Ramiro Rampinelli

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Ramiro Rampinelli CARLO SUCCI Un matematico bresciano RAMIRO RAMPINELLI CENTRO STORICO ATENE0 DI BRESCIA OLIVETANO ACCADEMIA DI SCIENZE BADIA DI RODENGO LETTERE ED ARTI CARLO SUCCI Un matematico bresciano RAMIRO RAMPINELLI Monaco Olivetano 1697 - 1759 CENTRO STORICO ATENE0 DI BRESCIA OLIVETANO ACCADEMIA DI SCIENZE BADIA DI RODENGO LETTERE ED ARTI Pubblicazione promossa dall'Associazione Amici deìì'Abbazia - Rodengo (Brescia) Supplemento ai COMMENTAR1 DELL'ATENEO DI BRESCIA - per l'anno 1992 Autorizzazione &l Tribunale di Brescia N. 64 in data 21 gennaio 1953 Direttore responsabile UGO VAGLIA STAMPERIA FRATELLI GEROLDI - BRESCIA 1992 Alla memoria di don Giulio Fiori Padre priore del1 'Abbazia di Rodengo Francesco Fiori nasce a Milano il 21 agosto 1924. Entrato giovanissimo nel Monastero olivetano di Camogli, nel 1940 veste l'abito benedettino assumendo il nome di don Giulio e il 4 luglio 1948 è ordinato sacerdote. h' h' I5 novembre 1951 si laurea presso la Facoltà di teologia del Seminario di Milano. Inizia ad insegnare nel ginnasio del Monastero di Camogli e successivamentepassa al liceo dell'Abbazia di Seregno; dopo la laurea, per venticinque anni insegnerà presso l'Istituto magistrale di Ferrara. Eletto priore dell9Abbaziadi Rodengo il 26 maggio 1989, contri- buisce ad incrementarne l'attività e i1 prestigio; basterà ricordare l'ultima sua iniziativa: il laboratorio per il restauro del libro. Appassionato studioso di storia, in particolare del movimento benedettino, a lui si deve la creazione a Rodengo di un Centro storico olivetano che ricerca, raccoglie e pubblica materiale di grande interes- se. Don Giulio Fiori si spegne a Rodengo il 27 giugno 1991. Veduta aerea del complesso della Abbazia di san Nicola presso Rodengo (Brescia) PREFAZIONE Le presenti note sulla vita e l'opera del Padre olivetano don Ramiro Rampinelli vogliono essere un doveroso omaggio alla sua nobile ed alta figura di maestro e di scienziato ma, al con tempo, testimoniare le benemerenze culturali che spettano alla città di Brescia nel corso della storia. Lo spunto della ricerca è statofornito dal ritrovamento da parte del dottor Alessandro Tita, solerte e attivissimo presidente dell'Associazione degli amici dell'abbazia di Rodengo, di una copia del volume "Lectiones Opticae Ramiri Rampinelli Brixiani': pubblicata a Brescia nel 1760 per iniziativa dei reverendi Padri olivetani don Flaminio Gandini e don Ildefonso Ugoni, abati della Abbazia di san Nicola in Rodengo. Inizialmente f inalizzato alla semplice analisi dell'opera ritrovata, il lavoro ricevette successivamente un poderoso stimolo e divenne oggetto di un ben maggiore impegno, per l'entusiastica e fattiva adesione del compianto padre olivetano don Giulio Fiori, priore dell'Abbazia di san Nicola, recentemente scomparso, la cui immatura morte ci ha purtroppo privato della sua preziosa collaborazione. A lui sono particolarmente grato per aver recuperato, con zelo encomiabile, la serie di importanti document i biografici esistenti presso l'Abbazia di Monte Oliveto maggiore presso Siena e per aver tradotto dal latino, con particolare maestria, la lettera del padre Francesco Torriceni al1 'abate Bernardo Onofrio. L'onere della preparazione del capitolo riguardante la Congregazioneolivetana, ihpart icolare quella di Rodengo, e delle benemerenze culturali e sociali del Rampinelli nell'ambiente bresciano, è stato assolto con competenza dalla prof. Irma Bonini Valetti,per molti anni ricercatore di storia nella sede bresciana dell'università Cattolica: a lei va il più vivo e sentito ringraziamento dello scrivente. Ringraziamenti sono dovuti pure alla pro$ Mirella Enriotti dell 'Università degli studi di Milano che, nella sua veste di dirigente delle biblioteche del Dipartimento di Fisica, ci ha permesso una rapida acquisizione dei docu- menti biografici riguardanti il Rampinelli, esistenti presso la Biblioteca comunale di Mantova e quella del19Università di Pavia. Un ringraziamentoparticolare va al pro$ Alvero Valetti, assistente di Fisica Generale presso l'Università Cattolica di Brescia, per la stesura dell'appendice riguardante le importanti meridiane esistenti nel1 'abbazia di Rodengo, di cui ha personalmente curato il restauro. A lui sono particolarmente riconoscente anche per l'impegnativo la- voro di curatore della presente edizione, che ha potuto avere luogo grazie al sostegno della Congregazione dei Monaci olivetani di Rodengo e della Associazione degli amici dell'ab boria, con ilpatrocinio dell A teneo di Scienze, Lettere ed Arti di Brescia. Un ringraziamento va infine alla famiglia Rampinelli di Brescia per il costante interessamento per la presente ricerca. Benché, ovviamente, suscettibile di ulteriori opportuni approfondimenti, specie riguardo ai particolari temi mate- matici trattati