Gioacchino Rossini SIGISMONDO Dramma per musica in due atti di Giuseppe Foppa

PERSONAGGI

Sigismondo, Re di Polonia, Ulderico, re d’Ungheria, Basso Aldimira, sua figlia, moglie di Sigismondo, Soprano Ladislao, Primo ministro di Sigismondo, Tenore Anagilda, sorella di Ladislao, Mezzosoprano Zenovito, nobile polacco, Basso Radoski, confidente di Ladislao, Tenore

Coro di seguaci di Ladislao, Soldati polacchi, soldati ungheri

L’azione è parte in Gesna, antica capitale della Polonia, e parte in alcune selve e luoghi montuosi non molto discosti dalla medesima..

Prima esecuzione: Venezia, Teatro 26 dicembre 1814

1

Rossini: Sigismondo – atto primo ATTO PRIMO Scena I° Appartamenti nella reggia di Sigismondo, con ingresso da un lato ad interni gabinetti. Coro, Anagilda, Radoski poi Ladislao. All’alzarsi del sipario, tutti si mostrano agitati verso gl’interni sud- detti. Co r o In qual mar di dubbiezze, o ciel, son io!) O Prence misero, L’immago tiranna Sul fior degli anni Di lei ch’ho tradita, Perché ti straziano Mi turba, m’affanna, Sì acerbi affanni! Presente mi sta. Qual fato barbaro Ma grande, ma forte Ragion t’invola, Quest’anima ardita E fiero spasimo Sfidar della sorte Ti stringe il cor! Lo sdegno saprà.

(Anagilda e Radoski ascoltano agli ingressi interni, An a g i l d a , Ra d o s k i e Co r o ma se ne allontanano sul fatto con atti di grave ram- Deh ti spiega e il dubbio atroce marico). Togli omai dal nostro seno.

An a g i l d a e Ra d o s k i La d i s l a o Lugubri gemiti Della pace il bel sereno Sol qui risuonano!… Già sparì dal nostro Re. Chi può resistere (Ma del fiero suo tormento A tanto orror! Tutto il peso io sento in me.)

Co r o Tu tt i (accennando gl’interni da’ quali esce Ladislao taci- O terribile vicenda! turno e agitato, e cui tutti vanno incontro affannosa- O crudel funesto evento! mente) Ah quel turbine pavento Qual cupo fremito Ch’ora freme intorno a me. Da quelle porte!… Ah di’ se cangiasi (Parte il coro). Del Re la sorte?… Tu taci!… t’agiti!… Scena II° Mi fai terror. Ladislao, Anagilda e Radoski.

(Ladislao è concentrato in se stesso). An a g i l d a Né fia, german, che rieda La d i s l a o Del Re la calma al cor? (O destino crudel! Del Re nel petto Par che un nero sospetto Ra d o s k i In mille idee funeste Trovi alimento ognor. Del suo destino Tremanti ognor vivrem? (Inquietissimo) La d i s l a o Ma donde mai?… Ma come!… esser potria che Che dir poss’io? il fallo mio!… Da sdegnato fantasma Inseguito si crede (si riprende subito) Sigismondo talor. 1 Rossini: Sigismondo – atto primo Con lui ragiona, Che?… innocente?… e chi?… tu sei?… Si discolpa, s’adira, L’abbandona ragion, langue e delira. (coll’impeto del desiderio che termina col furore) Ah lo fossi!… il traditore An a g i l d a Di mia mano io svenerei!… Infelice! (torna a smaniare per la scena) La d i s l a o Una prova… a me una prova Anagilda, E lo sveno… e… Ad eccelsi pensier la mente e il core Volger dobbiam. Della Polonia al soglio (Cava impetuosamente la spada). Fia tua gloria volar. Del Re te n’offre Il favor bella speme. An a g i l d a , La d i s l a o e Ra d o s k i (rispettosamente lo trattengono) (Odesi qualche grido di dolore dagli interni). Deh! signore! Ra d o s k i Cieli!… Si g i s m o n d o (facendo forza peri svincolarsi) An a g i l d a Chi tant’osa… Che fora mai? An a g i l d a , La d i s l a o e Ra d o s k i La d i s l a o I fidi tuoi… Comprendo. Immerso È Sigismondo ne’ deliri suoi. Si g i s m o n d o

An a g i l d a (si ferma; gira l’occhio stupidamente ed ascolta) Deh! chi aita gli presta? Lei!… sparì… più non la sento… Ah!…

La d i s l a o (Cade fra le braccia di Ladislao e Radoski). Eccolo a noi. La d i s l a o Si calmi il tuo tormento: Scena III° T’offro io primo il sangue istesso. Sigismondo con tutto il disordine della più tetra fissazione e senza conoscimento. Egli parla come An a g i l d a , La d i s l a o e Ra d o s k i a taluno da cui fosse inseguito e minacciato a un Quel mirarti il cor sì oppresso tempo medesimo. Li sopradetti lo tengono di vista È dolor ch’egual non ha. rispettosamente, spiegando fra loro la più viva ama- rezza. Si g i s m o n d o

Si g i s m o n d o (tornando in sé) (smaniando per la scena) Dove sono?… voi!… miei fidi!… Perché vivo in tante pene? Non seguirmi… omai t’invola… (Ah perduto ho il caro bene Che pretendi or qui, tiranna! E più speme il cor non ha.) (si ferma) An a g i l d a , La d i s l a o e Ra d o s k i No! non io, la tua condanna Ti richiama a tua grand’alma, La segnò dovere e onor. E la calma tornerà.

(Colla più affannosa attenzione). 2 Rossini: Sigismondo – atto primo

Si g i s m o n d o La d i s l a o Lacerata è ognor quest’alma, (ammirato) Né la calma tornerà. E quale!

La d i s l a o Si g i s m o n d o Signor, mentre t’adora Ogni vassallo, a che l’alma t’opprime (s’interrompe) Lo spavento, il terror? Oh dio!

Si g i s m o n d o La d i s l a o Dirlo dovrei?… Ma che?…

La d i s l a o Si g i s m o n d o Un tuo fedel… Ascolta.

Si g i s m o n d o (Lo prende a sé) Sì, Ladislao, lo sei. Furente Mi persegue Aldimira. La d i s l a o Dunque… La d i s l a o (con gran forza) Si g i s m o n d o Essa che a morte Partite. Perché infida consorte Da te si condannò? (Ad Anagilda e Radoski)

Ad altro Si g i s m o n d o Men affannoso istante (con dolore) Vi rivedrò. Ma ricusai (Si concentra in se stesso). Di vederla ed udirla.

