non precedentemente considerate.

- Stazioni di rilevamento del Servizio Idrografico in funzione nel 1960 Per quanto riguarda invece le effettive di- sponibilità di risorse idriche sotterranee, in tale ricerca viene evidenziata la mancanza di valutazioni attendibili al riguardo. Al fine di approfondire le informazioni su tale argomento, dalla Provincia di Torino risulta essere stato recentemente affidato un incarico di studio all'Università di To- rino ed all'A.A.M.T. nel corso del quale dovrebbero essere eseguite, limitatamente alla Val Sangone, indagini specifiche sia per analizzare l'eventuale presenza di clo- roderivati nella falda sia per determinare l'andamento delle isopiezometriche.

4.2. Provincia di Cuneo Oltre alle diverse ricerche promosse dal- l'Amministrazione Provinciale di Cuneo nel periodo 1973-1981, che hanno in parti- colare riguardato le sorgenti presenti nelle principali vallate alpine e la conformazio- ne idrogeologica del territorio provinciale, nel 1983 si è tenuto a Cuneo un Convegno su «Irrigazione in provincia di Cuneo», patrocinato dalla Federazione Provinciale Stazioni di misura del Servizio Idrografico in funzione nel 1970 Coltivatori Diretti. Nell'ambito di tale Convegno sono stati fra mento delle risorse idriche sotterranee si ratterizzata da pozzi avente un rendimento l'altro forniti i seguenti dati relativamente possono ottenere dall'esame della «carta superiore ai 100 l/s per metro di abbassa- a disponibilità/fabbisogni idrici per i del rendimento delle falde idriche». mento della falda, ad altre decisamente 132.000 ettari irrigabili di pianura e colli- A tale riguardo risulta in particolare che precarie, come ad esempio l'ampia fascia na e per le previste nuove irrigazioni: nella zona della pianura torinese si passa localizzata a contatto con il margine alpi- — fabbisogni lordi medi normali annui = da situazioni estremamente favorevoli, no nella quale i valori del precedente para- 870 milioni di m3, che salgono a 1.700 mi- vedi ad esempio l'area urbana torinese ca- metro risultano molto prossimi allo zero. lioni di m3 nell'anno siccitoso di frequenza quinquennale, secondo quanto stimato nel- lo studio regionale sulle risorse idriche pie- montesi; LE CIRCOSCRIZIONI AMMINISTRATIVE NEL COMPRENSORIO CONSORZIALE — fabbisogni lordi medi normali per il bi- mestre di punta = 560 milioni di m3 che di- ventano 700 nell'anno siccitoso; — fabbisogni lordi medi per il bimestre dell'anno siccitoso per nuove irrigazioni = 25 milioni di m3; — volume d'acqua irrigua reperibile nel bimestre di punta da corsi d'acqua superfi- ciali = 300 milioni di m3; — volume d'acqua ottenibile nel bimestre di punta dai pozzi, oltre 2000, e dalle ri- sorgenze locali = 220 milioni di m3. In definitiva con riferimento al bimestre di punta dell'anno siccitoso risulterebbe ne- cessario poter disporre di ulteriori 205 mi- lioni di m3 rispetto alle condizioni attuali. Le principali indicazioni formulate per far fronte a tale situazione hanno riguardato la costruzione di nuovi bacini di regolazione ed accumulo delle acque superficiali e la ricerca di un accordo con l'ENEL per mo- dificare il regime attuale dello svaso dei serbatoi realizzati a scopi idroelettrici.

4.3. Provincia di Vercelli Gli aspetti legati a «Disponibilità e utiliz- zazione delle risorse idriche in provincia di Vercelli» sono stati l'oggetto di un apposi- to Convegno promosso dall'Amministra- zione provinciale di Vercelli nel gennaio del 1982. Nelle relazioni presentate in tale occasione sono state riportate in particolare notizie relative a: — stima dei volumi di afflussi medi men- sili e con tempi di ritorno di 5 e 10 anni, e dei relativi coefficienti di deflusso; — valutazione dell'andamento medio mensile e frequenziale delle portate dei corsi d'acqua naturali; — stima dei fabbisogni lordi mensili d'ac- qua relativamente ai diversi metodi irrigui, AREA INTERESSATA DALL'ASSOCIAZIONE IRRIGAZIONE EST-SESIA che per tutta la provincia di Vercelli sono stati stimati pari a 2.774 milioni di m3 per il semestre irriguo;

— valutazione dei fabbisogni idrici civili a stato fatto ricorso sia a dati riportati nel se idriche, specialmente possibili nel bime- livello comunale, stimati complessivamen- Progetto regionale per la pianificazione stre critico aprile-maggio nel quale si han- te pari a 32 milioni di mVanno con varia- delle risorse idriche, sia a proprie specifi- no i più alti consumi irrigui per la som- zioni giornaliere tra fabbisogni medi e di che valutazioni. mersione iniziale delle risaie, nell'ambito punta comprese fra 1-1,6 mVs; In particolare, rispetto a quanto indicato del Convegno è stata proposta la creazione — valutazione dei fabbisogni industriali, nel sopracitato Progetto regionale, i fabbi- di nuovi invasi di regolazione ed accumu- stimati pari a circa 55,7 milioni di mVan- sogni ad uso irriguo risultano decisamente lo, la ricerca di una possibile conciliazione no. più elevati. fra esigenze irrigue-idroelettriche, l'adozio- Per l'esecuzione delle precedenti stime è Per far fronte ad eventuali carenze di risor- ne di provvedimenti in grado di contenere pari a 15, 33, 37 milioni di mVanno; — l'elaborazione di carte relative a poten- zialità idrologica effettiva media annua, isopiezometriche, potenzialità idrica sot- terranea. Anche se dall'analisi dei dati soprariportati sembrerebbero non sussistere particolari problemi di disponibilità idriche, per un insieme di considerazioni quali ad esempio la qualità delle acque disponibili e la con- siderazione di «riserva strategica» per le risorse sotterranee, a conclusione del lavo- ro sopra citato viene auspicata la realizza- zione di serbatoi di regolazione ed accu- mulo. Infine nel «Rapporto per la localizzazione di una centrale elettronucleare nella regio- ne Piemonte - Area Po 1», redatto da ENEL nel 1984 per Trino Vercellese, ven- gono fra l'altro riportate dettagliate infor- mazioni in merito sia agli acquiferi sotter- ranei, per la sola zona circoscritta all'area esaminata, sia alle caratteristiche delle ac- que superficiali, con riferimento a tutto il bacino imbrifero sotteso dall'area stessa.

4.4. Province di Alessandria, Asti, Novara In base alle notizie forniteci, non sembrano essere stati sin'ora eseguiti degli studi par- ticolari in merito a disponibilità/utilizzo delle risorse idriche da parte delle Ammi- nistrazioni provinciali di Alessandria, Asti e Novara. Risultano invece essere attualmente in cor- so di esecuzione delle ricerche specifiche sulla qualità delle acque di prima falda e sulle sorgenti termali, promosse rispettiva- mente dalla provincia di Alessandria e da quella di Asti. Informazioni sulle risorse idriche presenti in alcune zone di tali province sono peral- tro riportate in studi e ricerche pubblicati da altri Enti ed in particolare da ENEL e dall'Associazione Irrigazione Est Sesia. Per quanto riguarda l'ENEL, nel «Rap- SUDDIVISIONI DEL TERRITORIO REGIONALE PIEMONTESE NEI VARI STUDI AD porto per la localizzazione di una centrale ESSO RELATIVI elettronucleare nella regione Piemonte - Area Po 2», vengono in particolare ripor- tate dettagliate notizie sia sugli acquiferi i consumi industriali con particolare riferi- esame sono state eseguite: sotterranei ubicati nella zona circostante a mento al riciclo delle acque impiegate per — una valutazione delle disponibilità idri- Isola S. Antonio, in provincia di Alessan- usi di raffreddamento indiretto. che superficiali e sotterranee, per le quali dria, sia sui corpi d'acqua superficiali com- Sempre con riferimento alla provincia di sono stati stimati valori rispettivamente presi nel bacino imbrifero sotteso dal Po in Vercelli, si ritiene utile segnalare la «Ri- variabili fra 280-870 e 180-330 milioni cerca sulle risorse idriche del Biellese» di mVanno a seconda dell'annata più o tale località. svolta nel 1984 per incarico del Consorzio meno siccitosa; Tali informazioni risultano particolarmen- dei Comuni della zona Biellese, nell'ambi- — una valutazione dei consumi civili, in- te interessanti in quanto derivano in buona to della quale per il territorio oggetto di dustriali, irrigui rispettivamente stimati parte da campagne di misura appositamen- te eseguite, ma presentano l'inconveniente, le risultano essere generalmente carenti e al fine della presente ricerca, di aver preso valide solo in prima approssimazione, so- BIBLIOGRAFJA in esame un'area di limitata estensione. prattutto per le acque sotterranee; Per quanto riguarda invece l'Associazione 2) notizie più approfondite si possono re- Senato della Repubblica: «/ problemi delle ac- Irrigazione Est Sesia, la relativa superficie que in Italia» - Atti della Conferenza Nazionale perire solo con riferimento a zone circo- delle Acque - 1972. territoriale di competenza, oggetto di pe- scritte del territorio regionale, anche se so- Confindustria: «Il costo della depurazione delle riodici studi e rilevazioni, si estende su vente i valori così determinati sono più il acque industriali» - Editore S.I.P.I. - 1979. 209.986 ettari così suddivisi: frutto di elaborazione mediante modelli Istat: «Statistiche ambientali» - Voi. I - 1984. Regione Piemonte: «L'irrigazione in Piemonte» — 82.164 ha in provincia di Novara, pari matematici che non di campagne di misura - Assessorato agricoltura e foreste - 1973. al 23% dell'intera superficie provinciale; estese nel lungo periodo, per evidenti moti- Consiglio Regionale Piemonte: «Atti della con- — 5.068 ha in provincia di Vercelli, corri- vi economici; ferenza regionale dell'energia » - 1979. spondenti all'1,7% dell'intera provincia; 3) analoghe considerazioni possono essere Regione Piemonte: «L'agricoltura nei compren- sori del Piemonte» - Quaderni della program- — 122.754 ha in provincia di Pavia. fatte per le informazioni disponibili a livel- mazione - 1979. In particolare da tale Associazione sono lo regionale sugli impieghi delle risorse Regione Piemonte: «Progetto per la pianificazio- stati recentemente pubblicati i risultati di idriche per usi civili, industriali, agricolo- ne delle risorse idriche del territorio piemontese » - uno studio relativo a «Le acque sotterra- zootecnici. Assessorato alla tutela dell'ambiente - 1980. Regione Piemonte: « Piano regionale per la qua- nee della pianura irrigua novarese- Le diversità di valutazioni riscontratesi al lità delle acque - Piano di risanamento» - Asses- lomellina», finalizzato alla realizzazione riguardo negli studi esaminati possono di- sorato ambiente ed energia - 1980. di un modello matematico gestionale delle pendere da vari motivi ed in particolare Regione Piemonte: «Piano di siti» - Assessorato risorse idriche sotterranee. ambiente ed energia - 1984. dall'anno al quale esse di riferiscono e dal- Esap: «Censimento consorzi irrigui» - Bozza di Nell'ambito di tale lavoro, che riporta det- le specifiche modalità utilizzate per la loro stampa - 1985. tagliate informazioni sulla situazione geo- definizione; R. Almagià: « Le regioni d'Italia » - Voi. I - Utet logica, geofisica, idrologico-climatica, idro- 4) per quanto riguarda più da vicino i pro- - 1961. metrica dell'area esaminata e sulle caratte- blemi legati a disponibilità/utilizzo delle A.A.M. Torino: «Conferenza sui problemi delle ristiche freatimetriche, piezometriche, acque in Torino e Piemonte» - Atti Convegno - risorse idriche, i problemi maggiori vengo- 1976. idrodinamiche dell'acquifero sotterraneo, no segnalati in alcune zone irrigue di pia- A. Pedussia: «Le acque in Piemonte» - Edizione le utilizzazioni idriche riferite all'intero nura con particolare riferimento ai mesi ir- EDA - 1979. comprensorio sono state così valutate: rigui di punta ed agli anni più siccitosi. Ministero dei Lavori Pubblici - Servizio Idrogra- fico: «Dati caratteristici dei corsi d'acqua italia- — prelievi idropotabili da falde profonde In definitiva, in base alle considerazioni ni» - Pubblicazione n. 17 del Servizio - 1980. = 1 m3s; sopra riportate, per una prima individua- Provincia di Torino: «Programma di rilevamen- — prelievi industriali da falde profonde = zione seppur di larga massima di eventuali to delle caratteristiche qualitative e quantitative 1,5 mVs; aree più critiche a livello regionale come dei corpi idrici della provincia di Torino» - As- sessorato ecologia - Servizio protezione ambien- — portate medie irrigue nette nella stagio- disponibilità/fabbisogni idrici in particola- te - 1978. ne irrigua = 200 mVs, comprensive sia di re per usi industriali, si è ritenuto utile fare Provincia di Torino: «Lineamenti geoidrologici quelle derivate da canali, sia di quelle pro- riferimento essenzialmente al «Progetto della provincia di Torino con riferimento allo venienti da acque sorgive, riproduzioni ed per la pianificazione delle risorse idriche stato idrogeologico delle falde del sottosuolo del- l'area ecologica torinese» - Assessorato ecologia apporto utile delle piogge. del territorio piemontese». - Servizio protezione ambiente - 1980. Dallo studio viene messa in evidenza una Tale studio, infatti, a differenza delle altre Provincia di Torino: «Interazione fra attività volta di più la stretta correlazione esistente ricerche che hanno riguardato o un solo antropiche e risorse idriche sotterranee nella fra circolazione idrica superficiale, falda aspetto del problema o una zona circoscrit- provincia di Torino» - Assessorato ecologia - ta di territorio, ha preso in esame a livello Servizio protezione ambiente - 1985. freatica ed acque sotterranee, la cui situa- Amministrazione Provinciale di Vercelli: «Di- zione attuale, che non sembra presentare al regionale tutti gli elementi legati a disponi- sponibilità ed utilizzazione delle risorse idriche momento particolari squilibri nella zona in bilità/utilizzo delle risorse idriche e per- in provincia di Vercelli» - Atti del Convegno - esame, deve essere attentamente salvaguar- tanto, pur con le limitazioni in parte già 1982. data e protetta. evidenziate, garantisce se non altro un'uni- Federazione Provinciale Coltivatori Diretti: «Ir- rigazione in provincia di Cuneo» - Atti del Con- formità nelle fasi di raccolta e di elabora- vegno - 1983. zione dei singoli dati. Associazione Irrigazione Est Sesia: «Il canale L'eventuale integrazione di informazioni e Cavour ed il progresso economico e sociale del novarese e della lomellina» - 1968. notizie fra le tre ricerche svolte a livello re- Associazione Irrigazione Est Sesia: «Le acque 5. CONCLUSIONI gionale precedentemente esaminate risulte- sotterranee della pianura irrigua novarese- rebbe inoltre particolarmente laboriosa in lomellina» - 1984. In base all'analisi di tutto quanto prece- quanto, vedi cartina allegata, ognuno dei Consorzio dei Comuni della zona del Biellese: «Ricerca sulle risorse idriche de!Biellese» - 1984. dentemente esposto sembra possibile trarre sopra citati studi ha suddiviso il territorio Enel: «Rapporto per la localizzazione di una le seguenti conclusioni: regionale secondo le proprie'specifiche esi- centrale elettronucleare nella regione Piemonte - 1) per quanto riguarda le risorse idriche genze d'indagine, solo in parte fra loro Area Po 1»- Rapporto n. 8401 - 1984. coincidenti. Enel: «Rapporto per la localizzazione di una naturali e quelle effettivamente disponibili, centrale elettronucleare nella regione Piemonte - le informazioni in merito a livello regiona- Area Po 2» - Rapporto n. 8402 - 1984. LA CITTA COMMERCIALE PIEMONTE: UN'OCCASIONE DI SVILUPPO PER IL COMMERCIO ALL'INGROSSO NON ALIMENTARE

Giovanna Fila

facendo riferimento alla pubblicazione «I INTRODUZIONE CITTA Centri Commerciali all'ingrosso non ali- mentari» edito dal CESD1T nel 1985, pos- I Centri Commerciali all'ingrosso non ali- siamo riportare la seguente definizione: mentari si inseriscono in quella evoluzione COMMERCIALE «Per Centro Commerciale all'ingrosso del settore che in questi ultimi anni ha vi- PI E M O N T E non-alimentare si intende un insediamento k sto le imprese grossiste modificare la pro- progettato e realizzato in maniera pianifi- pria impostazione gestionale per espletare cata, che raggruppa sul piano spaziale ed

una serie di funzioni che si affiancano in CITTA' di organizzativo un determinato numero di maniera complementare alle politiche del- imprese operanti nel settore di ingrosso COOP. CENTRO » le aziende produttrici. INGROSSO non-alimentare, sia in un unico che in più TESSILE Le imprese grossiste hanno dunque «sfata- COMMERCIO di comparti merceologici, dotato di strutture to» il luogo comune che le vedeva come fi- TORINO e servizi comuni e gestito come se costi- gure parassitarie lungo il canale produttore tuisse una sola unità operativa». 1 -> consumatore, assumendosi o, meglio, Ciò che caratterizza un Centro Commer- svolgendo in maniera più efficiente e razio- ISCOM REGIONE ciale all'ingrosso e che lo differenzia da un nale funzioni tipiche dell'intermediazione PIEMONTE PIEMONTE semplice insieme di capannoni di stockag- commerciale, soprattutto quella di trait gio, sono alcuni fattori, quali: * d'union, cioè di interprete, nei confronti ASSOCIAZIONE — un tipo di localizzazione periferica, ma della produzione, delle necessità e dei biso- LA CITTA1 COMMERCIANTI collegata ai principali assi viari e alle aree gni dei consumatori e delle nuove esigenze di TORINO COMMERCIALE PIEMONTE sp£ di utenza; che man mano si verificano in un mercato — una progettazione che ne esalti l'unità ' in continua trasformazione. di immagine e faccia sì che si presenti Sarebbe inimmaginabile, inoltre, che le come un unico complesso; aziende di produzione possano arrivare sul — un insieme di servizi e strutture comuni mercato nazionale con assortimento com- rivolte agli operatori commerciali, ma so- 1 pleto di tutto ciò che è complementare al prattutto alla clientela; loro prodotto, che si assumano l'onere fi- — un insieme di scelte organizzative e ge- nanziario del deposito o che possano orga- stionali volte a presentare l'intero com- nizzare in maniera del tutto autonoma le plesso come una unica entità, col ruolo di » vendite promozionali o la formazione del- punto di riferimento per gli acquisti dei l'assortimento. settori merceologici presenti al suo interno. È chiaro che queste funzioni tipiche: di mentari, fin dall'origine dello sviluppo del- La rilocalizzazione all'interno di un Cen- stoccaggio, di assortimento, di informazio- le produzioni industriali e dei consumi di tro Commerciale rappresenta per l'impresa ne, di assistenza nella formazione dell'as- massa, si sono localizzate vicino alla pro- grossista un'opportunità non solo per uti- sortimento, nella promozione delle vendi- pria clientela principale, cioè nei nuclei lizzare locali allestiti secondo i più moder- te, nella formazione dei prezzi, di finanzia- cittadini dove il commercio al dettaglio ha ni criteri di vendita (forniti di parcheggi mento delle aziende di produzione, di cre- una maggiore concentrazione. Parallela- per la clientela e di aree di carico/scarico dito di fornitura, devono venire svolte se- mente all'evolversi delle funzioni dell'im- merci, ecc.) ma anche un'opportunità per condo le più attuali tecniche gestionali cosi presa grossista, di cui si è detto nel para- rivedere le proprie politiche gestionali di- da apportare un reale contributo alle grafo precedente, c'è stato e c'è tuttora un versificando l'offerta, migliorando la pro- ( aziende di produzione e agli stessi detta- evolversi delle strutture fisiche che necessi- pria immagine e di conseguenza l'attrazio- glianti, che giustifichi l'inserimento di un tano di spazi più funzionali per una sem- ne commerciale. passaggio in più lungo il canale di distribu- pre maggiore razionalizzazione della movi- ' I vantaggi che trae l'operatore grossista che zione. mentazione della merce. Inoltre è avvertita si rilocalizza in un Centro Commerciale, ( Nell'ambito di questo evolversi, verso for- sempre più la necessità di avere tutta una derivano innanzitutto dalle economie di me sempre più attuali, dell'impresa grossi- serie di servizi (quali parcheggio, aree di scala realizzabili nei confronti delle strut- sta si inseriscono le realizzazioni dei Centri carico/scarico) da offrire sia ai fornitori sia ture e dei servizi comuni che sarebbero dif- Commerciali all'ingrosso non alimentari. e, soprattutto, alla clientela. ficilmente adottabili da una singola impre- Questi sono alcuni dei fattori che hanno sa; è chiaro a questo punto che diventa es- spinto le aziende grossiste a rilocalizzarsi senziale una forma di collaborazione fra le in aree attrezzate e appositamente proget- imprese grossiste, che non devono conside- I CENTRI COMMERCIALI tate. rarsi dei semplici «vicini di casa», come è , ALL'INGROSSO Per meglio comprendere tale fenomeno è invece stato finora, ma devono sapersi in- NON ALIMENTARI opportuno, però, in primo luogo definire tegrare ed organizzare così da costituire che cosa si intende con termine di Centro un'unità compatta e con funzioni comple- Le imprese grossiste dei settori extraali- Commerciale all'ingrosso non-alimentare; mentari. Tabella 1 - I CCINA in Italia all'1.1.1 985 in attività, costruzione e progetto

Anno di CCINA Localizzazione Fase di attivazione Caratterizzazione apertura merceologica Centro Comm. Settimo Torinese Piemonte - Settimo Torinese (TO) Progetto 1986* plurimerceologica Centro Tessile Milano Lombardia - Cernusco S./N. (MI) Attività 1984 monomerceologica Girasole Lombardia - Lacchiarella (MI) Fase di attivazione 1985 plurimerceologica Veneto - Villorba (TV) Attività Centro Grossisti Trevigiani 1978 plurimerceologica prevalenza TESS. ABB. Veneto - Padova Costruzione Centro Grossisti Padova 1985* plurimerceologica prevalenza TESS. ABB. Friuli - Udine Partigross Attività 1978 plurimerceologica Liguria - Genova Progetto 1986* plurimerceologica Centro Comm. Ingrosso Ligure Emilia Romagna - Cognento (MO Attività 1973 monomerceologica Globo Emilia Romagna - Argelato (BO) Attività 1976 plurimerceologica Centergross Emilia Romagna - Ravenna Attività 1976 plurimerceologica MIR Emilia Romagna - Forlì Attività 1977 monomerceologica Gigante Emilia Romagna - Ferrara Attività 1980 plurimerceologica Diamante Emilia Romagna - Rimini (FO) Costruzione 1985* plurimerceologica Gross Rimini Marche - Macerata Attività 1979 plurimerceologica Centro Commerciale Piediripa prevalenza TESS. ABB. Centro Comm. Torraccia Marche - Pesaro Fase di attivazione 1985 plurimerceologica Centro Commerciale Ancona Sud Marche - Ancona Progetto 1985* plurimerceologica Ingromarket Toscana - Sesto F. (FI) Attività 1978 plurimerceologica Centro Commerciale Arezzo Toscana - Arezzo Costruzione 1986* plurimerceologica CIS Campania Campania - Nola (NA) Fase di attivazione 1985* plurimerceologica Città ingrosso Puglia - Casamassima (BA) Costruzione 1986* plurimerceologica * Anno di apertura previsto

Nei confronti della clientela i vantaggi principali sono da individuarsi nelle facili- tà di accesso e di parcheggio, e soprattutto nella concentrazione in un unico luogo di una tipologia di offerta diversificata che permette l'ottimizzazione dei tempi dedi- cati all'acquisto. Non ultimo è da conside- rarsi il vantaggio di compiere le proprie scelte in un luogo gratificante, sicuro e provvisto di tutta una serie di servizi quali banca, ufficio postale, bar, tavola calda, ecc. I settori merceologici interessati all'inseri- mento in complessi di questo genere sono chiaramente quelli che necessitano di inse- diamenti più sofisticati, con possibilità di esporre la merce in modo da arricchire l'immagine e con un grado di specializza- zione tale da richiedere la vicinanza di al- tre imprese dello stesso settore che comple- tino il più possibile l'offerta. II settore del tessile-abbigliamento è fra quelli più interessati ad una rilocalizzazio- IL FENOMENO DEI CENTRI come matrice le motivazioni generali ri- portate nei paragrafi precedenti, cioè la ne- ne di questo tipo, ma esistono altri settori COMMERCIALI ALL'INGROSSO cessità di un'area attrezzata in cui riloca- che possono trarre ugualmente enormi NON ALIMENTARI IN ITALIA vantaggi dovuti non solo ai locali più ra- lizzare aziende ormai soffocate in locali zionali ma anche, e soprattutto, alla con- obsoleti e spesso anche fatiscenti, in cui centrazione di più aziende in un'area ap- Facendo riferimento al volume del CE- non è più possibile condurre politiche ge- positamente attrezzata. SDIT «I Centri Commerciali all'ingrosso stionali allineate coi tempi attuali. non alimentare» al 1° gennaio 1985 pre- Questi settori possono individuarsi princi- A tale fine si era costituita, fin dal lontano senti su tutto il territorio nazionale sono palmente in: 1978, una cooperativa denominata «CEN- 20, classificati come segue: — calzature, pelletteria; TRO INGROSSO - Grossisti per la pro- — cartoleria; — in attività 10; mozione di un Centro Commerciale all'in- — giocattoli; — in fase di attuazione 3; grosso» che raggruppava una sessantina di aziende grossiste del settore tessile- — profumeria; — in costruzione 4; abbigliamento localizzate per lo più nell'a- — casalinghi; — in progetto 3. rea di Porta Palazzo/Piazza della Repub- — bigiotteria. blica. LA CITTA COMMERCIALE L'ingrosso tessile è infatti per tradizione PIEMONTE concentrato nel vecchio annucleamento • storico del capoluogo piemontese e se, da un lato, presenta le stesse caratteristiche di Le motivazioni e la storia concentrazione di un Centro Commerciale, L'esigenza di realizzare un Centro Com- dall'altro presenta anche tutti gli svantaggi merciale all'ingrosso per l'area torinese ha dei centri cittadini resi invivibili dal tratìì- Tabella 2 - Caratteri dimensionali dei CCINA in attività, costruzione e progetto all' 1.1.1985 Superficie Superficie Numero Numero N. aziende ingrosso distinte per CCINA area compi. Mag. Comm. aziende addetti Classi d'Ampiezza Addetti mq. mq. ingrosso ingrosso 3 _ 5 6.9 10 - 49 Totale

» Centro Comm. Settimo T. 232.000 120.000 40 • • • * Centro Tessile Milano 125.000 42.000 45 1 50 35 — 1 36 Girasole 652.493 184.215 250 * • • • * Centro Grossisti Trevig. 150.000 50.000 22 180 8 5 6 19 Centro Grossisti Padova 70.000 35.000 15 • • • * * Partigross 107.000 20.400 8 108 — 2 4 6 Centro Comm. Ing. Ligure 91.000 25.500 21 350 1 7 13 21 Globo 24.000 6.500 10 71 3 6 1 10 Centergross 950.00 295.000 208 1.500 19 26 24 69 MIR 37.000 17.000 11 63 6 3 2 1 1 Gigante 98.000 33.000 13 150 3 4 6 13 Diamante 156.000 32.000 23 193 8 6 6 20 Gross Rimini 240.000 68.500 35 205 22 9 4 35 Centro Comm. di Piediripa 87.000 27.500 1 5 94 7 7 — 14 Centro Comm. Torraccia 74.000 30.700 30 * * • * * Centro Comm. Ancona Sud 300.000 107.000 80 * • • * * Ingromarket 207.000 74.000 55 550 5 11 15 31 Centro Comm. Arezzo 82.000 24.000 14 140 — 7 6 13 CIS Campania 560.000 220.000 155 * * * * * Città Ingrosso 830.000 180.000 89 * * * * * Totale 5.072.493 1.592.315 1.139 * Informazione non disponibile

di consulente sia per la scelta della localiz- zazione del terreno, sia nel coordinamento dei rapporti con le Amministrazioni per l'ottenimento delle varie concessioni edili- zie e dei finanziamenti, sia nella individua- zione delle imprese grossiste che meglio possono concorrere alla formazione di un mix di assortimento ottimale. Fra i promotori del Centro si inserisce fin dal 1978 la Camera di commercio di Tori- no, predisponendo in collaborazione con Wrtytfì^^trVyKSf •"••** f tt l'Iscom, uno studio di fattibilità che mette a fuoco le problematiche localizzative del- l'ingrosso torinese e le sue prospettive di sviluppo. L'Amministrazione comunale di Torino valuta in maniera positiva l'iniziativa poi-

co automobilistico e dalla mancanza di parcheggi. Se si considera poi la presenza nella stessa zona del principale mercato ambulante, alimentare e n'on, della città, si può facilmente intuire il grado di conge- un lato, sensibilizzando gli stessi operatori ché dovrebbe liberare l'area del Centro stionamento e l'impossibilità di movimen- commerciali alle problematiche di svilup- Storico cosi da poter attuare quel piano di to per quanti devono recarsi in questa zona po del settore e coinvolgendo, dall'altro ricupero, previsto ormai da tempo, che do- per i propri approvvigionamenti. lato, l'Amministrazione pubblica sia regio- vrebbe permettere la ristrutturazione a fine Scopo della Cooperativa «Centro ingrosso nale che comunale. residenziale di tutto il quartiere e la conse- tessile e abbigliamento» era quello di pro- L'Iscom Piemonte affianca, fin da questa guente eliminazione delle attività non ter- mozionare la realizzazione del Centro, da fase, l'operato della Cooperativa in qualità ziarie. L'Amministrazione comunale di Settimo L'aspetto progettuale e l'organizzazione dei Scheda tecnica de «LA CITTÀ concede in diritto di superficie l'area indi- layout viduata per l'intervento e stipula una Con- CO VI MERCI A LE PI EMONTE» La superficie di calpestio dell'intero com- venzione «a tre» con la Cooperativa e con - Superficie terreno mq. 230.000; plesso sarà di mq. 114.400 suddivisa in la Società che si addosserà l'onere finanzia- - Superficie di calpestio mq. 114.400 otto edifici bipiano, ciascuno dei quali rio della realizzazione. suddivisi in 8 fabbricati bipiano; comprenderà 14 moduli di mq. 1000 cia- Scopo della convenzione è essenzialmente scuno. quello di garantire la realizzazione di un - 1.200 metri lineari di vetrine; insediamento progettato ad esclusivo uso - Area parcheggio e servizi mq. 95.000; Le vetrine delle singole aziende si affacce- ranno su un mail pedonale che percorrerà i delle imprese grossiste ed in particolar - Palazzina per uffici di agenti/rappre- mt. 1200 di tutta la lunghezza dell'intero modo quelle del settore tessile-abbiglia- sentanti: mq. 2.500; mento di Torino. complesso. - Presenza di banca, ufficio postale, bar, Tra un edificio e l'altro sono inserite zone tavola calda e show room di mq. 1.000; di servizio (banca, ufficio postale, bar, ta- La localizzazione e l'area di attrazione - Consegna locali del primo lotto vola calda, show room, ecc.) articolate a Sorgerà dunque a Settimo Torinese la 30/4/1987. ponte sopra il viale centrale in modo da «Città Commerciale Piemonte» e rappre- costituire un collegamento coperto fra i senterà il punto di riferimento per gii ac- corpi dei fabbricati. quisti del settore tessile delle province del La tipologia dell'offerta La circolazione è impostata su sensi unici Piemonte. La scelta della localizzazione ha Come si è detto la Città Commerciale Pie- a movimento antiorario con flussi di traffi- tenuto conto delle facilità di collegamento monte sarà un Centro Commerciale multi- co nettamente divisi per clientela e servizi: con le principali direttrici di traffico; la specializzato, al suo interno cioè saranno l'accesso al Centro sarà unico, ma mentre presenza nella zona, infatti, dello svincolo presenti vari settori merceologici per lo più il flusso della clientela, con relativo par- Nord della tangenziale della Città di Tori- collegati come immagine al settore tessile cheggio, è concentrato nella fascia centrale, no permette una facile accessibilità alle au- (calzature, pelletterie, profumeria, bigiotte- il traffico di servizio viene convogliato sul- tostrade per Milano (A4), Aosta (A5), Asti- ria, ecc.); attraverso una maggior specializ- le fasce perimetrali sulle quali si affacciano Alessandria (Ali), Cuneo-Savona (A6) e zazione delle aziende di piccola dimensio- le aree di carico-scarico merci di ciascuna alla statale del Frejus, mentre il Centro di ne e attraverso la multispecializzazione azienda. Viene in tal modo salvaguardata Torino non dista più di 8 km. delle aziende di medio/grandi dimensioni anche l'estetica del Centro che alla cliente- Tale tipologia localizzativa, unita alla con- verrà data alla clientela una tipologia di of- la dovrà comunicare un'immagine di area centrazione in una stessa area di imprese ferta completa che permetterà di ottimiz- attrezzata organizzata in maniera razionale aventi funzioni omogenee e complementari zare il tempo dedicato alla formazione del ma anche tenendo conto dell'aspetto uma- con offerta diversificata, permetterà di al- mix di assortimento. no che richiede, sempre più, luoghi gratifi- largare notevolmente l'area di influenza canti e maggiormente vivibili a misura A completamento dell'offerta commerciale dell'ingrosso torinese e permetterà pure d'uomo. è, inoltre, prevista la realizzazione di una un'azione di drenaggio nei confronti di co- palazzina con una superficie di mq. loro che attualmente compiono una parte 2000/2500 destinata ad uffici per agenti- dei loro acquisti presso altri Centri Com- rappresentanti di abbigliamento e affini ed • merciali già da tempo in attività presso al- un show room di mq. 1000 per la presenta- tre province. zione delle nuove collezioni. IL RACCORDO ECONOMICO-FINANZIARIO PATRIMONIALE

Giuseppe Tardivo

Il controllo dell'efficienza produttiva è vo nella moderna economia aziendale. oggi, in una situazione caratterizzata da un Le correlazioni tra l'attività di program- elevato dinamismo tecnologico, uno dei mazione economica e l'attività di program- problemi più gravi e complessi che debbo- mazione finanziaria-patrimoniale sopra no essere affrontati dalle imprese. esaminate, sono formalmente analizzate in Ai molteplici fattori di incertezza che carat- un apposito prospetto denominato «rac- terizzano il mercato assoggettando l'azien- cordo economico-finanziario-patrimoniale» da a crescenti esigenze di capitali, si ac- che rappresenta il punto di equilibrio del- compagna infatti, generalmente, una dimi- l'intero sistema della programmazione nuzione del saggio di profitto, con conse- aziendale. guente riduzione della capacità di autofi- La funzione principale del «raccordo» nanziamento. consiste nell'evidenziare le fonti di finan- In tale ottica, l'esigenza di assicurare l'im- ziamento interno dell'impresa rappresenta- piego ottimale delle risorse, la tendenza al- te dall'autofinanziamento economico (sal- l'aumento delle dimensioni aziendali e il do di gestione corrispondente al saldo resi- moltiplicarsi di unità operative parzial- duo del preventivo economico) e dalla va- mente indipendenti, impongono alle im- riazione negativa del capitale circolante prese la realizzazione di attività previsio- (eccedenza dei debiti di esercizio sui crediti nali sempre più sofisticate al fine di ricer- di esercizio = autofinanziamento commer- care nuove opportunità di sviluppo e di in- ciale). serimento sul mercato. Raffrontando dette fonti di finanziamento I momenti fondamentali in cui si articola con il fabbisogno finanziario per investi- tale processo di ottimizzazione si concre- menti, si evidenzia se l'impresa è in grado tizzano nell'attività di determinazione dei di provvedere al suo sviluppo con risorse fabbisogni e delle coperture di fondi neces- interne oppure se è necessario ricorrere a sarie per assicurare l'equilibrato sviluppo finanziamenti esterni (di credito o di capi- della gestione aziendale e nella evidenzia- tale). zione temporale dei medesimi (fig. 1). In particolare, esaurite le risorse derivanti Lo schema del raccordo economico-fi- dal finanziamento interno (condizionato — nanziario-patrimoniale si incentra anzitut- nelle sue componenti di autofinanziamen- to sulla contrapposizione tra grandezze to economico e di autofinanziamento com- economiche (ricavi e costi di esercizio) e merciale — rispettivamente dalle risultan- grandezze finanziarie (incassi e pagamenti) ze della gestione economica e da fattori per ottenere le corrispondenti variazioni prevalentemente esterni alla dinamica ge- patrimoniali (crediti o debiti di esercizio). stionale) l'impresa può ricorrere, per far In altre parole, poiché con riferimento al- fronte ai propri fabbisogni di mezzi mone- l'esercizio annuale non ogni ricavo si tra- tari, ad apporti a titolo di capitale o a tito- duce generalmente in incasso (potendo, per lo di credito. la parte residua, originare un credito) men- La ricerca di un soddisfacente rapporto tra tre, analogamente, non ogni costo si tradu- disponibilità reperibili sul mercato e mezzi ce in pagamento (concretizzandosi, per la propri si pone così come elemento di rilie- parte che non si riflette in esborso moneta-

Figura 1 - Schema tempificato del processo di programmazione

PROGRAMMAZIONE D'IMPRESA | I PROGRAMMA PROGRAMMA PROGRAMMA DI BASE ESECUTIVO OPERATIVO

BUDGET BUDGET BUDGET PLURIENNALE ANNUALE MENSILE rio, in un debito) si hanno, in prima ap- prossimazione, anzitutto le seguenti rela- Ricavi > Costi = saldo disp. per amm. e ri- zioni: serve cop. da autof. econ. (A) Incassi < Pagamenti = sbilancio finanziario di (1) RICAVI - INCASSI = CREDITI cassa (2) COSTI - PAGAMENTI = DEBITI esigenza di copertura con fi- nanziamenti esterni (di cre- Poiché i ricavi e i costi di esercizio consi- dito e/o di capitale (B) Cred. iniziali +cred. esercizio derati nelle espressioni sub ( 1 ) e (2) rappre- sentano le componenti di sintesi del pre- < Deb. iniziali + deb. esercizio ventivo economico, mentre gli incassi e i = cop. da var. cap. circ. (C) pagamenti costituiscono gli aggregati del preventivo finanziario, sussiste la seguente (A+B+C) = TOT. COPERTURE relazione: Nella concreta realtà operativa di molte Ricordando infine che la variazione del ca- (3) GESTIONE _ GESTIONE imprese, si preferisce attuare un collega- pitale circolante è originata dalla somma mento più immediato con lo schema di bi- ECONOMICA FINANZIARIA " algebrica tra la consistenza del capitale cir- lancio (stato patrimoniale) considerando (ricavi-costi) (incassi-pagamenti) colante a inizio esercizio e la consistenza congiuntamente le variazioni crediti/debiti GESTIONE (stimata) dello stesso a fine esercizio, si di esercizio come «Variazione del capitale può scrivere: COMMERCIALE circolante» (inteso come posta incrementa- (variazione crediti / debiti di tiva o riduttiva del fabbisognp finanziario 7) esercizio) lordo). CRED./DEB. COSTI PER DI ESERCIZIO + INV. F.RIMB GESTIONE A INIZIO PER. DEBITI FIN Inoltre, data la nota identità: Si avrà pertanto la seguente relazione: ECONOMICA (da bilancio o (rispettivam. da (saldo disp. per (5) TOTALE FABBISOGNI TOTALE FABBISOGNI = TOTALE dalla situazione budget degli in- amm. e riserve Fabb. per Variaz. contabile anno vestimenti e dal come da bud- COPERTURE Fabb. per X-l) piano rimborei getecon.) T investim. cap. circ. finanza fin.) si può scrivere, integrando l'espressione TOTALE COPERTURE CREDITI/DEBITI sub (3) con il totale dei fabbisogni per in- FLUSSI DI + DI ESERCIZIO vestimento e per finanza (rimborso di quo- TESORERIA A FINE PERIODO Gestione Gestione te capitale di debiti finanziari): (Entrate / Uscite (Situazione con- economica finanz. monetarie: da prev. tabile stimata an- fin. di cassa) no X) (4) Fabbisogno Fabbisogno per investimenti per finanza Tale espressione rappresenta lo schema che rappresenta, suddiviso per aggregati di operativo più completo riferibile alla ge- Coperture Coperture Coperture riferimento, il quadro operativo di raccor- stione aziendale nel suo complesso. da gest. ec da gest. fin. + da gest. comm. do generalmente adottato per il controllo Opportunamente modificata, può inoltre della gestione (fig. 2). evidenziare esplicitamente il «fabbisogno che rappresenta, suddivisa per aggregati di Si osservi che la consistenza dei crediti e finanziario netto», ossia l'ammontare delle riferimento (clienti, proventi finanziari e dei debiti a inizio periodo rappresenta una < nuove operazioni di finanziamento che vari, personale, fornitori, Ammin. finan- «grandezza fondo», mentre l'ammontare l'impresa, nel suo complesso, necessita per ziaria, oneri finanziari e dividendi, rimbor- degli investimenti, dei ricavi e dei costi di far fronte ai fabbisogni finanziari originati si finanziari, vari) lo schema di sintesi del esercizio rappresentano delle «grandezze dalla gestione. raccordo economico-finanziario-patrimo- flusso» attraverso le quali si sviluppa la ge- < Così, ad esempio, qualora la variazione del niale. stione (patrimoniale ed economica) del- capitale circolante si configuri come una Si osservi che l'espressione «coperture da l'impresa. L'ammontare dei flussi di teso- posta riduttiva del fabbisogno finanziario gestione finanziaria», nel caso — abba- reria e della variazione dei crediti/debiti stanza frequente nella concreta situazione lordo (autofinanziamento commerciale) si rappresentano invece le componenti essen- ' di molte imprese italiane — di eccedenza può esprimere, con semplici passaggi alge- ziali del budget finanziario (tesoreria e ca- dei pagamenti rispgtfo agli incassi (sbilan- brici. la seguente identità: pitale circolante). cio finanziario di cassa) va qui intesa come «esigenza di copertura» (del fabbisogno (6) FABBISOGNO FINANZIARIO evidenziato dall'accennato sbilancio finan- FABB. FINANZ. NETTO ziario di cassa) tramite finanziamenti ester- fabb. per invest. - coperture generate dalla + flussi di tesoreria = coper- ni. gestione interna della so- ture da ricercare all'esterno Con riferimento alle espressioni sub (1) e fabb. per finanza cietà (compresa la varia- della società attraverso la (2) si ipotizzano infatti le seguenti relazio- zione del capitale circo- gestione finanziaria ni: lante)

28 t Analiticamente, la determinazione delle (B) singole componenti della gestione com- ^ merciale, avviene integrando le variazioni Debito iniziale di credito/debito di esercizio con il credito- (+) Accertamento /debito iniziale secondo il seguente sche- (-) Pagamenti ma: = Debito finale » (A) Credito iniziale Debito finale (+) Accertamento » (-) Incassi (-) Debito iniziale

= Credito finale = Variazione debito (componente della ^ e, con successivo passaggio logico: gestione commerciale)

Credito finale Così, ad esempio, prendendo in esame il (-) Credito iniziale settore «Personale», la determinazione della variazione del fondo liquidazione ri- * = Variazione credito (componente della sulta così articolata: gestione commerciale) i Figura 2 - Raccordo Economico-Finanziario-Patrimoniale Schema operativo semplificato (Lire miliardi) i CAPITALE GESTIONE BUDGET FINANZIARIO CIRCOLANTE A INIZIO ESERCIZIO BUDGET DEGLI BUDGET FLUSSI DI CAPITALE CIRCOLANTE INVESTIMENTI ECONOMICO TESORERIA A FINE ESERCIZIO i attivo (+) investimenti (-) costi (-) entrate (+) attivo (+) passivo (-) disinvestimenti (+) ricavi (+) uscite (-) passivo (-)

CLIENTI

PROVENTI FIN.

! PERSONALE

FORNITORI I AMM. FINANZ.

ONERI FINANZ.

