Anno XXIX - Dicembre 2008

RIVISTA DELLA SOCIETÀ 59 SPELEOLOGICA ITALIANA spediz. in abb. post. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 aut. D.C.I. - Regione E/R SOCIETÀ SPELEOLOGICA ITALIANA www.ssi.speleo.it

DIREZIONE Centro Italiano di Documentazione Didattica speleologica [email protected] Presidenza Speleologica “F. Anelli” - CIDS Giampietro Marchesi Via Zamboni, 67 Tel. 333 5069533 40126 Bologna Foto-video Fax 030 6852325 Tel. e fax 051.250049 Paolo Dori [email protected] [email protected] Tel. 339 7705052 [email protected] Vicepresidenza GRUPPI DI LAVORO Carlo Germani Scientifico Relazioni Internazionali [email protected] Paolo Forti • c/o Dip. Sc. della Terra Riccardo Dall’Acqua e Fabio Siccardi Università di Bologna Fax 019 8485490 [email protected] Segreteria Via Zamboni, 67 Mila Bottegal • C.P. 807 40126 Bologna 34100 Trieste Tel. 051 2094547 Scuole Tel 335 5433673 Fax 051 2094522 Mauro Kraus Fax 040 3728640 [email protected] Tel +39-040-573969 [email protected] Cell. 339 1246500 [email protected] Salvaguardia Aree Carsiche Tesoreria Mauro Chiesi Cristina Donati Tel./Fax 0522 591758 Speleosubacquea Tel. 338 3814367 [email protected] Leo Fancello Tel./Fax 030 6852325 Tel. 0784 94385 [email protected] [email protected] COMMISSIONI Catasto Ufficio stampa UFFICI Massimo Mancini Marilena Rodi Assicurazioni Tel. 320 4309112 uffi[email protected] Marco Ottalevi Fax 0874 418373 via delle Vigne, 80 00148 Roma [email protected] Tel 335 5434002 COLLABORATORI n.59 Lidia De Vido Fax 06 6550515 Cavità Artificiali [email protected] Ezio Burri Jo De Waele Tel. 335 8124719 Andrea Mezzetti Tel. 0871 346613 Siria Panichi artifi[email protected]

PER GLI AUTORI

I testi articolo breve: non oltre 15.000 battute + 10 o 15 immagini articolo lungo: non oltre 30.000 battute + 15 o 20 immagini. I testi devono essere forniti su supporto magnetico (Cd o DVD) op- pure spediti via posta elettronica, in formato Word. I files di testo NON DEVONO CONTENERE formattazioni particolari, numerazio- Le figure ne delle pagine, note a piè di pagina, rientri, tabulazioni, revisioni Figure, carte, profili ed immagini devono essere numerati progressi- e quant’altro abbia scopo di simulare una impaginazione. Inoltre vamente. Per le immagini fornite in diapositiva il numero dovrà essere non devono essere presenti nel testo di word immagini collegate, indicato su telaietto dell’originale (o duplicato di ottima qualità), in ma le stesse devono essere fornite a parte, in singoli files. Eventuali modo da caratterizzarne il verso di lettura. Le immagini fornite in indicazioni sul posizionamento delle immagini lungo il testo devono digitale devono essere .tif con risoluzione almeno di 300 dpi e di- essere segnalate semplicemente inserendo un “testo di servizio in mensioni non inferiori a cm. 10 x 15 (meglio se più grandi). Le foto colore rosso” con la dicitura “inserire qui la foto n. xx”. Ogni articolo di apertura degli articoli devono avere una dimensione non inferiore deve essere introdotto da un breve riassunto, preferibilmente anche il a cm. 18 x 24. Se compresse in .jpg devono comunque rispettare le lingua inglese; dal nome e cognome degli autori; dall’associazione precedenti dimensioni una volta de-compresse. I rilievi e le carte to- di appartenenza (se si vuole) e da un recapito telefonico o e-mail per pografiche o geologiche devono rispettare le stesse indicazioni delle facilitare il contatto della redazione con gli autori. Eventuali tabelle foto, con la particolare attenzione che le scritte siano di dimensioni o grafici devono essere anch’essi forniti in files a parte. Le note bi- molto grandi, per consentirne la lettura anche in caso di riduzione. E’ bliografiche vanno riportate in fondo all’articolo. Ogni articolo deve preferibile consegnare anche dei file aperti (Corel o Autocad o altro necessariamente essere corredato da una cartina di inquadramento editor) per poter intervenire nel caso si rendesse necessario. Le dida- della zona. A titolo di esempio forniamo alcune misure relative al scalie delle foto (obbligatorie) devono essere numerate, o riportare il numero di battute (spazi compresi) per ogni tipologia di articolo. nome del file tif o jpg di riferimento; devono essere sufficientemente notizie breve: 1.500/2.000 battute + 1 immagine descrittive e riportare il nome dell’autore della foto. notizia lunga: 3.000 battute + 2 o 3 immagini Per qualsiasi dubbio contattare: [email protected] Editoriale

l termine di questi tre anni di mandato aumentare le occasioni di incontro e di con- Asarebbe doveroso fare un bilancio. Do- fronto, sfruttando anche le nuove tecnologie vrei, quindi, stendere un elenco di cose e di della comunicazione. Rivista della Società esperienze positive e negative. Dovranno essere privilegiate le tematiche Speleologica Italiana Sede Legale Dovrei parlare di persone amiche e nemi- legate alla conoscenza, alla diffusione e Via Zamboni, 67 che, di difficoltà, di gioie, di amarezze, alla salvaguardia del buio, progettando e 40126 Bologna di soddisfazioni e di dispiaceri, dei pochi, realizzando progetti mirati e condivisi. Per

semestrale ma importanti obiettivi raggiunti, dei molti poter operare al meglio, penso si debba N° 59 - dicembre 2008 obiettivi non centrati, dei problemi risolti e di trasformare un po’ la struttura societaria. Anno XXIX quelli che sono ancora da affrontare, delle 1. Il Presidente, sempre eletto dalla base, cose portate a termine e dei numerosi errori dovrebbe avere la possibilità di scegliere i Autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 7115 fatti. Sì dovrei, ma mi servirebbe molto più suoi collaboratori, 4 o 5 al massimo: insom- del 23 aprile 2001 spazio e tempo di quello che ho a disposi- ma una vera e propria squadra unita da uno Codice Fiscale 80115570154 zione e quindi, P.I.V.A. 02362100378 anche perché Anagrafe nazionale ricerca L18909 LL ISSN 0394-9761 non voglio te- Quale futuro sostenibile diarvi, non lo Sede della redazione farò in questa Via Zamboni, 67 40126 Bologna sede. Vorrei solo per la Società telefono e fax 051.250049 esporre alcune www.ssi.speleo.it personali rifles- redazione.speleologia sioni su quello Speleologica Italiana @gmail.com che dovrebbe Direttore Responsabile essere la Società Speleologica Italiana del specifico programma. La campagna eletto- Alessandro Bassi futuro e suggerire alcuni processi per ren- rale vedrebbe quindi candidature non più di Redazione: derla più snella e al passo con i tempi. Lo singoli nomi, ma di effettive compagini Francesco De Grande faccio alla luce della mia esperienza alla 2. Tesoreria, Segreteria, Ufficio assicurazio- Massimo Goldoni presidenza e al servizio della SSI ininterrot- ni e tutte le altre strutture di servizio debbono Marinella Gondoni tamente dal 1984: quasi un lustro durante essere professionalizzate e, quindi, pagate. Michele Sivelli Alessandro Zanna il quale ho vissuto a stretto contatto con ben Ciò andrebbe a pesare notevolmente sul 4 presidenti, Vittorio Castellani, Paolo Forti, magro bilancio di SSI per cui ci si dovrà at- Progetto grafico Giovanni Badino e Mauro Chiesi. tivare per trovare risorse adeguate a fronteg- e impaginazione Potrebbe essere l’avvio di un serio confronto giare queste ulteriori ma necessarie spese Sira Dingi su questo tema, i cui risultati non dovrebbe- 3. I Coordinatori delle Commissioni non Stampa: ro essere disattesi dal nuovo Presidente e dovrebbero far parte anche del gruppo di- LITOSEI s.r.l. Officine Grafiche dal suo Consiglio, che si insedierà alla fine rigente. Via Rossini, 10 40067 Rastignano (BO) dell’anno. È solo un esempio, ma i pare che le ultime La Società Speleologica Italiana del futuro esperienze abbiano evidenziato quanto sia Associato dovrà puntare, a mio avviso, con convinzio- difficile avere un doppio incarico: spesso all’Unione Stampa ne ed energia, sul rafforzamento del ruolo viene privilegiato uno a discapito dell’altro Periodica Italiana politico di rappresentanza e di coordina- 4. Le Federazioni Speleologiche Regionali La rivista viene inviata mento di tutte le realtà italiane che si occu- dovrebbero diventare socie di diritto della a tutti i soci SSI in regola pano del mondo sotterraneo. Società Speleologica Italiana per dare un con il versamento della quota sociale Prima di tutto va consolidato il rapporto pa- maggiore spessore e senso alla stretta col- ritetico e privilegiato che c’è con le Federa- laborazione tra il livello nazionale e quello Quote anno 2008 zioni Speleologiche Regionali, nelle quali si regionale aderenti E 18,00 riconoscono la maggior parte dei gruppi e Queste sono alcune proposte…. solo per ordinari E 40,00 gruppi E 140,00 degli speleologi. rompere il ghiaccio. Ora aspetto le vostre. di cui prezzo rivista E 15,00 È vero che ci sono gruppi o speleologi che Apriamo un dialogo e un confronto. Una Versamenti in viaggiano da soli dei quali, anche se sono sola preghiera: nel rispetto delle opinioni C.C.P. 58504002 intestato a una minoranza bisognerà tener conto. personali, diamoci un tempo di scadenza Società Speleologica Italiana Per quanto riguarda le altre strutture che si e poi cerchiamo di approdare a un nuovo Via Zamboni, 67 occupano di speleologia, non solo in Italia, porto sicuro. 40126 Bologna si deve puntare a protocolli su temi come Giampietro Marchesi Specificare la causale del versamento lo scambio di esperienze e campagne di Presidente della Società sensibilizzazione. Per far questo bisogna Speleologica Italiana

Speleologia591 Sommario

12 TOSCANA Abisso Perestroika 1 Editoriale 4 Tempi solcati Gli articolii articoli 12 Perestroika apuana 12 TOSCANA Abisso Perestroika Gianni Guidotti 18 Majella segreta Cesare Iacovone 24 La risorgenza di San Zeno Andrea Ceradini, Andrea De Angelis 28 Buca Nuova Francesco De Grande 35 Le incisioni seicentesche delle grotte di S. Rosalia Massimo Mancini, Paolo Forti 18 ABRUZZO Majella 38 Una nuova grotta nei gessi crotonesi Francesco Lamanna, Carmine Lepera, Caterina Dima, Franco Mascaro 42 International Journal of Jo De Waele

24 VENETO Risorgente di San Zeno

28 TOSCANA Buca Nuova

2 Speleologia59 ika

38 CALABRIA Grotta J. Flagelli 42 International Journal of Speleology

44 Turisticamente sostenibili Giovanni Badino, Mauro Chiesi 48 Grotte in sale cileno Jo De Waele, Paolo Forti

Verso il fondo Tecniche e sicurezza 56 Il potenziale esplorativo residuo del Lazio 60 Biospeleologia 62 Didattica speleologica 65 Notizie italiane 68 Notizie estere 73 Spulciando in biblioteca 75 Recensioni 44 Turisticamente sostenibili 79 Vi sia lieve la terra 80 Summary

Foto di copertina: in progressione lungo le gallerie freatiche dell’Abisso Perestroika, Alpi Apuane (Foto G. Dellavalle)

48 CILE Atacama Speleologia593 N Tempi solcati Nella Grotta Grande dei Cervi di Pietrasecca Una vecchia passerella, ormai inutilizzata, frutto di un maldestro adattamento turistico, rimossa in occasione del Pib 2008

’intervento che la Federazione che si è ritrovato all’improvviso una LSpeleologica Abruzzese ha fatto cosa nuova da gestire; quello degli nella Grotta Grande dei Cervi di Pie- speleologi, che l’hanno scoperta e se trasecca nel Comune di Carsoli (AQ) la sono vista chiudere. è stato unico nel suo genere. La grotta è stata poi oggetto di molti Non si è trattato di ripulire una grot- studi, sia da parte dell’SSI sia del Di- ta usata come discarica o un inghiot- partimento Ambientale dell’Univer- titoio da rifiuti portati dalle acque, sità dell’Aquila. ma è stata l’opera di rimozione di Viste le condizioni, si è saggiamente una passerella di legno ormai marcia giunti all’istituzione di una delle pri- e fatiscente inserita “scientemente” me riserve carsiche in Italia, e questo per permetterne la visita: grazie alla scoperta della grotta. La Grotta dei Cervi rientra nel delica- Il fatto che si trovi in una riserva e to argomento delle grotte turistiche: anche in un sito SIC (Sito di inte- scoperta nel 1984, ha avuto fasi di resse comunitario) implica che vada gestione problematiche su più fronti: salvaguardata e protetta in modo “buttare le chiavi”. quello di competenza della soprin- coerente. Come le aree WWF - fatte per pro- tendenza, che l’ha chiusa per motivi Ciò non vuol dire che occorra ne- teggere flora e , ma non per di salvaguardia; quello del Comune, cessariamente chiudere l’ingresso e questo inaccessibili - anche la Grotta dei Cervi potrebbe essere visitata nel modo giusto e con regole stabilite. Puliamo il buio: tutti i numeri Questa grotta, infatti, è definita a bassa energia e impone determinati dell’edizione ‘08 limiti. La realizzazione di strutture che va- a lunga lotta della speleologia lorizzino il carsismo esterno può rap- Litaliana contro i rifiuti nascosti presentare una valida alternativa, così è continuata anche quest’anno. In che la grotta non sia la meta princi- occasione di Puliamo il buio 2008 pale. – che, lo ricordiamo ormai per pochi, La posa in opera della passerella non è l’iniziativa in collaborazione con Le- è stata che un maldestro tentativo di gambiente dedicata al mondo ipogeo turisticizzazione da parte di enti lo- all’interno della giornata mondiale Clean up the world - la partecipazione di cali che hanno agito autonomamente Federazioni Regionali e Gruppi Speleologici ha fatto registrare un incremento senza le minime competenze e senza degli speleologi coinvolti: circa quattrocentocinquanta rispetto ai quattrocen- rispettare le regole. to dello scorso anno. Proporzionale ai partecipanti, anche il “raccolto” è stato Fortunatamente ora le cose stanno più fruttuoso: quasi 26 tonnellate di rifiuti recuperati a fronte delle 18 ton- cambiando: da parte delle ammini- nellate asportate nel 2007. E come sempre, se il dato è confortante da un lato, strazioni c’è maggiore collaborazione dall’altro ribadisce la vulnerabilità e la speculare necessità di vigilanza e tutela e consapevolezza anche del ruolo che degli ambienti carsici. Una vulnerabilità ben fotografata anche dalla tipolo- la legge sulla riserva attribuisce alla gia dei rifiuti recuperati: urbani e ingombranti per oltre 7.000 chilogrammi; Federazione Speleologica Abruzzese. speciali (di vari tipi, ma comunque di origine industriale) per oltre 17.000; Al Pib2008 hanno partecipato non inerti per 610 ed anche pericolosi (siringhe, medicinali, batterie, solventi) per solo gli speleologi, ma anche il Co- 180 chili, che evidenziano la varietà dei soggetti che partecipano attivamente mune di Carsoli, l’Ente Grotte e la a compromettere l’ambiente. Ambiente Italia, la trasmissione di Rai 3, ha dato Pro Loco di Pietrasecca. Un buon notizia della nostra iniziativa mandando in onda le immagini girate durante inizio. alcuni interventi di pulizia in grotta e in esterno. Cesare Iacovone, Marilena Rodi Federazione Speleologica Abruzzese

4 Speleologia59 Didattica ambientale Speleologi in erba sulla Majella

a Casa del Lupo, foresteria del leologi romani di Roma. Sono inter- necessità di tutelarne e salvaguardar- LParco Nazionale della Majella venuti, per le lezioni frontali in aula, ne l’equilibrio. (Caramanico Terme), ha ospitato un Carla Antonioli (biologa), Edvige L’iniziativa è stata patrocinata da: So- campo scuola di speleologia per ra- Ricci (ecologa), Fulvio Scozzese (to- cietà Speleologica Italiana, Regione gazzi dai 12 ai 16 anni organizzato pografo), Mirta Morrone (geologa), Abruzzo, Provincia di Pescara, Co- dal 21 al 25 luglio 2008 dall’Asso- Roberto Tonelli (metereologo), Ro- mune di Caramanico Terme, Parco ciazione geonaturalistica “Gaia”, in berto Iezzi e Luciano Schiazza del nazionale della Majella, Associazione collaborazione con l’Assessorato al- Corpo Forestale dello Stato. Bene-essere, Croce Rossa Italiana. l’Ambiente del Comune di Pescara. L’esperienza ha offerto ai giovanissi- Cinque giorni di full immersion nella mi la possibilità di accostarsi al mon- Marilena Rodi, Gruppo Puglia Grot- naturale e meravigliosa cornice della do sotterraneo, ascoltare la sua voce, te - Federazione Speleologica Pugliese, Riserva naturale della Valle d’Orfen- viverne l’ambiente e apprezzare le Daniele Berardi, Croce Rossa Italiana, to, organizzati da Daniele Berardi e caratteristiche, trasmettendo loro la Associazione geonaturalistica “Gaia” articolati in lezioni teoriche alternate da uscite pratiche che hanno riempito le giornate dei “campisti”, tra nozio- 35° anniversario del CIRS ni di geologia, materiali speleologici, biospeleologia, cartografia, ecologia, A Ragusa il 3° Simposio internazionale primo soccorso ed esperienze di pro- sulle aree carsiche del Mediterraneo gressione in grotte orizzontali. Obiettivo del campo: far acquisire scaricabile nell’area download, del sito www.cirs-ragusa.org, la prima ai partecipanti le conoscenze di base Ècircolare del 3° Simposio Internazionale su “ Evolution in the south e le tecniche fondamentali per un Mediterranean Area” - che si svolgerà a Ragusa il 29-30-31 maggio 2009, corretto e sicuro approccio all’esplo- nell’ambito delle celebrazioni del 35° anniversario della fondazione del razione del mondo sotterraneo e, CIRS. La manifestazione intende promuovere la conoscenza dei fenomeni soprattutto, mettere in rete compe- carsici originatisi nei paesi dell’area sud Mediterranea e accrescere la con- tenze e conoscenze degli speleologi sapevolezza della loro importanza nel mondo accademico, della ricerca, italiani per condividere strumenti di della comunità speleologica e della collettività in generale. Argomenti centrali didattica. saranno la tutela delle risorse idro-carsiche e le problematiche di stabilità del Il campo infatti, è stato un buon substrato di fondazione di aree antropizzate in presenza di vuoti carsici. aggregatore di esperienze da diverse Il Simposio ha avuto il patrocinio dell’Anno Internazionale del Pianeta Terra regioni italiane. (UNESCO-UIGS), della Società Speleologica Italiana, della Federazione Hanno partecipato i gruppi speleo- Speleologica Regionale Siciliana e della Società Geologica Italiana, Sezio- logici: Associazione speleologica Ac- ne Giovani. Hanno aderito all’evento i Dipartimenti di Scienze della Terra quasanta (Ascoli Piceno), Corso vo- e di Geologia delle Università di Palermo, Catania e Messina per l’Italia e lontario soccorso civile di Bologna, Bengasi per la Libia. Gruppo Puglia Grotte di Castellana- Rosario Ruggieri, CIRS Ragusa Grotte, Speleo club di Rieti e Spe-

Speleologia595 N Tempi solcati Vercors 2008, la FSE a congresso Grande partecipazione al IV Congresso della Federazio- ne Speleologica Europea, presenti oltre 2000 speleologi da 37 paesi diversi

al 23 al 30 Agosto 2008 si è te- Dnuto a Lans-en-Vercors (Fran- cia) il IV Congresso europeo di Spe- leologia, organizzato dalla Fédération Française de Spéléologie (FFS) e dalla Fédération Spéléologique Européen- ne (FSE). Il consuntivo dell’evento parla di oltre 2000 partecipanti pro- venienti da 37 paesi, di cui circa un centinaio gli italiani. All’atto della speleologo importa prevalentemente pean Protection Commission registrazione venivano consegnati gli la visita turistica, piuttosto che inte- (ECPC) della FSE prima e durante atti in cd-rom (il cartaceo prevedeva ressarsi su cosa viene fatto dagli altri il simposio tematico nei giorni di un pagamento a parte). La Società o cogliere l’opportunità di sviluppare Vercors 2008. Grazie all’attività del- Speleologica Italiana ha partecipato conoscenze e collaborazioni. la ECPC si sta portando avanti un con un micro stand, utile per am- Fare analisi o rendiconti su Vercors progetto teso a far approvare alla UE mortizzare le spese e come pretesto 2008 sarebbe molto lungo, e rimar- a una dichiarazione sulla protezione per andare a caccia di libri per la bi- rebbe comunque cosa parziale; me- delle grotte, preludio a una direttiva blioteca. Un drappello di consiglieri glio dunque segnalare alcuni fatti, comunitaria che indichi un cammi- e di collaboratori era comunque pre- a nostro giudizio, estremamente si- no legislativo ai Paesi dell’Unione. sente. Come in ogni grande raduno gnificativi. Innanzitutto la parteci- L’eventuale compimento di questo ci sono stati simposi tematici, mo- pazione degli speleologi provenienti progetto scavalcherebbe d’un colpo stre, esposizioni, riunioni tecniche dall’Europa dell’Est, da noi poco i tentativi - malamente perseguiti - di commissioni (sia UIS che FSE), presenti, e che si distinguono anche dalla speleologia italiana per l’appro- tavole rotonde, nonché concorsi di per i risultati presentati. Mi ha sopre- vazione di un’analoga legge naziona- fotografia e film. so anche la gestione dello speleobar le. Interessante l’idea di Fadi Nader, L’impressione generale è che la parte- – frequentato da svariate centinaia di segretario generale UIS, di realizzare cipazione alle riunioni e alle sessioni persone ogni giorno – e dove non s’è un libretto a fumetti multilingue di lavoro ha registrato numeri enor- praticamente visto un bicchiere o un sull’ambiente carsico da presentare memente inferiori alla vastissima par- piatto di plastica. all’UNESCO: sono aperte le propo- tecipazione alle speleo-gite, guidate o Ognuno aveva il suo “kit biologico”, ste e le collaborazioni, e chi fosse in- meno. Nulla di male, beninteso; tut- acquistato sul posto, o il proprio “ga- teressato contatti Marcel Meyssonier tavia desta una certa perplessità con- mello” da campo! (a quando anche in ([email protected]). statare che - a prescindere dal raduno Italia?); peccato invece per i collega- Al termine dell’Assemblea generale la - alla maggior parte di chi si professa menti Internet, quasi assenti (sigh!), Federazione Speleologica dell’Unio- se non grazie ad un solo cybercafé. ne Europea si è denominata Federa- Dal punto di vista delle “riunioni” zione Speleologica Europea (Fédéra- molto interessante è stato il confron- tion Spéléologique Européenne) e to fra gli istruttori di speleologia di ha aperto la partecipazione ai paesi tutta Europa, dal quale è emerso che europei extra UE. l’età media dei corsisti di I° livello su- Ultima segnalazione, di carattere pera i 30 anni e che i corsi vengono “tecnico-ludico”: a Vercors 2008 è svolti anche con pochissimi iscritti; stata allestita la più lunga tirolese mai in Francia, ad esempio, da tempo si realizzata: quasi un chilometro e due- sperimentano corsi dipartimentali cento metri. Praticamente volare. (regionali) di I° livello. Un grande Vive la France! impegno è stato svolto dalla Euro- Michele Sivelli

6 Speleologia59 Qualcosa è cambiato Dall’Incontro Apuane 2007 Metamorfosi? riflessioni, spunti e la creazione di un “Fondo Convegni Speleologici”

eglio tardi che mai… in que- questione di trasparenza: chiediamo Msto caso bisogna dire proprio che il bilancio dell’ Incontro venga così. Gli incontri annuali di speleo- pubblicato. Il nostro lo trovate sul logia si susseguono ormai dal lon- sito www.apuane2007.it tarvi il compito, prima di ogni inter- tano 1980 e nessuno l’aveva ancora Ma passiamo all’Incontro vero e pro- vento, potete sentire e vedere i punti fatto. Cosa? Mettere a disposizione prio. Due cose in particolar modo ci salienti. Molti sono gli interventi che di tutta la speleologia, ma in parti- piace ricordare, anche perché ci han- meritano un ascolto attento. colare del Comitato Organizzatore no fatto faticare non poco. Altra occasione che non potevamo degli incontri, un capitale iniziale La tavola rotonda “Apuane – non né volevamo perdere è quella dell’ec- per fronteggiare le prime spese, senza solo cave” e “la scoperta del territo- cezionalità del territorio apuano. A dover necessariamente frugare nelle rio”. poca distanza da Castelnuovo di Gar- proprie tasche. L’incontro in Apuane, infatti, ci sem- fagnana ci sono centinaia di grotte e L’Associazione Culturale Apuane brava un’ottima opportunità per far molti degli abissi più profondi d’Ita- 2007, grazie a un inaspettato contri- sedere allo stesso tavolo associazioni lia. Da qui la decisone di organizzare buto, ha costituito il “Fondo Con- imprenditoriali, sindacati, politici, un Incontro lungo, ben 9 giorni, per vegni Speleologici” che sarà gestito tecnici e speleologi, così da creare dare la possibilità di poter girare in dalla Società Speleologica Italiana un’occasione di confronto e un’op- lungo e in largo le Apuane. (visto che l’Associazione prima o poi portunità di conoscenza delle rispet- Abbiamo così suddiviso il territorio cesserà). tive competenze, problematiche e nelle varie aree carsiche, contattato i Il funzionamento è semplice: SSI, prospettive, a volte contrastanti. gruppi che storicamente ci lavorano all’inizio dell’anno, consegna l’im- Come Comitato ci tenevamo mol- e deciso insieme di attrezzare almeno porto del fondo al Comitato Orga- tissimo e siamo particolarmente or- una grotta per ogni zona (ne sono nizzatore dell’Incontro Nazionale, gogliosi di essere riusciti in questa state armate 19), segnare un sentie- il Comitato lo usa per anticipare le impresa tanto importante quanto ro speleologico (per un totale di 18 prime spese e poi, terminato l’Incon- difficile. Cosa è risultato? Non do- speleosentieri), allestire una mostra a tro, lo rende alla SSI. Alla chiusura, vete che guardarvi il DVD degli atti Castelnuovo e descrivere in quattro se il bilancio è positivo, il Comitato del convegno allegato alla rivista. pagine ogni area. Organizzatore può ovviamente in- Anche di questo siamo soddisfatti, ci Queste ultime, alla fine non proprio crementare il Fondo. sembra importante averlo realizzato quattro, sono diventate il volume Unica piccola condizione per una e ci pare sia venuto bene: per facili- “Apuane e dintorni – guida incom- pleta alla scoperta del fenomeno car- sico” che avete trovato nel sacchetto al momento dell’iscrizione. Questo nuovo approccio ha dato un ottimo risultato: 349 speleologi, fra cui tanti stranieri, sono andati in grotta. E molti si sono fatti più di una grotta. In totale abbiamo re- gistrato 539 uscite. Anche i sentieri sono stati ben frequentati, ma per la maggior parte non era necessaria la prenotazione e quindi le uscite regi- strate sono state “solo” 129. Ultima e unica nota negativa, in un bilancio tutto sommato positivo, è quella della speleotaverna: costa troppo ed è diventata ingestibile. Forse occorre pensare a diverse solu- zioni conviviali. Bruno Steimberg

Speleologia597 N Tempi solcati

La Sala maggiore della Grotta Una nuova importante donazione per la biblioteca Impossibile dedicata al “mae- stro” Carlo Finocchiaro La generosità degli adeva nel luglio di quest’anno il 25° Canniversario della morte di Carlo Fi- speleologi nocchiaro (1917-1983), speleologo atti- vo dal 1934 alla morte, presidente della ichele?... se tu e Paolo po- Commissione Grotte “E. Boegan” dal “Mtete venire a Milano la set- 1953 al 1983, fondatore della Scuola timana prossima tutto il materiale è Nazionale di Speleologia del CAI, per pronto” anni nel Direttivo della SSI, realizzatore “ Bene, allora veniamo con la mac- del Catasto Regionale delle Grotte del china di Paolo” Friuli Venezia Giulia. La ricorrenza, ce- “No, No! Ci vuole almeno un ca- lebrata nell’intera giornata del 4 ottobre 2008, ha avuto il suo clou nella dedica mioncino” a Carlo Finocchiaro, conosciuto come Questo colloquio telefonico avveniva “il Maestro”, della sala più grande della ai primi di giugno e faceva seguito a Grotta Impossibile. La cerimonia, orga- chiacchierate informali che avevamo nizzata dalla “Boegan” e concordata avuto alcuni mesi prima con Giulio a livello provinciale con la Federazione Badini, uno degli speleologi più attivi Speleologica Triestina, ha visto la parte- negli anni ‘60-70, membro del GSB- cipazione di oltre cento persone. Buona USB di Bologna, responsabile per parte dei convenuti è scesa nella grotta molti anni della Rassegna Speleologi- dall’ingresso basso - in cui una ferrata di ca Italiana e apprezzato giornalista su una trentina di metri conduce all’imbocco temi speleologici e naturalistici. lo, formato infolio, che Anna Maria della galleria principale - mentre un folto Giulio, infatti, aveva pensato già da Tomba ha pubblicato negli anni ‘50 gruppo ha preferito scendere dall’ingres- so alto, aperto con un ciclopico lavoro alcuni anni che la sua ampia biblio- sui cristalli di gesso delle grotte bo- di disostruzione e in parte attrezzato con teca di speleologia, che - per i suoi lognesi, con splendide tavole che io, scale fisse, in parte con corde. Nella mutati interessi attuali - non gli era pur da sempre appassionato conosci- grande sala centrale del complesso, che così necessaria come anni addietro, tore dell’argomento, avevo visto solo si sviluppa per oltre due chilometri nel- poteva essere più utile a tutta la spe- in pessime fotocopie. l’estremo lembo meridionale del Carso leologia italiana. Argutamente si era Naturalmente l’elenco completo del- triestino, sono intervenuti Mario Privileggi, quindi informato sulla possibilità di le acquisizioni potrà essere fatto sola- presidente della SAG, Louis Torelli, presi- donare il materiale al Centro di Do- mente fra molti mesi, quando Sivelli dente della “Boegan”, e il figlio di Carlo cumentazione “F. Anelli” senza ne- avrà finito la catalogazione del mate- Finocchiaro. Alla fine degli interventi Car- cessariamente dover morire prima… riale, ora rallentata del fatto (molto lo Finocchiaro jr., nipote del Maestro, ha Il 12 giugno, sfruttando il pulmino positivo) che negli ultimi anni altre scoperto la targa posta alla base della grande colonna al centro del vasto am- del Dipartimento partiamo di buon corpose biblioteche sono state donate biente. Un breve, commosso, intervento mattino e, senza intoppi sull’Autoso- al Centro. di Mario Gherbaz è stato seguito da un le, arriviamo a Milano dove, fatican- Con quella di Badini, fanno 20 i pa- coro improvvisato, che ha fatto riecheg- do abbastanza, svuotiamo 2 intere trimoni librari che, nell’arco di poco giare sotto le volte della “Caverna Finoc- cantine e stipiamo nel pulmino oltre più di 30 anni, sono andati ad ag- chiaro” le canzoni che erano il repertorio 30 scatoloni. giungersi al fondo iniziale del Cen- canoro della Commissione Grotte “E. La sera stessa, appena rientrati in bi- tro di Documentazione. E questo ci Boegan” dagli anni ‘50 agli anni ‘80. blioteca, non resistiamo e immedia- riempie di soddisfazione perché è una Oltre a rappresentanti della FST e di vari tamente cominciamo a fare un primo dimostrazione chiarissima di come gruppi regionali ci piace ricordare, fra i inventario visivo: decine e decine di tutti gli speleologi hanno compreso convenuti, speleologi provenienti da Au- libri, centinaia di fascicoli di riviste e ed apprezzato il servizio reso dalla bi- stria, Slovenia e da diverse città d’Italia. poi atti di congressi, materiale divul- blioteca a tutti loro, siano o no soci E fra gli intervenuti, un gruppetto di più o meno acciaccati sessantenni, qualcuno gativo di grotte turistiche, cartoline della SSI. con la tuta mimetica in auge negli anni viaggiate e non etc. etc. Non resta che augurarsi che, in un ’60: per loro Carlo Finocchiaro è stato Ci rendiamo subito conto che le cose prossimo futuro, altri seguano l’esem- un “Maestro”, nelle grotte e nella vita. che “mancano” alla biblioteca sono pio di Giulio in modo da rendere il Pino Guidi, Commissione Grotte diverse centinaia, tra cui anche mate- nostro Centro di Documentazione “Eugenio Boegan” - Trieste riale molto importante. Mi colpisce sempre più un punto di eccellenza. in particolare un rarissimo opusco- Paolo Forti

8 Speleologia59 In Texas il Congresso UIS 2009

l Congresso Interna- assieme nel 2009 sono simposi specifici: workshops, corsi e Izionale di Speleo- un fatto davvero uni- incontri vari; dieci diverse competi- logia (ICS) è l’evento co. zioni di speleo arte e musica e anche speleologico più im- Vi elenchiamo di se- le Speleo Olimpiadi. portante al mondo. guito ciò che trove- E poi visite speleologiche giornaliere L’incontro dell’Unio- rete durante il Con- per tutti e per tutti i gusti, escursioni ne Internazionale di gresso: un bellissimo in luoghi turistici, shopping, parchi Speleologia (UIS) si tie- punto di accoglienza dei divertimenti, bat-watching, aste, ne ogni quattro anni in una dell’Università di Kerville deliziosi banchetti, musica e balli... località decisa di volta in volta dai provvisto di camping, camere am- Sul sito web www.ics2009.us, è sca- delegati dei paesi membri dell’UIS. mobiliate e dormitori con aria con- ricabile la seconda circolare sull’ICS: Quello del 2009 si terrà a Kerville dizionata; navette di collegamento usatela come una guida e guardate (Texas, USA) dal 19 al 26 Luglio. Si con i vicini hotels; una settimana gli ulteriori dettagli. prevede l’arrivo di almeno 2000 per- piena di attività per i ragazzi fra i Non dimenticate anche di guardare sone da 60 paesi diversi, che ascol- 7 e i 17 anni di età iscritti al ICS; i 15 minuti di video promozionale teranno e condivideranno i risultati mille metri quadrati di spazi al co- su Kerville 2009 e tutto ciò che di delle loro ultime esplorazioni, le ri- perto con aria condizionata dedi- altro vi offrirà l’ICS. cerche scientifiche e tecniche. cati agli standisti e agli espositori Se avete ulteriori domande con- La National Speleological Society (disponibili ovviamente anche spazi tattateci al: 15th ICS, P.O. Box (NSS) degli Stati Uniti ospiterà all’aperto!): le relazioni sulle ultime 691965, San Antonio, Texas 78269 l’ICS contemporaneamente alla sua scoperte carsologiche e speleologi- USA, 001-413-383-2276 (fax), se- convention annuale, un’occasione che (i riassunti devono pervenire [email protected] or johnmoses@ veramente spettacolare. Le manife- entro il 1° Dicembre 2009 e gli ar- excite.com. stazioni dell’ICS e della NSS riunite ticoli entro il 1° Febbraio 2009): 15 George Veni and Andrew Eavis

