COMUNE di MEDOLE provincia di Mantova

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE Giovanni Battista Ruzzenenti - Sindaco dott. Giuseppe Vaccaro - Segretario comunale arch. Giovanni Cigognetti - Progettista

arch. Lucia Massioli, geom. Oscar Pizzini - collaboratori Livio Cassa - grafica

RELAZIONE

MODIFICATO A SEGUITO ACCOGLIMENTO OSSERVAZIONI E PARERI

fase: APPROVAZIONE

data: settembre 2013

aggiornamenti: marzo 2014

ADOZIONE: Delibera consigliare n.35 del 26 settembre 2013 ESAME OSSERVAZIONI: Delibera consigliare n.8 del 17 marzo 2014 APPROVAZIONE: Delibera consigliare n.8 del 17 marzo 2014

Studio associato arch. Giovanni Cigognetti • arch. Michele Piccardi • ing. Clara Vitale • Lonato d/G (Bs) località San Polo • tel. fax. 030-9913807 • e-mail [email protected]

Tutti i diritti di riproduzione e rielaborazione sono riservati.

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INDICE 1. INTRODUZIONE 3 1.1. ATTIVITA’ PRELIMINARI 3 1.2. ATTIVITA’ DI ANALISI ED ELABORAZIONE E REDAZIONE DEL PROGETTO 3 1.3. ADOZIONE E APPROVAZIONE 4 2. USO DEL SUOLO 5 3. INFRASTRUTTURE – VIABILITA’ E TRASPORTI 6 3.1. VIABILITA’ - STATO DI FATTO 6 3.1.1. PERCORSI CICLO PEDONALI 7 3.2. VIABILITA’ IN PROGETTO 8 3.3. TRASPORTO PUBBLICO 9 4. CENTRI STORICI 11 4.1. LA CARTOGRAFIA 11 4.2. LA PERIMETRAZIONE DEI NUCLEI ANTICHI 12 4.3. L’INDAGINE 12 4.4. LA DATAZIONE DEI FABBRICATI 12 4.5. LE SCHEDE DI RILEVAZIONE 12 4.6. LE TAVOLE TEMATICHE 16 4.7. MANUALE TIPOLOGICO DEGLI ELEMENTI EDILIZI TRADIZIONALI 16 4.8. SINTESI ANALISI CENTRI STORICI 17 5. EDIFICI IN TERRITORIO AGRICOLO 18 5.1. LA CARTOGRAFIA 19 5.2. LA DATAZIONE DEI FABBRICATI 19 5.3. LE SCHEDE DI RILEVAZIONE 19 6. INDIVIDUAZIONE DEI VINCOLI AMMINISTRATIVI E FASCE DI RISPETTO 21 6.1. VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA 21 6.2. AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE 22 6.3. FASCIA DI RISPETTO DEL FONTANILE E RISORGIVE ARTIFICIALI 22 6.4 ZONE A RIDOTTA SOGGIACENZA DELLA FALDA 24 6.5 ZONE A VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI ESTREMAMENTE ELEVATA 25 6.6 AREE A RISCHIO IDRAULICO 25 6.7. FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE 25 6.8. PERIMETRAZIONE CENTRO ABITATO 25 6.9. FASCE DI RISPETTO STRADALI 26 6.10. FASCE DI RISPETTO ELETTRODOTTI 26 6.11. ANTENNE 27 6.12. DISTANZE DA ALLEVAMENTI AGRICOLI 27 6.13. DEPURATORI 28 6.14. COLLETTORE FOGNARIO 28 6.15. METANODOTTO IN PROGETTO 28 6.16. FATTIBILITà GEOLOGICA 28 7. INDIVIDUAZIONE DEI VINCOLI PAESAGGISTICI E STORICI 29 7.1 BENI CULTURALI (ART. 10 D. LGS 22 GENNAIO 2004, N.42) 29 7.2 IMMOBILI ED AREE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO (ART 136 D.LGS 22 GENNAIO 2004, N.42) 30 7.3 AREE TUTELATE PER LEGGE (ART 142 D.LGS 22 GENNAIO 2004, N.42) 31 7.4 P.L.I.S. PARCO LOCALE DI INTERESSSE SOVRACOMUNALE E PROGETTO PRATI ARIDI 32 8. REGIME DEI SUOLI 36

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TESSUTO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE 36 TESSUTO PREVALENTEMENTE PRODUTTIVO E TERZIARIO 36 TESSUTO AGRICOLO E DI PREVALENTE INTERESSE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO 36 9. ATTIVITA’ COMMERCIALI 38

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1. INTRODUZIONE

1.1. ATTIVITA’ PRELIMINARI L’avvio del procedimento di formazione del Piano delle Regole è contenuto nell’avviso d’avvio del procedimento per la formazione del P.G.T.. Relativamente alla fase di avvio del procedimento si prevede lo sviluppo di azioni di comunicazione, pubblicizzazione e sollecitazione della partecipazione attiva della cittadinanza, individuando le finalità e le modalità di gestione dell’attività di partecipazione. In questa fase è necessario che si predisponga la cartografia aerofotogrammetria aggiornata, in formato digitale, in scala 1:5.000 e 1:2.000.

1.2. ATTIVITA’ DI ANALISI ED ELABORAZIONE E REDAZIONE DEL PROGETTO Nell’attività di analisi vengono individuati gli elementi rilevanti per l’elaborazione del Piano delle Regole che definiscono il quadro ricognitivo e il quadro conoscitivo. Il Piano delle Regole si basa sulle attività di analisi definite dal Documento di Piano con particolare attenzione alle indagini sul sistema socio economico, alle sintesi delle previsioni prevalenti e vincolanti contenute in P.T.P.R., P.T.C.P., altri piani di settore, progetti a scala sovracomunale; alle sintesi delle prescrizioni contenute negli studi di settore: studio geologico e sismico, zonizzazione acustica, piano di protezione civile, ecc.; alla situazione urbanistica vigente, alle analisi urbanistiche, alle analisi del paesaggio, alle considerazioni riguardanti le istanze e proposte provenienti dai cittadini, singoli od in forma associata. Nella formazione del Piano delle Regole è necessario approfondire le analisi relative ai caratteri morfologici degli insediamenti, in particolare riguardo ai tessuti consolidati e alle aree agricole. Verranno inoltre approfondite le analisi relative alla viabilità e al trasporto pubblico e le analisi riguardanti i nuclei storici. Il Piano delle Regole considera inoltre l’individuazione dei vincoli amministrativi (strade, elettrodotti, depuratori, pozzi idrici destinati al consumo umano, cimiteri, ecc.) e l’individuazione dei vincoli paesaggistici e storico architettonici definiti dalla legislazione vigente. Queste informazioni sono fondamentali per la costruzione dei data- base per lo sviluppo del S.I.T.. Il Piano delle Regole, sempre facendo riferimento alle analisi del territorio comunale, deve individuare gli ambiti e le aree da assoggettare a specifica disciplina su una base cartografica di dettaglio, in particolare si evidenziano: - gli ambiti del tessuto urbano consolidato, costituito dall’insieme delle parti del territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in esso le aree libere intercluse o di completamento1. In particolare identifica: i nuclei di antica formazione ed i beni ambientali e storico- artistico-monumentali e le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente2; - gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale3; - i vincoli delle azioni di piano4; - le aree destinate all’esercizio dell’attività agricola5; - le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche6;

1 art. 10, primo comma, lett.a), L.r. 11 marzo 2005, n. 12 2art. 10, secondo comma, L.r. 11 marzo 2005, n. 12 3art. 10, primo comma, lett.b), L.r. 11 marzo 2005, n. 12 4art. 10, primo comma, lett.d), L.r. 11 marzo 2005, n. 12 5art. 10, primo comma, lett.e) num. 1), L.r. 11 marzo 2005, n. 12 6art. 10, primo comma, lett.e) num. 2), L.r. 11 marzo 2005, n. 12

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- le aree non soggette ad interventi di trasformazione urbanistica7; Spetta inoltre al Piano delle Regole individuare gli strumenti di compensazione ed incentivazione urbanistica. In questa fase verranno effettuate delle consultazioni per acquisire, almeno 30 giorni prima dell’adozione, il parere delle parti sociali ed economiche.

1.3. ADOZIONE E APPROVAZIONE Il Piano delle Regole è adottato dal Consiglio Comunale. Entro novanta giorni dall’adozione, il Piano delle Regole è depositato nella segreteria comunale per un periodo continuativo di trenta giorni, ai fini della presentazione di osservazioni nei successivi trenta giorni. Del deposito è fatta pubblicità sul B.U.R.L. e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale. Entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, il Consiglio Comunale decide sulle stesse e dopo la deliberazione di controdeduzione alle osservazioni approva definitivamente il Piano delle Regole.

7art. 10, primo comma, lett.e) num. 3), L.r. 11 marzo 2005, n. 12

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2. USO DEL SUOLO

La carta relativa all’Uso del Suolo è lo strumento base per la conoscenza del territorio comunale, ed è necessaria per identificare, con maggiore precisione possibile, la presenza di particolari valori architettonici e naturali, le aree di maggiore criticità e le principali attività antropiche presenti sul territorio stesso, distinte per tipologia. La sua lettura permette di rilevare i cambiamenti nell’uso del suolo in ambito agricolo e non, sulla base delle informazioni acquisite durante la rilevazione diretta e minuziosa sul territorio elaborata nei periodi di luglio 2012 e una successiva opportuna verifica nel giugno 2013. Tale carta costituisce inoltre un ausilio indispensabile nell’ambito delle valutazioni agroforestali e naturalistiche, per la programmazione, la pianificazione e la gestione del territorio e per un controllo temporale delle trasformazioni in atto nello stesso, consentendo la lettura territoriale ed il monitoraggio delle dinamiche evolutive. La carta dell’Uso del Suolo, individua due categorie principali, il “Suolo trasformato” e il “Suolo non trasformato”, e si sviluppa in successivi livelli di dettaglio individuando all’interno di queste categorie quattro classi principali: la lettura finale dell’intero territorio comunale si articola successivamente nelle trentuno sottoclassi di uso del suolo, e nell’utilizzo delle simbologie per la localizzazione delle attività e dei servizi presenti. Per quanto riguarda il suolo non trasformato, sono state utilizzate le tipologie d’uso agricolo e forestale del suolo, desunte dal DUSAF della Regione Lombardia. Per semplificare la lettura territorio agricolo, le tipologie d’uso individuate sono state raggruppate in tredici categorie: altre legnose agrarie (27.702 mq), aree degradate non utilizzate e non vegetate (172.952 mq), aree verdi incolte (399.450 mq), boschi di latifoglie a densità media e alta (40.338 mq), cespuglietti in aree agricole abbandonate (2935 mq), coltore floro-vivaistiche a pieno campo (14.471 mq), colture orticole a pieno camp (383.880 mq), colture orticole protette (18.896 mq), frutteti e frutti minori (25.861 mq) pioppeti (75.817 mq), prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive (41.473 mq), seminativi semplici (19.473.608 mq) vigneti (6.648 mq), altro verde incolto (279.809 mq). Su un totale di 25.862.632 m2 di superficie territoriale comunale, 21.335.452 m2 costituiscono il suolo non trasformato che rappresenta quindi il 81 % della superficie totale. Su un totale di 25.862.632 m2 di superficie territoriale comunale, circa 847.995 m2 rappresentano il suolo trasformato che costituisce il 3,2 % della superficie totale. Fanno parte del suolo trasformato le seguenti categorie: cantiere (140.036 mq), tessuto residenziale (456.091mq), tessuto residenziale sparso (215.916 mq), verde privato (62.950 mq),centri storici (393.868 mq), servizi e attrezzature di interesse pubblico (320.648 mq),aiuole stradali (1.210 mq), insediamenti industriali (327.539 mq),comemrcio ingrosso e dettaglio (100.148 mq), alberghi, bar, ristorante (11.815 mq), cantieri (247.197 mq),costruzioni (268.715 mq), discariche colmate (14.474 mq), industrie estrattive (1.133.458 mq), trasporti e magazzinaggio (22.366 mq), attività dismesse (3.124 mq). Per la localizzazione delle attività produttive, presenti nel comune, i rilievi diretti sul territorio sono stati integrati con gli elenchi della Camera del Commercio. Le tavole, rappresentate in scala 1:2000 e 1:5.000, e l’analisi approfondita di tutte le informazioni acquisite durante la rilevazione diretta sul territorio sono contenute nell’ambito del Piano delle Regole e sono riportate, per completezza di informazioni, anche all’interno del Documento di Piano. (vedi Tavola 5.1, 5.2 – Uso del suolo, territorio comunale - scala 1:5.000)

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3. INFRASTRUTTURE – VIABILITA’ E TRASPORTI

3.1. VIABILITA’ - STATO DI FATTO Il territorio di Medole è attraversato da ben cinque strade provinciali: - Strada provinciale S.P. n. 236 “Goitese” (ex Strada Statale), Extraurbana principale, Strada provinciale rete secondaria - tipo C, infrastruttura di intenso traffico diurno e notturno pesante e leggero, attraversa il territorio comunale da Nord-Est a Nord-Ovest collegando Mantova a Brescia; - Strada provinciale S.P. n. 9 “Medole - ”, parte Extraurbana secondaria, Strada provinciale rete secondaria - tipo C, in ingresso al centro abitato classificata come Strada Urbana di scorrimento di interesse provinciale, con traffico di media intensità proveniente da Ovest verso il centro del Comune; - Strada provinciale S.P. n. 10 “Castiglione - ”, parte Extraurbana secondaria, Strada provinciale rete secondaria - tipo C , e parte Urbana di scorrimento di interesse provinciale nel tratto interno al centro abitato, interessa il territorio da Nord-Ovest a Sud-Est, il tracciato è interessato da traffico di media intensità prevalente nel periodo diurno. - Strada provinciale S.P. n. 8 “Medole - ”, Extraurbana secondaria, Strada provinciale rete secondaria - tipo C; e Urbana di scorrimento, Strada di interesse provinciale, infrastruttura di media intensità prevalente nel periodo diurno. Attraversa il territorio da Nord-Est fino all’area centrale del paese congiungendosi alla S.P. n. 10 “Castiglione - Ceresara”; il tratto interno al centro abitato, compreso tra il km 7+600 e il km 9+640, dall’incrocio con la S.P. n.10, in direzione , è stato declassato a strada comunale (Decreto n.535 del 20.01.2006 Regione Lombardia – Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità); - Strada provinciale S.P. n. 8 bis “della Calza”, Extraurbana secondaria, Strada provinciale rete secondaria - tipo C; Attraversa la parte ovest del territorio collegando Medole dalla S.P. n. 10 “Castiglione - Ceresara” a Castel Goffredo. Infine, il territorio comunale è interessato da una fitta rete di strade comunali classificate nella rete locale principale e rete locale secondaria: fanno parte della rete locale principale la via Umberto I°, via Fontana, via Strada Annunciata, via D. Pesenti,via Strada Cà Morino, via San Martino, via Matteotti, via Roma, P.zza Vittoria, via Strada , mentre della rete locale secondaria le vie di collegamento di maggiore importanza riguardano Via Strada Castiglione, Strada Vicinale Monte Medolano – Barcaccia, Strada dei Vanni, Strada Colla, Strada Cà morino – Brunini, via Pieve, via I° Maggio,via Villa , via Dosso, via S. Damaso e Strada Sassi verso Castel Goffredo.

Sulle tavole della viabilità si è inoltre riportato il limite del centro abitato individuato in base all’art. 4 del Decreto Legislativo n. 285 del 30/04/1992 “Nuovo codice della strada”, cha alla data di stesura del presente PGT risulta in fase di approvazione da parte dell’Amminstrazione comunale. Tale limite è stato utilizzato per l’individuazione delle fasce di rispetto stradale per l’edificazione. La classificazione delle strade e le rispettive fasce di rispetto stradali si basano sulle indicazioni contenute all’interno degli “Indirizzi normativi” del PTCP della Provincia di Mantova approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 3 del 8 febbraio 2010. Con Decreto della Regione Lombardia n. 535 deI 20/01/2006 ad oggetto: “Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Provincia di Mantova. Declassificazione a strada comunale del tratto della S.P. n. 8 "Casoldo-Pozzolengo" compreso tra il Km. 7+600 e il Km 9+640 all'interno del centro abitato di Medole”, è stato approvato il provvedimento di “…declassificazione a strada comunale del tratto della S.P. n. 8 "Casoldo-Pozzolengo" compreso tra il Km. 7+600 e il Km 9+640 all'interno del centro abitato di Medole (MN) per una estesa complessiva di Km 2,040, come individuato con la deliberazione della Giunta Provinciale di Mantova n. 228 del 15 settembre 2005”. (vedi Tavv. 8.1 - 8.2 - 8.3 - Viabilità e trasporto pubblico - stato di fatto in corso e in progetto, scala 1:5.000).

