Del Noce in Poltrona a Controllare Che Tutto Filasse Per Il Peggio
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DARIO FO 18 DARIO FO domenica 5 marzo 2006 FRANCA RAME FRANCA RAME “IL PAPA “IL PAPA E LA STREGA” E LA STREGA” in edicola il vhs in edicola il vhs con l’Unità a € 8,90 in più IN SCENA con l’Unità a € 8,90 in più ANCHE IL NOSTRO MEOCCI VOTA PIPPO BAUDO Magari mi considerano antiquato, ma per me va bene. E poi non PANARIELLO GLI VUOLE SEMPRE PIÙ BENE dimentichiamo che Domenica In gliel’ho fatta fare io». Una chiusa elegante per dire: niente niente quello se l’è dimenticato a chi deve dire Da non credere: il nostro ormai più che affettuosamente adottato grazie... Attendiamo il fischio dell’arbitro. Intanto annotiamo che la direttore generale della Rai ha già votato. Ha indicato il suo candidato nostra punta preferita ieri ha avuto modo di ribadire un concetto che gli alla successione di Panariello mentre, come abbiamo visto, il buon aveva meritato l’attenzione non benevola di un’Italia in desabillé. Vi comico toscano forzava la lista con una virile quanto inutile ricordate? Aveva detto: «Cantanti, sport, belle donne, fiori, questa è autocandidatura. Scusate, non vi abbiamo detto per chi vota Meocci: l’Italia»; bene, Meocci è tornato sull’argomento confermando magari Pippo Baudo. Ed è la seconda volta, nel corso dell’era Panariello, che il non nello stesso ordine l’elenco dei fattori che secondo lui sono nostro infila il dito nell’occhio del reggente. Così avrete capito che non l’ossatura di questo nostro paese. Qualcuno mi ha contestato per stiamo parlando di un uomo comune (Meocci), ma di un fuoriclasse questo, ha rilanciato con brio, e invece io confermo, è proprio così. che si butta con gioia su tutte le palle che gli girano attorno. Dopo Bravo, anche noi: solo la coppia Vespa-Valeria Marini può dirigere la l’investitura sottoscritta da Mazzi e Del Noce, ecco il direttore Rai che Rai meglio di lui. insacca con queste parole: «Su Pippo ci metto senz’altro la firma. ToniJop IL FESTIVAL A sorpresa, ec- Ombre di censura Rai co trionfare il cinguettio di Po- sul caso Eros via. A ciascun festival il vincito- ◆ Ramazza l’Eros. Ossia, come censurare i re che si merita. Vittima «illu- giornalisti Rai che si provano a citare la notizia - vera - dell’insulto (o della gaffe o stre» la superfavorita Dolcene- come volete voi) del cantante pop nei confronti del presidente della Repubblica. ra. Un bell’exploit per i Nomadi. Riassunto: il Quirinale nomina Grand’Ufficiale Andrea Bocelli, Interrogativi sulle modalità di commendatori Laura Pausini, Zucchero (assente) ed Eros Ramazzotti. La consegna voto. Tutto regolare? avviene ieri pomeriggio a Sanremo, per mano del sottosegretario Letta. Al quale Ramazzotti dice: «Bisogna pensare alla ■ di Roberto Brunelli musica anche in altri momenti, non solo inviato a Sanremo sotto Sanremo e sotto elezioni». E poi, dice, riferendosi alla medaglia da appendere al collo: «E questa dove me la metto?… Certo che è proprio brutta». Dopo un po’, via ufficio stampa, arrivano delle scuse («Non volevo offendere», ecc.). Senonché si diffonde la voce che dalla Rai è arrivato l’ordine ai propri giornalisti di soprassedere. «Non è quella la notizia». La voce arriva fino al segretario dell’Usigrai, Roberto Natale, che dichiara alle agenzie: «Speriamo si tratti di una odi popolo, è finita la ballataG sanremese del comi- leggenda metropolitana»… altrimenti i tg Rai co triste con la vittoria di Povia, quello del piccio- ci fanno veramente una figura penosa, è il ne che fa prr, con Vorrei avere il becco. A sorpresa seguito del ragionamento. In sala stampa ha battuto sul finale i Nomadi, Anna Tatangelo e prende in mano il microfono il capoufficio Riccardo Maffoni. Lasciando aperti dubbi e inter- stampa Rai. Faccia sdegnata. Finge di dire il rogativi sulle modalità di voto. Il festival si chiude contrario di ciò che in effetti sta dicendo. sui ridenti occhioni tristi di Panariello. Uno scin- «Noi abbiamo solo “consigliato” ai giornalisti tillante impero in decomposizione, quello del fu del servizio pubblico di non citare la frase… festival della canzone italiana, al cui centro, que- la notizia era un’altra». Che dire…? Evviva sta volta, ha battuto il cuore forte e puro dei Noma- Povia, il vincitore del 56˚ festival di Sanremo Ceausescu. r.bru. Povia vince il festival più maliconico di. Paradossi. Qui dove un tempo s'intonava la fe- qui a Sanremo. Qui - tra le pelliccie di prima fila, Dio è morto, cosa è, cosa può essere, cosa può si- LE CANZONI Eliminazioni a sorpresa sul naso e un pezzo tanto romantico da piacere a stosa celebrazione di una bella fetta di stereotipo le facce stressate degli uffici stampa, i ragazzi ap- gnificare, una canzone quando ha una storia, e ma- mamme e figlie, ma non gli basta per