VARI

I i

I

a) b) c) (a+b+c) Sia a «Le Vallette» che a «Santa Cateri- trica sul territorio cittadino; ed è proprio in virtù di questi che si tende na» l'acqua calda igienico-sanitaria viene e) l'adozione del Diesel permette l'esten- a privilegiare la produzione termica rispet- prodotta presso le singole utenze e non con sione «modulare» dell'impianto, vale a to a quella elettrica (funzionamento «ter- sistema centralizzato, come avviene invece dire per ampliamenti successivi; ciò ha mico imposto»), al fine di non dissipare ri- per il riscaldamento degli ambienti. consentito, in un secondo tempo, l'installa- levanti quantità di calore eventualmente zione di un terzo motore a fianco dei primi non richiesto dalle utenze. Ciò nondimeno, B) Le centrali termiche di quartiere due, parallelamente all'estensione del ser- si potrebbe presentare il caso di urgente ed , vizio cogenerativo al complesso «Santa improrogabile richiesta di energia elettrica, Come sottolineato in precedenza, le vec- Caterina». anche in assenza di richiesta termica (fun- chie centrali termiche, costruite parallela- La costruzione della centrale cogenerativa zionamento «elettrico imposto», ad esem- mente al sorgere dei quartieri utenti, sono nel quartiere «Le Vallette» venne effettua- pio per integrare eventuali carenze nella ,| state mantenute funzionanti per offrire ta negli anni 1980-81-82; nel luglio del rete elettrica A.E.M.): in tal caso, e solo in adeguata riserva all'impianto combinato 1982 furono effettuate le prove di funzio- tal caso, si prospetterebbe la dissipazione per la copertura delle punte di richiesta namento delle prime due unità cogenerati- dell'energia termica non immessa in rete. termica. Tali centrali, costituite da caldaie ve Diesel-alternatore, e nell'ottobre dello La copertura del fabbisogno di punta del- di tipo tradizionale, sviluppano una poten- stesso anno ebbe inizio il funzionamento l'utenza complessiva è effettuata per il za complessiva di 42 Gcal/h ca.. quindi commerciale dell'impianto combinato; nel 72% ca. dai gruppi combinati (19 Gcal/h); largamente al di sopra del fabbisogno ter- novembre del 1983, come accennato, fu in- il restante 28% (8 Gcal/h) trova copertura mico di punta dell'intera utenza, pari a 27 stallato un terzo gruppo Diesel-alternatore. tramite il ricorso alle tradizionali caldaie. Gcal/h ca. Per cui attualmente, la centrale cogenerati- Le quote di ripartizione del calore fornito va «Le Vallette» è costituita da tre unità annualmente alle utenze risultano invece C) La centrale combinata Diesel-alternatore, in grado di sviluppare rispettivamente dell'83% per i gruppi com- Il calore di base che abitualmente viene complessivamente una potenza elettrica di binati e del 17% per le caldaie. fornito alle utenze dei quartieri «Le Val- 22 MW e una potenza termica di 19 L'energia elettrica coprodotta viene im- lette» e «Santa Caterina» proviene, co- Gcal/h. Il combustibile usato è olio denso messa, per il tramite della stazione A.E.M. munque, dalla nuova centrale cogenerati- BTZ, che. viene depurato e preriscaldato al di Lucento, nella rete ad alta tensione e di- va, del 1982, situata accanto alle caldaie fine di ottenere un livello di viscosità con- stribuita alle utenze pubbliche, private ed costituenti la vecchia centrale termica «Le sono al corretto funzionamento degli iniet- industriali della città. tori; nelle fasi di avviamento e di arresto Vallette». L'installazione della centrale combinata dei motori viene impiegato gasolio. Il calo- Viene spontaneo chiedersi perché i respon- non ha provocato particolari disagi alla re per il riscaldamento dell'acqua da im- sabili dell'A.E.M. optarono per l'installa- popolazione dal punto di vista della rumo- i mettere nella rete di distribuzione viene re- zione di motori Diesel soprattutto alla luce rosità e del livello di inquinamento; parti- cuperato, per il tramite di quattro scam- delle scarse applicazioni che tale tipo di colari accorgimenti (silenziatori, smorza- biatori di calore disposti in cascata, dalle impianto ha sinora avuto in Europa, anche tici di vibrazioni, meccanismi di depura- seguenti fonti termiche: in quei paesi dove massiccio è il ricorso zione dei fumi, un alto camino, ecc.) sono alla tecnica cogenerativa; ecco le ragioni di — olio di lubrificazione (10,2%); stati adottati per ridurre entrambi questi tale scelta: — acqua di raffreddamento (25,2%); inconvenienti entro i limiti consentiti dalle a) il rendimento globale dell'impianto è — gas di scarico (50,4%). leggi vigenti. elevato, circa 80+82% del combustibile La centrale combinata è dotata inoltre di •i bruciato; un sistema di dissipazione del calore di su- D) Il sistema di distribuzione del calore b) l'indice di risparmio, desumibile dal pero, che entra in funzione qualora una confronto tra consumo di calore-com- forte richiesta di produzione elettrica non Come ripetutamente sottolineato, l'esisten- bustibile necessario per ottenere in cogene- coincida con un'eguale richiesta termica. za di reti di distribuzione nei quartieri ser- 1 razione una data quantità di energia e ca- Completano la struttura della centrale ser- viti dalla nuova centrale cogenerativa «Le lore e consumo di calore-combustibile ne- vizi ed infrastrutture necessari al corretto Vallette» ha di molto ridotto i problemi cessario per ottenere le stesse quantità con funzionamento dell'impianto (serbatoi e si- che dall'installazione ex-novo di una rete , impianti separati, è elevato (ca. 35% di ri- stemi di pompaggio, filtraggio, centrifuga siffatta derivano; in pratica l'unica, concre- sparmio potenzialmente ottenibile); del combustibile, apparecchiature elettri- ta realizzazione in questo senso è rappre- c) la scala ridotta del sistema giustifica l'a- che, ecc.). La centrale funziona in modo sentata dal «feeder» di collegamento tra la dozione di una macchina cogenerativa di automatico sotto il controllo e la supervi- centrale e i quartieri limitrofi, in quanto il , dimensioni relativamente ridotte quale il sione di due microprocessori; sono inoltre quartiere «Le Vallette» usufruisce del ca- motore Diesel; installate le apparecchiature necessarie per lore prodotto praticamente «a bocca di d) il rendimento elettrico del Diesel è ele- il controllo a distanza delle unità cogenera- centrale». vato, anche in assenza di produzione ter- tive dal centro del Martinetto dell'A.E.M. La vecchia rete del quartiere «Le Vallette» mica: ciò non può che favorire un Ente, Le modalità di funzionamento della cen- ha una lunghezza complessiva di 28 km come l'A.E.M. di Torino, abilitato alla trale combinata «Le Vallette» rispondono ca., ed è costituita da tubazioni in parte in produzione e distribuzione di energia elet- a criteri pratici di convenienza economica: cunicoli e in parte direttamente interrate. La tubazione di collegamento tra centrale — energia termica prodotta annualmente È opportuno notare come, con uno stesso combinata e quartieri limitrofi ha come dalle caldaie: quantitativo di energia consumata (ca. terminali i locali delle originarie centrali 70.000x0,17= 11.900 Gcal; 155.700 Gcal), a «Le Vallette» tramite co- termiche dove, tramite uno scambiatore di — energia termica totale consumata an- generazione si ottengono due prodotti calore, il fluido proveniente dalla centrale nualmente dal sistema combinato (con un (elettricità e calore) invece di uno (elettri- cede la propria energia termica al fluido rendimento termico dei gruppi combinati e cità). circolante nelle rispettive reti di quartiere. delle caldaie pari rispettivamente al 41% e Calcolato in TEP tale risparmio annuo Il fluido termovettore è acqua «trattata» all'85%): ammonta a 8.241 tep/anno, con un rispar- con sostanze passivanti, che circola ad una 58.100/0,41 + 19.900/0,85 = mio pro-capite di: temperatura di circa 60 + 80°C; tale tempe- 141.700 + 14.000 = 155.700 Gcal. 8.241 /30.000 = 0,275 tep/abitante/anno. ratura, assai bassa rispetto allo standard normale (140 + 160°C di Brescia), è giusti- B) ENERGIA TERMICA TOTALE ficata dall'assenza di scambiatori di calore CONSUMATA DA IMPIANTI CON- presso le utenze termiche. È altresì riscon- VENZIONALI PER PRODURRE SEPA- trabile l'assenza, presso i singoli utenti, di RATAMENTE LE STESSE QUANTITÀ VANTAGGI PER L'UTENZA apparecchiature per la contabilizzazione DI ENERGIA ELETTRICA E CALORE del calore consumato: il calore viene fattu- = «C0»: Quello del risparmio energetico è senza rato forfettariamente in base alla cubatura — energia termica prodotta dal sistema dubbio il vantaggio più immediatamente degli alloggi. combinato: percepibile dei sistemi di produzione com- Cronologicamente, l'utenza calore è consi- 70.000 Gcal; binata di elettricità e calore; d'altro canto stita nel solo quartiere «Le Vallette» sino — energia elettrica prodotta dal sistema risulterebbe alquanto limitativa un'analisi al novembre 1983, quando è stato collega- combinato (con un rendimento elettrico che non prendesse in considerazione ulte- to alla centrale il quartiere 35°; i collega- del 40%): riori aspetti positivi di siffatti sistemi. menti con i quartieri SP1/SB1 e 30° sono 141.700x0,4 = 56.680 Gcal = 66 GWh Tra questi, alcuni sono comuni a qualun- stati effettuati dopo la chiusura della sta- ca.; que tipo di realizzazione cogenerativa, e ri- gione di riscaldamento 1983/84. — energia termica necessaria per ottenere guardano in primis la riduzione dell'inqui- in una centrale termoelettrica convenzio- namento e la possibilità di diversificazione nale 66 GWh di en. el. (si ipotizza un con- delle fonti energetiche primarie utilizzate; sumo di 2.360 Kcal/Kwh): tuttavia, decisivo per il successo ed il defi- nitivo decollo dei sistemi combinati risulta IL RISPARMIO ANNUO 66x2.360 = 155.760 Gcai, l'effettivo beneficio che dalla loro adozione DI COMBUSTIBILE — energia termica necessaria per ottenere in caldaie condominiali (rendimento 65%) deriva alle utenze. Nel caso specifico del- calore per 70.000 Gcal: l'impianto «Le Vallette» tale beneficio- è Concretamente: quanto si risparmia, an- 70.000/0,65= 107.692 Gcal; valutabile nei termini seguenti: nualmente, a «Le Vallette» e quartieri li- — energia termica necessaria per ottenere a) è comunque garantita una elevata qua- mitrofi in termini di combustibile? con centrali termiche di quartiere calore lità del «servizio-calore», sia dal punto di Per dare una risposta a tale quesito valo- per 70.000 Gcal: vista della continuità nell'erogazione dello rizziamo e confrontiamo le seguenti gran- 70.000/0,85 =82.353 Gcai, stesso (manutenzione altamente specializ- dezze: si avranno i seguenti risultati: zata, possibilità di adeguata riserva fornita A) ENERGIA TERMICA TOTALE a) se si adotta come riferimento termico dalle vecchie caldaie, continuità nel rifor- CONSUMATA DAL SISTEMA «LE un tradizionale sistema di caldaie condo- nimento del combustibile, ecc.), sia dal VALLETTE» PER SODDISFARE I miniali: punto di vista della durata dell'erogazione, FABBISOGNI TERMICI ANNUALI = C= 155.700 Gcal che risulta di 24 ore su 24 (contro le 14 ore «C». C0= 155.760+ 107.692 = 263.452 Gcal legali valide per gli impianti condominia- La si ottiene nel seguente modo: con un risparmio in termini assoluti pari a: li); adeguate misurazioni, compiute negli — fabbisogno annuo di calore a «Le Val- R = 263.452 - 155.700 = 107.752 Gcal/an- appartamenti più «freddi» del quartiere, lette» e «Santa Caterina» (prodotto tra vo- no e un risparmio percentuale pari a: hanno inoltre accertato una temperatura lumetria riscaldata e fabbisogno di calore r = (107.752/263.452) x 100 = 40,9%; media ambientale, d'inverno, oscillante in- al m3): b) nel caso in esame è tuttavia più corretto torno ai 21°C (valore ottimale); 1.250.000 m3 x 52 Mcal/m,3 = 65.000 Gcal; adottare come riferimento termico l'origi- b) l'utente è sollevato da ogni tipo di re- — energia termica da erogare annualmen- nario sistema centralizzato di quartiere: sponsabilità riguardante l'installazione, la te (al lordo delle perdite di rete, pari al C = 155.700 Gcal manutenzione ed il controllo delle infra- 7%): Cc = 155.760 + 82.353 = 238.113 Gcal strutture legate ai tradizionali sistemi di 65.000/0,93 = 70.000 Gcal ca.; con un risparmio in termini assoluti pari a: produzione individuale del calore, oltre ai — energia termica prodotta annualmente R = 238.113 - 155.700 = 82.413 Gcal/anno problemi, logistici e finanziari, riguardanti dai Diesel: e un risparmio percentuale pari a: lo stoccaggio in grandi quantità del combu- 70.000x0,83 = 58.100 Gcal; r = (82.413/238.113) x 100 = 34.6%. stibile; c) l'utenza «Le Vallette» e «Santa Cateri- al 1984 (ammontare totale investimento: C.so Siracusa e il C.so Orbassano; l'utenza na» ha a disposizione un impianto nuovis- 21.400 ca. milioni di lire), e nel 1985 è stata calore è di ca. 1.500.000 m\ compresa simo e pienamente efficiente, in luogo del- effettuata l'erogazione del contributo gover- quella del Centro Residenziale Europa, già le vecchie centrali termiche; nativo a favore delle realizzazioni in campo dotato di un sistema centralizzato di pro- c1) il prezzo pagato dall'utenza per il servi- cogenerativo (30% dell'investimento). duzione e distribuzione di calore; la nuova zio di teleriscaldamento è senz'altro conve- I risultati cui si perviene tramite tale centrale cogenerativa situata in Via G. niente (L. 2.149 + 9% IVA al m-' riscaldato D.C.F. sono i seguenti: Reni angolo C.so Salvemini, funzionerà a - prezzo aprile 1986), pure rispetto al prez- — l'anno di ritorno economico dell'inve- metano. zo del metano — il combustibile attual- stimento è il 1994, una decina di anni pri- B) Il Progetto « Torino Sud», in fase di ela- mente meno caro — anche se in futuro si ma della dismissione dell'impianto; borazione definitiva, dopo l'approvazione tenderà all'allineamento tra prezzo del te- — il valore attuale dell'iniziativa, al 2002, da parte del Ministero e lo stanziamento leriscaldamento e prezzo del metano. è di 7.725 milioni di lire. dei fondi relativi; è un progetto molto am- Questi risultati vanno periodicamente ag- bizioso, che mira a trasformare la vecchia giornati, tenendo conto degli eventuali sco- centrale termoelettrica A.E.M. di Monca- stamenti tra dati previsti e dati effettivi. A lieri, dotata di gruppi ormai obsoleti, in questo proposito, un primo aggiornamento centrale cogenerativa, capace di teleriscal- VERIFICA DELLA VALIDITÀ del D.C.F. ci dice che, a causa della man- dare un'area vastissima, comprendente la ECONOMICA DEL PROGETTO cata coincidenza temporale tra andamento zona ospedaliera di Nizza-Millefonti, il previsto ed effettivo dei lavori di allaccia- quartiere S. Salvario-Valentino, il Lingotto Si ritiene che un importante segreto per la mento delle varie utenze, unitamente ad e parte dei comuni di Moncalieri e Niche- riuscita dell'«operazione teleriscaldamen- alcune sottovalutazioni di costi ed a guasti lino; si giungerebbe, in caso di realizzazio- to» sia affrontarla con quello «spirito im- ed inconvenienti che hanno caratterizzato ne, ad un «sistema» di cogenerazione e te- prenditoriale» tipico di realizzazioni di di- il primo periodo (peraltro sperimentale) di leriscaldamento all'avanguardia in Europa. mensioni equiparabili in ambito industria- funzionamento dell'impianto: le; lo scopo dell'operazione non è fornire — l'anno di ritorno dell'investimento di- un servizio prima carente, nel qual caso le venta il 1997; considerazioni economiche sarebbero se- — il valore attuale dell'iniziativa, al 2002, condarie, ma ottenere un beneficio energe- diventa pari a 4.885 milioni di lire, inferio- tico, cioè economico; per cui la redditività re del 35% rispetto a quello previsto dal BIBLIOGRAFIA è la molla della realizzazione. Si afferma D.C.F. di base. comunemente che sarà compatibile con la In ogni caso, è salvaguardato il principio Le elaborazioni relative al risparmio annuo di redditività dell'impresa un impianto ed della «redditività» dell'investimento. combustibile ed al Discounted Cash Flow sono una rete di entità tale da permettere l'as- state effettuate dall'autore sulla base del seguen- sorbimento da parte delle utenze di un te materiale bibliografico: A.E.M. Torino, dépliant illustrativo centrale «Le congruo quantitativo di energia termica Vallette». senza richiedere, per l'investimento e la ge- A.E.M. Torino, «Le Vallette: calore + elettricità», stione, risorse superiori a quelle rese dispo- IL FUTURO DELLA allegato al n° 4 - aprile 1980 di «A.E.M. Informa- nibili dal risparmio di combustibile accu- COGENERAZIONE zioni». mulato in centrale. E DEL TELERISCALDAMENTO A.E.M. Torino. «Rendiconto Esercizio 1983». AINARDI-SAGLIETTI, «La cogenerazione e il tele- Il metodo comunemente usato (anche se- A TORINO riscaldamento a Le Vallette», in Convegno sul condo i dettami della legge 308/82, art. 10) tema: «Riscaldamento urbano: prospettive di ri- sparmio energetico in un'area metropolitana», è quello del «Discounted Cash Flow» Al termine di questa breve analisi del Torino, 28 gennaio 1983. a cura dell'A.E.M. To- (D.C.F.), che si basa sul procedimento del- «caso Vallette» non si può non sottolinea- rino. l'attualizzazione finanziaria ad un determi- re e ribadire, dati alla mano, la sostanziale Su.VERI. «Cogenerazione e gestione del calore in nato tasso di sconto, al fine di rendere con- validità della realizzazione; ora spetterà ai Italia». F. Angeli ed.. Milano, 1984. page 192-194. frontabili tra loro flussi di costo e ricavo responsabili dell'A.E.M. di Torino mettere L'autore si è inoltre giovato, nella fase di raccol- avvenuti in tempi diversi. a frutto l'esperienza maturata a «Le Val- ta dei dati, della collaborazione delle seguenti Nella fattispecie dell'impianto «Le Vallet- lette» in questi anni, al fine di pervenire a persone: te», il Discounted Cash Flow, riferito all'a- sistemi di cogenerazione e teleriscaldamen- Sig. BARBI, A.E.M. Torino gosto '82, fa uso di un tasso di sconto pari to sempre più estesi e perfezionati. In que- Ing. FIAMBERTI, A.E.M. Torino Ing. QUAGLIA, A.E.M. Torino al 5% (tasso di interesse «reale» del marca- st'ottica si inseriscono alcuni progetti P. I. MEZZANATTO, Capo-Centrale «Le Vallette» to) e si basa su parametri di costo e ricavo A.E.M. assai interessanti: Ing. MARRONI. ENEA. in massima parte a carattere previsionale Il materiale bibliografico di cui sopra, unitamen- A) Il Progetto «.Mir afiori Nord», i cui la- (reddito annuo previsto, al netto degli am- te ai colloqui avuti con le persone succitate, co- vori, avviati da poco, troveranno compi- stifuiscono inoltre fondamentale supporto alla mortamenti: 1.890 milioni di lire); la vita mento presumibilmente nel 1988; l'area parte descrittiva del lavoro. utile dell'impianto è stimata pari a 20 anni, teleriscaldata è quella racchiusa tra il co- gli investimenti sono concentrati dal 1979 mune di Grugliasco, il C.so Allamano, il • COME SI EVOLVE LA SUINICOLTURA ITALIANA

Adalberto Nascimbene

Circa un terzo della disponibilità na- capite di carne suina, il nostro Paese occu- 1 zionale di carni suine è destinato al pa il terzultimo posto nella graduatoria consumo fresco, mentre il rimanente viene dei paesi della CEE. trasformato in prodotti elaborati dall'indu- La maggior parte dei capi pronti per la stria salsamentaria e destinato al consumo macellazione passa direttamente dall'alle- sotto forma di prosciutti cotti o crudi, sala- vatore al macello industriale. Le macella- mi, mortadelle e prodotti minori. zioni effettuate direttamente dagli allevato- I consumi di carni suine non si presentano ri si sono infatti ormai drasticamente ridot- omogenei in tutte le aree geografiche, per te, mentre quelle effettuate nei macelli quanto riguarda sia il consumo fresco sia il pubblici sono inferiori al 10% del totale. consumo di prodotti trasformati. Le imprese industriali acquistano i suini Le regioni dell'area centro-settentrionale direttamente dai produttori, o al massimo denunciano, infatti, un consumo pro- attraverso intermediari raccoglitori, e capite decisamente superiore alla media provvedono alla sezionatura della carcassa nazionale, ed in particolare Lombardia, e alla vendita delle diverse parti in funzio- Trentino ed Emilia-Romagna per i salumi, ne della loro destinazione. e Trentino, Marche, Umbria e Sardegna La domanda industriale di suini da macel- per le carni fresche. lo presenta un'elevata dispersione delle Queste disparità sono giustificate da motivi unità locali. Sul territorio nazionale opera- storici (è nelle aree centro-settentrionali no, infatti, circa 2700 imprese di macella- che si è maggiormente diffuso l'allevamen- zione e lavorazione delle carni; a differen- to intensivo quale attività secondaria della za del settore delle carni bovine, in cui è produzione lattiero-casearia, e di conse- elevata la presenza di imprese specializzate guenza l'industria salumiera); da motivi nella prima e seconda trasformazione, nel socio-economici (vari prodotti della tra- settore delle carni suine è diffusissima l'in- sformazione industriale dei suini si collo- tegrazione dell'attività di macellazione con cano in fasce elevate di prezzi unitari al l'attività di produzione di salumi nelle me- dettaglio, favorendo pertanto il consumo desime imprese. nelle aree di maggior reddito pro-capite); La dimensione di queste imprese è conse- da motivi climatici (la carne suina svilup- guentemente abbastanza bassa, e ciò so- pa un elevato volume unitario di calorie, prattutto per la presenza di microaziende che male si adatta al clima caldo delle aree familiari o artigianali. meridionali). Le imprese industriali vere e proprie non Nonostante un notevole incremento avve- dovrebbero, invece, superare le 900 unità. nuto nel livello dei consumi nazionali pro- La distribuzione territoriale di queste im- prese ricalca ed accentua la struttura della merose di quelle richieste per l'allevamen- distribuzione dei consumi pro-capite. to degli ibridi, poiché maggiore è il livello Le aziende con un patrimonio inferiore ai di selezione che viene svolto in questo seg- IO capi, sul totale delle aziende rilevate mento. dall'lSTAT, si possono considerare di Numerosissime imprese sono attive nell'al- scarsa rilevanza economica, in quanto de- levamento a ciclo chiuso, a ciclo aperto e stinate ad una produzione di carattere di ingrasso, con dimensioni estremamente prettamente familiare. variabili e pertanto difficilmente classifica- Notevole e crescente è la concentrazione bili per segmento. del patrimonio suino nelle aziende di mag- Il patrimonio suino è fortemente concen- giori dimensioni (più di 400 capi) che, pur trato al Nord, con il 73,7% del totale, in essendo solo lo 0,4% del totale, allevano il particolare in Emilia (25,6%) e in Lombar- 50,4% del totale dei capi. dia (30,9%), dove si trova la massima con- da specificare come l'Italia si differenzi dai Se a queste si aggiungono quelle di medie centrazione dell'industria di trasformazio- restanti paesi CEE, in quanto le nuove dimensioni (100-400 capi), si ha che I'l,l% ne. Inoltre, anche il tipo di suino richiesto strutture sono prevalentemente indirizzate delle aziende alleva il 67,1% del totale del dal mercato è diverso nelle diverse regioni. alla produzione del suino pesante (da indu- patrimonio suino. Il maiale grasso (fino a 160 kg), che rap- stria) mentre i rimanenti patrimoni sono Rispetto alla situazione rilevabile all'inizio presenta circa il 60% dei capi prodotti an- maggiormente costituiti da suini magri. degli anni Settanta, si osserva una crescita nualmente in Italia, è allevato quasi esclu- I suini all'ingrasso di peso vivo superiore relativa delle aziende con meno di 10 capi sivamente in Emilia-Romagna, Lombardia ai 110 chilogrammi si aggirano infatti sul o con più di 100 capi. Il nostro è l'unico e parte del Veneto e Friuli. Quello magro 13% del totale dei capi presenti in Italia e paese a presentare un'evoluzione di questo (fino a 120 kg), che costituisce il 40% del rappresentano circa il 70% dei «suini pe- tipo; tutti i partners comunitari, infatti, ve- totale, è allevato solo in alcune regioni del santi» prodotti nell'intera comunità. dono diminuire la percentuale di alleva- Nord (Piemonte e parte del Veneto) ed è La parte più evoluta del mercato è quella menti con meno di 20 capi. estremamente diffuso in tutto il Centro dei capi leggeri da macelleria, ma l'Italia Nell'ambito delle maggiori imprese, si Sud. incontra un grosso ostacolo all'espansione identificano aziende che svolgono attività Il patrimonio suinicolo nazionale ha mo- in questo segmento proprio nella forte con- di allevamento di riproduttori ibridi e di strato, dal 1970 in poi, una crescita note- correnza estera, soprattutto olandese. selezione di riproduttori puri. vole, ad un tasso medio annuo pari al Tra le prime sono presenti allevamenti ad 3,4%. Nel periodo 1979-1984 il prezzo dei alta tecnologia in cui la componente tecni- L'espansione deriva da variazioni estrema- ** suini da macello è aumentato ad un co-scientifica riveste un'importanza fonda- mente positive delle regioni settentrionali tasso medio annuo del 9%. mentale. All'attività di selezione di ripro- (che così accrescono ulteriormente il loro L'andamento dei prezzi è tuttavia caratte- duttori puri appartengono sia allevamenti peso sul patrimonio globale del paese), rizzato da una forte variabilità mensile e di agricoltori, sia alcuni allevamenti di contrapposte a leggeri incrementi e a dimi- annuale. ibridi che selezionano alcuni ceppi in pu- nuzioni rilevate per le aree centro- Oltre alle variazioni mensili si verificano rezza. meridionali. anche importanti oscillazioni dei prezzi Tutti gli allevatori di questa categoria ri- E da sottolineare lo sviluppo registrato in medi annui, dovute a crisi cicliche, ricor- sultano iscritti ali ANAS (Associazione Lombardia, regione che ha più che rad- renti in media ogni 4-5 anni, che provoca- Nazionale Allevatori di Suini) che conser- doppiato la propria consistenza nell'arco no in alternanza l'espansione e la riduzio- va l'Albo genealogico delle principali razze di dodici anni. ne del patrimonio suinicolo nazionale. allevate in Italia e che, attraverso propri Uno dei vantaggi della marcata concentra- A partire dal settembre 1981, le quotazioni centri, controlla le caratteristiche genetiche zione nella pianura padana è rappresentato dei suini hanno iniziato ad invertire la ten- e morfologiche dei capi iscritti. dalla vicinanza tra mangimificio e alleva- denza negativa che aveva caratterizzato il Da informazioni ANAS risulta evidente la mento, che genera una riduzione del costo mercato nei due anni precedenti, raggiun- massima concentrazione di tali capi iscritti dei trasporti e può ridurre al minimo gli gendo livelli soddisfacenti nel giro di pochi in Lombardia e in Emilia-Romagna, e più stoccaggi. mesi. precisamente nelle province di Reggio Occorre sottolineare che gravi ostacoli ad II marcato aumento nel consumo di carne Emilia e Mantova. una maggiore concentrazione degli alleva- suina avvenuto negli anni Settanta è in li- Le aziende di selezione di riproduttori puri menti sono posti dalla severa legislazione nea con la tendenza emergente a livello eu- sono spesso di dimensioni inferiori a quelle anti-inquinamento e dalle crescenti prese ropeo, a svantaggio del consumo di carni che producono ibridi. Infatti occorre che il di posizione degli amministratori locali su bovine e a favore della carne suina e del numero di capi allevati sia tale da permet- questa materia. pollame. tere lo svolgimento di tutti i controlli e re- Rispetto alla consistenza complessiva a li- In complesso, il consumo pro-capite fa re- gistrazioni sulle caratteristiche genetiche, vello comunitario, l'Italia occupa la quinta gistrare un costante incremento, dovuto funzionali e morfologiche di tutti i capi al- posizione, con un 11,5% del totale. alla penetrazione nei mercati meridionali levati. Tali operazioni sono spesso più nu- Dal punto di vista qualitativo, tuttavia, è (soprattutto per quanto riguarda il suino ti hanno subito un decremento pari al 9%, in virtù di una sempre più accentuata pru- denza negli acquisti da parte degli allevato- ri, in un contesto mercantile particolar- mente sfavorevole per i suini maturi. Il mercato è comunque crollato in tutta la CEE: è tuttavia l'Italia a risentirne in mag- giore misura, in parte per il diverso tasso di inflazione, ma soprattutto per i più ele- vati costi di produzione, che rendono nor- malmente esigui, per i nostri allevatori, i margini di utile. Le cause della negativa evoluzione mer- cantile sono di diverso tipo. Innanzitutto, la suinicoltura italiana è stata colpita dalle massicce esportazioni di paesi terzi (in par- ticolare dell'Europa orientale) negli stati della Comunità, che hanno costretto dane- si e olandesi a dirottare una parte maggiore dei propri surplus produttivi verso l'Italia. A questo proposito, è stato applicato dalla Comunità un superprelievo sulle importa- zioni provenienti dai paesi dell'Est. In secondo luogo la Commissione CEE, per far fronte alle crisi di mercato, concede aiuti allo stoccaggio ormai non più stagio- nali, ma continui; al termine dello stoccag- gio, il prodotto affluisce sul mercato con pesanti conseguenze sulle quotazioni. Inoltre gli ICM, nonostante il programma di progressiva riduzione, rappresentano tuttora un discreto incentivo all'esporta- zione da paesi a moneta forte verso paesi a moneta debole. Notevole è inoltre il problema del costo dell'alimentazione che, per una serie di cause, è sensibilmente più elevato in Italia che nei paesi del Nord Europa. L'evoluzione dei prezzi in gran parte del magro) e soprattutto al graduale supera- to negli ultimi anni, comunque, si assiste 1984 non ha assolutamente migliorato la mento di prevenzioni di carattere igienico- ad una rivalutazione dei salumi, in qualità situazione degli allevatori, peggiorandone sanitario. di piatto pronto, rispondente alle emergen- anzi la crisi, dal momento che le quotazio- Si nota, tuttora, una stagionalità piuttosto ti esigenze di vita. ni dei suini maturi sono rimaste stabili in- marcata, con punte massime nei mesi di Quanto al consumo di carne suina non tra- torno alle 1800-1850 lire/kg. dicembre e gennaio e con valori minimi sformata, occorre rilevare la tendenza, Il 1984 ha sostanzialmente mostrato un nei mesi estivi e nella primavera avanzata. come del resto avviene per le altre catego- andamento in linea con l'anno precedente, Circa un terzo delle carni suine viene con- rie di carne, alla scelta da parte del consu- con prezzi di vendita unitari inferiori al li- sumato fresco, mentre il restante viene matore quasi esclusivamente delle parti vello dei costi. Se da un lato la pressione consumato dopo la lavorazione dell'indu- pregiate, mettendo in difficoltà il macella- dell'offerta estera si è in gran parte allenta- stria alimentare. La secortda quota sembra tore per la collocazione delle rimanenti ta, grazie alla parziale riduzione degli però in diminuzione, recentemente, a van- parti. ICM, dall'altro nonostante 11 deteriora- taggio della percentuale relativa al consu- Il 1983 ha segnato il momento di una delle mento del rapporto costi-ricavi, a livello mo di carne fresca. più gravi crisi della suinicoltura italiana; comunitario si è sviluppata una tendenza I consumi di carne suina e di salumi si mo- mentre il costo dei mezzi di produzione è espansiva, con mantenimento di forti sur- dificano in parte in termini concorrenziali: salito del 10% circa, i prezzi dei suini da plus produttivi e ricorso allo stoccaggio l'aumento delle vendite di un alimento va macello si sono ridotti, rispetto alla media privato CEE. a scapito dell'altro, e viceversa. Soprattut- del 1982, del 3%. Le quotazioni dei suinet- Il trend tendenzialmente crescente della produzione nazionale ha, nel 1984, un'at- ciclo aperto, in cui non risulta possibile tenuazione del saggio di crescita, a causa modificare né il peso a cui vengono vendu- della maggior prudenza da parte degli alle- ti i suini ingrassati né il numero di suinetti vatori e della chiusura di un discreto nu- prodotti all'anno. mero di aziende di medio-piccole dimen- In genere, grazie anche alla crescente pre- sioni. senza di unità di produzione più grandi, i Per quanto riguarda i consumi, il 1984 ha livelli produttivi sembrano essere meno di- fatto registrare livelli simili all'anno prece- pendenti dalle fluttuazioni del mercato, ri- dente, in quanto abitudini alimentari e spetto al passato. pregiudizi igienico-sanitari nei confronti L'attenuazione della concorrenza estera è della carne suina sono assai radicati nel comunque la variabile chiave per lo svi- consumatore italiano e pertanto non facil- luppo di medio-lungo periodo della suini- mente modificabili nel breve periodo. coltura nazionale, attenuazione che potrà Nel lungo periodo, la redditività degli alle- essere realizzata attraverso una ulteriore vamenti ha mostrato un andamento sen- diffusione delle imprese a ciclo integrato e z'altro meno positivo rispetto agli altri set- del «suino magro». tori zootecnici, tanto che dal '71 ad oggi, le quotazioni medie si sono incrementate di un 317%, contro un 434% per i bovini, un 475% per gli avicoli e un 576% per gli ovi- caprini. Di fronte a tale evoluzione e alle consuete crisi cicliche di cui l'attuale rappresenta la più grave degli ultimi decenni, diverse sono le capacità di adattamento dei vari tipi di aziende. Le imprese di selezione risentono in minor misura degli effetti negativi di questa situa- zione: è un'attività nata da poco, si trova in fase espansiva e non vi sono grossi feno- meni di concorrenzialità. D'altra parte, le aziende che vi operano puntano più sulla • qualità del prodotto, promossa attraverso vaste campagne pubblicitarie, che su poli- tiche di prezzo. Ciononostante, già si sono verificate chiusure per scarsa convenienza dell'attività. Le aziende che praticano l'ingrasso hanno possibilità relativamente ridotte di adattar- si alle variazioni dei prezzi, commisurando l'acquisto di suinetti, il peso a cui vengono acquistati e il peso a cui vengono venduti alle previsioni del mercato a breve e medio periodo. L'allevamento a ciclo chiuso presenta an- cora maggiore rigidità di fronte a questa si- tuazione, in quanto l'unico tipo di adatta- mento possibile è la vendita dei suini a pesi inferiori rispetto a quelli richiesti dal- l'industria di trasformazione. Tale tipo di allevamento cioè, non può nel breve perio- do variare il numero di suini prodotti nel- l'anno senza modificare il patrimonio aziendale di scrofe riproduttrici (e quindi modificare il capitale proprio). Una rigidità ancora maggiore verso questa situazione è presente negli allevamenti a L'ECU Lucio Battistotli

scuna moneta nel paniere è funzione della INTRODUZIONE parte di ciascuno Stato membro nel pro- dotto interno lordo (PIL) della Comunità, Nella Comunità europea (originariamente negli scambi intracomunitari di merci e nel composta da sei paesi, divenuti in seguito meccanismo di sostegno comunitario mes- nove, poi dieci e, dall'1.1.1986, dodici) è so a punto dalle Banche centrali degli Stati sorta sin dall'inizio (il Trattato di Roma, membri. che istituisce la CEE, è stato firmato il 25 Il valore dell'ECU è fissato quotidiana- marzo 1957) l'esigenza di un parametro mente dalla Commissione per le differenti monetario comune, che non poteva neces- monete sulla base dei corsi di chiusura sui sariamente essere la moneta di uno degli diversi mercati dei cambi. Il controvalore Stati membri. dell'ECU rispetto alle monete degli Stati Tale parametro monetario è l'unità di con- membri è calcolato sulla base della quota- to necessaria alla redazione del bilancio ge- zione ufficiale di tali monete sul mercato nerale della Comunità, al calcolo dei debiti dei cambi del paese considerato. La com- e dei crediti ed alla determinazione del li- posizione percentuale dell'ECU dal vello dei prezzi dei prodotti agricoli nel- 17.9.84 è la seguente: l'ambito della politica agricola comune. LIT. 10,125%; £ 15,024%;, FB 8,128%; La prima unità di conto (UC) usata dalla DKR 2,692%; FLUX 0,3%; DRA 1,306%; Comunità europea fu l'unità di conto del- DM 32,013%; FF 19,002%; HFL 10,117%; l'unione europea dei pagamenti (UEP) isti- £IRL 1,202%. tuita nel 1950. Il valore dell'UC era diret- (Il valore dell'ECU a fine 1985 è di circa tamente legato al dollaro che a sua volta LIT. 1.500). aveva una parità fissa con l'oro. È necessario precisare che il cambio del- A partire dall'estate 1971 (dichiarazione di l'ECU fissato dalla Commissione in base inconvertibilità del dollaro) ed in seguito al alla composizione del paniere non coincide crollo del «sistema dei cambi fissi» il valo- esattamente con le quotazioni raggiunte re dell'UC (ora ECU) e del dollaro diver- dall'ECU nelle borse valori dei singoli Sta- gono. ti membri, che si formano in base al gioco Il 21 aprile 1975 la Comunità, seguendo della domanda e dell'offerta. l'esempio del FMI che aveva istituito il La composizione del paniere è soggetta a DSP (diritto speciale di prelievo), decise di revisione ogni cinque anni. istituire una nuova unità di conto europea (UCE), basata su un paniere formato dalle monete dei nove Stati membri, con un va- lore esterno fissato giorno per giorno. All'entrata in vigore del sistema monetario L'ECU ED IL SISTEMA europeo (SME), il 13 marzo 1979, l'UCE MONETARIO EUROPEO divenne l'unità di conto del sistema, mu- tando il proprio nome in ECU (*). • L'ECU è lo strumento chiave dello Progressivamente l'ECU fu utilizzato da SME e rappresenta il simbolo di un'area tutte le istituzioni comunitarie divenendo monetaria europea che mira alla stabilità. l'unità di conto della politica agricola co- La risoluzione del Consiglio europeo del 5 mune, del bilancio delle Comunità euro- dicembre 1978, in occasione dell'istituzio- pee, della banca europea per gli investi- ne dello SME, afferma infatti che: «cardine menti, della CECA e dell'EURATOM. dello SME è un'unità monetaria europea (ECU)», ed ancora che «lo SME dev'essere considerato come un elemento fondamen- tale di una vasta strategia avente per scopo una crescita sostenuta nella stabilità, un CHE COS'È L'ECU progressivo ritorno al pieno impiego, il riavvicinamento dei livelli di vita e la ridu- L'ECU è calcolato sulla base di un paniere zione delle disparità regionali nella Comu- di monete della Comunità. Il peso di cia- nità» ed inoltre lo SME dovrà «esercitare un effetto stabilizzatore sulle relazioni eco- ( *) Va ricordato che del meccanismo di cambio dello nomiche e monetarie internazionali». SME non fanno parte la sterlina inglese e la drac- Quanto sopra evidenzia che il ruolo asse- ma greca. gnato dal Consiglio europeo all'ECU non è quella di denominatore per le operazioni la Commissione ed approvato dal Parla- limitato solo ad una funzione di parametro nell'ambito dei meccanismi d'intervento e mento europeo e dal Consiglio europeo interno al «sistema SME» ma va ben al di di credito dello SME. tutte le entrate e le uscite vengono accerta- là ponendo in prospettiva le basi per un Tali interventi consistono nell'acquisto e te in ECU. contributo dell'ECU ad una accresciuta nella vendita, da parte delle autorità mo- Dal 1979 l'ECU costituisce l'unica unità di stabilità mondiale dei cambi. netarie dei singoli paesi, di valute estere conto per la fissazione dei dazi doganali Su di un piano interno all'area monetaria contro moneta nazionale allo scopo di mo- nonché di prelievi, restituzioni ed altri pa- SME le funzioni assegnate all'ECU sono le dificare il tasso di cambio della propria gamenti all'interno della Comunità. seguenti: moneta agendo sull'offerta. In ECU sono altresì denominati i contratti — numerario per il meccanismo di cam- Il meccanismo di intervento prevede che le con le imprese che ricevono dalla Comuni- bio; banche centrali si concedano reciproca- tà sovvenzioni e prestiti nonché le ammen- — base per l'indicatore di divergenza; mente e senza limitazioni d'importo linee de pecuniarie che le imprese devono versa- — denominatore per le operazioni del di credito a brevissimo termine per il fi- re in caso di violazione di disposizioni co- meccanismo d'intervento; nanziamento degli interventi necessari. munitarie. — mezzo di regolamento fra le autorità Tali operazioni si effettuano nel quadro monetarie della CEE. del FECOM (Fondo europeo di coopera- • Nell'ambito della politica agricola co- zione monetaria), istituito nel 1970, e sono mune (PAC) i prezzi agricoli comunitari sono espressi in ECU, in tal modo i prezzi • La funzione di numerario per il mecca- denominate in ECU. garantiti agli agricoltori sono fissati secon- nismo di cambio dello SME non si esauri- La denominazione in ECU delle partite do un parametro monetario uniforme in sce nel semplice fatto tecnico ma stabilisce creditorie e debitorie del meccanismo dei modo da evitare che le eventuali modifiche collegamenti istituzionali fra le diverse crediti valutari consente la ripartizione fra delle parità di cambio centrali si ripercuo- monete partecipanti al sistema. debitore e creditore del rischio di oscilla- tano direttamente sulla politica agricola In tal modo ogni variazione delle parità zione cambio. comune e sui prezzi agricoli. centrali non può essere decisa indipenden- Nell'ambito della PAC sono stati istituiti temente dalla banca centrale di un paese • La quarta funzione dell'ECU all'interno tassi di conversione specifici, le cosiddette membro ma solo in seguito ad accordi con- dello SME è collegata alla terza ed è quella «parità verdi», fissati dal Consiglio dei mi- sensuali dei partecipanti. Nello SME sono di servire da mezzo di regolamento dei sal- nistri. Le parità verdi seguono le parità stabilite, per ogni moneta, delle parità cen- di creditori e debitori sorti fra le banche centrali con un certo ritardo e le differenze trali espresse in ECU; tali parità centrali centrali nell'ambito del meccanismo d'in- tra le parità monetarie e le parità verdi costituiscono una griglia o tabella di parità tervento. vengono colmate dagli importi compensa- bilaterali fra le monete che partecipano al tivi monetari. sistema. • L'ECU non è solo una semplice unità di L'ECU è inoltre l'unità di conto del Fondo Ogni moneta ha la possibilità di oscillare conto ma anche uno strumento di riserva, di sviluppo (FES) istituito dalla Conven- entro margini di fluttuazione del 2,5% in infatti dall'istituzione dello SME gli Stati zione di Lomé per più di 60 paesi dell'A- più o in meno della parità bilaterale; per la membri depositano il 20% delle loro riser- frica, dei Caraibi e del Pacifico; gli aiuti fi- lira italiana tali «wider bands» sono più ve auree ed il 20% delle loro riserve in dol- nanziari ed i prestiti che la CEE concede a ampie (+/- 6%). lari presso il FECOM ricevendone in con- tropartita crediti in ECU. detti paesi sono espressi in ECU. • La seconda funzione dell'ECU (base per La creazione di «moneta ECU» ha quindi l'indicatore di divergenza) assume impor- come contropartita l'accantonamento di ri- tanti connotazioni di carattere economico- serve in oro e dollari e non costituisce dun- monetario. L'indicatore funziona infatti in que creazione di liquidità aggiuntiva. L'UTILIZZO PRIVATO DELL'ECU guisa di sistema di preallarme capace di se- Il Fondo Monetario internazionale tiene gnalare in anticipo il prodursi di eventuali conto dell'esistenza dei depositi in ECU • Uno dei fenomeni più interessanti degli divergenze tra una moneta e la media delle non considerando le riserve auree deposi- ultimi anni è senza alcun dubbio lo straor- altre. tate presso il FECOM come riserve auree dinario sviluppo dell'uso privato dell'E- Il segnale d'allarme scatta quando una mo- dei singoli Stati membri. CU. neta supera la propria soglia di divergenza rispetto all'ECU. Sarà allora compito delle L'ECU privato ha iniziato a diffondersi ne- autorità monetarie dello Stato membro in- gli anni '80 dapprima nel settore finanzia- teressato il prendere le contromisure mo- rio (emissioni obbligazionarie in ECU, ob- netarie adeguate al fine di evitare che la L'ECU MONETA DELLA C.E.E. bligazioni convertibili, ecc.) poi nel settore moneta esca dalle fasce d'oscillazione am- monetario (mercato interbancario, prestiti messe. In caso contrario una nuova fissa- • L'ECU è l'unità di conto nella quale sindacati, ecc.), ed infine come moneta di zione delle parità s'impone. sono redatti i bilanci delle Comunità euro- fatturazione nei contratti commerciali al- pee e della Banca europea per gli investi- l'esportazione. • La terza funzione assegnata all'ECU è menti. Nel progetto di bilancio redatto dal- Tale evoluzione ha permesso che l'ECU »

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conquistasse via via tutte le funzioni tipi- Nelle fatturazioni l'ECU svolge la funzione • Gli inizi dell'ECU privato furono tutta- che di una moneta. di unità di conto. via piuttosto incerti poiché molti operatori Sul mercato finanziario, nei prestiti a me- Malgrado l'impasse dell'ECU ufficiale si è finanziari non avevano fiducia nell'avveni- dio-lungo termine, l'ECU svolge la funzio- dunque sviluppato un vero circuito privato re di una nuova «moneta-paniere». ne di riserva di valore. dell'ECU; tale ECU privato, utilizzato dal- 11 primo nucleo dello sviluppo dell'ECU Sul mercato monetario, nelle transazioni a le banche commerciali, è divenuto una privato si può individuare nei depositi in breve, l'ECU è essenzialmente un mezzo di vera moneta trattata sia all'interno che al- ECU che le istituzioni europee hanno pagamento. l'esterno della Comunità. aperto presso le banche belghe e lussem- burghesi. Quando un mercato interbancario dell'E- CU comincia lentamente a svilupparsi le banche possono scambiare più facilmente la «divisa europea» permettendo lo svilup- po di un vero mercato monetario dell'E- CU. Attualmente il mercato interbancario del- l'ECU si basa su circa 200 banche com- merciali e rappresenta, a line '85, circa 10 miliardi di ECU. Ma benché lo sviluppo del mercato interbancario dell'ECU abbia beneficiato sin qui della crescita del merca- to euro-obbligazionario e dei depositi in ECU, esso non diventerà veramente mag- giorenne che quando l'ECU diventerà un vero strumento internazionale di riserva e quando il suo uso si generalizzerà anche a livello di transazioni commerciali. Dopo lo sviluppo dei depositi di ECU non tarda a formarsi un mercato del credito a breve, medio e lungo termine denominato in ECU; infatti l'indebitamento in ECU permette al debitore la diversificazione del- l'indebitamento e la minimizzazione del ri- schio di cambio. La crescita del mercato degli euro-crediti sindacati in ECU è stata più modesta di quella del mercato euro-obbligazionario ma ha pur sempre raggiunto volumi rispet- tabili: nel 1984 sono infatti stati accordati più di 50 crediti sindacati (**) per un totale di circa 2,6 miliardi di ECU (contro appe- ECOO-OOO-OOO na 19 crediti per circa 900 milioni di ECU nel 1983). __ , 19 _ g Sul mercato euro-obbligazionario l'ECU è Co s, -CurrencyUntts Ere . ' ; > tv&i.ti • Due fatti testimoniano della crescente R'-.:.vnytBV Si eu'Ob*!* sM Bryasf-ls.BeJQtuto •4Mf . 'Wm maturità del mercato delle transazioni fi- " furo TraveUers Chèque nanziarie in ECU: — le forze del mercato, domanda ed offer- ta, determinano sempre più il corso ed il Signature of holdet tasso dell'ECU, cosicché il tasso di interes- se dell'ECU sul mercato obbligazionario ??117D03fl0bDlJ' 17003flDbDlrl DD00001000DV •OODDOQaJ' 03H non è più funzione della media ponderata no «wtiing or starnotng ttut loftce (**) di importo superiore a 19 milioni di ECU. dei tassi d'interesse delle monete che lo Da tempo inoltre le banche giapponesi compongono, ma piuttosto del gioco della sono assai attive sul mercato dell'ECU e domanda e dell'offerta; nel corso del 1985 è stata collocata in — sul mercato delle euro-emissioni deno- Giappone la prima emissione in ECU. minate in ECU si rileva un netto aumento L'ECU potrebbe dunque in un prossimo dell'importo medio delle emissioni, un al- futuro contribuire alla rifondazione di un lungamento della durata nonché l'impiego ordine monetario internazionale basato di tecniche finanziarie sempre più sofisti- sulla collaborazione fra dollaro, ECU e cate. Yen. L'ECU è così la sola «moneta-paniere» per la quale si siano sviluppati un mercato monetario ed un mercato finanziario di di- mensioni ragguardevoli. Malgrado tale vitalità il mercato dell'ECU BIBLIOGRAFIA presenta tuttora alcune debolezze. E da rilevare, ad esempio, l'assenza di un CE, COMMISSIONE, L'ecu, Bruxelles 1984, Docu- mentazione europea. sistema di compensazione multilaterale CE, COMMISSIONE, Comunicazione sulla promo- delle transazioni in ECU anche se con le zione del ruolo internazionale dell'Ecu, Bruxel- decisioni prese dal Consiglio dei ministri les 1983. delle Finanze della CEE a Palermo nella CE, COMMISSIONE, Documenti sul sistema mone- tario europeo, Bruxelles 1982, 133 p.. Economia primavera del 1985 il limite di accettabili- europea, n. 12, 1982. tà dell'ECU nei rapporti tra le banche cen- BEI, Perspectives de l'Ecu, Lussemburgo 1985, trali è stato elevato, così come sono state Informazioni BEI n. 46/1985. migliorate le possibilità di ricorso al FE- COREL LEO DE, L'usage prive de l'ECU, Eure- COM. pargne, Luxembourg, n. 3/1983. MAMBERTO GIORGIO, Le diverse nozioni di unità Ancora, il mercato dell'ECU è un mercato di conto nell'ambito delle Comunità europee, strutturalmente squilibrato essendo gli im- Cronache Economiche, Torino, n. 11/12, 1974. pieghi superiori alla raccolta (depositi). MAMBERTO GIORGIO, La nuova unità di conto europea. Cronache Economiche, Torino, n. 5/6, Ciò è dovuto alle restrizioni imposte all'E- 1976. CU in alcuni Stati membri. Così la Ger- PADOA-SCHIOPPA TOMMASO, Lo scudo e il siste- mania federale è il solo Stato membro del- ma monetario europeo. Bancaria, Roma, marzo la Comunità a non avere ancora ricono- 1981, n. 3. TRIFFIN ROBERT, The International rote of the sciuto, né de jure né de facto, l'ECU come ECU as a European parallel currency, Foreign una divisa, anche se un passo avanti in tal AtTairs, New York, Januar 1979. senso è stato compiuto nel luglio 1985 VALENNE PIERRE-MARIE, L'ECU et le róle spéci- quando la Bundesbank ha autorizzato la fique de la place financière de Luxembourg, Ar- ticles et conférences. Banque Internationale à vendita di travellers cheques in ECU sul Luxembourg, avril 1985. mercato tedesco. VELO DARIO, GABRIELLI GILBERTO, Samurai Yen va a nozze con Geisha ECU, il Sole - 24 Ore, Milano, 16 luglio 1985. • In sede conclusiva è da rilevare che lo ORCALLI GABRIELE, Mercati dei capitali e inte- sviluppo dell'uso privato dell'ECU è avve- grazione economica, CLEUP, Padova, 1983. nuto in maniera quasi autonoma non ne- BOSELLO FRANCO, Area valutaria ottimale e unione monetaria nell'analisi economica, Rivi- cessitando dell'attivo sostegno delle autori- sta di Politica Economica, voi. 65, 1975. tà monetarie nazionali. Sono quindi state le qualità intrinseche dell'ECU a favorirne la diffusione in un mondo caratterizzato da un profondo bisogno di stabilità e di sicu- rezza. Così uno sguardo al panorama internazio- nale conferma la crescente fiducia della co- • munità finanziaria internazionale nel futu- ro dell'ECU. L'ECU si sta diffondendo sempre più nei paesi scandinavi, in Austria ed in Svizzera, cioè in paesi europei non aderenti alla CEE. Negli Stati Uniti diven- gono sempre più numerose le emissioni in ECU collocate nel paese. CHE FINE FARÀ LA POLITICA AGRICOLA DELLA CEE?