Bar camp! What is? on il termine Bar Camp si defini- Cscono gli incontri, sul tema internet e nuove tecnologie, dove gli uditori di- ventano relatori e decidono autonoma- mente quali argomenti trattare. ul Corno d’Aquilio, il monte che La Scintilena ha organizzato un Bar Sospita la Spluga della Preta, il Camp di Speleologia nella cittadina Comune di S.Anna d’Alfaedo ha umbra di Narni: tre giorni intensi a cui compiuto uno scempio ambientale: hanno partecipato 35 speleologi dal è stato asfaltato un tratto di strada vivo e altri 30 via internet, collegati in che conduce alla Preta. Per chi co- diretta su Napoli Underground Chan- nosce i luoghi un paio di tratti, al di nel. Per la prima volta gli speleologi si sono confrontati sui temi delle nuove fuori del parco, sono stati asfaltati un risorse messe a disposizione dal web 2.0 che promettono una rivoluzione anche annetto fa; ora l’orrore è stato com- nel nostro piccolo mondo. piuto anche nel tratto che va dalla Siti aggregati da strumenti per la condivisione di dati ed informazioni possono fine del bosco fino al passo e poi favorire lo sviluppo della “speleologia trasversale”, quella praticata a prescindere giù fino a Sega di Ala (almeno 5-6 dall’appartenenza del singolo al proprio gruppo. km in tutto). L’obiettivo iniziale di fornire semplici strumenti ai nostri webmaster in erba, si è tra- Una nera lingua d’asfalto oltretutto sformato in una interessante discussione sul cambiamento della comunicazione, anche pericolosa, in quanto larga con particolare attenzione alla velocità e all’immediatezza dell’informazione ed “solo” quanto un automobile, e nel alle implicazioni che questo cambiamento può comportare anche alle strutture caso di incrocio fra due auto biso- nazionali, a gruppi e federazioni. gna uscire dall’asfalto, alto in alcuni Altre informazioni sono ovviamente reperibili sul sito della Scintilena. punti anche 10-15 cm. Andrea Scatolini

Speleologia599 N Tempi solcati

Raccolta di firme al Parlamento Europeo per una legge sulla protezione delle grotte Gli spaghetti di grotta per proteggere le grotte

metà del mese di novembre di sono inventati un gradissimo sistema pa che cercavano di convincere i vari Aquest’anno un gruppo molto de- per attirare l’attenzione su di loro; al parlamentari, anch’essi come è ovvio terminato di speleologhe e speleologi di là della conferenza stampa, neces- provenienti da tutta europa, con quel - promotori della campagna per la di- saria ma rituale, il vero cavallo di troia melting pot linguistico che è proprio chiarazione WD66 per la protezione è stato lo stand informativo allestito della più alta rappresentanza politica delle grotte - si è recato a Bruxelles nella hall del Parlamento Europeo ed del vecchio continente. per incontrarsi con Ladislav Miko, i particolare i gadget distribuiti. A parte la presenza fisica a Bruxelles, responsabile della Commissione Am- Innanzitutto faceva bella mostra di molti speleologi e Federazioni Euro- biente del Parlamento Europeo. Sco- sè una grande - presta- pee hanno contattato direttamente po del viaggio era quello di riuscire a ta dal Museo delle Grotte tedesco e i loro deputati nazionali e i risultati far firmare alla metà più uno degli eu- dal Dechenhoehle Iserlohn – e posta non sono mancati: per quanto riguar- roparlamentari una dichiarazione che ad esempio di come le grotte siano da il nostro paese una decina di euro- potesse dare il via ad una discussione “archivi della scienza”; così come il parlamentari italiani hanno già firma- sulla necessità di approvare una diret- nuovo e affascinante libro di Max tiva europea per la protezione degli Wisshak “Inside Mother Earth”, con Palo Forti e gli altri rappresentanti della ambienti carsici e delle grotte. le sue splendide immagini di grotta, speleologia europea mentre preparano Il team, condotto da Christiane Gre- testimoniava l’importanza storica e gli “spaghetti di grotta” nel Parlamento be e Barbel Vogel (della Commis- culturarle del mondo ipogeo. Europeo (Foto Alexey Zhalov) sione Ambiente dalla Federazione Ma la vera chicca sono stati i ben Speleologica Europea) era composto 1000 pacchi da mezzo chilo di spa- da Jean-Pierre Bartholeyns, Wietske ghetti, acquistati in confezioni anoni- van der Berge, Kasia Biernacka, Pier- me, ma personalizzate con una foto di rot Clemens, Dirk van Daerme, Fer- “stalattiti a spaghetto” e con la scritta dinando Didonna, Rainer Fohlert, “Questi sono altrettanto fragili - sal- Paolo Forti, Viorel Lascu, Ioana Me- vate il mondo sotterraneo”. leg, Herman de Swart, Bärbel Vogel e Un’idea semplice ma estremamente Alexey Zhalov. Non è mai facile riu- efficace, tanto che nel Parlamento scire ad interessare i politici alle cau- alla fine circolavano ovunque persone se della protezione ambientale, men con spaghetti in mano e volantini che che meno in questo perdiodo di crisi parlavano di grotte. economica internazionale, ma i nostri Per due giorni lo stand è stato affolla- “eroi” (è proprio il caso di dirlo) si to di speleologi venuti da tutta euro-

10 Speleologia59 to, e si sono espressi favorevolmente Urzulei (Ogliastra-Sardegna) 29 aprile – 3 maggio gli Onorevoli Deputati Vittorio Pro- di, Luisa Morgantini e Giovanni Ber- linguer che, tra l’altro, ha inviato una Icnussa 2009 Incontro gentile lettera di apprezzamento alla Società Speleologica Italiana. nazionale di speleologia Ma dopo questa iniziativa, quali sa- ranno i prossimi passi? un Incontro Nazionale (e non Con Ladislav Miko si è convenuto Èsolo) sicuramente destinato a che la Commissione Ambiente FSE lasciare una forte traccia. Icnussa è (e, localmente, ogni federazione spe- antica denominazione della Sarde- leologica nazionale) rediga mappe gna e significa, appunto, impronta. GIS per tutte le aree carsiche Euro- Anche il periodo sarà straordina- pee, per poter effettuare un confron- rio. Non al Ponte dei Morti, che to con le aree protette già esistenti, e nel 2009 non c’è!, ma a primave- poter avere così una base comune di ra, quando meteorologia e natura dati dalla quale partire. offrono il momento perfetto per Si inizierà con la preparazione di raggiungere la Sardegna. una prima mappa poco dettagliata Urzulei è luogo di forte suggestione e di alcuni esempi regionali; poi, in ed ha già ospitato con molta vitalità un secondo momento, si scenderà lo splendido Incontro della speleo- nei dettagli, e questo sarà un lavoro logia sarda nel 2008. molto lungo e impegnativo. Ciò si- Per Icnussa 2009, il Comune si tra- gnifica che fin d’ora occorrerà forma- sformerà in Nurrapolis, città delle re un gruppo di speleologi interessati grotte e dell’ospitalità. te benvenuti. Non dimenticate che al GIS e specialisti di idrologia che Urzulei sarà teatro di avvenimenti, il calendario è già in preparazione abbiano voglia lavorare su questo esposizioni, eventi quali l’apertura ed ha un tema guida “le nuove progetto per la Commissione euro- agli ospiti dei cortili, ovvero le cor- frontiere dell’esplorazione”. pea, e che si impegnino a raccogliere tes apertas, sonorità isolane e inter- Quindi risultati esplorativi, nuove tutti i dati dalle Federazioni Europee. nazionali. tecniche, reportage dal Mediterra- Fra un anno circa, settembre/ottobre Tutto questo al centro di un’area neo e dal mondo. 2009, il gruppo di lavoro GIS dovrà carsica unica con realtà universal- Poi relazioni, scambi, convivialità e presentare i risultati alla Commissio- mente note. Gorropu, Codula di festa. ne Europea nel corso di un workshop Luna, Su Palu. Ed anche un ricco “grotta&vinci”! appositamente organizzato. Numerosissime le escursioni supra Sono già stati avviati importanti Parallelamente a questo, gli speleologi e sutta monte, per conoscere luoghi contatti per facilitare il viaggio ai sono rappresentati anche nel gruppo di grande fascino ed interesse geo- partecipanti. di lavoro degli acquiferi sotterranei, grafico, naturalistico, sociale. L’offerta di accoglienza è varia e ar- e anche per questo lavoro c’è biso- Queste occasioni di conoscenza del ticolata. Per tenervi aggiornati, visi- gno di collaborazione da parte di un territorio avranno luogo anche nei tate il sito web www.icnussa2009. esperto in idrologia che possa assistere giorni precedenti il cuore dell’in- it ed il forum correlato. il gruppo nella redazione della nuova contro. Se intendete proporre idee, Benvenuti a Icnussa 2009. Sarà un carta per la struttura degli acquiferi. esposizioni, stand, allestimenti sare- appuntamento memorabile. Se siete interessati ai progetti GIS o acquiferi, scrivete a protection@eu- rospeleo.org. La Società Speleologica AAA, collaboratori cercasi Italiana, assieme a tutte le persone interessate a collaborare, coordinerà La Rivista del CAI, organo ufficiale del sodalizio, intende promuovere una mag- l’attività di ricerca e documentazione giore collaborazione con gli speleologi, e li invita pertanto ad inviare articoli per l’Italia. Se non ne abbiamo cura di esplorazioni, cultura speleologica, fenomeni carsici in genere, ecc. Lo scopo principale di questo invito è di far conoscere ai propri soci (300.000 circa) la noi... realtà della speleologia italiana, di cui si sente parlare quasi solo in occasione Per chi volesse vedere le foto del- di incidenti. L’invito è rivolto a tutti gli speleologi, siano essi soci CAI o no. l’evento: http://picasaweb.google. Per invio di articoli e per informazioni al riguardo, si prega contattare Carlo com/christianegrebe/SaveTheHo- Balbiano, via Balbo, 44, 10124 Torino, telef. 011 -887.111. E-mail: carlo- leWorldCampaignForWrittenDecla- [email protected] ration66OnCaveProtection#

Speleologia5911 N Perestroika Perestroika apuana

La storia di sette anni di esplorazioni nel cuore del Monte Tambura

Gianni Guidotti Gruppo Speleologico Fiorentino

Foto di Gianni Dellavalle

12 Speleologia59 ette anni fa, con un numero qua- Ssi monografico di questa stessa rivista (Speleologia n. 44), raccon- tammo come il Monte Tambura, una delle tante montagne apuane, era diventato nel volgere di poco meno di un decennio il guscio di un vasto complesso, uno dei più grandi in Ita- lia. Scrivemmo quelle pagine con gioia e soddisfazione e con il consapevole sollievo di chi sta cedendo, volente o nolente, l’ideale testimone di un lavo- ro diventato ormai troppo grande an- che per l’ostinazione e i dati anagra- fici dei pochi rimasti ad occuparsi di questa zona. Dopo il 2001 qualcosa niente affatto secondaria e meno che L’ingresso dell’A. Perestroika si apre alla base è cambiato: prima il G.S.Pratese, poi mai scontata per noi “maledetti to- delle pendici NO del M. Cavallo, all’inizio dell’impluvio del Rio Rondegno lo S.C.Garfagnana hanno cominciato scani” è che finalmente riusciamo a a frequentare con sistematicità l’Alta collaborare. Pagina a fianco: fino a 430 m di profondità Valle dell’Acqua Bianca (Carcaraia o Rispetto a quel vecchio numero di Perestroika scende con pozzi e angusti meandri nella formazione dei Grezzoni poi, al contatto versante Nord del Monte Tambura) Speleologia le novità sono tali e tante con i Marmi Dolomitici, si apre su grandi scoprendo molte ed importanti cose. da poter legittimare un corposo ar- fratture tettoniche che sezionano belle gallerie È infatti proprio di questi ultimi mesi ticolo scritto a più mani, ma il con- freatiche l’esplorazione di un nuovo grandissi- tinuo susseguirsi di nuove scoperte e Sotto: carta topografica del lato Ovest dell’Alta mo e profondo abisso, condotta dal- le imminenti prove di colorazione, Valle dell’Acqua Bianca, con le planimetrie lo S.C.Garfagnana, mentre i pratesi hanno consigliato di rimandare a dell’A. Perestroika (blu) e Mani Pulite (nero). Il stanno continuando ad espandere il quando ci sarà una situazione ancor tratto rosso lungo traccia il ramo più profondo del Complesso Saragato-Aria Ghiaccia-Gigi sistema Aria Ghiaccia-Saragato par- più definita. Squisio. (Carta a cura del GS Fiorentino in tendo da un nuovo ingresso (il terzo, Per adesso ci limitiamo a raccontare coll. con il GS Pratese su base della CTR Reg. il cosiddetto “Gigi Squisio”) che con dell’ultima esplorazione del G.S.F. Toscana) “arguzia” hanno trovato solo pochi successiva al 2001 in una parte del- anni fa. Un’altra piacevole novità, l’Alta Valle dell’Acqua Bianca che al

Perestroika

TOSCANA

Speleologia5913 N Perestroika

momento non sembra essere interes- sata dai recenti “sconquassi” esplora- tivi.

Ad ovest del Rio Ventagio L’alta Valle dell’Acqua Bianca ha una superficie complessiva di circa 2,5 km2 ed in pianta appare come un’am- pia U deformata orientata lungo l’as- se S-N, con i monti Roccandagia, Tambura, Cavallo, Zucchi di Carde- to e Pisanino che le fanno da corona. Il Passo della Focolaccia, ampio vali- co martoriato dalle cave, mette in co- municazione il versante interno con quello marino. Poco sotto il passo, Un tratto dell’ ampia galleria freatica nel versante interno, ha origine il Rio che si sviluppa tra gli 800 e i 900 Ventagio, che divide quasi simmetri- metri di profondità camente la valle. A N-W del Passo della Focolaccia, e più precisamente tra M. Cavallo e scoperta di nuovi ingressi. D’altra parte la particolarità delle Zucchi di Cardeto, troviamo la Foce Fu così per gli emiliani con l’Aria grotte di questa valle è proprio quella di Cardeto, passaggio obbligato per Ghiaccia e ad ancora di più per noi di avere importanti sviluppi plani- accedere all’attigua Val Serenaia. fiorentini con Saragato, Roversi e metrici nella fascia di quota compre- Per il momento le recenti novità Mani Pulite. Gioco forza è stato con- sa tra 800 e 700 m slm, dove abbia- esplorative riguardano prevalente- tinuare allo stesso modo anche dopo mo molto insistito risalendo lunghi mente la zona ad E del Rio Ventagio, il 2001. Per inciso, è proprio con la rami nel tentativo, spesso fruttuoso, mentre quella a W, costituita dal ri- rivisitazione di un vecchio buco sco- di intercettare piani freatici a quote pido versante NE del M. Cavallo e perto alla metà degli anni Ottanta, superiori. dalle articolate pendici degli Zucchi che gli amici garfagnini pochi mesi Andammo a rivedere per la prima di Cardeto e del M. Pisanino, è la or sono hanno superato la barriera volta Perestroika nella primavera del zona di cui parleremo e dove si apro- del chilometro di dislivello: è l’Abis- 2000, quando però l’esplorazione di no gli abissi Mani Pulite, Capovaro e so Chimera, quinto –1000 in questo Mani Pulite era appena iniziata e le Perestroika. fazzoletto calcareo. due grotte non erano poi così vicine. L’A. Perestroika era proprio una del- Quella volta, con una facile risalita La storia recente: le molte grotte rimaste da rivedere, dal fondo a -180 m, individuammo conferme e smentite a maggior ragione dopo le grandi l’origine di tanta circolazione d’aria, Una delle caratteristiche salienti delle scoperte fatte tra 2002 e 2003 all’A. ma lasciammo stare per via di un pas- esplorazioni successive al ‘93 in tutta Mani Pulite dove, nelle gallerie di saggio troppo stretto. Avremmo poi l’Alta Valle dell’Acqua Bianca è stata quota 700 m slm, avevamo comin- fatto come tante altre volte, ritornan- la sistematica rivisitazione delle molte ciato a risalire anche in direzione di do ai primi segnali di noia prodotti grotte già conosciute, piuttosto che la Perestroika. da qualche altra esplorazione. Perestroika si apre però in un posto Principali cavità dell’area carsica dell’Alta Valle dell’Acqua Bianca speciale: in quella fascia rocciosa ad N. Catasto t/lu Nome Dislivello Sviluppo sp. alta concentrazione di buchi e picco- le depressioni, compresa tra la Foce 350/1027/1628 Complesso Saragato-Aria Ghiaccia-Gigi Squisio - 1125 m 35.000 m di Cardeto e le pendici settentrionali 1159 Abisso Mani Pulite - 1060 m 4.500 m del Monte Cavallo e, “guarda il caso”, 705 Abisso Paolo Roversi 1300 m (-1250 +100) 4.200 m lì i buchi sono tutti interessati da im- 741 / 1501 Abisso Arbadrix - Fafifurni - 365 m 2.700 m portanti flussi d’aria. 1049 Abisso Perestroika - 1160 m 2.000 m Si tratta di una zona strategica, una 708 Buca di Mamma Gracchia - 485 m 1.100 m zona che, dopo i risultati positivi alla 1573 Abisso Cann’abiss - 350 m 495 m sorgente di Equi Terme conseguenti 1590 Abisso Capovaro - 300 m 500 m alla colorazione del collettore Nord del Saragato (anno 2000), abbiamo 1614 Abisso Chimera (Buca II del Selcifero) - 1006 m cominciato a considerare come gri-

14 Speleologia59 Abisso Perestroika 1049 T/Lu

Rilievo eseguito dal 2003 al 2006 da: V. Seghezzi, G. Guidotti, S. Panichi, F. Capellaro, D. Moretti, M. Faverjon, L. Montomoli, M. Baroni, L. Grillandi

Disegno: a cura del G. S. Fiorentino

Esplorazione: G. S. Fiorentino, G. S. Lucca

Scala originale di pianta e sezione: 1:1000

maldello per travalicare i confini del- Il pretesto buono lo trovammo alla l’Alta Valle dell’Acqua Bianca. vigilia del campo estivo del G.S.F. di È bene ricordarlo: lì a fianco in di- quell’anno. rezione N-W, esattamente sulla linea Con l’attività di gruppo ormai ridot- immaginaria che collega il cuore del- ta al lumicino, quantomeno a con- la Carcaraia alla sorgente di Equi Ter- fronto con ciò che per dieci anni era- me, si trova proprio la Val Serenaia vamo riusciti a sviluppare, andammo con le sue grandi grotte. a disostruire la strettoia che ci aveva C’era voluto del tempo per arrivare a fermato nel 2000 e con poco sforzo saperlo, ma ormai questo è un dato ancora prima dell’inizio del campo, certo. scendemmo fino a –300. Quando lucchesi e garfagnini nella Oltre ad una finalità squisitamen- seconda metà degli anni Ottanta sco- te esplorativa, l’intento era quello prirono Perestroika, di tutto questo di avere finalmente un’esplorazione non c’era neppure il più flebile sento- meno “lontana”, così da poter inte- re, mentre per noi nel 2003 le aspet- grare i nuovi in modo meno trauma- tative esplorative erano molto chiare. tico rispetto al solito.

Speleologia5915 N Perestroika

Nei primi giorni di campo un serio stato superato un sifone pensile non incidente in un’altra grotta della Car- alimentato alla profondità di –900 caraia, fortunatamente risoltosi per il (30 metri di sviluppo. prof. max. –8 meglio, avvelenò gli animi al punto metri). Oltre il sifone, la condotta tale da farci tralasciare l’esplorazione forzata continua tale e quale a prima, di Perestroika. ed è stata percorsa per circa 400 me- In due, e tra le polemiche interne al tri guadagnando un dislivello di oltre gruppo, riprendemmo solo a tardo 80 metri. Ma ciò che più conta è che autunno spingendoci fino a –450, finalmente siamo andati oltre i confi- dove comincia uno stretto e lungo ni dell’Alta Valle dell’Acqua Bianca, meandro che in quell’occasione ci solo che la direzione non è proprio parve difficilmente superabile. quella prevista. Tra fine luglio e fine settembre del- La grande condotta freatica ha ormai l’anno successivo, con la collabo- superato la verticale della cresta del razione di livornesi, pistoiesi e dei M. Cavallo e punta senza incertez- soliti preziosi ed immancabili amici ze in direzione S-E, proprio verso la Daniele Moretti e Marc Faverjon, sorgente del Frigido, quella copio- raggiungemmo un primo fondo a sa sorgente rivolta verso il mare che –1130 m e poi a partire dal consueto quasi 40 anni or sono spinse i nostri piano freatico di quota 700 m slm (- “vecchi” a cercar grotte dalla parte 800) un secondo fondo a –1060 m. opposta dello spartiacque. Dal 2005 in avanti, con un’attività Ormai pensavamo che il Frigido non sempre più sporadica, si è cercato di avesse più niente a che spartire con la mi Dolomitici e Grezzoni. A dispetto trovare la naturale continuazione, sia Carcaraia ed invece forse le cose non della quota, la circolazione d’aria è a monte che a valle, dell’imponente stanno proprio così… scarsa e con direzione variabile, tan- galleria freatica di –800, che sembra t’è che in inverno è frequente trovare essere per dimensioni e sviluppo solo Note descrittive di una grotta la strettoia alla base del primo poz- un frammento importante del com- “originale” zo ostruita dalla neve, ma già sotto plesso. Per il momento l’esplorazio- Perestroika, rispetto alle più importa- il secondo pozzo l’aria riprende una ne è avanzata solo verso valle, dove è ti grotte della valle, è quella che mag- direzione ed un’intensità più consona giormente si differenzia per struttura alla quota. e percorribilità. La nuova via scoperta nel 2003 par- In un luogo dove le grotte sono noto- te a 15 metri dalla base del vecchio riamente ampie e facilmente percor- fondo, dove il ruscello si perde tra i ribili, condizione che ha consentito blocchi di frana e dopo lo stretto ma di spingere i limiti esplorativi in zone breve passaggio disostruito, continua lontanissime dagli ingressi, altrimen- con un ampio pozzo da 100 m, che ti inimmaginabili, una grotta che non va sceso fino al fondo. costringe a tribolare strisciando, salta Da qui in poi si ritrova il ruscello e all’occhio. E questa, almeno fino a si perde quota con una serie di pozzi –450, fa proprio tribolare. bagnati, né lunghi né particolarmen- L’ingresso si apre nei Marmi Dolomi- te ampi (max 70 m frazionato), inter- tici a quota 1.530 m slm lungo un vallati da brevi ma scomodi meandri ampio canale che confluisce nel Rio sempre nella formazione dei Grezzo- Rondegno. ni. A –430 m comincia uno di quei Fino a –180 m, cioè fino al vecchio meandri dove bisogna decidere da limite raggiunto dagli scopritori, è che parte tenere girata la testa e, solo un succedersi di brevi pozzi dall’ac- dopo 300 m, finalmente, si sbuca in cesso malagevole e stretti meandri, un ambiente degno dell’Alta Valle che si sviluppano al contatto tra Mar- dell’Acqua Bianca. Non a caso siamo entrati nei marmi e più precisamente nei Marmi Dolomi- “Sotto quota – 700 alla base di un tici e “l’ambiente” è la base inclinata grandissimo pozzo di oltre 100 metri, di un grande pozzo, dal quale scende l’acqua si insinua in una frana insuperabile, mentre la nostra via risale in una breve un discreto affluente e dove si perce- galleria fratica; la prima dall’ingresso.” pisce una forte circolazione d’aria.

16 Speleologia59 Ad oggi questo pozzo non è stato ri- rato. L’acqua scende in una grande salito, ma certo varrà la pena farlo, forra e poi lungo una serie di pozzi non fosse altro che per cercare un by- molto bagnati anche con poca porta- pass al meandro. ta, fino alla profondità di –1130. Poco più avanti si incontra un pozzo Il limite raggiunto su questo ramo, e si continua a seguire l’acqua, che or- che è stato percorso una sola volta, mai ha formato un torrentello impor- non è ancora definitivo, anche se tante che incide un ampio meandro l’angusta e fangosa condotta dove si è al contatto tra Marmi e Grezzoni; qui interrotta l’esplorazione fa intuire la la via va un po’ cercata alzandosi ed vicinanza alla zona satura. abbassandosi lungo il meandro, ma è Ben più importante ed imponente è comunque abbastanza intuitiva. la diramazione fossile che inizia dal A –600 il torrente precipita in un salone di –800. grandissimo pozzo da oltre 100 m ed Seguendo la grande condotta forzata alla base l’acqua preferisce insinuarsi che in principio è scavata nei Mar- in una frana insuperabile, mentre la mi bianchi, si accede ad una zona nostra via risale di pochi metri e con- complessa dove occhieggiano gallerie tinua con una breve galleria freatica; sovrastanti ancora da raggiungere e la prima dall’ingresso. da dove parte un ramo attivo discen- Sono le prime avvisaglie: d’altra par- dente. te non siamo ancora alla quota che È il secondo fondo a –1000, che ini- sappiamo essere quella di massima zia con un bagnatissimo P.130 ed alla Sopra: preparativi di immersione a – 900 m. Oltre questo sifone (30 m, -8 m) una concentrazione del freatico, che si base del quale si intercetta un altro galleria freatica prosegue per 400 metri raggiunge solo dopo aver sceso due e più copioso torrente dall’origine e circa 80 m di dislivello, spingendosi pozzi da 40 m. sconosciuta; da qui in poi si scendo- in direzione Sud, sotto le pendici del M. Cavallo La quota di 700 m slm (-800 di pro- no brevi salti e si avanza in piccole fondità) coincide con una grande sala condotte forzate scavate nei Grezzo- dove si ritrova il collettore al quale si ni, fino ha raggiungere un sifone a aggiunge un altro discreto arrivo, e –1060. poi finalmente si vede l’imbocco di Anche questo secondo fondo, per- Sotto: “…dal salone di – 800, seguendo una grande condotta forzata. corso una sola volta, è un ringiova- la grande condotta forzata si accede Quando ci arrivammo per la prima nimento di poca importanza rispetto ad una zona complessa dove occhieggiano volta nel 2004, ignorammo la galleria alla galleria di –800, semmai potreb- gallerie sovrastanti ancora da raggiungere…” e seguimmo il collettore che, è bene be essere molto interessante risalire ricordarlo, non è stato ancora colo- lungo il copioso arrivo d’acqua alla base del P.70. Per il momento gli sforzi maggiori si sono concentrati sulla grande condotta di -800, nel tentativo per ora vano, di superare il sifone per vie aeree. E come sempre, continua... N

Bibliografia essenziale Autori Vari & Comitato Apuane 2007 Apuane e dintorni. Guida [incompleta] alla scoperta del fe- nomeno carsico. S.n., s.l., stampa 2007, 344 p. Da Prato C., Roncioni A. (1991) “Abisso Perestroika”. Talp, n. 3, Giugno 1991, p. 47-49. Guidotti G., Malcapi V., Piccini L. (2001) “Ventimila metri sotto i mar- mi”. Speleologia, n. 44, 2001, p. 12-65.

Speleologia5917 N Majella

Majella segreta Venti anni di esplorazioni alla ricerca dell’abisso

Cesare Iacovone Speleo Club Chieti

Majella

ABRUZZO

La Majella è tra i massicci carsici più imponenti d’Abruzzo e del Centro Italia; in questo artico- lo, oltre al resoconto di venti anni di esplorazioni speleologiche, si evidenza soprattutto il rapporto uomo – montagna, inserendo anche il nostro punto di vista, quello speleologico, un impegno che svolgiamo con passione per dare un contributo alla ricer- ca e alla valorizzazione di questi luoghi

18 Speleologia59 300 mila anni fa. Molti infatti sono i reperti di manufatti litici e nume- rosi i siti archeologici. Di tutte que- ste presenze umane quella che ha più condizionato la storia, la civiltà e la morfologia del paesaggio, sia naturale che agro-forestale, è la pastorizia e, in misura minore, l’agricoltura e l’ere- mitaggio.

La morfologia La Majella è uno dei grandi massicci carbonatici dell’Appennino Centro- Meridionale. Di natura calcarea, la Majella mostra interessanti fenomeni carsici e glaciali come anfiteatri mo- renici, vaste doline, profonde gole, Sopra: nella Val Cannella si trovano nevai perenni e, naturalmente, mol- moltissime doline, tutte naturalmente ostruite te grotte. Un vero e proprio regno di da detriti (Foto G. Di Dario) roccia che conta ben 61 vette: la più Sotto: Majella, Valle di Macchia lunga, alta, Monte Amaro (2793 m slm), è la proseguendo questa valle si giunge a seconda cima degli Appennini dopo valle Cannella e infine sulla cima di Monte il Gran Sasso (2912 m slm). Amaro (Foto C. Iacovone) La Majella presenta un aspetto co- Foto pagina a fianco, in alto: il versante perto di vegetazione e articolato nel orientale del massiccio della Majella versante orientale, nudo e uniforme (Foto C. Iacovone); in basso immagine in quello occidentale. Il 38% delle Landsat del massiccio della Majella, i quadratini gialli rappresentano le grotte ricordi di quando iniziavo le mie sue vette supera i 1400 m slm ed è attualmente note I prime esplorazioni speleologiche caratterizzata da vasti altipiani a quo- sono indissolubilmente legate alla te oltre i 2500 m slm che lo fanno Majella. Ho la fortuna di abitare vi- assomigliare a una cupola spianata cino alle sue pendici e vederla all’alba alla sommità, fortemente convessa sul sa tra il Giurassico medio (circa 165 e al tramonto. Questa montagna su- lato orientale e, sul lato occidentale, M.A.) ed il Miocene medio (circa 16 scita in me tutti i giorni sempre emo- tagliata da una faglia che il modella- M.A.) mentre i più antichi ambienti zione e amore. Le lunghe passeggiate mento superficiale ha trasformato in sono caratterizzati da una scogliera sulle sue cime alla ricerca di grotte una superficie debolmente concava. di rudiste (lamellibranchi), briozoi e hanno fatto sì che le due cose siano Questa geometria ha fatto sì che centri coralli ermatipici. Questi fossili sono dipendenti l’una dall’altra, penso alla abitati e rete stradale si siano localizza- facilmente osservabili su massi e rocce Majella e penso alle grotte, penso alle ti ai bordi del rilievo disegnando una lungo i sentieri d’alta quota e in molti grotte e penso alla Majella. forma ellittica. I sedimenti calcarei casi si trovano anche lungo le pareti Ricca di cavità, valli e forre, variega- sono riconducibili ad un età compre- all’interno delle grotte. ta negli aspetti faunistici e floristici, la Majella è unica nel suo genere e strettamente legata all’uomo che l’ha popolata nel corso dei secoli, utiliz- zandola come rifugio e luogo di pre- ghiera, oltre che risorsa per le attività pastorizie e minerarie. Ancor oggi è un ecosistema naturale incontami- nato, che ha conservato immutati anche i segni di una presenza umana millenaria. Quello che si evidenzia in Majella è il rapporto strettissimo tra uomo, montagna e pietra, come testimoniano insediamenti abitativi e frequentazioni risalenti almeno a

Speleologia5919 N Majella

Le esplorazioni Ad esclusione della Grotta del Ca- vallone, cavità nota da sempre ed esplorata fin dalla fine del XVII seco- lo, le grotte della Majella sono state oggetto di esplorazioni speleologiche sistematiche soprattutto solo dall’ul- timo dopoguerra. L’attività principa- le è stata condotta prevalentemente dallo Speleo Club Chieti a partire dal 1963. Le grotte esplorate e censite sono tuttavia cavità modeste, senza ritrovamenti particolarmente signi- ficativi. Abbiamo cominciato con il censire tutte le grotte note ai pastori, ma prima mai esaminate ed esplorate. Negli anni ’80, iniziano ad aggiun- gersi altre e più significative esplora- prattutto in questi luoghi, purtroppo Grotta del Cavallone, tratti iniziali del ramo zioni. Sul versante nord-occidentale e per giunta limitatamente al periodo turistico (Foto C. Iacovone) della Montagna D’Ugni, a quota estivo. Troppi infatti sono i passaggi 1600 m slm, nel 1988 viene esplorata esposti e i pendii ripidissimi che d’in- viamo trecento metri più in basso ri- la Grotta dei Faggi, a sviluppo preva- verno sarebbero molto problematici spetto alla Grotta dei Faggi. Ergo, la lentemente sub-orizzontale e con una da affrontare. zona ha grossi potenziali esplorativi. lunghezza complessiva di 350 metri. Nel 1991, su segnalazione di escur- Ovviamente questo contribuisce ad Per noi, abituati a trovare sempre pic- sionisti, troviamo nella Valle dell’In- accrescere il nostro entusiasmo; ipo- coli buchi e fratture, la scoperta è un ferno una grotta con ingresso ampio tizziamo che in zona possano esservi toccasana: ci rinfranca, ci entusiasma ma difficilmente visibile a causa del- altre cavità ed è per questo che nel e ci spinge ad organizzare molte usci- la morfologia esterna; la chiamiamo 1993 decidiamo di impiegare tutte le te per studiarla in tutti i suoi aspetti. Grotta dell’Inferno, anche questa di nostre energie all’esplorazione di una La grotta è situata in una zona imper- non piccole dimensioni interne e con grossa fessura in parete, individua- via, di difficile accesso; questo dato uno sviluppo di 140 metri. Come di ta proprio durante l’avvicinamento ci fa capire che - se vogliamo trovare consueto facciamo tutti i rilievi e i alla Grotta dell’Inferno. E’ un buco nuove cavità - dobbiamo insistere so- posizionamenti, notando che ci tro- enorme, in posizione vicinissima alla

LA MONTAGNA E L’UOMO L’uomo ha abitato la Majella fin dall’antichità ed è stato Nel Neolitico abbiamo testimonianze delle prime popola- senza dubbio influenzato dalla natura carsica del luogo. zioni dedite all’agricoltura. Cambiano anche le modalità Qui il legame strettissimo tra uomo, pietra e grotte ha svol- abitative che non avvengono più in grotta, ma in villaggi to un ruolo importantissimo, sia per la vita pastorale che aperti formati da capanne. Le grotte vengono utilizzate per quella di eremiti e briganti. Le testimonianze di tutto come luoghi di sepoltura e di riti sacri. In questo periodo ciò si possono osservare nei numerosi ricoveri, nei muri a quindi (parliamo di 6600-4500 anni fa), inizia anche secco a ridosso delle cavità naturali, negli eremi rupestri, l’allevamento di specie erbivore che avviano lo svilup- nei graffiti delle pareti rocciose e lungo i sentieri tracciati a po della pastorizia. Le tracce di pastori sulla Majella si picco su cenge vertiginose. trovano ovunque, è impossibile non imbattersi in un riparo, Risalendo il tempo di 300.000 anni si accertano in Majel- un sottoroccia adattato, oppure non vedere i caratteristici la le prime presenza umane: l’Homo erectus nel Paleoli- capanni in pietra. Presenze che hanno segnato il territorio tico inferiore e il Sapiens neanderthalensis nel Paleolitico a partire dai tempi dell’Eneolitico quando le popolazioni medio. 35.000 anni fa, nel Paleolitico superiore, compare provenienti da varie località del Mediterraneo importarono l’Homo sapiens sapiens, il “cacciatore-raccoglitore”, dedi- le prime forme di pastorizia. Bisogna attendere però l’età to per esclusivamente alla caccia e alla raccolta di prodotti del Bronzo e del Ferro per vedere istaurarsi le vere radici spontanei. Interessanti reperti di selci ed altro materiale della pastorizia. In Majella la salita ai pascoli alti iniziava relativo a quell’epoca sono stati rinvenuti nella Grotta degli nel mese di maggio, con l’occupazione delle grotte più Orsi Volanti presso la cava di Rapino, oggi purtroppo vicine ai paesi. Con lo sciogliersi delle nevi a fine giugno, scomparsa (vedi Speleologia n. 29, 1993), nella Grotta le greggi raggiungevano sedi stabili in cavità a quote più del Colle e nella Valle Giumentina. elevate.

