La Dolina Di Montefortino (Monti Lepini, Roma) the Montefortino Sinkhole (Lepini Mts., Rome)

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La Dolina Di Montefortino (Monti Lepini, Roma) the Montefortino Sinkhole (Lepini Mts., Rome) Mem. Descr. Carta Geol. d’It. 106 (2020), pp. 213-220; figg. 3 La dolina di Montefortino (Monti Lepini, Roma) The Montefortino sinkhole (Lepini Mts., Rome) ARGENTIERI A.(1), PIRO M.(1), GIZZI A.(1), AIMATI V.(2) Coordinate: Lat. 41° 44' 14'' N - Long. 12° 54' 54'' E Tipo di evento: geomorfologico Riferimento cronostratigrafico e/o cronologico: intervallo Cretacico - Olocene, XIX secolo Personaggio di riferimento: Giuseppe Ponzi Nato a Roma il 20 maggio 1805, egli fu medico, naturalista e geologo. Professore di zoologia e anatomia comparata presso la Pontificia Università La Sapienza, vi divenne poi primo titolare della cattedra di geologia, istituita nel 1864 da Papa Pio IX. Era anche inquadrato come ufficiale della Guardia Pontificia, ed in tale veste fu attivo nella difesa di Roma nel 1867 e poi nel 1870, nei giorni che precedettero l’apertura della breccia il 20 settembre. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, no- nostante gli stretti legami con la Curia e le posizioni di rilievo occupate nello Stato Pontificio, Ponzi ebbe capacità di riadattarsi al mutato scenario e continuò ad es- sere figura autorevole, nel panorama sia scientifico che politico; rivestì infatti ca- riche pubbliche a livello sia nazionale, come senatore dal 1870,press sia locale, quale consigliere comunale di Roma (1871). Nel 1873 fondò il Gabinetto di geologia dell’Università e il Museo di geologia. Egli insegnò anche mineralogia, geologia e geognosia presso la Scuola d’applicazione degli Ingegneri. Fu socio dal maggio 1848 dell’Accademia dei Lincei, ricoprendone poi la carica di Presidente dal 1871 al 1874; nel 1875 venne nominato socio dell’Accademiain Nazionale delle Scienze. Morì a Roma il 29 novembre 1885 (CORDA & MARIOTTI, 2012; ARGENTIERI, 2015). RIASSUNTO - Sui Monti Lepini settentrionali, presso il paese di geologica romana Giuseppe Ponzi, all’epoca non ancora pro- Montefortino (l’odierna Artena, sita circa 50 km a SE di Roma), fessore di mineralogia e geologia presso La Sapienza, fu inca- si verificò nel 1850 un improvviso fenomeno di sprofonda- ricato dallo Stato Pontificio di svolgere approfondimenti mento imputabile al collasso della volta una cavità carsica. assieme agli altri due commissari designati Pietro Carpi e Nicola L’evento creò agitazione nella popolazione, anche per il diffon- Cavalieri San Bertolo. In questa nota si rievoca la vicenda di dersi di voci su possibili connessioni con eruzioni vulcaniche. memoria geologica nel contesto storico del tempo. Dopo le verifiche preliminari da parte di studiosi locali, la no- tizia giunse all’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, che di- PAROLE CHIAVE: Artena, carsismo, Giuseppe Ponzi, Montefor- spose le necessarie verifiche. Il capostipite della moderna scuola tino, Monti Lepini, sinkhole (1)Città Metropolitana di Roma Capitale - Servizio 3 “Geologico e difesa del suolo, protezione civile in ambito metropolitano” - Dipartimento VI “Pianifica- zione strategica generale”, Viale Giorgio Ribotta 41-43, 00152 Roma. [email protected] (2)Altra Artena, www.altraartena.it 214 ARGENTIERI ALESSIO - PIRO MARIA - GIZZI ANTONIO - AIMATI VITTORIO ABSTRACT - On the northern Lepini Mts., near the village of Montefortino (nowadays Artena, about 50 km SE of Rome), a sudden sinkhole occurred in 1850, related to the collapse of the vault of a karst cave. The event caused panic among local population, also because of rumors about a possible volcanic eruption. After a preliminary survey performed by local ama- teur geologists, the Accademia Pontificia de’ Nuovi Lincei was informed, and the scientifica institution promoted further in- spections. The founder of modern Roman geological school Giuseppe Ponzi, at the time not yet professor of mineralogy and geology at the Sapienza University, was charged of such task together with Pietro Carpi and Nicola Cavalieri San Ber- tolo. This paper recalls the geological memory event in its his- torical context. KEY WORDS: Artena, karst, Giuseppe Ponzi, Lepini Mts., Mon- tefortino, sinkhole 1. - INTRODUZIONE Fig. 1 - Cartografia storica: stralcio dalla tavoletta II S.E. “Artena” (scala 1:25:000) del Foglio 150 della Carta Topografica d’Italia (I.G.M., 1874) dopo la ridenominazione del paese del 1873 (1: dolina La Croce; 2: sinkhole La Il paese di Artena (fig. 1), che ricade nell’area me- Puzzaria). tropolitana di Roma Capitale, sorge sulle estreme - Hystorical map: excerpt from table II S.E. “Artena” (1:25:000 scale) of Sheet 150 of the Topographic Map of Italy (I.G.M., 1874), published after the village renomination propaggini settentrionali dei Monti Lepini. in1873 (1: La Croce doline; 2: La Puzzaria sinkhole). La prima testimonianza di