Bruno Pusterla

In un clima di incertezza e confusione, or- rappresentate principalmente dalla imposi- mai consuete ma sempre più marcatamen- zione di una tassa di corresponsabilità su te negative, si è concluso a Lussemburgo il tutti i cereali ed il rinvio delle misure inte- negoziato sui prezzi agricoli e sulle misure grative alla politica strutturale per il mi- connesse per l'annata 1986-87. gliore conseguimento della Politica Agrico- Prima di esaminare i risultati vanno evi- la Comunitaria (P.A.C.). denziate le preoccupazioni relative al futu- Praticamente, le decisioni sui prezzi agri- ro della politica agricola comunitaria, sem- coli, ispirate a criteri di massima austerità pre meno tale per il pericolo ormai marca- per le ristrettezze di bilancio, ripartiscono to della «rinazionalizzazione» degli aiuti, in modo ineguale non più i vantaggi, che che trova disponibili, se non addirittura per anni hanno dominato la scena comuni- fautori, Germania, Regno Unito e Francia. taria, bensì i sacrifici che le produzioni Alle misure dei prezzi, infatti, non si sono agricole vanno man mano pretendendo da- accompagnate le misure strutturali che gli imprenditori della C.E.E., ed in partico- avrebbero dovuto rappresentare, per il no- lare nei diversi Paesi membri in funzione stro Paese, la contropartita alla non soddi- della specificità delle produzioni dominan- sfacente fissazione dei prezzi agricoli. Alla ti di ogni singolo Stato. nota, indubbiamente positiva, della svalu- Nel loro insieme, le diverse misure varate tazione di 5 punti della «lira verde», che si a Lussemburgo comportano valutazioni traduce in un aumento medio dei prezzi non del tutto negative circa le linee di ten- garantiti (INTERVENTO) di circa il 4,5%, denza, non concretizzate, però, con il prag- si contrappongono circostanze negative matismo che la situazione richiedeva. Prodotto e periodo 1985/86 parità 1985/86 1986/87 di applicazione parità 1986/87 var. % var. % Ecu/t verde lire/t Ecu/t verde lire/t Ecu lire Grano tenero (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 254.98 1482 377880 256.16 pr. d'int. panificabile 1539 394230 0.46 4.33 qualità sup. 1482 183.03 1539 281681 pr. d'int. panificabile 179.44 1482 265930 179.44 1539 276158 0.00 3.85 pr. d'int. foraggero 179.44 1482 265930 170.47 1539 262353 -5.00 -1.34 Orzo (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 232.61 1482 344728 233.86 1539 359911 0.54 4.40 prezzo d'intervento 179.44 1482 265930 170.47 1539 262353 -5.00 - 1.34 Mais (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 232.61 1482 344728 233.86 prezzo d'intervento 1539 359911 0.54 4.40 179.44 1482 265930 179.44 1539 276158 0.00 3.85 Sorgo (1.7.86-30-6-87) prezzo indicativo 232.61 1482 344728 233.86 prezzo d'intervento 1539 359911 0.54 4.40 179.44 1482 265930 170.47 1539 262353 -5.00 - 1.34 Segale (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 234.61 1482 347692 233.86 prezzo d'intervento 1539 359911 -0.32 3.51 panificabile 181.23 1482 268583 179.44 1539 prezzo d'intervento 276158 0.99 2.82 foraggero 181.23 1482 268583 170.47 1539 262353 •5.94 -2.32 Grano duro (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 357.70 1482 530111 prezzò d'intervento 357.70 1539 550500 0.00 3.85 312.08 1482 462503 299.60 1539 aiuto alla produzione (ha) 461084 -4.00 -0.31 101.31 1482 150141 113.79 1539 175123 12.32 16.64 Riso (1.9.86-31.8.87) prezzo indicativo semigreggio 548.37 1482 812684 548.37 prezzo d'intervento 1539 843941 0.00 3.85 risone 314.19 1482 465630 314.19 1539 483538 0.00 3.85 Zucchero (1.7.86-30.6.87) prezzo di base barbabietola 40.89 1482 60599 prezzo intervento 40.89 1554 63543 0.00 4.86 zucchero bianco 541.80 1482 802948 541.80 1554 841957 0.00 4.86 Olio d'oliva (1.11.86-31.10.87) prezzo indicativo alla produzione 3225.60 1482 4780339 prezzo d'intervento 3225.60 1554 5012582 0.00 4.86 2276.20 1482 3373328 aiuto alla produzione 2162.40 1554 3360370 -5.00 -0.38 709.50 1482 1051479 709.50 1554 1102563 0.00 4.86 Colza (1.7.86-30.6.87) prezzo indicativo 464.10 1482 687796 464.10 1539 714250 0.00 3.85 prezzo d'intervento 421.50 1482 624663 421.50 1539 648689 0.00 3.85 Girasole (1.8.86-31.7.87) prezzo indicativo 573.50 1482 849927 583.50 1539 898007 1.74 5.66 prezzo d'intervento 524.70 1482 777605 534.70 1539 822903 1.91 5.83 Soia (1.9.86-31.8.87) prezzo obiettivo 575.80 1482 853336 575.80 prezzo minimo 1539 886156 0.00 3.85 506.70 1482 750929 506.70 1539 779811 0.00 3.85 Foraggi secchi (1.4.86-31.3.87) aiuto forfettario 8.49 1482 12582 8.49 1554 13193 0.00 4.86 prezzo obiettivo 178.92 1482 265159 178.92 1554 278042 0.00 4.86 Piselli, fave, favette (1.7.86-30.6.87) prezzo limite intervento 506.40 1482 prezzo obiettivo 750485 509.60 1554 791918 0.63 5.52 324.80 1482 481354 324.80 1554 504739 0.00 4.86 prezzo minimo piselli 283 50 1482 420147 283.50 1554 440559 0.00 4.86

44 I Prodotto e periodo 1985/86 parità 1985/86 1986/87 parità 1986/87 var. % var. % di applicazione Ecu/t verde lire/t Ecu/t verde lire/t Ecu lire

prezzo minimo fave, favette 273.50 1482 405327 273.50 1554 425019 0.00 4.86

Lupino (1.7.86-30.6.87) prezzo di scatto 482.50 1482 715065 482.50 1554 749805 0.00 4.86 prezzo minimo 317.90 1482 471128 317.90 1554 494017 0.00 4.86 Lino (1.8.86-31.7.87) prezzo d'orientamento 554.10 1482 821176 554.10 1554 861071 0.00 4.86 aiuto fisso (ha) 355.09 1482 526243 355.09 1554 551810 0.00 4.86 Canapa (1.8.86-31.7.87) aiuto fisso (ha) 322.48 1482 477915 322.48 1554 501134 0.00 4.86 Baco da seta (1.4.86-31.3.87) prezzo fisso per telaino 108.67 1482 161049 108.67 1554 168873 0.00 4.86

Cotone (1.9.86-31.8.87) prezzo obiettivo 960.20 1482 1423016 960.20 1554 1492151 0.00 4.86 prezzo minimo 912.30 1482 1352029 912.30 1554 1417714 0.00 4.86

Latte (12.5.86-31.3.87) prezzo indicativo 278.40 1482 412589 278.40 1554 432634 0.00 4.86

Burro prezzo d'intervento 3132.00 1482 4641624 3132.00 1554 4867128 0.00 4.86

Latte scremato in polvere prezzo d'intervento 1740.40 1482 2579273 1740.40 1554 2704582 0.00 4.86

Grana padano 30-60 gg prezzo d'intervento 3889.30 1482 5763943 3889.30 1554 6043972 0.00 4.86

Grana padano 6 mesi prezzo d'intervento 4803.30 1482 71 18491 4803.30 1554 7464328 0.00 4.86

Parmigiano-Reggiano 6 mesi prezzo d'intervento 5291.90 1482 7842596 5291.90 1554 8223613 0.00 4.86 Carne bovina (12.5.86-1.4.87) prezzo d'orientamento bovini adulti 2050.20 1482 3038396 2050.20 1554 3186011 0.00 4.86 prezzo d'intervento bovini adulti 1845.50 1482 2735031 1845.50 1554 2867907 0.00 4.86 Carne ovina (5.1.87-3.1.88) prezzo di base 4323.20 1482 6406982 4323.20 1554 6718253 0.00 4.86 Carne suina (1.1 1.86-31.10.87) prezzo di base 2033.30 1482 3013351 2033.30 1554 3159748 0.00 4.86 Ortofrutticoli prezzo base cavolfiori (12.5.86-30. 4.87) 1.00 5.91 pomodori (11.6.86-30.1 1.86) 0.00 4.86 pesche (1.6.86-30. 9.86) 0.00 4.86 limoni (1.6.86-31 5.87) 0.00 4.86 pere (1.7.86-30 4.87) 0.00 4.86 uve da tavola (1.8.86-31.1 0.86) 0.00 4.86 mele (1.8.86-31. 5.87) 0.00 4.86 mandarini (16.1 1.86-28 2.87) 0.00 4.86 arance dolci (1.12.86-31. 5.87) 0.00 4.86 albicocche (1.6.86-31. 7.87) 0.00 4.86 melanzane (1.7.86-31.1 0.86) 1.00 5.91

Vino da tavola (1.9.86-31.8.87) prezzo d'orientamento RI 3.42 1482 5058 3.42 1554 5315 0.00 4.86 prezzo d'orientamento RII 3.42 1482 5068 3.42 1554 5315 0.00 4.86 prezzo d'orientamento RIII 53.30 1482 78991 53.30 1554 82828 0.00 4.86 Prodotto e periodo 1985/86 parità 1985/86 di applicazione 1986/87 parità 1986/87 var. % var. % Ecu/t verde lire/t Ecu/t verde lire/t Ecu lire 3.17 1482 4698 prezzo d'orientamento Ali 3.17 1554 4926 0.00 4.86 71.02 1482 105252 prezzo d'orientamento AHI 71.02 1554 110365 0.00 4.86 81.11 1482 120205 81.1 1 1554 126045 0.00 4.86 Tabacco greggio race. 1986 Forcheimer Havanna, Be- neventano, Mavra, Tse- belia Badischer Geuderteimer, -6.00 -1.43 Paraguay, Nijkerk, Mis- sionero, Round-Tip, Xanty-Yaka, Perustitza, Erzegovina, Kaba Kou- lak (non classico) Badischer Burley, Bright, -4.00 0.66 Burley I, Burley GR, Vir- gina GR, Zicknomyro- data, Myrodata Agri- nion, Kaba Koulak (clas- sico) Virgin D, Bright, Virgin GR, -2.00 2.76 Basmas, Maryland, Ka- terini, Kentucky 0.00 4.86 Premio vitelli FEOGA NAZIONALE 13986 TOTALE 35742 49728 4.86 Premio vacche nutrici FEOGA NAZIONALE 23310 TOTALE 38850 62160 4.86 Elaborazioni Servizio Economico - CGAI

Infatti, il contenimento delle produzioni tutte quelle produzioni scadenti che hanno strutturalmente eccedentarie, come il latte, gonfiato a dismisura gli stocks comunitari il burro e i cereali, avrebbe richiesto una e la spesa agricola. Al riguardo, non sono diminuzione del prezzo di intervento in mancate misure, però del tutto insufficien- misura tale da evitare l'accumulo di nuovi ti, anche se il grano foraggero è penalizzato stocks; il gelo del prezzo non potrà, al con- da una diminuzione del 5% rispetto al trario, evitare la crescita delle attuali gia- prezzo garantito per quello panificabile; il cenze, per le quali non si intravvedono a riconoscimento di un 2% in più per pre- tutt'oggi misure idonee allo smaltimento in miare la qualità superiore è da considerare termini e tempi ragionevoli; ed il gelo del inadeguato. Quanto alla diversa periodicità prezzo per questi prodotti fa pensare quasi dell'intervento, il ritardo nell'apertura del- ad un regalo riservato alle produzioni di lo stoccaggio, così come dei pagamenti, cui tipo continentale, che assorbono, peraltro, si aggiunge l'incertezza sulle modalità di la maggior parte della spesa agricola, tanto applicazione della tassa di corresponsabili- nel livello di sostegno che per le spese di tà, non mancheranno di dar vita a fenome- smaltimento, se raffrontato con le penaliz- ni speculativi cui occorrerà prestare molta ' zazioni adottate nei confronti del grano attenzione. duro, dell'olio d'oliva, del pomodoro e del- le pesche, prodotti per i quali la spesa co- La penalizzazione del 4% del prezzo d'in- munitaria, pur in crescita disordinata, è tervento del grano duro è la meno com- ancora molto minore rispetto al resto delle prensibile; se sommata al tasso di inflazio- ' produzioni. ne, fa sì che, in termini reali, il grano duro riceve una penalizzazione inammissibile. Una politica di qualità molto più caratte- L'estensione dell'aiuto ad altre zone vocate rizzata in termini di standard qualitativi della Spagna va nel senso opposto alle ri- ' che portasse a diminuire con penalizzazio- chieste italiane di una valorizzazione della ni negative significative gli incentivi per produzione delle zone vocate nel Meridio- ne. »

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La corresponsabilità da noi avversata con il momentaneo sollievo ottenuto ripiegan- tenacia, ma favorita fin dall'inizio da una do sulla linea del salvataggio fortunoso dei maggioranza di Paesi, schierati in egual redditi degli agricoltori, buttando a mare misura contro la franchigia, presenta tutto il resto come un'ingombrante zavor- aspetti quasi aberranti, nel senso che svol- ra. ge la funzione impropria di diminuzione L'ingombrante zavorra — ha commentato del prezzo, mentre in realtà non assolverà Wallner — è quella stessa esigenza di «una affatto a questa funzione nella misura in strategia in positivo destinata a dare un cui il prelievo speso nel collocamento della quadro di riferimento ragionevole e il più produzione eccedentaria consentirà, se non possibile sicuro per le decisioni di impresa lo sviluppo, almeno il mantenimento delle in agricoltura» affermata dal Ministro produzioni più efficienti a livello di quelle Pandolfi due anni addietro, quando si ac- esistenti. Semmai provocherà a breve ter- cingeva a redigere il programma-quadro mine una maggiore specializzazione con del nuovo Piano Agricolo Nazionale, solle- utilizzo ad un più alto grado delle riserve citando una linea-guida fondamentale per di produttività. mune, attraverso interventi «complemen- il futuro della Politica Agricola Comune. Per il lungo periodo occorrerà rivedere an- tari» a quelli già adottati. Il relativo docu- Andriessen, Vice Presidente della C.E.E. e cora il livello di intervento, che la mancan- mento non è stato neppure esaminato dal Commissario per l'agricoltura, nel «Libro za di coraggio, da una parte, ed una diver- Consiglio per presunte difficoltà di ordine verde» dedicato al futuro della Politica sità di situazioni produttive (vedi caso te- finanziario per la sua attuazione, nono- Agricola Comune, prospetta l'ipotesi di desco), dall'altra, ha impedito di varare per stante comportasse un intervento alquanto una soluzione finale con la riduzione di 9 questa campagna. modesto alla Sezione Orientamento del milioni di ettari coltivati e una corrispon- La mancanza di misure di accompagna- FEOGA. dente, massiccia, diminuzione di popola- mento alla politica restrittiva dei prezzi Il nuovo tasso verde della moneta italiana zione agricola attiva. per migliorare e potenziare le strutture, è di lire 1.554 per tutti i prodotti, eccetto i Per arrivare a questo traguardo senza ec- misure indispensabili a mantenere in pro- cereali ed i semi oleosi (colza, girasole, ra- cessivi traumi sociali e politici, la Vicepre- duzione determinate zone svantaggiate, al- vizzone, soia, lino e ricino), per i quali il sidenza della C.E.E. ha suggerito adegua- trimenti destinate a subire i contraccolpi di nuovo tasso è di lire 1.539. menti progressivi della Politica Agricola una politica sempre più restrittiva, non La «comprensione» del Consiglio dei Mi- Comune da attuare con una manovra sui soltanto rende la politica dei prezzi più se- nistri dell'agricoltura e del nostro Governo prezzi garantiti, corredata da misure strut- vera, ma addirittura iniqua per loro. Le — come ha detto Stefano Wallner, Presi- turali a sostegno delle aziende in condizio- proposte ultime della Commissione non ri- dente della Confagricoltura — ha consenti- ni di adeguarsi alle esigenze di una maggio- spondono a questo obiettivo; peraltro, non to al Ministro Pandolfi di far svalutare di 5 re competitività e con misure sociali a fa- è stata presa alcuna decisione contestuale punti la «lira verde», raddoppiando la mi- vore delle aziende destinate all'emargina- con quella dei prezzi: nessuno, a questo sura che era stata proposta dalla Commis- zione. Sulla diagnosi di Andriessen — ha punto, può garantire che eventuali aggiu- sione della C.E.E. prima della formazione ricordato Stefano Wallner — si è avuta stamenti potranno correggere gli effetti più dei nuovi importi monetari compensativi una larga convergenza di consensi. Non negativi e perversi delle decisioni di Lus- di segno negativo. E da apprezzare quella sulla terapia suggerita. Alcuni Paesi, infat- semburgo. D'altra parte, il finanziamento è «comprensione». Dobbiamo esprimere ri- ti, si sono posti il problema di come proce- puramente ipotetico ed i mezzi finanziari conoscenza al Ministro dell'agricoltura per dere, con le loro forze, al salvataggio della per una politica seria in questo campo l'impegno profuso in queste operazioni di propria agricoltura in vista di un probabile mancano pressoché totalmente. salvataggio, in un negoziato che si è con- naufragio della Politica Agricola Comune. Va quindi sottolineato come non si sia vo- cluso in un clima di estrema confusione, Intanto, la Germania ha messo in cantiere luto portare avanti il necessario ulteriore dal quale avremmo potuto uscire assai un programma di interventi nazionali per «rafforzamento degli attuali interventi malconci. ridurre razionalmente i terreni marginali, strutturali» predisposto dalla Commissio- Apprezzamento e riconoscenza per quanto attualmente coltivati, e, nel contempo, ir- ne, in armonia con la Politica Agricola Co- portato avanti dal Ministro Pandolfi e dal- robustire le aziende agricole destinate a so- l'intero Governo non possono farci ignora- pravvivere. La Germania pretende, insie- re che non basta più all'agricoltura italiana me, che la C.E.E. provveda ad una gradua- le liquidazione, senza troppi scossoni, della Politica Agricola Comune. La Gran Bretagna, da parte sua, è più che mai convinta della inevitabilità della fine della Politica Agricola Comune e non si preoccupa, come Bonn, delle inevitabili conseguenze. Anche la Francia ha fatto intendere che per mantenere e rafforzare la vocazione della sua agricoltura verso l'esportazione, è pronta ad una rinazionalizzazione degli aiuti. Rifiutandosi di subire la politica del- la lesina imposta al bilancio comunitario. Di fronte a questo schieramento di Paesi orientati a guardare oltre gli adattamenti della Politica Agricola Comune per salva- guardare le proprie agricolture con cospi- cui interventi nazionali, la Commissione della C.E.E. ha ribadito l'esigenza di rin- forzare la convergenza tra politica dei prezzi e dei mercati e politica di rinnova- mento delle strutture, per rendere ancora possibile il conseguimento degli obiettivi della Politica Agricola Comune. Per questo è stato predisposto un nuovo documento con proposte supplementari • miranti a rafforzare la possibile convergen- za. Ma le difficoltà sorte nella Commissio- ne non hanno consentito che la proposta arrivasse all'esame del Consiglio dei Mini- stri, che ha approvato i nuovi prezzi e le misure connesse. Le difficoltà, come ormai di consueto, sono sorte soprattutto in campo finanzia- rio, essendo stato ritenuto non sopportabi- le il modesto contributo che il Fondo Eu- ropeo di Orientamento e Garanzia Agrico- la (FEOGA) avrebbe dovuto fornire per l'attuazione di quelle azioni comuni. A questo punto la delegazione italiana a Lussemburgo avrebbe dovuto insorgere per sostenere fino in fondo, e con clamorosa determinazione, il tentativo di Andriessen di compensare, sul terreno delle strutture, i sacrifici richiesti su quello dei mercati: non lo ha fatto, appagata dal contentino di una svalutazione della «lira verde» che è anda- ta al di là del previsto. È stata una rinuncia grave che contribuisce, indirettamente, allo smantellamento della Politica Agricola Comune, alla quale ci siamo sempre attac- cati per superare le nostre difficoltà interne dovute ad un'inflazione che è inferiore solo a quella greca, a Regioni che non riescono a spendere il disponibile, ad un credito agrario elevato, tardivo e fortemente buro- cratico. REALTÀ E PROSPETTIVE D'AFFARI CON LA TURCHIA

Nelle pagine che seguono si pubblica uno stralcio di una recente analisi di mercato del- l'importante paese cerniera tra l'Asia e l'Europa, curata dal Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi

pendo un trend discendente che durava or- 1. LA STRUTTURA mai dal 1974. Il tasso di inflazione che era DELL'ECONOMIA TURCA salito a 100-110% nel 1980 è sceso al 20% nel 1982 e circa al 25% nel 1983. La pro- Dopo la Seconda Guerra Mondiale la poli- duzione industriale in questi anni è au- tica economica turca ha avuto due obietti- mentata notevolmente, soprattutto nei set- vi fondamentali: raggiungere l'indipenden- tori orientati alle esportazioni. Modesti za economica ed il livello di vita più alto progressi sono stati invece fatti nella lotta possibile. Nel corso degli anni '60 e '70 per alla disoccupazione. Il Governo ha conti- rincorrere questi due obiettivi si è rinun- nuato in una politica di «affinamento» ciato ad una gestione efficiente dell'econo- dell'economia, con riforme che riguardano mia, con il risultato di portare il Paese ad il sistema bancario, il mercato finanziario, una crisi disastrosa. le imprese pubbliche. Nel tentativo di dare maggiore stabilità al- Esaminiamo i principali settori dell'econo- l'economia, il governo militare ha intro- mia turca e le relative opportunità per le dotto una profonda riforma economica nel imprese che intendono vendere su questo gennaio 1980. Tale programma introduce- mercato. va una politica monetaria restrittiva, alza- va i tassi di interesse nell'intento di inco- • Agricoltura raggiare i risparmi e poneva termine al re- È ancora il settore dominante dell'econo- gime di prezzi controllati. I risultati sono mia ed ha un fortissimo potenziale. L'agri- stati buoni. Il trend discendente del P.N.L. coltura turca rappresenta circa il 22-23% si è fermato; l'inflazione è stata ridotta di dell'intero P.N.L. e dà lavoro a circa il oltre la metà; la produzione industriale è 60% degli occupati in totale. Circa il 60% aumentata sensibilmente e così anche le delle esportazioni viene da questo settore. esportazioni. Modesti sono stati invece i ri- Fino a pochi anni or sono il settore agrico- sultati ottenuti sul fronte della disoccupa- lo era povero di investimenti ed i metodi zione. Il Governo ha continuato nel suo di gestione e coltivazione erano molto ar- programma di riforma del sistema banca- retrati. Due fattori hanno di recente cam- rio, di costituzione di un mercato aziona- biato questo quadro e aperto molte oppor- rio e di ristrutturazione di importanti im- tunità per le imprese occidentali. prese a capitale pubblico. Nel 1982 il Anzitutto lo sviluppo dei grandi centri ur- P.N.L. è aumentato del 4,6%, interrom- bani come Istanbul, Ankara e Izmir ha sti-

CARTA D'IDENTITÀ DELLA TURCHIA

Superficie 781.000 Kmq Popolazione 47.471.000 (1983) Tasso d'incremento 2,3% (in diminuzione) P.N.L. 42,5 miliardi di dollari Reddito pro-capite 950 dollari (1984) Importazioni totali (fab) 20.085 miliardi di lire Religione 99% mussulmani; cristiani ed ebrei in piccola minoranza Lingua ufficiale Turco Moneta Lira turca suddivisa in 100 Kurus Principali città Istanbul, Ankara (capitale), Izmir, Adana. Clima Mediterraneo sulla costa meridionale; continentale all'interno molato un forte aumento della domanda di • Industria manifatturiera Medio-Oriente. prodotti alimentari di qualità elevata. In Da quando è stata fondata la Repubblica Lo sviluppo complessivo della rete stradale secondo luogo i vicini paesi del Medio Turca nel 1923, l'industrializzazione è è di quasi 60.000 km, di cui 32.000 sono Oriente, tra i quali in particolare Iraq, sempre stato un obiettivo fondamentale costituiti da strade ed autostrade statali Arabia Saudita e Kuwait, acquistano rego- della politica di Governo. (ma soltanto la metà è asfaltata). È in pro- larmente prodotti alimentari turchi. In un primo tempo furono le imprese pri- getto la costruzione di una superstrada a Le produzioni agricole più importanti vate ad attuare gli investimenti, ma poi fu- doppia carreggiata che attraversi la Tur- sono: cereali, canna da zucchero, cotone, rono sostituite da imprese pubbliche. L'e- chia collegando (via Istanbul-Ankara) la tabacco, thè, frutta. lenco dei settori nei quali operavano que- Bulgaria alla Grecia ed alla Siria e proba- Molto importante è anche l'allevamento ste imprese è molto lungo, va dal tessile al bilmente all'Iran ed è anche prevista la co- del bestiame. La produzione è ostacolata vetro, dal cemento alle bevande alcooliche struzione di una nuova strada costiera da dalle limitate precipitazioni. I capi sono e dalle sigarette allo zucchero. Istanbul a Iskenderun, opere che tuttavia circa 16 milioni di bovini e circa 50 milio- Nel còrso degli anni '70 il Governo di de- non saranno pronte prima della fine degli ni di ovini. La produttività nell'allevamen- stra, guidato da Demirel diede un ulteriore anni '80. È altresì in progetto la costruzio- to del bestiame turco è stata stimata dalla impulso alle imprese pubbliche a svantag- ne di un secondo ponte sul Bosforo e di un Banca Mondiale pari a circa 1/8 di quella gio di quelle private. Queste ultime sono tunnel sottomarino collegato alla metropo- media dei Paesi sviluppati. È in ripresa state ulteriormente ostacolate dalla politica litana di Istanbul. l'industria della macellazione e così anche finanziaria adottata dai Governi successivi. La rete ferroviaria si estende per 8.139 km la produzione avicola. Uno dei settori che A partire dal 1983 l'orientamento è cam- ed è interamente nazionalizzata; i piani ha avuto lo sviluppo più forte negli ultimi biato. Il presidente Evren ha pubblicamen- d'investimento in corso ne prevedono il anni è quello dei derivati del latte. L'urba- te dichiarato l'appoggio dello Stato alle potenziamento. Le linee aeree sono gestite nizzazione ha fatto aumentare sensibil- imprese private come motore dell'indu- dalla Turck Hava Yollari (Turkish Airli- mente la domanda di questi prodotti. strializzazione. Questo non significa che la nes) e servono tutte le regioni del Paese, Per quanto riguarda le opportunità offerte burocrazia statale ed il potere militare ac- con un crescente traffico internazionale. dal settore agricolo, esse riguardano in par- cettino quanto il Presidente ha dichiarato. L'approvvigionamento energetico rappre- ticolare macchine per la lavorazione di Si tratta comunque di un sintomo notevole senta un problema cruciale per il Paese. prodotti alimentari, packaging e macchine di cambiamento. In prospettiva il settore Infatti il 42% dell'energia deve essere im- agricole. manifatturiero è destinato a ridurre ulte- portato e più del 30% delle importazioni è Per quanto riguarda queste ultime si stima riormente la sua posizione dominante nel- costituito da petrolio. Il consumo pro- in Turchia un parco di circa 600 mila trat- l'economia turca. Attualmente, questo set- capite di energia è cresciuto a ritmi soste- tori. tore rappresenta circa il 23% del P.N.L. La nuti a partire dal 1973, raggiungendo nel dimensione media delle imprese è in au- 1980 il livello di 830 kg di carbone equiva- • Materie prime ed energia mento. lente, contro una media di 500 kg per il Le riserve di petrolio della Turchia sono complesso dei Paesi in via di sviluppo. La Anche in questo settore, a partire al 1981, scarse. Quelle di lignite e carbone sono situazione attualmente deficitaria potrebbe vi è stata una svolta decisiva. Dal 1974 al maggiori, ma la produzione è al di sotto presentare un notevole miglioramento con 1981 la produzione industriale è calata, dei livelli della metà degli anni '70. Nel l'ultimazione dei progetti attualmente in ma da quest'ultimo anno ha cominciato a Paese sono state ritrovate notevoli risorse corso di esecuzione di nuove centrali idro- crescere rapidamente. Ciò è stato determi- di bauxite e di minerali di cromo e rame, elettriche (dighe di Karaya e di Ataturk nato da una serie di fattori: maggiore di- ma sono pure importanti le esportazioni di nell'Anatolia Centrale). Appaiono interes- sponibilità di energia, divieto di ricorrere santi inoltre le prospettive offerte dallo borace, manganese, antimonio, ferro, zinco agli scioperi ed alle serrate, aumento degli sfruttamento del gas naturale della Tracia e mercurio. investimenti, grazie al maggiore risparmio. e dagli impianti a carbone e geotermici di Il settore minerario è dominato dal gruppo Nel 1982 il settore manifatturiero ha rag- Afsin Eblestan e Gokoya, che entreranno statale Etibank. Questo organismo ha an- giunto una crescita di circa il 9%. in funzione nel 1987. Secondo i piani del nunziato di essere favorevole a costituire Occorre ricordare che la maggiore spinta Governo la produzione di energia elettrica joint-ventures con imprese straniere per allo sviluppo industriale è data dalle espor- (che nel 1984 è stata di 29.000 milioni di progetti definiti, essendo la scarsezza dei tazioni. Il Governo turco ha infatti posto kWh) sarà raddoppiata entro il 1990. capitali una delle principali cause della come obiettivo alla politica economica bassa produttività del settore. quello di mantenere una bilancia dei paga- La Turchia non dispone di energia a suffi- menti favorevole, diversificare ed espande- cienza. Sebbene il Paese disponga di una re le esportazioni. buona rete idroelettrica, deve comunque 2. RUOLO DELLO STATO importare energia dalla Bulgaria. È in corso • Infrastrutture NELL'ECONOMIA di completamento una diga sull'Eufrate, La rete stradale turca è stata fortemente ma anche quando sarà in funzione la Tur- potenziata nell'ultima decade, anche per- L'economia turca può essere considerata di chia dovrà comunque dipendere dall'este- ché deve sopportare una massiccia corren- tipo misto, poiché lo Stato controlla circa ro. te di traffico di Tir diretti dall'Europa al il 47% della produzione industriale. Il set- Fig. 1. Turchia. Ankara: arrampicata sui fianchi del monte arido, la vecchia città con te sue case basse e le sue strette vie.

nelle fasi intermedie. Lo Stato sostiene an- che le imprese private attraverso un siste- ma molto complicato da incentivi, basati su agevolazioni fiscali e su riduzioni nei dazi doganali. Lo Stato ha un ruolo determinante nell'o- rientamento dell'economia turca. Per far fronte alla forte inflazione, al rallentamen- to dello sviluppo economico ed al deficit della bilancia dei pagamenti (che aveva portato il Paese al collasso negli ultimi anni '70) il Governo militare, salito al po- tere nel 1980 ha riaffermato l'importanza della pianificazione come strumento di po- litica economica. Di recente sono stati resi noti i particolari del Quinto Piano Quinquennale (1985- 1989). Questo Piano offre le indicazioni più chia- re disponibili su come l'Amministrazione Pubblica intende orientare l'economia tur- ca verso gli anni '90. Vediamo quali sono le previsioni riguardanti i principali setto- ri. Per quanto riguarda l'agricoltura il Gover- no parte dalla constatazione che il Paese ha la terza superficie coltivabile in Europa dopo la Francia e l'Unione Sovietica e che tore pubblico ha un controllo ancora più principali enti pubblici che acquistano pertanto il potenziale del Paese è elevato. forte nell'industria pesante. beni importati per necessità di normale ge- Il Piano intende pertanto sfruttare i van- Le imprese di Stato sono oltre 100 e sono stione o con finalità di sviluppo. taggi comparativi nell'agricoltura e nell'al- presenti in quasi tutti i settori. Molte sono Informazioni riguardanti gli acquisti del levamento del bestiame. Per farlo occorre state fondate verso la metà del 1970. settore pubblico possono venir richieste al aumentare la produttività. Particolare at- I settori riservati alle imprese di Stato sono Direttore Generale del Bilancio, Ministero tenzione è dunque data sia alla produzione pochi: bevande alcooliche, tabacco, pub- delle Finanze, Ankara. di fertilizzanti sia alla meccanizzazione blica utilità, navigazione aerea, ferrovia e Gli acquisti degli enti governativi sono re- agricola. Per quanto riguarda quest'ultimo trasporti municipali. golati dalla legge n. 2490 del 1934, che punto, sebbene la Turchia disponga già una buona industria di produzione di mac- L'attuale Governo intende ridurre il ruolo non si applica agli enti ed alle imprese chine agricole, la possibilità di esportare dello Stato nell'economia ed ha varato un pubbliche, soggetti a regolamenti speciali. verso questo mercato sono notevoli. programma di privatizzazione di alcune La maggior parte dei contratti governativi Per quanto concerne il settore manifattu- imprese pubbliche. Questo programma è (circa il 75% in valore negli ultimi anni) riero il Piano prevede un aumento annuo stato inaugurato dalla trasformazione del- viene assegnata mediante asta pubblica. della produzione del + 7,3%. Si tratta pro- l'Ente che gestisce il ponte sul Bosforo in Per legge, non viene accordata preferenza babilmente di un obiettivo non realistico. una società per azioni privata e dovrebbe ai fornitori locali rispetto agli stranieri; Secondo gli esperti la principale debolezza proseguire con la privatizzazione della fanno eccezione le forniture inferiori a lire del Piano, per quanto riguarda questo set- compagnia aerea di bandiera THY. Non vi turche 15.000 a cui possono concorrere tore, consiste nel non aver considerato gli è un'organizzazione centrale degli acquisti fornitori stranieri. Per concorrere ad un'a- effetti che saranno determinati dalla libera- del settore pubblico in Turchia. Ogni ente sta le imprese devono rilasciare una garan- lizzazione delle importazioni. I beni di di stato o impresa pubblica è responsabile zia provvisoria, di valore proporzionale a consumo rappresentano il 46% di tutta la della propria politica di acquisti. Fanno quello del contratto. 11 vincitore dell'asta produzione industriale in Turchia. Per eccezione le forniture per ufficio che ven- deve depositare una garanzia doppia della questo comparto si prevede un aumento gono acquistate dall'ufficio dei rifornimen- garanzia provvisoria, sino all'adempimen- del + 6,4% nel periodo del Piano, in media ti di stato, avente sede ad Ankara. to del contratto. Le imprese private opera- ogni anno. In seguito si potrà leggere un elenco dei no principalmente nell'industria leggera e L'industria alimentare si espanderà molto rapidamente. Diverse imprese hanno in programma acquisti di macchinari. Sarà incoraggiata l'importazione di alcuni prodotti, tra i quali riso, allo scopo di mantenere bassi i prezzi interni. La produzione di bevande alcooliche, che per tradizione era nelle mani dello Stato, sta gradualmente passando nelle mani di imprese private. Il settore tessile è il più importante, poiché rappresenta circa il 10% della produzione industriale ed il 30% delle esportazioni. Il piano prevede un aumento medio annuo di circa 7% nella produzione tessile e dell'ab- bigliamento, aprendo cosi l'opportunità per le imprese che esportano macchine tes- sili. I beni intermedi rappresentano circa 41% della produzione industriale turca. Tra i settori principali si segnalano quelli della plastica, prodotti forestali, chimici e della petrolchimica, farmaceutici, fertilizzanti, vetro. Per quanto riguarda i beni di investimento, merita una segnalazione particolare il set- tore dei trattori agricoli. Si prevede di rag- giungere entro il 1989 le 75.550 unità e ciò comporterà una crescita nella produzione annua del 10,4%. II Piano prevede anche lo sviluppo delle rig z. iu rema: il Home di batata IIstanbul). punto di congiunzione tra Europa ed Asia; qui vengono a contatto e si esportazioni. fondono oltre che due continenti, due mondi economici Il commercio estero viene regolato annual- mente con disposizioni generalmente stimento ed in realizzazione al programma al pagamento di sovrattasse (soprattutto emesse a gennaio e valevoli per 12 mesi. di sviluppo e di ammodernamento del set- beni di consumo, beni di lusso e materie La Turchia ha stipulato nel 1964 un accor- tore industriale ed alla necessità di sostene- prime). L'attuale tendenza è però verso do di associazione con la C.E.E. che è stato re l'espansione delle produzioni agricole. una graduale liberalizzazione del mercato, rinnovato nel 1970 e che prevedeva, in C'è da aggiungere inoltre che si fanno sem- come dimostrano le disposizioni emesse questa seconda fase, la graduale abolizione pre più frequenti le misure di liberalizza- alla fine del 1984 per l'anno in corso, cio- delle tariffe doganali turche, ma l'accordo zione. nonostante, le tariffe doganali in termini è stato praticamente congelato nel 1979. La C.E.E. (ad esclusione dell'Italia, della assoluti rimangono elevate. Germania, del Regno Unito e dell'Irlanda) Anche per il 1985, quindi, le possibilità di sta perdendo terreno in Turchia, sia all'im- esportazione in Turchia restano circoscrit- portazione che all'esportazione, a tutto te soprattutto ai beni in relazione al pro- vantaggio dei Paesi Islamici, specie Iran e gramma di sviluppo e di modernizzazione 3. PROSPETTIVE COMMERCIALI Iraq, verso cui si stanno orientando sempre del settore industriale ed alla necessità di più gli operatori economici del Paese, an- sostenere l'espansione delle produzioni La Turchia rappresenta un vasto mercato, 5J»e a causa delle misure restrittive messe agricole, con l'obiettivo di trasformare la tuttavia a causa del rigido controllo eserci- in atto dalla C.E.E. contro l'importazione Turchia in un grande esportatore di derra- tato sui tipi e sulle quantità delle merci im- di alcuni prodotti turchi (in modo partico- te alimentari, specialmente verso i Paesi portate, nonché a causa della scarsa dispo- lare tessuti e filati di cotone). Relativamen- africani e del Medio Oriente. Per mantene- nibilità di valuta straniera, le esportazioni te al tipo di merci da esportare, occorre re e sviluppare questa posizione, la Tur- in Turchia offrono ancora limitate pro- considerare che, malgrado la sua modesta chia ha necessità di importare attrezzature spettive di sviluppo almeno nel breve ter- importanza in termini assoluti, l'industria per la lavorazione dei prodotti alimentari, mine e soprattutto per quanto riguarda i turca copre già il fabbisogno essenziale di nonché per la loro conservazione, imbal- beni di consumo. Restano più ampie possi- beni di consumo. Inoltre, l'importazione di laggio e trasporto ed ha bisogno di acqui- bilità di vendita nel settore dei beni d'inve- molti beni è soggetta ad autorizzazione ed stare all'estero tecnologie, impianti e mac- una serie di incentivi fiscali alle imprese 10,6 miliardi di TL, distribuito fra 25 im- straniere che fanno investimenti in Tur- prese), e britanniche. chia. I principali incentivi riguardano am- Oltre il 70% dell'investimento straniero mortamenti accelerati, esenzione dei dazi complessivo è stato realizzato a partire dal doganali per i beni strumentali destinati 1980 quando, con l'avvento al potere dei alle imprese che esportano in larga misura militari, è stato varato un severo program- e per queste anche la possibilità di tratte- ma di stabilizzazione e di ripresa economi- nere una parte della valuta estera. ca che, accompagnato da una stabilità po- Gli investimenti esteri in Turchia sono re- litica e da un atteggiamento molto favore- golati, in generale dalla legge n. 6224 del vole verso l'investimento straniero ha fatto 1954. La legge riserva uguale trattamento considerare particolarmente vantaggioso ai capitali stranieri ed ai capitali locali in- l'impiego di capitali in Turchia. vestiti nei medesimi settori produttivi e ga- Il Paese si presenta infatti come un natura- rantisce il rimpatrio dei capitali ed il tra- le ponte di passaggio fra l'Europa e l'Asia e sferimento dei profitti, in accordo con i re- comprende tra i suoi vicini sia i Paesi Fig. 3. Turchia: specchio di acque azzurre e limpide, si apre il golfo naturale di Adèlia, racchiuso da coste alte; golamenti relativi ai cambi di valuta. dell'Est europeo sia quelli petroliferi del sullo sfondo le propaggini più meridionali della catena Dal 1980 tutte le procedure relative alle Medio Oriente. Inoltre, la Turchia è auto- del Tàuro Occidentale domande per investimenti sono state affi- sufficiente per quanto riguarda i prodotti date ad un unico ente, dipendente dall'uffi- alimentari ed il suo sottosuolo è ricco di ri- chinari per sviluppare la gamma delle pro- cio del Primo Ministro, il Foreign Invest- sorse minerarie (rame, cromo, alluminio, prie esportazioni industriali, per il mo- ment Department (FID). In ogni richiesta piombo, ferro, manganese, lignite e zinco). mento circoscritte al settore tessile e del- di autorizzazione deve essere accompagna- Una missione economica americana ha in- l'abbigliamento, alla produzione di alcuni ta da un progetto dettagliato. Il decreto del dividuato di recente i seguenti settori come elettrodomestici e di stufe ed alla ceramica. 30 luglio 1984 (la più recente disposizione i più promettenti per l'investimento stra- La Turchia ha in programma di concentra- in materia di investimenti esteri) autorizza niero: produzione di farina di semi di soia re la propria produzione manifatturiera in il rimpatrio totale dei profitti e dei divi- e in genere di semi da olio; lavorazione di quelle attività industriali che il mondo dendi in tutti i settori e snellisce le proce- prodotti alimentari; produzione casearia e post-industrializzato sta trascurando, cosi dure relative al cambio in valuta estera da lavorazione delle carni; pollicoltura; mac- saranno favorite le imprese (di medio/pic- parte degli investitori esteri. Tuttavia la chinari in genere; coloranti, prodotti in cole dimensioni) che produrranno apparec- trattenuta sui profitti distribuiti all'estero è gomma e di plastica; carta e prodotti di chi radio a transistors e calcolatori tascabi- del 40%, mentre per quelli distribuiti al- carta; attrezzature medico-sanitarie; indu- li e saranno potenziate le industrie di Stato l'interno è del 25%. stria alberghiera e turistica in genere, atti- che operano nel settore dell'acciaio, del pe- vità mineraria e di trasporto. Gli operatori stranieri che hanno effettuato trolio e della petrolchimica, delle comuni- Per attirare gli investimenti stranieri sono investimenti in Turchia hanno anche spe- cazioni e dei trasporti. In tutti questi cam- stati offerti dal Governo turco diversi in- rimentato difficoltà nell'applicazione dei pi dovrebbe aprirsi uno spazio per le im- centivi ed agevolazioni, tra i quali i più regolamenti riguardanti il livello dei prez- prese straniere esportatrici di attrezzature, importanti sono i seguenti: macchinari e semilavorati. zi, il trasferimento dei profitti e l'impiego In base al Piano, vi sono buone prospettive di personale non turco. — credito d'imposta fino al 60% dell'am- per tutte le macchine movimento terra e le Le imprese che agiscono in base alla legge montare dell'investimento totale; attrezzature da costruzione ed impianti ed n. 6224 sono state 240 nel 1984. I princi- — prestiti a medio e lungo termine e sov- attrezzature per la produzione di energia pali settori di investimenti sono i seguenti: venzioni sugli interessi da corrisponde- elettrica. il settore bancario (12,45%), chimico re, in molti settori industriali; (11,05%), veicoli da trasporto (10,96%), — trattenuta di una parte dei guadagni alimentare (10,02%), trasporti marittimi d'esportazione in valuta; riduzioni fi- (9,09%), tessile (7,01%). scali fino al 25% dei guadagni d'espor- Secondo le statistiche pubblicate dal Mini- tazione e deduzioni dal reddito imponi- 4. INVESTIMENTI ESTERI stero delle Finanze, alla fine del 1984 gli bile fino al 20% degli utili da esporta- investimenti stranieri risultavano di 1.200 zione; Negli ultimi anni, a più riprese, il Governo milioni di dollari USA. — esenzione dai dazi doganali fino al ha riconosciuto la necessità di attrarre ca- Gli investimenti maggiori sono rappresen- 100% del loro valore sull'importazione pitali dall'estero e di migliorare la legisla- tati da partecipazioni svizzere (in 37 im- di prodotti considerati essenziali; zione relativa. Sono stati aperti nuovi set- prese, con il 23% di un capitale complessi- — diritto di pagamento a rate degli oneri tori agli investimenti esteri, in particolare vo di 24,6 di TL), tedesche (in altre 37 so- doganali. banche, agricoltura e miniere. Anche l'in- cietà, cui il capitale della Germania parte- In generale, queste agevolazioni sono con- tervento straniero nel settore dell'esplora- cipa per il 19% su un investimento com- cesse dal F.I.D. caso per caso in misura va- zione petrolifera è stato liberalizzato. Con- plessivo di 17 miliardi di TL), statunitensi riabile. Sono maggiormente favoriti gli in- temporaneamente il Governo ha disposto (che possiedono il 14,8% del capitale di vestimenti che si collocano nei settori di priorità (energia, alta tecnologia), nelle Nel 1984 ha chiuso con -2.958 milioni di è l'Iran con il 14,4% delle importazioni aree territoriali più depresse, nonché gli in- dollari. La situazione della bilancia dei pa- turche. Seguono la Repubblica Federale vestimenti export-oriented. Sono ora in gamenti è tuttavia nettamente migliorata, Tedesca, gli Stati Uniti e l'Iraq. L'Italia si preparazione nuove leggi che dovrebbero rispetto al 1980. Nel 1984 il deficit della trova al sesto posto. Per quanto riguarda la ulteriormente favorire la presenza stranie- bilancia corrente è sceso a 0,5 miliardi di destinazione delle esportazioni turche al ra. È prevista la partecipazione estera fino dollari, contro 1,4 dell'anno precedente. Il primo posto si trova la Repubblica Federa- al 35% anche nelle imprese pubbliche, co- principale contributo è stato dato dall'au- le Tedesca, al secondo l'Iraq, al terzo posto minciando con l'industria tessile, metallur- mento delle esportazioni e dalle rimesse l'Iran. L'Italia occupa il quarto posto. gica e dello zucchero. degli emigrati. Inoltre si prospetta la creazione di zone Per quanto riguarda le importazioni, il for- 5.2. La posizione commerciale dell'Italia franche. Due località sono già state scelte te sviluppo dell'economia e quindi della — Mersine e Antalya — e se la sperimen- domanda interna ha fatto crescere la do- La posizione commerciale fra l'Italia e la tazione avrà successo, altre seguiranno. manda di beni strumentali. Contempora- Turchia è per noi positiva. Le nostre Il 6 giugno 1985, il parlamento turco ha neamente, avendo il Governo liberalizzato esportazioni, infatti, sono sensibilmente votato la nuova legge sulle zone franche, le importazioni, vi è stato un aumento an- superiori alle importazioni. Tuttavia tra il che ne fissa il quadro giuridico-istitu- che nelle importazioni di beni di consumo. 1978 ed il 1984 il tasso di copertura (delle zionale. Tuttavia, sebbene la tendenza del Il deficit, comunque, dovrebbe ridursi ulte- esportazioni sulle importazioni) è gradual- Governo sia quella di aprire il più possibi- riormente nel 1985. Il debito estero am- mente sceso dal 222% al 122%. le l'economia turca agli investimenti esteri, monta a circa 20 miliardi di dollari USA. L'Italia esporta verso la Turchia principal- l'atteggiamento degli investitori è ancora Per quanto riguarda il 1985 poiché la do- mente prodotti della metalmeccanica. I molto prudente. Ciò rappresenta un fattore manda interna resta elevata, anche le im- beni di consumo sono scarsamente rappre- assai negativo per l'economia turca, poiché portazioni resteranno sul livello dell'anno sentati nelle nostre esportazioni. Vendia- i piani governativi per la ripresa si basano precedente. Le autorità avevano posto mo in Turchia infatti principalmente parti per buona parte su un accresciuto livello di come obiettivo quello di scendere ad un componenti di autoveicoli, trattori, aero- investimenti esteri. deficit della bilancia commerciale intorno mobili, macchine ed apparecchi non elet- Gli investimenti privati di capitali stranieri ai 2,6 milioni di dollari. trici. Questo sta ad indicare che le imprese hanno avuto finora una parte relativamen- Il principale Paese fornitore della Turchia italiane dispongono di impianti di assem- te modesta nello sviluppo industriale della blaggio in Turchia che alimentano con le Turchia. esportazioni di parti. Esportiamo diretta- Fig. 4. Istanbul: una visione sul Bosforo, lo stretto che La maggior parte degli investimenti sono mette in comunicazione it Mar di Marmara con H Mar mente invece prodotti della siderurgia e nella forma di joint-ventures, con una par- Nero: su di esso si affaccia Istanbul, ricca città cosmo- macchine per l'industria tessile e del ve- polita. dove si svolgono attivi traffici commerciali di tecipazione di maggioranza di capitale lo- ogni genere. stiario. cale. In genere la partecipazione straniera nelle joint-ventures turche si aggira intorno al 47%. La Germania è il paese che ha stipu- lato più joint-ventures (59), seguita dalla Francia e dalla Svizzera (50 ciascuno) e da- gli Stati Uniti (42). Il settore manifatturie- ro ha attirato il 90% degli investimenti esteri, concentrando le partecipazioni nella chimica, automobili, lavorazione dei me- talli. Tra gli investimenti esteri di maggiore im- portanza si ricordano quelli della General Electric con la TAS (60 General Electric), General Dynamics (USA) e Bell Telepho- ne Manufacturing, una sussidiaria belga della A.T. & T.

