Comune di (Provincia di )

Piano Operativo con contestuale Variante al P.S. (ai sensi della L.R. 65/14 e s.m.i.)

QUADRO CONOSCITIVO TERRITORIO RURALE E PAESAGGIO

Marzo 2020 Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci

Hanno collaborato alla stesura di questo documento:

Dott.ssa Eleonora Iacoponi Dott.ssa Lucrezia Verdone Dott. Mboumda Thierry Dorimain Stefano Calloni

2 Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci

IL TERRITORIO ...... 5

1. INQUADRAMENTO GENERALE ...... 5 2. INQUADRAMENTO TERRITORIO RURALE ...... 6

OBIETTIVI DEL P.O. PER IL TERRITORIO RURALE ...... 7

IL TERRITORIO COMUNALE SECONDO IL PIANO STRUTTURALE ...... 8

1. SISTEMI AMBIENTALI ...... 8 2. IL SISTEMA TERRITORIALE VALLIVO ...... 8 3. IL SISTEMA TERRITORIALE DI COLLINA ...... 9

QUALCHE CENNO STORICO ...... 11

1. STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO ...... 12

IL PAESAGGIO AGRARIO DI TERRICCIOLA SECONDO IL PIT -PIANO PAESAGGISTICO DELLA REGIONE TOSCANA ...... 16

1. OBIETTIVI DEL PIT/PPR RELATIVI AI MORFOTIPI RURALI PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE DI TERRICCIOLA ...... 21 2. STORIA DELLE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO ATTRAVERSO LA LETTURA DELL’USO DEL SUOLO NEL TEMPO ...... 23

ECONOMIA AGRARIA ...... 31

1. INDAGINE SUGLI ASPETTI SOCIO – ECONOMICI ...... 31 2. DIMENSIONE AZIENDALE E UTILIZZAZIONE DEI TERRENI ...... 33 3. LE AZIENDE AGRICOLE SECONDO I DATI FORNITI DAL COMUNE...... 43 4. AGRITURISMI E STRUTTURE RICETTIVE ...... 45 Agriturismi ...... 45 Strutture ricettive ...... 47 5. AGRICOLTURA BIOLOGICA ...... 48 Tabella riassuntiva aziende ...... 49 Aziende vitivinicole ...... 53

VIABILITA’RURALE ...... 58

1. INTRODUZIONE ...... 58 I tipi di percorsi ...... 58 Percorsi di crinale ...... 59 Percorsi di contro crinale o mezzacosta ...... 60 Percorsi di fondovalle ...... 61 Percorsi di piano ...... 62 2. VIABILITA’ A TERRICCIOLA ...... 63

NATURA E BIODIVERSITA’ ...... 65

1. FLORA E VEGETAZIONE – BOSCHI...... 65 2. FAUNA ...... 67 Mammiferi...... 67 Avifauna ...... 68 3. PIANO FAUNISTICO VENATORIO ...... 73 Piano Faunistico – venatorio 2012/2015 della provincia di Pisa ...... 73 Zone di rispetto venatorio (ZRV) ...... 74 Zone di ripopolamento e cattura (ZRC) ...... 75 Aziende faunistico venatorie ...... 76 Aree di addestramento cani ...... 77 Aree vocate al cinghiale ...... 78 Altre aree ...... 79 3

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LE VILLE ...... 80 Villa Gherardi Del Testa ...... 80 Badia di ...... 81 Villa San Marco ...... 81 Villa Ciardi ...... 82 Villa Pitti ...... 82 Borgo di Casanova ...... 83 Villa Cempini Meazzuoli ...... 84 Villa di Montemurlo ...... 84

BIBLIOGRAFIA ...... 85

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IL TERRITORIO

1. INQUADRAMENTO GENERALE Il Comune di Terricciola è situato nella parte interna della Provincia di Pisa, fra le valli dei fiumi Era, e del torrente Sterza. Il suo territorio confina a sudest con il Comune di , ad est con il Comune di , a nord col Comune di , a nordovest con il Comune di Lari, ad ovest con il Comune di e infine a sudovest col Comune di (Figura 1). L’intero territorio comunale si sviluppa su una superficie di 4328 ha, una popolazione che non raggiunge i 5000 abitanti. Si tratta di un territorio del comprensorio della , tipico della collina interna pisana, con una altitudine compresa tra 36 e 213 metri sul livello del mare.

Figura 1 Carta dei confini del Comune di Terricciola.

Fonte: regione Toscana-Geoscopio Il clima è temperato e tipicamente mediterraneo, più propriamente inseribile all’interno della regione climatica tirrena, caratterizzata da clima mite e piovosità limitata. L’intero territorio comunale rientra nella classificazione fitoclimatica (ovvero la distribuzione geografica, associata a parametri climatica, di un’associazione vegetale rappresentativa composta da specie omogenee) definita Lauretum, sottozona fredda senza siccità estiva con una media annuale 12 – 17 °C, una media del mese più freddo maggiore di 3 °C e una media dei minimi maggiore di – 9 °C. il Lauretum si estende dal livello del mare fino ai 200 – 300 metri sull’Appennino settentrionale, e ai 600 – 900 metri su quello meridionale e nelle isole. È la zona della macchia mediterranea, delle leccete, delle pinete a 5

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Pinus pinea, Pinus pinaster. Delle due sottozone esistenti, calda e fredda, la seconda è quella presente in quasi tutta la penisola ed è caratterizzata da ulivi, lecci, cipressi, alloro, etc. L’idrografia superficiale del Comune di Terricciola è caratterizzata da diversi corsi d’acqua, identificabili per lo più in torrenti, botri e ruscelli. I corsi di maggior portata si trovano presso i confini comunali e in qualche caso li delimitano: il fiume Era, affluente dell’Arno, segna i confini ad est, il fiume Cascina, importante affluente di sinistra dell’Era, forma il confine del comune ad ovest e infine il torrente Sterza, anche questo affluente sinistro dell’Era, delimita in alcuni tratti i confini comunali a sudest. Da ricordare anche il torrente Rosciano, che scorre nella parte ovest del territorio comunale, e il botro dei Casalini, più a sud, che vanno a versare le proprie acque nell’Era.

2. INQUADRAMENTO TERRITORIO RURALE Il Comune di Terricciola si colloca in un’area mediana della Valdera, abbracciato sul confine ad ovest dal Corso del Fiume Era, affluente del Fiume Arno mentre sul confine est è costeggiato in buona misura dal Fiume Cascina, affluente dell’Era, mentre l’interno, collinare, è connotato da corsi d’acqua minori. Questa connotazione morfologica dà origine a dei paesaggi perifluviali di grande interesse paesaggistico che definiscono naturalmente due aree parco che devono essere valorizzate per una fruizione sicura da parte della popolazione locale e dei flussi turistici che attraversano questi luoghi e possono fermarsi per tempi più o meno lunghi anche a seconda della loro attrattività. Qui possono essere individuati percorsi per passeggiate, escursioni, educazione ambientale, percorsi salute e per lo sport. La presenza di aree lacuali sul Fiume Era, originate da escavazione, può e deve rappresentare l’occasione per una riqualificazione che dia luogo a zone di balneazione, pesca, gioco. Dalle aree perifluviali dovranno gradualmente essere allontanate attività deturpanti il paesaggio o inquinanti l’ambiente. I fiumi sono risorse non rinnovabili e la loro tutela è non negoziabile. Allontanandoci dai corsi d’acqua sono presenti aree pianeggianti, di limitata estensione, che sono utilizzate per produzioni agricole orticole o floricole grazie alla loro giacitura e dotazione idrica; queste attività devono essere incentivate a condizione che operino in modo rispettoso dell’ambiente e della qualità del paesaggio.

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La maggior parte del territorio comunale è collinare, con caratteristiche diverse: a sud ovest sono presenti le argille nude, sul versante che guarda verso Chianni e che costituisce la vista, il panorama, che si gode dalla passeggiata retrostante Terricciola paese e che quindi deve essere tutelata attraverso forme che permettano agli agricoltori di svolgere la propria attività, senza la quale si andrebbe incontro all’abbandono, senza influire negativamente nei confronto della componente paesaggio, che costituisce un patrimonio collettivo. La parte del Territorio comunale di maggior estensione è quella a nord est, composta da colline dolci, dove il mosaico paesaggistico non ha subito modifiche dimensionali delle tessere compositive, se non quelle dettate dall’economia degli ultimi 100 anni, che ha visto la totale sostituzione delle colture promiscue con quelle specializzate. Infatti le tessere paesaggistico del mosaico sono composte prevalentemente da vigneti, oliveti e boschi, molto alternate tra di loro. Il Comune di Terricciola è sempre stato caratterizzato dalla piccola proprietà, che ha dato luogo a questo paesaggio. Oggi la coltura dominante è il vigneto, seguito dall’ oliveto e qualche seminativo nudo. Sono presenti alcune grandi aziende vitivinicole, collocate soprattutto nella parte ovest, che hanno cantine e vini importanti, di proprietà di imprenditori venuti da fuori. Queste stessa praticano attività agrituristiche e turistiche. Sono presenti anche piccole aziende, che sono importantissime per la definizione paesaggistica e culturale del territorio la cui presenza deve essere tutelata sia per il ruolo di presidio, per il lavoro di manutenzione che svolge e per la diversità paesaggistica che contribuiscono a dare.

OBIETTIVI DEL P.O. PER IL TERRITORIO RURALE Il Piano dovrà conoscere queste aziende, le loro caratteristiche e necessità, sia per lo svolgimento dell’attività agricola, sia di quella agrituristica, che, in questo caso, è davvero integrativa al reddito. Significativa è anche la presenza di appezzamenti di terra coltivati a titolo amatoriale, da pensionati o persone che li conducono nel tempo libero; anche queste attività contribuiscono alla diversità del paesaggio ed al presidio del territorio, per cui il Piano deve conoscere e rispondere alle loro necessità a condizione che non provochino degrado o danno all’ambiente ed all’immagine visuale complessiva. 7

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In tal senso la riscoperta della viabilità minore gioca un ruolo importante, non solo perché tutti oggi camminano e devono farlo in sicurezza, ma soprattutto perché la viabilità vicinale, interpoderale e poderale, potranno mettere in comunicazione le frazioni, i piccoli insediamenti, le aziende, che, in tal modo, potranno farsi conoscere, vendere i loro prodotti anche direttamente, o dare ospitalità. E non solo ai turisti ma anche agli abitanti dei luoghi che potranno spostarsi a piedi o in bicicletta per raggiungere il paese più vicino attraversando la campagna, come una volta era comune. La riscoperta della viabilità minore rappresenta anche il miglior modo per conoscere e far conoscere il patrimonio culturale, storico e naturalistico locali. Un progetto di questo genere implica una volontà di lavorare insieme e di mettere a disposizione reciprocamente la viabilità e gli spazi propria e di averne dagli altri. L’Amministrazione con il Piano intende farsi promotrice di percorsi partecipativi che portino a risultati concreti. Obiettivo del Piano dovrà essere anche l’incentivazione di forme di cooperazione tra persone di tutte le età in un’ottica di agricoltura diversificata e sostenibile, con una economia di tipo circolare, che lavori nell’ottica della riduzione dello spreco e di riuso in modo contemporaneo ed intelligente.

IL TERRITORIO COMUNALE SECONDO IL PIANO STRUTTURALE

1. SISTEMI AMBIENTALI Il Piano Strutturale del Comune di Terricciola, in base alla caratterizzazione morfologica del territorio, alla destinazione d’uso dei terreni, alla composizione dei boschi presenti ed al loro stato di conservazione riconosce due sistemi territoriali principali: - Il sistema territoriale vallivo dei fiumi Era, Cascina e Sterza; - Il sistema territoriale collinare.

2. IL SISTEMA TERRITORIALE VALLIVO Tale sistema è caratterizzato, da punto di vista morfologico, da depositi sabbiosi e argillosi sovrastati dalle alluvioni recenti deposte dai corsi d’acqua. Questo sistema può inoltre essere a sua volta suddiviso in due subsistemi: - il sub sistema fluviale è costituito dal corso dei fiumi e dalle zone perifluviali. L’Era, che nasce nella zona est di con due rami distinti (l’Era Viva e l’Era Morta),

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dirige il suo corso verso nord ovest, seguendo così la direzione di massima pendenza delle formazioni argillose plioceniche. Il percorso dell’Era è molto tortuoso fino all’altezza di Casanova a causa delle formazioni argillose che prevalgono nella parte alta del suo bacino (a monte della confluenza dello Sterza nell’Era) e che rendono scarso l’assorbimento delle acque da parte del suolo. Successivamente nella parte più a valle, il fiume forma numerosi meandri, originati dalla debole pendenza del fiume, che lo accompagnano fino allo sbocco in Arno. La valle dell’Era si estende in direzione nordovest – sudest fino alla strada che collega Volterra a . Lo Sterza nasce sul versante orientale dei monti sovrastanti per gettarsi in Era presso il versante orientale delle colline di Terricciola. Data la sua notevole lunghezza (in relazione alla superficie complessive del bacino dell’Era) lo Sterza si presenta quasi come un secondo ramo dell’Era. Il Cascina scende dalle colline di Casciana Terme, in prossimità del confine comunale.; la sua valle, che scorre parallelamente al fiume, occupa un’area più modesta rispetto a quella dell’Era; fu un tempo il letto di un padule, con giuncaglie, praterie palustri e acquitrini. - Il sub sistema di fondovalle è costituito dalle zone di pianura ai lati dei corsi d’acqua dove i terreni sono alluvionali, leggeri, sabbio – limosi e limo – sabbiosi, profondi e freschi, e sono destinati essenzialmente a seminativi e in misura minore, a pioppete, frutteti, ortive di pieno campo e colture protette.

3. IL SISTEMA TERRITORIALE DI COLLINA Tale sistema presenta dal punto di vista morfologico, rilievi costituiti da depositi sabbiosi e argillosi. Il sistema collinare, è divisibile in due sub sistemi in base alla ripartizione colturale, che interessante, da notare, segue la caratterizzazione pedologica (vedi immagine n 3). Infatti nel sistema collinare si possono riconoscere due sistemi, separati da una linea che attraversa tutto il territorio comunale in direzione nordovest/sudest all’altezza di Terricciola: - Il sub sistema settentrionale (contrassegnato dalla sigla Ps nella carta agro pedologica della Provincia di Pisa), è caratterizzato da terreni collinari

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prevalentemente sabbiosi, calcarei aridi, che ospitano principalmente vigneti. Altre coltivazioni sono l’olivo, i fruttiferi, le colture da rinnovo e le foraggere avvicendate. In questo sub sistema il paesaggio si presenta in un mosaico molto diversificato, anche in confronto agli altri Comuni della Valdera. - Il sub sistema meridionale del territorio comunale (individuato dalla sigla Pa nella carta agropedologica), qui si trovano terreni pesanti, calcarei, variamente profondi e aridi, destinati essenzialmente al frumento, foraggere avvicendate e colture da rinnovo. In misura decisamente minore si trovano vigneti e oliveti.

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QUALCHE CENNO STORICO “Ebbe origine Terricciuola dal vicino Castelvecchio,dove esiste un oratorio lungi dall'abitato sotto l'invocazione della SS. Concezione di Maria,altre volte detto della Madonna di Monterosso,sulla cui porta maggiore vedesi scolpita in marmo l'arme di Terricciuola, consistenti in tre torri poste triangolarmente.” [Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Emanuele Repetti] Il nome Terricciola nasce probabilmente dal latino Turris (torre), in riferimento alle costruzioni erette per proteggere il borgo, oppure da Terra intesa come piccola terra in Valdera, ed è un comune formato con la riorganizzazione amministrativa leopoldina del 1772. Il capoluogo ebbe origine dal vicino Castelvecchio, dove esisteva un oratorio detto “della Madonna di Monterosso”, compreso nel piviere (pieve) di Chianni. Nel 1186 Castelvecchio venne affidato, con diploma dell’imperatore Enrico VI, al vescovo di Volterra. La sua distruzione (dell’antico borgo e del castello non esistono tracce) risale probabilmente al XIV secolo, quando nei vari documenti il suo nome viene sostituito da quello dell’emergente località vicina, Terricciola. È anche possibile tuttavia che Terricciola avesse raggiunto un livello di agglomerato urbano di prima importanza nel XII secolo, come diretta conseguenza del declino di Castelvecchio. Come molti altri insediamenti dell’entroterra pisano Terricciola subì fino al XV secolo un dominio alternato fra le città di Pisa e Firenze. Nel 1496 fu, con Pisa, ribelle ai fiorentini, ma , come tutti gli altri agglomerati della zona, venne da questi riconquistata nel giro di poco tempo. Scarse sono le notizie riguardo al comune sotto la dominazione medicea, ma lo stemma di Terricciola testimonia la lunga disputa fra le due potenze dell’epoca per il suo dominio, raffigurando su uno scudo cinto da corona, il Giglio fiorentino e la Croce pisana posti sopra un olivo in campo azzurro. La riforma leopoldina del 1776 mise Terricciola alle dipendenze della comunità e della cancelleria di Peccioli. Nel periodo della Restaurazione rimase sede di comunità, sottoposta al podestà di Peccioli e al vicariato di Lari, quest’ultimo passato a Pontedera nel 1840. Il plebiscito del 1860 mise in evidenza la volontà popolare per la creazione di un Regno Unito e con l’avvento del nuovo Regime anche Terricciola fu soggetta alle vicende della storia provinciale e nazionale, che si articolarono in una crisi delle attività agricole

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci sviluppatasi di pari passo ad uno sviluppo delle attività industriali (nello specifico soprattutto a e La Rosa). Anche l’esodo dalle campagne ha messo a rischio l’attività agricola, che tuttavia non ha perso importanza all’interno del Comune.

1. STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO Come in buona parte della Toscana, anche a Terricciola l’agricoltura ha contribuito in modo significativo a creare le forme del paesaggio. Dalla consultazione del Quadro conoscitivo relativo al territorio rurale del Piano Strutturale del Comune e del testo di E. Tremolati, La millenaria storia socio – economica delle colline pisane, si evince che dalla consultazione degli archivi delle diocesi di Lucca, Pisa e Volterra, negli anni immediatamente precedenti e immediatamente successivi all’anno 1000 il territorio delle colline pisane era costituito da una predominanza di bosco accompagnato da quelli che un tempo venivano chiamati i coltivi “nobili” come vigneti e uliveti. È da premettere che in questa parte della Toscana i luoghi fortificati all’epoca erano numerosi e l’incastellamento, al contrario di quanto avvenuto nell’Italia

Settentrionale, si affermò soprattutto per iniziativa dei grandi feudatari. Come molti altri insediamenti nell'entroterra Pisano, Terricciola, subì fino al 1406 un dominio alternato fra le città di Pisa e Firenze (lo stemma del Comune testimonia, di fatto, la lunga disputa fra queste due potenze, raffigurando su uno scudo cinto da corona il Giglio Fiorentino e la Croce Pisana seguiti da un olivo su un campo azzurro), le quali, coinvolgendo anche queste colline nei numerosi scontri, furono causa di un sensibile regresso dell’agricoltura; questa condizione è dimostrata dai riferimenti dell’epoca a terreni abbandonati, incolti, «tristi», perché non producevano frutto. Con l’avvento della mezzadria, giunta con la dominazione fiorentina alla metà del 1400, il paesaggio si trasforma in mosaici agrari nei quali si alternavano coltivi e bosco organizzati per lo più in tessuti a maglia fitta o medio fitta, intervallati dai piccoli centri storici disposti in posizione di crinale, numerosi nuclei minori e case sparse, ben equipaggiati dal punto di vista dell’infrastrutturazione rurale quali viabilità poderale e interpoderale, vegetazione non colturale di corredo della maglia agraria, importanti sistemazioni idraulico – agrarie sui versanti più acclivi. Le superfici coltivate dalle famiglie di contadini erano in genere di modeste dimensioni, risultando tuttavia più consistenti nel piano (nonostante l’insistenza

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci di acquitrini, presenti anche sui campi dichiarati “lavoratii o campii”) piuttosto che in collina. L’agricoltura di sussistenza per cui la vita della famiglia contadina dipendeva dal podere e ciò rendeva necessario coltivare fin sugli argini, perdurò per secoli, fino alla metà del ‘900; anche durante il periodo fascista, nonostante l’importanza data alla coltura intensiva del grano e della vite, non vennero introdotte tecniche produttive più moderne. Una svolta in campo agricolo fu rappresentata dalla volontà di modernizzazione e industrializzazione del settore che, sviluppatasi nel dopoguerra, si prefiggeva di aumentare la produttività e razionalizzare la forza lavoro. Questo portò ad un aumento della meccanizzazione e dell’utilizzo di soluzioni tecniche quali concimi, anticrittogamici, insetticidi e più tardi anche erbicidi e regolatori di crescita. A questo si aggiunsero gli effetti negativi della nascita del MEC (CEE), di cui il nostro paese è stato tra i membri fondatori, poiché la PAC (Politica Agricola Comunitaria) premiava gli agricoltori in base ad obiettivi di produzione che potevano andare bene per Francia e Germania, territori con terreni pianeggianti, ma che risultavano irraggiungibili per l’Italia, caratterizzata da monti e colline. L’eroico tentativo di raggiungere tali traguardi spinse, così, gli agricoltori italiani ad una esasperazione della semplificazione colturale, con la conseguente eliminazione di siepi, piante camporili e scoline, risultata tuttavia inutile, accompagnata da un incremento della meccanizzazione e dei prodotti di sintesi. Questo portò ad una prima modificazione dell’ambiente e di conseguenza del paesaggio con la scomparsa, insieme a ciò che era considerato di impedimento per l’accorpamento degli appezzamenti, di quello che intralciava le lavorazioni meccaniche, ovvero, delle viti maritate al margine dei campi e degli alberi sparsi oltre alla coltivazione promiscua tanto diffusa in precedenza. Questo processo portò all’affermazione della coltura specializzata, cui si affiancò una “specializzazione” collaterale, quella delle aziende, che finirono per occupare uno solo dei settori produttivi. La semplificazione dei campi venne esasperata per facilitare le lavorazioni meccaniche, spesso effettuate da contoterzisti certamente poco attenti a particolari come il mantenimento della rete scolante, e senza l’effettuazione di operazioni colturali come la pulizia delle fosse etc. i dissesti si moltiplicano , danno luogo ad ulteriori dissesti ambientali e paesaggistici.

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I risultati ottenuti, inoltre, non furono eccezionali se non in poche aree veramente dotate, poiché la giacitura dei campi, la fragilità di alcune sistemazioni idrauliche o altri fattori intrinseci al territorio, impedirono la piena realizzazione di queste innovative modifiche, soprattutto nelle zone collinari, che vennero di conseguenza in parte abbandonate in favore delle realtà urbane. Nel nostro paese, in particolare nella nostra Regione, si è assistito a due forme di esodo: quello rurale, che ha portato i contadini a vivere nelle città, e quello agricolo in virtù del quale i contadini hanno abbandonato l’attività agricola pur rimanendo a vivere in campagna. Il Comune di Terricciola è stato interessato soprattutto da quest’ultimo grazie alla particolare posizione geografica, non distante da centri industriali come Pontedera e ; mentre l’esodo rurale ha finito per interessare la parte di territorio e di popolazione che viveva in condizioni disagiate, in poderi poveri o situati in zone impervie e quindi non adatti alla svolta produttivistica e alla meccanizzazione. Questi cambiamenti sociali, volti a liberare la popolazione dalla condizione di subordinazione e povertà legata al concetto di terra, hanno prodotto modificazioni territoriali forse anche più gravi di quelle conseguenti alle innovazioni tecniche e ad ulteriori modificazioni del paesaggio. Quantità di cibo e stabilità dei prezzi erano i target fondamentali sviluppati dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC) il cui scopo fondamentale era quello di garantire un’alimentazione adeguata ai cittadini europei ed una giusta remunerazione al popolo contadino. L’autosufficienza alimentare si raggiunse presto, già negli anni ’70, anche se in breve tempo iniziarono a manifestarsi gli effetti negativi di questa politica e, a metà degli anni ’80, l’Europa si trovò a fronteggiare il problema opposto: il surplus di produzione. La PAC fu così costretta a virare, destinando ingenti risorse all’acquisto delle eccedenze (accumulate negli stock) e ai sussidi all’esportazione. A partire dagli anni ’80 non è più stato possibile ignorare le sempre più pressanti problematiche ambientali: una palese desertificazione del paesaggio, i dissesti idrogeologici, il crescente disorientamento della popolazione urbana, il disordine urbanistico che ha cominciato a caratterizzare la campagna. Queste problematiche hanno influito sul cambiamento degli obiettivi generali, favorendo iniziative da parte dell’U.E.

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci che, prendendo coscienza dell’importanza della diversificazione territoriale, ha iniziato a fornire aiuti per ambiti territoriali considerati disagiati. Lentamente il termine “agricoltura” viene sostituito da “mondo rurale”, inteso come opportunità per le generazioni presenti e future di disporre di alimenti più sani, di condurre una vita più in linea con i ritmi biologici, di maggior relazione sociale e quindi di minor solitudine, di esercitare attività e mestieri di cui si è persa memoria, obbiettivi favoriti dalla diversificazione degli ambienti, delle comunità e delle specificità territoriali . L’Unione Europea da parte sua ha riconosciuto al mondo rurale un importante ruolo nell’assolvere funzioni quali: - produzione di alimenti di qualità con tecniche a basso impatto ambientale - mettere in contatto l’uomo con una natura a sua misura - sede per nuovi schemi di lavoro - miglioramento del sociale (le piccole comunità favoriscono i rapporti interpersonali) Questi obiettivi sono raggiungibili soltanto attraverso una gestione globale del territorio. La Comunità Europea intendeva ancora preservare i redditi agricoli e perseguire in tal modo uno degli obiettivi originali della PAC. Per tal motivo il nuovo sostegno prevedeva un meccanismo di aiuti diretti al reddito (pagamenti compensativi) non subordinati alla produzione, ma proporzionali alla superficie coltivabile e associati all’obbligo di lasciare a riposo una data percentuale di terreno (set – aside). Si passò quindi da un sistema accoppiato alla produzione ad un altro parzialmente accoppiato, poiché il sostegno non era più legato alla quantità prodotta, ma alla superficie coltivata e ai capi di bestiame. In termini di reddito, il grado di cambiamento della riforma Mac Sharry non fu così radicale, ma ebbe il pregio di far intraprendere alla PAC una nuova strada. Tuttavia, il criterio della compensazione accentuava le distorsioni; infatti le regioni padane e, in generale, quelle di pianura, diventarono le maggiori beneficiarie dei pagamenti della nuova PAC. Le coltivazioni più premiate dal sostegno della PAC (mais, grano duro, oleaginose, barbabietola, pomodoro da industria, tabacco) continuarono ad affermarsi e a crescere. Le produzioni zootecniche intensive si consolidarono; diminuirono i capi bovini, ma la produzione rimase sostanzialmente inalterata per effetto dell’aumento delle rese, inoltre crebbe in modo rilevante il comparto suino e avicolo, avvantaggiandosi di una forte integrazione con il settore mangimistico. Nel 1991, inoltre, venne redatto per la prima

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci volta il regolamento comunitario sull’agricoltura biologica (Reg. Cee 2092/91) e il 1992, invece, fu l’anno dei regolamenti comunitari sulle denominazioni d’origine (Reg. Cee 2081/92 e 2082/92). L’agricoltura italiana, colse queste opportunità, con una rapida diffusione dell’agricoltura biologica, oltre al riconoscimento di numerose Dop e Igp. Già nel 1996, il veloce mutare delle esigenze interne ed internazionali richiamò l’attenzione su alcuni aspetti critici della politica agricola. Dunque si arrivò, alle soglie del 2000, a progettare una nuova riforma, che prese il nome di Agenda 2000. L’importanza di questa riforma risiedeva principalmente nell’aver definito i punti cardinali di un modello agricolo europeo per il nuovo millennio. Un modello nel quale l’agricoltura deve assolvere innanzitutto la funzione di settore economico integrato in un mercato aperto e, al tempo stesso, deve rispondere ai principi della sostenibilità e della compatibilità con le componenti extra – economiche: territorio, ambiente, società (Sotte, 1997). Dopo pochi mesi dall’approvazione di Agenda 2000 riprese il dibattito sulla PAC che, oltre a sostenere il reddito degli agricoltori, doveva avere una contropartita più vasta in termini di qualità degli alimenti, di tutela dell’ambiente e del benessere degli animali, di salvaguardia dei paesaggi e del patrimonio culturale. Nel 2019 la Commissione Europea ha presentato le proposte legislative per la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) valida per il periodo 2021 – 2027, ogni paese della comunità, Italia compresa, si sta uniformando agli obiettivi espressi da queste proposte legislative comunitarie quali: la promozione dello sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse naturali come l’acqua, il suolo e l’aria; contribuire alla tutela della biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare habitat e paesaggi; attirare i giovani agricoltori e facilitare lo sviluppo imprenditoriale nelle aree rurali; promuovere l’occupazione, la crescita, l’inclusione sociale e lo sviluppo locale nelle aree rurali, comprese la bioeconomia e la silvicoltura sostenibile.

IL PAESAGGIO AGRARIO DI TERRICCIOLA SECONDO IL PIT -PIANO PAESAGGISTICO DELLA REGIONE TOSCANA Confrontando le conoscenze evidenziate nei capitoli precedenti con le analisi del PIT/PPR (Figura 2) relativamente all’invariante IV relativa al territorio rurale, scheda d’ambito n. 8

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Piana Pisa – Livorno – Pontedera, con riferimento ai morfotipi rurali, si evince una sostanziale omogeneità di lettura. Infatti il Comune di Terricciola viene descritto dal PIT/PPR come un territorio che presenta una notevole articolazione paesaggistica con una maglia fitta e frammentata, nella parte nord-ovest del territorio comunale, nella quale il bosco in forma di lingue, macchie e isole si insinua capillarmente nel tessuto dei coltivi. I morfotipi individuati sono i seguenti:

- 05. morfotipo dei seminativi semplici a maglia medio-ampia di impronta tradizionale Questo tipo di paesaggio è caratterizzato dalla predominanza del seminativo semplice e del prato da foraggio, da una maglia agraria ampia di tipo tradizionale e dalla presenza di un sistema insediativo a maglia rada. Ha un grande valore estetico- percettivo dato dall’associazione tra morfologie addolcite, orizzonti molto estesi coltivati a seminativo, valori luministici prodotti dal particolare cromatismo dei suoli, episodi edilizi isolati. Questo morfotipo corrisponde alla parte sud-ovest del territorio comunale.(seminativo nudo Chianni) - 19. morfotipo del mosaico colturale e boscato Il morfotipo è caratterizzato da una maglia paesaggistica fitta e frammentata nella quale il bosco, in forma di lingue, macchie e isole, si insinua capillarmente e diffusamente nel tessuto dei coltivi. Le colture presenti possono essere mosaici agrari complessi arborei ed erbacei dati dall’intersezione di oliveti, vigneti e seminativi, oppure prevalentemente seminativi semplici. Questo morfotipo si riscontra Boccanera e Terricciola centro. - 11. morfotipo della viticoltura Si tratta di zone specializzate a vigneto, nella quasi totalità dei casi esito di recenti operazioni di ristrutturazione fondiaria e agricola. La maglia degli appezzamenti è ampia e, in certi casi, equipaggiata da un corredo vegetale. Nei casi in cui l’infrastrutturazione ecologica è assente sono presenti notevoli criticità dal punto di vista della biodiversità e della connettività ecologica, oltre che degli aspetti morfologici e idrogeologici.

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Questo morfotipo è rintracciabile nella parte nord est in prossimità del Fiume Era e al centro: Podernovo, Badia. - 15. morfotipo dell’associazione tra seminativo e vigneto Il morfotipo è presente su morfologie collinari addolcite o su superfici pianeggianti ed è caratterizzato dall’associazione tra colture a seminativo e a vigneto, esito di processi recenti di ristrutturazione agricola e paesaggistica. Le tessere coltivate si alternano in una maglia di dimensione medio-ampia o ampia nella quale i vigneti sono sempre di impianto recente e hanno rimpiazzato le colture tradizionali. Badia di Morrona - 18. morfotipo del mosaico collinare a oliveto e vigneto prevalenti Il morfotipo è presente per lo più in ambiti collinari ed è caratterizzato dall’alternanza tra vigneti e oliveti, variamente inframmezzati da superfici boscate. Si distinguono infatti situazioni in cui la maglia agraria è fitta, con appezzamenti di dimensione contenuta, e situazioni in cui la maglia è media o anche ampia. I confini tra gli appezzamenti sono in genere articolati e morbidi e seguono le sinuosità del terreno. Possono essere presenti sia appezzamenti condotti in maniera tradizionale che sistemi colturali moderni. Terricciola versante verso Peccioli, Boccanera – Morrona - 20. morfotipo del mosaico colturale complesso a maglia fitta di pianura e delle prime pendici collinari. Il morfotipo è caratterizzato dall’associazione di colture legnose ed erbacee in appezzamenti di piccola o media dimensione che configurano situazioni di mosaico agricolo. Conservano un’impronta tradizionale nella densità della maglia che è fitta o medio-fitta, mentre i coltivi storici possono essere stati sostituiti da colture moderne (piccoli vigneti, frutteti, colture orticole). I tessuti interessati da questo morfotipo sono tra le tipologie di paesaggio agrario che caratterizzano gli ambiti periurbani. Selvatelle. - 12 morfotipo dell’olivicoltura Il morfotipo copre generalmente versanti e sommità delle colline mentre, nei contesti montani, è presente solo sulle pendici delle dorsali secondarie. A seconda del tipo di impianto, i paesaggi dell’olivicoltura si distinguono in olivicoltura tradizionale

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terrazzata, olivicoltura tradizionale non terrazzata in genere caratterizzata da condizioni che rendono possibile la meccanizzazione, e olivicoltura moderna intensiva. Morrona. - 6 morfotipo dei seminativi semplificati di pianura o fondovalle Il morfotipo è caratterizzato da una maglia agraria di dimensione medio – ampia o ampia esito di operazioni di ristrutturazione agricola. Rispetto alla maglia tradizionale, presenta caratteri di semplificazione sia ecologica che paesaggistica. Il livello di infrastrutturazione ecologica è generalmente basso ed è spesso associato a insediamenti di recente realizzazione, localizzati in maniera incongrua rispetto alle regole storiche del paesaggio. - 13 morfotipo dell’associazione tra seminativi e monocolture arboree Il morfotipo, presente in ambiti pianeggianti e nei fondovalle di alcuni corsi d’acqua, è caratterizzato dall’associazione tra pioppete e altri impianti di arboricoltura da legno, accompagnati da estesi campi a seminativo semplice, in genere risultanti da processi di semplificazione paesaggistica.

