STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE

Relazione

(l.r.12/2009 art. 19, all. H)

Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

2 maggio 2012

Committente: Vallet Enrico Giovanni Via C.Gex 75, 11011 Arvier (Ao)

Estensori Studio di impatto Ambientale:

Dott. For. Elena PITTANA Reg. Amérique 9, 11020 Quart (Ao), 0165.775167 [email protected]

Geom. Ennio BOVET Ing. Andrea VICQUÉRY Geol. Jean Marie CROTTI EAULOGIE s.r.l. Dott. Ettore BORDON

Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

SOMM ARI O 1 Premessa ...... 4 2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO ...... 5 2.1 Localizzazione ...... 5 2.1.1 Il bacino idrografico ...... 6 2.1.2 Uso del suolo ...... 9 2.1.3 Caratteristiche climatiche ...... 11 2.2 Illustrazione dei vincoli territoriali ed ambientali caratterizzanti il sito oggetto di intervento e verifica della compatibilità dell'intervento con la pianificazione territoriale ed ambientale ...... 14 2.2.1 Schema dei vincoli ed autorizzazioni necessarie ...... 14 2.2.2 Piano Regolatore Generale Comunale ...... 15 2.2.3 Vincolo idrogeologico ...... 16 2.2.4 Ambiti inedificabili ...... 16 2.2.5 Piano Territoriale Paesistico ...... 19 2.2.6 Vincolo paesaggistico ...... 21 2.2.7 SIC- ZPS ...... 21 2.2.8 Piano tutela acque ...... 21 2.2.9 D.M. 11 marzo 1988 ...... 21 2.3 Descrizione delle caratteristiche del progetto e delle esigenze di utilizzazione del territorio durante le fasi di costruzione e di funzionamento ...... 22 2.3.1 Idrologia e caratteristiche del prelievo ...... 22 2.3.2 Caratteristiche tecniche ...... 23 2.4 Accessi ai manufatti ed aree interessate all’esecuzione delle opere ...... 26 2.5 Stima dei costi ...... 26 2.6 Modalità di realizzazione dell'intervento e tempi di attuazione ...... 27 2.7 Descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con particolare riferimento a: ..27 2.7.1 Natura e quantità dei materiali impiegati; ...... 27 2.7.2 Valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previste (inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, rumore, vibrazione, luce, calore, radiazione, eccetera) risultanti dall'attività del progetto proposto ...... 27 2.7.3 Descrizione della tecnica prescelta, con riferimento alle migliori tecniche disponibili a costi non eccessivi, e delle altre tecniche previste per prevenire le emissioni degli impianti e per ridurre l'utilizzo delle risorse naturali, confrontando le tecniche prescelte con le migliori tecniche disponibili ...... 29 3 DESCRIZIONE DELLE ALTERNATIVE PRESE IN ESAME DAL PROPONENTE, COMPRESA L'ALTERNATIVA ZERO, CON INDICAZIONE DELLE PRINCIPALI RAGIONI DELLA SCELTA, SOTTO IL PROFILO DELL'IMPATTO AMBIENTALE...... 31 4 DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI DELL'AMBIENTE POTENZIALMENTE SOGGETTE AD UN IMPATTO IMPORTANTE DA PARTE DEL PROGETTO PROPOSTO ...... 32 4.1 Popolazione ...... 32 4.2 Habitat ...... 33 4.2.1 RELAZIONE DI INCIDENZA ...... 33 4.3 Fauna ...... 43 4.3.1 Mammiferi ...... 43

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4.3.2 Avifauna ...... 44 4.3.3 Ittiofauna ...... 44 4.4 Vegetazione ...... 45 4.5 Paesaggio ...... 47 4.5.1 Morfologia e sistemi paesistici ...... 47 4.5.2 Elementi caratterizzanti il paesaggio ...... 49 4.5.3 Visibilità ...... 51 4.6 Rumore ...... 51 4.6.1 Limiti acustici vigenti nella zona di studio...... 51 4.6.2 Il clima acustico Ante Operam nella zona di studio ...... 53 4.7 Geologia ed idrogeologia ...... 54 4.8 Aria ...... 56 4.8.1 Normativa vigente in tema di inquinamento atmosferico ...... 57 4.8.2 Individuazione dei ricettori potenzialmente interessati ...... 57 4.8.3 Individuazione degli inquinanti ...... 58 4.9 Acqua ...... 61 4.10 Beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, nonché il patrimonio agroalimentare...... 61 5 DESCRIZIONE DEI PROBABILI IMPATTI RILEVANTI (DIRETTI ED EVENTUALMENTE INDIRETTI, SECONDARI, CUMULATIVI, A BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE, PERMANENTI E TEMPORANEI, POSITIVI E NEGATIVI) DEL PROGETTO PROPOSTO SULL'AMBIENTE, CAUSATI: ...... 62 5.1 Dall'esistenza del progetto ...... 62 5.1.1 Popolazione ...... 62 5.1.2 Habitat ...... 62 5.1.3 Fauna ...... 62 5.1.4 Vegetazione ...... 64 5.1.5 Paesaggio ...... 64 5.1.6 Geologia e idrologia ...... 65 5.1.7 Acqua ...... 66 5.1.8 Atmosfera ...... 66 5.1.9 Fattori climatici ...... 66 5.2 Dall'utilizzazione delle risorse naturali ...... 66 5.2.1 Popolazione ...... 66 5.2.2 Habitat ...... 66 5.2.3 Fauna ...... 66 5.2.4 Vegetazione ...... 67 5.2.5 Suolo ...... 67 5.3 Dall'emissione di inquinanti, dalla creazione di sostanze nocive e dallo smaltimento dei rifiuti, nonché la descrizione da parte del proponente dei metodi di previsione utilizzati per valutare gli impatti sull'ambiente ...... 67 5.3.1 Emissione di inquinanti e polveri ...... 67 5.3.2 Radiazioni elettromagnetiche – radioattivita ambientale – inquinamento luminoso ...... 68 6 UNA DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE PER EVITARE, RIDURRE E, OVE POSSIBILE, COMPENSARE RILEVANTI IMPATTI NEGATIVI DEL PROGETTO SULL'AMBIENTE ...... 69

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6.1 Popolazione ...... 69 6.2 Habitat ...... 69 6.3 Fauna ...... 70 6.4 Vegetazione ...... 70 6.5 Paesaggio ...... 72 6.6 Rumore ...... 72 6.7 Geologia e idrologia ...... 72 6.7.1 Suolo ...... 73 6.8 Acqua ...... 73 6.9 Aria ...... 73 6.9.1 Mitigazione degli impatti relativi all’emissione di polveri e sostanze inquinanti ..73 6.9.2 Mitigazione degli impatti relativi alle radiazioni elettromagnetiche ...... 73 6.9.3 Mitigazione degli impatti relativi all’inquinamento luminoso ...... 73 7 ANALISI COSTI/BENEFICI DEL PROGETTO ...... 74 7.1 Stima costo dell’opera ...... 74 7.2 Stima sommaria dei costi di gestione ordinaria ...... 75 7.3 Ricavi previsti ...... 75 7.4 Considerazioni costi –benefici ...... 76 8 DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE PER IL MONITORAGGIO ...... 77 9 RIASSUNTO NON TECNICO DELLE INFORMAZIONI TRASMESSE ...... 78 9.1 L’impianto ...... 78 9.1.1 Dove si localizza ...... 78 9.1.2 Tipologia di impianto ...... 78 9.1.3 Opere previste ...... 78 9.1.4 Portate derivabili ...... 79 9.1.5 Aree di accesso ed interferenze ...... 80 9.1.6 Costi ...... 80 9.2 Le alternative esaminate ...... 80 9.3 L’ambiente in cui si inserisce ...... 80 9.4 La compatibilità con le norme vigenti ...... 82 9.5 Gli impatti ...... 83 9.6 Le misure di mitigazione ...... 85 9.7 Conclusioni ...... 86 10 SOMMARIO DELLE EVENTUALI DIFFICOLTÀ (LACUNE TECNICHE O MANCANZA DI CONOSCENZE) INCONTRATE DAL PROPONENTE NELLA RACCOLTA DEI DATI RICHIESTI E NELLA PREVISIONE DEGLI IMPATTI ...... 88

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1 P REMESSA

La sottoscritta Dott. For. Elena Pittana, iscritta all’ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Valle d’Aosta al n. 47 con studio tecnico in Quart (Ao), reg. Amérique 9, ha ricevuto dal Committente Sig.Enrico Giovanni VALLET l’incarico di redigere lo Studio Preliminare Ambientale e lo Studio di Impatto Ambientale relativo al progetto di “Centralina idroelettrica in Fraz. Marais del Comune di Morgex” redatto dal Geom. Ennio Bovet.

L’impianto in progetto, relativo alla domanda in data 12/5/2010 per la sub concessione di derivazione d’acqua della Dora Baltea in loc. Marais del comune di Morgex, sfrutta un salto lordo di 3,10 metri ed è in grado di produrre una potenza media nominale di 260,72 kW e massima nominale di 471,08 kW, pertanto ai sensi della L.R. 12/2009 rientra nell’Allegato B e deve essere sottoposto a verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.

In data 31.10.2011 è stata consegnata al Servizio valutazione ambientale la documentazione relativa al progetto per la verifica di assoggettabilità a VIA dell’intervento.

Il 15.12.2012 con provvedimento dirigenziale n° 5824 il caposervizio dichiara l’assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.

Si procede quindi alla stesura dello Studio di impatto ambientale ai sensi della L.R. 12/2009 con la collaborazione dei seguenti professionisti:

• il geom. Ennio Bovet per la parte progettuale e di cantieristica; • l’ing. Andrea Viquèry per gli aspetti idrologici ed idraulici; • la soc. Eaulogie s.r.l. per le indagini ambientali e ittiofaunistiche; • il geol. Jean Marie Crotti per gli aspetti geologici e geotecnici; • il dott. Bordon Ettore per le indagini acustiche • la sottoscritta dott. for. Elena Pittana per la parte vegetazionale, faunistica e paesaggistica nonché per il coordinamento.

L’istanza di V.I.A. viene presentata alla struttura composta dai seguenti elaborati:

• progetto definitivo; • studio di impatto ambientale (SIA redatto secondo i contenuti previsti dall’allegato H ai sensi dell’art. 19 della L.R.12/09 e comprensivo della relazione di incidenza) ad essa si allegano:

• relazione idrologica idraulica; • analisi ambientali sul torrente Dora Baltea; • relazione di compatibilità con il PTA • relazione geologica, perizia geotecnica e studio di compatibilità; • relazione di previsione di impatto acustico.

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2 DESCRIZIONE DEL PROGETTO

2.1 LOCALIZZAZIONE

L’opera di derivazione idroelettrica in progetto si situa sul fondovalle in Comune di Morgex (Ao) a quota 893 m s.l.m., in località Marais, sulla sponda sinistra della Dora Baltea in un’area attualmente utilizzata come cava di inerti, confinante con la Riserva Naturale del Marais (sito SIC cod. IT 1203010).

Al catasto censuario del comune di Morgex i mappali interessati dalle opere sono individuati sul foglio 22 mappali 65, 84, e 87 nonché 172, 173 e 174 già pressoché interamente inglobati all’alveo con la costruzione dell’argine esistente. L’area interessata dalle opere è di proprietà della società proprietaria della cava di cui il committente del presente progetto è un rappresentante.

L’opera in progetto, come dettagliatamente descritto in seguito, è di tipo puntuale in quanto tutto l’impianto ha uno sviluppo lineare di poche decine di metri e verrà realizzato a cavallo della soglia di fondo in c.l.s. già presente in alveo. Le sponde della Dora, nel tratto in cui si prevede la realizzazione dell’opera, allo stato attuale sono consolidate con una scogliera e risultano pressoché prive di vegetazione. Al centro dell’alveo, a valle della traversa, è presente un isolotto di depositi fluviali colonizzato da un popolamento boscato che per composizione e struttura è del tutto analogo ai popolamenti presenti sulla sponda sinistra del torrente all’interno dell’area protetta. Tale isolotto appare attualmente compromesso per l’avanzare di fenomeni erosivi a carico della porzione posta a monte.

Il cavidotto per la consegna dell’energia elettrica avrà uno sviluppo ridotto (100 m) e percorrerà esclusivamente le aree di pertinenza della cava per consegnare l’energia ad una cabina elettrica già presente.

Foto 1: il torrente a valle dello sbarramento

Foto 2: sponda a monte dello sbarramento Foto 3: salto di fondo (nel testo citato anche come attraversamento o briglia)

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Foto 4: sponda a valle dell’attraversamento Foto 5: isolotto centrale a valle della briglia

Foto 6: ramo in destra a valle della briglia Foto 7: cabina di consegna elettrica dell’energia

2.1.1 IL BACINO IDROGRAFICO

Il bacino sotteso dall’impianto in oggetto ha una superficie di circa 436,6 km2, superiore ad un ottavo della superficie complessiva della Valle d’Aosta.

I principali sottobacini compresi dal bacino idrografico in esame sono:

• Alto Bacino Dora Baltea • Bacino Dora di Ferret • Bacino Dora di Verney

Inoltre confluiscono nella Dora Baltea a monte della sezione di chiusura, i seguenti bacini di primaria grandezza:

• In sinistra orografica: Dora di Veny, Torrente Dolonne ,Torrente Arpettaz, Dora di La Thuile, Torrente d’Arpy; • In destra orografica: Dora di Ferret, Torrent de Tsapy, Torrent Lavanchers, Torrente di Colombaz

Dal punto di vista orografico l’asta della Dora Baltea ha origine dalla confluenza della Dora di Ferret con la Dora di Veny. Nel primo tratto, interessato dall’opera in progetto, scorre procedendo da fino a Villeneuve con direzione Nord-Ovest Sud-Est. La sezione di chiusura delimita la parte alta della vallata sottendendo un bacino le cui caratteristiche principali sono:

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• Sezione di chiusura: 893,0 m s.l.m. (Loc. Marais) • Superficie: 436,6 km2 • Altezza massima : 4810,0 m s.l.m. (Monte Bianco) • Altezza media: 2347,0 m s.l.m. • Piovosità media: 1313,6 mm/anno

La linea spartiacque, in senso orario a partire dalla sezione di chiusura tocca le seguenti cime:

Interno alla Valle d’Aosta:

Mont Charvet, Becca Pouegnenta, Col d’Ameran, Col de la Serra, Mont Lussé, Pas de Leseney, Mont Mochet, Tete de Paramont, Becca Blanche, Becca Noire, Pas de Planaval, Doravidi, Tete du Rutor, Becca du Lac.

Verso la Francia:

Tete du Rutor, Grand Assaly, Mont Charvé, Roc rouge, Mont Valaisan, Bella valletta, Mont Belvedere, Col du Petit Saint Bérnard, Crete du Verney, Mont de la Fourclaz, Aiguille de l’Hérmite, Mont Miravidi, Pointe Lechaud, Col de la Seigne, Piramides Calcaires, , Aiguille de la Lex Blanche, Aiguilles de Trelatete, Tete Carrée, Col Infranchissable, Col du Miage, Aiguilles Grises, Tour des Aiguilles Grises, , Dôme du Gouter, , Mont maudì, , , Tour de Jethoula, Dent du Geant, Dôme du Rochefort, , Pointe des Hirondelles, , Aiguille de Talèfre, Pointes des papillons, Aiguilles de Triolet, .

Verso la Svizzera:

Mont Dolent, Mont Grapillon, Pointe Volluz, Pointe Allobrogia, Tete Ferret, Arète des Econduits, Pinte de la Combette, Aiguille des Angroniettes, Mont Grand Goillat.

Interno alla Valle d’Aosta:

Mont Grand Goillat, Mont petit Goillat, Aiguille de la belle Combe, Mont Tapie, Col de Malatra, Aiguille d’Artanavaz, Cote de Sereina, Tete de Sereina, Tete des Fra, Pointe Fetita.

La tabella seguente riporta i principali parametri geo-morfologici caratterizzanti il bacino in esame.

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Tabella 1: Principali parametri geo-morfologici del bacino in esame BACINO SOTTESO DORA BALTEA

PARAMETRO NOME PARAMETRO VALORE DESCRIZIONE PARAMETRO

Rappresentazione 3D

A area del bacino 436,60 area della proiezione orizzontale del bacino delimitato dallo spartiacque topografico km2

P perimetro del 108,83 lunghezza del contorno del bacino bacino km

L lunghezza dell’asta 28,45 km lunghezza misurata dallo spartiacque alla sezione di chiusura fluviale principale

Rc rapporto di 0,46 rapporto tra l’area del bacino A e l’area del cerchio di uguale perimetro P circolarità

Ru coefficiente di 1,47 Rapporto tra il perimetro del bacino P e la circonferenza del cerchio di uguale area A (Horton 1932) uniformità

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Ra rapporto di 0,83 Rapporto tra il diametro del cerchio di uguale area A e la lunghezza dell’asta principale L (Schumm 1956) allungamento

Rf fattore di forma 0,54 Rapporto tra l’area A del bacino ed il quadrato della lunghezza dell’asta fluviale principale L (Gregory e Walling 1973)

H max Altezza massima 4810 m Altezza sul livello del mare del punto più elevato s.l.m.

Hm Altezza media 2347 m Altezza media pesata in funzione delle superfici isoaltimetriche s.l.m.

Pmed Piovosità media 1313,6 Piovosità media ponderata mm/anno

Ci Curva ipsografica Curva che esprime l’area del bacino in funzione della quota della sezione di chiusura

CURVA IPSOGRAFICA 5000

4500

4000

3500

3000

2500

Quota mQuota s.l.m. 2000

1500

1000

500

0 0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00 350,00 400,00 450,00 500,00 Area kmq

Pl Profilo longitudinale Esprime l’altezza dell’asta fluviale in funzione della lunghezza progressiva

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PROFILO LONGITUDINALE 5000

4500

4000

3500

3000

2500

Quota mQuota s.l.m. 2000

1500

1000

500

0 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 Lunghezza km

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2.1.2 USO DEL SUOLO

Il territorio in esame, così come tutto il fondovalle della regione presenta un elevato grado di antropizzazione, con diverse infrastrutture lineari (autostrada, ferrovia, strade regionali di importanza internazionale, strade comunali) e puntuali (centri abitati, aree industriali, aree estrattive). Nella fitta maglia derivante dall’intersezione delle diverse opere si osservano ancora lembi residuali boscati alternati a aree prative irrigue e a numerosi incolti erbacei ed arbustivi.

In particolare l’area limitrofa all’intervento in progetto si caratterizza per un contrasto netto tra la cava e i suoi depositi e la riserva naturale del Marais, tra zone prive di vegetazione e aree boscate igrofile tipiche del fondovalle originario, tra presenza antropica intensiva e gestione minima del territorio. Il confine è netto e ben delimitato e l’area umida risulta essere circondata da attività antropiche che hanno plasmato il paesaggio, rendendola un’oasi rara sul fondovalle. Peraltro la sua sussistenza è legata al mantenimento del livello idrico attuale, garantito dalla presenza dello sbarramento idroelettrico.

La rete viaria è preponderante con l’autostrada e il suo svincolo sullo sponda destra, ove è presente anche una pista poderale ad uso ciclabile lungo la Dora, il ponte di collegamento con la strada regionale che corre parallela al fondovalle in sinistra idrografica, affiancata a poche decine di metri dalla ferrovia.

Il centro abitato di Morgex, con la frazione Ruine si trova a circa un chilometro a nord-ovest dell’opera in progetto e quello di La Salle dista poco di più in direzione est. In prossimità della località Marais sono presenti solo alcune case sparse poste lungo la strada regionale, l’incubatoio ittico di valle ed un caseificio, oltre agli edifici di pertinenza della cava e della centrale idroelettrica dell’impianto CVA. A nord in prossimità del confine settentrionale dell’area umida del Marais è situato un campeggio.

Allontanandosi dal fondovalle e risalendo lungo i versanti della vallata il grado di naturalità del territorio aumenta, con boschi, maggiormente abbondanti in destra idrografica ed in progressiva espansione nei versanti in esposizione sud ove le formazioni arboree stanno colonizzando gli ex coltivi in stato di abbandono preceduti da facies transitorie di arbusteti eliofili e xerotermici.

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Carta d'uso del suolo

E Legenda

bosco arbusteti e aree verdi di pertinenza urbana prati corsi e specchi d'acqua cava viabilità e aree urbanizzate opera in progetto

Aut. C.T.R. n°1359 del 15.9.2009 1:5.000

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2.1.3 CARATTERISTICHE CLIMATICHE

Per l’analisi della componente climatica del sito in esame si è fatto riferimento all’ “Atlante climatico della Valle d’Aosta” ed. SMS, 2003 (dati meteorologici della stazione di Pré St-Didier) ed ai dati meteorologici forniti dal Centro Funzionale della R.A.V.A. relativi alle stazioni di Morgex capoluogo e Morgex capoluogo serie storica.

2.1.3.1 Regime pluviometrico

Per l’analisi dei dati pluviometrici sono stati analizzati i valori registrati dai pluviometri di

• Pré-Saint-Didier, quota 990 m s.l.m., serie storica 1914-1972

• Morgex capoluogo, quota 938 m s.l.m., serie storica 2001-2011

• Morgex capoluogo storica, quota 930 m s.l.m., serie storica 1913-1941.

Tutte le stazioni, rappresentative del fondovalle e conseguentemente dell’area in studio, pur avendo serie storiche differenti presentano andamenti pluviometrici stagionali analoghi.

Osservando il grafico sottostante si può osservare come la distribuzione stagionale delle piogge tenda ad allinearsi per tutte le stazioni, nonostante la brevità della durata di azione della stazione di Morgex capoluogo, in funzione da soli dieci anni.

confronto andamento pluviometrico

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic morgex capoluogo storica 57,4 49,9 68,9 79,4 63,9 49,5 57,7 65,6 75,6 84,4 84,6 77,8 morgex capoluogo 67,9 42,2 45,7 57,8 79,7 64,2 65,3 67,2 43,7 66,0 77,6 82,1 Pré-St-Didier* 67,0 68,0 64,0 78,7 60,9 56,4 50,8 67,3 74,0 78,8 91,5 79,4

Il regime pluviometrico è assimilabile ad un tipo sub-litoraneo alpino con picco principale autunnale (ottobre –novembre), così come effettivamente osservabile in tutta l’area occidentale della Valle d’Aosta. Per quanto riguarda i minimi l’area in esame presenta un regime con minimo equivalente estivo ed invernale.

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I dati medi annui, compresi a seconda delle stazioni tra 759 e 837 mm/anno, confermano il carattere di continentalità regionale pur essendo leggermente superiori alle medie regionali ed alla zona centrale della valle.

Il numero medio annuo di giorni piovosi si attesta tra 80 e 100; alla stazione di Pré-Saint-Didier il massimo pluviometrico registrato in un giorno è pari a 103 mm (registrato il 26.9.1947).

2.1.3.2 Regime nivometrico

Per quanto concerne le precipitazioni nevose i dati a cui si fa riferimento sono quelli riportati dall’”Atlante climatico” relativi alla stazione di Pré-Saint-Didier.

La media dei giorni nevosi risulta essere di 20. La quantità media annua di neve fresca registrata è pari a 246 cm. Il massimo apporto annuo è di 761 cm registrato nell’inverno 1916-1917, mentre il numero medio annuo di giorni con nevicata è pari a 20, in tali giornate si è registrato un apporto giornaliero massimo di 120 cm (08.01.1917). Il suolo resta generalmente coperto da neve per 105 giorni all’anno e la massima altezza registrata è pari a 184 cm.

In base alla differenza di altitudine si può stimare che la durata del manto nevoso nella località in esame sia pari a circa 70 giorni.

2.1.3.3 Regime termometrico

Per l’analisi dei dati termometrici si è fatto riferimento alla stazione di Morgex capoluogo posta a quota 938 m s.l.m. prendendo come riferimento la serie di valori registrata tra il 1996 ed il 2011.

In tale periodo le medie mensili sono le seguenti:

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic -1,2 1,0 5,2 8,9 13,5 17,4 18,9 18,4 14,1 9,1 3,4 -0,6

La media annua è di circa 9°C, perfettamente attinente a quanto estrapolabile della carta delle isoterme, che per la zona di riferimento indica 8-10°C.

I giorni di gelo stimabili sono circa 132, e occorre evidenziare come il posizionamento sul fondovalle implichi escursioni termiche giornaliere elevate soprattutto nelle giornate terse e poco ventilate. Nel fondovalle inoltre l’escursione giornaliera dell’umidità relativa è elevata con conseguente ristagno di aria umida nei bassi strati.

2.1.3.4 Bilancio idrico

Per valutare gli effetti del clima sulle formazioni vegetali, siano essi popolamenti forestali o cenosi erbacee od arbustive e definire i caratteri della vegetazione potenziale, occorre effettuare un bilancio idrico. Dall’osservazione del diagramma termopluviometrico, si può infatti dedurre se il clima comporta stagioni di deficit idrico.