5. LE RELAZIONI CON L'ESTERO

5.1. Importazioni e bilancia dei pagamenti

La bilancia commerciale turca è in deficit da diversi anni. 5.3. Controlli delle importazioni, barriere TABELLA 1 - La bilancia commerciale turca tariffarie e non tariffarie 1982 1983 1984 1985(ltrim.) La situazione di continuo disavanzo della Esportazioni (FOB) 5.746 5.905 7.389 1.780,3 bilancia dei pagamenti è stata affrontata Importazioni (FOB) 8.406 8.495 10.347 2.435,7 dal Governo turco mediante restrizioni Bilancia commerciale -2.660 -2.990 -2.958 - 655,4 quantitative delle importazioni, alte tariffe doganali e controllo sugli scambi di valuta. Per le importazioni di merci da parte di TABELLA 3 - Principali Paesi fornitori della TABELLA 2 - Principali Paesi acquirenti dalla importatori registrati, imprese industriali Turchia (dati 1984) Turchia. che importano per proprio uso, imprese Quote delle Quote delle produttive pubbliche ed enti di stato, oc- Paesi esportaz. turche Paesi importaz. turche corre una licenza di importazione, che vie- ne rilasciata dal Ministero del Commercio. 1 7,9% 1. Iran 14,4% 1. Repubb. Federale Tedesca All'inizio di ogni anno viene reso noto il 2. Iraq 13,1% 2. Repubb. Federale Tedesca 10,9% 3. Iran 10,5% 3. U.S.A. 10,0% programma di importazione. Il nuovo Go- 4. Italia 7,0% 4. Iraq 8,8% verno civile ha varato una politica di aper- 5. Arabia Saudita 5,3% 5. Libia 6,1% tura che ha abolito l'elenco delle merci im- 6. Svizzera 5,0% 6. Italia 5,8% portabili, stabilendo invece quelle la cui 7. U.S.A. 5,2% 7. United Kingdom 4,1% 8. Paesi del Comecon 4,0% 8. U.R.S.S. 2,9% importazione è proibita o limitata. 9. United Kingdom 3,6% 9. Svizzera 2,2% Questa politica di progressiva liberalizza- 10. Francia 2,8% 10. Arabia Saudita 2,0% zione è stata confermata dal decreto 28/12/1984, con cui le autorità hanno sta- Principali prodotti esportati Principali prodotti importati bilito il regime per il 1985. Esso compren- 1. Prodotti d'abbigliamento 9,9% 1. Petrolio 31,3% de tre liste: 2. Prodotti del ferro e dell'acciaio 8,1% 2. Macchine ed attrezzature 1 5,0% 5,7% 3. Prodotti ferro ed acciaio 8,0% 3. Prodotti petroliferi 1) prodotti proibiti (prodotti agroalimen- 4. Prodotti in pelle 4,7% 4. Prodotti elettrici ed elettronici 5,3% 5. Nocciole 4,3% 5. Prodotti chimici organici 4,7% tari, articoli in cuoio o legno, carta, farma- 6. Filati di cotone 3,9% 6. Prodotti petroliferi 2,3% ceutici, armi, abbigliamento, alcuni artico- 7. Animali vivi 3,3% 7. Grassi e olii vegetali 1,9% li di lusso, ceramica. Totale 127 prodotti). 8 Tabacco 3,0% Le importazioni di queste voci possono es- sere fatte soltanto se i prodotti sono desti- nati alla riesportazione e comunque dopo TABELLA 4 - Andamento della bilancia commerciale Italia/Turchia (miliardi di lire) una analisi fatta caso per caso; Importazioni Esportazioni Tasso di copertura 2) prodotti soggetti ad autorizzazione go- Anni Italiane (A) Italiane (B) J1L 100 vernativa (prodotti chimici, materie plasti- (A) che, caucciù, articoli in vetro, alluminio, ferro, ghisa, acciaio, ed alcuni beni alimen- 391,6 222,1 1978 176,3 tari tra cui zucchero, insaccati, thè, bibite. 1979 248,5 461,7 185,8 1980 -240,6 365,9 152,1 Totale 518 prodotti); 1981 323,9 533,5 164,7 3) prodotti liberalizzati (tutti quelli non 154,1 1982 413,9 638,9 compresi nelle liste 1 e 2). 1983 634,2 840,5 132,5 1984 950,9 1.160,0 122,0 Esiste inoltre una lista di beni liberalizzati 1985 (gennaio) 58,4 87,4 149,7 la cui importazione è soggetta al pagamen- to di una tassa addizionale sui diritti doga- nali, variante secondo i prodotti (riguarda TABELLA 5 - Principali prodotti italiani esportati verso la Turchia (milioni di lire[ prodotti di lusso ed altri in cui la Turchia Gennaio è autosufficiente. Totale 480 prodotti). I prodotti di monopolio (sigarette, caffè, al- Prodotti 1984 1984 1985 Variaz. % coolici) continueranno ad essere importati Parti staccate autoveicoli 143,2 10,3 11,2 + 7,8 dall'agenzia di stato Tekel. La competenza Aeromobili e loro parti 87,2 45,2 — — su tutte le questioni commerciali spetta al Parti staccate di macchine ed apparecchi non Sottosegretariato del Tesoro per il Com- 71,4 3,3 4,8 + 45,5 elettrici mercio Estero (Haz Ine Ve Districaret «Altre» macchine ed apparecchi non elettrici 67,5 3,2 2,5 - 21,9 «Altri» prodotti chimici organici 61,6 2,0 4,1 + 105,0 Mustesarligi - Ankara), che è anche incari- Ferri ed acciai laminati 60,4 6,2 1,7 - 72,6 cato della definizione di nuovi regolamenti Macchine ed apparecchi per l'industria tessile sull'uso della valuta (denominazione dei -60,7 e del vestiario 39,0 5,6 2,2 pagamenti), sugli accordi di compensazio- ne, sul controllo dei prezzi applicati e sugli doganale (tassa municipale); standards, di qualità, nonché della divulga- b) una tassa di bollo dell'1% sul valore zione di tutti i dati riguardanti il commer- CIF dichiarato; cio estero ed i regolamenti doganali. Com- c) una tassa di banchina, per le merci tra- petenze particolari spettano: all'Ufficio di sportate via mare, corrispondente al 5% Pianificazione Statale (Devlet Planlama del valore CIF delle merci, aumentato del Teskilati - DPT Ankara) per quanto ri- valore delle imposte a) e b) e delle spese di guarda l'importazione di beni di investi- sdoganamento; mento; al Ministero della Sanità (Saglik Ve d) un'imposta sul valore aggiunto del 10% Sosyal Yardimbakanligi - Ankara) per da applicare sul valore CIF delle merci au- quanto riguarda l'importazione di medici- mentato del valore delle imposte a), b) e c) nali; al Ministero dell'Agricoltura (Tarim e delle spese di sdoganamento. Orman Ve Koyisleri Bakanligi - Ankara) Le importazioni esenti da dogana sono per quanto riguarda l'importazione di me- pure esenti dalla tasse di cui ai punti a), b) dicamenti veterinari ed insetticidi. e c). Gli importatori devono anche versare La Turchia stabilisce inoltre un contingen- un deposito del 7,5% per i prodotti impor- te separato di importazioni dai Paesi con i tati da industrie e del 15% per le altre mer- quali ha accordi di pagamenti bilaterali. ci. In alcuni casi e per certi prodotti gli im- Le importazioni auto-finanziate compren- portatori devono versare un «contributo» dono importazioni relative a crediti con- del 2% al «Fondo di mantenimento e sta- cessi per specifici progetti o a investimenti bilizzazione prezzi». esteri diretti, importazioni private senza assegnazione di valuta estera ed importa- 5.4. Documenti per l'importazione zioni riguardanti l'organizzazione Nato. La Turchia è paese membro del G.A.T.T. I documenti richiesti per la spedizione di Il suo sistema tariffario è basato sulla no- merci in Turchia sono i seguenti: menclatura tariffaria di Bruxelles; è costi- — fattura commerciale; tuito da tre colonne, di cui una relativa ai — un unico certificato, facente funzione di Paesi che ricevono il trattamento di nazio- fattura consolare e di certificato d'origine. ne più favorita (fra cui gli U.S.A.), ed una Questo certificato deve essere redatto su un contenente le tariffe ridotte che si applica- modulo speciale (in libera vendita), compi- no ai Paesi della C.E.E. lato dall'esportatore e vistato dalla Camera Le tariffe doganali hanno in Turchia la du- di Commercio. plice funzione di generare entrate e di pro- Al certificato d'origine deve essere allegato teggere l'industria locale. Inoltre, aumen- un esemplare della fattura commerciale, tando considerevolmente il costo delle im- recante l'attestazione della Camera di portazioni, annullando i benefici che po- Commercio sulla congruità dei prezzi ri- trebbero derivare dalla sopravalutazione portati in fattura; della lira turca al cambio ufficiale. — le importazioni provenienti dai Paesi I tassi doganali variano fra lo zero ed il C.E.E. debbono essere accompagnate an- 200%; i tassi più alti si applicano alle siga- che da «certificato di circolazione» mod. rette e ad altri manufatti di tabacco. In ge- ATR 1 per le spedizioni dirette e mod. nerale le tariffe sulle materie prime non ATR 3 per le spedizioni indirette. prodotte localmente sono poco elevate, mentre sono alte sui prodotti finiti. Alle importazioni di beni capitali vengono normalmente concesse riduzioni tariffarie. L'introduzione di un'unica imposta sul va- lore aggiunto pari al 10% (in sostituzione delle precedenti tasse diversificate per pro- dotti) ha provocato un riaggiustamento di alcune tariffe doganali: autoveicoli, auto- bus, motociclette, autocarri: dal 60% al 50%; tessili e articoli sanitari: dal 100% al 50%, oltre alle imposte doganali, le impor- tazioni sono soggette alle seguenti tasse: a) una soprattassa del 15% sull'imposta MODELLI DI ISTITUTI DI STUDI E FORMAZIONE PER IL GOVERNO LOCALE

Carlo Beltrame

Nel disegnare i tratti di una futura «secon- tish Locai Government», come si afferma da Università» del Piemonte (una singola- con enfasi in casa INLOGOV. Il campo di re Università imperniata sui tre centri di azione di INLOGOV riguarda essenzial- Alessandria, Vercelli e Novara), ad Ales- mente queste attività: sandria si è, qualche tempo fa, pensato a a) un'attività di insegnamento e di forma- un interessante elemento di detta Universi- zione; tà, costituito da un istituto di studi sul go- b) un'attività di ricerca, in genere sulla verno locale (dove la parola «studi» si al- base di grants o committenze da parte del larga a considerare insieme documentazio- governo centrale e locale; ne, ricerca e formazione). Non sappiamo c) analisi di politiche più generali (citiamo quali esiti avrà la proposta alessandrina. solo lo studio dei rapporti tra disoccupa- Conosciamo però i modelli a cui si è fatto zione e sviluppo economico); riferimento nell'abbozzarla e a questi studi ci) consulenza specifica su particolari pro- ci riferiamo nell'illustrare sinteticamente i blemi di autorità locali; casi delle esperienze inglesi dell'INLO- e) la creazione e il mantenimento a regime GOV di Birmingham e della SAUS di Bri- di un sistema di relazioni con massimi di- stol, oltre a un rapido accenno, quasi solo rigenti di specifiche autorità locali (da una per memoria, agli IRA francesi. parte abbiamo un membro di INLOGOV nominato «institute contact» e nel singolo ente locale abbiamo il punto di riferimen- to, il dirigente che è «the prime liaison INLOGOV point»), che consente una continua discus- sione e diagnosi sui problemi delle singole autorità locali (si fa la diagnosi, si conosce L'Institute of Locai Government Studies è quanto fanno le altre autorità locali e si ge- un dipartimento della facoltà di Scienza nerano delle idee); Sociale e Commercio dell'Università di f) documentazione e pubblicazioni. Birmingham e venne fondato nel 1963 al Possiamo cercare di illustrare alcuni dei fine di svolgere attività di ricerca ed inse- campi di azione citati, segnalando partico- gnamento sul governo locale, fornire servi- lari impegni e lavori effettuati da INLO- zi di consulenza e promuovere studi e ri- GOV. Abbiamo innanzitutto la funzione cerche sul governo e sull'amministrazione di insegnamento e di formazione. Per diri- locale e relativi problemi. genti di rango superiore, un corso annuale Le prime attività svolte per il governo lo- («advanced management development cale britannico furono degli studi per assi- programme») tende a sviluppare la mana- stere un comitato nazionale di inchiesta gerialità sulla base di un progetto per cia- sull'amministrazione del governo locale. In scun partecipante. È interessante elencare seguito si passò a condurre corsi di mana- le fasi del corso: gement avanzato della durata di dieci setti- mane per funzionari designati dalle autori- — visita di un membro di INLOGOV al- tà locali. Presto l'istituto divenne «a centre l'ente locale interessato; of management and policy studies for Bri- — un seminario introduttivo di tre giorni; — uno stage residenziale di sei settimane; — un periodo di lavoro al progetto all'in- terno dell'ente locale di provenienza; — incontri e brevi corsi ancora (di tre giorni ciascuno). INLOGOV effettua poi corsi postuni- versitari di politica e amministrazione nel governo locale (si ottiene un «master de- ? gree» in un anno pieno o in due anni part time) e corsi speciali per specifiche autori- tà locali, in relazione alle esigenze delle autorità locali stesse (su temi come: effi- cienza organizzativa e controllo, i processi disciplinari, il contesto che cambia nel campo del governo locale, ecc.). Ì Importante è il campo di attività di ricerca. Tra le numerose ricerche effettuate, ricor- La SAUS è stata finanziata fino al 1980 diamo uno studio sul fabbisogno occupa- dal Department of the Environment di zionale nel campo della professione del Londra. Oggi è, da un lato, un dipartimen- town and country planning, analisi degli to dell'Università di Bristol e, dall'altro effetti delle manovre finanziarie del gover- lato, un organismo che si autofinanzia. no centrale sulle politiche di bilancio degli Enti locali, studi su possibili mutamenti nel sistema del governo locale in generale. Alle origini di INLOGOV c'è sì l'Universi- tà di Birmingham, ma anche lo stimolo e IRA l'aiuto del Locai Government Training Board (LGTB), che è un organismo asso- Tra i modelli studiati anche gli Instituts ciativo delle autorità locali e delle rappre- Régionaux d'Administration francesi. Con sentanze dei dipendenti che si occupa della essi si trattava, in qualche modo, di diffon- formazione e dell'addestramento dei fun- dere sul territorio le esperienze di forma- zionari locali. INLOGOV e un altro dipar- zione ben note a livello centrale, dell'ENA timento della Facoltà di Scienza Sociale e b) Ecole Nationale d'Administration. IRA Commercio dell'Università di Birmin- corsi postuniversitari, che comprendo- sono stati creati in diverse regioni e quindi gham, il Centre for Urban and Regional no anche un «master» in public policy a Lilla, Lione, Metz, Nantes, Bastia. Studies, hanno curato un joint centre di studies; Si sostiene che gli IRA sono stati progettati coordinamento e di integrazione di alcuni c) ricerca storica e applicata; secondo un disegno di formazione profes- servizi, tra cui una fornitissima biblioteca. d) pubblicazioni, tra cui il trimestrale sionale continua nel quadro dell'istruzione Con INLOGOV hanno rapporti alcuni «Policy and Politics». permanente dei funzionari pubblici, dello Enti locali e Istituti italiani, come il Co- Le tematiche sulle quali la SAUS lavora Stato come delle collettività locali. Gli mune di Milano e ISAP - Istituto per la sono tematiche del genere di queste: la fi- IRA — posti sotto la tutela del Primo Mi- Scienza dell'Amministrazione Pubblica. nanza pubblica e la programmazione fi- nistro e governati da un Consiglio di Am- Nella serie dei «quaderni» dell'ISAP è sta- nanziaria, le abitazioni, i servizi sociali, i ministrazione e da un Direttore — sono to dì recente pubblicato un rapporto di trasporti, l'occupazione (partendo dalla organizzati lungo un biennio di scolarità, Alan Norton, professore e dirigente di IN- pianificazione economica a livello locale), fatti di un primo ciclo di insegnamento e di LOGOV, sul tema «governo e amministra- la politica di rivitalizzazione delle «inner un secondo ciclo di stages pratici e di ses- zione delle aree metropolitane nelle demo- Cities», la dirigenza e la leadership. sioni di formazione e di riflessione. crazie occidentali». Si tratta della tradu- I corsi brevi sono residenziali e sono in ge- II programma di insegnamento comprende zione italiana del rapporto presentato al nere di un giorno, mezza settimana, quat- corsi di scienza amministrativa molto ana- Governo Britannico per cercare di evitare tro giorni, una settimana. Le tematiche litici, corsi di matematica, insegnamenti di la soppressione delle strutture di governo spaziano qui dal molto generale (ad esem- formazione in diritto amministrativo, in predisposte in Inghilterra per le aree me- pio, le politiche CEE e il governo locale scienze economiche, in finanza pubblica, tropolitane. britannico) al particolare (ad esempio, le minoranze etniche nel cuore delle grandi in contabilità nazionale, in informatica. città). I corsi postuniversitari (due anni Abbiamo poi insegnamenti particolari, del part time) sono imperniati su una parte tipo tecniche di espressione, statistica, or- centrale comune (elementi sullo Stato e ganizzazione e metodi, ecc. sulla società, scelte politiche e decisori, Il biennio presso gli IRA si chiude con il SAUS prospettive sulle organizzazioni, informa- conseguimento di un «diplome d'admini- zione e politica, ecc.) e una parte opzionale stration publique» sulla base di un giudizio complessivo, attraverso una conversazione L'altro modello inglese studiato dal Comu- su temi specifici, come l'occupazione, la finale con una giuria presieduta da un pro- ne di Alessandria è quello della School for sanità, la casa, i servizi sociali, il territorio fessore di Università. Il diploma in questio- Advanced Urban Studies dell'Università di e un progetto con una dissertazione finale ne serve come titolo nel lavoro e nell'ente di Bristol. La scuola venne creata nel 1973 di 20.000 parole circa. destinazione, ma equivale anche a una «li- dall'Università di Bristol e dal Ministero La ricerca è un altro importante settore di cenza» in diritto e nei concorsi ha valore che si occupa (anche) degli Enti locali (il attività della SAUS di Bristol. Viene effet- accademico per la continuazione di studi Department of Environment). La SAUS, tuata per conto del Governo centrale, degli giuridici nelle Università. che pone un forte accento sulla interdisci- Enti locali e di altri enti. Citiamo qualche plinarietà, sviluppa attività che possono ri- titolo: la fase attuativa del sistema di piani- condursi ai seguenti filoni: ficazione, la sicurezza sociale e le persone a) brevi corsi: seminari e workshops per anziane, il rafforzamento del ruolo dei membri elettivi, la localizzazione residen- amministratori e funzionari, che si tengono • » sia a Bristol come in altre parti della Gran ziale in un borgo di Londra, le strategie re- Bretagna; sidenziali e i programmi di investimento.

58 4 L'AEROPORTO DI TORINO VERSO IL 2000

Giuseppe Iacopino

«Dotare il sistema delle comunicazioni re- pianti di radioassistenza in essere; gionali di una infrastruttura aeroportuale — l'analisi della capacità dei singoli orga- in grado di rispondere adeguatamente alle nismi infrastrutturali; esigenze dell'utenza per gli anni '90». — il quadro socio-economico e territoriale Questo è l'obiettivo che la SAGAT, società del bacino di traffico dell'aeroporto; di gestione dell'aeroporto, si è posta per la — l'accessibilità allo scalo; riorganizzazione e il potenziamento dello — le previsioni future di traffico; scalo torinese. — gli aspetti climatologici; Obiettivo che è stato affrontato in modo — l'impatto ambientale, con riferimento globale, per evitare interventi settoriali all'inquinamento acustico e atmosferico. non coordinati, mediante la predisposizio- Sulla base delle analisi e degli studi effet- ne di un piano - Master Pian -. tuati e in considerazione degli interventi di Il documento, dopo aver analizzato la si- potenziamento e di ristrutturazione realiz- tuazione in essere, ha definito le linee di zati negli utimi anni (legge 825/73 e suc- sviluppo, costituendo un organico quadro cessive) il sistema infrastrutturale/operati- di riferimento per gli interventi che si ren- vo risulta adeguato a rispondere alle esi- dono necessari, per affrontare con efficien- genze del traffico per molti anni ancora. za gli incrementi di traffico che già nel Inoltre, da evidenziare che la SAGAT, me- 1985 hanno visto transitare oltre 900 mila diante autofinanziamento ha dotato la pi- passeggeri e circa 10.000 tonn. di merci. sta di volo di un modernissimo impianto Proiezioni al 1990 indicano condizioni fa- I.L.S. di III categoria, che dal prossimo au- vorevoli per ulteriori forti incrementi di traffico, dovuti al recupero del potenziale Fig. 1 - Situazione attuale di traffico aereo generato dal bacino natu- rale dell'aeroporto. (LEGENDA) i AEROSTAZIONE PASSEGGERI E PALAZZINA Ipotesi previsionali molto caute indicano 2 CAPANNONE SMISTAMENTO BAGAGLI PARTENZA in 1.200.000 passeggeri e 24.000 tonn. di 3 CAPANNONE RICOVERO MEZZI merci, il traffico al 1990; la crescita «parti- 4 AEROSTAZIONE POSTALE 5 AEROSTAZIONE MERCI colare» del settore merci sarà consegnata, 6 TORRE DI CONTROLLO in gran parte, all'accordo General-Motors- 7 AEROSTAZIONE CARGO GENERAL MOTORS 8 HANGAR AVIAZ. GENERALE Pininfarina che a partire dalla seconda 9 CENTRALE ELETTRICA metà dell'anno in corso movimenterà sullo 10 AREA TECNICA scalo di Caselle circa 12.000 tonn/anno. 11 PERSONALE DI STATO 12 DEPOSITO CARBURANTI AVIO Nel dettaglio, sono stati approfonditi i se- 13 MAGAZZINI UFFICI SAGAT guenti aspetti: 14 MAGAZZINI MATERIALI 15 PARCHEGGI AUTOVETTURE — le procedure di volo e di utilizzazione 16 DISTRIBUZIONE CARBURANTE AUTO degli spazi aerei con riferimento agli im-

1

IIMKI tunno consentirà di operare con minime di Le linee guida per la riorganizzazione del- visibilità di 200 m. l'area terminale sono state: Fig. 2 - Fase 1 Per contro, l'area terminale soffre di insuf- — mantenimento dell'area terminale entro (LEGENDA) ficienze, disfunzioni e frequenti momenti l'attuale sedime aeroportuale e comunque INFRASTRUTTURE IN RILOCAZIONE di saturazione, e già oggi è strutturalmente entro il limite definito dalla sede ferrovia- I AEROSTAZIONE PASSEGGERI inadeguata a sopportare il traffico, soprat- ria esistente; II CAPANNONE SMISTAMENTO BAGAGLI PARTENZA III CAPANNONE RICOVERO MEZZI DI RAMPA tutto in coincidenza delle punte, e ancor — compatibilità ed integrazione con la IV AEROSTAZIONE POSTALE più lo sarà in futuro. Si è pertanto definito sede ferroviaria a piano campagna sul trac- V AREA TECNICA un progetto per riorganizzare tale area che, ciato attuale; INFRASTRUTTURE DI NUOVA REALIZZAZIONE 1 NUOVA AEROSTAZIONE PASSEGGERI secondo fasi temporali, razionalizza e po- — compatibilità con la viabilità provin- 2 STAZIONE FERROVIARIA tenzia le infrastrutture per adeguare le fun- 3 PARCHEGGIO AUTO MULTIPIANO ciale esistente; 4 AEROSTAZIONE POSTALE - MAGAZZINO MERCI zioni alle attuali e future esigenze di traf- — concezione modulare delle realizzazio- 5 AREA TECNICA fico. 6 HANGAR (RILOCAZIONE II) ni al fine di consentire un programmato e 7 CAPANNONE RICOVERO MEZZI SOCIETARI (RILOCAZIONE III) La necessità di contenere i costi dell'inter- graduale incremento delle capacità sino al INFRASTRUTTURE ESISTENTI vento ha fatto scartare soluzioni progettua- soddisfacimento delle esigenze anche a A AEROSTAZIONE MERCI li che comportavano acquisizioni di nuove lungo termine; B CARGO CENTER G.M. C TORRE DI CONTROLLO aree e l'interferenza con la viabilità pro- — rispetto dei vincoli normativi, renden- D HANGAR vinciale e la ferrovia Torino-Ceres (che E CENTRALE ELETTRICA do possibile il collegamento in forma con- F MAGAZZINI MATERIALI lambiscono l'attuale sedime), con conse- tinuativa dei due tratti esistenti di via di G ALLOGGI PERSONALE DI STATO H DEPOSITO CARBURANTI guenti elevati e consistenti oneri finanziari circolazione a sud e a nord del piazzale ae- L PARCHEGGI AUTO per le opere di deviazione. M DISTRIBUTORE BENZINA romobili, al fine della netta distinzione tra N ISOLA MOTORISTI Il problema ha trovato soluzione, a parità area di circolazione, area di manovra e di di esigenze e con costi contenuti, adottan- sosta aeromobili; INFRASTRUTTURE ESISTENTI do, quale sistema di parcheggio per gli ae- — garantire la continuità operativa del- | NUOVE INFRASTRUTTURE romobili la manovra power-in/push-out l'aeroporto nel corso delle realizzazioni. | [ AMPLIAMENTO PIAZZALE PARCHEGGIO AEROMOBILI (aeromobile che muove utilizzando i pro- Nella fig. 1 viene rappresentata l'area ter- pri propulsori in ingresso e viene spinto da minale allo stato attuale, nelle figg. 2 e 3 VIABILITÀ ESISTENTE un trattore in uscita). Ciò consente il par- vengono tracciati gli interventi proposti NUOVA VIABILITÀ cheggio di un elevato numero di aeromobili per le due fasi temporali in programma. | | AREE VERDI rispetto all'usuale sistema power-in/po- Per la linea ferroviaria Torino-Ceres che wer-out. lambisce il lato ovest dell'area terminale, si Fig. 3 - Fase 2 (LEGENDA)

INFRASTRUTTURE IN RILOCAZIONE I AEROSTAZIONE MERCI II ISOLA MOTORISTI III MAGAZZINI MATERIALI IV ALLOGGI PERSONALE DI STATO

INFRASTRUTTURE DI NUOVA REALIZZAZIONE 1 AMPLIAMENTO AEROSTAZIONE PASSEGGERI 2 PARCHEGGIO AUTO MULTIPIANO 3 AEROSTAZIONE MERCI 4 AEROSTAZIONE AVIAZIONE GENERALE 5 HANGAR 6 ALLOGGI PERSONALE DI STATO 7 AREA TECNICA COMPAGNIA AEREA (EVENTUALE)

INFRASTRUTTURE REALIZZATE IN 1* FASE A AEROSTAZIONE PASSEGGERI B STAZIONE FERROVIARIA C AEROSTAZIONE POSTALE - MAGAZZINO MERCI D AREA TECNICA E HANGAR F CAPANNONE RICOVERO MEZZI SOCIETARI

INFRASTRUTTURE ESISTENTI

INFRASTRUTTURE REALIZZATE IN 1« FASE

NUOVE INFRASTRUTTURE

AMPLIAMENTO PIAZZALE PARCHEGGIO AEROMOBILI

VIABILITÀ ESISTENTE

] NUOVA VIABILITÀ

]] AREE VERDI prevede a medio termine la ristrutturazio- pliato di 32.000 mq. a seguito della riloca- ne ed il potenziamento tra Torino e l'aero- lizzazione e successivo abbattimento delle porto. Questa linea avrà caratteristiche aerostazioni passeggeri e postale, e dei ca- metropolitane, sarà attestata alla stazione pannoni per il ricovero dei mezzi di rampa FF.SS. di P. Susa e costituirà un valido e smistamento bagagli. Con questo primo collegamento città-aeroporto. ampliamento verranno soddisfatte le esi- Allo scalo di Caselle la stazione ferroviaria genze di sosta dei velivoli nel medio pe- è stata prevista in corrispondenza dell'ae- riodo. rostazione passeggeri e collegata a questa Successivamente, la rilocalizzazione del- da una passerella pedonale sopraelevata. l'aerostazione merci consentirà un ulterio- re ampliamento di 30.000 mq. garantendo Principali interventi previsti: cosi sufficiente disponibilità di spazi a lun- go termine. a) Aerostazione passeggeri. E l'intervento prioritario in quanto l'attua- d) Aerostazione merci e postale. le struttura già oggi è soggetta ad un traffi- Nella prima fase verrà mantenuta la desti- co superiore alla propria capacità (600 nazione dell'attuale aerostazione merci in mila passeggeri/anno con punte di traffico quanto sufficiente, nel breve periodo, a di 600 pax/ora elevabili a 900 con confort svolgere le funzioni assegnate (capacità di ridotto). circa 12.000 tonn/anno). La nuova aerostazione (fig. 2, n. 1) verrà L'aerostazione postale, situata attualmente arretrata di circa 70 m. verso ovest per a lato dell'aerostazione passeggeri, verrà ri- consentire l'ampliamento del piazzale par- locata a nord dell'area terminale (fig. 2, n. cheggio aeromobili e garantire senza inter- 4) realizzando una struttura modulare che ferenze, la continuità operativa dello scalo. sarà anche in parte destinata al trattamen- Sarà di tipo modulare, dotata di ponti di to delle merci. imbarco e nella prima fase disporrà di Successivamente, nella fase II, questo fab- 15.000 mq. operativi in grado di servire bricato sarà ampliato (fig. 3, n. 3) per sosti- con un buon livello di confort 1.800.000 tuire l'aerostazione merci che verrà demo- passeggeri/anno e punte orarie di circa lita consentendo, come già detto, l'amplia- 4.000 passeggeri. mento del piazzale aeromobili e completa- La struttura è prevista su due livelli, arrivi re cosi l'organizzazione programmata. e partenze, oltre ad un terzo piano destina- to a servizi. Nella fase finale l'aerostazione sarà am- pliata modularmente in funzione della evoluzione del traffico, fino a raggiungere i 50.000 mq. operativi.

b) Parcheggio auto.

Contemporaneamente alla costruzione del- la nuova aerostazione passeggeri è prevista l'edificazione di un primo modulo di par- cheggio auto multipiano (fig. 2, n. 3) che porterà la capacità complessiva dagli at- tuali 1.200 posti ad oltre 2.000; nella fase II un ampliamento modulare dello stesso porterà la disponibilità ad oltre 7.000 posti (fig. 3). c) Piazzale parcheggio aeromobili. L'attuale piazzale per la sosta degli aero- mobili dispone di una superficie di 90.000 mq. operativi, permettendo di accogliere tutte le classi di velivoli fino ai B747, se- condo varie combinazioni. Nella I fase, il piazzale di sosta verrà am- PIÙ FORTE L'ECONOMIA PADANA CON UN ASSE PLU RI MODALE DEI TRASPORTI LUNGO IL PO

Bruno Cerrato

Dal dopoguerra in poi le regioni attraver- base del loro più o meno evidente successo tale politica settoriale è l'ing. Alessandro sate dal Po hanno maturato diversi proces- (capacità imprenditoriali e manageriali, Orlandi, professore ordinario di tecnica ed si di sviluppo, determinando negli ultimi conoscenze tecnologiche, capacità di com- economia dei trasporti presso l'Università dieci anni lo spostamento del baricentro mercializzazione dei prodotti e di gestione di Bologna, che si è estesamente soffermato economico italiano dal Triangolo indu- finanziaria), il relatore è giunto alla con- sull'analisi dei trasporti terrestri, dopo striale all'intera Padania. Ma stranamente, clusione che le tendenze osservabili non aver attentamente analizzato la posizione e certi territori più vicini al fiume o al centro sembrano offrire significative nuove oppor- il ruolo socio-economico della Padania nel della pianura hanno conosciuto tassi di tunità espansive alle aree interne di Rovi- contesto nazionale con riferimento a esten- crescita più bassi delle aree prealpine e go, Ferrara e Ravenna, ad alcune zone sul- sione territoriale, popolazione residente, preappenniniche. A limitare l'espansione la sponda sud del Po tra Piacenza e Parma, numero di addetti, capacità ricettiva alber- di questo corridoio centrale non è da esclu- agli stessi hinterlands di Asti ed Alessan- ghiera, presenze turistiche e valore aggiun- dere abbia potuto influire la relativa rete dria. Territori tutti che non disponendo dei to (Tabb. 1-2-3-4). I dati elaborati eviden- dei trasporti, non diffusamente sufficiente quattro requisiti sopraindicati, senza aver ziano che la Padania rappresenta il 30% o adeguata. Per misurare concretamente la subito gli effetti negativi dell'industrializ- del territorio nazionale, con una popola- realtà delle cose e fornire suggerimenti zazione massiccia, e dimostrando magari zione pari al 38,2% di quella italiana. La operativi per l'attuazione di un più effi- una migliore qualità della vita (nel senso quota addetti è invece complessivamente ciente sistema multimodale nell'asse pada- che non hanno dovuto far fronte a tutti i pari al 48,6%, con il massimo per l'indu- no centrale per le varie modalità di comu- problemi conseguenti ad una rapida urba- stria (57,7%), il valore medio per il com- nicazione, le Unioni regionali delle Came- nizzazione), presentano elementi struttura- mercio (44,3) e il minimo per i servizi re di commercio del Piemonte, della Lom- li che, a meno di correttivi, lasciano qual- (39,2). Sul fronte del turismo i posti letto bardia, dell'Emilia Romagna e del Veneto che ombra sul rispettivo futuro (specie per delle quattro regioni costituiscono il 37,2 hanno promosso e organizzato a Ravenna quanto riguarda il fenomeno della disoccu- del totale del paese, mentre le presenze uno specifico convegno (16 maggio 1986). pazione, in presenza per contro di una for- ammontano al 36,4%. Nella globalità il te scolarità e una rilevante consistenza di peso produttivo delle regioni del Po, laureati e diplomati). Per avvicinare queste espresso dalla grandezza «valore aggiun- Il prof. Fabio Gobbo, ordinario di politica terre al livello produttivo delle più dinami- to», giunge al 46,6% dell'insieme naziona- economica all'Università di Bologna, ha che, tipo quelle lungo le strade Serenissima le, in dipendenza di un 56,1% per il com- trattato il tema «Sviluppo della Padania e ed Emilia, la realizzazione di un sistema di parto industriale, 41,2% per il terziario e squilibri territoriali: un problema parzial- trasporti intermodale intermedio è in defi- 37,9% per il primario. La rilevanza della mente irrisolto». Attraverso una carrellata nitiva considerata una scelta di sicuro ef- pianura padana è ulteriormente avvalorata storica delle caratteristiche produttive delle fetto propulsivo. dalle cifre riguardanti il parco dei veicoli diverse regioni e dei principali poli e dei su gomma, sia in relazione al trasporto fattori critici che stanno attualmente alla Al pari convinto dell'opportunità di una Tabella 1 - Estensione territoriale e popolazione residente nelle regioni della Padania persone (rispetto all'Italia la percentuale è per le auto di 43,4 punti e 36,8 per i bus) Estensione Popolazione residente sia con riguardo ai mezzi di trasporto mer- Regione Superficie % nella Popolazione % nella 2 ci (48,2 con valori di 52,3 per i trattori, km Padania x 1000 Padania 5 1,4 per i semirimorchi, 51,3 per i rimor- Piemonte 25399 28,3 4454 20,6 chi, 47,4 per gli autocarri). Lombardia 23858 26,6 8894 41,1 Veneto 18364 20,4 4355 20,1 Lo stato della rete stradale evidenzia inve- Emilia-Romagna 22123 24,7 .3958 18,2 ce che a fronte di un buon livello di esten- Totale Padania 89744 100 21661 100 sione delle comunali (45,4% del totale na- Totale Italia 301278 — 56742 zionale), le provinciali (31,8) e ancor più le statali (25,1) fanno proprie percentuali % Padania/Italia 29,8 — 38,2 — piuttosto basse, mentre le autostrade tocca- no il 36,2%. In ordine alle ferrovie il peso dell'area in esame è del 43,6% per la rete Tabella 2 1981 - Addetti nelle regioni della Padania (migliaia), Censimento elettrificata a 2 binari, del 37,9 per quella Regione Industria (*) Commercio Servizi Totale elettrificata ad 1 binario, del 32,4% per le linee non elettrificate, del 25,7% per i col- Piemonte 865 303 444 1613 54,7% 18,8% 27,5% 100% legamenti in concessione.

Lombardia 1854 657 922 3433 54,0% 19,1% , 26,9% 100% Sulla base di dettagliate elaborazioni con- Veneto 765 340 407 1512 cernenti la mobilità stradale e su rotaia 50,6% 22,5% 27,8% 100% (passeggeri e merci), lo studio del prof. Or- landi conclude che per entrambi i sistemi Emilia-Romagna 730 336 457 1523 47,9% 22,1% 30,0% 100% di trasporto (gomma e ferro) le due direttri- ci fondamentali — Milano-Venezia e Mila- Totale Padania 4512 1636 2230 8081 52,1% 20,2% 27,7% 100% no-Bologna — risultano in condizioni già molto prossime alla congestione. Poiché Totale Italia 7301 3694 5690 16623 43,9% 22,2% 33,9% 100% per il futuro non si può che prevedere un % Padania/Italia 57,7% 44,3% 39,2% 48,6% continuo sviluppo della mobilità in gene- (*) Comprese attività connesse con l'agricoltura. rale, con un discreto spostamento dalla strada alla ferrovia del traffico merci (que- st'ultimo dovrebbe potersi accaparrare at- torno al 20-25% del totale contro l'attuale Tabe Ha 3 Valore aggiunto nelle regioni della Padania al 1982 (miliardi) 12%), due sono le soluzioni possibili: ac- PER RAMO DI ATTIVITÀ (%) Regione Totale crescere la potenzialità delle linee esistenti Agricol. Industr. Servizi Totale oppure ridurre il carico su di esse. La pri- ma ipotesi comporterebbe praticamente un Piemonte 43330 20,3% 4,4 46,5 49,1 100 raddoppio, con costi notevolissimi e tempi Lombardia 94292 44,2% 2,7 49,3 48,0 100 Veneto 35538 1 6,7% 7,1 40,3 52,5 100 lunghi. La seconda, che appare più oppor- Emilia-Romagna 39991 18,8% 9,6 40,1 50,3 100 tuna e realistica, consentirebbe di sfruttare Totale Padania 213151 100 % 5,0 45,5 49,5 100 infrastrutture in parte già esistenti (anche se da completare e/o ristrutturare), ridu- Totale Italia 457011 — 6,2 37,9 55,9 100 cendo costi e tempi esecutivi e limitando i % Padania/Italia 46,6 — — 37,9 56,1 41,2 danni all'ambiente inevitabili con la prima alternativa.

Tabella 4 - Ricettività e presenze turistiche al 1 982 La proposta definitiva e organica dell'in- dagine si concretizza per il sistema strada- Regione Posti letto offerti Presenze turistiche (migliaia) le nell'utilizzazione della superstrada Fer- rara-Mare, continuata sulla Cispadana da Piemonte 164275 9,3% 10133 8,3% Ferrara a Reggiolo (che permette il collega- Lombardia 360210 20,5% 23282 19,1% Veneto 594046 33,8% 45633 37,6% mento con l'Auto Brennero) e di qui pro- Emilia-Romagna 640883 36,4% 42494 35,0% lungata, con tracciato da studiare, fino a Totale Padania 1759414 100 % 121542 100 % Milano. Quest'asta mediana sembrerebbe giovare parecchio alla valorizzazione delle Totale Italia 4730970 — 332634 — aree dai trend di sviluppo più contenuto, % Padania/Italia 37,2% — 36,4% — peraltro di certo disponibili ad una mag- giore e più diversificata attività produttiva. Tabella 5 - Autovetture per il trasporto persone (al 1983) nelle regioni della Padania Circa il sistema ferroviario il suggerimen- to è per il doppio itinerario Monselice- Indice di Regione Auto (migliaia) Mantova a nord e Ferrara-Suzzara-Man- Bus Motorizzazione Auto/100 Abit. tova a sud, raggiungendo poi Milano o per Codogno sulla Milano-Piacenza o realiz- Piemonte 1943 5768 43,7 zando un nuovo tracciato. Il traffico attri- Lombardia 3559 9506 40.0 Veneto 1659 5893 buibile a tale linea, collegata con la Pavia- 38.1 Emilia-Romagna 1758 4975 44,4 Casale Monferrato-Chivasso-Torino, deri- Totale Padania 8919 verebbe da treni passeggeri a lunga percor- 26142 41,2 renza non interessati a toccare stazioni Totale Italia 20554 71017 36,2 comprese fra Milano-Venezia e Milano- Padania/Italia 43,4 36,8 Bologna, sia da treni merci, non in servizio locale a lunga percorrenza.

Tabella 6 - Autoveicoli per il trasporto merci nelle regioni della Padania (al 1983) Regione Autocarri Trattori Semirimorchi Rimorchi Totale % Piemonte 167933 4296 5766 39865 217860 21,6 Lombardia 296762 7514 8822 72950 386048 38,2 Veneto 149007 4154 3585 35876 192622 19,1 Emilia-Romagna 170690 4816 4267 33134 212907 21,1 Totale Padania 784392 20780 22440 181825 1009437 100 Totale Italia 1653537 39824 43596 355340 2092297 _ % Padania/Italia 47,4 52,3 51,4 51,3 48,2

Tabella 7 - Estensione della rete viaria nelle regioni della Padania (km al 1983) S. C. S S Totale Regione S. P. Autostrade Totale C) strade S + A %

Piemonte 16436 10135 2665 29236 599 29835 26,9 Lombardia 15202 8875 3308 27835 544 27929 25,2 Veneto 13828 7000 2487 23315 430 23745 21.4 Emilia-Romagna 18387 7139 2882 28408 565 28973 26.5 Totale Padania 64303 33149 11342 108794 2138 101932 100 Totale Italia 141666 104272 45147 291085 5901 296986 _ % Padania/Italia 45,4 31,8 25,1 37,4 36,2 37,3 —

S. C. - Strade Comunali S. P. - Strade Provinciali S. S. - Strade Statali.

Tabella 8 - Estensione della rete ferroviaria nei Compartimenti della Padania (km al 1983)

ELETTRIFICATA NON Compartimento ELETTRIF. Totale Concesse Totale ( ) generale 2 Binari 1 Binario 1 Binario

Torino 475 381 1056 1912 100 2012 Milano 618 520 356 1494 367 1861 Verona 367 36 327 930 58 988 Venezia 326 6 353 685 63 748 Bologna 525 367 104 996 354 1350 Totale Padania 2311 1310 2396 6017 942 6959 Totale Italia 5303 3457 (*) 7386 16146 3671 19817 % Padania/Italia 43.6 37,9 32,4 37,3 25,7 35,1 (* ) - Sono compresi 75 km a due binari. (**) - I dati sono riferiti alle regioni. L'ing. Paolo Mosca, associato alla cattedra vestimenti sono da ritenere multiobiettivo cile che nel passato tale integrazione con il di impianti idroelettrici del Politecnico di (difesa del suolo, irrigazione, turismo, pro- ricorso a navi fluviomarittime, al pari di Torino, ha invece risposto con dovizia di duzione di energia elettrica). Inoltre le stra- quanto già proficuamente avviene nel particolari alle domande: esiste la naviga- de acquee non creano problemi d'impatto Nord Europa, nei paesi danubiani e negli zione interna italiana? qual'è il suo ruolo ambientale rilevanti o comunque insolubi- Stati Uniti. nel settore dei trasporti? può e deve essere li, costituendo anzi opere indispensabili sul Il Piano generale dei trasporti, recentemen- sviluppata? è opportuno e conveniente de- piano strategico (alternativa agli altri modi te approvato, è stato definito dal Ministro stinare investimenti a questo modo di tra- e per mantenere almeno un grado margi- Signorile un piano di processo, articolato sporto? Utilizzando i risultati dello studio nale di operatività al sistema dei trasporti in progetti funzionali, attuabili di volta in per la formazione del piano generale della di rinfuse e containers all'interno ed all'e- volta a seconda dello stato di avanzamento navigazione interna padano-veneta pro- sterno della pianura padana, allorquando, delle procedure. L'aspettativa espressa dal- mosso nel 1984-5 dall'Intesa interregionale negli anni attorno al 2000, l'incremento le Camere di commercio è che le decisioni fra le Regioni Piemonte, Lombardia, Emi- dei traffici avrà saturato le reti stradali e sulla politica dei trasporti tengano nella lia-Romagna e Veneto, le priorità d'inter- ferroviarie), perfettamente coordinabili con giusta considerazione le esigenze della do- vento sostenute sono quelle riportate nella gli altri mezzi di comunicazione su ferro e manda, in particolare quella del mondo i Tab. 9. Le considerazioni oggettive addotte gomma, come già positivamente da tempo produttivo, con il varo di un piano flessibi- a sostegno dell'assoluta necessità di dar sperimentato all'estero. le in grado di adeguarsi all'evoluzione con- corso ad una più completa infrastruttura Il prof. Mosca ha illustrato tutto il quadro tinua del settore dei trasporti e ai nuovi bi- idroviaria sono diverse. Innanzitutto che le degli interventi da effettuare sia in sede na- sogni di servizio, anche per creare le condi- vie navigabili proposte sono fattibili sul zionale che interregionale, vuoi sul piano zioni per una crescita più omogenea delle piano tecnico, in quanto non presentano normativo vuoi su quello finanziario dei varie porzioni territoriali della Padania. Il difficoltà ingegneristiche di rilievo; secon- programmi, per rendere operative le varie convegno è stato pure l'occasione per riba- do che c'è una loro piena giustificazione indicazioni di lavoro, sostenendo che è as- dire l'opportunità che la definizione di tale i sul piano economico, dal momento che gli solutamente ingiustificato attribuire il politica veda sempre coinvolti gli istituti investimenti relativi presentano caratteri- mancato sviluppo delle idrovie nel nostro camerali in sistematici confronti preventi- stiche di redditività economica e finanzia- paese alle particolari condizioni geografi- vi, a livello nazionale e locale, in conside- ria perfettamente in linea con quelli di che italiane. Il bacino padano offre infatti razione della loro rappresentanza istituzio- ( analoghe infrastrutture di base (inoltre, con condizioni generali favorevoli e la stessa naie del sistema economico-produttivo un investimento di 2000/2200 miliardi di posizione dell'Italia al centro del Mediter- che della funzione trasportuale è sicura- lire si recupererebbe un patrimonio di raneo rende possibile una valida integra- mente il maggior utente. Anche perché le 15.000 miliardi, cioè il valore capitale del zione della navigazione interna con il ca- Camere di commercio hanno chiaramente ( sistema idroviario principale esistente). botaggio lungo le coste. L'aumento delle dimostrato in questi ultimi anni di saper Altri aspetti di convenienza economica dimensioni dei natanti impiegati sulle idro- validamente mediare e aggregare gli inte- scaturiscono dalla riflessione che siffatti in- vie può rendere dal canto suo molto più fa- ressi particolari dei vari soggetti imprendi- toriali, in generale e in maniera specifica ' nel campo dei trasporti, per il quale signi- Tabella 9 - Rete idroviaria attuabile entro l'anno 2000 ficativi esempi di correttezza diagnostica e Investimenti propositiva sono stati sia la bozza di con- frastrutture Km (miliardi di lire 1985) tributo al P.G.T. diffusa nell'estate 1985, j sia la successiva organizzazione di sei con- Idrovie vegni (il primo a Torino il 25 ottobre scor- — Po da Bastida Pancarana a Cremona (bacinizzazione) 157 319,7 so) nei quali sono state illustrate all'utenza — Po da Cremona a Foce Mincio (a corrente libera) 121 110,0 le linee dello Schema del P.G.T., sia anco- * — Po da Foce Mincio a Voltagrimana (a corrente libera) 1 11 220,7 — Cremona-Milano sud (canale) 63 370,8 ra l'attuazione di incontri pubblici specia- — Padova-nodo Marghera (canale) 28 57,0 lizzati (come questo ravennate, e in prece- — Canalbianco e collegamento a Po (S. Leone, Voltagrimana) - Po denza a Forlì/Ancona e Livorno), in qual- 4 di Levante - Po Brondolo 178 220,8 che caso magari in posizioni critiche o non — Ferrarese e collegamento a Ravenna (canale) 115 435,7 — Collegamento Sile-Laguna di Venezia 15 1 1,5 coincidenti con quelle dello schema di pia- no, ma sempre con spirito di servizio inter- Totale idrovie 788 1746,1 categoriale e finalità costruttive. Porti interni Principali (Pavia, Piacenza, Cremona, Milano sud, Mantova, Rovigo, Ferrara, Pieve Saliceto-Boretto) 262,8 Secondari (Casalmaggiore, Ostiglia-Legnago, Padova, Treviso, Adria) 61,9 Totale porti 324,7 • Totale complessivo 2070,8 LA SUBFORNITURA NELLO SVILUPPO INDUSTRIALE

Riccardo Ricotta

CHE COS'È LA SUBFORNITURA LA SUBFORNITURA IN PROVINCIA DI TORINO Il concetto di subfornitura o subappalto (soustraitance in francese, subcontracting Estrapolando alcuni concetti delle più co- in inglese, subcontratacion in spagnolo) è muni definizioni in uso, la subfornitura o apparso nelle lingue europee in epoca rela- subappalto designa l'insieme dei prodotti, tivamente recente. Tuttavia la pratica che vi si riferisce risale, certamente, molto in- dietro nel tempo, a motivo del significato intrinseco del termine e della concezione stessa di economia collegata alla divisione del lavoro. remAINTERNACWNAL Oggi è infatti difficilmente concepibile che D£ LA SUBCONTRATACIOc fNi1 un'industria, indipendentemente dalla pro- IIOTERNATIONAL N l EXHIB1TKM pria organizzazione finanziaria, possa far ONSUBCONTRACTIMG0 lIi 1 convergere in seno ad un'unica struttura la costruzione di ogni componente necessario al prodotto finito. Per raggiungere un tale obiettivo la società in questione dovrebbe ad un tempo essere specializzata in una va- rietà di campi che possono andare dall'e- lettronica, alla meccanica di precisione, dalla laminazione, alla tessitura di fibre speciali. Questo discorso si attaglia alla in- dustria aeronautica quanto a quella auto- mobilistica, degli elettrodomestici e delle macchine utensili ed ha quindi rilievo par- ticolare in quei comparti in cui i prodotti abbisognano di tecnologie e lavorazioni sempre più complesse ed avanzate.

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IL CENTRO ESTERO CAMERE COMMERCIO PIEMONTESI propone la partecipazione a: Hannover Messe'35 Salone della Subfornitura 17/24 aprile J dei lavori e dei servizi che un'impresa «da- trice di lavoro» (o committente) affida per la realizzazione ad un'altra impresa specia- lizzata nel campo specifico, detta «assun- trice di lavori», che operi in comune ac- cordo con la prima e secondo le direttive di quella. Si è così in presenza di una l'orma di coo- perazione nel cui quadro l'impresa che as- sume i lavori si attiene alle direttive tecni- che impartite dall'impresa «datrice» e si sostituisce integralmente o parzialmente a questa, realizzando un determinato pro- dotto o effettuando una determinata lavo- razione per conto esclusivo della impresa datrice, oppure nei limiti e secondo i crite- ri che questa le ha assegnato. In un tale contesto organizzativo, la sub- fornitura può assumere due connotati basi- lari: a) subfornitura specializzata, allorché una impresa assuntrice specializzata, che di- spone di impianti adeguati effettua, per conto dell'impresa datrice, lavorazioni per le quali le strategie di mercato sul prodotto o la insufficiente competitività delle attrez- zature impediscono di fatto alla datrice stessa di provvedere in via autonoma; b) subfornitura di grado o di capacità, quando il ricorso all'impresa assuntrice è giustificato non dalla inadeguatezza delle attrezzature della datrice, ma da motivi contingenti quali episodiche interruzioni di produzione (scioperi, incidenti tecnici, ri- tardo materie prime) o, al contrario, inat- tese impennate, oppure da indirizzi strate- gici miranti ad assicurare inalterata la ca- pacità produttiva aziendale nei confronti di un prodotto o di un segmento, attingen- do appunto ad altre capacità produttive di- sponibili sul mercato. Da quanto precede sembra emergere piut- tosto chiaramente che subfornitura e sub- appalto esprimono concetti che non si pre- stano ad alcuna confusione con il cosiddet- MARCHE INTERNATIONAL DE LA SOUS-TRAITANCE to «concorso nell'appalto» o co-fornitura, Internationaler Zuliefer-Markt (Handwerk und Industrie) poiché quest'ultima configura essenzial- International Market of Subcontracting mente un'associazione fra imprese diverse Mercado Internacional de la Subcontratacion che eseguiranno in comune un determinato Mercato Internazionale della Subfornitura Industriale lavoro, spesso in base ad un determinato capitolato d'oneri in cui la impresa «capo- commessa» assumerà la responsabilità glo- frequente appaia l'affidamento all'esterno appalto», mentre in Italia non risultano bale rispetto all'impresa committente, di parti più o meno significative della pro- codifìche ufficiali, eccezion fatta per talune spesso a carattere pubblico, cui compete la duzione aziendale. manifestazioni fieristiche o tentativi locali direzione dei lavori. In Belgio e Germania esistono organismi di «Borse» della subfornitura. Sottolineando quindi ancora la comune ac- associativi calibrati sul problema, in Fran- Ciò non toglie, tuttavia, che decine di mi- cezione di subappalto, si rileva come assai cia un formale «Centro Nazionale del Sub- gliaia di aziende si dedichino alla lavora- in loro assenza, la comparazione dei costi dovrà incentrarsi su considerazioni più specifiche e puntuali che si possono così sintetizzare: 1) se il volume dell'operazione di subfor- nitura è tale da squilibrare la struttura del- le spese generali dell'azienda, sarà necessa- rio confrontare il costo diretto, maggiorato dell'aliquota di spese generali, con il prez- zo indicato dal subfornitore; 2) se l'operazione di subfornitura è margi- nale per l'azienda sarà sufficiente compa- rare il costo diretto con il prezzo del sub- fornitore. Naturalmente in ciascuna delle ipotesi in argomento non bisogna trascurare che l'a- nalisi della variabile della subfornitura deve tenere anche conto di altri elementi quali l'affidabilità delle aziende, i termini temporali, la qualità di prodotti e servizi. Solo quindi ampliando la gamma delle os- servazioni si potranno adeguatamente af- frontare le fluttuazioni congiunturali.