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Figura 2

Fonte: Regione Toscana SITA – Rielaborazione Studio Norci

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1. OBIETTIVI DEL PIT/PPR RELATIVI AI MORFOTIPI RURALI PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE DI TERRICCIOLA

I caratteri identitari dei paesaggi rurali toscani, pur nella forte differenziazione che li caratterizza, presentano alcuni caratteri invarianti comuni: il rapporto stretto e coerente fra sistema insediativo e territorio agricolo; la persistenza dell'infrastruttura rurale e della maglia agraria storica, in molti casi ben conservate; un mosaico degli usi del suolo complesso alla base, non solo dell’alta qualità del paesaggio, ma anche della biodiversità diffusa sul territorio. L’obiettivo generale concernente l’invariante strutturale in oggetto è la salvaguardia e valorizzazione del carattere multifunzionale dei paesaggi rurali regionali, che comprendono elevate valenze estetico-percettive, rappresentano importanti testimonianze storico-culturali, svolgono insostituibili funzioni di connettività ecologica e di presidio dei suoli agroforestali, sono luogo di produzioni agro-alimentari di qualità e di eccellenza, costituiscono una rete di spazi aperti potenzialmente fruibile dalla collettività, oltre a rappresentare per il futuro una forte potenzialità di sviluppo economico. Tale obiettivo viene perseguito mediante: a) il mantenimento della relazione che lega paesaggio agrario e sistema insediativo (leggibile alla scala urbana, a quella dell’insediamento accentrato di origine rurale, delle ville-fattoria, dell’edilizia specialistica storica, dell’edilizia rurale sparsa) attraverso la preservazione dell’integrità morfologica dei suoi elementi costitutivi, il mantenimento dell’intorno coltivato, e il contenimento di ulteriori consumi di suolo rurale; b) il mantenimento della continuità della rete di infrastrutturazione rurale (data dal sistema della viabilità minore, della vegetazione di corredo e delle sistemazioni idraulico-agrarie di versante e di piano) per le funzioni di organizzazione paesistica e morfologica, di connettività antropica ed ecologica, e di presidio idrogeologico che essa svolge anche nel garantire i necessari ammodernamenti funzionali allo sviluppo agricolo; c) prevedendo, per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria, una rete di infrastrutturazione rurale articolata, valutando, ove possibile, modalità d’impianto che assecondino la morfologia del suolo e

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l’interruzione delle pendenze più lunghe anche al fine di contenere i fenomeni erosivi; d) la preservazione nelle trasformazioni dei caratteri strutturanti i paesaggi rurali storici regionali, attraverso la tutela della scansione del sistema insediativo propria di ogni contesto (discendente da modalità di antropizzazione storicamente differenziate); la salvaguardia delle sue eccellenze storico-architettoniche e dei loro intorni paesistici;l’incentivo alla conservazione delle colture d’impronta tradizionale in particolare ove esse costituiscono anche nodi degli agro-ecosistemi e svolgono insostituibili funzioni di contenimento dei versanti; il mantenimento in efficienza dei sistemi di regimazione e scolo delle acque di piano e di colle; e) la tutela dei valori estetico – percettivi e storico – testimoniali del paesaggio agrario pianificando e razionalizzando le infrastrutture tecnologiche, al fine di minimizzare l’impatto visivo delle reti aeree e dei sostegni a terra e contenere l’illuminazione nelle aree extraurbane per non compromettere la naturale percezione del paesaggio notturno; f) la tutela degli spazi aperti agricoli e naturali con particolare attenzione ai territori periurbani; la creazione e il rafforzamento di relazioni di scambio e reciprocità tra ambiente urbano e rurale con particolare riferimento al rapporto tra produzione agricola della cintura periurbana e mercato urbano; la messa a sistema degli spazi aperti attraverso la ricostituzione della continuità della rete ecologica e la realizzazione di reti di mobilità dolce che li rendano fruibili come nuova forma di spazio pubblico.

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2. STORIA DELLE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO ATTRAVERSO LA LETTURA DELL’USO DEL SUOLO NEL TEMPO (confronto tra i diversi usi del suolo: 1750, 1824, 1999, 2019 da cartografia del PIT/PPR e foto aeree)

Il lavoro seguente mostra come il territorio del Comune di Terricciola abbia mantenuto un mosaico paesaggistico riconoscibile per centinaia di anni. Di seguito si illustra un confronto tra l’uso del suolo derivante da una lettura interpretativa di un cabreo della metà del 1700, quello al 1824 da una carta elaborata dal catasto ottocentesco, una carta predisposta per il PS nel 1999 e l’uso del suolo attuale (2019) da foto aeree e sopralluoghi diretti. Interessante notare anche come il paesaggio prenda origine dalla natura dei terreni come illustrata nella carta Agropedologica della Provincia di Pisa (1969) (figura 3). Infatti, il terreno su cui è situato il Comune di Terricciola è diviso trasversalmente, per grandi linee, in due tipi di suolo: a nord terreni collinari prevalentemente sabbiosi, calcarei e aridi che impongono una coltura diversificata con un’alternanza di colture legnose come oliveti e piccoli vigneti talvolta terrazzati alternati ad associazioni colturali di tipo tradizionale (oliveto/vigneto su cereali al suolo) che circondano i borghi collinari e lambiscono la viabilità di crinale; a sud terreni collinari prevalentemente pesanti, calcarei, variamente profondi e aridi permettono, invece, colture estensive a seminativo.

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Figura 3:Carta agropedologica della Provincia di Pisa – Rotini, Carloni, Massantini – 1969 Fonte: Regione Toscana – SITA – Rielaborazione Studio Norci

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In base a questa suddivisione dei suoli molto netta, quindi, il territorio comunale risulta, dal punto di vista paesaggistico e agronomico, suddiviso in due vaste aree che hanno conservato il loro principale utilizzo e, di conseguenza, aspetto paesaggistico. Anche nella cartografia che riporta gli usi del suolo derivati dal Catasto Leopoldino (figura 4) è possibile tracciare(come nella carta agropedologica) una linea netta diagonale che, separando i tipi di suolo, divide anche i tipi di colture. A sud di questa linea infatti sono presenti, già nel 1830, appezzamenti ampi coltivati a seminativo, con la presenza a sud-est di un’ampia area (Poggio della Casetta) a pastura e prato. Risalendo verso nord invece, in corrispondenza di terreni più sabbiosi, il paesaggio muta, passando da appezzamenti grandi e orizzonti aperti, ad una suddivisione maggiore, con una prevalenza di coltivazioni promiscue come lavorativo vitato, lavorativo olivato, lavorativo pioppato – vitato, lavorativo fruttato – vitato. Un mosaico di alberi e viti, quindi, intervallato da aree boscate. Questo mosaico colturale è verificabile anche nell’Uso del Suolo del 1999 (figura 5) in cui tuttavia risulta evidente un aumento del seminativo nudo lungo le fasce di confine e quindi lungo i corsi d’acqua del territorio comunale, in precedenza occupate principalmente da vigneti. Questo è facilmente spiegabile come conseguenza della scomparsa del sistema mezzadrile, basato sull’autosussistenza della famiglia e dipendenza da ciò che produceva il podere. Il vino, anche se non di qualità, come si presume fosse quello prodotti da vigneti lungo il fiume, era comunque un prodotto energetico zuccherino, conservabile, senza alcuna aggiunta. Nella parte nord del Comune è evidente, nonostante il mantenimento della divisione in appezzamenti piccoli con colture diversificate, la scomparsa della coltura promiscua, accompagnata da una diminuzione dei lavorativi vitati e olivati e dall’espansione dei centri urbani.

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Figura 4: Carta uso del suolo 1824 (Catasto Leopoldino) Fonte: Comune di Terricciola – Studio Dott.Agr Elisabetta Norci

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Figura 5: Carta uso del suolo al 1999 Fonte: Comune di Terricciola – Studio Dott.Agr Elisabetta Norci

Nella carta dell’uso del suolo del 2016 redatta dallo Studio Dott.Agr Elisabetta Norci mediante un confronto tra la Carta Uso del suolo della Regione Toscana, Foto aerea AGEA 27

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20cm Consorzio TeA 2016, e attraverso l’osservazione diretta del territorio, si legge ancora un mosaico importante con una maggior superficie a vigneto nelle alture che costeggiano il Fiume Era a sud e un po’ più di incolto nella porzione nord.

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Figura 6: Carta uso del suolo al 2019 Fonte: Comune di Terricciola – Studio Dott.Agr Elisabetta Norci

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Il mosaico di coltivi è riscontrabile anche in alcuni cabrei del 1750 realizzati per rappresentare alcune proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano a . Nel cabreo rappresentato nella figura seguente, che riproduce un podere della frazione di Soiana a nord del Comune di Terricciola si può notare infatti il mosaico delle coltivazioni: seminativi, frutteti, vigneti e coltivazioni promiscue che circondano le costruzioni; un paesaggio colturale coerente con la la natura agro pedologico dei terreni.

Figura 7: Cabreo dell'area di Boccanera (1750) Fonte: Regione Toscana - Progetto CASTORE Cartografia Storica Regionale

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Figura 8: Carta aree boscate Fonte: Geoscopio Regione Toscana

In questo panorama di colture in cambiamento, le aree a bosco hanno mantenuto collocazione e forma, in certi casi aumentate, in particolare a nordest (figura 8).

Nonostante le trasformazioni verificatesi negli ultimi decenni si può dire che il Comune di Terricciola rimane un territorio il cui paesaggio è caratterizzato da attività agricole.

ECONOMIA AGRARIA

1. INDAGINE SUGLI ASPETTI SOCIO – ECONOMICI L’indagine demografica eseguita su dati Istat, analizzando la popolazione residente totale, mostra che il Comune di Terricciola è in linea con l’andamento demografico della provincia di Pisa (tabella 2 e grafico 1).

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Tabella 1. Andamento demografico del Comine in relazione a Provincia e Regione per il triennio 2016/2018 Tipo di indicatore popolazione al 1º gennaio demografico Seleziona periodo 2016 Sesso maschi femmine totale Territorio Toscana 1801468 1942930 3744398

Pisa 204285 216628 420913

Terricciola 2281 2346 4627 Tipo di indicatore popolazione al 1º gennaio demografico

Seleziona periodo 2017 Sesso maschi femmine totale Territorio Toscana 1802884 1939553 3742437

Pisa 204931 216920 421851 Terricciola 2215 2305 4520 Tipo di indicatore popolazione al 1º gennaio

demografico Seleziona periodo 2018 Sesso maschi femmine totale

Territorio

Toscana 1803203 1933765 3736968 Pisa 204628 216124 420752 Terricciola 2215 2305 4520

Fonte: Dati ISTAT

5000 4500 4000 3500

3000 maschi 2500 femmine 2000 totale 1500 1000 500 0 2016 2017 2018 Grafico 1Andamento della popolazione per il triennio 2016-2018. Fonte: Elaborazione dati ISTAT

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Dall’analisi dei dati raccolti sul sito dell’ISTAT relativi alla popolazione residente totale sulla provincia di Pisa per il triennio 2016/2018 si può notare un incremento della popolazione nell’anno 2017 e di nuovo un calo della popolazione nell’anno 2018. Per quanto riguarda il solo Comune di Terricciola, invece, si può notare un calo della popolazione nell’anno 2017, rispetto all’anno 2016, che rimane costante anche nell’anno 2018.

2. DIMENSIONE AZIENDALE E UTILIZZAZIONE DEI TERRENI Le analisi che sono state effettuate in questa prima parte sono riferite alla superficie totale aziendale della Regione in rapporto a quella del centro Italia e dell’Italia, che comprende anche le superfici boscate e l’arboricoltura da legno nelle sue varie forme (tabella 2 ).

Periodo 2013 aziende aziende superficie superficie superficie superficie superficie altra superficie, a agricole con agricola totale - per a boschi agricola legna, a boschi e Tipo dato superficie utilizzata ettari coltivazioni non non utilizzata agricola - ettari arboricole utilizzata utilizzata da legna

Territorio Italia 1471185 1467076 12425996 16678296 91785 2936069 517788 706659 Centro 224489 223905 2053889 3260730 27433 927721 108887 142802 Toscana 66584 66226 706474 1298353 8505 454833 61300 67241 Periodo 2016

Territorio Italia 1145705 1143958 12598161 16525472 98422 2595858 453714 779316 Centro 178844 178458 2088305 3203268 17008 871829 97208 128917 Toscana 45116 45008 660597 1238548 7331 454890 59672 56057 Tabella 2. Superficie totale aziendale della Regione in relazione a Centro Italia e Italia Fonte: Dati ISTAT

Dal punto di vista dell’analisi della superficie totale aziendale della regione Toscana in relazione al centro Italia e Italia si può notare che negli anni 2013 e 2016 si è verificato un calo considerevole del numero delle aziende agricole contrapposto ad un incremento della SAU in Italia e nel Centro del Paese. Per quanto riguarda, invece, la Regione Toscana si evidenzia un abbassamento della Superficie Agricola Utilizzata con un incremento di Superficie Agricola non Utilizzata e Superficie Destinata a Legna e a Boschi. Di seguito vengono invece riportate le superfici agricole utilizzate (in ettari), in relazione alla Regione Toscana, suddivise per tipologia di coltivazione negli anni 2013 e 2016 (tabella 3). 33

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Tabella 3. Superfici agricole utilizzate in base al tipo di coltivazione per gli anni 2013 e 2016 della Regione Toscana Territorio Toscana Tipo dato superficie agricola utilizzata - ettari Periodo 2013 2016 Periodo 2013 2016 Periodo 2013 2016

Tipo di coltivazione Tipo di coltivazione Tipo di coltivazione

tutte le voci 706474 660597 fiori 1090 410 pera 216 340 seminativi 455828 448519 piantine 483 359 pesca 907 1572 cereali tot. 148950 165244 sementi 976 3160 nettarina (pesca noce) 4 454

frumento duro 61186 79968 terreni a riposo 82540 67285 albicocca 309 115 mais 14161 9543 orti familiari 2122 899 ciliegia 765 214 legumi 16294 18831 foraggere permanenti 82880 61508 susina 361 627 - prati permanenti e pascoli patata 772 565 coltivazioni legnose 165644 149671 fico 89 7 agrarie barbabietola da 161 287 vite 61457 57576 altra frutta fresca di 143 306 zucchero origine temperata piante sarchiate da 188 148 vite per uva da vino 54405 51295 kiwi 183 59 foraggio DOP e/o IGP ortive 9591 6677 vite per la produzione 6480 4629 altra frutta fresca di .. 119 di uva per altri vini origine sub-tropicale piante industriali 40186 24208 vite per la produzione 385 1652 mandorla .. 105 di uva da tavola tabacco 356 2088 viti non innestate 188 .. nocciola 1 16 piante tessili 146 165 olivo per olive da 81895 74510 prodotti del castagno 9901 5675 tavola e olio colza e ravizzone 3255 756 olive da tavola 3296 124 noce 256 84 girasole 34203 17106 olive per olio 78599 74386 altra frutta a guscio 1198 16 soia 526 749 agrumi 1 21 colivazioni legnose 143354 132108 vite, olivo, agrumi altre piante di semi 156 598 arancia .. 21 colivazioni legnose, 22292 17564 oleosi frutta fresca , frutta in guscio, vivai e legnose in serra piante aromatiche 1452 2667 altri agrumi 1 .. altre legnose 300 1602 piante industriali 91 79 coltiv. fruttifere 14903 12261 legnose in serra 1 20

foraggere temporanee 154598 161347 mela 571 2553 vivai 7087 3680 o avvicendate Fonte: Dati ISTAT

Dalla tabella precedente, relativa ai tipi di coltivazioni praticati, è interessante notare un incremento delle colture cerealicole e delle foraggere temporanee o avvicendate affiancato da un abbassamento delle foraggere permanenti e delle coltivazioni legnose agrarie, della vite e dell’olivo.

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Le tabelle seguenti presentano invece un quadro della suddivisione della superficie totale aziendale della Provincia di Pisa in base all’utilizzazione dei terreni per il biennio 2017/2018, suddivise in: cereali, legumi, radici, bulbi e tuberi (tabella 4); foraggere, prati e pascoli (tabella 5 ); ortive (tabella 6).

Tabella 4. Superficie totale destinala a cereali, legumi, radici, bulbi e tuberi della provincia di Pisa per gli anni 2017- 2018 Territorio Pisa Periodo 2017 2018 superficie produzione produzione superficie produzione produzione Tipo variabile totale - totale - raccolta - totale - totale - raccolta - ettari quintali quintali ettari quintali quintali

Tipo di coltivazione cereali in compesso frumento tenero 6500 195000 175000 6000 210000 200000 frumento duro 18000 430000 410000 14100 380000 361000 segale 45 1050 1010 50 1200 1150 orzo 2630 65000 62500 2590 69000 63000 avena 4350 92000 88500 4322 110000 105000 mais 2300 180000 170000 2300 200000 190000 sorgo 880 38000 36500 900 70000 67000 altri cereali 1650 36500 34800 1000 26000 25000 legumi pisello in piena aria 2 56 54 2 60 57 pisello proteico 35 720 700 40 1000 950 pisello da granella ...... 5 110 105 fagiolo e fagiolino in piena aria 31 480 470 31 1800 1700 fagiolo 29 690 630 30 800 760 fava da granella 2361 23610 23610 3581 70000 67000 fava fresca in piena aria 5 260 250 10 500 480 lenticchia 92 1800 1740 137 3200 3050 cece 500 9000 8700 665 15500 14900 radici bulbi e tuberi aglio e scalogno in piena aria 3 65 60 2 45 40 cipolla in piena aria 12 1800 1720 26 3700 3580 carota e pastinaca in piena aria 13 2200 2100 12 2200 2100 porro in piena aria 8 950 900 ...... rapa in piena aria 11 1700 1600 ...... patata comune 120 25000 24000 50 11000 10600 barbabietola da orto 10 1900 1820 ...... Fonte: Dati ISTAT

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Tabella 5. Superficie totale destinala a foraggere, prati e pascoli della provincia di Pisa per gli anni 2017- 2018 Territorio Pisa Seleziona 2017 2018 periodo superficie superficie produzione unità superficie superficie produzione unità totale – in totale – foraggere totale – in totale – foraggere Tipo variabile ettari produzione quintali ettari produzione quintali – ettari – ettari Tipo di coltivazione foraggere mais ceroso 90 90 43 1063 100 100 20 500 orzo in erba 50 50 16 264 50 50 6 99 loietto 800 800 245 4410 665 665 130 2340 erba medica 5950 5950 1030 13905 6231 6231 1800 24300 sulla 2000 2000 200 2180 3385 3385 800 8720 altre specie di foraggere temporaneee 1100 1100 255 3417 1100 1100 170 2278 prati avvicendati polifiti 3000 3000 610 10187 5400 5400 950 15865 prati permanenti e pascoli prati permanenti ...... 8000 8000 960 13824 pascoli poveri 8400 8400 260 2600 2400 2400 120 1200 altri pascoli 400 400 10 152 350 350 14 224 Fonte: Dati ISTAT

Tabella 6. Superficie totale destinala a ortive della provincia di Pisa per gli anni 2017- 2018 Territorio Pisa Seleziona periodo 2017 2018 superficie superficie produzione produzione superficie produzione produzione Tipo variabile totale – totale – totale – raccolta – totale – totale – raccolta – ettari are quintali quintali ettari quintali quintali

Tipo di coltivazione ortive asparago in piena aria 8 .. 450 430 ...... radicchio o cicoria in piena aria 6 .. 500 480 ......