vincere, e italiano, oggi è una Roma neroniana in fiamme in piccicati alle transenne, i cupi e tirati sorrisi dei gari vede pure una fetta di futuro. Epperò è da 35 Primo gruppo i Nomadi quella di San Povia, che è «tanto credente» e usa cui niente più funziona a dovere, dove l'unico re- cantanti - il pasoliniano Beppe Carletti e gli altri anni che non venivano a Sanremo. Ci dice Carlet- il piccione come parabola della vita. Perché il cord raggiunto è quello negativo degli ascolti sembrano degli allegri monaci zen, che portano ti: «Proprio non ci volevano». piccione (lo dice la scienza) è uno dei pochi ani- (senza menarvela troppo coi numeri: ieri l'altro se- con affabile leggerezza sulle proprie spalle il peso Poi prendi Dolcenera. Lei sì che la volevano. La Battuta Dolcenera mali monogami e «vola basso» (da quando vola- ra è stato il peggior risultato di sempre), dove nella mostruoso dei migliori anni sessanta, della politi- rossocorvina tutta nasino e zazzera. Quella che re bassi è una virtù?). Meglio l’uomo dell’ani- serata di venerdì (quella dei duetti) non c'era un ca, del cosiddetto impegno, si porta dietro il san- smania per i Radiohead e che si dice «ferita» se la ■ di Silvia Boschero male. «Giovinezze» a confronto: quella scanzo- solo strumento che non si fosse inceppato, dalla gue del blues, il contagio della sofferenza, il ritmo considerano «un prodotto costruito». Quella tal- nata e sofisticata di Simone Cristicchi, che vuol pedaliera di Alex Britti fuori uso alla chitarra am- della cronaca, il suono della compassione… Tan- mente emozionale, nelle sue canzoni, da sembrare cchi a confronto: quello tagliente, pron- uscire fuori dal coro e ha come modello Gaber, e mutolita di Maurizio Solieri. Dove non s'è capito to che persino qui c'è un sacco di gente che ha sco- King Kong (tanto che quasi quasi arriva battersi il to a uccidere, di una bionica dicianno- quella greve, sincera e diretta di Riccardo Maf- quasi mai nulla dei meccanismi dell'eliminazione perto i Nomadi adesso, e che canticchia Dove si va petto durante la portentosa esecuzione della sua O venne neomelodica (Anna Tatangelo), e foni, che invece non ha tanti grilli per la testa, e come se oggi e quarant'anni fa fossero la stessa co- Com'è straordinaria la vita). Certo, è una che le quello (perdente ieri sera) con la finta lacrima vuol solo fare il rock e il pubblico premia lui. sa, come se fosse Like a rolling stone di Dylan… sue canzoni se le scrive e se le canta. È una che si glossy di una ventinovenne che vuol essere rock Entrambi escono dal meccanismo della melen- I Nomadi interpretano Forse, se loro sono sul palco dell'Ariston, nel San- fatta un bel po' di concerti e concertini, e si vede. È a tutti i costi (Dolcenera). La perfezione, confe- sa-melodia festivaliera. Ora che i giochi sono una cultura musicale remo del disastro (diabolico il direttore Rai1 Del televisione: è reality show, è, in qualche modo, il zionata per vincere, è la stessa. Generazioni a fatti, e un sito non ufficiale del festival ipotizza Noce che sibila: «Speriamo di chiudere con digni- meglio di Amici, sentimenti adolescenziali strari- confronto: quella dei Nomadi che hanno sulle che con un buono sponsor e parecchi soldi la vit- alternativa alle tà»…), delle battute penose e via dicendo, Sanre- panti, cuore&batticuore, il muro di suono marmel- spalle quasi quarantacinque anni e macinano toria può essere pilotata al televoto, rimarranno mo può essere ancora salvata. È vero, i Nomadi latoso: è storia senza storia, è un'istantanea in cui palchi, seminano pubblici sterminati e si impe- le suonerie scaricate sui cellulari a 3 euro se po- alchimie della hanno la credibilità, ed è vero che hanno sul grop- ogni contesto è tagliato fuori, è emozione un tanto gnano in mille campagne umanitarie, e quella lifoniche (le case discografiche ormai hanno de- pone quei 140 concerti l'anno che quando gli va in al chilo confezionata domopak. Attacco al piano, «mucciniana», indolore, da liceo Giulio Cesare ciso, è questo il futuro del mercato musicale e produzione di serie tilt quasi tutto il loro impianto - è successo l'altra crescendo emotivo, ritornello esagerato-palpitan- degli Zero Assoluto che sono stati eliminati. gli investimenti convergono tutti lì) e, di contro, tanto cara al Festival sera - loro si portano a casa il trionfo, insieme a te, finale pensoso: ma sì, Dolcenera, sei tu enfasi Bontà a confronto: quella di zio Zarrillo (un un tour, suonato davvero attraverso tutta Italia: Vecchioni. Ed è vero che capisci, quando senti nel tempio dell'enfasi. Sei proprio tu Sanremolo. onesto lavoratore di Sanremo) con gli occhiali quello che stanno per intraprendere i Nomadi. dei cantanti, dove non hai potuto invocare né la li- turgia kitsch degli Al Bano e dei Mino Reitano né VISTI IN TV È finita davvero.