IL FUTURO

Nella provincia di Torino nell'ambito di una vocazione di lungo periodo, la subfor- nitura ha assunto rilievo sempre più evi- dente nell'area del Canavese — dove nu- merose piccole e medie imprese trattano il zione per conto, integrando ormai momen- sinterizzato e la plastica nonché lo stam- ti di vera rivoluzione nello spettro degli in- paggio di lamiere, ghisa ed acciaio — ma è vestimenti. «Fare o far fare» è la parafrasi diffusa un pò dovunque. moderna del classico dilemma sulla quale Accanto ai settori sopracitati sono da sot- è necessario che l'imprenditore imposti ta- naie; tolineare quelli della gomma e dei metalli lune scelte di fondo, b) di eliminare investimenti di mediocre comuni, dove operano aziende che fabbri- i Secondo gli esperti del settore, il futuro redditività in un'azione di perseguimento cano componenti industriali speciali che, aziendale può venire a situarsi secondo due dell'obiettivo di massimizzazione dell'uti- appunto, costituiscono il contesto tradizio- livelli decisionali, quello della strategia le; nale della subfornitura (lavori, elementi, globale e quello della singola operazione o c) di conseguire un armonico e coerente prodotti o parti realizzate seguendo le di- i del gruppo di operazioni. aggancio alle evoluzioni della tecnologia, rettive tecniche e per conto esclusivo di un Una oculata e attenta valutazione delle op- spesso senza ripercussioni sulla stabilità cliente — committente). zioni programmatiche dell'impresa costi- della mano d'opera interna anche in pre- Nel quadro considerato vanno inoltre ri- tuisce a volte un importante fattore di senza di situazioni congiunturali sfavore- compresi quei prodotti quali le macchine • complementarietà per la stessa vocazione voli. speciali e l'utensileria particolare su capi- aziendale. Occorre inoltre affiancare alle valutazioni tolato d'appalto fornito dal committente, e Si è allora in presenza di politiche impren- sopra annotate una serie di accurate analisi il cui studio o realizzazione sono assicurati ditoriali razionali e pianificate che, a me- economiche, allo scopo di decidere per il dal subfornitore per conto esclusivo del i dio o lungo termine possono consentire: meglio avuto riguardo ai costi. In presenza committente e che, di conseguenza, non a) di non appesantire eccessivamente i di investimenti o disinvestimenti occorrerà possono essere realizzati successivamente budget necessari ad adeguare la dimensio- calcolare i tassi di rendimento su alcune in modo identico per altri clienti. ne aziendale al mercato anche internazio- serie annuali al netto delle imposte mentre, In sintesi i principali settori coinvolti sono quelli afferenti alle lavorazioni metalmec- sono accentuate le normali difficoltà di pe- caniche, tessile e abbigliamento e, di recen- netrazione commerciale e le capacità van- te, dei componenti elettronici. no quindi adattate ai prodotti/servizi ed ai Su scala nazionale, nel periodo 1981-1985 paesi. Occorre quindi puntare su un inseri- sembra risultare un'incidenza del 20% sul mento da proporzionare al tessuto indu- valore aggiunto globale, per ciò che con- striale esistente, allo scopo di acquisire cerne i compensi per attività industriali af- quote durevoli di mercato nei confronti di fidate all'esterno da parte di imprese che una concorrenza sempre più severa. forniscono ai subfornitori i materiali ne- Le aziende italiane, e piemontesi in parti- cessari alla produzione; e un tasso di cre- colare, sembrano aver sufficientemente af- scita annuale intorno al 5% sul fatturato finato talune tecniche nel campo della su- delle lavorazioni eseguite per conto terzi. bfornitura secondo quanto evidenziato dal- In Piemonte il fatturato della subfornitura le massicce partecipazioni effettuate, con il sul fatturato globale potrebbe aver sfiorato coordinamento organizzativo della Camera il 40% di cui oltre un terzo attribuibile ad di Commercio di Torino e del Centro Este- aziende fino a 200 dipendenti. ro Camere di Commercio Piemontesi, presso le principali fiere internazionali in Dal 1978 la Camera di Commercio di Tori- tema di subfornitura, quali il Midest fran- no organizza la partecipazione di aziende to- cese, la Subcontratacion spagnola e la tede- rinesi al MIDEST - Mercato Internazionale sca Hannover. Non sono purtroppo dispo- della Subfornitura. Il MIDEST è nel settore la più importante nibili dati disaggregati sul ruolo estero del- manifestazione del mondo. Per cinque gior- l'attività in subappalto ma alcune indica- ni, tale è la durata della fiera, diventa il pun- zioni positive possono certamente trarsi, to d'incontro tra subfornitori e committenti specie indagando nel settore dell'industria della trasformazione dei metalli, della plasti- ca-gomma, dell'elettricità, dell'elettronica e aeronautica, elettronica ed automobilistica dei prodotti semilavorati, tanto più impor- e della costruzione di stampi «personaliz- tante poiché si sposta nelle città punti focali zati». dell'industria e della economia francofona: Parigi, Tolosa, Lione e Strasburgo ed anche Le rapide considerazioni effettuate induco- Bruxelles e Montreal, dal 1983 alternativa- no a prospettare per i prossimi anni un mente Parigi e Lione. processo di ulteriore revisione della distri- Negli anni passati sono state organizzate con buzione delle attività tra interno ed esterno successo anche visite di gruppi artigiani che sono stati iniziati alle complesse fasi del aziendale e, probabilmente, un ripensa- Commercio Estero. Nel 1986 alcune aziende mento/ridimensionamento dello stesso artigiane saranno presenti tra gli espositori. ruolo del prezzo con accentuata attenzione alle diverse componenti del costo d'impre- sa. Anche la partecipazione alle fiere spe- • • • cializzate, con adeguata opera di sensibiliz- zazione o promozione potrebbe incremen- tarsi poiché è anche in esse che gli operato- ri del settore sono in grado di misurare i Si è parlato di migliaia di imprese che si loro progressi, utilizzando quello che è uno occupano di subfornitura soprattutto verso dei più validi indicatori economici e cioè il le grandi imprese (FIAT - OLIVETTI - tono e la dinamica di un mercato interna- ANSALDO ed altre del Gruppo IRI), ma zionale in cui i committenti tendono a li- anche verso le medio-grandi e medie. velli di redditività sempre più elevati. La diffusione annotata testimonia concre- tamente che, come tutti i Paesi ad indu- strializzazione matura, anche il nostro si è avviato verso una fase di tecniche decen- trate di produzione. Sul piano internazio- nale i processi di razionalizzazione della produzione e di revisione della divisione del lavoro devono naturalmente adottare cautele e metodi particolari, allo scopo di evitare i noti rischi collegati ad una analisi superficiale del mercato estero. A questo riguardo qualità e specializzazio- ne sono armi di marcata efficacia poiché COSA FANNO GLI UFFICI PROVINCIALI DI STATISTICA PRESSO LE CAMERE DI COMMERCIO

Sergio Serre

resso le Camere di commercio hanno Il secondo compito attribuito agli UPS ri- Psede gli Uffici provinciali di stati- guarda la raccolta dei modelli. Dagli orga- stica istituiti nel 1949 in seguito ad accordi ni di rilevazione (Comuni, imprese, enti intercorsi tra il Ministero dell'industria, vari) pervengono i diversi questionari, e commercio e artigianato e l'Istituto Cen- ciò deve avvenire nei tempi stabiliti secon- trale di Statistica. do le disposizioni impartite per le varie in- Nel quadro del servizio statistico naziona- dagini. La fase di raccolta implica quindi le, sono organi tecnici periferici dell'I- un'attività di sollecitazione sugli stessi or- STAT da cui ricevono le istruzioni tecni- gani, il cui svolgimento in termini di tem- che per l'assolvimento delle loro funzioni. po e di lavoro assorbe una quota in verità Amministrativamente dipendono dal Mi- troppo rilevante dell'attività dell'Ufficio. nistero, mentre praticamente sono affidati Per alcune indagini anziché parlare di rac- sul piano della funzionalità operativa alle colta dei modelli è più corretto parlare di Camere di commercio, che forniscono i raccolta dei dati. Si tratta di un gruppo di mezzi necessari ed il personale occorrente. rilevazioni, alcune di grande importanza, L'attività degli Uffici provinciali di statisti- come vedremo, per le quali lo stesso UPS ca, per brevità UPS, si esplica nello svolgi- funziona da organo di rilevazione. mento delle rilevazioni periodiche effettua- Vi è poi la fase di revisione dei dati, quan- te dall'ISTAT e delle indagini richieste dal titativa e qualitativa, ed è questo il mo- Ministero dell'industria, commercio e arti- mento più importante e delicato di tutta la gianato, nonché dagli stessi enti camerali rilevazione. Se la prima significa un sem- in relazione ai propri compiti istituzionali; plice controllo sulla completezza del mate- collaborano inoltre ad indagini promosse riale prima del suo inoltro all'ISTAT, la da altri enti quali ad esempio l'Unionca- revisione qualitativa del modellarne rac- mere e il Mediocredito Centrale. colto permette un sostanziale controllo di Il momento di maggiore impegno e di rile- merito, che comporta una «pulitura» del vanza dell'Ufficio coincide con lo svolgi- dato affinché esso rivesta la più ampia e mento dei censimenti demografico ed eco- corretta significatività. Questa revisione nomici, organizzati sempre dall'ISTAT. In del dato è svolta dal personale dell'UPS tale occasione, come si dirà appresso, l'Uf- che si avvale all'uopo di strumenti diversi, ficio assume le attribuzioni di Ufficio pro- quali la conoscenza diretta del fenomeno, vinciale di censimento. il confronto con i risultati di analoghe in- dagini, magari di fonti diverse, e soprattut- rima di passare in rassegna le princi- to l'esperienza acquisita nel corso del tem- Ppali indagini nelle quali sono coinvol- po, che gli permette di individuare con im- ti, direttamente o indirettamente, gli UPS, mediatezza le lacune o le distorsioni dei vediamo il quadro dei compiti attualmente dati che va ad esaminare. attribuiti all'Ufficio in relazione allo svol- Le fasi successive di registrazione e di ela- gimento di ciascuna rilevazione. borazione dei dati non sono per ora svolte Il primo è quello ispettivo sull'organo di dagli UPS. Si parla in prospettiva di affida- rilevazione. È svolto per la maggior parte re loro, per qualche indagine, il compito delle statistiche, ed è senza dubbio un della registrazione, al fine di caratterizzar- aspetto di rilievo dell'attività dell'Ufficio ne maggiormente l'attività, ma è questo un in quanto la funzione di ispezione, oltre a discorso al momento improponibile data la porre l'UPS in una posizione di prestigio, carenza di mezzi tecnici e di persone a di- comporta un'attività di controllo e di assi- sposizione. Al momento la registrazione, stenza tecnica nei confronti degli organi di ed a maggior ragione l'elaborazione dei ri- i rilevazione. Questa è svolta innanzitutto sultati, è svolta direttamente dall'ISTAT per quelle indagini i cui modelli, una volta in sede e in piccola parte dagli Uffici regio- > compilati, transitano per gli UPS ed anche nali dell'Istituto, che sono presenti in ogni per quelle altre indagini curate direttamen- capoluogo di regione. te dai Comuni (che sono poi il principale organo di rilevazione) anche se i relativi i modelli non transitano attraverso gli Uffici ossiamo ora rapidamente accennare provinciali (è il caso delle rilevazioni delle Palle indagini principali, iniziando da forze di lavoro e dei consumi delle fami- quel gruppo di rilevazioni ISTAT per le glie). quali la raccolta dei dati è effettuata diret- tamente dagli UPS. In questo comparto si annoverano dieci in- dagini correnti: sei mensili (protesti, falli- menti dichiarati, prezzi all'ingrosso, prezzi dei prodotti venduti e acquistati dagli agri- coltori, costo di costruzione di un fabbrica- to residenziale e costo di costruzione di un capannone industriale), una semestrale (sulla consistenza del bestiame e sulle pro- duzioni zootecniche), due annuali (rileva- zione dei supermercati, grandi magazzini e cash and carry e consistenza dei grossisti, commissionari, mandatari ecc. iscritti negli albi delle Camere di commercio) ed una pluriennale (sulle piccole imprese). Per queste indagini, come si è detto, è l'Uf- ficio provinciale a reperire i dati avvalen- dosi di varie forme di collaborazione: con- tatti diretti con le ditte (per le rilevazioni dei prezzi, sulle piccole imprese e sulla grande distribuzione); raccolta delle sen- tenze dei Tribunali, per quanto riguarda la statistica dei fallimenti; riunioni di esperti, nel caso dell'accertamento della consisten- za del bestiame; utilizzo delle fonti infor- mative interne della Camera di commercio (elenchi ufficiali ed albi) per la classifica- zione dei dati riguardanti i protesti levati e la determinazione del numero degli inter- Q ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA mediari del commercio. Tra queste indagini, le più impegnative sono certamente le rilevazioni dei prezzi, sia per la delicatezza e complessità della materia, sia per la loro importanza dal mo- mento che i dati rilevati costituiscono la base per il calcolo, da parte dell'ISTAT, RILEVAZIONE dei vari numeri indici dei prezzi all'ingros- TRIMESTRALE so, alla produzione e dei costi di costruzio- DELLE FORZE ne pubblicati sul «Bollettino mensile di DI LAVORO statistica». AL Un cenno merita anche l'indagine a caden- za pluriennale sulla struttura dei costi e dei a settimana di riferimento è quella che ricavi delle piccole imprese (industriali, comprende II giorno di rlterimento commerciali, artigianali). Tale indagine, a base campionaria, riguarda le imprese con meno di 20 addetti ed ha lo scopo di acqui- sire i dati contabili occorrenti per la co- struzione del bilancio economico naziona- le integrando così le rilevazioni sul prodot- to lordo condotte direttamente dall'ISTAT presso le imprese di maggiori dimensioni. il Comune. È il sottogruppo più numeroso rizzazioni e delle licenze di esercizio, del che comprende statistiche di grande impor- bestiame macellato. L'organo di rilevazio- i è poi il grande gruppo di statistiche tanza e di vario argomento. Sono da ricor- ne è poi la redazione di un periodico nel Vper le quali l'UPS funge da tramite tra dare, tra le tante, la rilevazione delle forze caso dell'indagine della stampa periodica; l'organo di rilevazione e l'ISTAT. Nella di lavoro, dei consumi delle famiglie, la ri- l'ente gestore di un corso di formazione maggior parte dei casi l'organo suddetto è levazione dell'attività edilizia, delle auto- professionale per l'omonima rilevazione; i )

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ticolari aspetti della realtà economico- ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI E IMPIEGATI sociale, i quali non sempre possono essere COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE DEL VALORE DELLA LIRA STATISTICO COEFFICIENTI PER MOLTIPLICARE VALORI ESPRESSI IN LIRE considerati in occasione di indagini totali- DELL' ANNO 1949 CDAL MESE 13 AL MESE 13 J PER TRADURLI IN LIRE SERIE STORICHE: CONTABILITA' NAZIONALE.. DELL' ANNO 198S [MESE 13 3 tarie, come sono appunto i censimenti. La COMMERCIO ESTERO.. PREZZI LAVORO raccolta dei dati censuari presuppone una

; TERRITORIALI: CENSIMENTI GENERALI 1971 E 198 CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE complessa organizzazione, sia a livello E DELLE ABITAZIONI 198 BILANCIO DEMOGRAFICO centrale che a livello periferico, con una COMUNICATI STAMPA: precisa individuazione dei compiti che spettano ai vari organi interessati alla gi- gantesca operazione. Mentre il compito di organo centrale spet- ta all'Istituto Centrale di Statistica, per COMUNICATI STAMPA quanto riguarda gli organi periferici la PERIODO DI RIF. NOICI DEL COSTO VITA SINDACAI.! TK IMFSTRAL I 4 r/es struttura organizzativa ha sempre fatto ) INIZIALE MOBIL NOICATURI OEL LAVORO NEH A GRANOE INDUSTRIA PROVINCIA TO CAPITOLO NIKCE OELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE 01/86 198S CDAL MESE 1 AL ME RAMPRCIO CON I ESTERO perno sull'esistenza di Uffici comunali e NOIL: FAU. R BEGLI OROIN. OEU-'INOLSÌRIA 12/8S 4T/8S ANNO 1984 CRZE 0! I RTVORO NDIC1 DEI PREZZI ALI." INGROSSO 26/03/86 provinciali di censimento appositamente (JENNA IO NOICI uri LE RMMIBUZIONI E CONFLITTI 01 LAVORO 21/01/86 12/85 FFBRRAIO NOICI OCI PRFZZI AL CONS. PER LF FAM. 01 OP. E IWP. 29/03/86 03/86 2A/04/8S /8S MARZO LRLI costituiti. Le attribuzioni di Uffici provin- .no 23/12/8S APRILE INCENDI BOSCHIVI 28/12/8S MAGGIO CONTI ECONOMICI TFIINTSTRALI GIUGNO ciali di censimento spettano, dal 1961, agli LUGLIO CODICE . AGOSTO SETTEMBRE Uffici provinciali di statistica ed il princi- OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE pale compito consiste nel coordinare lo svolgimento delle operazioni di censimen- gruppo l'Ufficio non cura la fase di regi- to nell'ambito della provincia, vigilando strazione. sulla regolare e puntuale esecuzione degli È questa una lacuna che se colmata, in adempimenti affidati ai Comuni. maniera graduale, completerebbe, arric- vari mercati all'ingrosso della provincia I censimenti — il cui svolgimento in tutte chendola, la qualificazione degli Uffici e per le rilevazioni riguardanti la struttura le varie fasi, da quelle preparatorie e dell'i- consentirebbe la trasmissione dei microda- degli stessi o i prodotti che vi affluiscono; struzione del personale interessato, a quel- ti all'ISTAT mediante supporto magnetico ed ancora i vari enti che gestiscono istituti le ispettive, e di raccolta, revisione ed invio anziché cartaceo, spesso di notevole in- di ricovero, colonie e asili-nido nel caso dei modelli all'ISTAT, impegna l'attività gombro, o direttamente via terminale. della rilevazione cosiddetta «dell'assisten- dell'Ufficio per almeno un triennio — rap- za sociale». presentano indubbiamente il momento, in- ' Per tutte queste indagini l'UPS non si limi- vero piuttosto lungo, di massimo sforzo n discorso a parte meritano poi i Cen- ta solamente al compito formale di raccol- tecnico ed organizzativo degli UPS ed an- simenti generali della popolazione, ta dei modelli compilati dai Comuni o da- U che di maggiore rilevanza esterna e quindi commerciale e dell'agricoltura, che l'I- gli altri organi citati ed al loro inoltro all'I- di prestigio. STAT, ma svolge in molti casi un'attività STAT conduce a cadenza decennale e che di assistenza tecnica nei confronti di detti hanno come oggetto rispettivamente la po- organi, che talvolta si manifesta anche at- polazione e le abitazioni, le imprese indu- i è parlato finora dell'attività degli Uf- ( traverso ispezioni e controlli presso di essi. striali commerciali ed i servizi, le aziende fici in relazione alle indagini ISTAT Essa riveste una particolare importanza nel agricole. S correnti; vanno a questo punto ricordate caso della rilevazione trimestrale delle for- Scopi dei censimenti, come è noto, sono, quelle indagini occasionali che l'Istituto ze di lavoro che l'ISTAT conduce presso in sintesi, quello di accertare la consistenza svolge una-tantum oppure a cadenza plu- » un campione di comuni (e nel loro ambito numerica e la distribuzione territoriale del- riennale per soddisfare particolari esigenze di famiglie) scelti secondo criteri di assolu- le unità di rilevazione e quello di rilevare i conoscitive del Governo o dei vari Mini- ta casualità, allo scopo di disporre a caden- principali caratteri strutturali e descrittivi steri oppure di organismi internazionali, za regolare e ravvicinata di dati riguardanti sia per le dette unità che per le persone che quali ad esempio la CEE. Tra le indagini » la situazione occupazionale del Paese. ne fanno parte. Il Censimento viene così a occasionali effettuate negli ultimi anni, che Alla raccolta dei modelli segue l'aspetto costituire la fonte principale dei dati neces- hanno richiesto la collaborazione degli più qualificante, come già si è detto, della sari per la ricerca scientifica e per le esi- UPS, se ne ricordano alcune di particolare rilevazione, e cioè quello di revisione del genze connesse ad ogni pianificazione di rilevanza quale la costituzione di un cata- * materiale raccolto. Si entra così nel merito natura economica e sociale. I risultati cen- sto viticolo, la rilevazione delle aziende dell'indagine, con interventi critici che suari sono quindi suscettibili di molteplici agricole, altre relative al patrimonio zoo- consentono di meglio delineare l'attendibi- utilizzazioni per fini politici e amministra- tecnico, ad alcuni caratteri delle forze di lità del dato rilevato eliminandone incer- tivi, scientifici ed economici. lavoro, e poi le recentissime indagini sulla > tezze e dubbie interpretazioni. Di notevole interesse è poi l'opportunità salute, sui comportamenti famigliari, sulle Come per il gruppo di rilevazioni per le offerta dal censimento di costituire la base letture e l'utilizzazione del tempo libero. quali la raccolta dei dati è effettuata diret- per eventuali altre indagini di natura cam- Si è detto all'inizio che gli UPS collabora- tamente dall'UPS, anche per quest'altro pionaria al fine di approfondire taluni par- «

no altresì allo svolgimento di indagini per che consentono il calcolo delle variazioni conto del Ministero dell'industria, com- del potere di acquisto della lira nel tempo. mercio e artigianato. Per la maggior parte La loro utilizzazione è molto ampia: basti si tratta di indagini in comunione con l'I- citare al riguardo la legge dell'equo canone STAT, nel senso che gli stessi dati vengono per gli adeguamenti annuali degli affitti. forniti all'uno e all'altro ente, sia pure con A notevole distanza vengono poi, nelle ri- modalità diverse. chieste del pubblico, gli altri numeri indici Rientrano tra queste le rilevazioni annuali dei prezzi al consumo per l'intera colletti- concernenti il settore del commercio; da vità e all'ingrosso, disponibili anche per quelle sulla grande distribuzione (consi- settori e gruppi di prodotti; ed ancora i nu- stenza di cash and carry, supermercati, meri indici del costo della vita valevoli per grandi magazzini), a quella appena avviata l'applicazione della scala mobile sulle re- sui grandi esercizi specializzati. Per il Mi- tribuzioni. nistero soltanto viene svolta un'indagine Va ricordata ancora, tra le principali, la ri- sulle forme associative del commercio chiesta di dati statistici in tema di occupa- (unioni volontarie e gruppi di acquisto). zione. Essa viene soddisfatta in larga misu- ra attraverso i risultati delle rilevazioni tri- mestrali delle forze di lavoro (in Piemonte l quadro sinora delineato dell'attività disponibili anche a livello di ogni singola Idegli UPS ha evidenziato sia gli aspetti provincia) e con l'utilizzo dell'archivio del- formali della collaborazione dei suddetti le imprese della provincia con almeno 10 uffici nei confronti dell'ISTAT (ricezione e addetti, aggiornato periodicamente. trasmissione del materiale di rilevazione) Per fornire una risposta più tempestiva ai bisogni degli utilizzatori, da qualche tempo sia gli aspetti sostanziali, che consistono, si vanno individuando, da parte dell'Istitu- come si è visto, in attività di coordinamen- to Centrale di Statistica, sistemi più effica- to a livello locale attraverso lo svolgimento ci per la diffusione dell'informazione stati- di una funzione ispettiva e poi di controllo stica. Attualmente gli UPS stanno speri- e di revisione dei dati raccolti. mentando un collegamento via terminale 11 discorso è stato quindi circoscritto alle con le banche dati dell'ISTAT, che con- sole fasi connesse all'input dell'informazio- sente di disporre in tempo reale dei dati ne, cioè al processo di rilevazione del dato più aggiornati in materia di prezzi, com- statistico. Merita quindi un breve cenno, a mercio estero, contabilità nazionale, occu- conclusione, la fase della diffusione dell'in- pazione, ecc. In questo modo si dovrebbe- formazione statistica, la cui importanza, ro pressoché annullare i tempi lunghi che nel contesto del ruolo e dell'attività degli caratterizzavano la trasmissione del dato UPS, è già cresciuta notevolmente negli ul- statistico dalle fonti agli utilizzatori finali. timi anni ed è certo destinata a lievitare Il servizio è per ora limitato all'accesso ad ancora. alcuni soltanto degli archivi ISTAT, ma è Presso gli Uffici provinciali si possono re- destinato entro breve tempo ad una rapida perire le pubblicazioni ISTAT, per le quali espansione. Attraverso la sua gestione purtroppo non esiste ancora una rete di di- l'UPS, e le Camere di commercio di conse- stribuzione adeguata, magari gestita dallo guenza, assumendo il duplice ruolo di stesso Istituto, ed è possibile disporre di utenti delle banche dati dell'Istituto e di molti dati statistici in anteprima, raccolti diffusori di più fresche informazioni stati- non solo in occasione delle rilevazioni so- stiche «da sportello», acquisiranno una pra elencate, ma anche per finalità generali posizione ancora più rilevante nella rete di documentazione. periferica del servizio statistico nazionale. In molti casi l'Ufficio svolge una vera e propria attività di consulenza al pubblico, che va dal reperimento dei dati alle infor- mazioni sulla natura e sulle modalità di utilizzo degli stessi, al giudizio sulla loro validità. • I dati più richiesti sono indubbiamente i numeri indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, più noti come numeri indici del costo della vita, TORINO E IL SALONE INTERNAZIONALE DELL'AUTO

Cesare Castellotti l

Il Lingotto ha superato li secondo collaudo industriali. Un ottimo traguardo per le I SALONI DELL'AUTO come centro espositivo internazionale. Il Case italiane che, soltanto 8 anni dopo, nel NELTEMPO 61° Salone dell'Automobile ha confermato '45 si troveranno, a causa dei danni pro- il primo positivo «esame», avvenuto nel- dotti dalla seconda guerra mondiale, con l'autunno dell'84, quando la grande rasse- Il primo Salone Internazionale dell'Auto- più dell'80 per cento degli impianti inuti- gna lasciò dopo 35 anni il palazzo di Tori- mobile venne inaugurato il 21 aprile 1900, lizzabili e con una produzione che, al ter- I no Esposizioni per trasferirsi appunto nella nella Palazzina delle Belle Arti al Valenti- mine del conflitto, supera di poco le 10 ex «fabbrica dalle mille finestre» di via no. Ne furono promotori i più importanti mila unità. Nizza. personaggi legati all'allora neonata indu- Ma la ricostruzione inizia rapidamente e E così, l'auto ritorna al grembo materno, stria automobilistica italiana: Giovanni nel '48 il Presidente della Repubblica, Lui- » l'ex fabbrica si rianima. Il Salone di Tori- Agnelli, Lanza, Ceirano, Bianchi, Faccioli, gi Einaudi, inaugura a Torino Esposizioni a no ha trovato la sua sede ideale, e si ha ra- Stucchi, Goria-Gatti ed il senatore Romeo. la 31 edizione del Salone, quella che pos- gione di ritenere che vi rimarrà a lungo. Qualificata, già in quei tempi, la presenza siamo definire «della rinascita». Perché può ora usufruire di strutture ag- delle Case estere: basti citare, fra tutte, Il Salone non lascerà più la «capitale ita- giornate, come già avvenuto nei principali Peugeot e Panhard. liana dell'automobile» e saprà crescere di pari passo con il Paese. Arrivano novità Paesi europei. Ma la soluzione adottata a Soltanto la prima guerra mondiale inter- come la Lancia Appia (1953), la Giulietta Torino si differenzia da tutte le altre per rompe la crescita graduale e costante del Alfa Romeo (1954), la Fiat 600 (1955), la originalità, in quanto introduce un rappor- Salone che, nella sua seconda edizione, si ? Fiat 500 (1957). Nel '57 il Salone passa to di continuità tra la dinamica e la moder- trasferisce a Milano e dal 1905 al 1907 dalla primavera all'autunno per ragioni di nità di una rassegna automobilistica e un può addirittura contare su due edizioni an- domanda di mercato, e nelle sue varie edi- monumento di cultura industriale. Due vi- nuali: la primaverile a Torino e l'invernale zioni presenta al pubblico altre novità: la cende, quella del Lingotto e quella del Sa- a Milano. lone, per tanti decenni parallele e unite Fiat 850, la 124, la 128, la Dino, la 130, solo dal fatto d'avere nell'automobile l'i- Dopo la parentesi bellica si ripresenta, nel l'Autobianchi Al 12, la Lancia Fulvia, l'In- dentico protagonista, si sono incrociate e si 1920, a Milano ed assume definitivamente nocenti Mini. sono accomunate. Oltre al fatto tecnico è la denominazione di «Salone» abbando- Lo spazio però diviene sempre più ristretto stato riportato alla ribalta appunto anche nando quelle di «mostra» ed «esposizio- e per ragioni organizzative, nel '69, la ras- l'aspetto architettonico, in una atmosfera ne». A Milano resterà sino al 1937 con la segna dedicata alle vetture viene scorpora- per più di un aspetto nostalgica: fra quelle sola eccezione del 1929, quando il Gover- ta da quella consacrata ai veicoli industria- mura hanno lavorato le ultime due genera- no decide di trasferire al Palazzo delle li e commerciali. i zioni. Esposizioni di Roma la 22" edizione. Ma la storia continua. Ecco arrivare i tem- Il Lingotto è la terza sede torinese nella Nei 17 anni che vanno dal 1920 al '37 l'in- pi moderni: la crisi petrolifera dei primi storia della rassegna. dustria nazionale produce vetture di gran anni settanta coinvolge anche il Salone che livello qualitativo e tecnico quali le Fiat per questa ed altre ragioni diviene, a parti- «Balilla» e «Topolino», la Lancia Au- re dall'edizione del '72, biennale. Vengono gusta e le molte sportive Alfa Romeo. anche presentate al Salone, e ne costitui- Nel '37 si tocca anche la quota record — scono la novità saliente ed una ragione di almeno per quei tempi — delle 37 mila grande richiamo, vetture come Ritmo, Fig. 1. L'immenso complesso dei Lingotto, nuovo cen- tro espositivo di Torino. unità prodotte tra autovetture e autoveicoli Panda, Argenta, Regata, Uno, Delta, Pri- 1 sma. Nel 1984 il Salone lascia, come dicevamo, Torino Esposizioni. C'è bisogno di spazio. > A disposizione c'è il Lingotto, smantellato due anni prima dalla Fiat. Il ciclo produt- I tivo è durato 60 anni (le ultime vetture uscite dalla fabbrica sono state la Lancia Delta e la Fiat 127 Fiorino). Si apre quindi un nuovo capitolo nella sto- ria, gloriosa, della grande fabbrica, quella che Le Corbusier definì con una frase or- mai celebre: «una nave da guerra a curva tesa, sopraelevata alle estremità con ponti, fumaioli, corti e passerelle».

il» • I

LINGOTTO STORY

È nel pieno del conflitto mondiale (1916) che la Fiat dà inizio alla costruzione del suo nuovo stabilimento, su progetto del- l'ingegnere Giacomo Matté Trucco. Verrà inaugurato ufficialmente dal Re Vittorio Emanuele III il 23 maggio del 1923, parec- chio tempo dopo la sua entrata in funzio- ne. Il termine officina è abbandonato per quel- lo più appropriato di fabbrica. È il primo impianto a ciclo completo, e presenta quanto di più moderno si possa immagina- mmugnngig re in fatto di tecnica produttiva. Forse, tan- to moderno da sfiorare il troppo. Secondo, infatti, le teorie sulla razionalizzazione produttiva messe a punto dal Taylor e con perspicacia applicate prima di ogni altro da Henry Ford, uno stabilimento automo- bilistico per essere più funzionale deve avere una struttura tutta orizzontale. E questo non è davvero il caso del Lingotto, dove anzi è proprio sviluppato il concetto opposto: una struttura verticale che vede il manufatto passare da semplice materia a prodotto finito salendo ciascuno dei cinque piani dell'edificio. Per poi finire sulla ruolo determinante nella storia socio- Fig. 2. Della UNO, l'auto più venduta in Italia, la Fiat ha straordinaria pista parabolica, lunga un economica di Torino. Al suo interno si presentato alla rassegna torinese la versione Turbodiesel. chilometro, che incorona il tetto del fab- forma una classe dirigente e una classe Fig. 3. Da più di 30 anni la Peugeot affida alla Pininfari- na H design delle sue vetture. Questo Cabriolet su mec- bricato. operaia di raffinata specializzazione, assai canica della 205 è l'ultima creazione firmata dal Car- È significativo che per progettare l'opera vicina agli standard artigianali, che metto- rozziere torinese. sia stato incaricato non già un architetto, no in moto l'evoluzione industriale, sociale Fig. 4. La nuova Kadett Cabriolet è stata disegnata da ma un ingegnere industriale, con preceden- Bertone, che la monterà nei suoi stabilimenti di Gru- e politica del capoluogo piemontese. gliasco. ti esperienze di direzione di fabbrica. Se- Le dimensioni sono tali da esaltare qual- Fig. 5. La Super sportiva Alfa spider in versione 1986. condo uno spirito essenziale e funzionale, siasi progettista: 181 mila metri quadrati Monta un motore di 2000 c.c. La carrozzeria è di «im- l'impianto deve essere una «machine pour l'area a disposizione, 126 mila metri qua- pronta» torinese: l'ha disegnata Pininfarina. travailler». Nasce così (il nome glielo dà drati lo spazio coperto, cui negli anni suc- Fig. 6. La Volvo 480: una delle novità più interessanti automaticamente la borgata di periferia del Salone di Torino, edizione '86. La Casa svedese ha cessivi si aggiungono altri edifici. in atto un'intensa collaborazione con la carrozzeria tori- che lo ospita) il Lingotto. È il trionfo del Col trascorrere degli anni, ed il continuo nese Bertone. cemento, piegato a tutte le esigenze. È l'av- evolversi della tecnica produttiva, all'im- venimento che fa uscire Torino, definitiva- pianto a sviluppo verticale si preferisce E così, la vecchia struttura di via Nizza mente, dalle melanconie e dalle frustrazio- quello a base orizzontale. Alle soglie della continua per qualche decennio a svolgere ni della Capitale perduta: la città piemon- seconda guerra mondiale (1939) entra in la sua funzione, che tuttavia non è soltanto tese si apre, con l'industria, all'Europa. funzione Mirafiori, che ha l'onore di soste- quella di produrre «cose». Eppure Matté Trucco non ha progettato nere la produzione numerica della Fiat. Al «Al Lingotto — osserverà l'avvocato Gio- soltanto una «macchina per lavorare», ma Lingotto resta il compito di mantenere un vanni Agnelli — si sono formati mestieri, anche e soprattutto uno dei maggiori capo- elevato standard qualitativo, almeno per i professionalità, coscienze e orgogli di ruolo lavori nel mondo di architettura industria- modelli al top della gamma. Perde il ruolo e di classe. Quello che avveniva dentro la le. Il grande parallelepipedo allungato nel- primario, ma svolge pur sempre una fun- fabbrica contribuì a cambiare modi di vita, la piana a sud di Torino colpisce la fanta- zione essenziale, tanto è vero che le pro- termini di convivenza nella società che la sia. Non solo la pista collocata sul tetto, fonde ferite infertegli dai bombardamenti circondava». ma anche le rampe elicoidali di accesso aerei vengono sanate con cura minuziosa: Ma una volta constatato che la sua confor- sono considerate come opere d'arte, perfet- ove possibile le travi crollate vengono rial- mazione e struttura non sono più utilizza- ta fusione di mezzi tecnici ed espressivi. zate e ricucite, spesso con i ferri originali bili, il suo destino appare segnato. Nel Ma al tempo stesso, il Lingotto svolge un ripuliti e raddrizzati. marzo 1982 la Fiat ne annuncia la chiusu- linee di stampaggio; in alto c'erano i carri- ponte. L'altezza dello sterminato salone varia da sette a sedici metri. Le fosse delle presse sono state riempite di cemento, le li- nee ed i carri sono scomparsi. Nella ex «sala presse» trovano posto, durante il Sa- lone, le auto da turismo. Le auto- spettacolo dei carrozzieri e le «sportive» sono sistemate nell'ex «padiglione ferri», i veicoli commerciali ed i fuoristrada nella «sala ferrovia». Per una felice idea dell'or- ganizzazione, le diverse sale conservano la nomenclatura originaria. «Sotto il profilo culturale — dice il diret- tore dell'ANFIA e del Salone, dott. Alber- to Bersani — era doveroso non snaturare la fabbrica, che deve costituire lo sfondo naturale della rassegna». Certo, l'adeguamento dei vecchi stabili- menti alle nuove esigenze espositive ha ri- chiesto lavori di portata considerevole, ed una spesa di parecchie decine di miliardi. Il più era stato fatto in vista della apertura del Salone del 1984. Nel corso di quest'anno è stato aperto un tunnel di collegamento tra la «sala presse» ed il padiglione della componentistica; il «padiglione ferri» è stato collegato a quel- lo dei Componenti ed alla «sala ferrovia». Lo smantellamento del muro verso via Nizza e la sua sostituzione con una cancel- lata hanno regalato all'edificio un respiro maggiore. La 61" edizione del Salone dell'Auto ha re- gistrato la presenza di oltre 200 espositori di 15 Paesi, su una superficie di oltre 100 mila metri quadrati, di cui 54 mila coperti. Due i temi principali di quest'ultima rasse- gna: il progresso della tecnologia automo- bilistica (l'auto ha appena compiuto i suoi 100 anni), e la sicurezza, quasi un omaggio a questo 1986, proclamato dalla CEE anno europeo della sicurezza stradale. La rassegna torinese ha confermato una positiva tendenza in atto da qualche tem- ra. Qualcuno parla di demolizione. Invece tà pubbliche. In tale attesa, viene impiega- po: l'industria automobilistica dimostra viene semplicemente svuotato, forse trop- to come centro espositivo: quale sede mi- una vivacità che certe funeree previsioni po. Perché non si è pensato di conservare gliore per un Salone dell'auto, se non il tendevano ad escludere. Innovazione del anche soltanto un breve tratto di catena di luogo in cui le auto venivano prodotte? prodotto, del design e dei processi produt- montaggio, per tramandarla come cimelio tivi sono gli elementi alla base di questo della storia industriale? successo, che si può sintetizzare in una Architetti di tutto il mondo vengono chia- semplice espressione: «risposte nuove e di- mati a studiare soluzioni circa la destina- NUOVA VITA verse ad una domanda nuova e diversa». zione del Lingotto, che può avere comun- Nel 1972 si immatricolarono in Italia que un nuovo ruolo e contribuire alla To- 1.470.000 vetture. Nel '75 si toccò il punto rino del futuro. L'immensa, impressionante «sala presse» più basso, superando di non molto il mi- Sulla sua utilizzazione definitiva non c'è (32 mila metri quadrati) diviene il nucleo lione di macchine. Poi ci fu la ripresa, se- ancora una decisione, che tocca alle autori- principale della rassegna. Qui correvano le (

guita da un nuovo calo delle vendite nel- la berlina (4 motorizzazioni a benzina e canica BX, la Volkswagen Golf Syncro a l'83. Il 1984 ha segnato una svolta signifi- una turbodiesel) hanno fruito di una serie trazione integrale permanente, la Seat Ibi- cativa, confermata nell'85, con 1.748.000 di migliorie meccaniche ed estetiche. Le za Junior, la Kadett Sprint, la Ford Escort immatricolazioni. Nei primi mesi di que- due versioni a sei cilindri sono disponibili RS Turbo e la Sierra RS Cosworth; per st'anno si è registrato un nuovo incremen- anche con impianto antibloccaggio ABS. non parlare della Porsche 959: 330 chilo- to, intorno al 4%. Ha fatto il suo esordio in pubblico anche la metri orari di velocità. Prezzo: 410 milio- In questo contesto di ripresa, le cose vanno «75 Turbo» (con motore 1800, 4 cilindri, ni. particolarmente bene alla Fiat, che guida 155 cavalli, 210 di velocità). È un'automo- Peccato, che gli organizzatori del Salone la classifica dei costruttori europei. La bile dalla grinta rabbiosa che accentua le torinese non abbiano previsto, per la prova Uno è la vettura più venduta in Europa nel caratteristiche sportive della Casa del Bi- dei nuovi modelli, l'utilizzazione della pi- suo segmento di mercato, ed i conti econo- scione. Con la 75 sovralimentata ci si sente sta parabolica sul tetto del Lingotto. mici della Casa torinese sono in largo atti* davvero «alfisti». vo. Sempre Alfa Romeo, ma con il tocco di raffinata eleganza della carrozzeria torinese Pininfarina, ecco la Spider in versione '86. E stata rinnovata con un azzeccato «ma- quillage» e con interventi meccanici di ri- A PROPOSITO DEI MODELLI lievo. IIM MOSTRA L'Alfa Spider Pininfarina è disponibile in versione Quadrifoglio Verde (duemila di La rassegna torinese ha offerto alle Case cilindrata, 128 cavalli e oltre 190 di veloci- italiane ed estere l'opportunità di presenta- tà) ed in versione 1600. re le ultime creazioni, alcune decisamente La Pininfarina ha firmato anche il nuovo interessanti. cabriolet Peugeot 205 che si pensa sia de- La più attesa, la più elegante, la più ammi- stinata a riscuotere notevole successo, con- rata è stata senza dubbio la Thema Ferrari. siderato anche che le vetture «aperte» Con questa berlina esclusiva e di elevatissi- stanno tornando di moda. me prestazioni, al vertice della gamma La Peugeot 205 Cabrio è disponibile con Lancia, l'industria automobilistica italiana due diversi motori: 1100 (50 cavalli e 140 ritorna in forze nel settore delle ammira- di velocità) e 1600 (115 cavalli e 190 di ve- glie di prestigio. Questo nuovo prodotto di locità). La vettura viene prodotta, su mec- gran classe si avvale di un motore a 8 cilin- canica francese, negli stabilimenti torinesi dri e 32 valvole, 3 mila centimetri cubi, della Pininfarina. costruito dalla Ferrari su «specifiche» Un altro carrozziere torinese che vede raf- Lancia. Potenza: 215 cavalli, velocità: 240 forzarsi di anno in anno il suo prestigio nel chilometri orari. Gli interni sono di raffi- mondo è Bertone. Dopo aver firmato la nata eleganza, con rivestimenti in pelle e nuova berlina sportiva Volvo 780, ha pro- radica. seguito la sua collaborazione con impor- La Fiat ha sfornato una novità destinata al tanti Case estere, disegnando anche la no- grosso pubblico: la Uno Turbodiesel, la vità Opel di quest'anno: la Kadett cabrio- più piccola vettura a gasolio sovralimenta- let. Deriva dalla versione sportiva GSI, con ta oggi presente sui mercati europei. Nuo- motore 1800 ad iniezione elettronica. Sarà vo motore di 1367 di cilindrata, con turbo- costruita negli stabilimenti Bertone di Gru- compressore e intercooler. Può viaggiare gliasco; la produzione annua dovrebbe ag- alla velocità di 165 orari. È disponibile in girarsi intorno alle 12.500 unità. La com- due versioni: a tre e cinque porte. Salgono mercializzazione in Italia incomincerà en- così a 14 le versioni della Uno, che si con- tro l'anno. ferma l'auto più gradita agli italiani: l'anno Fra le novità apparse all'ultimo salone di scorso ne hanno comprate quasi 400 mila. Torino spicca la Volvo 480, berlina sporti- Altra novità Fiat, la Panda Diesel, prima veggiante dotata di un confort e capace di auto a gasolio del mondo appartenente alla prestazioni difficilmente riscontrabili in categoria delle superutilitarie (motore automobili di pari categoria. 1300, velocità 130 orari, e consumi ridot- E la prima vettura a trazione anteriore nel- tissimi). la storia della Casa svedese. L'Alfa Romeo, quanto a novità, non ha Vale la pena di citare ancora le versioni a voluto essere da meno, ed ha presentato la quattro ruote motrici di Prisma e Delta, la «90 Super». Tutte e cinque le versioni del- Peugeot 309, la Citroen «Buffalo» su mec- PRESENTE E FUTURO DEL PORTO DI IMPERIA

Beppe Previtera

Goffredo Casalis nel XIII volume del suo tani, a cominciare dai Saraceni (X sec.) ai 1635/48 II Guerra del Monferrato; monumentale «Dizionario geografico- più prossimi, come quando nel sec. XIII 1700/14 Successione Spagnola; 1733/38 storico-statistico-commerciale degli Stati di «vennero in grave contesa» con Porto Successione Polacca; 1740/48 Successione S.M. il Re di Sardegna» dedica ben sessan- Maurizio che ricorse a Genova per averne Austriaca; 1789/93 Rivoluzione Francese) ta pagine ad Oneglia, ne ripercorre la tra- ragione; ne seguirono continue ribellioni e dovette subire assedi, attacchi, sbarchi e vagliata storia attraverso i secoli (cui si forzate sottomissioni, al seguito di una del- occupazioni di truppe straniere (spagnole e farà cenno qui di seguito) e, come sempre le quali, il 30 gennaio 1298, per il tramite napoletane, con la connivenza di Genova) nella disamina delle varie componenti ca- di Bonifacio VIII e il vescovo di Albenga, nel 1615, nel 1649 e poi nel 1672 e ancora ratteristiche dei paesi e delie zone di terri- Oneglia ed altre otto terre circostanti, pas- nel 1744... torio che viene studiando e descrivendo, sarono in proprietà dei fratelli Nicolò e Fe- Quanto al suo porto, c'è da dire che fino formula il suo giudizio, anche morale, su- derico Doria «per il prezzo di undicimila all'incirca agli anni 60/70 del secolo scor- gli abitanti delle località considerate. lire genovine». so, visse un po' all'ombra di quello di Por- Di Oneglia e degli onegliesi, scrive: «... il I Doria tennero questo possesso fino al to Maurizio, del quale si hanno notizie fin territorio di questa provincia è per tre 1576 quando: «... vedendosi costretti nei dal 1400, ricavate queste da un dizionario quarti coltivato ad ulivi. Il suolo essendovi propri interessi ad alienare Oneglia ed geografico: «... Maurizio, luogo forte dello ristretto in proporzione al novero degli avendola invano offerta primamente ai stato di Genova, sopra una altura del mar abitanti, che sono industriosissimi, non vi Genovesi...» (Casalis op. citata) trovarono Mediterraneo, con un porto...». si vedono altri terreni incolti, fuorché quel- un acquirente in Emanuele Filiberto e il 28 Altre notizie ricorrenti nei secoli seguenti, li che non si possono in verun modo ferti- maggio di quello stesso anno fu stipulato il riferiscono intorno alla «fabbricazione di lizzare...». E più oltre: «... del resto i villi- contratto, così che per il prezzo di 40.000 un molo» (1481, 1568) e di altre opere ag- ci di questa provincia fanno prova di molta scudi d'oro, Oneglia e le sue dipendenze giuntive (1593, 1770). Porto Maurizio era intelligenza, non solo nella coltivazione passarono in possesso dei Savoia. considerato uno degli scali più sicuri dalla dell'olivo, ma eziandio neil'estrarne l'olio, II «venditore» Gian Gerolamo Doria ebbe marineria di quei tempi, tanto che durante operando in guisa che non se ne perde una anche in cambio, il marchesato di Ciriè e i fortunali, potendolo, le navi vi si rifugia- goccia... [...] ... i villici onegliesi, spinti dal- la terra di Cavallermaggiore, con il titolo vano «fino al cadere del vento» (vi è una la necessità ed attivi per natura, coltivano di «contado» e dei quali feudi Emanuele dichiarazione apparsa su «La Provincia», pure assai bene le altre piante fruttife- Filiberto si riservò la sovranità. giornale di Porto Maurizio, in data 14 no- re ...». Nasce così la «vocazione piemontese» del- vembre 1886, firmata da 14 capitani di Dunque, una popolazione attiva e sagace le terre di Oneglia; di fatto Oneglia fu da brigantini, brigolette, tartane e golette). Ma che, forse, avrebbe meritato dalla Storia quel momento sempre fedelissima ai Savo- intorno all'ultimo scorcio dell'Ottocento, a (quella con la «S» maiuscola) altro tratta- ia e ne seguì senza esitazioni o ripentimen- seguito del grande sviluppo industriale di mento che non quello ricevuto, se conside- ti le sorti, anche quando, coinvolta nella Oneglia, questo scalo ebbe il sopravvento, riamo tutte le «offese» che attraverso i se- tumultuosa storia dei secoli XVII/XVIII sì da farne, negli ultimi cento anni, il vero coli le sono venute da nemici esterni e lon- (1612/17 I Guerra del Monferrato; protagonista della storia economica della zona. • • •

Abbiamo accennato alla «vocazione pie- montese» di Oneglia (pur rimanendo, s'in- tende, ben terra ligure!). Vocazione storica per i suoi legami con i Savoia, ma anche come retroterra privilegiato (il Piemonte) in riferimento ai suoi commerci e come punto di deposito per l'import/export. Di- scorso che, naturalmente, vale per tutta la Liguria. Parlo con l'avv. Viale, Amministratore Delegato del «Consorzio Portuale Impe- ria/Piemonte» (ecco la conferma di quanto dicevo!) il quale mi dichiara con passione che «Oneglia aspira a diventare il porto del Piemonte» e accenna che già in passato (diciamo un secolo addietro) esisteva una «strada del sale» diretta ed esclusiva fra il Piemonte e Oneglia e un «posto tappa»

Fig. 7. Porto di Oneglia: la Calata G B. Cuneo <

importante era la località di S. Lazzaro (non altrimenti identificato) divenuto poi S. Lazzaro Reale, per essere stato adottato anche dai Savoia nei loro viaggi verso quelle zone. Dunque Oneglia, con Porto Maurizio (sot- to la denominazione conglobante di Impe- ria) è un porto che, se non immediatamen- te, e qualora si realizzassero i progetti, per ora sulla carta (ma in fase di lenta attua- zione) potrebbe effettivamente diventare un altro sbocco importante e indispensabi- le (come Genova e Savona) del Piemonte, nella fattispecie del Piemonte Occidentale. Terzo porto «piemontese», quindi, della Liguria, posto che la Spezia, per la sua ubi- cazione, possa ritenersi in prevalenza lo sbocco al mare dell'Emilia. Nella nuova sede del «Consorzio Portuale Imperia/Piemonte», di fronte ad un mare azzurrissimo, in una giornata calda di sole (siamo ai primi di ottobre) parlo con i ca- pitani Terrusso e Olivieri, funzionari del «Consorzio»: sì, il progetto per la ristrut- turazione del porto esiste, ma... (la sospen- Fig. 2. Il porto di Oneglia (foto Previtera) guarsi nelle sue strutture di ricezione / im- sione dice tutto sulla precarietà della situa- magazzinamento / distribuzione / rispedi- zione). Comunque le sezioni dovrebbero movimento di merci, di denaro e occasioni zione. consolidarsi nelle tre già esistenti per tradi- di lavoro, di tutto rispetto. zione e cioè: porto commerciale e pesche- Naturalmente il traffico portuale maggiore Il Consorzio Portuale Imperia/Piemonte, reccio ad Oneglia, turistico a Porto Mauri- si verifica nel settore degli oli (in importa- costituito nel 1969 ha appunto, tra gli al- zio. zione, per la lavorazione, raffinazione e ri- tri, lo scopo di «... promuovere l'incre- distribuzione, nonché di quello di produ- mento del movimento portuale, il miglio- Il piano regolatore del complesso portuale, zione tutta locale, in estrazione dalle oli- ramento delle condizioni fra il porto e il deliberato dalla Regione Liguria nel 1978 ve). Per inciso diremo che il consumo di retroterra...» (punto 4, art. 2 dello Statu- prevede un traffico annuo fino ad 800.000 olio d'oliva, in questi ultimi tempi ha avu- to). tonn. e per la parte di nuova costruzione to incrementi annui che oscillano tra il 6 e Ecco, il retroterra immediato di questa del porto commerciale (ad Oneglia) è pre- il 25%, a seconda dei Paesi ed è fenomeno parte della Liguria è appunto il Piemonte vista la costruzione di una struttura a le- destinato a durare, vista la preferenza che i Occidentale e un collegamento rapido e vante del «porto turistico» di Porto Mau- consumatori vanno dimostrando per que- «verticale» fra le due aree, potrebbe essere rizio, in modo da utilizzare la protezione sto prodotto, nei confronti di altri oli com- la Statale 28, il cui potenziamento, per la del «molo lungo» (già esistente) di que- mestibili. parte che interessa il territorio ligure, è già st'ultimo scalo. Ma anche la pasta, questo secondo impor- in parte realizzato, mentre sono tuttora in Si avrebbe così, nell'ordine, da ponente a tante settore dell'industria onegliese, aspira fase di realizzazione due nuovi tratti in levante: Porto Maurizio (turistico); Oneglia a sempre maggiori affermazioni e sviluppi: corrispondenza del Colle S. Bartolomeo e (parte centrale e nuove strutture, porto di fatto proprio il pastificio Agnesi, già ci- del Col di Nava, per una lunghezza di 25 commerciale); Oneglia (parte orientale, già tato, ha in programma (e in fase di attua- km, con due gallerie per l'attraversamento esistente, porto peschereccio). zione) un nuovo complesso che porterà la dei detti colli. Così ristrutturato, il complesso portuale produzione giornaliera dagli attuali 2500 Queste opere abbrevierebbero di molto le potrà sempre di più tener testa alle esigen- quintali a 3500 e c'è da augurarsi che la re- distanze (e i tempi) con incisione sui costi ze delle industrie locali, sia di quelle già cente «impennata protezionistica» del go- da e per il porto, fattore determinante que- consolidate da tempo e sia di quelle emer- verno americano, non frustri questa inizia- st'ultimo, per le preferenze degli operatori genti. tiva, anche se, tutto sommato, quella che è verso uno scalo piuttosto che un altro. stata definita la «dieta mediterranea» è de- Fra le prime, i «nomi» più ricorrenti sono Allo stato attuale, il traffico viene in pre- stinata ad imporsi sempre di più e in sem- quelli degli oleifici Sasso e dei Fratelli Car- valenza assorbito dall'Autostrada dei Fiori pre più vaste zone. li, i pastifici Agnesi e l'Italcementi; da non (AIO) che, a sua volta, consente l'immis- sottovalutare i vari mulini, le vetrerie, i sa- • • • sione diretta in tutto il sistema autostrada- ponifici, le industrie dolciarie: un comples- A fronte di tutto questo «fervore operati- le padano (A6 - A12 - A26) e, in parte, to- so di una cinquantina di aziende, con un vo», il porto dovrà quindi sempre più ade- scano (Al). La AIO consente anche un fa- cile collegamento con la Francia e, in cam- Per il bacino di Oneglia, in aggiunta al da 35 tonn. che va ad aggiungersi ad altre po ferroviario, si prospetta un notevole as- porto attuale ed a ponente di esso, la loca- sei gestite dal Consorzio (due gru demania- sorbimento del traffico da e per il Piemon- lizzazione di una zona da adibirsi a traffici li su binario, della portata di 3 tonn. cia- te attraverso la ripristinata (1979) linea di tipo industriale di 90.000 mq di cui scuna e situate sulla Calata G.B. Cuneo, Cuneo-Nizza-Ventimiglia. 43.000 da realizzare) al servizio di una più quattro di proprietà su binario di 3 Si accennava qui sopra ai costi delle varie banchina di 220 metri con un fondale di tonn. ciascuna, di cui due sulla Calata operazioni portuali di base, ma se poi con- nove metri. G. B. Cuneo e due sulla nuova banchina di sideriamo che tra i vari prodotti trattati fi- La zona di levante e la banchina di riva ponente; vi sono inoltre due carrelli eleva- gurano anche carni, pesce, verdure, dolciu- verranno destinate all'attività peschereccia, tori della portata di 2,5 tonn. e un peso bi- mi, surgelati, ecco venire in primo piano che con la disponibilità di 645 metri di lico, doganale, della portata di 80 tonn. anche il problema della loro conservazio- banchina e 20.000 mq di superficie, potrà Nei due bacini, Oneglia e Porto Maurizio, ne. Ditte specializzate operano in questo raggiungere un traffico di 120.000 tonn/an- operano poi almeno tre Compagnie di La- settore, in stretto contatto con le Autorità no. Nel porto peschereccio sono inoltre voratori Portuali, con gru di vari tipi (se- portuali, ma l'attuale disponibilità di silos previste strutture per la ricezione di pro- moventi, carrellate, cingolate, gommate a è assolutamente inadeguata alle richieste dotti alimentari freschi e congelati. ponte, carrelli elevatori, trattori, ecc.). del mercato e, d'altra parte, l'aumento del- La realizzazione di dette opere prevede Da tutto quanto detto appare che lo scopo le capacità (e del numero) dei silos è frena- quattro fasi di avanzamento, comprendenti finale delle ristrutturazioni è quello di fare ta dall'attuale mancanza di disponibilità di anche «riempimenti» per circa 100.000 dei due porti (ora collegati da una strada a spazi, spazi che nelle previsioni del piano mq e la gittata di due cordoni laterali di mare, sia pure di notevoli proporzioni) un di ristrutturazione, comprendono, per il contenimento del terrapieno. solo grande porto, diviso nei tre settori o bacino di Porto Maurizio: In tal modo il porto, suddiviso nei tre set- bacini sopra descritti. 1) un molo nuovo, radicato a terra, avente tori accennati in partenza (turistico- Non vorrei tuttavia che i diretti interessati commerciale-peschereccio) con attrezzatu- uno sviluppo lineare di metri 340 in dire- nella questione (in prima linea il Consor- re adeguate ed efficienti, potrà assolvere zione sud-sud-est e 760 metri in direzione zio Imperia/Piemonte) mi tacciassero di meglio ai molteplici impegni ai quali fin sud-sud-ovest per un totale di metri 1.100; eccessivo ottimismo, né che questa impres- d'ora è sollecitato e inserirsi preminente- 2) prolungamento di metri 260 del molo sione rimanesse nel Lettore di queste note: mente in quell'interscambio con il Pie- lungo in direzione nord-nord-est. di fatto tutto ciò che ho detto qui sopra è e monte che è nei voti dei suoi Dirigenti. Quindi le nuove strutture metteranno a di- rimane per ora, almeno in gran parte, sol- L'accenno alle «attrezzature» ci conduce a sposizione delle attività commerciali circa tanto allo stato di «progetto», non avendo parlarne. Recentemente la Regione Liguria metri 1300 di banchina ed un'area di ancora ottenuto il benestare della Regione ha concesso ad Oneglia una gru semovente 300.000 mq circa. Liguria, non so se per le solite remore bu-