20 Speleologia59 Grotta Alta del Portone Rilievo di Tommaso de Arcangelis Del Forno e Aurelio D’Urbano Grotta dei Faggi e quasi in linea con Elaborazione Grafica l’ingresso di questa. Tommaso de Arcangelis Del Forno Viene subito il sospetto che un aper- tura così ampia, 24 metri di altezza e 12 di larghezza, possa rivelarsi come al solito un androne senza prosecuzio- ni. Non sarà così: l’avvicinamento è molto difficile, ma giunti all’ingresso ci rendiamo conto che gli sforzi non sono stati vani. La chiamiamo Grotta Alta del Portone, una grotta un po’ diversa dalle altre, invece di andare giù o in orizzontale, il suo sviluppo è in salita, cosicché ci impegna non poco nell’esplorazione. L’ambiente che ci si presenta è mol- to concrezionato, con una bellissima saletta con laghetto, dove la grotta termina. Abbiamo così aggiunto altri 100 metri di conoscenza dell’interno della Majella. Comparando poi il ri- lievo di questa cavità con quello della Grotta dei Faggi, appuriamo che le frane terminali delle due grotte sono in corrispondenza, un collegamento è quindi sicuramente esistente. Tra i vari campi effettuati, merita una nota quello della scoperta della Galleria dei Laghi nella Grotta del Cavallone. Questa è una grotta turi- ne letteraria della tragedia pastorale di e anche per la Galleria dei Laghi che stica molto famosa in Abruzzo, ricca G. D’Annunzio “La Figlia di Iorio”. Il in tanti avevano tentato di superare di storia, con scritti risalenti ai primi ramo non turistico della grotta ci ave- senza successo. I tentativi dello SCC del settecento e parziale ambientazio- va sempre attratto per i vari camini si focalizzano su questa galleria e sulla

La permanenza dei pastori sul territorio, non bastando i in tutto il bacino del Mediterraneo (ad esempio trulli della ricoveri naturali, ha portato alla costruzione di ripari con Puglia). Queste capanne sono ingegnose costruzioni a pietre recuperate sul luogo. Questi ricoveri, detti capanne secco, accatastando pietra su pietra con leggero sposta- in pietra o capanne a tholos o dialettalmente pajare, sono mento verso l’interno della pietra successiva. A fine opera una caratteristica dei coltivi della media montagna abruz- si formava una struttura circolare dove l’apporto di pietre zese, ma sono frequenti con tipologie architettoniche simili diminuiva mano a mano che si giungeva verso la sommità, chiudendo il cerchio con una pietra finale che chiudeva la Tipica capanna in pietra costruita da pastori su Monte Pallano, volta. poco distante dal massiccio della Majella (Foto C. Iacovone) Si osservano anche accumuli piramidali e muretti a secco, frutto di faticosi “spietramenti” per facilitare il pascolo dei greggi, bonificare i campi, sfruttare il sottile strato di humus e realizzare campi terrazzati. Oggi tutto questo è ormai memoria; i pastori si contano sulle dita di una mano e nelle passeggiate in montagna a volte non si incontra nessuno. Ben diversa doveva essere la situazione anni fa, quando i valloni erano affollati di uomini, greggi e cani, con tutti i problemi che questo affollamento generava: sconfinamenti di pascoli, corsa all’occupazione di grotte migliori, liti e rancori di paese e “trasferiti” in montagna.

Speleologia5921 N Majella

tecnica di svuotamento dei sifoni con una pompa, unica soluzione possibi- le: la galleria infatti è troppo piccola per respiratori e bombole. I tentativi hanno successo nel 1987 quando, svuotati ben 4 sifoni, siamo giunti in una nuova galleria con… frana finale! Sì, la solita frana finale che ci perseguita, ma che comunque ci regala 80 metri nuovi in questa grotta storica. Negli anni successivi si effettuano an- che le risalite dei camini del ramo non turistico e le esplorazioni alla vicina montagna che ci avrebbe permesso di Grotta del Cavallone. Primi tratti allagati Grotta del Bove e Grotta dell’Asino entrare nel suo cuore profondo per del ramo dei laghi con ben 4 sifoni per possibili collegamenti, ma sempre scoprirne tutti i segreti. Nel 1988, (Foto E. Orsini) con risultati deludenti. Parallelamen- sempre per opera dello SCC, le ricer- te alle esplorazioni citate finora, ab- che in quota riservano i risultati più la prima volta nel 1912 dallo speleo- biamo condotto anche altre ricerche, significativi. logo e naturalista friulano G.B. De come discese di forre sconosciute e Nell’agosto di quell’anno, infatti, si Gasperi. Le note esplorative fatte dal battute attorno quota 2500 m slm. organizza un campo nella zona di De Gasperi sono confermate alla fine I bellissimi altipiani della Majella con- Monte Amaro. Vengono individua- degli anni ‘70 dallo SCC. Il pozzo è tinuavano ad affascinarci sempre più ti e rilevati molti pozzi, ma tutte di profondo 14 metri e alla base presen- e nelle notti sotto le stelle ci appagava piccole dimensioni. Sembra proprio ta un deposito di neve e ghiaccio. Si sognare grotte profonde. Ogni estate che la fortuna non ci assista. Ci ri- scende quindi per il rilievo ma, giunti si era lì, sempre con il desiderio di cordiamo però di un pozzo a quota alla base, ecco una bella sorpresa: la trovare quel varco, quella porta della 2640 m slm già noto ed esplorato per neve è poca e sul fondo si intravede

GROTTE, EREMI E BRIGANTI

I primi insediamenti spirituali iniziano intorno all’anno In Majella testimonianze di questi eventi si trovano incise 1000. Proprio la natura selvaggia della Majella ne fa presso la cosiddetta “Tavola dei Briganti” vicino alla loca- meta di asceti desiderosi di solitudine e di elevazione lità Blockhaus dove si leggono nomi e frasi scolpiti sulla spirituale. Questo rende la Majella un’area senza eguali in roccia da pastori e da briganti. Una delle frasi più famose Europa, una vera e propria “Montagna degli Eremiti”, con e significative di questo luogo dice: “Nel 1820 nacque testimonianze di esperienza religiosa eremitica davvero Vittorio Emanuele Re d’Italia. Prima era il regno dei fiori, uniche. Moltissimi ripari, androni e sottoroccia sono stati ora è il regno della miseria”. sfruttati per la costruzione di eremi. I punti prescelti erano Le scritte che troviamo sulla Majella sono attribuibili in naturalmente vicino a sorgenti e corsi d’acqua, indispen- realtà più ai pastori che ai banditi; ma è significativa l’in- sabili per una permanenza continuativa. Per questo motivo fluenza che i briganti hanno avuto sui pastori proprio per i luoghi di culto più importanti si trovano lungo i principali la condivisione dei rifugi rupestri. Questo è testimoniato dal valloni come quelli del S. Spirito e dell’Orfento, presso fatto che in alcune grotte scoperte recentemente (Grotta Roccamorice, dove la struttura più caratteristica ed integra dei Faggi) sono state trovate tracce che potrebbero essere è quella di S. Bartolomeo.Oltre ai grandi eremi, esistono riconducibili ad utilizzo non solo pastorale, ma anche a anche piccoli romiti di cui però rimangono deboli tracce a nascondiglio. causa di eventi naturali o per riutilizzo a scopo pastorale. Benché di brevissima durata rispetto ad altre vicissitudini, Eremo di S.Bartolomeo nella valle di S.Spirito, uno dei più noti tra i merita una nota il fenomeno del brigantaggio. Intorno ai quasi 100 eremi d’Abruzzo (Foto C. Iacovone) primi dell’800, in un contesto di vera e propria sopravvi- venza, sia pastorale che spirituale, la Majella inizia ad essere popolata di banditi e briganti. E’ proprio il malesse- re sociale, la povertà e la miseria sotto il Regno di Napoli a generare il fenomeno del brigantaggio, che intorno al 1860 assume proporzioni non riconducibili a fenomeno criminale, ma a dimensione socio-politica. Questi uomini lottavano contro i “galantuomini liberali” che monopolizza- vano il potere alimentato dal re borbone Francesco II.

22 Speleologia59 LE CAVE V

Particolarmente interessante è lo sfruttamento del sottosuolo Foto degli anni ‘50 di grossa G per ricavare bitume; il versante orientale della Majella, colata di bitume sotterraneo G infatti, è ricco di scisti bituminosi facilmente individuabili: in una delle tante cave g abbandonate di bitume C vere e proprie colate nere - talvolta addirittura consistenti (Foto Collezione Italcementi) . masse globose - fuoriescono dall’interno della roccia. L’uomo trova subito il modo di sfruttare il bitume naturale Tra la fine dell’Ottocento e F e il suo uso avviene in modo continuo nei secoli, con l’inizio del Novecento, la differenziazioni sugli usi e metodologie di raccolta. Nella produzione di bitume da parte F G zona, il primo dato certo sull’utilizzo è il rinvenimento pres- della ditta Reh aumenta dalle 2 so contrada Pignatara di Lettomanoppello di un panetto 2.300 tons/anno alle 20.000 di bitume con bollo lineare, recante la dicitura “ALONI C tons/anno con esportazioni in FARN SAGITTAE”, databile intorno al I secolo d.C. che tutto il mondo: Europa, Russia T attesta la coltivazione mineraria dei giacimenti di bitume e America. La produzione di I D della Majella. I minerali di asfalto e bitume venivano uti- materiali bituminosi in Italia si concentra in Abruzzo e lizzati dalle popolazioni locali per impermeabilizzare il le- Sicilia. In una relazione del 1912 risulta che l’estrazione gno, accendere i fuochi, marchiare le pecore e per altri usi abruzzese di bitume ammonta a 46.000 tonnellate, ben domestici; i romani lo impiegavano anche come legante il 40% della produzione nazionale. Altro discorso è quello B in edilizia. Questi usi erano comunque molto limitati e non relativo alle cave di pietra dei giorni nostri, dove l’esempio B D comportavano nessun impatto ambientale. Solo intorno della scomparsa della Grotta degli Orsi Volanti (vedi Spe- L alla metà dell’Ottocento inizia lo sfruttamento dei giacimen- leologia n. 55 – 2005) parla da solo. Ennesimo degrado i ti minerari della Majella a livello industriale, trasformando del sottosuolo e questa volta, anche se non la prima, ai la zona, in particolare quella di Scafa, borgo di agricoltori confini di un parco che come regola primaria ha quella di B e artigiani, in un attivo centro industriale. proteggere e salvaguardare. S .

B M un meandro, la grotta continua! In mo conto che da soli non ce la fare- a bloccarci, la dobbiamo forzare. Lì R questi casi accade sempre che non si mo mai. Ma siamo fiduciosi, questa sotto c’è il nostro tanto sognato abis- l ha più tempo e bisogna uscire. Come volta non sarà l’ennesima frana finale so! N D già detto, esplorare in alta quota in Majella è possibile solo in estate, D troppe le fatiche in inverno. Bibliografia . Il tempo fuori non è dei migliori, si Antonucci A. 1990 “La Grotta dei Faggi ed il Brigantaggio. Storia e R leggenda” Notiziario Speleo Club Chieti, Vol.3, p. 60-62. R decide allora di tornare la settimana L successiva. Centobene L. 1990 “Il Cavallone” questo impenetrabile sconosciuto” Il ritorno è sotto la pioggia. Per ar- Notiziario Speleo Club Chieti, Vol. 3, p. 80-82. rivare con gli zaini pesanti di attrez- De Gasperi G.B. 1913 “Le grotte del Cavallone e del Bove nel gruppo zature ci vogliono 4 ore e mezzo di della Majella” Rivista abruzzese, 1913, p. 3-11. Di Primio F. 2006 “La Grotta del Terzo Portone o Abisso De Gasperi. A cammino e poco meno per il ritorno. 46. Passato, presente e futuro di una esplorazione” Notiziario Speleo Club La settimana seguente siamo di nuo- Chieti, Vol. 5, pp.7-22. vo sul posto, scendiamo e armiamo i D’Urbano A. 2006 “Majella: La Grotta Alta del Portone” Notiziario Spe- pozzi, facciamo foto e cerchiamo di leo Club Chieti, Vol. 5, pp. 23-33. individuare rami laterali, la grotta va Iacovone C. 1998 “Il Buio Sotto di Noi: panoramiche sulle attuali cono- sempre giù fino ad arrivare alla solita scenze speleologiche in Abruzzo” Terra e Gente, A. XVIII, n. 2, p. 15-19. maledetta frana. Iacovone C. 2004 “Giacimenti di Bitume sulla Majella” Terra e Gente, A. Siamo giunti a -60 m. Ma questa XXIV, n. 1, p. 27-33. grotta è diversa dalle altre: pozzi di Iacovone C. 2005 “Scompare la Grotta degli Orsi Volanti” Speleologia, forma circolare, pareti lisce e levigate A. XXVII, n. 53, p.6. e, soprattutto, tira tanta aria alla base Iacovone C. 2008 “La Majella e le sue grotte abitate dall’uomo” Terra e Gente, A. XXVIII, n. 1, p. 8-12 del pozzo ostruito. La grotta c’è! Micati E. 2007 Eremi d’Abruzzo, Guida ai luoghi di culto rupesti, Guide Le esplorazioni successive non sono al Patrimonio Storico-Artistico d’Abruzzo. Carsa Edizioni, 127 pp. molte e quelle fatte sono mirate a Micati E. 2001 Pietre d’Abruzzo, Guida alle Capanne e ai complessi risolvere problemi di disostruzione e pastorali in pietra a secco, Guide al Patrimonio Storico-Artistico d’Abruzzo. sicurezza. Il lavoro non è semplice: un Carsa Edizioni, 102 pp. pozzo ostruito da pietre e grossi mas- Segre A. 1949 “Notizie della grotta del Cavallone nella Majella (Abruz- si e, a monte, la frana che si muove zo)”. Boll. Soc. Geogr. Italiana, s. 8, vol. 2, p. 1-8. appena si toglie qualcosa. Ci rendia-

Speleologia5923 N San Zeno La risorgenza di San Zeno Un nuovo tassello per il Monte Baldo

Andrea Ceradini, Andrea De Angelis Gruppo Attività Speleologica Veronese

Sopra: carta topografica del settore Risorgente di San Zeno de l’Oselet – Spluga dei Cervi. Una prova con i traccianti ha messo in evidenza il collegamento idrologico fra le due cavità, il dislivello fra le due grotte è di circa 700 m

Foto in alto: risorgente di San Zeno, galleria che conduce al “Sifone Spompato”, il primo piccolo sifone della grotta svuotato per la prima volta già nel 1982 (Foto F. Ghezzer) Monte Baldo

24 Speleologia59 VENETO a Risorgenza di San Zeno è situa- Lta poco a monte della chiesetta romanica della Madonna de l’Oselet, in località San Zeno di Brenzone, sulla sponda occidentale del Lago di Garda. Il luogo, tra gli olivi secola- ri, è di grande suggestione anche se incalzato da una speculazione edilizia che sulla riva lacustre non sembra es- sere mai sazia. Alle spalle della chiesa uno scavo re- cente ha portato alla luce il sito di una grande villa romana di età im- periale, l’unica finora conosciuta su questa sponda del Benaco. La sua vicinanza e la struttura a ter- no dagli abitanti delle vicinanze le Panoramica sul Lago di Garda e la lunga razze, ci ha fatto ipotizzare che anco- testimonianze delle piene periodiche dorsale del Monte Baldo. La risorgente di San Zeno e la Spluga dei Cervi si aprono ra in epoca storica la cavità potesse e talvolta anche violente della grotta sulla parte destra dell’immagine costituire una fonte di approvvigio- e, dopo una visita, decidono di co- (Foto A. Ceradini) namento idrico perenne o quasi e struire dighe di assi che impediscano Sotto: ingresso della risorgente di San Zeno non un “troppo pieno” come oggi. ai detriti ciottolosi, sospinti in alto de l’Oselet (Foto F. Ghezzer) Non ci sono prove ad avvalorare que- dall’onda di piena, di ricadere in bas- sta ipotesi ma è pur vero che ville di so al defluire dell’acqua. Lavorano tali dimensioni erano spesso costruite alacremente per numerose giornate e te, vengono sostituite e integrate da vicino a cospicue fonti d’acqua, così nottate, finché la china viene stabiliz- un paio di muretti a secco. Si sistema è suggestivo immaginare la Risorgen- zata e si accede ad un piccolo sifone anche l’esterno e si asportano grandi za come parte di un ninfeo di 2000 che viene svuotato con una pompa quantità di rifiuti gettati nell’ingres- anni fa. La prima esplorazione risale elettrica; il 22 gennaio 1982 viene so dalla strada soprastante. Poi, dopo al 1958 ad opera dei Falchi di Verona raggiunta la Sala Gotica e scoperto alcune visite con attrezzatura speleo- che scendono fino al Sifone Spompa- un nuovo grande lago-sifone: il Lago subacquea, viene svuotato il primo to probabilmente trovandolo occlu- Quadrato. Qui si fermano le ricerche sifone con una pompa. so dalla ghiaia e, per la verticalità di e la grotta rimane dimenticata fino Viene rifatto il rilievo, risaliti ed questo primo tratto, denominano la al 2007 quando il Gruppo Attività esplorati i camini sopra la Sala Goti- grotta “Abisso” di San Zeno. Speleologica Veronese decide di ri- ca e iniziata, da parte degli speleosub Nel 1981 alcuni membri del GS prendere le esplorazioni. Le strutture Andrea De Angelis, David Hosking CAI VR, tra cui l’autore, raccolgo- del primo tratto, marcite e deteriora- e Alfonsina Cuccato, l’esplorazione della parte sommersa. Ben presto ci si rende conto che la grotta, cui a questo punto è stato cambiato il nome in “Risorgenza”, è l’unico e accessibile grande collettore sotterraneo del Baldo e la sua esplo- razione, oltre che una sfida, sarà un tassello fondamentale per la cono- scenza di questa montagna.

Descrizione Si scende un pozzo di 7 metri, in realtà una condotta freatica quasi verticale parzialmente ostruita da grossi massi rotondeggianti e levigati e colate concrezionali. Alla base la pendenza diminuisce e una china di ciottoli arrotondati, in parte stabilizzata con muretti a secco, dopo una decina di metri conduce al

Speleologia5925 N San Zeno

1° sifone: il Sifone Spompato (7m; -1m, facilmente svuotabile con una pompa elettrica ad immersione). È questo il punto più stretto, alto poco più di un metro, quindi si risale e si emerge nella Sala Gotica: grande condotta freatica con sabbie e argille sul fondo e la volta, ben concreziona- ta, evoluta in tre camini alti una ven- tina di metri, generati dalla medesima di calcare scuro: la Sala Grigia, che 125 metri slm e circa una cinquanti- frattura con direzione WNW-ESE. raggiunge la profondità di -23 metri. na al di sopra del Lago di Garda. Dal primo, nei periodi piovosi, scen- Sul fondo di quest’ultima, sempre Questo versante, la cui struttura ha de una cascata e in quelli di magra in direzione ESE, passata una nuova un assetto monoclinale, delimita la un intenso stillicidio che mantiene strettoia, parte una condotta sempre sponda veronese del Garda dal pro- sempre innescato il Sifone Spompa- con caratteristica sezione ellittica, montorio di San Vigilio fino al suo to. All’estremità della Sala Gotica un lunga circa 85 metri che scende fino apice settentrionale e rappresenta il passaggio più basso immette in una alla profondità di -29, per poi risalire fianco posteriore della grande anticli- sala totalmente occupata dal Lago a -22 e allargarsi in sezione. nale baldense il cui asse ha direzio- Quadrato, lungo 15 metri e largo 5. Si scende per qualche metro attraver- ne giuducariense, NNE-SSW, che L’acqua del lago, alimentato dal col- so un passaggio un po’ più ridotto coincide con la lunga linea di creste. lettore sotterraneo, defluisce verso il per risalire fino alla profondità di -12 Gli strati infatti immergono verso Garda attraverso una condotta che in un largo ambiente ed affrontare WNW, cioè verso il lago, con una diviene quasi subito impercorribile. nuovamente un passaggio più stretto inclinazione di circa 25-30 gradi che Sul lato S, a 6 metri di profondità (2° per qualche metro in discesa. qui coincide con quella del versante e sifone 20m.; -5m), lo stretto passag- Qui la grotta ricomincia a salire fino la stratificazione, da decimetrica fino gio “Alfonsina” immette in un nuovo ad arrivare in superficie in un am- a metrica, è quasi sempre ben eviden- grande ambiente, anche questo occu- biente aereo largo circa un metro e te. pato da un lago: il Lago XV Aprile, di mezzo e alto 30, lungo 10 sempre La grotta si sviluppa all’interno di dimensioni ancora maggiori. con direzione ESE e un inclinazio- calcari e calcareniti di età medio- All’estremità E, a 15 metri di profon- ne di quasi 45°. All’estremità è ben giurassica (Toarciano-Aaleniano) dità, un passaggio stretto nel detrito visibile un invitante apertura da cui chiamate Calcari del Gruppo di S. ghiaioso (Bocca di Cernia) dà accesso proviene l’acqua. Vigilio. Questa formazione, potente ad una condotta freatica, alta non più un centinaio di metri, è presente lun- di 80 centimetri, chiamata Tunnell Note di geologia go tutto il versante occidentale con dell’Inglese, che dopo circa una tren- e idrogeologia tina di metri sbuca in un ambiente La grotta si apre sul versante occiden- più largo, lungo 20 metri e con pareti tale del Monte Baldo ad una quota di

OLTRE IL TERZO SIFONE

…E’ l’ottava immersione e sono solo perché David non Dopo 85 metri c’è. Sono determinato e ormai conosco bene questo sifo- riemergo: sono ne. Ho una sagola da 100 metri, due bombole da 10 litri un po’ deluso lo posizionate “all’inglese”(sui fianchi) più una terza da 7 litri confesso; io, al Verso il secondo sifone (Foto A. Ceradini) che porto pure sul fianco per passare più agevolmente le contrario degli varie strettoie, specialmente Alfonsina e Bocca di Cernia. altri, mi diverto Percorro rapidamente il tratto conosciuto fino al fondo sott’acqua e avrei voluto che il sifone continuasse. della Sala Grigia, arrivo a -29 dove si comincia a risalire. Tento di risalire la sponda fangosa, una, due, tre volte, Il fondo è uniformemente costituito da argilla e sabbia che ma con le bombole scivolo sempre e l’acqua si intorbi- prima delle strettoie si accumula fino a formare piccole disce sempre più. Non oso togliermele per la paura che dune. Le bolle d’aria che rilascio smuovono i depositi di mi sfuggano. Alla fine mi arrendo, do un ultimo sguardo argilla accumulati negli anfratti sulle pareti e la visibilità, all’apertura da dove scende l’acqua e penso alla prossima nei passaggi stretti, si riduce a pochi centimetri anche esplorazione che dovrà iniziare oltre questo sifone, poi all’andata. Nel ritorno in molti punti bisogna affidarsi fisso la sagola e prendo la via del ritorno… unicamente alla sagola. Andrea De Angelis

26 Speleologia59 litofacies diverse, più spesso oolitico- encrinitiche, di color bianco-avorio, ma qui particolarmente rosate, sacca- roidi e compatte. La grotta costituisce una classica sor- gente di troppo pieno da cui, in caso di forti precipitazioni sulle zone som- mitali del Baldo, dove sono presenti numerose conche glacio-carsiche, fuoriescono quantitativi d’acqua con- siderevoli (molte centinaia di l/s) che hanno scavato una breve forra che si getta nel Garda. Nei normali periodi di magra le acque interne, di portata difficilmente valutabile, defluiscono dal Lago Quadrato verso delle proba- era nel 1957 di circa 200 metri e la Interno della risorgente di San Zeno, bili sorgenti sublacustri. profondità di 63, mentre ora detriti il primo pozzo (Foto A. Ceradini) La cavità è costituita, nella parte fino terroso-argillosi ostruiscono buona ad ora esplorata, da condotti freati- parte della galleria terminale. Duran- pubblicata e con esito negativo, rap- ci con direzione principale NW-SE, te una fase particolarmente piovosa, presenta l’unico dato utile ad un generati da una o più fratture quasi mentre nella cavità era presente un approccio non puramente teorico verticali lungo le intersecazioni di tali rigagnolo di circa 2 l/s, veniva im- all’idrogeologia del Monte Baldo. Su sistemi di discontinuità con i giunti messo un chilogrammo di tinopal questo massiccio, nonostante l’eleva- di strato. bianco ottico CBSX. Quattro captori to potenziale dato dagli oltre 2000 Dall’analisi della sezione longitu- posizionati nel Lago Quadrato, nella metri di calcari e dolomie, non sono dinale si nota come a segmenti di Risorgenza di S. Zeno, risultavano ancora conosciute grotte di grande condotti discendenti (nella direzione positivi a 72 ore dall’immissione e estensione o profondità (la maggiore del flusso) sviluppati lungo giunti di ancora a 8 giorni. è l’Abisso di Val Parol, con i suoi - strato e coincidenti con l’inclinazione Altri captori raccolti un mese prima 415 metri, sul versante settentrionale di questi, seguano segmenti risalenti e un mese dopo a titolo di confronto dell’Altissimo) né sorgenti di grande evoluti lungo discontinuità verticali. risultavano negativi, un captore po- portata se si esclude l’Arì e alcune sor- Abbiamo quindi, per quel che è dato sizionato nel Vajo Verga più o meno genti sublacustri nei pressi di Navene di conoscere fino ad ora, una genesi all’altezza della grotta risultava po- e Torbole, descritte ma non sufficien- e una evoluzione fortemente dipen- sitivo anche se con qualche riserva. temente documentate e localizzate. denti dalla struttura. Purtroppo non è stata possibile una Ci rendiamo conto che siamo ancora Nei punti di depressione sono pre- raccolta più ravvicinata nel tempo in agli inizi e che molto ci sarà da fare senti accumuli sabbioso-argillosi e quanto il Lago Quadrato è accessibile anche in considerazione dei proble- ciottolosi. solo agli speleo sub. mi d’accesso al settore centrale che Queste caratteristiche fanno della Ri- Questo risultato è particolarmente presenta dislivelli di 2000 metri e sorgenza di San Zeno, dopo il fiume importante perché, se si esclude una assenza di strade e sentieri pratica- Arì di Cassone, la principale sorgente colorazione eseguita negli anni ‘90 bili, ma l’ipotesi di un grande abisso del Baldo occidentale e l’unica, fino fra l’Abisso N’Arco (4989VVR)e sul Monte Baldo appare ora un po’ ad ora, in cui è stato possibile per- la grotta dei Trovai (157VVR), mai meno remota. N correre anche se solo parzialmente un importante collettore sotterraneo. In considerazione di tale importanza Bibliografia è stato eseguito un test di traccia- Barbujani C., Bosellini A., Sarti M. (1986): “L’oolite di S. Vigilio nel M. mento delle acque sotterranee tra la Baldo” Annali Università di Ferrara, sez IX, vol. IX, n° 2 Risorgenza e la Spluga dei Cervi (15 Ceradini A. (2002): Grotte dei Lessini e del Baldo, West Press, Verona, VVR), un inghiottitoio temporaneo Ceradini A. (2008): “La speleologia sul M. Baldo e le campagne recenti che drena parte delle acque della con- del GASV”. Atti Baldospeleo- Novezzina, 2008 ca di Prada Alta e che si attiva in se- Corrà G. (1966): “La valle delle marmitte e le principali sorgenti valchiu- sane della sponda veronese del Garda” Natura e Montagna, VI, n°2, guito a forti precipitazioni o disgelo. Bologna La grotta si apre ad una quota di 925 De Angelis A. (2008): “La risorgenza di S. Zeno de l’Oselet”. Atti Baldo- metri, circa 700 sopra San Zeno e a speleo- Novezzina, 2008 1200 in linea d’aria. Il suo sviluppo

Speleologia5927 N Buca Nuova L’ultimo abisso La Buca Nuova di Val Serenaia

Francesco De Grande OSM Sottosopra Modena

Esplorata dal 2003 Vivere di grotte. Pensare alle grotte continuamente, sognare grotte grandi e facili, al 2006, questa nuova immaginare pozzi puliti e asciutti che fanno guadagnare metri su metri, scenderne grotta apuana prometteva di uno e poi, dopo pochi metri trovarne un altro, e un altro ancora, e sentire i sacchi superare i mille metri sotto l’imbrago sempre più leggeri, mettere un nuovo attacco sulla parete, filarci la di profondità, raggiungendo corda e poi di nuovo giù, fino a terminare tutto il materiale. Aspettare gli altri che la probabile zona scendono, rifare il sacco per la punta e ripartire, e così per ore, ore, giorni interi, di gallerie freatiche fra mesi, anni passati a inseguire un fondo che a volte arriva troppo presto, a volte la Carcaraia ed Equi non sei più in grado di raggiungere. E alla fine, perché una fine c’è sempre, quando Terme. Ma un sifone ormai la grotta che stai esplorando non va più giù, quando la via non è più così galeotto ne ha fermato dritta, quando ogni metro da scoprire non compensa più le fatiche, solo alla fine per il momento decidere che quella grotta “ha dato”, che forse è ora di riportare tutto alla luce del la corsa sole, che è giunto il momento di scrivere la parola fine. A malincuore, ma anche con sollievo, inizia il percorso a ritroso, il principio della fine.

he la grande grotta presente nel setacciavamo senza sosta ogni angolo Cversante nord della val Serenaia, dei boschi che ricoprono le pendi- il Pannè, non fosse l’unica di quelle ci ovest del Pizzo d’Uccello, non ci dimensioni - 5 chilometri per 600 accontentavamo delle pur impor- metri di profondità - lo avevamo tanti scoperte di due abissi, distanti sempre saputo; così come sapevamo e separati, profondi oltre 300 metri che eravamo stati solo sfortunati a ognuno (vedi Speleologia n.50). Ci Buca Nuova non trovarne un’altra, grande, bel- doveva essere dell’altro, ma dove? la, profonda e lunga, nei marmi che Avevamo riempito la valle di piccoli formano l’altra metà della valle. Era “cantieri”, brutti a vedere ma sempre questione di fortuna, e di perseve- meno orrendi dei giganteschi squar- TOSCANA ranza. Anche se tutti i fine settimana ci provocati dal lavoro di cava, quel

28 Speleologia59 lavoro che ha profondamente ferito che le grotte si aprono dove e quando per quasi un secolo tutto il lato ovest vogliono loro, nei posti più impen- della valle, lasciando ben 28 cave in sati, anche lontano dalle classiche disuso e abbandonando una quanti- situazioni da manuale, e che quindi tà enorme di lamiere, attrezzi, cavi, basta un sasso che casualmente faccia carrucole, quadri elettrici, bidoni, vedere un piccolo insignificante vuo- pali, baracche sfondate, suppellet- to sotto di sé che subito viene voglia tili, pneumatici, ruspe arrugginite e di rimuoverlo. E così, su un canalino camion senza ruote in un paesaggio appena accennato di terra polverosa sempre in bilico fra la bellezza natu- e compatta, grattando per gioco at- rale e il disordine umano. torno ad un sasso un po’ sporgente, I nostri “cantieri” al confronto erano un fiotto d’aria viene su malandrino, punte di spillo fra immensi crateri, sollevando perfino un po’ di polvere. nonostante alcuni avessero raggiunto Sguardo attonito, silenzio interroga- dimensioni per noi ragguardevoli. Ed tivo, boccone deglutito rumorosa- è stato proprio andando a rivedere mente e poi subito a scavare, dappri- uno di questi cantieri, in un giorno ma con superficiale attenzione, poi d’agosto del 2003, che casualmente con foga da minatore che insegue ci siamo trovati ad aprirne un altro. la vena aurifera. Più si scava e più Ci eravamo fermati all’ombra dei l’aria aumenta, anche se le continue primi alberi di un boschetto per con- frane di terra ci fanno rifare il lavoro sumare un panino al riparo dal sole più e più volte. In poche ore abbia- che in agosto implacabile martella le mo rimosso una enorme quantità di bianche placche di marmo, diffon- sassi e terra, alla ricerca della “roccia L’ingresso di Buca Nuova è in un canale del dendo una luce abbagliante tutt’in- in posto” che ci faccia battezzare un versante est del Pizzo d’Uccello, a 1315 m slm (Foto W. Vandelli) torno come su un ghiacciaio alpino. preciso punto di partenza dell’enne- Accanto a noi c’erano solo alcune simo cantierino. La presenza di un A sinistra: sul meandro a -600 (Foto A. Roncioni) roccette di poco conto, un pendio er- inghiottitoio poco più in alto sullo In apertura: i Traversi dell’Enigma, una zona boso e grandi faggi frondosi. Io credo stesso canale ci fa temere che sia solo labirintica posta a -300 (Foto G.Giudice) che ogni speleologo abbia dentro di una corrente d’aria superficiale che sé il vizio di scavare, il vizio di pro- circola fra i due buchi, ma continuia- vare, anche se senza nessun senso, mo a scavare, e dopo aver dato fondo ciate” aiutate da pale, picconi e secchi a smuovere qualche piccola zolla di a tutte le energie rimaste rimandiamo e sotto di noi si apre il primo pozzo, terra attorno a dove si ferma, dove il lavoro al giorno dopo. La mattina una stretta frattura che scampana, si siede, pensando, inconsciamente, seguente bastano poche decise “brac- profonda 4 metri, seguita da un pia- no inclinato di una decina di metri. Ci siamo, è grotta, l’aria e l’umidità non mentono, il forte odore di muffa sempre presente nei primi metri degli ingressi non lascia dubbi. Sta per co- minciare una nuova avventura.

Da 0 a -300 Buca Nuova, che nel corso del primo anno ha cambiato diversi nomi pri- ma di chiamarsi definitivamente con quello più banale, è stata esplorata molto lentamente, principalmente a causa dei continui lavori di diso- struzione, alcuni necessari all’avanza- mento (strettoie), altri alla sicurezza (frane), altri ancora al consolidamen- to dell’ingresso che, essendo stato in- teramente scavato, è rimasto sempre poco stabile costringendoci a conti- nui lavori.

Speleologia5929 N Buca Nuova

Le prime esplorazioni, condotte nel- l’estate del 2003 ci portano subito a scendere modeste ma bellissime ver- ticali, interamente e fantasiosamente scavate nei marmi. Purtroppo il primo ostacolo lo incontriamo dopo soli 50 metri di dislivello: un tappo di frana cementata da fango biancastro (mar- mettola) ostruisce il primo grande pozzo della grotta, un P.50, che riu- sciamo a liberare dopo vari tentativi. Alla sua base si sono però accumu- lati tutti i sassi scaraventati giù dalla disostruzione e altri lunghi lavori ci attendono. Poi ancora un ostacolo, questa volta un restringimento delle pareti lungo una frattura. È solo dopo 5 mesi, durante le va- canze natalizie, che riusciamo ad an- dare oltre raggiungendo cosi l’attacco di una grande verticale, intercettata frazionamenti e utilizzare una quan- “Le sfogliatelle”, un particolare punto della a metà della sua altezza e scesa con tità spropositata di corda. Alla base grotta dove il soffitto è costituito da sottili grande fatica durante una gigantesca di questo pozzo parte uno scivolo fessurazioni di marmi dolimitici (Foto A.Roncioni) piena nel mese di gennaio 2004. E’ ad anfiteatro (l’Imbuto) che oltre a stata la nostra fortuna, perché solo fungere da instradamento forzato per così siamo riusciti ad armarla com- ogni sasso caduto dall’alto, si getta su qua, solo stillicidio forte, per fortuna. pletamente fuori dall’acqua, anche se un vuoto di 30 metri, perfettamente Seguiamo la via dell’acqua, lasciando per arrivare in fondo ai suoi 64 me- verticali, e senza nessuna parete de- il camino e puntando verso il basso, tri abbiamo dovuto mettere ben 14 cente sulla quale approntare un at- ma le pareti stringono inesorabil- tacco per scendere. La prima discesa mente, impedendoci di proseguire. Sotto: lungo le strette diaclasi delle grotta dell’Imbuto è stata una vera faticata, E’ in questo punto della grotta che alla profondità di -150 m (Foto G.Giudice) con il rumore assordante della cascata per lunghi mesi cercheremo un pas- in piena, le batterie del trapano agli saggio per il fondo, setacciando ogni sgoccioli che ci permetteva di usare roccia, arrampicando, ritornando solo fix corti, i frazionamenti tirati a allo stesso punto, scendendo saltini e più non posso per risparmiare corda percorrendo brevi e contorti meandri e un nodo finale (nel vuoto) a pochi che riportano sempre alla base del ca- metri dall’atterraggio. Di più non si mino; seguendo improbabili fessure poteva fare. e infilandoci fra gli strati leggermente allargati dall’acqua. Poi, finalmente, L’Enigma e il Pozzarello quando ormai non ci credevamo più, Passati sotto le cascate dei due poz- una via sembra essere quella buona; zi, la grotta cambia aspetto. Si entra ci fa scavalcare il punto stretto e lon- in un ramo fossile. Un bel meandro, tano, fra le rocce, sentiamo di nuovo con le pareti che si sfarinano al con- l’acqua del torrente. Strisciamo ver- tatto dei nostri scarponi, niente più so il punto buono, ma non si passa. rumore assordante, niente fango ap- Occorre disostruire, e non sappiamo piccicoso, niente nebulizzazione e quanto. Che fare? Siamo 300 metri per di più inversione della corrente sottoterra, ad almeno 6 ore dall’in- d’aria. Buon segno, ma dura poco. gresso, e portare tutta l’attrezzatura Superiamo i due salti che vi si trovano da disostruzione fin lì senza sapere in mezzo e.... sorpresa! Sbuchiamo in quanto lavoro ci vorrà è una prospet- una forra alla base di un altro grande tiva che ci piace davvero poco. Alla pozzo, di almeno 50 o 60 metri, del fine decidiamo di fare un solo tenta- tutto simile a quelli scesi precedente- tivo: o si passa o si disarma (quante mente, anche lui con presenza d’ac- volte lo abbiamo sentito dire...).

