STUDI MIGRATION EMIGRAZIONE STUDIES Rivista Trimestrale Quarterly Journal CENTRO STUDI EMIGRAZIONE - ROMA

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STUDI MIGRATION EMIGRAZIONE STUDIES Rivista Trimestrale Quarterly Journal CENTRO STUDI EMIGRAZIONE - ROMA STUDI MIGRATION EMIGRAZIONE STUDIES rivista trimestrale quarterly journal CENTRO STUDI EMIGRAZIONE - ROMA ANNO LI – APRILE-GIUGNO 2014 – N. 194 SOMMARIO New Media & Migrazioni a cura di GABRIELE BELTRAMI In memoria di padre Graziano Tassello 179 – Introduzione, Gabriele Beltrami 186 – La stampa cattolica di emigrazione in Europa, Giovanni Graziano Tassello † 193 – I migranti dalla carta stampata ai social network, Mario Morcellini e Valeria Lai 205 – L’emigrazione e l’audience: un rapporto da approfondire, Roberta Gisotti 215 – Buone pratiche per un giornalismo sociale nell’era di Internet, Paola Springhetti 225 – L’immigrazione tra politica e mass media, Valeria Lai 235 – Lampedusa Rap. La frontiera vista da Sud. Tra rap, poesia e social network, Gabriele Del Grande 244 – Recognising the dignity of ageing. Implications for Italian elder- ly migrants in Australia, Tony Paganoni 275 – Libyan Jews in Rome: integration and impact on the Roman Jewish Community, Luisa Natale e Pia Toscano Coordinatore editoriale: Matteo Sanfilippo © - Centro Studi Emigrazione - Roma 2014 296 – Historia y dinamicas de las migraciones. Factor de cambios políticos y sociales de las sociedades africanas, Mohamed Abdillhai Bahdon 314 – L’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 e le sue ripercussioni in Svizzera: i rapporti diplomatici e la riorganizzazione dell’im- migrazione italiana, Andrea Matteini 339 – Recensioni 347 – Segnalazioni 178 «Studi Emigrazione/Migration Studies», LI, n. 194, 2014. Introduzione New Media & Migrazioni New Media & Migrazioni: è questo il binomio scelto come tema generale della prima Tavola Rotonda che CSER, SIMI, Ufficio Comu- nicazione Scalabriniani (UCoS), con il sostegno della Fondazione Mi- grantes, hanno realizzato nel maggio del 2013 a Roma e di cui ora raccogliamo i contributi in questo numero di Studi Emigrazione. Le ragioni di tale opzione sono, a mio avviso, pressanti: in primo luogo i passi da gigante compiuti dai mezzi di comunicazione in questi ultimi anni obbligano ad una analisi e ad una conoscenza degli stessi sempre più approfondita; dall’altro lato, il fenomeno della mobilità, connatura- to all’essere umano e per definizione in perenne mutamento, è spesso oggetto – e poche volte soggetto – delle nuove forme comunicative del secolo XXI. Come missionari scalabriniani, al fianco dei migranti da quasi 130 anni in un’azione pastorale e sociale, immersi come siamo nella cultu- ra postmoderna e fluida, per dirla con il sociologo Zygmunt Bauman1, ci sentiamo chiamati ad esprimere il nostro punto di vista su tale bino- mio. Abbiamo scelto di farlo anche in forma scientifica attraverso le re- lazioni che, rielaborate, arricchiscono questo volume di Studi Emigra- zione. Sappiamo bene, però, di non essere delle voci slegate da radici profonde, dal momento che l’ispirazione principale risiede nello stesso Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza e fondatore della no- stra famiglia religiosa. Il suo spendersi e intravedere nel suo tempo, un bisogno rimasto inascoltato, come quello espresso dagli italiani che partivano in massa verso le Americhe, attivandosi nel servizio socio- pastorale verso di loro, è stato per lui un impulso nato, oltre che da una visione di fede, anche da considerazioni storiche e sociologiche: • come uomo di fede, vedeva il piano di Dio all’opera nella storia umana ed era convinto che, proprio attraverso l’incontro e talvolta lo scontro tra le culture e le mentalità, si prepara un mondo nuovo; 1 Cf. Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2011. 179 • come uomo attento ai fenomeni sociali, percepiva il fenomeno mi- gratorio come parte integrante, sul piano internazionale, della questio- ne sociale e operaia; • come intellettuale, è stato il primo (e per decenni il solo) a com- prendere e intuire il fenomeno migratorio nella sua vastità e perma- nenza, oltre che quale strumento di incontro tra le varie etnie, culture e religioni2. D’altro canto, nell’intuizione di Scalabrini come fondatore, s’intra- vede una peculiarità nel ruolo di comunicatore, qualità trasmessa in eredità a quanti ne condividono ancora l'azione: Il Fondatore obbediva al mandato apostolico di portare il messaggio evangelico ai più poveri e ai più lontani: mandato che animò tutta la sua azione e fu all’origine di quegli aspetti caratteristici della sua pastorale, nei quali scopriamo le sorgenti del nostro spirito missionario. Promosse infatti l’opera a favore dei sordomuti, per comunicare la parola di Dio alle creature più isolate. Si fece apostolo del catechismo, quale strumento fondamentale per diffondere in ogni cuore la fede. Si preoccupò delle mondariso e soprattutto della nascente classe