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sedano in piena aria 7 .. 1400 1300 ...... cavolo cappuccio in piena aria 8 .. 2200 2100 ...... cavolo di Bruxelles in piena aria 3 .. 420 400 ...... cavolo verza in piena aria 11 .. 3200 3100 ...... carciofo in piena aria 29 .. 650 620 30 600 580 melanzana in piena aria 9 .. 1800 1720 20 5500 5250 peperone in piena aria 10 .. 2200 2080 18 4000 3800 cetriolo da mensa in piena aria ...... 1 50 48 fragola in piena aria 22 .. 1370 1340 20 1200 1100 lattuga in piena aria 10 .. 1300 1250 ...... popone o melone in piena aria 18 .. 4100 3900 ...... zucchina in piena aria 24 .. 5500 5250 ...... cocomero in piena aria 3 .. 450 430 6 900 855 finocchio in piena aria 5 .. 750 710 ...... indivia (riccia e scarola) in piena aria 10 .. 1300 1250 ...... prezzemolo in piena aria 3 .. 270 260 ...... ravanello in piena aria 2 .. 60 57 ...... spinacio in piena aria 65 .. 11000 10500 ...... bietola da costa in piena aria 8 .. 1200 1100 ...... broccoletto di rapa in piena aria 3 .. 580 575 ...... altri cavoli in piena aria 9 .. 1750 1700 ...... cavolfiore e cavolo broccolo in piena aria 28 .. 8100 7550 ...... pomodoro in piena aria 35 .. 11500 10200 ...... pomodoro da industria in piena aria 80 .. 30500 28500 ...... basilico in serra .. 20 40 39 ...... melanzana in serra .. .. 140 135 ...... peperone in serra .. 200 390 385 ...... fragola in serra .. 1700 2440 2300 ...... lattuga in serra .. 300 750 715 ...... popone o melone in serra .. 50 148 145 ...... zucchina in serra .. 300 900 860 ...... pomodoro in serra .. 500 2500 2450 ...... Fonte: Dati ISTAT

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I dati seguenti fanno riferimento al territorio di Terricciola riportando il numero delle aziende per classe di SAU (Superfici Agricola Utilizzata) relazionate al numero di quelle presenti all’interno del territorio provinciale e regionale. Divise all’interno delle tabelle seguenti si può notare il numero totale delle aziende agricole totali presenti all’interno del Comune (tabella 7 e grafico 2) e quelle con coltivazioni DOP e/o IGP (tabella 8).

Tabella 7 Numero totale delle aziende all’interno del Comune suddivise per classe SAU Tipo dato numero di aziende Anno 2010 Classe di 0 0,01 - 1- 2- 3- 5- 10- 20- 30- 50- 100 totale superficie ettari 0,99 1,99 2,99 4,99 9,99 19,99 29,99 49,99 99,99 ettari agricola ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari e più utilizzata

Territorio Toscana 206 17784 13650 7829 8935 9533 6784 2710 2312 1816 1127 72686 Pisa 28 1721 1330 730 718 752 613 296 278 264 182 6912 Terricciola .. 93 55 24 28 27 19 8 7 4 4 269 Fonte: Dati ISTAT

0,01 - 0,99 ettari 1 - 1,99 ettari 2 - 2,99 ettari 3 - 4,99 ettari 5 - 9,99 ettari 10 - 19.99 ettari 20 - 29,99 ettari 30 - 49,99 ettari 50 - 99,99 ettari 100 ettari e più

Grafico 2 Divisione del numero di di aziende per classe SAU del comune di Terricciola Fonte: Rielaborazione dati ISTAT

Come evidenziato dalla tabella precedente, per quanto riguarda la Regione Toscana e la Provincia di Pisa, si può notare un dominanza di aziende di piccola superficie (SAU), comprese per la maggior parte tra 0,01 ha e 19,99 ha. Queste aziende rappresentano 89% circa di tutte le aziende registrate al livello regionale e 85% ca. a livello provinciale, con una presenza esigua di aziende con una classe SAU superiore a 20 ha (che rappresentano circa il 9%).

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Di seguito vengono riportato il numero delle aziende con superficie biologica e o allevamenti certificati biologici (tabella 9), insieme all’utilizzazione dei terreni delle stesse per quanto riguarda il territorio di territorio di Terricciola (tabella 10).

Tabella 8. Numero di aziende con coltivazioni DOP e/o IGP Tipo dato numero di aziende Caratteristica azienda con coltivazioni DOP e/o IGP dell'azienda Anno 2010 Classe di 0,01 - 1-1,99 2-2,99 3-4,99 5-9,99 10- 20- 30- 50- 100 totale superficie agricola 0,99 ettari ettari ettari ettari 19,99 29,99 49,99 99,99 ettari e utilizzata ettari ettari ettari ettari ettari più

Territorio Toscana 1576 1923 1381 2091 2930 2624 1134 966 668 496 15789 Pisa 105 140 85 115 172 140 68 77 43 42 987 Terricciola 4 3 3 4 9 11 1 1 2 3 41 Fonte: Dati ISTAT

Per quanto riguarda le aziende con coltivazioni certificate DOP e/o IGP è possibile affermare che, all’interno del Comune di Terricciola, risultano dominanti le aziende con una SAU compresa tra 5 – 19.99 ha, mentre risultano presenti in numero esiguo le aziende con superficie inferiore a 5 ettari e superiore a 20 ettari, in accordo con i dati provinciali e regionali.

Tabella 9. Numero di aziende con superfici e/o allevamenti biologici Tipo dato numero di aziende Caratteristica azienda con superficie biologica e/o allevamenti certificati biologici dell'azienda Anno 2010 Classe di 0 0,01 - 1- 2- 3- 5- 10- 20- 30- 50- 100 totale superficie ettari 0,99 1,99 2,99 4,99 9,99 19,99 29,99 49,99 99,99 ettari agricola ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari e più utilizzata

Territorio Toscana 6 67 138 150 299 483 477 229 215 216 164 2444 Pisa 3 8 17 12 17 47 40 18 22 29 26 239 Terricciola .. .. 1 1 .. 2 2 .. 1 1 .. 8 Fonte: Dati ISTAT

Per quanto riguarda il numero di aziende con superficie biologica e/o allevamenti certificati biologici è possibile evidenziare che, all’interno del Comune di Terricciola, sono presenti in tutto 8 aziende (concentrate nella fascia di superficie tra 5 e 19,99 ha), un

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numero esiguo in riferimento al totale delle aziende presenti nella Provincia di Pisa (in tutto 239).

Tabella 10.Numero di aziende con superficie biologica suddivise per tipologia di coltivazione Tipo dato numero di aziende Caratteristica azienda con superficie biologica della azienda Anno 2010 Utilizzazione tutto cereali legumi pat piante ortive Forag. Vite olivo agrumi fruttiferi prati altre

dei terreni per la secchi ata da Avvic. per perm. E coltivazioni condotti con produzio semi olive da pascoli,

metodo ne di oleosi tavola e

biologico granella da olio

Territorio Toscana 2368 599 183 71 66 184 271 961 1860 4 437 346 143 Pisa 232 87 29 6 5 17 25 69 183 .. 34 30 16 Terricciola 8 1 ...... 1 1 5 8 .. 2 1 .. Fonte: Dati ISTAT Dalla tabella precedente si può notare che tutte le aziende certificate biologiche del Comune di Terricciola hanno superfici destinate alla produzione di olivo per olive da tavola e da olio, affiancata in più della metà di queste, dalla coltivazione di vite. Per quanto riguarda le altre utilizzazioni dei terreni condotti con metodo biologico si può notare che nel Comune di Terricciola non sono presenti aziende con superfici biologiche destinate alla produzione di legumi secchi, patate, piante da semi oleosi e agrumi. Per quanto riguarda la Regione Toscana, in accordo con i dati comunali, altre 2/3 delle aziende con superficie biologica hanno olivi per la produzione di olive da tavola e da olio, circa 1/3 si occupa di coltivazioni a vite, ¼ presenta una produzione di granella ma in generale si può notare, sia a livello regionale che provinciale una bassa percentuale per le produzioni di legumi secchi,di patata,per piante da semi oleosi, ortive, foraggio e avvicendamento, agrumi, fruttiferi, prati permanenti e pascoli. Nella tabella seguente vengono invece riportati i dati relativi alle aziende (divise per classe SAU) che possiedono anche allevamenti (tabella 11) per le quali vengono evidenziati il numero di capi in relazione al tipo di allevamenti e alla classe di Superficie Agricola Utilizzata (tabella 12).

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Tabella 11. Numero di aziende con allevamenti all’interno del Comune suddivise per classe SAU Tipo dato numero di aziende

Caratteristica azienda con allevamenti della azienda Anno 2010 Classe di 0 0,01 – 1- 2- 3- 5- 10- 20- 30- 50- 100 totale superficie ettari 0,99 1,99 2,99 4,99 9,99 19,99 29,99 49,99 99,99 ettari agricola ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari e più utilizzata

Territorio Toscana 206 1257 963 714 1062 1515 1458 809 819 688 409 9900 Pisa 28 120 98 60 102 117 112 81 89 88 64 959 Terricciola .. 1 2 2 1 1 5 2 1 .. .. 15 Fonte: Dati ISTAT

La tabella precedente evidenzia che nel Comune di Terricciola sono presenti 15 aziende con allevamenti, 5 delle quali con una SAU compresa tra 10 e 20 ettari e 4 con una SAU compresa tra 1 e 3 ettari per un totale di 15 aziende su un totale provinciale di 959 aziende. Per quanto riguarda la Toscana e la Provincia di Pisa, invece, è evidente una presenza predominante di aziende con allevamenti nella fascia di SAU compresa tra 0,01 ha e 19,99 ha ovvero di piccole dimensioni. Si ricorda che gli allevamenti di animali, in base a quanto stabilito dal D.M. del 5/09/1994 sono considerati aziende insalubri di prima classe (categoria “attività industriali”, par. C ). Di seguito si riporta un grafico esplicativo della situazione aziendale del Comune di Terricciola realizzato utilizzando i dati ISTAT con il 76% occupato da aziende comuni, il 15% da coltivazioni DOP e/o IGP, il 6% da aziende con allevamenti e infine il 3% da aziende biologiche su un totale di 269 aziende (grafico 3).

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Grafico 3. Ripartizione tipologica della aziende presenti nel Comune Fonte: Rielaborazione dati ISTAT

La tabella e il grafico seguenti riportano, invece, il numero di capi censiti all’interno del Comune, suddivisi per genere per una percentuale composta dal 62% di ovini, 16% di avicoli, 14% di bovini, 7% di suini e soltanto 1% di equini su un totale di 1107 capi.

Tabella 12. Numero di capi censiti per genere Tipo dato numero di capi

Caratteristica della azienda azienda con allevamenti Anno 2010 Classe di superficie agricola 1-1,99 2-2,99 3-4,99 5-9,99 10-19,99 20-29,99 30-49,99 totale utilizzata ettari ettari ettari ettari ettari ettari ettari

Territorio Tipo di allevamento equini 2 4 .. 2 1 .. .. 9 bovini 40 .. 7 .. 85 11 10 153 Terricciola ovini .. 5 .. .. 33 350 300 688 suini 25 10 .. .. 42 .. .. 77 avicoli .. 150 30 ...... 180 Fonte: Dati ISTAT

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Grafico 4 Ripartizione di genere dei capi censiti sul territorio comunale Fonte: Rielaborazione dati ISTAT

Come riportato dalla tabella e dal grafico precedenti, dal punto di vista delle aziende con allevamenti, si nota che nel Comune di Terricciola l’allevamento degli ovini è quello dominante con 688 capi e una distribuzione su una superficie compresa tra 20 e 50 ettari circa. A questo allevamento segue quello delle avicole con 180 capi, distribuito su una SAU compresa tra 2 e 5 ettari. L’allevamento dei bovini con 153 capi, si articola per la maggior parte su una SAU compresa tra 10 e 50 ettari.

Per quanto riguarda l’allevamento dei suini, che rappresenta il quarto tipo di allevamento, si ha un totale di 77 capi, su una superficie compresa tra 10 e 20 ettari. L’allevamento equino, infine, presenta un numero esiguo di capi concentrati nelle aziende più piccole.

3. LE AZIENDE AGRICOLE SECONDO I DATI FORNITI DAL COMUNE In base ai dati forniti dal Comune in data 17/01/2019, all’interno del territorio di Terricciola sono presenti quarantotto aziende le cui attività sono: cantine, oleifici e vinifici, allevamenti. I dati sono riportati nella tabella seguente.

Tabella 13. Aziende agricole all’interno del Comune TITOLARI INDIRIZZO DESCRIZIONE VIA VOLTERRANA - POGGIO A BELVEDERE SNC DI BATTINI E FANTOZZI CASALE 0 CANTINA

FATTORIA DI BADIA DI ZANCHI MARIA PIA VIA DEL CHIANTI 6 CANTINA

TERRENI RANIERI VIA RAMPUCCI 17 CANTINA CANTINA VINIFICAZIONE CONDIZIONAMENTO IMBOTTIGL. FONDIARIA LIGURE TOSCANA SAFT SPA VIA DEL CHIANTI 6 VINO

SORELLE PALAZZI DI PAOLA PALAZZI VIA DEL CHIANTI 34 AZIENDA AGRICOLA - VINO OLIO ALTRO 43

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IL LEMMI DI GIUGLIANO LUIGI GIUSEPPE VIA LEMMI 8 CANTINA

TANETO VIA DELLA CASCINA 18 CANTINA

BELLAGOTTI CAV. GUGLIELMO VIA G. MARTINI 15 AZIENDA AGRICOLA - VINO

GIMONDA S.S. VIA DEL CHIANTI AZIENDA AGRICOLA - VINO

PODERE PANTA REI VIA DEL CHIANTI 127 AZIENDA AGRICOLA - VINO

L'AVVENIRE DI DALL'ACQUA LUIGI VIA DEGLI ARTISTI - CASANOVA 37 CASEIFICIO

VALLORSI VIA DELLA CASCINA 19 AZIENDA AGRICOLA - VINO

FATTORIA FIBBIANO S.S.A. VIA FIBBIANO 2,3 OLIO; CANTINA

MENCIASSI PAOLO VIA CASALPINO - LA ROSA 6 AZIENDA AGRICOLA

TENUTA PODERNOVO SOCIETÀ AGRICOLA A RL VIA PODERNOVO 13 AZIENDA AGRICOLA - VINO

RIZZATO DAVIDE VIA DI SANTO PIETRO 0 VINIFICAZIONE, IMBOTTIGLIAM E STOCCAGGIO VINO

LA SPINETTA S.S. VIA TERRICCIOLESE 2/A PRODUZ. IMBOTTGL. STOCCAG VENDITA VINO E OLIO

TURCHI DAVIDE VIA ROMA 12 PRODUZIONE PRIMARIA ORTAGGI E FRUTTA

FATTORIA LA ROSA DI DONATI ALDO & C. S.A.S. VIA VOLTERRANA LA ROSA 232 DEPOSITO OLIO ALIMENTARE

POGGIO SETTEVENTI VIA DELLA CASCINA 1/B PRODUZIONE IMBOTTIGLIAM E VENDITA OLIO E VINO FRUTTA CENTRO LA ROSA SAS DI NASSI SERGIO & C. VIA SALAIOLA 86

LA GIOCONDA DI GHERARDINI CINZIA VIA BOCCANERA - STIBBIOLO 14 PROD. IMBOTT. STOCC. VINO E IMBOTT. STOC OLIO

TERRE DI GUIDORESTE DI PARRI CRISTIAN VIA BALDI 14 VINIFICAZIONE

L'AGONA R.L.S. VIA DEL CHIANTI 70/A VINIFICAZIONE E IMBOTTIGLIAMENTO VINO

PODERE CORNIANO DI PIERACCINI STEFANO VIA PODERNOVO 11 IMBOTTIGLIAMENTO, DEPOSITO E VENDITA OLIO

COLLEVERDE S.S. VIA COLLEVERDE 10 PRODUZIONE E VENDITA OLIO, MARMELLATE,CEREALI

IL GRAPPOLO DI NARRI PATRIZIO VIA DEL CHIANTI 85 VINIFICAZIONE, VENDITA VINO E OLIO

PIEVE DE' PITTI SRL VIA PIEVE DE' PITTI 6/7 OLIO E VINO

PODERE LA CHIESA S.R.L. VIA DI CASANOVA 68 VINIFICAZIONE, STOCCAGGIO E VENDITA VINO

CASTELVECCHIO DI PANTANI CLAUDIA VIA DI BAGNO 0 VINIFICAZIONE, IMBOTT E STOCC VINO E OLIO LA CERRETELLA DI BARTALINI DORIANO & C. S.S. VIA PROV.LE DI 2 ALLEVAMENTO BOVINI

LA VALLETTA DI ORLANDINI DANIELE VIA SOLFERINO 116 ALLEVAMENTO

CARLONI PLINIO VIA DEL MONTE 24 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

MENCIASSI FRANCO VIA CASALPINO - LA ROSA 12 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

BALDI SIMONA VIA POGGIARELLI 71 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

ANTONELLI ALBERTO VIA DEGLI OLIVI 9 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

DE SIMONE SILVANA VIA VOLTERRANA 300 FLOROVIVAISMO BIOLOGICA AVANZATI DI AVANZATI FRANCESCO VIA TERRICCIOLESE 10 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI TENUTA DI BURCHINO DI CASTELLANI PIERGIORGIO VIA POZZUOLO 11 AZIENDA AGRICOLA - VINO

GRASSI PAOLO VIA DEL CHIANTI 14 PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI Fonte: Comune di Terricciola

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4. AGRITURISMI E STRUTTURE RICETTIVE

Agriturismi La Legge 20 febbraio 2006, n. 96 “Disciplina dell'agriturismo” all’art.2 definisce le attività agrituristiche “le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile, anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraverso l'utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali” L a pratica dell’ agriturismo in Toscana è regolamentata in Toscana dalla Legge Regionale 23 giugno 2003, n.30 e smi e dal relativo Regolamento di attuazione della l.r. 23 giugno 2003, n.30 - DPGR n.46/r del 3/8/2004. L’esercizio dell’agriturismo è riservato, per legge, agli imprenditori agricoli singoli e associati di cui all’art. 2135 del C.C. Una caratteristica della attività agrituristica, definita all’art. n2 della LR 30, è la principalità dell attività agricola rispetto alle attività di ricezione ed ospitalità, da esprimere in termini di ore lavoro o di PLV. La legge evidenzia il ruolo fondamentale svolto e riconosciuto all’attività agrituristica nella tutela del paesaggio e nel consolidamento della presenza dell'uomo nelle realtà rurali, anche attraverso attività complementari a quella agricola, la quale deve comunque rimanere la principale. I principi e gli obiettivi sui quali si basa l’agriturismo sono principalmente: - integrazione del reddito e dell'occupazione delle imprese agricole; - valorizzazione e restauro delle architetture rurali tradizionali; - riscoperta e promozione delle produzioni tipiche; - collegamento più stretto con la cultura del territorio e l'artigianato agricolo sia alimentare che non; - recupero degli equilibri città – campagna, che nel periodo di crescita economica legata al termalismo era andato perso.

