Ente Comunità di Vigo Rendena [1384] - 1810 agosto 31

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Archivi prodotti Documentazione dell'archivio della Comunità di Vigo Rendena, [1384] - 1810 agosto 31 di Vigo Rendena, [1384] - 1810 agosto 31

Storia Il comune di Vigo Rendena, situato nella parte meridionale della valle a 614 metri di altitudine sul livello del mare, è disposto lungo la strada statale e in parte sulle pendici orientali del monte Calvèra (1). L'abitato di Vigo si trova proprio nel punto in cui la valle si allarga con maggiore decisione; la Rendena è infatti una valle piuttosto stretta, che si trova al punto di sutura di due grandi blocchi montuosi, il Brenta e l' Adamello. La sua estensione in lunghezza, dalla stretta della chiesa di san Vigilio vicino a Tione fino all'ultimo paese della valle () è di circa 17 chilometri e in uno spazio così ristretto e poco propizio agli insediamenti umani sono sorti ben 19 paesi (2). La val Rendena, assieme alla busa di Tione e alle valli di Bono e del Chiese forma le Giudicarie Interiori (3). Esse fin dai tempi più remoti godevano di particolari condizioni all'interno della complessa compagine del principato vescovile: erano infatti governate da un vicario episcopale e da un capitano, che aveva poteri politico - amministrativi. Fondamentale nella storia istituzionale della Giudicarie era stato lo statuto emanato nel 1407 dal principe vescovo Giorgio di Hack. Tale provvedimento stabiliva "l'adeguamento agli 'statuta' et 'decreta' della città di come testo base per l'amministrazione della giustizia, la definizione degli obbligi in materia fiscale e di fazioni militari, le larghe franchigie commerciali" (4). Gli statuti e privilegi di cui la vallata nel suo complesso godeva non escludevano rapporti diversi tra vescovo e le singole comunità. L'organizzazione interna di queste ultime si basava sull'osservanza dei capitoli contenuti negli statuti o carte di regola. Esse sancivano le norme per la convivenza civile nella comunità, codificando le antiche usanze e consuetudini del paese (5). Il fulcro centrale, l'organo cui dovevano far capo tutte le decisioni importanti era l'assemblea generale annuale, la regola, che aveva il potere di fissare le norme dello statuto e di eleggere ogni anno le persone preposte alle varie cariche; le regole minori o piccole potevano essere convocate ogni qual volta lo avessero richiesto degli affari di un certo rilievo. In entrambi i casi, le assemblee erano formate da tutti i capifamiglia, chiamati quasi sempre 'vicini', residenti nel villaggio con stabile dimora e in possesso dei diritti comunitari (6).
Sicuramente anche l'organizzazione istituzionale di Vigo Rendena era simile a quella delle altre comunità di villaggio trentine, ma non è possibile conoscerne nel dettaglio la struttura amministrativa dal momento che nell'archivio non si è rintracciata la relativa carta di regola.
Modificazioni radicali nell'ambito del secolare assetto delle comunità trentine si verificarono tra il 1796 e il 1810, allorquando le riforme attuate dalle amministrazioni bavarese e napoleonica spazzarono via le antiche 'consuetudines', creando una frattura sostanziale rispetto agli ordinamenti comunitari che, attraverso una serie di disposizioni, vennero a cessare definitivamente.
Dopo la breve occupazione francese (1797 - 1801), con la pace di Luneville (9 febbraio 1802) i principati vescovili di Trento e Bressanone furono secolarizzati in quanto i loro territori dovevano servire per indennizzare i principi tedeschi delle perdite subite al di là del Reno (7). La prospettiva che il principato potesse andare, in base al complesso sistema delle indennizzazioni al granduca di Toscana, fu smentita dal trattato di Parigi concluso tra la Francia e Francesco I d'Austria, in forza del quale il principato venne annesso alla Contea del Tirolo (8). L'amministrazione austriaca attuò una serie di interventi, che nel loro complesso miravano a uniformare gli ex - principati vescovili alle altre province asburgiche. Dal punto di vista amministrativo il territorio venne diviso nei due circoli di Trento e , dipendenti dal governo provinciale di Innsbruck, che il 5 gennaio 1805 emanò una circolare mediante la quale si subordinava la convocazione delle regole all'assenso preventivo delle autorità superiori.
Un'ulteriore novità si ebbe il 4 gennaio 1807 quando il governo del Regno di Baviera, al quale erano stati 1/2