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3.1.1. PERCORSI CICLO PEDONALI Il territorio di Medole è caratterizzato da andamento pianeggiante, costituito da prati e ricco di capezzagne che ne permettono la fruibilità. Sulle tavole della viabilità si sono riportati, in coerenza con il “Piano dei Percorsi e delle Piste Ciclopedonali” della Provincia di Mantova redatto nel marzo 2006, i “Percorsi appartenenti alla rete di terzo livello” identificati nella Tavola 2 nord - “Identificazione e classificazione della rete”. Il primo percorso proviene dal comune di Castel Goffredo, entro il territorio di Medole, interessa dapprima la Strada vicinale Margherite, prosegue lungo Strada Colla e affianca l’omonima cascina che ospita un affresco votivo di interesse storico-architettonico, prosegue entrando nel centro abitato attraverso via Don Dino Bondavalli, entra nel centro storico attraverso via Damigelli, prosegue in via Umberto I, oltrepassa Piazza Marconi ove è possibile osservare il campanile della Chiesa parrocchiale, la torre gonzaghesca, il palazzo merlato e la scuola, dopo di che procede per via Fontana, gira in via Cantarane e svolta in via G. Mazzini, da qui prosegue lungo la via sino alla rotatoria e risalire in fianco alla S.P. n. 10 verso il centro storico. La cartografia provinciale riporta un percorso interno al parco comunale che permetterebbe di raggiungere via San Martino, ma tale percorso non trova riscontro nello stato dei luoghi, pertanto, riprendendo il tragitto da via San Martino, in adiacenza al parco comunale, si prosegue lungo via Pieve, via G. Matteotti e lungo la S.P. n. 8, sino all’antica Pieve romanica. Da via San Martino, un altro tratto del percorso, svolta verso nord, in via Fratelli Cervi, gira in via Fonatnile e prosegue lungo la Strada vicinale della Campagna, percorre un tratto della Strada Bresciana e da qui procedere per 1 km sino ad arrivare a Castiglione delle Stiviere in località Campagna, il percorso offre anche l’opportunità di dirigersi verso destra, lungo la Strada vicinale Monte Medolano che passa in adiacenza all’estremità settentrionale del monte anche detto della “Barcaccia” e prosegue oltrepassando la S.P. n. 236 “Goitese” grazie ad un sottopasso, segue il confine comunale per circa 1 km ed entra nel comune di Solferino. Il percorso proveniente da località Colla, più precisamente da via G. Mazzini, prosegue lungo Strada Pedestorta oltrepassando la S.P. n. 8, seguita lungo la Strada Marchionale sino ad arrivare ad una capezzagna che corre lungo il lato sinistro del Canale Virgilio, lungo questa strada. Percorrendo il percorso di destra si raggiunge di nuovo Castel Goffredo, percorrendo il percorso di sinistra, oltrepassando la S.P. n. 236 “Goitese” si giunge alla località Rebecco nel comune di Guidizzolo.

All’interno del territorio comunale è prevista la realizzazione di una parte del progetto denominato “I percorsi ciclabili delle colline Moreniche del Garda”. Il progetto, promosso da Comunità del Garda, coinvolge sette Comuni dell’area delle Colline Moreniche: Guidizzolo, Medole, , , Solferino, e . E’ prevista la realizzazione di una rete di percorsi ciclabili e pedonabili che ccollegheranno i comuni interessati anche al territorio circostante, sino ad interessare i flussi turistici che frequentano il Garda. Obiettivo principale del progetto è quello di promuovere una mobilità dolce, capace di far apprezzare la vivibilità dei centri urbani interessati, ma anche di valorizzare un territorio nel suo complesso, dotato di grandi potenzialità paesaggistiche, culturali, enogastronomiche e interessato a promuovere la propria immagine turistica. Per quanto riguarda il comune di Medole si identificano tre itinerari. Il primo itinerario proviene dal comune di Solferino ed interessa Strada Cà Morino, oltrepassa la S.P. n. 236 “Goitese” e si immette su via T. Nuvolari, prosegue lungo la S.P. n. 8 dirigendosi verso il centro abitato, passa davanti alla Pieve romanica e al cimitero comunale ed entra in centro storico attraverso via Matteotti, via Pieve e via San Martino passando davanti al parco comunale, seguita in via Roma sino a oltrepassare Piazza Vittoria, scende in via Umberto I°, attraversa Piazza Marconi, ridiscende lungo via Fontana, seguita lungo la Strada dell’Annunciata terminando in corrispondenza con il confine comunale di Castel Goffredo. Il secondo itinerario proviene dal comune di Guidizzolo ed interessa Strada Guidizzolo e si immette alla S.P. n. 8 sul percorso descritto precedentemente.

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Il terzo itinerario interessa Strada Cà Morino Brunini che affianca il lato ovest del cimitero comunale, prosegue attraversando Strada Cà Morino, continua su Strada Cà Morino Gelmotti, seguita per Strada Campagna e gira su Strada Bresciana sino al confine con il comune di Castiglione delle Stiviere. Per quanto riguarda il comune di Medole i tracciati della rete di percorsi ciclopedonali permetteranno una maggiore fruibilità del PLIS. (vedi Tavv. 8.1 - 8.2 - 8.3 - Viabilità e trasporto pubblico - stato di fatto in corso e in progetto, scala 1:5.000).

E’ stato contestualmente analizzato anche il “Piano regionale della mobilità ciclistica” del quale, al momento è stata effettuata la prima conferenza di Valutazione Ambientale Strategica in data 30 maggio 2013. Detto piano non contiene indicazioni specifiche in merito ad eventuali percorsi interni al territorio di Medole. Si segnala che i percorsi di importanza sovra locale maggiormente prossimi ai comuni mantovani e quindi allo stesso comune di Medole sono il percorso regionale di rilevanza europea n. 7 “Ciclopedonale del Sole” e il percorso regionale di rilevanza nazionale n. 2 “Pedemontana Alpina”. La “Ciclopista del Sole” ha una lunghezza di 3.000 km, è il ramo n. 1 della rete nazionale BicItalia che collega l'Italia con la rete ciclabile Europea (EV7). Si tratta di un percorso che dal Brennero si snoda lungo tutta la penisola toccando la valle dell'Adige, Verona, Mantova, Bologna, Firenze, Grosseto, Civitavecchia, Roma, Latina, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Messina, Palermo, per poi risalire verso Cagliari e Olbia. Attualmente è stata realizzata in gran parte dal Brennero fino quasi a Verona seguendo il corso dell'Adige. Il percorso si snoda in prevalenza su una striscia di asfalto percorsa unicamente da biciclette e, raramente, da qualche mezzo agricolo. Restano alcuni tratti in cui si è comunque costretti a percorrere strade provinciali che comunque sono poco trafficate (e per pochi chilometri). La “Pedemontana Alpina” ha una lunghezza di 1.100 km, è il ramo n. 2 della rete nazionale BicItalia, dal Friuli al Piemonte collegando i grandi laghi lombardi. Questo itinerario cicloturistico percorre da est a ovest le zone prevalentemente collinari a sud dei grandi laghi alpini lombardi. Nella prima parte, costeggiando il Mincio, coincide con la Ciclopista del Sole e con Eurovelo 7. A Como incrocia La Via dei Pellegrini, ovvero Eurovelo 5. Il collegamento alle grandi direttrici del cicloturismo internazionale, la naturale bellezza dei luoghi e la ricchezza delle testimonianze artistiche invitano a queste strade.

3.2. VIABILITA’ IN PROGETTO Il territorio comunale di Medole è interessato dal progetto di prossima realizzazione della “Tangenziale nord al centro abitato di Guidizzolo - Variante alla ex S.S. n. 236 Goitese” importante arteria di collegamento fra Mantova e Brescia. Il PGT recepisce quanto previsto dal PTCP della Provincia di Mantova. Tale tracciato ha lo scopo di deviare il traffico intenso di attraversamento del centro abitato di Guidizzolo, che crea ovviamente gravi problemi. Questo progetto rientra all’interno di un disegno di riqualicazione dell’importante arteria ex S.S. n. 236 – dal km 22 al km 27 e mira al potenziamento dell’itinerario Mantova - Brescia mediante la previsione di nuovi tratti viari esterni intercettati, alcuni dei quali già realizzati. Il tracciato si sviluppa principalmente all’interno dell’area comunale di Guidizzolo, per quanto riguarda la parte che interessa Medole, la riqualificazione stradale parte all’altezza di Cascina Fiorita, è prevista la realizzazione di controstrade di immissione alla tangenziale che permetterà il collegamento alla rotatoria esistente che serve l’area artigianale di via T. Nuvolari, inoltre sarà realizzata una rotatoria in sostituzione dell’incrocio tra la S.P. n. 8 e la S.P. n. 236 e saranno poi realizzate due strade che permetteranno l’immissione sulla S.P. 8 delle attività esistenti ubicate lungo la S.P. 236 sulla quale attualmente hanno diretto accesso. Il progetto e le informazioni relative alla variante alla ex SS n. 236 sono sono state fornite dalla Provincia di Mantova.

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Entro il territorio urbanizzato di Medole è prevista la riqualificazione di un tratto di strada esistente, via Matteotti, per una lunghezza di circa 650 m; realizzazione di due rotatorie, l’una in sostituzione dell’incrocio tra via Pesenti, via Annunciata e via Fontana e l’altra in sostituzione dell’incrocio tra la Strada Marchionale e la S.P. n. 10 “Castiglione - Ceresara”. (vedi Tavole 4.1, 4.2 Viabilità e trasporto pubblico, stato di fatto, in corso e in progetto, fasce di rispetto stradali - territorio comunale, in scala 1:5.000).

3.3. TRASPORTO PUBBLICO Per quanto riguarda il trasporto pubblico, gli autobus di linea extraurbani dell’Azienda Pubblici Autoservizi Mantova APAM S.p.A percorrono la S.P. n. 236 “Goitese” per i flussi Mantova - Castiglione delle Stiviere - Desenzano del Garda - Brescia e viceversa, la S.P. n. 10 per i flussi Castiglione delle Stiviere - Asola, Asola - Castel Goffredo - Castiglione delle Stiviere - Desenzano del Garda, la S.P. n. 8 per i flussi Castiglione delle Stiviere - Asola, Asola - Castiglione - Desenzano del Garda, Castel Goffredo - Castiglione delle Stiviere. Sulla cartografia della viabilità e dei trasporti pubblici sono state individuate e contrassegnate con apposita simbologia tutte le fermate e ad ognuna è stato associato un codice per il collegamento ad una scheda che ne descrive le caratteristiche: - il nome, che corrisponde al nome della via dove la fermata è localizzata; - il codice numerico, che permette di collegare la scheda alla cartografia; - le informazioni che contribuiscono a fornire il giudizio sul grado di sicurezza della fermata; - un estratto della cartografia aerofotogrammetrica in scala 1:2000, con l’individuazione della fermata nei due sensi di marcia della strada e la localizzazione dell’attraversamento pedonale. Per garantire la sicurezza, la tipologia della fermata può essere in piazzola, collocata quindi in un’area al di fuori della carreggiata stradale, o in carreggiata, in cui deve essere comunque presente il marciapiede adeguatamente collegato alla rete pedonale esistente. In entrambi i casi l’attraversamento pedonale deve essere collocato in coda alla fermata dell’autobus. La tipologia delle fermate si differenzia nel caso di fermata in prossimità di intersezioni con circolazione rotatoria, infatti per le rotatorie in ambito urbano la fermata può essere realizzata in carreggiata, in prossimità del ramo in ingresso alla rotatoria, ad una distanza di un metro dall’attraversamento pedonale situato in corrispondenza dell’isola separatrice.

Il comune di Medole è interessato dalla presenza di dieci fermate del trasporto pubblico cinque delle quali localizzate lungo le strade provinciali che attraversano il territorio comunale. Tutte sono sprovviste di una piazzola separata dalla carreggiata. Di seguito vengono descritte una per una tutte le fermate del trasporto extraurbano. La fermata della SP ex SS 236 / Località Crocevia (F1) in direzione Brescia è in carreggiata, non è dotata di pensilina ed è presente il marciapiede anche se quest’ ultimo è malmesso; in corrispondenza di questa fermata esiste quella in direzione Mantova una decina di metri più avanti, che presenta le stesse caratteristiche tranne il marciapiede. Non è presente l’ attraverso pedonale. La fermata della SP 8 via Crocevia (F2), è situata vicino alla nuova rotatoria. La fermata in direzione Asola si trova in carreggiata, è sprovvista di pensilina e non ha il marciapiede. La fermata in direzione Desenzano ha le stesse caratteristiche. L’attraversamento pedonale non è presente. La fermata della SP 10 strada Castiglione (F3) è in carreggiata ed è sprovvista di marciapiede e pensilina; nella direzione opposta la fermata si trova in carreggiata, non sono presenti né il marciapiede, né la pensilina. L’ attraversamento pedonale non è presente. La fermata della SP 8 via Giacomo Matteotti (F4) si trova davanti al cimitero, vicino all’ ingresso. In direzione Asola è provvista di segnaletica verticale, mentre che in direzione Desenzano la segnaletica è assente. La fermata è in carreggiata e senza marciapiede in entrambe direzioni e l’attraversamento pedonale si trova vicino alla fermata, in testa.