An a g i l d a La d i s l a o Pace ti chiama al seno Ma gli stessi occhi tuoi Chi felice, o signor, ti brama appieno. Testimoni non fur?… (Parte con Radoski). Si g i s m o n d o Scena IV° (vivamente) Sigismondo e Ladislao. Né tratto a inganno M’avrìa taluno od il mio sguardo istesso? La d i s l a o (O dubbi miei!) La d i s l a o (sospeso) Si g i s m o n d o Qual dubbio inopportun t’agita adesso? (scuotendosi)

Alto, tremendo arcano Si g i s m o n d o A tua fé non s’asconda. Odi. Ulderico Re, padre all’estinta Mia consorte Aldimira, Sciolto da’ ceppi in cui visse tre lustri,

3 Rossini: Sigismondo – atto primo Arma in segreto. Tu vola ed esplora Mi danni a morte! Le mosse ostili. Io là t’attendo dove Pur non so vivere Folto bosco ha confin colle frontiere. Lungi da te. Ivi a cacciar le fere Diletta immagine Si sparga che n’andai onde più cauta Del mio consorte Dispor difesa. Per te quest’anima Respira in me. La d i s l a o Ma Ulderico ancora… (Esce Zenovito). Ze n o v i t o Si g i s m o n d o Signora… Temo a ragion: intendi! Al d i m i ra La d i s l a o Ah taci. Obbedirò. Ze n o v i t o Si g i s m o n d o E che? Forse dovrei Se a terminar mie pene Obbliar che tu sei Solo fia d’uopo morte, Sposa al mio Re, Aldimira? Si mora, e allor sarà lieta mia sorte. Al d i m i ra (Entra). Ah sì, quella son io, La d i s l a o Che al tuo valor la vita Ella perì!… Qual dubbio mai!… - Nemico Deve e alla tua pietà. Sia qualsivoglia il fato, io non lo temo. Forte sarò fino al momento estremo. Ze n o v i t o Guidommi il cielo (Parte). Innocenza a salvar.

Scena V° Al d i m i ra Campagna vastissima che termina con un folto Sì, che innocente bosco. Abitazione da un lato, con arborata vicina, Mi ritrovasti allora sotto cui rozza panca. Che, strascinata a forza infra i dirupi, Chiedea mercé. Aldimira dal bosco tutta concentrata in se stessa, poi Zenovito dall’abitazione. Ze n o v i t o Al d i m i ra Ma dei fellon la morte O tranquillo soggiorno! o dolce! o cara Salva ti rende: a me ti scopri; sento Solitudine amica! A voi nel seno Che Ladislao ti chiese affetto indegno, Vo cercando la calma e sempre invano, E che ardente di sdegno Ché il mio fato inumano Per le ripulse tue giurò vendetta. A tollerar m’astringe eterno duolo. Un solo oggetto, un solo Al d i m i ra Vicino a me, faria E accusata e negletta, La mia felicità, la gioia mia. Senza difesa, da nemica sorte Oggetto amabile, Fui rapita allo sposo e tratta a morte. Ognor da forte Serbo immutabile Ze n o v i t o Candor di fé. Ah signora… ah Reina, Ingiusto e barbaro Ch’Egelinda mia figlia 4 Rossini: Sigismondo – atto primo Qui crede ognuno. Quattro lustri omai (Si replica il suono come sopra). Son corsi già dacché fuggii la corte Correte, godete… Ove un tempo ebbi onor. Dissi a bastanza. Il suono ci chiama, Aldimira sperare io potrò?… Si vada a pugnar. Al bosco! alla caccia!… (Odesi in distanza il suono de’ corni da caccia).

Ze n o v i t o (Entrano festosamente nel bosco). (stupito) Scena VII° Di caccia il suono, Zenovito e Aldimira. Raro in questi recessi!… Al d i m i ra Al d i m i ra (uscendo, ed affannosissima) (osservando) Lo sposo!… Odo rumor di genti… Ze n o v i t o Ze n o v i t o Il Re!… (con gran premura) Al d i m i ra Celatevi, signora… Se viene… Al d i m i ra Ze n o v i t o O miei tormenti! Or nuovo ascolto (Entra, ma si fa vedere in osservazione). Vicino calpestio Convien celarsi. Scena VI° Al d i m i ra Coro di cacciatori e Zenovito. Ah fuor di me son io. Co r o Al bosco!… alla caccia!… (Entrano nell’abitazione). La fera sdegnosa Ci attende al cimento: Scena VIII° Chi ha core e ardimento Sigismondo, Anagilda e seguito. Zenovito, non Ne venga a pugnar. veduto, sta in osservazione dalla casa.

(Per andare. Zenovito li trattiene). Si g i s m o n d o Il loco è questi, e qui posiam. Ze n o v i t o A voi chi comanda (Siede sulla panca). La caccia in tal giorno? An a g i l d a Co r o Né al bosco Il Re che già presso Vuoi le fere cacciar? È a questo soggiorno. Si g i s m o n d o Ze n o v i t o Pria Ladislao Il Re!… Deggio veder. Precedimi, Anagilda. Poi ne verrò. Co r o Lo vedrete… 5 Rossini: Sigismondo – atto primo

An a g i l d a Si g i s m o n d o Que’ tuoi pensier funesti Che rechi? Tremar mi fan. La d i s l a o Si g i s m o n d o Funestissimi eventi. Grato son io al tuo core, D’armi e d’armati all’improvviso inonda Ma restar mi convien. Con inganno Ulderico Le tue contrade. I pochi nostri abbatte An a g i l d a Sorpresi ed atterriti: e se possente Non più, signore. Forza nol preme o caccia, Fra poco ancor la reggia tua minaccia. (Entra nel bosco con parte del seguito). Si g i s m o n d o Scena IX° Ma degli sdegni suoi Sigismondo seduto. Aldimira e Zenovito, non veduti, Spiegò ragion? dall’abitazione. La d i s l a o Si g i s m o n d o Vuol vendicar la figlia. (resta un momento senza parlare, indi si leva fanta- sticando fra sé) Si g i s m o n d o Ti veggo sì… ti veggo… ovunque irata O presagi! o cor mio! Ma in che mi perdo? Mi perseguiti, m’opprimi!… Del regno alla salvezza Provveder mi convien. Là da quel bosco Al d i m i ra La difesa s’imprenda: a tant’oggetto Tu dispon quant’è d’uopo. Io lumi intanto (piano a Zenovito) (Egli!… il consorte!…) (accennando l’abitazione) Voglio ritrar da chi colà soggiorna. Ze n o v i t o (Gran cose io spero.) Ze n o v i t o (Al cimento.) Si g i s m o n d o (scuotendosi) Al d i m i ra Bando, Bando a un insano ardor. Fu rea colei… (Al periglio.) Sì, ma per sempre… ah sempre! io la perdei. (Entrano).

Scena X° Si g i s m o n d o Detti. Ladislao. Va’, e sappiam chi v’alberga.