Assetto generale proposto per il porto di Imperia 1) Porto turistico 2) Porto industriale/commerciale 3) Porto peschereccio rocratiche o in conseguenza di interventi di esempio, il traforo Armo-Cantarana, sotto qualche settore dell'economia locale che il Col di Nava sulla SS. 28, ecc.). •(diciamolo eufemisticamente) «non colla- Malessere che, al di là di ogni eufemismo bora» e vorrebbe veder sviluppare mag- verbale, è rispecchiato crudamente, come giormente, poniamo il settore turistico a sempre, nei numeri i quali ci dicono che scapito di quello commerciale... tra gli anni 1983 e 1984 il calo complessi- Dualismo di vedute che non dovrebbe sus- vo sui totali sbarco/imbarco è stato del sistere, visto che il progetto di cui sopra è 31,61% anche se singolarmente, alcune volto all'armonioso sviluppo di entrambi i voci merceologiche (tondelli di legno, roto- settori, accanto a quello peschereccio, li di carta, carbonato di calcio, merci varie) come si disse. hanno avuto importanti incrementi. Non c'è quindi che da augurarsi che, Per il I semestre 1985 non si possono fare accantonati dubbi, ripensamenti e rimandi paragoni «globali» sicuri con gli anni pre- (ma ciò non dipende certo dal «Consor- cedenti, non essendovi omogeneità nel tipo zio») si possa addivenire presto alla com- di merci; di positivo si è avuto un buon in- pleta ristrutturazione del porto, ciò che cremento nello sbarco di olio vegetale (per non potrebbe che influire beneficamente su lavorazione) con più tonn. 14.467 rispetto tutta l'economia della zona e di tutto l'hin- al corrispondente semestre 1984 e più terland. tonn. 3497 all'imbarco di carbonato di cal- Un'ultima osservazione, prima di conclu- cio. dere: leggo sul n. 46 di «Costarossa» (una Tutto sommato, però, non ci pare che la rivista locale che tratta problemi portuali situazione possa definirsi soddisfacente e dell'Imperiese) un servizio di Franco Via- questo dovrebbe vieppiù spingere un po' ra, Presidente del «Consorzio Imperia/Pie- tutti in «alto loco» a porvi rimedio... monte» nel quale si auspica l'immissione di capitale privato nella gestione futura del porto, sull'esperienza positiva fatta a Ra- venna. È una proposta che mi pare molto merite- vole di attenzione. • • •

Ed ora un po' di statistiche. Già si è detto dei vari prodotti trattati e non ci ripetere- mo. Per ciò che riguarda i Paesi con i quali avvengono in prevalenza gli scambi, essi • sono: All'imbarco: Paesi dell'area mediterranea, Nigeria, Argentina, Portogallo, Isole Cana- rie, Russia; Allo sbarco: Egitto, Spagna, Tunisia, Israe- le, Irlanda (cemento), Russia, Nord Euro- pa, Portogallo, Isole Canarie, Argentina. Come si vede, per alcuni Paesi si tratta di «interscambi». Ma se entriamo nell'esame della situazione di tali imbarchi e sbarchi, dobbiamo pur- troppo dire che essa rispecchia il «malesse- re» del porto in esame, malessere derivan- te, credo, proprio da quelle carenze messe in luce da quanto detto qui sopra: cioè la mancata realizzazione di quelle ristruttura- zioni che potrebbero dargli un più ampio respiro (minori «tempi morti» nelle opera- zioni portuali, maggior apertura verso l'en- troterra con collegamenti più veloci — I SENTIERI NATURA NEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

' Walter Giuliano - Patrizia Vaschetto

a disponibilità di tempo libero sta au- uno strumento di sviluppo umano e di del Gran Paradiso, di due «sentieri natu- Lmentando e con essa l'esigenza di tro- promozione sociale e culturale capace di ra». Con questa denominazione sono indi- vare nuovi spazi e nuove attività per occu- recuperare l'uomo a più consapevoli com- cati percorsi opportunamente attrezzati ' parlo. Il turismo è senza dubbio uno dei portamenti nei riguardi dell'ambiente na- con strutture che consentono di «leggere» settori in espansione essendo la domanda turale. vari argomenti di tipo naturalistico e stori- di conoscere nuove zone sempre pressante. Ma il turismo male interpretato può dive- co, stimolati da particolari elementi pae- ^ La montagna non sfugge a questa nuova nire elemento di impatto negativo sui deli- saggistici. tendenza ed anzi assiste ad una crescente cati equilibri ecologici del territorio. Non è Le due realizzazioni sono frutto della col- aggressione turistica. La moda ecologica, dunque mutile prevedere adeguati stru- laborazione tra l'Ente Parco, la Provincia con la pubblicizzazione presso strati sem- menti educativi che facilitino un approccio f pre più ampi di popolazione del bisogno di consapevole e maturo alle componenti na- natura, fa sì che sempre più numerosi i cit- turali delle aree protette. Ma altrettanto tadini si rivolgano alla montagna come di- fragili sono gli equilibri sociali e culturali spensatrice di pace, tranquillità, relax a delle popolazioni locali che non possono contatto con un ambiente naturale che a essere rispettati qualora li si ignori. differenza di altre località si è in gran parte Si tratta quindi di richiamare verso l'area mantenuto integro. protetta un flusso turistico qualificato, in- Ma nello stesso momento in cui il flusso centivando la domanda sulla base non di ) turistico aumenta, vengono messe in peri- generiche motivazioni di occupazione del colo proprio quelle stesse basi su cui esso tempo libero, ma di risposta a richieste si fonda. L'impatto turistico sul delicato specificatamente indirizzate di ricreazione ambiente montano può divenire dannoso culturale. La simbiosi tra didattica e ri- stante la vulnerabilità dello spazio fisico e creazione può rappresentare una via di uscita vincente capace di far collimare le sociale della montagna. esigenze di tutela ambientale e di turismo. Il turismo montano, a differenza di quanto è spesso avvenuto nel recente passato, non u queste motivazioni di fondo si è può fare a meno di tenere conto dei rap- mosso il progetto di realizzazione ai porti tra attività economiche, contesto so- S margini del territorio del Parco Nazionale ciale, cultura e ambiente naturale. Appurato l'importante contributo che esso 7. Sentiero autoguidato net Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina. Il sistema utilizza cartelli in alluminio se- i può portare alla sopravvivenza delle co- rigrafato. posizionati, ove possibile, su supporti naturali munità alpine, occorre evitare che distrug- come ad esempio vecchi tronchi di alberi. 2. Uno degli esempi italiani: ii percorso didattico del ga il paesaggio e la cultura locale che ne Parco delle Risorgive realizzato dall'Azienda delle Fo- costituiscono le fondamenta. Anche l'atti- reste della Regione Friuli Venezia Giulia. vità turistica va dunque limitata e regola- mentata sino a prevederne l'esclusione in determinati luoghi. Questo per evitare che gli attuali modelli di sviluppo minino gli stessi presupposti su cui il turismo si basa e che a lunga scadenza non potrebbero che rivelarsi perdenti. Natura, bellezza am- bientale e architettonica, cultura locale, sono basi dalle quali non si può prescinde- re se si intende impostare uno sviluppo tu- ristico che duri nel tempo. Allo stesso modo gli interessi delle popolazioni locali vanno anteposti a quelli dei non residenti, evitando rapporti sproporzionati a vantag- gio di questi ultimi. È il turista che deve adattarsi alle peculiarità ambientali e cul- turali del posto, non i locali alla fruizione turistica. Questi temi possono trovare sede privile- giata di sperimentazione nelle aree protet- te. A queste infatti è delegato il compito di ricercare comportamenti di compatibilità ottimale tra uomo e ambiente, divenendo di Torino e gli enti locali: a Ronco Cana- vese per diretto interessamento dell'ammi- nistrazione comunale, a Noasca per inter- vento della Pro Loco. L'idea non è nuova e si ricollega ad analo- ghe esperienze già funzionanti da anni so- prattutto nei parchi americani, francesi, svizzeri. Qualche raro esempio lo si ha pure nel nostro paese. Scopo principale del sentiero natura è quello di avvicinare il visitatore ai princi- pali aspetti dell'ambiente naturale e sociale della zona. Con questo mezzo il turista è educato ad accostarsi agli uni e agli altri con umiltà, senso di rispetto e con la con- sapevolezza di avere molto da imparare da entrambi. Si possono cosi illustrare gli aspetti faunistici, vegetazionali, geomorfo- logici e socioculturali in maniera prope- deutica e tale da incentivare la curiosità ed il desiderio di approfondimento. Questi al- tri compiti dovrebbero essere svolti da ul- teriori servizi ed infrastrutture già oggi lar- gamente presenti e non sempre utilizzate al meglio delle loro possibilità. Ci riferiamo ai centri visita o ai piccoli musei o ancora ai centri di informazione. Affiancare ad essi piccole biblioteche di settore, videote- che con materiale audiovisivo vario po- trebbe essere un'interessante possibilità ag- giuntiva. Esistono essenzialmente due sistemi di progettazione e realizzazione dei sentieri natura. In entrambi lo scopo è quello di garantire a chi li percorre di disporre di una vera e propria guida. Non beninteso di una guida in senso fisico, ma di supporti alternativi che ne svolgano la funzione. Nel primo caso il sistema si avvale di segni lungo il percorso cui corrispondono spie- gazioni riportate su un opuscolo guida al- legato al sentiero; nell'altro lungo il trac- ciato sono sistemate delle strutture portan- ti che sorreggono tabelloni appositamente studiati e realizzati. La prima soluzione ha il vantaggio di mantenere anche paesaggi- sticamente intatto il percorso avendo in sé pochi elementi di disturbo e quei pochi fa- cilmente mascherabili; inoltre richiede bas- svantaggio è che qualora lo si percorra sen- 3. Parco Regionale de «La Mandria»: il cartello all'ini- zio del percorso didattico «Bizzarria ». si costi di realizzazione e di manutenzione. za avere a disposizione lo stampato, la sua Una volta studiato il tracciato e gli spunti funzione viene del tutto vanificata. 4. Parco Regionale de «La Mandria»: /'/ semplice car- per la realizzazione dei temi che si inten- La seconda soluzione si avvale di cartello- tello in lamiera sorretto da un palo in metallo che serve da riferimento per ricercare sull'opuscolo (distribuito dono affrontare, basta collocare sul terreno ni (montati su apposite strutture) che mo- all'inizio del sentiero) la descrizione dell'ambiente o i corrispondenti punti di riferimento, in strano i particolari aspetti ambientali con dell'elemento segnalato. pietra o legno o altro materiale, numerati o il ricorso ad immagini (foto, disegni, grafi- altrimenti identificabili, cui corrisponderà 5. Sentiero autoguidato di Ronco Canavese: il sistema ci) accompagnate da un breve testo. ostensivo con il palo pirografato, il supporto in orso- nell'opuscolo-guida la descrizione. Lo Per i sentieri natura di Ronco e di Noasca grill, il cartello racchiuso nella teca in plexiglass. l

6. Sentiero autoguidato di Ronco Canavese: oltre agli vallivo, il primo cartello illustra l'origine geologica della è stata scelta questa seconda soluzione in aspetti naturalistici sono presi in esame anche i probte- valle. l mi legati alla presenza dell'uomo. In questo cartello è considerazione anche del fatto che la si è 9. Sentiero autoguidato di Noasca: il secondo cartello, affrontato il tema dell'emigrazione a Parigi. Sullo sfon- prendendo spunto dai licheni delle rocce circostanti af- ritenuta più idonea a catturare l'attenzione do il paese. fronta il tema dell'origine del suolo. del visitatore non ancora abituato a questo 7. Sentiero autoguidato di Ronco Canavese: H cartello 10. Sentiero autoguidato di Noasca: particolare della nuovo tipo di servizio. Le strutture portan- che spiega l'origine delle « marmitte dei giganti» posi- teca in plexiglass e del grigliato che permettono con la zionato sul ponticello a balcone sul torrente nel punto ti adottate sono state realizzate adattando loro trasparenza un buon inserimento ambientale. in cui si può ammirare dal vero H fenomeno geologico. quelle che il Parco Nazionale Gran Paradi-

8. Sentiero autoguidato di Noasca: seguendo il filo lo- so ha scelto di utilizzare per la sua segnale- gico che spiega il progressivo sviluppo dell'ambiente tica ufficiale. Si compongono di un palo in •I

legno a sezione quadrata sottoposto a trat- I punti di sosta del Sentiero Natura di opuscolo tascabile che raccoglie i contenuti tamento conservativo, e pirografato che Noasca sono invece legati da un discorso dei cartelli e ne riproduce l'immagine gra- regge un quadro in «orsogrill». Su questo che ha come filo conduttore la lettura evo- fica. sono applicati in una teca di plexiglass ap- lutiva della storia della valle. positamente studiata, i cartelli realizzati Dall'epoca della glaciazione, in cui i ghiac- dallo studio «G. Tamiozzo». ciai occupavano incontrastati tutto il terri- Il Sentiero Natura di Ronco Canavese ha torio (Storia di una valle) alla lenta e gra- inizio dalla provinciale che attraversa il duale preparazione del suolo (In principio BIBLIOGRAFIA centro abitato e si snoda nella prima parte era la roccia), all'insediamento della vege- sulla sinistra orografica del Soana, tra la tazione (La conquista delle piante) e della sponda del torrente ed il bellissimo bosco fauna (Nuovi inquilini - Gli abitatori del Buckley Murray J., 1974, Appalachian Trial di abeti; attraverso una zona di risorgive si cielo), all'arrivo dell'uomo nelle vallate al- user in the Southern National Forests, USDA guadagna il limite dei prati-pascoli sopra- pine con il suo impatto sull'ambiente natu- Forest Serv. Research Paper SE 116 1-19. stanti la località «Fucine» che prende il rale (Il grande predatore). Il tutto reso pos- Clawson N., 1974, La visite des parcs durant les prochaines decennies: problèmes et possibilites, nome dall'antica fucina che risale al XVII sibile dalla comparsa della vita sulla terra Deuxieme Conférence Mondiale sur les Parcs secolo e che è rimasta in funzione sino agli a partire dall'ambiente acquatico (Tutto Nationaux, UICN Lausanne 131-141. anni Cinquanta. cominciò nell'acqua) e regolato dai delicati Giuliano W., Camino R„ Vaschette P., 1980, equilibri biologici mano a mano instaurati- Proposte di pedonalizzazione della collina tori- I fabbricati sono purtroppo in precario sta- nese, Natura e Montagna 2, 15-24. to di conservazione mentre sarebbe oppor- si tra le varie componenti dell'ambiente Giuliano W., 1984, Compatibilità tra turismo e tuno recuperarli per il loro sicuro interesse (Equilibri delicati). tutela dell'ambiente nei parchi naturali, Econo- come testimonianza di archeologia indu- mia e Ambiente 1, 51-60. II percorso del Sentiero Natura di Noasca Senge T., 1974, L'avenir des installations desti- striale della valle. non è anulare, ma si snoda linearmente nee au public à l'interieur des parcs nationaux, Poco oltre il sentiero natura riattraversa il sulla destra orografica della valle, partendo Deuxieme Conference Mondiale sur les Parcs corso del Soana sopra un ponte gettato su dal centro del paese e giungendo al ponte Nationaux, Lausanne, 142-155. un suggestivo orrido, da cui è possibile am- Thresher P„ 1972, African National Parks and sull'Orco a valle dell'abitato. Il sentiero at- tourism an interlinked future, Biol. Conserv. 4, mirare alcune «marmitte dei giganti» tipi- traversa un bel bosco di latifoglie, lambisce 279-284. che formazioni scolpite dal corso d'acqua la borgata di Giere con i suoi prati curati, e Usher M.B., et al., 1970, A survey of visitors' nella roccia. rientra in un bosco a prevalenza di casta- reaction on two naturalists' trust nature reserves in Yorkshire, England, Biol. Conserv. 2, Lambendo la cappella del Crest, il percor- gni; nell'ultimo tratto si scende verso il tor- 285-291. so risale lungo la destra orografica la valle rente per raggiungere la provinciale attra- e attraverso la frazione Balmetta riguada- verso un ponticello. gna l'abitato di Ronco giungendo nel cuore Entrambi i sentieri, con lievissimo dislivel- del centro storico caratterizzato dall'antica lo, sono agevolmente percorribili in un parrocchiale e dalle tipiche e strette vie del tempo stimabile intorno all'ora. borgo alpino. L'intento è che al termine di questa ora di Lungo questo percorso anulare nove car- salutare passeggiata nell'ambiente naturale telli illustrano i vari fenomeni a partire da- si siano apprese nuove informazioni sulle gli spunti che l'ambiente offre. caratteristiche naturali e sociali del luogo e si sia imparato ad osservare con maggiore temi del percorso autoguidato posso- attenzione ed approfondimento fenomeni Ino essere suddivisi in tre filoni di let- estremamente interessanti che spesso si tura principali. tende a sottovalutare o che addirittura II primo ha come elemento conduttore passano inosservati proprio perché «natu- l'acqua, ed attraverso le tappe «Dalla sor- rali». gente al cielo», «L'acqua, la forza, il lavo- I Sentieri Natura sono stati studiati e rea- ro», «La goccia d'acqua e la roccia», illu- lizzati per un largo pubblico di utenti, ma stra la preziosità di questo elemento natu- senza dubbio sono prioritariamente indi- rale nella vita dell'uomo. Il secondo mo- rizzati alle scolaresche che possono in que- stra invece attraverso i cartelli dedicati a sto modo svolgere una lezione all'aria «Il laboratorio della vita», «La vita nel aperta, alle porte di un parco nazionale. bosco» e «Ascoltando il bosco», la com- I Sentieri Natura situati ai margini del par- plessità dell'ambiente forestale e delle sue co nazionale Gran Paradiso rappresentano componenti specifiche. Infine le tappe «I una valida anticipazione ed un'utile traccia segni dell'uomo» e «Tra Ronco e Parigi» per preparare nel modo migliore la visita sono dedicate all'approfondimento delle all'area protetta e per comprenderne il si- interrelazioni instaurate dalla presenza gnificato e l'importanza. dell'uomo con l'ambiente. Accompagna entrambe le realizzazioni un IL TEATRO REGIO DI TORINO. UNA GRANDE INDUSTRIA CULTURALE Giovanni Paparo

A parte l'Università ed il Politecnico, il buti della Regione Piemonte, della Provin- Teatro Regio si qualifica oggi come la più cia e del Comune di Torino, le sponsoriz- grande industria culturale del Piemonte. zazioni e gli incassi. Questi ultimi, attorno Nell'arco dell'anno sono oltre 500 le mani- ai 2,5 miliardi, stanno ben dentro alla me- festazioni da esso organizzate. Ai più di dia europea, assicurano al Regio: anche nel 100 spettacoli lirici e di balletto si aggiun- resto d'Europa sono casi eccezionali quan- gono i concerti, le audizioni critiche, le ini- do con gli incassi si arriva a coprire il 10 ziative promozionali, le celebrazioni mo- per cento delle spese. Sul fronte delle usci- nografiche, le ricerche ed i seminari di stu- te il bilancio del Regio è impegnato per dio. Una componente di rilievo è anche circa il 75 per cento nelle spese di gestione costituita dall'attività in decentramento, e per la restante parte per gli allestimenti, circa 50-60 concerti all'anno, e per le scuo- le compagnie e gli artisti esterni. le, altri 50-60 concerti all'anno. Da teatro di corte e urbano, da sala per • • • spettacoli il Regio, con la ricostruzione In concomitanza con la ricostruzione il completata nel 1973, si è trasformato in Teatro Regio ha conosciuto un eccezionale una istituzione culturale di livello regiona- boom di pubblico, con tassi di incremento le, una istituzione che occupa in pianta da primato sia italiano che europeo, e ciò stabile quasi 320 persone, tra professori grazie anche alle iniziative di rilancio av- d'orchestra e artisti del coro, ballerini, fun- viate con qualche anno di anticipo sulla fa- zionari, impiegati, tecnici ed operai specia- tidica data del 10 aprile 1973. Gli anni ot- lizzati, quali disegnatori, scenografi, attrez- tanta hanno visto la stabilizzazione della zisti, elettricisti, meccanici, falegnami, cal- crescita con ancora qualche lieve punta di zolai, sarti, parrucchieri. incremento. Si oscilla ora attorno alle 300 Considerando le prestazioni annuali di al- mila presenze all'anno su tutte le manife- tri elementi artistici e tecnici, di figuranti e stazioni, circa la metà le presenze paganti. comparse si arriva attorno alle 500 perso- «I rapporti con il pubblico — dice Piero ne. Robba, responsabile dell'ufficio attività Il bilancio per il 1986 è stimato sui 30 mi- promozionali — sono molto buoni e solidi: liardi di lire, in pareggio naturalmente: la gli abbonati tra stagione ordinaria lirica, tradizione di serietà amministrativa dei to- stagioni sinfoniche, balletti e altre si man- rinesi fa sentire il suo peso. tengono attorno alle 16 mila unità. Si nota Sul fronte delle entrate ci sono gli oltre 20 un certo turnover nei turni speciali, mentre miliardi di contributo statale e poi i contri- abbiamo una grande stabilità nei turni or-

Fig. 1. Come si presenta oggi ia sala del Nuovo Teatro Regio di Torino. dinari». Concepito, nella sua ricostruzione, come centro propulsore di vita artistica e cultu- rale, come polo regionale di attrazione e di stimolo di iniziative ed interessi diversi e non solo come sede di spettacoli, il Teatro Regio ha attivato rapporti con oltre 300 circoli ed associazioni musicali in Piemon- te e fuori del Piemonte. A Chambery, ad esempio, esiste una associazione musicale appoggiata dal Comune, che segue in ab- bonamento la stagione lirica del Regio. Anche ad Aix Les Bains ed a Nizza vi sono gruppi di abbonati. Tour operator degli Stati Uniti inseriscono il Regio nei loro tour musicali europei. Da Vienna una agenzia specializzata in viaggi culturali or- ganizza presenze per le grandi opere italia- ne, per Verdi in primo luogo. «Da Vienna vengono anche a vedere come facciamo Mozart o Strauss», dice Robba, e cita poi i circoli della Liguria (Imperia e Diano Marina), della Lombardia (Varese e Luino), dell'Emilia, che seguono la stagio- ne lirica in aggiunta ai moltissimi di Tori- no e del Piemonte. Al Regio si vive già nello spirito delle cele- brazioni del quarto di millennio di vita (1740-1990): vita di un testimone diretto di A R S -A C E tante vicende cittadine e nazionali, data anche la posizione centrale del Teatro, a Drama per Mufica due passi dal Palazzo Reale, dal Palazzo DA RAPPRESENTARSI Madama, dal Palazzo Carignano, dall'Uni- versità, dal Duomo. HEL REGIO TEATRO DI TORINO Quanta storia è passata e si è fatta in questi NEL CARNOVALE DHI, 1741. luoghi! Che hanno visto innalzato l'albero *AIU frefcnzA della libertà, nel periodo giacobino, e la in- saziabile ghigliottina, i Cosacchi e gli Ussa- DELLE MAESTÀ LORO. ri giunti sino a Torino per sbarrare la stra- da alla Francia rivoluzionaria; che hanno fatto da cornice a gran parte del Risorgi- Fig. 4. Beniamino Gigli. mento e della costruzione dell'Unità d'Ita- Fig. 5. Giacomo Puccini. lia. Fig. 6. Arturo Toscanini.

• • • Fig. 7. Giuseppe Di Stefano.

Lo stesso Regio ha fatto la sua parte di sto- I N T O R I K O- Fig. 8. Mario Del Monaco. ria assurgendo, in campo musicale, a vette A ppreflo Pietro Giafeppe Zappata, e Figliuolo Stampatori della Società de'Sign. Cavalieri, di grande rilievo. La sua costruzione pren- affermarsi tra le grandi potenze dell'epoca, de origine da un avvenimento molto im- non pensa minimamente di sottrarsi: la co- portante per la Casa Savoia e la storia del Fig. 2. L'antico Teatro Regio come si presentava nei 1936 quando fu distrutto da un incendio. struzione di un vero e proprio teatro d'o- Piemonte: nel 1714 il duca Vittorio Ame- pera, ad imitazione di quelli esistenti nelle deo II e la duchessa Anna di Orléans cin- Fig 3. Libretto del primo spettacolo rappresentato al principali capitali europee è uno di questi. Regio Teatro il 26 dicembre 1740. gono l'ambita corona del regno di Sicilia Nel 1727 viene costituita la Nobile Società (dovuta poi scambiare nel 1720 con quella dei Cavalieri, cui è affidata la gestione del di Sardegna). costruendo Teatro Regio e che inizia ad Si impongono degli obblighi di status ai operare già dal dicembre dello stesso anno, quali la giovane monarchia, ambiziosa di con la stagione di Carnevale 1727-28. che meravigliati per la qualità degli spetta- coli, in buona parte creati appositamente per il Regio. E questa una tradizione che, instaurata sin dall'inizio, durerà fino ai primi decenni dell'Ottocento: le due opere del cartellone, qualche volta tre, a partire dalla stagione 1839-40, devono essere nuo- Jg ve ed almeno una di esse deve essere scritta appositamente per il Regio. Grazie a que- sta condizione il teatro di Torino si pone all'avanguardia tra i principali centri di produzione melodrammatica. L'ondata della Rivoluzione Francese tra- volge ben presto anche gli Stati dei Savoia, . jjféL dopo anni di aspri combattimenti, nel lu- glio 1798 i francesi ottengono di occupare la Cittadella. L'8 dicembre Carlo Emanue- f le IV è costretto ad abdicare e si ritira in Sardegna. La Società dei Cavalieri deve ce- dere la gestione che passa ad impresari pri- vati. Il teatro assume il nome di Nazionale, e poi nel 1801 quello di grand Théàtre des Arts, ed ancora nel 1804 quello di Teatro 6 Imperiale, fino al ritorno dei Savoia nel 1814. La Nobile Società dei Cavalieri riprende la guida del Regio nel 1824, ma le condizioni in cui si dibatte la gestione dei teatri sono ormai estremamente gravose e nel 1833, stante anche la volontà del re Carlo Alber- to, i Cavalieri devono arrendersi al nuovo corso che vede anteposte le ragioni econo- miche a quelle di prestigio. E mutato il rapporto col pubblico, da tea- tro di corte il Regio diventa sempre più teatro della città, e con la gestione degli impresari privati si afferma l'opera di re- pertorio. La stagione 1833-34 si apre con la Norma di Bellini che, a due anni dalla prima alla Scala, riceve a Torino una acco- glienza straordinaria. Segue la Fausta di soprano Caterina Visconti. Il cartellone Donizetti rappresentata per la prima volta della stagione inaugurale vede due tragedie al San Carlo di Napoli nel gennaio 1832. di Metastasio: Arsace ed Artaserse, musi- L'attenzione degli impresari si concentra cate da Francesco Feo e da Giuseppe Are- sui grandi nomi del melodramma ottocen- na. tesco: Bellini, Donizetti, Rossini, Meyer- Capace di 2.500 spettatori, il teatro racco- beer, Verdi e su autori oggi dimenticati, Concepito da Juvarra e realizzato da Bene- glie subito l'ammirazione di illustri visita- ma che al loro tempo seppero raccogliere detto Alfieri, i lavori per il nuovo teatro tori di Torino, molti dei quali trovano, nel trionfali, seppure effimeri, successi. iniziano nell'aprile del 1738 e procedono loro Grand Tour dell'Italia, una ragione di Il 1849 porta notevoli modifiche al gover- con grande rapidità, talché può essere più per soffermarsi nella capitale sabauda. no del Regio e segna una tappa importante inaugurato nel 1740, il 26 dicembre, data Anche l'imperatore Giuseppe II viene a ve- nel processo di trasferimento della respon- tradizionale di inizio delle stagioni di ope- dere il Regio, uno dei migliori teatri dell'e- sabilità economica ed artistica alla Munici- ra a Torino. Per l'occasione i Cavalieri poca per le sue macchine ingegnose, per la palità. hanno scritturato alcuni tra i nomi più bellezza delle scenografie, per l'ampiezza e Nel giro di poche stagioni, viene superato grandi della lirica: il castrato Giovanni Ca- lo splendore della sala. il condizionamento del calendario ecclesia- nestrini, il tenore Angelo Amorevoli ed il I viaggiatori che visitano Torino sono an- stico che imponeva una netta separazione 9 10 tra carnevale e quaresima, le stagioni liri- che si allungano, aumenta il numero delle opere programmate e delle recite comples- Z FI sive, viene anche superato il pregiudizio secolare che ritiene degna di una corte la sola «opera seria», si ripetono anche a bre- ve distanza di tempo programmazioni del- la stessa opera. Ma il Parlamento preme perché l'onere per il mantenimento del Re- gio sia accollato alla città, al cui vantaggio il teatro stesso funziona. Dopo lunghe resi- stenze, nel 1859, la Municipalità di Torino accetta di erogare un contributo annuo di 40.000 lire, che viene progressivamente aumentato fino a coprire la quasi totalità delle spese. Il 6 luglio 1870 la città deve acquisire «gratuitamente» la proprietà del- l'edificio del teatro. Le travagliate vicende amministrative si accompagnano ad un grave scadimento qualitativo delle rappre- sentazioni, appaltatori di pochi scrupoli e scarse doti si succedono ingloriosamente. Un periodo nuovo si apre per il Regio con l'affidamento della gestione per il quin- quennio 1876-81 al genio di Giovanni De- panis, personalità eccezionale tra gli im- prenditori teatrali. Lavorando in buon af- fiatamento con Carlo Pedrotti, direttore del Liceo Musicale della città e nello stesso tempo maestro concertatore e direttore d'orchestra del Regio, Depanis fa fare un salto qualitativo enorme alle stagioni del massimo teatro cittadino che, se da un lato esalta la sua funzione di luogo di incontro della mondanità più raffinata, dall'altra di- viene sede di confronto critico di stili, idee e scuole diverse. Ma la politica di innova- zione del Depanis, osteggiata dal pubblico più tradizionalista, finisce per essere invisa e il teatro torna nelle mani di impresari poco scrupolosi. Il consuntivo della gestione Depanis è co- munque di tutto rispetto: ventisette opere Fig. 9. Renata Tebaidi. Fig. 13. Viaggio d'inverno da F. Schubert - Corpo di bailo de! Regio. prodotte di cui cinque novità assolute Fig. 10. Maria Caiias. (Francesca da Rimini, Ero e Leandro, Fig. 14. H Trovatore di Giuseppe Verdi. Fig. 11. Rajna Kabaivanska. Elda, Don Giovanni d'Austria, La Regina Fig. 12. Placido Domingo. del Nepal), tre prime per l'Italia (Il Re di Lescaut di Puccini (1° febbraio 1893), che Lahore, La Regina di Saba, Melusina) e ottiene un successo entusiastico da parte cinque prime per Torino (Mefistofele, Do- Bottesini. del pubblico torinese, cui va aggiunto il tri- lores, Lohengrin, Amleto, Carmen) cui Più volte sul punto di chiudere i battenti onfo delle due opere di Wagner: La Walki- vanno aggiunte varie riprese ed opere di re- per le crescenti difficoltà di far passare nel ria ed I Maestri Cantori di Norimberga. pertorio (Trovatore, Lucia di Lammer- Consiglio Comunale le delibere relative al Mentre Milano osteggia Wagner, Torino e moor, Ruy Blas, i Puritani, Don Carlos, concorso finanziario della Municipalità, il Bologna sono tra le prime città a ricono- Un Ballo in maschera, Mosè, Don Giovan- Regio con la gestione di Luigi Cesari scere la grandezza del compositore di Lip- ni, Aida, Poliuto, Il Barbiere di Siviglia, 1890-93 ritrova lo smalto del quinquennio sia, e Torino ancora oggi può dirsi, a ragio- Rigoletto, Lucrezia Borgia) e le esecuzioni Depanis. Avvenimento di spicco di questa ne, città wagneriana. delle due Messe da Requiem di Verdi e gestione è la prima assoluta della Manon L'I 1 giugno 1894 il Consiglio Comunale Teatro Regio di molto rilassati negli ultimi anni. Nel 1895 Arturo Toscanini è chiamato al posto di maestro concertatore e direttore in prima dell'orchestra, la nomina è stata cal- deggiata dal caro amico Giuseppe Depanis: per il giovane maestro parmense è il tram- polino per il lancio nella grande carriera, per il Regio sono anni di glorie musicali e di consolidamento nella passione wagne- riana. II 22 dicembre 1895 c'è la vera pri- ma italiana del Crepuscolo degli Dei, di cui si fanno ventuno recite; il 14 febbraio 1897 è la volta del Tristano e Isotta, che ha un analogo successo, ma di cui si fanno solo sei repliche; il 17 febbraio 1898, ulti- mo anno con la direzione di Toscanini, è la volta della ripresa della Walkiria. Di grande rilievo anche la prima assoluta del- la Bohème di Puccini (1° febbraio 1896) che è accolta con una fredda incompren- sione da parte della critica torinese, mentre la critica milanese, giunta in massa nella capitale subalpina, è molto più vicina al giudizio positivo del pubblico. Dopo la partenza di Toscanini per la Scala di Milano l'attività del Regio subisce una sensibile involuzione, aggravata anche dal- le precarie condizioni dell'impianto che da tempo richiede consistenti lavori di ristrut- turazione. In mancanza dei necessari prov- vedimenti l'I 1 novembre 1902 il Prefetto notifica al Sindaco che, a seguito del so- pralluogo effettuato dalla Commissione permanente di vigilanza sui teatri, il Regio è stato riscontrato inagibile. Riattato su progetto dell'ingegnere Cocito il Teatro riapre la sera del 26 dicembre 1905 con il Sigfrido. Direttore è di nuovo Arturo Toscanini, assicurato a Torino per la stagione grazie allo strenuo impegno di Giuseppe Depanis. Il cartellone prosegue con , La Dannazione di Faust, Loreley e Siberia di Giordano. Gli anni seguenti vedono ancora privilegia- ta la musica di Wagner'e di Strauss, l'opera del rinnovamento francese e della giovane scuola italiana. Con la guerra il Regio vie- ne chiuso, nel 1917 è adibito a deposito di suppellettili per l'Autorità Militare. Intan- to nel 1916 viene costituita la Società Ano- nima Teatro Regio che gestirà con alterne vicende il Teatro, dalla riapertura nel 1919 approva la creazione dell'Istituto Musicale Musicale, l'Orchestra Municipale (prima fino al drammatico incendio dell'8-9 feb- della Città di Torino — di cui Giuseppe orchestra stabile d'Italia), la Scuola popo- braio 1936. Ricordiamo come fatto salien- Depanis, degno figlio di Giovanni, è stato lare di strumenti a fiato e la Banda Civica. te di quel periodo la presentazione della tenace promotore — che congloba il Liceo Si ripristinano cosi i legami tra Liceo e intera Tetralogia wagneriana, realizzata nel 1935 e di cui, stante l'enorme successo mancano, sia sul piano artistico sia, ed è una programmazione addirittura più ricca. di pubblico, si danno ben quattro cicli sempre un dato che conta, sul piano della Con i fondi necessari ci sentiamo in grado completi di recite, contro i due inizialmen- «cassetta». La stagione 1971-72, ce ne sarà di fare iniziative non seconde a nessuno. te previsti, per un pubblico complessivo di ancora una prima della apertura del Nuo- Naturalmente occorre che tutto sia coordi- oltre 30 mila spettatori. vo Regio, ma è l'ultima che presenta omo- nato e poter programmare con anni di an- A soli quattro giorni dall'incendio la sta- geneità di dati con quelle precedenti, supe- ticipo. gione riprende al Teatro Vittorio Emanue- ra le 64.000 presenze, pari ad oltre 1000 L'industria turistica non consente improv- le con l'Otello, seguono Madama Buttertly, biglietti venduti per ognuna delle 63 recite. visazioni, il ciclo turistico tra realizzazione Carmen, Elisir d'amore, Barbiere di Sivi- Data la capienza del Teatro Nuovo, 1.175 dei programmi e loro pubblicizzazione e glia, Suor Angelica. Opere eccelse che de- posti, siamo vicini ad un primato su scala commercializzazione richiede di lavorare notano, però, l'appiattimento nella routine nazionale. Per collaudare la struttura orga- almeno un anno per l'altro, e per consoli- ed il ridotto impegno culturale e di ricerca nizzativa e riannodare i rapporti col gran- dare certi flussi, certe abitudini occorre dell'istituzione. Le speranze di una pronta de pubblico tra il 1971 ed il 1973 si realiz- l'impegno continuativo di parecchi anni. ricostruzione del Teatro vanno purtroppo zano anche delle stagioni popolari d'au- Nella stagione 1986-87 inizieremo con l'Oro deluse ed intanto si aggrava, anche a causa tunno al Palazzetto dello Sport. del Reno e Walkiria un ciclo wagneriano della guerra, la crisi in cui da anni si dibat- che si concluderà nel settembre del 1988 te il teatro lirico. • • • con la Tetralogia completa di Wagner. Mi Tra il 1936 ed il 1942 l'attività, ridotta ai La sera del 10 aprile 1973 con I Vespri Si- risulta — prosegue Rattalino — che anche minimi termini, emigra successivamente al ciliani si inaugura il Nuovo Regio: è un av- a Nizza nel marzo dell'88 verrà program- Carignano, al Teatro della Moda ed al Vit- venimento a lungo atteso dalla città e che mata la Tetralogia e che anzi hanno già torio Emanuele; l'obiettivo è quello della viene a ridare slancio alla sua vita artistica aumentato da due a tre i cicli perché uno è stato interamente venduto ai partecipanti pura sopravvivenza in attesa di tempi mi- e culturale. Tralasciamo di descrivere la ad un congresso. La città di Nizza si sta gliori. Il 10 agosto 1945 si apre un nuovo nuova costruzione, eccezionale per molti impegnando per organizzare un pacchetto ciclo con la nascita dell'Ente Municipale versi e con impianti meccanici e di scena turistico di otto giorni, tanto dura un ciclo Spettacoli e Concerti, che diventa Ente tra i più completi e moderni d'Europa; ri- di quattro recite. Autonomo Lirica e Concerti nel febbraio leviamo soltanto come a Torino si sia pre- successivo per trasformarsi poi, il 4 ottobre ferito realizzare un teatro completamente Noi non desideriamo altro che fare al me- 1950, nell'attuale Ente Autonomo Teatro nuovo, a differenza di altre città dove la glio il nostro mestiere; più varietà c'è, più Regio. scelta è stata invece per la ricostruzione occasioni ci sono e più siamo contenti. Set- Dalle 27 recite che si svolgono al Teatro abbastanza fedele dell'edificio preesistente. tembre musica, in questo momento, è una Lirico (già Vittorio Emanuele ed oggi Au- E il caso, ad esempio, dell'Opera di Sem- manifestazione torinese di carattere inter- ditorium RAI) nella stagione 45-46, con per a Dresda, la cui ricostruzione dalle di- nazionale. Nata con l'Ostensione della Sin- quasi 19.000 spettatori paganti, si passa struzioni della guerra è stata completata lo done si è sviluppata da sola senza una alle quaranta dell'anno successivo, suddi- scorso anno, della Staatsoper di Vienna, o grossa programmazione turistica. vise tra il Lirico ed il Carignano, con circa del teatro dell'Opera di Graz. Il problema più grave, secondo me — con- 33.000 presenze. Dopo la punta del 1952, La prudenza indusse a contenere la capien- clude Rattalino —, è la mancanza di un che vede quasi mille presenze per recita, si za del nuovo Regio a poco meno di 1800 Palazzo dei Congressi con un Auditorium verifica una grave caduta di pubblico, mal- posti (1788 per l'esattezza) e siamo di nuo- di almeno 3500 posti. I prezzi di mercato di una grande orche- grado il grande valore artistico del cartello- vo alla cronaca di oggi: i fatti hanno dimo- stra, ad esempio, sono calcolati sulla base ne. Nuoce, tra le altre cose, la continua strato che molto spesso la sala non è in degli incassi in sale da 3000-5000 posti, è migrazione da una sala all'altra, compreso grado di accogliere tutto il pubblico che chiaro che con disponibilità di posti molto l'Alfieri e dal 1949 il Teatro Nuovo. desidererebbe assistere alle rappresentazio- più basse non si riesca a stare nei costi. Con il nuovo Sovrintendente Alberto Bru- ni. Insomma il Regio si è dimostrato una Sono comunque convinto — conclude Rat- no Tedeschi, nominato nel luglio 1960 al entità vitale nella regione e sembra a molti talino — che Torino ha tutti i numeri per posto del defunto Ferruccio Negrelli, e poi possa giocare un ruolo di primaria impor- diventare anche una primaria città turisti- affiancato da Maurizio Vico come diretto- tanza nel rilancio turistico in atto di Tori- ca, naturalmente il problema va affrontato re artistico, si arriva alla saggia decisione no e del Piemonte. Qualcuno pensa anche con mentalità industriale, con una adegua- di fare del Teatro Nuovo la sede «stabile» a programmazioni fatte apposta per incen- ta programmazione e con adeguati investi- dell'Ente Regio, col duplice risultato di tivare il turismo. riavvicinare l'opera al pubblico e di pre- menti, che devono toccare anche gli alber- «Saremmo ben lieti di progettare manife- sentare al Ministero del Turismo e dello ghi ed altre infrastrutture, oltreché natural- stazioni orientate al turismo — afferma Spettacolo un'immagine più consistente e mente il modo di lavorare dei torinesi in Piero Rattalino, direttore artistico del Tea- questo campo». meritevole di attenzione. tro — il problema è quello degli investi- Il 1963 è l'anno della svolta decisiva, in ar- menti. Il Maggio musicale fiorentino è un monia con l'amministrazione della città si elemento di richiamo turistico, ebbene noi lavora col massimo impegno per riguada- abbiamo fatto un confronto con Firenze al gnare il terreno perduto ed i risultati non tempo della mostra sui Medici: avevamo • SUCCESSO DEGLI ARTISTI TICINESI A TORINO

Piera Condulmer

In un precedente excursus ho accennato Il che sta ad indicare che la loro presenza alla presenza nutrita di architetti, ingegneri nella nostra terra non fu effimera, legata militari, artisti dello stucco luganesi e di solo ad un determinato lavoro, fu bensi un capaci maestranze in Piemonte fino al se- assimilarsi loro all'ambiente piemontese colo XVII; tale presenza si fa sempre più attraverso per lo più, il prolungato servizio interessante a mano a mano che l'indagine presso la corte ducale e poi regia, e tale da biografica oltre che archivistica nei Conti portare a sentire culturalmente la storia della Tesoreria, della Ragioneria e degli della monarchia, fino a narrarla ed anche Esecutori testamentari, ci fa scoprire le ori- enfatizzarla nei loro affreschi, nei loro qua- gini di artisti ed artigiani che credevamo dri, nelle sequenze dei loro stucchi splen- anagraficamente piemontesi o quantomeno denti, nella ricerca di adeguate raffigura- italiani. zioni mitologiche allusive da rappresenta-

Fig. 1 - Isidoro Bianchi da Campione: Particolare dei soffitto decorato a stucchi. Torino, Castello del Valenti- no. Sala dello Zodiaco. re. Così uomini e cose, aspetti fisici umani e paesistici, flora, fauna, monti, fiumi del Piemonte, spesso con felicità compositiva, entrano come protagonisti, entrano come elementi autonomi o come cornici nei fregi a stucco dei ticinesi, o nei loro quadri o af- freschi, a impreziosire soffitti e pareti di palazzi e di ville. Abili e affidabili come mastri da muro, molto spesso vinsero concorsi d'appalto anche di grande impegno architettonico, artistico e urbanistico, quale ad esempio quello della Villa della Regina nel 1648, aggiudicato a Stefano Borgnetta di Rovio, rimasto sull'opera fino alla fine di essa. Oppure nella ricostruzione castellamontia- na del castello del Valentino, aggiudicata al luganese Battista Somazzi o Somazzo, o a quella complessa di Palazzo Vecchio o del Vescovo, assegnata ad A. Ademino, Cristoforo Capoduro, A. Pessina. All'inter- no del Valentino campeggiano i nomi dei Casella di Carona, Gianandrea, Giacomo, Alessandro, allievi del Cortonese a Roma, che profusero la loro opera nella Sala così detta della Magnificenza, dedicata alle rea- lizzazioni urbanistiche di Carlo Emanuele II il Magnifico, per cui compaiono in ri- quadri il Palazzo Reale, la Regia Accade- mia, l'Arsenale, il porticato di via Po e la Porta di Po del Guarini; nella sala Verde, sullo sfondo del quale colore spiccano gli stucchi dorati, la pittura centrale è di Isi- doro Bianchi operante al Valentino fin dal 1638 con i figli Pompeo e Francesco, come indicano i registri di fabbrica. Il suo primo lavoro per i Savoia fu il com- pletamento di un lavoro del Morazzone al castello di Rivoli, e, subito apprezzato, fu fatto segno, il Bianchi, di molti onori da parte dei duchi e, tra l'altro del cavalierato dei S.S. Maurizio e Lazzaro; egli fu colui che ottenne il patronato dell'Altare di san- t'Anna nella chiesa di San Francesco d'As- sisi e divenne priore dell'omonima Com- pagnia. Di lui al Valentino ammiriamo la sala delle fatiche d'Ercole, della Guerra, Fig. 2 - Giuseppe Maria e Giovanni Domenico Cartoni: monumento funebre a Tomaso Cartoni da Rovio t del Negozio con i fatti della vita di Vittorio 1667. Torino. Chiesa di San Francesco di Paola. Amedeo I; il suo stucco può essere magi- stralmente plastico ed assumere insieme te- Fig. 3 - Alessandro Casella da Carona: particolare del soffitto e fregio. Torino, Castello del Valentino. Sala nuità pittoriche, come si può vedere nella delle Magnificenze. sala dello Zodiaco, dove pare circoli la poeticità di Filippo d'Agliè, e dove stucchi Fig. 4 - Tommaso Cartoni da Rovio: altare maggiore nella chiesa di San Francesco di Paola in Torino. e pitture (molte delle quali rifatte), gareg- giano nel mettere in evidenza l'abilità del Fig. 5 - Tommaso Cartoni da Rovio. Statua marmorea della Vergine ausiliatrice nella Chiesa di San Francesco ticinese e l'originalità della concezione e di Paola in Torino. della disposizione delle figure in ampi car- Non mi soffermo su questa chiesa di cui ho tocci, mentre al centro l'Eridano, in un già ampiamente parlato nel mio libro dedi- grande quadro, si atteggia a maestà regale cato a Via Po, mettendo in risalto i meriti tra i simboli dell'abbondanza generata dal- di questo ticinese, il quale non ha limitato la sua sola presenza nella ricca terra pie- la sua attività a Torino, ma si è espanso montese. fino a Genova e in tutti i castelli sabaudi. La pittura primeggia nella Sala del Valen- Altre dinastie ticinesi di stuccatori e inta- tino, cioè nella sala degli ozi sovrani, che gliatori in legno e in marmo che non posso erano gli otia latini voluti da Maria Cristi- tacere, è quella dei Recchi, dei Papa, dei na pei suoi figli. Solaro, che diedero a Torino i più alti Molto attivo al castello troviamo Alessan- esempi di maestria decorativa, che si svi- dro Carlone con figli e nipoti oriundi di luppa nelle dodici sale del palazzo Cari- Rovio. Questi è soprattutto scultore e gnano e nel Palazzo Reale e nel castello come tale si sottoscrive in una placca nella del Valentino ancora, nel Castello di Ma- cappella di San Giuseppe nella chiesa di dama, nella rutilante chiesa dei S.S. Marti- San Carlo dove si trova il bel monumento ri, nel palazzo Caraglio o della Società Fi- funebre dell'uomo d'arme Fr. M. De Bro- larmonica in Piazza San Carlo. glie da lui scolpito, e cioè: «Architectus et Festosità e fastosità che non abbandona artifex Thomas Carulus luganensis». Ma certo questa città nel settecento, quando il più generalizzato benessere economico di questo insigne fra i luganesi si trova va- consentirà ai privati di gareggiare con la sta testimonianza anche nella chiesa di San corte, e gli stucchi e gli intagli in legno do- Francesco da Paola, ove lavorò fin dopo la rato invaderanno porte, sguanci di finestre norte di Maria Cristina che per prima si oltre che pareti e soffitti, anche se la corpo- era servita di lui. Per volere del duca egli sità secentesca lascierà il posto ad una fu sepolto con onore in tale chiesa, e sulla maggiore levità talvolta pittorica, in armo- sua tomba i figli eressero un busto marmo- Fig. 6 - Torino, Palazzo reale. Sala degli Svizzeri. Cami- nia con l'evoluzione del gusto e degli stili. no eseguito da Bernardino Quadri, Carlo Pozzo, Ales- reo, che nell'epitaffio reca enumerate le Esponente della transizione tra i due modi sandro e Bernardino Casella e Deodato Ramello. opere da lui eseguite in quella stessa chie- Fig. 7 - Giuseppe Muttoni da Lugano. Torino, Palazzo di sentire la decorazione, da alcuni è rite- sa, indicandolo come «maximus artis Fidi- Reale, Armeria. Stucchi della sopra-porta che dà ac- nuto Domenico Beltramelli con la serie dei cesso alla Reggia. ae cuitor». suoi familiari, ritenuti di solito luganesi, statue che contornano la grande fontana di più il paesaggio immerso in un mare di ma operanti a Savigliano dai primissimi del giardino sono da attribuirsi ad A. Ca- luminosità trasfigurante o il fatto, l'episo- del '700; il loro campo d'azione fu soprat- sella, P. Mari, S. Musso. A sopraintendere dio bellico al quale egli era stato autorizza- tutto il cuneese, e in particolare la bella ai lavori in marmi troviamo l'ingegnere e to a partecipare come illustratore per il Ti- chiesa dei Battuti Bianchi di Bra, la chiesa scultore Bernardino Quadri. mes di Londra. di Santa Croce di Cuneo, e la chiesa di Altro nome che finora non abbiamo ricor- Non solo la guerra tuttavia eletrizza il pen- Santa Maria del Popolo in Cherasco, in cui dato è quello di Carlo Plura che a Palazzo nello di Carlo Bossoli, bensì pure la pace, anche l'architettura e la presenza assidua Reale ha lasciato lo splendido Crocefisso la pace operosa e serena di questa Torino degli architetti hanno rappresentato una li- della cappella che con quello della chiesa sua seconda patria, patria di rifugiato poli- mitazione, una misura al loro impeto crea- di San Francesco d'Assisi, dalla anatomia tico; egli la consegna ai posteri, con quel- tivo. Nell'edilizia privata possiamo ricor- perfetta, forse sono i migliori di quelli l'armosfera di diffusa discrezione e signori- dare i vari soffitti stile XVI e XVII diffusi sparsi per le chiese del Piemonte, pure esse lità che investe anche il popolino nelle sue nell'astigiano e in molte parti del Piemon- adornate di molte statue del Plura in mar- scene di vita. In dodici incisioni mirabili te, splendidi soprattutto quelli di alcune mo e in legno; egli è autore di molte di poi, fa vibrare stupefacenti architetture che sale del Palazzo della Filarmonica a Tori- quelle «macchine» artistiche che si porta- tanti suoi compatrioti hanno collaborato no, per i quali si possono fare i nomi di vano nelle processioni. ad elevare. Giorgio Muttone e Giuseppe Somasso en- Tutti questi luganesi noi li troviamo a Stu- trambi dell'area ticinese. pinigi, alla Venaria, a Villa della Regina, a Tutti i nominativi fin qui ricordati li ritro- Racconigi, e salirono operosi fino alla cap- viamo attivi in Palazzo Reale, che dalla pella della Santa Sindone, il sacrario del metà del '600 alla metà dell'800 è stato un tesoro sacro di Torino, e umili e fervorosi campo aperto a tutte le migliori esperienze essi si mossero nel magico mondo del gran- artistiche in tutti gli aspetti. de Guarini rimanendovi fin dopo la morte Anche per l'edificazione di quest'opera di questi,' a compiere con i loro colleghi vinsero il concorso d'appalto dei luganesi, piemontesi un'opera che avrebbe portato Antonio Antoniotto da Daveso e A. Pessi- per il mondo nei secoli fa fama della mag- na da Valsolda. Lavorarono agli ordini gior gloria artistica e religiosa di Torino. dell'architetto e ingegnere militare Ame- Rimasero attivi e fervorosi chini sul pavi- deo di Castellamente. Mano a mano che le mento il pica-pietre Francesco Aprile e strutture venivano ultimate, subentravano l'ottonaio Pietro Cortesi, mentre Carlo altri luganesi che affiancandosi ad artigiani Cortella saliva fino al cupolino per dipin- e artisti nostrani, fecero via via assumere a gerlo; tutto questo mentre Antonio Bertola quella dimora ducale e poi reale l'aspetto elaborava il complesso altare in legno coa- che le è proprio. diuvato da C. Neuroni e V. Possino.