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Diagramma ombrotermico di Bagnouls e Gaussen stazione di Morgex capoluogo Temp (1996-2011) - precip. (2001-2011)

mm °C 90,0 45,0

35,0 65,0

25,0

40,0

15,0

15,0 5,0

-10,0 -5,0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic precip 67,9 42,2 45,7 57,8 79,7 64,2 65,3 67,2 43,7 66,0 77,6 82,1 temp -1,2 1,0 5,2 8,9 13,5 17,4 18,9 18,4 14,1 9,1 3,4 -0,6

Per la stazione di Morgex capoluogo, unica in zona per la quale si hanno a disposizione sia i dati di temperatura che di precipitazione (seppur riferiti a periodi differenti), non si registrano situazioni di stress idrico. Le precipitazioni, superiori alla media regionale, soddisfano pienamente le esigenze delle formazioni vegetali.

A conferma di tale dato si riportano alcuni indici climatici:

L’indice di continentalità di Gams (valore definito dall’angolo la cui cotangente è pari al rapporto tra precipitazioni e quota) è pari a 51°: valore tipico delle zone intralpine.

Anche l’indice di Lang, che rappresenta un fattore di piovosità dato dal rapporto tra precipitazioni e temperature medie mensili, definisce un clima temperato caldo.

Anche l’indice di aridità di De Martonne, pari a 40, essendo inferiore a 60 indica valori tipici di un clima umido.

2.1.3.5 Componenti climatiche influenzanti l’inquinamento atmosferico

L’esposizione solare è limitata specie nei periodi invernali dalla presenza di rilievi montuosi sull’orizzonte Sud.

Il fondovalle in cui si situa l’intervento è percorso da correnti d’aria giornaliere, le cosiddette brezze di valle e di monte, più accentuate nei mesi estivi, dovute perlopiù a gradienti termici dovuti alle diverse condizioni di irraggiamento solare sui versanti limitrofi che possono periodicamente trasformarsi in venti anche di intensità consistente. Il “foehn”, determinato dalla compressione e dal riscaldamento di aria originariamente umida che, oltrepassando le montagne, lascia il suo carico di pioggia sul versante opposto, risulta essere più frequente durante i mesi invernali.

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2.2 ILLUSTRAZIONE DEI VINCOLI TERRITORIALI ED AMBIENTALI CARATTERIZZANTI IL SITO OGGETTO DI INTERVENTO E VERIFICA DELLA COMPATIBILITÀ DELL'INTERVENTO CON LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED AMBIENTALE

Quale premessa si evidenzia che ai sensi del D.lg 387/03 art.12 comma 1:

“Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti”.

2.2.1 SCHEMA DEI VINCOLI ED AUTORIZZAZIONI NECESSARIE

TIPO DI NON NECESSARIO AUTORIZZAZIONE O PARERE NECESSARIO DA RICHIESTO RILASCIATO RICHIEDERE - Concessione o subconcessione di derivazione di acqua pubblica, ai sensi del R.D. 1775/33 ovvero riconoscimento di derivazione di x acqua pubblica ai sensi della legge 05.01.’94 n. 36. - Autorizzazione ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.lgs 24 febbraio 2004 n. 28 (così come modificato dal D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 156 e D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157 x nonché dal D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 63) - Autorizzazione ai sensi del R.D. 30.12.23 n. 3267 (Vincolo x idrogeologico). - Verifica di assoggettabilità (L.R. 26.05.2009 n. 12). x - Decreto Ministero Sviluppo Economico10 settembre 2010 “Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti x rinnovabili”. - L.R. 20 novembre 2006, n. 26 (Nuove disposizioni per la classificazione, la gestione, la manutenzione, il controllo e la x tutela delle strade regionali) e D.G.R. n. 1243 del 11.05.2007 - Autorizzazione a fini idraulici, ai sensi del R.D. 25.07.1904, n. x 523 (Polizia delle acque pubbliche). -Nulla osta e/o parere vincolante ai sensi della LR 06.04.1998, n° 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della x valle d'Aosta) art. 33, c.8 (aree boscate) - Parere vincolante della Giunta Regionale ai sensi della LR 06.04.1998, n° 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione x territoriale della Valle d'Aosta), art. 34, c.4 (zone umide e laghi) - Nulla osta in deroga ai sensi della LR 06.04.1998, n° 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle x d'Aosta), art. 35, c.2 (terreni sedi di frane) - Parere dell'Autorità idraulica ai sensi dell'art. 35 delle Norme di attuazione del PTP (LR 10.04.1998, n° 13), richiamato l’art. 36 x della L.R. 11/98 (terreni a rischio di inondazione)

- Parere vincolante della struttura reg.le competente in materia di difesa del suolo ai sensi della L.R. 06.04.1998, n° 11 x (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta), art. 37 (valanghe o slavine) - Parere Commissione tecnica (Deliberazione Giunta Regionale n. x 7273 del 08.09.95) per cimiteri. - Parere gruppo di lavoro interassessorile per delimitazione aree di protezione ai sensi D.P.R. 236 del 26.05.88 (per interventi che x interessano opere di captazione di sorgenti o di acque sotterranee, sia nuove, sia già utilizzate o captate). - Parere Sovrintendente agli studi x

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

TIPO DI NON NECESSARIO AUTORIZZAZIONE O PARERE NECESSARIO DA RICHIESTO RILASCIATO RICHIEDERE - Parere della Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ai sensi della circolare 15.02.1951, n° 16 del Ministero dell'Interno x e del decreto 19.08.1996 del Ministero dell'Interno -Parere Dipartimento regionale Territorio, ambiente e opere pubbliche per la delimitazione delle aree di salvaguardia delle x sorgenti e dei pozzi ai sensi del D.Lgs. 11.05.1999, n° 152 - Autorizzazione Azienda U.S.L. x - Autorizzazione A.N.A.S. x - Autorizzazione Autostrada x - Autorizzazione SNAM x - Autorizzazione DEVAL x - Autorizzazione TELECOM ITALIA x - Autorizzazione Vigili del Fuoco x - Autorizzazione RFI per distanza da ferrovia x - Autorizzazione ITALGAS x - Autorizzazione Ente Parco Gran Paradiso, ai sensi R.D.L. x 03.12.22 n. 1584 convertito nella L. 17.04.25 n. 473. - Parere Servizio tutela dell’Ambiente dell’Assessorato Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche ai sensi L.R. 30.07.91, x n. 30, art. 26, comma 3, lett. c) e g) (per riserve naturali). - Valutazione di incidenza ai sensi della Del.G.R. 28.06.2004, n° 2204 di competenza del Servizio gestione risorse naturali x dell'Assessorato dell'Agricoltura, risorse naturali e protezione civile Nullaosta ai sensi dell’art. 88 della L.R. 06.04.1998, n. 11 per x edifici e impianti pubblici o di interesse pubblico Autorizzazione dell’Assessorato Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche – Ufficio tutela dell’Ambiente per impianti produttivi x che producono emissioni diffuse in atmosfera (art. 269 del D.Lgs. n° 152 del 03/04/2006); Nullaosta Ministero delle Comunicazioni – Ispettorato territoriale per il Piemonte e la Valle d’Aosta – III settore – Controllo interferenze elettriche ai sensi del R.D. 11.12.1933, n. 1775 e x del D.Lgs 01.08.2003. n. 259 (per impianti elettrici in cavo aereo o sotterraneo) Nuove disposizioni in materia di elettrodotti LR 28/04/2011 n° 8 x Parere dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ai sensi della legge quadro del 22.02.2001. n. 36 (legge quadro sulla x protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e del DPCM 08.07.2003) - Concessione edilizia x

2.2.2 PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

I manufatti si troveranno parte in zona D4 e parte in zona E della zonizzazione del PRGC vigente del comune di Morgex in quanto il PUD di recente approvazione non ha modificato le perimetrazioni di zonizzazione.

Per quanto riguarda la compatibilità urbanistica dell’opera, trattandosi di attività produttive non moleste o nocive rientrano tra le destinazioni ammesse nella zona D4.(art 5.8 delle NTA), mentre per la zona E va sottolineata la coerenza del progetto proposto con il P.R.G.C., ai sensi del Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 gennaio 2004 - Supplemento Ordinario n. 17, e come recepito dalla L.R. 24

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) dicembre 2007 n°34 (Omnibus) Art. 29 in cui si modifica la L.R. 14 ottobre 2005 n°23 Art. 1 comma 5, si prevede la possibilità di realizzare qualunque struttura indispensabile al funzionamento di un impianto di produzione da Fonte Rinnovabile anche in zona agricola del PRGC.

Il PUD di recente approvazione ha individuato, nell’area oggetto di intervento, la realizzazione di una pista ciclabile e di una fascia alberata con impianti “a macchia” ed a “cortina” lungo la fascia di rispetto della Dora. Con la realizzazione dell’opera dovrà essere leggermente spostata la pista ciclabile senza compromettere la fattibilità dei comparti previsti.

Nel PUD sono stati previsti dei comparti con i quali si è subordinata la realizzazione degli interventi a soluzioni insediative e tipologiche coordinate.

La zona oggetto della presente progettazione appartiene ai comparti 3-5A e 5B in cui sono previste 3 opzioni. L’opzione 0 è il mantenimento delle attività di cava mentre l’opzione 1 prevede, al termine delle attività di cava, la creazione di un “parco” di archeologia industriale di valorizzazione museale delle preesistenti attività produttive, Per l’opzione 2 si prevede l’eventuale utilizzazione ricettiva possibile soltanto previa deroga ai sensi dell’art 34 della LR 11/98.

Nei casi di cui alle opzioni 0 ed 1 sarebbe necessario soltanto la lieve modifica di tracciato della pista ciclabile. Mentre nel caso di cui all’opzione 2 sarebbe necessario un lievissimo adattamento della viabilità e dei parcheggi sul confine tra i comparti 5A e 5B senza peraltro compromettere la realizzabilità del PUD.

2.2.3 VINCOLO IDROGEOLOGICO

L’area di intervento ricade in territori soggetti a vincolo idrogeologico ai sensi della L. 3267 del 30/12/1923.

2.2.4 AMBITI INEDIFICABILI

edificio cavidotto Art.33 Aree boscate No No Art. 34 Zone umide Fascia 80m Fascia 80m X X Art. 35 Terreni sedi di frane

X Art. 36 Terreni soggetti a rischio inondazioni X no no Art.37 Terreni soggetti a rischio valanghe no no no no

Il comune di Morgex si è dotato delle cartografie dei terreni a rischio di inondazione, valanghe e frane, in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge Regionale 6 aprile 1998 n° 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d’Aosta, artt.33-34-35-36-37).

Tali cartografie evidenziano che l’area in oggetto ricade nelle seguenti perimetrazioni dei territori soggetti a rischio:

• Aree umide: fascia di rispetto dell’area umida;

• Rischio frane: fasce F3 – area a bassa pericolosità;

• Rischio inondazioni: fascia A e C – aree ad elevata e bassa pericolosità.

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CARTA DELLE AREE UMIDE

Stralcio della carta delle aree umide del Comune di Morgex.

CARTA DEI TERRENI A RISCHIO DI FRANA

Stralcio della carta degli ambiti inedificabili del Comune di Morgex per i terreni a rischio di frana.

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CARTA DEI TERRENI A RISCHIO DI INONDAZIONI

Stralcio della carta degli ambiti inedificabili del Comune di Morgex per i terreni a rischio di inondazioni.

La pericolosità che caratterizza il vincolo urbanistico per frana nell’area del Marais è determinata dalle mediocri caratteristiche geotecniche dei terreni quaternari più estesi in senso areale. Tali depositi, di natura lacustre, hanno la peculiarità di predisporre l’innesco di cedimenti differenziali nell’insieme opera- terreno. All’interno dell’areale d’intervento gli affioramenti esibiscono invece l’esistenza di una coltre più epidermica di natura alluvionale in s.s.

La perimetrazione dei territori soggetti a rischio di inondazioni sottolinea la possibilità di dissesti idrogeologici all’interno dell’alveo di piena ordinaria e lungo le sponde del fiume Dora Baltea in occasione di fenomeni alluvionali ordinari e straordinari. La natura ed il tipo di fenomeni ipotizzabili ad opera delle acque del fiume sono l’erosione spondale e del fondo dell’alveo ed il sovralluvionamento dell’area in concomitanza a fenomeni alluvionali eccezionali.

L’intervento risulta compatibile con il rischio frane in quanto le migliori peculiarità geotecniche dei terreni affioranti, rispetto ai depositi lacustri, sono in grado di ridurre la formazione d’importanti cedimenti differenziali e d’instabilità nell’insieme opera-terreno.

La compatibilità delle opere previste in funzione dei fenomeni di dissesto attesi per inondazione deriva dal fatto che le stesse sono progettate come opere d’ingegneria idraulica in funzione del contesto idrologico, idrogeologico e geotecnico. Il locale tecnico della centralina verrà sopraelevato provvisoriamente alla quota del piano campagna attuale e, successivamente alla realizzazione del PUD, sarà ulteriormente rialzato, al fine di essere più cautelativi nei confronti del contesto idrologico dell’area.

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2.2.5 PIANO TERRITORIALE PAESISTICO

2.2.5.1 Norme per parti generali

L’area in esame ricade nel “Sistema fluviale” sistema ambientale definito agli artt. 14 e 35 del PTP.

Art. 14

Per il sistema fluviale il PTP definisce quale indirizzo caratterizzante la valorizzazione delle risorse idriche e la riqualificazione degli ecosistemi fluviali e degli insediamenti esistenti, per usi ed attività agro-silvo-pastorali.

Il comma 3. punto b) cita: sono vietati usi, attività ed interventi teli da aggravare le interferenze antropiche nelle dinamiche evolutive dei corsi d’acqua e i rischi idraulici ed idrogeologici, o tali da ridurre la fruibilità e l’accessibilità dei corsi d’acqua stessi e delle loro sponde, o tali da richiedere opere di difesa e di sistemazione idraulica, con le sole eccezioni degli insediamenti consolidati e di quelli espressamente previsti dal PRGC e coerenti con le determinazioni del presente PTP, ivi comprese le opere per utilizzi delle acque per scopi irrigui, idroelettrici, industriali e per consumi umani, purché i nuovi interventi non comportino riduzioni significative delle aree di espansione e laminazione delle piene;

2.2.5.2 Norme per settori

Il Piano Territoriale Paesistico persegue la differenziazione delle fonti energetiche, come esplicitato all’art. 22 comma 1 e 2, in particolare “la costruzione di piccoli e medi impianti idroelettrici” purché essi non comportino “consistenti modificazioni idrografiche per la derivazione di corsi d’acqua…(omissis)… rumori e disturbi all’ambiente provocati da macchine idrauliche e elettriche; degrado del paesaggio per tralicci, cavi di alta tensione, condotte forzate; incrementi di temperature elevate…”

In considerazione dello stato di fatto e degli interventi previsti dal progetto in esame si ritiene che esso sia compatibile con le suddette indicazioni del PTP.

Relativamente alle “norme per settori”, il progetto è coerente con le norme cogenti e prevalenti per la cui puntuale verifica si riporta la seguente tabella di confronto.

Il sito di specifico interesse naturalistico della riserva naturale del Marais (art. 38 – 39) è esterno all’area in esame.

TABELLA DI VERIFICA DELLA COERENZA DEL PROGETTO CON LE NORME COGENTI E PREVALENTI DEL P.T.P.

Norme Giudizio cogenti e Norme cogenti e prevalenti prevalenti

Note a (rif.: N.d’A. del P.T.P.) interessated a al progetto Non coerenz Coerenz

Trasporti art. 20, comma 9 Progettazione di strade e imp. a fune Art. 21 comma 1, lett. b) Industria e artigianato Art. 25 comma 7 Aree ed insediamenti agricoli Art. 26 comma 6 Attrezzature e servizi per il turismo Art. 29, comma 6

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

TABELLA DI VERIFICA DELLA COERENZA DEL PROGETTO CON LE NORME COGENTI E PREVALENTI DEL P.T.P.

Norme Giudizio cogenti e Norme cogenti e prevalenti prevalenti

Note a (rif.: N.d’A. del P.T.P.) interessated a al progetto Non coerenz Coerenz

Boschi e foreste Art. 32, comma 7 Difesa del suolo Il progetto NON prevede: Art. 33, comma 1, 3 e 4 a) di eseguire intagli artificiali non protetti, con fronti subverticali di altezza non compatibile con la struttura dei terreni interessati; b) di costruire muri di sostegno senza drenaggio efficiente del lato controripa, in particolare senza tubi drenanti e dreno ghiaioso artificiale o altra idonea tecnologia; c) di demolire edifici e strutture che esplichino, direttamente o indirettamente, funzione di sostegno senza la loro sostituzione con opere migliorative della stabilità; d) di modificare il regime idrologico dei rivi montani, e di norma restringere gli alvei con muri di sponda e con opere di copertura; modificare l'assetto del letto mediante discariche; alterare la direzione di deflusso delle acque; deviare il percorso dei rivi se non esistono motivazioni di protezione idrogeologica; e) di addurre alla superficie del suolo le acque della falda freatica intercettata in occasione di scavi, sbancamenti o perforazioni senza regimentarne il conseguente deflusso; f) di effettuare deversamenti delle acque di uso domestico sul suolo e disperdere nel sottosuolo acque di ogni provenienza; g) di impermeabilizzare aree di qualsiasi genere senza la previsione di opere che assicurino corretta raccolta e adeguato smaltimento delle acque piovane. Il progetto è corredato di relazione geologica ai sensi del D.M. 11 marzo 1988

Attività estrattive Art. 34, comma 3 e 5 Fasce fluviali e risorse idriche Art. 35, comma 1, 2, 5 e 9 Beni culturali isolati Art. 37, comma 3 Siti di specifico interesse Il sito di specifico interesse naturalistico della riserva naturale del naturalistico Marais è esterno all’area in esame. Art. 38, comma 1, 2, 3 e 4 Parchi riserve e aree di La riserva naturale del Marais è esterna all’area in esame. valorizzazione naturalistica Art. 39 Aree di specifico interesse paesaggistico, storico, culturale o documentario e archeologico Art. 40, comma, 1, 2 e 3

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

2.2.6 VINCOLO PAESAGGISTICO

Ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. n°157 del 24/3/2006 che corregge ed integra il Codice dei beni culturali e del paesaggio D. Lgs n°42 del 22/01/2004, che incorpora e sostituisce il D.Lgs n° 490 del 1999, la Legge Galasso (n° 431 dell’8/08/1985), la Legge n° 1089/1939 (“Tutela delle cose di interesse artistico o storico”) e la Legge 1497/1939 (“Protezione delle bellezze naturali”) vengono sottoposti a vincolo all’art. 142 comma 1:

c) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11.12.1933, n. 1775

L’area su cui si dovrà realizzare l’opera rientra nel punto c) pertanto sarà necessario richiedere l’autorizzazione alla Direzione tutela beni paesaggistici e architettonici Dip. Soprintendenza per i beni e le attività culturali, Ass. istruzione e cultura.

2.2.7 SIC- ZPS

Come precedentemente descritto l’area in oggetto confina con il Sito di Importanza Comunitaria “Zona umida di Morgex” (IT 1203010).

Le opere in progetto sono esterne al sito, e per la loro realizzazione non è necessario accedere in alcun modo al territorio protetto in quanto la viabilità esistente è più che sufficiente.

Sentiti gli uffici preposti si ritiene comunque necessario e corretto redigere la relazione di incidenza al fine di evidenziare l’assenza di impatti ed interferenze con gli habitat prioritari e con le componenti biotiche del sito.

La relazione di incidenza è inserita al cap. 4.2.1.

2.2.8 PIANO TUTELA ACQUE

L’articolo 21 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano di Tutela delle Acque (PTA) stabilisce che “Nel rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, concessione, nullaosta, permesso od altro atto di consenso comunque denominato, compresi quelli assentiti per silenzio, le autorità competenti dispongono affinché non siano realizzate opere, interventi o attività in contrasto con le finalità del Piano o che possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi dallo stesso fissati”.

Il rilascio della concessione di derivazione idrica è subordinato all’accettazione della “Relazione di compatibilità con il PTA” da parte del Servizio Gestione Risorse e Demanio idrico dell’Ass. regionale Territorio, Ambiente e OO.PP. Tale relazione è allegata al presente studio di impatto ambientale.

2.2.9 D.M. 11 MARZO 1988

Il progetto allo stato attuale è provvisto della relazione geologica come previsto dal comma 4 ai sensi del D.M. 11 marzo 1988 “i progetti delle opere pubbliche e private devono contenere, nei casi indicati dal decreto stesso, la relazione geologica e la relazione geotecnica”.

Studio di impatto ambientale L.R. 12/2009 21

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2.3 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELLE ESIGENZE DI UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE E DI FUNZIONAMENTO

2.3.1 IDROLOGIA E CARATTERISTICHE DEL PRELIEVO

La relazione idrologica-idraulica allegata dettaglia la metodologia adottata per il calcolo delle precipitazioni medie, delle portate naturali e per il calcolo del DMV.

In sintesi si riporta la seguente tabella delle portate naturali, derivabili e di DMV calcolate, in virtù della puntualità della derivazione, con presa e rilascio distanti circa 75 m tra loro, adottando il criterio III del PTA, utilizzando come base di partenza della sperimentazione i valori di DMV calcolati secondo il criterio II del PTA.

Portate naturali, di DMV - II criterio PTA, derivabili, derivabili proposte e di DMV proposte

Colonna C1: Portate naturali nella sezione di captazione calcolate con il metodo di regionalizzazione sul bacino idrografico sotteso; Colonna C2: DMV calcolato con il criterio II previsto nel PTA, base di partenza della sperimentazione in base al criterio III-PTA; Colonna C3: Altri diritti irrigui o idroelettrici in essere a monte della derivazione; Colonna C4: Portata derivabile dall’impianto secondo le portate medie naturali calcolate con curve di regionalizzazione e DMV criterio II, Colonna C5: Portate derivabili dall'impianto tagliate alla portata massima di 15500 l/s; Colonna C6: DMV effettivamente rilasciato inalveo, per effetto del taglio delle portate derivabili.

Il taglio delle portate massime derivabili dall'impianto a 15500 l/s ne ottimizza la redditività, permettendo un funzionamento a pieno carico per circa 90 giorni ed uno sfruttamento dell’impianto pari a 0.87.

Il limite di portata massima prelevabile implica che, si avranno almeno 3 mesi all'anno (da giugno ad agosto) in cui i rilasci saranno superiori a quelli minimi imposti con notevoli vantaggi per la componente

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) ambientale e paesaggistica. Inoltre proprio in questi mesi il tratto fluviale esaminato è interessato dallo svolgimento di attività ludico-sportive quali rafting e pesca che non verranno compromesse in quanto le portate rilasciate, che oscillano tra i 3,5 ed i 15 mc/sec, sono del tutto sufficienti a salvaguardare tali attività.

I dettagli relativi alla regolazione del DMV vengono dettagliati nella relazione idrologica.

2.3.2 CARATTERISTICHE TECNICHE

L’opera in progetto differisce dai classici impianti idroelettrici in cui l’opera di presa, distante anche chilometri dalla centrale, preleva l’acqua per condurla con una condotta in pressione all’impianto di trasformazione, in quanto l’impianto è concentrato in meno di cento metri. L’acqua prelevata dal torrente viene turbinata e rilasciata in soli 75 m. L’opera sarà ubicata in sinistra orografica, a monte dell’esistente briglia del bacino di estrazione della cava.

L’opera consisterà:

• nell’abbassamento dell’arginatura a monte della briglia in sinistra idrografica, per una lunghezza di circa 30 m;

• nella costruzione di una vasca desabbiatrice di medie dimensioni (circa 300 mq) e dotata di una tubazione per lo scarico di fondo posizionata sotto la rampa di risalita ittica e bypassante la centrale;

• nella realizzazione del canale di carico lungo circa 23 m, al cui centro ed in posizione completamente immersa troverà posto il generatore;

• nella realizzazione del canale di scarico lungo circa 24 m con andamento planimetrico curvilineo per reindirizzare le acque nel normale corso del fiume;

• nella realizzazione di una rampa di risalita ittica (attualmente non presente);

• nella realizzazione di una soglia sulla briglia, prevista con panconature in legno a perdere, per l’innalzamento della stessa di 25 cm in modo da regolarizzarne la testa e poter indirizzare il DMV come richiesto;

• opere accessorie per la messa in sicurezza dell’opera e l’accesso al torrente;

• cavidotto interrato per la consegna dell’energia di lunghezza pari a 100 m.

2.3.2.1 Opera di presa

L’opera di presa sarà realizzata mediante l’abbassamento della scogliera d’argine esistente fino a circa 50 cm sotto il livello dell’acqua nel bacino con un ulteriore ristretto abbassamento di 50 cm e una larghezza di 3 m per il lavaggio della vasca desabbiatrice. L’abbassamento verrà realizzato mediante il completo rifacimento del tratto d’arginatura.