La d i s l a o La d i s l a o (uscendo) Util consiglio! Mio Re! (Entra nell’abitazione). Ze n o v i t o Scena XI° (Il nimico!) Sigismondo, poi Ladislao, indi Aldimira. l d i m i ra A Si g i s m o n d o (Il traditor!) Venga Ulderico, si. Comune a noi

6 Rossini: Sigismondo – atto primo Sarà il duolo e il rossor, quando di lei… Scena XII° Sì; ma per sempre… ah sempre! io la perdei. Aldimira e Sigismondo. Zenovito si fa vedere in osservazione. (Esce Ladislao turbatissimo dall’abitazione). Che avvenne? Al d i m i ra (Giusto cielo m’aita!) La d i s l a o In quell’albergo… Si g i s m o n d o Vid’io… (Crederò agli occhi miei!… Essa!… ah follia!…) Chi sei? (Ammutolisce). Al d i m i ra Si g i s m o n d o Son Egelinda, Perché t’arresti? A Zenovito figlia.

La d i s l a o Si g i s m o n d o Chi lo può figurar? A lui che lunge Dalla corte fuggì, son quattro lustri, Si g i s m o n d o Perché tradito? Di’, che vedesti? Al d i m i ra La d i s l a o (con energia) Vidi… ah no che allor sognai! Vidi… ah no ch’io m’ingannai! Sì, reo tradimento Ma quel tremito che allora Ci trasse a questi alberghi. Mi sorprese e pur mi scuote, In un mar di dubbi ancora (Sigismondo resta in qualche abbattimento). Fa quest’anima ondeggiar. Si g i s m o n d o (Ella parla…) (Sigismondo lo sollecita a spiegarsi). Porta il piede in quelle soglie, (come rassicurando se stesso) E, signor, vedrai portento. - Ma tu Egelinda, figlia A Zenovito. (Sigismondo s’incammina. Dopo un momento di silenzio generale esce Aldimira che s’inchina a Sigismondo il quale resta immobile considerandola. Al d i m i ra Essa se gli inchina e resta presso all’abitazione). Il dissi. Ecco a te chi là soggiorna… Si g i s m o n d o Tu sorprendi!… (Io n’ho spavento.) Or ti lascio e vo all’istante (con forza) Armi e armati ad apprestar. E il sei?

(Considerandola colla più grande agitazione, che Al d i m i ra cerca nascondere). (come sorpresa, fissandolo) (Ah che quello è un spettro, è un’ombra Dall’Averno uscita fuore!… Lo sono. Di stupore, di terrore Mi fa quasi delirar.) Si g i s m o n d o (da sé) (Entra nel bosco). (O voce! o sguardi! o mio destin tiranno!) 7 Rossini: Sigismondo – atto primo

Al d i m i ra Si g i s m o n d o (osservandolo) (richiamandosi) (Ei delira, egli smania, io non m’inganno.) Chi!… (Cielo!…)

Si g i s m o n d o Al d i m i ra (dopo un momento di silenzio) E qual ragion, perdona, Or ti rende sì oppresso? Zenovito ne venga.

Si g i s m o n d o Al d i m i ra (Ah son tradito dal mio core istesso.) (s’incammina) Un segreto è il mio tormento, Fia pronto. Ma nol posso, oh dio, spiegar.

Si g i s m o n d o Al d i m i ra (richiamandola) Deh perdona l’ardimento, Più non oso a te parlar. Odi. Al d i m i ra e Si g i s m o n d o Al d i m i ra (ognuno da sé) (torna a Sigismondo che nel fissarla s’astrae) Tanti affetti ho intorno al core Che chiedi? Che spiegarli non saprei. Ah cagione è il crudo amore Si g i s m o n d o Del mio barbaro penar. (delirando fra sé) (Aldimira entra nell’abitazione, e Zenovito segue (Se un tradimento reo…) Sigismondo ch’entra nel bosco).

Al d i m i ra Scena XIII° Che vuoi? Ladislao, poi Zenovito.

Si g i s m o n d o La d i s l a o (crescendo coll’espressione) (uscendo dal bosco) (L’avesse Il Re dov’è? Ch’ei colto Tolta allo sposo!…) Da quell’oggetto periglioso tanto Abbia obbliato il caso suo funesto? Al d i m i ra Ma chi è lei?… donde mai?… che oggetto è A’ cenni tuoi… questo!

Si g i s m o n d o (Si concentra in se stesso. Esce Zenovito). (al trasporto) Ze n o v i t o (Saria (Eccolo. O mia ventura!) Fellon! poco il tuo sangue…) La d i s l a o Al d i m i ra Io non saprei (vivamente) Ze n o v i t o Signor… Signor

8 Rossini: Sigismondo – atto primo

La d i s l a o Si presenti qual figlia! Tu, Zenovito!… Dimmi: hai figlia? Ze n o v i t o Il consigliai. Ze n o v i t o Egelinda, che salvezza La d i s l a o Forse oprerà del regno. (con gran premura) Ed accolse Sigismondo il consiglio? La d i s l a o Ella!… che dici?… Ze n o v i t o Dessa il regno salvar? parla, ti spiega. Anzi, t’attende Onde porlo ad effetto. Ze n o v i t o T’attende il Re. Vanne, da lui saprai… La d i s l a o

La d i s l a o (affannosamente da sé) Vedesti il Re? (Al Re si voli: Strugger l’opra si tenti Ze n o v i t o Che renderìa più gravi i miei spaventi.) Lo vidi e a lui parlai. Anzi da me nacque il pensiero. (Parte). Ze n o v i t o La d i s l a o O mia Reina! Sì, sarai felice! E quale? Il cor co’ moti suoi già mel predice. Tu l’opra tua seconda Ze n o v i t o Che m’ispirasti, o cielo: Vanta Egelinda mia gran somiglianza Tu squarcia il nero velo (A quanto il Re mi espose) Che oscura in lei l’onor. Coll’estinta Aldimira. Trovi l’amica sponda Dopo sì gravi affanni, La d i s l a o E cadan l’ire e i danni Ah! tal, che sembra Sull’empio traditor. Aldimira medesma. (Entra nell’abitazione). Ze n o v i t o Scena XIV° Ebben, ascolta. Ecco il consiglio mio. Spargasi ovunque Ladislao dal bosco, poi Zenovito dall’abitazione. Che vive la Regina La d i s l a o In solitario loco, ed Egelinda Vesta reali spoglie. Prima in corte (concentrato in se stesso) Qual Regina si mostri, indi a Ulderico Io dispor che costei Si presenti qual figlia. Ei, come tutti, Alla reggia ne venga? Io far che il manto Vede Aldimira in lei, placa lo sdegno, D’Aldimira rivesta? Ridona al Re la pace, e salvo è il regno. Io dovrò?… Ma perché una somiglianza Tanti dubbi m’infonde, La d i s l a o E mi rende agitato e mi confonde? (con amarezza) (Esce Zenovito. Andandogli incontro) Tu consigliasti che reali spoglie Vesta Egelinda, e ad Ulderico poi Zenovito!…

9 Rossini: Sigismondo – atto primo

Ze n o v i t o (Esce Aldimira). Signor… La d i s l a o

La d i s l a o (con alterezza) Chiamami amico, Perché obbedir disdegni? Ché lo merta il tuo cor. Qui Sigismondo Perché venir non vuoi? Or io precedo onde dispor che in corte, Oppor non dei né puoi, Quando imbruni la notte, Se lo comanda un Re. La figlia tua si segua. Al d i m i ra Ze n o v i t o (con un tuono di superiorità che mette Ladislao in (dopo un momento di pausa) apprensione) Ah che poss’io Dimmi, se vengo in corte, Dirti, o signor? Salva sarà mia vita?