Ogni altra forma turistica esercitata in campagna, anche all'interno di un’azienda agricola, con criteri difformi dalla Legge specifica sull’agriturismo, deve essere considerata “turismo rurale” ed è quindi inquadrata nella rispettiva legge di riferimento. Per ottenere

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci una maggiore efficacia delle azioni delle attività agrituristiche è necessario che queste siano inserite e coordinate con gli obiettivi di conoscenza e di governo del territorio. Un ruolo assolutamente non secondario viene svolto dal recupero dei fabbricati rurali esistenti, a fini agrituristici; infatti, con tale finalità possono essere recuperati edifici che risultano in stato di abbandono, spesso in stato di conservazione strutturale pessimo, con grado di alterazione rilevante. In tal modo si persegue anche una generale valorizzazione del paesaggio e allo stesso tempo si consente la crescita sociale e lo sviluppo di economie locali tradizionali, come ad esempio il commercio e l'artigianato. A Terricciola l’attività agrituristica svolge un ruolo significativo, soprattutto dal punto di vista economico, e tale tendenza è confermata dall’aumento della diffusione delle strutture, che talvolta comportano interventi di ristrutturazione che non garantiscono la permanenza dei caratteri architettonici, storici, culturali ed ambientali, ma che prediligono scelte finalizzate al maggior soddisfacimento delle esigenze della clientela. Da dati forniti dal Comune, all’interno del territorio comunale sono presenti diciotto strutture agrituristiche per un totale di 327 posti letto da dividere in camere e unità abitative. Nella tabella seguente sono riportati i dati di tutte le strutture agrituristiche presenti nel Comune con Ragione sociale e indirizzo (tabella 14).

Tabella 14. Agriturismi all’interno del Comune TIPOLOGIA TITOLARE: RAGIONE SOCIALE INDIRIZZO Agriturismo AZIENDA AGRICOLA VALLORSI Via della Cascina 32 SOCIETA' AGRICOLA LA CERRETELLA DI BARTALINI Agriturismo Strada prov.le del Commercio 29 DORANDO & C. S.S. Agriturismo AZIENDA AGRICOLA IL LEMMI Via i Lemmi 8

Agriturismo SOCIETÀ AGRICOLA COLLEVERDE S.S. Via Coleverde 20

Agriturismo AGRICOLA FONDIARIA LIGURE TOSCANA S.A.F.T. SNC Via di Badia - Morrona 38

Agriturismo AZIENDA AGRICOLA AVANZATI FRANCESCO Via Terricciolese 10 AZIENDA AGRICOLA CASTELVECCHIO DI PANTANI Agriturismo Via del Monte 34 CLAUDIA Agriturismo SOCIETA' AGRICOLA PODERE CASETTA ROSSA SRL Via S. Marco 18

Agriturismo FATTORIA FIBBIANO S.R.L. SOCIETA' AGRICOLA Via di Fibbiano 2 AZIENDA AGRICOLA LA GIOCONDA DI GHERARDINI Agriturismo Via Boccanera 15 CINZIA Agriturismo AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA DAINELLI LIVIO Via Lemmi 5

Agriturismo SOCIETA' AGRICOLA PIEVE DE' PITTI S.R.L. Via Pieve de' Pitti 5

Agriturismo AZIENDA AGRICOLA TURINI MARA Via Pordenovo 7

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Agriturismo AZIENDA AGRICOLA IL SELVINO DI SGHERRI ALESSANDRO Via Pieve de' Pitti 1 AZIENDA AGRICOLA PODERE CORNIANO DI PIERACCINI Agriturismo Via Pordenovo 11 STEFANO Agriturismo AZIENDA AGRICOLA CARPITA RENELLA Via della Cascina

Agriturismo TENUTE LUNELLI SOCIETA' AGRICOLA SRL Via Pordenovo 13

Agriturismo AZIENDA AGRICOLA DE BONI EMANUELA Via degli Artisti 18 Fonte: Comune di Terricciola

Strutture ricettive Per completezza del quadro conoscitivo vengono elencate di seguito anche le attività ricettive poiché, pur non riguardando l’attività imprenditoriale agricola, entrano a far parte della ricettività turistica del Comune. Il Comune di Terricciola ospita, difatti, diciotto strutture ricettive suddivise in B&B, affittacamere e case/appartamenti per vacanze localizzate sia nei paesi che in campagna (tabella 15), per un totale di 82 posti letto. Non è dato sapere quali di esse siano in territorio rurale.

Tabella 15. Strutture ricettiveall’interno del Comune TIPOLOGIA RAGIONE SOCIALE INDIRIZZO BAR RISTORANTE ALBERGO DA PASQUINO Albergo Via Volterrana - 308 S.n.c. di Salvadori Antonella & C Bed & Breakfast CASA MAGNOLIA di Boni Muarizio Via dei Lecci - Morrona 9

Affittacamere Non prof. GUERRINI ALESSANDRO Via G. Martini 13

Affittacamere Non prof. LEONCINI SABINA Via Poggiarelli 41

Affittacamere Non prof. TAMBURINI JASMIN Piazza Matteotti 17

Affittacamere Non prof. FERRETTI FERNANDA Via Volterrana 449

Affittacamere Non prof. PASQUINI NADA Via Corte Gerardi del Testa 1

Affittacamere Non prof. DI PACO MASSIMO Via del Chianti - Soiana 92

Affittacamere Non prof. FIORI GIADA Via del Chianti - Morrona 31/C

Affittacamere Non prof. GIACHETTI CINZIA Via Pertini 26

Case e Appartamenti per Vacanze IL PINO D'ORO DI ANICHINI GINO & C. SAS Via Volterrana 491

Case e Appartamenti per Vacanze BORGO FAJANI DI LEONARDINI ALFREDO Via degli artisti 12

Case e Appartamenti per Vacanze R.S. DI SCATENI RACHELE Via T.G. del Testa 24

Case e Appartamenti per Vacanze CASA MAGNOLIA di Boni Maurizio Via del Monte 14

Locazione ad Uso Turistico BARONCINI DARIO Via Baldi - Morrona 108/1

Locazione ad Uso Turistico BOSSHARD FRANZISKA Via della Cascina 21

Locazione ad Uso Turistico BOSSHARD FRANZISKA Via della Cascina 23

Locazione ad Uso Turistico HADOW NICHOILAS Via S. Marco 14 Fonte: Comune di Terricciola

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5. AGRICOLTURA BIOLOGICA L'agricoltura biologica è un metodo di produzione definito dal punto di vista legislativo, a livello comunitario, con il Regolamento CEE 2092/91, e successive modifiche ed integrazioni, ed a livello nazionale con il D.M. 220/95. Per quanto riguarda la Regione Toscana in particolare la legge di riferimento è la n°49 del 16 luglio 1997 Disposizioni in materia di controlli per le produzioni agricole ottenute mediante metodi biologici. Il termine agricoltura biologica indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, escludendo quindi l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi). L’ agricoltura biologica ha come obiettivo un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, e che quindi salvaguardi la fertilità naturale del terreno utilizzando materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, evitando così lo sfruttamento intensivo. Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono essere previsti ampi spazi affinché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente. Consultando l’elenco delle aziende biologiche disponibile sul sito internet Artea, risultano presenti nel territorio comunale di Terricciola, 14 aziende biologiche certificate (tabella 16), e 10 aziende con notifica presentata (tabella 17)

Tabella 16. Aziende biologiche con status certificato del Comune di Terricciola Data Ragione sociale (CF) Status aggiornamento MENABALLI GUGLIELMO Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (MNBGLL73L24E507R) PIEVE DE' PITTI SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA Certificato Arsia (Doc. 335) 14/05/2008 -1758800500 AVANZATI FRANCESCO Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (VNZFNC46A11L303L) RASCACCI CINZIO Certificato Arsia (Doc. 335) 14/05/2008 (RSCCNZ38B07G836X) DALL'ACQUA LUIGI Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (DLLLGU74D28G224J) SALVINI RANIERI Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (SLVRNR26C06L138V) BALDERESCHI ANTONIO Certificato Arsia (Doc. 335) 12/11/2009 (BLDNTN74E24G702X) FILIPPI ALESSANDRO Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (FLPLSN64R20G843Z) GIUGLIANO LUIGI GIUSEPPE Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (GGLLGS56C18F205G) CASANOVA SOC. COOP. IN LIQUIDAZI Certificato Arsia (Doc. 335) 23/05/2008 -2050240163

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VALLINI FOSCA Certificato Arsia (Doc. 335) 21/05/2010 (VLLFSC27S47L138S) PALAZZI PAOLA Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (PLZPLA35D55L781Z) DAINELLI LIVIO Certificato Arsia (Doc. 335) 11/08/2008 (DNLLVI76T15E625I) DALL'ACQUA LUIGI Certificato Arsia (Doc. 335) 18/07/2007 (DLLLGU74D28G224J) Fonte: Artea

Tabella 17. Aziende biologiche con con notifica presentata del comune di Terricciola Data Ragione sociale (CF) Status aggiornamento FATTORIA FIBBIANO SRL SOCIETA' AGRICOLA Notifica presentata (DUA) 12/05/2015 -12399780159 SOCIETA' AGRICOLA PODERE LA CHIESA S.R.L. Notifica presentata (DUA) 15/05/2015 -1948460504 ZARAMELLA RICCARDO Notifica presentata (DUA) 16/06/2010 (ZRMRCR49A26G224Z) PANTANI CLAUDIA Notifica presentata (DUA) 17/11/2011 (PNTCLD65E49L138W) PITTI ALESSANDRO Notifica presentata (DUA) 12/05/2015 (PTTLSN84C09G843B) ORZALESI DANIELA Notifica presentata (DUA) 19/04/2011 (RZLDNL70H50A559U) PIEVE DE' PITTI S.R.L. SOCIETA' AGRICOLA Notifica presentata (DUA) 26/02/2014 -1033680503 FATTORIA FIBBIANO SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA Notifica presentata (DUA) 13/05/2015 -1716600505 FATTORIA FIBBIANO SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA Notifica presentata (DUA) 13/05/2015 -1716600505 SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA LA SPINETTA NEL BORGO Notifica presentata (DUA) 29/08/2018 -2233020508 Fonte: Artea Da questi dati si evince un sostanziale incremento delle produzioni biologiche all’interno del Comune.

Tabella riassuntiva aziende In conclusione, mettendo insieme i dati sopra illustrati relativi alle aziende, a chi tra esse pratica agriturismo e agricoltura biologica, integrati con altri dati reperiti sulla pubblicazione “Eccellenze in Valdera-I produttori agricoli del territorio”, Unione Valdera - Progetto Agrizero e su siti internet, è stata predisposta una tabella riassuntiva di tutte le aziende agricole e agriturismi ed un’altra tabella unicamente delle aziende con produzione di vino con i tipi di vini prodotti e le varietà di uve presenti nei loro vigneti.

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Tabella 18. Tabella riassuntiva delle aziende vitivinicole, con i tipi di vino prodotto e le varietà di uve presenti nei loro vigneti.

N. BIO AGR VINO DENOMINAZIONE INDIRIZZO CATEGORIA MERCEOLOGICA NOTE

1 Azienda Agricola Antonelli Alberto Via degli Olivi 9 Prodotti ortofrutticoli Prodotti ortofrutticoli,zootecnica, 2 Azienda Agricola Biologica Av anzati di Avanzati Francesco Via Terricciolese 10 fattoria didattica e frutti antichi 3 Azienda Agricola Baldi Simona Via Poggiarelli 71 Prodotti ortofrutticoli 4 Azienda Agricola Bellagotti Cav . Guglielmo Via G.Martini 15 Vino Via degli Etruschi 5 Azienda Agricola Belverde S.n.c. Bocelli Belvedere Cantina Via Sarzanese Valdera 6 Azienda Agricola Carloni Plinio Via del Monte 24 Prodotti ortofrutticoli Via Della Cascina Le Fornace 7 Azienda Agricola Carpita Renella Gestisce la locanda e un orto In affitto un pezzo di Badia Locande ed Ortofrutticoli Via di Bagno Vinificazione, imbottigliamento e 8 Azienda Agricola Castelvecchio di Pantani Claudia Agriturismo: Via del Monte 34 stoccaggio vino e olio Via Colleverde 10 Produzione e vendita olio, marmellata e 9 Societa’ Agricola Colleverde S.S. Via Colleverde 20 cereali Agricampeggio, 10 Azienda Agricola Biologica Dainelli Livio Via Lemmi 5 ortofrutto/permacoltura 11 Azienda Agricola De Boni Emanuela Via degli Artisti 18 Pizzeria

12 Azienda Agricola De Simone Silvana Via Volterrana 300 Florovivaismo 13 Azienda Agricola Fattoria di Badia Zanchi Maria Pia Via del Chianti 6 Cantina Stessa azienda di n. 16 Cantina 14 Azienda Agricola Fattoria Fibbiano S.s.a. Via Fibbiano 2-3 Olio 14 Azienda Agricola Fattoria Fibbiano S.r.l. Via Fibbiano 2

15 Azienda Agricola Fattoria La Rosa di Donati Aldo & C. S.a.s. Via Volterrana 232 Deposito Olio alimentare e cereali 16 Societa’ Agricola Fondiaria Ligure Toscana S.A.F.T. S.n.c. Via di Badia 38

16 Societa’ Agricola Fondiaria Ligure Toscana S.A.F.T. S.nc. Via del Chianti 5 Frantoio Cantina, Vinificazione, 17 Azienda Agricola Fondiaria Ligure Toscana S.A.F.T. S.p.a. Via del Chianti 6 Condizionamento e Imbottigliamento

18 Frutta Centro La Rosa S.a.s. di Nassi Sergio & C. Via Salaiola 86 Frutte

19 Azienda Agricola Gimonda S.S.(Mongelli Giuseppe) Via del Chianti Vino Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci

20 Azienda Agricola Grassi Paolo Via del Chianti 14 Prodotti ortofrutticoli

21 Azienda Agricola Il Grappolo di Narri Patrizio Via Del Chianti 85 Vinificazione,vendita vino e olio

22 Azienda Agricola Il Lemmi di Giugliano Luigi Giuseppe Via Lemmi 8 Cantina

23 Azienda Agricola Il Selvino di Sgherri Alessandro Via Pieve de’ Pitti 1 Agriturismo e Olio

24 Societa’agricola La Cerretella di Bartalini Doriano & C.S.S. Via Prov.le Miemo 2 Allevamento bovini

Produzione, imbottigliamento e Azienda Agricola La Gioconda di Gherardini Cinzia 25 Via Boccanera 14 stoccaggio vino, e imbottigliamento e

stoccaggio olio Produzione, imbottigliamento, 26 Azienda Agricola La Spinetta S.S. Via Terricciolese 2/A stoccaggio e vendita vino e olio 27 Azienda Agricola La Valletta di Orlandini Daniele Via Solferino 116 Allevamento/macello Macello a Selvatelle

28 L’Agona Societa’ Agricola a R.L.S. Via del Chianti 70/A Vinificazione e imbottigliamento vino

29 Azienda Agricola L’avvenire di Dall’Acqua Luigi Via degli Artisti 37 Caseificio

30 Azienda Agricola Meini Bruno Via Rampucci, 1/3 Produzione vino Punto vendita in paese

31 Azienda Agricola Menciassi Franco Via Casalpino-La Rosa 12 Prodotti ortofrutticoli

32 Azienda Agricola Menciassi Paolo Via Casalpino 6 Cereali

33 Azienda Agricola Passo Del Lupo di Viviani Federico Via Solferino 40 Olio e prodotti ortofrutticoli

34 Pieve De’ Pitti S.r.l. Pieve de’ Pitti 6/7 Olio e vino

35 Societa’ Agricola Podere Casetta Rossa S.r.l. Via S.Marco 18

Imbottigliamento, deposito e vendita 36 Azienda Agricola Podere Corniano di Pieraccini Stefano Via Podernovo 11 olio

37 Societa’ Agricola Podere La Chiesa S.r.l. Via Casanova 68 Vinificazione, stoccaggio e vendita vino

38 Azienda Agricola Podere Panta Rei Via del Chianti 127 Vino Produzione imbottigliamento e vendita 39 Azienda Agricola Poggio Setteventi Via della Cascina 1/B olio e vino Vinificazione, imbottigliamento e, 40 Azienda Agricola Rizzato Davide Via di Santo Pietro stoccaggio vino e cereali

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41 Azienda Agricola Sorelle Palazzi di Paola Palazzi Via del Chianti 34 Vino Vin Santo ed olio

42 Azienda Agricola Taneto Via della Cascina 18 Cantina

43 Azienda Agricola Tenuta di Burchino di Castellani Piergiorgio Via Pozzuolo 11 Vino Tenuta Podernovo Societa’ Agricola a R.L. 44 Via Podernovo 13 Vino Tenute Lunelli Societa’ Agricola S.r.l. 45 Azienda Agricola Terre di Guidoreste di Parri Cristian Via Baldi 14 Vinificazione

46 Azienda Agricola Terreni Ranieri Via Rampucci 17 Cantina

47 Azienda Agricola Turchi Davide Via Roma 12 Produzione primaria ortaggi e frutta

48 Azienda Agricola Turini Mara Via Podernovo 7 Fragole

Via Della Cascina 19 49 Azienda Agricola Vallorsi Vino e Olio Agrit: Via Della Cascina 32

Legenda: Azienda agricola convenzionale

Azienda agricola biologica

Azienda agrituristica

Azienda con produzione di vino oppure con cantina Fonti: - Comune di Terricciola; - Pubblicazione: “Eccellenze in Valdera-I produttori agricoli del territorio”, Unione Valdera - Progetto Agrizero; - Internet.