ceduti i due ex - principati dopo la sconfitta subita dall'Austria ad opera di Napoleone, emanò una legge volta ad abolire le regolanie maggiori e minori (cioè essenzialmente le competenze giudiziarie in prima e seconda istanza dei regolani maggiori e minori nelle cause civili riguardanti la gestione dei beni della comunità e dei vicini).
Frattanto le intricate vicende belliche determinarono un nuovo cambiamento di carattere politico - istituzionale per il Tirolo meridionale, che con il decreto di Le Havre del 28 maggio 1810 venne annesso al Regno d'Italia napoleonico e assunse il nome di Dipartimento dell'Alto Adige. Con decreto vicereale 24 luglio 1810 il territorio venne suddiviso in cinque distretti: Trento, Rovereto, Riva, e Bolzano, mentre con quello del 23 agosto si organizzarono capillarmente le strutture amministrative del Dipartimento dell'Alto Adige, introducendo la legislazione comunale vigente nel Regno d'Italia.

Fonti normative Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, sul sistema comunale Ordinanza del cesareo regio Giudizio provinciale ed unitovi Capitaniato circolare ai Confini d'Italia del 5 gennaio 1805, che estende a tutto il territorio la circolare dell'i. r. Uffizio capitaniale del Circolo ai Confini d'Italia del 10 maggio 1787, che proibisce la convocazione delle regole generali senza preventiva autorizzazione delle autorità Ordine sovrano del re di Baviera 30 dicembre 1807, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno Legge 4 gennaio 1807, Abolizione delle Regolanie maggiore e minore Ordine generale del re di Baviera, 24 febbraio 1808, concernente l'amministrazione generale della facoltà delle fondazioni e comunale nel Regno di Baviera, Foglio del Governo n. 5

Fonti archivistiche e bibliografia

Note (1) Cfr. GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino occidentale, Trento 1959, pp. 533-534.
(2) Cfr. TOMASINI R., Il dialetto della Val Rendena, Trento 1990, pp. I-III. Per ulteriori notizie sulla val Rendena cfr. inoltre CRISTEL C., La verde valle, Trento 1983.
(3) Le Giudicarie sono divise in Giudicarie Interiori e Giudicarie Esteriori dallo spartiacque del Gruppo del Brenta a nord e dalle Alpi ledrensi a sud. Nelle Giudicarie Interiori la val Rendena occupa la parte settentrionale delimitata a nord dal passo Campo Carlomagno (m. 1681) e a sud dalla confluenza del torrente Finale nel Sarca (m. 587). Cfr. ANTOLINI M., Giudicarie, Trento 1983, p. 18.
(4) Cfr. VARANINI G., Il vescovo Hinderbach e le comunità rurali trentine, IN: Il principe vescovo Johannes Hinderbach (1465-1486) tra Medioevo e Umanesimo, a cura di ROGGER I. e BELLABARBA M., Trento 1989, p. 187.
(5) Cfr. NEQUIRITO M., Le carte di regola e le comunità rurali trentine. Introduzione storica e repertorio bibliografico, Mantova 1988, p. 9 e seg.; cfr. inoltre CAPUZZO E., Carte di regola e usi civici nel Trentino, IN: "Studi trentini di scienze storiche", LXIV (1985), pp. 383-389.
(6) Cfr. GIACOMONI F., Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, vol. I, Milano 1991, p. XVIII.
(7) Cfr. CORSINI U., Storia del Trentino nel secolo XIX, Rovereto 1963, p. 65 e seg.
(8) Cfr. KOEGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento 1964, pp. 393-403.

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