La d i s l a o (Ladislao vorrebbe interromperla, ed ella non gliel E che?… permette). Sì, che la tua Regina Ze n o v i t o Misera fu tradita! Teme Egelinda Sì, che la trasse a morte E ricusa partir. Un empio traditor.

La d i s l a o La d i s l a o Tant’osa! E come sai?… che intendi!…

Ze n o v i t o Al d i m i ra A lei Non domandarlo a me. Degnati favellar. La d i s l a o La d i s l a o Chiederlo! e a chi degg’io? Venga, ma opponti A’ suoi folli contrasti. Al d i m i ra (colla più gran forza) Ze n o v i t o A te lo chiedi, a te. Io primo fui che il consigliai. Ti basti. La d i s l a o (Entra nell’abitazione). A me! qual tuo deliro! Scena XV° Al d i m i ra Ladislao, indi Aldimira. No, ch’è martiro in me. La d i s l a o Ella ricusa? Ah dessa La d i s l a o Dunque non è che offerse al guardo mio E chi ti dà tormenti? Un delirio, un timor di me non degno. Venga costei, serva al dovere e al regno. Al d i m i ra A te lo chiedi, a te!

10 Rossini: Sigismondo – atto primo

La d i s l a o (Esce Sigismondo e coro). Follia ti detta accenti; Si g i s m o n d o Non troverai mercé. (a Ladislao) Al d i m i ra Già cade il giorno. Ragion mi detta accenti; Pronta a seguirmi è lei? Sì, troverò mercé. La d i s l a o Al d i m i ra e La d i s l a o Ricusa d’obbedir folle costei. (ognuno da sé) Si g i s m o n d o (Dubbiosa, smarrita, Confusa, atterrita, Stupor m’adombra!… Udirla voglio io stesso. Vacilla quest’alma, Mi fugge dal sen.) (S’avvia all’abitazione, ma si ferma pensoso un momento prima d’entrarvi). (Aldimira entra nell’abitazione, e Ladislao s’in- (Perché mi trema il cor se a lei m’appresso?) selva). (Entra). Scena XVI° La d i s l a o Anagilda e Radoski con seguito da altra parte del (In quell’albergo il Re!… Sia qual si voglia bosco, poi Ladislao, indi Sigismondo e seguito, pur La donna pur, ma eventi rei preveggio.) essi dal bosco. Mi segua ognun. (Toglierla ad esso io deggio.) An a g i l d a Che creder deggio mai! (Entra a fianco dell’abitazione seguito dai sopra- Preda a nuovi deliri il Re mi lascia, detti). M’abbandona il german! Scena XVII° Ra d o s k i Interno dell’abitazione di Zenovito, con ingresso A me pur anche alle stanze da un lato. D’uopo sarìa… Tutti successivamente. Sigismondo introdotto da Zenovito, che s’inchina ed entra nelle stanze interne. (Esce Ladislao, turbatissimo e non avvedendosi dei due suddetti). Si g i s m o n d o

La d i s l a o (s’astrae e gradatamente si porta al delirio) (da sé) Quale, o ciel, d’idee funeste Folla rea mia mente ingombra!… (Che disse!… che ascoltai!… Minacciosa errante intorno Gli sguardi suoi!… la voce!…) Tu mi stai terribil ombra!… Ed il cor mi fai tremar. An a g i l d a German, sappi… (Aldimira e Zenovito escono inosservati dalle stanze, e dall’ingresso Ladislao che si mette in osservazione La d i s l a o non veduto dagli altri). T’intendo. Al d i m i ra Il Re… (Nel mirarlo io sento un gelo, Che mi stringe l’alma in petto!)

11 Rossini: Sigismondo – atto primo

La d i s l a o dando qui e là come istupidito). (Quanto veggo in queste soglie Al d i m i ra Tutto accresce il mio sospetto!) Parla… Si g i s m o n d o Ze n o v i t o Sì… crudel… per te… deliro… Sì… martiro… mi tormenta… Imponi…

i g i s m o n d o Al d i m i ra S Ma… qui… voi!… (mostrando grande affanno, ed è ritenuta da Zeno- vito) Al d i m i ra e Si g i s m o n d o (Ei vaneggia!…) (Ah dal peso io gemo oppressa Della mia fatalità.) La d i s l a o (osservando con apprensione Aldimira e Zenovito) Ze n o v i t o (E che si tenta!…) (Ah dal peso geme oppressa Della sua fatalità.) Si g i s m o n d o Di’, che far dovea il mio core?… La d i s l a o Lo sorprese un… (Ah troncar degg’io ‘l periglio D’una mia fatalità.) Al d i m i ra (Ladislao parte di nascosto). Traditore!… Si g i s m o n d o (appena pronunziata la parola, si ritira con Zeno- Dimmi, Egelinda, in corte vito). Nieghi seguirmi omai? Si g i s m o n d o Traditore!… ah di giust’ira Al d i m i ra E ragion s’arde… Verrò, se di salvezza Un segno a me darai. Al d i m i ra Si g i s m o n d o (di dentro) (altamente stupito) Aldimira!… Di tua salvezza!… Si g i s m o n d o Co r o (smaniando) (di dentro) Aldimira!… dov’è lei?… Io t’intesi… Dove sei?… All’armi!

La d i s l a o Si g i s m o n d o (O periglio! …) Che intendo!…

Al d i m i ra e Ze n o v i t o Co r o (uscendo) (più da vicino) Ai cenni tuoi… All’armi!… all’armi!…

(Sigismondo resta immobile per un momento, guar- (Esce Ladislao frettoloso seguito da Anagilda, Rado- 12 Rossini: Sigismondo – atto primo ski, coro e guerrieri). (Piano ad Aldimira)

La d i s l a o (Tu mi precedi in corte.) Già penetrar nel bosco (Agli altri) Tenta il nemico altero. Solo’ pugnar io bramo A prova di valor. Co r o Trionfo a noi primiero Tu tt i Ci doni ardire e onor. Frema pure il destino a miei danni: Più m’accende e mi rende più forte. Si g i s m o n d o Si combatta, fia gloria la morte Se vittoria si vanti ed onor. (ai guerrieri) Alla vittoria andiamo.