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La fermata della SP 8 via D. Pesenti (F5) si trova vicino alla ditta Galvanotecnica. In direzione Desenzano, la fermata è provvista di segnaletica verticale ma sprovvista di marciapiede e pensilina. La fermata in direzione Asola, si trova distante una decina di metri ed è in carreggiata, sprovvista di marciapiede e pensilina. L’ attraversamento pedonale non è presente. La fermata di via Guidizzolo (F6), in direzione Asola – Castel Goffredo, è in carreggiata, non è dotata di marciapiede e di pensilina e l’attraversamento pedonale in questo caso è del tutto assente; nella direzione opposta la fermata presenta le stesse caratteristiche. La fermata di viale Zanella (F7) è situata nel centro storico di Medole. Sia in direzione Castiglione sia in direzione Asola non è presente la pensilina né il marciapiede e sono in carreggiata. In questo caso l’attraversamento pedonale è un po’ distante. La fermata di piazza Vittoria (F8) è situata nel centro storico di Medole. In direzione Castiglione delle Stiviere la fermata davanti a Palazzo Minelli è in carreggiata, sprovvista di pensilina e marciapiede. La fermata direzione Asola – Castel Goffredo presenta le stesse caratteristiche Gli attraversamenti pedonali sono vicini alla fermata. La fermata di via Fontana (F9) è dotata di segnaletica verticale in entrambe direzioni. In direzione Castiglione la fermata è sprovvista di pensilina ma è dotata di marciapiede, mentre che in direzione Asola – Castel Goffredo il marciapiede non è presente. Entrambe sono in carreggiata e non hanno l’ attraversamento pedonale. La fermata di via Guidizzolo (F10) si trova vicino alla cascina Vescova. La fermata in direzione Castiglione è dotata di segnaletica verticale, è sprovvista di pensilina e marciapiede, e si trova in carreggiata. Per quanto riguarda la fermata in direzione Guidizzolo, questa presenta le stesse caratteristiche tranne che non è dotata di segnaletica. In conclusione si puo’ constatare che la maggior parte delle fermate avviene in carreggiata, su strade ad elevato traffico veicolare e che nessuna è dotata di pensilina; infine, nel territorio comunale, le fermate sono del tipo “a chiamata”, localizzate ai margini della carreggiata in luoghi dove non è presente nemmeno il marciapiede. (vedi Fascicolo: Allegato A - Piano dei Servizi – Fermate trasporto pubblico)

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4. CENTRI STORICI

Il Comune di Medole è caratterizzato da un importante, in termini dimensionali, nucleo storico che è situato al centro del suo territorio. Il nome deriva probabilmente dal grande ghiaieto di ciottoli, detto “medolo”, situato a nord dell'abitato. I primi segni risalgono al I secolo e indicano l’esistenza di un abitato, di cultura e lingua latina. Il nucleo originario si trova nell’attuale zona nord-est dell’abitato, dove si trova la Pieve romanica, costruita attorno al X secolo. In epoca medievale il borgo riappare come “vicus” in un documento nel 814, e poi come “Castrum” nel 1020, periodo questo, in cui si assiste ad uno sviluppo di tipo comunale attorno all'antico castello. Nei secoli successivi si succedono parecchie famiglie come i Visconti, gli Scaligeri, ancora i Visconti e Venezia, fino al 1404, quando entra nel dominio dei Gonzaga di Mantova. a allora la sua storia fu strettamente legata a quella della nobile casata mantovana, di cui seguì prima l'ascesa e poi il declino. Nel periodo seguente Medole è teatro di molte battaglie come la seconda guerra d’Indipendenza del 1859, nella quale si affrontano gli eserciti austriaco e franco-sardo. Il territorio comunale è inoltre coinvolto nelle vicende risorgimentali e nella guerra di liberazione L’urbanizzato, come si evince dai catasti storici, si è sviluppato, nel corso dei secoli, nella campagna distesa ai piedi delle propaggini sud-occidentali dell’anfiteatro morenico del Garda attorno alla Seriola Marchionale, che suddivide il territorio comunale in due parti. L’abitato è collegato da brevi diramazioni stradali con le strade Mantova – Brescia ed il centro risulta attraversato dalle strade provinciali che collegano Medole a Castiglione delle Stiviere, a Carpenedolo, a Castel Goffredo e a Ceresara. Alla fine del secolo XIX e agli inizi del Novecento l'immagine del territorio è composta dal nucleo storico attraversato dalle direttrici principali e da un sistema di insediamenti, a carattere rurale, collegati da un reticolo di strade secondarie impostate sul disegno morfologico della campagna. Tra il XIX e il XX secolo il comune di Medole si presenta con una vocazione prettamente agricola ed artigianale nella quale il nucleo centrale destinato alla residenza è posto in posizione baricentrica rispetto al contesto. L'economia del comune si basa prevalentemente sulla coltivazione della terra e la popolazione è impegnata nel settore dell'agricoltura. Confrontando le mappe storiche analizzate presso l’archivio di stato con le mappe catastali più recenti, disponibili negli uffici comunali, possiamo affermare che nel corso del ‘900, nel comune di Medole avvengono processi di trasformazione, con l’inserimento di nuove costruzioni nelle maglie del tessuto rurale, ed espansione che al contrario riguardano i terreni inedificati adiacenti alla zona urbanizzata. Gli insediamenti di carattere industriale e produttivo sorgono in zone agricole, fuori dal perimetro dell'abitato secondo una logica di dispersione sul territorio in cui l'unico elemento di attrazione è rappresentato dai collegamenti infrastrutturali.

4.1. LA CARTOGRAFIA L’elaborato grafico di base, costituito dalla cartografia aerofotogrammetrica in scala 1:1.000 è stato arricchito dalle informazioni ricavate mediante osservazione diretta dei luoghi. Si è realizzata così una cartografia di tipo simbolico in scala 1:500, probabilmente imprecisa dal punto di vista geometrico, ma ricca di tutte le informazioni necessarie a completare adeguatamente le notizie contenute nelle schede d’indagine. Si sono poi effettuati sopralluoghi finalizzati a: - aggiornare e integrare la base cartografica così realizzata, mediante osservazione diretta dei luoghi; - verificare e completare le informazioni toponomastiche; - individuare ambiti omogenei, tenendo conto dell’impianto urbanistico consolidato dagli abitati storici, delle caratteristiche tipologiche e di destinazione d’uso degli edifici e delle loro pertinenze, della suddivisione presumibile delle proprietà; - individuare unità minime d’intervento, tenendo conto dell’impianto urbanistico degli ambiti, della suddivisione dei mappali, delle caratteristiche tipologiche ed architettoniche degli edifici e delle loro pertinenze, della suddivisione presumibile delle proprietà; - individuare elementi caratterizzanti il tessuto urbano dei nuclei antichi, le emergenze di tipo architettonico e la vegetazione di rilevanza ambientale.

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4.2. LA PERIMETRAZIONE DEI NUCLEI ANTICHI Considerata l’estensione territoriale, il significato identitario per la comunità locale e la rilevanza storico- architettonica dei beni presenti, l’Amministrazione comunale ha richiesto un particolare approfondimento analitico e normativo per i nuclei d’antica formazione. La conseguente articolata analisi ha prodotto una classificazione degli edifici, identificati mediante U.M.I. (Unità Minime d’Intervento), atta a disciplinarne puntualmente ed efficacemente le modalità di trasformazione. La ricerca all’archivio di stato ha permesso di analizzare le “Mappe piane del Catasto Napoleonico” (1811-1813), le “Mappe piane del Catasto austriaco“ (1842), le “Mappe piane del Catasto del Regno d’Italia” (1895-1903); a questi si sono aggiunti i dati ricavati dalla lettura dei catasti più recenti disponibili presso gli uffici comunali. Dall’analisi di detta cartografia storica, comparata con l’osservazione diretta della morfologia dei luoghi e delle caratteristiche architettoniche ed edilizie dei fabbricati e delle loro pertinenze, si è provveduto a delimitare il perimetro del centro storico e dei nuclei rurali antichi prevalentemente residenziali, includendo anche i nuclei segnalati nel P.T.C.P. della Provincia di Mantova.

4.3. L’INDAGINE L’indagine sul campo, dalla realizzazione della cartografia di base alla compilazione delle schede di rilevazione ed alle relative riprese fotografiche si è sviluppata nei mesi da maggio 2011 a giugno 2013. Nel 2011 si sono effettuate operazioni di controllo, integrazione ed allineamento dei dati tra i diversi materiali raccolti ed i diversi elaborati predisposti (cartografia e schede), al fine di assicurare l’indispensabile uniformità e completezza dei giudizi, necessaria alla più corretta definizione della normativa d’intervento proposta. L' osservazione, per comprensibili ragioni operative, è stata effettuata solo all’esterno degli edifici, cercando di rilevare accuratamente ogni parte o porzione dell’unità in esame; talvolta purtroppo l’osservazione è risultata parziale od incompleta a causa dell’impossibilità di accedere ai luoghi.

4.4. LA DATAZIONE DEI FABBRICATI L’analisi della documentazione storica raccolta, il confronto con le mappe del catasto moderno ed il rilievo aerofotogrammetrico del 2010 comparate con le risultanze del rilievo diretto delle caratteristiche tipologiche, architettoniche ed edilizie dei fabbricati, ha permesso di proporne una datazione presumibile. Le tavole di analisi storica dei centri di Medole, redatte per opportuna sintesi in scala 1:1.000, illustrano riassuntivamente, mediante campiture a colori, la presenza dei fabbricati nei diversi documenti catastali, ai quali è stato attribuito il valore di soglie successive di datazione storica. Il sedime della maggior parte dei fabbricati esistenti risulta interessato dalla presenza, nei diversi catasti, di edificazioni planimetricamente più o meno coincidenti; l’osservazione diretta delle caratteristiche tipologiche e costruttive degli edifici, ha condotto a valutarne l’attribuzione prevalente ad una delle soglie di datazione storica considerate. Per differenza è risultato così possibile identificare con sicurezza anche le addizioni o le superfetazioni incongruenti edificate in epoca recente.

4.5. LE SCHEDE DI RILEVAZIONE L’indagine analitica ha portato all’accumulo di una consistente quantità di informazioni difficile da gestire se non affidata alla memoria computerizzata. L’obbiettivo del sistema informatico è quello di creare un sistema di gestione integrata di dati che permetta di catastare, organizzare ed elaborare globalmente tutte le informazioni che possono essere prodotte nel corso di un indagine intensiva su un nucleo storico.

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In particolare con il mezzo informatico si ha la possibilità di ampliare o mutare in ogni momento le informazioni contenute. Per la gestione informatica dei dati è stata elaborata una scheda collegata ad ogni unità minima d’intervento, individuata all’interno di ogni ambito ritenuto urbanisticamente omogeneo ed identificata sulla carta con numerazione progressiva (numero dell’isolato e numero dell’unità). La scheda è stata suddivisa in due pagine: la prima pagina contiene i campi con i riferimenti necessari per localizzare gli edifici nel tessuto abitativo ed i campi che costituiscono l’analisi, la seconda pagina contiene le norme di attuazione.

Le indicazioni contenute nel database riguardano:

Riferimenti: Per ogni unità minima è stato specificato il campo “indirizzo” che corrisponde alla denominazione della via e al numero civico relativo all’immobile principale. La voce “denominazione” fa riferimento al nome storico con cui viene identificato un particolare edificio. In fondo alla prima pagina sono state inserite una o più immagini significative della facciata (solitamente una ripresa della facciata sul fronte strada e una ripresa sul lato posteriore).

Analisi: L’analisi si compone di: analisi storico ambientale, analisi tipologica, alterazione architettonica, condizione igienico ambientale, conservazione edilizia, aree esterne, destinazioni d’uso.

L’analisi storico ambientale è stata effettuata attraverso le seguenti voci: - epoca di costruzione, - vincolo, - valore, - elementi significativi, - valore facciata.

“L’epoca di costruzione” del fabbricato principale, classificata secondo tre soglie storiche prevalenti (“prima del 1850, tra il 1850 e il 1950, dopo il 1950”), è stata valutata sia sulla base dell’osservazione diretta dell’edificio sia sulla base delle notizie desunte dall’esame della cartografia storica raccolta.

La voce “vincolo” serve per evidenziare gli edifici sottoposti a tutela monumentale dall’”art. 10 del Decreto Legislativo. n. 42 del 24 gennaio 2004, dal decreto ministeriale apposito o segnalati nel PTCP”. La mancata espressione del vincolo è attribuita ad edifici che non hanno tutela monumentale.

Ad ogni edificio è stato attribuito un “valore” classificato secondo cinque soglie differenti: valore “architettonico” è stato attribuito agli edifici nei quali la qualità dell’impianto e/o le particolari caratteristiche tipologiche e costruttive li rendono elementi di evidente rilevanza nell’ambito del particolare contesto urbano in cui sono inseriti; valore “storico” è stato assegnato agli edifici che mantengono sostanzialmente inalterato, pure in assenza di particolare qualità, l’impianto antico e le caratteristiche dei diversi componenti e materiali costruttivi; valore “storico sottoposto a modifiche” è stato attribuito ai fabbricati di interesse storico ma sottoposti a successivi interventi che ne hanno alterato sostanzialmente le caratteristiche originarie; valore “paesaggistico” è stato dato agli edifici che mantengono un rapporto con l’ambiente storico circostante di assonanza percettiva; valore “nessuno” è stato assegnato ai fabbricati edificati in epoca recente che risultano dissonanti con l’intorno per impianto, tipologia edilizia e caratteristiche costruttive. L’eventuale presenza di valutazione duplice attiene a complessi edilizi unitari, ma con porzioni con diverso grado d’alterazione.

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Di ogni complesso edilizio si sono segnalati gli “elementi significativi” di natura architettonica, paesaggistica, decorativa o semplicemente storica, rilevati come meritevoli di conservazione. Gli elementi significativi possono essere portali d’accesso, archi, finestre, davanzali, cornici, balconi, inferriate, decorazioni, comignoli, ecc….

Il campo “valore facciata” fa riferimento alle facciate degli edifici ritenute meritevoli di tutela per il valore compositivo e/o per qualità dei materiali utilizzati e/o delle decorazioni presenti.

La voce “manufatti significativi” indica la presenza di quei manufatti di valore paesaggistico, storico e artistico che costituiscono elementi caratteristici del tessuto dell’agglomerato urbano quali: fontane, lavatoi, pozzi, muri, archi, portali, cappelle ed immagini votive, pavimentazioni storiche, alberi di rilevante interesse paesaggistico.

Nell’analisi tipologica il campo “tipo” è opportuno per precisare la tipologia dell’edificio. Alcune tipologie di edificio sono quelle contenute nelle schede del settore antropico- tipi edilizi degli elementi costitutivi del paesaggio contenute nel fascicolo “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12”. Nello specifico “edificio ecclesiastico” è un edificio adibito alle funzioni religiose, “palazzo o casa padronale” è un edificio di grandi dimensioni emergente dal tessuto urbano, “edificio a corte” è “… un’unità edilizia che si organizza attorno alla corte/cortile che è uno spazio necessario all’abitazione stessa dove si compiono operazioni di lavoro a carattere rurale…”. Un “edificio in linea” è un “…edificio contiguo ad altri edifici con aperture solo verso strada e sullo spazio di pertinenza posteriore. Le case offrono un fronte compatto verso la strada che costituisce l’elemento primario per l’allineamento e generalmente le case sono di altezza simile. Il tipo può essere allineato lungo una strada o aggregarsi attorno a spazi e cortili interni anche attraverso ballatoi…”. “Edificio d’angolo” è un edificio con due o tre lati in diretto rapporto con gli spazi pubblici. Questi fabbricati sono la cerniera tra due sistemi edilizi in linea o più semplicemente il nodo urbano da cui parte una singola linea. Il “fienile” è una costruzione di carattere agricolo atta all’essiccamento e allo stoccaggio del foraggio. Con “unifamiliare” sono etichettati quegli edifici indipendenti da altre unità abitative e generalmente corredati da giardino; si tratta di una tipologia di edificio inusuale e piuttosto inadatta in un contesto come quello di un centro storico e quindi generalmente si tratta di edifici di recente costruzione. I centri storici dei nuclei del comune di Medole possono essere ricondotti ad alcune tipologie di insediamenti ricorrenti nel territorio lombardo descritte nelle schede del settore antropico- sistemi insediativi degli elementi costitutivi del paesaggio contenute nel fascicolo “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12”. In alcuni centri o nuclei storici si rileva una prevalenza di tipi edilizi a schiera, di conseguenza si evidenziano “…degli insediamenti compatti costituiti da più edifici collegati tra loro. Vi è una direzione, quella che corrisponde all’allineamento delle case sulla strada, secondo la quale il principio di aggregazione rimane sempre il medesimo. Come principio di aggregazione ogni casa è collegata a quella vicina con la parete divisoria in comune. Le schiere vengono a formare un villaggio compatto in cui lo spazio libero è rappresentato soltanto dalle strade. Queste forme di aggregazione sono contraddistinte dalla continuità dell’immagine architettonica, pur nella varietà delle singole componenti…”. Alcune porzioni di centro storico assomigliano agli insediamenti con case a corte; questi insediamenti sono “…composti da edifici la cui fondamentale caratteristica tipologica è costituita dallo spazio libero situato all’interno di un’area edificata. La singolarità dell’insediamento con case a corte consiste nel rapporto tra il fronte rivolto sulla corte e quello rivolto sulla strada e nella presenza di determinati elementi caratteristici come il portico e il ballatoi, il portale e l’androne…”. All’interno delle unità minime di intervento rilevate, sono stati definiti edifici principali i corpi edilizi che per caratteristiche tipologiche, edilizie e di destinazioni d’uso svolgono la funzione prevalente ed identificano

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conseguentemente il complesso; parti complementari sono definiti tutti quei fabbricati o manufatti accessori, che costituiscono pertinenze a servizio del fabbricato principale (portici, magazzini, garage, fienili, logge, legnaie, ecc…).

Di ogni fabbricato principale, delle sue parti complementari e delle aree scoperte di pertinenza si è valutato il grado complessivo di alterazione architettonica rispetto all’originario impianto tipologico ed architettonico. Per l’alterazione architettonica sono state individuate tre classi: “nessuna alterazione, alterazione parziale o alterazione totale”. Tutte le valutazioni effettuate non costituiscono definizioni assolute di una condizione, ma devono essere comparate con le valutazioni effettuate per gli altri parametri di giudizio considerati nella scheda. Pertanto, per meglio comprendere l’applicazione di tali valutazioni nelle schede d’indagine, si segnala ad utile esempio che, nel caso di una nuova edificazione in ambiente storico, il grado di alterazione attribuito a detto fabbricato risulta indicato come “nessuno”.