L’apertura nell’argine attuale sarà realizzata per una lunghezza di circa 30 m. Tale apertura consentirà, con 15 cm di acqua sopra la briglia, l’ingresso di 15 mc/sec di acqua ad una velocità di circa 1 m/sec. La soglia di ingresso sarà cementata in modo da renderla solidale e consentire la fondazione dei pali di sostegno della passerella di servizio e dei pali del grigliato di protezione contro i grossi elementi flottanti eventualmente trasportati dalla corrente.

La passerella sarà in acciaio zincato così come i tubi del grigliato e la ringhiera. I sostegni interni della passerella serviranno anche da guide per l’eventuale chiusura della presa in periodi di manutenzione.

La regolazione delle portate avverrà invece con la chiusura o l’apertura comandata delle pale della turbina sul generatore.

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

Il manufatto di presa innalzerà la quota dell’arginatura in sinistra orografica ad una quota superiore rispetto al livello attuale, garantendo il passaggio delle portate di piena Tr200 con un maggiore franco rispetto a quello attuale. In questo modo verrà aumentata la sicurezza dei luoghi senza interferire con i fenomeni a valle e a monte della briglia.

2.3.2.2 Desabbiatore

La vasca desabbiatrice posta completamente dietro l’argine attuale avrà una superficie di circa 300 mq con fondo inclinato con pendenze e contropendenze in modo da consentire un comodo svuotamento sia con i mezzi meccanici che tramite lo scarico di fondo.

Lo scarico di fondo è previsto con un tubo chiuso da un paratoia con sollevamento idraulico con imbocco sotto la rampa di risalita ittica delle dimensioni sufficienti al passaggio di piccoli mezzi cingolati per l’eventuale manutenzione. Il tubo di scarico di fondo convoglierà le acque a valle della turbina all’interno del canale di scarico della centrale.

L’altezza delle pareti della vasca variano tra i 3,80 e 7,25 m ma il livello dell’acqua risulterà a circa 2,50 m sotto la testa delle stesse in quanto la quota sommitale è dettata dall’arginatura esistente. La profondità dell’acqua nella vasca risulterà quindi compresa tra 1,30 e 4,75 m. Anche la vasca desabbiatrice è prevista completamente in cemento armato.

Le opere di manutenzione del desabbiatore potranno permettere di limitare la cavazione dell’alveo riducendo quindi il rimaneggiamento dello stesso con vantaggi a livello ambientale

2.3.2.3 Canale di carico e turbina

Il canale di carico comprensivo di spazio per dar sede alla turbina e alla fuoriuscita dell’acqua ha una lunghezza complessiva di circa 23 m con ingresso convergente e uscita divergente.

Il canale di carico avrà una larghezza minima di 4,79 m ed una profondità di 5,00 m di cui 1,38 m fuori dal livello dell’acqua. Come riportato negli allegati grafici del progetto, in corrispondenza della turbina, è presente una discontinuità altimetrica per consentire all’acqua di passare sotto al generatore e fuoriuscire verso il canale di scarico che in contropendenza riporta il livello verso il fiume.

Anche tutto il canale di carico sarà realizzato in cemento armato con spessori tra i 30 ed i 50 cm da verificare al momento di realizzazione della redazione del progetto esecutivo. Il generatore è posto direttamente nella turbina che sarà inclinata di 45 gradi all’interno del canale di carico. Tutto il corpo turbina-generatore sarà incernierato in alto alle pareti del canale mentre in basso sarà appoggiato sul fondo e dotato di pistoni idraulici che ne permettono il sollevamento completo fino alla posizione orizzontale. La regolazione delle portate avverrà direttamente tramite l’apertura delle pale della turbina con comandi idraulici a distanza.

2.3.2.4 Canale di scarico

Il canale di scarico avrà andamento curvilineo di raccordo con l’asse del fiume e per non creare problemi di erosione all’isolotto posto nel centro del fiume stesso. Il canale è stato prolungato fino a consentire il raccordo con l’arginatura esistente sulla sinistra orografica della Dora in modo da non creare pericoli di erosione e scalzamento della scogliera esistente. Tali opere risultano indispensabili per consolidare il piede della soglia della briglia ed evitare l’innesco di dissesti in alveo.

Il canale di scarico e la rampa di risalita dei pesci saranno esterne al limite amministrativo del SIC e della riserva naturale.

All’interno di tali limiti verranno esclusivamente effettuate delle manutenzioni straordinarie ripristinando un tratto di circa due metri della scogliera esistente della quale si prevede la possibile e parziale demolizione in corso d’opera, oltre alla riprofilatura del fondo dell’alveo in corrispondenza dell’uscita del canale di scarico anch’essa per circa uno o due metri interna al perimetro della riserva. Si tratta di una riprofilatura meccanica con il posizionamento di grossi blocchi lapidei a secco per evitare fenomeni si sottoescavazioni alla sponda esistente.

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

La base della sezione del canale di scarico non è regolare in quanto oltre all’allargamento planimetrico è stato realizzato un approfondimento del canale non uniforme in modo da consentire un efflusso con velocità intorno ai 0,5 m al secondo (da 15 a 30 mq di sezione bagnata), consentire altresì il raccordo ed il sostegno della soglia a valle della briglia esistente nonché facilitare la pulizia del canale stesso anche con portate ridotte ma concentrate solo su un lato del canale. Tutto il canale di scarico è stato previsto in cemento armato in modo da garantire un basso coefficiente di scabrosità delle pareti e del fondo per il lavaggio del canale da parte delle acque turbinate.

2.3.2.5 Rampa di risalita per i pesci

Nella situazione attuale è presente una discontinuità per la risalita del fiume da parte della fauna ittica in quanto la briglia esistente non è dotata di una rampa di risalita.

Con il progetto di realizzazione dell’impianto idroelettrico è stata prevista la realizzazione di una rampa lunga circa 48 m e larga 2 m con pendenze comprese tra i 2,7 e 3,7 %, con un tratto intermedio di circa 6 m pianeggiante e disseminato di setti alternati per la creazione di spazi più calmi per la sosta della fauna in fase di risalita.

La posizione della rampa è stata dettata dalla volontà di agevolare il suo ritrovamento e la risalita da parte dell’ittiofauna. La rampa è stata posizionata lungo la corrente prevista ma direttamente contro l’argine sul lato preferito dalla fauna ed in modo da non obbligarli ad attraversare la corrente in uscita dall’impianto e renderne immediato e privo di ostacoli il ritrovamento dell’ingresso. La rampa sarà realizzata con pareti e setti in cemento armato mentre la platea di fondo sarà rivestita con massicciata in pietra cementata per favorire il rallentamento della corrente e favorire la risalita ittica.

La rampa avrà lo sbocco nella vasca desabbiatrice dove l’acqua sarà più lenta consentendo alla fauna di percorrere il bordo della vasca ed uscire lungo tutta l’apertura di presa.

Il suo dimensionamento effettivo verrà progettato con la consulenza del Politecnico di Torino e concordato in fase definitiva con gli uffici regionali competenti.

2.3.2.6 Rifacimento briglia con panconature a perdere

La soluzione progettuale proposta prevede il rifacimento del ciglio della briglia, attualmente ammalorato, che sarà diviso in tre settori, uno centrale largo 13,65 m con estradosso a quota 892.95 e due settori laterali larghi 20 m ognuno con estradosso posto a 892.65 m slm, attuale quota di sfioro della traversa. Il ciglio della briglia sarà carrabile ed i settori saranno raccordati tra loro mediante due rampe con pendenza di 1:5.

Il settore centrale, concepito dietro espressa richiesta dei Servizi tecnici regionali, avrà il compito di assicurare all'isolotto immediatamente a valle della traversa un certo grado di protezione dall'azione erosiva della corrente, ottenuto mediante la suddivisione della corrente in due rami distinti, alimentati dalle portate fluenti nei due settori laterali, il cui ciglio si troverà sempre a quote inferiori rispetto a quello del settore centrale, seppur a quote diverse in base alle condizioni della corrente e delle necessità di produzione.

Le opere previste sono state concepite con l'obiettivo di coniugare al meglio le necessità produttive con quelle legate alla sicurezza idraulica dei luoghi.

Un ciglio fisso tracimabile e posto alla quota minima ottimale da un punto di vista produttivo non assicurerebbe la sicurezza idraulica dei luoghi circostanti in condizioni di piena eccezionale, mentre l'adozione di un sistema di paratoie a movimentazione oleodinamica renderebbe l'impianto eccessivamente costoso a fronte della producibilità attesa.

La soluzione scelta prevede il posizionamento sui cigli dei due settori laterali della traversa di una panconatura in legno alta 25 cm, che eleverà dunque la quota minima di invaso da 892,65 m slm a 892,90 m slm, comunque inferiore alla quota del settore centrale. Il sistema di ancoraggio della panconatura sarà tarato in modo da non sopportare le sollecitazioni dovute alla spinta dell'acqua superiori ad un certo valore, dovuto ad una portata idrica giudicata critica al verificarsi della quale il sistema di ancoraggio si

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) romperà, lasciando trasportare i panconi dalla corrente liberando così la porzione di sezione da questi occupata per riportarsi alla condizione idraulicamente verificata

2.3.2.7 Altre strutture accessorie

A completamento delle opere sarà realizzato un ponticello in c.a. sul canale di scarico con larghezza di 4,00 m in corrispondenza della briglia e necessario per l’accesso carraio al bacino di cava ed al fiume in generale. Il ponte sarà raccordato alla briglia ed al terreno lato cava con due rampe in pietrame e malta con la stessa tipologia della rampa esistente sui due lati della briglia.

Tutta l’opera sarà dotata di parapetto metallico a protezione del personale e dei fruitori dell’area limitrofa.

Sul lato verso la cava sarà inoltre predisposto un basamento in pietrame e malta fino all’altezza dell’attuale argine, necessario per la posa di un prefabbricato quale locale tecnico dell’apparecchiatura di comando della centrale. La scelta del prefabbricato è stata definita in fase di concertazione con gli uffici “Affari generali, demanio e risorse idriche” dell’Assessorato OOPP, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, affinché esso sia compatibile con eventuali esondazioni. Tale prefabbricato è da considerarsi provvisorio in quanto è intenzione della committenza trasferire tutte le apparecchiature in uno dei locali che verranno realizzati con il P.U.D. evitando la costruzione di un ulteriore edificio che esuli dalla progettazione già approvata.

In ultimo sarà realizzato un cavidotto per la consegna della corrente alla cabina elettrica esistente all’interno della cava. Il cavidotto sarà completamente interrato ed avrà una lunghezza di circa 100 m, seguendo il tracciato della viabilità prevista nel P.U.D.

2.4 ACCESSI AI MANUFATTI ED AREE INTERESSATE ALL’ESECUZIONE DELLE OPERE

L’area dispone già attualmente di un comodo accesso carraio fin sulla briglia esistente ed al bacino contenuto per la escavazione dell’inerte fluviale. Non è necessario creare piste di cantiere.

L’area interessata dalle opere è di proprietà della società proprietaria della cava di cui il committente è un rappresentante.

Nell’area non sono presenti sottoservizi.

Il progetto definitivo verrà redatto tenendo conto delle interferenze tra l’accesso veicolare all’impianto per la manutenzione e la futura pista ciclabile prevista dal P.U.D., indicando la soluzione meno impattante a garanzia degli utenti della pista.

2.5 STIMA DEI COSTI

L’energia prodotta verrà ceduta per intero al distributore locale (DEVAL).

Il costo dell’opera è stimato in 2,456 milioni di euro (I.V.A. inclusa)

I costi di gestione ordinaria sono di 63.831,33 euro/anno.

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

2.6 MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELL'INTERVENTO E TEMPI DI ATTUAZIONE

Ottenute tutte le autorizzazioni necessarie si prevede la costruzione dell’impianto entro il 2013 e la messa in funzione dello stesso durante il 2014.

2.7 DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A:

2.7.1 NATURA E QUANTITÀ DEI MATERIALI IMPIEGATI;

Per la realizzazione della struttura della centrale il materiale inerte necessario sarà proveniente dall’adiacente cava di inerti facente capo alla stessa proprietà, riciclando dapprima il materiale proveniente dalla demolizione dell’argine.

Il tratto di scogliera da ripristinare al termine delle opere verrà realizzato in pietrame a secco.

Le strutture di recinzione e protezione dell’impianto così come gli elementi dello sghiaiatore e la passerella per la manutenzione verranno realizzati in acciaio.

La struttura essendo completamente interrata su tre lati non necessita di mascheramenti. Il lato verso l’alveo verrà lasciato in cemento armato a vista, essendo comunque poco visibile per il movimento del flusso idrico.

Il locale tecnico non verrà realizzato in quanto le attrezzature di comando verranno ubicate all’interno di uno dei capannoni di prossima realizzazione nell’area adiacente all’impianto. Qualora le tempistiche di costruzione non dovessero coincidere, si provvederà alla posa di un box provvisorio temporaneo, come concertato con gli uffici “Affari generali, demanio e risorse idriche” dell’Assessorato OOPP, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica.

2.7.2 VALUTAZIONE DEL TIPO E DELLA QUANTITÀ DEI RESIDUI E DELLE EMISSIONI PREVISTE (INQUINAMENTO DELL'ACQUA, DELL'ARIA E DEL SUOLO, RUMORE, VIBRAZIONE, LUCE, CALORE, RADIAZIONE, ECCETERA) RISULTANTI DALL'ATTIVITÀ DEL PROGETTO PROPOSTO

2.7.2.1 Emissioni di rumore

In base all’analisi effettuata, alle misure realizzate ed alle verifiche condotte si effettuano le seguenti considerazioni.

Limite di emissione

Considerando che:

• l’impatto acustico prodotto dalla centralina se questa fosse installata all’aperto senza alcuna struttura atta ad ospitarla è quantificabile in circa 74 dB(A);

• il limite di emissione notturno (più cautelativo) relativo alla classe V è pari a di 50 dB(A)

Per rispettare il limite notturno di emissione la struttura (vasca in c.a) che ospiterà la centralina dovrà poter abbattere almeno 24 dB(A) in quanto 74 dB(A) – 24 dB(A) = 50 dB(A)

Limite di immissione

Considerando che:

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

• l’impatto acustico prodotto dalla centralina se questa fosse installata all’aperto senza alcuna struttura atta ad ospitarla è quantificabile in circa 74 dB(A);

• il limite di immissione notturno relativo alla classe V è pari a 55 dB(A)

• il rumore residuo presente nell’area è pari a 68,8 dB(A)

Nell’area che ospiterà la centralina vi è un rumore residuo che supera i limiti assoluti di immissione stabiliti dal Comune di Morgex. Tale rumore è prodotto dalle acque del fiume Dora Baltea. Anche in questo caso se la vasca in c.a che ospiterà la centralina garantisse un abbattimento del rumore pari ad almeno 24 dB(A) il limite assoluto di immissione verrebbe rispettato.

Limite differenziale

Il recettore sensibile è ad una distanza pari a circa 200 m. Il rumore residuo nei pressi del recettore sensibile (P2) in periodo notturno è pari a 55,7 dB(A). Per garantire il rispetto del limite differenziale occorre che ad impianto avviato il rumore ambientale in P2 non superi i 58,7 dB(A). In tal caso si può affermare che anche se il rumore prodotto dalla centralina 74,0 d ad 1,5 m dalle fonti di rumore non venisse in alcun modo schermato, il limite differenziale notturno sarebbe comunque rispettato.

A 192 m il rumore prodotto dalla centralina sarebbe pari a 53,00 dB(A), valore che permette di rispettare il limite differenziale notturno pari a 55,7 dB(A) + 3 dB(A) = 58,7 dB(A).

Da queste valutazioni si evince che per garantire che l’impianto di futura realizzazione possa rispettare tutti i livelli di rumore stabiliti dalla legge e dalla classificazione acustica del territorio del Comune di Morgex occorre che la struttura in cui verrà inserita la centralina sia in grado di abbattere almeno 24 dB(A).

Tale risultato potrà essere facilmente raggiunto:

• realizzando la struttura della vasca che ospiterà la turbina in c.a di spessore pari a 40 cm;

• mantenendo la parte superiore della turbina ad immersione (quando in funzione) ad una profondità di almeno 60 cm.

In conclusione si ritiene che, se rispettate le condizioni di cui sopra, l’attività in esame sarà compatibile dal punto di vista acustico sia con la realtà di zona in cui è inserita che con i limiti della classificazione acustica del territorio del Comune di Morgex.

2.7.2.2 Emissioni di polveri ed inquinanti

Si ritiene che visto l’elevato grado di antropizzazione dell’area, ove l’attività estrattiva genera quotidianamente polveri ed emissioni di inquinanti atmosferici legati alla presenza di mezzi di cantiere, e vista la presenza della fitta rete viaria, gli impatti a carico della componente atmosferica in fase di cantiere saranno temporanei, di entità limitata e completamente reversibili al termine dei lavori.

La realizzazione dell’impianto, puntuale e localizzato completamente all’interno della cava, non comporterà un incremento sensibile di inquinanti e polveri rispetto alla normale attività estrattiva, anche in considerazione del fatto che i mezzi utilizzati ed i tempi previsti per la realizzazione sono del tutto comparabili con quanto necessario in un normale cantiere edile.

Durante la fase di esercizio l’impianto non ha alcuna interferenza con la qualità dell’aria in quanto non si producono emissioni di sostanze gassose o di particolati nell’atmosfera.

Anche per la manutenzione e la guardiania, il passaggio dei mezzi di servizio si riduce ad uno a settimana e le emissioni relative sono del tutto trascurabili nel contesto locale e generale.

Peraltro se considerato a scala globale la realizzazione di un impianto idroelettrico comporta un abbattimento nella produzione di CO2.

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Le misure mitigative riguardano essenzialmente l’attività di cantiere, ove verrà posta particolare attenzione alla riduzione dell’emissione di polveri, bagnando frequentemente i cumuli di terra in fase di scavo, garantendo una costante manutenzione dei mezzi per limitare l’emissione di fumi e gas nocivi, limitando le lavorazioni ai tempi strettamente necessari onde evitare di lasciare cumuli di terreno stoccati a lungo prima dei rinfranchi.

2.7.2.3 Radiazione elettromagnetica

Nell’area in studio, ove si prevede la realizzazione della centrale idroelettrica non si segnalano condizioni particolari per l’emissione di radiazioni elettromagnetiche. All’interno dell’area di pertinenza della cava sono presenti due cabine elettriche.

Non si prevede l’emissione di radiazioni elettromagnetiche in fase di cantiere.

Considerando che l’intervento proposto non modifica i valori presenti sul territorio in quanto si inserisce in un’area antropizzata, si ritiene di non dover fare monitoraggi e analisi particolari sulla radioattività ambientale e/o sull’inquinamento luminoso.

Il cavidotto coprirà una distanza contenuta (massimo 100 metri) e la consegna avverrà presso la cabina presente nell’area di cava; sarà interrato ad almeno 1 m di profondità pertanto si ritiene che non vi siano variazioni apprezzabili rispetto alla situazione attuale.

Riguardo all’inquinamento luminoso bisogna segnalare che verranno inseriti solo alcuni corpi luminosi nei pressi della zona centrale e della vasca di carico, ma questi potranno essere spenti ed utilizzati solo in caso di accesso alle opere per manutenzioni o controlli.

Generatore e trasformatore rispetteranno i livelli di emissione secondo la normativa vigente in materia e la muratura della centrale fungerà da ulteriore schermatura.

2.7.2.4 Stima dei materiali di risulta e materiali a rifiuto

Il materiale di demolizione dell’argine attuale sarà completamente riciclato nella realizzazione dell’opera.

Il materiale di scavo sarà invece conferito alla cava trattandosi di inerte fluviale e riciclato interamente per la realizzazione del calcestruzzo necessario alla realizzazione delle opere o quali materiale inerte di riempimento.

Si è stimato un movimento terra di scavo di circa 2500 mc da riutilizzare quasi completamente mentre il residuo eventuale sarà conferito alla cava adiacente.

2.7.3 DESCRIZIONE DELLA TECNICA PRESCELTA, CON RIFERIMENTO ALLE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI A COSTI NON ECCESSIVI, E DELLE ALTRE TECNICHE PREVISTE PER PREVENIRE LE EMISSIONI DEGLI IMPIANTI E PER RIDURRE L'UTILIZZO DELLE RISORSE NATURALI, CONFRONTANDO LE TECNICHE PRESCELTE CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI

L’impianto idroelettrico proposto consente l’utilizzo della risorsa idrica per la produzione di energia idroelettrica riducendo al minimo gli impatti ambientali che un impianto di tipo tradizionale comporta:

• il prelievo è puntuale, minimizzando l’impatto paesaggistico dovuto alle minori portate in alveo su tratti anche estesi di torrente.;

• ecologicamente il prelievo ed il rilascio puntuale non inficiano sulle caratteristiche qualitative biologiche del torrente;

• si riducono gli impatti legati alla realizzazione di tratti di condotta, dovuti a scavi spesso in aree boscate o prative;

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• realizzando l’impianto direttamente sulla sponda si limita l’innesco di eventuali fenomeni di dissesto dovuti a scavi per la posa dei canali di adduzione e delle condotte che spesso per sfruttare adeguatamente il salto idraulico si effettuano su terreni acclivi;

• la costruzione dell’opera è rapida con minori impatti legati alla presenza del cantiere;

Nel caso specifico:

• il sito prescelto per realizzare l’opera minimizza al massimo l’impatto paesaggistico in quanto si è scelta un’area già connotata da attività estrattive;

• le condizioni attuali del sito permettono di rendere nullo l’impatto acustico;

• la contestuale realizzazione di una scala di risalita dei pesci migliora le condizioni attuali del corso d’acqua che precludono all’ittiofauna la risalita del torrente

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3 DESCRIZIONE DELLE ALTERNATIVE PRESE IN ESAME DAL PR OPONENTE, COMPRESA L'ALTERNATIVA ZERO, CON INDICAZIONE DELLE PRINCIPALI RAGIONI DELLA SCELTA, SOTTO IL PROFILO DELL'IMPATTO AMBIENTALE.

Lo studio di impatto ambientale non può prescindere dalla valutazione comparata con alternative progettuali.

Nel caso in esame si presenta quale unica alternativa l’opzione zero, in quanto il progetto scaturisce dalla volontà della committenza di realizzare un impianto idroelettrico su terreni di proprietà al fine di differenziare l’attività imprenditoriale.

Le ragioni che hanno portato alla stesura del presente progetto derivano dalle indicazioni riportate nel capitolo precedente, pertanto la scelta di un impianto di nuova concezione deriva dall’attenta valutazione delle condizioni idrometriche, che sono alla base di un corretto dimensionamento per la massimizzazione della produzione di energia idroelettrica e dalle peculiarità della zona ove un impianto minimizza gli impatti a carico del paesaggio, delle componenti faunistico e vegetazionali e non arreca disturbo alla popolazione.

In prima istanza la committenza ed i progettisti presero in esame la possibilità di realizzare un impianto idroelettrico simile per localizzazione e tipologia di prelievo, ma con tre generatori in parallelo con altrettante coclee azionate dalle acque derivate. La presenza di tre coclee in parallelo risulta indispensabile con prelievi modulati nei diversi mesi e comporterebbe però la necessità di realizzare un impianto dalle dimensioni e dai costi decisamente superiori. Tale alternativa è stata quindi scartata preferendo la soluzione progettuale presentata che si dimostra più versatile, di dimensioni minori e maggiormente silenziosa.

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4 DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI DELL'AMBIENTE POTENZIALMENTE SOGGETTE AD UN IMPATTO IMPORTANTE DA PARTE DEL PROGETTO PROPOSTO

Vista la localizzazione dell’impianto in progetto si ritiene che esso non comporti impatti importanti a carico delle componenti ambientali. Si ritiene comunque opportuno fornire una descrizione delle stesse per poter meglio dettagliare l’inquadramento ambientale e la conseguente valutazione delle interferenze.

4.1 POPOLAZIONE

La popolazione residente sul territorio comunale è in crescita continua dagli anni ’70 ad oggi con un aumento percentuale pari all’8,5% con 2069 abitanti nel 2010.

Le attività economiche nell’area compresa tra il ponte autostradale, la strada regionale, lo sbarramento idroelettrico e l’autostrada sono riconducibili soprattutto all’attività estrattiva, con un numero di addetti impiegati superiore alle venti unità.

Il fiume è l’elemento veicolante delle attività turistico ricreative dell’area, nelle sue acque si pratica la pesca e diversi sport acquatici (rafting, kayak, hydrospeed, …). La pesca è regolamentata dal calendario ittico regionale. In prossimità della riserva naturale ha la base una società per gli sport acquatici.

L’area è servita dalle strade di servizio della cava, a cui si accede dalla S.R.26.

Non si rilevano impatti negativi a carico di tale componente, al contrario la realizzazione dell’opera potrà comportare una possibilità di impiego per imprese e maestranze.

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4.2 HABITAT

Vista la continua ed elevata pressione antropica che comporta l’assenza di vegetazione non è possibile definire degli habitat in riferimento alla normativa europea per il sito dove sorgerà la centrale, in quanto l’ambiente non ha connotazioni naturali o seminaturali, ma è estremamente artificializzato.