Ecco come al solito solo alcuni nomi luga- Nell'ottocento ancora si vorrà arricchire nesi attivi nel Palazzo Grande: P. Sardi da questa cappella con quattro grandi monu- Morcote e Francesco Righini; al pica- menti funebri, le cui grandi statue marmo- pietra Mattia Solaro era stata affidata la ree (quella del principe Tommaso del co- costruzione di un monumentale ingresso, macino Marchesi, e quella di Emanuele Fi- poi non si sa per quale ragione, il progetto liberto di G. Gaggini da Bissone) sembrano fu accantonato, mentre egli compì con G. scorte d'onore al sacro Lenzuolo. B. Casella lo scalone elegantemente scultu- A proposito del Vela, accennando qui ad rato nella balconata e nelle balaustre, e gli alcune sue opere raccolte in interni e non a stucchi d'ornato nelle nicchie sono di Qui- quelle esterne per la città, è presente certa- rico Castelli di Melide, e la statua di Carlo mente alla mente di tutti il preziosissimo Alberto che si collocherà nella nicchia cen- gruppo delle due regine, Maria Teresa e trale sarà del luganese Vincenzo Vela, Maria Adelaide nel santuario della Conso- mentre Pietro Isella di Morcote è il fine lata, sufficiente a dare allo scultore il titolo stuccatore di pareti e soffitto. di grande, pel modo con cui tratta il mar- All'interno, nelle squadre d'intagliatori e mo e per l'anima che v'infonde e fa scatu- stuccatori e indoratori che attueranno i rire da esso. soffitti disegnati da M. e C. Morello, le Ma parlando di luganesi a Torino e in Pie- porte e gli sguanci delle finestre ecco com- monte, sarebbe imperdonabile non mettere parire Tommaso e G. B. Carlone, C. Cor- in giusta evidenza un pittore ottocentesco tella, G. A. Casella, D. Pozzo, G. C. Neu- che ha dato a questa città ed agli eventi ri- rone, F. Borello, G. Stazio, Aimo Prau, S. sorgimentali il meglio di sé, in quadri in Musso e via via tutti del Ceresio. Le venti cui non si sa talvolta s'egli voglia esaltare RICORDO DI FELICE VELLAN

Aldo Pedussia

A dieci anni dalla dipartita dell'Amico Fe- glieri. lice Vellan è doveroso ricordarlo come ar- Dopo la « la grande guerra», cominciò ad tista del pennello, come «ritrattista» della emergere nel mondo artistico torinese: sua Torino, come personaggio di spicco di come caricaturista (note le caricature di un piccolo mondo spirituale che sembra Teofilo Rossi - Sindaco di Torino, di Ar- scomparso nella assordante e caotica vita mando Falconi, di Leonardo Bistolfi, di quotidiana dell'oggi poco propensa alla at- Massimo Bontempelli), come incisore e tenzione delle cose belle, ed avida di piace- particolarmente come pittore. ri immediati, più che di serenità. Prese parte nella sua lunga attività a molte Quel piccolo mondo spirituale che pur nel- grandi manifestazioni artistiche esponendo le naturali difficoltà porta alla serenità, alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali quel modo di essere e di vivere saggiamen- di Roma e Torino, alle Internazionali di te, che un insigne filosofo Nicola Abbagna- Firenze. no, già docente presso l'Università di Tori- Alla «Promotrice» del 1907 risale la pri- no, compendiò recentemente nel suo impa- ma esposizione e la prima giovanile affer- reggiabile «La saggezza della vita» (ed. mazione. Da quell'anno per circa 70 anni Rusconi), fu impersonato e interpretato il «ritrattista» di Torino e il «paesista» molto bene da Felice Vellan. cosmopolita (viaggiatore entusiasta in tutti Egli è diventato spontaneamente un tipico i continenti) ha forgiato opere pittoriche e personaggio della sua Città, indimenticabi- di incisione in cui ha profuso a piene mani le, inconfondibile. l'inestimabile tesoro di un gioioso senti- Egli è ricordato come Maestro del pennel- mento della vita in cui l'arte ancorata ai lo, ma dai torinesi e dagli amici è soprat- principi tradizionali era pronta alle novità, tutto considerato il «ritrattista» di Torino che fossero però conferma dei valori natu- che seppe «impressionare» molte tele delle rali e non offendessero il «bello» e il bellezze naturali, artistiche (anche le meno «vero»; in cui l'arte non si sperdesse nell'i- conosciute) della Città. nintelliggibile e nell'approssimativo, ma A 10 anni dalla dipartita Felice Vellan è anche nei «cenni», nelle «annotazioni», rimpianto come l'Uomo dal cuore genero- nei «bozzetti» frettolosi, infondesse ottimi- so, sempre sereno, ricco di cordialità, bon- smo e serenità, traducendo il «vero», in tà e umanità, fedele nelle amicizie, dall'at- immagini semplici dall'espressione chiara taccamento lieto e gioioso al suo lavoro ar- e piacevole. tistico. Il suo senso artistico e la sua tecnica lo Molte sono state le sue azioni generose e le portavano a cogliere velocemente e con sue opere benefiche. Ha dotato senza com- piena sicurezza, vuoi il motivo «paesisti- penso gallerie e musei delle sue opere pit- co», vuoi la figura caratteristica di un per- toriche; ha voluto che suoi dipinti ed inci- sonaggio. sioni potessero esser presenti anche in abi- Padrone del pennello, non innovatore, ma tazioni di amanti dell'arte senza molte pos- «conservatore illuminato» dell'arte e della sibilità; e con cristiana abnegazione fu il tecnica pittorica, continuatore della scuola paziente Maestro di incisione — con risul- piemontese dell'800, era confortato dal fa- tati positivi — di un giovane, Augusto Va- vore e dalla simpatia di un pubblico assai lenti, portato all'arte e alla tecnica del bu- vasto, e in Torino contava moltissimi ami- lino e condannato all'immobilità in una ci, che lo apprezzavano e lo stimavano. stanza del monumento insigne della carità In Torino egli era diventato uno dei più «il Cottolengo». popolari Maestri di pittura e la critica sin- Felice Vellan nacque a Torino nel 1889. cera non potè che confermare il suo natu- Frequentò i corsi dell'Accademia Alberti- rale successo. na; fu allievo di Giovanni Guarlotti dal Ernesto Caballo curò nel 1974 il piacevole quale apprese il senso artistico dell'impres- volume «Felice Vellan e 70 anni di vita to- sione pittorica immediata e pronta, e della rinese e del Piemonte», in cui brillante- contemplazione amorosa della natura se- mente vengono esposte la vita e l'opera del condo i dettami della grande scuola pittori- maestro che ha avuto il grande segreto di ca piemontese dell'Ottocento. determinare una cordialità franca fra la sua Fig. 1 - Lago diAvigliana, 1965 olio, cm 39 x 28.5. Partecipò alla la Guerra Mondiale: le sue opera pittorica e il pubblico. Fig. 2 - Mareggiata a Bordighera, 1965. scene di vita militare sono conservate nella Nel volume Felice Vellan racconta con olio, cm 39 x 28,5. sede di Torino della Associazione Bersa- tanta modestia e semplicità la sua preziosa Fig. 3 - Felice Vellan «Porta Palazzo e gli spalatori», 1940 (cm. 55x65); «Via XX Settembre», 1946 (cm. 50 x 60); «Monte dei Cappuccini», 1947 (cm. 24 x 18); «Mercato di Piazza Carlina», 1953 (cm. 24 x 18); «Piazza Castello», 1954 (cm. 18 x 24); «Duomo e Piazza S. Govanni», 1956 (cm. 24 x 18); «Corso Re Umberto», 1963 (cm. 50 x 70); «Il Po a Torino dal Castello medioevale», 1966 (cm. 40x50); «Mercato di Corso Valdocco», 1968 (cm. Fig. 4 - Baita, 1966,olio, cm 27x21. 24 x 18); Fig. 5 - Il Po a Torino dat Castello del Valentino, 1966. «Chiesa della Consolata», 1969 (cm. olio, cm 48 x 38. 18x24). Fig. 6 - Pian della Mussa. 1966. olio, cm 48 x 38. Egli ci ha lasciati nell'estate del 1976 men- tre con entusiasmo preparava la sua perso- Fig. 7 - Costantinopoli, acquaforte. nale a Gressoney St. Jean con opere come sempre ricche di «realtà poetica». guardando sorridente la natura, il sole, in Con cura e meticolosità, è necessario anco- giornate limpide, fissando con una magia ra catalogare — perché niente sia dimenti- di colori sulla tavoletta il soggetto. cato — le sue opere, particolarmente i «ri- Non c'è nella sua vita d'artista il passaggio tratti » della sua Torino rappresentata inte- sofferto e meditato da scuola a scuola, da gra, pulita in ogni senso, severa e serena tecnica a tecnica; c'è sempre constante- parimenti (ed oggi putroppo invero irrico- mente la pittura istintiva di Vellan conti- noscibile). nuatore delle Scuola dell'Ottocento pie- Con la dipartita di Felice Vellan si è avuta montese (la poesia e la prosa del vero ri- una perdita grave di un sostenitore nella spettivamente del Fontanesi e del Dellea- vita artistica di un mondo di comprensione ni), e non insensibile all'impressionismo umana e civile, che purtroppo va scompa- francese, e all'arte peculiare del grande rendo. Utrillo (come nella deliziosa tavola «Parigi La sua figura rimane avanti ai nostri occhi Montmartre» 1956, cm 50x40). con il cappello a larga falda, la cravatta a Impressionista fu Felice Vellan? L'interro- farfalla, il sorriso schietto e sicuro; la sua gativo si è posto anche la critica osservan- parlata torinese, cordiale riecheggia amica do qualche suo dipinto senza dare ancora e il suo ricordo è duraturo. risposta definitiva. La pittura di Vellan fu Il contemplare ad esempio la sua impareg- sempre in ogni sua espressione schietta, giabile e stupenda «Mareggiata a Bordi- spontanea, portatrice di serenità, e altresì ghera» (olio cm. 28,5x38,5 - 1965) a noi permeata di notevole tecnica. dedicata è motivo di intensa spiritualità. vita d'artista e la sua opera che, come ebbe Non possiamo non ricordare almeno qual- La rupi che resistono tenaci alle furie dei > a scrivere l'avvocato Gianni Oberto nella che opera particolarmente significativa del marosi rappresentano forse il mondo di cui prefazione, onora la cultura piemontese. «ritrattista di Torino»: l'amico Vellan fu sostenitore nella vita: il E nella «carrellata» sulla sua vita intensa Gli acquarelli dei volumi «Torino e i suoi mondo del dovere, del «bello», del Felice Vellan spesso ricorda nel libro gli dintorni» (1928 - S.A. Istituto Editoriale «vero», cui si è tenacemente legati. amici con simpatia e cordialità dicendo Scientifico); «... più tardi diventai socio del Giant's: il i disegni a china del volume di poesie «To- presidente Pietro Rossi ha il dono dell'or- rino bella» di Filippo Tartufari (1953 - ed ganizzazione: inoltre c'è da sentirsi a pro- Rattero); prio agio con soci come Francesco Rota, le vignette caricaturali della pubblicazione • Luigi Richieri, Aldo Pedussia, Eugenio «Ij sent ani dèi Circol dj' Artist» (1951 - Torretta, Andrea Cappellano...». «Ij Brandé»); Per chi è appassionato dell'arte pittorica e gli olii: non si possono scordare alcune sue tavole «Traghetto sul Po a Millefonti», 1923 magistralmente dipinte, come nel suo stile, (cm. 40x45); Nelle colonne che seguono si presenta uno stralcio del- cate in esuberanza, il 62% normali e il 18% scarse l'indagine curata dall'istituto camerale torinese sull'an- (saldo +2%, a fronte di -3% tre mesi fa e di -2% damento congiunturale dell'economia della provincia di alla stessa data del 1985). In merito ai dettaglianti, il Torino nel corso del 1 ° trimestre 1986. 22% considera le proprie scorte sovradimensionate, il 73% in equilibrio e il 5% scarse (saldo + 17%, con- tro + 12% a dicembre e+ 14% nel marzo 1985). Sullo scorso anno i dettaglianti permangono pratica- mente invariati, mentre l'ingrosso denuncia un lievis- I SETTORI PRODUTTIVI simo appesantimento. IN GENERALE Per quel che riguarda i prezzi, il 39% dei grossisti to- rinesi ha rilevato un incremento, il 46% stazionarietà e il 15% un cedimento (saldo +24%, a fronte di + 23% e + 58% nell'ordine nei due periodi presi a raf- fronto). Tra i dettaglianti le risposte si sono ripartite Industria nel modo seguente: 56% crescita, 39% stazionarietà e 5% diminuzione (saldo + 51%, contro + 34% la vol- Il 33% delle aziende interpellate ha dichiarato di aver ta scorsa e + 73% un anno fa). prodotto di più, a valori costanti, rispetto al trimestre Le previsioni per il secondo trimestre 1986 mettono precedente, il 58% è restato sulle stesse posizioni e in luce un 31% di grossisti ottimisti, un 47% di com- il 9% ha denunciato un calo (saldo +24%, contro mercianti inclini alla stazionarietà e un 22% orientati + 22% la volta scorsa e a fronte del + 22% alla stes- al peggioramento (saldo + 9%, contro -8% nel pas- sa data di un anno fa). Il raffronto con il primo trime- sato trimestre e + 12% nel marzo 1985). In merito ai stre 1985 mette in luce un 42% di risposte indicanti dettaglianti, il 33% prevede un aumento delle vendi- un rafforzamento dei ritmi di lavoro, un 44% stazio- te, il 48% stazionarietà e il 19% un ripiegamento narietà e un 14% flessione (saldo +28%, contro (saldo + 14%, a fronte di - 28% nel dicembre e + 5% + 19% nella precedente rilevazione e un + 22% l'an- nel marzo dello scorso anno). Sotto il profilo previ- no scorso). sionale (facendo sempre il raffronto con i risultati dell'indagine di un anno fa) si può parlare di una lie- La capacità produttiva è risultata in evoluzione a det- ve spinta evolutiva tra i commercianti torinesi al det- ta del 9% delle aziende intervistate, costante a giudi- taglio, mentre tra quelli all'ingrosso il clima d'opinio- zio dell'89% e in cedimento per il 2% (saldo + 7%, a ni appare in leggero peggioramento. fronte di +4% nel dicembre 1985 e + 6% nel marzo dello stesso anno). I costi di produzione sono aumentati sul trimestre precedente secondo il parere del 60% delle imprese, Credito rimasti stazionari per il 32% e calati per l'8% (saldo + 60%, contro + 69% di tre mesi fa e + 60% nel mar- L'affluenza del risparmio è stata indicata in fase ca- zo 1985). lante sul trimestre precedente dal 45% degli istituti Circa i prezzi di vendita, il 27% li ha giudicati in evolu- di credito intervistati, costante dal 33% e crescente zione sul trimestre precedente, il 68% non ha verifi- per il restante 22% (saldo -23%, contro +33% nel cato variazioni degne di nota e il 5% li ha visti dimi- dicembre 1985 e - 14% nel marzo di quell'anno). In nuire (saldo +22%, a fronte di +26% lo scorso tri- provincia di Torino pare quindi essersi verificata una mestre e + 31%unannofa). involuzione, almeno in senso relativo, dei depositi Quanto al fatturato, le risposte si sono ripartite nel bancari. modo seguente: 40% crescita, 44% stazionarietà e Quanto alle richieste di credito, il 33% delle risposte 16% flessione (saldo +24%, contro +29% nel di- è per l'incremento, il 34% per la stazionarietà e il cembre e +22% nel marzo 1985), mentre per quel 33% per la diminuzione (saldo zero, a fronte di che concerne la domanda interna, il 25% degli inter- + 50% nello scorso trimestre e di zero un anno fa). vistati l'ha vista salire sul trimestre scorso, il 61% ri- Per quel che riguarda le concessioni di credito, il 22% manere immutata e il 14% in via di ridimensiona- degli intervistati ha espresso un parere di crescita, il mento (saldo + 11%, a fronte di + 4% lo scorso tri- 33% di stazionarietà e il 45% di flessione (saldo mestre e zero nel marzo dell'anno passato). -23%, contro +67% e + 15% nelle due precedenti Riguardo agli ordinativi esteri, il 17% li ha giudicati in occasioni). evoluzione, il 68% stazionari e il 1 5% in diminuzione Il costo del denaro è sceso a giudizio del 22% degli (saldo +2%, contro +11% nel trimestre scorso e interpellati, rimasto invariato per il 33% e salito per il + 5% nel marzo di un anno fa). 45% (saldo + 23%, contro - 83% tre mesi fa e - 86% Le previsioni per l'aprile-settembre 1986 hanno dato nel marzo 1 985). origine ai seguenti saldi: produzione +36% (+24% In merito alle previsioni per l'economia provinciale tre mesi fa) (+23% un anno fa); domanda interna nel prossimo trimestre, il 78% è ottimista, mentre il + 30% (+16% tre mesi fa) (+ 28% un anno fa); do- rimanente 22% non s'aspetta novità degne di nota manda estera +26% (+29% tre mesi fa) (+24% un (saldo + 78%, a fronte di + 17% lo scorso trimestre e anno fa); occupazione -3% (-13% tre mesi fa) + 29% un anno fa). (-21% un anno fa); prezzi di vendita +34% (+52% tre mesi fa) (+ 47% un anno fa).

Commercio MOVIMENTO ANAGRAFICO Le vendite, espresse in termini reali, dei grossisti in- E DELLE FORZE DI LAVORO tervistati sono cresciute, tra il quarto trimestre 1985 e il primo 1986, a detta del 25%, rimaste invariate per il 31% e regredite per il 44% (saldo -19%, a fronte del + 29% di tre mesi fa e del - 11% del marzo dello scorso anno). Tra i dettaglianti, il 14% ha nota- Popolazione to un'evoluzione del proprio giro d'affari, il 40% sta- zionarietà e il 46% una flessione (saldo - 32%, con- Nel corso del periodo gennaio-novembre 1985 la tro + 38% la volta scorsa e - 10% un anno fa). So- popolazione della provincia di Torino ha registrato un prattutto tra i dettaglianti il raffronto con il corri- totale di 17.391 nascite e di 20.244 morti, con un spondente periodo dell'anno precedente mette in ri- lievo un certo rallentamento, segno del permanere di saldo naturale pari a -2.853 unità (-2.834 un anno una certa situazione d'incertezza. fa). Quanto al movimento migratorio, nel frattempo Quanto alle giacenze, il 20% dei grossisti le ha giudi- gli immigrati sono ammontati a 62.479 (64.632 nel 1984) e gli emigrati a 68.783 (-7,7% sul1984). Il saldo è stato pertanto negativo e pari a - 6.304 per- sone (-9.868 nel 1984). Nel complesso, la provincia Tabella 1 - Popolazione presente in provincia di Torino secondo il sesso, l'età ed il grado di ha perso nello scorcio temporale considerato 9.157 partecipazione al lavoro (migliaia) abitanti, contro 12.702 dodici mesi prima. Quanto al comune capoluogo, nel periodo gennaio- Cifre assolute Percentuali marzo 1986 si sono registrati 1.805 nati (- 10,3% MODALITÀ sul 1985) e 2.757 morti (- 1,7%), con un saldo na- Maschi e Maschi e Maschi Femmine Maschi Femmine turale negativo di 952 unità, contro - 792 nel corri- femmine femmine spondente periodo dell'anno precedente. Gli immi- grati a Torino sono contemporaneamente passati da 6.080 unità a 5.017 (-17,5%) e gli emigrati da 1 - Forze di lavoro 603 409 1.013 54,9 35,2 44,8 8.189 a 6.266 (-23,5%). Il saldo migratorio è stato 1.1- Occupati 550 327 877 50,0 28,1 38,8 di - 1.249 persone (-2.109 nel 1985) e quello com- 1.2 - Persone in cerca di occupazione 53 82 135 4,8 7,1 6,0 plessivo di -2.201 (-2.901). La popolazione della -di cui disoccupati ed in cerca di 1" oc- città ammontava nel marzo 1986 a 1.033.182 abi- cupazione 41 50 91 3,7 4,3 4,0 tanti, circa 14 mila in meno rispetto alla stessa data di un anno prima. 2 - Non forze di lavoro in età lavorativa (14/70 anni) 274 515 789 24,9 44,3 34,9 2.1 - Che non cercano lavoro ma sono dispo- Movimento ditte ste a lavorare a particolari condizioni .. 6 20 25 0,5 1,7 1,1 2.2 - Che non cercano lavoro né sono dispo- Nel corso dell'anno 1 985 sono state iscritte nell'ap- ste a lavorare (a) 268 496 764 24,4 42,7 33,8 posito registro tenuto dalla Camera di commercio di 3 - Non forze di lavoro in età non lavorativa (fino Torino 17.955 ditte (+6,4% sul corrispondente pe- a 13 anni e oltre i 70) 222 237 459 20,2 20,4 20,3 riodo dell'anno precedente) e ne sono state cancella- te 16.424. TOTALE popolazione presente (1+2 + 3) 1.099 1.162 2.261 100,0 100,0 100,0 Divise per settore, le nuove iscrizioni si sono così suddivise: 5.548 industriali (+8,3% sul 1984), 8.448 (a) Trattasi di persone che non sono disponibili al lavoro o per motivi volontari o per impedimenti oggettivi. commerciali (+1£,6%) e 3.959 delle altre attività (-6,7%). Quanto alle cancellazioni, se ne sono regi- strate nello stesso scorcio temporale 6.128 tra le imprese del secondario (+34,8% sul 1984), 6.998 tra quelle commerciali (+24%) e 3.298 tra le restan- Tabella 2 - Occupati in provincia di Torino secondo il sesso, la posizione nella professione e ti (+22,1%). la branca di attività economica (migliaia)

Maschi e femmine Maschi Forze di lavoro Branche di attività economica Indipenden. Dipenden. Totale Indipenden. Dipenden. Totale Dai dati desunti dalle liste di disoccupazione tenute dall'Ufficio provinciale del lavoro risulta che a fine di- cembre 1985 vi erano in provincia di Torino 56.676 Agricoltura 24 4 28 13 2 15 disoccupati veri e propri (- 1,3% sullo stesso mese Industria 43 343 387 36 249 285 dell'anno precedente) e 57.520 persone in cerca di - Energia (a) 0 10 1-0 0 8 8 prima occupazione (- 1,7%). - Trasformazione industriale 27 310 337 21 220 241 Gli iscritti totali ammontavano a 121.574 unità, con - Costruzioni 16 24 40 15 21 36 un decremento dello'0,5% sul 1984. Alla stessa Altre attività 144 data i disponibili erano 110.481 (-4,3% rispetto a 318 462 93 157 250 - Commercio dodici mesi fa). Nel corso dell'anno vi sono stati 101 73 175 59 42 102 85.881 lavoratori assunti (+ 15,1%) e 79.781 licen- - Trasporti e comunicazioni 5 28 33 5 23 28 ziati (+ 1,5%). - Credito, assicurazioni 1 36 38 1 19 20 - Amministraz. pubblica, altri servizi 36 180 217 Quanto agli interventi della Cassa integrazione gua- 28 73 101 dagni, nel primo bimestre del 1986 si è registrata TOTALE una forte diminuzione sul corrispondente periodo 212 666 877 142 408 550 dell'anno precedente nei confronti sia delle ore ordi- (a) Estrazione di prodotti energetici, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua. narie (-36,4%), che per quelle straordinarie (-25,6%). Pur tenendo nel dovuto conto la provvisorietà è l'ap- prossimazione per difetto dei dati più recenti, appare In sostanza, il tasso d'attività in provincia di Torino evidente un alleggerimento della situazione tra il sta lievemente calando (dal 44,8% nel 1985 al gennaio-febbraio 1985 e lo stesso scorcio del 1986. 44,6% quest'anno), ma solamente grazie ai maschi I SINGOLI SETTORI Infatti, nel complesso le ore integrate sono calate del (dal 55,7 al 54,9%), mentre tra le femmine si è saliti INDUSTRIALI 72,7%, passando da 18,3 milioni (di cui 3,2 ordinarie nel frattempo dal 34% al 35,2%. e 15,1 straordinarie) nel 1985 a 13,3 milioni que- Nonostante tale flessione, i disoccupati sono cre- st'anno (2,1 e 11,2 milioni rispettivamente). sciuti (+ 17,4%), anche in virtù di un'ulteriore perdita Secondo i risultati dell'indagine campionaria ISTAT di posti di lavoro nell'industria (- 1,8%). sulle forze di lavoro e relativa al mese di gennaio Occorre però notare che si tratta di indagini campio- 1986, in provincia di Torino le forze di lavoro am- Alimentare narie, quindi soggette ai relativi scarti statistici. Que- montavano a tale data a 1.013 mila persone, di cui sto forse spiega il forte abbassamento degli occupati 877 mila occupate e 135 mila disoccupate (13,3% il Il primo trimestre 1986 è apparso caratterizzato da nell'agricoltura (11 mila) e probabilmente parte del- tasso relativo). Tra gli occupati, 387 mila lo erano una prevalenza di elementi positivi che hanno con- l'impennata accusata dai disoccupati (in questo caso nel settore industriale, 28 mila in agricoltura e 462 sentito di innalzare di alcuni punti percentuali (5 cir- l'errore statistico è di circa il 6%, pari a 8 mila unità mila nei servizi. Inoltre, 40 mila lavoratori occupati ca) i livelli produttivi. Invece la domanda, sia interna in più o in meno). Resta però il fatto che l'incremen- erano sospesi a zero ore e il totale degli occupati ad che estera, è apparsa in lieve arretramento, specie la to della disoccupazione, anche se su valori probabil- orario ridotto ammontava a 97 mila unità. prima. Nel frattempo le scorte di prodotti finiti si mente inferiori ai 20 mila accertati nel corso dell'in- Rispetto alla stessa data dello scorso anno si è nota- sono lievemente appesantite. Gli impianti sono stati dagine, è in ogni caso statisticamente significativo. ta una ulteriore crescita del tasso di disoccupazione utilizzati su livelli piuttosto elevati (80% circa), men- (era dell'11,4%) e una ulteriore perdita di peso da tre è sorto qualche problema sul fronte degli approv- parte dell'industria a favore dei servizi (questi ultimi vigionamenti. occupano ora il 52,7% del totale contro il 51,7% del Le previsioni per il semestre aprile-settembre sono 1985). I lavoratori ad orario ridotto sono dal canto abbastanza confortanti nei riguardi della domanda loro apprezzabilmente scesi (erano 125 mila di cui estera, mentre vi è qualche timore nei confronti sia 55 mila a zero ore). della tenuta del mercato interno che della consisten- za dei ritmi operativi. •

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Tabella 3 mato fiacca. Le previsioni accennano a un ulteriore - Popolazione della provincia di Torino per luogo di residenza, luogo di presenza, generale miglioramento. Le macchine operatrici han- condizione, tipo di occupazione, settore di attività economica e sesso (migliaia).' no evidenziato una domanda in lievissima involuzio- ne sia all'interno che all'estero, accanto a una so- iviascni stanziale stazionarietà dei ritmi operativi. Le attese a MODALITÀ Maschi Femmine e sei mesi sono abbastanza favorevoli lungo l'intera li- femmine nea del fronte. La meccanica di precisione e elettrica, infine, si è comportata efficacemente sia all'interno 1. Popolazione residente (a) 1 100 1.162 2.262 che oltre frontiera ed ha guadagnato qualche buona 1.1 -di cui: temporaneamente emigrata all'estero . 1 0 1 posizione in termini di ritmi operativi. Il futuro do- vrebbe continuare ad offrire qualche occasione di 2. Popolazione domiciliata di fatto (b) 1.099 1.162 2.261 sviluppo, specie in termini'di opportunità di esporta- 2.1 - Occupati 550 327 877 zione. - di cui: in cerca di nuova occupazione 24 20 44 2.1.1 - A tempo pieno 513 266 779 - Agricoltura 14 10 23 Automobilistico - Industria 265 85 350 - Altre attività 234 172 406 2.1.2 - A tempo ridotto I dati statistici di fonte Anfia informano che nel pri- 36 61 97 mo trimestre di quest'anno la produzione nazionale - di cui: - sottoccupati 0 0 0 - a zero ore di autovetture è ammontata a 422.672 unità, il 9% 20 20 40 in più nei confronti del corrispondente periodo dello 2.1.3 - Non classificabili (c) 4 1 5 2.2 - Disoccupati scorso anno (387.625 unità). I veicoli industriali 13 11 24 sono invece apparsi in discesa: da 48.644 nel 1985 2.3 - In cerca di prima occupazione 28 39 67 2.4 - Altre persone in cerca di lavoro a 47.999 nel gennaio-marzo di quest'anno (- 1,3%). 12 32 44 Nel complesso l'industria automobilistica italiana ha 2.5 - Non forze di lavoro 495 753 1.248 guadagnato il 7,9% sull'anno passato (da 436.269 unità a 470.671). la) Al netto dei membri permanenti delle convivenze. (b) Popolazione con dimora abituale nel Comune, sia essa residente nel Comune stesso od in altro Comune Quanto alle esportazioni, quelle di autovetture sono italiano. aumentate del 27,1% (da 1 16.265 unità a (c) Occupati dei quali non si conoscono le ore di lavoro effettuate nella settimana, essendo stati assenti dal 141.514), mentre i veicoli industriali hanno guada- Comune di residenza. gnato solamente l'1,1% (da 29.099 a 29.41 7). Sono così state collocate all'estero in totale 170.931 uni- tà, contro 145.364 nell'ugual scorcio del 1985 (+ 17,6%). Tessile e abbigliamento tate a stazionarietà per la tenuta del mercato nazio- Per quel che riguarda il tiraggio del mercato interno, nale. nei primi tre mesi del 1986 sono state consegnate Il ramo tessile in provincia di Torino ha evidenziato 505.841 autovetture nuove di fabbrica, contro nel corso del primo trimestre '1986 un quadro con- 484.928 nel corrispondente periodo dello scorso giunturale in sostanziale evoluzione sui periodi pre- Metallurgico anno (+ 4,3%). cedenti dal lato della domanda. In particolare si sono In sostanza, il mercato automobilistico italiano sta notate crescite abbastanza sostenute da parte della Nel primo bimestre 1986 si è notata una diminuzio- attraversando una fase di ascesa piuttosto sostenu- domanda interna, e leggermente più contenute per ne della produzione di acciaio (-8,6% circa) che è ta, come pure appare buono il tiraggio dall'estero. In quella estera. La produzione è invece apparsa in un ammontata a 1.069.726 tonnellate, contro merito ai veicoli industriali, non sembra ancora as- momento di sostanziale stazionarietà sul corrispon- 1.170.474 tonnellate nel corrispondente periodo sorbita la crisi economica che da tempo attanaglia il dente periodo dell'anno precedente. Uno degli aspet- dell'anno precedente. La domanda ha seguito la comparto e che rende la situazione nel complesso ti più confortanti è costituito dai discreti livelli medi scarsa brillantezza dell'attività lavorativa e ha segna- stagnante. di utilizzo degli impianti, che ora sono intorno al to una contrazione sui mercati esteri, mentre all'in- 75%. I magazzini appaiono in linea generale esube- terno si è notato un modestissimo miglioramento. ranti ed appesantiti rispetto a tre mesi fa. La capacità produttiva si è un po' innalzata, mentre Materiali da costruzione Le attese per l'immediato futuro prevedono un'evo- le previsioni a sei mesi scontano un lieve migliora- luzione sia produttiva che della domanda estera, mento sia per la domanda globale che dal lato del- Alla fine del 1 985 risultava uno dei settori maggior- mentre quella interna potrebbe accusare qualche l'offerta. I magazzini, infine, sembrano essere tornati battuta a vuoto. mente in crisi e neppure nel corso del primo trime- in pressoché perfetto equilibrio. stre 1986 si sono registrati segni di ripresa, ma anzi Quanto all'abbigliamento, esso è stato caratterizzato di ulteriore involuzione e dal lato della produzione e da una evoluzione della domanda interna, come pure da quello della domanda globale. Il fronte interno di quella estera. In merito all'attività operativa, si sti- Meccanico continua ad evidenziare una sfavorevole congiuntura ma una crescita, sempre raffrontata sull'ugual perio- dell'edilizia, mentre i mercati esteri appaiono in gra- do del 1985, assai modesta e valutabile in 1-2 punti Il periodo gennaio-marzo 1986 ha accusato una cre- ve fase di stanca. In breve, a fine marzo questo com- percentuali a valori costanti. L'occupazione dal canto scita produttiva per la m'eccanica torinese di circa 4 parto si trovava di non poco al di sotto delle posizio- suo è calata, al contrario dell'utilizzazione degli im- punti percentuali, a valori costanti, sul corrisponden- ni di dodici mesi fa sia quanto a domanda che per pianti che si è portata su livelli record. I magazzini di te scorcio del 1985. Si tratta della continuazione del quel che riguarda l'attività produttiva. Le previsioni a prodotti finiti sono rimasti praticamente invariati ri- favorevole trend precedente, che si accompagna a sei mesi risultavano moderatamente favorevoli vuoi spetto al trimestre precedente. un ulteriore incremento sia della domanda estera nei confronti della domanda interna e le esportazioni, Le previsioni per i prossimi sei mesi sono in linea ge- che della componente interna. I magazzini sono ri- vuoi della produzione industriale. nerale improntate a un lieve miglioramento per la sultati praticamente in equilibrio, l'occupazione quasi domanda globale, mentre scontano una leggera fles- stazionaria e gli impianti sono stati sfruttati oltre il sione dal lato operativo. i 75%. Le previsioni sono moderatamente favorevoli sotto il profilo sia della produzione che della doman- Chimico e materie plastiche da globale, sia interna che estera. Il primo trimestre 1986 ha presentato per la chimica Legno e mobilio Settore per settore, si osserva che la carpenteria si è comportata leggermente meglio dell'ugual trimestre torinese un andamento abbastanza positivo, sia per dell'anno precedente quanto a produzione e a do- la produzione che per la domanda globale. Ciò ha su- La produzione del settore ha segnalato una lieve lie- bito comportato un miglioramento e dal lato delle vitazione (+2% circa) sul corrispondente periodo del manda interna, mentre è apparsa cedente nelle ven- dite all'estero. A livello previsionale si' è ottimisti in scorte di prodotti finiti (che ora sono addirittura su li- 1985. La domanda interna ha mantenuto un ritmo velli di sostanziale equilibrio) e da quello dell'utilizza- pressoché analogo a quello produttivo, mentre la linea generale, specie per l'attività produttiva e la do- manda interna. zione della capacità produttiva. Le attese a sei mesi componente estera è apparsa leggermente più bril- sono discrete, seppur non esaltanti, e preannunciano lante. Ciò ha comportato una sostanziale staziona- Quanto alle macchine motrici e utensili, si è notata un recupero vuoi della produzione che della doman- rietà delle scorte di prodotti finiti. una evoluzione produttiva simile a quella generale da. Non è neppure escluso che la stessa occupazio- Quanto alle attese per il prossimo futuro, esse sono del comparto meccanico, accompagnata da un rela- ne possa beneficiare di qualche progresso. moderatamente rosee nei riguardi della domanda tivamente più sostenuto incremento della domanda Quanto alle materie plastiche, i primi tre mesi del estera e dell'attività produttiva, mentre sono impron- estera, mentre quella interna è apparsa tutto som- 1986 sono apparsi sostanzialmente favorevoli ri- spetto al corrispondente periodo del 1985, sia per la dell'attività produttiva, e purtroppo in senso ancor produzione che per la domanda, specie nella compo- più negativo. nente interna. In merito alle previsioni per il secondo trimestre Le previsioni sono orientate verso un progresso ge- 1986, il 7% degli interpellati è ottimista, il 73% non neralizzato, eccezion fatta per le esportazioni, che s'aspetta novità apprezzabili e il 20% è pessimista potrebbero lievemente contrarsi. Il comparto perma- (saldo - 13%, a fronte di - 30% del dicembre scorso ne tuttavia in uno stato discreto, caratterizzato an- e di - 1 7% un anno fa). In questo caso è da segnala- che da incrementi operativi fra i più alti in ambito re un leggerissimo miglioramento rispetto al marzo provinciale. 1985, per cui è auspicabile che l'artigianato torinese possa ancora beneficiare di un moto evolutivo. Sotto il profilo merceologico si può rilevare che il comparto alimentare si è mantenuto lungo una linea Gomma riflessiva rispetto al trimestre scorso, mentre ha de- nunciato una lieve ripresa quanto a clima d'opinioni. Il comparto dei pneumatici ha evidenziato nel corso Nessuna novità degna di nota emerge dai rami tessi- del primo trimestre del 1 986 un certo recupero con- li e dall'abbigliamento, mentre nell'insieme i settori giunturale, legato al buon tiraggio della domanda metalmeccanici sono apparsi in lieve ripresa, mentre dell'industria automobilistica. sotto il profilo previsionale si è riscontrata qualche Anche il ramo degli articoli tecnici si è mosso in pausa. In merito, infine, ai laboratori di pellicceria, si modo favorevole evidenziando apprezzabili recuperi è avvertito qualche segnale riflessivo, che potrebbe produttivi sul corrispondente periodo dell'anno pre- mantenersi anche nel prossimo futuro. cedente 1+4% circa a valori costanti). Tuttavia il tri- mestre in esame non ha impedito un appesantimen- to delle scorte, a causa soprattutto della domanda estera stagnante, mentre all'interno è risultata in di- screta evoluzione. Le previsioni per il prossimo se- mestre sono moderatamente favorevoli per la do- manda interna e l'attività operativa, mentre le espor- COMMERCIO AL MINUTO tazioni dovrebbero mantenersi stazionarie o addirit- tura decrescere ulteriormente.

Cartario e editoriale L'indagine campionaria di fine marzo 1986 rende noto che il 14% dei dettaglianti torinesi intervistati Il 1986 è iniziato abbastanza favorevolmente per ha venduto nel corso del primo trimestre di più ri- l'industria cartaria ed editoriale torinese, con recupe- spetto all'ottobre-dicembre 1985, naturalmente in ri, seppur lievi, dal lato della produzione sul corri- termini reali. Si osserva che alla stessa data dello spondente periodo dello scorso anno, valutabili in un scorso anno si era registrata una percentuale decisa- 3-4% a valori costanti. mente superiore (31%). Un altro 40% ha lavorato in modo equivalente (28% nel 1985) e il restante 46% Dal lato della domanda si osserva che è apparso più ha accusato battute a vuoto (41%). Ne consegue promettente il tiraggio della componente interna ri- che nel frattempo il saldo è peggiorato, passando dal spetto a quella estera. I magazzini dal canto loro ten- - 10% di un anno fa all'attuale - 32%. dono anzi ad innalzarsi leggermente al di sopra dei In breve, si è evidenziato un rallentamento di entità livelli giudicati normali. non trascurabile e che fa pensare che il commercio Il grado medio di sfruttamento degli impianti si è di- al minuto continui a beneficiare assai poco del muta- scretamente innalzato, mentre non sono sorte diffi- to clima economico in senso favorevole. coltà apprezzabili in sede di approvvigionamento del- Infatti, i valori si mantengono negativi, ed anzi hanno la materia prima. rafforzato tale tendenza, segno di una permanente Le previsioni a sei mesi, infine, sono favorevoli lungo debolezza di fondo. Quanto allo stato delle giacenze, tutta la linea, specie in merito alle capacità di assor- nel 1985 si era a un saldo del +12%, mentre nel bimento dei mercati esteri. marzo di quest'anno si è al + 17%. Pure per questa via appare evidente come la situazione sia in linea generale giudicata fiacca e scarsamente efficace. Sotto il profilo merceologico, nel corso del trimestre in esame si è notato un certo arretramento nei giri d'affari delle rivendite di generi alimentari, ed inoltre ARTIGIANATO le prospettive per i prossimi mesi sono relativamente scoraggianti e le scorte sono mediamente giudicate esuberanti, con i relativi effetti depressivi sul comparto. Un discorso altrettanto sfavorevole vale per i tessuti e gli articoli d'abbigliamento, che però sono relativa- Come d'abitudine, è stata condotta anche nel corso mente ottimisti sotto il profilo previsionale. Non han- del primo trimestre 1986 una rilevazione campiona- no realizzato grandi cose neppure i negozi dì mobilio ria sull'artigianato torinese allo scopo di ottenere e arredamento, anche se il futuro pare orientato nei qualche informazione sull'andamento congiunturale confronti di un certo recupero. del settore. In tale occasione il 13% degli intervistati ha dichiara- Quanto al mobili e alle forniture per ufficio, il trime- to di aver accresciuto i propri toni operativi rispetto stre in esame è sembrato abbastanza negativo; a al trimestre precedente, il 67% di essere rimasto su- breve termine ci si aspetta un andamento ancora re- gli stessi livelli e il 20% di aver subito un deteriora- cessivo. mento (saldo - 7%, a fronte di - 5% sia nel dicembre In merito alle previsioni formulate dalle aziende in- 1985 che nel marzo di quell'anno). Parrebbe quindi tervistate e relative al secondo trimestre del corrente che le cose siano lievemente peggiorate rispetto ad anno, il 33% è ottimista, cioè pensa di vendere di entrambi i periodi presi a riferimento. più, il 48% è per la stazionarietà e il 19% per un re- Ciò può essere giustificato dagli insufficienti stimoli gresso rispetto all'attuale situazione (saldo + 14%, a positivi della ripresa industriale che si stanno trasfe- fronte di + 5% nel marzo 1985). Questo risultato, pur rendo anche all'artigianato. Quanto alla domanda, il non esaltante, è indicativo di un'accresciuta fiducia 20% dei laboratori contattati l'ha vista in ascesa ri- sull'immediato futuro. spetto a tre mesi prima, il 47% stazionaria e il 33% In sostanza i commercianti torinesi ritengono proba- in flessione (saldo - 13%, contro zero e + 5% lo scor- bile qualche recupero rispetto agli ultimi mesi. so trimestre e un anno fa). Qui traspare una diversa impressione rispetto a quella vista prima a proposito • • • f