30 Speleologia59 Nell’estate del 2004 facciamo questo ingresso ultimo tentativo, e le cose vanno pro- 0 Buca Nuova 1732 T/Lu prio bene: in una sola uscita si pas- sa. Di là da questo stretto pozzarello Alpi Apuane - Val Serenaia (Lu) Toscana riprendiamo la via dell’acqua, che si Esplorazioni: 2003-2006 è scavata un passaggio fra gli strati Osm Sottosopra Modena compatti di marmi dolomitici, gua- GSPGC Reggio Emilia - GSL - Lucca dagnando metri e metri di profon- Svil.sp.: 1447m, disl. -694 m dità. Avanziamo accanto ad una ma- quota ingresso: 1315 m slm gnifica cascata e, come da manuale, Scala originale 1:1000 siamo di nuovo sull’orlo di un pozzo. P.64 Non abbiamo corde, si torna fuori. Sicurezza, innanzi tutto Sezione La grotta inizia ad approfondirsi e cominciamo a guardare con sospetto tutti i punti “deboli” che abbiamo P30 L’imbuto superato in questo primo anno di esplorazione. 300 Enigma Ci sono parecchi passaggi che non sono proprio belli; in alcuni le rocce Pozzarello hanno davvero l’aria di star per cede- re da un momento all’altro. Presi da un desiderio di ridurre al minimo i rischi, anche perché reduci dall’inci- P.84 Litoinferno dente occorso pochi mesi prima ad un nostro amico in Carcaraia, deci- diamo di dedicare un po’ di tempo a “bonificare” i passaggi sospetti, a par- P.35 Cazeglio 500 tire dall’ingresso. La grande “opera- zione sicurezza” ci costerà parecchio Campo base tempo. Quasi 6 mesi senza più mettere piede in profondità, con l’ingresso franato P.29 Pozzo doppio da riaprire, un’altra frana a -50 da si- stemare con reti metalliche e tiranti, sudore e lacrime pensando a tutto il P.75 Pozzo delle catenelle materiale rimasto dentro, col dubbio di non riuscire più a riaprire la grot- ta. Per fortuna le cose si stabilizzano e 700 sifone -694m nella primavera del 2005 ritorniamo in buca, ricominciando l’esplorazio- ne da dove l’avevamo interrotta. Siamo a -400 e la grotta ha un po’ zato in onore dell’allora presidente po base dal quale faremo partire le cambiato faccia, gli ambienti sono della Repubblica, Carlo Azeglio successive punte. L’entusiasmo è alle sempre molto grandi e caratterizzati Ciampi, per via di un suo discorso in stelle, siamo convinti che con que- da pozzi con grandi massi di crollo difesa dei valori antifascisti nel gior- ste ultime esplorazioni siamo sulla alla base, ma si va. no della festa della Repubblica). via che ci porterà fino alle ipotizza- Una grande forra, profonda 80 metri Per evitare di fare un’unica calata nel te gallerie di base, quelle che “devo- e larga più di 10 ci impegna un bel vuoto ci inventiamo di tutto pur di no” congiungere Carcaraia a Equi po’ con i soliti traversi e l’enorme nu- raggiungere la lontanissima parete passando da Serenaia. Per l’estate si mero di frazionamenti necessari per opposta, e questo frazionamento si preannuncia un campo estivo coi scenderla, ma alla sua fine il marmo rivelerà vitale per il prosieguo delle fiocchi, e dando fondo a tutte le ri- bianco viene alla luce e in una punta esplorazioni. sorse finanziarie del gruppo (e degli effettuata il 2 giugno 2005 raggiun- Alla base del Cazeglio un bel mean- amici del gruppo), facciamo il pieno giamo il Pozzo Cazeglio (così battez- dro ci porta fino a -500, nuovo cam- di materiale.

Speleologia5931 N Buca Nuova

altro pozzo, e poi ancora un altro, un bel terrazzo e un altro grande pozzo, non si ferma più... Poi i pozzi finiscono e inizia un mean- dro non molto largo, qualche saltino e poi la triste notizia: il sifone! Eccolo, il sifone, quella cosa che in grotta in esplorazione ti lascia sem- pre l’amaro in bocca, ti senti tradi- to, fregato, frustrato. Tu lì con tutti i sacchi pieni zeppi di materiali, con le batterie cariche di energia che gri- dano vendetta, con tutta la ferraglia che pesa il triplo che in magazzino, e lui lì, immobile, senza aria, che pla- cidamente riposa cullato da un rivolo che lo alimenta e da qualche goccia che lo fa cantare. Di fronte al sifo- ne si fuma, ci si accende la sigaretta, almeno quelli che condividono con Il laghetto a -400. Da qui parte il Litoinferno, una grande forra occupata da mo già tornati oltre il campo base me questo vizio, e si pensa, si pen- ciclopici massi (Foto G.Giudice) di -500 e la grotta continua con al- sa. Immediatamente si torna su con tri pozzi, sempre belli e grandi, per la mente, alla ricerca di tutti i bivi, altri 100 metri ancora. Abbiamo la- le finestre, i passaggi o le ombre sulle Il fondo di Buca Nuova sciato il materiale all’attacco di un pareti che non abbiamo visto bene, Siamo tanti in agosto del 2005, e vi- altro grande pozzo e ci prepariamo e ci si consola, sperando che un by- sto che sognare non costa nulla ab- per una punta lunga. Il rilievo è stato pass si possa ancora trovare. Il sifone biamo cominciato a pensare che non un po’ trascurato nell’ultima parte di di Buca Nuova, a -700, è anche un è escluso che si raggiunga davvero il esplorazioni e così organizziamo va- brutto sifone, con acqua poco limpi- livello di base, ipotizzato a circa 1000 rie squadre per fare più cose possibili, metri di dislivello dell’ingresso. Sia- foto incluse. Scendiamo ancora un

LA PIENA E IL CHIODO Ha piovuto tutta notte ad Agliano, e questa mattina le di circa dieci nuvole corrono veloci in un cielo grigio azzurro, ma non centimetri e non si minacciano pioggia. Ci siamo ritrovati in tanti per questa ferma... continua prima uscita di disarmo di Buca Nuova. Contando sul fat- a crescere a to che la grotta è stata esplorata spesso in giornate come vista d’occhio! queste, dopo un temporale, sappiamo che tutti gli attacchi Mettiamo subito sono abbastanza lontani dall’acqua e ciò ci rassicura. via pentolino e Non dappertutto però, specialmente da – 450 in giù. fornello e inizia- Scendiamo velocemente in fondo alla grotta, proprio per mo a rivestirci di evitare che il mutevole tempo di Serenaia non voglia casti- gran carriera, per garci anticipando l’arrivo di una perturbazione prevista per scappare prima il giorno dopo. possibile ed Il disarmo delle parti profonde è molto rapido, e comincia- evitare di rima- mo a risalire in gran fretta, proprio per essere fuori da ogni nere intrappolati. possibile pericolo di piena. Quando salgo il Ma non è così. Al campo base di -500 siamo rimasti in primo pozzetto tre, Nebbia, Luca ed io; tutti gli altri sono già più in alto. l’acqua è già a Mentre ci stiamo preparando un tè ristoratore vediamo mezza gamba (in regime normale bagna appena gli scar- l’acqua del laghetto accanto a noi che improvvisamente poni). Mi infilo nel meandro sopra di me ormai immerso comincia a salire. Il rumore è forte, ma non tanto diverso fino al torace, con la corrente che mi spinge indietro verso da quello che c’era prima, è la solita falsa impressione, il pozzo, il sacco pieno d’acqua che pesa cento chili; cer- penso. In pochi minuti però l’acqua è davvero aumentata co la longe sott’acqua per farle passare un frazionamento

32 Speleologia59 ingresso Buca Nuova 1732 T/Lu da, lungo circa 6 metri e largo poco più di 2. Lì attorno non c’è modo di Alpi Apuane - Val Serenaia (Lu) Toscana passarlo, e se c’è una via possibile è Esplorazioni: 2003-2006 sicuramente più in alto, alla base del- Osm Sottosopra Modena l’ultimo grande pozzo sceso. GSPGC Reggio Emilia - GSL - Lucca Svil.sp.: 1447m - disl. -694 m Sulla via del ritorno quota ingresso: 1315 m slm P.64 Per i 5 mesi successivi le esplorazio- Scala originale 1:1000 ni in Buca Nuova hanno un unico obiettivo: risalire in artificiale per P30 L’imbuto raggiungere le tante finestre che ab- Enigma biamo visto qua e là scendendo i vari pozzi. La prima da “attaccare” è proprio sul fondo, raggiunta con Pozzarello appena una decina di metri di risa- lita; da questa finestra parte un ramo perpendicolare a quello del sifone, lungo un centinaio di metri, con una fortissima aria, che però porta ad un cunicolo basso e sabbioso, assoluta- Pianta P.84 Litoinferno mente impraticabile senza una seria e impegnativa opera di disostruzione. Altre risalite, fra l’acrobatico e lo P.35 Cazeglio scavezzacollo, non ci danno risul- tati degni di nota e un by-pass non si riesce a trovare. Abbandoniamo Campo base amaramente le ricerche sul fondo ed iniziamo a disarmare, spostando verso quote superiori le nuove punte sifone -694m P.75 Pozzo delle catenelle esplorative. A -600, dopo 20 metri di risalita, entriamo in un nuovo ramo

(non oso andare in “libera”) e abbozzando una specie solo per spezzare la discesa unica e accelerare i tempi di opposizione avanzo ancora un po’. Per fortuna il di risalita, e che questa notte sarà la nostra salvezza. meandro è molto alto e riesco a rimettermi all’asciutto. Nebbia ci prova, quasi d’impeto, più preoccupato che Mi riposo qualche istante e poi raggiungo il primo la piena aumenti che di non farcela al primo tentativo. pozzo grande, il Cazeglio, completamente inondato da Sale lungo la corda e dopo pochi metri sparisce alla una cascata enorme. Siamo decisamente preoccupati, nostra vista; vediamo solo le sciabolate dell’elettrico che con 2 sacchi a testa pieni zeppi, che abbandoniamo ci dicono che sta raggiungendo il frazionamento. Pochi subito appendendoli al moschettone di un attacco lunghissimi minuti e sentiamo il “libera”. E’ fatta, anche arretrato. Poi Nebbia decide di risalire sotto l’acqua. “ perché questo è l’unico punto realmente a rischio: dopo Se si sta attaccatissimi alla parete si riesce a star fuori anche con la grotta in piena non ci sono più problemi. dal getto – ci urla nel fragore della cascata - e una volta Benedetto chiodo, non smetterò mai di ringraziarlo. raggiunto il chiodo non c’è più problema”. Sarà, ma Saliamo il Litoinferno, le Sfogliatelle, il Pozzarello, non posso fare a meno di pensare a tutte le tragedie l’Enigma, e arriviamo alle zone fossili a -300 dove in- capitate a chi, preso dal panico, ha cercato comunque contriamo gli altri; il rumore delle numerose cascate che di salire sotto cascata; il freddo che congela le mani, la piena ha innescato è assordante, e le comunicazioni l’acqua nebulizzata che fa respirare male. Vedo già con chi è in alto sono pressoché nulle, ma non ci sono i titoli sui giornali e cerco di capire se è una scelta più ostacoli fra noi e l’esterno. Nove ore dopo siamo lucida o è un errore. L’acqua è concentrata nel mezzo tutti fuori, stanchi, infreddoliti, bagnati come pulcini, ma del pozzo e realmente se si sta attaccati alla parete si tanto tanto riconoscenti al quel fantastico, superfluo e passa; c’è un frazionamento che te lo permette, che ti irripetibile frazionamento. guida lì; un semplice e inutile frazionamento; fatto senza Francesco De Grande motivo nel bel mezzo di un pozzo a campana, messo lì

Speleologia5933 N Buca Nuova

laterale; sembra la fotocopia di quello sul fondo, con tanta aria, un po’ di concrezione, meandro, saletta, poz- zettino e purtroppo anche due pareti che si avvicinano sempre più e che dicono ancor una volta che da lì non si va. Le uscite si fanno sempre più rade, si comincia a pensare anche al disarmo. In grotta c’è tanto materia- le e ci vorranno parecchi week end e parecchie persone per portare tutto fuori. E poi c’è da organizzare la co- lorazione (anche se siamo sicuri che l’acqua risorgerà ad Equi Terme) e per far ciò bisognerà coordinarsi con la Federazione Toscana. Nel mese di marzo del 2008, sotto la guida della FST, immettiamo nel primo sifonci- abbiamo inseguito per 14 anni; forse Le gallerie fossili a -300 (Foto G. Giudice) no pensile, quello di -100, circa 4 kg i marmi piegati e ripiegati insieme di colorante. C’è pochissima acqua in ai calcari selciferi e ai diaspri, hanno grotta tanto che facciamo non poca creato una rete tipo colabrodo capace Chi ha esplorato fatica a sciogliere il colorante. Poi, di filtrare grandissime quantità d’ac- Buca Nuova? lentamente, ogni cosa diventa verde qua su un vasto territorio ma incapace Gli stessi speleologi che ormai da e la fluoresceina prende la via del fon- di far passare noi umani; forse più a 15 anni esplorano le grotte in Val do. Risorgerà dopo circa una settima- nord, nell’altra valle, il gallerione c’è, Serenaia, emiliani principalmente, na ad Equi, confermando, semmai ce unico ed enorme, che raccoglie l’ac- da Modena e da Reggio Emilia e da ne fosse ancora bisogno, che l’acqua qua solo dopo che questa ha oltrepas- Bologna, assieme agli amici toscani e di Serenaia va sempre a nord, dai cal- sato il confine immaginario formato catanesi. cari selciferi ai marmi. dal crinale; forse quando facciamo le Sono sempre stato restio a fare elen- colorazione nei bacini c’è più o meno chi di nomi, ma forse in questa oc- In conclusione acqua e questa si muove più o meno casione posso anche permettermi di Forse nel cuore profondo di Val Sere- lentamente e noi sogniamo cose che farlo cominciando dai primi che han- naia non ci sono le grandi gallerie che non possono esistere; forse è meglio no trovato e aperto la grotta e finen- così perché che senso avrebbe pensa- do negli ultimi che hanno iniziato a L’ultimo scivolo franoso prima del laghetto re di poter scoprire tutto, in una sola disarmarla: un grazie quindi a Jenny di -400 (Foto A.Roncioni) generazione di speleologi? e Driss, per averci creduto fin dal pri- mo sasso; a Teto, Andrea e Michele, che hanno sceso solo i primi pozzi; a Geo, Luca, Enrico, Gigi, Franco, Mario, Marco, Sandro, Gianluca, che hanno forzato i passaggi più stretti mettendoli in sicurezza; a Pie- tro, Lucio e Pito, che per la prima volta esploravano un abisso apuano; ad Andrea, Siria, Enrica, Gaetano, Angela, Fiorenzo, Adriano, Wainer e Lella, che sono arrivati fino al fon- do cercando anche di andare oltre; a Luca, Cristina, Nebbia, Elena, tra- volti dalla piena per darci una mano a portar fuori dei sacchi; a Stefania, Sauro, Paola e a tutti coloro che ci hanno nutrito quando uscivamo di grotta al mattino presto, e a tutti gli altri che spero mi perdoneranno se non li ho citati. N

34 Speleologia59 N Santa Rosalia

I più antichi rilievi di grotta custoditi nell’archivio del Cen- Le incisioni tro di Documentazione Speleologica “Franco seicentesche Anelli” delle grotte Massimo Mancini e Paolo Forti di S. Rosalia a curiosità che caratterizza ogni bene con qualche differenza, gli stessi Lricerca ebbe inizio nei primi anni rilievi posseduti dal Centro Italiano ‘80 quando furono depositate nella di Documentazione Speleologica “F. Biblioteca “F. Anelli” le stampe di Anelli” (CIDS). Ci si è allora resi due incisioni senza data e ritagliate da conto dell’opportunità di studiare chissà quale libro antico, in cui era- quelli che senz’altro potevano essere no riprodotte le due grotte di Santa descritti come i più antichi rilievi di Rosalia in Sicilia, quella di S. Stefano grotta. Precedentemente, infatti, Tre- Quisquina in provincia di Agrigento vor Shaw nel suo volume “History of e quella del Monte Pellegrino presso cave science” aveva descritto il rilievo Palermo. Solo nel 2005, in seguito delle Stufe di Nerone in Campania Sopra: interno della grotta all’acquisto della quarta opera bio- (1546) e quello della Pen Park Hole di Santa Rosalia al Monte grafica su Santa Rosalia del Cascini in Inghilterra (1683), citandoli come Pellegrino (inc. S. Corsi) (1651), si è potuto constatare che in le più antiche testimonianze di ri- quel volume venivano riportati, seb- lievi, rispettivamente, di una cavità

Speleologia5935 N Santa Rosalia

artificiale e di una grotta. Dopo aver studiato la produzione bibliografica sulla storia e sul culto di Santa Rosa- lia, certi di poter ricondurre all’ope- ra del Cascini le prime due stampe acquistate dalla Biblioteca Anelli, ci si è arresi all’evidenza dei fatti: del- l’opera alla quale apparterrebbero i rilievi delle grotte di S. Rosalia, oggi fortunatamente posseduti in origina- le dal CIDS, non è nota nessuna co- pia. Tuttavia, se del testo di Agricola, assai più antico, oggi si conservano più esemplari in diverse biblioteche logata, sia ancora conservata almeno Pianta della Grotta di S. Rosalia alla nel mondo, è molto probabile che in una copia dell’introvabile testo. Quisquinia (Cascini 1651) qualche biblioteca ecclesiastica, non informatizzata e forse neanche cata- Un po’ di storia Il contesto storico e sociale che ha re considerati i più antichi rilievi di Pianta della Grotta di S. Rosalia al Monte portato l’autore Giordano Cascini grotta oggi conosciuti, nulla ha a che Pellegrino (Cascini 1651) a stampare quelli che possono esse- fare con la speleologia né con affa- scinanti esplorazioni geografiche. La peste, diffusasi nel bacino del medi- terraneo in seguito ai primi contat- ti commerciali, giunge e si diffonde rapidamente a Palermo nella prima metà del 1600. I numerosi decessi, migliaia di persone, piegano l’inte- ro tessuto sociale ed economico al punto tale da rendere necessario un intervento soprannaturale, come so- litamente accadeva all’epoca. Girolama La Gattuta, gravemente malata, sogna una monaca che la in- vita ad andare a cercare e scavare in una grotta nella quale avrebbe trova- to tre corpi. Tutto avviene tra maggio e luglio del 1624; Girolama confida il suo sogno a Vito Amodeo; questi, radunati un po’ di parenti e amici si recherà più volte sul Monte Pelle- grino a scavare ed a cercare ciò che presto sarebbe stata descritta come “l’invenzione di Santa Rosalia”, ossia, il ritrovamento delle sante reliquie. Tutto ciò lo si evince dai manoscrit- ti e dalle biografie del Cascini e da quelle successive di altri autori, ma soprattutto, e con straordinario det- taglio, dal manoscritto “Originale delli testimoni di S. Rosalia” (Gior- dano, 1997). Una vera e propria inquisizione, voluta dal Cardinale Giannettino Doria su chi aveva sca- vato, quando lo aveva fatto, in com- pagnia di chi, cosa era stato trovato e dove erano state portate o nascoste

36 Speleologia59 le reliquie rinvenute. Dallo studio del manoscritto è emersa tutta la storia della ricerca e del “cavamento” della grotta; vengono descritti miracoli, guarigioni, luoghi, persone e ritro- vamenti di ossa di varia grandezza e origine, pietre di varia natura consi- derate miracolose e capaci di guarire dalla peste che probabilmente, come alcuni autori ipotizzeranno più tardi, in quei giorni stava solo terminando il suo picco di virulenza. Certo è che l’allora Cardinale Gian- nettino Doria ordina di requisire tut- te le reliquie, di ricostruire la storia Conclusioni Veduta del tempio di S. Rosalia al Monte della loro “inuentione” e dà mandato Sono due i rilievi che Cascini edita Pellegrino (The London Printing Company 1841) al gesuita Giordano Cascini di tenere 1651 e, come ipotizzato, probabil- memoria di quanto era successo, di mente anche prima, perché due sono in quanto scritto da Paolo Abriani scriverne la storia e di documentarne state le grotte nelle quali si ritiene ab- nella sua introduzione all’opera del i luoghi. Biografo ufficiale di S. Ro- bia vissuto in eremitaggio S. Rosalia Cascini del 1651, nella quale raccon- salia, dunque, Giordano Cascini nel Sinibaldi. Possono essere considerate, ta che l’iconografia presente in quel 1627, nel 1631, nel 1643 e nel 1651 al momento, le più antiche rappre- volume era già stata stampata prece- edita le sue vite di S. Rosalia vergine sentazioni geografiche di grotta, oggi dentemente dal Cascini stesso. palermitana. conosciute al mondo, pubblicate a Durante la ricerca è stata trovata È all’ultima edizione che apparten- stampa. Sorprendente, considerate le anche un’altra edizione del rilievo gono le due antiche incisioni (Fig.3) tecniche dell’epoca, è il dettaglio che della Grotta di S. Rosalia alla Qui- presenti nel volume posseduto anche di entrambe le grotte viene restituito squina (Crisafulli, 2006); è proba- dal CIDS. Attualmente invece le nei disegni; in essi si notano partico- bile, pertanto, che ne esistano altre, due stampe senza data e senza autore lari descrittivi ai quali si è voluto dare considerata la notevole letteratura (Fig.2), probabilmente più antiche, risalto, come l’ubicazione dei primi prodotta sull’argomento. La ricerca, sono possedute dal CIDS nell’unica manufatti, ad esempio, e quelle che in ogni caso, resta viva nella speran- copia originale che si conosca. possono essere interpretate come le za di poter attribuire definitivamente principali morfologie della roccia, nel ad un’opera specifica del Cascini le tentativo, elegantemente riuscito, di stampe custodite dal CIDS, per san- Santa Rosalia invitata da un angelo a trasferirsi dalla grotta alla Serra Quisquina a riprodurne copie molto fedeli. L’at- cire definitivamente quanto ipotizza- quella del Monte Pellegrino (Cascini, 1651) tribuzione al Cascini trova conforto to in questa sede. N

Bibliografia Agricola G., 1546 - De Natura eorum quae effluunt e terra. In: De Ortu & Causis Subterraneorum. Basilea, Froben 487 pp. Cascini G., 1651 - Di S. Rosalia vergine palermitana libri tre composti dal r.p. Giordano Cascini della Compagnia di Giesù. Nelli quali si spiegano l’inuentione delle sacre reliquie, la vita solitaria, e gli honori di lei. [...] Dedicati all’illustrissimo Senato di Palermo. In Palermo, appresso i Cirilli, pp. 400 + LV. Giordano R. C. (a cura di), 1997 - Originale delli testimonij di Santa Rosalia: trascrizione del manoscritto 2 Qq E 89 della Biblioteca comunale di Palermo. Biblioteca Comunale di Palermo, 323 pp, Stamperia Zito, Palermo. Shaw T. R., 1992 - History of cave science. Sydney Speleological Society, 338 pp. Southwel R., 1683 - A description and draught of Pen Park Hole in Gloucestershire communicated by Sir Robert Southwell. In: Philosophical Transactions. Giving some Accompt of the Present Undertakings, Studies, and Labours, of the Ingenious in many Considerable Parts of the World. Vol. XIII, Number 143, Oxfors, 1682/83 pp.2-6.

Speleologia5937 N Flagelli

Una nuova grotta nei Gessi Crotonesi Dedicata al giovane speleologo Juliano Flagelli l’ultima scoperta del Gruppo “Le Grave” di Verzino

Francesco Lamanna, Carmine Lepera, Caterina Dima, Franco Mascaro Gruppo Speleologico “Le Grave” Verzino (KR)

Viene qui presentata la Grotta “Juliano Flagelli” (Cb 389), dedicata alla memoria del giovane speleologo crotonese prematuramente scom- parso. La cavità è ubicata nei Gessi dell’Alto Crotonese e, nonostante le modeste dimensioni (sviluppo planimetrico 273 m, profondità 22 m) è di grande interesse scientifico per la spe- leogenesi, la presenza di particolari speleotemi e per il suo importante ecosistema cavernicolo

Flagelli

CALABRIA

38 Speleologia59 Planimetria dei principali ipogei naturali nell’Area delle Vigne a cavità è stata individuata nel- Ll’agosto del 2006 nel corso di alcune ricerche condotte nel settore orientale della zona carsica dell’Alto Crotonese. Il ritrovamento è avve- nuto durante una battuta esplorativa incentrata sull’area dei punti di assor- bimento delle acque del bacino delle Vigne di Verzino. L’esplorazione ed il rilievo topografico sono stati eseguiti dal Gruppo Speleologico “Le Grave” di Verzino (KR).

Itinerario di avvicinamento La cavità si apre a 200 m s.l.m. in lo- calità Scorzo, nel Comune di Castel- silano (KR). Partendo dal borgo delle Vigne si segue la strada provinciale che porta in località Sulleria. Dopo il fondo della sala. A questo livello Sopra: la dolina al cui fondo si apre la 5,4 km si svolta a sinistra nei pressi di una seconda condotta (Ramo del grotta Juliano Flagelli. L’ingresso, a quota 200 m slm, è una fessura che immette in un cancello nero e si prosegue lungo Niphargus) con andamento E-W in- una condotta di modeste dimensioni la strada interpoderale in direzione tercetta il ramo principale all’interno (Foto C. Lepera) del Burrone Cufalo. Dopo circa 750 del quale scorrono acque sulfuree. Pagina a fianco, da sinistra: una metri, superato uno stretto tornante, Seguendo il flusso idrico verso Est panoramica sulle formazioni dei gessi s’imbocca la prima stradina sterrata si deve superare un passaggio stret- del Messiniano che affiorano lungo tutto a destra e si prosegue per circa 250 to semi allagato che immette in una il margine nord-occidentale del Bacino metri fino a una grande quercia. Da condotta dalla sezione triangolare. sedimentario Crotonese (Foto F. Lamanna) qui è visibile un’ampia valle cieca al L’andamento della cavità diviene più Percorrendo il “Ramo delle radici” fondo della quale si apre la grotta. rettilineo e le dimensioni si riducono inizialmente caratterizzato dalle morfologie notevolmente. tipiche dei condotti di scorrimento. Poi gli ambienti diventano più grandi e finalmente Descrizione della cavità Nel tratto finale della cavità, occu- si guadagna la posizione eretta L’ingresso è una fessura che immette pato da alcune vaschette d’acqua, la (Foto C. Lepera) in una condotta di modeste dimen- volta si abbassa sempre più fino a sioni. chiudere su un sifone. Inquadramento geologico e In questo primo settore, denomina- Seguendo invece la venuta d’acqua geomorfologico to Ramo delle Radici, le morfolo- sulfurea in direzione Ovest, bisogna La grotta Juliano Flagelli si sviluppa gie sono quelle tipiche dei condotti prima superare un piccolo meandro nei gessi del Messiniano, sedimenti di scorrimento a pieno carico (tubi e una breve strettoia semi allagata di natura evaporitica che affiorano freatici). Man mano che si procede, poi, dopo aver strisciato per qualche lungo tutto il margine nord-occiden- gli ambienti diventano più grandi e, metro, si arriva ad un ambiente più tale del Bacino sedimentario Croto- dopo aver superato un pozzetto di tre spazioso. nese. La serie stratigrafica, potente metri in parte occupato da una cola- Si supera quindi un pozzetto di tre in quest’area circa 120 metri, inizia ta calcitica, si guadagna la posizione metri in arrampicata e si percorre la con un orizzonte tripolaceo che se- eretta. condotta fino ad una saletta ricca di gna la base della Formazione Ges- Procedendo si entra in un ambiente infiorescenze di gesso con evidenti ge- soso-Solfifera ed è in continuità di molto ampio (Sala del Mammellone) minazioni a coda di rondine. Anche sedimentazione con la Formazione con asse maggiore orientato in dire- nel tratto a monte il percorso termina Evaporitica Inferiore, caratterizzata zione NE-SW; sul pavimento sono davanti a un sifone impraticabile da da un’alternanza di strati calcarei e di presenti depositi argillosi e imponen- cui scorgano le acque sulfuree. strati marnosi basali su cui poggiano ti massi di crollo. Nel settore Nord la In direzione S-E, un passaggio su i gessi (gessoruditi, gessoareniti, ges- sala è riccamente concrezionata: spic- colata calcitica immette in un’ampia sopeliti, gesso balatino). Al tetto la cano uno speleotema carbonatico a sala da cui partono altre due dirama- Formazione chiude in discordanza forma di mammellone ed una grande zioni. La più estesa termina in una con i sedimenti detritici a salgemma colonna. sala preceduta da un pozzo di circa della Formazione Detritico Salina. Nel settore Sud, invece, enormi la- sette metri, la più corta chiude invece Gli strati immergono verso E-SE con stroni di crollo coprono interamente dopo pochi metri. inclinazione di circa 15° al disotto

Speleologia5939 N Flagelli

dei terreni più recenti. La speleoge- nesi della cavità è da collegarsi ad un meccanismo di tipo singenetico che ha prodotto le classiche forme di scorrimento a pieno carico: tubi freatici e impronte di flusso (scal- lops). La struttura di questo sistema carsico è influenzata sostanzialmente da un’alimentazione concentrata che segue come vie preferenziali di dre- naggio i livelli d’interstrato e non le principali linee di dislocazione tetto- nica orientate NE-SW.

Depositi chimici Le acque che scorrono all’interno mi: quella meteorica, nel momento Particolare di infiorescenza gessosa nella della grotta hanno una diversa com- in cui viene a contatto con la roccia “Sala coda di rondine” (Foto F. Lamanna) ponente chimica. Una parte è legata gessosa la scioglie generando, a causa al ruscellamento delle acque meteo- dello ione comune, la formazione di CaCO3 sulle pareti inclinate e costi- riche convogliate all’interno dell’in- concrezionamenti carbonatici men- tuite da una serie di strisce di con- ghiottitoio naturale (valle cieca) e tre quella sulfurea causa l’evoluzione centrazione sovrapposte le une alle alla infiltrazione meteorica raccolta di cristallizzazioni parietali di gesso. altre (vele) di grande pregio estetico; a monte da un secondo collettore: pisoliti vadose, concentrate in alcune queste acque risultano avere un’alta Concrezioni di Carbonato vaschette che raccolgono l’acqua di concentrazione di acido carbonico di Calcio stillicidio. H2CO3. Un’altra parte di acque Negli ambienti più grandi non inte- proviene invece dai livelli profondi ressati dallo scorrimento a pieno ca- Cristallizzazioni di Gesso dove la falda freatica intercetta i livel- rico si sono formate tipologie diverse Come già detto, all’interno della li basali della formazione evaporitica di speleotemi: stalattiti di forma co- grotta scorrono anche acque ad alta

ai quali è associato un orizzonte cal- nica molto allungata la cui crescita si concentrazione di H2S. careo ricco di straterelli e noduli di è sviluppata in parte apicalmente at- La falda sulfurea è localizzata in cor- zolfo che rendono queste acque ric- traverso il canalicolo interno in parte rispondenza degli strati basali delle che in acido solfidrico. La prevalenza per lo scorrimento lungo le pareti; formazioni gessose dove è presente di una o dell’altra acqua produce la cortine o vele formatesi per lo scor- un orizzonte argilloso poco permea- deposizione di differenti speleote- rimento delle gocce d’acqua sature di bile. Queste acque vengono inter-

NOTE BIOSPELEOLOGICHE All’interno della grotta le risorse trofi- che sono costituite soprattutto dall’ab- bondante quantità di detrito vegetale che l’acqua trasporta dall’esterno in occasione delle frequenti piene torren- tizie. Per importanza vengono poi la biomassa della componente faunistica e i prodotti della chemiosintesi batte- rica nelle acque sulfuree. Sulle pareti sono presenti molti esemplari dell’or- tottero Dolichopoda palpata e del ragno Meta menardi (specie troglofi- Molti esemplari dell’ortottero Dolichopoda Resti di un piccolo roditore con a lato uno le). Altro insetto interessante è l’emitte- palpata sono presenti sulle pareti scorpione d’acqua l’emittero Nepa cinerea (Sulzer,1776). Nelle acque della grotta (Foto F. Lamanna) ro Nepa cinerea L. Nelle acque sono si trovano degli anfipodi, mentre sono inoltre presenti degli anfipodi. Del del tutto assenti i chirotteri. (Foto C. Dima) tutto assenti i chirotteri.

40 Speleologia59 cettate nel Ramo del Niphargus, in Conclusioni prossimità di una galleria sommersa A fronte di questi primi risultati è posta poco al disopra del livello frea- possibile considerare questa cavità tico. molto interessante da un punto di Le acque, in questo tratto, ristagnano vista geologico-ambientale. Ulteriori per lunghi periodi favorendo il rila- indagini geomorfologiche potranno scio nell’atmosfera di parte dell’ H2S far chiarezza non solo sui meccani- mentre un’intensa attività di tipo smi speleogenetici ma anche sull’evo- batterico determina l’ossidazione luzione tettonico-stratigrafica che ha dell’acido solfidrico in soluzione con interessato le formazioni evaporitiche conseguente formazione di biomasse in quest’area della Calabria. I dati che servono da supporto trofico alla strutturali rilevati evidenziano infatti fauna ipogea. una connessione tra lo sviluppo del Progressione negli ambienti più grandi L’acido solfidrico rilasciato nell’atmo- sistema carsico che si estende su vari (Foto F. Lamanna) sfera viene depositato sul soffitto dal- livelli d’interstrato ed i movimenti tet- le acque di condensazione e qui viene tonici che hanno interessato gli stessi ossidato ad acido solforico (H2S04). corpi rocciosi. Il processo dissolutivo condotta principale, caratterizzata da L’ambiente umido favorisce la per- probabilmente è stato innescato in alcuni passaggi semi-sifonanti e dalla manenza della soluzione acida sulla concomitanza ad una intensa attività presenza di acque sulfuree che rendo- volta innescando così la sovrasatura- di tipo distensivo che ha dislocato gli no in questi tratti l’area irrespirabile, zione rispetto al solfato di calcio che strati interessati dal fenomeno carsi- ha permesso di scoprire alcune straor- è costretto a precipitare. co alle quote inferiori lungo un piano dinarie mineralizzazioni gessose. Data la bassa sovrasaturazione, i pro- di faglia con direzione NE-SW. At- L’analisi biospeleologica sulla fauna cessi di accrescimento cristallino pre- tualmente in quest’area i livelli ges- cavernicola ha reso possibile l’identi- valgono su quelli di nuova nucleazio- sosi posti al tetto della formazione ficazione di un interessante ecosiste- ne con la formazione di infiorescenze evaporitica vengono erosi dalla falda ma che potrà essere oggetto di uno gessose macrocristalline che coprono sulfurea che scorre al letto della stes- studio più dettagliato nel corso di la volta della piccola sala. sa formazione. L’esplorazione della future ricerche. N

Speleologia5941 N IJS International Journal of Speleology nell’elite delle riviste scientifiche mondiali Jo De Waele

el mondo esistono tantissime Npubblicazioni di speleologia: basta visitare il Centro di Docu- mentazione Speleologica “F.Anelli” per rendersene conto. Molto meno sono le riviste intera- mente dedicate alla cosiddetta “scien- za speleologica” in cui pubblicano ricercatori di vari enti che spesso hanno poco o nulla a che fare con il mondo speleologico, anche se dipen- dono in larga parte dai lavori degli speleologi. un drastico cambiamento. Nel 1978 dedicati alla Biospeleologia ad alla Una di queste riviste, l’International l’IJS diventò la rivista ufficiale della Speleologia Fisica fino al 1998 quan- Journal of Speleology (IJS), è stam- Union Internationale de Spéléologie do il giornale fu diviso in due serie: pata in Italia, a cura della Società e cominciò ad essere pubblicato in “A” per la Biospeleologia e “B” per Speleologica Italiana, ed è la rivista Italia, a costi più contenuti. Il Co- la Speleologia Fisica. Nel 1995, per ufficiale dell’Union Internationale de mitato Editoriale era composto da la Speleologia Fisica entrò nello staff Spéléologie. Husson, Arrigo A. Cigna e Padre G. anche Ugo Sauro. Nicholas. Nel 1981 Valerio Sbordoni A partire dal 2003 la Sezione biologi- Un po’ di storia diventò Editor-in-chief del Comitato ca fu abbandonata dai biospeleologi Istituita nel 1964, l’IJS era suddivisa Editoriale, che più tardi incluse an- che aprirono una rivista loro: Subter- in quattro sezioni: Botanica-Micro- che Franco Cucchi. ranean Biology. Per l’IJS rimaneva biologia, Zoologia, Geologia-Geo- Nel frattempo la testata fu accolta Editor Ezio Burri con Cigna e Sau- morfologia e Abstracts-News. Dopo dalla SSI, ricevette contributi finan- ro in staff, ai quali si aggiunsero, nel il primo fascicolo, a cura di George ziari pubblici e il Comitato Editoria- 2004, Leonardo Piccini ed il sotto- Claus (USA), si aggiunsero Roger le fu composto da italiani. scritto. Il volume 33(1/4) fu l’ultimo Husson (France) e Padre G. Nicho- Dalla seconda metà degli anni ‘90, della serie diretta da Burri. las (USA). Dal 1972 Husson diventò il Museo di Speleologia “V. Rive- Per vari motivi la rivista stentava: po- Editor-in -chief con Padre G. Nicho- ra” contributi finanziariamente alla chi articoli ed abbonamenti in calo. las che fungeva da Book & News Edi- stampa dei volumi ed Ezio Burri Una rivista troppo italianizzata, di tor. Sotto la loro guida furono stam- prese il posto di Franco Cucchi come scarsa diffusione e di aspetto antiqua- pati 9 volumi tra il 1964 ed il 1977, editor per la Speleologia Fisica. to. Se si voleva sollevare la testata oc- quando l’aumento dei costi richiese I volumi furono alternativamente correva soprattutto restituirla ad un pubblico più vasto, internazionale.