Un discorso completamente differente deve essere fatto per la zona della riserva naturale ove l’ambiente naturale e seminaturale è oggetto di classificazione e di tutela ai sensi della Direttiva comunitaria 92/43/CEE.

4.2.1 RELAZIONE DI INCIDENZA

Codice e denominazione del sito Natura 2000

Zona umida di Morgex I T 1 2 0 3 0 1 0

Sito di importanza comunitaria □ Zona di protezione speciale □

4.2.1.1 Habitat e specie floristiche e faunistiche per la cui tutela i siti sono stati designati

L’area umida del Marais, è una riserva naturale istituita con D.P.G.R. 156/1992 e tutelata ai sensi della L.R. 30 del 30 luglio 1991.

L’importanza naturalistica dell’area umida è stata riconosciuta con la classificazione della zona nel dicembre 2003 come Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva comunitaria “Habitat” 92/43/CEE con il codice identificativo IT1203010.

Nella figura seguente si evidenzia la perimetrazione delle aree di tutela e la loro posizione rispetto all’opera in progetto la quale risulta limitrofa ma esterna ad entrambe.

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Legenda Riserva naturale (L.R. 30/91, D.P.G.R. 156/1992) E SIC IT1203010 opera in progetto

Aut. C.T.R. n°1359 del 15.9.2009 1:10.000

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La RISERVA NATURALE, posta sulla piana alluvionale della Dora Baltea tra i coni di deiezione dei torrenti Echarlod e Colombaz, ha una superficie limitata, di circa 8 ha, ma ha elevato valore naturalistico in quanto rappresenta una zona di sosta intralpina per gli uccelli migratori.

Il costante livello idrico conseguente alla realizzazione dello sbarramento idraulico che delimita il confine sud-est dell’area permette il mantenimento di popolamenti arborei igrofili planiziali e di habitat perifluviali, cenosi uniche e poco diffuse in Valle d’Aosta (area umida di Les Iles, piccoli nuclei diffusi lungo l’asta della Dora Baltea), generalmente legate alle piene periodiche lungo le aste fluviali non regimate.

Il popolamento arboreo è classificabile secondo la metodologia dei Tipi forestali adottata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta come “Saliceto di salice bianco e pioppeto di pioppo nero”. Si tratta di boschi planiziali che occupano terreni a falda superficiale, potenzialmente inondabili, dal ricco corteggio arbustivo. Le principali specie componenti il piano arboreo sono il pioppo nero (Populus nigra), il pioppo tremolo (Populus tremula) e l’ontano bianco (Alnus incana), mentre sottocopertura si trovano tra le altre corniolo (Cornus sanguinea), caprifoglio (Lonicera xylosteum) e olmaria comune (Filipendula ulmaria). Lungo le sponde è diffuso il saliceto con il salice bianco (Salix alba) prevalente. Tra le specie erbacee si evidenzia la presenza del crescione (Nasturtium officinale) lungo i canali, della calta palustre (Caltha palustris) e della cariofillata dei ruscelli (Geum rivale).

Nelle anse del settore orientale è presente un esteso canneto costituito prevalentemente da cannuccia di palude (Phragmites australis), lisca maggiore (Typha latifolia), scagliola palustre (Typhoides arundinacea) e carice pannocchiata (Carex paniculata).

Tali condizioni vegetazionali risultano ottimali per l’avifauna, rendendo il sito un importante punto di sosta e alimentazione per numerose specie nidificanti e di passo.

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Il SIC, ha un’estensione areale maggiore include il territorio della riserva naturale; si contraddistingue per la presenza di habitat naturali di interesse comunitario, tra i quali il popolamento arboreo è riconosciuto quale habitat prioritario con la seguente codifica e denominazione:

91E0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion Albae). Si tratta del bosco igrofilo, la cui presenza in tale zona è mantenuta e garantita dallo sbarramento idroelettrico che garantisce un livello idrico pressoché costante in tutte le stagioni ed un conseguente mantenimento dell’idromorfia dei terreni. Viene classificato con un buon grado di conservazione e un valore significativo di valutazione globale ed è considerato prioritario in quanto habitat a rischio scomparsa (come precedentemente accennato in Valle d’Aosta oltre che al Marais è presente solo nella riserva naturale di Les Iles).

Gli altri habitat elencati nella scheda del sito sono:

6520 Praterie montane da fieno 6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos 3230 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica 3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea

Nel SIC si segnala la presenza di alcuni uccelli abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE: Chlidonias niger, Lanius collurio e Tringa glareola come specie rare, Alcedo attui, Ardea purpurea, Botaurus stellaris, Egretta garzetta, Porzana porzana come specie molto rare. Tra le altre specie animali presenti nel formulario si evidenzia la presenza di alcuni chirotteri.

Oltre alle specie segnalate nel SIC, tra gli uccelli migratori nidificanti nell’area si osservano il germano reale, la gallinella d’acqua, la ballerina bianca, il piro piro piccolo, il cuculo, la cannaiola verdognola, la capinera; quali specie di passo si possono vedere il tuffetto, lo svasso maggiore, l’airone cinerino, la moretta, il piro piro culbianco, la pavoncella, il migliarino di palude, l’upupa e il corriere piccolo.

Il fiume è l’elemento veicolante delle attività turistico ricreative dell’area, nelle sue acque si pratica la pesca e diversi sport acquatici (rafting, kayak,…), attività che nell’area tutelata sono consentite ma così regolamentate:

• La pesca è regolamentata dal calendario ittico regionale:

CALENDARIO ITTICO 2011-12 Decreto dell’Assessore all’Agricoltura e Risorse Naturali n. 1 del 04/02/2011 Art. 18 a) Riserva naturale "Marais" - Comuni di Morgex e La Salle. L'esercizio della pesca è consentito solamente al di fuori della palinatura prevista dall’art. 3 del decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 253 del 25/06/2008 concernente “Istituzione della Riserva naturale in loc. Marais dei Comuni di Morgex e La Salle”. In particolare essa è consentita sulla sponda in destra idrografica (opposta a quella interessata dal progetto), dove i pescatori possono accedere all’alveo in corrispondenza

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dei pennelli deviatori. La pesca in corrispondenza della darsena per i gommoni è consentita solo nei periodi di sospensione delle attività di rafting e kayak.

• Il rafting è consentito ove non si pratica la pesca mantenendo una traiettoria prossima alla sponda destra nella parte terminale del tratto di torrente in modo da non danneggiare il canneto.

• In prossimità della riserva naturale vi è la base di una società per gli sport acquatici.

Carta delle attività ricreative consentite

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Legenda !i parcheggio E !Å capanno birdwatching !} attracco gommoni e canoe !l postazioni consentite per la pesca percorso preferenziale rafting e canoe a salvaguardia area umida percorso ciclopedonale percorso pedonale Riserva naturale SIC

Aut. C.T.R. n°1359 del 15.9.2009 1:5.000

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A monte della briglia in corrispondenza della quale è prevista la realizzazione della centrale viene esercitata l’attività di estrazione in alveo, regolarmente autorizzata. Tale attività viene periodicamente esercitata anche a monte dello sbarramento CVA, quindi all’interno dell’area umida, a fini manutentivi.

4.2.1.2 Individuazione delle possibili incidenze dovute all’interazione tra gli elementi del progetto e le caratteristiche del sito

Le possibili incidenze di un’opera sulle caratteristiche del sito in esame possono essere di tipo diretto o indiretto.

Le prime si osservano in caso di interferenze generate direttamente sugli elementi preponderanti che caratterizzano l’area protetta ossia gli habitat che la compongono, la flora e la fauna che la caratterizzano.

Le seconde derivano da effetti che potrebbero riverberarsi sugli habitat a seguito di interferenze generate dall’opera, su componenti macroambientali quali l’idrologia, la geomorfologia dei siti, le variazioni climatiche, la produzioni di inquinanti o dalla somma di più fattori.

In entrambi i casi si ritiene che l’opera in progetto non comporti incidenze sulle caratteristiche del sito.

4.2.1.3 Illustrazione delle motivazioni che portano a ritenere non significativi gli effetti

L’impianto idroelettrico, per la sua tipologia costruttiva, non comporta alterazioni del livello idrico del torrente in quanto il prelievo ed il rilascio avvengono in meno di 75 metri lineari. Peraltro il rilascio avviene a monte del confine dell’area tutelata. A titolo informativo si evidenzia che, proprio per le loro peculiarità, in altre regioni italiane impianti simili vengono autorizzati in deroga al DMV.

La progettazione delle opere ha preso in considerazione la necessità di mantenere due filoni principali di corrente posti in prossimità delle sponde alfine di preservare l’isola centrale in alveo evitando correnti in battuta che potrebbero erodere progressivamente le sponde dell’isola stessa. Quindi con portate ordinarie si garantirà la presenza di acqua in prossimità di entrambe le sponde evitando di influenzare negativamente il livello idrico a carico delle stesse.

Per quanto riguarda le eventuali ripercussioni indirette, si evidenzia che il rilascio immediato delle acque turbinate, poco a monte del confine del SIC permette di mantenere all’interno dell’area umida lo stesso tenore idrico che si avrebbe in assenza dell’impianto, evitando ripercussioni sulle condizioni di idromorfia del suolo e conseguentemente a carico della compagine vegetale igrofila che caratterizza l’habitat prioritario.

Nel caso in esame l’opera viene realizzata all’esterno al sito e come descritto precedentemente all’interno del perimetro dell’area protetta si provvederà esclusivamente al rifacimento della scogliera spondale esistente per circa due metri ed alla riprofilatura dell’alveo, per meno di due metri, a fini del mantenimento dell’attuale livello di protezione idrogeologica.

Il rifacimento delle opere di sistemazione spondale, in corrispondenza della scala di risalita dei pesci e del canale di scarico in sinistra idrografica, è necessario per evitare l’innesco di fenomeni di dissesto dovuti alla parziale demolizione delle opere esistenti per la costruzione dell’impianto. Per garantire la stabilità del manufatto non è possibile mantenere completamente esterno al SIC il rifacimento della scogliera, per cui è necessario demolire parte dell’esistente e ricostruirla per una porzione pari a circa 2 metri all’interno dell’area tutelata. Si tratterà quindi di opere accessorie che non inficeranno sull’officiosità idraulica e che non ridurranno ulteriormente la naturalità dell’alveo in quanto sono da considerarsi in

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) sostituzione di quelle già esistenti. La tipologia costruttiva in pietrame a secco permette di ottimizare la necessità di protezione idrogeologica con la rinaturalizzazione delle stesse.

L’opera non interferisce quindi con gli habitat ripariali dell’area tutelata, non alterando lo stato attuale della sponda della Dora all’interno del SIC (essendo un mero rifacimento dell’esistente); la centrale risulterà completamente esterna al SIC, così come le azioni legate alla cantierizzazione risultano essere completamente esterne all’area stessa.

Conseguentemente non si rileva un impatto a carico della ricca componente faunistica che frequenta l’area.

Come dettagliato nei capitoli specifici relativi alla produzione di rumore e all’inquinamento atmosferico, l’opera e il cantiere per la sua realizzazione non hanno impatti negativi diretti o indiretti sulla flora e la fauna locale e conseguentemente neanche sulle componenti vegetali e faunistiche del SIC. Si sottolinea che i mezzi impiegati per la costruzione della struttura e la durata del cantiere sono paragonabili ad un cantiere edile per la realizzazione di una casa adibita a civile abitazione e l’inquinamento acustico e atmosferico in fase di costruzione risulterà inferiore alle emissioni quotidiane generate dalla attività di cava attualmente esercitata in loco. Attività analoghe per emissioni rumorose ma assai più prolungate nel tempo si svolgeranno nella stessa zona, dove si rammenta che è stato recentemente approvato un PUD per la realizzazione di edifici destinati ad uso artigianale, commerciale e turistico. In fase di esercizio le emissioni rumorose dell’impianto posto nella sponda saranno assimilabili a quelle attuali date dal rumore di fondo del torrente.

Si evidenzia che la realizzazione della scala di risalita dei pesci mitigherà l’attuale artificializzazione dell’alveo favorendo la mobilità, oggi preclusa, dell’ittiofauna lungo l’asta torrentizia.

Si ritiene che per quanto sopra dettagliato gli effetti a carico delle componenti del SIC dovuti alla realizzazione dell’opera in progetto siano nulli.

4.2.1.4 Rispetto delle misure di conservazione approvate con D.G.R. n° 3061 del 16/12/2011.

La progettazione delle opere, che nello specifico, è esterna al sito protetto non interessa neanche indirettamente gli habitat presenti, rispettando le MISURE DI CONSERVAZIONE APPROVATE CON D.G.R. N° 3061 DEL 16/12/2011.

In particolare si rispetta il divieto delle seguenti attività:

• Nelle acque stagnanti (3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea):

1. L’alterazione del regime idrico attuale, le manomissioni e le trasformazioni delle sponde. 2. Il danneggiamento e/o il taglio della vegetazione acquatica e di ripa. 3. L’introduzione e il popolamento di fauna ittica non autoctona. 4. La modifica della componente organica delle acque tramite immissione di sostanze inquinanti.

L’opera non comporta nessuna delle azioni elencate.

• Nelle acque correnti (3240-Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix eleagnos, 3230-Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica, 3220-Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea):

1. La captazione delle acque di superficie e sotterranee fatta eccezione per i prelievi destinati ad autoconsumo, ad uso potabile, ad uso agro-silvo-pastorale e per le opere di rilevante interesse pubblico.

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L’opera è esterna al SIC, la variazione di portata riguarda un tratto di alveo a monte del SIC per una lunghezza inferiore a 75 m, di conseguenza il regime idrico all’interno del SIC risulta invariato;

2. La modifica dell’attuale scorrimento delle acque superficiali e sotterranee con ulteriori sbarramenti, dighe o movimenti di terra, fatti salvi gli interventi necessari per gli usi e le attività di natura agro-silvo-pastorale, idrogeologica, di difesa dagli incendi, gli interventi finalizzati ad esigenze di pubblica incolumità e quelli di rilevante interesse pubblico.

Non si realizzano dighe o sbarramenti, ma solo l’innalzamento del pelo libero (di 25 cm) a monte dello sbarramento con panconature in legname amovibili a perdere in caso di eventi di piena; la realizzazione del nuovo tratto di scogliera spondale pari a circa 2 metri di lunghezza è da considerarsi a tutti gli effetti il rifacimento di un’opera già esistente in quanto va ad inserirsi in un tratto di scogliera esistente che verrà demolita in fase di realizzazione.

3. Le manomissioni e le trasformazioni delle sponde, fatti salvi gli interventi di sistemazione idraulica.

L’opera è effettivamente prevista all’interno della sponda ma esternamente al sito protetto, inoltre essa si inserirà in un contesto progettuale che sarà comunque difforme dallo stato attuale, in quanto il P.U.D. già approvato con prevede che la sponda attuale venga alzata nel punto in esame di circa 3 m.

4. Il prelievo di sabbia e ghiaia, fatti salvi i prelievi connessi ad interventi finalizzati alla sicurezza idraulica.

Il prelievo di sabbia e ghiaia è attualmente autorizzato nel tratto di alveo a monte dello sbarramento esistente. A seguito della realizzazione della centrale tali operazioni verranno comunque ridotte ed il prelievo di sabbia e ghiaia sarà effettuato in concomitanza con le operazioni di pulizia del dissabbiatore al fine di mantenere costante il prelievo di materiale. In tal modo si manterrà l’equilibrio attuale tra depositi fluviali e prelievo antropico evitando fenomeni di aumentato interramento nella zona protetta. In tal modo si limiteranno le azioni di rimaneggiamento dell’alveo con effetti positivi sulla qualità delle acque. Si sottolinea come l’attività di cava allo stato attuale permetta di mantenere costante il livello idrico dell’alveo e conseguentemente anche dell’area umida posta a valle che in assenza delle attività esercitate attualmente rischierebbe un progressivo interramento.

5. L’immissione di sostanze inquinanti. 6. L’introduzione e il ripopolamento di fauna ittica non autoctona

Azioni non contemplate dal progetto.

In fase esecutiva, pur essendo esterni al SIC, si cercherà di attenersi strettamente ai seguenti obblighi:

1. Utilizzare, ove necessario, metodi e tecniche di ingegneria naturalistica per gli interventi di regimazione idraulica. 2. Impiegare specie vegetali autoctone di certificata provenienza in caso di interventi di rinaturalizzazione delle sponde. 3. Eseguire gli interventi di taglio della vegetazione ripariale, se autorizzati, al di fuori del periodo riproduttivo dell’avifauna.

Per il consolidamento antierosivo della sponda a monte dell’isolotto centrale si propone la realizzazione di una scogliera a secco rinverdita con talee di salice. Il breve tratto di scogliera da ricostruire sarà in pietrame a secco.

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• Nei boschi alluvionali (91E0*-Boschi alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior e alneti montani ad ontano bianco)

Non intervenendo direttamente a carico della copertura forestale si perseguono tutti gli obiettivi di conservazione stabiliti per tutti gli habitat forestali.

Inoltre è vietato 1. Distruggere la copertura forestale. 2. Transitare con qualsiasi mezzo nei popolamenti impaludati. 3. Effettuare tagli indiscriminati, fatti salvi i casi di condizioni di instabilità o ingombro al corso d’acqua.

Nessun intervento è previsto a carico dei popolamenti forestali tutelati.

4. Effettuare drenaggi o altri interventi che modifichino il livello idrico.

Il livello idrico dell’area umida rimarrà invariato.

É fatto obbligo di: 1. Mettere in atto, in caso di taglio, tutte le operazioni volte a evitare il proliferarsi delle specie esotiche invasive. 2. Mantenere la diversità ecologica dei popolamenti ripari, con tagli realizzati a gruppi o mentendo inalterate alcune aree, anche durante gli interventi selvicolturali aventi come obiettivo il mantenimento e/o il miglioramento della funzionalità idraulica delle diverse sezioni del corso d’acqua.

L’habitat prioritario rimarrà invariato.

• Tutela dell’avifauna

A tutela dell’avifauna si rispettano le seguenti indicazioni:

1. Effettuare qualsiasi tipo di intervento all’interno del sito al di fuori del periodo riproduttivo dell’avifauna (dall’inizio di marzo alla fine di luglio)

L’impresa si impegnerà a rispettare il cronoprogramma il quale verrà redatto in funzione di tale indicazione (pur essendo esterni all’area tutelata).

Vengono inoltre rispettate le misure di conservazione per le specie abituali elencate nell’allegato I della direttiva 79/409/CE caratteristiche degli ambienti umidi:

Sono vietate le seguenti attività: 1. Qualsiasi manomissione delle rive fluviali, compresa il taglio e l’eradicazione della vegetazione ripariale, fatti salvi gli interventi finalizzati ad assicurare condizioni di pubblica incolumità e/o la sopravvivenza di altri habitat o specie di interesse comunitario.

All’interno del SIC l’unico intervento consiste nel rifacimento della scogliera esistente per circa due metri: tale intervento essendo necessario per poter realizzare la scala di risalita dei pesci non può essere considerato una manomissione delle rive fluviali in quanto permetterà di migliorare la morfologia del torrente eliminando l’attuale ostacolo trasversale mantenendo la sponda del tutto analoga a quella attuale.

È fatto obbligo di: 1. Mantenere fasce di canneto sufficientemente estese.

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2. Per il Martin pescatore mantenere le ripe scoscese con acqua corrente nei paraggi. 3. Per l’Airone rosso, il Tarabuso e la Garzetta, mantenere i fragmiteti allagati. 4. Per il Voltolino, mantenere la vegetazione palustre allagata (tife, cannuccia, giunchi) a struttura irregolare e senza disturbo antropico di qualsiasi genere. 5. Per il Piro piro boschereccio, mantenere le ripe melmose con acqua stagnante o debolmente corrente.

Non si interverrà in alcun modo nelle aree di canneto o nelle zone ad acqua stagnante.

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4.3 FAUNA

Per lo studio della fauna locale si è fatto riferimento al Piano Regionale Faunistico-Venatorio 2008-2012 approvato dalla deliberazione n. 3398-XII del 20 marzo 2008 del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta; per i dati relativi all’avifauna si è considerato il formulario standard dell’area (ZPS-SIC) “Zona umida di Morgex” (codice IT1203010).

Dal punto di vista faunistico l’assenza di vegetazione e la continua presenza di attività antropiche comportano un impoverimento specifico e numerico delle popolazioni che generalmente colonizzano gli habitat perifluviali di fondovalle. La componente faunistica nelle aree aperte pressoché prive di vegetazione trova scarse riserve trofiche e limitate possibilità di rifugio, pertanto essa tende a colonizzare i boschi e l’area umida limitrofa.

I grandi mammiferi, quali i cervi che colonizzano i popolamenti forestali della Valdigne, in tale contesto difficilmente si insediano a causa dell’elevato disturbo antropico, mentre si può facilmente ipotizzare che siano presenti alcuni carnivori quali la volpe (Vulpes vulpes) e la faina (Marte foina), specie ecologicamente meno esigenti che colonizzano anche gli ambienti urbani.

4.3.1 MAMMIFERI

Capriolo (Capreolus capreolus)

Dall’analisi delle mappe tematiche indicanti la vocazionalità faunistica si potrebbe infatti dedurre che il capriolo trovi sul fondovalle un ambiente particolarmente vocato ad ospitarlo. L’habitat del capriolo è infatti caratterizzato da aree a elevata variabilità vegetazionale caratterizzate da alternanza di ambienti aperti con vegetazione erbacea e boschi di latifoglie e conifere. Questa specie predilige zone con innevamento scarso e poco prolungato, mentre tende a non frequentare cespuglieti e zone a vegetazione rada. Pur essendo specie particolarmente adattabile esso predilige le zone boscose ricche di radure. È quindi presente nelle aree a monte della ferrovia e nei popolamenti boscati oltre Dora; come confermato da testimonianze orali la specie, con diversi esemplari, frequenta l’area del deposito di inerti in cerca di rifugio durante la stagione invernale.

Cinghiale (Sus scrofa)

Grazie alla sua elevata adattabilità, il cinghiale è presente in forma stabile su tutto il territorio regionale. La specie ha ormai colonizzato tutti gli ambienti tipici della Valle d’Aosta, dai terreni agrari ai boschi, sino ai pascoli d’alta quota.

Si può ipotizzare che il cinghiale sia una presenza costante del fondovalle e che transiti sull’area interessata dai lavori in progetto pur non occupandola stabilmente.

Volpe (Vulpes vulpes)

La volpe è una specie diffusa in tutta la regione ed è presente in tutti gli ambienti. Vive principalmente nei boschi ma si può rinvenire anche in brughiere aperte, in montagna e nelle zone coltivate e negli ultimi anni anche con una certa frequenza nelle aree antropizzate. Durante il giorno si ripara sotto cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso abbandonate.

Nella zona del fondovalle, prendendo in considerazione un’area più ampia rispetto al sito di realizzazione della centrale, la specie è presente con una buona densità.

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Lepre europea (Lepus europaeus)

La lepre europea frequenta ambienti aperti (terreni coltivati, prati e pascoli a quote non superiori a 1600 m s.l.m. con esposizione solatia.

In base alle caratteristiche vocazionali della specie, si ritiene che il fondovalle del comune di Morgex sia idoneo ad ospitare la lepre europea ed è pertanto ipotizzabile che nell’area in esame, non trovando risorse trofiche essa sia di passaggio.

Nelle aree ecotonali al limite dell’area umida si ha inoltre la presenza di roditori, soprattutto con la famiglia dei muridi, e quella di rettili. Ne consegue che, anche per la componente faunistica, il contrasto tra la ricchezza dell’area umida e la povertà delle zone limitrofe è assai elevato.

4.3.2 AVIFAUNA

La vicinanza con l’area umida del Marais aumenta la consistenza avifaunistica, anche se ovviamente essa tende a soffermarsi nei boschi e nell’area umida, ove trova rifugio e cibo, mentre nella zona di cava la presenza, qualora esistente, è sporadica.

Nel SIC si segnala la presenza di alcuni uccelli abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE, il cui elenco dettagliato è riportato al cap. 4.2.1.1.

4.3.3 ITTIOFAUNA

La comunità ittiofaunistica dell’area è rappresentata esclusivamente dalla trota fario di ceppo atlantico ed è negativamente influenzata dalla presenza dello sbarramento esistente; la situazione a monte dello stesso appare compromessa anche dalle continue operazioni di rimaneggiamento dell’alveo, mentre leggermente migliore è la situazione ittiofaunistica a valle, grazie ad una maggiore eterogeneità dell’alveo. In generale si tratta comunque di popolazioni ampiamente artificializzate e sostenute dalle immissioni effettuate dal Consorzio Pesca.

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4.4 VEGETAZIONE

In netto contrasto con la ricchezza floristica e vegetazionale dell’area umida limitrofa, il sito ove è prevista l’opera, per il suo elevato grado di pressione antropica, si presenta pressoché privo di vegetazione.