13 Rossini: Sigismondo – atto secondo ATTO SECONDO Atrio terreno nel palagio reale, dagli archi del quale si scuopre in distanza parte del regio cortile. Da un lato, eminente ingresso ad interni appartamenti.

Scena I° A ciò move il Re vostro. Ma pria ch’egli risolva, udir un voto Coro. Brama da voi mentre da voi si mira Co r o L’oggetto ch’or qui v’offre. Ecco… (fra loro) In segreto a che ci chiama?… Scena III° Qual arcano asconde il Re! Comparisce Aldimira da Regina. Tutti, ad eccezione Di sua viva ardente brama di Sigismondo e Ladislao, prorompono. La ragion sappiam qual è. Co r o Aldimira! Scena II° Coro. Sigismondo, Ladislao, Radoski e seguito, poi (Ella scende tra le festose acclamazioni. Ad Aldi- Anagilda dall’ingresso suddetto. mira)

Si g i s m o n d o Viva Aldimira Nostra Regina! (a parte a Ladislao) Da noi s’ammira Ah! superato il bosco, o sorte avversa! Quel tuo gran cor! Vincitor Ulderico Viva Aldimira, È presso alla città. Trionfi onor!

La d i s l a o (A Sigismondo) (Valga l’inganno Vinse da forte Il turbine a calmar. Già voce a lui L’avversa sorte: Giunse per opra mia, che vive ancora Ha in lei virtude Aldimira sua figlia.) Novo splendor. Viva Aldimira Si g i s m o n d o Trionfi onor! (Ora Egelinda Deh a noi la renda, Di regia veste adorna Giusto signor. Veder farò. Come da ognun s’accolga La comparsa di lei La d i s l a o Ardo veder.) (O vista che m’agghiaccia!)

(Ad Anagilda ch’esce) Al d a m i ra Ebben? (Alma, coraggio!)

An a g i l d a Si g i s m o n d o Qual imponesti, Sì, la Regina vostra Pronta è, signor. Vi rendo, o fidi miei.

Si g i s m o n d o (a parte a Ladislao) Udite o fidi miei. (Sicuro appieno A degli eventi opra e consiglio Dell’inganno è l’effetto. Cangiar de’ il saggio. Barbara vicenda Tu quai t’imposi adempi i cenni miei.)

14 Rossini: Sigismondo – atto secondo

La d i s l a o Egelinda. (a Sigismondo) Al d a m i ra (Ubbidirò.) Signor. (Da sé e parte) Si g i s m o n d o (Perder degg’io costei.) Hai sposo?

Al d a m i ra Al d a m i ra (Come attento Radoski Chi mai potria cangiarla? In me fissa lo sguardo!) Si g i s m o n d o Ra d o s k i Altro consorte. (È dessa, è dessa… O miei rimorsi!) Al d a m i ra Altro sposo! Si g i s m o n d o Ognun parta e s’attenda Si g i s m o n d o Forse maggior evento. M’udisti. In te già rendo (Partono tutti). La Regina ai vassalli.

An a g i l d a Al d a m i ra (O perdute speranze!) Io!… qual mio merto?

Ra d o s k i Si g i s m o n d o (O gran portento!) Sdegneresti il mio soglio?

Scena IV° Al d a m i ra Aldimira e Sigismondo. Io!… vista appena Da te, signor!… Si g i s m o n d o (Ella!… è dessa… io la veggo… io l’amo!…) Si g i s m o n d o (con gran passione) Al d a m i ra T’inganni. (Forza, Più di tre lustri omai Forza o cor.) Compion già ch’io ti vidi e t’adorai.

i g i s m o n d o S Al d a m i ra (Non potrei (affettando la più alta sorpresa) Dar fine a’ mali miei Col chiamarla mia sposa?) Come!…

Al d a m i ra Si g i s m o n d o (Ah! perché il fato Sì; che l’estinta Un ingiusto, un ingrato Infida mia consorte Mi sforza ad adorar!) Rivive in te così, che, te mirando, Io vedo lei; quanto Egelinda parla Si g i s m o n d o Aldimira favella (Ma… e s’ella è moglie?… Cessi il dubbio.) Che ritrovo ora in te più cara e bella: 15 Rossini: Sigismondo – atto secondo

E per colpa del fato Si g i s m o n d o Di lei pur vivo amante disperato. (con ritenuta espressione)

Al d a m i ra Lei!… Sì… (con nobile energia) Al d a m i ra Deh! se tal ti rassembro, e tal mi vedi, (come sopra) Deh lasciami fuggir! Egelinda!… Si g i s m o n d o Si g i s m o n d o Perché? (come sopra) Al d a m i ra Ah! sei!… Oh dio, mi scoppia il cor. Mel chiedi! Tomba di morte e orrore Al d a m i ra e Si g i s m o n d o Schiusa mi veggo al piè: (Sospiro, deliro Ed innocente il core Di fiero tormento: Serba candor di fé. E l’alma mi sento Languire d’amor.) Si g i s m o n d o Tuona tua voce e un gelo Si g i s m o n d o Mi scuote e dà terror. Deh! ricevi il pianto mio! Ah crudo, sallo il cielo! Deh per lei mi da’ perdono! Mi fé tradito onor. Al d a m i ra Al d a m i ra (Ah resister non poss’io… Tradito! Udisti lei? Sposa amante ancor ti sono.)

Si g i s m o n d o Si g i s m o n d o Vider quest’occhi miei… Parla.

(Interrompendosi vicendevolmente e con impeto di Al d a m i ra passione). Sappi… Al d a m i ra L’opra d’un reo tiranno… (ritenendosi dal proseguire). Si g i s m o n d o Si g i s m o n d o (con ansietà) Esser poté un inganno!… Ebben?… Al d a m i ra A’ tuoi rimorsi il chiedi… Al d a m i ra Che… Si g i s m o n d o Ma… tu chi sei? Si g i s m o n d o M’ami? Al d a m i ra Al d a m i ra (ingenuamente) Io… (l’istante non è questo.) Nol vedi? Al dovere or io m’appresto.

16 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Si g i s m o n d o Ra d o s k i Ma che! non bastano Ma figlia a Zenovito Tormenti ancor! Sarà sempre Egelinda, e al patrio tetto, Povero cor! Compito il grande oggetto, Che crudeltà! Ritornerà, vedrai.