Passando al costo vita, si osserva che nel corso del Sotto il profilo delle richieste di credito si è invece primo trimestre dell'anno esso è cresciuto (indice dei notata una stasi (saldo zero, esattamente come un prezzi al consumo per le famiglie di operai e impie- anno fa). Peggio sono andate le cose sul fronte delle gati nella città di Torino) dell'1,7%, contro il 3,1% nel concessioni di credito, con un 22% di giudizi d'au- corrispondente periodo dell'anno precedente. In ra- mento, un 33% denuncianti stazionarietà e un 45% gione d'anno, tra il marzo 1 985 e il marzo 1986 si è calo (saldo -23% a fronte del +15% del marzo registrato un accrescimento del 6,8%, a fronte del 1985). 9,2% di dodici mesi prima. Quanto alle singole voci Nel complesso sembrerebbe che il mercato del cre- componenti dell'indice, esse sono lievitate nel modo dito non abbia registrato nessuna crescita dal lato » seguente in ragione d'anno: +7,6% l'alimentazione, della domanda di mezzi di finanziamento da parte (+2,1% nel primo quadrimestre), +7,2% l'abbiglia- delle imprese, con un'ulteriore tendenza al rallenta- mento (+0,7%), + 8% l'abitazione (+ 1,6%) e + 7,5% i mento rispetto al corrispondente periodo dell'anno beni e i servizi vari (+2,4%). Nell'ordine, dodici mesi scorso. Tutto ciò dovrebbe aver fatto ulteriormente prima si erano rilevate le seguenti variazioni: + 7,6%, abbassare il rapporto impieghi/depositi. Nel con- | + 10,7%, +3% (quell'anno vi erano ancora gli effetti ! tempo il costo del denaro ha momentaneamente del blocco annuale dell'adeguamento al costo vita cessato di calare, crescendo quindi in termini reali. dell'equo canone) e + 10,2%. Infine, le banche intervistate sono abbastanza otti- Il rallentamento dell'inflazione è stato certamente in- miste sul futuro immediato dell'economia torinese nescato dai minori costi energetici (- 7,5% tale voce (saldo + 78%, a fronte però di + 29% alla stessa data rispetto al marzo 1985, contro un + 12,5% dell'anno dello scorso anno). La ripresa pare quindi, almeno precedente) a causa dell'effetto congiunto petrolio- secondo il parere del mondo bancario locale, in fase dollaro. Tutto lascia pensare che tali effetti prosegui- di rafforzamento, seppur con ritmi ridotti. ranno e si diffonderanno anche alle altre voci di spe- Quanto alle statistiche creditizie tenute dalla Banca sa. d'Italia, ferme al mese di gennaio, si osserva che i depositi a tale data ammontavano a 22.061 miliardi di lire (+3,9% sul gennaio 1985). Al loro interno, quelli delle famiglie (17.455,2 miliardi) denunciava- no un incremento del 6,2% (lievemente inferiore al corrispondente tasso d'inflazione che era del 7,5%), TRASPORTI quelli delle imprese (4.1 61,5 miliardi) erano scesi del 3,1%, mentre le Pubbliche amministrazioni eviden- ziavano una riduzione dell'8,8% (444,3 miliardi). Gli impieghi dal canto loro sono leggermente calati (-2,9%, da 1 1.597,9 miliardi nel gennaio 1985 a 11.254,2 un anno dopo) e in maggior misura in ter- L'indagine condotta presso un campione di autotra- mini reali (9,7% in meno). sportatori torinesi mette in rilievo che il 31% degli intervistati ha dichiarato di aver trasportato nel corso I finanziamenti concessi alle imprese sono diminuiti del primo trimestre 1986 un volume di merci supe- del 3,5% (erano pari a 9.761,2 miliardi di lire nel riore a quello dell'ottobre-dicembre 1985, il 50% è gennaio 1986, di meno però rispetto alle Pubbliche per la stazionarietà e il 19% ha denunciato un più amministrazioni (-37,3% con 338,6 miliardi), men- basso livello di lavoro (saldo +12%, contro -17% tre le famiglie sono apprezzabilmente cresciute nel trimestre precedente e - 7% un anno fa). (1.154,4 miliardi). Nel marzo 1985 vi era stato un 31% di ottimisti, un Nel giro di un anno il rapporto impieghi/depositi è 38% di pessimisti e il restante 31% non aveva ri- calato, passando dal 54,7% al 51%. E interessante scontrato novità apprezzabili. Rispetto a un anno fa rilevare soprattutto la caduta dei crediti concessi al quindi sono leggermente calati i pessimisti, mentre sistema, accompagnata da un periodo di relativa sono lievitati gli indifferenti. Tenendo presente quella stanca nei confronti dei depositi. situazione, con la quale, a causa della stagionalità, il confronto è più corretto, non si può non rilevare un ulteriore discreto recupero, marcato anche dal ritor- no a saldi di segno positivo. In merito alle difficoltà riscontrate nell'espletamento della loro attività, il 33% delle imprese ha posto l'ac- PROTESTI CAMBIARI cento sulla fiacchezza della domanda (erano il 43% a dicembre e il 64% nel marzo di un anno fa), nessuna E FALLIMENTI sulla concorrenza delle ferrovie (come lo scorso anno e il 7% nel dicembre 1985), il 1 7% su problemi di varia natura (soprattutto di carattere finanziario e per presunti casi di concorrenza illecita), mentre il re- stante 50% non ha segnalato nessuna difficoltà. Nel corso del 1985 sono stati protestati in provincia Il calo della percentuale di risposte indicanti come di Torino 249.006 titoli di credito (+3,6% sull'anno causale di difficoltà la «carenza delle richieste» getta precedente) per un importo di 392,8 miliardi di lire un tono d'ottimismo riguardo al futuro andamento (+ 10,6%). del settore. Quanto alle singole categorie di titoli, le cambiali e le tratte accettate sono cresciute sia nel numero (143.296 protesti, +7,5% sul 1984), che nel valore (159,3 miliardi di lire, + 7,5%); quelle non accettate sono diminuite sia nella consistenza numerica (78.968 insolvenze e -8,2% di variazione) che nel- l'importo (129 miliardi di lire, -3,9%). In merito agli MERCATO FINANZIARIO assegni bancari, si segnala una decisa evoluzione sia nel numero (26.752 titoli, +26,3%) sia nel valore (104,5 miliardi di lire, + 43,8%). Passando ai fallimenti, si osserva che i tribunali pro- vinciali ne hanno dichiarati 90 nel primo bimestre Durante il primo trimestre 1986 si sarebbe verificato del 1986 (-8,2% nell'anno passato), di cui 38 relati- un certo rallentamento dell'affluenza del risparmio vi ad aziende industriali (-22,4%), 41 commerciali negli istituti di credito della provincia. Infatti, il saldo (+5,1%) e 11 dei restanti settori operativi (+ 10%). riscontrato nel corso dell'indagine campionaria di marzo è stato pari a -23% (45% le risposte in dimi- nuzione, 33% quelle indicanti stazionarietà e 22% quelle di aumento). (Trailibri)

ce dedicati all'esame dei problemi che si pongono ri- (il che non sempre avviene), raramente conoscono a PRESENTATI DAGLI AUTORI spettivamente in seguito ai processi di integrazione fondo la materia dei contratti internazionali. Infatti, all'interno della CEE e del COMECON. Carlo Secchi mancando in questo campo strumenti conoscitivi di esamina i primi alla luce del "malessere" che da al- carattere sistematico, di fatto riesce ad impadronirsi AUTORI VARI, Moneta ed Economia cuni anni affligge le economie comunitarie rispetto della materia solo chi si specializza in questa partico- internazionale - Voi. di 20,5x26,5 cm, ad altri paesi come gli Stati Uniti e il Giappone. Do- lare materia, approfondendo e coordinando una serie pp. 262 - Cassa di Risparmio di Torino, menico Mario Nuti, oltre a dare un quadro di insieme di principi afferenti alle discipline giuridiche più sva- delle economie dell'Europa orientale esamina le for- riate, e seguendo da vicino l'evoluzione della prassi 1985. me di integrazione proprie dei sistemi socialisti e i li- internazionale degli affari. velli di rapporti finanziari e commerciali tra questi ul- L'intento di muovere un primo passo per colmare, al- timi e le economie di mercato. meno in parte, questa lacuna, costituisce lo spunto Il libro è diviso in tre parti dedicate rispettivamente La terza parte del libro ha invece per oggetto il com- di questo volume di introduzione alla tematica dei all'esame delle cause dell'instabilità dell'odierno si- mercio internazionale e si apre con lo studio di Gian- contratti internazionali: con esso vorrei mettere a di- stema monetario e finanziario internazionale, ai tipi carlo Gandolfo sulle nuove teorie che cercano di co- sposizione, tanto delle aziende operanti nel commer- di interventi che autorità governative e monetarie gliere e formalizzare le grandi trasformazioni che cio internazionale, quanto dei collaboratori e profes- hanno adottato in termini di stabilizzazione, e ai pro- hanno interessato il sistema degli scambi mondiali sionisti che le assistono, uno strumento pratico per cessi di integrazione economica che interessano la negli ultimi anni, data l'inadeguatezza dei modelli orientarsi in un campo che, pur non essendo di per Comunità Economica Europea e il Mercato Comune tradizionali. Fabrizio Onida studia, invece, un settore sè più complesso di altri, risulta di fatto tale per chi specifico di questi scambi, e cioè quello relativo alle dei paesi dell'Europa orientale. L'ultima parte del li- 10 affronti la prima volta (...). nuove tecnologie, con i problemi di diffusione, di mo- bro è dedicata infine ai problemi del commercio in- Puntando sull'analisi dei problemi più generali, co- bilità delle risorse e di interdipendenza tra settori che ternazionale e agli elementi che caratterizzano due muni a tutti i contratti internazionali, questo volume esso comporta. L'esame della determinazione dei mercati molto significativi e cioè quello petrolifero e mira essenzialmente ad integrare quello riguardante prezzi e dei cambi all'interno di mercati che perdono quello delle materie prime. i modelli di contratto (che già contiene qualche cen- sempre più il connotato di concorrenzialità e sono in- Nel saggio introduttivo il sottoscritto ha cercato di no su alcuni problemi in materia di contrattualistica). vece dominati da altri elementi più di natura politica mettere in luce come le cause di instabilità dell'o- Non verranno invece affrontati, se non a titolo esem- o militare, è oggetto dello studio di Mario Deaglio. dierno sistema monetario internazionale trovino il plificativo, le problematiche relative a specifici con- Gli ultimi due saggi di questa terza parte, quello sul loro fondamento nel progressivo snaturamento dei tratti internazionali, per i quali si rinvia al libro sui mercato petrolifero e quello sul mercato delle mate- due piani presentati rispettivamente dall'inglese contratti di agenzia e di concessione, nonché ad altri rie prime sono stati scritti dagli specialisti italiani di Keynes e dall'americano White che, a mio parere, titoli che potranno in seguito inserirsi nella collana. questi settori, rispettivamente Alessandro Roncaglia avevano individuato molto chiaramente nelle loro ver- e Alberto Quadrio-Curzio, con la collaborazione di 11 volume è diviso in una parte descrittiva (capitoli sioni originali alcune delle cause più rilevanti di desta- Marco Fortis: essi contribuiscono a evidenziare la di- 2-4) ed un'altra contenente la documentazione (ca- bilizzazione. A sua volta Marcello de Cecco, sottolinea namica di questi mercati in relazione alle profonde pitolo 5). La prima parte è a sua volta ripartita in tre come le grandi banche che operano a livello mondia- trasformazioni che hanno interessato i processi pro- capitoli concernenti rispettivamente: il contratto in- le abbiano finito per seguire negli ultimi anni strate- duttivi e le cause che giustificano il loro sviluppo o la ternazionale e la sua stipulazione (cap. 2), la scelta gie transnazionali, nelle quali cioè finisce per preva- loro decadenza. della legge applicabile (cap. 3), i modi di risoluzione lere il tornaconto microeconomico rispetto a interes- delle controversie commerciali internazionali. La se- si di tipo internazionale, perseguiti invece dai paesi di conda parte (cap. 5) raggruppa della documentazio- (dalla Prefazione di appartenenza, con gravi pregiudizi per le politiche di ne utile per chi negozia un contratto internazionale, coordinamento e di cooperazione tra i vari paesi. Roberto Panizza) ordinata secondo lo stesso schema seguito nella pri- Nel saggio di Salvatore Biasco si cerca invece di co- ma parte. struire un modello dei flussi finanziari che, in regime Come già detto in precedenza, il presente volume è di cambi fissi, hanno dato vita al mercato dell'euro- destinato in primis a soggetti privi di formazione giu- dollaro, individuandone le conseguenze macroecono- ridica; mi riferisco sia agli operatori economici attivi miche per gruppi di paesi dotati di strutture e carat- F. BORTOLOTTI - Introduzione al dirit- nel commercio internazionale, che a quei professio- teristiche simili. to dei contratti internazionali - Voi. di nisti che, pur senza essere dei legali, li assistono nel- Dario Velo esamina le conseguenze negative che de- 14x21 cm, pp. 403 - Il Sole-24 Ore/ la redazione, stipulazione e gestione dei contratti in- rivano dalla tendenza da parte degli Stati Uniti a non Centro Estero Camere Commercio Pie- ternazionali. preoccuparsi eccessivamente dell'impatto che la Al tempo stesso, però esso è rivolto anche ai giuristi massa monetaria da loro creata ha sull'economia montesi, 1 986 - L. 35.000. (avvocati, legali d'azienda) non (o non ancora) spe- degli altri paesi, e sottolinea la necessità di impe- cializzati in questo campo, che desiderino una prima gnarsi attivamente per la costruzione di un adeguato informazione complessiva da cui prendere le mosse mercato europeo dei capitali incentrato sulla moneta La materia relativa ai contratti internazionali e, più in per ulteriori approfondimenti. europea. Questa stessa mancanza di senso di re- generale, agli aspetti legali collegati al commercio in- Ai primi il presente volume dovrebbe servire soprat- sponsabilità da parte dei gestori della politica mone- ternazionale, costituisce ancora oggi per la maggio- tutto come strumento per comprendere ed inquadra- taria statunitense emerge anche dallo studio condot- ranza delle imprese esportatrici un argomento del re la materia con cui si trovano confrontati: quindi to da Riccardo Parboni sul deterioramento della po- tutto sconosciuto ed in larga parte incomprensibile: essenzialmente per dialogare meglio con gli esperti e sizione debitoria dei paesi del Terzo mondo. La se- paradossalmente, molti operatori preferiscono, pur di saper valutare quando e come servirsene. Per i se- conda parte della monografia esamina gli interventi non affrontarlo, negarne «a monte» la rilevanza. condi, invece, esso dovrebbe costituire un punto di di varia natura condotti per stabilizzare le singole L'esportatore tende solitamente a giustificare tale partenza per ulteriori approfondimenti. economie nazionali e i processi di integrazione che suo rifiuto in base alla considerazione che, nei rap- Ovviamente, la differente formazione di base dei de- interessano aree ad economia capitalista o ad eco- porti con partners commercialmente affidabili, i con- stinatari impone di ricercare un compromesso tra le nomia socialista. Relativamente ai problemi della tratti non servono, aggiungendo poi che si tratta loro rispettive esigenze. stabilizzazione, l'equilibrio esterno, oggetto di studio comunque di una materia troppo difficile e comples- Pervenire incontro ai non «addetti ai lavori», ho cer- del saggio di Fausto Vicarelli, è condizionato non sa perché valga la pena di affrontarla. soltanto dalla politica valutaria e di variazione dei cato di non usare un linguaggio eccessivamente Ora, le motivazioni sopracitate, pur avendo un fondo tecnico, evitando al tempo stesso di dare per sconta- tassi di cambio, ma da tutta una serie di scelte a li- di verità, mascherano quasi sempre il timore dell'o- vello macroeconomico, come per esempio l'indivi- te quelle nozioni di base che sono ovvie per un giu- peratore ad addentrarsi in un campo ignoto, e quindi rista. Ciò è soprattutto evidente nel secondo capitolo duazione di un determinato tasso di crescita. Federi- di difficile comprensione: timore che può e deve es- co Caffè esamina altre forme con cui i responsabili in cui abbondano osservazioni che potranno sembra- sere ridimensionato attraverso una sistematica ope- re banali, al limite del ridicolo, per i giuristi, ma che della politica economica cercano di perseguire l'e- ra d'informazione. quilibrio esterno, come il ricorso al protezionismo, e non lo sono affatto per gli operatori. sottolinea come troppo spesso si pensi erroneamen- Per questa ragione ritengo essenziale che le aziende Sempre in quest'ottica ho lasciato da parte aspetti te che il problema della competitività internazionale operanti nel commercio internazionale dispongano di più teorici, non strettamente necessari per dare delle prescinda da questioni che interessano l'assetto in- una conoscenza, sia pure elementare, dei meccani- risposte ai problemi concreti che gli operatori si tro- terno dell'economia. Cesare Caranza, infine, confron- smi giuridici che regolano i contratti internazionali, vano ad affrontare, ed ho evitato, in certi casi, di ren- ta quanto siano tra loro diversi i targets di politica in modo da poter inquadrare correttamente i proble- dere espliciti tutti i passaggi che portano a determi- monetaria all'interno della Comunità europea, in un mi che esse si trovano ad affrontare ogni giorno nei nate conclusioni, in modo da non appesantire ecces- contesto altamente inflazionistico e di cambi flessi- rapporti con controparti straniere. sivamente il testo. bili, ed esamina il divario tra obiettivi di partenza e ri- Al tempo stesso, i professionisti che assistono gli Al tempo stesso, sia per venire incontro alle esigen- sultati finali conseguiti. esportatori sui problemi contrattuali (consulenti in ze dei giuristi, sia per le necessità obiettive della ma- commercio internazionale, commercialisti, legali), an- teria, ho dovuto, nei capitoli dedicati ad aspetti più Gli ultimi due articoli della seconda parte sono inve- che quando dispongano di una formazione giuridica tecnici (mi riferisco in particolare al terzo e quarto capitolo, riguardanti rispettivamente la legge appli- cabile ed i modi di risoluzione delle controversie) en- F. BOSELLO - M. ORCALLI, Dall'e- trare maggiormente nei dettagli: ho fatto il possibile per essere sufficientemente esauriente, senza per sportazione al marketing internaziona- questo pregiudicare la chiarezza del testo per i non le - Voi. di 1 5,5 x 21 cm, pp. 1 70 - Mar- « addetti ai lavori». silio, Venezia, 1 985 - L. 1 5.000. Quanto detto sopra chiarisce ampiamente come il presente volume non abbia alcuna pretesa di carat- tere «accademico»: con esso non intendo prendere Il decennio degli anni '70 e le prospettive di questi posizione sulle questioni teoriche (numerosissime e anni '80 mostrano come le relazioni economiche in- di notevole interesse) che pone la materia dei con- ternazionali siano soggette, in misura progressiva- tratti internazionali, ma solo individuare i problemi mente crescente, a profonde trasformazioni e strut- concreti che l'operatore (e il legale che lo assiste) si turali cambiamenti. Essi interessano sia i rapporti trova ad affrontare, cercando di offrire strumenti e monetari che quelli finanziari, i rapporti commerciali spunti per una loro soluzione. e quelli di cooperazione ed integrazione, nonché l'in- In altri termini, ho cercato di mettermi nei panni di sieme dei rapporti di ordine squisitamente tecnico chi deve negoziare un contratto internazionale, cer- che presiedono alla regolamentazione ed attuazione cando delle risposte ai problemi concreti che gli si dell'interscambio con l'estero. presentano, ed affrontando le questioni di indole più In tale quadro, i problemi della commercializzazione generale solo nella misura in cui possano incidere ef- dei prodotti si acuiscono notevolmente, e tanto più fettivamente sulla loro soluzione. quanto più tendono a mutare i mercati di approvvi- Un'altra considerazione che può essere opportuno gionamento e di esportazione, si fa più accentuata la fare in questa sede è la seguente: il fatto di mettersi ricerca di nuovi sbocchi, si prospetta l'affermazione nell'ottica di chi negozia un contratto, cioè di chi di nuovi prodotti e di nuovi produttori-esportatori in- deve ancora fare delle scelte negoziali e sta cercan- sieme a quella di sempre più raffinate tecniche di do una strategia per trovare le soluzioni più opportu- marketing internazionale. ne, implica un modo di impostare i problemi diverso da quello solitamente utilizzato dai giuristi. Com'è noto, il nostro paese è decisamente coinvolto Infatti, qui non si tratta tanto di individuare un pro- e condizionato dai succitati cambiamenti e trasfor- blema giuridico e di trovarne la soluzione (o le possi- mazioni, dato il suo elevato grado di apertura econo- bili soluzioni), ma piuttosto di scegliere, sulla base mica ed il ruolo strategico assunto dalla componente delle implicazioni giuridiche che comportano le diffe- estera per la promozione, il mantenimento ed il con- renti alternative, la soluzione negoziale più opportu- solidamento dello sviluppo, sia settoriale che locale. na. Di qui un certo «ribaltamento» del ruolo del lega- Peraltro, il notevole grado di interdipendenza che le, chiamato non tanto a risolvere una questione già contraddistingue il sistema economico-produttivo definita in partenza, quanto piuttosto ad impostare italiano pone tutti i suoi operatori in condizioni di una strategia flessibile, in base alla quale effettuare obiettiva incertezza e di più spinta concorrenzialità: le scelte giuridico-economiche. sia che agiscano direttamente con l'estero, sia che Da ciò discende altresì un'impostazione dei problemi ne risentano solo indirettamente le conseguenze. La che segue schemi poco abituali per i giuristi: così, ad situazione appare così articolata e complessa che la es„ invece di limitarci a discutere in che misura sia soluzione dei problemi che ne derivano non è pensa- permesso alle parti di scegliere la legge applicabile, bile e neppure possibile adottando scelte ed utiliz- di individuare un certo foro competente, di optare zando strumenti, sia pure corretti, adeguati a pochi per l'arbitrato, ci dovremo apche domandare ih base se non univoci livelli di intervento del tutto generali e a quali criteri decidere quale legge convenga sceglie- secondo una logica tipicamente aggregata e macro- re, quale foro determinare, in quali casi preferire l'ar- economica. bitrato. Per contro, si impone con sempre maggiore evidenza la necessità di rendere diffusa nell'ambito dei singoli Ovviamente, alle domande del secondo tipo non sarà operatori la capacità di intervenire con scelte e stru- possibile dare una risposta univoca, essendo la scel- menti atti a risolvere puntualmente problemi, per ta definitiva determinata da una serie di variabili, di molti versi, specifici ed originali, rivelantisi come pro- cui alcune esulano dal campo giuridico (rientrando pri di situazioni locali, di settori particolari, di indivi- invece nell'ambito ~ delle scelte economico- duate strutture di produzione. commerciali dell'azienda), mentre altre non possono Tale obiettivo è raggiungibile, fra l'altro, promuoven- essere individuate che in relazione al singolo caso do e diffondendo mediante opportuni corsi di forma- concreto. zione: a) una «cultura» economica aperta alla com- Si potranno invece ricercare dei criteri generali per prensione dei fenomeni economici internazionali e compiere le scelte di cui sopra, mettendo a disposi- della loro interrelazione col sistema economico na- zione del lettore degli strumenti che gli permettano zionale; b) una precisa coscienza delle opportunità di di elaborare le proprie strategie: in questa prospetti- reazione che l'assetto produttivo italiano può svilup- va ho cercato ad esempio di analizzare la possibile pare nell'attuale fase delle relazioni economiche in- incidenza di certe situazioni sulle scelte da effettua- ternazionali; c) una individuazione sistematica degli re, mettendo ad esempio in luce come l'esistenza di strumenti e dei metodi che consentono ad un'unità una strategia «offensiva» o «difensiva» e/o la ne- produttiva di trasformarsi da struttura orientata alle cessità o meno di evitare l'applicazione di determi- vendite all'estero a struttura caratterizzata dal nate norme del paese della controparte possa condi- marketing internazionale. zionare la scelta del foro competente. Secondo tale prospettiva, tra le numerose e prege- Ciò non comporta, ovviamente, dei «consigli» sulle voli pubblicazioni del settore, la presente vorrebbe scelte da effettuare, che restano di esclusiva compe- inserirsi con l'intento di costituire un contributo di tenza del lettore: però il fatto di disporre di una serie primo approccio volto a garantire un apporto essen- di criteri (già utilizzati da altri) da tener presente nel- zialmente sintetico, ma nel contempo completo, alla l'elaborare la propria strategia (pur con la libertà di didattica in materia. Tale contributo, peraltro, scatu- dare ad ognuno di essi il peso e la rilevanza che cia- risce dal concorrere di competenze che bene si inte- scuno preferisce) costituisce a mio avviso un utile grano nel campo in oggetto — quelle di un economi- strumento di lavoro. sta internazionalista e di un operatore di marketing D'altra parte, è inevitabile che le considerazioni sulle — e che gli autori di augurano abbiano conseguito i possibili strategie da seguire siano frutto di valuta- risultati sperati. zioni soggettive e, come tali, sempre soggette a di- Il volume può interessare almeno tre categorie, di scussione. Particolarmente sotto questo profilo, mi soggetti: quadri medi o medio-alti delle associazioni auguro di ricevere dai lettori critiche e suggerimenti, di categoria, sindacali o padronali, di istituzioni ed tanto più necessari in una materia cosi «giovane» ed enti pubblici e parapubblici; quadri medi e medio-alti in continua evoluzione. di imprese, specie se di piccole e medie dimensioni; giovani diplomati e neo-laureati che intendono ac- Sia l'analisi dei « casi aziendali » che quella della real- palese è offerto dalla bibliografia allegata a questa quisire un primo grado di specializzazione nel campo tà locale si giustificano per dare concretezza «esem- delle relazioni economiche internazionali. pubblicazione ma, nello stesso tempo, non è facile ri- plare» a quanto si viene acquisendo. Ovviamente, i trovare studi dai quali compaia un'analisi sui rapporti Pertanto, l'utilizzazione della presente pubblicazione contributi in questo senso non possono trattarsi in nel contesto di corsi di formazione specificamente strategici tra Est ed Ovest in una visione politologica via generale, tanto più se si tien conto della assai va- complessiva, dove i dati quantitativi di equilibrio e centrati sul tema «dall'esportazione al marketing in- ria realtà operativa che contraddistingue l'export del- ternazionale» può proporsi di formare i quadri in og- squilibrio tra le parti in causa offrano un supporto di le province e delle regioni italiane, nonché quella del- spiegazione alle ipotesi teoriche sulla definizione dei getto: ad acquisire utili strumenti di comprensione e le imprese che si collocano in ambiti produttivi diver- di analisi dei problemi e delle specificità che caratte- rapporti tra le due super-potenze. Fava propone in si come, per esempio, il settore dei beni di consumo questa sua analisi un'ipotesi di spiegazione dei rap- rizzano un assetto produttivo nel suo operare sui e quello dei beni di investimento. mercati esteri; a reagire criticamente ed in modo di- porti tra le due super-potenze nei termini di un «ac- namicamente positivo al mutare delle condizioni cordo strategico» finalizzato ad un sistema interna- economiche internazionali; ad individuare le scelte zionale stabile e funzionante ad immagine e somi- più opportune per organizzare-orientare un assetto glianza dei vincitori (Usa ed Urss) in opposizione al produttivo — specie aziendale — in modo da rispon- resto del mondo organizzato in sottosistemi stabiliz- zati (NATO e Patto di Varsavia) ed in quelli da stabi- dere alle esigenze e alle domande del mercato supe- S. DOSIO - S. GARELLI, Guida fiscale rando quelle limitate al solo momento produttivo- lizzare (paesi decolonizzati ed in via di sviluppo). esportativo. per l'operatore con l'estero. L'IVA negli L'impostazione teorica dell'Autore nell'ambito degli scambi internazionali - Voi. di 14x21 studi di Relazioni Internazionali ha permesso al Fava In ogni caso, proprio per la funzione di supporto di- cm, pp. 379 - Il Sole-24 Ore/Centro di guidare il lettore in un particolare ed originale ap- dattico che caratterizza le pagine che seguono, è il proccio al problema strategico tra i due massimi si- caso di sottolineare l'importanza che si deve asse- Estero Camere Commercio Piemontesi stemi politici, senza dover dilungarsi troppo sugli gnare alle modalità di attuazione dei corsi suaccen- 1986 - L. 40.000. aspetti strategico-militari; ma, al contempo, ha sot- nati. tolineato con rigore scientifico gli elementi di squili- In effetti esperienze di questo tipo tendono a con- brio tra le parti in causa, fonte di contenzioso politi- traddistinguersi per due aspetti di fondo: gli stru- co-diplomatico tra Usa ed Urss. L'opera è articolata in quattordici capitoli che tratta- menti fondamentali che qualificano i diversi momen- L'originalità di questo lavoro, presentato da un gio- no in profondità i seguenti argomenti: territorialità ti didattici nonché l'articolarsi specifico degli argo- vane ricercatore come il Fava, segnala quanto sia dell'imposta, cessioni all'esportazione, operazioni as- menti. necessario praticare nel nostro paese nuovi percorsi similate alle cessioni, servizi internazionali, trasferi- Sotto il primo profilo, quello degli strumenti essen- di ricerca sui problemi strategici, non soltanto ricon- menti di tecnologia, lavori all'estero, rapporti di ziali della didattica, se ne possono individuare alme- ducibili all'analisi di carattere strategico ma in un scambio con la Repubblica di San Marino e lo Stato no quattro: 1 ) le unità di insegnamento tra loro stret- contesto di studi interdisciplinari politologici. Lo stu- della Città del Vaticano, trattati e accordi internazio- tamente collegate al fine di fornire gradualità e com- dio di carattere interdisciplinare offre, e ne è un nali, rimborsi IVA, sgravio dell'imposta per viaggiato- pletezza al processo di formazione; 2) gli esperti che esempio questo libro, una visuale complessiva dei ri stranieri, operazioni non imponibili effettuate da nei diversi campi garantiscono l'apporto di una espe- problemi relativi agli armamenti, senza cadere nell'a- contribuenti forfettari, problematiche connesse ad rienza diretta ed operativa; 3) il metodo, che è quello strazione politica e teorica e, contemporaneamente, operazioni straordinarie di gestione (fusione, conferi- tipico del «gruppo di lavoro» — nel quale tutti i par- senza correre il rischio, sempre presente, di prospet- menti), importazioni, il regime sanzionatorio. La gui- tecipanti svolgono un ruolo attivo — e consente, fra tare un'analisi di dati quantitativi e qualitativi che da è corredata di un'ampia appendice, nella quale l'altro, l'esplicitazione delle esigenze dei singoli, la non spiegano sovente le contraddizioni della politica sono pubblicati: i testi degli articoli della normativa verifica progressiva dell'apprendimento, nonché lo internazionale. scambio diffuso delle esperienze; 4) la discussione di vigente rilevanti ai fini della materia in esame, non- casi — aziendali o di condizioni locali — che consen- ché l'evoluzione legislativa degli stessi; i testi delle pronunce ministeriali più rilevanti raccolte in calce (dalla Presentazione di te una formazione concretamente aderente alle real- Giorgio Cansacchi di Amelia) tà oggetto di analisi. agli articoli cui si riferiscono. Sotto il secondo profilo, dal punto di vista dei conte- nuti, si è ritenuto di individuare tre serie di temi. Il primo è incentrato sull'analisi delle caratteristiche e delle peculiarità dei mercati internazionali facendo T. VALENTE - M. S. INZERRA BRAC- attenzione alla collocazione che in essi viene trovan- F. A. FAVA, Gli armamenti nucleari CO, Castelli e ville-forti nells provincia do l'Italia in ordine sia alla sua capacità competitiva nell'Europa Occidentale - Voi. di che alla sua specializzazione commerciale. di Asti. A nord della valle del Tanaro - Il secondo è incentrato sull'esame degli aspetti tipici 1 5,5 x 21 cm, pp. 129 - SIOI Piemonte/ di un'impresa orientata al marketing, con l'obiettivo Editoriale Pedrini, Torino, 1985 - L Pubblicazione a schede di 21 x 30 cm, di sviluppa re quegli argomenti che meglio possono 18.000. pp. 78 - Amministrazione provinciale di risultare illustrativi del processo che deve contraddi- Asti - Soprintendenza per i beni ambien- stinguere un'impresa che si proponga di operare tali e architettonici del Piemonte Asti quel vero e proprio «salto di qualità» che la faccia pervenire al marketing internazionale. Il tema trattato in questa approfondita ricerca evi- 1985. L'ultima serie di temi si focalizza sull'analisi dei prin- denzia l'attualità che gli studi strategici stanno assu- cipali problemi specifici che si pongono nel quadro mendo in Italia negli ultimi anni. Per molto tempo nel operativo — per esempio, dagli strumenti utili per la nostro paese le analisi teorico-scientifiche sulle di- I castelli dell'astigiano sono stati spesso oggetto di ricerca dei mercati o per le politiche commerciali, a scipline «politico-militari» (Strategia, Sociologia Mi- varie pubblicazioni a carattere generale e di storia lo- quelli utili per affrontare i problemi doganali, fiscali, litare, Politica Militare, ecc.) sono state considerate cale, ma non sono mai stati trattati in maniera siste- ' valutari, dei trasporti, dell'assicurazione e del credito da un lato marginali nel dibattito culturale su argo- matica, come invece si è proposta la Provincia di e della contrattualistica internazionali — che costi- menti della nostra politica estera, dall'altro lato inop- Asti in collaborazione con la Soprintendenza per i tuiscono l'insieme degli aspetti concreti, nonché del- portune per i ricordi di un nefasto passato bellico Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte. dell'Italia. le difficoltà specifiche cui l'impresa operante sui II programma di far conoscere il territorio astigiano mercati esteri dovrà far fronte in via sostanzialmente Lo studio presentato da Franco A. Fava sugli arma- attraverso il patrimonio storico-artistico esistente è t ordinaria. menti nucleari in Europa sottolinea la necessità di già iniziato sul principio del 1981, grazie all'intelli- un nuovo atteggiamento culturale verso lo studio dei genza e sensibilità del Presidente della Provincia ing. Ad integrazione della articolazione puntuale propo- problemi strategici che coinvolgono direttamente o Guglielmo Tovo e dai primi colloqui informali con la sta, si giudica pure indispensabile che lo svolgimento indirettamente i singoli paesi inseriti nei sistemi di sottoscritta e successivamente con i funzionari della dei corsi trovi completamento con la discussione — alleanze, nonostante lo scarso interesse politico ver- Soprintendenza e naturalmente con il Soprintenden- tra i partecipanti e sulla base di apporti originali — di so i temi di portata mondiale. L'analisi esposta in te arch. Clara Palmas. * «casi aziendali» che risultino significativi o perché il- questo studio propone, a mio avviso, un'originale ap- Il primo risultato dell'impegno intrapreso da questi lustranti esperienze di successo o perché illustranti proccio teorico-analitico del problema della violenza due Enti per la conoscenza, conservazione e tutela comunque esperienze utili nel processo di passaggio politica internazionale (corsa agli armamenti) e degli di un'impresa dall'orientamento all'export a quello aspetti più inquietanti di violenza latente (equilibrio dei Beni Culturali astigiani, ha portato alla pubblica- volto al marketing internazionale. È altresì utile che del terrore), prendendo come punto di riferimento zione di una interessante opera: « Le chiese romani- si possa fare riferimento alle condizioni esportative l'installazione dei nuovi sistemi missilistici di teatro che delle campagne astigiane». dell'area locale nel cui ambito sono prevalentemente in Europa occidentale. Non si pensi comunque di vedere, in questo volume, insediate le imprese dei soggetti partecipanti ai corsi un lavoro simile a quello sulle chiese romaniche, pro- di formazione. Sul tema degli armamenti nucleari la letteratura prio perché diverso è l'intento prefisso, diversa è Nord Americana è ricca di pubblicazioni; un esempio l'impostazione a schede. Il libro si presenta con schede singole per ogni og- getto, in quanto queste danno la possibilità di tratta- ARRIVATI re specificatamente e sinteticamente gli edifici inte- ressati e costituire una ricerca di base per il censi- NELLA BIBLIOTECA CAMERALE mento di questi beni; successivamente si approfon- dirà l'argomento con monografie sui singoli monu- Economia - Politica economica - Pro- menti. grammazione - Andamento congiunturale Non si è potuto attingere dalle schede di catalogo ministeriale, in quanto il programma di schedatura della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Archi- UNIONE INDUSTRIALI TORINO - Come cam- tettonici, relativo ai castelli, è appena iniziato. bia l'investimento - Torino, 1986 - pag. 165 - L. La maggior parte di questi edifici è di proprietà priva- 8.000. ta e non tutti i complessi sono stati vincolati e notifi- cati e pertanto non sottoposti alla legge di Tutela n. UNIONE CAMERE COMMERCIO INDUSTRIA 1089 del 1-6-1939. ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL PIE- La legge 1552/1982 sulle agevolazioni fiscali ha MONTE - Un'analisi sugli indicatori dell'econo- portato una maggiore richiesta di vincolo monumen- mia del Piemonte e delle sue province - Torino, tale da parte dei proprietari che vengono incentivati 1986 - pag. 140 - L. 18.000. a meglio conservare e riutilizzare questi edfifici. Pur- troppo questo non basta: parte di questo immenso ISCO - L'evoluzione congiunturale dell'eco- patrimonio si sta avvicinando ad una totale rovina! nomia italiana Rapporto semestrale (febbraio Il lavoro è stato impostato, organizzato ed eseguito 1986) - Roma, 1986 - pag. 143 - L. 20.000. da più persone: la sig.ra Tiziana Valente, incaricata dalla Provincia di Asti a compilare le schede per quanto riguarda la parte storico-descrittiva (come si UNIONE INDUSTRIALE TORINO - L'incidenza è svolta questa fase è illustrato nel saggio «Acco- diretta e indiretta del costo del lavoro nei setto- starsi al monumento») e un gruppo di architetti for- ri dell'economia italiana - Torino, 1 986 - pag. 21 - mato da M. Sara Inzerra della Soprintendenza, impe- s.i.p. gnata nella zona dal 1 980, Elisabetta Vanzella sche- datrice della Soprintendenza ed Enrico Balteri, stu- AIELLO, Alfredo - Teorie positive e teorie nor- dioso di storia locale ed esperto conoscitore del ter- mative nell'analisi moderna degli scambi - Bari, ritorio astigiano. Cacucci, 1984 - pag. 71 - L. 9.000. Questo gruppo di lavoro, dopo una attenta ricogni- LOMBARDINI, Siro - Teorìe dell'equilibrio eco- zione degli immobili da schedare, ha rilevato le varie nomico e modelli dinamici Bari, Cacucci, 1984 - tipologie, il degrado e lo stato di conservazione degli L. 1 6.500. stessi e ha eseguito le relative tabelle: l'approfondi- mento di questo studio sarà oggetto di prossima GRILLI E. LA MALFA G. SAVONA P. - L'Italia pubblicazione, di modo da poter avere una radiogra- al bivio ristagno o sviluppo - Bari, Laterza, 1 985 - fia dei castelli astigiani, almeno per quanto riguarda pag. 149 - L. 16.000. 10 stato conservativo attuale. Un bene culturale architettonico non può essere stu- CONFINDUSTRIA - Le prospettive dell'indu- diato soltanto attraverso le vicende storiche, ma an- stria italiana - Biennio 1984-85 - Roma, che e soprattutto analizzato dal punto di vista delle S.I.P.I./1 985 - pag. 124 - L. 24.000. sue vicende costruttive e fino ai giorni nostri. Infatti si è successivamente indagato sui restauri e sui la- HAY, Donald A. - MORRIS, Derek J. - Econo- vori di manutenzione, attuati negli anni passati e re- mia industriale - Bologna, Il Mulino, 1 984 - pag. centemente, e documentati negli archivi della So- 704 - L. 40.000. printendenza. 11 lavoro ha senz'altro delle imprecisioni e limitazioni DELL'ARINGA, Carlo - Prezzi e redditi - Fram- sia per quanto riguarda la cronologia relativa ai sin- menti di un modello econometrico disaggregato goli edifici, sia per i dati catastali e ancora per le ta- - Bologna, Il Mulino, 1983 - pag. 94 - L. 1 0.000. belle tipologiche e soprattutto potrebbe apparire una «sconnessione» tra la parte storica e quella relativa RISPOLI, Mauro (a cura) - L'impresa industriale allo stato di conservazione, tipologia e restauri, pro- - Bologna, Il Mulino, 1984 - pag. 833 - L. 40.000. prio per la differente impostazione e formazione cul- turale degli autori. MARTINENGO, Giancarlo - PADOAN, Pietro Il volume raccoglie, per ragioni di spazio, solamente Carlo ( cura) - La crisi finanziaria - Bologna, Il una parte dei castelli astigiani; in tempi successivi si Mulino, 1985 - pag. 348 - L. 25.000. completerà l'opera anche per quanto riguarda i ricet- ti, le case forti e i resti di città fortificate. MARESCHI, Rosa Maria - Economia keynesia- Si auspica che questa prima ricerca sui castelli asti- na ed economia del disequilibrio - Napoli, Ed. giani possa essere il primo passo verso la loro cono- Scientifiche Italiane, 1984 - pag. 1 59 - L. 11.000. scenza e valorizzazione e che non vengano visti e trattati come oggetti di «antichi splendori» ma mo- GHERTMAN, Michel - Le multinazionali - Napo- menti vivi della cultura astigiana e sempre parte do- li, Ed. Scientifiche Italiane, 1984 - pag. 137 - L. minante di un paesaggio che certamente cambia con 7.000. l'evolversi della società e il passare dei secoli.

(dalla Presentazione di Produttività e competitività nell'industria italia- M. Sara Inzerra Bracco) na - Bologna, Il Mulino, 1984 - pag. 159 - L. 1 5.000.

HICKS, John - Moneta, capitale e benessere - Bologna, Il Mulino, 1 985 - pag. 420 - L. 40.000.

MARCONI, Mauro (a cura) - La stagflazione Bologna, Il Mulino, 1 985 - pag. 356 - L. 25.000.

COTTRELL, Alan H. - Ambiente ed economia delle risorse - Bologna, Il Mulino, 1984 - pag. 118 - L. 8.000. «

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BRONZINI, MARIO - La nuova legge quadro per TARDITI, SECONDO - Analisi delle politiche set- l'artigianato (n. 433 del 1985) e il fallimento - Il di- toriali: prezzi e redditi nel settore agroalimentare - Finanza pubblica - Imposte e tributi ritto fallimentare, n. 5-6 - Padova, settembre- Rivista di economia agraria, n. 4 - Bologna, di- dicembre 1 985 - pagg. 484-490. cembre 1985 - pagg. 587-613.

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ICE - UFFICIO E STUDI - Struttura delle imprese Scienze - Tecnologia - Automazione - In- esportatrici - Esportare, n. 1 - Roma, gennaio 1986 quinamento - Informatica - Rifiuti - pagg. 27-34.

BARBIERI, GIANCARLA - La riscossa del mobile DANZIN, ANDRÉ - Technologies de l'information italiano - Esportare, n. 1 - Roma, gennaio 1986 - ed évolution sociale - Futuribles, n. 97 - Paris, mars pagg. 55-68. 1985 - pagg. 3-20.

Come esportare l'export in Cina delle macchine tes- MOMIGLIANO, FRANCO - FILIPPI, ENRICO sili - Esportare, n. 5-6 - Roma, 1/15-1 6/31 marzo La politica per l'innovazione in Italia: l'esperienza del 1986 - pagg. 38-42. primo periodo di applicazione della legge 46/1982 - L'industria n. 4 - Bologna, ottobre-dicembre 1985 La crescita dell'export determinante per lo sviluppo. - pagg. 467-493. Il Ministro del Tesoro ad « Esportare » - Esportare, n. 7/8 - Roma, 1/15-16/30 aprile 1986 - pagg. PRODI, ROMANO - È vero che la macchina può 8-10. rubarci il posto? - Media duemila, n. 28 - Torino, febbraio 1986 - pagg. 5-9.

PROTETTY, CESARE - Onorevole, dove arriverà la telematica del duemila? Sullo sviluppo e il futuro Economia e politica internazionale - Enti delle tecnologie elettroniche in Italia Una indagine ed organizzazione internazionale conoscitiva della Camera dei Deputati. Quesiti e temi proposti anche all'estero - Media duemila, n. 27 - Torino, gennaio 1986 - pagg. 11 5-125. CARLI, GUIDO - Attuazione della direttiva comuni- taria in materia creditizia e mutamenti in atto e in prospettiva delle forme di raccolta del risparmio - DONAT CATTIN, CLAUDIO - Nasce un progetto Rivista della guardia di finanza, n. 5 - Roma, set- pilota per la fabbrica automatica. A colloquio con tembre-ottobre 1985 - pagg. 570-594. l'assessore Ezio Alberton sui progetti della nuova Giunta Regionale piemontese - Media duemila, n. 27 - Torino, gennaio 1986 - pagg. 103-105. Il terzo colosso. Dal 1° gennaio la comunità a 12 - Esportare, n. 1 - Roma, gennaio 1986 - pagg. 40-46. VACCA, SERGIO - Piccola e grande impresa in una fase di rivoluzione scientifico tecnologica - Eco- nomia e politica industriale, n. 47 - Milano, 1985 Risparmio energetico per rimettere in moto l'econo- mia polacca. Il piano economico per il 1986 - - pagg. 27-49. Esportare, n. 3-4 - Roma, 1-28 febbraio 1986 - pagg. 56-59. ALTISSIMO, RENATO - Ai «piccoli» della roboti- ca - Media duemila, n. 30 - Torino, aprile 1986 - GIANNONE, ANTONIO - La misura del benessere pagg. 24-27. economico nei principali paesi della CEE - Rassegna economica del Banco di Napoli, n. 6 - Napoli, no- vembre-dicembre 1985-pagg. 1223-1262.

PEDERCINI, GIUSEPPE - L'OY, GIOVANNI (a Documentazione - Informazione - Biblio- cura) - In fase espansiva l'economia della Cecoslo- grafie vacchia - Esportare, n. 5-6 - Roma, 1/15-16/31 marzo 1986 - pagg. 58-63. SAPORI, GIULIANA - I problemi delle biblioteche delle università - Rivista trimestrale di diritto pubblico, n. 4 - Milano, 1985 - pagg. 11 54-1173. Comunicazioni e trasporti Associazione Italiana Biblioteche. Conferenza nazio- nale. Reggio Emilia, 11-12 novembre 1985 - Bol- SANVITI, GIUSEPPE - La riforma delle ferrovie lettino AIB, n. 4 - Roma, ottobre-dicembre 1 985 - dello stato: l'accentuazione dei caratteri imprendito- pagg. varie. riali e il problema dei raccordi con la politica dei tra- sporti - Rivista giuridica della circolazione e dei CUPELLARO, MARCO - Recupero dei costi e ta- trasporti, n. 6 - Roma, novembre-dicembre 1985 - riffe in biblioteca - Bollettino d'informazioni AIB, pagg. 705-713. n. 1 - Roma, gennaio-marzo 1986 - pagg. 5-23. MEDIOCREDITO PIEMONTESE BILANCIO 1985 Approvato dall'Assemblea degli Enti Partecipanti del 7.5.1986

Impieghi L. 898.420

Obbligazioni in circolazione L. 258.061

Certificati di deposito in circolazione L. 234.500

Patrimonio e fondi vari L. 100.375

Utile netto L. 4.863

Attività nell'Esercizio

Domande pervenute L. 595.966

Finanziamenti deliberati L. 415.530

Finanziamenti erogati L. 316.338

(Importi di milioni di lire)

Il bilancio è stato certificato dalla Arthur Andersen & Co.

A seguito del rinnovo delle cariche sociali, gli Organi dell'Istituto risultano così composti:

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente: Dott. Prof. Mario BOIDI, Vice Presidente: Prof. Emesta GREGUOL VERLENGIA, Consigliere Segretario: Dott. Vittorio BIANCHI, Consiglieri: Rag. Michelangelo AMIONE, Ing. Lamberto BELLANi, Dott. Claudio BELLAVITA, Prof. Pietro Angelo CERRI, Dott. Giacomo DE SIMONE, Dott. Giorgio GIOVANDO, Prof, leandro USINO, Prof. Giuseppe MASPOLI, Dott. Dante NOTARISTEFANO, Rag. Carlo PIANTANIDA, Rag. Giuseppe ROSSELLO, Aw. Carlofelice ROSSOTTO, Aw. Roberto SCHEDA, Aw. Bruno SEGRE, Dott. Lodovico SELLA, Maestro Francesco VASINO.

COLLEGIO SINDACALE Presidente: Dott. Francesco BILOTTI, Sindaci Effettivi: Dott. Giacinto RONCO, Dott. Emilio ROSSI.

DIREZIONE Direttore: Dott. Giovanni ROSSO. informatICAP s.r.i. SISTEMI ELABORAZIONE DATI PER COMUNI ED ENTI LOCALI al servizio del Comune per un Comune al servizio del cittadino i servizi informatICAP: • studio personalizzato della problematica del Comune, individuazione della dotazione ottimale degli strumenti di elaborazione elettronica da acquisire • elaborazione di programmi personalizzati di intervento, secondo criteri di gradualità e modularità • fornitura, personalizzazione, aggiornamento ed assistenza nel tempo dei sistemi informativi comunali (Anagrafe demografica, Contabilità finanziaria, Ruoli e tributi, Paghe e stipendi ecc.), certificati ed approvati dall'A.N.C.I. • addestramento del personale interno del Comune • assistenza alle successive fasi di sviluppo del sistema informativo ed informatico uff.: 12100 Cuneo - piazza Galimberti, 10 - tel. (0171) 56586 uff.: 10122 Torino - via Monte di Pietà, 20 - tel. (011) 517988 PER QUALIFICARE I PRODOTTI PIEMONTESI CON UN MARCHIO CONOSCIUTO IN TUTTO IL MONDO

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ALGHERO 12.15 BM094 D9S G 14.25 GENOVA ALGHERO 11.50 BM095 D9S G 14.05 GENOVA CAGLIARI 14.50 BM092 D9S G 16.05 CAGLIARI 10.15 BM093 D9S G 11.35 CATANIA 18.45 BM378 D9S G 21.35 NAPOLI CATANIA 07.20 BM379 D9S G 10.25 NAPOLI GENOVA 12.15 BM094 D9S G 12.50 GENOVA 13.25 BM095 D9S G 14.05 NAPOLI 18.45 BM378 D9S G 20.05 NAPOLI 09.00 BM379 D9S G 10.25 OLBIA 09.50 IG702 DC9 135 10.55 A OLBIA 08.00 IG701 DC9 135 09.05 OLBIA 18.05 IG704 DC9 7 19.10 A OLBIA 16.15 IG703 DC9 7 17.20 PALERMO 11.20 BM1146 D9S G 14.10 PISA PALERMO 15.10 BM1147 D9S G 18.00 PISA PISA 11.20 BM1146 D9S G 12.10 PISA 17.10 BM1147 D9S G 18.00 ROMA 07.05 AZ191 DC9 G 08.10 ROMA 07.00 AZ226 DC9 123456 08.05 ROMA 07.30 AZ197 M80 G 08.35 ROMA 09.00 AZ240 M80 G 10.05 ROMA 08.55 AZ227 DC9 123456 10.00 ROMA 12.30 AZ192 D9S G 13.35 ROMA 10.55 AZ241 M80 G 12.00 ROMA 15.10 AZ190 DC9 G 16.15 ROMA 14.25 AZ201 D9S G 15.30 ROMA 17.00 A.Z196 M80 12345 18.05 ROMA 17.05 AZ193 DC9 G 18.10 B ROMA 18.25 AZ224 DC9 G 19.30 ROMA 18.55 AZ195 M80 12345 20.00 ROMA 21.00 AZ200 M80 G 22.05 ROMA 20.20 AZ225 DC9 G 21.25 ROMA 21.55 AZ194 DC9 G 23.00 A = opera dal 1/6 al 20/9 B = non opera dal 1° al 31 agosto A = opera dal 1/6 al 20/9 B = non opera dal 1° al 31 agosto

PARTENZE INTERNAZIONALI ARRIVI INTERNAZIONALI

DESTINAZIONE ORA VOLO AEREO FREQUENZA ARRIVO SCALO A NOTE PARTENZE DA ORA VOLO AEREO FREQUENZA ARRIVO SCALO A NOTE

FRANCOFORTE 07.01 LH283 B27 123456 08.15 FRANCOFORTE 21.15 LH282 B27 123457 22.30 LONDRA 07.40 AZ1292 DC9 1357 08.25 E LONDRA 17.10 BA516 B11 357 19.55 CD LONDRA 09.25 BA517 B11 146 10.15 CD LONDRA 18.55 BA518 B11 1 21.40 C LONDRA 11.10 BA519 B11 2 12.00 C LONDRA 20.00 AZ1293 DC9 2467 22.45 E MARSIGLIA 14.20 AF1641 ATR 24 15.25 MARSIGLIA 12.30 AF1640 ATR 24 13.35 MONACO 08.45 LH1355 J31 12345 10.15 MONACO 18.00 LH1354 J31 12345 19.35 PARIGI 08.00 AZ324 DC9 23456 09.15 B PARIGI 16.50 AF638 B37 123457 18.15 PARIGI 18.55 AF639 B37 123457 20.10 PARIGI 19.30 AZ325 DC9 12345 20.50 B STOCCARDA 20.00 LH1351 J31 12345 21.20 STOCCARDA 06.55 LH1350 J31 12345 08.20

B-non opera dal 1° al 31 agosto C = dal 28/9 al 25/10 in Italia 1 ora prima B = non opera dal 1° al 31 agosto C = dal 28/9 al 25/10 in Italia 1 ora prima E = dal 28/9 al 25/10 in Inghilterra 1 ora dopo E = dal 28/9 al 25/10 in Inghilterra 1 ora dopo D = il mercoledì in arrivo e giovedì in partenza a/m B737 D = il mercoledì in arrivo e giovedì in partenza a/m B737

^ SAGAT COMPAGNIE AEREE E AEROTAXI Informazioni ore 06 + 24 (011)5778361/2/3/4 Biglietteria (011) 5778371/2 Air France (AF) (011)540436 Lufthansa (LH) (011)4702250 Informazioni ore 24 + 06 (011 ) 5778.1 Ricerca Bagagli Smarriti (011 ) 5778200 Alitalia (AZ) Ati (BM) (011) 517858 Eli-lnteravia (011) 4703938 Assistenza Merci (011) 5778281/310 Assistenza aviazione Generale (011) 5778240 British Airways (BA) (011)534444 Eurofly (011) 4703673/97 Segreteria Generale (011) 5778319 Telex operativo 220246SAGATI-SITA;TRNKKXH Banco di Sicilia Siamo un gruppo in Italia e all'estero ben affermato • PROVINCE OVE IL BANCO È PRESENTE FILIALI: CON PROPRIE FILIALI FRANCOFORTE, LONDRA LOS ANGELES TORINO VICENZA ROMA NEW YORK E PARIGI NOVILIG. (AL) PORDENONE CAMPOBASSO ne/ pianeta BIELLA (VC) TRIESTE PALERMO UFFICI DI RAPPRESENTANZA: GENOVA UDINE AGRIGENTO BRUXELLES, BUDAPEST. BOLOGNA CALTANISETTA CHICAGO. MONACO DI BAVERA, RAVENNA CATANIA FIRENZE ENNA SINGAPORE E ZURIGO lm m » ANCONA MESSINA informatica. ASCOLI PICENO RAGUSA PERUGIA SIRACUSA LATINA TRAPANI OLTRE 300 SPORTELLI ABILITATI ALLO SVOLGIMENTO DI TUTTI I SERVIZI DI BANCA, DI BORSA E DI CAMBIO LOGOL SYSTEM spa

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L'Assemblea dei Partecipanti, in data 29 aprile 1 986, ha approvato il BILANCIO 1985

sintetizzabile nei seguenti dati Titoli in circolazione 807 miliardi Finanziamenti in essere 758 miliardi Patrimonio e fondi vari 89 miliardi

Il conto economico presenta un utile netto di: 7.067 milioni (+ 17,29%) in gran parte destinato al rafforzamento dei mezzi patrimoniali dell'Istituto

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Air France inaugura con ATR42 il nuovo collegamento Tonno-Marsiglia. ATR42 è il bi-turboelica che Aeritalia e Aérospatiale hanno prodotto in collaborazione per rispondere alla crescente richiesta di trasporto civile interregionale, confortevole ed economico. Dal 1° Aprile l'ATR42 AIR FRANCE collega Torino e Marsiglia tutti i martedì e giovedì. Da Torino si parte alle 14.20 per arrivare a Marsiglia alle 15.30. Da Marsiglia alle 12.30 con arrivo a Torino alle 13.35. Questo nuovo collegamento e l'adozione di ATR42 sono una "primizia" Air France: un ulteriore esempio della continua attenzione e cura ______—— ^^^^ MT//M? di Air France per gli "affari" fra Italia e Francia. MmM R FNMÌNCE MWW Più è lento più costa: pensaci! PER OGNI PROBLEMA

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