Il cambiamento In questi ultimi anni IJS ha subito una notevole trasformazione: cam- bio di periodicità, formato, grafica, gestione editoriale. Nello Staff edi- toriale sono entrati scienziati inter- nazionali di grande spessore (ora solo un italiano, Piccini, è tra i 10 com- ponenti). Stessa sorte per il Comitato Internazionale Editoriale, ora com- posto da 28 membri di cui solo tre italiani, Burri, Cigna e Sauro.

42 Speleologia59 i

Il rappresentante dell’Union Inter- Citation Reports (JCR). Sono tutti tino di Geofisica Teorica ed Appli- nationale de Spéléologie, invece, è servizi gestiti dalla società americana cata e Geografia Fisica e Dinamica rimasto Paolo Forti. Thomson Reuter con sede a Philadel- Quaternaria) sorge una domanda: è Anche la scelta degli articoli è di- phia. davvero possibile raggiungere questo ventata più severa, con un referaggio Entrare non è facile e possibile solo se traguardo? internazionale molto selettivo (peer la rivista dimostra di avere regolarità review) che ha portato ad un notevo- di stampa, buona qualità scientifica Un traguardo raggiungibile le miglioramento della qualità scien- e potenziale interesse per il mondo Quando, nel Dicembre 2006, si deci- tifica dei lavori. scientifico (misurabile attraverso il se di tentare “la scalata” per l’iscrizio- La rivista pubblica due fascicoli l’an- cosiddetto “Citation Index”). ne nelle banche dati della Thomson no con estrema puntualità (a gennaio Il Web of Science e Current Con- Reuter in pochi credevano di riusci- e a luglio). tents/Physical, Chemical & Earth re, soprattutto in breve tempo. Infatti Per renderla più visibile è stato rea- Sciences consentono di accedere ad vengono di solito valutati non meno lizzato il sito www.ijs.speleo.it – ben informazioni scientifiche attuali e di tre volumi per cui IJS, con due vo- curato da Isacco Curreli della GetI- passate, pubblicate in oltre 8700 del- lumi l’anno, avrebbe dovuto attende- dea, speleologo di Cagliari - in cui si le più prestigiose riviste scientifiche re non meno di un anno e mezzo. possono anche scaricare gli articoli ed oltre 2000 libri. A inizio settembre 2008, dopo 4 vo- in formato pdf (a partire dal primo E’ la più importante banca dati mul- lumi pubblicati, l’ISI ha decretato che volume). tidisciplinare esistente in cui fare ri- l’International Journal of Speleologia Il sito è giornalmente visitato da ol- cerche, consultare le citazioni, risalire è idoneo ad entrare nella ISI listing. tre 35 persone, con una distribuzione alla collocazione degli articoli scari- L’IJS è quindi la sesta rivista scienti- geografica mondiale ed una visione cabili. L’inclusione in ISI consente fica nel campo della geologia a rag- di oltre 150 pagine/giorno. anche di ottenere una valutazione giungere questo ambizioso traguardo Gli indici sono stati poi inseriti in di- dell’importanza della rivista nel pa- e soltanto altre due riviste scientifi- verse banche dati, quali la Directory norama delle pubblicazioni scientifi- che speleo-carsologiche nel mon- of Open Access Journals (www.doaj. che, il cosiddetto “Impatto” sull’am- do ci sono riuscite in precedenza: il org), Bibliography & Index of Geo- biente scientifico. Journal of Cave and Karst Studies o logy (GeoRef), Cambridge Scientific Più si leggono gli articoli della pro- JCKS (NSS USA) e Acta Carsologica Abstracts, EarthScienceWISE (Ox- pria rivista, più se ne aumenta la ci- (Slovenia) inserita dal 2006. mill Publishing), EBSCO publishing, tazione in tutte le riviste incluse nella Geobase, Scopus, Speleological Ab- banca dati ISI. Ma finisce qui? stracts (UIS), Ulrich’s Periodical Di- I risultati di queste statistiche vengo- Ora che abbiamo raggiunto ISI li- rectory (TM) e BIOSIS Zoological no annualmente riportati nel Journal sting possiamo senz’altro festeggiare, Record In tal modo si possono rag- Citation Reports (JCR). Indice della ma non possiamo pensare che sia fi- giungere il massimo numero di per- qualità (ed importanza) scientifica nita qui. Ora la rivista continua ad sone potenzialmente interessate. di una rivista è il cosiddetto Fattore essere valutata per arrivare, probabil- Ma la maggiore visibilità si ottiene d’Impatto che misura la frequenza mente nel Giugno del 2010 nel JCR soltanto raggiungendo la cosiddetta in cui un articolo viene citato in un 2009, ad avere Impact Factor. ISI listing. Ma cos’è? dato anno e la mette in rapporto al L’International Journal of Speleology, Un modo per “contare” qualcosa nel numero di articoli della rivista pub- per poter eguagliare i valori di Impact sempre più concorrenziale mondo blicati nei precedenti due anni. Factor di JCKS, dovrebbe aumenta- scientifico è quello di ottenere ISI Considerando che, nel campo delle re il numero di articoli pubblicati e listing con inclusione nella Science Scienze della Terra, solo altre 5 riviste soprattutto la loro qualità ed impor- Citation Index e il Web of Science, stampate in Italia sono nelle liste ISI tanza nel panorama delle scienze in nel Current Contents/Physical, Che- (Bollettino della Societa Geologica generale ed in quelle speleologiche in mical & Earth Sciences e, successiva- Italiana; Rivista Italiana di Paleonto- particolare. Vedremo come andrà a mente, avere l’inclusione nel Journal logia e Stratigrafia, Ofioliti, Bollet- finire… N

Speleologia5943 N Grotte turistiche Turisticamente sostenibili Note e riflessioni sugli adattamenti e la gestione delle grotte turistiche Giovanni Badino, Mauro Chiesi

adattamento turistico di tratti 2) I costi di mantenimento, d’ade- L’ anche modesti di grotte natu- guata promozione e di diversifica- rali ha sempre suscitato grande dif- zione dell’offerta turistica sono in fidenza nel mondo speleologico, che genere sottostimati a livello di pro- in genere lo vede come una goffa getto e quindi molti impianti sono intrusione industriale in ambienti stati abbandonati, mentre quelli at- delicati. tivi sono quasi tutti al limite della Gli adattamenti tradizionali erano soglia di economicità di impresa. effettivamente molto impattanti, 3) Il numero di grotte aperte al turi- ma proprio quelle esperienze hanno smo sotterraneo in Italia è già molto insegnato a realizzarne di molto più elevato, con aree di eccessiva con- intelligenti, come ben mostra il do- centrazione dell’offerta. cumento ISCA Standard riportato in 4) L’offerta culturale proposta ai box. visitatori è quasi sempre di morti- In modo analogo l’attività speleolo- ficante inadeguatezza, ancora legata gica di un tempo era ben poco atten- a schemi di fruizione turistica otto- ta ai danni che infliggeva alle grotte, centeschi, quindi con scarsissime ca- mentre ora è cresciuta moltissimo la pacità di attrazione nei confronti del sensibilità all’impatto degli speleolo- moderno potenziale turista. gi sulle grotte. Ci preme sottolineare che il danno Riteniamo sia utile che proprio dal dell’abbandono di una grotta tu- mondo speleologico arrivi una serie ristica è altissimo, perché a fronte di riflessioni sulla situazione genera- dell’impatto dell’adattamento ormai le degli adattamenti turistici e delle compiuto si ha perdita dell’investi- condizioni a cui devono sottostare mento d’avvio, dei posti di lavoro, per non danneggiare il bene che in- delle occasioni d’offerta culturale e tendono valorizzare. degli investimenti sulla protezione della grotta, che è destinata ad un Economicità degrado molto maggiore di quello degli adattamenti che si avrebbe avuto senza adatta- Iniziamo sviluppando alcune osser- mento o con impianto funzionante. vazioni preliminari riguardo la ra- Concludiamo quindi sottolineando gione stessa di questo tipo di impre- che è interesse di tutti che le opera- se, vale a dire la loro economicità. zioni di adattamento turistico siano 1) L’operazione di adattamento tu- realizzate con grande attenzione al ristico di una grotta ha costi di im- futuro successo economico, perché il pianto elevati e ritorno economico danno sul territorio (e sulla popola- incerto e di norma provoca modifi- zione!) di una grotta turistica abban- che importanti e irreversibili all’am- donata è molto maggiore di quello biente sotterraneo. di una grotta turistica in funzione.

44 Speleologia59 Vantaggi degli adattamenti preventiva, ante operam, della sen- Passiamo ad osservare i vantaggi che sibilità della grotta, b) una sua con- derivano dal rendere turistica una tinua monitorazione e c) uno studio grotta. della sua potenziale redditività. 1) L’adattamento turistico è spesso L’adattamento turistico di una grotta l’unico modo per proteggere efficace- è operazione complessa e infrequen- mente una grotta delicata in alterna- te, con un ritorno economico palese- tiva alla sua completa chiusura. mente incerto. 2) Le grotte turistiche rappresentano La normale pericolosa tendenza è un insostituibile momento d’incon- quella di realizzare adattamenti co- tro con il mondo sotterraneo per la piandoli dalle più celebri grotte tu- maggior parte della popolazione, ristiche, ma spesso questo comporta basti osservare che, secondo alcune enormi investimenti e costi di gestio- stime, nella sola Italia ci sono circa ne elevati che mai saranno compen- un milione e mezzo di visitatori al- sati dal flusso turistico. l’anno. Per questo si è registrato un gran 3) La protezione delle grotte turisti- numero di fallimenti economici e che dall’impatto dei visitatori, dun- aspettative occupazionali deluse, che que dal consumo e dal degrado del hanno causato l’abbandono dell’im- bene naturale oggetto di turismo, è pianto, la perdita dell’investimento e, stata sinora il maggior stimolo per gli di fatto, la perdita della grotta stessa. studi sulla vulnerabilità ambientale In realtà gli adattamenti turistici pos- delle grotte. sono essere realizzati in molte diverse 4) In certe zone gli introiti e le attivi- maniere e quindi essere remunerativi tà legate alle grotte turistiche posso- anche con basse affluenze. no essere decisive per la sopravviven- za delle comunità locali, e risultare L’adattamento e la successiva fruizione occasione di contrasto all’abbandono turistica non devono alterare irreversi- delle località montane. bilmente i parametri fisici, chimici e In linea di principio non siamo quin- biologici della grotta rispetto a quelli di contrari all’adattamento turistico e riscontrabili nella situazione naturale didattico di talune grotte, ma ritenia- precedente all’adattamento. mo che le esperienze passate abbiano Questo implica una preliminare fase suggerito dei criteri guida di qualità, di studio della grotta, in modo da basati su cautela e prevenzione, a cui caratterizzarne la variabilità climati- devono sottostare tutti gli adattamen- ca (analisi di temperature e correnti ti turistici nel mondo sotterraneo. d’aria per almeno un anno), le carat- teristiche chimiche (soprattutto con- Condizioni di qualità centrazione di anidride carbonica, La scelta delle tipologie d’adattamento Radon, chimismo delle acque circo- deve essere orientata verso caratteristi- lanti e percolanti ecc.) e biologiche che specificamente correlate alle condi- (determinazione della popolazione zioni ambientali e territoriali proprie biologica). della grotta, all’intensità dell’utilizzo Purtroppo lo sviluppo delle cono- ipotizzabile e alla redditività attesa scenze è ancora insufficiente per de- dall’operazione. finire gli aspetti microbiologici, ma è Questo implica: a) una valutazione raccomandato di non utilizzare nel- l’adattamento nessun tipo di mate- riale deperibile o d’origine biologica, in particolare il legno, e di limitare Foto sopra: esempio di importante infrastruttura in una famosa grotta fortemente l’introduzione di spore turistica italiana la Grotta di Su Mannau in attraverso i visitatori. Sardegna (Foto G. Badino) La non alterazione dei parametri ambientali richiede in particolare: a) Foto a fianco: ingresso superiore della Grotta di San Giovanni Domusnovas, la messa in opera di porte multiple Sardegna (Foto G. Badino) nel caso dell’ampliamento o costru-

Speleologia5945 N Grotte turistiche

zione di nuove entrate per limitare le modifiche alla circolazione dell’aria, b) la messa in opera di percorsi di accesso attrezzati alla “pulizia” dei visitatori dal pulviscolo e da materia- le trasportato con le calzature, c) la riduzione al minimo indispensabile dell’illuminazione collettiva di tipo fisso, d) la scelta accurata del tipo di luci per contenere il rilascio di calore nell’ambiente e contrastare le infesta- zioni vegetali, e) il rispetto del nume- ro massimo di visitatori ammissibile nell’unità di tempo, f) la monitora- zione in continuo dei parametri cli- matici e biochimici della grotta.

Le opere di adattamento non devono bene. Una grotta nasce dall’interazio- Ingresso della Grotta del Fico (Sardegna) compromettere irreversibilmente l’am- ne del sottosuolo con l’esterno, che con passarella di accesso (Foto G. Badino) biente sotterraneo e il paesaggio esterno avviene secondo meccanismi che ci con opere infrastrutturali distruttive o sono ancora poco noti: essa è a tutti troppo impattanti. gli effetti la prosecuzione sotterranea presentazione del paesaggio esterno, Questa condizione non è puramente delle superfici esterne. dall’altra invita ad un’estrema cautela di fruizione paesaggistica, ma è pro- Questo da una parte suggerisce di nel realizzare opere (impermeabilizza- prio finalizzata alla conservazione del iniziare la visita della grotta da una zioni e sbancamenti) che potrebbero

GLI STANDARD DELL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DELLE GROTTE TURISTICHE (ISCA)

Il documento che segue è stato approvato dall’Assemblea una distanza adeguata da qualsiasi parte della grotta in del V° Congresso Internazionale (Bermuda, 2006) dell’as- modo da evitare sia lo sviluppo della “lampenflora” sia sociazione internazionale che riunisce le principali grotte qualsiasi danno alle concrezioni o a pitture rupestri; tali turistiche del mondo (International Show Associa- lampade dovrebbero essere accese possibilmente soltanto tion), ed è stato adottato come documento di lavoro per quando servono per i visitatori. la definizione degli “ISCA Standards”. • Qualsiasi nuovo accesso alla grotta deve essere dotato di un sistema efficiente (porte, ecc.) per evitare qualsiasi Standards ISCA cambiamento della circolazione dell’aria. • Prima di procedere allo sviluppo di una grotta in grotta • Dovrebbe essere installata una rete di monitoraggio del turistica, deve essere fatto un bilancio accurato dei costi e clima sotterraneo (temperatura, umidità, anidride carboni- dei benefici tenendo conto di tutti i fattori importanti. ca e, se necessario, radon). Dovrebbe essere monitorato • Successivamente si deve procedere alla misura della anche il flusso d’aria (entrante o uscente). distribuzione dei parametri climatici, possibilmente per la • Non dovrebbe mai essere superata la capacità ricettiva durata di un anno, mediante una rete di monitoraggio. per i visitatori (definita come il massimo numero di visi- • Qualsiasi struttura all’interno della grotta deve essere tatori in una unità di tempo sotto condizioni tali che non realizzata in modo da ridurre al minimo l’influenza sull’am- implichino una variazione permanente di un parametro biente. importante). Percorsi rotatori, invece di quelli ad andata e • Per la realizzazione delle strutture all’interno della ritorno, possono ridurre il tempo di permanenza in grotta grotta, si devono preferire materiali come il cemento, l’ac- dei visitatori. Questi circuiti rotatori devono rispettare gli ciaio inossidabile e le materie plastiche. In particolare si stessi principi prima indicati. devono evitare materiali organici come il legno e metalli • Al fine di valutare sia i risultati della rete di monitorag- diversi. gio che lo sviluppo di successive ricerche, il gestore di • L’impianto elettrico deve consistere in una rete di sicu- una grotta turistica dovrebbe istituire una commissione rezza (con un gruppo di continuità) ed in lampade per scientifica composta da esperti di ambienti sotterranei. l’illuminazione di oggetti specifici. • Le guide speleologiche dovrebbero essere adeguata- • Le lampade dovrebbero avere uno spettro di emissione mente istruite per informare il pubblico in modo corretto con il contributo più basso possibile in corrispondenza sugli aspetti dell’ambiente sotterraneo. Dovrebbero essere dei picchi di assorbimento della clorofilla (intorno a 440 fornite anche informazioni su altre grotte turistiche e sulle e 650 nm). Tali lampade dovrebbero essere installate ad ricerche in grotta.

46 Speleologia59 modificare l’equilibrio interno-ester- no. E’ capitato che le opere d’adat- tamento, a volte apparentemente mi- nori, abbiano perturbato l’equilibrio della cavità, compromettendone in modo irreversibile l’attrattività turi- stica.

L’offerta culturale deve comprendere una corretta opera d’informazione e d’educazione ambientale da parte di guide professionali e, all’esterno, la pos- sibilità di acquisire materiale di appro- fondimento. La divulgazione delle misure di pre- venzione messe in atto per proteggere la grotta ed il territorio in cui si è po- tuta sviluppare (materiali utilizzati, stione in modo da informare di corsi, Passarelle in legno in avanzato stato misure contro le infestazioni vegetali, pubblicazioni e quant’altro. di deterioramento alla Grotta dei il riscaldamento e la dispersione del- Cervi, Abruzzo. L’impiego di materiali di origine biologica come il legno le polveri, monitorazioni ambientali La gestione deve puntare alla conser- altera significativamente l’equilbrio e così via) fanno parte integrante di vazione del bene naturale, con una microbiologico all’interno della grotta un’offerta turistica ad una popolazio- monitorazione continua dell’ambien- (Foto C. Iacovone) ne in cui è molto cresciuta la sensibi- te sotterraneo e con la costituzione di lità alle tematiche ambientali. comitati scientifici che siano in grado Le organizzazioni speleologiche po- di controllare la situazione e introdur- investimento a lungo termine capa- tranno mettere a disposizione ma- re migliorie a seguito di progressi nella ce di conservare il bene valorizzato. teriale didattico e, in caso, docenti; ricerca. I dati delle misure ambientali Si ottiene però una ricaduta anche inoltre esse potranno tenersi in re- devono essere divulgati. sull’immediato a causa della fortu- golare contatto con le società di ge- La complessità delle grotte e la gran- natamente crescente sensibilità della de variabilità delle loro caratteristi- popolazione alle tematiche di prote- che fisiche, insieme all’inadeguatez- zione dell’ambiente, che suggerisce Grotta di Toirano, Liguria. Il pavimento za delle conoscenze attuali, fa sì che di puntare molto sull’immagine di concrezionato della grotta è stato profondamente intagliato per consentire un le esperienze fatte in una non siano un adattamento attento alla fragilità passaggio più agevole (Foto M. Chiesi) direttamente esportabili nell’altra. della grotta, alla minimizzazione del- Per questo occorre non solo che l’impatto e allo studio di sempre più ogni grotta turistica si doti di un adeguate forme di protezione. Comitato Scientifico, ma anche che i suoi componenti siano di livello e La gestione deve curare un’adeguata aggiornamento adeguato nei campi promozione della grotta nel bacino tu- di competenza. Allo stesso modo, la ristico cui afferisce. rete di monitorazione deve essere di Quest’ultima condizione è legata alla tipo e accuratezza adatta alla grotta prima, è l’altra faccia della medaglia: in oggetto. i fallimenti degli adattamenti turisti- ci sono stati causati o da scelte errate La gestione deve reinvestire una parte nel tipo di adattamento (impianti degli utili in ricerche di supporto alla troppo costosi) o da scarsa promo- fruizione turistica della grotta e del- zione turistica. l’ambiente in cui è inserita, in opere di Il successo economico di un adatta- salvaguardia ambientale e nella divul- mento turistico è invece la migliore gazione degli interventi di protezione. garanzia perché la grotta rimanga Gli studi sulla sensibilità dei com- protetta. In questo senso le associa- plessi sotterranei sono ancora inade- zioni speleologiche possono essere guati e le spese per approfondire la di supporto, con l’inserimento delle conoscenza della grotta adattata sono grotte turistiche nei circuiti di didat- da considerare, a tutti gli effetti, un tica della speleologia nelle scuole. N

Speleologia5947 N Atacama

Grotte in sale cileno Le grotte di salgemma e i fenomeni carsici nel Deserto di Atacama

Jo De Waele, Paolo Forti Istituto Italiano di Speleologia

La Cordillera de la Sal vicino a San Pedro de Atacama e posizione delle grotte

48 Speleologia59 e grotte in salgemma non sono Lmolto comuni nel mondo perché il cloruro di sodio è estremamente solubile (circa 350 g/litro, oltre 4 ordini di grandezza più del calcare) e quindi, non appena formazioni di questo sale vengono esposte agli agenti meteorici, la loro dissoluzione superficiale è talmente elevata da far sì che tutto l’affioramento scompaia in poche decine o centinaia di anni. Per questo le grotte in sale sono con- centrate in aree estremamente aride, Uno dei numerosi geyser del Tatio, ad oltre con precipitazioni scarse o pratica- 4000 metri di quota mente assenti. In apertura: visione generale verso Sud Ovest della piega anticlinale della Cordillera Dal Mar Morto alle Ande de la Sal Sino ad oggi l’area carsica in sale più conosciuta e studiata al mondo era certamente quella di Monte Sedom che spedizioni che si sono succedute sulle sponde del Mar Morto in Israe- sino ad oggi hanno appena iniziato le, area in cui, negli anni ‘80 furono un lavoro che, per dirsi completo, effettuate spedizioni soprattutto ita- necessiterà sicuramente di molti anni liane (Gruppo Grotte Milano, 1985). se non decenni di esplorazioni siste- Ma grotte in sale sono segnalate in matiche (basti pensare che finora sol- Spagna, Romania, Iran, Russia, Cina tanto il 10% dell’affioramento salino e anche in Cile. è stato parzialmente esplorato, men- Quest’ultimo paese ospita l’area che tre la parte meridionale della Cordil- sembra attualmente essere la più pro- lera de la Sal, la più estesa, non è stata mettente per intraprendere ricerche nemmeno sfiorata, vista la presenza speleologiche nel sale: la Cordillera di mine antiuomo). de la Sal nel Deserto di Atacama, Il Deserto di Atacama è uno dei luo- nel Cile settentrionale ai piedi delle ghi più aridi del mondo con preci- Ande, non lontano dal confine con pitazioni medie stimate meno di 20 Argentina e Bolivia. Anche se la noti- mm/anno e assenza totale di fenome- zia dell’esistenza di grotte in sale risa- ni per vari anni consecutivi. le ad alcuni decenni fa, le prime pro- Quasi al centro di quest’area si trova spezioni sistematiche sono iniziate il villaggio di San Pedro di Atacama, solo da pochissimi anni, a cominciare un paese di piccole dimensioni ma di da quelle di alcuni ricercatori francesi importanza turistica strategica. Da (Maire & Salomon, 1994; Salomon, qui infatti partono tutte le escursio- 1995; Sesiano, 2006), seguiti da spe- ni per le brulle distese del Salar de leologi della Commissione Grotte Atacama, un grande lago salato quasi Eugenio Boegan (Padovan, 2003, asciutto che ospita straordinarie po- Deserto Bressan 2008)), per continuare con polazioni di uccelli acquatici, il cam- di Atacama un gruppo americano (Fryer, 2005) po dei Geyser del Tatio alla rispetta- e culminare quest’anno nelle spe- bile altezza di 4000 metri, circondato CILE dizioni effettuate nell’ambito di un da una corona di vulcani ancora atti- Progetto Strategico coordinato dal vi con vette che raggiungono i 5800 Dipartimento di Scienze della Terra e metri. Geologico-Ambientali dell’Universi- ARGENTINA tà di Bologna (Forti, 2008). I risultati La Cordillera de la Sal non si sono fatti attendere: decine di A Nord del Salar di Atacama, pochi grotte esplorate e qualche chilometro chilometri a W di San Pedro, si tro- di gallerie rilevate. L’area degli affio- va una piega anticlinale che prende il ramenti salini è molto grande e le po- nome di Cordillera de la Sal, costi-

Speleologia5949 N Atacama

tuita da una successione Oligo-mio- cenica di marne, gesso e salgemma, quest’ultimo presente essenzialmente in due grandi banconate, ognuna di oltre 100 metri di spessore. Il salgemma affiora nelle zone più elevate della Cordillera, dando luo- go ad un altopiano molto irregolare costellato di creste e depressioni e so- prattutto inciso da imponenti canyon (quebradas) che possono raggiungere anche oltre 100 metri di profondità. Anche se, come detto, le piogge sono estremamente scarse, hanno avuto modo di sciogliere in maniera note- vole tutto l’affioramento salino: que- sto processo da un lato ha portato Oltre ai karren sono comunissime Vulcani attivi visti dalla Laguna Discanti, a all’accumulo, al di sopra del sale, di le doline di dissoluzione, spesso di sinistra il famoso Licancabur uno strato anche abbastanza spesso piccole dimensioni, 5-10 metri di di sedimenti insolubili, essenzial- diametro e altrettanti di profondità, piccole “valli cieche” che si sviluppa- mente costituiti da marne e argille, la cui densità è a volte davvero stupe- no nelle zone meno acclivi dell’affio- e dall’altro ha indotto nel salgemma facente, potendo raggiungere e supe- ramento, dove lo strato di materiale l’evoluzione di forme di dissoluzione rare 400 doline/Km2. residuale può aver formato uno spes- esasperate. In alcune aree, in cui le grotte si svi- sore anche di alcuni metri di materia- Si tratta in generale di taglienti guglie luppano non troppo lontano dalla le insolubile. In ogni caso lo sviluppo incise da profondi karren, pratica- superficie esterna, i processi di disso- di queste valli è molto breve poiché, mente ubiquitarie che si sviluppano luzione ipogea fanno sì che la volta non appena il rivolo d’acqua incon- su tutto l’altopiano e anche lungo i della grotta collassi dando luogo ad tra il sale, inizia immediatamente il ripidi fianchi delle quebradas. una serie di doline di crollo, di solito suo percorso sotterraneo generando allineate lungo il disturbo tettonico una grotta. (frattura) che ha favorito l’evoluzione Infine, in una zona limitata della Cor- Un visione aerea della Cordillera de la Sal, con sale in affioramento (a destra), marne della grotta. dillera de la Sal, sono state osservate e depositi eolici. Si possono osservare anche alcune curiosissime microforme centime- triche di sale molto simili ad alcuni peculiari speleotemi (rims e blisters) che si sviluppano all’interno di molte grotte, ma sino ad oggi mai rinvenute all’esterno. Queste forme debbono la loro genesi al particolarissimo clima, soprattutto alla elevata escursione termica giornaliera che permette che si attivino processi di condensazione/ risalita capillare/evaporazione.

Le grotte di Atacama Le cavità presenti nella Cordillera de la Sal sono scavate in salgemma puro e alcune raggiungono dimen- sioni notevoli (oltre un chilometro di sviluppo con gallerie di 6-8 metri di diametro e altezze di molto superiori ai 10 metri). Una caratteristica che colpisce subito è il fatto che spesso la grotta è stata “scoperchiata” dalla rapida erosione superficiale e quindi, per tratti più o meno brevi, si cam-

50 Speleologia59 mina all’interno di un canyon. Quasi dissolutiva-erosiva delle acque. tutte le cavità principali sono trafori I meandri si sviluppano a scalini, le idrogeologici: si tratta di grotte di cui altezze possono variare da po- attraversamento con un ingresso a chi centimetri a oltre mezzo metro: monte e uno a valle. ognuno è la testimonianza di un sin- Le morfologie più caratteristiche golo evento di piena. Considerate le sono rappresentate da grandi pozzi ampiezze di alcuni meandri se ne ri- cascata e meandri. I primi sono degli cava che in qualche grotta le portate stretti fusoidi che possono raggiunge- di piena superano abbondantemente re i 20-30 metri di profondità, con il metro cubo al secondo… Alla fac- pareti scanalate dalla dissoluzione a cia delle scarse precipitazioni medie! rivoli: rappresentano il collegamento diretto tra i piccoli punti di assor- I depositi fisici bimento sulla superficie e la galleria Passando a considerare i depositi principale ove sporadicamente scorre all’interno delle grotte si nota subi- il fiume sotterraneo. to come tutte le pareti siano gene- Bellissimi i meandri, che raggiun- ralmente ricoperte da uno strato di gono altezze anche di 6-8 metri e vari millimetri di polvere finissima, presentano la caratteristica di avere sedimento eolico dovuto al forte l’asse non verticale, ma notevolmen- vento che caratterizza tutto il deser- Cueva Lechuza: caratteristico meandro te inclinato, fino a 30-35°. Questo to di Atacama. Sul pavimento il se- in sale fenomeno deriva dal fatto che l’ele- vata solubilità del salgemma e la sua scarsa tenacità fanno sì che durante le rare piene il flusso idrico incida pro- fondamente il lato esterno del mean- dro. A ciò si aggiunga che il letto è normalmente ricoperto da sedimenti insoluti cementati che impediscono di sviluppare verso il basso l’azione

Cueva Lechuza: un grande tratto in cui il soffitto è stato completamente asportato

Speleologia5951 N Atacama

dimento fine e finissimo è scarso, e comunque sempre e solo superficiale, segno evidente che all’inizio di ogni piena viene completamente spazzato via. I pavimenti invece sono spesso ricoperti da un letto di 2 o 3 cm di piccoli clasti, poco classati, dimostra- zione della sedimentazione in massa alla fine di un evento di piena. In al- cuni casi favorevoli, la sedimentazio- ne fluviale permette che si formino lenti di sabbie anche grossolane fino 2 al mezzo metro di spessore. Solo la Grotta alta di Chulacao, ca- vità fossile che si apre ad un livello di circa 30 metri rispetto al fondo 1 attuale della valle, è risultata quasi completamente riempita di sedimen- (halite) purissima. E’ noto che lo svi- ti fluviali grossolani, nel cui interno luppo dei depositi secondari di sale sono stati rinvenuti alcuni boli di può essere causato da due differenti gufo fossili, perfettamente conservati meccanismi: l’evaporazione e la de- dal cemento salino. La grotta è evi- posizione da spray e/o aerosols; dato dentemente un relitto di un periodo il clima dell’area, l’evaporazione è di più antico, quando il Rio San Pedro, gran lunga il processo dominante che scorre ora a qualche chilometro nelle grotte di Atacama e conseguen- 3 di distanza, ancora incideva il diapi- temente la grande maggioranza degli 1. Cannula ricoperta da un batuffolo di ro salino. La datazione delle ossa di speleotemi deve la sua genesi e svi- filamenti monocristalli di salgemma micro mammiferi presenti all’interno luppo a questo meccanismo. 2. Stalattiti monocristalline complesse dei boli stessi permetterà in un pros- In molti casi si tratta di stalattiti o 3. Grotta miniera di Chulacao: cristalli simo futuro di datare con esattezza crostoni parietali abbastanza comuni euedrali di atacamite su aragonite questo evento. e già descritti in bibliografia, ma in alcuni casi sono presenti speleotemi (note in bibliografia con il nome in- I depositi chimici poco comuni ed addirittura esclu- glese di “Cotton balls” letteralmen- Come logica conseguenza del clima sivi di queste grotte. In particolare te “cotone idrofilo”) che si trovano estremamente arido le cavità di Ata- sono di grande interesse morfologico all’interno della grotta Lechuza e cama, in generale, non sono ricche quelli della Grotta Lechuza e Zorro devono la loro genesi alla presenza di concrezioni e mineralizzazioni Andina. nell’atmosfera di grotta, nei rari pe- secondarie e la quasi totalità dei de- Tra questi meritano di essere ricor- riodi umidi, di spray e/o aerosol. Le positi chimici è costituita da NaCl date alcune eccentriche delicatissime fibre monocristalline di sale si accre- scono per accumulo sul loro apice Tab 1 – Elenco delle grotte finora rilevate nella Cordillera de la Sal (da Padovan 2003 e Fryer 2005) delle piccolissime particelle disperse nell’atmosfera e quindi divagano in Grotta Lunghezza (m) Profondità (m) maniera caotica. Chulacao 1026 37 Gli speleotemi più belli si trovano al- Paisaje del sal 662 23 l’interno della grotta Zorro Andina, Lechuza de Campanario 579 24 che si raggiunge solo con una cam- Paredes de vidirios 550 12 minata di un’ora e mezzo salendo e Palacio de sal 393 17 scendendo da guglie acuminate di Zorro andina 325 17 sale. Al suo interno, oltre a grandi Cavernas de Quitor 87 26 formazioni di sale e alcune eccentri- che molto belle, nella zona più lonta- Meandro alta valle Chulacao 50 1 na dagli ingressi si possono osservare Grotta del meteorite 20 40 particolarissime stalattiti macrocri- Meandro II a Est di Quebrada Honda 35 1 stalline, del tutto prive del canalicolo Ansa coperta di Quebrada Honda 20 0 centrale di alimentazione e costitui- Condotta destra di Quebrada Honda 15 0 te da una serie di cubi di salgemma

52 Speleologia59 che divagano nello spazio a seconda che si apre vicino ad un’antica minie- zazioni presenti in queste grotte è di quale faccia dia luogo al successi- ra di rame, si trovano alcune piccole abbastanza logica dato che qui, a dif- vo cubo, originando spesso stalattiti belle cristallizzazioni di Atacamite di ferenza di aree come Monte Sedom inclinate e non verticali. Si tratta di colore verde smeraldo intenso: è un per esempio, il salgemma è purissi- speleotemi assolutamente mai osser- raro minerale di rame dalla formula mo e le acque di percolazione sono vati e descritti finora e presenti solo Cu2Cl(OH)3 che, sino ad oggi, era povere di altri ioni per il fatto che la in questa grotta di Atacama. stato osservato solo in altre due grot- scarsa e breve circolazione idrica si Molto spesso, in queste stalattiti, i te al mondo. svolge praticamente tutta all’interno cubi di salgemma non sono perfetti, L’atacamite si trova pressochè sempre del duomo salino, senza possibilità di euedrali, ma si presentano con tra- all’interno di piccole vene di aragoni- contatto con altre formazioni roccio- mogge esasperate, tanto da far evol- te, suggerendo quindi che la genesi di se. vere grandi lamine bidimensionali queste due mineralizzazioni sia stata nei luoghi in cui la corrente d’aria è indotta, come del resto quella dei Atacama: non solo grotte più forte. limitrofi giacimenti di rame, dalla L’area di Atacama non riserva gran- La genesi di queste particolari stalat- circolazione di acque di media bassa di sorprese e soddisfazioni solo agli titi è dovuta al fatto che l’acqua che termalità, a loro volta correlate all’in- speleologi. Molte sono le peculiarità le genera non subisce l’influsso della tensa attività vulcanica che ha carat- dell’area: a parte i famosi geyser del gravità, ma si muove per capillarità terizzato e caratterizza ancora la zona Tatio, di cui abbiamo accennato al- sulla superficie dello speleotema ver- circostante San Pedro de Atacama. l’inizio, vi sono anche altri motivi so i punti di massima evaporazione. Se si prescinde dall’atacamite e dal- per decidere di visitare questa remota Nel caso poi che la quantità d’acqua l’aragonite, gli unici altri minerali area cilena. di alimentazione sia molto elevata, secondari di grotta osservati nelle Tra questi vogliamo ricordare un’area allora si formano vere e proprie gocce cavità di Atacama sono la bifosfam- archeologica dove, all’interno di d’acqua che, risentendo della gravità, mite ((NH4,K)H2PO4) e la urici- grandi tafoni o sulle pareti lisce del- portano all’evoluzione di stalattiti te (C5H4N4O3), composti organici le ignimbriti, si trovano spettacolari accessorie al di sotto di ciascun cubo scoperti all’interno di alcune piccole graffiti di uomini, sciamani e una che costituisce la concrezione origi- concrezioni parietali di colore rosa, naria da capillarità. costituite dalle deiezioni di uccelli Le concrezioni di salgemma non (essenzialmente rapaci) che nidifica- sono gli unici speleotemi peculiari di no nell’ingresso della Grotta Lechu- Atacama. Nella Grotta di Chulacao, za. La relativa scarsità di mineraliz-