Foto 8: unico nucleo arboreo a monte e successivo tratto di sponda a monte dello sbarramento privo di vegetazione.

Foto 9: sponda a valle dello sbarramento priva di vegetazione arborea e primo nucleo al limite del confine con il SIC

Sono presenti sporadici esemplari di ontano e salice bianco disposti lungo l’argine a tergo delle sistemazioni spondali.

Procedendo da monte verso valle sul “tracciato” dell’impianto in progetto sono presenti quattro esemplari di ontano con diametro superiore a 12,5 cm dopodiché la sponda è priva di vegetazione fino a circa 20 m a valle dello sbarramento appena oltre la palinatura che indica il divieto di pesca nell’area protetta. Qui il filare sulla sommità della sponda è costituito da ontani e salici. Si tratta di lembi boscati pionieri che tendono a colonizzare le aree non

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) rimaneggiate dalle attività di cava, con uno strato erbaceo ed arbustivo pressoché nullo e difforme da quanto riscontrabile nelle formazioni igrofile che caratterizzano i terreni idromorfi e ricchi in sostanza organica della riserva naturale.

La vegetazione arbustiva e la componente erbacea sono limitate a poche specie ruderali (tra le quali Artemisia vulgaris, Erigeron acer, Senecio vulgaris) colonizzatrici di terreni poveri e fortemente mineralizzati.

Nell’area oggetto degli interventi previsti in progetto non si segnala la presenza di specie rare.

Per la descrizione della componente vegetazionale dell’area umida del Marais, esterna al sito di intervento si rimanda al capitolo 4.2.1.1 Relazione di incidenza.

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4.5 PAESAGGIO

Per poter valutare le interferenze generate da una nuova opera al contesto paesaggistico è necessario fornire un inquadramento tessiturale del territorio, andando ad analizzare il paesaggio nelle sue varie componenti, individuabili a scale diverse.

4.5.1 MORFOLOGIA E SISTEMI PAESISTICI

Per quanto concerne l’analisi paesaggistica a vasta scala ci si rifà alle indicazioni fornite dal Piano Territoriale Paesistico della Valle d’Aosta, in cui partendo dall’analisi delle componenti ambientali, intese come elementi o insiemi di elementi costitutivi dell’ambiente, vengono individuati e definiti i “sistemi ambientali” quali situazioni relativamente omogenee ai fini di una definizione delle linee di intervento e degli indirizzi di tutela.

Per il comprensorio in esame vengono individuati e definiti i seguenti sistemi ambientali:

• Sistema fluviale • Sistema insediativo tradizionale – sottosistema a sviluppo integrato Il PTP definisce oltre ai sistemi ambientali anche le unità di paesaggio, intese come entità che si differenziano dai sistemi ambientali in quanto tendono a cogliere le interazioni tra le componenti e i sistemi di componenti diversi. Vengono individuate sovente su confini orografici e corrispondono in genere a località riconosciute e facilmente individuabili sul territorio. Il PTP include l’area in esame nell’unità locale n.3 “Morgex e La Salle” fortemente caratterizzata in tre componenti che tipicizzano il paesaggio: il fondovalle ed i due versanti. L’area in esame rientra nel tratto di fondovalle strutturato nell’insediamento a collana dei bourgs lungo la strada e degli agglomerati ad essi collegati.

La scheda dell’unità locale evidenzia come le recenti trasformazioni indotte dal passaggio dell’autostrada e dall’espansione dell’abitato di Morgex, con nuovi insediamenti sparsi lungo la S.S. 26 abbiano alterato le relazioni strutturali tradizioni penalizzando le importanti aree umide della fascia golenale del fiume sul fondovalle.

Si individuano l’unità di paesaggio UU “sistema urbano di Morgex” caratterizzata tra l’altro “dalle espansioni produttive e insediamenti lungo la strada statale” e dal “nodo infrastrutturale dell’autostrada” di cui la fascia fluviale è elemanto specifico e l’unità IF “unità di conoide insediato di fondovalle” la cui componente caratterizzante è la zona umida e la riserva del Marais considerata aspetto specifico.

Gli indirizzi normativi indicati dal PTP son la riqualificazione, intendendo la valorizzazione del risorse e del patrimonio esistenti, e il mantenimento, cioè il mantenimento dei paesaggi, delle risorse e delle testimonianze culturali anche mediante recuperi nonché mediante utilizzi compatibili con il mantenimento e la conservazione.

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4.5.2 ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL PAESAGGIO

Il paesaggio del fondovalle in tale zona ha carattere fortemente antropico, con un numero consistente di detrattori paesaggistici. Le infrastrutture lineari e i nuovi insediamenti lungo la strada regionale hanno negli ultimi decenni destrutturato la definizione paesaggistica storica del fondovalle, caratterizzato dalla “collana” di insediamenti storici e dalle zone boscate perifluviali in alternanza ai prati.

I principali elementi caratterizzanti il paesaggio, pur essendo strutture indispensabili per l’economia della valle sono da considerarsi a livello paesaggistico, detrattori a tutti gli effetti: l’autostrada, lo svincolo autostradale, la strada statale, la ferrovia, lo sbarramento idroelettrico CVA, le aree di pertinenza dell’impianto estrattivo. Per la diffusa distribuzione territoriale e la consistente estensione areale essi sono prevalenti sulle componenti a valenza positiva.

Foto 10: detrattori paesaggistici

Foto 11: elementi qualificanti il paesaggio

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Gli elementi arricchenti la qualità del paesaggio sono legati alla morfologia della vallata, alla varietà di componenti dei versanti (alternanza aree prative, boschi ed elementi litologici) ed alla presenza delle formazioni arboree della riserva naturale, le quali al variare delle stagioni con le loro variazioni cromatiche mitigano la prevalente percezione di antropizzazione del fondovalle. Alcune recenti restrutturazioni di edifici di civile abitazione con elementi tipici dell’architettura locale conferiscono un ulteriore, seppur lieve, apporto positivo.

La primigenia matrice paesaggistica ovvero le formazioni boscate perifluviali delle aree golenali della Dora e le aree coltivate e sfalciate del fondovalle risultano allo stato attuale, e come si può osservare dalla foto aerea riportata dal sito regionale, frammezzate dalle reti infrastrutturali. Gli insediamenti estrattivi e produttivi hanno fortemente plasmato il paesaggio creando macchie ampie in cui le aree boscate risultano residuali.

Gli elementi lineari sono prevalenti, con il parallelismo di più infrastrutture viarie che solcano il fondovalle affiancando il corridoio fluviale scarsamente delimitato da vegetazione riparia.

Nell’area limitrofa a quella in oggetto, attualmente insediamento legato all’attività estrattiva è prevista, a seguito di approvazione del P.U.D., la realizzazione di un polo artigianale con la costruzione di capannoni ed edifici a fini turistico ricreativi, i quali, seppur modificando la destinazione d’uso, non varieranno la percezione di elevata antropizzazione del sito.

L’oasi verde della riserva naturale, unico elemento paesaggistico di valore oltre al paesaggio dei versanti, rimane isolata e delimitata dalle infrastrutture presenti e previste per il futuro.

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4.5.3 VISIBILITÀ

L’area su cui è prevista la realizzazione dell’opera allo stato attuale è visibile esclusivamente dagli operatori della cava, dai fruitori della pista ciclabile posta sulla sponda opposta della Dora e da pochi punti panoramici posti sul versante destro della vallata. A seguito della realizzazione delle opere previste dal P.U.D. la sponda sinistra della Dora verrà percorsa sull’argine dalla nuova pista ciclabile, dalla quale sarà possibile vedere l’impianto la parte sommitale dell’impianto.

La sponda ove è prevista la realizzazione dell’opera non è visibile dai fruitori dell’area naturale, come da foto seguente.

Foto 12: scorcio verso monte dalla sponda vicina al punto terminale della passerella pedonale

4.6 RUMORE

Al presente lavoro si allega la relazione di previsione di impatto acustico redatta dal Dott. Bordon Ettore, Si riportano alcune considerazioni sintetiche estratte dalla stessa.

4.6.1 LIMITI ACUSTICI VIGENTI NELLA ZONA DI STUDIO.

I limiti di riferimento da rispettare sono i seguenti

A) LIMITI DI ZONA (ESTERNI)

Il Comune di Morgex con verbale di deliberazione del consiglio comunale n.6 del 15/02/2010 ha adottato il piano di zonizzazione acustica comunale.

L’area in esame è inserita, in base al piano di zonizzazione acustica vigente, in classe V. a circa 50 m. dal sito di ubicazione della centralina sul lato sud est vi è il confine con la classe IV mentre il recettore sensibile più prossimo è in classe III.

Pertanto i principali limiti di riferimento sono:

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B) LIMITI DI ZONA (IN AMBIENTE ABITATIVO)

Per quanto riguarda il criterio di valutazione sulla ACCETTABILITÀ del disturbo all’interno dell’ambiente abitativo (cosiddetto CRITERIO DIFFERENZIALE), occorre far riferimento ai valori limite differenziali di immissione di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 14/11/97 riassunti nella tabella seguente:

La valutazione del livello differenziale va dunque eseguita fra i seguenti livelli sonori (rif. Allegato A del DPCM 01/03/91):

• Livello di rumore residuo – Lr: è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato (A) che si rileva quando si escludono le specifiche sorgenti disturbanti. Esso deve essere misurato con le identiche modalità impiegate per la misura del rumore ambientale.

• Livello di rumore ambientale – La: è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato (A) prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo. Il rumore ambientale è costituito dall’insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche sorgenti disturbanti.

Di seguito è riprodotto un estratto della classificazione acustica del comune di Morgex e relativa legenda con indicati:

• Il punto di misura P1 in prossimità dell’impianto (in rosso).

• Il punto di misura P2 in prossimità del recettore (in verde)

• Il confine tra la V e la IV classe (in blu)

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4.6.2 IL CLIMA ACUSTICO ANTE OPERAM NELLA ZONA DI STUDIO

L’opera è progettata nell’area della cava di estrazione a est dello svincolo autostradale di Morgex, in una zona con assetto pressoché completamente non naturalizzato. Adiacente al sito prescelto sorge una cava per l’estrazione d’inerti dal fiume.

Il recettore sensibile più vicino è una casa ad uso di civile abitazione a circa 200 m. dal sito in cui sarà ubicato l’impianto.

La particolarità dell’impianto è che la principale fonte di rumore (turbina) verrà ubicata all’interno di una vasca in cemento armato che risulterà completamente immersa nel flusso dell’acqua del fiume Dora Baltea. La parte superiore della turbina verrà attraversata e movimentata dal flusso d’acqua corrente.

Per il rumore residuo (in assenza della centralina) sono stati effettuati rilievi in loco in periodo notturno

Per il calcolo della potenza sonora dell’impianto ci si è avvalsi di misurazioni effettuate su una centralina più potente. La campagna di misurazioni fonometriche, effettuata in data 28 settembre, è stata realizzata al fine di verificare:

• il clima acustico presente nell’area senza considerare il rumore prodotto dall’attività (rumore residuo);

• il clima acustico presente in prossimità del recettore più prossimo senza considerare il rumore prodotto dall’attività (rumore residuo);

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• il livello di rumore presente nell’area considerando anche quello prodotto dalla centrale idroelettrica di futura realizzazione.

Dalle analisi effettuate e dettagliate nella relazione allegata risulta che il rumore residuo presente nell’area è pari a 68,8 dB(A). Nell’area che ospiterà la centralina vi è un rumore residuo che supera i limiti assoluti di immissione stabiliti dal Comune di Morgex. Tale rumore è prodotto dalle acque del fiume Dora Baltea.

4.7 GEOLOGIA ED IDROGEOLOGIA

L’intervento insiste lungo il fondovalle alluvionale della Dora Baltea. Gli affioramenti naturali e le sezioni aperte artificiali consentono l’osservazione della litofacies sedimentaria più superficiale. Sono facilmente identificabili i depositi alluvionali più recenti, a struttura matrix supported, composti dall’alternanza di orizzonti ghiaiosi e ciottolosi intercalati a lenti sabbioso-limose. Tali depositi quaternari si presentano, in senso areale, allungati rispetto alla direzione della corrente e rilevano la forte tendenza che ha avuto il corso d’acqua alla migrazione laterale, peculiarità responsabile dei numerosi episodi di alluvionamento della piana e della recente evoluzione del paesaggio, attualmente inibita dalla presenza delle arginature costituite in blocchi rocciosi posati a secco. La matrice della formazione si presenta ubiquitariamente sciolta e nel complesso il sedimento è caratterizzato da una curva granulometrica ben gradata.

La Dora Baltea lungo il tratto di fondovalle investigato è regimata da opere d’ingegneria idraulica che non risultano interessate, né in sinistra né in destra orografica, da forme di erosione recenti di tipo concentrato. L’azione delle acque superficiali si manifesta prevalentemente sotto forma di erosione areale legata al ruscellamento di superficie, ma il dilavamento ed il trasporto della frazione fine presente nella copertura sedimentaria non è apprezzabile.

La circolazione delle acque sotterranee avviene all’interno della copertura alluvionale che definisce, in funzione del diametro dei granuli, una classe di permeabilità per porosità primaria da buona ad elevata. La falda risulta, alla macro scala, di tipo libera, tuttavia la locale concentrazione di sedimenti limoso-sabbiosi o limosi può dar luogo a circoscritti letti impermeabili o semipermeabili.

Le caratteristiche dell’acquifero sono in grado di preservare l’attuale soggiacenza della falda, sia a monte che a valle della briglia, anche in presenza delle opere in progetto. Il deflusso idrico sotterraneo è parallelo al corso della Dora Baltea (falda di sub-alveo) nell’intorno dell’area di studio, ma si modifica ortogonalmente (falda di versante) nelle aree più distali. Le opere in progetto saranno quindi interessate dalle oscillazioni annuali della falda freatica di sub-alveo.

Dal punto di vista strutturale l’area di studio s’inserisce all’interno dell’Unità di Roignais Versoyen, nella zona interna del massiccio del Monte Bianco, meglio definita come Zona delle Brèches de Tarentaise.

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4.8 ARIA

L'inquinamento dell'aria si verifica quando sono immesse nell'atmosfera sostanze che alterano la composizione naturale dell'aria. L'aria, che costituisce l'atmosfera terrestre, è una miscela di gas. La composizione percentuale in volume dell'aria secca è, approssimativamente (si sono trascurati i componenti assai meno abbondanti), la seguente:

N2(azoto) 78% O2(ossigeno) 21% Ar (argon) 1% La composizione dell'atmosfera terrestre si mantiene costante fino a circa 100 Km di altezza. L'inquinamento dell'aria può essere di origine naturale (ad es. dovuto alle eruzioni vulcaniche o agli incendi boschivi), oppure provocato dalle attività umane (origine antropica). Gli inquinanti immessi in atmosfera si possono, a loro volta, classificare in:

• macroinquinanti: sostanze le cui concentrazioni nell'atmosfera sono dell'ordine dei mg/m3 (milligrammi per metro cubo) o dei mg/m3 (microgrammi per metro cubo) come, ad es., CO, CO2, NO, NO2, SO2, O3, particolato;

• microinquinanti:sostanze le cui concentrazioni in atmosfera sono dell'ordine dei ng/m3 (nanogrammi per metro cubo) come gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine.

Questa distinzione non si riferisce, ovviamente, al grado di nocività dell'inquinante in quanto un microinquinante può essere più nocivo per la salute umana di un macroinquinante anche se quest'ultimo è presente nell'aria in concentrazioni molto maggiori. Nella seguente tabella sono riportati alcuni prefissi usati nel Sistema Internazionale con le relative concentrazioni in aria

Tabella 2: concentrazioni in aria secondo S.I.

frazione prefisso simbolo concentrazione 10-3 milli m mg/m3 o ppm (in volume) 10-6 micro m mg/m3o ppb 10-9 nano n ng/m3 o ppt

Rispetto alla loro origine gli inquinanti si possono classificare in:

• primari: manifestano la loro tossicità nella forma e nello stato in cui sono immessi in atmosfera come, ad es., l'anidride solforosa (SO2) e l'acido fluoridrico (HF);

• secondari: derivano dalla reazione di quelli primari sotto l'influenza di catalizzatori chimici o fisici e si ritrovano tra i costituenti dello smog fotochimico (esempi di questa seconda categoria di inquinanti sono l'ozono (O3) e il perossiacilnitrato (CH3-CO-O-O- NO2).

I bassi strati dell'atmosfera (troposfera) giocano un ruolo di primaria importanza relativamente al trasporto, alla dispersione e alla ricaduta al suolo degli inquinanti. Nella troposfera la temperatura diminuisce con la quota (circa 6.5°C ogni Km); i rimescolamenti verticali sono facilitati in quanto l'aria calda, e dunque più leggera, si trova sotto l'aria più fredda (più pesante). Ma all'interno della troposfera si osservano spesso delle singolarità che si estendono su una zona verticale di qualche centinaio di metri, chiamate strati di inversione termica, nelle quali la temperatura aumenta con la quota. In tal caso l'aria densa e fredda si trova sotto quella più calda e il rimescolamento verticale spontaneo non è più possibile. Questi strati, che si possono trovare sia al livello del suolo che in quota, costituiscono quindi un coperchio per le

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) sostanze inquinanti che vengono continuamente emesse al livello del suolo, per cui si viene a creare una sacca di crescente concentrazione.

4.8.1 NORMATIVA VIGENTE IN TEMA DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO

In tema di inquinamento atmosferico, la normativa italiana si riferisce ai criteri indicati dai seguenti testi legislativi:

• Direttiva C.E.E. n. 80/779 del 15/07/80 • D.P.C.M. n. 30 del 28/03/83 • D.P.R. n. 203 del 24/05/88 • L.R. n. 43 del 7/4/2000 Per quanto riguarda le particelle sospese il primo riferimento normativo indica i valori guida intesi come limiti di esposizione ritenuti tollerabili per la salute umana e la salvaguardia dell’ambiente secondo le indicazioni dell’O.M.S, mentre il secondo fissa le concentrazioni massime ammissibili indicate nella seguente tabella.

Tabella 3: Riferimenti normativi in materia di inquinamento atmosferico da particelle sospese

Riferimento [µg/m3 Standard Concentrazione normativo ] Media delle concentrazioni medie Concentrazione di 24 ore rilevate nell’arco 150 DPCM n. 30 massima dell’anno ammissibile per un del 28/03/83 determinato tempo 95° percentile delle di esposizione concentrazioni medie di 24 ore 300 rilevate in un anno Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore 40-60* DPR n. 203 Valore guida rilevate nell’arco di un anno del 24/05/88 100- Valore medio delle 24 ore 150*

* fumo nero equivalente

4.8.2 INDIVIDUAZIONE DEI RICETTORI POTENZIALMENTE INTERESSATI

Nel presente paragrafo si individuano i recettori sensibili potenzialmente interessati sia con riferimento alle attività costruttive nella fase di cantiere che a quelle di uso futuro dell’opera finita.

Per ricettori si intendono luoghi nei quali si registra una presenza umana stabile (edifici destinati a residenza o a servizi sociali stabili, ecc.) o una permanenza prolungata delle persone (edifici destinati a servizi sociali, edifici destinati a sede di attività produttive, ricreative, ecc.).

Gli agglomerati urbani sono distanti alcuni chilometri dal sito. Le sorgenti di inquinamento principale sono costituite dal traffico veicolare che percorre le principali vie di comunicazione che delimitano l’area (autostrada, svincolo autostradale e strada regionale). L’intensità delle emissioni è quindi più marcata nella stagione invernale quando per fenomeni climatici la stagnazione degli inquinanti risulta maggiore. Non sono rilevabili livelli apprezzabili di inquinanti primari e secondari nell’atmosfera. La diffusione di polveri nell’atmosfera è

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) piuttosto elevata per la presenza dell’attività estrattiva, ed è condizionata dall’azione del vento.

4.8.3 INDIVIDUAZIONE DEGLI INQUINANTI

Ai fini del presente studio, per la caratterizzazione della qualità dell’aria nella situazione “ante-operam” dell’area interessata dalle operazioni di realizzazione dell’impianto idroelettrico in progetto, i dati sono stati desunti dai dati pubblicati dalla Agenda Regionale di Protezione Ambientale e, in particolare, sono tratti dal sistema di monitoraggio della qualità dell'aria istituito in Valle d'Aosta con legge regionale 94 del 26.11.87.

Considerato che il progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico che non comporta variazioni rispetto ai valori attuali, non si è ritenuto opportuno commissionare un monitoraggio specifico.

Fra i dati disponibili sono stati scelti quelli relativi all'inquinamento dell'aria causato da veicoli a motore o centrali termiche di riscaldamento, quali il biossido di zolfo che proviene dalla combustione del gasolio, l’ossido di ozono, il monossido di carbonio, le polveri sospese e il benzene e l’ozono come gas inquinante secondario.

Biossido di zolfo (SO2)

E’ un gas incolore, di odore acre. Proviene per la maggior parte dalla combustione del carbone o di altri combustibili fossili contenenti zolfo, usati per il riscaldamento. In misura molto minore (dell’ordine del 5%) proviene dalle emissioni dei veicoli diesel. Per questo motivo la concentrazione di SO2 presenta una variazione stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernale. Grandi sorgenti di SO2 sono le centrali termoelettriche a carbone, non presenti in Valle d'Aosta, e alcuni processi industriali. L’SO2 è molto irritante per gli occhi, la gola e le vie respiratorie. In atmosfera, attraverso reazioni con l'ossigeno e le molecole di acqua, contribuisce all'acidificazione delle precipitazioni, con effetti negativi sulla salute dei vegetali. Le precipitazioni acide possono avere effetti corrosivi anche su materiali da costruzione, vernici, metalli e manufatti in pietra, in particolare marmi.

Ossidi di azoto (NO e NO2)

Il monossido di Azoto (NO) è un gas incolore, inodore e insapore, mentre il biossido di Azoto (NO2) si presenta sotto forma di un gas rossastro di odore forte e pungente. L'NO si forma, in tutti i processi di combustione in presenza di aria per reazione dell'azoto con l'ossigeno atmosferico, soprattutto in condizioni di elevata temperatura. Esso reagisce successivamente con l'ossigeno (O2) dell'atmosfera, dando origine al biossido di azoto (NO2). La concentrazione di NO2 in aria dipende però anche da altri processi, tra i quali è particolarmente rilevante la reazione dell'NO con l'ozono (O3) prodotto nelle ore di maggiore irraggiamento solare. L’ NO2 è dunque da considerare un inquinante secondario, anche se piccole quantità di questo gas si formano durante il processo di combustione stesso. Le principali sorgenti artificiali di NO, e dunque di NO2, sono gli impianti di riscaldamento, alcuni processi industriali e i gas di scarico dei veicoli a motore, soprattutto in condizione di accelerazione e marcia a regime di giri elevato (combustione a temperatura più alta). Anche le concentrazioni degli ossidi d’azoto presentano un andamento stagionale, che però è meno marcato rispetto a quello dell'SO2. Perché più stabile, NO2 è considerato più importante per gli effetti sulla salute umana; esso provoca irritazioni alle mucose degli occhi e danni alla vie respiratorie e alla funzionalità polmonare. L’NO2 contribuisce all'acidificazione delle precipitazioni, con effetti dannosi del tipo di quelli prodotti da SO2.

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Monossido di Carbonio (CO)

E’ l'inquinante gassoso più abbondante in atmosfera; l'unico la cui concentrazione venga espressa in milligrammi al metro cubo. E’ un gas incolore e inodore. Proviene dalla combustione di materiali organici quando la quantità di ossigeno a disposizione è insufficiente. La principale sorgente di CO è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli a benzina, soprattutto (a differenza di NO) funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di traffico urbano intenso e rallentato. Il CO ha la proprietà di fissarsi all'emoglobina del sangue impedendo il normale trasporto dell'ossigeno nelle varie parti dei corpo. Gli organi più colpiti sono il sistema nervoso centrale e il sistema cardiovascolare, soprattutto per le persone affette da cardiopatie. Concentrazioni elevatissime di CO possono anche condurre alla morte per asfissia. Alle concentrazioni abitualmente rilevabili nell'atmosfera urbana gli effetti sono reversibili.