Al d a m i ra e Si g i s m o n d o An a g i l d a Qual tumulto d’aspri affanni Deh! le perdute Combattendo, o ciel, mi va! Speranze renda a me pietoso amore Affetti teneri D’uno sposo e d’un soglio a questo core. Oh dio, tacete! Sognava contenti, Voi di quest’anima Sperava conforto, Tiranni siete Ma in seno a’ tormenti, Per una barbara Ma lunge dal porto Fatalità. Amante infelice Non oso sperar. (Partono per vie opposte). Se aspiro ad un soglio Per nobile orgoglio, Scena V° Gran core mi lice Radoski, poi Anagilda. Superba vantar.

Ra d o s k i (Parte). M’ingannaste, occhi miei? No, del rimorso Me ne accerta la voce. Essa è Aldimira, Scena VI° Da me seguace a Ladislao tradita. Radoski, poi Ladislao.

(Esce Anagilda). Ra d o s k i O ciel! tu riserbasti An a g i l d a In mie mani quel foglio… (da Sé) (Agitata, smarrita Io non so che sperar.) (Esce Ladislao che prende a sé Radoski egli parla con tutta la circospezione).

Ra d o s k i La d i s l a o (da sé) O mio fedele (Ah sì, degg’io Emendar come posso il fallo Radoski! ella perì!… mio.) Ra d o s k i An a g i l d a Ra d o s k i , e c h e ? d o v r e i Qual dubbio mai! Paventar d’una strana somiglianza? La d i s l a o Ra d o s k i A Sigismondo vanne: (Simuliam.) Qual t’adombra Digli che ad Ulderico, Importuno timor? Come prima m’impose, or io m’affretto, E che un fausto destino a lui prometto. An a g i l d a (Parte). …Ma Sigismondo Rese pubblico omai che, per suo cenno, Tolta da vil soggiorno, In corte la Regina or fe’ ritorno.

17 Rossini: Sigismondo – atto secondo Scena VII° Che Ladislao, tre lustri già, ti scrisse, Che rifiutasti, e che in mie mani è ancora.) Ladislao solo.

La d i s l a o Al d a m i ra Misero me! mi sento (Gran dio! quel foglio!… Io Tutto gelar, se in seno a’ dubbi miei L’affannoso pensiero io volgo a lei. (s’avanza) Qual nera immago innanzi il mio delitto non lo credo ancora.) Presentando mi va! Qual fiera voce Pronta Egelinda!… M’accusa e mi condanna! Ah! il crudo fato Mi rende eternamente sventurato. (Sigismondo si scuote, la fissa un momento senza Giusto ciel che i mali miei parlare, poi si volge a Radoski). Tu conosci e appieno intendi; Deh la pace a me tu rendi, Si g i s m o n d o Deh mi chiama per pietà. Affretta Ah se tolto un sol momento La partenza, o Radoski. Tant’orror da me sarà! Palpitar di bel contento (Radoski s’inchina e parte). Questo core allor potrà. Scena X° (Parte). Aldimira e Sigismondo.

Scena VIII° Si g i s m o n d o Sigismondo e Radoski. Sigismondo esce concentrato Ad Ulderico or or n’andiam. T’è noto, in se stesso e fantasticando; poi a Radoski. Che dei…

Si g i s m o n d o Al d a m i ra Venga Egelinda. (vivamente, e Sigismondo si confonde) Ra d o s k i Stringere al petto (Or tutto io svelo a lei. L’amato genitor; palese a lui O desiato istante a’ voti miei!) Far la ragion, che lungi dal consorte Mi condannò tre lustri avversa sorte. (Entra da Aldimira). Si g i s m o n d o Scena IX° Tanto dir tu non puoi… Sigismondo, poi Aldimira e Radoski. Al d a m i ra Si g i s m o n d o Non son io che ‘l bramai; sei tu che il vuoi. (come sopra) Che più vuoi?… pur m’insegui?… or io ti sento Si g i s m o n d o Parlar in lei: non basta?… Avrai cor?…

(Segue fra se stesso. Escono Aldimira e Radoski Al d a m i ra inosservati da Sigismondo). Di che deve Paventar una figlia? Al d a m i ra (Non tradirmi!) Si g i s m o n d o E tu lo sei? Ra d o s k i (Che dici!… Avrai quel foglio

18 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Al d a m i ra Che la pietà!… Dubbio n’avresti? Di due bell’anime Trionferà!… Si g i s m o n d o E sostener tu puoi!… Co r o D’allori nobili Al d a m i ra Vantiam l’onor. Campo di gloria Non son io che ‘l bramai; sei tu che il vuoi. Apre il valor. Di Marte indomito Si g i s m o n d o Arda il furor. (M’abbandona ragion!) Costante e impavido Sarà ‘l mio cor. Scena XI° Al d a m i ra Detti. Radoski, infine coro e guerrieri che a marcia militare vanno attraversando il cortile in distanza. Al campo, al campo Chiama il valor. Ra d o s k i Costante e intrepido Alla partenza Sarà ‘l mio cor. Son già pronte le schiere. (Accompagnata da Sigismondo parte Aldimira, Si g i s m o n d o unendosi al corpo di milizia che segue tuttora a pas- Ebben, si vada. sare).

(Radoski parte). Scena XII° E tu se core avrai, Vallone diviso da montagne, ed in cui si discende Se conosci pietà per varie strade tagliate nelle medesime. Da una parte sta attendato l’esercito d’Ulderico, dall’altra quello di Sigismondo. Al d a m i ra M’offendi omai. Ulderico al piano con seguito, poi Ladislao da una Fida ancella ti sono. montuosa. Compiango il tuo dolor, gelo a tue pene, Ul d e r i c o Quei che soffri, infelice, Venga pur Ladislao. Mi piombano sul cor funesti affanni!… E dubiti di me? Quanto t’inganni! (ad una guardia che passa dalla parte di Sigi- Ah signor, nell’alma mia smondo) Tu non leggi, tu non vedi! Parla in lei, piucché non credi, Vive mia figlia? Pena, affanno, amor, pietà. Io rivedrò Aldimira? A Sigismondo, Tu qual sia mia viva brama Poiché me la serbò, tutto perdono, Là vedrai… ma il suon ci chiama! Suocero, amico e difensor gli sono.

(Comincia in distanza il suono di marcia, che (Comparisce Ladislao che scende). interpollatamente accompagna col coro il resto dell’aria). La d i s l a o (scendendo) Fra l’armi intrepida Ti seguirò. (O lei si perda, o incerti ed affannosi Da forte i perfidi Saran sempre miei giorni.) Combatterò. Signor… Ma dice il core, Che un dolce amore, 19 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Ul d e r i c o Ch’Egelinda s’appella. Ad Aldimira Ah Ladislao, dov’è mia figlia? Rassomiglia così, che un’altra lei La crede ognun. Tu stesso, se la vedi, (Ladislao conserva l’aria della più affettata reni- Tua figlia in Egelinda e senti e credi. tenza a parlare.) Ecco la trama ordita. A te Egelinda Ora da Sigismondo, qual tua figlia, Tu taci?… mi spaventi… Guidata fia, perché, ingannato appieno, Donde il silenzio? Tu placato lo stringa e amico al seno.