GROTTE E ARCHEOLOGIA Le grotte di Atacama presentano anche altri interessi che Inca estendesse spesso travalicano quelli morfologico-genetici e/o minera- la sua domina- logici. Infatti molte di queste cavità sono ricche di evidenze zione su queste di frequentazione umana in tempi antichi o molto antichi. aree. Molte del- Già molto prima della dominazione Inca, infatti, le grotte le cavità naturali di Atacama erano frequentate dagli abitanti del luogo della Cordillera per scopi differenti, innanzitutto come ambienti sacri ove de la Sal, e inumare i morti. in particolare Alcune delle mummie meglio conservate del Cile, infatti, quelle ricche provengono proprio da sepolture all’interno di queste di concrezioni cavità, dove l’atmosfera particolarmente secca assieme alla purissime di presenza del sale ne hanno permesso una conservazione salgemma, sono ottimale. In una delle grotte da noi esplorate, poi, abbia- state trasformate mo trovato, appesi alle pareti polverose, diversi splendidi in vere e proprie miniere per l’estrazione di questo minera- pendenti, tutti uguali, costituiti da tre fili di pietre azzurre, le, come testimoniano, in alcune di esse, decine di focolari grezze, legate tra loro con una sottile treccia ottenuta da e anche i chiari segni di zappa (?) lasciati sulle pareti lana di vigogna o lama. per staccare frammenti di speleotemi, di cui molti ancora Si tratta certamente di un’offerta votiva di cui però non presenti a terra. In questa grotta abbiamo fatto anche la abbiamo per il momento alcuna spiegazione. Quello che scoperta forse più emozionante: all’interno di una piccola invece sappiamo grazie alla datazione con il 14C è che frattura vicino all’ingresso un accendino neolitico sembrava almeno una di queste collane è stata posta all’interno della attendere il suo padrone da poche ore, mentre invece è lì cavità oltre 1200 anni fa, quindi ben prima che l’impero probabilmente da molte centinaia se non migliaia di anni…

Speleologia5953 N Atacama

grande varietà di animali, in parte oggi estinti. Non lontano da quest’area, dopo un percorso di alcuni chilometri su uno sterrato piuttosto sconnesso, si rag- giunge un posto magico: la caldera di un vecchio vulcano esploso, con incredibili guglie e avvallamenti che esibiscono una gamma di colori che va dal verde al rosso, dall’azzurro al bianco. Nelle immediate vicinanze di San Pe- dro poi, lungo la valle dell’omonimo rio, è possibile visitare un villaggio inca praticamente intatto (Quitor) e, appoggiata sopra un grande terrazzo fluviale, una piccola chiesa risalente ai tempi coloniali. Verso Sud, inve- ce, si raggiunge la notissima Valle de la Luna, meta di centinaia di turisti cettabile (a parte il vino, un po’ caro Dentro la caldera del vulcano esploso al giorno, dove si possono ammirare ma ottimo) non si capisce perché paesaggi lunari, spettacolari soprat- San Pedro di Atacama non sia ancora colleghi della Commissione Grotte tutto al tramonto. straripante di speleologi italiani. Eugenio Boegan ed in particolare Ricordiamo infine che l’area di Ata- Elio Padovan per le utili notizie e cama è caratterizzata da una parti- Ringraziamenti per l’appoggio fornito sul terreno colarissima fauna e flora, che varia Questo lavoro è stato effettuato nel- nel corso della prima spedizione. Si moltissimo man mano che si sale di l’ambito di un Progetto Strategico ringrazia anche Kevin Downey per quota. Se si considera che il cibo è del Dipartimento di Scienze della la disponibilità e le informazioni buonissimo e il costo della vita per Terra e Geologico Ambientali di Bo- sulle esplorazioni compiute da lui e noi occidentali è assolutamente ac- logna, cui hanno partecipato, per la i suoi colleghi americani. La datazio- parte speleologica, oltre agli scriven- ne al radiocarbonio è stata effettuata Quattro oggetti spinosi, tra cui due ti, Franco Cucchi, Vincenzo Picotti da George Brook dell’Università di Echinopsis atacamensis e Luca Zini. Si ringraziano tutti i Georgia (USA). N

Bibliografia Bressan G. (2008): “Speleologia nella Cordillera de la Sal, Cile”. Speleologia Veneta, 16, p. 91-108. De Waele J., Forti P. (2008): “Salt rims and blisters: curious and ephemeral formations in the Atacama desert (Chile)”. Zeitschrift für Geomorphologie, Borntraeger, Berlino, in stampa. De Waele J., Picotti V., Zini L., Cucchi F., Forti P., Galli E., Rossi A. (2009): “Karst phenomena in the Cordillera de la Sal (Atacama, Chile)”. Geoacta, Bologna, in stampa. Forti P. 2008 “Le Grotte della Cordillera de la Sal (Atacama, Cile)”. Sottoterra, 126, p. 44-50 Fryer S. (2005): “Halite caves of the Atacama”. NSS News, November 2005, p. 4-19. Gruppo Grotte Milano SEM-CAI: “Monte Sedom”. SSI Commissione Grandi spedizioni, 138 pp. Hill C.A., Forti P. (1997): “CaveCave minerals of the world”. National Speleological Society, Huntsville, 464 pp. Maire R., Salomon J.-N. (1994): “LesLes grottes du sel et du gypse dans le désert d’Ataca- ma (Chili)”.”. In: Spéléo-Club de Paris (ed.), Quatrième Rencontre d’Octobre, Pau (France), 1-2 Octobre 1994, p.86-89. Padovan E. (2003): “Il sistema carsico della Cordillera de la Sal nel deserto di Ataca- ma”. Progressione 48, p.37-49. Salomon J.-N. (1995): “Le Chili. Pays des extrèmes”. Karstologia 24, p.52-56. Sesiano J. (2006) “EvolutionEvolution actuelle des phénomènes karstiques dans la Cordillera de la Sal (Atacama, Nord Chili)”.”.. Karstologia 47, p.49-54.

54 Speleologia59 Verso il fondo

Tecniche e sicurezza Notizie italiane - estere Spulciando in biblioteca Recensioni Vi sia lieve la terra Summary Tecniche e sicurezza Ipotesi Ipogee Il potenziale esplorativo residuo della regione Lazio Da uno studio regionale a un possibile metodo per individuare aree di ricerca

Guido Baroncini Turricchia - Circolo Speleologico Romano

l Circolo Speleologico Romano opera nel Lazio da oltre cooperanti, talvolta in stretta correlazione fra loro e che, Iun secolo. In questi primi cento anni di attività i diversi in linea di massima, si possono suddividere in due cate- gruppi speleologici hanno collaborato per creare un ca- gorie basilari: fattori di origine umana; fattori di origine tasto unico che conta i dati posizionali di 1381 cavità, naturale. schedate nel periodo 1904-2004. La distribuzione di tutte le grotte esistenti nel Lazio dipende Ho pensato che questo patrimonio potesse essere utiliz- ovviamente solo dai secondi; mentre la distribuzione di zato in maniera “estensiva” e cioè per effettuare qualche quelle finora conosciute è stata influenzata da entrambi. valutazione e considerazione sull’andamento delle attività Senza la pretesa di indagare simultaneamente tutte le va- speleologiche nella regione. Poi, ampliando il “raggio di riabili e quindi di esaurire il campo di ricerca, in questo azione” di questa raccolta di dati, ho cercato di ricavarne modello privilegiamo alcuni fattori di origine umana. anche una stima della quantità minima di cavità ancora Per l’analisi geostatistica dell’area di studio sono stati utiliz- da scoprire nel Lazio, producendo una mappa probabili- zati come dati in ingresso 5 “strati” (layer): la rete stradale, stica che sia di aiuto per identificare e circoscrivere le aree il Catasto delle grotte del Lazio aggiornato al 2004, la più interessanti per le future esplorazioni. litologia del Lazio, il DEM (Digital Elevation Model – Mo- Senza avere assolutamente la pretesa di risolvere una que- stione di per sé irrisolvibile (dove trovare le grotte inesplo- rate?) e nella consapevolezza che esistono altre variabili da considerare e analizzare su diversa scala, penso che lo studio svolto a livello laziale possa essere utilizzato an- che da altri come metodo di ricerca e strumento di lavoro; senza mai dimenticare l’influenza dell’imprevedibile fatto- re “caso” e dell’imprescindibile fattore “umano”.

Osservando anche rapidamente la distribuzione geogra- fica delle grotte finora scoperte nel Lazio, risulta subito evidente che, mentre alcune aree presentano un’alta den- sità di ingressi, altre ne sono completamente prive, altre ancora hanno valori intermedi. Dovendo pianificare una ricerca, qualcuno potrebbe ri- tenere opportuno concentrare gli sforzi su un’area di bassa densità, che appare meno esplorata; altri, invece, basandosi sul principio di autocorrelazione spaziale, pre- ferirebbero concentrarsi sulle zone dove l’alta densità dei precedenti ritrovamenti farebbe presagire il buon successo di nuove ricerche. Entrambi i punti di vista hanno una loro validità: il primo si basa sull’ipotesi che gli ingressi ab- biano una distribuzione uniforme; il secondo, invece, che siano distribuiti a grappoli. A questo punto è utile domandarsi quali fattori abbiano influenzato l’attuale distribuzione delle grotte a catasto. Grafico e Tabella 1: Distribuzione degli ingressi a catasto in Lo stato attuale è il risultato della somma di diversi fattori funzione della distanza da Roma a parità di superficie calcarea

56 Speleologia59 Distanza da Roma La stragrande maggioranza delle grotte a catasto sono state scoperte da gruppi romani: non è quindi sbagliato, in prima approssimazione, assumere la capitale come ori- gine delle spedizioni che hanno portato, in questi anni, alla scoperta degli ingressi considerati. Per studiare la di- stribuzione della densità di grotte in relazione alla distan- za dalla capitale sono state tracciate aree concentriche che contenessero approssimativamente la stessa superficie calcarea (figura a fianco). Lavorando su scala regionale, bisogna tener presente che altri fattori contribuiscono alla distribuzione delle grotte; quindi, per ridurre il “rumore” che queste diverse componenti provocano sulla relazione studiata, si è deciso di adottare un basso numero di classi, suddividendo la regione in 3 aree. Nel grafico 1 e in tabella 1 (pagina a lato) sono presentati i risultati di que- sta classificazione. Nel grafico 1 il trend decrescente è evidente e, perciò, questa informazione può essere incor- porata nel modello probabilistico che si vuole sviluppare. Fra i 50 e i 120 km dalla capitale

equazione[1] Y= 3,6*e-0,0314X Figura 1: Suddivisione del Lazio in tre aree concentriche attorno alla capitale contenenti comparabili quantità di superfici calcaree è la funzione che meglio approssima questa tendenza (R2 = 0,98), dove Y è la densità in grotte/km2 e X è la distanza in km da Roma. dello digitale di elevazione del terreno) 20x20 metri e la posizione di Roma. La rete e la litologia sono stati oppor- Distanza dalla rete stradale tunamente ridimensionati e semplificati per ridurre i tempi La rete stradale del Lazio è così capillare che sono ormai di calcolo. poche le aree alle quali non ci si possa avvicinare su stra- Per individuare grotte di posizionamento incerto, che è ne- da asfaltata; la grotta con maggiore distanza dalla rete, cessario scartare dall’indagine, sono stati incrociati i dati infatti, si trova ad appena 3 km. Nondimeno, anche su di quota riportati a catasto con il DEM. Una discrepanza questa scala, la distribuzione delle grotte catastate non maggiore di 100 metri fra DEM e dati di catasto mette in risulta uniforme. In questo caso, si è suddivisa la super- forte dubbio l’attendibilità di questi ultimi e, quindi, la loro ficie calcarea in 6 aree di riferimento (buffer zone, fig.2 effettiva rispondenza con il reale posizionamento di una pag seguente) create a partire dalla rete stradale, anche data grotta. Con questa selezione, si è passati da 1381 in questo caso considerando superfici calcaree all’incirca a 1306 cavità. equivalenti. Come mostrano il grafico 2 e la tabella 2 Avendo poi notato che il 70% si trova in aree litologica- (pag. seguente), si riscontra un’alta densità di ingressi ca- mente definite come calcari micritici, detritici e calcareniti tastati in prossimità della rete stradale (fra 0 e 200 metri); si sono scelti solo gli ingressi relativi a questo gruppo, poi- allontanandosi dalle strade, la densità decresce veloce- ché il numero di quelli appartenenti ad altre litologie non mente, fino a stabilizzarsi su valori costanti di circa 0,2 ha una consistenza tale da permettere operazioni geosta- grotte/km2. Se la prima analisi poteva suscitare qualche tistiche significative. 904 è il numero di ingressi estratto dubbio a causa di possibili variabili perturbative, con una per l’analisi. microscala è più difficile che altri fattori (età del massiccio, La tesi che si è cercato di verificare è la seguente: quanto tettonica più o meno presente, ecc) possano modificare maggiore è lo sforzo necessario per raggiungere un’area l’andamento, cosicché il grafico risulta, ancora una volta, in termini di tempo, distanza e fatica fisica, tanto minore, piuttosto eloquente. In questo caso la funzione (R2 = 0,92) in quell’area, sarà la densità di cavità a catasto. che meglio approssima l’andamento è I tre parametri di valutazione considerati sono: vDistanza da Roma equazione [2] Y = 5,2703*X-0,4528 vDistanza dalla rete stradale vMetri di grotta esplorati in relazione alla distanza dalla dove Y è la densità in grotte/km2 e X è la distanza minima rete stradale. in metri dalla rete stradale.

Speleologia5957 Tecniche e sicurezza

Metri di grotta esplorati in relazione Una scarsa correlazione (R2=0,17) tra la distanza dalla alla distanza dalla rete stradale rete stradale e la quantità di metri esplorati, ha evidenziato Si è presupposto che il fattore “distanza dalla rete strada- che, di fatto, i due fattori non si influenzano minimamente. le” influenzasse anche l’ampliamento planimetrico di una Questo si può spiegare considerando ad esempio che la grotta; si immaginava, cioè, che grotte più prossime alla differenza fra una punta di 20 ore in grotta + 300 metri in rete stradale fossero esplorate più in profondità, poiché sa- superficie e una di 20 ore + 3 km produce una variazione rebbe più agevole raggiungerle e trasportarvi le attrezza- di meno del 10% in termini di tempo. ture. Si voleva quindi stilare un elenco di grotte che valesse la pena rivisitare per compiervi esplorazioni più accurate. Stima della densità minima d’ingressi residui La superficie regionale è stata suddivisa in una griglia re- golare di risoluzione 20x20 metri. Per ogni cella si può considerare che:

equazione [3] la Densità Minima d’Ingressi Residui = [Densità Massima Catastale – ¤(Densità correlate a Fat- tori Antropici)]*(Fattori Correttivi di Cause Naturali).

La Densità Massima Catastale va ricercata dove i fattori di origine antropica sono maggiormente evidenti. È stata quindi calcolata, all’interno del litotipo calcareo, la densi- tà di grotte nelle aree di riferimento prossime sia alla rete stradale sia alla capitale (contando le grotte che si trovano nella prima fascia di 70 km attorno a Roma e nei primi 100 metri dalla rete stradale, e dividendo il loro numero per l’area sottesa). La somma della superficie regionale che soddisfa queste condizioni è pari a 99,2 km2. Il valo- re di densità trovato è pari a 1,15 grotte/km2. Le Densità Correlate a Fattori Antropici sono espresse dalle equazioni [1] e [2]. Come già specificato nell’introduzione, le considerazioni sui fattori antropici di distribuzione delle cavità sono state Figura 2: Classificazione del territorio calcareo del Lazio in fasce di varia ampiezza attorno alla rete stradale fatte sulla base del solo litotipo calcareo. Ovviamente que- sti risultati possono essere sfruttati anche sulle altre litologie. Per considerare la diversa carsicità dei diversi litotipi, infat- ti, si è calcolata la densità di grotte in ogni tipologia e si è creata una coerente tabella di pesi ponderata sulla classe studiata (Calcari micritici).

Ogni singola cella di 20x20 metri della regione Lazio è stata quindi sottoposta alla seguente operazione di map Tabella 2 : Distribuzione degli ingressi a catasto in funzione algebra: della distanza dalla rete stradale a parità di superficie calcarea equazione [4] [(Densità Massima Catastale)-(Densità correlata alla distanza da Roma)-(Densità correlata alla distanza dalla rete stradale)]*(Fattore naturale legato alla litologia)1

1 (1.15 – ( 3.6 * e -0.0314 * Distanza da Roma) – ( 5.2703 * Distanza da rete stradale-0.4528) * litologia ponderata Grafico 2

58 Speleologia59 Effettuando l’integrale di superficie di questa funzione sull’intera regione è stato possibile estrapolare una stima della quantità minima di cavità non ancora scoperte nel Lazio. Tale valore è 1400 per un totale che supera le 2700 unità (figura 3). Si tenga presente, tuttavia, che per creare la carta proba- bilistica sono stati considerati pochi fattori naturali e che il modello è migliorabile. In primo luogo, vi si potrebbero aggiungere analisi basate su altri importanti parametri, come la tettonica e l’antichità dei massicci. Sarebbe interessante verificare e confrontare i risultati di studi analoghi in altre regioni. N

Ringraziamenti Desidero ringraziare Anna Pedicone Cioffi, Stefano de Felici, Valerio Sbordoni e Maria Ioannilli per i dati forniti; un dovuto grazie anche a Giuseppe Pagliarulo e Marco Fressura per i loro puntuali consigli.

Sopra Figura 3: Basandosi sul modello probabilistico sviluppato questa carta mette in evidenza le aree dove future battute di Sotto Tabella 3: Carsificazione relativa dei diversi litotipi laziali ricerca di nuovi ingressi dovrebbero essere concentrate

Speleologia5959 Tecniche e sicurezza Puliamo il buio,

ma facciamo E chiarezza Pier Mauro Giachino, Dante Vailati

lcuni articoli apparsi su quotidiani locali (L’Arena di AVerona, 27 sett. 2007; Gazzetta di Mantova, 15 ott. 2007), in relazione all’operazione “Puliamo il Buio” svolta in alcune grotte del Veronese, ci portano ad interve- nire con qualche precisazione. Finché le illazioni contenute in quegli articoli restavano re- legate all’ambito locale, a parere nostro si poteva sopras- sedere sulla questione; il fatto però che gli stessi argomenti siano stati ripresi e trattati in modo non professionale, sia (SO pure in buona fede, su questa rivista (Speleologia, 57, 2007, pag. 8), oltre che in numerosi siti Internet, ci stimola a proporre, quali speleologi e biospeleologi, un chiari- mento.

Collezionisti, commercianti e ricercatori: tutti bracconieri? “Bracconieri” è la definizione utilizzata negli articoli sopra citati per bollare gli ignoti che hanno lasciato delle trappo- le per l’entomofauna alla Grotta Tanella (Torri del Benaco - Monte Baldo - VR) e “squallida” l’espressione utilizzata per etichettare tale pratica. Premesso che non conosciamo chi, come e per quali scopi, avesse deposto quelle trappole e che personalmente non conosciamo la Grotta Tanella (se non bibliograficamente per essere sede di un endemismo scenza e la conoscenza passa attraverso ineludibili forme quale il Coleottero Orotrechus martinellii), non possiamo e d’indagine. La stessa esplorazione speleologica compor- non vogliamo negare l’esistenza di un mondo parallelo a ta un’inevitavile alterazione dell’ambiente. Ma sarebbe quello della ricerca scientifica, composto da collezionisti assurdo pretendere di conoscere le grotte senza che gli che utilizzano gli stessi metodi della ricerca per scopi da speleologi vi entrassero dentro. Nel tempo si è passati pro- essa diversi. Purtroppo, l’esistenza di questo mondo paral- gressivamente dal concetto semplicistico, quanto inutile, lelo porta talvolta a fare di tutta l’erba un fascio da parte di proteggere una singola specie, a quello di proteggere di chi, animato dalle migliori intenzioni di protezione delle l’ambiente in cui la stessa vive. Senza il suo ambiente nes- grotte, si dedica meritoriamente alla loro conservazione. suna specie può sopravvivere. Questo è vero anche per le Quello che vorremmo chiarire al mondo speleologico specie di grotta, ma anche il concetto di “specie di grotta” sono alcuni concetti relativi alla protezione degli abitatori si è evoluto negli ultimi decenni, passando dalla concezio- del mondo sotterraneo, del loro reale ambiente di vita e ne di animale “cavernicolo” dei vecchi Autori a quello di delle tecniche che ne consentono lo studio. “sotterraneo” in un senso più largo, intendendo con ciò di non legarlo strettamente alla “grotta” a misura d’uomo. Proteggere, conoscere… o fraintendere? L’ambiente sotterraneo, modernamente concepito, è costi- La protezione dell’ambiente passa attraverso la sua cono- tuito dall’intero e complesso reticolo di fessure e micro-

60 Speleologia59 Rappresentazione schematica dei diversi compartimenti dell’ambiente ipogeo lizzo di mezzi attrattivi rimane l’unico che, nella maggior in relazione tra loro e con l’ambiente parte dei casi, consente risultati non altrimenti ottenibili. endogeo (S = suolo). Lo schema evidenzia Senza queste tecniche sarebbero ancora molto scarse le EPIGEO in particolare le connessioni fra il reticolo di fessure della massa rocciosa (R), vero conoscenze sulla fauna sotterranea, non solo del Mon- ambiente di vita, a noi inaccessibile, degli te Baldo, ma dell’intero pianeta e sarebbero limitate a animali sotterranei specializzati, e gli quanto noto ai pionieri della biospeleologia del secolo ambienti esplorabili biologicamente da scorso, fermi al concetto che i “cavernicoli” stanno solo questo intercettati, tra i quali le grotte a misura d’uomo (G), le cavità artificiali (CA) nelle grotte. ENDOGEO e l’ambiente sotterraneo superficiale (MSS), Relativamente all’utilizzo di tecniche di campionamento (EDAFICO) dato quest’ultimo dai detriti clastici sciolti mediante trappole, la nostra esperienza più che venten- accumulati a contatto della roccia madre, quando non colmato da sedimenti fini e nale in varie parti del Bacino del Mediterraneo, ci ha di- isolato dall’esterno dal suolo (da Giachino mostrato che l’uso di trappole correttamente condotto non e Vailati 2005, ridisegnato) provoca danni evidenti né alle popolazioni animali, né all’ambiente, contrariamente a quanto si pensa, si dice e, purtroppo, si scrive più sulla base di luoghi comuni che fessure della roccia madre (non solo di dati di fatto. Viceversa sono ormai troppi gli esempi di da quelle a dimensione umana che ambienti, sia in grotta sia all’esterno, profondamente e chiamiamo “grotte” e presente non solo irreversibilmente alterati da un’invasiva ricerca “a vista”, in rocce di origine carbonatica) e da condotta in modo “etico”, letteralmente sconvolti dall’uti- tutto ciò che esso intercetta e che di- lizzo di attrezzi da scavo spesso pesanti, nel difficile ten- venta una sua estensione (ipogei artifi- tativo di catturare qualche improbabile esemplare. ciali, ambiente sotterraneo superficiale, La conclusione di questo intervento vuole essere un sem- IPOGEO ecc.). Come ampiamente discusso in plice appello alla moderazione, rivolto a quanti tendo- (SOTTERRANEO) altre sedi, il reticolo di fessure, per esse- no aprioristicamente a bollare in modo spesso errato re il più protetto e climaticamente il più attività che non conoscono nei dettagli. Forse è meglio stabile, costituisce il “vero” ambiente di una chiacchierata in più con chi può fornire informazioni vita, a noi inaccessibile, degli animali corrette e una in meno con chi è a caccia di scoops sotterranei i quali, per il solo fatto di es- giornalistici. N sere reperiti solo occasionalmente nelle grotte, non possono essere ritenuti a priori delle rarità. Bibliografia Anonimo, 2007 – Speleologi nella grotta. Gazzet- Sulle tecniche di indagine tino di Mantova, 15 ottobre 2007 Posto che il primo livello di conoscenza Anonimo, 2007 – Puliamo il Buio fa luce sulla scientifica, in campo faunistico, preve- Tanella. L’Arena di Verona, 27 settembre 2007 Anonimo, 2007 – Lo sporco invisibile. Speleolo- de inderogabilmente l’identificazione gia, 57: 8 delle specie e che conseguentemente Casale A., 1972 – Sul significato preciso sui non si può prescindere dalla loro rac- concetti di rarità e di rarefazione nello studio delle colta, ne consegue che anche in ambiente sotterraneo il entomofaune cavernicole. Atti IX Congr. Naz. Ital. progresso delle conoscenze si può sviluppare solo con Entomol., Siena: 273-277 il campionamento di esemplari. Considerata l’inaccessi- Giachino P.M. e Vailati D., 2005 – Problemi di bilità umana al reticolo di fessure, sono state sviluppate protezione dell’ambiente ipogeo e note sull’impatto tecniche diverse di campionamento, riconducibili a due delle attività di ricerca in ambiente sotterraneo. categorie fondamentali: ricerca diretta e indiretta. In: L’ambiente Carsico e l’Uomo. Atti Conv. Naz., La prima consiste nella cosiddetta ricerca “a vista”, in Bossea (2003): 303-314 grotta o all’esterno, mediante scavo profondo, teso a Giachino P.M. e Vailati D., 2008 – Ulteriori con- raggiungere, al di sotto dello strato di suolo, il reticolo siderazioni su alcuni aspetti biologici ed ecologici dell’ambiente sotterraneo. In: Ambiente Carsico, di fessure della roccia in posto. La seconda viene attua- i progressi degli studi in Italia sulla soglia del XXI ta attraverso il posizionamento di esche (in grotta) o di secolo. Atti Semin. Naz., Bossea (2005): 133-140 trappole (in grotta e all’esterno). Nonostante sia stata ad- Zanon D., 1990 – Un invito alla caccia… Prima dirittura proposta da alcuni una classificazione su base parte. Speleologia, 23: 55-57 “etica” delle metodiche di campionamento, quasi esistes- Zanon D., 1991 – Un invito alla caccia… Secon- se un diretto rapporto cacciatore/preda – sintomo di un da parte. Speleologia, 25: 41-43 atteggiamento più ludico-venatorio che scientifico – l’uti-

Speleologia5961 Tecniche e sicurezza Attività della Commissione Didattica SSI Franco Utili

el 1997 a Casola Valsenio venne proposto un con- Nfronto sul documento “Mettiamo in discussione la no- stra didattica” nel quale l’ufficio per la didattica della SSI si dava l’obiettivo, per lo specifico ambito di competenza, di mantenere i contatti tra Società Speleologica e società civile. L’intento era quello di discutere i seguenti temi, e trovare risposte: - Caratteristiche delle iniziative didattiche (a seconda dei soggetti cui si rivolgono) - Qualità delle iniziative didattiche - Centro di raccolta delle iniziative didattiche - Centro di diffusione delle iniziative didattiche - Promozione delle iniziative didattiche Su questi obiettivi, da allora, sono state realizzate numero- se attività che è opportuno ricordare. Dall’incontro di Chiusa Pesio del 1998, in cui ci si rese conto che “la didattica ognuno la faceva a modo suo e che questa spesso era carente soprattutto nei corsi di spe- leologia”, partì l’idea del I Corso Nazionale di Didattica Speleologica che si tenne a Serra del Gufo in Calabria nel luglio 1999. Al corso, organizzato assieme alla Scuo- la Nazionale di Speleologia del CAI, parteciparono 10 allievi e diversi docenti esperti, non solo speleologi. Dopo quell’esperienza emerse l’importanza di verificare la situazione della didattica regione per regione. Venne così spedito a tutti i responsabili regionali l’invito a divul- gare quanto svolto dai Gruppi nel campo della didattica. Il risultato non fu esaltante: appurato che l’attività didattica svolta era intensa, i gruppi non mostrarono però interesse a condividere l’esperienza per le più disparate ragioni. Nel settembre del 2000 si tenne il II Corso Nazionale “Per i Soci della Società interessati alla didattica. Il corso ap- un approccio didattico alla divulgazione della speleolo- pena terminato e la proficua discussione innescarono un gia”, organizzato dalla Federazione Speleologica Mar- meccanismo virtuoso che coinvolse, oltre a vari Gruppi chigiana a Serra San Quirico. Gli allievi del corso non Grotte, anche i gestori delle Riserve Naturali siciliane En- solo lo seguirono attentamente, ma indicarono argomenti tella e Carburangeli e il Parco dei gessi bolognesi. Ne specifici su cui lavorare per il futuro del “fare” didattica: le risultò il Convegno “La grotta, un ambiente naturale quale capacità comunicative, gli aspetti emotivi, la progettazio- laboratorio didattico: esperienze e proposte” con un’eser- ne di moduli didattici, gli aspetti giuridici e assicurativi, i citazione pratica alla Grotta della Vecchia Diga (Pordeno- rapporti con Enti, Scuole, Associazioni e con le realtà pro- ne, luglio 2001), che confermò come il filo della didattica fessionali del settore, la sicurezza in grotta, l’esigenza di unisca molti speleologi di tutta Italia. includere nel corso esercitazioni pratiche. Del corso venne Negli incontri di Seravezza 2001, Montello 2002 e Spe- fatto un dischetto distribuito a tutti gli allievi e consegnato laion 2003, nella consueta riunione degli speleodidatti, anche al Consiglio Direttivo della SSI. venne impostato il III Corso Nazionale realizzato a Barcis A “Bora 2000”, continuando l’approccio di Casola Val- (Pordenone) nel giugno del 2004, “Spumeggianti idee senio 1997, la Commissione si mise in discussione con per comunicare la speleologia”.

62 Speleologia59 palestra, uscita in grotta. La palestra, dopo essere stata allestita, venne “collaudata” da una classe delle Scuole Medie. In definitiva il corso affrontò un tema pratico in tutte le sue implicazioni, ampiamente sviluppato con soddisfa- zione dei partecipanti. Nel 2007 il Consiglio SSI chiese alla Commissione di essere presente a disposizione dei Soci a Castelnuovo Garfagnana. La Commissione non solo è stata presente con “l’aula quasi permanente” e l’organizzazione di due incontri nei giorni di giovedì e venerdì, ma ha organiz- zato una mattinata di giochi per le Scuole Elementari col Giocagrotta Gigante e il Puzzle Speleologico dell’Unione Speleologica Pordenonese cui hanno partecipato 153 alunni coi loro insegnanti.