Ozono (O3)

L'ossigeno dell'aria si presenta abitualmente in forma di molecola biatomica (O2). Quando però si presenta in forma di molecola triatomica (O3) prende il nome di ozono. E’ un gas altamente reattivo, di odore penetrante e dotato di elevato potere ossidante. Nel dibattito contemporaneo sui problemi ambientali, l'ozono compare in un duplice ruolo: da una parte come ozono «buono», presente naturalmente nella stratosfera, con funzione di filtro per la componente ultravioletta B e C della radiazione solare, altamente nociva per gli organismi viventi. Questo è l'ozono di cui si parla in riferimento al problema dell'assottigliamento dello strato di ozono (buco dell'ozono). Al contrario, l'ozono presente nell'aria che respiriamo, negli strati inferiori dell'atmosfera, è un inquinante. Questo ozono «cattivo» è generato a partire dall'azione della radiazione solare sulle molecole di biossido di azoto presenti in atmosfera. Le reazioni dell'ozono con gli ossidi di azoto sarebbero tuttavia a bilancio complessivo nullo: sotto l'azione della luce solare si avrebbe un ciclo continuo di formazione e distruzione dell'ozono. L’ozono si accumula solo se l'atmosfera, oltre ad essere inquinata da ossidi di azoto, contiene anche idrocarburi reattivi, trovandosi in situazione favorevole allo sviluppo di smog fotochimico. L’ozono è quindi un tipico inquinante secondario, caratteristico dei mesi primaverili ed estivi a più alta insolazione. Gli stessi agenti inquinanti all’origine della formazione di O3, reagiscono con esso direttamente, distruggendolo. Per questo motivo, esso raggiunge le maggiori concentrazioni alla periferia delle aree inquinate urbane, nelle zone sottovento. Può accumularsi anche negli strati superiori della troposfera, lontano da sorgenti di inquinamento, da dove può venire trasportato al suolo per effetto dei venti di caduta, e in particolare del Föhn, tipico delle stagioni invernali e primaverili. Questo fenomeno è caratteristico di tutte le zone a ridosso della catena alpina, e in particolare della Valle d’Aosta. L'ozono è particolarmente irritante per le vie respiratorie e per gli occhi. Provoca lesioni sulle foglie di alcuni vegetali. Su gomme e fibre tessili provoca alterazioni riducendo l'elasticità e rendendo fragile il materiale. L'ozono è inoltre un gas serra, ovvero in grado di modificare, significativamente, anche a basse concentrazioni, l'equilibrio radiante dei sistema terra - atmosfera, producendo un riscaldamento globale dell'atmosfera. Il suo contributo percentuale

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) al riscaldamento globale è stato stimato nell'8%, contro il 50% della CO2, il 20% dei clorofluorocarburi, il 16% dei metano e il 6% del protossido d'azoto (N2O).

Polveri totali sospese (PTS) e frazione fine (PM10)

L’origine delle particelle presenti in sospensione nell’atmosfera è assai varia: quelle più grossolane, di diametro maggiore di qualche µm, provengono per lo più dalla risospensione di polveri inerti da cantieri, aree scoperte, superfici stradali ecc.. Particelle di origine vegetale, aggregati di particelle incombuste provenienti da impianti di combustione e dai motori degli autoveicoli costituiscono invece la frazione fine dei particolato. Queste ultime soprattutto possono inoltre veicolare sulla loro superficie metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco, ecc.) e molecole complesse di idrocarburi (idrocarburi policiclici aromatici ad alto peso molecolare). La nocività sulla salute umana, dipende sia dalla composizione chimica che dalla dimensione delle particelle: quelle di diametro superiore a 10 µm si fermano nelle mucose rinofaringee dando luogo a irritazioni e allergie; quelle di diametro compreso tra 5 e 10 µm raggiungono la trachea e i bronchi; quelle infine con diametro inferiore a 5 µm possono penetrare fino agli alveoli polmonari. Le particelle fini sono dunque particolarmente pericolose. Per questo motivo la legislazione ha preso in considerazione la misura selettiva della frazione di particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm, indicato come PM10, stabilendo per essa specifici valori di riferimento di concentrazione e, in prospettiva la frazione PM2.5. Il particolato atmosferico produce degradazione delle superfici esposte e riduzione della visibilità. Su larga scala può produrre modificazioni sul clima.

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Benzene (C6H6)

Il benzene è il composto aromatico più semplice. Questo inquinante primario proviene per circa il 90% dagli autoveicoli, emesso sia dai gas di scarico che, in misura inferiore, dall'evaporazione del combustibile medesimo. Anche la combustione del legno produce benzene, così come il fumo di sigaretta, che rappresenta una notevole fonte di esposizione per i fumatori attivi e passivi. In ambiente confinato le concentrazioni di benzene possono raggiungere valori confrontabili, se non superiori, a quelli dell'atmosfera esterna inquinata, per effetto, come si è detto del fumo di sigarette e dell'utilizzo di materiali per l'edilizia, colle, vernici, legnami, prodotti per la pulizia contenenti benzene come solvente. Il benzene viene classificato dall'IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1, cui appartengono tutte quelle sostanze per le quali è stato accertato il potere di induzione di tumore nell'uomo. Per esposizione cronica esso infatti esercita un'azione tossica sul midollo osseo con possibile induzione di leucemia. Altri effetti sono a carico dei sistema nervoso centrale.

4.9 ACQUA

Le “Analisi ambientali sul Torrente Dora Baltea” riportano quanto segue: “Lo studio della qualità biologica della Dora Baltea attraverso la comunità dei macroinvertebrati indica mediamente una condizione di buona qualità ambientale del tratto di torrente in oggetto, con un periodo di scadente condizione invernale dovuta ai flussi turistici che interessano l’alta valle.

La qualità chimico-fisico-microbiologica delle acque misurata tramite il LIM conferma la situazione di buona qualità, malgrado la presenza di una certa contaminazione microbiologica.

Nel PTA della Regione Valle d’Aosta, la Dora Baltea è classificata tra i corsi d’acqua superficiali significativi, con l’obiettivo IBE e LIM al 2016 di rientrare nella classe 2 A.

Allo stato attuale è rispettato l’obiettivo LIM, mentre l’IBE indica l’appartenenza ad una classe 2 B.

Si tratta di una situazione chiaramente dovuta alla quantità di reflui e al carico organico versati nel fiume nel suo bacino superiore, indipendenti quindi dalla centralina in progetto.”.

4.10 BENI MATERIALI, COMPRESO IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO, NONCHÉ IL PATRIMONIO AGROALIMENTARE

Come ampiamente descritto nei capitoli precedenti nell’area interessata dai lavori in progetto e nel suo intorno non sono presenti elementi di particolare pregio architettonico e archeologico e i terreni non sono utilizzati a fini produttivi (colture specializzate, foraggicoltura, seminativi).

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5 DESCRIZIONE DEI PROBABILI IMPATTI RILEVANTI (DIRETTI E D EVENTUALMENTE INDIRETTI, SECONDARI, CUMULATIVI, A BREVE, MEDIO E LUNGO TERMINE, PERMANENTI E TEMPORANEI, POSITIVI E NEGATIVI) DEL PROGETTO PROPOSTO SULL'AMBIENTE, CAUSATI:

5.1 DALL'ESISTENZA DEL PROGETTO

5.1.1 POPOLAZIONE

L’impianto in esercizio non avrà effetti sulla salute pubblica e non interferirà con le attività produttive in loco, né con l’esercizio degli sport acquatici, non creando quindi effetti al sistema economico territoriale. In particolare si evidenzia che le panconature amovibili previste sulla briglia verranno progettate con dimensioni e modalità costruttive tali da non interferire con l’esercizio del rafting o del kayak.

Analogamente la modulazione dei prelievi garantirà nei mesi estivi una portata superiore al DMV in modo da non penalizzare la pratica degli sport acquatici.

L’interferenza tra la pista ciclabile in progetto e l’impianto idroelettrico, è stata concertata con gli uffici comunali affinché il tracciato della pista mantenga un andamento ed una pendenza regolari aggirando l’impianto e consentendo agli utenti di percorrerla in sicurezza. Sono state previste quindi opportune recinzioni di protezione e la realizzazione di siepi a mascheramento della stessa, recependo le indicazioni del P.U.D.

In fase di realizzazione di una centrale idroelettrica i possibili impatti a carico della popolazione derivano essenzialmente dalla presenza del cantiere e dal passaggio di mezzi lungo la rete viaria con l’emissione di polveri, inquinanti e rumore. Il grado di impatto è in funzione della distanza dell’area di cantiere dai centri abitati e dalle attività produttive. Nel caso in esame la localizzazione della futura centrale, in un’area priva di insediamenti abitativi, ove le attività produttive esercitate sono assimilabili per modalità operative e mezzi utilizzati ad un cantiere edile, permette di asserire che non si rilevino impatti a carico della popolazione. L’attività economica della cava non verrà influenzata dalla presenza del cantiere, tenendo soprattutto conto che i proprietari dell’impianto estrattivo sono i committenti del progetto.

Il cantiere per le opere edili avrà una durata pari a circa un anno, durante il quale l’attività sportiva acquatica sul torrente potrà subire variazioni dovute alla necessità di limitare il transito in prossimità della sponda ove si prevedono le lavorazioni. Si tratta di un impatto temporaneo completamente reversibile e di entità limitata oltreché mitigabile con opportuno coordinamento e concordamento delle parti.

5.1.2 HABITAT

Come dettagliato nel capitolo relativo alla valutazione di incidenza (cap.4.2.1) la presenza dell’impianto non interferirà in alcun modo con gli habitat presenti ed in particolare non si verificano incidenze significative a carico dell’habitat prioritario oggetto di conservazione.

5.1.3 FAUNA

In fase di esercizio l’impatto a carico della fauna terrestre e per l’avifauna sarà nullo in quanto la porzione di territorio occupata dall’opera sarà esigua e non influente sugli habitat esistenti. La fonte di disturbo potenziale, che potrebbe causare l’allontanamento di alcune specie è il

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) rumore, che nel caso specifico, ad impianto realizzato come da progetto, non sarà percepibile in quanto la turbina lavorerà completamente immersa.

Pertanto in base alle indagini acustiche condotte, si rileva che l’avifauna stanziale e di passo che frequenta l’area umida del Marais non risulterà disturbata dalla presenza del nuovo impianto.

Invece per valutare gli effetti che la presenza di questo impianto idroelettrico avrà sul torrente e conseguentemente sull’ittiofauna, sarà necessario predisporre un adeguato programma di monitoraggio; questo dovrà essere in grado di valutare se il DMV rilasciato nel pur breve tratto sotteso sia adeguato e inoltre se la nuova “gestione” idraulica del torrente nel tratto in questione comporterà delle modifiche all’ecosistema torrente o in qualche suo comparto.

Si evidenzia che durante la costruzione dell’impianto si realizzerà una scala di risalita per i pesci, elemento attualmente inesistente, al fine di eliminare l’ostacolo fisso dato dalla soglia di fondo esistente. Il manufatto, permetterà di migliorare le condizioni attuali del corso d’acqua.

Un ulteriore impatto positivo a carico dell’ambiente acquatico si potrà rilevare per il minor rimaneggiamento dell’alveo conseguente alla riduzione dell’attività di cava. È infatti intenzione della committenza, una volta realizzato l’impianto e conseguentemente avendo diversificato le attività produttive, ridurre l’attività di estrazione del materiale direttamente dall’alveo, in quanto parte di esso potrà anche essere prelevato dal desabbiatore durante le attività manutentive. Minori azioni a carico dell’alveo permetteranno quindi una maggiore integrità ambientale, pur mantenendo costante il prelievo di inerti evitando di alterare l’equilibrio attuale. Un minor prelievo potrebbe comportare il progressivo interramento del bacino con una variazione della falda e conseguentemente un cambiamento nel livello di idromorfia dei terreni da cui dipende la sopravvivenza dell’habitat prioritario.

Le opere di rifacimento della scogliera spondale a valle della briglia, sono necessarie per inserire armonicamente l’opera nel contesto ed evitare l’innesco di fenomeni di dissesto in alveo e non aumentano il grado di artificializzazione attuale del corso d’acqua.

Generalmente l’impatto maggiore a carico della componente faunistica nella realizzazione di un impianto idroelettrico si rileva in fase di costruzione, per il disturbo arrecato dalla presenza di mezzi d’opera e personale e per l’emissione di rumore e di polveri generate dagli stessi. Si tratta di un impatto reversibile completamente al termine dei lavori la cui entità è variabile in funzione della durata del cantiere e della localizzazione dello stesso. L’impatto a carico della fauna è inoltre variabile in funzione del periodo riproduttivo e di accudimento della prole variabile da specie a specie.

Nel caso in esame la presenza della cava genera quotidianamente rumori e polveri in quantità decisamente superiori ad un cantiere dell’entità richiesta per la costruzione dell’opera in progetto. Si può quindi ipotizzare che in fase di realizzazione dell’opera il disturbo alla fauna sia molto limitato anche in considerazione del fatto che la piste di accesso al cantiere sono localizzate all’interno della cava, quindi il rumore dei mezzi non si differenzierà da quello quotidianamente presente in zona.

Il cantiere non interferisce con habitat particolari ed è esterno ed ubicato in aree prive di vegetazione che potrebbero avere valore trofico di rifugio per la fauna.

In ogni caso essendo il cantiere limitrofo ad un’area protetta si seguiranno le prescrizioni normative della D.G.R. 3061/2011 per le quali le lavorazioni verranno sospese nel periodo riproduttivo che va da inizio marzo a fine luglio.

Per quanto riguarda l’ambiente acquatico della Dora, occorre tener conto degli impatti dovuti agli interventi diretti nel corso d’acqua per la costruzione delle opere connesse al progetto e quindi ad eventuali problemi dovuti all’aumento della torbidità legati alle attività in alveo e al disturbo generale creato all’ambiente acquatico. Disturbo temporaneo e completamente

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) reversibile al termine dei lavori oltreché del tutto analogo a quanto rilevabile in ogni sessione di cava.

L’entità del disturbo verrà monitorata durante tutta la fase di cantiere.

5.1.4 VEGETAZIONE

Le condizioni dell’area limitrofa all’edificio della centrale al termine delle lavorazioni verranno migliorate rispetto lo stato attuale in quanto il progetto prevede il recupero delle scarpate e delle zone di pertinenza della centrale con l’inerbimento e la messa a dimora di alberi ed arbusti. Il progetto esecutivo dettaglierà l’intervento tenendo in considerazione la nuova riprofilatura del terreno a seguito di attuazione del P.U.D.

La realizzazione di un filare di ontani e salici tra il nuovo argine e la pista ciclabile andrà a creare un corridoio ecologico con l’area umida migliorando la situazione attuale.

Pertanto l’impatto è da considerarsi nullo se non migliorativo rispetto allo stato odierno.

Per limitare la perdita di superficie boscata in conseguenza dei fenomeni erosivi a carico dello sperone di monte dell’isolotto presente in Dora, si propone il consolidamento di tale porzione con la realizzazione di una scogliera a secco in massi cicolpici rinverdita con talee di salice. In tal modo si migliorerà anche la qualità della sponda dell’isolotto stesso con un opera di rinaturalizzazione.

5.1.5 PAESAGGIO

Come si può osservare nei fotomontaggi allegati l’impianto sarà difficilmente percepibile dalla sponda opposta, in quanto l’edificio risulterà avere la sommità coincidente con la testa delle difese spondali limitrofe. Pertanto la forma del paesaggio non cambierà così come i cromatismi locali. Le parti maggiormente visibili saranno i particolari in acciaio, che con il tempo perdendo di brillantezza risulteranno meno impattanti.

L’impianto si inserisce in un contesto “industriale” ove sono presenti strutture di grandi dimensioni ed elevata visibilità legate all’attività estrattiva. Esse hanno quale elemento costruttivo preponderante l’acciaio ed il ferro, i quali vengono ripresi negli elementi accessori dell’impianto idroelettrico. Qualora in sede di esecuzione dei lavori previsti dal P.U.D. opzione 2 tali strutture venissero abbattute in loro vece sorgeranno capannoni commerciali e artigianali, la cui presenza non contrasterà paesaggisticamente con la centrale idroelettrica.

Una volta terminati i lavori previsti nel P.U.D., la centrale sarà visibile anche ai fruitori della nuova pista ciclabile, ma una corretta realizzazione dell’opera, con la posa di una barriera vegetale arbustiva e arborea tra la pista e la centrale si ridurrà la percezione negativa data dal contrasto tra l’ambiente fluviale e l’impianto produttivo. La siepe peraltro fungerà da connettore paesaggistico oltre che ecologico con l’area umida.

Come definito precedentemente l’area è visibile dalla sponda opposta ove è presente la pista ciclabile, ma la presenza della centrale non altererà la percezione paesaggistica in quanto sia che venga mantenuta l’attività di cava sia che si realizzino le ipotesi del P.U.D. la matrice di sfondo resta prevalentemente antropica.

La modulazione dei prelievi con un limite massimo di portata prelevabile superiore, nei mesi da giugno ad agosto, al minimo imposto per legge, garantirà un impatto pasaggistico minore.

In fase di cantiere sarà temporaneamente visibile la presenza di mezzi d’opera e depositi di materiale ma, visto l’intenso livello di antropizzazione del contesto limitrofo, saranno difficilmente percepibili, con una variazione di cromatismi e morfologia poco rappresentativi. Tra i cumuli di materiale lapideo ed i mezzi della cava il cantiere verrà notato solo da chi si

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) soffermi attentamente ad osservare l’area. Pertanto l’impatto è sì negativo, ma di minima entità e completamente reversibile.

5.1.6 GEOLOGIA E IDROLOGIA

La perimetrazione dei territori soggetti a rischio di inondazioni sottolinea la possibilità di dissesti idrogeologici all’interno dell’alveo di piena ordinaria e lungo le sponde del fiume Dora Baltea in occasione di fenomeni alluvionali ordinari e straordinari.

La natura ed il tipo di fenomeni ipotizzabili ad opera delle acque del fiume sono l’erosione spondale e del fondo dell’alveo, ed il sovralluvionamento dell’area in concomitanza a fenomeni alluvionali eccezionali.

La pericolosità riferita a tali processi, essendo la probabilità che in una determinata zona si verifichi un evento dannoso di una determinata intensità entro un determinato periodo di tempo, risulta bassa per frana e medio-alta per inondazioni.

L’intervento risulta compatibile in quanto le migliori peculiarità geotecniche dei terreni affioranti, rispetto ai depositi lacustri, sono in grado di ridurre la formazione d’importanti cedimenti differenziali e d’instabilità nell’insieme opera-terreno. La compatibilità delle opere previste in funzione dei fenomeni di dissesto attesi per inondazione deriva dal fatto che le stesse sono progettate come opere d’ingegneria idraulica in funzione del contesto idrologico, idrogeologico e geotecnico.

Le opere proposte s’inseriscono in un contesto geologico delicato, pertanto nel corso dell’iter progettuale verranno messi in opera degli accorgimenti atti ad evitare che le stesse possano essere oggetto di sifonamento e/o cedimenti differenziali. Il locale tecnico della centralina verrà sopraelevato provvisoriamente alla quota del piano campagna attuale e, successivamente alla realizzazione del PUD, sarà ulteriormente rialzato, al fine di essere più cautelativi nei confronti del contesto idrologico dell’area.

In funzione di quanto sopra esposto si ritiene che la realizzazione di un impianto idroelettrico sul fiume Dora Baltea in località Marais sia un intervento compatibile con le condizioni di pericolosità riconosciute, in quanto non vi sono evidenti impedimenti di natura geologico- tecnica o idrogeologica non superabili tramite adeguati accorgimenti in fase progettuale o in corso d’opera.

L’impatto generato dalla realizzazione dell’opera a carico della componente geologica è da considerarsi nullo in quanto l’intervento non innesca e non aggrava fenomeni di dissesto.

Le opere s’inseriranno in un contesto idrologico ad elevata dinamicità, e che interferiranno con l’epidermica falda di sub-alveo, pertanto le opere dovranno essere realizzate con accorgimenti mirati a limitare la sottoescavazione delle fondazioni onde evitare fenomeni di lisciviazione.

5.1.6.1 Suolo

I terreni su cui è prevista l’opera sono da considerarsi a tutti gli effetti incolti sterili, la cui eventuale produttività sarebbe possibile solo mediante interventi agronomici profondi quali scasso, concimazione di fondo, erpicatura…

Si ritiene quindi adeguato affermare che l’impatto a carico della componente pedologica è nullo sia per la qualità del suolo sia per la minima quantità che con le operazioni di scavo andrà persa.

È altresì vero che a seguito dei movimenti terra conseguenti la sistemazione della sponda tra impianto e pista ciclabile il riporto di terreno fertile e l’eventuale concimazione potranno migliorare le caratteristiche pedologiche permettendo l’insediamento della vegetazione, la

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) quale oggi stenta ad affermarsi per l’eccessiva mineralizzazione e destrutturazione del suolo dovuta al costipamento con il passaggio dei mezzi d’opera.

5.1.7 ACQUA

Secondo le conclusioni riportate nello studio “Analisi ambientali sul Torrente Dora Baltea” la realizzazione della centrale idroelettrica in progetto, per le sue caratteristiche costruttive e operative in cui parte della portata del fiume sarebbe deviata dall’alveo principale per un tratto brevissimo, non avrà alcun effetto sulla qualità delle acque della Dora Baltea.

5.1.8 ATMOSFERA

Durante la fase di esercizio l’impianto non ha alcuna interferenza con la qualità dell’aria in quanto non si producono emissioni di sostanze gassose o di particolati nell’atmosfera.

Anche per la manutenzione e la guardiania, il passaggio dei mezzi di servizio si riduce ad uno a settimana e le emissioni relative sono del tutto trascurabili nel contesto locale e generale.

Peraltro se considerato a scala globale la realizzazione di un impianto idroelettrico comporta un abbattimento nella produzione di CO2.

5.1.9 FATTORI CLIMATICI

La presenza dell’impianto idroelettrico non comporta alterazioni di alcun tipo a carico dei fattori climatici.

5.2 DALL'UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI

5.2.1 POPOLAZIONE

L’utilizzo della risorsa idrica a fini energetici con un impianto puntuale come quello proposto non comporta alterazioni alle portate del corso d’acqua e conseguentemente le attività alieutiche legate al fiume non subiranno alterazioni. Il mantenimento del DMV permetterà infatti la pratica delle attività sportive acquatiche anche nel breve tratto sotteso in corrispondenza della briglia.

5.2.2 HABITAT

A carico degli habitat non si rilevano interferenza dovute allo sfruttamento della risorsa idrica in quanto la restituzione delle acque turbinate avviene a monte della riserva naturale ove si hanno gli habitat maggiormente rappresentativi e tutelati per la loro peculiarità. Nel tratto interessato dalla derivazione l’attuale artificialità della sponda fa sì che le minori portate non posano comportare alterazioni a nessun habitat.

5.2.3 FAUNA

La realizzazione dell’impianto non comporta l’asportazione o il danneggiamneto di habitat ed in particolare non è necessario tagliare aree boscate o rimuovere superfici prative pertanto non

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) si alterano le componenti vegetazionali indispensabili per la fauna. Le emissioni di rumore, polveri ed inquinanti non comportano alterazioni rispetto i livelli attuali di inquinamento, conseguentemente si ritiene che non si utilizzino risorse indispensabili alla fauna.

Lo sfruttamento della risorsa idrica in un impianto di concezione tradizionale comporta una riduzione delle portate in alveo seppur nel rispetto del DMV, con conseguenze sull’ittiofauna e sulle altre componenti biotiche dell’ambiente acquatico di entità variabile. Nel caso dell’impianto in esame tale sfruttamento risulta limitato ad un tratto minimo del torrente peraltro in corrispondenza di uno sbarramento che allo stato attuale risulta insormontabile per i salmonidi. Pertanto l’impatto dovuto al prelievo è da considerarsi minimo in quanto non si registrerà neanche una variazione della qualità delle acque.

5.2.4 VEGETAZIONE

Viste le condizioni attuali del sito con la assenza di copertura erbacea ed arbustiva ed un numero esiguo di nuclei arborei lungo l’argine e le limitate dimensioni dell’opera in progetto, l’impatto a carico della componente vegetale è da considerarsi negativo ma di entità limitatissima e completamente reversibile al termine dei lavori in quanto è previsto unicamente il taglio di circa dieci esemplari giovani di ontano e salice di diametro compreso tra 12.5 e 20 cm. Non si prevede la rimozione di copertura erbacea in quanto essa è allo stato attuale pressoché assente.

5.2.5 SUOLO

Come precedentemente citato per la costruzione dell’impianto si asporterà una minima quantità di suolo peraltro di scadente qualità. L’impatto è quindi da considerarsi nullo.

5.3 DALL'EMISSIONE DI INQUINANTI, DALLA CREAZIONE DI SOSTANZE NOCIVE E DALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI, NONCHÉ LA DESCRIZIONE DA PARTE DEL PROPONENTE DEI METODI DI PREVISIONE UTILIZZATI PER VALUTARE GLI IMPATTI SULL'AMBIENTE

5.3.1 EMISSIONE DI INQUINANTI E POLVERI

La costruzione dell’impianto per la produzione di energia idroelettrica, comporta operazioni di scavo e transito di mezzi di cantiere su piste interne alla cava nella fase di esecuzione delle opere civili, che possono provocare la dispersione di polveri e pulviscolo o di gas nell’ambiente circostante. In particolare, si fa riferimento ai prodotti della combustione del gasolio, generati dal mezzi meccanici. Essi sono generalmente gli idrocarburi tra i quali i più importanti sono l'ossido di carbonio, gli ossidi di azoto, l'anidride carbonica ed il particolato.