La d i s l a o Ul d e r i c o (con emozione) Tant’offesa!… Tal scherno… È affetto, Ecco l’indegno! È riverenza alla memoria acerba E cara un tempo di tua regia figlia. (Odesi una marcia in poca distanza, e subito dopo È… ch’io mentir non so… scendono Sigismondo e Aldimira con seguito). La d i s l a o Ul d e r i c o Temi un guardo rubello, Che dici mai? Che a sedurti ne vien… Ti spiega; il chiedo, il voglio. Ul d e r i c o La d i s l a o Che oggetto è quello! Può costarmi la vita un solo accento Di verità. (Al primo incontrarsi di Aldimira con Ulde- rico, questi resta come attonito a considerarla, e non Ul d e r i c o si muove ad onta ch’ella s’affretti a lui stendendogli Il segreto le braccia). Più geloso ti giuro. Scena XIII° La d i s l a o Detti. Ebben, m’ascolta: Al d a m i ra (colla più grande circospezione) (resta anch’essa attonita) Per gelosa mania (fremo nel dirlo), Genitor… deh vien!… t’arresti?… Tre lustri son, perir fe’ Sigismondo La tua Aldimira. Si g i s m o n d o (sorpreso altamente) Ul d e r i c o Oh dio! Ecco, a te la figlia io rendo…

La d i s l a o La d i s l a o Poiché perduto (simulatamente) Ora si scorge, a sua salvezza in opra Deh signor! ché non t’appresti?… Ei pon l’inganno. Ul d e r i c o Ul d e r i c o (incantato, guardandola) E come? (È Aldimira, o a lei somiglia?) La d i s l a o Zenovito Al d a m i ra , Si g i s m o n d o e La d i s l a o Vassallo suo ha una figlia (Qual silenzio periglioso! 20 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Qual suo nero turbamento! La d i s l a o Vacillante in tal momento, (fingendo con Sigismondo E tremante il cor mi sta.) (Destin fatale!) Ul d e r i c o Ul d e r i c o (Qual sembiante periglioso! Qual terribile cimento, No, mia. Vacillante in tal momento, E tremante il cor mi sta.) Si g i s m o n d o (Chi m’ha tradito!…) Al d a m i ra Dammi un paterno amplesso, Al d a m i ra Amato genitor. Gran cose ho a palesarti… Son tua, ne avrai gran prove… Si g i s m o n d o Deh a’ voti miei ti rendi, Ul d e r i c o Deh mi ridona amor. Ebben, se il sei, va’ dove Ti chiama e core e onor. Ul d e r i c o (Io vedo in lei mia figlia… Al d a m i ra Ma può tradirmi il cor.) (afferrando Sigismondo) Lui desti a me consorte: La d i s l a o Noi siamo un’alma sola; (fingendo con Ulderico) E da lui sola morte Ceda tua destra armata, Dividerà il mio cor. Calma quel tuo rigor. Ul d e r i c o Ul d e r i c o Tu al nemico!… all’armi, all’armi… (Scopriam se inganno è questo.) Tenti invan di lusingarmi… Piombi il fulmine di morte!… Al d a m i ra Io non sento che furor. Padre… Al d a m i ra Ul d e r i c o Padre!… sposo!… non lasciarmi. No, non devi rifiutarmi… (in tono severo) Piombi il fulmine di morte!… Egelinda!… Pera un empio traditor.

Al d a m i ra , Si g i s m o n d o e La d i s l a o Si g i s m o n d o e La d i s l a o Quale? Se lo brami, all’armi, all’armi… Ma tu devi pria ascoltarmi… Ul d e r i c o Piombi il fulmine di morte!… Tu figlia a Zenovito. Io non sento che furor. (Alla parola “all’armi” ecc. s’attaccano gli attori Al d a m i ra ed Aldimira cerca frapporsi. Alla stessa parola Io? Tua. ambedue gli eserciti scendono al piano, e termi- nata appena la stretta del quartetto, attaccano la battaglia. Gli attori si disperdono, egli eserciti stessi entrano battendosi).

21 Rossini: Sigismondo – atto secondo Scena XIV° La d i s l a o Radoski, poi Ulderico con seguito. E d’Egelinda sai?…

Ra d o s k i Ul d e r i c o Giusto ciel! qual mia sorte! d’Aldimira, Nulla. Della Regina mia già in mano è il foglio Opra di sua salvezza! La d i s l a o Di lei, signor, uopo è si cerchi. (Esce Ulderico). Se non giunga in tue man, tu ben conosci Ul d e r i c o Quai potria danni oprar quella possente Sua somiglianza. (s’avvede di Radoski) Per quella via si pieghi… Ul d e r i c o Renditi prigionier. È vero, Ed a ciò mi dispongo. Tu medesmo Ra d o s k i Cercala, e quando in tuo poter l’avrai Chi a me l’impone? Arbitro appien di lei grande sarai.

Ul d e r i c o (Parte con Radoski e seguito). Ulderico. La d i s l a o Io l’arbitro di lei! Ra d o s k i Grande allora sarò! Come il desio Ah signor! Tu d’Aldimira Padre… Dell’impresa m’accende, E maggior di me stesso ora mi rende! Ul d e r i c o A che rinnovar?… non più. T’arrendi, (Parte coi seguaci). O qual nemico… Scena XVI° Ra d o s k i Odesi rumor darmi in lontano, dopo cui coro in gran (depone la spada) distanza, indi Sigismondo, poi Ulderico con seguito; infine Aldimira e Ladislao. Un prigioniero, un servo In me t’offro, e… Co r o (in gran distanza) Scena XV° O sorte barbara!… Detti. Ladislao. Fuggasi, fuggasi!…

La d i s l a o (Esce Sigismondo spiegando tutto il disordine della Radoski!… sconfitta. È solo). Signor, è un mio fedele. Si g i s m o n d o Ul d e r i c o Vincesti, iniqua sorte! ecco distrutte (A Radoski, che fa un atto segreto d’indignazione) Sul fior le mie speranze!… I suoi trofei Spiega dovunque morte!… A tanto amico Io dono la tua vita. Ebben, con alma forte Offriamo il sen di mille acciari al lampo, (A Ladislao) E segni gloria il mio morire in campo. A noi la sorte Propizia arride. (Va per salire, e comparisce il coro dalla montagna).