Cosa resta da fare Per ottenere i risultati auspicabili sarà necessario approfon- dire i modi con cui condurre lo studio e la ricerca in que- sto delicato settore, accanto alla formazione e all’aggior- Questo corso, organizzato dall’Unione Speleologica namento. Sarebbe utile, per conseguire l’obiettivo della Pordenonese del CAI, può essere considerato il prosegui- diffusione e dell’omogeneità delle conoscenze, prevedere mento e l’approfondimento dei primi due. La Grotta della aree di formazione comuni – e quindi una struttura modu- Vecchia Diga fu il punto di riferimento per le esercitazioni lare – sulle quali innestare le eventuali specificità. e filo conduttore il tema della complessità e della neces- Oltre a questo sarà indispensabile un adeguato servizio sità di impostare processi d’insegnamento-apprendimento di documentazione che diventi progressivamente un riferi- tenendo conto delle conoscenze già a disposizione del mento per le attività di formazione e centro di potenziale pubblico a cui ci si rivolge. aggregazione per gli operatori. Nello stesso solco si colloca l’intervento sulle esperien- È infatti da tempo in discussione, avendo già anche un ze speleologiche condotte con bambini dai 4 ai 6 anni articolato progetto, la costituzione di un Centro Nazionale nelle scuole comunali dell’infanzia di Reggio Emilia, che di Documentazione Didattica. Sono ancora aperte molte ha mostrato come la natura esplorativa dei piccolissimi questioni, a partire da quelle “materiali”: la sede e il repe- può incontrare il mondo sotterraneo, farne occasione di rimento di fondi dedicati. N ricerca, conoscenza, esplorazione, promuovendo l’inse- parabilità dei processi di apprendimento e di formazione dell’identità dal terreno delle emozioni. 4 gruppi di lavoro conclusero il corso con la predisposizione di 4 libricini, Riferimenti bibliografici poi elaborati nel sussidio didattico “Andiamo in grotta?”. Bambini R, Campagnoli A., Carestia L., Gherardi Il 17 aprile 2005 la Commissione Didattica convocò M., Giorgetti S., Nicolini P. (a cura di) (2006): “An- una riunione nel Parco dei Gessi bolognesi per discute- diamo in grotta? Piccolo vademecum per il mondo re e approfondire gli argomenti riguardanti un Centro di di sotto”, Potenza Picena, [pp. 32]. Bambini R., Sbaffi E. (1997): “Le grotte didattiche documentazione, il Corso in Piemonte e altre tematiche delle Marche”, Speleologia, n. 37, p. 97-112. relative a incontri, corsi e materiali. La convocazione si A. Campagnoli, E. Sbaffi (1998): “Buio Pesto” Spe- chiuse con un auspicio: “Ci piacerebbe che alle occa- leologia Didattica, Recanati 1998, [48 pp.]. sioni di scambio e di confronto tra quanti si occupano di Nicolini P. (1998) “La speleologia ai bambini” divulgazione didattica – educazione nel nostro ambiente Speleologia, n. 38, p. 102. si possa aggiungere un più strutturato coordinamento, un Nicolini P. (2007): “Imparare a insegnare. Didattica “gruppo di lavoro” in grado di curare al meglio l’informa- della speleologia”. Speleologia, n. 57, p. 26-33. zione e la comunicazione, che superi per dimensioni e Utili F. (a cura di) (1990): “Grotte e speleologia. rappresentatività l’attuale circolo di “aggregatori”, ma che Guida alle più belle escursioni”, Viaggio in Toscana, ne segua la profonda ispirazione collaborativa nel propor- La Casa Usher, Firenze, n 36, 32 pp. re e supportare iniziative utili a tutti gli speleodidatti”. Folta Utili F. (2000): “Didattica e speleologia”. Atti del la partecipazione e appassionato il dibattito. convegno per il 50° anniversaro della rifondazione della SSI, Verona 23-25 giugno 2000. Memorie Nel giugno 2005 si tenne il IV Corso Nazionale a Varallo dell’IIS, s. II, vol. 13, p. 69-72. Sesia, “Speleo a Scuola”, che gli organizzatori (AGSP) impostarono su tre giorni e tre sessioni: lezione in classe,

Speleologia5963 Comunicare le grotte I risultati del questionario nato dal I Forum per la Didattica Speleologica

Simona Bonardi - Forum sulla didattica speleologica

l I Forum per la Didattica Speleologica (Parco dei IGessi, Bologna 9-11 Maggio 2008) ha portato alla formulazione e alla divulgazione del questionario “Co- municare le Grotte”. Ecco un’anticipazione dei primi dati sull’attività didattica speleologica a livello nazionale, presentati ad Imagna nell’incontro annuale 2008 “Esplorando e comunican- do”, che saranno alla base della programmazione di successive iniziative. 27 sono i questionari pervenuti, dai quali emerge una buona omogeneità del campione a livello italiano; la re- gione che ad oggi risulta più attiva è il Piemonte, seguita da Puglia, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Toscana. Molti i gruppi speleologici che fanno attività da almeno diovisivo e molto altro). 25-30 anni ed altri hanno anche un’esperienza più lun- Il mondo della scuola è il destinatario privilegiato di que- ga. Ci sono però anche varie realtà che si sono avvici- sto servizio. nate alla didattica da meno di cinque anni. Negli ultimi 3 anni, dal 2005 al 2007, hanno fruito Le grotte naturali sono di gran lunga gli ambienti più uti- dell’attività didattica organizzata dai gruppi speleologici lizzati, anche se alcuni prediligono le grotte turistiche. circa 700 bimbi della scuola materna, 28.000 alunni Sicuramente minoritaria è l’attività svolta in cavità arti- delle scuole elementari, 15.600 ragazzi delle scuole ficiali. Molto spesso le visite in grotta sono anticipate medie e 9000 studenti delle superiori. da lezioni teoriche e da escursioni esterne, alla scoperta E’ interessante constatare che circa 17.200 utenti, estra- dei fenomeni carsici superficiali. Gli strumenti didattici nei al bacino scolastico, hanno frequentato le manifesta- preferiti sono le presentazioni con powerpoint e filmati. zioni dei gruppi speleologici ricevendo una prima corret- Alcuni si avvalgono di proiezioni di diapositive, ma si ta informazione sul mondo sotterraneo. registra un costante incremento nell’utilizzo di tecnologie Un totale quindi di circa 70.500 utenti nel triennio. In più moderne. Di solito vengono coinvolti speleologi ap- generale il risultato dell’attività speleo-didattica viene va- partenenti al medesimo gruppo, quasi mai ci si affida lutata positivamente, con un buon ritorno d’immagine. a speleologi appartenenti ad altri gruppi o a persone I gruppi che contattano enti pubblici, fondazioni e asso- estranee al gruppo. ciazioni per finanziare o patrocinare le iniziative otten- Numerosi i Centri di Educazione Ambientale: ne sono gono spesso una risposta positiva alla concessione del stati segnalati circa 60, che frequentemente inseriscono patrocinio, raramente invece al finanziamento. l’attività speleologica nei loro programmi. È da mettere Un dato su cui riflettere è lo sporadico inserimento di in evidenza la presenza di Guide Ambientali Escursioni- queste attività in pacchetti turistici. stiche, di Guide Speleologiche e di altri operatori turistici Questo in sintesi un primo esame della situazione. Ades- che non fanno parte di gruppi speleologici, ma che di so deve iniziare un sistematico lavoro di raccolta di altri fatto operano in questo campo. dati, continuando a coinvolgere quelle strutture che non A corollario dell’attività hanno ancora risposto, per poi iniziare a confrontarci di accompagnamento sul materiale didattico che tutti usiamo. Non dobbiamo in grotta, vengono spes- inventare nulla, abbiamo solo bisogno di tempo per rac- so organizzati eventi di cogliere e visionare l’enorme massa di lezioni, presenta- varia natura (conferen- zioni, pubblicazioni, video già in circolazione. ze, proiezioni, mostre, La Società Speleologica Italiana deve farsi carico di convegni, congressi) coordinare i lavori, nel rispetto delle idee e nel ricono- e pubblicati numerosi scimento dei progetti di tutti, prendendo anche spunto supporti didattici (libri, dalle esperienze passate, per il bene della divulgazione opuscoli, materiale au- speleologica. N

64 Speleologia59 LOMBARDIA mo di W Le Donne sino al Campo potrebbe anche riservare interessanti Base (-920m), dove si pensa di fare sorprese. Infatti, nei periodi glaciali Prosegue il Progetto un campo interno invernale per ten- del Quaternario, la Grigna emerge- InGrigna! tare di proseguire le esplorazioni al va come un’area di rifugio (“nuna- Questa estate l’attività di InGrigna! è fondo, dimenticate ormai da troppo tak”) dai ghiacciai di fondovalle. iniziata tardi a causa di una prima- tempo. La vita allora presente fu sottoposta vera abbondante di precipitazioni Andrea Maconi, Progetto InGrigna! a lunghi periodi di isolamento che nevose. potrebbero aver favorito, all’interno In Orione è stata terminata l’esplo- Biospeleologia delle grotte delle singole specie, la formazione razione di un ramo secondario a in Grigna (LC) di razze geografiche, sottospecie o -200m. A Kinder sono stati esplorati A partire da quest’anno il Progetto persino nuove specie derivanti da circa 500m nuovi nelle zone com- InGrigna! si occupa anche della bio- un’unica progenitrice. prese tra -550m e -300m, tra cui il speleologia delle grotte in esplora- Fino a questo momento il nostro fiore Ramo Arera, che termina a -429m. È zione. Infatti, fino a questo momento, all’occhiello è rappresentato dagli stato concluso il disarmo nel secondo a parte qualche campionamento opilionidi del genere Ischyropsalis weekend di agosto. occasionale e pochi cenni generali che sono stati campionati in tutta Durante la seconda e terza settima- sulle pubblicazioni specializzate, l’area di ricerca. Caratterizzati da na di agosto si è tenuto il consueto non sono mai state condotte ricerche un evidente paio di “chele”, nello campo estivo, a cui hanno parteci- sistematiche in questo ambito. stadio giovanile sono completamente pato circa 30 persone dei seguenti Tra le principali grotte in cui que- depigmentati, mentre gli adulti, di gruppi: Associazione Speleologica st’estate sono stati effettuati campio- colore grigio scuro, sviluppano un Comasca, Gruppo Grotte Busto Arsi- namenti ricordiamo: W le Donne, marcato dimorfismo sessuale. zio, Gruppo Grotte Milano, Gruppo Kinder Brioschi, Orione, Topino e le Informazioni più dettagliate saranno Grotte Saronno, Gruppo Speleolo- Giostre, I Ching, Speleo Salmonato presto disponibili sul sito gico Le Nottole, Speleo Club Erba, e Viakal. Si tratta di grotte ultraoligo- http://ingrigna.altervista.org SCAB, Speleo Club Romano di trofiche, con temperature di pochi …e la caccia continua…! Lombardia, Speleo Club Valceresio. gradi centigradi. Solo pochi orga- L. Aimar, A. Marieni, A. Premazzi In un’uscita a Topino sono stati esplo- nismi molto specializzati riescono a (Speleo Club Erba) Progetto InGrigna! rati circa 200m nuovi nella zona a vivere in condizioni tanto estreme e -300m, senza purtroppo trovare la la maggior parte si concentrano in tanto sospirata via dell’aria. In zona prossimità degli ingressi. VENETO rimangono ancora da scendere due Questo studio, oltre a colmare un’evi- pozzi. dente lacuna, potrebbe anche riser- Offertalloch (Bus della Valle Le esplorazioni dell’Abisso Speleo vare interessanti sorprese. Infatti, nei di Sopra, VR) Salmonato (-176m) e Viakal (-89m) si sono concluse. Sotto, dall’alto: esemplare giovanile di Nel 1957 alcuni speleologi del Una breve disostruzione della frana Ischyropsalis sp. (Foto A. Marieni) GES Falchi di Verona esplorano una a -60m della Voragine di oltre 40m Un visitatore dell’abisso W le Donne grotta che si apre sul ciglio della presso l’Ometto del Bregai, ha por- (Foto A. Maconi) strada che sale da Selva di Progno, tato invece alla prosecuzione della in Val d’Illasi, a Velo, sull’Altopiano grotta, che ora raggiunge i 950m dei Lessini. di sviluppo e -340m, con pozzo in- La cavità si mostra subito interessan- terno di 152m. La grotta si avvicina te: tre pozzi in successione portano notevolmente a Poltergeist (-435m) e rapidamente alla profondità di 125 l’esplorazione è ferma su pozzi da metri. Una strettoia sembra antici- scendere, tra cui uno di oltre 80m. pare un nuovo pozzo ma le esigue Sono state condotte poi le battute di dimensioni e l’ambiente estremamen- ricerca un po’ in tutti i versanti della te franoso sconsigliano di insistere Grigna, sono state esplorate circa e l’esplorazione si conclude. Poco 25 grotte nuove, mentre ne sono dopo l’Amministrazione Provinciale state revisionate una quarantina, periodi glaciali del Quaterna- decide l’allargamento e l’asfaltatura senza trovare alcuna prosecuzione rio, la Grigna emergeva come della strada; a nulla valgono le degna di nota. un’area Questo studio, oltre a richieste dei Falchi: durante i lavori Infine InGrigna! ha completato il riar- colmare un’evidente lacuna, la grotta viene chiusa e se ne perde

Speleologia5965 Notizie italiane

risultati. Filipas che, oltre aver individuato Restano tre tenaci “talpe” che l’ingresso, con costanza ed abnega- continuano a scavare, e la fortuna zione si è prodigato per allargare finalmente dà una mano. uno stretto e lungo cunicolo a -40m Il 6 giugno 2007 l’ultimo diaframma che ha precluso l’avanzata per oltre è forzato e dopo 50 anni l’Offertal- due anni. loch (Bus della Valle di Sopra) è ria- Pino Guidi, Commissione Grotte perto. Speleologi del Gruppo Attività “Eugenio Boegan” Speleologica Veronese in due punte scendono i primi tre pozzi, disostrui- EMILIA ROMAGNA scono la fessura terminale, scendono due nuovi salti di 29 e 13 metri e si Un progetto biennale della arrestano su uno stretto meandro con FRER. Inghiottitoio Rio Stel- acqua. la-Grotta Rio Basino (RA) Dopo alcune uscite spese a disostrui- Il Sistema carsico Rio Stella-Rio Ba- re e a mettere in sicurezza i pericolo- sino si sviluppa per alcuni chilometri si terrazzi franosi, viene raggiunto il all’interno di Monte Mauro (Parco re- fondo a -172 metri, profondità rag- gionale della Vena del Gesso roma- guardevole nel panorama lessineo, gnola). Si tratta, in assoluto, di uno che colloca la grotta al quarto posto dei più importanti trafori idrogeolo- il ricordo. per profondità nel veronese. gici in rocce gessose ed è percorso Negli anni ’80 si fanno sporadici Andrea Ceradini, Gruppo Attività da un torrente perenne che in periodi tentativi di ritrovarla, senza risul- Speleologica Veronese tato. Nel 2007, sulla base delle documentazioni d’archivio, si cerca nuovamente di reperire l’ingresso FRIULI VENEZIA GIULIA con numerosi tentativi, ma con scarsi Un nuovo abisso nel Carso triestino La Commissione Grotte E. Boegan della Società Alpina delle Giulie ha esplorato un nuovo abisso sopra il paese di Rupinpiccolo, sul fondo di una conca sulle pendici della Vetta Grande nel gruppo del Monte Lana- Foto P. Lucci ro. La cavità verrà dedicata a Luca Krall, figura mitica della speleologia di piena può raggiungere portate pionieristica triestina, deceduto nel fino ad 1 m3/s. A monte delle cavità 1866 per le inalazioni di gas nella una vasta valle cieca convoglia le VG 15, il “Foro della speranza”, acque superficiali nell’inghiottitoio che da allora in poi assunse il nome del Rio Stella; tre affluenti interni sinistro di Grotta dei Morti. La pro- drenano invece le acque provenienti fondità raggiunta per il momento è dai vicini Monte Mauro e Monte di m 307 e quindi la grotta è la 3° della Volpe. Più a valle, all’uscita del fra le più profonde del Carso, dopo tratto ipogeo, il Rio Basino percorre la Skilan e l’Abisso di Trebiciano. una selvaggia forra gessosa per poi Il pozzo più profondo è di m 59. I immettersi, dopo alcune centinaia di pozzi sono intervallati da cunicoli o metri, nel Fiume Senio. meandri, talvolta anche ben concre- Scoperta e in parte esplorata e rile- zionati. vata negli anni ‘50 e ‘60, la grotta L’esplorazione è il risultato di un ha conosciuto un lungo periodo di gruppo di lavoro al quale hanno scarsa frequentazione, almeno nelle partecipato molti soci, ma un merito zone più interne, a causa soprattutto particolare va riconosciuto a Luciano di frane e passaggi semi-allagati.

66 Speleologia59 Questo importantissimo sistema carsico meritava dunque di essere meglio indagato e studiato, così i gruppi aderenti alla Federazione Emiliano-Romagnola hanno dato vita ad un progetto multidisciplinare, con l’obiettivo di realizzare, nel corso dei prossimi due anni, una serie di studi e di indagini che affrontino in maniera sistematica ed appro- fondita i tanti motivi di interesse di questo ambiente. Un lungo lavoro di Foto P. Lucci disostruzione e messa in sicurezza di alcuni passaggi ha preceduto l’inizio di eccezionali dimensioni per una raggiunti. È in fase di redazione, per delle operazioni. In questa prima cavità in roccia gessosa, sono stati i prossimi mesi, una nuova rivista, fase del progetto si sta realizzando già esplorati e rilevati in questi mesi. pensata per chi non è speleologo e il rilievo geologico, geopetrografico Sedimenti clastici “in situ” - numerosi inizialmente dedicata in gran parte e geomorfologico esterno dell’area nei nuovi ambienti - saranno oggetto all’aggiornamento dei risultati del compresa tra Monte della Volpe di indagini sedimentologiche e geo- “Progetto Stella-Basino”. e Monte Mauro, nonché il rilievo archeologiche. Sono iniziate anche In questi primi mesi il progetto ha ri- completo della cavità e della forra specifiche ricerche di biospeleologia scosso l’adesione entusiastica di tutti esterna. quali: uno studio sui chirotteri e, i gruppi aderenti alla Federazione Per ricostruire l’evoluzione strutturale più in generale, sulla fauna e sulla Regionale tanto che nel primo fine della locale formazione evaporitica microfauna ipogea; parimenti ven- settimana di giugno oltre cento spe- e dei fenomeni carsici epi ed ipogei gono condotti approfonditi studi sulla leologi hanno partecipato al campo che in essa si sono sviluppati, sono vegetazione nella valle cieca del rio organizzato a Borgo Rivola (poco iniziati studi in dettaglio relativi a: Stella e nella forra del rio Basino, lontano dal complesso carsico ed a l’inclinazione dei banchi gessosi, aree di particolare pregio ambienta- pochi chilometri da Casola Valsenio) l’orientamento delle principali linee le e naturalistico. I risultati di queste dove, tra l’altro, il progetto è stato di frattura e di dislocazione tettoni- ricerche verranno divulgati attraverso presentato alla popolazione locale ca, le deformazioni strutturali delle testi, video, foto e panoramiche con notevole successo. rocce, la rete idrografica sotterranea interattive. Se è vero che il “Progetto Stella-Basi- principale e secondaria, la presenza A breve sarà attivato il sito della no” sta facendo operare assieme tutti di frane... Federazione Emiliano-Romagnola i gruppi della nostra regione in un P. Lucci Contemporaneamente si prosegue (www.fsrer.org), aggiornato con i clima decisamente costruttivo, non va una metodica esplorazione dell’in- più recenti dati. Usciranno, infine, dimenticato che uno degli obiettivi tero complesso carsico: gran parte un DVD a carattere divulgativo e principali dell’iniziativa è quello di delle zone più interne sono infatti an- un volume in cui saranno raccolti coinvolgere Enti ed Istituzioni con i cora inesplorate. Nuovi saloni fossili, tutti i risultati esplorativi e scientifici quali, peraltro, la nostra Federazione ha da tempo avviato rapporti di col- laborazione organica e continuativa. Da sottolineare, in questo senso, l’adesione al Progetto del neonato Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola, dei tre comuni all’interno dei quali si sviluppa il sistema carsico in studio (Casola Valsenio, Brisighella e Riolo Terme), della Provincia di Ravenna e del Ser- vizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna. Massimo Ercolani e Piero Lucci (Federazione Speleologica Regiona- Foto P. Lucci le dell’Emilia Romagna)

Speleologia5967 Notizie estere

BOSNIA LIBIA

Campo al Canyon della Libya Karst Project – secon- Rakitnica da fase Dal 9 al 24 Agosto 2008 si è svolta una spedizione speleologica italo Il CIRS Ragusa ha condotto, dal 17 - bosniaca in una zona carsica non giugno al 1 luglio 2008, la secon- lontana da Sarajevo. La spedizione, da fase della campagna di indagine organizzata da speleologi bolognesi geospeleologica in Cirenaica (nord- del GSB-USB, da quelli di Novara est Libia), sulla base di un protocollo del GGN e dal Gruppo Speleologi- di ricerca sottoscritto con il Diparti- co di Sarajevo “Dodo” con l’appog- mento di Scienze della Terra dell’Uni- gio della Federazione Speleologica versità di Bengasi. Bosniaca, si proponeva di condurre Foto S. Panichi Le indagini hanno interessato le aree ricerche comuni e ampliare i dati del di Bengasi, Al Majd, Al Beyda e Der- catasto nazionale bosniaco. del fiume Miljacka che attraversa na, nelle quali sono stati esplorati e Gli speleologi italiani hanno portato Sarajevo: sono state esplorate nuove documentati alcuni sistemi carsici sia anche materiale didattico e vestiario gallerie ed inghiottitoi per oltre 1 km attivi che fossili. Nel settore costiero ad un’associazione umanitaria locale di sviluppo, sono stati osservati ele- di Bengasi è stata condotta l’esplora- che si occupa di sostenere negli studi menti di fauna cavernicola probabil- zione e documentazione del Sistema ragazzi di Sarajevo in difficoltà. La mente endemici ed è stata rilanciata Lethe, un com- spedizione è iniziata incontrando a livello mediatico la necessità della plesso insieme l’associazione fondata da J.Divjak, ricerca speleologica finalizzata alla di grandi doline che si è impegnato ad ospitare conoscenza ed alla difesa degli di collassamen- iniziative divulgative sul patrimonio acquiferi carsici. to attraversate naturale sotterraneo della Bosnia in I risultati della spedizione saranno da una profon- collaborazione con gli speleologi di oggetto di un articolo specifico sul da rete attiva di Sarajevo. prossimo numero di Speleologia. condotti carsici Sono stati poi organizzati 3 campi Tutto il materiale raccolto, in via di a diverse decine esplorativi che hanno dato buoni elaborazione, verrà consegnato alla di metri al di sot- risultati. Sull’altopiano della Visoscica federazione speleologica bosniaca to dell’attuale li- e nel canyon della Rakitnica sono nel rispetto dei principi enunciati vello marino. Fra state esplorate e documentate circa dalla carta UIS del 2001 sulle spedi- le cavità docu- una decina di nuove grotte. zioni internazionali. mentate, di par- Sulla stampa locale ha avuto grande Simone Milanolo (Dodo), Nevio Preti ticolare interesse risalto l’esplorazione delle sorgenti (GSB-USB), Lia Botta (GGN) per le connota- zioni storiche, ol- treché carsiche, è stata l’esplora- zione della Grotta Lethe, cavità inte- ressata da un vasto lago sotterraneo, attrezzata per visite turistiche nei primi decenni del secolo scorso, al tempo della presenza italiana nel paese. La prosecuzione delle ricerche è pre- vista a marzo 2009, principalmente nell’area di Al Majd, settore dell’al- topiano carbonatico del Jabel Al Akhdar, dove è presente un diffuso carso superficiale a cockpit con una serie di grandi doline e profondi in- ghiottitoi. Per integrare le ricerche finora con- Foto N. Preti dotte con indagini di tipo geologico-

68 Speleologia59 strutturale, geochimico e geofisico è del fiume sotterraneo, soprattutto in fase di formulazione un progetto riguardo il suo straordinario aspetto di studio più ampio, in cui è prevista biologico, l’esplorazione di alcune la partecipazione dei dipartimenti cavità nel settore N-E del massiccio, di geologia delle Università di Paler- viste nel corso della spedizione mo e Catania e l’Assessorato Lavori 2007, l’avvicinamento alle zone Pubblici della Regione Siciliana, da sommitali del St. Paul entrando nel presentare per un finanziamento eu- carso dal settore S-O e il completa- ropeo. mento di esplorazione e rilievo di Hanno partecipato alle ricerche del- alcune cavità della zona S, presso il la seconda fase Cristina Ciapparelli, villaggio di Cabayugan. La spedizio- Nagbituka 2, le gallerie fossili verso il fondo (foto L. Piccini) Gianni Savasta, Rosario Ruggieri per ne ha operato contemporaneamente il CIRS e Mohamed Abdelmalik per nelle tre diverse zone, purtroppo in modo altri inghiottitoi attivi ancora l’Università di Bengasi. condizioni difficili per il maltempo; da esplorare. Rosario Ruggieri, CIRS Ragusa forti temporali pomeridiani hanno Oltre a questi sono anche stati reso rischiose le esplorazioni delle individuati alcuni ingressi all’interno cavità attive. Le condizioni meteo- dell’area che saranno oggetto di FILIPPINE rologiche hanno impedito anche di eventuali spedizioni future. raggiungere le zone sommitali della Nel settore sud, quello in cui si erano Palawan 2008 dorsale, che supera di poco i 1000 concentrati gli sforzi della preceden- Dal 22 febbraio al 12 marzo si m di altezza. te spedizione, non sono invece state è svolta la spedizione “Palawan Il gruppo che ha operato nel settore scoperte grotte importanti. La zona 2008” al carso di St. Paul e al N-E ha portato a termine l’esplora- sommitale del plateau calcareo, Puerto Princesa , zione di due importanti grotte che dove le foto aeree evidenziavano nell’isola di Palawan,. Alla spedizio- funzionano da inghiottitoi di altrettan- grandi ingressi di crollo, è risultata di ne hanno partecipato 12 speleologi te valli cieche che bordano il limite fatto irraggiungibile per la presenza italiani, due messicani e due inglesi. orientale dell’area carsica. Le due di ripidi pendii a lame calcaree af- La missione s’inserisce in un ampio grotte, Nagbituka 1 e Nagbituka filate, difficilissimi e molto pericolosi progetto di ricerca e documentazio- 2, si sviluppano lungo il contatto da attraversare. Le squadre, benché ne che l’Associazione La Venta sta tra calcari e rocce impermeabili e esperte e determinate, non sono realizzando in collaborazione con le sono caratterizzate da brevi pozzi riuscite a spingersi a più di qualche autorità del Puerto Princesa Subter- e lunghi scivoli che si percorrono in centinaio di metri oltre il bordo del ranean River National Park e della arrampicata. Le esplorazioni hanno rilievo calcareo, senza raggiungere capitale Puerto Princesa. Scopi della permesso di appurare che le due nessuno degli ingressi visti dalle foto spedizione erano il completamento grotte rappresentano dei sistemi aeree. Sono state invece scoperte della documentazione fotografica paralleli a quello principale del alcune cavità di contatto, alla base Subterranean River, che corre da dei contrafforti calcarei, di sviluppo SW a NE lungo l’intera dorsale del limitato e chiuse da depositi alluvio- St. Paul, e vanno probabilmente ad nali. Nessuna novità di rilievo, inve- alimentare delle sorgenti poste lungo ce, dall’interno del fiume sotterraneo, la costa calcarea. Non sono quindi dove sono state riviste alcune dira- collegate con il collettore principale mazioni rilevate durante le prime fasi del Subterranean River. esplorative (1990-1991). Sono state Nagbituka 1 è profonda 270 m, però individuate alcune promettenti fi- il che ne fa una delle grotte più nestre che necessitano d’attrezzature profonde delle Filippine, per uno specifiche da arrampicata artificiale. sviluppo di 650 m. La seconda ha All’interno del fiume sotterraneo è una profondità di 130 m per uno svi- stato realizzato un ottimo lavoro di luppo di 450 m. Entrambe le grotte documentazione fotografica sulla presentano grandi ambienti di crollo fauna ipogea. Entro la fine del e gallerie laterali concrezionate. Al 2009 è prevista la realizzazione di momento non sembrano possibili ulte- una monografia. riori sviluppi significativi in nessuna Leonardo Piccini, Nagibuta 1, una delle cascate nella parte alta (foto P. Porcu) delle due. In zona esistono in ogni Associazione Geografica La Venta

Speleologia5969 Notizie estere

IRAN

Acquedotti nel deserto del Kavir Grazie a un accordo bilaterale tra il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila, l’Istituto di Metodologie Chimiche del CNR e l’Università di Shahrood, una delle più prestigiose e avanzate dell’Iran, è stato redatto un protocollo d’intesa, finalizzato allo studio dei qanat e del- l’area carsica ad essi relazionata. Su queste premesse, nel 2008 sono iniziate le prime indagini sul campo. Il gruppo di lavoro è composto da ricercatori dell’Università dell’Aquila, CNR e dell’ENEA, con la collabo- Cina, nell’area della depressione di Oasi nei pressi di Mayamey razione della Commissione Cavità Turfan, con il termine di karez (o ka- Artificiali della Società Speleologica riz). Ma non solo: identiche strutture nella pianura limitrofa tramite una gal- Italiana. con identica funzionalità e nomi loca- leria alta poco meno di due metri, a li, sono state segnalate, in Iraq, Siria, volte foderata (per il sostegno della Qanat, Kanat, manafis, fog- Libano, Yemen, Turchia, Turkmenistan, volta e delle pareti dei cunicoli, specie gara, aflaj, karez. Tanti nomi, Afghanistan, Pakistan. Strutture analo- in presenza di terreni incoerenti, sono un solo sistema ghe, lì evidentemente presenti come utilizzati anelli in argilla o cemento di Con il termine di qanat si suole indi- conseguenza della colonizzazione spessore variabile, noti con il nome care un arcaico sistema idraulico per spagnola, ci sono anche nelle aree persiano di kawals). Il tracciato sot- l’irrigazione di aree desertiche. Il ter- desertiche del Messico. Alcuni ele- terraneo preserva le acque dall’eva- mine è trascritto anche come kanat o menti sono comuni: localizzati in aree porazione e le conduce direttamente ghanat e come tale utilizzato in tutto desertiche, si configurano come cana- nelle oasi dove, secondo regole, tec- l’Iran. Con la denominazione di fog- lizzazioni sotterranee, lunghe spesso niche, procedimenti e metodi secola- gara o rettara, è anche noto in Libia, decine di km, facilmente identificabili ri, vengono utilizzate con razionale Algeria, Marocco, Tunisia o in Egitto all’esterno dall’ordinata sequenza di e oculata parsimonia. Dunque, oasi, (dove si chiama manafis). In Oman pozzi in ravvicinata successione. deserto e qanat sono elementi di un invece è conosciuto come aflaj, in Intercettata la falda tramite un pozzo insieme unico ed espressione di una madre, spesso profondo molte decine specifica realtà non altrimenti riscon- Morfologie nel Dasht e Kavir di metri, le acque venivano condotte trabile in altri siti.

Iran, patria dei Qanat In questo panorama, l’Iran occupa un posto di notevole rilievo. Sino al recente passato, si riteneva che que- sta specifica opera idraulica avesse avuto origine proprio qui, dove la re- gione di Semnan occupa un posto di rilievo e, in particolare, la provincia di Shahrood nella quale il fenomeno è molto diffuso con un’elevata per- centuale di strutture ancora efficienti. Questa regione dell’ Iran orientale, tra il margine settentrionale del Dasht- è-Kavir ed i Monti Alborz orientali, è collocata in un contesto litologico e geomorfologico peculiare ove si evi-

70 Speleologia59 denziano le successioni di aperture richiesta, con integrazione da pozzi che indicano la localizzazione dei di recente realizzazione. L’area del pozzi di accesso al canale sotterra- qanat tributario di questa città è una neo. Nella ricognizione sono stati piana alluvionale degradante da percorsi alcuni qanat ed individuate W verso S-E ed è limitata a N-NW tre zone sulle quali concentrare in- dai rilievi del monte Shahvar (3945 dagini approfondite ed effettuare un m), a S dai Monti Tapal (2815 m). censimento delle strutture. Esiste un corso d’acqua a regime Il vasto areale dove si svolgeranno torrentizio/effimero (Mojen) il cui an- le indagini è a sud della catena damento è circa parallelo a quello dei Monti Alborz, a Nord dell’Iran; del qanat. Quest’ultimo ha uno svi- si estende in direzione E-W per cir- luppo orizzontale di circa 25 km e ca 2000 km, dal margine NW copre un dislivello di 385 m con una dell’Afghanistan sino al Caucaso pendenza del 1,5%. Nella parte ter- minore (Armenia e Repubblica del- minale della piana sono ben visibili l’Azerbaijan), dove predominano le tracce di diversi qanat abbando- sedimenti del Quaternario-Neogene nati, che sembrano essere stati rea- (conglomerati, sabbie ed argille che lizzati in periodi diversi per drenare mostrano chiaramente aspetti di se- le acque provenienti dalle propag- dimentazione in ambiente fluviale ed gini orientali e meridionali rispettiva- in particolare tipo braided alluvian mente dei monti Tapal e Shahvar. In fan). quest’ultima catena affiorano scisti e La città di Shahrood dipende dai pre- arenarie ordoviciani, basalti siluriani, lievi di acque sotterranee, in massima scisti, arenarie e calcari devoniani e parte tramite qanat realizzati in epo- carboniferi, calcari permo-triassici e ca storica o, nei periodi di maggiore depositi vulcanici eocenici. Costitui- sce l’area principale di ricarica idri- ca: i rilievi infatti fermano le correnti L’interno di un qanat in fase di restauro con la foderatura mediante anelli in umide provenienti dal Mar Caspio, cemento denominati kavals favorendo le precipitazioni. I Monti Tapal sono costituiti da arenarie e scisti giurassici, da calcari giurassico- cretacici, e dai calcari e tufi eocenici. In quest’area sono evidenti fenomeni di carsismo ed è presumibile che co- stituisca la zona principale di ricarica dell’acquifero alluvionale sfruttato dal qanat. Dalle prime ricognizioni è emersa la necessità di approfondire due temi: il primo connesso a una migliore de- finizione degli aspetti idrologici ed idrogeologici dell’area, finalizzati a censire e catalogare gli acquiferi in cui sono stati realizzati i qanat, per migliorarne la funzionalità. Il secon- do è lo sviluppo e l’importanza di tali opere nel tempo e nel contesto socio- economico di queste aree. Un particolare significativo, suscet- tibile di ulteriori indagine, è emer- so nell’area retrostante l’abitato di Shahrood, denominato Sahrae Jelay, lungo uno dei più interessanti traccia-

Speleologia5971 Notizie estere

ti della Via della Seta, connotato da strutture fortificate, tra le quali un tell di particolare imponenza, e da abbon- danza di ceramica sparsa. L’interpretazione paleoclimatica della serie sedimentaria studiata suggerisce che: - i più recenti sedimenti alluvionali dei conoidi si sono deposti in condizioni di forte instabilità morfologica, provo- cata dall’assenza di vegetazione; - i limi che costituiscono la piana sono stati deposti nel corso di un periodo di maggiore stabilità morfologica: se ne deve dedurre che sui versanti cir- trazioni di piccoli ciottoli, originaria- L’insediamento fortificato di Cnah-Cham costanti doveva esserci una copertura mente inglobati nei limi: il vento riesce vegetale e che il regime delle preci- ad asportare i limi, ma non riesce a pitazioni doveva essere abbastanza spostarli, sì che rimangono appog- quali proviene la ceramica. Infine non regolare; giati alla superficie di deflazione, si è stata trascurata, nel programma di - l’arrossamento dei sedimenti alluvio- concentrano e danno luogo alla tipi- studio, la possibilità di recuperare tali nali più profondi implica che, in un ca morfologia desertica. La situazione strutture anche con finalità culturali, periodo del passato, doveva esserci dei frammenti di ceramica é la stessa: oppure conservarle per una possibi- una falda freatica vicina al piano di poichè dovevano essere compresi in le fruizione turistica. Verrà studiato un campagna. La scomparsa di questa un deposito fine o appoggiati su un modello di recupero dei qanat più falda può essere attribuita sia a va- suolo limoso. significativi inserendoli in programmi riazioni climatiche, sia allo scavo dei L’azione del vento ha prodotto l’ero- per la valorizzazione del patrimonio vari qanat che attraversano la zona e sione del suolo senza asportare la storico-culturale delle aree interessa- che possono averne drenato l’acqua. ceramica, che ora giace appoggia- te. È probabile quindi che i sedimenti ta sui sedimenti alluvionali un poco Si prevede di sensibilizzare le ammi- alluvionali limosi si siano deposti nel- meno erodibili. nistrazioni e la popolazione locale, la fase più umida tipica della prima Questa interpretazione implica che già molto attente alla salvaguardia metà dell’Olocene, mentre i sedimenti l’insediamento dal quale proviene la e alla manutenzione dei propri qa- grossolani dei conoidi alluvionali da- ceramica doveva essere impostato su nat, anche all’opportunità di inserire tano al periodo successivo. suoli, attualmente scomparsi, che, ve- il qanat nel circuito del turismo cultu- I notevoli resti di ceramica medioeva- rosimilmente, potevano essere coltiva- rale, per far conoscere l’affascinante le si trovano sparsi su chiare superfici ti. La deflazione é un sicuro indizio di territorio di questi antichissimi sistemi di deflazione eolica che interessano i aridificazione e la causa di questo fe- per l’approvvigionamento idrico delle limi alluvionali, le stesse superfici che nomeno può essere attribuita a varia- aree desertiche sotto l’aspetto pae- nelle zone circostanti presentano un zioni climatiche ma l’abbassamento saggistico e quello delle trasforma- tipico “desert pavement”. Le superfici della falda freatica, legata anche allo zioni antropiche, in particolare degli sono infatti caratterizzate da concen- scavo dei qanat, può avere messo insediamenti delle oasi. fuori uso eventua- li pozzi utilizzati Ringraziamenti per irrigazione. Senza il fondamentale sostegno lo- In ogni caso, sia gistico e materiale dell’Università di lo scavo dei qa- Shahrood questa collaborazione non nat che l’aridifi- avrebbe avuto inizio. Un particolare cazione sarebbe- ringraziamento al Prof. Ali Moradza- ro successivi agli deh Chancellor, al Dott. Ali Younesian insediamenti dai ed al Prof. Gholan Hossein Karami che hanno voluto ed attuato questa collaborazione. L’area di Sahrae Jelay nei pressi della Ezio Burri, Andrea Del Bon, città di Shahrood Angelo Ferrari, Carlo Giraudi

72 Speleologia59 Spulciando in biblioteca

“Spulciando in biblioteca” è sempre Saint Paul, grazie anche alle esplora- attività svolta all’estero da alcuni soci stato l’unico modo di far conoscere zioni e alle opere di documentazione del GGM. R. Bregani in Etiopia vi- a tutti gli speleologi l’attività editoriale svolte da La Venta, è stato inserito nel sita le grotte Aynege, di Langano e dei vari Gruppi. Non tutte le novità World Heritage List dell’Unesco. Sof Omar; A. Buzio partecipa alle esplorative trovano spazio su Spe- spedizioni in Bosnia del GSB-USB e leologia, a volte per scelte nostre, IL GROTTESCO GG Novara alla Rakitnica; A. Iem- più spesso per scelta degli autori che molo (Speleo Club Ibleo) anticipa i preferiscono pubblicare sulla rivista Bollettino del Gruppo Grotte risultati della spedizione Tlaloc 2008 locale, ritenendola più “accogliente” Milano CAI-SEM n. 55 - 2008 in Messico con ben 5 km esplorati della rivista nazionale. Ma da diversi Un’ennesima prova nel nuovo sistema Cueva Vien- anni però la rete Internet è diventa- della nuova età del- to – Mama Mia nello stato ta il più grande editore al mondo: l’oro della speleolo- di Puebla. Infine M. Miragoli veloce, flessibile, agile, democratica, gia lombarda è su descrive una ventina di cavità economica e sempre più consultata. questo numero de costiere di modesto sviluppo in I tempi cambiano, e forse è giunto il Il Grottesco. Dopo una perlustrazione nell’isola di momento di ripensare anche all’utilità 4 anni di assenza, Symi (Grecia). di queste poche pagine, non alzan- la rivista del GGM Anche qui e ancora una volta, do bandiera bianca, ma riflettendo su riemerge ricchissi- si denota come le grandi esplo- come farle ancora vivere negli anni ma di informazio- razioni e le attività più comples- duemila. ni. Metà numero è se (le spedizioni), siano ormai occupato dai con- appannaggio delle cosiddette tributi di A. Maconi sulle eccezionali forze trasversali, con i Gruppi relegati KUR N. 9 - 2007 esplorazioni in Grigna e al Pian del al ruolo di editori. Tivano (vedi anche Speleologia n. La Venta Exploring Team 54 e 55). Nell’articolo “Le ultime no- Q. 4000 - 2008 Merita una particolare attenzione il vità esplorative al Pian del Tivano” si penultimo Kur (sul più recente, l’ar- dà conto della giunzione fra Ingresso Club Alpino Italiano, gomento Naica non ha bisogno di Fornitori e Stoppani che ha portato Sezione di Erba presentazioni!). Il numero è dedicato il sistema a ben 37,5 Km di sviluppo. Oltre alle consuete novità catastali, quasi interamente al sistema carsico Letteralmente impressionante è osser- da segnalare nel numero: A. Premaz- di Saint Paul, nell’isola di Palawan (Fi- vare l’insieme della topografia delle zi “Val Cassina” cronaca di una rivisi- lippine). Dopo alcuni anni dall’ultima cavità: un dedalo di gallerie in buona tazione con nuovo rilievo dell’abisso serie di fruttuose spedizioni, La Venta parte esplorate nel giro di pochi mesi, omonimo situato sulla Grigna Setten- è tornata nella grotta con la convin- probabilmente la più estesa esplora- trionale. La voragine, esplorata negli zione che ancora molte cose fossero zione di sempre, in Italia, in rapporto anni ‘50, passa dai – 152 m a – rimaste da fare. Le aspettative non al tempo di realizzazione. 128 m di profondità. Ne “I segreti di sono state deluse. Nella spedizione Nei due articoli “Esplorazioni delle Mamalia”, L. Aimar descrive le nuove del 2007 all’interno della cavità, ri- zone marginali del bacino carsico esplorazio- denominata ora ufficialmente Puerto del Grignone (LC)” ed “Esplorazioni ni alla grot- Princesa Subterranean River, sono in Moncodeno e Releccio, Grigna ta omonima stati esplorati 2500 metri di nuove (LC)” Maconi ci riassume lo stato del- di 220 m gallerie che hanno portato così la ca- le recenti attività e delle conoscenze di sviluppo vità a oltre 24 chilometri di sviluppo. acquisite su queste notissime aree e – 114 m Mentre alcune per- carsiche che, solo recentissima- di profon- lustrazioni esterne mente, si sono affiancate per dità (Porta hanno portato alla importanza delle loro grotte ai di Prada, scoperta di una de- grandi sistemi carsici italiani Grigna), cina di altre cavità, (basti pensare al Complesso esplorata di cui la Millionbir- dell’Alto Releccio, con 13 km dal GGM ds Cave con 1150 di sviluppo e 1190 metri di nel 1992. In seguito a disostruzioni, m di sviluppo è la profondità). arrampicate varie e minuziose perlu- maggiore. Val la A parte alcuni articoli su “zone strazioni i ragazzi di Erba portano la pena ricordare che minori” della Lombardia, il re- cavità a quasi un chilometro e mezzo il sistema carsico di sto del numero è dedicato ad di sviluppo!