Del complesso edilizio nel suo insieme, ed in particolare del fabbricato principale si è valutata la condizione igienico ambientale, assumendo quali parametri di giudizio: le condizioni di “illuminazione ed aerazione” dei corpi edilizi quale elemento condizionante le modalità d’attuazione di eventuali interventi di recupero distinta in “buona, mediocre e scadente”; la presenza evidente di “umidità ascendente” nelle murature quale sintomo di scadente qualità edilizia dei fabbricati; gli “usi impropri” incompatibili con la tipologia del fabbricato storico, per i quali lo stesso risulta adibito, quale fattore di degrado della conservazione architettonica del complesso edilizio.

Di ogni fabbricato principale, delle sue parti complementari e delle aree scoperte di pertinenza si è valutato anche lo stato complessivo di conservazione edilizia espresso in base a categorie riassuntive di valutazione (“conservazione buona, mediocre e scadente”).

Per quanto riguarda le aree esterne viene specificata la “destinazione d’uso” che può essere: cortile, parcheggio, giardino, orto deposito,parco, giardino storico o più destinazioni contemporaneamente. Delle aree esterne viene indicata l’estensione espressa in metri quadrati. Tale valore è una stima dell’estensione tratta dall’aerofotogrammetrico per stabilire l’ordine di grandezza delle aree esterne.

Il campo “parti complementari” specifica le caratteristiche dei fabbricati o manufatti accessori (portici, magazzini, garage, fienili, logge, legnaie, ecc…) e fornisce indicazioni sul valore architettonico, paesaggistico e storico di tali edifici.

Il campo “accessi” specifica la tipologia di ingressi dell’edificio che possono essere solamente “pedonali” o “pedonali-carrai”.

Nel campo “superfetazioni” vengono inseriti tutti gli elementi in contrasto con l’ambiente aggiunti in epoca recente che risultano privi di valore artistico, storico e paesaggistico e che devono essere rimossi. Le superfetazioni possono essere aperte (portici, tettoie, ecc…) o chiuse (baracche, depositi, ecc…).

Nell’ultimo campo destinazione d’uso è specificato “l’uso” prevalente di ogni piano in cui il fabbricato risulta organizzato. Le classi di destinazione d’uso sono: agricolo, artigianale, commerciale, alimentari, direzionale, servizi pubblico, residenza, accessorio, attività di ristoro attività ricettive, inutilizzato, non rilevabile. La destinazione d’uso segnalata nella scheda è naturalmente la destinazione che appare dall’osservazione esterna della tipologia e delle caratteristiche funzionali dell’edificio.

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Nelle note vengono indicate riassuntivamente delle informazioni aggiuntive sull’edificio come ad esempio la segnalazione dell’edificio nel P.G.T., la comunione delle aree esterne con altri edifici, la suddivisione dei piani delle diverse parti che compongono l’edificio, gli interventi in atto che riguardano l’interno o l’esterno del fabbricato, il non utilizzo o l’abbandono dell’edificio o di parte dell’edificio.

Vengono inoltre inserite delle riprese fotografiche; una ripresa fotografica riguarda gli elementi significativi, i manufatti significativi, le aree esterne o le parti complementari; l’altra riprende le superfetazioni.

4.6. LE TAVOLE TEMATICHE Sulle tavole tematiche illustrative dell’uso del suolo del centro storico si sono indicate, con apposita simbologia grafica, sono stati individuati i seguenti elementi: - la delimitazione del centro storico; - l’identificazione, a mezzo di numerazione progressiva, di ogni ambito e delle unità minime d’intervento omogenee in esso censite che rappresenta il codice per mezzo del quale è collegata la scheda di rilevazione; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, degli immobili che risultano sottoposti a tutela monumentale ai sensi dell’articolo 10 del Decreto Legislativo 42/04 o da decreto ministeriale apposito e segnalati nel PTCP; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, della presenza di porticati, logge, passaggi aperti, fienili aperti; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, della presenza di balconi, terrazze, e scale; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, delle facciate degli edifici ritenute, per il valore compositivo e/o per qualità dei materiali utilizzati e/o delle decorazioni presenti, meritevoli di tutela; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, delle addizioni e/o delle superfetazioni di recente edificazione ritenute, per collocazione o tecnica costruttiva utilizzata, in contrasto con le caratteristiche dell’ambiente storico; - l’indicazione delle cortine e delle quinte murarie di particolare qualità architettonica meritevoli di conservazione, in quanto costituiscono elementi caratterizzanti la continuità edilizia delle strade e dunque strutturanti l’ambiente storico in genere; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, di tutti quegli elementi decorativi di rilievo storico o monumentale caratterizzanti i centri ed i nuclei storici quali: monumenti, edicole votive, affreschi o pitture murali in genere, fontane e lavatoi di pregio edilizio, lapidi ed ogni altro manufatto analogo; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, delle essenze arboree, che costituiscono elementi di rilievo nell’ambiente, sia come esemplari singoli, che come cortine, filari o gruppi classificate in caducifoglie o sempreverdi; - l’indicazione, a mezzo di apposita simbologia grafica, delle caratteristiche costruttive delle pavimentazioni delle aree esterne pubbliche e private presenti e della natura e funzione delle parti conservate a “verde”. Specifiche simbologie individuano le funzioni pubbliche rilevate all’interno del tessuto storico e le attività private presenti (negozi, uffici, artigianato di servizio, attività d ristoro, ecc…). La lettura complessiva dell’analisi dovrà pertanto essere effettuata incrociando ed integrando opportunamente tra loro le notizie desumibili dalla cartografia e dalle schede. (vedi Tavole 6.1, 6.2, 6.3, 6.4, 6.5: Classificazione centri storici in scala 1:500 e Tavola 6.6: Classificazione nuclei rurali di antica formazione, in scala 1:500)

4.7. MANUALE TIPOLOGICO DEGLI ELEMENTI EDILIZI TRADIZIONALI Le indagini compiute sui nuclei d’antica formazione e sugli edifici storici presenti nel territorio agricolo (cascine) ha consentito di raccogliere un consistente materiale documentario, in particolare di tipo

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fotografico, da cui sono stati desunti i principali elementi edilizi tradizionali e d’interesse storico- paesaggistico, al fine di costruire una base informativa utile per la conoscenza dei caratteri che concorrono all’identità del paesaggio locale.

Per ogni singolo elemento edilizio costitutivo è stata preparata una scheda e ogni scheda è stata organizzata secondo dei sottoinsiemi che considerano i materiali edilizi tradizionali (pietra, legname, cotto, intonaci). La finalità dell’individuazione degli elementi edilizi tradizionali è la conservazione e la salvaguardia dei segni connotativi. Gli elementi ricorsivi sono i seguenti: materiali lapidei, finitura delle superfici murarie di facciata, loggiati, archi, colonne, pilastri, balconi e terrazze, portoni, porte, finestre, davanzali, inferriate, serramenti, scale esterne, pavimentazioni, tetto, comignoli, parti complementari, pozzi, recinzioni, cippi stradali. Per maggiori informazioni si rimanda al fascicolo Manuale tipologico degli elementi edilizi tradizionali contenuto nel Documento di Piano – Valutazione paesaggistica.

4.8. SINTESI ANALISI CENTRI STORICI

La campagna di rilevamento del centro storico ha interessato complessivamente 485 unità minime d'intervento distribuite in 16 isolati nel centro storico di Medole (comprendente La Pieve), il centro storico di Villa e i nuclei rurali di antica formazione di Colla, I Gelmotti, San Damaso e Sassi. Dall’analisi incrociata delle informazioni desumibili dalla cartografia e contenute nelle schede di rilevazione, si evidenzia che di tutti gli edifici rilevati 271 (56%) hanno valore “storico sottoposto a modifiche”, 89 (18,3%) hanno valore “nessuno”; 65 (13,4%) hanno valore “storico”; 52 (10,7%) hanno valore “paesaggistico” e 8 (1,6%) hanno valore “architettonico”.

300 271

250

200 Architettonico Storico 150 Paesaggistico Nessuno

100 89 Storico sottoposto a modifiche 65 52 50

8 0

Grafico riassuntivo “Valore” edifici nei centri storici.

Gli edifici con “nessun valore” sono edifici storici sottoposti ad interventi che ne hanno alterato sostanzialmente le caratteristiche originarie o si tratta di immobili, edificati in epoca recente e quindi dissonanti con il tessuto storico consolidato per impianto, tipologia edilizia e caratteristiche costruttive. Nel centro storico di Medole si individuano 24 (4,9%) edifici con facciata sottoposta a tutela, i più significativi dei quali sono la Scuola Elementare, la Torre Civica, la Chiesa Parrocchiale, Palazzo Minelli, Palazzo Ceni.

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5. EDIFICI IN TERRITORIO AGRICOLO

Un’approfondita indagine sugli edifici in territorio agricolo, in una realtà come quella di Medole, caratterizzata nella storia dalla prevalenza delle attività di tipo rurale, è risultata indispensabile. Tale lavoro è stato finalizzato a mantenere ed ampliare un’adeguata conoscenza della componente agraria che ha caratterizzato gli insediamenti sul territorio. La rilevazione è stata condotta su tutto il territorio agricolo comunale ma, nella formulazione delle schede, sono stati presi in considerazione solo i complessi edilizi d’interesse storico e/o architettonico e con una destinazione d’uso non solamente agricola: annotando le diverse funzioni presenti, miste tra agricole, artigianali, ricettive o residenziali. Lo scopo è stato quello di identificare i fabbricati di valore storico e/o architettonico e la tipologia di attività, diversa da quella agricola, che vi si svolge, al fine di poter avere una visione reale del patrimonio storico presente. al di fuori dei nuclei urbani, e di come queste porzioni del territorio comunale siano effettivamente utilizzate a livello funzionale. Tutti gli altri complessi o singoli edifici in territorio agricolo, che non sono stati inseriti nelle schede di rilevazione, sono di recente realizzazione e con una destinazione strettamente residenziale o unicamente agricola o di allevamento di animali. La campagna di rilevamento del territorio rurale di Medole ha interessato complessivamente 30 unità. Dall’analisi incrociata delle informazioni desumibili dalla cartografia e contenute nelle schede di rilevazione, si evidenzia che il 93% (28) degli edifici presenti nell’area agricola del comune ha un valore storico sottoposto a modifiche, mentre che il 7% (2) un valore storico. Solo un complesso di edifici in territorio agricolo risulta sottoposte a vincolo storico monumentale: - Corte di San Damaso. Mentre due edifici sono segnalati dal P.T.C.P.: - Ex Convento dell’Annunciata; - Villa Gelmina.

30 28

25

20

Storico 15 Storico sottoposto a modifiche

10

5 2

0

Grafico riassuntivo “Valore” edifici in ambito agricolo.

I restanti edifici sono considerati “privi di valore storico” in quanto si tratta di edifici storici sottoposti ad interventi che ne hanno alterato sostanzialmente le caratteristiche originari; per maggiori approfondimenti si rimanda al Fascicolo Allegato al Piano delle Regole: Edifici in territorio agricolo.

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5.1. LA CARTOGRAFIA L’elaborato grafico di base, costituito dalla cartografia aerofotogrammetrica in scala 1:1.000 è stato arricchito dalle informazioni ricavate mediante osservazione diretta dei luoghi. Si sono effettuati sopralluoghi finalizzati a: - aggiornare e integrare la base cartografica così realizzata, mediante osservazione diretta dei luoghi; verificare e completare le informazioni toponomastiche; - individuare gli elementi antropici, le emergenze di tipo architettonico, che caratterizzano il paesaggio rurale. L’indagine sul campo, dalla realizzazione della cartografia di base alla compilazione delle schede di rilevazione ed alle relative riprese fotografiche si è sviluppata nel mese di giugno 2011.

5.2. LA DATAZIONE DEI FABBRICATI La ricerca all’Archivio di Stato ha permesso di analizzare le “Mappe piane del Catasto Teresiano” (1760), le “Mappe piane del Catasto Austriaco“ (1865-1891), le “Mappe piane del Catasto del Regno Lombardo Veneto” (1865-1879); a questi si sono aggiunti i dati ricavati dalla lettura dei catasti più recenti disponibili presso gli uffici comunali. È stata redatta una tavola di analisi storica che ha permesso di sintetizzare, mediante diverse campiture, la presenza dei fabbricati nei diversi documenti catastali attribuendo ai vari catasti valori di soglia di successiva datazione storica. La comparazione di detta cartografia, con l’osservazione diretta della morfologia dei luoghi e delle caratteristiche architettoniche ed edilizie dei fabbricati e delle loro pertinenze, ha permesso di effettuare l’analisi individuando alcune cascine come storicamente rilevanti nelle loro peculiarità architettoniche e tipologiche. Si è così potuti arrivare all’elaborazione e all’individuazione di una planimetria, utilizzata poi nella redazione di apposite schede che saranno descritte di seguito.

5.3. LE SCHEDE DI RILEVAZIONE Per la raccolta delle informazioni è stata elaborata una scheda collegata ad ogni cascina, identificata sulla carta con numerazione. La scheda è stata suddivisa in due pagine: la prima pagina contiene i campi con i riferimenti necessari per l’ inquadramento degli edifici nel territorio, la seconda pagina contiene i campi che costituiscono l’analisi e l’individuazione di tutti quei caratteri architettonici che forniscono all’oggetto identità storica.

Nella prima pagina della scheda i dati inseriti riguardano: - L’“indirizzo” che corrisponde alla denominazione della via e al numero civico relativo all’immobile principale; - La “località”, cioè la denominazione della località in cui il complesso si trova; - Il “toponimo”, il nome della cascina; - La “tipologia” ( in linea, a corte ecc..). - L’“epoca di costruzione” suddivisa in classi, - Il “valore” sintetico che viene assegnato, - L’eventuale “vincolo” legislativo presente, per evidenziare gli edifici sottoposti a tutela monumentale dall’”art. 10 del Decreto Legislativo. n. 42 del 24 gennaio 2004, dal decreto ministeriale apposito o segnalati nel PTCP”. La mancata espressione del vincolo è attribuita ad edifici che non hanno tutela monumentale. Per una più immediata localizzazione del complesso, nella prima pagina è stato inserito un estratto della mappa in scala 1:1.000 - 1:3.000 nel campo “planimetria” con l’individuazione della destinazione d’uso e di ogni sua funzione, tramite l’uso di retini diversi; infine viene riportata anche un’immagine aerea ortofotogrammetrica in scala 1:1.000-1:3.000.