insediamento umano in questa zona è l’area archeologica di Piano della Civita, risalente al IX-VIII secolo a.C., situata a circa (VI secolo a.C.), ha restituito importanti vestigia di 630 m s.l.m. in una posizione strategica che una villa romana risalente al I secolo a.C. e altre consentiva di dominare le pianure circostanti: la Valle strutture occupate dal IV secolo a.C. al VII secolo Latina ad oriente, la parte della Campagna Romanapress d.C. che a settentrione si sviluppa tra i Colli Albani e i Piano della Civita venne abbandonato alla fine Monti Prenestini ed infine la Pianura Pontina ad dell’età repubblicana, parallelamente allo sviluppo di occidente. Questa città conserva nel tempo il suo nuovi insediamenti (vicus) nelle zone pedemontane mistero, poiché quattro secoli di studi archeologiciin lungo le principali vie di comunicazione: Via Pela- non hanno consentito sinora di attribuirle con gica, Via Volsca, Via Latina, Via Labicana (AIMATI, certezza una denominazione; Ecetra, Vitellia, 2000). Corbio, Corbione sono stati i tentativi di Dopo la caduta dell’Impero, il rischio crescente identificazione, nessuno dei quali ha trovato di invasioni barbariche indusse la popolazione locale conferma (AIMATI, 2000; BROUILLARD & GADEYNE, ad abbandonare le aree di pianura e colonizzare nuo- 2011; QUILICI, 2011). L’imponenza della cinta vamente i rilievi calcarei. Alle pendici del Monte Pe- muraria ha consentito di stimare in circa quindicimila trarquara sorse nel V secolo d.C., attorno alla chiesa abitanti la popolazione della città fortificata che di Santa Maria edificata su di un tempio pagano de- dominava il Latium Vetus all’epoca della fondazione dicato a Giunone, un primo agglomerato. Risale at- di Roma. Una comunità guerriera, come testimonia torno all’anno 1000 d.C. la prima testimonianza anche il ritrovamento di una Porta Scea, discendente scritta della denominazione del villaggio rupestre forse da coloni Volsci oppure da gente di origine come Montefortino, che fu sotto il dominio latina e appartenente alla lega dei popoli Albensis prima dei Conti di Tuscolo e poi dei Conti di (AIMATI, 2000). Il sito, frequentato dall’epoca arcaica Segni (AIMATI, 2000). La costruzione della seconda LA DOLINA DI MONTEFORTINO 215 chiesa di Santa Croce guidò nel secolo XII lo svi- cora alcune vestigia, in primis il monumentale Arco luppo ulteriore del paese attorno ai due luoghi di Borghese che funge da ingresso alla cittadina. Per tre culto, ma anche a ridosso delle due grandi doline da secoli e mezzo la famiglia Borghese rimase padrona crollo (nel vernacolo locale jo sprefunno’lla Prece e jo di Montefortino. sprefunno de Santa Croce) che modellano il versante car- Nel XIX secolo la città si andò via via conno- bonatico. Un altro nucleo di urbanizzazione si formò tando come rifugio di briganti e malviventi. Dopo attorno al Castello, a formare il terzo quartiere, detto l’Unità del Regno e l’annessione di Roma, tale pro- La Rocca. blema sociale emerse sempre più evidente. Nel 1850, Nel 1241 Montefortino subì una distruzione to- quando ebbe luogo la vicenda di memoria geologica tale con sterminio della popolazione ad opera delle oggetto della presente nota, Montefortino entrava truppe fedeli all’Imperatore Federico II di Svevia, in nel ventennio in cui a livello criminologico avrebbe conseguenza del conflitto acerrimo con Papa Gre- conquistato, secondo autorevoli studi specialistici, il gorio IX. Un secondo evento di devastazione si ab- primato non solo nazionale ma addirittura europeo batté sulla cittadina oltre due secoli dopo, sotto il di malavitosità. Per tali ragioni nel 1873, durante il pontificato del catalano Roderic Llançol de Borja, governo Lanza, fu emanato il Decreto Regio che au- salito al soglio pontificio col nome Alessandro VI e torizzava, con lo scopo simbolico di cancellare un padre di Cesare e Lucrezia Borgia; nel 1495 le truppe passato di illegalità, la ridenominazione da Monte- di Carlo VIII Re di Francia espugnarono Montefor- fortino ad Artena, a suggellare una ennesima rigene- tino, dopo un pesante attacco di artiglieria, per ven- razione del paese- fenice, che la palingenesi sostanzia dicarsi del tradimento di Giacomo Conti, fedele al nel suo motto “ex cinere resurgo”. Papa e signore del borgo di Montefortino, che passò sotto il dominio dei Colonna (AIMATI, 2000). Solo qualche decade dopo, sul paese, si abbattè la terza e 2. - INQUADRAMENTO GEOLOGICO più grande sciagura della sua storia: la ‘Desolazione REGIONALE di Montefortino’ del 1557, ancora una volta causata dal conflitto tra Papato e Monarchia, protagonisti I Monti Lepini con gli Ausoni e gli Aurunci costi- stavolta il Pontefice Paolo IV ed il Re di Spagna Fi-presstuiscono la dorsale carbonatica dei Volsci, disposta in lippo II. Papa Carafa ordinò l’assedio e il cannoneg- senso appenninico, parallela alla costa tirrenica (fig. giamento della città,
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