Speleologia5973 Spulciando in biblioteca

LABIRINTI N. 26 – 2006 siche dell’area sono in buona parte “Pimpa e Gorgo Santo: nuove sod- captate a scopo idropotabile. disfazioni in Valdastigo” di M. Da Bollettino del Gruppo Meda, F. Boaria, F. Giordani, L. Dal Grotte CAI Novara SPELEOLOGIA VENETA Molin tratta di altre esplorazioni spe- Il bollettino del GG Novara non stu- leosubacquea in due sorgenti tem- pisce certo per effetti speciali, ma Federazione Speleologica Ve- poranee della Valdastigo (VC). Nel ha il ben maggiore merito di uscire neta n. 16 – 2008 Buso della Pimpa, nota anche col abbastanza regolarmente ed essere Ora, con i primini della classe in nome Grotta di Riostolo, sono stati redatto molto rigorosamente. redazione, si è realizzato anche a aggiunti 400 metri di gallerie post Gli articoli, sempre ben organizzati, un leggero svecchiamento grafico e sifone, fino a un terzo sifone; nella se- non si limitano a creare atmosfere finalmente si sono disciplinati gli arti- conda Grotta superiore del Gorgo identitarie di gruppo, ma danno reali coli ripartendoli in sezioni o rubriche. Santo, la più importante cavità della informazioni. L’impressione è che, oltre a essere or- valle, le esplorazioni post sifone de- Grazie a questo tipo gano ufficiale della FSV, Speleologia gli ultimi due anni hanno permesso di di articoli, i repertori Veneta abbia definitivamente sostituito raddoppiare lo sviluppo della cavità, bibliografici hanno i bollettini di Gruppo; in altre parole che attualmente misura oltre 1320 ancora un motivo di fa ordine in una serie di riviste fortuite, metri. esistere... razionalizzando costi, tempi e miglio- Fra i vari contributi si rando la documentazione generale. L’APPENNINO segnala: “Bjelasnica Distilliamo tra i numerosi interventi: MERIDIONALE 2006” di S. Mila- l’articolo “La Grotta Acqua Nera” di nolo, D. Bonetti, F. L. Vincenzi che aggiorna sulle esplo- Club Alpino Italiano, Sezione Gili sull’ultimo campo razioni speleosubacquee di questa di Napoli Anno 4°, n. 2 speleologico condot- cavità, sorgente della grotta di Castel Come ad ogni to dal GGN in Bosnia. I modesti risul- Tesino situata in Trentino. Gli speciali- numero, figura- tati conseguiti non vanno a demerito sti del Gruppo Grotte Giara Modon no all’interno di dell’obiettivo in corso, cioè quello di di Valstagna svolgono da anni un questo semestra- riprendere - in collaborazione con i sistematico programma esplorativo le della sezione ragazzi bosniaci - le esplorazioni di tutte le grotte sorgente del Veneto, CAI Napoli, al- speleologiche in questo splendido e con risultati di notevole caratura, mai cuni interventi di travagliato paese. abbastanza evi- speleologia. Fra L’altopiano di Bjelasnica, con denziati. questi un ricordo potenziali esplorativi di oltre In questo caso di P. Parenzan 1000 metri di dislivello su una hanno spinto i del padre Pietro, superficie di 350 Km2 attende loro bibombola capostipite della ancora la scoperta di una porta in più sifoni a speleologia meridionale e protagoni- di accesso. quasi un chilo- sta di innumerevoli esplorazioni negli F. Serafini ne “L’area carsica metro e mezzo anni ‘50 e ‘60; a seguito della nota dell’Adelasia (SV)” traccia un all’interno della viene riproposta la relazione sulla ampio resoconto sullo stato delle montagna e le Storia delle esplorazioni dell’Inghiot- conoscenze di una zona calca- esplorazioni non titoio del Bussento di cui Parenzan fu rea dell’entroterra ligure. Dopo sono terminate. il principale protagonista. le prime scoperte degli anni ‘60 e La Grotta dell’Acqua Nera è ancora In occasione dell’anniversario dei ‘70 del vecchio Gruppo Grotte Fer- un piccolo tassello ipogeo del Mon- Cinquant’anni di vita del Gruppo rania, sono riprese esplorazioni e te Coppolo, un massiccio carsico Speleologico U. Del Vecchio pas- indagini idrogeologiche. Le maggiori ancora tutto da scoprire. Il Gruppo sa in rassegna tutte le attività svolte cavità esplorate sono la Tanazza del Grotte Schio cura un aggiornamento dal Gruppo in mezzo secolo di vita. Rizzo di 149 m di sviluppo e la Grot- sull’Abisso di Malga Fossetta dove Dall’impegno esplorativo in tutte le ta degli Olmi di 1500 m di sviluppo “Il nuovo ramo Voglio Papà” a oltre aree carsiche regionali, agli aspetti e 135 m di profondità; da una prova - 400 metri aggiunge circa duecen- organizzativi quali il catasto, la didat- con i traccianti si è appurato che le to metri di nuovi pozzi per finire al tica, le tecniche, la documentazione; acque di quest’ultima alimentano la momento su una fessura con forte nonché il particolare interesse per gli Sorgente dell’Acqua che bolle. Da corrente d’aria. La giunzione con la ambiti storico-culturali, antropici e ar- segnalare inoltre che le sorgenti car- Bigonda ancora può attendere… cheologici della spelologia.

74 Speleologia59 Recensioni

Inside mother earth ccasa editrice come la Edition Reuss ad aadottare la sua bellissima opera foto- La speleologia è praticata anche da una ggrafica. E’ un vero piacere sfogliare le folta schiera di appassionati che, con 1124 fotografie, a pagina intera, che visite continue specie nelle grotte più cconsentonoo di fare un viaggio fantastico accessibili e facili, arrecano, seppur - ttrar scenari di grotte, dettagli di minerali involontariamente, danni ad ambienti che sasappiamoppiamo e animali - che spazia tra varie regioni molto delicati. Ma ci sono ancora tanti angoli intatti e belli francesi, rinomate per le bellissime grotte, Germania, Ro- nelle profondità delle grotte. Ci sono pochi speleologi che mania, Austria, fino alle grotte delle Guadaloupe Moun- conoscono questi luoghi - spesso difficili da raggiungere tains in America e di Waikato in Nuova Zelanda. - che così restano solo nella memoria di chi li ha scoperti. Se questo ragazzo continuerà a viaggiare nel mondo con Pochi sono anche gli speleologi in grado di raggiungere il suo occhio fotografico, consentirà anche a noi di viag- queste zone remote, accompagnati dai colleghi, profondi giare con lui, attraverso le sue splendide immagini. conoscitori dei propri tesori, in un clima di reciproca fidu- E’ certamente un libro che vi potete regalare a Natale. cia. Ancora meno sono poi quelli che decidono di portare Oppure, fatevelo regalare dagli amici! le attrezzature necessarie per immortalare questi scenari, Per ulteriori informazioni potete visitare il sito dell’editore: piccoli o grandi, necessariamente aiutati da pazienti ami- www.edition-reuss.de, o direttamente il sito web, inutile ci, animati dall’intento di voler condividere, con chi non le dirlo, bellissimo, dell’autore di questo splendido libro: potrà mai vedere, le meraviglie contemplate nelle viscere www.speleo-foto.de della terra. Formato 24 x 30 cm, 124 fotografie su 152 pagine e Se chi fotografa è per di più anche un appassionato scien- pochissimo testo (14 pagine introduttive + 2 di ringrazia- ziato, capace di cogliere i dettagli importanti di questo menti), in tre lingue (tedesco, inglese, francese). Copertina mondo minerale in cui gli organismi riescono a sopravvi- rigida e lucida; prezzo circa 50 Euro. vere compiendo veri e propri miracoli di adattamento, il Jo De Waele risultato può diventare sorprendente. Max Wisshak, geo- logo-speleologo tedesco non ancora quarantenne, è tutto Inside mother earth. Magic caves. Di Max Wisshak, Edi- questo. Ed è anche capace di convincere una grande zioni Reuss, ISBN 978-3-934020-67-2

Höhlen verborgene welten tato da oltre 160 fotografie e schemi sui vari argomenti Non è consuetudine di Speleologia pubblicizzare libri in quali: storia della speleolo- lingua diversa dall’italiano, ma alcuni lo meritano, se non gia, grotte e speleogenesi, altro per l’iconografia particolarmente ricca o per l’interes- geomorfologia carsica, se degli argomenti trattati. speleotemi e minerali di “Grotte mondi nascosti”, elegante volume dal titolo evoca- grotta, paleontologia, ar- tivo, è uno di questi. cheologia, ricostruzioni Curato da Stephan Kempe (Professore dell’Università Tec- paleoclimatiche e biospe- nica di Darmstadt) e Wilfried Rosendahl (lavora al Reiss- leologia. Il volume chiude Engelhorn-Museum di Mannheim), aggiunge alla notevole con una carta e 10 pagi- esperienza degli autori le conoscenze dei massimi esperti ne di breve descrizione di tutte le grotte turistiche di Ger- di speleologia e carsismo del mondo germanico: Hubert mania, Svizzera ed Austria. Gli argomenti sono trattati con Trimmel (già presidente UIS), Wolfgang Dreybrodt (Profes- chiarezza, senza uno specifico riferimento geografico, e sore dell’Università di Bremen e membro della Commissio- quindi di interesse generale, anche se molti esempi si rife- ne su Speleogenesi ed evoluzione degli acquiferi carsici riscono a paesi di lingua tedesca. della UIS), Karl-Heinz-Pfeffer (Professore dell’Università di Il libro merita assolutamente di arricchire le biblioteche di Tübingen), Christoph Spötl (Professore dell’Università di In- speleologia. nsbruck e presidente della Società Geologica Austriaca), Per ulteriori informazioni:www.primusverlag.de Doris Döppes (Paleontologa all’Università di Vienna), Ste- Jo De Waele fan Zaenker (Biospeleologo e presidente della Federazio- ne Speleologica di Hessen) e Gaëlle Rosendahl (anche lei Hohlen verborgene welten. A cura di Stephan Kempe e lavora al Reiss-Engelhorn-Museum di Mannheim). Wilfred Rosendhal. Primus Verlag, Darmstadt, 2008. 168 Il risultato è un libro di 168 pagine, ricco e ben documen- pp. ISBN 978-3-89678-611-1. 30,00 euro.

Speleologia5975 Recensioni

La lunga notte dei soccorritori. Vi sono immagini inimmaginabili. La barel- la galleggia su un reticolo di polimeri e mani, la squadra Speleo, barella, dinamite. disostruzione ha quasi turni da lavori forzati. Il sottotitolo può creare in- Non c’è compiacimento nel narrare, anzi c’è molta at- quietudine. La visione, di tenzione nel riportare zone grigie. “I traversi erano lì dagli più. Il video, splendido, anni ‘80”, “abbiamo recuperato una corda per fare un racconta il soccorso a paranco. Piaggia Bella del 8-12 Si era incastrato in basso”, “c..., non si riesce a comuni- agosto 2007. Uno spe- care”. Molto potente l’energia dello speleologo rimasto leologo croato è vittima ferito quando, dopo, riporta rabbia e paura, “mi chie- di un incidente in zone devo: quanto ci mettono, quanto?”. Egualmente colpisce remote della grotta. I il telegramma della madre che ringrazia i soccorritori per soccorritori, accorsi da moltelte reregioni,gioni, averle salvato il figlio. “La lunga notte” è una lezione im- impiegano quattro giorni per riportarlo fuori. Molte riprese, portante per capire lo spirito che anima i soccorritori, il interne ed esterne, sono in diretta. Ed è sorprendente, e loro senso etico e la loro organizzazione. importante, avere documentato così un evento complesso, E’ anche un invito, non troppo implicito, all’attenzione, alla drammatico, potenzialmente tragico. La narrazione ha un prevenzione. Esiste il CNSAS, ma la lunga notte che abita suo perverso fascino, avvince. il vuoto delle montagne chiede rispetto. Alleata con il Tem- Sappiamo come è finita, eppure non possiamo non po può divenire un formidabile ostacolo. seguire con ansia gli accadimenti. Il montaggio, nel suo Massimo Max Goldoni continuo evocare il tempo, disvela il pericolo incombente, che è il tempo stesso. Il tempo può portare al collasso La lunga notte. Un video di Andrea Gobetti e Tommaso dell’organizzazione, allo sfinimento del ferito ed anche Biondi. Italia, 2008 pub- ruppo de riproduzioni anastatiche degli scritti più antichi, più rari ole VisitatoriV stranieri o più interessanti, e incisioni sulle zone carsiche e le grotte ei ter- nnelle grotte visitate. Di parecchi personaggi sono forniti anche i ritratti ttere ddi Slovenia (su tela, incisioni, stampe, foto), brani dai diari e le firme ondo: LaL produzione storiografica di lasciate nei registri dei visitatori delle Grotte di Postumia o sulle pareti delle cavità visitate. ella TrevorT Shaw, speleologo ingle- In questo Lexikon si trovano nomi di personaggi del mondo - ses e membro onorario del Cen- della cultura: l’abate A. Fortis, fisico e naturalista (1777), o tro Ricerche Scientifiche del il pittore e architetto L. F. Cassas (1782), il chimico e presi- ono SAZU (Slovenske Akademije dente della Royal Society di Londra H. Davis (1818), il pa- tru- Znanosti in Umetnosti) di Lu- biana, non finisce di stupire. Specializzatosi nelle ricerche dre della psicoanalisi S. Freud (1898), il regista A. Lang (1900), o della politica: il maresciallo napoleonico A. F. iana storiche sulla speleologia mondiale (si è laureato all’Uni- L. Marmont (1810), le teste coronate Frederick Augustus neta versità di Leicester nel 1976 con una tesi sulla storia della speleologia), da anni dedica particolare attenzione alla II, re di Sassonia (1838), Franz Joseph II, imperatore d’Au- storia della speleologia dell’Europa Centrale. Dopo aver stria (1857), il principe e futuro re d’Inghilterra George V pubblicato su questo tema le monografie Royal and other (1887), il Kronprinz Ruppercht di Baviera (1894). Non Noble Visitor to Postojnska jama 1819-1945 (pubblicato mancano, naturalmente, anche speleologi famosi: A. Sch- nel 2002 con Alenka Cuc, pagg. 108) e Names from midl (1850-1852), E. A. Martel (1893) e A. Virè (1900). the past in Postojnska jama (pubblicato nel 2006, pagg. I testi sui viaggiatori, presentati in ordine cronologico di 151) ci presenta ora una versione notevolmente ampliata visita, sono preceduti da alcune pagine di inquadramento della monografia Foreign Travellers in the Slovene karst sociologico e geografico (itinerari e strade, guide, pericoli 1537-1900 (pagg. 244). e timori, problemi linguistici, ecc.) e da una trentina di Non si tratta di una mera riedizione rivista e corretta, pagine di descrizione delle zone carsiche e delle cavità ma di un sostanziale rifacimento del lavoro precedente visitate. Due appendici (corrispondenza dei toponimi; ta- (il periodo di ricerca si estende fino al 1486), aumen- bella delle unità di misura utilizzate nei vari testi), 633 note ta il numero dei visitatori presi in esame (da 92 a 128) bibliografico-esplicative, un ampio riassunto in sloveno e e il numero delle illustrazioni (225). In sostanza il libro l’indice alfabetico dei nomi e dei toponimi completano la si presenta come una piccola enciclopedia sui visitatori bella monografia. stranieri che si sono recati nelle grotte della Slovenia dal Pino Guidi XV al XIX secolo lasciando traccia del loro passaggio. Di ogni viaggiatore vengono offerti una nota biografica, la Foreign Travellers in the Slovene Karst 1486-1900. Di descrizione del viaggio e delle visite alle grotte, un estratto Trevor Shaw, Ljubljana, Zalozba ZRC - SAZU, 2008, 338 delle testimonianze scritte. La parte iconografica compren- p., ISBN 978-961-254-065-4, ` 25,00.

76 Speleologia59 Il villaggio rupestre della gravina Madonna della Scala Nelle indagini sugli insediamenti rupestri aleggia sovente il sospetto che la loro origine sia assai più antica di quanto le tradizioni o i riscontri più immediatamente disponibili attestino. Nel caso del villaggio rupestre di Madonna della Scala gli autori, avvalendosi di ampie collaborazioni con specialisti in diverse discipline, hanno potuto risalire dalle attribuzioni medievali sino all’Età del BdBronzo, con tracce di antropizzazione già a far data dal Neo-eneolitico. Dunque, questo lavoro, realizzato nell’ambito del progetto internazionale di ricerca sulle cavità artifi- ciali Cave Network, ha il notevole pregio di produrre una duplice conferma. La prima di carattere scientifico: l’arretramento delle datazioni. La seconda, metodologica, riguardante l’opportunità, ancora non sufficientemente prati- cata, di attivare virtuose sinergie. La descrizione delle metodologie sviluppate per l’analisi dell’insediamento è assai dettagliata, così che il volume può anche essere utilmente consul- tato come una sorta di manuale da cui trarre elementi di confronto per lo studio di strutture rupestri collocate in altri contesti geografici. Esemplari, per citarne alcuni, i capitolo sulla metrologia, o quello sulle fosse grana- rie, o sulle nicchie-laboratorio, così come tutti gli altri temi trattati. Il libro è supportato da un notevole apparato iconografico: il capitolo sulla de- corazione pittorica delle chiese rupestri, ad esempio, è dotato di 47 foto a colori. Particolarmente abbondanti ed esplicative, per ogni capitolo, sono le planimetrie e le illustrazioni di dettaglio, efficacemente utilizzabili come elementi di confronto per chi si occupa di questi argomenti. L’ampia bibliografia settoriale dei due autori (oltre 100 pubblicazioni ciascuno) è garanzia del livello di accuratezza delle indagini e dei risultati divulgati.

Roberto Bixio, Centro Studi Sotterranei

Il villaggio rupestre della gravina “Madonna della Scala” a Massafra (Ta- ranto). Di Roberto Caprara, Franco dell’Aquila. Dellisanti Editore, Massafra, 2007, 360 pp.

Paesaggi d’acqua Dai tipi della Carsa Edizioni è uscito da alcuni mesi l’ultimo volume della collana dedicata alle bellezze storico-naturali d’Abruzzo. L’oggetto è l’acqua nel suo perenne scorrere tra paesaggi naturali e antropici. Con testo bilingue in italiano e inglese, il libro è riccamente illustrato da figure e splendide fotografie i cui autori sono anche noti speleologi italiani. Ezio Burri, autore dei testi, narra il fluire dell’acqua dalle alte sorgenti montane e le vie ipogee, fino all’epilogo marino. Dalla natura incontamiincontami-- nata il viaggio liquido rallenta la discesa nel territorio degli umani fatto di storia, architetture, acquedotti epigei ed ipogei, culti sacri, fontane e invasi artificiali. Il prezioso elemento giunge così, idealmente indenne, al mare aperto. Michele Sivelli

Abruzzo paesaggi d’acqua – waterscapes [6]. Di Ezio Burri, Carsa Edizio- ni, Pescara, 2007. 127 pp. ISBN 978-88-501-0141-2. Euro 45,00

Speleologia5977 Recensioni

LaLa Grotta del Farneto, agili paragrafi a firma non solo di coloro che nei decenni hanno esplorato, studiato, amato e salvato la grotta dalle uuna storia di persone cupidigie dei cavatori di gesso, ma anche da persone e di natura che hanno visitato la grotta magari una sola volta, ma ne hanno mantenuto un ricordo indelebile e vivissimo. IlIl 12 Ottobre del 2008, esat- Preziosa la parte iconografica, che si avvale di documen- tamenteta a 30 anni dalla morte ti originali, tra i quali vale la pena ricordare due lettere did Luigi Fantini, 18 anni dopo autografe dell’Orsoni a Giosuè Carducci e la splendida il pauroso crollo che distrusse dedica fatta da Fantini al nipote nel suo libro “le Grotte definitivamente l’ingresso della bolognesi”. Molte le foto pubblicate per la prima volta, a più famosa grotta di Bologna, completamento di una storia che, seppur da molti cono- il Parco RRegionaleegion dei Gessi Bolognesi e dei sciuta in dettaglio, è sempre passibile di arricchimenti e Calanchi dell’Abbadessa ha inaugurato la sistemazione di integrazioni. definitiva della Grotta del Farneto, che verrà aperta al Un libro agile, di facile lettura, che permette di comprende- pubblico nella primavera prossima. Nell’occasione il Par- re come mai un monumento naturale importantissimo - per co, grazie anche alla sponsorizzazione di vari Enti, prima il quale si erano impegnate le migliori menti bolognesi alla fra tutti la Fondazione della Banca del Monte di Bologna, fine dell’800 - dopo un secolo è stato distrutto per cupidi- ha pubblicato un bel volume tutto dedicato a questo “Mo- gia e ignavia e quindi, dopo venti anni di oblio, grazie numento Nazionale”. all’impegno mai cessato degli speleologi, torna alla ribal- Vi si ripercorrono le storie di scienziati e speleologi, di ta del patrimonio storico-naturalistico non solo della città di poeti e amministratori, di mascalzoni e idealisti che si sono Bologna, ma di tutta Italia. incrociate, scontrate, o trasformate in sodalizi pluridecen- Paolo Forti nali, all’ombra di questa grotta in gesso che, da quando è stata scoperta 137 anni fa, ha sintetizzato, nel bene e nel La Grotta del Farneto, una storia di persone e di natura. male, il carsismo e la speleologia bolognese. Nel volume AA.VV., Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calan- la storia travagliata di questa cavità è tracciata da brevi e chi dell’Abbadessa, 2008, 108 p.

Terre selvagge Grotte di Cisternino Le 400 pagine ben illustrate di Il territorio di Cisternino (BR), rinomato questa guida escursionistica ci per i panorami riposanti, le dolci col- portano, senza tanti preamboli, line e le doline alacremente coltivate nel cuore di uno dei grandi re- a vigneto, è situato nella porzione gni naturali d’Italia. Ventitré itine- sud-orientale dell’altopiano calcareo rari svelano nei minimi dettagli delle Murge, ai margini della sugge- il paesaggio carsico del territo- stiva Valle d’Itria. Se molto frequentata è la Cisternino rio comunale di Urzulei. Presa questaesta dede-- epigea, poco o nulla era stato scritto del suo sottosuolo. cisione, l’Autore non poteva illustrare gli itinerari se non Ecco allora questo libro, un primo cospicuo contribu- con dovizia di particolari, per rispondere alle esigenze to alla conoscenza dei fenomeni carsici di Cisternino. anche degli escursionisti più determinati. A onor del Patrocinata dalla SSI, dalla FS Pugliese, dal Comune vero, per tutte le escursioni, è vivamente consigliata una di Cisternino e dalla locale Pro Loco, la monografia è guida esperta del luogo, essendo tutti itinerari classifica- frutto di un lungo lavoro di documentazione e di ricerca ti EE e EEA (per chi ancora non ne conoscesse il signi- sul campo da parte degli autori, V. Pascali del G.S. ficato, sarà sufficiente fare un trekking su Internet). Nel Martinese e D. Tamborrino, del G. Archeo Valle d’Itria. labirintico andirivieni fra altopiani, pareti vertiginose e Corredato da un glossario e da una ricca iconografia, il profonde codule, la parte più accattivante del libro è tut- volume si apre con l’inquadramento geomorfologico del tavia quella delle numerosissime “finestre” che si aprono territorio ed una nota biospeleologica degli specialisti nelle schede tecniche. Qui l’Autore, con stile semplice E. Rossi e S. Inguscio. Seguono ventidue schede delle e immediato, inserisce fatti personali, racconta vicende cavità naturali conosciute –vere e proprie miniere di re- e leggende del luogo, evoca la dura vita dei pastori, perti archeologici – e quella dell’unica cavità artificiale esalta l’essenza delle cose. Il “disvelamento sacrilego” catastata, il Frantoio Ipogeo di Martellato. Alla fine si del mondo arcano è così parzialmente assolto. segnalano, con l’auspicio che altri possano raccogliere Michele Sivelli il testimone, altre cavità non catastate. Daniela Lovece Terre selvagge. Sentieri nel Supramonte [di] Urzulei. Di Aldo Nieddu. Poliedro, Nuoro 2008, 383 p. ISBN Grotte di Cisternino. Studio dei fenomeni carsici e delle 978-88-86741-34-7. cavità naturali del territorio di Cisternino. Vincenzo Pa- scali e Domenico Tamborrino. Gr. Sp. Valle d’Itria, Gr. Sp. Martinese, Martina Franca, 2007, 126 p. 78 Speleologia59 Vi sia lieve la terra Egizio Faraone

gizio Faraone (1936-2008) archeologo e storico del- Ela speleologia A fine giugno 2008 è venuto a mancare Egizio Faraone. Nato a Trieste nel 1936 si è avvicinato al mondo delle grotte nel 1964 entrando nella Commissione Grotte “E. Boegan” e operandovi nella Sezione scavi e studi preisto- rici “Raffaello Battaglia”. Nei primi anni la sua attività era equamente divisa fra ricerche archeologiche e colla- borazione con la componente esplorativa della Boegan. Con il primo gruppo è stato presente in tutte le indagini nelle grotte del Carso fra cui la Grotta dei Ciclami, la Grotta Sottomonte, l’Aleksander Hohle, la Grotta pres- so Nivize. I maggiori risultati ottenuti in questo settore sono stati la scoperta del Mitreo presso Duino, unico tempio in Italia del dio Mithra in grotta naturale, e la localizzazione ed il successivo rilevamento di una rete stradale preromana e romana fra Medeazza e le risorgi- ve del Timavo. Nello stesso settore ha contribuito alla diffusione dei risultati ottenuti, attraverso monografie e studi. Con gli esploratori ha partecipato a varie campa- gne di scavi sul Carso – Dolina dei Sette Nani, Grotta Meravigliosa di Lazzaro Jerko, Grotta del Gufo, Grotta Doria 3875 – e quale appoggio alle esplorazioni nelle più importanti zone carsiche del Friuli (Canin, Berna- dia, Pradis). Dall’inizio degli anni ‘70 si è interessato all’etnologia ed al folklore delle grotte e dei territori carsici, divenendo ben presto uno dei maggiori esperti del settore. In que- gli anni si è adoperato per la costituzione nell’ambito della SSI del Gruppo di lavoro sul folklore delle grotte, struttura che non ha avuto lo sviluppo da lui sperato, sia per la presenza non incisiva del suo responsabile, sia per una mancata risposta del mondo speleologico. Ma forse i tempi non erano maturi. In ogni caso Faraone diede un notevole contributo alla conoscenza del folklore del- le grotte del Friuli e della Venezia Giulia pubblicando diversi contributi. Nei due ultimi decenni si è interessato alla storiografia speleologica: minuziose ricerche d’archivio gli hanno permesso di pubblicare una ventina di elaborati sulla storia delle ricerche speleologiche nella Venezia Giulia, con particolare riferimento all’annoso problema dell’ap- provvigionamento idrico della città di Trieste. Presente a molti congressi nazionali e internazionali, per poter meglio svolgere le sue ricerche ha affrontato non più giovanissimo lo studio del tedesco, dello sloveno e del francese, lingue che andavano ad aggiungersi al gre- co, al latino e all’inglese studiati al liceo e ad un po’ di arabo insegnatogli da uno dei nonni. Un cultura enci- clopedica che aveva messo al servizio della speleologia, e che ora ci mancherà. Pino Guidi

Speleologia5979 Summary

12 Perestroika (Apuan Alps, Lucca, Tuscany) 38 A new cave in gypsum near Crotone (Calabria) Gianni Guidotti Francesco Lamanna, Carmine Lepera, Caterina Dima, In this article the author gives the explorative report and the Franco Mascaro morphological description of Abisso Perestroika, a 1130 m deep A new cave discovered in the gypsum karst area of Verzino (Cro- cave on Apuan Alps (Lucca, Tuscany). The cave is located on tone, Calabria) is described. This ongoing study deals with spe- the “Alta Valle dell’Acqua Bianca” which karst system counts leogenesis, and the cave fauna. The cave, 273 me- hundreds of cavities (with 5 more than 1000 m deep) for more ters long and 22 meters deep, has been dedicated to the memory of 50 km surveyed passages. of the caver Juliano Flagelli who died at young age.

18 Depth Majella. Twenty years of explorations loo- 42 International Journal of Speleology in the élite king for the abyss (Abruzzo) of the worldwide scientific reviews Cesare Iacovone Jo De Waele The Majella Mountain is one of the biggest karst massive in This article presents the history and the publishing management Abruzzo and Central Italy. In this paper the author wants to of the International Journal of Speleology, official journal of the illustrate the relationship between man and the mountain with International Union of Speleology published by the Società the story of more than twenty years of speleological explora- Speleologica Italiana. Now, thanks to the work of a new edito- tions. In particular the Cave of the Terzo Portone, that seems to rial staff, the Journal has entered in the index of the Thompson be far from a conclusion. Institute of Scientific Information (ISI), which this is the first step for getting the Impact Factor (IF). 24 Cave of San Zeno de l’Oselet (Verona, Veneto) Andrea Ceradini, Andrea De Angelis 44 Notes on the sustainability of of show In this article the authors describe a new exploration in San caves Zeno de l’Oselet cave, a temporary located 125 m Giovanni Badino, Mauro Chiesi above sea level, not far from the Garda Lake, Veneto. Beyond The article resumes some general considerations concerning the the third dived the exploration has stopped at the foot of importance of carrying out a careful research before trasforming climb. A dye tracing experiment confirms the connection be- a wild cave into a . tween San Zen cave with the Spluga dei Cervi cave at 993 m It must be take suitable shrewdness such as monitoring cave cli- altitude on Mount Baldo. mate, assessing impact on the resident public, deciding the type touristic cave management and turistic facilities, foreseeing the 28 The Buca Nuova in Serenaia Valley actions to undertake in the hypothesis of a break up, training of (Apuan Alps, Lucca, Tuscany) cave guides, ecc… Nevertheless the collaboration between the Francesco De Grande cavers, local authorities and managers of the show cave are very The author describe the history of the explorations of Buca important. Nuova, the latest cave explored by cavers from Modena and Reggio Emilia, in Serenaia Valley in the Northeast side of 48 Caves in salt of Cile Apuan Alps (Tuscany). The cave, located at 1315 m above sea Paolo Forti, Jo De Waele level, has 1800 m of passages and is 700 m deep, its most strik- Atacama is one of the driest places on Earth, though caves have ing morphological features are the wide shafts and the beautiful been explored in a salt ridge close to San Pedro de Atacama meanders. Many parts of the cave are still unexplored; prob- since over ten years. A recent scientific expedition has inves- ably its subterranean waters flow several kilometers to the North tigated the most important of these caves, some of which sev- towards of the Equi Terme spring located at 270 m above sea eral hundreths of meter long, discovering curious speleothems, level. interesting morphologies, cave sediments, and also, in hidden corners, archaeological findings that shed a light on the past 35 The old engravings of Santa Rosalia cave in Sicily environment and climate. Massimo Mancini, Paolo Forti A thorough bibliographical study and archive research seems 56 The potential residual explorative to confirm that the oldest cave published survey dates back to of the Latium region 1651 and is related to the cave of Santa Rosalia in Mount Pel- Guido Baroncini Turricchia legrino near Palermo (Sicily). Through a geostatistic analysis that takes into account the road The engravings of the cave are part of the book: “Vita S. Rosalia network, the caves register, the lithological situation and a Dig- virginis panormitanae e tabulis et parietinis […]” written by the ital Elevation Model (DEM) the author has realised a hypo- jesuit Giordano Cascini, biographer of Santa Rosalia. The book thetical map of the caves not yet detected in the Latium region. is kept at Bologna in the “Franco Anelli” Library of the Italian On the basis of these considerations the unexplored caves might Speleological Society. be 1400.

80 Speleologia59 PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ SPELEOLOGICA ITALIANA

SPELEOLOGIA Semestrale della Società Speleologica Italiana Redazione: Centro Italiano di Documentazione Speleologica “F. Anelli” via Zamboni 67 - 40126 Bologna Tel. e fax 051250049 [email protected]

OPERA IPOGEA Storia Cultura Civiltà Ambiente Quaderni Didattici S.S.I. Semestrale della Società Speleologica Italiana 1) Geomorfologia e speleogenesi Redazione: c/o Sossio Del Prete carsica via Ferrarecce 7 2) Tecnica speleologica 81100 Caserta 3) Il rilievo delle grotte [email protected] 4) Speleologia in cavità artificiali [email protected] 5) L’impatto dell’uomo sull’ambiente di grotta 6) Geologia per speleologi 7) I depositi chimici delle grotte 8) Il clima delle grotte 9) L’utilizzo del GPS in speleologia 10) Vita nelle grotte INTERNATIONAL JOURNAL OF SPELEOLOGY Organo ufficiale dell’Union Internationale 11) Storia della speleologia de Spéléologie. 12) Gli acquiferi carsici Redazione: Jo De Waele 13) Fotografare il buio Università di Bologna, Dip. di Scienze 14) SOS in grotta Geologico-Ambientali, via Zamboni 67 40126 Bologna - Tel. 0512094543 [email protected]

MEMORIE DELL’ISTITUTO ITALIANO DI SPELEOLOGIA Rivista aperiodica Redazione: Paolo Forti, Università di Bologna, Dip. di Scienze Geologico-Ambientali, via Zamboni 67 - 40126 Bologna Tel. 0512094547 [email protected]

BULLETIN BIBLIOGRAPHIQUE SPÉLÉOLOGIQUE Union Internationale de Spéléologie COLLANA NARRATIVA Redazione per l’Italia: Centro Italiano E POESIA di Documentazione Speleologica “F. Anelli” via Zamboni 67 - 40126 Bologna Nuovi Autori Tel. e fax 051250049 1) La vetta e il fondo [email protected] 2) Altre piccole profondità 3) Ipoesie 4) Sulle corde