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La seconda pagina è incentrata sulla distinta dei componenti del complesso, delle loro funzioni, tipologie, destinazioni d’uso specifiche e il valore attribuito a ogni singola porzione. La pagina si conclude con l’eventuale segnalazione di “elementi o manufatti significativi” ed eventuali “usi impropri” e la formulazione delle “norme particolari” specifiche per ogni elemento. Il campo funzione è stato determinato sulla base della rilevazione effettuata durante il sopraluogo e stabilisce l’utilizzo prevalente dell’edificio. Il campo tipologia indica la tipologia dell’edificio; alcune tipologie elencate sono quelle contenute nelle schede del settore antropico- tipi edilizi degli elementi costitutivi del paesaggio contenute nel fascicolo “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12”. Nello specifico “edificio ecclesiastico” è un edificio adibito alle funzioni religiose, “palazzo o casa padronale” è un edificio di grandi dimensioni emergente dal tessuto rurale, “edificio a corte” è “…un’unità edilizia che si organizza attorno alla corte/cortile che è uno spazio necessario all’abitazione stessa dove si compiono operazioni di lavoro a carattere rurale…”. “Fienile” è quel fabbricato agricolo atto all'essiccamento e allo stoccaggio del foraggio, generalmente predisposto di porticato a pilastri in mattoni o cemento per quelli di più recente datazione. “Stalla” è quella costruzione dove risiedono o risiedevano gli animali da allevamento bovini o in alcuni casi suini, in genere sovrastato da un fienile. Nel campo destinazione d’uso è specificato “l’uso” prevalente di ogni piano in cui il fabbricato risulta organizzato. Le classi di destinazione d’uso sono: agricolo, artigianale, commerciale, alimentari, direzionale, servizi pubblico, residenza, accessorio, attività di ristoro attività ricettive, inutilizzato, non rilevabile. La destinazione d’uso segnalata nella scheda, come pure la funzione sono naturalmente le destinazioni che appaiono dall’osservazione esterna della tipologia e delle caratteristiche funzionali dell’edificio. Ad ogni edificio è stato attribuito un valore classificato secondo cinque soglie differenti: - valore “architettonico” è stato attribuito agli edifici nei quali la qualità dell’impianto e/o le particolari caratteristiche tipologiche e costruttive li rendono elementi di evidente rilevanza nell’ambito del territorio rurale di Medole; - valore “storico” è stato assegnato agli edifici che mantengono sostanzialmente inalterato, pure in assenza di particolare qualità, l’impianto antico e le caratteristiche dei diversi componenti e materiali costruttivi; - valore “paesaggistico” è stato dato agli edifici che mantengono un rapporto con l’ambiente storico circostante di assonanza percettiva; - valore “storico sottoposto a modifiche” è stato attribuito ai fabbricati di interesse storico, ma sottoposti a successivi interventi che ne hanno alterato sostanzialmente le caratteristiche originarie; - valore “nessuno” è stato assegnato ai fabbricati edificati in epoca recente che risultano dissonanti con l’intorno per impianto, tipologia edilizia e caratteristiche costruttive. Di ogni complesso edilizio sono stati segnalati gli “elementi significativi” di natura architettonica, paesaggistica, decorativa o semplicemente storica, rilevati come meritevoli di conservazione. Gli elementi significativi possono essere: portali d’accesso, archi, finestre, davanzali, cornici, balconi, inferriate, decorazioni, comignoli, ecc…. Nelle note vengono indicate riassuntivamente delle informazioni aggiuntive sull’edificio come ad esempio la segnalazione dell’edificio nel P.G.T., la comunione delle aree esterne con altri edifici, gli interventi in atto che riguardano l’interno o l’esterno del fabbricato, il non utilizzo o l’abbandono dell’edificio o di parte di esso.

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6. INDIVIDUAZIONE DEI VINCOLI AMMINISTRATIVI E FASCE DI RISPETTO

Sul territorio comunale sono presenti delle limitazioni d’uso del territorio derivanti dalle disposizioni normative, dai piani sovraordinati vigenti e da studi di settore. (vedi Tavole 7.1 - 7.2 – 7.3 - Vincoli amministrativi, scala 1:5.000)

6.1. VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA

Per Polizia idraulica si intendono tutte quelle attività e funzioni di controllo poste in capo all’Autorità amministrativa, da effettuare, nel rispetto e nell’applicazione delle vigenti normative, sugli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici, ai fini della tutela e della preservazione del corso d’acqua stesso e delle sue pertinenze. La materia è attualmente disciplinata dalla legge 2248/1865 allegato F e dal r.d. n.523 del 25 luglio 1904 per i corsi d’acqua e le acque pubbliche in genere, integrata dalle disposizioni del d.lgs 152/99 (art.41), confermate nel d.lgs 152/06 all’art.115, dalle Norme di Attuazione del Pai, dalla l.37/94, dal r.d.l. 1338/36 e ss.mm.ii., nonché dalle delibere regionali emanate in materia (dd.gg.rr. 7868/2002 e 13950/2003).

Nello “Studio del Reticolo Idrico Minore” effettuato a cura del Consorzio di bonifica Garda Chiese ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002, n. 7/7868 e della D.G.R. 1 agosto 2003, n. 7/13950, sono riportate le fasce di rispetto dei corsi d’acqua. Per la definizione ed estensione delle fasce di tutela di tutti i corsi d’acqua e delle opere di regimazione idraulica costituenti il reticolo idrico si sono tenuti in considerazione, oltre alla tipologia medesima del corso d’acqua anche i seguenti elementi: - Aree storicamente soggette ad esondazioni; - Aree interessabili da fenomeni erosivi e di divagazione dell'alveo; - Necessità di garantire l’accessibilità ai corpi idrici ai fini della loro manutenzione, fruizione e riqualificazione ambientale. Con riferimento all’“Allegato A” alla D.G.R. n° 4287 del 25/10/2012, il reticolo di Medole in gestione al Consorzio di Bonifica Garda Chiese è caratterizzato dai seguenti “Canali appartenenti al reticolo idrico principale”: - Seriola Marchionale; - Vaso Gozzolina; - Seriola . Con riferimento all’“Allegato D” alla D.G.R. n° 4287 del 25/10/2012, il reticolo di Medole in gestione al Consorzio di Bonifica Garda Chiese è caratterizzato dai seguenti “Canali appartenenti al reticolo idrico di bonifica”: - Dispensatore C principale; - Dispensatore D; - Dispensatore E; - Dispensatore F principale; - Dispensatore G; - Dispensatore H; - Dispensatore I; - Seriola di Medole; - Fosso Lodolo; - Canale principale (Canale Virgilio); - Fosso Sassi; - Fosso Pioppe - S. Anna; - Vaso Gambaredolo e Gambaredoletto.

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Per il reticolo idrico in gestione al Consorzio di Bonifica Garda Chiese sono previste fasce di rispetto da ciascuna sponda: - fascia di rispetto del reticolo idrico principale (10 m); - fascia di rispetto del reticolo idrico di bonifica (10 m).

Per quanto riguarda il “Reticolo idrico minore comunale” sono stati identificati: - canali naturali a cielo aperto; - canali tombinati; - canali di scarico dei dispensatori consortili; - canali di scarico tombinati dei dispensatori consortili. Per il reticolo idrico minore comunale sono previste fasce di rispetto da ciascuna sponda: - fascia di rispetto canali a cielo aperto (10 m, ridotta a 5 m all'interno del TUC); - fascia di rispetto canali tombinati (5 m).

Per la definizione di tale fitto reticolo si rimanda alle carte di rappresentazione del reticolo idrico minore.

Le suddette fasce di rispetto possono essere ridotte o annullate, sentiti gli Enti competenti, nelle zone appartenenti al centro edificato, come definito dall’art.18 della L.22/10/1971, n. 865, ovvero nelle aree che al momento dell’approvazione delle presenti norme siano edificate con continuità, con l’obbligo, per il soggetto beneficiario della deroga, di garantire la manutenzione ordinaria del corso d’acqua. Laddove sia necessario procedere alla delimitazione del centro edificato o al suo aggiornamento l’Amministrazione comunale procede all’approvazione del relativo perimetro.

6.2. AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE

La normativa di riferimento nazionale, il D.Lgs. 3 aprile 2006, n°152 “Norme in materia ambientale”, disciplina e norma le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano (art. 93) definendo le zone di tutela assoluta (ZTA) e la zona di rispetto (ZR) dei pozzi e delle sorgenti. La zona di tutela assoluta è costituita dall’area immediatamente circostante alle captazioni; deve avere un’estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione stessa, deve essere adeguatamente protetta (recinzione) ed adibita esclusivamente a opere di captazione e a infrastrutture di servizio. La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, da sottoporre a vincoli tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata. In relazione alla vulnerabilità e rischio della risorsa può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata. La zona di rispetto è stata tracciata con il criterio geometrico assumendo una superficie con R=200 m intorno alla captazione. Secondo i dati a disposizione, sotto il profilo dell’approvvigionamento idrico ad uso idropotabile, il comune di Medole è servito (con sistema acquedottistico comunale) da pozzi perforati. L’Amministrazione comunale, come previsto dall’AATO ”Autorità Ambito Territoriale Ottimale”, ha affidato la gestione del servizio idrico integrato al Gruppo SISAM spa. Le captazioni indicate nella tavola dei vincoli sono le seguenti: - pozzo lungo la Strada della Calza; - pozzo tra via San Damaso e la Strada Vicinale Ponte di Legno; E’ stato inoltre indicato il pozzo idropotabile in progetto previsto in località Tanana.

6.3. FASCIA DI RISPETTO DEL FONTANILE E RISORGIVE ARTIFICIALI

Nel comune di Medole è presente un solo fontanile localizzato lungo la linea delle risorgive, in località Pero, a nord rispetto al centro abitato.

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La fascia di rispetto del fontanile è stata fornita dallo “Studio Atlantide” del dott. geol. G. La Marca, tale fascia è stata determinata secondo gli “Indirizzi normativi” del P.T.C.P. attraverso la rappresentazione di un raggio di 50 metri dalla testa del fontanile e una fascia di 10 metri su entrambi i lati lungo i primi 200 metri dell’asta.

Sono state individuate inoltre le seguenti risorgive:

1. Risorgiva Cà Arrighi dal nome della cascina adiacente, si trova nel fossato situato nelle immediate vicinanze della cascina stessa. E' ragiungibile mediante una strada che costeggia il fossato, percorribile sia in automobile che a piedi. 2 . 3. Risorgiva Campo Cà Arrighi dal nome della cascina che si trova in quella zona, si possono individuare nel fosso che si trova alla sinistra della strada sterrata che si imbocca tenedo la cascinca Ca' Arrighi sulla propria sinistra. Sono raggiungibili a piedi o in bicicletta. 4. Risorgiva verso San Vito dal nome della corte e della chiesetta dedicata "ai morti di San Vito" da cui è poco distante. E' ragiungibile mediante la strada che si trova di fronte alla piccola cappella votiva posta in via Annunciata ed è percorribile sia in automobile che a piedi. 5. 6. 7. Risorgiva Rocchetto dal nome della zona di localizzazione, e sono raggiungibili mediante la capezzagna che costeggia il campo. Non sono molto "avvicinabili" in quanto poste a ridosso di campi privati. 8. Risorgiva Ortaia de Magiur dal nome della possibile ortaglia di proprietà. E' raggiungibile mediante la strada che si trova di fronte alla piccola cappella votiva posta in via Annunciata ed è percorribile sia in automobile che a piedi. E' situata in prossimità della risorgiva numero 4, denominata "Verso san Vito". 9. Risorgiva Manzola dal nome della località in cui è stituata. E' ragiungibile ed individua bile a piedi percorrendo la strada di fronte al civico 48 di via Domenico Pesenti, svoltando a sinistra alla prima capezzagna, per poi svoltare a destra alla capezzagna che si incontra. 10. Risorgiva Cà Arrighi 1 dal nome della corte e della zona di localizzazione, ed è visibile percorrendo la strada che costeggia il fossato della risorgiva numero 1, in suolo privato. Proseguendo per la via sempre sul lato destra della strada si incontra la risorgiva numero 10, sempre individuabile sul suolo privato. 11. Risorgiva Cà Arrighi 2 dal nome della corte e della zona i localizzazione, ed è visibile percorrendo la strada che costeggia il fossato della risorgiva numero 1 e 10, in suolo privato. Proseguendo per la via sempre sul lato destro della strada si incontra la risorgiva numero 11, sempre individuabile sul suolo privato al di là di una rete perimetrale. 12. Risorgiva Masina dal nome della corte e della zona di localizzazione, è raggiungibile mediante la strada che costeggia l'azienda agricola posta nella suddetta località e visibile di fronte all'azienda stessa. Individuabile su di una curva che la strada compie in direzione della località "Sassi". 13. Risorgiva verso Masina così denominata perchè in prossimità della corte Masina. Non è raggiungibile perchè su suolo privato, ma è quanto meno individua bile dalla strada che passa in prossimità della sorgiva. 14. 15. 16. 17. Risorgiva Follo

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in prossimità della corte Masina. Sono raggiungibili evisibili direttamente dalla strada che costeggia il fossato; strada parrallela alla statale per Ceresara sul lato destro all'altezza della località "Follo", nome utilizzato per indicare questo gruppo di risorgive. 18. 19. Risorgiva verso Pioppe denominate come le precedenti, perchè in prossimità della corte Masina. Sono raggiungibili e visibili direttamente dalla strada che costeggia il fossato; strada parrallela alla statale per Ceresara sul lato destro all'altezza della località "Follo", e sempre in prossimità del gruppo di risorgive, 14-15-16-17. 20. Risorgiva Polizzina così denominata per il nome della località in cui si trova è raggiungibile a piedi o in macchina giungendo sino alla corte Polizzina per poi seguire la strada a destra. La si può individuare all'altezza del ponte che attraverso il corso d'acqua sulla sinistra. 21. Risorgiva Polizza è individuabile nel fossato dove sono presenti le risorgive numero 18 e 19 proseguendo nella strada verso l'aperta campagna, strada che costeggia il fosso. 22. Risorgiva verso Pioppe 2 si trova in prossimità della corte Masina. E' individuabilie nel fossato dove sono presentile risorgive numero 18 e 19 (vedi l'estratto di mappa qui sotto) proseguendo nella strada verso l'aperta campagna, strada che costeggia il fosso. 23. Risorgiva Pioppe si trova presumibilmente all'interno della cascina nell'omonima località a sud dell'abitato. La corte è individuabile in prossimità della località "Sassi". 24. Risorgiva Sassi si trova in prossimità della corte Sassi. E' individua bilie nel fosso difronte alla corte stessa. Per meglio localizzarla ci si deve avvicinare al ciglio della strada e guardare all'interno del fosso. Il "gorgoglio" dell'acqua è visibne ed udibile. 25. Risorgiva Fontana si trova all'inizIo della via Cantarane, indivibuabile a sud dell'abitato, come tutte le risorgive raccolte qui. 26. Risorgiva Cantarane si trova in via Cantarane, poco dopo la numero 25, ed è individuabile sulla sinistra della strada dopo il campo di bocce. Dietro una rete metallica è possibile intravedere la tubazione. 27. Risorgiva Mulino Follo Si trova all’interno della corte Follo. E' individua bilieguardando dal ciglio della strada in direzione della cascina stessa. Oltre la Seriola Marchionale su una piccola penisolaartificiale all'interno dell'alvo della Seriola Marchionale è possibile localizzarla. 28. 29. Risorgiva Seriola si trovano in prossimità della corte Follo. Sono individuabili all'intero del corso d'acqua posto alla sinistra della strada in direzione di Ceresara; raggiungibili camminando sul ciglio della strada che costeggia la Seriola. Quando il livello dell'acqua all'interno del fossato è basso sono facilmente individuabili, al contrario a fatica si vedrebbero.