22 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Co r o La d i s l a o (scendono rapidamente) Il Re!… oh Dio!… Ah fuggi!… ah salvati!… Ul d e r i c o Scampo non v’è! Si soccorra Si g i s m o n d o (Ladislao, nel movimento suo di trattenere Aldimira Vil non è Sigismondo. Sia funesta e nell’atto che dessa gli sfugge, s’inciampa e rotola La sorte pur, ei vuol pugnar… giù dal pendio. Viene raccolto dalle guardie che lo fanno sedere su d’un masso). (Per andare. Esce Ulderico, con seguito, che disarma Sigismondo). Al d a m i ra Ei mi volea Ul d e r i c o Estinta!… T’arresta! Si disarmi. Si g i s m o n d o Empio! mi rendi Si g i s m o n d o Ragion dell’opre tue… (fremendo) O destino!… (Ladislao cogli occhi incantati indica d’esser in pieno stordimento per la caduta). Ul d e r i c o Parla… m’intendi?… Poi la donna… La d i s l a o La d i s l a o (parla come uomo fuori di sé) (di dentro) Sì… Aldimira… tre lustri Inseguitela!… Son già… che l’ho tradita… ella è innocente… Ho ingannato il mio Re!… Al d a m i ra (di dentro) Si g i s m o n d o Soccorso!… (contro Ladislao) Empio!… Si g i s m o n d o (smaniosissimo) Ul d e r i c o Si persegue Egelinda!… (trattenendolo) Ti frena… La d i s l a o (di dentro) Al d a m i ra Rendimi la mia gloria!… Viva o morta la voglio… (Sigismondo vorrebbe parlare, ma non glielo per- Al d a m i ra mettono). (esce inseguita da Ladislao, che tenta di trattenerla) Ul d e r i c o Lasciami, traditor!… Dammi la figlia mia…

Si g i s m o n d o Al d a m i ra (contro Ladislao) Consorte ingrato… Olà! che fai?… 23 Rossini: Sigismondo – atto secondo

Ul d e r i c o Si g i s m o n d o Da me t’invola!… (ad Aldimira) Ah se m’ami, idolo mio, Si g i s m o n d o Qual maggior felicità! (a Ladislao) Più non sento le mie pene, Io sono un disperato! Più bramare il cor non sa. Alma rea! il più infelice Son per te d’ogni mortale! (ad Ulderico) È per me già un nulla il mondo!… Fremi pur, io non ti temo, O dolor che non ha eguale!… Gloria morte a me sarà.

(Ladislao viene circondato dalle guardie. Ad Aldi- Co r o mira e ad Ulderico) (ad Ulderico) Il rimorso, il pentimento Cedi omai, se giusto sei: Son tiranni del mio cor. (a Sigismondo) (Sigismondo resta in oppressione). Sì che merti amor, pietà. Co r o Chi non piange al suo tormento! (Sigismondo parte fra le guardie). Chi mai regge a tanto orror! Scena ultima (Sigismondo si scuote dal suo abbattimento e parla Tutti successivamente. verso Aldimira). Ul d e r i c o Si g i s m o n d o E tu che per salvarlo Ella m’odia! Un inganno tentasti…

Al d a m i ra Al d a m i ra (Ah no, t’adora!) E qual? Tua figlia Aldimira son io. Vedine prova Si g i s m o n d o Più d’ogn’altra maggior. M’abbandona! (Dà un foglio ad Ulderico che lo legge e mostra il Al d a m i ra più alto sdegno) Ah no, t’inganni! Potria quel foglio Posseder altri al mondo Si g i s m o n d o Fuorché Aldimira? Ciel! che dici! Ul d e r i c o Al d a m i ra No! ma ch’ei sia scritto Io t’amo ancora. Da Ladislao chi lo assicura?

Si g i s m o n d o Al d a m i ra Tu sei mia! O quanti!… Lo stesso Ladislao… sì, lui… Al d a m i ra Sì, tua son io.

24 Rossini: Sigismondo – atto secondo

La d i s l a o Da mille smanie lacerar mi sento.) (s’apre il cerchio, e Ladislao s’avanza mal reggen- dosi) (Esce Sigismondo che viene incontrato vivamente da Aldimira e Ulderico; esce Radoski con lui). Lasciatemi… La sento… è lei… Ul d e r i c o Suocero!… Al d a m i ra Che veggo!… Al d a m i ra Sposo !… La d i s l a o La vendetta del ciel, che sua tremenda Si g i s m o n d o Mano ultrice già stende, E vero?… m’ingannate?… Punisce un empio e a’ cari tuoi ti rende. Ul d e r i c o Ul d e r i c o No, ch’è mia figlia, ed innocente è lei. (a Ladislao) Odi e conosci? Si g i s m o n d o Vola agli amplessi miei!… La d i s l a o (Precipitano fra le braccia l’uno dell’altra). Si. La d i s l a o Ul d e r i c o (O vista! o mio delitto!) (gli fa vedere il foglio avuto da Aldimira) Scrivesti? Al d a m i ra Poi noto vi farò… La d i s l a o Si g i s m o n d o (inorridito, volge gli occhi al trove) Che più mi resta Oh dio! A saper o bramar? Qual oggetto d’orrore al guardo mio! Sì che mia man tiranna Ul d e r i c o Vergò il foglio, ed in lui la mia condanna. Ma d’un fellone…

Ul d e r i c o Al d a m i ra Ah figlia! Deh! per voi sia compita L’opra… (S’abbracciano).

Al d a m i ra Si g i s m o n d o (smaniosa) T’intendo. Ei si riserbi in vita. Ma in carcere da poi Ah padre! e chi mi dà il consorte?… Abbia la pena ne’ rimorsi suoi.

Ul d e r i c o Al d a m i ra , Si g i s m o n d o e Ul d e r i c o Ei venga. Qual felice amico giorno, Che mi rende ognor la calma! (Ulderico fa cenno ad una guardia che parte). Al suo bene unita l’alma La d i s l a o Ah non sa che più bramar. (O miei rimorsi! o mio tormento! 25 Rossini: Sigismondo – atto secondo

La d i s l a o Si g i s m o n d o (Qual funesto avverso giorno, Rendi quest’anima Che mi toglie ognor la calma! Felice appieno, Da sue pene vinta l’alma Vita adorabile Ah non sa che più sperar.) Di questo cor!

Al d a m i ra , Si g i s m o n d o e Ul d e r i c o La d i s l a o Giorno più tenero, Un raggio splendere Più bel sereno Vedessi almeno Non vide splendere Nel mio terribile La fé, l’amor. Fiero dolor!

Al d a m i ra Tu tt i Ti stringo amabile L’aspre pene, i lunghi affanni Mio sposo al seno! Delle oppresse alme innocenti Per te più fervido Premia il ciel di bei contenti, Sento l’ardor! Di maggior felicità.

FINE DELL’

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