Tra gli elaborati di quadro conoscitivo è stata realizzata una carta delle sopra riportate aziende agricole.

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Aziende vitivinicole Poiché una delle attività agricole principali del Comune di Terricciola è rappresentata dalla viticoltura, nella tabella che segue (tabella 10) sono state elencate le aziende impegnate in tale settore, con particolare riferimento ai tipi di uva impiegati, alle zone di produzione, alle DOP e alle IGP. L’elenco in tabella è preceduto da una premessa normativa con le specifiche legate alle produzioni, alle denominazioni e alle distinzioni delle zone viticole. Premessa normativa In accordo con il REG 822/2001/CE – diretto a regolamentare produzione e commercio del vino: "il vino e' il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche pigiate o non pigiate, o di mosti d'uva." Nel regolamento vengono inoltre definiti i Titoli Alcolometrici, l'elenco delle zone vinicole europee, l'elenco delle pratiche enologiche autorizzate. - Normativa di riferimento sulle DOP/IGP: (1)Regolamento (CE) n. 607/2009 della Commissione del 14 luglio 2009 (2)Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 (3)Decreto legislativo n. 61 del 8 aprile 2010 (4)Circolare MiPAAF n. 16697 del 3 novembre 2009 (5)Decreto ministeriale MiPAAF del 16 dicembre 2010 (6)Regolamento (UE) n. 401/2010 della Commissione del 7 maggio 2010 (7)Decreto ministeriale MiPAAF del 2 novembre 2010 (8)Regolamento (CE) n. 555/2008 della Commissione del 27 giugno 2008 (9)Legge n. 82 del 20 febbraio 2006 - Normativa di riferimento sulle denominazioni: (1)Decreto ministeriale MiPAAFdel 15 maggio 2014 (2) Regolamento (CE) n. 606/2009 della Commissione del 10 luglio 2009 (3) Regolamento (CE) n. 491/2009 del Consiglio del 25 maggio 2009 (4)Regolamento (CE) n. 1334/2008 del Parlamento Europea e del Consiglio del 16 dicembre 2008 (5)Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 (6)Legge n. 238 del 12 dicembre 2016 Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci

- Distinzione zone viticole (3, 5): 4) La zona viticola C II comprende: * in Italia, le superfici vitate nelle regioni seguenti: Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, FriuliVenezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia (esclusa la provincia di Sondrio), Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto (esclusa la provincia di Belluno), comprese le isole appartenenti a tali regioni, come l’isola d’Elba e le altre isole dell’arcipelago toscano, le isole dell’arcipelago ponziano, Capri e Ischia;

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Tabella 19. Tabella riepilogativa con il nome e il numero delle aziende presenti, il nome del vino, le tipologie di vino, le DOP e le IGP definite secondo il quadro normativo, le varietà di uva usate e le zone di produzione. N° Nome Azienda Nome vino Tipo di DOP IGP Varietà usate ZONE DI PRODUZIONE vino 4 Azienda Agricola Bellagotti Il Bucaia Rosso Sangiovese IGT Rosso Toscano Vigna di Porsani Rosso Sangiovese, ciliegiolo, Canaiolo , Trebbiano Chianti DOCG Il Ponticello Rosso Sangiovese, ciliegiolo, Canaiolo , Trebbiano IGT Rosso Toscano La Valle Bianco Vermentino Toscana Vermentino IGT Rosato Toscano IGTs 8 Azienda Agricola Castelvecchio Le Balze Rosso X Sangiovese, Cabernet Sauvignon ,Cabernet franco Bianco di Toscana IGT, Il Tocco Sangiovese Rosato di Toscana IGT, Il Picchio Rosato Trebbiano,Malvasia ,Colombana Terre di Pisa Rosso DOC, Le Colline bianco Sangiovese Terre di Pisa Sangiovese DOC Vin Santo Trebbiano,Malvasia ,Colombana Vin Santo del Chianti DOC.

19 Azienda Agricola Gimonda Buscheto vigna Rosso Sangiovese , Canaiolo, Colorino DOCG Chianti vecchia Rosso Sangiovese ,Colorino IGT Rosso Toscano Vicera IGT Bianco Toscano Bianco Colombana e tebbiano a bacca bianca Albus Sangiovese Grappa Grappa Buscheto 22 Azienda Agricola Il Lemmi Lemmi Rosso Sangiovese, Malvasia nera, Canaiolo, Colorino, Trebbiano Rosso Toscano IGT 26 Azienda Agricola La Spinetta S.S Il Nero di Casanova X Sangiovese Toscana Vermentino IGT Il colorino di Colorino Terre di Pisa Sangiovese DOC casanova Toscana IGT Il gentile di Prugnolo Chianti DOCG Casanova Sangiovese Sangiovese Sessana Sassontino 39 Azienda Agricola Poggio Sette Abdenaco Rosso Merlot, Cabernet Rosso Toscano IGT Venti Vermentino Vermenti Vermentino Rosso Toscano IGT Rosato no Sangiovese LA CAVA Rosato Sangiovese,Cabernet, Merlot POGGIO SETTE Rosso Malvasia , Trebbiano , Vermentino VENTI Bianco

17 Tenuta Badia di Morrona VignAalta Rosso X Sangiovese IGT Rosso di Toscana N’antia Rosso Cabernet, Sauvignon, Merlot, IGT Bianco di Toscana Chianti DOCG Taneto Rosso petit vedot, Cabernet franco Vin Santo del Chianti DOCG Syrah, Sangiovese, Merlot I Sodi del Paretaio Rosso Sangiovese, Cabernet, Sauvignon, Merlot, syrah

Chardonnay, Viognier, Vermentino La Suvera Bianco Vermentino Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci

Felciaio Bianco Trebbiano , Malsavia bianca , Colombana Vin Santo Vin Santo Vivaja Acquavite d’Uva, Bianco e Rosso dei Poggi 41 Azienda Agricola Sorelle Palazzi, Toscana IGT Bianco Trebbiano Toscano , Malvasia Toscano IGT Bianco di Toscana Podere Il Ceno Podere Il Ceno Rosso Sangiovese , Malvasia nera e Canaiolo Chianti colline Pisane DOCG La Casina Rosso di Rosso Sangiovese Chianti superiore DOCG Badia Rosso Sangiovese ,Malvasia nera, Canaiolo e colorino Chianti Riserva DOC Riserva Trebbiano ,Malvasia Toscana colombana Vin Santo Vin Santo 49 Azienda Agricola Vallorsi di I Cerroni Bianco Sauvignon , Chardonnay , Verduzzo ed altri IGT Rosso di Toscana Bibbiani Stefano Chianti Rosso Sangiovese , Canaiolo , malvasia IGT Bianco di Toscana San Bartolomeo Rosso Sangiovese , Cabernet Sauvignon e Merlot Chianti DOCG Vermentino Blianco vermentino 44 Tenuta Podernuovo Famiglia Allioto Rosso Sangiovese , Cabernet , Merlot IGT Rosso di Toscana Lunelli Tenuto IGT Rosso di Rosso Sangiovese , Cabernet, Merlot Toscana

34 Azienda Agricola Pieve dé Pitti Aprilante Bianco Vermentino IGT Rosso di Toscana Tribiana Bianco Trebbiano IGT Bianco di Toscana Appunto Rosso Sangiovese , Merlot Chianti superiore DOCG Cerretello Rosso Sangiovese , Canaiolo ,Malvasia nera Scopaiolo Rosso Syrah, Petit Verdot Moro di Pava Rosso Sangiovese Vin Santo Vin Santo San Colombano , Trebbiano Grappa Grappa Sangiovese , Canaiolo 14 Fattoria Fibbiano Fonte delle Donne Bianco X Colombana , Vermentino IGT Rosso di Toscana Ceppatella Rosso Sangiovese IGT Bianco di Toscana Le pianette Rosso Sangiovese , Colorino Chianti superiore DOCG Casalini Rosso Sangiovese , Canaiolo L’Aspetto Rosso Sangiovese , Canaiolo 37 Azienda Agricola Podere La Sabiniano di Rosso X Sangiovese , Cabernet Sauvignon , Merlot Terre di Pisa Rosso DOC Chiesa di Jean Pierre Bizzarri Casanova Trebbiano , Vermentino Bianco Sangiovese , Canaiolo Bianco di Toscana IGT Punto di vista Rosso Sangiovese Toscana Rosso IGT Le Redole di Rosso Merlot Chianti superiore DOCG Casanova Rosso Sangiovese Toscano Merlot IGT Terre di Casanova Rosso Terre di Pisa Sangiovese DOC Opera in Nero Opera in Rosso

38 Podere Panta Rei Marvia Rosso Passito Rosso IGT di Toscana Le Costie Rosso Chianti DOCG 56

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Pagliaccio Bianco IGT Bianco di Toscana L’ora di Sera Bianco 40 Azienda Agricola Rizzato Davide Cuore della Pigna Bianco Trebbiano, Malvasia IGT Rosso di Toscana Rigoroso Rosso Sangiovese , Cabernet, Merlot IGT Bianco di Toscana Riò Rosso Sangiovese , Cabernet 46 Azienda Agricola Terreni Rosso IGT Toscano Rosso Sangiovese,Cabernet Sauvignon , Canaiolo , Merlot IGT Rosso di Toscana Ranieri Trebbiano Toscano , Malsavia Bianca del Candia IGT Bianco di Toscana BiancoIGT Toscano Bianco 43 Tenuta di Burchino di Castellani Burchino Rosso Sangiovese ,Ciliegiolo ,Canaiolo Rosso Chianti superiore DOCG Piergiorgio Genius Loci Rosso Sangiovese IGT Rosso Toscana Burchino Rosso Sangiovese , cabernet Sauvignon, Merlot IGT Bianco Toscana Burchino Bianco Trebbiano ,Vermentino , Viognier Burchino Bianco Trebbiano , Malvasia Burchino Novello Biodinam Merlot , Gamay ico Rosso 21 Azienda Agricola Il Grappolo di Narri Patrizio

28 L’Agona Societa’ Agricola a Iroso Rosso R.L.S. Il Presuntuoso Rosso Sangiovese Toscano Eternamente Rosso Toscano IGT 45 Azienda Agricola Terre di Caringi Rosso X Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Malasia rossa e Colorino Toscano Rosso IGP Guidoreste di Parri Cristian Colombana e Trebbiano Toscano Rebeino Bianco Toscana Bianco IGT

Fonti: - Schede tecniche podere La Chiesa; - Sito internet Comune di Terricciola; - Prodotti agroalimentari di qualità La normativa di riferimento in materia di controlli A cura di Raffaella Zucaro; - Scheda tecnica L’AGONA; - TERRE DI PISA , un consorzio per la tutela dei vini del 06/12/2018 Economia e Lavoro Pisa www. Gonews.it/2018/12/06.

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VIABILITA’RURALE 1. INTRODUZIONE

I tipi di percorsi Progettare e realizzare una strada ha, da sempre, significato appropriarsi in un certo senso, del territorio che attraversa, con la volontà di dominarne sia gli aspetti fisici che quelli antropici: il corso dei fiumi, l’andamento dei rilievi, i boschi, le paludi, i valichi montani, eventuali nemici politici e militari, centri di potere, centri di produzione di materie prime o di manufatti di pregio etc. Per conoscere una strada o una rete stradale è necessario, in primo luogo, cercare di ricostruire il progetto che ne ha guidato il tracciamento, leggendo il territorio in cui è inserita, quindi l'ambiente fisico, geografico, pedologico, ideologico che la circonda. Le specifiche caratteristiche territoriali hanno dato luogo a tipi diversi di percorsi, per la cui distinzione è necessario, prima di tutto, individuare i crinali, ovvero le linee spartiacque dei contrapposti sistemi idrografici. Queste creste sono state, di norma, storicamente impiegate come strumento di percorrenza, andando, quindi, a costituire una rete di collegamenti definibile come la più antica struttura territoriale dello spazio antropico. Il criterio di lettura territoriale basato sui crinali (S. Muratori) costituisce una delle leggi fondamentali della scienza del territorio. L’originario rapporto dinamico tra uomo e natura non poteva, del resto, che svolgersi sui percorsi di cresta avendo, questi, l’indubbio vantaggio di essere asciutti, quindi percorribili in qualsiasi stagione senza pericoli di intasamento e di alluvione, ma anche senza necessità di barche, ponti o passerelle. L’orografia ha importanza anche per il riconoscimento dei controcrinali, cioè di quei percorsi tipici che si formano spontaneamente collegando tra di loro, a mezzacosta, tutti gli insediamenti compresi entro una medesima fascia altimetrica. Questo tipo di percorso spontaneo tende, quindi, a seguire, il più possibile, le curve di livello, ma a differenza dei percorsi di crinale, necessita di forme di attraversamento di corsi d’acqua che lo rendono meno lineare per la ricerca di guadi adatti. Concepiti come vie di collegamento per villaggi e abitati, il criterio più semplice per l’individuazione del sistema dei controcrinali passa attraverso la localizzazione degli insediamenti, ovvero della fascia altimetrica che li comprende. Su uno stesso versante quelle più a monte sono le fasce più antiche, seguite in modo discendente da quelle più recenti, fino a raggiungere la fascia valliva comprendente Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci insediamenti, anche mercantili, collegati tra loro da un percorso di fondovalle o di lungofiume. Al contrario di quelli che seguono linee naturali , i percorsi pianificati sono spesso a collegamento diretto, e realizzati spesso attraverso l’uso di opere quali rilevati, viadotti etc. La distinzione dei percorsi in base alle caratteristiche fisiche, di connessione e di sviluppo organico prevede la successione di: percorsi matrice, di percorsi d’impianto, di percorsi di ristrutturazione. I percorsi matrice sono preesistenti all’uso edilizio o agricolo del territorio; i percorsi d’impianto edilizio o agricolo sono contemporanei all’uso del suolo e connessi alle maglie regolari, di dimensioni multiple, del tipo edilizio o del mondo agricolo; i percorsi di ristrutturazione sono tagliati nel tessuto precedente, per adeguare l’organismo dopo un periodo di espansione alle più ampie dimensioni raggiunte.

Percorsi di crinale Coincidono con le linee naturali di displuvio tra due compluvi contigui e costituiscono la più antica struttura territoriale dello spazio antropico; in quanto displuvi, non attraversano mai direttamente un corso d’acqua. A seconda della loro posizione gerarchica possono essere crinali matrice, che rappresentano quelli originari, legati all’attività nomadica di una compagine non stanziale, oppure crinali di derivazione, o insediativi, corrispondenti a quelli di impianto edilizio o agricolo, successivi e in relazione alla definitiva acquisizione sistematica del territorio da parte di società stanziali ad economia rurale (figura 9).

Figura 9: percorso di crinale tra Terricciola e Casanuova Fonte: Rielaborazione cartografia Geoscopio

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Percorsi di contro crinale o mezzacosta Tendono a congiungere gli insediamenti di promontorio relativi ai crinali di derivazione, seguendo la curva di livello propria di quella fascia insediativa da cui si discostano per cercare guadi più accessibili. La loro realizzazione necessita di guadi, ponti o passerelle sui corsi d’acqua che attraversano. Coincidono con i cosiddetti percorsi di ristrutturazione, poiché concludono la prima fase del processo territoriale unificando tutti i villaggi di una stessa dorsale. A tale fase conclusiva fa seguito, però, un nuovo processo, poiché il percorso di controcrinale funge da percorso matrice per gli insediamenti successivi, disposti a quota minore e unificati, a loro volta, da un nuovo contro crinale (figura 10).