6.4 ZONE A RIDOTTA SOGGIACENZA DELLA FALDA

Sono interessate da valori di soggiacenza della falda di 1,00÷2,00 m buona parte del capoluogo ed il settore meridionale del territorio comunale, situati al passaggio fra Alta e Media Pianura mantovana, contrassegnato dalla cosiddetta linea delle risorgive; le ripercussioni di detto fattore si estrinsecano sostanzialmente nella non opportunità di edificare fabbricati dotati di piani sotterranei, o quanto meno nella necessità di realizzarli adottando particolari accorgimenti costruttivi. (cfr. “Relazione Geologica Generale”)

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6.5 ZONE A VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI ESTREMAMENTE ELEVATA

Le zone a vulnerabilità degli acquiferi estremamente elevata sono quelle caratterizzate da litologia ghiaioso-sabbiosa e alta permeabilità, condizioni per lo più verificate nella piana fluvioglaciale di sandur: in questa porzione di territorio, ove sono presenti bancate ghiaiose potenti alcune decine di metri ed il cui tetto affiora in coincidenza del piano campagna, si sono rilevati in passato fenomeni di inquinamento da nitrati ed erbicidi. (cfr. “Relazione Geologica Generale”)

6.6 AREE A RISCHIO IDRAULICO

Il Consorzio di Bonifica Garda Chiese identifica tre aree a rischio idraulico (tempo di ritorno T < 20 anni), legate a deflussi difficoltosi delle acque correnti in zone topograficamente ribassate: tali settori sono rispettivamente individuati presso l’incrocio fra la S.P. n.10 (Ceresara-Medole-Castiglione) e Via Fontanile (ambito urbanizzato), in località I Morti tra Vaso Piubega e Canale Virgilio (ambito agricolo), ed infine in fregio alla Seriola Marchionale nelle adiacenze di Corte San Damaso (ambito agricolo). Si tratta di areali dei quali si è tenuto conto nella redazione della Carta di Sintesi e dei Vincoli e della Carta di Fattibilità geologica, in ogni caso si tratta di aree con caratteristiche tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche (cfr. “Norme Geologiche di Piano”). Va detto peraltro che, in occasione dei recenti ed assai intensi eventi meteorici del maggio 2013, nelle aree elencate sono state registrate situazioni al limite ma non di straripamento. (cfr. “Relazione Geologica Generale”)

6.7. FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE

Con Delibera del Consiglio Comunale n. 52 del 21 giugno 1961 ad oggetto “Zona di rispetto del camposanto-riduzione termini” il Consiglio Comunale chiedeva al Prefetto della Provincia “…la riduzione della fascia di rispetto del Cimitero del capoluogo” portandola ad un raggio pari a 100,00 m. In risposta, il Ministero della Sanità – Ufficio del Medico Provinciale di Mantova, con lettera del 11 dicembre 1961 n. 3828 prot., decretava che “L’ampiezza della zona di rispetto del Cimitero del capoluogo del Comune di Medole è ridotta come indicato nel sopracitato parere del Consiglio Provinciale di Sanità” che nella seduta dell”’ottobre 1961 ha esperesso il parere che la richiesta di riduzione della zona di rispetto possa essere accolta nei limiti di m.100 dai lati Sud-Ovest e Nord-Ovest, lasciandola invariata dagli altri lati". Successivamente con Delibera del Consiglio Comunale n. 3/563 del 21 febbraio 1964 ad oggetto “Zona di rispetto del camposanto: riduzione termini” il Consiglio Comunale deliberava “Di chiedere come chiede a S.Ecc. il Prefetto della Provincia di ridurre l’ampiezza della zona di rispetto del Camposanto, tenuto conto delle esigenze della cittadinanza e della preesistente situazione di fatto, ad un raggio di 50 metri”. La Prefettura di Mantova – Ufficio del Medico Provinciale, con lettera n. 3828 prot. del 18 novembre 1964, decretava “L’ampiezza della zona di rispetto del Cimitero è ridotta come indicato nel suesposto parere del Consiglio Provinciale di Sanità”. Pertanto, sulla base di dette informazioni, implementate da indicazioni dell’Ufficio Tecnico Comunale, al cimitero del comune di Medole, negli elaborati del PGT, è stata attribuita una fascia di rispetto che tiene conto dei pareri sopra esposti, visibile nelle tavole 7.1 e 7.2 Vincoli amministrativi, in scala 1:5.000.

6.8. PERIMETRAZIONE CENTRO ABITATO

Sulla tavola dei vincoli amministrativi viene riportata la perimetrazione del centro abitato ai sensi dell’art. 4 del Decreto Legislativo n. 285 del 30/04/1992 “Nuovo codice della strada”. Alla data di stesura del presente PGT, tale perimetrazione risulta in fase di approvazione da parte dell’Amministrazione comunale.

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6.9. FASCE DI RISPETTO STRADALI

Le fasce di rispetto stradali sono state individuate utilizzando: la delimitazione del centro abitato, la classificazione funzionale e tipologica delle strade (classificazione contenuta negli “Indirizzi normativi” del PTCP). Tali indirizzi risultano contenere indicazioni differenti rispetto a quanto contenuto nel Codice della Strada attualmente in vigore. (Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e dal Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495; e modifiche introdotte con la legge 1 agosto 2003 n. 214). Sulla tavola dei vincoli amministrativi sono state riportate tali fasce di rispetto: - 30,00 m per la Strada Provinciale n° 236 “Goitese” (rete secondaria tipo C) ex S.S.; - 30,00 m per la Strada Provinciale n° 10 “Castiglione-Ceresara” per i tratti fuori dal centro abitato; - 30,00 m per la Strada Provinciale n° 9 “Medole-Carpenedolo” per i tratti fuori dal centro abitato; - 30,00 m per la Strada Provinciale n° 8 “Castel Goffredo-Solferino” per i tratti fuori dal centro abitato; - 30,00 m per la Strada Provinciale n° 8 bis “della Calza”. Per i tratti esterni al centro abitato, ma all’interno delle zone previste come edificabili o trasformabili dallo strumento urbanistico vigente è stata applicata una fascia di 10,00 m come previsto dall’art. 26 comma 2bis, Regolamento del Codice della Strada. Per tutte le altre strade comunali (non indicate in modo specifico in tavola per ragioni di leggibilità grafica della stessa) le Norme di Attuazione dettano specifiche disposizioni per i diversi ambiti territoriali.

6.10. FASCE DI RISPETTO ELETTRODOTTI

Il territorio del comune di Medole è interessato dal passaggio di tre linee per l’alta tensione (AT) gestite da Terna S.p.a..

Linee Tratto Tensione kV Palificazione Dpa (m) 23789 A 1 011-025 132 Semplice 19 23752 B 1 040-045 132 Semplice 16 21355 A 1 153-163 380 Semplice 46

La linea 23789 A 1 (132 kV) attraversa il territorio comunale da sud-est a nord-ovest per una lunghezza pari a circa 4.478 ml mantenendosi a nord del centro abitato, la fascia di rispetto prevista è pari a 38 ml (19+19 dall’asse del traliccio)8. La linea 21355 A 1 (380 kV) attraversa il territorio comunale da sud-est a nord-ovest per una lunghezza pari a circa 3.827 ml mantenendosi a sud del centro abitato, la fascia di rispetto prevista è pari a 92 ml (46+46 dall’asse del traliccio). La linea 23752 B 1 (132 kV) attraversa il territorio comunale da nord-est a sud-ovest nella parte estrema meridionale tra le località Pirletta e Polizzina, il tracciato copre una lunghezza pari a circa 961 ml e la fascia di rispetto prevista è pari a 32 ml (16+16 dall’asse del traliccio). Negli elaborati di Piano “Vincoli amministrativi”, dette linee e le relative fasce di rispetto sono rappresentate con apposito segno grafico; si segnala che la linea 23752 B 1 è stata introdotta in quanto non rilevata nella cartografia aerofotogrammetria, ma presente nel territorio comunale. I tracciati delle linee elettriche di alta tensione esistenti e le relative distanze di prima approssimazione sono state fornite da Terna Rete Italia con lettera prot. T RISPAMI/P20120001117 del 25.05.2012.

8 Devono essere rispettate le distanze previste dalla L. 36/2001, dal Dpcm 8/07/2003 e dal Decreto 29/05/2008; nelle aree previste edificabili dal P.G.T. ricadenti all’interno della fascia riportata graficamente nelle tavole del P.G.T. (58 m 29+29) (fascia indicativa), l’edificazione è consentita esclusivamente a condizione che gli edifici risultino al di fuori della fascia di rispetto determinata dall’Ente gestore della linea sulla base dei criteri e metodologie previsti dalla normativa sopra citata.

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In mancanza di informazioni utili per l’individuazione delle linee elettriche di minore potenza, esse sono state individuate sulla base di quanto presente nel volo arerofotogrammetrico, pertanto il territorio comunale risulta essere interessato da linee elettriche per la media tensione (MT) localizzate ai margini del centro abitato. Si evidenzia inoltre la presenza di una fitta rete di linee per la bassa tensione (BT), che servono l’area urbanizzata che si trovano sia ai margini che all’interno del centro abitato.

6.11. ANTENNE

Sono state inserite le due antenne presenti sul territorio comunale a servizio della telefonia mobile. La prima antenna si trova a sud del campo sportivo, la seconda è localizzata nei pressi del serbatoio dell’acquedotto in via Cà Morino. Non avendo informazioni approfondite sulle emissioni elettromagnetiche degli impianti installati, non è stato possibile individuare la corrispondente fascia di rispetto; il rispetto della distanza da questi impianti è determinata in ottemperanza alle disposizioni del D.P.C.M. 8 luglio 2003.

6.12. DISTANZE DA ALLEVAMENTI AGRICOLI

Per l’individuazione degli allevamenti all’interno del territorio comunale, si sono recepite le indicazioni del tecnico incaricato, l’agronomo dott. Gianpietro Bara il quale, in ottemperanza alle vigenti disposizioni del Titolo III°, Capo X° del Regolamento Locale d’Igiene e sue successive modifiche e integrazioni; vista la Deliberazione Giunta reg. 19 novembre 2007, n. 5868 e atti seguenti; tenuto conto delle diverse tipologie e classi di dimensione delle attività zootecniche individuate (allevamenti a carattere famigliare/allevamenti di piccole dimensioni, ecc…), devono essere rispettate le prescritte distanze minime tra gli allevamenti di animali e gli insediamenti a destinazione d’uso residenziale, commerciale e terziaria in genere (zone edificate ed edificabili e case isolate abitate da terzi). Il cerchio disegnato sugli elaborati grafici è indicativo, è stato indicato sulla cartografia individuando la posizione della sede legale dell’azienda. Tale soluzione grafica non ha nessuna validità “giuridica” per i seguenti motivi: - da cartografia e da foto aerea non sempre è possibile distinguere il tipo di edificio (ovvero una stalla da un magazzino); - la distanza da un allevamento non è un cerchio, ma una serie di archi presi dal limite più esterno delle stalle e delle fosse di stoccaggio (ad esempio una stalla può avere 4 archi di distanza presi dai 4 angoli della struttura). Quindi il cerchio serve per dare una prima indicazione, che però deve essere di volta in volta verificata più dettagliatamente in sede esecutiva. Per quanto riguarda la distribuzione degli allevamenti sul territorio comunale di Medole si osserva che essi sono localizzati prevalentemente a nord dell’abitato ed in minor misura, anche a sud, si tratta di allevamenti di piccole e medie dimensioni che generano “distanze minime da zone edificabili” di 200 mt, 300 mt e 600 mt, per ciascun allevamento viene poi individuata una “distanza minima da case sparse e isolate non agricole” pari a 100 mt. E’ da segnalare la presenza di allevamenti siti nei comuni limitrofi (Carpenedolo, Cavriana, Guidizzolo, Ceresara e Castel Goffredo) la cui fascia di rispetto interessa anche il territorio del comune di Medole. Per quanto riguarda il comune di Solferino non è stato possibile individuare fasce di rispetto relative agli allevamenti in quanto gli stessi non sono stati individuati all’interno del proprio strumento urbanistico. Per quanto riguarda la definizione delle distanze minime sono state considerate le norme contenute nel Regolamento locale di Igiene.

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6.13. DEPURATORI

A sud del centro abitato, lungo la strada per l’Annunciata, è presente il depuratore comunale di Medole con superficie di circa 1.900 mq al cui interno sono localizzate vasche di trattamento e vasche per il deposito dei fanghi; la fascia di rispetto è pari a 100,00 m dai muri di cinta perimetrali. Il depuratore comunale, gestito da SISAM S.p.a. Servizio Idrico Integrato, non è al momento utilizzato in quanto recentemente è stato attivato il nuovo collettore Medole-Castel Goffredo che recapita al depuratore intercomunale di Castel Goffredo, tuttavia non è prevista la dismissione del depuratore comunale, esso verrà mantenuto per poter essere utilizzato in caso di necessità. Si segnala che in via Pesenti, a sud del centro abitato di Medole, sono presenti due impianti di depurazione privati appartenenti alle ditte “Galvanotecnica Giubellini” e “Rodella trasporti”; la loro fascia di rispetto è pari a 100,00 m dai muri di cinta perimetrali.

6.14. COLLETTORE FOGNARIO

Il collettore fognario Medole - Castel Goffredo copre una lunghezza paria a 3,7 km dei quali 1 km entro il territorio di Medole, la conduttura è allacciata al depuratore comunale di Medole, si sviluppa in direzione sud, parallelamente alla Strada dell’Annunciata, sino al confine comunale e prosegue poi nel territorio comunale di Castel Goffredo. Il nuovo collettore fognario raccoglie gli scarichi fognari e li recapita nell'impianto intercomunale di trattamento delle acque reflue urbane ubicato nel comune di Castel Goffredo, che grazie alle opere di adeguamento effettuate nel 2012, è passato da una capacità di 10.000 a 18.000 abitanti equvalenti. Il depuratore intercomunale è una rete tecnologica che serve i Comuni di Medole e Castel Goffredo, gestito da SISAM S.p.a. Servizio Idrico Integrato. Informazioni relative al collettore fognario ed al relativo tracciato sono state fornite dall’Ufficio Tecnico Comunale. Detta infrastruttura non necessita di fasce di rispetto.

6.15. METANODOTTO IN PROGETTO

Il comune di Medole sarà attraversato dal metanodotto in progetto denominato “Zimella – Cervignano d’Adda”. Il tracciato del nuovo gasdotto interesserà, nello specifico, sei comuni mantovani: Monzambano, Ponti sul Mincio, Cavriana, Volta Mantovana, Solferino, Medole e Castiglione delle Stiviere. La direttrice principle sarà lunga 19 km mentre 18 km saranno le reti secondarie. Un tratto della lunghezza pari a circa 3,3 km, interesserà il territorio comunale di Medole; nello specifico, il tracciato dell’infrastruttura, provenendo dal comune di Solferino, entrerà nel territorio di Medole nei pressi del limite settentrionale della cava ATE G1 “Cà fattori-Cà Morino”, oltrepasserà la S.P.236 “Goitese”, proseguirà passando a nord del Monte Medolano, da qui ridiscenderà passando nelle campagne comprese tra Cascina Monte e Cascina Alpina, per poi procedere verso la S.P. n 18 passando a nord della Cascina Baraldi e a sud della località San Vigiglio di Castiglione delle Stiviere. Il gasdotto avrà una potenza pari a 75 bar e richiederà una servitù di 27 metri in superficie, mentre il divieto di costruzione sarà esteso a 40 metri. Informazioni relative al metanodotto in progetto, al relativo tracciato e alle fasce di rispetto, sono state fornite da Snam Rete Gas - SnamProgetti.

6.16. FATTIBILITÀ GEOLOGICA

Nella tavola dei vincoli amministrativi è stata inserita la (classe 4) “fattibilità con gravi limitazioni”, derivante dalla tavola “Carta di fattibilità geologica” fornita dallo Studio Atlantide del dott. geol. G. La

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Marca, individuante le aree a ridosso del reticolo idrografico principale e minore, le aree corrispondenti al antico paleo alveo localizzato nella zona delle cave a nord-est del territorio comunale, il monte Medolano.

7. INDIVIDUAZIONE DEI VINCOLI PAESAGGISTICI E STORICI

Vengono di seguito identificati i principali elementi di valenza ambientale presenti sul territorio, contenuti nei vincoli paesaggistici e storici. (vedi Tavole 8.1, 8.2 e 8.3 – Vincoli paesaggistici e storici, scala 1:5.000)

7.1 BENI CULTURALI (ART. 10 D. LGS 22 GENNAIO 2004, N.42) Sul territorio di Medole sono presenti alcuni beni immobili, di proprietà comunale, ecclesiastica e dell’ ONLUS, che presentano interesse artistico, storico, archeologico vincolati dall’art. 10 o art. 11 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni. Questi edifici e aree sono: - Chiesa di Santa Maria della Pieve (Pieve romanica) (DM 12/09/1951) - Chiesa della Beata Vergine Maria Assunta (Parrocchiale) - Chiesa di San Rocco - Cappella dei morti di San Vito - Palazzo Minelli - Casa canonica - Casa delle suore Canossiane - Municipio - Torre civica (Torrione gonzaghesco del castello) - Teatro comunale (ex sociale) - Ex macello - Cascina Pirossina - Scuola primaria di via Marconi - Ricovero anziani (biblioteca e residenze sociali) – (ex civico ospedale) - Edificio piazza Castello, foglio 17 map. 115 - Edificio piazza Castello, foglio 17 map. 110 - Edificio piazza Castello, foglio 17 map. 83 - Edificio via Mazzini, foglio 17 map. 149 sub 1-2 - Edificio piazza Marconi, foglio 16 map. 171, 248, 251 - Edificio via Garibaldi, foglio 16 map. 342 - Edifici vicolo II Ospedale, foglio 17 map. 198, 200 - Edificio vicolo II Ospedale, foglio 17 map. 76, 77 - Edificio via Cavour, foglio 16 map. 44 - Cimitero - parte monumentale - Monumento ai Caduti - Monumento al Generale Charles Auger - Monumento ai Caduti - Parco Comunale via San Martino - Piazza Vittoria - Piazza Castello - Edificio via Roma foglio 16, map. 281, 298, 316 - Ufficio postale - Edificio sede Asilo Nido

Risultano inoltre assoggetti a vincolo apposto con Decreto Ministeriale ad edifici di proprietà privata: - Immobile ubicato tra via Mazzini e via Roma (palazzo merlato): D.M. 27 maggio 2008 - Dichiarazione di interesse storico artistico (D.Lgs. 42/2004, art. 10, comma 3, lett. a);

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- Casa Bertoli, in via Umberto I° (casa con stemma dipinti del primo cinquecento): D.M. 9 aprile 1940; - Palazzo Ceni in via Solferino o Piazza Vittoria: D.M. 11 giugno 1957; - Complesso San Damaso con chiesa, corte, casa padronale e aree pertinenziali: D.M. 14 dicembre 2004 - Dichiarazione di interesse storico artistico (D.Lgs. 42/2004, art. 10, comma 3, lett. a).