Nel caso particolare si ritiene che il livello di sostanze inquinanti emesse dai mezzi e dai macchinari di cantiere e delle polveri sollevate durante le operazioni di scavo non risulti superiore a quello dello stato attuale in quanto trattasi di un opera da realizzarsi all’interno dell’area deposito dei materiali inerti. Sito ove la movimentazione di materiali e la presenza di mezzi d’opera è costante ed usuale. Durante le lavorazioni in alveo i lavori di prelievo di materiale dall’alveo verranno sospesi per non creare interferenze pertanto le emissioni non andranno a sommarsi, con un mantenimento dell’inquinamento analogo allo stato attuale. Peraltro il recettore più vicino (casa di civile abitazione) è posto a circa 200 m.

Ne consegue che l’impatto è da considerarsi nullo, soprattutto adottando le pratiche di cantiere mirate alla riduzione di polveri (innaffiature periodiche dei cumuli, manutenzione periodica dei mezzi).

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5.3.2 RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE – RADIOATTIVITA AMBIENTALE – INQUINAMENTO LUMINOSO

Come descritto nel cap. 2.7.2.3 si può affermare che gli impatti dovuti ad emissioni elettromagnetiche e all’inquinamento luminoso saranno minimi se l’impianto verrà realizzato attinendosi a quanto descritto in progetto.

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

6 U NA DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE PER EVITARE, RI DURRE E, OVE POSSIBILE, COMPENSARE RILEVANTI IMPATTI NEGATIVI DEL PROGETTO SULL'AMBIENTE

6.1 POPOLAZIONE

Si propone di coordinare le lavorazioni in alveo con le attività sportive esercitate sul torrente in modo tale da mitigare completamente il possibile impatto negativo. I lavori verranno realizzati nei periodi in cui le attività sportive sono sospese o condotte a regime ridotto, prevedendo comunque la possibilità di percorrere il fiume in destra idrografica, e coordinando l’attività dei pescatori con quella di chi discende il fiume in gommone, kayak o hydrospeed.

La committenza si impegna quindi a prendere contatto personalmente e direttamente con le società che gestiscono le diverse attività per concordare le tempistiche più adeguate.

L’accesso all’impianto con mezzi di cantiere per le opere di manutenzione verrà progettato tenendo conto che nel punto di attraversamento della pista ciclabile verranno realizzate le opportune opere di messa in sicurezza (segnaletica verticale e orizzontale, dissuasori per impedire l’attraversamento in velocità).

Foto 13: Esempio di rallentatori e segnaletica orizzontale su pista ciclabile in corrispondenza di attraversamenti con strade carrabili

6.2 HABITAT

Nonostante il cantiere si inserisca in un’area “industriale” ove rumore ed emissioni di polveri sono comparabili con il cantiere che realizzerà l’impianto e tenendo conto che non si registreranno impatti diretti o indiretti a carico degli habitat presenti nel SIC si propone, come ulteriore misura cautelativa, di attenersi comunque a quanto indicato dai criteri di conservazione del SIC (D.G.R. 3060/2011), così come indicato nel capitolo 4.2.1.4; in particolare verranno sospese le lavorazioni nel periodo riproduttivo da inizio marzo a fine luglio

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex) garantendo l’assoluto non disturbo alle specie nidificanti nell’area protetta limitrofa al cantiere.

Il rifacimento del breve tratto di sponda che rientra nel SIC con una scogliera a secco e la costruzione della scala di risalita dei pesci potranno migliorare la qualità morfologica dell’alveo favorendo la mobilità dell’ittiofauna.

Si propone inoltre il consolidamento della parte a monte dell’isolotto centrale con una scogliera a secco rinverdita con talee di salice al fine di limitare i fenomeni erosivi che potrebbero comprometterne la stabilità e favorire così la conservazione dello stesso. L’adozione di una tipologia costruttiva afferente alla sfera dell’ingegneria naturalistica favorirà la rinaturalizzazione della sponda creando tra l’altro zone di rifugio per l’ittiofauna.

6.3 FAUNA

Le misure mitigative per la fauna ed in particolare per l’avifauna che colonizza la riserva naturale limitrofa sono le stesse indicate per gli habitat.

In fase di esercizio la scala di risalita dei pesci favorirà la mobilità dell’ittiofauna mitigando non solo l’impatto generato dall’impianto in essere ma soprattutto le problematiche derivanti dalla presenza della briglia già esistente.

Si propone inoltre un programma di monitoraggio.

Inoltre, per non interferire con i periodi riproduttivi della popolazione salmonicola del corso d’acqua, si eviterà di operare in alveo nel periodo novembre – aprile.

6.4 VEGETAZIONE

Il progetto prevede il totale recupero ambientale dell’area di cantiere.

Le azioni da porre in essere per limitare al minimo le interferenze con la vegetazione esistente e per il ripristino delle superfici interessate dai lavori dovranno essere le seguenti:

• accurata delimitazione delle aree di cantiere con evidenziazione dei nuclei arborei (esterni all’area di intervento) che non dovranno essere danneggiati;

• per limitare la diffusione di polveri sui terreni limitrofi ed il conseguente impatto a carico della vegetazione dell’area protetta occorrerà effettuare annaffiature lungo il percorso dei mezzi d’opera;

• terminati gli scavi e la realizzazione dell’opera si dovrà procedere con il ritombamento a tergo della struttura utilizzando il terreno proveniente dello scavo e riportando, successivamente alla riprofilatura definitiva della scarpata (tra struttura e piano campagna) uno strato superficiale di terreno organico non inferiore a 30 cm;

• la semina dovrà essere effettuata tempestivamente ma programmando i lavori in modo da effettuarla nei periodi ottimali (in primavera –fine marzo, o in estate – dopo il 30 agosto in modo che la vegetazione sia ben sviluppata prima dell’inverno);

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• nelle aree pianeggianti la semina potrà essere effettuata manualmente a spaglio o a macchina, previo livellamento e rastrellatura, con dosi di semente pari a 10 g/mq utilizzando il seguente miscuglio:

Specie % in peso Dactylis glomerata 35 Festuca pratensis 20 Poa pratensis 15 Lolium perenne 10 Trifolium repens giganteum 10 Trifolium repens hollandicum 10

• Si ritiene opportuno inerbire le scarpate più ripide mediante idrosemina a spessore, perché conferisce protezione dall’erosione superficiale e maggiori garanzie di attecchimento. Tale procedimento prevede l’utilizzo di una miscela come alla voce dell’idrosemina con l’aggiunta di substrati pacciamati, limi ed humus attivi e distribuita con 2 passaggi. La formulazione adottata per il miscuglio sarà la seguente

Semente 20 g/mq Fertilizzante organico 75 g/mq Cellulosa 80 g/mq Collante organico 25 g/mq

• si propone il seguente miscuglio di sementi con graminacee, che garantiscono un buon consolidamento degli strati superficiali del suolo e leguminose che essendo azotofissatrici sono miglioratrici della fertilità del terreno.

Specie % in peso Dactylis glomerata 30 Poa pratensis 20 Festuca pratensis 15 Trifolium repens 20 Lotus cornicolatus 10 Lolium perenne 5

• per la creazione della siepe da porsi tra la pista ciclabile e la recinzione protettiva dell’impianto si dovranno mettere a dimora esemplari di Alnus incana, Popolus tremula, Sambucus nigra, Cornus sanguinea, Salix alba. Il sesto di impianto e la disposizione tra le specie verrà dettagliato in sede di progettazione esecutiva;

• il materiale vegetale dovrà essere di origine autoctona per evitare l’introduzione di specie estranee alla flora locale e di provenienza certificata;

• qualora si realizzi la scogliera a secco rinverdita a protezione della parte sommitale dell’isolotto si dovranno impiegare talee di salice provenienti da ceduazioni di saliceti ripariali limitrofi. In tal modo si garantirà la provenienza locale del materiale vegetale aumentando le garanzie di attecchimento e favorendo una reale rinaturalizzazione. Inoltre la ceduazione dei saliceti esistenti rinvigorisce le ceppaie favorendo un maggior sviluppo radicale delle stesse con un incremento della funzionalità antierosiva delle stesse;

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• le talee dovranno essere tagliate durante il riposo vegetativo e messe a dimora immediatamente. qualora ciò non sia possibile esse dovranno essere conservate completamente immerse in acqua corrente fredda onde evitare che la loro capacità vegetativa venga meno;

• le talee da impiegarsi dovranno avere lunghezza almeno pari allo spessore della scogliera e diametri non inferiori a 3 cm.

6.5 PAESAGGIO

La mitigazione dell’impatto paesaggistico è legata essenzialmente al coordinamento delle lavorazioni ed alle indicazioni di recupero ambientale del cantiere. Si tratta quindi di direttive da adottare in fase di realizzazione dell’opera. Nel caso particolare le indicazioni qui fornite non solo mitigheranno l’impatto ma miglioreranno la percezione paesaggistica al termine dei lavori rispetto allo stato attuale.

Il progetto prevede infatti il totale recupero ambientale delle aree di cantiere, con il rinverdimento di aree attualmente prive di copertura vegetale.

Il progetto prevede già le seguenti opere mitigative e migliorative:

Per ridurre l’impatto paesaggistico si propone di creare una barriera arbustiva tra l’impianto e la pista ciclabile al fine di mascherare l’opera e nel contempo creare una fascia vegetale (arboreo-arbustiva) che seguendo la sponda della Dora crei un continuum con l’area umida.

Si forniscono inoltre le seguenti indicazioni generali per la realizzazione delle opere e per il recupero delle aree di cantiere:

• il cantiere dovrà essere circoscritto esclusivamente alle zone di intervento ed al termine dei lavori le aree di cantiere verranno smantellate ed i terreni occupati ripristinati secondo i profili e l’uso suolo precedente.

• le specie vegetali da impiegarsi per l’inerbimento dovranno essere autoctone, al fine di non inserire elementi non coerenti col paesaggio e determinare la perdita di specie vegetali locali;

• per minimizzare l’impatto occorrerà essenzialmente limitare le aree di stoccaggio dei materiali e dei mezzi.

6.6 RUMORE

L’impianto verrà realizzato costruendo la struttura della vasca in c.a. con pareti di spessore minimo 40 cm, e mantenendo la parte superiore della turbina ad immersione in funzione ad una profondità di almeno 60 cm. In tal modo si rispetteranno i limiti acustici vigenti.

6.7 GEOLOGIA E IDROLOGIA

Le fondazioni soggette a potenziale sifonamento dovranno essere munite di un diaframma cementizio (taglione) o di un setto plastico per mezzo di fanghi bentonitici. Tali interventi dovranno essere mirati a ostacolare, o ridurre significativamente, il passaggio dell’acqua al di sotto delle fondazioni, condizione in grado di causare la lisciviazione della frazione più fine e determinare locali deformazioni e/o assestamenti.

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6.7.1 SUOLO

In fase di realizzazione l’impresa avrà cura di delimitare accuratamente l’area di cantiere limitando l’occupazione temporanea di terreni con depositi, cumuli di terreno e mezzi; si ridurrà così la superficie occupata e conseguentemente l’impatto a carico del suolo.

Analogamente verrà posta particolare attenzione per evitare sversamenti accidentali di olii e combustibili che potrebbero compromettere le caratteristiche biochimiche del suolo alterando la già scarsa componente biotica dello stesso.

6.8 ACQUA

Per mitigare l’impatto a carico della qualità dell’acqua dovuto ai fenomeni di intorbidamento riscontrabili durante le lavorazioni, si limiteranno gli scavi alla durata minima richiesta, allontanando temporaneamente l’acqua dalla sponda al fine di evitare un prolungato contatto della corrente con il terreno spondale.

6.9 ARIA

6.9.1 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI RELATIVI ALL’EMISSIONE DI POLVERI E SOSTANZE INQUINANTI

Le misure mitigative riguardano essenzialmente l’attività di cantiere, ove verrà posta particolare attenzione alla riduzione dell’emissione di polveri, bagnando frequentemente i cumuli di terra in fase di scavo, garantendo una costante manutenzione dei mezzi per limitare l’emissione di fumi e gas nocivi, limitando le lavorazioni ai tempi strettamente necessari onde evitare di lasciare cumuli di terreno stoccati a lungo prima dei rinfranchi.

6.9.2 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI RELATIVI ALLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE

Generatore e trasformatore rispetteranno i livelli di emissione secondo la normativa vigente in materia e la muratura della centrale fungerà da ulteriore schermatura.

Il cavidotto sarà completamente interrato.

6.9.3 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI RELATIVI ALL’INQUINAMENTO LUMINOSO

Le misure atte a limitare gli impatti ipotizzati sono modeste in quanto limitati si ritengono gli effetti negativi prodotti sull'ambiente e consistono:

• nel diminuire il numero degli elementi di illuminazione, limitandoli alle sole aree dove sono strettamente necessari;

• utilizzare elementi di illuminazione schermati verso l’alto e conformi alla normativa in materia di inquinamento luminoso;

• evitare lavorazioni che richiedano l’utilizzo molta illuminazione nelle prime ore del mattino e nelle ore serali.

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7 ANALISI COSTI/BENEFICI DEL PROGETTO

7.1 STIMA COSTO DELL’OPERA

Dal preventivo di massima di seguito riportato,:

Il costo dell’opera è stimato in 2,456 milioni di euro (I.V.A. inclusa)

I costi di gestione ordinaria sono di 63.831,33 euro/anno.

Si riportano nella tabella sottostante i costi di costruzione suddivisi per macrocategorie. I costi si intendono comprensivi delle somme a disposizione per gli imprevisti, le spese tecniche, le servitù e gli oneri vari come di seguito descritto.

In sede di progetto esecutivo dovranno essere elaborati gli affinamenti progettuali relativi ai dettagli dell’impianto e quindi potranno essere definiti con maggior puntualità i costi di costruzione.

DESCRIZIONE Unità Qtà Prezzo unità Totale OPERE CIVILI Interventi sulla briglia a corpo 1 45.000,00 € 45.000,00 € Scavi e ripristini esterni a corpo 1 100.000,00 € 100.000,00 € Demolizioni a corpo 1 80.000,00 € 80.000,00 € Vasca di carico e dissabbiatrice, canale di carico e a corpo 1 550.000,00 € 550.000,00 € scarico Sistema di panconature "a perdere" a corpo 1 15.000,00 € 15.000,00 € Paratoie, valvole, sgrigliatore, opere da fabbro e a corpo 1 80.000,00 € 80.000,00 € componentistica elettromeccanica OPERE ELETTROMECCANICHE Paratoie, valvole, sgrigliatore, opere da fabbro e a corpo 1 80.000,00 € 80.000,00 € componentistica elettromeccanica Turbine-Generatori-trasformatori: a corpo 1 750.000,00 € 750.000,00 € comprensivi di quadri, automatismi e sicurezze Telecontrollo e strumentazione a corpo 1 40.000,00 € 40.000,00 € Accessi opere e cantieristica Allestimento cantiere e oneri sicurezza a corpo 1 50.000,00 € 50.000,00 € Consegna energia Linea di consegna MT, fibbra ottica e potenza, ml 100 150,00 €/ml 15.000,00 € comprensivo di scavo, posa e ripristini Oneri di allacciamento alla rete elettrica a corpo 1 30.000,00 € 30.000,00 € TOTALE COSTO COSTRUZIONE 1.790.000,00 € Progettazione, DL, Sicurezza % 8 1.790.000,00 € € 143.200,00 € TOTALE COSTI 1.933.200,00 € Imprevisti % 5 1.933.200,00 € € 96.660,00 € TOTALE COSTI AL NETTO DELL'IVA 2.029.860,00 € IMPORTO TOTALE IVA INCLUSA 21% 2.456.130,60 €

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7.2 STIMA SOMMARIA DEI COSTI DI GESTIONE ORDINARIA

DESCRIZIONE Unità Qtà Prezzo unità Totale Manutenzione programmata % 0,5 1.790.000,00 €/a 8.950,00 € Amministrazione società a corpo 1 5.000,00 €/a 5.000,00 € Gestione ordinaria impianto kWh 1.985.166 0,008 €/a 15.881,33 € Accantonamenti a corpo 1 20.000,00 €/a 20.000,00 € Assicurazioni a corpo 1 4.000,00 €/a 4.000,00 € Costi diversi (canoni e varie) a corpo 1 10.000,00 €/a 10.000,00 € TOTALE COSTO DI GESTIONE 63.831,33 €

7.3 RICAVI PREVISTI

La portata massima da derivare é pari a 15500 lt/sec (moduli 155,00) mentre quella media è pari a 8578,60 lt/sec (moduli 85,79).

Per il salto lordo (calcolato dal livello del pelo libero dell’acqua nella vasca di carico 892,90 m s.l.m., quota di restituzione risulta di 889,80 m s.l.m.) pari a m 3,10, le potenze nominali ed effettive (al netto delle perdite e dei rendimenti elettromeccanici) detraibili dall’impianto risultano dalla tabella sotto riportata:

Qmax = 15500 lt/sec Salto fiscale lordo = H = 3,10 m. Portata media di concessione = Qmc = 8578,60 lt/sec. h= 0.8 = coefficiente che tiene conto del rendimento h delle macchine e delle perdite di carico

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DESCRIZIONE Unità Totale Produzione annua kWh 1.928.024 Prezzo energia prodotta € 0,22 Ricavo annuo per i primi 15 anni € 424.165,28

DESCRIZIONE Unità Totale Produzione annua kWh 1.928.024 Prezzo medio energia prodotta € 0,07 Ricavo annuo per i primi 15 anni € 134.961,68

I ricavi previsti sono 424.165,28 euro per i primi quindici anni e 134.961,68 euro per ogni anno successivo.

7.4 CONSIDERAZIONI COSTI –BENEFICI

Gli impatti a carico delle diverse componenti ambientali risultano essere ininfluenti; ne consegue che la realizzazione dell’opera non ha costi ambientali per i quali sia necessario effettuare una valutazione economica indiretta.

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8 DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE PER IL MONITORAGGIO

Per valutare l’impatto che la costruzione della nuova centrale e gli effetti che la nuova derivazione idrica avranno sul torrente una volta realizzata l’opera, sarà necessario predisporre degli adeguati programmi di monitoraggio.

Durante la fase di cantiere bisognerà tener conto degli impatti dovuti agli interventi diretti nel corso d’acqua come la costruzione delle opere connesse al progetto e, quindi, ad eventuali problemi connessi all’aumento della torbidità legati alle attività in alveo e al disturbo generale creato all’ambiente acquatico.

Durante tutta la fase di cantiere, a partire almeno 2 mesi prima dell’inizio dei lavori fino ad almeno 2 mesi dopo la fine dei lavori per la costruzione della centrale, si prevede di effettuare il seguente programma di monitoraggio:

• Valutazione della qualità biologica (I.B.E.) del torrente, effettuata in 2 stazioni di rilevamento localizzate a monte e a valle del tratto che interesserà i lavori di realizzazione dell’impianto. Queste stazioni saranno controllate con frequenza stagionale.

• Rilevamento mensile dei macrodescrittori (L.I.M.) nelle stesse due stazioni.

Per valutare gli effetti che la presenza di questo impianto idroelettrico avrà sul torrente sarà necessario predisporre un adeguato programma di monitoraggio; questo dovrà essere in grado di valutare se il DMV rilasciato nel pur breve tratto sotteso sia adeguato e, inoltre, se la nuova “gestione” idraulica del torrente nel tratto in questione comporterà delle modifiche all’ecosistema torrente o in qualche suo comparto.

Si propone quindi il seguente programma di monitoraggio, da eseguire ogni anno dopo l’entrata in funzione della derivazione, per la durata di 5 anni:

• Valutazione della qualità biologica del torrente (I.B.E.), effettuata in 2 stazioni localizzate subito a monte della futura opera di presa e all’interno del tratto sotteso, a monte della futura restituzione; queste saranno controllate con frequenza stagionale;

• rilevamento dei macrodescrittori (L.I.M.) nelle stesse 2 stazioni; il controllo avrà una frequenza mensile durante il primo anno di monitoraggio e una frequenza stagionale negli anni successivi se nel corso del primo anno non si saranno verificate condizioni di degrado del LIM secondo le indicazioni del D.Lgs 152/06 e successive integrazioni;

• indagini ittiofaunistiche annuali da eseguirsi in periodo di magra negli stessi due tratti già osservati, previo accordo con il Consorzio Pesca per definire un adeguato programma di immissioni.

• misurazioni della portata con cadenza mensile in 1 stazione all’interno del tratto sotteso, per verificare il mantenimento del DMV.

Al termine di ogni anno di rilevamenti sarà fornita una breve relazione, con un data report di aggiornamento della situazione generale e le indicazioni operative per intervenire, se necessario, su eventuali elementi di criticità che si dovessero presentare; al termine del quinquennio di monitoraggio sarà fornita una relazione finale contenente tutti gli aspetti misurati e le conclusioni sull’attività svolta.

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9 RIASSUNTO NON TECNICO DELLE INFORMAZIONI TRASMESSE

9.1’ L IMPIANTO

L’impianto in progetto progettato dal Geom. Enrico Vallet su committenza del Sig.Enrico Giovanni VALLET, relativo alla domanda in data 12/5/2010 per la sub concessione di derivazione d’acqua della Dora Baltea in loc. Marais del comune di Morgex, sfrutta un salto lordo di 3,10 metri ed è in grado di produrre una potenza media nominale di 260,72 kW e massima nominale di 471,08 kW, pertanto ai sensi della L.R. 12/2009 rientra nell’Allegato B e deve essere sottoposto a verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.

9.1.1 DOVE SI LOCALIZZA

L’opera di derivazione idroelettrica in progetto si situa sul fondovalle in Comune di Morgex (Ao) a quota 893 m s.l.m., in località Marais, sulla sponda sinistra della Dora Baltea in un’area attualmente utilizzata come cava di inerti, confinante con la Riserva Naturale del Marais (sito SIC cod. IT 1203010).

Al catasto censuario del comune di Morgex i mappali interessati dalle opere sono individuati sul foglio 22 mappali 65, 84, e 87 nonché 172, 173 e 174 già pressoché interamente inglobati all’alveo con la costruzione dell’argine esistente. L’area interessata dalle opere è di proprietà della società proprietaria della cava di cui il committente del presente progetto è un rappresentante.

9.1.2 TIPOLOGIA DI IMPIANTO

L’opera in progetto, come dettagliatamente descritto in seguito, è di tipo puntuale in quanto tutto l’impianto ha uno sviluppo lineare di poche decine di metri e verrà realizzato a cavallo della soglia di fondo in c.l.s. già presente in alveo. Le sponde della Dora, nel tratto in cui si prevede la realizzazione dell’opera, allo stato attuale sono consolidate con una scogliera e risultano pressoché prive di vegetazione. Al centro dell’alveo, a valle della traversa, è presente un isolotto di depositi fluviali colonizzato da un popolamento boscato che per composizione e struttura è del tutto analogo ai popolamenti presenti sulla sponda sinistra del torrente all’interno dell’area protetta. Tale isolotto appare attualmente compromesso per l’avanzare di fenomeni erosivi a carico della porzione posta a monte.

L’opera in progetto differisce dai classici impianti idroelettrici in cui l’opera di presa, distante anche chilometri dalla centrale, preleva l’acqua per condurla con una condotta in pressione all’impianto di trasformazione, in quanto l’impianto è concentrato in meno di cento metri. L’acqua prelevata dal torrente viene turbinata e rilasciata in soli 75 m. L’opera sarà ubicata in sinistra orografica, a monte dell’esistente briglia del bacino di estrazione della cava.

9.1.3 OPERE PREVISTE

L’opera consisterà:

• nell’abbassamento dell’arginatura a monte della briglia in sinistra idrografica, per una lunghezza di circa 30 m;

• nella costruzione di una vasca desabbiatrice di medie dimensioni (circa 300 mq) e dotata di una tubazione per lo scarico di fondo posizionata sotto la rampa di risalita ittica e bypassante la centrale;

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• nella realizzazione del canale di carico lungo circa 23 m, al cui centro ed in posizione completamente immersa troverà posto il generatore;

• nella realizzazione del canale di scarico lungo circa 24 m con andamento planimetrico curvilineo per reindirizzare le acque nel normale corso del fiume;

• nella realizzazione di una rampa di risalita ittica (attualmente non presente);

• nella realizzazione di una soglia sulla briglia, prevista con panconature in legno a perdere, per l’innalzamento della stessa di 25 cm in modo da regolarizzarne la testa e poter indirizzare il DMV come richiesto;

• opere accessorie per la messa in sicurezza dell’opera e l’accesso al torrente;

• cavidotto interrato per la consegna dell’energia di lunghezza pari a 100 m nelle aree di pertinenza della cava per consegnare l’energia ad una cabina elettrica già presente.

9.1.4 PORTATE DERIVABILI

In base alle analisi idrologiche è stato effettuato il calcolo delle portate derivabili e del Deflusso Minimo Vitale (DMV); in virtù della puntualità della derivazione, con presa e rilascio distanti circa 75 m tra loro, adottando il criterio III del PTA, utilizzando come base di partenza della sperimentazione i valori di DMV calcolati secondo il criterio II del PTA.