Figura 10: Percorso di contro crinale a sud di Terricciola Fonte: Rielaborazione cartografia Geoscopio

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Percorsi di fondovalle Sono quei percorsi che tendono a risalire il bacino idrico di competenza secondo la direzione di scorrimento del corso d’acqua principale. La loro sussistenza è legata a substrati geologicamente adatti o bonificati. Ciò li rende caratteristici di fasi civili evolute. Talvolta necessitano di scavalcamento in corrispondenza del valico più opportuno

Figura 11: percorso di fondovalle a ovest di Morrona Fonte: Rielaborazione cartografia Geoscopio

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Percorsi di piano A differenza dei precedenti percorsi, il cui andamento era condizionato dalla morfologia, i tracciati di piano sono caratterizzati dall’orizzontalità del suolo e quindi rettilinei. La loro esistenza è fortemente condizionata dalle opere di bonifica necessarie per il drenaggio delle acque che di conseguenza li lega strettamente all’impianto poderale di bonifica (figura 12).

Figura 12: Percorsi di piano tra Selvatelle e La Rosa Fonte: Rielaborazione cartografia Geoscopio

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2. VIABILITA’ A TERRICCIOLA Come evidenziato dalle cartografie del Catasto Storico Regionale (figura 13), il territorio comunale, ricco di case sparse nel territorio rurale, era caratterizzato da una viabilità poderale estesa, oggi in parte abbandonata per disuso o a causa del processo di urbanizzazione. Tale rete principalmente realizzata per uso pubblico o privato, cioè a servizio di terreni ed abitazioni specifici, permetteva, attraversando terreni e proprietà di diversi soggetti, di spostarsi all’interno del territorio comunale, divenendo così utile anche alla collettività.

Figura 13: Area di Soiana e Boccanera (Catasto Leopoldino) Fonte: Regione Toscana - Geoscopio - CASTORE

Attualmente il sistema viario poderale ed interpoderale del Comune di Terricciola si presenta frammentato a causa delle modificazioni subite in seguito alla razionalizzazione dei campi e alla meccanizzazione. Molte strade poderali, interpoderali e vicinali, sono andate perdute o sono state interrotte (figura 14). Questa situazione ha, così, limitato la possibilità di spostamento se non attraverso strade comunali trafficate, anche per semplici passeggiate.

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Figura 14: Condizioni della viabilità nell'area di Soiana Boccanera (2001) Fonte:Comune di Terricciola

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NATURA E BIODIVERSITA’

1. FLORA E VEGETAZIONE – BOSCHI Il mosaico paesaggistico del Comune di Terricciola risulta molto complesso, articolato tra colture agrarie erbacee e legnose, come già descritto, ed aree boscate, alcune delle quali disposte sulle colline, mentre altre in pianura, soprattutto in corrispondenza dei corsi d’acqua. E’ stato effettuato un censimento di flora e vegetazione e sono state individuate alcune aree boscate omogenee, raggruppabili in cinque aree di seguito descritte.

1. Zona ripariale del fiume Cascina Specie arboree: Salix alba L., Populus nigra L., Robinia pseudoacacia L. Specie arbustive: Rubus ulmifolius Schot., Inula viscosa Aiton, Cornus sanguinea L. Specie erbacee: Ulmus minor Miller, Arundo donax L., Phragmites australis (Cav.) Trin., Clematis vitalba L., Lythrum salicaria L., Phytolacca decandra L. La vegetazione corrispondente ad una tale flora è classicamente ripariale, con uno stato di conservazione potenzialmente minacciato dalla presenza di acacia.

2. Zona tra Soiana e Morrona Specie arboree: Ulmus minor Miller, Quercus pubescens Willd, Quercus robur L., Robinia pseuodoacacia L., Populus nigra L., Populus alba L. Specie arbustive: Rubus ulmifolius Schot., Cornus mas L., Pistacia lentiscus L., Fraxinus ornus L., Crataegus oxyacantha L., Fraxinus ornus L., Inula viscosa Aiton, Ulmus minor Miller, Laurus nobilis L. Specie erbacee: Clematis vitalba L., Rubia peregrina L., Hedera helix L., Asparagus acutifolius L., Cistus salvifolius L., Rubus ulmifolius Schot, Spartium junceum L., Lonicera nigra L. La vegetazione dominante è il querceto termofilo a roverella e cerro; con abbondanza anche di specie xerofile ed un sottobosco molto ricco di specie.

3. Località Pieve a Pitti Specie arboree: Quercus pubescens Willd, Quercus ilex L., Robinia pseuodoacacia L., Arbustus unedo L., Populus nigra L., Salix alba L., Pinus pinea L.

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Specie arbustive: Rubus ulmifolius Schot., Cornus sanguinea L., Laurus nobilis L., Ulmus minor Miller. Specie erbacee: Hedera helix L., Arundo donax L., Lavatera olbia L., Tamus communis L., Equisetum sp. La vegetazione corrispondente a questa flora è il querceto termofilo a roverella. Il leccio rimane confinato alle aree più elevate, mentre nelle zone più depresse sono presenti specie tipicamente igrofile. Vicino alla villa si nota la presenza del pino da pinoli. Anche in questo caso, si segnala la presenza di acacia.

4. Zona ripariale del Fiume Era Specie arboree: Populus nigra L., Salix alba L., Salix purpurea L., Populus alba L. Specie arbustive: Sambucus nigra L., Cornus mas L., Cornus sanguinea L. La vegetazione che emerge è prettamente ripariale, con una maggiore varietà rispetto a quella del fiume Cascina.

5. Zona tra Selvatelle e Terricciola Specie arboree: Quercus pubescens Willd, Quercus ilex L., Quercus cerris L., Robinia pseuodoacacia L., Populus nigra L., Populus alba L.. Specie arbustive: Ulmus minor Miller, Cornus mas L., Crataegus monogina Jaq., Acer campestre L., Fraxinus ornus L., Inula viscosa Aiton, Laurus nobilis L. Specie erbacee: Hedera helix L., Clematis vitalba L., Rubia peregrina L., Asparagus acutifolius L., Cistus salvifolius L., Rubus ulmifolius Schot, Spartium junceum L., Lonicera nigra L. La vegetazione corrispondente a questa flora è il querceto termofilo a roverella e cerro, con abbondanza di specie tipicamente xerofile.

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2. FAUNA Per quanto riguarda la fauna, di seguito si sintetizzano le presenze più significative di Mammiferi e Avicoli che si ritiene possano riferirsi all’intero territorio comunale evidenziando le specie protette dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE (*)

Mammiferi - Il cinghiale (Sus scrofa) Segnalato in aumento in tutto il territorio provinciale soprattutto in conseguenza delle attività agro-silvo-pastorali a partire dagli anni ’50 e della trasformazione di molti coltivi e pascoli in fitocenosi forestali o cespuglietti. Le popolazioni di cinghiali sono aumentate negli ultimi anni (l’incremento numerico annuale varia tra 150 ÷ 200%) a seguito di incroci con razze di maggiori dimensioni e più prolifiche, provenienti dall’Est e di una maggiore abbondanza di cibo disponibile. I cinghiali sono fra i maggiori responsabili dei danni per l’agricoltura del territorio.

- La lepre (Lepus europaeus) È ancora presente con nuclei consistenti nelle aree protette, mentre nel territorio libero è andata progressivamente riducendosi a causa di un progressivo decadimento delle condizioni ambientali e della forte pressione venatoria. Questo lagomorfo utilizza, nei diversi periodi dell’anno, i tipi di colture che sono disponibili e poiché nessuna coltura garantisce un’offerta costante, questo animale ha una forte variabilità alimentare. Le aree con una buona vocazione per la lepre presentano, quindi, tipi colturali diversi, distribuiti in corpi di piccola superficie alternati fra loro.

- Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) È piuttosto diffuso. Questi lagomorfi prediligono zone a vegetazione più erbosa, naturali o anche coltivate, specialmente quando associate a boschetti, arbusti, siepi o rocce, che possano costituire un riparo.

- *L’Istrice (Hystrix cristata) È specie protetta fin dal 1974. Per questo e per l’assenza quasi totale di predatori le popolazioni di istrici sono divenute, negli ultimi anni, sempre più numerose.

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Parallelamente si è assistito ad una espansione dell’areale della specie, con conseguenti preoccupazioni per danni causati alle colture.

- La donnola (Mustela nivalis) È prevalentemente un predatore di arvicole e piccoli uccelli (prede di peso in genere inferiore ai 100 g) ed essendo una specie ubiquista, è diffusa in tutto il territorio.

- La faina (Martes foina) Vive nelle foreste decidue ma anche in aree collinose, aperte e rocciose. Si può trovare frequentemente nelle zone abitate.

- Il tasso (Meles meles) Non è molto diffuso perché gli habitat mediterranei non sono il suo ambiente ottimale e qui la sua riproduttività è piuttosto scarsa. Vive sia nel bosco deciduo che nelle zone con pascoli aperti, ma è più abbondante dove sono presenti ambedue gli habitat.

- La volpe (Vulpes vulpes) È un carnivoro molto eclettico, sia dal punto di vista alimentare (mangia praticamente di tutto) che da quello sociale, territoriale e riproduttivo. Questa adattabilità è la chiave del suo successo ecologico, infatti si può ritenere il predatore più importante del territorio della provincia di Pisa.

Avifauna

Nel seguente elenco, vengono indicate sintetizzano le presenze più significative che si ritiene possano riferirsi all’intero territorio comunale, ponendo in evidenza (in rosso) le specie protette dalla Direttiva Uccelli 79/409.

- *Il fagiano (Phasianus colchicus), la quaglia (Coturnix coturnix) Il fagiano è ampiamente diffuso nelle zone di ripopolamento e cattura e nelle aziende faunistico venatorie. In alcuni casi è presente, con nuclei limitati, anche sul territorio libero. Queste ultime popolazioni sono in genere temporanee, legate a ripopolamenti annuali, che spesso si estinguono durante l’annata venatoria. La quaglia (Coturnix coturnix), unico fasianide migratore, estivo-nidificante, è presente su tutto il territorio

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Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci provinciale, anche se è in forte calo. Nel Comune di Terricciola è presente una zona di ripopolamento e cattura (Terricciola-Capannoli) di 1190 ha.

- *La ghiandaia (Garrulus glandarius) Frequenta i boschi con fitto sottobosco, i parchi cittadini e i giardini ricchi di alberi (molto diffusa).

- *La taccola (Corvus monedula) Abita i parchi piuttosto estesi, con ambienti rocciosi o vecchi edifici; in città frequenta le vecchie costruzioni, ma è visibile anche nei boschi di latifoglie, purché abbastanza radi e con alberi alti.

- *La gazza (Pica pica) Frequenta la campagna aperta dove sono presenti alti alberi, ma è possibile osservarla anche in città e ai margini dei boschi.

- La cornacchia grigia (Corvus corone cornix) Questo corvide, dalle grandi dimensioni, frequenta l’aperta campagna, con alberi, i boschi, i parchi e i giardini cittadini. Al di fuori della stagione riproduttiva è visibile in ambienti di ogni genere.

- Il passero (Passer italiae) e la mattugia (Passer montanus) Piuttosto diffusi in ambienti rurali o cittadini, dove siano presenti degli alberi, frutteti, strade di campagna e viali alberati.

- La capinera (Sylvia atricapilla) Frequenta le foreste di latifoglie e miste, purché fitte e con abbondante sottobosco, nonché zone di rimboschimento, parchi cittadini e giardini.

- L’occhiocotto (Sylvia melanocephala) Predilige la macchia mediterranea in climi aridi e secchi, ma anche cespugli lungo le strade, roveti, uliveti e incolti assolati.

- Lo scricciolo (Troglodites troglodites)

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Minuscolo uccello che frequenta il sottobosco e la bassa vegetazione dei boschi, dei parchi cittadini e dei giardini, purché siano ambienti umidi ed ombreggiati.

- La cincia bigia (Parus palustris), la cincia mora (Parus ater) Passeriformi che frequentano i boschi di latifoglie e misti (fino a 1400 mt circa di altezza).

- La cinciarella (Parus caeruleus) e la cinciallegra (Parus major) Abitano boschi di conifere e misti, ma sono presenti anche nei giardini, parchi e zone arbustive accanto ai parchi.

- Il pendolino (Remiz pendulinus) e il codibugnolo (Aegithalos caudatus) Prediligono i boschi di latifoglie o misti purché umidi e con sottobosco, ed inoltre pascoli; d’inverno si aggirano in tutti i boschi e nelle zone cespugliose.

- Il regolo (Regulus regulus) Frequenta boschi di conifere e boschi misti, oltre che i parchi.

- Il fiorrancino (Regulus ignicapillus) Vive in boschi di conifere e misti e in grossi parchi con conifere.

- Il beccamoschino (Cisticola juncidis) Predilige zone paludose con canne e carici oppure margini di queste in praterie umide. Vive anche in prati polifiti o lungo argini di fiumi o di fossati. Frequenta anche coltivazioni di cereali oppure ambienti incolti con vegetazioni scarse.

- L’usignolo di fiume (Cettia cetti) Specie che ama la vicinanza dell’acqua stagnante ma anche in movimento, con rive ricoperte da vegetazione cespugliosa, roveti e saliceti. La presenza di canneti non è indispensabile. Solo localmente vive in ambienti con assenza d’acqua.

- Il picchio muratore (Sitta europaea), Il picchio rosso maggiore (Dendrocopus major), picchio rosso minore (Dendrocopus minor) e picchio verde (Picus viridis) e torcicollo (Jynx torquilla) Specie che frequentano i boschi di latifoglie e misti, nonché viali alberati, i parchi e i giardini con alti alberi.

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- La poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnuculus), il falco lodolaio (Falco subbuteo) Frequentano l’aperta campagna con vegetazione rada o assente come campi coltivati o prati.

- L’allocco (Strix aluco), il barbagianni (Tyto alba), il gufo comune (Asio otus) e la civetta (Athenae noctua) Cacciano in campi aperti (eccezion fatta per l’allocco e per il gufo comune che cacciano nella macchia e nel bosco).

- Il colombaccio (Columba palumbus), la *colombella (Columba oenas) e la *tortora (Streptopelia turtur) Frequentano boschi e zone verdi cittadine.

- *L’allodola (Alauda arvensis), la cappellaccia (Galerida cristata), la *calandrella (Calandrella brachydactyla), la pispola (Anthus pratensis), il prispolone (Anthus trivialis), la ballerina bianca (Motacilla alba) e la cutrettola (Motacilla flava) Frequentano boschi (prispolone, calandrella), campi di cereali, prati, marcite (allodola, ballerina bianca, cutrettola, pispola) ma anche terreni secchi e poveri di vegetazione delle città (cappellaccia).

- Il pettirosso (Erithacus rubecula), il *merlo (Turdus merla), il *tordo bottaccio (Turdus philomelos), il *tordo sassello (Turdus iliacus), la *cesena (Turdus pilaris), la *tordela (Turdus visciovorus), il codirosso (Phoenicurus phoenicurus), l’usignolo (Luscinia megarhynchos), lo stiaccino (Saxicola rubetra) Frequentano boschi con abbondante sottobosco, ma anche i giardini di grandi città (usignolo,pettirosso, merlo, tordela) ed altri, come nel caso del tordo sassello, lo stiaccino e della cesena, prati e pascoli.

- Il fringuello (Fringilla coelebs), la peppola (Fringilla montifringilla), il cardellino (Carduelis carduelis), il frosone (Coccothraustes coccothraustes), il lucherino (Carduelis spinus), il verdone (Carduelis chloris), il verzellino (Serinus serinus) Frequentano boschi di conifere (lucherino), parchi o zone coltivate (verzellino,verdone), dove sono presenti alberi in città o in campagna (fringuello,peppola, cardellino). 71

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- La rondine (Hirundo rustica), il balestruccio (Delichon urbica), il topino (Riparia riparia), il rondone (Apus apus), la cannaiola (Acrocephalus cirpacens), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), il forapaglie (Acrocephalus shoenobaenus), i canapini (Hippolais itterina e polyglotta), il beccafico (Sylvia borin), la sterpazzola (Sylvia communis), i luì (Philloscopus bonelli, sibilatrix e trochilus), il pigliamosche (Muscicapa striata), lo *storno (Sturnus vulgaris), il rigogolo (Oriolus canorus) e le *averle (Lanius collurio minor e senator) Si trovano in ambienti di ogni genere (rondine, balestruccio,rondone,storno,averle), in aperta campagna (sterpazzola) nei parchi cittadini, nei giardini, nei boschi misti (canapini,pigliamosche,rigolo), nelle foreste miste con fitto sottobosco (beccafico,luì) sulle sponde dei pozzi d’acqua (topino) e in presenza di canneti e vegetazione ripariale (cannaiola, cannareccione, forapaglie).

- Gli *zigoli (Emberiza citronella, cirlus e hortulana), il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) e lo strillozzo (Miliaria calandra) Frequentano zone di aperta campagna (zigoli,strillozzo), zone paludose ricche di arbusti (migliarino di palude).

- Il *succiacapre (Caprimulgus europaeus), il *martin pescatore (Alcedo atthis), il gruccione (Merops apiaster), l’upupa (Upupa epops), il cuculo (Cuculus canorus) Frequentano luoghi aridi e assolati (succiacapre), torrenti, fiumi e stagni (martin pescatore), boschi e canneti (cuculo), zone soleggiate di pianura e collina (gruccione,upupa).

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3. PIANO FAUNISTICO VENATORIO

La Regione toscana nel dicembre 2019 ha deliberato l’avvio dei lavori di redazione del Piano faunistico venatorio regionale. Al momento attuale anche dalla consultazione del sito regionale geoscopio appare valido il piano provinciale 2012-2015.