Ciascun edificio vincolato è stato individuato sulla Tavola dei Vincoli Paesaggistici e Storici con apposita simbologia grafica e con univoco codice numerico che corrisponde al numero di scheda riportato nell’allegato A “Edifici tutelati”. Le informazioni contenute nelle schede riguardano: il nome dell’edificio tutelato, il suo corrispondente codice numerico che permette di collegare la scheda alla cartografia, la tipologia del vincolo a cui è assoggettato il bene storico e l’eventuale segnalazione nel P.T.C.P., la proprietà dell’edificio tutelato, una descrizione dello stato di fatto per gli edifici vincolati, l’individuazione dell’area vincolata sugli estratti in scala 1:2000 della cartografia catastale e del rilievo aerofotogrammetrico, le immagini dell’edificio nello stato di fatto ed eventuali raffigurazioni storiche.

Nell’ allegato A “Edifici tutelati” sono riportate anche le schede di ciascun edificio segnalato dal PTCP e dalla Regione Lombardia “SIRBeC schede ARL”; si tratta dei seguenti immobili: Palazzo Ceni-Scoutri; Casa Brigoni; Palazzo Grassi; Palazzo Bergamini; Palazzo Melegari; Palazzo Bompiani; Edificio in Piazza Castello n.6; Ex Monastero dell’Annunciata; Palazzo Panizza; Palazzo Stringa; Villa Gelmina. Nel PTCP sono inoltre segnalate due edicole votive (santelle), si tratta di due immagini votive: Immagine votiva di via Damigelli; Immagine votiva in località Colla.

7.2 IMMOBILI ED AREE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO (ART 136 D.LGS 22 GENNAIO 2004, N.42)

Nel territorio del Comune di Medole sono presenti aree di notevole interesse pubblico individuate dai seguenti Decreti Ministeriali:

D.M. 17 luglio 1989: Area di interesse archeologico “Nel terreno di proprietà della dotto Luisa Quiri in Pedon (foglio 19 mapp. 56 del comune di Medole) già da tempo affioravano durante i lavori agricoli frammenti di laterizi romani che tacevano presumere l'esistenza di strutture antiche conservate nel sottosuolo. Nei primi mesi del corrente anno, durante l'aratura è apparso a poca profondità (cm. 50 circa dal piano di campagna) un pavimento in cocciopesto con tracce di incendio, del quale è stata messa in luce una piccola parte. Con un successivo sondaggio è stato evidenziato un altro tratto dello stesso pavimento che è apparso in connessione con un muro di modesto spessore e quindi probabilmente un divisorio. Nella zona sono state fatte prospezioni: geoelettriche di resistività che hanno fornito buoni indizi sulla presenza di strutture pavimentali. Significativo anche il fatto che ai siano recuperati'numerosi frammenti laterizi con lo stesso bollo (M.C.F.) il che farebbe presumere l'esistenza di un complesso edilizio di una certa importanza. La modesta profondità in cui ai trovano i reati rende estremamente difficile la loro salvaguardia nei confronti dei lavori periodici di aratura. Pertanto sembra urgente vincolare l'area ai sensi della Legge n. 1089 del 1/6/1939 e poiché i dati rilevati fanno presumere l’esistenza di un edificio di vaste dimensioni, sembra opportuno che il vincolo si estenda a tutto il mappale.”

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7.3 AREE TUTELATE PER LEGGE (ART 142 D.LGS 22 GENNAIO 2004, N.42) "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" così come modificato dal D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 156 e D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157 nonché dal D. Lgs. 26 marzo 2008. Nell’Articolo 142 vengono individuate le aree tutelate per legge. In particolare tra gli elementi sottoposti a vincolo per il loro interesse paesaggistico nel comma 1, sul territorio di Medole sono presenti: - comma c: i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Vista la Deliberazione della Giunta Regionale del 25 luglio 1986 - n. 4/12028 ed i relativi elenchi – “Determinazione, in applicazione dell’art.1 quarter Legge 8 agosto 1985, n. 431 dei corsi d’acqua classificati pubblici, ai sensi del Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, esclusi in tutto o in parte, per la loro irrilevanza ai fini paesaggistici, dal vincolo ex lege 29 giugno 1939, n. 1497 imposto in forza dell’art.1, let. C, Legge 8 agosto 1985, n. 431” - BURL n. 42 del 15 ottobre 1986, sono classificati tra le acque pubbliche della Provincia di Mantova il “Cavo Osone Nuovo e Seriola Marchionale” identificato come Seriola Marchionale (n. elenco 95); la “Seriola Piubega” (n. elenco 97) e la “Seriola Garzolina” identificato come Gozzolina o Vaso Riale (n. elenco 98). Oltre ai suddetti canali è stato inserito il “Canale Virglio” secondo quanto indicato dal SIBA “Sistema Informativo Beni Ambientali“” e dalla Tavola “Rete idrica della provincia di Mantova - Rete dei canali pubblici”, da quest ultima cartografia si rileva inoltre che il “Cavo Osone Vecchio” (n. elenco 96) è esterno al comune di Medole, si trova infatti nel comune di Castel Goffredo e non genera alcun vincolo ricadente nel territorio comunale in esame. Si segnala che il Canale Virgilio rientra nell’elenco delle acque pubbliche dell’Allegato D “Individuazione del reticolo idrico di competenza del Consorzio di Bonifica Alta e Media Pianura Mantovana” allegato alla deliberazione della Giunta Regionale n. IX/2762 del 22.12.2011 “Semplificazione dei canoni di polizia idraulica e riordino dei reticoli idrici”. - comma g: i territori coperti da foreste e da boschi. nel comune di Medole è presente una sola area interessata da formazioni antropogene “robinieto misto” situata sul Monte Medolano (Monte della Barcaccia). - comma m: le zone di interesse archeologico. Analizzando la “Bancadati vincoli” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia si evidenzia che sul territorio comunale vi è un sito ove sono stati effettuati ritrovamenti: - Terreno con frammenti di laterizi romani e piani pavimentali, in località Villa (terreno di proprietà privata, identificato al Foglio n. 19, mappale n. 56) vincolato ai sensi del D.M. 17 luglio 1989. Si tratta di un ritrovamento di epoca romana consistente in strutture pavimentali in coccio pesto con tracce di incendio e di un muro di modesto spessore. Analizzando poi il P.T.C.P. della Provincia di Mantova, approvato nel febbraio 2010, nell’allegato All.C2- A34 “Comune di Medole - Repertorio dei beni e dei siti archeologici” e nella Tavola 1 “Indicazioni paesaggistiche e ambientali” del P.T.C.P., si evidenzia che sul territorio comunale vi sono ben quattro siti ove sono stati effettuati ritrovamenti: due del periodo romano, uno del periodo preromano e uno da definire. Nello specifico, si tratta di ritrovamenti avvenuti nelle seguenti località: - località Villa (si tratta del medesimo terreno precedentemente descritto, identificato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e vincolato ai sensi del D.M. 17 luglio 1989); - chiesa di Santa Maria Assunta (Pieve romanica): oggetti vari, epigrafi, statue, ecc. - campo San Nazzaro: ritrovamento di una necropoli di epoca preromanica; - località Fontanile: ritrovamento di una necropoli di epoca da definire;

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Sono stati inoltre segnalati genericamente ritrovamenti vari nel territorio di Medole (oggetti vari, epigrafi, statue, ecc).

Le disposizioni previste dal comma 1, del D. lgs. 22 gennaio 2004 n.42, non si applicano alle aree che alla data del 6 settembre 1985: a) erano delimitate negli strumenti urbanistici come zone A e B; b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone diverse dalle zone A e B, ed erano ricomprese in piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state concretamente realizzate; c) nei comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865. Per quanto riguarda il territorio di Medole, ricadono all’interno di queste categorie tutte le aree che erano comprese, nel Programma di fabbricazione del 1973, nelle zone: A – centro storico e nelle zone B1, B2, B3.

Nell’art. 136 del D. Lgs. 26 marzo 2006, n. 62 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative al D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42”, vengono individuati i beni culturali tutelati per legge. In particolare tra gli elementi sottoposti a vincolo per il loro interesse paesaggistico nel comma 1, sul territorio di Medole sono presenti: - lettera a: gli alberi monumentali; nel comune di Medole sono presenti sette alberi monumentali che sono stati schedati dalla Regione Lombardia nell’elaborato “Censimento degli alberi monumentali”: - Scheda n.162, in località Cascina Pirletta, Populus canadensis, circonferenza 360 cm.; Indicazioni: seguire la strada che porta in corte, il pioppo è radicato a lato del fosso; - Scheda n.160, località Tabelli, via Guidizzolo, Morus alba, circonferenza 350 cm.; - Scheda n.161, località San Damaso, Morus alba, circonferenza 455 cm.; indicazioni: il gelso è radicato nella corte della cascina San Damaso, raggiungibile dalla ditta Pompea; - Scheda n.157, Morus alba, circonferenza 285 cm.; indicazioni: il filare circonda un campo coltivato a medica, la località non viene specificata; - Scheda n.158, Cascina Alpina, Platanus acerifolia, circonferenza 275 cm.; indicazioni: l’albero si trova lungo la strada che porta in cascina Alpina sul lato destro; - Scheda n.159, località Capre, via Fontanile, Populus canadensis, circonferenza 330 cm.; indicazioni: venendo da cascina Belluria, in corrispondenza di una cascina all'inizio di via Fontanile, lungo la strada sul lato destro c'è il pioppo; - Scheda n.163, Palazzo Ceni, via Roma, Sophora japonica, circonferenza 150 cm. - lettera c: i centri ed i nuclei storici; nel comune di Medole, oltre al centro storico del capoluogo, sono presenti cinque nuclei di antica formazione, si tratta delle località Colla, Sassi, Villa e San Damaso.

7.4 P.L.I.S. PARCO LOCALE DI INTERESSSE SOVRACOMUNALE E PROGETTO PRATI ARIDI

All’interno del comune di Medole, nella fascia di territorio compreso tra l’abitato e il fronte morenico di Solferino e Cavriana, si estende da Ovest a Est una striscia di territorio conosciuta con il nome di “Piana di Medole”. Essa oggi appare caratterizzata da una “struttura” rurale in appezzamenti coltivati, di piccole e medie dimensioni, la cui origine è riconducibile agli inizi del XX secolo quando brughiera e querceti misti, fino ad allora erano utilizzati prevalentemente per il pascolo pubblico, vennero gradualmente frazionati e convertiti.

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La piana è attraversata da Ovest a Est dal segno ben tangibile ed identificabile della vecchia Strada Napoleonica "Mantovana Vecchia" che collegava Brescia a Mantova e, alcune centinaia di metri più a Nord di questa, dalla Strada Goitese, l'attuale arteria di collegamento tra i due capoluoghi. Questi territori sono stati lo scenario di alcuni tra i più significativi e cruenti eventi bellici del nostro passato recente: la Battaglia di Castiglione durante la Campagna d'Italia (1796), la Battaglia di Solferino e San Martino nella II Guerra di Indipendenza (1859). Il territorio stesso è così divenuto testimonianza di questi eventi al punto che le cronache menzionano e ricordano molti luoghi per l’importanza strategica che ricoprirono, luoghi in cui ancor oggi sono presenti emergenze di varia natura di avvenimenti fondamentali delle cennate battaglie. Più antica (risalente al neolitico) è invece la vocazione agricola del territorio; nei secoli il suolo è stato parcellato (centuriazioni) e bonificato in alcune aree anche se l’impulso decisivo all’attuale assetto (l’agricoltura occupa l’80% del suolo di Medole) è relativamente recente (1903) quando vennero introdotte nuove tecniche e colture. La commistione fra brughiera e bosco di pianura venne presto sostituita dalle colture e solo il monte Medolano è restato parzialmente depositario di boschi cedui di latifoglie e di prati aridi, gelsi, robinie, ciliegi e mandorle. Questo rilievo è un residuato dei depositi premorenici dell’alta pianura mantovana. Il suo profilo determina una caratteristica suddivisione delle specie vegetali allocate: i versanti Nord e Nord-Est, scoscesi e con esposizione sfavorevole, accolgono, come anticipato, un fitto bosco ceduo misto di latifoglie (roverella, carpino nero, orniello) tipico della pianura padana. La sommità e le pendici più soleggiate del monte ospitano invece prati aridi incolti (in totale circa 4.500 mq, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale allegato C7- Repertorio dei beni fisico-naturali, aree a vegetazione naturale rilevante, prati aridi) ovvero un raro tipo di habitat dal notevole valore conservazionistico e paesaggistico che non risultava più monitorato in modo sistematico dal 1980 circa ed è inoltre soggetto, negli ultimi decenni, a trasformazioni (naturali e non) con conseguente elevato rischio di degrado e scomparsa. Questo è un habitat “temporaneo”, transitorio, poiché non ha raggiunto il proprio equilibrio evolutivo (climax), e tende pertanto ad essere sostituito da formazioni arbustive ed arboree. In assenza di gestione è quindi colonizzato da parte di specie arbustive per poi divenire bosco. Le modalità e le tempistiche di questa successione dipendono da numerose variabili ambientali e possono essere controllate da una gestione di tipo conservativo, della quale esistono esempi sia nel nostro Paese che all’estero. La flora tipica dei prati aridi è estremamente specializzata e costituita da individui adattati a condizioni di scarsa disponibilità idrica e suoli poveri quali i calcari delle morene. In queste situazioni peculiari si sono sviluppate praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emicriptofitiche, generalmente secondarie, riferibili alla classe Festuco- Brometea, spesso interessate da una ricca presenza di specie di Orchideaceae. La fauna di questi habitat accoglie inoltre una notevole biodiversità entomologica, apprezzabile anche dai non esperti specialmente per quanto concerne i lepidotteri ( farfalle). Più in generale, dal punto di vista botanico, il territorio di Medole era anticamente ricoperto da querceti misti. Se la brughiera occupa oggi aree interstiziali, il Monte accoglie anche una porzione di bosco ceduo planiziario (il querceto misto già menzionato) che è stato risparmiato in forza delle accentuate, e quindi non utilizzabili ai fini agronomici, pendenze del terreno; sono così ospitati anche arbusteti (consorzi arbustivi con specie appartententi alla famiglia delle rosacee-prunolo, biancospino, rovo ecc…) ove vi sono ligustro, sanguinella e fusaggine; questi consorzi sono fondamentali per il loro elevato valore ecologico poiché si configurano come ponti tra ambienti diversi e lontani divenendo capisaldi dei corridoi ecologici. Il monte accoglie anche della boscaglia, intesa come manifestazione arborea senza organizzazione interna, e pertanto fortemente competitiva, nella quale si perde la strutturazione del bosco in luogo di specie infestanti e ruderali alloctone. Estesa è la presenza della robinia (robinia pseudoacacia) che venne importata dalle americhe nel 1635 come pianta ornamentale prima e poi, grazie all’apparato radicale importante e fittamente esteso, come consolidante di argini, fossi e declivi.