dal Rampinelli, mi auguro che il lavoro compiuto costituisca di fatto un contributo, anche se modesto, alla conoscenza dell'opera svolta da tale grande, quanto virtuosamente modest o, cittadino bresciano. Carlo Succi professore ordinario di Fisica Generale nell'Università degli Studi di Milano Milano, dicembre 1991 10 RAMIRO RAMPINELLI E L'AMBIENTE BRESCIANO La figura di Ramiro Rampinelli, monaco olivetano e studioso, si colloca in un ambiente - quello bresciano - che conosce nel 700 una nuova fioritura, dopo le difficoltà causate nel secolo precedente in tutto il territorio della Serenissima dalla lunga, difficile e onerosa contesa con i Turchi. Carestia, esazioni fiscali inasprite, arruolamenti for- zati avevano reso precaria la sopravvivenza di una cittadi- nanza già decimata dalla peste del 1630. Basti citare due dati: all'inizio del '600 la popolazione bresciana era costituita da circa 50000 abitanti; in città si contavano, fra le altre attività artigianali, 38 botteghe di armieri. Quarant'anni dopo, la popolazione non raggiunge i 25000 abitanti e le botteghe di armature sono ridotte a 3. Ma verso la fine del secolo la vita torna alla normalità, anche se la Repubblica di Venezia, che ha perso gran parte del dominio d'oltremare ed è accerchiata, nel continente, dal- l'impero asburgico, si trova in una crisi ormai irreversibile, awiata lentamente al declino. Così la forza innovatrice del secolo "dei lumi" non riesce a scuotere il torpore della Serenissima: i riformisti veneti, pur occupandosi di problemi economici, soprattutto legati all'agricoltura, non riescono mai a vederne il rapporto con quelli politici e sociali, a differenza degli Illuministi milanesi, toscani e napoletani. In questo ambito la città di Brescia, se da una parte conserva strutture amministrative ormai vecchie di secoli, in cui appare chiaramente la stasi, che grava su tutto il territorio veneto, dall'altra presenta una vivace realtà culturale, che molto risente del fervore di studi e iniziative della vicina Milano: soprattutto per impulso del cardinale Angelo Querini, che dota la città di una biblioteca pubblica, si diffondono scuole e accademie, nelle quali si approfondisce la conoscenza delle discipline umanistiche; le discipline scientifiche ricevono un impulso notevole: sia per quanto riguarda la ricerca teorica, sia per i progetti di realizzazioni tecniche,gli scienziati bresciani acquistano una fama, che va ben oltre i confini della città; l'archiiettura e le arti figurative rinnovano il volto degli antichi quartieri, abbellendo palazzi e chiese, ed è notevole per numero e imponenza la costruzione di nuovi edifici. I1 Rampinelli riceve in questa sua città così fervida di iniziative culturali un awio positivo e solido agli studi successivi, certamente quella che oggi si chiama una prepara- zione di base completa e aperta agli ulteriori approfondimenti: inizia infatti lo studio sistematico delle scienze matematiche sotto la guida di due maestri bresciani, il Mazini e il Padre Bomato, che lo mettono in grado di essere accettato come allievo dal professor Gabriele Manfredi dell'università di Bologna. I continui rapporti, che il Rampinelli mantiene poi con esponenti della cultura bresciana, sia religiosi che laici, testimoniano un ininterrotto colloquio con un ambiente colto, il quale continua a essere un punto di riferimento significativo anche per l'affermato docente, che svolge la sua opera presso università prestigiose come quella di Padova o di Pavia. D'altra parte bresciano è il tipografo - Gian Battista Bossini -che stampa il trattato di ottica e bresciani sono gli allievi ed estimatori del Rampinelli, che finanziano la stampa, che curano l'edizione del libro, che, soprattutto, tracciano del compianto maestro, alla notizia della sua morte, un commosso profilo, dal quale si comprende con quanta competenza essi apprezzassero il valore delle sue ricerche scientifiche. N6 certamente inferiore a quello cittadino per interessi culturali e fervore di studi è l'ambiente del monastero olivetano di Rodengo, a cui il Rampinelli appare legato. L'abbazia è, nella prima metà del 700, fiorente e attiva, come continuerà a essere fino alla soppressione nel 1797: le cure pastorali, espressione di una spiritualità profonda e capace di tradursi in concrete iniziative, la tradizionale ospitalità, l'oculato impegno nella gestione dei possedimenti agricoli ne fanno, come accade ormai da tre secoli, la presenza più significativa per tutto il territorio della Francia- corta. Altrettanto importante è la fitta trama di rapporti, che l'abbazia mantiene con gli altri monasteri olivetani, e, più in generale, secondo la tradizione benedettina, con quegli am- bienti che, operando nel segno della cultura, si pongono necessariamente sulla strada di chi, come il monaco, fa della
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