Piano Faunistico – venatorio 2012/2015 della provincia di Pisa Come riportato all’interno del piano faunistico venatorio 2012/2015 della provincia di Pisa la pianificazione faunistico venatoria provinciale si basa, oltre che sulla definizione delle linee gestionali per specie e sulla gestione dei meccanismi socio – economici legati alle attività venatorie e ai rapporti tra fauna e componente umana, sull’adeguata ripartizione del territorio in ambiti aventi diverse finalità e regolamentazione. La suddivisione del territorio agro – forestale (SAF) impostata dalla L.R. 157/92 ed in applicazione di essa dalla L.R. 3/94 per le finalità faunistico venatorie, prevede l’organizzazione in Comprensori, nei quali sono incluse aree aventi diverse tipologie di gestione. Nei Comprensori sono inclusi gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) che attraverso il regime della “caccia programmata” amministrano il territorio (TCP) residuale ai vari istituti faunistici previsti dalle suddette leggi, ai territori sottratti alla caccia programmata ai sensi dell’art. 25 della L.R. 3/94 ed alle aree protette disciplinate dalla L. 394/91 (in Provincia di Pisa: Riserve Naturali Statali) e dalla L.R. 49/95 (altre aree protette regionali). Il territorio della Provincia di Pisa risulta diviso, per quanto riguarda la gestione venatoria, in senso longitudinale, in due comprensori: Comprensorio Occidentale n. 14 (composto da 28 Comuni, tra i quali anche Terricciola) e Comprensorio Orientale n. 15 (composto da 11 Comuni). La Superficie Agricola Forestale (SAF) della Provincia di Pisa si estende su 222.362 ettari, pari a circa il 90,91% dell’intero territorio provinciale (244.591 ettari). Per superficie agricola forestale si intende quella parte di territorio soggetta a sfruttamento agricolo (coltivazioni agricole, allevamenti zootecnici, selvicoltura) e potenzialmente utili per la fauna selvatica, incluse le zone umide, i corsi d’acqua, i laghi e gli incolti produttivi e improduttivi; sono escluse le aree urbane comprensive del reticolo stradale e della rete ferroviaria.

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Dal confronto con l’analisi territoriale effettuata per il PFVP 2005/10 (Piano Faunistico Venatorio Provinciale), la SAF è diminuita di 733 ha nel C. Occidentale e di 1.049 ha in quello Orientale. Per quanto riguarda il Comune di Terricciola, situato nell’ATC Pisa Ovest 14, la SAF corrisponde a 3999 ha su un corrispettivo di superficie totale di 4341 ha.

Zone di rispetto venatorio (ZRV) Con le nuove disposizioni normative, assumono le veste di un vero e proprio istituto di protezione della fauna selvatica, purché di durata pari al Piano Faunistico Venatorio e di superficie superiore a 150 ha. La ZRV è uno strumento la cui gestione compete agli ATC che la esercitano attraverso uno specifico regolamento redatto sulla base degli obiettivi di ciascuna zona, delle sue caratteristiche ambientali e sociali. Si tratta quindi di un istituto con finalità plurime che vanno dalla tutela della fauna selvatica, all’incremento di quella nobile stanziale di interesse venatorio (lepre e galliformi) anche attraverso opportuni interventi di immissione favorendone l’irradiamento nei territori circostanti o la cattura per il ripopolamento di altri istituti o del territorio a caccia programmata. All’interno delle ZRV gli ATC possono concentrare interventi di miglioramento ambientale ed incentivare l’attuazione di piani di contenimento e controllo di specie predatrici e specie particolarmente aggressive nei confronti delle produzioni agricole. Una simile organizzazione fa di questo istituto una delle più elevate forme di gestione del territorio destinato alla tutela, incremento e razionalizzazione della fauna selvatica esistenti. All’interno del perimetro comunale è presente una superficie pari a 178,52 ha (a fronte dei 199,50 ha totali) destinata a rispetto venatorio, situata a ovest nel territorio comunale (figura 15).

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Figura 15: Zona di rispetto venatorio all’interno del Comune di Terricciola Fonte: Geoscopio

Zone di ripopolamento e cattura (ZRC) Le Zone di ripopolamento e cattura sono aree dove, per un periodo di sei anni, è vietata la caccia e si segue una politica di protezione della fauna. La funzione di queste aree, istituite dopo l’approvazione della legge sulla caccia n. 70/96, è di favorire la sosta e la riproduzione della selvaggina migratoria e creare un habitat idoneo a proteggere la fauna stanziale e incrementarne la riproduzione. Le zone di ripopolamento e cattura (ZRC) sono destinate a: - incrementare la riproduzione naturale delle specie selvatiche autoctone; - favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie; - determinare, mediante l´irradiamento naturale, il ripopolamento dei territori contigui. All’interno del perimetro comunale è presente una superficie pari a 720,82 ha (a fronte dei 1000,34 ha totali) destinata a ripopolamento e cattura, situata nella parte nord del Comune (figura 16). Tale ZRC è considerata da PFVP una zona di pregio, con caratteristiche attuali ottime per le funzioni di Lepre e/o Galliformi, con buone presenze faunistiche di 75

Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci indirizzo. Il problema principale della zona è rappresentato dalla forma (troppo stretta e allungata, con frequenti anse) che non permette la conservazione di un adeguato stock di riproduttori. A questo proposito lo stesso piano provinciale propone la conservazione, con contestuale ampliamento e rettificazione dei confini nella parte orientale.

Figura 16: Zona di ripopolamento e cattura all'interno del Comune di Terricciola Fonte: Geoscopio

Aziende faunistico venatorie Le aziende faunistico – venatorie sono finalizzate al mantenimento, all’organizzazione ed al miglioramento degli ambienti naturali, all’incremento della fauna selvatica e al suo irradiamento all’interno del territorio circostante. Tali aziende devono possedere prevalenti finalità naturalistiche e faunistiche e devono localizzarsi in territori di rilevante interesse ambientale e di elevata potenzialità faunistica in riferimento alla tipica fauna regionale appartenente alle specie coturnice, lepre, pernice rossa, starna e fagiano. Dalla consultazione del sito Geoscopio della Regione Toscana nel territorio comunale di Terricciola sono presenti, due aziende faunistico venatorie: Badia di Morrona di 453 ha (a fronte dei 495,05 ha totali), il cui perimetro ricade in parte anche nel Comune di Casciana Terme e Pieve a’ Pitti che ha una estensione di 549 ha (figura 17). Come riportato dal PFVP 76

Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci della provincia di Pisa all’interno del perimetro di queste aziende ricadono due appostamenti fissi per Colombacci.

Figura 17: Aziende faunistico venatorie all'interno del Comune di Terricciola Fonte: Geoscopio

Aree di addestramento cani All’interno del perimetro comunale è presente inoltre un’area destinata all’addestramento, allenamento e gare di cani, che si estende per 246,26 ha nella parte orientale del Comune. L’area, denominata “La Rosa”, svolge attività annuale senza abbattimento di fauna naturale (figura 18).

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Figura 18: Aree di addestramento cani all’interno del Comune di Terricciola Fonte: Geoscopio

Aree vocate al cinghiale Il Comune di Terricciola contiene un’area destinata alla caccia al cinghiale situata nella zona nordovest del territorio comunale (figura 19).

Figura 19: Aree vocate al cinghiale all’interno del Comune di Terricciola Fonte: Geoscopio

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Altre aree Il piano faunistico venatorio della provincia di Pisa segnala, inoltre, all’interno del perimetro comunale, due aree di dimensioni ridotte che tuttavia non sono riportate nella cartografia reperibile sul sito Geoscopio della Regione Toscana: la prima di 16 ha in riferimento all’art. 33 (e altri divieti); la seconda di 0.08 ha appartenente alla categoria delle aziende agrituristico venatorie.

Tra gli elaborati di quadro conoscitivo è stata realizzata una carta che illustra i contenuti relativi al piano faunistico venatorio, sopra descritti, alla quale si rimanda per maggiori approfondimenti.

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LE VILLE All’interno del comune sono presenti inoltre, un buon numero di ville storiche, alcune delle quali visitabili. Le informazioni di seguito riportate sono state tratte dal volume di M.A. Giusti, Le Ville della Valdera, Pacini editore, 1995, e dal sito del Comune di Terricciola.

Villa Gherardi Del Testa All’inizio del paese di Terricciola è situata la villa Gherardi Del Testa dimora di campagna della nobile famiglia pisana. Fu costruita nel 1660 dal frate Sebastiano Gherardi, come si rileva dall´epigrafe posta sulla facciata. In questa abitazione nel 1814 nacque Tommaso Gherardi Del Testa, divenuto poi un commediografo famoso. Questa villa, residenza di campagna della nobile famiglia pisana si costituisce di edifici di epoche diverse composti in un insieme organico. Il nucleo più antico dell’edificato, probabilmente anteriore al XVII secolo, fu inserito all’interno delle costruzioni seicentesche ad opera del sacerdote Sebastiano Gherardi, che fece realizzare una villa a impianto rettangolare con un vasto locale in base al quale venne impostata la distribuzione degli spazi interni. Nel corso del tempo l’edificio è stato sottoposto a varie modifiche strutturali e decorative. Rilevante nella seconda metà del ‘700 la costruzione di un ampio voltone a sesto ribassato che mette in comunicazione lo spazio antistante la cappella con il piazzale posteriore che si affaccia sul bosco, la realizzazione degli affreschi ad opera del pittore fiorentino Stefano Barberulli e dell’elegante scalinata (oggi non più esistente) con balaustra in marmo di Carrara del marmista Antonio Franzoni. L’ultimo intervento sostanziale risale tuttavia al 1883, quando fu aggiunto un corpo di fabbrica sul lato sinistro della villa. Oggi la struttura presenta un assetto organico anche da un punto di vista paesaggistico, con a levante un giardino terrazzato con un portico e annessi rurali e a ponente un giardino di impianto ottocentesco. Le decorazioni interne si articolano in stucchi affreschi e architetture in trompe – l’œil all’interno del salone principale i cui sovrapporta sono dipinti con scene campestri all’interno di ovali affiancati da cartigli e puttini. La decorazione delle strutture lignee del soffitto rappresenta invece la scenografia prospettica di un’ambientazione urbana di fantasia. Nella parte ottocentesca del palazzo, invece, le sale sono decorate a tempera con 80

Comune di Terricciola (PI) – Piano Operativo e contestuale Variante al P.S. – Quadro conoscitivo territorio rurale e paesaggio Marzo 2020 Dott. Agr. Elisabetta Norci motivi dell’epoca, sui soffitti riquadri mistilinei incorniciano puttini tralci, di fiori e paesaggi in monocromo . A sinistra della villa, la cappella seicentesca racchiude una tela raffigurante l’Assunzione attribuita a G.B. Tempesti.

Badia di Morrona Posta su un poggio tufaceo non molto distante dall’abitato di Morrona, la villa si compone delle strutture in origine appartenenti ad una antica badia realizzata nel 1089 dal conte Ugone per l’ordine benedettino. Il primo abate, eletto dal congresso dei monaci, a reggerne il priorato, di cui si conosce il nome, fu Martino, nel 1092. Dall'atto livellare che riporta tale nomina viene descritta, inoltre, la ricchezza e l’estensione dell’Abbazia i cui terreni, a soli tre anni dalla fondazione, non potevano essere coltivati dai soli monaci, obbligati a causa dell’estensione, ad assoldare servi del popolo e braccianti nei momenti delle semine, dei raccolti e della vendemmia. Nel 1109 il conte donò ai monaci camaldolesi la chiesa e il monastero, mantenendone però il patronato. Dopo innumerevoli contese, tra pisani volterrani e fiorentini, nel 1482 l’abbazia venne definitivamente conquistata dal vescovo di Volterra, Bartolomeo Soderini, che ne usufruì trasformandola in residenza estiva. Oggi l’intera struttura è una residenza privata al centro di una vasta tenuta. La villa che occupa l’antico monastero è a pianta quadrata con chiostro centrale dove sono ancora visibili, incorporate nelle mura, le strutture del loggiato. All’interno è ancora leggibile l’originaria distribuzione claustrale degli spazi articolata, al primo piano, intorno ad un largo corridoio che disimpegna i vari ambienti, mentre al piano terra si aprono vasti locali con volte a crociera. Alcune decorazioni tardo ottocentesche al primo piano mostrano scenari rivieraschi tra cui è identificabile Livorno.

Villa San Marco La villa deriva il suo nome dall’anticha pieve di San Marco, le cui strutture sono ancora oggi riconoscibili all’interno del corpo centrale della residenza.

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La circoscrizione costruita probabilmente tra il X e XI secolo fu edificata su una piccola altura che dominava l’importante via di comunicazione tra Pisa ei territori interni e per molti anni affidata a nobili famiglie che raramente vi risiedevano. Nel 1819 il vescovo Pietro Fazzi dispose la costruzione di una residenza entro cui fu inglobato l’antico edificio religioso mentre tra il 1832 e il 1843 venne edificato l’attuale oratorio posto nell’ala nord. Oggi il complesso si presenta come un agglomerato di vari nuclei di epoche diverse, organizzato sui tre lati di un cortile centrale. L’edificio principale, corrispondente alle navate centrale e laterale dell’antica pieve non presenta all’interno ambienti di rappresentanza in accordo con la sua funzione di residenza vescovile, con il piano terra che si distribuisce intorno ad un piccolo salone centrale. Il nucleo della pieve frazionato in più ambienti è assimilato alla struttura funzionale della villa.

Villa Ciardi Posta a breve distanza dal borgo di , la villa fu edificata su progetto dell’ing. L. Bellincioni in stile neorinascimentale e terminata nel 1883. A pianta quadrata, la residenza è connotata da bicromismo del finto bugnato esteso fino al primo piano, la parte centrale, lievemente avanzata, è evidenziata dalla disposizione in asse del portone, del terrazzo e delle nicchie, destinate a contenere elementi statuari, incorniciate da lesene con capitelli ionici.

Villa Pitti Posto sulle pendici collinari a sinistra dell’Era, verso Terricciola, il complesso della villa, con cappella e annessi, era in origine, intorno al XII – XIII secolo, un piccolo borgo fortificato appartenete ai vescovi di Volterra costituendo una delle più antiche chiese della diocesi volterrana. Situata nel limite sud del comune di Terricciola, la Pieve a Pitti deve il nome alla pieve di San Giovanni di Pava, sorta sulle rovine di una antica chiesa etrusca e alla famiglia fiorentina dei Pitti, proprietaria, fino alla fine del XVII secolo di tutta la tenuta.

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Trasformatasi in un piccolo borgo rurale, nel 1620 venne intestata ai figli del cav. Cosimo di Jacopo Pitti, e passata poi nel 1794 ai successori di Anna Pitti e Federigo Lanfranchi Rossi. La residenza con pianta articolata, presenta un corpo centrale serrato che si sviluppa su tre piani, al quale sono addossati da un lato la cappella di famiglia a dall’altro un piccolo corpo di fabbrica ad un piano. I prospetti caratterizzati da impianto lineare,presentano aperture semplici incorniciate da una doppia fascia marcapiano che separa il pianterreno ad quelli superiori. A cappella annessa, presenta una facciata sobria, con tetto a spioventi e torretta campanaria sul retro.

Borgo di Casanova Il borgo di Casanova è situato sulla strada che da Terricciola porta a Selvatelle. Pervenuto ai Lanfranchi Lanfreducci Upezzinghi nella seconda metà del XVIII secolo possedeva un’economia basata sulla produzione di olio, vino e grano, con abbondanza di frutta (tra cui gelsi). All’interno del borgo, già citato come castello nel 1164 (in merito allo smantellamento della rocca), si trova la Chiesa di San Bartolomeo. In origine costruita in laterizio, presentava una facciata a capanna in seguito impreziosita dal frontone derivante da rifacimenti successivi. L’interno a navata unica presenta la zona presbiteriale rialzata e la copertura a botte con ancora visibili le decorazioni ottocentesche e sull’altare un gruppo statuario di tre figure in terracotta dipinta, raffigurante la Madonna con Bambino tra San Giovanni e San Bartolomeo, attribuite a Giovanni Gonnelli detto il Cieco di Gambassi (metà del XVII secolo). La residenza padronale adiacente al borgo, sviluppata su tre livelli, con pianta a “L” è caratterizzata da prospetti molto sobri, con l’interno articolato intorno ad uno scalone centrale. Sul retro dell’edificio una vasta cantina scavata nella roccia con percorso a “U” si addentra sotto il poggio antistante il palazzo. Adiacente al palazzo, la Chiesa di San. Michele, presenta una facciata coronata da un timpano e delimitata da lesene angolari che inquadrano il portone centrale. L’interno a navata unica intonacato e scandito da lesene è coperto da una volta a botte.

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Villa Cempini Meazzuoli La Villa Cempini Meazzuoli edificata all´inizio del 1700, si trova ubicata davanti al Palazzo Comunale. Ha dato i natali a Francesco Cempini, illustre uomo politico, ministro delle finanze sotto il Granduca Leopoldo II, successivamente senatore e presidente del senato, come troviamo scritto nell´epigrafe ubicata nella villa. Francesco Cempini Uomo politico toscano Nato a Terricciola nel 1775 , morto a Firenze nel 1853, avvocato,nel 1814 fece parte della commissione per il riordinamento legislativo del granducato. Consigliere alle Finanze nel 1824, nel 1845 successe a Neri Corsini come segretario di stato e nel 1848 fu presidente del senato. Devoto al granduca, assunse atteggiamenti politici molto moderati: da qualcuno fu perciò accusato di liberalismo. Dizionario Biografico Treccani

Villa di Montemurlo

La villa fu costruita intorno alla metà del XIX secolo per volontà di Amerigo Antinori, amministratore dell'ultimo granduca dei Lorena. Progettata dall'architetto Poggi in stile palladiano, fu sottoposta ad un successivo intervento dell'architetto Luigi Bellincioni, a cui si deve la fattoria. Sulla facciata della villa si trova lo stemma dei duchi Antinori, potente casato fiorentino. Il 2 agosto 2012 ha rischiato di rimanere coinvolta in un incendio che ha colpito la zona circostante, ma non ha avuto danni

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BIBLIOGRAFIA

- LR 65/2014 “Norme per il governo del territorio”; - D.Lgs 152/2006 “Norme in materia ambientale”; - LR 30/2015 “Norme per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico – ambientale” - PIT con valenza di Piano Paesaggistico della Regione Toscana - PTC della Provincia di Pisa; - Piano Strutturale del Comune di Terricciola - www.regione.toscana.it - www.provincia.pisa.it

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