operaia, che si andava organizzando al di fuori e contro la Chiesa3. Non furono soltanto vicende contingenti a condurlo ad esporsi in una comunicazione che utilizzasse i mezzi a disposizione in quell’epoca. Dotato di una vivacità intellettuale non comune, egli seppe interpretare in modo personale, se non proprio originale, talune idee comuni. La pa- rola d’ordine per Scalabrini è stata dunque: comunicare, diffondere. La presente raccolta di articoli, se da una parte è nata “a servizio” dello specifico e delimitato campo dei nuovi media e del loro rapportarsi con il fenomeno migratorio, dall’altro si può leggere in questa continui- tà “carismatica” (termine da intendersi nell’accezione che oggi anche le scienze sociali adottano, ossia di un individuo, Scalabrini, come pure di coloro che sono in grado di esercitare una funzione di leadership per in- nate qualità o attributi) di cui si è detto. I contributi, diversi per messa a fuoco, stile e approccio scientifico, sono aperti dall’omaggio a P. Gra- ziano Giovanni Tassello, missionario scalabriniano, negli ultimi 16 anni direttore del Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione (CSERPE) di Basilea e recentemente scomparso. Egli aveva offerto sulle pagine di 2 Per una più dettagliata e completa trattazione di questo tema, rimando a An- tonio Negrini, Pensiero e azione sociale di Scalabrini, Filosofia sociale della Mobi- lità umana, Anno Accademico 2004-2005 – II semestre, SIMI-Pontificia Università Urbaniana, Roma 2005, pp. 370 e ss. 3 Cf. Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani), Regole di Vita, n° 3, [s.e.], Roma 1999, pp. 12-13. 180 questa storica rivista (175/2009) una sua riflessione sulla stampa catto- lica di emigrazione in Europa della quale riproponiamo un estratto dal titolo «Le testate pubblicate in Italia». In esso l’autore ripercorre me- ticolosamente l’iter storico di alcune riviste e pubblicazioni, mostran- do le differenze di approccio e l’evoluzione delle stesse. Significativa la conclusione nella quale, con lucidità, evidenzia per tutte «il rischio di perdere la rilevanza» goduta un tempo da queste testate a causa di sfide da affrontare, quali: la naturale predilezione delle seconde generazioni per la lingua del posto, il crescente uso di internet, l’invasione della TV che minaccerebbe il gusto della lettura, i costi di stampa e spedizione. Questa battuta finale, aperta “profeticamente” su un futuro che lo ha visto in parte tra i protagonisti del dibattito, ci porta a contestualizzare la realtà della migrazione nel mutamento “epocale” scaturito dall’evo- luzione della comunicazione e dei media stessi. Muovendoci sul tema specifico proposto dal binomio new media e migrazioni, ad aprire questa raccolta di articoli è il contributo di Mario Morcellini, professore ordinario in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, direttore del Coris - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, coadiuvato da Valeria Lai, ricercatore presso l’EURI- SPES e dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione presso l'Uni- versità degli Studi di Roma “La Sapienza”. La loro presentazione del tema «I migranti dalla carta stampata ai social network» entra subito in medias res, mostrando come, nonostante l’immigrazione si presenti nella società in molteplici volti, i mezzi di informazione italiani quoti- dianamente ne omogeneizzino la realtà, bypassando termini che di fatto si riferiscono a storie e piani diversi, favorendo la confusione e la distor- sione dell’immagine finale. Il problema della sicurezza è generalmente collegato al tema dell’immigrazione e, perciò, risultano essere gli argo- menti dominanti nei dibattiti politici e mediali in genere. I nuovi media e i social network, moltiplicando la produzione e la diffusione di notizie, permettono di fatto ad ogni individuo di partecipare alla discussione pubblica. Tuttavia il web non è immune dall’influenza del linguaggio ideologico e stereotipato, danneggiando la considerazione delle diverse etnie nell’immaginario collettivo. Non deve stupire, allora, il voltafaccia dell’Italia verso il diverso, l’estraneo, pur essendo stata a lungo, per cul- tura, luogo di incontro tra persone provenienti da paesi diversi. Ci consente di approfondire e focalizzare maggiormente l’argomen- to in oggetto il saggio di Roberta Gisotti, giornalista di Radio Vaticana e autrice di due volumi sul tema dell’audience e dei mezzi di comuni- cazione4, la quale affronta il legame tra emigrazione e media-audience. 4 Roberta Gisotti, La favola dell’auditel, Editori Riuniti, Roma 2002; Roberta Gisotti, La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro, Nutri- menti, Roma 2005. 181 L’autrice si avventura, come ammette lei stessa, su un terreno poco indagato dalla saggistica, svelando, senza mezzi termini, le astuzie im- piegate dai comunicatori per presentare specifiche angolature di tale tematica, giungendo
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