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La fauna del territorio di Medole, prima dell’industrializzazione dell’agricoltura, annoverava numerose specie caratteristiche del paesaggio agrario. Oggi il citato processo ha determinato la sostituzione degli habitat e la conversione del terreno incolto in aree agricole riducendo così sia il numero delle specie che quello di esemplari avvistati. Oltre che alla conversione agricola del territorio, Medole è fortemente interessata da ambiti estrattivi di ghiaie e sabbie che, come più ampiamente delineato nella dedicata sezione, caratterizzano il settore a Nord del capoluogo. Nel documento B6-relazione ambientale e vincoli della Revisione del piano cave provinciale relativo alle opere pubbliche Medole risulta essere interessato dal riconoscimento di due giacimenti di importanti dimensioni localizzati ai lati della SS 236 Goitese e potenzialmente interessati nella definizione di ulteriori volumi di escavazione a partire dall’approvazione del Nuovo Piano Cave di Mantova previsto all’inizio del 2014. In questo quadro ambientale l’amministrazione comunale ha deciso di istituire un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) il cui scopo è quello di salvaguardare emergenze storiche, ambientali, operando anche nel senso del ripristino e della tutela del territorio nonché di rendere accessibile e divulgare le valenze dell’area a residenti, turisti e studenti. La sua costituzione inoltre avrà influssi sicuramente positivi sulla flora e sulla fauna poiché grazie ad alcuni accorgimenti sarebbe possibile favorire il ripopolamento e il ripristino di habitat e biodiversità ora fortemente depauperate. L’istituzione del PLIS ha origine dal comodato d’uso delle aree del Monte Medolano che si stipulò nel 2009. In tale atto veniva appunto concesso l’uso del Monte quale elemento centrale del costituendo parco al fine di dare “…un grande contributo allo sviluppo culturale e storico…” e di permetterne la valorizzazione creando un bosco didattico fruibile. A seguito del parere favorevole espresso dalla Provincia di Mantova (parere 13950/10 prot. del 29/03/2010) l’Amministrazione Comunale, con la delibera C.C. n° 46 del 31.10.2011, ne ha approvato definitivamente la variante urbanistica poi pubblicata sul BURL – Serie Avvisi e Concorsi n.1 del 4 Gennaio 2012. La messa a sistema delle aree all’interno del parco consiste in una lunga serie di iniziative volte a confermare e sottolinearne il centrale ruolo nel territorio. Uno dei capisaldi per attivarlo e renderlo utilizzabile da visitatori e turisti è la sistemazione della rete dei percorsi ciclabili e pedonali che verrà implementata collegando fra loro aree di interesse naturale e storico, ma anche i comuni confinanti aumentando notevolmente la portata dell’azione comunale e connettendosi alla rete ciclipedonale provinciale che corre nei comuni limitrofi. Questa iniziativa è in linea con quanto previsto dal Piano dei percorsi e delle piste ciclopedonali della provincia di Mantova (2006) che per l’Ambito 1-Sistema delle colline moreniche prevede le seguenti strategie: − connessione e valorizzazione del sistema storico insediativo costituito dai borghi rurali e dai nuclei urbani storici, anche in territorio extraprovinciale; in particolare con Valeggio sul Mincio, quale caposaldo della rete dei percorsi in ambito veronese, e con Pozzolengo – San Martino, quali luoghi delle battaglie risorgimentali; − connessione e valorizzazione degli elementi peculiari del sistema paesistico ambientale morenico come boschi, prati aridi, terrazzi morfologici, orli di scarpata, ecc; − valorizzazione degli elementi del sistema agricolo morenico, in particolare vigneti e frutteti, e connessione con il sistema enogastonomico (cantine, caseifici, ecc.); − connessione dell’offerta turistica diversificata: ciclabile, fluviale, ippica ecc; − raccordo con la progettualità nel contesto turistico del Garda meridionale.

Per rafforzare questo progetto territoriale i percorsi del Plis saranno arricchiti dalla piantumazione dei margini, dalla risistemazione del fondo stradale, dalla riattivazione della strada “Monte” e dalla realizzazione di un dettagliato sistema comunicativo di segnalazione dei percorsi, dei punti significativi del territorio e delle località raggiungibili. Contemporaneamente saranno attivate azioni volte alla conoscenza della rete idrica e più precisamente al censimento e all’identificazione delle varie aste del reticolo.

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Nell’ottica di salvaguardare la biodiversità e di ripristinare l’originaria varietà faunistica e botanica, saranno ricercati incentivi e pubblicate linee guida per la ristrutturazione e valorizzazione delle aziende agricole che reintrodurranno coltivazioni specifiche o con particolari valenze ambientali, o che ripristineranno filari e siepi. Sarà fondamentale la valorizzazione alternativa del territorio agricolo: la pubblica amministrazione faciliterà attività che arricchiscano il comparto agricolo e siano da incentivo per la tutela dei suoli e delle buone pratiche agronomiche come agriturismi e fattorie didattiche. Queste iniziative strovano motivazione anche in quanto riportato nella carta della rete ecologica comunale redatta Zeastudio del dott. agronomo Bara, che evidenzia come la porzione a Nord del territorio, non interessata da aree agricole ad elevato valore ambientale, è luogo di “corridoi ecologici terrestri” lungo le aste del reticolo idrico. A completamento delle ipotesi di valorizzazione dei luoghi interventi “strutturali” si inserisce un lungo elenco di attività culturali che avranno come fulcro la riscoperta e la valorizzazione dei pregi ambientali e storici del territorio: concorsi fotografici, percorsi tra memorie storiche ed emergenze naturali, l’organizzazione di visite scolastiche per la scoperta dell’agricoltura e delle emergenze naturalistico- ambientali, storiche nonché di incontri culturali sui temi risorgimentali che qui riecheggiano ancora. Una così articolata e delicata attività sul territorio necessita di una gestione attenta, consapevole e accurata di cui sarà incaricato direttamente alll’Ufficio Tecnico del Comune. Per dare consistenza alle linee programmatiche sopra descritte saranno emanate delle linee guida che implementeranno quanto già previsto nel Piano delle Regole del P.G.T.. Tali indicazioni interverranno, ad esempio, a tutela delle alberature monumentali e in favore della piantumazione di siepi a verde per le quali il comune si impegna a cercare, nei canali istituzionali, incentivi. Per le coltivazioni sono indicate come fortemente consigliate le colture storicamente significative accompagnate da opportune tecniche che limitino l’uso di concimi o pesticidi chimici. Le linee guida assoggetteranno al benestare dell’ente di gestione del parco ogni modellazione di terreno, ogni modifica del regime delle acque, così come la modifica, sia sostanziale che parziale, della rete dei passaggi e dei sentieri poderali esistenti ricadenti nel perimetro di specifica competenza. In ultimo per agevolare la messa a sistema del territorio se ne faciliterà il recupero dell’aspetto agronomico storico, e in vista del “nuovo” possibile utilizzo dello stesso, le opere inerenti il patrimonio edilizio potranno godere di semplificazioni burocratiche, dell’incentivazione del recupero dell’aspetto storico degli edifici e della mitigazione dell’impatto visivo di strutture esteticamente poco gradevoli. Il PLIS nel suo insieme è articolato in tre ambiti in cui sono previste normative più o meno stringenti: ambito 1-Monte Medolano, ambito 2-terreni confinanti con il Monte Medolano, ambito 3-terreni ricadenti nel PLIS ad eccezione di quelli indicati per gli ambiti 1 e 2. L’Ambito 1 è circoscritto all’estensione del Monte Medolano e all’area immediatamente prospiciente il suo perimetro; è già sottoposto al vincolo previsto dal D.Lgs. 42/2004 ed al Regolamento Comunale approvato nel luglio del 2011. Qui non saranno ammesse nuove costruzioni, ampliamenti, demolizioni (salvo che per motivi di pubblica sicurezza documentata), modifiche alla maglia dei percorsi poderali. Sarà invece prioritario il riassetto dell’area boschiva mediante riqualificazione della flora e della fauna. L’Ambito 2 è più significativamente interessato dal programma pluriennale degli interventi e dal regolamento di gestione per perseguire la riqualificazione del patrimonio esistente: saranno pertanto evitate opere edilizie, anche connesse all’agricoltura, che possano alterare il cono visivo del Monte. Nell’Ambito 3 le norme invece restano aderenti a quanto previsto nel Piano delle Regole del P.G.T. e ai principi delle linee guida sopradescritti.

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8. REGIME DEI SUOLI

Ai sensi dell’art. 10 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, e successive modifiche ed integrazioni, il P.d.R. definisce, all’interno dell'intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree intercluse e di completamento; definisce inoltre le aree destinate all’agricoltura, le aree di interesse paesaggistico - ambientale e di valore ecologico e l’insieme delle aree non assoggettate a trasformazione urbanistica. Tali ambiti sono individuati negli allegati elaborati grafici, denominati “Regime dei suoli”, in scala 1:5000 e 1:2.000, e sono contraddistinte da specifica simbologia. Entro detti ambiti del tessuto urbano consolidato, sono stati individuati i nuclei di antica formazione, descritti negli allegati elaborati grafici, denominati “Classificazione dei centri storici”, in scala 1:500. Il Piano delle Regole definisce inoltre, per ogni ambito territoriale, gli indici, i parametri edilizi, gli usi, i modi insediativi e ogni altra disposizione tecnica e necessaria per regolare le trasformazioni consentite e la salvaguardia dei valori paesaggistico e ambientali rilevati. Il P.d.R. detta infine le disposizioni necessarie per la conservazione delle aree non assoggettate a trasformazione urbanistica. Gli ambiti territoriali, in cui è stato classificato il territorio comunale sono i seguenti:

TESSUTO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE A:Tessuto urbano di interesse storico e architettonico: centri storici A1:Tessuto urbano di interesse storico e architettonico: nuclei rurali di antica formazione B1:Edilizia residenziale consolidata B2:Edilizia residenziale, in ambiti di edificazione recente B3:Edilizia residenziale di completamento del tessuto urbanizzato B4:Tessuto urbano a prevalenza di verde privato

TESSUTO PREVALENTEMENTE PRODUTTIVO E TERZIARIO D1:Attività produttive esistenti consolidate D1.1:Attività produttive esistenti, di cui è prevista la riconversione D2:Attività produttive esistenti, in ambiti di edificazione recente D3:Attività terziarie esistenti consolidate D3.1:Attività commerciali esistenti, consolidate: distributori di carburanti D4:Attività produttive e commerciali di completamento del tessuto urbanizzato D5:Aree inedificabili interessate da usi produttivi D6:Attività ricettive D7:Attività private per servizi religiosi e a uso ricreativo D8:Ambiti territoriali estrattivi D9: Attività agromeccaniche e di deposito e trattamento di rifiuti non pericolosi

TESSUTO AGRICOLO E DI PREVALENTE INTERESSE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO E1:Aree agricole produttive E2: Aree agricole produttive per colture specializzate: orticoltura e florovivaismo E3: Colture agricole esistenti di tutela del tessuto urbanizzato (ambiti agricoli periurbani) E4: Aree agricole caratterizzate da colture legnose agrarie: vigneti, frutteti e pioppeti E5: Aree ed edifici, in ambito agricolo, a uso prevalentemente residenziale

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E6: Aree ed edifici, in ambito agricolo, a uso prevalentemente produttivo e terziario

ZONE AGRICOLE DI PREVALENTE INTERESSE PAESAGGISTICO PLIS: Parco Locale d’Interesse Sovracomunale del Monte Medolano

SERVIZI SP: Servizi ed attrezzature tecnologiche esistenti SP: Servizi ed attrezzature tecnologiche di progetto

ALTRE ZONE PE:Ambiti interessati da piani e programmi attuativi, in corso di esecuzione PP:Parcheggi privati Aree e infrastrutture per la viabilità e aiuole

Sono inoltre indicati sulle tavole di regime dei suoli, con apposita simbologia grafica, le aree interessate dagli ambiti di trasformazione individuati nel Documento di Piano, le zone e le fasce di rispetto (pozzi, cimiteri), gli edifici e i manufatti di interesse storico e le cortine e quinte murarie storiche.

Per quanto riguarda le informazioni sugli abitanti, nel comune di Medole risultano residenti, al 31 dicembre 2012, n. 4.076 abitanti; in conseguenza dei Piani e i Programmi Attuativi in corso di realizzazione si prevede che il numero della popolazione residente incrementerà di circa 99 unità; considerando le aree di completamento previste dal Piano delle Regole, si ipotizza un aumento della popolazione residente di circa 918 abitanti ulteriori. In totale la popolazione prevista dal P.G.T. risulta pari a 5.093 abitanti.

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9. ATTIVITA’ COMMERCIALI

Le norme regionali (D.c.r. 13 marzo 2007 – n.VIII/352 – “Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale” ai sensi dell’art.3, com.1, della legge regionale 23 luglio 1999, n.14 e la D.g.r. 21 novembre 2007, n.8/5913 – “Criteri urbanistici per l’attività di pianificazione e di gestione degli Enti locali in materia commerciale” (art.3 com.3, l.r. n.14/99) prevedono per i comuni l’obbligo di adeguare gli strumenti urbanistici alla legislazione regionale sul commercio sulla base degli studi analiticamente prescritti dalle suddette delibere e quindi adeguandoli con quanto indicato nel Piano Territoriale Regionale (PTR) e nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) vigenti, soprattutto per quanto riguarda l’insediamento delle grandi strutture di vendita e la salvaguardia ambientale e paesistica. La carta delle Attività Commerciali contenuta nel presente documento è una carta tematica che rappresenta lo stato delle attività commerciali sul territorio comunale, infatti descrive la localizzazione e la tipologia delle attività commerciali presenti sul territorio e permette di rilevare i cambiamenti nell’uso del territorio e degli spazi commerciali. Costituisce un ausilio indispensabile nell’ambito delle valutazioni commerciali, per la programmazione, pianificazione e gestione del territorio, per un confronto temporale delle informazioni contenute consentendo la lettura territoriale e il monitoraggio delle dinamiche evolutive nel settore commerciale. La carta delle Attività Commerciali rappresenta la struttura del sistema commerciale di Medole in rapporto alle vie di comunicazione e ai servizi pubblici presenti sul territorio. Dai rilievi effettuati si è rilevato che la prevalenza di attività commerciali è costituita dagli esercizi di vicinato (max 250 mq), maggiormente concentrati nel centro storico del capoluogo, soprattutto lungo via San Martino, via Roma e via S. Zanella, tali attività commerciali sono inoltre presenti in modo diffuso all’interno del tessuto residenziale. Infine, in via Pieve è presente una piccola struttura di vendita (da 250 mq a 1.500 mq), non sono state riscontrate medie strutture di vendita. Per una più facile lettura della localizzazione degli esercizi di vicinato presenti nel centro storico di Medole si rimanda alle tavole contenute nel presente documento, “Classificazione centri storici” redatte alla scala 1:500 (tav. 6.1, 6.2, 6.3, 6.4 e 6.5), all’interno delle quali tali attività sono localizzate in modo puntuale in ogni edificio. Nel territorio comunale è inoltre presente un mercato settimanale che si svolge in Piazza Vittoria. Nel territorio comunale non sono presenti grandi strutture di vendita (oltre 2.500 mq), Medole si appoggia ad alcuni grandi centri commerciali presenti nei comuni contermini. Per completezza di informazioni, all’interno delle tavole sono evidenziate anche tutte le altre attività commerciali presenti nel Comune e indicate all’interno degli elenchi della Camera del Commercio di Brescia (che si basa sull’utilizzo dei codici ATECO) come “commercio ingrosso e dettaglio” e “alberghi- bar-ristorazione”. La finalità di questo quadro conoscitivo, coerentemente con l’art.2 della Legge Regionale 2 febbraio 2010, n.6 – “Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere” è quella di restituire un quadro esauriente che aiuti ad integrare la pianificazione territoriale e urbanistica e la programmazione commerciale per un equilibrato ed armonico assetto del territorio e delle diverse tipologie di vendita guidando la definizione di obiettivi di sviluppo comunale, salvaguardare e riqualificare i centri storici mediante il mantenimento delle caratteristiche morfologiche degli insediamenti ed il rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico ed ambientale, favorendo un’integrazione armonica degli insediamenti commerciali con il tessuto urbano esistente, nel rispetto dei valori architettonici ed ambientali e del contesto sociale. (vedi Tavola 3 – Attività commerciali, scala 1:5.000)

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