Portate naturali, di DMV - II criterio PTA, derivabili, derivabili proposte e di DMV proposte

Colonna C1: Portate naturali nella sezione di captazione calcolate con il metodo di regionalizzazione sul bacino idrografico sotteso; Colonna C2: DMV calcolato con il criterio II previsto nel PTA, base di partenza della sperimentazione in base al criterio III-PTA; Colonna C3: Altri diritti irrigui o idroelettrici in essere a monte della derivazione; Colonna C4: Portata derivabile dall’impianto secondo le portate medie naturali calcolate con curve di regionalizzazione e DMV criterio II, Colonna C5: Portate derivabili dall'impianto tagliate alla portata massima di 15500 l/s; Colonna C6: DMV effettivamente rilasciato inalveo, per effetto del taglio delle portate derivabili.

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9.1.5 AREE DI ACCESSO ED INTERFERENZE

L’area dispone già attualmente di un comodo accesso carraio fin sulla briglia esistente ed al bacino contenuto per la escavazione dell’inerte fluviale. Non è necessario creare piste di cantiere.

L’area interessata dalle opere è di proprietà della società proprietaria della cava di cui il committente è un rappresentante.

Nell’area non sono presenti sottoservizi.

Il progetto definitivo verrà redatto tenendo conto delle interferenze tra l’accesso veicolare all’impianto per la manutenzione e la futura pista ciclabile prevista dal P.U.D., indicando la soluzione meno impattante a garanzia degli utenti della pista.

9.1.6 COSTI

L’energia prodotta verrà ceduta per intero al distributore locale (DEVAL).

Il costo dell’opera è stimato in 2,456 milioni di euro (I.V.A. inclusa)

I costi di gestione ordinaria sono di 63.831,33 euro/anno.

9.2 LE ALTERNATIVE ESAMINATE

Si presenta quale unica alternativa l’opzione zero, in quanto il progetto scaturisce dalla volontà della committenza di realizzare un impianto idroelettrico su terreni di proprietà al fine di differenziare l’attività imprenditoriale.

In prima istanza la committenza ed i progettisti presero in esame la possibilità di realizzare un impianto idroelettrico simile per localizzazione e tipologia di prelievo, ma con tre generatori in parallelo con altrettante coclee azionate dalle acque derivate. La presenza di tre coclee in parallelo risulta indispensabile con prelievi modulati nei diversi mesi e comporterebbe però la necessità di realizzare un impianto dalle dimensioni e dai costi decisamente superiori. Tale alternativa è stata quindi scartata preferendo la soluzione progettuale presentata che si dimostra più versatile, di dimensioni minori e maggiormente silenziosa.

9.3’ L AMBIENTE IN CUI SI INSERISCE

• Il bacino idrografico ha le seguenti caratteristiche principali sono: o Sezione di chiusura: 893,0 m s.l.m. (Loc. Marais) o Superficie: 436,6 km2 o Altezza massima : 4810,0 m s.l.m. (Monte Bianco) o Altezza media: 2347,0 m s.l.m. o Piovosità media: 1313,6 mm/anno

• Uso del suolo: il territorio in esame, così come tutto il fondovalle della regione presenta un elevato grado di antropizzazione, con diverse infrastrutture lineari (autostrada, ferrovia, strade regionali di importanza internazionale, strade comunali) e puntuali (centri abitati, aree industriali, aree estrattive). Nella fitta maglia derivante dall’intersezione delle diverse opere si osservano ancora lembi residuali boscati alternati a aree prative irrigue e a numerosi incolti erbacei ed arbustivi.

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• Clima: non si registrano situazioni di stress idrico. Le precipitazioni, superiori alla media regionale, soddisfano pienamente le esigenze delle formazioni vegetali. Il clima è sempre continentale, con precipitazioni massime in autunno. I giorni di gelo stimabili sono circa 132, e occorre evidenziare come il posizionamento sul fondovalle implichi escursioni termiche giornaliere elevate soprattutto nelle giornate terse e poco ventilate. Nel fondovalle inoltre l’escursione giornaliera dell’umidità relativa è elevata con conseguente ristagno di aria umida nei bassi strati.

• Viabilità: l’area è servita dalle strade di servizio della cava, a cui si accede dalla S.R.26.

• Aree di tutela: l’opera in progetto è limitrofa ma esterna ad entrambe le aree di tutela: o L’area umida del Marais, riserva naturale istituita con D.P.G.R. 156/1992 e tutelata ai sensi della L.R. 30 del 30 luglio 1991. o Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva comunitaria “Habitat” 92/43/CEE con il codice identificativo IT1203010.

• Vegetazione: in netto contrasto con la ricchezza floristica e vegetazionale dell’area umida limitrofa, il sito ove è prevista l’opera, per il suo elevato grado di pressione antropica, si presenta pressoché privo di vegetazione. Sono presenti sporadici esemplari di ontano e salice bianco disposti lungo l’argine a tergo delle sistemazioni spondali.

• Fauna: dal punto di vista faunistico l’assenza di vegetazione e la continua presenza di attività antropiche comportano un impoverimento specifico e numerico delle popolazioni che generalmente colonizzano gli habitat perifluviali di fondovalle. La componente faunistica nelle aree aperte pressoché prive di vegetazione trova scarse riserve trofiche e limitate possibilità di rifugio, pertanto essa tende a colonizzare i boschi e l’area umida limitrofa. I grandi mammiferi, quali i cervi che colonizzano i popolamenti forestali della Valdigne, in tale contesto difficilmente si insediano a causa dell’elevato disturbo antropico, anche se alcuni caprioli frequentano l’area in inverno; si può facilmente ipotizzare che siano presenti alcuni carnivori quali la volpe (Vulpes vulpes) e la faina (Marte foina), specie ecologicamente meno esigenti che colonizzano anche gli ambienti urbani.

• Paesaggio: i principali elementi caratterizzanti il paesaggio, pur essendo strutture indispensabili per l’economia della valle sono da considerarsi a livello paesaggistico, detrattori a tutti gli effetti: l’autostrada, lo svincolo autostradale, la strada statale, la ferrovia, lo sbarramento idroelettrico CVA, le aree di pertinenza dell’impianto estrattivo. Per la diffusa distribuzione territoriale e la consistente estensione areale essi sono prevalenti sulle componenti a valenza positiva.

• Rumore: dalle analisi effettuate e dettagliate nella relazione allegata risulta che il rumore residuo presente nell’area è pari a 68,8 dB(A). Nell’area che ospiterà la centralina vi è un rumore residuo che supera i limiti assoluti di immissione stabiliti dal Comune di Morgex. Tale rumore è prodotto dalle acque del fiume Dora Baltea.

• Geomorfologia e dissesti: la Dora Baltea lungo il tratto di fondovalle investigato è regimata da opere d’ingegneria idraulica che non risultano interessate, né in sinistra né in destra orografica, da forme di erosione recenti di tipo concentrato. La circolazione delle acque sotterranee avviene all’interno della copertura alluvionale. Le opere in progetto saranno quindi interessate dalle oscillazioni annuali della falda freatica di sub- alveo.

• Inquinamento: gli agglomerati urbani sono distanti alcuni chilometri dal sito. Le sorgenti di inquinamento principale sono costituite dal traffico veicolare che percorre le principali vie di comunicazione che delimitano l’area (autostrada, svincolo autostradale e strada regionale). L’intensità delle emissioni è quindi più marcata nella

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stagione invernale quando per fenomeni climatici la stagnazione degli inquinanti risulta maggiore. Non sono rilevabili livelli apprezzabili di inquinanti primari e secondari nell’atmosfera. La diffusione di polveri nell’atmosfera è piuttosto elevata per la presenza dell’attività estrattiva, ed è condizionata dall’azione del vento.

• Acque: le “Analisi ambientali sul Torrente Dora Baltea” riportano quanto segue: “Lo studio della qualità biologica della Dora Baltea attraverso la comunità dei macroinvertebrati indica mediamente una condizione di buona qualità ambientale del tratto di torrente in oggetto, con un periodo di scadente condizione invernale dovuta ai flussi turistici che interessano l’alta valle. La qualità chimico-fisico-microbiologica delle acque misurata tramite il LIM conferma la situazione di buona qualità, malgrado la presenza di una certa contaminazione microbiologica. Nel PTA della Regione Valle d’Aosta, la Dora Baltea è classificata tra i corsi d’acqua superficiali significativi, con l’obiettivo IBE e LIM al 2016 di rientrare nella classe 2 A. Allo stato attuale è rispettato l’obiettivo LIM, mentre l’IBE indica l’appartenenza ad una classe 2 B. Si tratta di una situazione chiaramente dovuta alla quantità di reflui e al carico organico versati nel fiume nel suo bacino superiore, indipendenti quindi dalla centralina in progetto”.

• Attività economiche: le attività economiche nell’area compresa tra il ponte autostradale, la strada regionale, lo sbarramento idroelettrico e l’autostrada sono riconducibili soprattutto all’attività estrattiva, con un numero di addetti impiegati superiore alle venti unità. Il fiume è l’elemento veicolante delle attività turistico ricreative dell’area, nelle sue acque si pratica la pesca e diversi sport acquatici (rafting, kayak, hydrospeed, …). La pesca è regolamentata dal calendario ittico regionale. In prossimità della riserva naturale ha la base una società per gli sport acquatici.

9.4 LA COMPATIBILITÀ CON LE NORME VIGENTI

L’impianto risulta compatibile con la normativa vigente.

Sarà necessario chiedere le seguenti autorizzazioni:

• Autorizzazione ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.lgs 24 febbraio 2004 n. 28 (così come modificato dal D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 156 e D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157 nonché dal D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 63)

• Autorizzazione ai sensi del R.D. 30.12.23 n. 3267 (Vincolo idrogeologico).

• Verifica di assoggettabilità (L.R. 26.05.2009 n. 12).

• Decreto Ministero Sviluppo Economico10 settembre 2010 “Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”.

• Autorizzazione a fini idraulici, ai sensi del R.D. 25.07.1904, n. 523 (Polizia delle acque pubbliche).

• Parere vincolante della Giunta Regionale ai sensi della LR 06.04.1998, n° 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta), art. 34, c.4 (zone umide e laghi)

• Parere dell'Autorità idraulica ai sensi dell'art. 35 delle Norme di attuazione del PTP (LR 10.04.1998, n° 13), richiamato l’art. 36 della L.R. 11/98 (terreni a rischio di inondazione)

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• Parere Servizio tutela dell’Ambiente dell’Assessorato Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche ai sensi L.R. 30.07.91, n. 30, art. 26, comma 3, lett. c) e g) (per riserve naturali).

• Valutazione di incidenza ai sensi della Del.G.R. 28.06.2004, n° 2204 di competenza del Servizio gestione risorse naturali dell'Assessorato dell'Agricoltura, risorse naturali e protezione civile

• Nullaosta Ministero delle Comunicazioni – Ispettorato territoriale per il Piemonte e la Valle d’Aosta – III settore – Controllo interferenze elettriche ai sensi del R.D. 11.12.1933, n. 1775 e del D.Lgs 01.08.2003. n. 259 (per impianti elettrici in cavo aereo o sotterraneo)

• Nuove disposizioni in materia di elettrodotti LR 28/04/2011 n° 8

• Concessione edilizia È già stata richiesta la:

• Concessione o subconcessione di derivazione di acqua pubblica, ai sensi del R.D. 1775/33 ovvero riconoscimento di derivazione di acqua pubblica ai sensi della legge 05.01.’94 n. 36.

9.5 GLI IMPATTI

• Aree di tutela: Si ritiene che gli effetti a carico delle componenti del SIC dovuti alla realizzazione dell’opera in progetto siano nulli:

o L’impianto idroelettrico, per la sua tipologia costruttiva, non comporta alterazioni del livello idrico del torrente o L’opera non interferisce quindi con gli habitat ripariali dell’area tutelata o Non si rileva un impatto a carico della ricca componente faunistica che frequenta l’area. o Nel caso in esame l’opera viene realizzata all’esterno al sito e come descritto precedentemente all’interno del perimetro dell’area protetta si provvederà esclusivamente al rifacimento della scogliera spondale esistente per circa due metri ed alla riprofilatura dell’alveo, per meno di due metri, a fini del mantenimento dell’attuale livello di protezione idrogeologica. o Si rispettano le misure di conservazione (d.g.r. N°3061 del 16/12/2011) o Non si rilevano interferenza dovute allo sfruttamento della risorsa idrica in quanto la restituzione delle acque turbinate avviene a monte della riserva naturale ove si hanno gli habitat maggiormente rappresentativi e tutelati per la loro peculiarità. Nel tratto interessato dalla derivazione l’attuale artificialità della sponda fa sì che le minori portate non posano comportare alterazioni a nessun habitat.

• Vegetazione: Viste le condizioni attuali del sito con la assenza di copertura erbacea ed arbustiva ed un numero esiguo di nuclei arborei lungo l’argine e le limitate dimensioni dell’opera in progetto, l’impatto a carico della componente vegetale è da considerarsi negativo ma di entità limitatissima e completamente reversibile al termine dei lavori in quanto è previsto unicamente il taglio di circa dieci esemplari giovani di ontano e salice di diametro compreso tra 12.5 e 20 cm. Non si prevede la rimozione di copertura erbacea in quanto essa è allo stato attuale pressoché assente. Le condizioni dell’area limitrofa all’edificio della centrale al termine delle lavorazioni verranno migliorate rispetto lo stato attuale in quanto il progetto prevede il recupero delle scarpate e delle

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zone di pertinenza della centrale con l’inerbimento e la messa a dimora di alberi ed arbusti. • Fauna: non si utilizzeranno risorse utili alla fauna.

o In base alle indagini acustiche condotte, si rileva che l’avifauna stanziale e di passo che frequenta l’area umida del Marais non risulterà disturbata dalla presenza del nuovo impianto. o durante la costruzione dell’impianto si realizzerà una scala di risalita per i pesci, elemento attualmente inesistente, al fine di eliminare l’ostacolo fisso dato dalla soglia di fondo esistente. Il manufatto, permetterà di migliorare le condizioni attuali del corso d’acqua. o Un ulteriore impatto positivo a carico dell’ambiente acquatico si potrà rilevare per il minor rimaneggiamento dell’alveo conseguente alla riduzione dell’attività di cava. È infatti intenzione della committenza, una volta realizzato l’impianto e conseguentemente avendo diversificato le attività produttive, ridurre l’attività di estrazione del materiale direttamente dall’alveo, in quanto parte di esso potrà anche essere prelevato dal desabbiatore durante le attività manutentive. Minori azioni a carico dell’alveo permetteranno quindi una maggiore integrità ambientale, pur mantenendo costante il prelievo di inerti evitando di alterare l’equilibrio attuale. In fase di realizzazione dell’opera il disturbo alla fauna è pressoché nullo.

• Paesaggio: come si può osservare nei fotomontaggi allegati l’impianto sarà difficilmente percepibile dalla sponda opposta, in quanto l’edificio risulterà avere la sommità coincidente con la testa delle difese spondali limitrofe. Pertanto la forma del paesaggio non cambierà così come i cromatismi locali. L’impianto si inserisce in un contesto “industriale” ove sono presenti strutture di grandi dimensioni ed elevata visibilità legate all’attività estrattiva. Esse hanno quale elemento costruttivo preponderante l’acciaio ed il ferro, i quali vengono ripresi negli elementi accessori dell’impianto idroelettrico. La modulazione dei prelievi con un limite massimo di portata prelevabile superiore, nei mesi da giugno ad agosto, al minimo imposto per legge, garantirà un impatto pasaggistico minore. In fase di cantiere l’impatto è negativo, ma di minima entità e completamente reversibile.

• Rumore: l’attività in esame sarà compatibile dal punto di vista acustico sia con la realtà di zona in cui è inserita che con i limiti della classificazione acustica del territorio del Comune di Morgex.

• Geomorfologia e dissesti: L’intervento risulta compatibile in quanto le migliori peculiarità geotecniche dei terreni affioranti, rispetto ai depositi lacustri, sono in grado di ridurre la formazione d’importanti cedimenti differenziali e d’instabilità nell’insieme opera-terreno. La compatibilità delle opere previste in funzione dei fenomeni di dissesto attesi per inondazione deriva dal fatto che le stesse sono progettate come opere d’ingegneria idraulica in funzione del contesto idrologico, idrogeologico e geotecnico. L’impatto generato dalla realizzazione dell’opera a carico della componente geologica è da considerarsi nullo in quanto l’intervento non innesca e non aggrava fenomeni di dissesto.

• Inquinamento atmosferico: visto l’elevato grado di antropizzazione dell’area, ove l’attività estrattiva genera quotidianamente polveri ed emissioni di inquinanti atmosferici legati alla presenza di mezzi di cantiere, e vista la presenza della fitta rete viaria, gli impatti a carico della componente atmosferica in fase di cantiere saranno temporanei, di entità limitata e completamente reversibili al termine dei lavori. Durante la fase di esercizio l’impianto non ha alcuna interferenza con la qualità dell’aria in quanto non si producono emissioni di sostanze gassose o di particolati nell’atmosfera.

• Inquinamento elettromagnetico: Non si prevede l’emissione di radiazioni elettromagnetiche in fase di cantiere. Generatore e trasformatore rispetteranno i livelli di emissione secondo la normativa vigente in materia e la muratura della centrale fungerà da ulteriore schermatura. Il cavidotto coprirà una distanza contenuta

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(massimo 100 metri) e la consegna avverrà presso la cabina presente nell’area di cava; sarà interrato ad almeno 1 m di profondità pertanto si ritiene che non vi siano variazioni apprezzabili rispetto alla situazione attuale.

• Inquinamento luminoso: verranno inseriti solo alcuni corpi luminosi nei pressi della zona centrale e della vasca di carico, ma questi potranno essere spenti ed utilizzati solo in caso di accesso alle opere per manutenzioni o controlli.

• Materiali di risulta e di rifiuto: Il materiale di demolizione dell’argine attuale sarà completamente riciclato nella realizzazione dell’opera. Il materiale di scavo sarà invece conferito alla cava trattandosi di inerte fluviale e riciclato interamente per la realizzazione del calcestruzzo necessario alla realizzazione delle opere o quali materiale inerte di riempimento. Si è stimato un movimento terra di scavo di circa 2500 mc da riutilizzare quasi completamente mentre il residuo eventuale sarà conferito alla cava adiacente.

• Acque: la realizzazione della centrale idroelettrica in progetto, per le sue caratteristiche costruttive e operative in cui parte della portata del fiume sarebbe deviata dall’alveo principale per un tratto brevissimo, non avrà alcun effetto sulla qualità delle acque della Dora Baltea.

• Attività economiche: Il mantenimento del DMV permetterà infatti la pratica delle attività sportive acquatiche anche nel breve tratto sotteso in corrispondenza della briglia.

9.6 LE MISURE DI MITIGAZIONE

• Aree di tutela: Nonostante il cantiere si inserisca in un’area “industriale” ove rumore ed emissioni di polveri sono comparabili con il cantiere che realizzerà l’impianto e tenendo conto che non si registreranno impatti diretti o indiretti a carico degli habitat presenti nel SIC si propone, come ulteriore misura cautelativa, di attenersi comunque a quanto indicato dai criteri di conservazione del SIC (D.G.R. 3060/2011); in particolare verranno sospese le lavorazioni nel periodo riproduttivo da inizio marzo a fine luglio garantendo l’assoluto non disturbo alle specie nidificanti nell’area protetta limitrofa al cantiere.

• Vegetazione: il progetto prevede il totale recupero ambientale dell’area di cantiere dando le indicazioni progettuali per l’inerbimento e la messa a dimora di alberi ed arbusti.

• Fauna: le misure mitigative per la fauna ed in particolare per l’avifauna che colonizza la riserva naturale limitrofa sono le stesse indicate per gli habitat.

o In fase di esercizio la scala di risalita dei pesci favorirà la mobilità dell’ittiofauna mitigando non solo l’impatto generato dall’impianto in essere ma soprattutto le problematiche derivanti dalla presenza della briglia già esistente. o Si propone inoltre un programma di monitoraggio. • Paesaggio: il progetto prevede infatti il totale recupero ambientale delle aree di cantiere, con il rinverdimento di aree attualmente prive di copertura vegetale.

• Rumore: L’impianto verrà realizzato costruendo la struttura della vasca in c.a. con pareti di spessore minimo 40 cm, e mantenendo la parte superiore della turbina ad immersione in funzione ad una profondità di almeno 60 cm. In tal modo si rispetteranno i limiti acustici vigenti.

• Dissesto: Le fondazioni soggette a potenziale sifonamento dovranno essere munite di un diaframma cementizio (taglione) o di un setto plastico per mezzo di fanghi bentonitici.

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Tali interventi dovranno essere mirati a ostacolare, o ridurre significativamente, il passaggio dell’acqua al di sotto delle fondazioni, condizione in grado di causare la lisciviazione della frazione più fine e determinare locali deformazioni e/o assestamenti.

• Inquinamento atmosferico: Le misure mitigative riguardano essenzialmente l’attività di cantiere, ove verrà posta particolare attenzione alla riduzione dell’emissione di polveri, bagnando frequentemente i cumuli di terra in fase di scavo, garantendo una costante manutenzione dei mezzi per limitare l’emissione di fumi e gas nocivi, limitando le lavorazioni ai tempi strettamente necessari onde evitare di lasciare cumuli di terreno stoccati a lungo prima dei rinfranchi

• Inquinamento elettromagnetico: Generatore e trasformatore rispetteranno i livelli di emissione secondo la normativa vigente in materia e la muratura della centrale fungerà da ulteriore schermatura. Il cavidotto sarà completamente interrato.

• Inquinamento luminoso: Le misure atte a limitare gli impatti ipotizzati sono modeste in quanto limitati si ritengono gli effetti negativi prodotti sull'ambiente e consistono:

o nel diminuire il numero degli elementi di illuminazione, limitandoli alle sole aree dove sono strettamente necessari; o utilizzare elementi di illuminazione schermati verso l’alto e conformi alla normativa in materia di inquinamento luminoso; o evitare lavorazioni che richiedano l’utilizzo molta illuminazione nelle prime ore del mattino e nelle ore serali. • Acque: Per mitigare l’impatto a carico della qualità dell’acqua dovuto ai fenomeni di intorbidamento riscontrabili durante le lavorazioni, si limiteranno gli scavi alla durata minima richiesta, allontanando temporaneamente l’acqua dalla sponda al fine di evitare un prolungato contatto della corrente con il terreno spondale.

• Attività economiche: I lavori verranno realizzati nei periodi in cui le attività sportive sono sospese o condotte a regime ridotto, prevedendo comunque la possibilità di percorrere il fiume in destra idrografica, e coordinando l’attività dei pescatori con quella di chi discende il fiume in gommone, kayak o hydrospeed. L’accesso all’impianto con mezzi di cantiere per le opere di manutenzione verrà progettato tenendo conto che nel punto di attraversamento della pista ciclabile verranno realizzate le opportune opere di messa in sicurezza

9.7 CONCLUSIONI

L’impianto idroelettrico proposto consente l’utilizzo della risorsa idrica per la produzione di energia idroelettrica riducendo al minimo gli impatti ambientali che un impianto di tipo tradizionale comporta:

• il prelievo è puntuale, minimizzando l’impatto paesaggistico dovuto alle minori portate in alveo su tratti anche estesi di torrente.;

• ecologicamente il prelievo ed il rilascio puntuale non inficiano sulle caratteristiche qualitative biologiche del torrente;

• si riducono gli impatti legati alla realizzazione di tratti di condotta, dovuti a scavi spesso in aree boscate o prative;

• realizzando l’impianto direttamente sulla sponda si limita l’innesco di eventuali fenomeni di dissesto dovuti a scavi per la posa dei canali di adduzione e delle condotte che spesso per sfruttare adeguatamente il salto idraulico si effettuano su terreni acclivi;

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

• la costruzione dell’opera è rapida con minori impatti legati alla presenza del cantiere;

Nel caso specifico:

• il sito prescelto per realizzare l’opera minimizza al massimo l’impatto paesaggistico in quanto si è scelta un’area già connotata da attività estrattive;

• le condizioni attuali del sito permettono di rendere nullo l’impatto acustico;

• la contestuale realizzazione di una scala di risalita dei pesci migliora le condizioni attuali del corso d’acqua che precludono all’ittiofauna la risalita del torrente

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Derivazione a scopo idroelettrico sulla Dora Baltea in loc. Marais (Comune di Morgex)

10 SOMMARIO DELLE EVENTUALI DIFFICOLTÀ (LACUNE TE CNICHE O MANCANZA DI CONOSCENZE) INCONTRATE DAL PROPONENTE NELLA RACCOLTA DEI DATI RICHIESTI E NELLA PREVISIONE DEGLI IMPATTI

In fase di redazione dello Studio di Impatto ambientale non sono state riscontrate difficoltà nella reperibilità dei dati e delle informazioni necessarie.

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